PREFAZIONE di Alberto Bravo 7 INTRODUZIONE

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PREFAZIONE di Alberto Bravo 7 INTRODUZIONE
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PREFAZIONE di Alberto Bravo
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INTRODUZIONE
AMBITI DELLA PERIZIA GRAFICA
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CAPITOLO I
GLI INIZI DELLE PROVE PERITALI
1.1 Dal “mistero del barile” al “testamento Howland”
1.2 Primi periti 1.3 Primi casi 1.4 Progressi legislativi
1.5 Prime ricadute narrative: Arthur Benjamin Reeve
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CAPITOLO II
GLI SVILUPPI: SUCCESSI E PROBLEMATICHE
2.1 Caso Lindbergh
2.2 Nuova generazione di periti
2.3 Evoluzione della professione
2.4 Ulteriori casi
2.5 Recente ricaduta narrativa: Jeffery Deaver
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CONCLUSIONI
CRITERI DI SCIENTIFICITÀ
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APPENDICE ANTOLOGICA
Le due categorie di esperti grafici
L’avvocato e i documenti contestati
Le cause su documenti contestati
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BIBLIOGRAFIA169
TESIGRAFIA170
WEBGRAFIA171
PREFAZIONE
I falsi in scrittura hanno origine molto remota. Non è sbagliato
ipotizzare che essi siano nati quando l’uomo ha imparato ad utilizzare la scrittura per comunicare e per regolare i rapporti con i suoi
simili.
Il testo di Sergio Agostinis e Beatrice Catenacci ripercorre la
storia della perizia grafica negli Stati Uniti d’America, partendo
dalla rievocazione del caso noto come il “mistero del barile”, legato ad un omicidio che ebbe risonanza nazionale nel marzo 1858,
quando alcune parti del corpo smembrato di una donna furono
rinvenute in un barile che fu spedito ad un indirizzo fittizio di New
York.
In tale caso la perizia grafica trovò applicazione in quanto si
rese necessario esaminare un biglietto, scritto dalla vittima, nel
quale si asseriva che presto avrebbe rinunciato al mondo, volando
via per sempre.
Lo scritto apparentemente scagionava il presunto omicida, in
quanto sanciva la volontà della donna di uccidersi. L’opinione sulla
grafia della vittima non fu espressa da esperti, la cui collaborazione
non fu mai richiesta nel corso del processo, ma venne dichiarata da
amici e parenti che, in precedenza, avevano visto scrivere la donna.
Nascevano così le prime indagini sull’autografia della scrittura, raccolte attraverso la testimonianza di coloro che avevano familiarità con la
presunta scrittura del soggetto. Una seconda modalità di indagine
poteva essere quella della testimonianza diretta dell’autore dello
scritto, il quale poteva confermare o meno la paternità della grafia.
Ovviamente, questa seconda modalità di riconoscimento dello
scritto non poteva essere richiesta nei casi in cui il presunto autore
dello scritto era deceduto. Si pensi ai testamenti, alle firme, alle
dichiarazioni aventi data anteriore a quella del decesso.
La necessità di passare dalla testimonianza alla prova diventava
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Crimini e scrittura. La perizia grafica negli Stati Uniti
impellente nei tribunali ed una svolta in tal senso si concretizzò con
Albert Timms, citato come professionista emergente nel romanzo
di Joseph Gilbert Holland, Sevenoaks (1875), il quale, in un caso
giudiziario, dimostrò come le firme in contestazione erano state
falsificate attraverso un processo di ricopiatura diretta.
Il testo ha il pregio di condurre un cammino parallelo tra i
singoli casi trattati ed i primi periti che si sono cimentati nella ricerca delle prove, presentandosi come operatori imparziali e senza
pregiudizi, fino al grande Albert Sherman Osborn (1858-1946),
con il quale si è iniziato a parlare di standard di comparazione nei
processi riguardanti documenti contestati.
È con Osborn che si comincia a parlare di documenti contestati e
di esperti in scrittura, quale naturale evoluzione di criteri operativi
che, in parte, venivano applicati anche dai periti della generazione
precedente.
I casi peritali sono rievocati non solo come aspetto storiconarrativo, ma nelle molteplici implicazioni dell’iter giudiziario,
facendo parlare i protagonisti di ogni singolo caso, fino a rivivere
la scena giudiziaria.
Dalla lettura del testo si trae un forte arricchimento nel
comprendere come il processo evolutivo della perizia su scritture
negli Stati Uniti, parallelamente al processo evolutivo della perizia
su scritture in Italia ed in Europa, sia fastellato di tappe tecniche e
di iter interpretativi, per i quali, ogni generazione di periti lascia e
tramanda alle generazioni successive acquisizioni ed informazioni
che non dovrebbero mai essere disperse, poiché aiutano a progredire ed a migliorare il proprio lavoro.
Alberto Bravo
Presidente dell’Istituto Superiore di Grafologia, Roma