2012 L`Industria Aerospaziale nel Lazio
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2012 L`Industria Aerospaziale nel Lazio
UNIONCAMERE LAZIO LUISS GUIDO CARLI OSSERVATORIO SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL LAZIO ANALISI DI SETTORE L’Industria Aerospaziale nel Lazio Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Il Rapporto è stato chiuso con le informazioni disponibili al mese di dicembre 2012 I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, di riproduzione e adattamento, totale o parziale con qualsiasi mezzo, sono riservati unicamente ad Unioncamere Lazio. La deroga a tale esclusiva è ammessa solo nel caso in cui venga citata la fonte. Pagina 2 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Sommario L’industria aerospaziale nel Lazio .............................................................................................................................. 5 1. Introduzione ............................................................................................................................................................... 5 2. L’industria aerospaziale in Europa e in Italia, uno sguardo d’insieme .............................................. 6 2.1. L’industria aerospaziale in Europa ........................................................................................................... 6 2.2. L’industria aerospaziale in Italia ...............................................................................................................7 3. Le imprese dell’industria aerospaziale del Lazio ........................................................................................ 8 3.1. Cenni introduttivi.............................................................................................................................................8 3.2. L’individuazione della popolazione di imprese dell’aerospazio laziale ....................................9 3.3. Le esportazioni dell’industria aerospaziale del Lazio.................................................................... 13 4. L’analisi del settore aerospaziale nel Lazio ................................................................................................ 14 4.1. Metodologia ..................................................................................................................................................... 14 4.2. Numerosità, produzione prevalente e dati occupazionali delle imprese selezionate ...... 15 4.3. Principali grandezze di bilancio.............................................................................................................. 18 4.4. Analisi di redditività .................................................................................................................................... 21 5. Conclusioni ............................................................................................................................................................... 26 Bibliografia.................................................................................................................................................................... 28 Appendice A.................................................................................................................................................................. 29 Pagina 3 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Indice delle figure Figura 1: Distribuzione geografica delle imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anno 2011 ............... 15 Figura 2: Distribuzione delle imprese dell’industria aerospaziale del Lazio per produzione prevalente, anno 2011....................................................................................................................................................................................... 16 Figura 3: Distribuzione dimensionale delle imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anno 2011 ........ 17 Figura 4: Numero di addetti dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 ................................. 17 Figura 5: Fatturato complessivo dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro ............................................................................................................................................................................ 18 Figura 6: Fatturato medio ed EBITDA medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro ......................................................................................................... 19 Figura 7: Fatturato medio ed EBITDA medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 20092010-2011, valori in migliaia di Euro ................................................................................................................................ 19 Figura 8: Utile netto medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-20102011, valori in migliaia di Euro ............................................................................................................................................ 20 Figura 9: Utile netto medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro ............................................................................................................................................................................ 21 Figura 10: Capitale investito complessivo dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro ......................................................................................................................................................... 21 Figura 11: ROE medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 . 22 Figura 12: ROE medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 ......................... 22 Figura 13: ROI medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 ... 23 Figura 14: ROI medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 .......................... 24 Figura 15: ROS medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 .. 25 Figura 16: ROS medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 ......................... 25 Pagina 4 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio L’industria aerospaziale nel Lazio 1 1. Introduzione L’industria aerospaziale include tutte le imprese che partecipano alla progettazione, produzione e manutenzione di veicoli che operano sia nello spazio atmosferico sia in quello extraatmosferico, delle loro componenti e delle connesse apparecchiature. Più nello specifico, la produzione aerospaziale storicamente è suddivisa in due grandi gruppi, ovvero la cosiddetta produzione aeronautica (aeromobili, altri velivoli e in generale tutto ciò che riguarda il volo atmosferico) e la produzione spaziale (veicoli che operano nello spazio, sonde, satelliti, e tutte le attività che si svolgono al di fuori dell’atmosfera terrestre). Tuttavia, la nettezza di tale suddivisione è stata di recente ridimensionata, considerando il ruolo chiave ormai assunto dalla navigazione satellitare nel trasporto aereo (Nones 2011). Nell’ambito dell’industria aeronautica in senso stretto è possibile procedere, inoltre, a un’ulteriore classificazione in 4 sotto-gruppi (ARTI 2007): • • • • ala fissa, ovvero la produzione di aeromobili; ala rotante, ovvero la produzione di elicotteri; motoristica, sia per ala fissa che per ala rotante; elettro-avionica, ovvero la produzione dei sistemi elettronici di cui i velivoli sono equipaggiati. Considerando le caratteristiche strutturali del settore, è certamente più opportuno parlare di filiera industriale dell’aerospazio, trattandosi infatti di un complesso tessuto produttivo nel quale sono incluse sia le imprese (in genere grandi) che hanno come core-business la progettazione e la costruzione di veicoli aerospaziali sia tutte le imprese (in genere medie e piccole) che operano in qualità di fornitori o subfornitori dei principali player. Tale filiera può essere schematizzata considerando almeno tre differenti livelli gerarchici (ARTI 2007): • • • al primo livello operano i produttori finali (prime contractor) che si occupano della produzione di sistemi 2 o sottosistemi 3 complessi; al secondo livello operano le aziende (prime partner) fornitrici di sottosistemi o componenti inseriti nei sistemi o sottosistemi complessi; al terzo livello, infine, operano i subfornitori (di primo e di secondo livello) di parti, lavorazioni e attrezzature specializzate e di terziario tecnologico in senso lato. In generale l’industria aerospaziale è caratterizzata da una forte concentrazione sia dal lato dell’offerta, con un numero limitato di grandi imprese (prime contractor) che competono su scala globale e fungono da interfaccia col mercato finale per il resto della filiera, sia dal lato della domanda, in cui va distinto l’aerospaziale civile, di cui le compagnie aeree sono i principali clienti, e l’aerospaziale militare, a domanda pubblica e perciò molto concentrata. La suddivisione civile e militare, invece, ha perso di importanza dal lato dell’offerta, tenendo in considerazione che (Nones 2011): Sebbene il lavoro sia frutto di una ricerca comune e sia stato scritto con uno stretto interscambio tra gli autori, dovendo suddividere i contributi, questa sezione del rapporto è attribuibile a Felice Simonelli e Matteo Giuliano Caroli. 2 Un sistema è un prodotto complesso in grado di operare autonomamente. 3 Un sottosistema è un prodotto complesso che non è in grado però di operare autonomamente. 1 Pagina 5 • • Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio sul piano tecnologico, la differenza tra applicazioni destinate all’uso militare e quelle destinate all’uso civile è ormai molto limitata; sul piano industriale, molte grandi e medie imprese hanno deciso di sfruttare le economie di varietà che derivano da una produzione congiunta civile e militare. Alla luce di un simile quadro, la definizione concreta dei confini che racchiudono l’industria (o la filiera) aerospaziale è un’operazione tutt’altro che semplice. In primis, le imprese coinvolte servono molteplici mercati finali e si incontrano perciò difficoltà soprattutto nel tentativo di separare l’aerospazio dalla difesa (cd dimensione orizzontale). Secondariamente, risulta complicata l’individuazione di tutte le imprese che fanno parte della filiera, sia perché sono caratterizzate da diversi gradi di integrazione verticale sia perché i fornitori e i subfornitori spesso operano anche in altre industrie (cd dimensione verticale). Infine, esistono problemi relativi alla localizzazione degli stabilimenti produttivi, soprattutto nel caso in cui sede legale e sedi operative delle imprese differiscano (cd dimensione geografica). Nonostante tali ostacoli, uno studio di settore che intende offrire un’analisi quantitativa della filiera industriale aerospaziale non può prescindere dall’adeguata definizione dell’oggetto d’analisi e dall’identificazione univoca dunque delle imprese coinvolte. Il presente studio è diviso in 4 sezioni. Prima di condurre un’analisi rigorosa dell’industria aerospaziale nel Lazio, si procede a una disamina dei principali studi di settore al fine di offrire una ricognizione, quanto più aggiornata, delle caratteristiche dimensionali dell’aerospazio in Europa e in Italia (sezione 2). Successivamente, si forniscono indicazioni metodologiche per l’individuazione delle imprese della regione Lazio (sezione 3), i cui bilanci sono oggetto di analisi approfondita nella restante parte dello studio (sezione 4). Alcune riflessioni conclusive sono incluse, infine, nell’ultima sezione (5). 2. L’industria aerospaziale in Europa e in Italia, uno sguardo d’insieme 2.1. L’industria aerospaziale in Europa Il rapporto “Facts and Figures” della Aerospace and Defense Industries Association of Europe (ASD 2011) offre un’ampia panoramica del settore aerospazio e difesa in Europa con riferimento all’anno 2010. Lo studio si focalizza, tuttavia, sulle sole imprese che hanno come core business il settore aerospaziale. Per tale ragione, i dati registrati non includono i numerosi operatori (in genere fornitori o subfornitori) che contribuiscono alla filiera industriale dell’aerospazio, ma che fanno della diversificazione del business la loro strategia competitiva. Considerando, tuttavia, che nella maggior parte dei casi sono le piccole e medie imprese, che operano a monte nella filiera aerospaziale, a diversificare le proprie attività, l’impatto complessivo di tale omissione sui valori riportati nello studio è comunque di lieve entità. Nonostante la crisi economica e finanziaria che, a partire dalla fine del 2008, ha generato impatti negativi sulla produzione industriale su scala globale, la performance dell’aerospazio e difesa in Europa 4 nell’anno 2010 è nel complesso soddisfacente. Il fatturato complessivo ammonta a 162,9 miliardi di Euro (+5% rispetto al 2009) con il 58% determinato da commesse militari e il La definizione di Europa nel report ASD 2011 include 20 Paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Regno Unito, Norvegia, Svizzera e Turchia. 4 Pagina 6 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio 42% dal settore civile 5. Considerando il solo aerospazio, il fatturato 2010 è pari a 116 miliardi di Euro (+6,2% rispetto al 2009), di cui 106,6 miliardi legati all’aeronautica (civile e militare) e 9,4 allo spazio, comparto che singolarmente rappresenta dunque una porzione limitata del settore. L’occupazione diretta di aerospazio e difesa conta 704.200 addetti 6 (+1,2% rispetto al 2009), con circa 51.600 occupati in Italia (quarto Paese in Europa per occupazione dopo Francia, Regno Unito e Germania). Più nel dettaglio sono 492.300 le unità impiegate nel comparto dell’aerospazio (dato stabile rispetto al 2009, grazie a un +6% registrato dallo spazio a controbilanciare un -2% registrato dall’aeronautica), di cui 40.100 unità impiegate in Italia. Sempre nel 2010, gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S) ammontano a circa 13 miliardi di Euro, mantenendo come nel 2009 un rapporto rispetto al fatturato pari al 12% (circa 1/3 delle spese in R&S è rappresentato da finanziamenti pubblici). Anche le esportazioni al di fuori dell’Europa danno segnali positivi, rappresentando circa il 61% delle vendite per l’aeronautica civile e militare (in crescita rispetto al 2009, soprattutto grazie a nuove partnership globali) e circa il 23% per il comparto spazio. Per ultimo, ma non di minor importanza, anche il dato relativo alla redditività complessiva dell’aerospazio e difesa è in crescita, con un operating profit margin 7 pari al 6,8% (+5,7% rispetto al valore registrato nel 2009) 8. Analizzando la struttura dell’offerta, il settore in Europa appare fortemente concentrato, con le prime 6 imprese (EADS, BAE Systems, Finmeccanica 9, Thales, Rolls-Royce e Safran) responsabili del 75% del fatturato complessivo. Nel complesso sono circa 20 i grandi player europei, seguiti da oltre 100 imprese di medie dimensioni e da un vastissimo numero di piccole imprese, le quali contano oltre 200.000 addetti su scala europea. Il settore produttivo a monte è infatti caratterizzato da una filiera spesso frammentata in cui operano medie imprese, ma soprattutto piccole imprese. Tali player svolgono un ruolo cruciale nella supply chain aerospaziale e contribuiscono alla creazione del vantaggio competitivo necessario per fronteggiare la concorrenza internazionale. Un’arguta metafora paragona l’industria aerospaziale a un iceberg in cui sotto il livello del mare operano numerosissime piccole imprese che garantiscono stabilità ed equilibrio alle medie e grandi imprese che competono nel mercato globale (Nones 2011). Proprio per tale ragione le iniziative europee e nazionali volte al supporto delle reti produttive locali (distretti industriali, cluster, etc.) risultano di importanza fondamentale per lo sviluppo dell’intero settore che ha la necessità di contare su network europeo di fornitori e subfornitori. 2.2. L’industria aerospaziale in Italia Già nel 2008 l’industria aerospaziale italiana (Nones 2011) era caratterizzata da un’offerta parecchio concentrata: tra i principali player era possibile annoverare un grande gruppo, Negli USA nel 2010 il fatturato dell’industria aerospaziale era pari a 210,55 miliardi di Dollari (AIA 2011), ovvero circa 159,50 miliardi di Euro utilizzando un tasso di cambio Euro/Dollaro pari a 1,32 (media anno 2010, dati www.oanda.com), in crescita rispetto ai 208,87 miliardi di Dollari del 2009. 6 Negli USA nel 2010 l’industria aerospaziale occupava 624.000 unità, in calo rispetto alle 644.500 unità del 2009 (AIA 2011). 7 L’operating profit margin è ottenuto dal rapporto tra reddito operativo e fatturato ed è equivalente al Return on Sales (ROS). 8 Negli USA nel 2010 il rapporto Net Profit After Taxes/Sales si attestava proprio al 6,8%, replicando il valore registrato nell’anno 2009 (AIA 2011) e segnalando una maggior redditività del settore statunitense (il net profit after taxes è infatti inferiore al reddito operativo). 9 Finmeccanica (15,32 miliardi di Euro di fatturato nel 2010) è nello specifico la nona impresa del settore su scala globale (al primo posto si conferma Boeing con 48,50 miliardi di Euro) e la terza su scala europea (con EADS – che include Airbus – al primo posto, 45,75 miliardi di Euro). 5 Pagina 7 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Finmeccanica (con poco più di 15 miliardi di Euro di fatturato complessivo 10), tre gruppi di medie dimensioni, Iveco DV (circa 11 miliardi di Euro di fatturato complessivo), Fincantieri (circa 3 miliardi di Euro) e Avio (1,6 miliardi di Euro), e un’impresa specializzata, Elettronica (con 114 milioni di Euro di fatturato). I dati aggregati più aggiornati sono pubblicati dalla Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD) e si riferiscono all’anno 2010, risultando dunque comparabili con i dati europei ASD. Nel 2010 (AIAD 2011), il fatturato complessivo dell’industria aerospazio e difesa italiana è pari a 13 miliardi di Euro (circa l’8% del fatturato europeo – ASD, 2011 – con un +3,7% rispetto al dato 2009), con circa 7,5 miliardi generati da esportazioni (saldo della bilancia commerciale del settore pari a 4 miliardi). La forza lavoro impiegata è pari a circa 52.000 unità (in linea col dato ASD 2011 e pari a circa il 7% degli occupati in Europa), in sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente. Anche gli investimenti in R&S sono allineati alle medie europee e pari a circa il 12% del fatturato. Sulla base di tali risultati, l’industria aerospazio e difesa italiana si classifica al 4° nel ranking europeo e al 7° su scala globale. Le imprese che operano nella filiera industriale aerospaziale sono distribuite in numerose regioni italiane, con una maggiore concentrazione in termini di localizzazione nel Lazio (che annovera il Distretto più grande per numero di imprese e fatturato) e nel Piemonte. La presenza delle imprese private è in genere accompagnata dal supporto attivo del soggetto pubblico. Per tale ragione la distribuzione territoriale delle imprese aerospaziali è adeguatamente descritta da uno studio dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI 2012) che ha realizzato una mappatura dei distretti regionali e dei propri interventi su base locale 11. Nello specifico i player dell’aerospazio sono presenti in Basilicata (Base ASI Matera, Partecipazione ASI e Telespazio a e-Geos S.p.A., TeRN Distretto Tecnologico della Basilicata), Calabria (Centro di eccellenza sui servizi satcom), Campania (Partecipazione ASI e CNR al Centro Italiano Ricerca Aerospaziale –CIRA–, Distretto materiali speciali; Hub tecnologico aerospazio, Metadistretto con Piemonte e Puglia), Emilia Romagna (Distretto Hi-mech), Lazio (Sede ASI, Headquarters ESA-ESRIN, Distretto Tecnologico Aerospaziale –DTA–, Partecipazione ASI con Gruppo Avio in ELV S.p.A., Accordi ASI e Business Innovation Centre –BIC–), Lombardia (bioscienze), Molise (Geosat Molise), Piemonte (Distretto Torino wireless, Polo aerospazio, Metadistretto con Campania e Puglia, Partecipazione ASI con Thales ed enti locali in ALTEC S.p.A.), Puglia (Distretti HiTech, infoscienze, mechatronics, nanotechnologies, Distretto aerospazio, Metadistretto con Piemonte e Campania), Sicilia (Base ASI Trapani, Distretto microelettronica, Telemedicina e TLC), Toscana (Poli optoelettronica e spazio), Umbria (Polo Aerospaziale) e Veneto (Distretto Padova nanotecnologie). 3. Le imprese dell’industria aerospaziale del Lazio 3.1. Cenni introduttivi Il settore aerospaziale ha storicamente rappresentato una delle eccellenze produttive del Lazio con un sistema di imprese fortemente radicato sul territorio che vanta una tradizione risalente addirittura all’inizio del ‘900, facendo di quest’area un polo produttivo di rilevanza internazionale. Non a caso, infatti, la creazione del Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA) del Il fatturato di Finmeccanica qui indicato è quello consolidato e comprende quello delle controllate (Agusta Westland, Alenia Aeronautica, Selex Galileo, Thales AS - Telespazio, Selex Communication, Elsag Datamat, Selex Sistemi Integrati, MBDA Italia, Oto Melara, Alenia Aermacchi, WASS). 11 Non sono dunque inclusi progetti in cui il soggetto pubblico è coinvolto su base nazionale e internazionale quali Athena Fidus, Galileo e Cosmo SKyMed. 10 Pagina 8 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Lazio, che rappresenta un centro di eccellenza a livello europeo, ha riconosciuto dal punto di vista istituzionale il ruolo cruciale svolto da questa industria per lo sviluppo del Paese (Città della Scienza, 2010). Nel corso degli anni l’industria aerospaziale del Lazio è stata in grado rinforzare la propria posizione nello scenario competitivo globale sfruttando, in un settore ad alta intensità di investimenti in R&S, gli effetti di spillover tipici delle economie distrettuali. La filiera regionale può infatti contare sulla concentrazione locale non solo di grandi imprese e di produttori di medie e piccole dimensioni, ma anche di centri di ricerca pubblici e privati e di università che svolgono attività di studio e ricerca sul settore. Come rappresentato sul portale istituzionale del DTA, coordinato da FILAS, le competenze merceologiche delle imprese laziali possono essere classificate in 6 aree distinte (sito istituzionale DTA, www.lazio-aerospazio.it, coordinato da FILAS e visitato in data 03.05.2012): • • • • • • Aeromobili; Sistemi, sottosistemi ed equipaggiamento per aeromobili, mezzi navali e mezzi terrestri; Mezzi spaziali, sistemi; Armi, sistemi d'arma e munizionamento 12; Servizi e supporto; Applicazioni e prodotti spaziali. Accanto ai grandi player di caratura internazionale, si annoverano numerosi produttori di elettronica, informatica, avionica, comunicazione, nonché aziende che offrono servizi aeronautici, di manutenzione e aeroportuali. Negli stabilimenti presenti sul territorio laziale si progettano e realizzano satelliti, motori, componenti di vettori e di lanciatori di missili, oltre che componenti, sotto-sistemi e sistemi di equipaggiamento per velivoli, elicotteri e altre strutture aeronautiche (dati sito istituzionale DTA, www.lazio-aerospazio.it, coordinato da FILAS e visitato in data 03.05.2012). Nonostante il ruolo di spicco svolto dall’industria aerospaziale del Lazio sia a livello nazionale che internazionale e gli sforzi realizzati dall'osservatorio FILAS (FILAS 2004, 2007, 2008) per offrire una ricognizione del settore, si riscontra una mancanza di studi aggiornati volti a comprendere le principali caratteristiche che contraddistinguono la filiera laziale. L’obiettivo del presente studio è proprio quello di individuare con esattezza il numero di player presenti nel Lazio che realizzano attività direttamente riconducibili al settore aerospaziale e di analizzare i trend che hanno caratterizzato l’industria negli ultimi anni. 3.2. L’individuazione della popolazione di imprese dell’aerospazio laziale Uno studio di settore volto ad analizzare le principali caratteristiche dell’industria aerospaziale nella regione Lazio non può prescindere dalla puntuale individuazione degli attori coinvolti. La delineazione dei confini di un settore non è, tuttavia, operazione semplice. Lo è ancora meno, come spiegato, nell’industria dell’aerospazio. Il processo di identificazione delle imprese dell’industria aerospaziale laziali ha avuto inizio con la definizione della dimensione geografica del settore, ovvero con l’individuazione dell’area geografica di riferimento per l’analisi. Successivamente, si è proceduto alla definizione della Tale competenza merceologica rientra nel settore difesa, salvo includere i produttori che realizzano sistemi per i velivoli militari. 12 Pagina 9 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio dimensione orizzontale e di quella verticale, individuando sia i grandi player che hanno sbocco diretto sul mercato finale sia le imprese che operano a monte nella filiera produttiva. A tale scopo, in via primaria, sono stati selezionati i codici ATECO 2007 che permettono di identificare gli operatori del settore. Successivamente l’elenco di imprese così individuato è stato integrato facendo ricorso alle informazioni messe a disposizione da associazioni di categoria e banche dati settoriali. L’obiettivo è quello di includere nello studio quegli operatori che operano nella filiera aerospaziale, ma che sono classificati sulla base della loro produzione prevalente e perciò non rientrano nei codici ATECO caratteristici dell’aerospazio. 3.2.1. La dimensione geografica Prima di procedere alla costruzione di un elenco aggiornato dei player dell’aerospazio della regione Lazio è opportuno riflettere sull’aspetto della localizzazione degli attori coinvolti. La dimensione geografica genera, infatti, problematiche metodologiche che non sono trascurabili. Un’analisi che intenda evidenziare le ricadute di un settore produttivo sul territorio dovrebbe, in linea teorica, tener conto non solo della sede legale delle imprese, ma anche dell’effettiva localizzazione degli stabilimenti. Questo aspetto assume particolare rilievo nella regione Lazio: da un lato, molte imprese con sede legale a Roma, infatti, hanno stabilimenti in altre regioni d’Italia; dall’altro, imprese con sede legale al di fuori del Lazio, hanno benefici a insediare alcuni impianti produttivi in questa regione al fine di sfruttare le economie distrettuali garantite dalla presenza del Distretto Italiano Tecnologico Aerospaziale (DTA). Considerando, tuttavia, che isolare all’interno dei bilanci d’impresa le sole attività effettivamente svolte sul territorio laziale non è una soluzione praticabile e al fine di evitare un bias metodologico, si ritiene più corretto per ragioni di uniformità tener conto delle sole imprese aventi sede legale nel Lazio. 3.2.2. La selezione delle imprese mediante la codificazione ATECO 2007 Una volta sciolto il nodo della dimensione geografica, l’individuazione delle imprese del settore aerospaziale può sicuramente prendere avvio da un’analisi della codificazione ATECO 2007 (si veda la tabella 1). La sezione rilevante per l’aerospazio è la C (attività manifatturiere). Al suo interno il gruppo di principale interesse è il 30.3 (fabbricazione di aeromobili, di veicoli spaziali e dei relativi dispositivi). Nell’industria aerospaziale vanno poi certamente incluse le imprese della classe 33.16 (riparazione e manutenzione di aeromobili e di veicoli spaziali), alcune delle imprese della categoria 26.51.1 (fabbricazione di strumenti per navigazione, idrologia, geofisica e meteorologia) e alcune della sottocategoria 28.99.91 (fabbricazione di apparecchiature per il lancio di aeromobili, catapulte per portaerei e apparecchiature simili). Le imprese con sede legale nel Lazio, le cui attività sono riconducibili ai codici ATECO selezionati, sono state individuate attraverso la consultazione di due banche dati elettroniche: “AIDA” (Bureau Van Dijk), che contiene informazioni finanziarie, anagrafiche e commerciali sulle società di capitale italiane; “Telemaco”, la banca dati delle Camere di Commercio. Considerando, tuttavia, che alcuni dei codici ATECO in tabella 1 (in particolare la categoria 26.51.1) non identificano esclusivamente imprese del settore aerospaziale, l’elenco di imprese così ottenuto è stato opportunamente analizzato, con un approccio di tipo qualitativo volto a verificare le caratteristiche produttive dei player ivi inclusi, al fine di escludere realtà produttive appartenenti ad altri settori industriali. La classificazione ATECO 2007 offre, tuttavia, una prospettiva molto limitata, considerando che l’industria aerospaziale include di fatto numerose imprese (in genere PMI) che operano in qualità di fornitori o sub-fornitori dei principali player (grandi imprese), ma che sono classificate dall’ISTAT sulla base della loro produzione prevalente (plastica, metalmeccanica, informatica, Pagina 10 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio etc.). Va rilevato che questa caratteristica, che è tipica di molte attività manifatturiere, è particolarmente rilevante nell’aerospazio. Come evidenziato in uno studio del CERIS/CNR (2007), la domanda dei prodotti aerospaziali è in gran parte pubblica e principalmente su commessa, per tale ragione i piccoli sub-fornitori, che hanno la necessità di dare continuità alla propria produzione e di diversificare il proprio rischio operativo, non si specializzano esclusivamente nel settore dell’aerospazio e non sono perciò inclusi nelle statistiche ufficiali basate su codici ATECO. Ciò genera un problema di definizione legato alla dimensione verticale della filiera che va affrontato e risolto. Tabella 1: Codici ATECO 2007 – Settore Aerospaziale 26.51.1 Classificazione ATECO 2007 Fabbricazione di strumenti per navigazione, idrologia, geofisica e meteorologia - fabbricazione di apparecchiature di ricerca, rilevazione, navigazione aeronautica e nautica, incluse le boe sonore - fabbricazione di strumenti di controllo per motori aerei - fabbricazione di apparecchiature GPS - fabbricazione di apparecchiature di misurazione e registrazione (ad esempio registratori di volo) - fabbricazione di radar - strumenti di rilevazione meteorologica - fabbricazione di sistemi di radiocontrollo satellitare - fabbricazione di strumenti topografici - fabbricazione di altri strumenti di misurazione e controllo per navigazione, idrologia, geofisica e meteorologia 28.99.91 Fabbricazione di apparecchiature per il lancio di aeromobili, catapulte per portaerei e apparecchiature simili 30.3 Fabbricazione di aeromobili, di veicoli spaziali e dei relativi dispositivi 30.30.01 Fabbricazione di sedili per aeromobili 30.30.02 Fabbricazione di missili balistici 30.30.09 Fabbricazione di aeromobili, di veicoli spaziali e dei relativi dispositivi n.c.a. 33.16 Riparazione e manutenzione di aeromobili e di veicoli spaziali Fonte: nostra elaborazione su dati ISTAT (2009). 3.2.3. La selezione delle imprese mediante database e associazioni di categoria Alla luce di un simile quadro, uno studio sull’industria aerospaziale che punti alla completezza d’analisi deve raccogliere informazioni sul campo con l’aiuto delle associazioni di categoria e con l’ausilio di altri database di imprese. Da questa prospettiva, un archivio a carattere nazionale è offerto dal Repertorio Federate dell’AIAD (AIAD 2012). Un altro elenco di imprese del settore può essere rintracciato sul sito web dell’Associazione Italiana PMI per l’Aerospazio (AIPAS). Un campione di imprese nazionali è, inoltre, rappresentato dalle aziende incluse nel cosiddetto Distretto Virtuale ASI. Più nello specifico, per quanto attiene alla regione Lazio, è possibile far riferimento all’anagrafica delle imprese che fanno parte del DTA. I player inclusi in questi archivi, e aventi sede legale nel Lazio, sono stati selezionati in modo tale da integrare opportunamente l’elenco ottenuto sulla base dei codici ATECO e offrire una più accurata definizione della popolazione di imprese della filiera aerospaziale della regione Lazio. Un approccio di questo tipo, che potrebbe essere definito come bottom-up, permette certamente di superare gli ostacoli di definizione legati alla dimensione verticale e in buona parte anche quelli legati alla dimensione orizzontale. Va però tenuto conto che, mentre è possibile scremare la popolazione oggetto d’analisi eliminando le imprese che operano in settori affini e quelle che operano esclusivamente nell’industria della difesa, permangono invece difficoltà per quei produttori che operano congiuntamente nell’aerospazio e nella difesa. Tale bias rappresenta un caveat da tener presente in fase di interpretazione dei risultati dell’analisi di settore inclusa in Pagina 11 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio questo studio, i quali saranno distorti per eccesso in tutti i casi in cui parte della produzione delle imprese analizzate rientra più propriamente nella definizione del settore difesa. Le imprese del Distretto Italiano Tecnologico Aerospaziale (DTA) del Lazio I Distretti Tecnologici sono creati congiuntamente da Regioni e Governo e hanno l’obiettivo principale di promuovere la collaborazione tra PMI, grandi imprese e enti di ricerca su progetti innovativi. Nel 2004 la Regione Lazio, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ed il Ministero dell'Università e della Ricerca hanno firmato l'accordo per la costituzione del DTA. Successivamente, la Regione Lazio ha affidato a FILAS il ruolo centrale nella governance del progetto. La scelta di costituire il DTA è stata motivata dalle potenzialità espresse dal territorio laziale che, come già spiegato, rappresenta un’aerea di eccellenza per quanto attiene al settore aerospaziale e include (dati sito istituzionale DTA, www.lazio-aerospazio.it, coordinato da FILAS e visitato in data 03.05.2012): • • • • 5 università che fanno ricerca nel settore (La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Cassino, Viterbo); 10 enti/organismi di ricerca sia pubblici che privati; 5 parchi scientifici e tecnologici; circa 250 imprese. Il web database del DTA Lazio (www.lazio-aerospazio.it, coordinato da FILAS e visitato in data 03.05.2012) conta ben 192 13 operatori, annoverando tuttavia non solo imprese, ma anche innumerevoli istituzioni. Non tutti i soggetti registrati in questo elenco hanno sede legale nella regione Lazio. Si ribadisce che tale dettaglio potrebbe essere spiegato dal fatto che, beneficiando degli spillover positivi tipici delle economie distrettuali, anche imprese con sede legale in altre regioni italiane decidono di realizzare nel Lazio parte del proprio processo produttivo. Vale la pena evidenziare, inoltre, che le imprese del DTA rientrano nella definizione più ampia del settore che include tanto l’aerospazio quanto la difesa. Le imprese dalla Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD) con sede legale nella regione Lazio L’AIAD pubblica su base annuale un elenco completo delle imprese iscritte alla Federazione. Il Repertorio Federate 2012 (AIAD, 2012) include 28 produttori che hanno sede legale nella regione Lazio. Tra queste sono ben 11 le imprese che non sono già incluse nel web database del DTA Lazio. Le imprese dell’Associazione Italiana PMI per l’Aerospazio (AIPAS) con sede legale nella regione Lazio Un elenco di tutte le imprese associate AIPAS è disponibile sul sito web dell’associazione (www.aipas.it, visitato in data 03.05.2012). Sono 7 i player con sede legale nella regione Lazio. Solo uno di essi non è incluso nel web database del DTA Lazio. Le imprese del Distretto Virtuale ASI con sede legale nella regione Lazio Il Distretto Virtuale ASI (distvir.asi.it/DV/, visitato in data 03.05.2012) include un elenco di 186 aziende operanti in Italia nella filiera aerospaziale che hanno autonomamente deciso di aderire al database virtuale 14. La chiave di ricerca “ubicazione principale Lazio” consente di ottenere un elenco che include 63 tra imprese e istituzioni (il 32% del campione ASI) che hanno sede legale 13 14 È stato necessario eliminare alcune duplicazioni contenute nel database disponibile online. La realizzazione del database è stata finanziata dal Ministero Istruzione, Università e Ricerca. Pagina 12 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio nella regione Lazio. Sono ben 36 gli operatori catalogati nel Distretto Virtuale ASI che non sono inclusi negli altri elenchi sin qui esaminati. 3.3. Le esportazioni dell’industria aerospaziale del Lazio L’analisi delle esportazioni dell’industria aerospaziale è stata effettuata attraverso l’interrogazione del database “Coeweb – Statistiche Commercio Estero” curato dall’ISTAT e disponibile online all’indirizzo web http://www.coeweb.istat.it. I dati sono stati raccolti sulla base dei codici ATECO 2007 elencati in tabella 1. Il valore dell’export delle imprese dell’aerospazio laziale nel corso del 2011 ha superato gli 1,3 miliardi di Euro, con un tasso di crescita rispetto ai dati 2010 pari al 16,55% (si veda la tabella 2). Per quanto attiene ai principali mercati di sbocco, nelle prime posizioni è stato possibile annoverare Francia, Regno Unito, Kazakistan, Stati Uniti e Germania. Particolarmente significativa è stata la crescita delle esportazioni in Lussemburgo, in Kazakistan e in Malaysia, così come in Spagna e a Singapore; tali valori hanno rappresentato tuttavia un’anomalia se confrontati coi risultati parziali per il 2012 in cui il peso dei 3 Paesi è apparso ridimensionato in maniera consistente. Un andamento di questo tipo può essere giustificato dal ruolo svolto dalle grandi commesse internazionali che generalmente hanno trend discontinui nel tempo. Immediatamente fuori dal ranking dei primi 15 Paesi, ma con tassi di crescita sostenuti e valori assoluti comunque consistenti, è opportuno segnalare Israele (15.582.215 Euro, +176,84%), Ucraina (12.597.675 Euro, +866,26%) e Polonia (10.260.229 Euro, +151,10%). Tabella 2: Principali mercati di sbocco dell’industria aerospaziale del Lazio*, valore delle esportazioni** verso ciascun Paese nel 2010 e nel 2011, variazione % tra il 2010 e il 2011 e dati III trimestre 2012 Ranking* Paese 1 Francia 3 Kazakistan 5 Germania 7 Hong Kong 9 Malaysia 2 Regno Unito 4 Stati Uniti 6 Spagna 8 Svizzera 10 Arabia Saudita 12 Canada 14 Cina 2010 2011 % Var. 2010-2011 2012 (III trimestre) 174.826.550 190.806.293 9,14% 173.450.072 47.160.528 118.445.343 151,15% 2.113.355 87.780.747 20,91% 43.408.702 40,67% 147.618.552 117.722.571 72.598.400 23.282.981 30.858.961 24.861.433 10.296.466 17.522.072 11 Lussemburgo 13 Singapore 15 Turchia 13.921.265 MONDO 1.121.611.944 63.385 12.658.411 8.599.818 18.695.653 Fonte: nostra elaborazione su dati Coeweb. Note: *Ranking su valori anno 2011. **Valori in Euro. 158.331.828 110.004.720 45.179.377 31.670.780 7,26% -6,56% 119.894.257 94,04% 23.026.583 27,39% 26.313.641 155,56% 21.482.850 33792,64% 16.588.906 92,90% 21.621.865 17.215.720 15.803.502 15.792.380 1.307.293.673 114.910.132 61.826.437 37.047.687 28.638.749 5.735.251 23,40% 19.799.786 36,00% 3.042.935 13,52% 14.565.323 16,55% 935.879.574 -15,53% 36.121 5.723.272 5.155.328 Pagina 13 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Anche il valore assoluto delle esportazioni dell’aerospazio nazionale ha fatto registrare un tasso di crescita a doppia cifra nel periodo 2010-2011 (+11,14%), superando i 13,5 miliardi di Euro nel 2011 (si veda la tabella 3). L’export laziale ha dunque ottenuto una posizione di spicco, rappresentando il 9,52% del totale Italia. Tra i primi 5 mercati di sbocco si sono confermati Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania, ai quali si è aggiunta la Cina in quarta posizione. Sostenuta è stata la crescita delle esportazioni in Giappone, Algeria, Russia e Brasile, e in questo caso i valori parziali del 2012 non hanno segnalato marcate discontinuità rispetto al 2011. Sempre considerando l’export complessivo dell’aerospazio italiano, fuori dai top 15, ma con tassi di crescita significativi e valori assoluti interessanti si sono distinti Messico (180.692.265 Euro, +55,92%), Kazakistan (148.653.449 Euro, +52,00%), Taiwan (144.841.461 Euro, +80,82%) e Turkmenistan (86.046.013 Euro, +3537,16%). Tabella 3: Principali mercati di sbocco dell’industria aerospaziale italiana*, valore delle esportazioni** verso ciascun Paese nel 2010 e nel 2011, variazione % tra il 2010 e il 2011 e dati III trimestre 2012 Ranking* Paese 1 Stati Uniti 3 Germania 5 Regno Unito 7 Turchia 9 Russia 2 Francia 4 Cina 6 Spagna 8 Brasile 10 Polonia 12 India 14 Algeria 11 Giappone 13 Svizzera 15 Paesi Bassi 2010 2011 1.715.658.853 1.755.387.354 980.018.836 1.174.491.511 1.134.069.778 838.420.370 703.123.190 447.603.228 439.419.334 249.101.519 231.498.921 232.490.274 122.303.738 253.640.914 236.971.314 102.097.783 213.069.975 MONDO 12.361.239.799 Fonte: nostra elaborazione su dati Coeweb. Note: *Ranking su valori anno 2011.** Valori in Euro. % Var. 2010-2011 2,32% 1.522.534.083 19,84% 894.574.560 1.282.721.351 13,11% 1.112.326.389 32,67% 779.571.127 448.568.713 440.627.910 10,87% 0,22% 0,28% 349.379.869 40,26% 269.408.740 15,88% 329.910.288 241.727.160 232.771.005 42,51% 97,64% -8,23% 210.643.745 -11,11% 181.962.506 -14,60% 185.191.956 13.738.699.799 2012 (III trimestre) 81,39% 11,14% 1.089.528.531 442.065.081 581.177.087 319.644.826 309.419.817 263.298.195 293.476.345 210.635.879 151.476.230 181.301.985 164.661.186 198.062.039 182.116.354 10.369.078.218 4. L’analisi del settore aerospaziale nel Lazio 4.1. Metodologia Una volta identificate le imprese dell’industria aerospaziale della regione si è provveduto a realizzare un’indagine quantitativa basata sull’analisi dei dati di bilancio ottenuti dalla consultazione delle banche dati elettroniche “AIDA” e “Telemaco”. Per ciascun player si sono presi in considerazione i bilanci d’esercizio degli ultimi tre anni, offrendo perciò un’analisi dei trend delle principali grandezze economico-reddituali nel periodo 2009-2011 (per la definizione degli indicatori utilizzati si veda l’appendice A). Pagina 14 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Nello specifico, dopo aver offerto una descrizione delle principali caratteristiche del settore in termini di numerosità delle imprese, categorie dimensionali, localizzazione geografica e dati occupazionali si è provveduto allo studio delle principali grandezze di bilancio (fatturato, EBITDA, utile netto, capitale investito) per poi passare a un’analisi di redditività (ROE, ROI, ROS). Ove possibile, l’analisi è scesa a un livello di dettaglio maggiore, scomponendo l’universo di imprese individuato in due differenti macro-categorie dimensionali 15: grandi imprese e PMI (includendo medie, piccole e micro imprese). Tale suddivisione è certamente necessaria in considerazione delle caratteristiche del tessuto produttivo dell’aerospazio, costituito infatti dalla presenza di un numero ridotto di imprese di grandi dimensioni e di un elevato numero di PMI che operano a monte nella filiera. Il maggior livello di dettaglio così ottenuto ha consentito una migliore comprensione dei trend settoriali poiché si è riuscito a evidenziare più chiaramente il contributo offerto dalle PMI. Viste le notevoli differenze dimensionali, l’effetto dei valori relativi a queste realtà produttive sarebbe infatti completamente ignorato qualora essi venissero analizzati congiuntamente con quelli delle grandi imprese. 4.2. Numerosità, produzione prevalente e dati occupazionali delle imprese selezionate Sulla base della metodologia di identificazione sopra descritta, per l’anno 2011 sono state individuate 188 16 imprese 17 attive che operano nel settore dell’aerospazio e hanno sede legale nella regione Lazio. Tali imprese non sono omogeneamente distribuite sul territorio laziale. Sulla base dei dati raccolti il 79% degli operatori ha infatti sede nella provincia di Roma, l’11% in quella di Latina, il 7%% invece in quella di Frosinone, mentre le provincie di Rieti e di Viterbo ospitano complessivamente poco più del 3% del totale imprese (si veda la figura 1). Figura 1: Distribuzione geografica delle imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anno 2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. La categoria dimensionale delle imprese è stata definita seguendo le indicazioni del DM 18 Aprile 2005 del Ministero delle Attive Produttive, che opera una classificazione basata su tre parametri di riferimento: il numero di dipendenti, il fatturato e il totale attivo. 16 Si segnala che, sulla base della codificazione ATECO 2007 indicata in tabella 1, nel Registro Imprese (MOVIMPRESE di InfoCamere) sono state individuate 113 imprese con sede legale nel Lazio. Quest’elenco è stato opportunamente modificato e integrato sulla base della metodologia d’analisi descritta nei paragrafi 3.2.2 e 3.2.3. 17 È opportuno segnalare che Finmeccanica S.p.A. non è stata inserita in questo elenco di imprese, considerando la sua natura di impresa conglomerata. Sono state invece e considerate tutte le imprese controllate da Finmeccanica, aventi sede legale nel Lazio, che operano nel settore dell’aerospazio in via esclusiva o prevalente. 15 Pagina 15 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Per quanto riguarda le principali attività produttive dell’industria aerospaziale laziale, si è provveduto a una classificazione basata principalmente sulle informazioni offerte dalla codificazione ATECO 2007, opportunamente integrate, ove possibile, con dati raccolti sul campo. Si è tenuto conto, in generale, della produzione prevalente di ciascuna impresa (si veda la figura 2). Il 45% dei player del settore realizza attività industriali. Nello specifico, solo il 2% produce aeromobili o veicoli spaziali finiti, a fronte di un 27% che opera nel campo dei sistemi, motori e componenti per l’aerospazio e di un 16% che invece realizza componentistica non specializzata. Il 55% del totale imprese, invece, eroga servizi per l’industria aerospaziale. In particolare, il 6% dei player è dedito ad attività di manutenzione di aeromobili, sistemi, motori e componenti, il 16% ha competenze nei servizi informatici per l’aerospazio e il 5% si occupa di progettazione. Le imprese rimanenti si occupano di servizi di consulenza o di altre attività dei servizi in connessione con l’industria aerospaziale. Figura 2: Distribuzione delle imprese dell’industria aerospaziale del Lazio per produzione prevalente, anno 2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Ponendo l’attenzione sulla dimensione 18 delle imprese individuate, sono ben 27 le grandi imprese 19, ovvero il 14% del totale (si veda la figura 3). Considerando che il settore è molto concentrato sia sul lato della domanda che sul lato dell’offerta e che solo le imprese dotate di sufficiente massa critica sono in grado di affacciarsi direttamente sul mercato finale, questo dato segnala il ruolo di spicco della regione Lazio sul piano della competizione nazionale e globale. Al fianco di queste grandi realtà produttive coesiste un numero elevato di PMI 20, nello specifico si annoverano 7 medie imprese 21, 58 piccole 22 e ben 96 microimprese 23, per un totale di 161, pari all’86% dell’intera popolazione. Tale struttura del tessuto produttivo locale non sorprende ed è Si veda la nota 14. Sono definite grandi dimensioni, le realtà produttive che superano almeno uno dei seguenti valori soglia: fatturato pari a 50 milioni di Euro; numero di dipendenti pari a 250; totale attivo pari a 43 milioni di Euro. 20 La categoria PMI include tutte le imprese che non rientrano nella definizione di grande impresa. 21 Le imprese medie non superano le soglie stabilite per le grandi, ma hanno dipendenti per oltre 50 unità o fatturato superiore ai 10 milioni di Euro. 22 Le imprese piccole non superano le soglie stabilite per le medie e le grandi, ma hanno dipendenti per oltre 10 unità o fatturato superiore ai 2 milioni di Euro. 23 Le microimprese sono una categoria residuale che include le realtà produttive che non superano le soglie stabilite per le medie, le grandi e le piccole imprese. 18 19 Pagina 16 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio in linea con i risultati di precedenti indagini europee e nazionali, confermando il tipico modello di configurazione del settore aerospaziale “ad iceberg” e il ruolo cruciale svolto da una fitta rete di PMI per supportare le attività dei grandi player. Sul piano occupazionale l’industria aerospaziale si conferma un settore strategico per l’economia laziale offrendo lavoro nel 2011 a un totale di 24.123 dipendenti con un trend in costante aumento a partire dal 2009 (si veda la figura 4). Gran parte delle opportunità occupazionali sono offerte della grandi imprese che nel 2011 contano ben 21.958 addetti (il 91% del totale) e trainano la crescita. Le PMI invece fanno registrare un calo dell’occupazione nel triennio considerato, passando dalle 2.288 unità nel 2009 (il 10% del totale) alle 2.165 nel 2011 (il 9% del totale). In media nel 2011, ciascuna grande impresa dà occupazione a 813 dipendenti, mentre ogni PMI offre lavoro a 16 addetti. Quest’ultimo dato è tuttavia influenzato dall’elevato numero di micro imprese che contano in media solo 3 addetti ciascuna. Figura 3: Distribuzione dimensionale delle imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anno 2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Figura 4: Numero di addetti dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Pagina 17 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio 4.3. Principali grandezze di bilancio Dopo aver offerto una panoramica dell’industria aerospaziale, l’analisi si focalizza sulle principali grandezze di bilancio. Di particolare interesse è il fatturato, nel 2011 infatti l’industria aerospaziale laziale registra ricavi delle vendite pari a circa 4,4 miliardi di Euro, in aumento (+6,48%) rispetto al dato 2010 che invece aveva fatto segnare un lieve calo dell’1,86% rispetto al 2009 (si veda la figura 5). Considerando la suddivisione per categorie dimensionali, si nota come sia determinante il peso della grande imprese. Nel 2011, infatti, i grandi produttori generano complessivamente un fatturato superiore ai 4 miliardi di Euro (il 92% del totale), influendo in maniera determinante sul trend settoriale del triennio, con una crescita del 7,16% rispetto ai 3.7 miliardi del 2010 e in ripresa anche sul dato 2009. In media, ogni grande impresa nel 2011 è caratterizzata da un turnover di 150 milioni di Euro. Un segnale meno rassicurante emerge invece dalle PMI, considerando che il fatturato 2011 pari a 367 milioni di Euro è in leggero calo rispetto al valore 2010 (-0,5%), anno in cui invece si era registrato un incremento del 5,92% rispetto al 2009. Una riflessione sulla struttura del tessuto produttivo può contribuire a spiegare questa divergenza negli andamenti del fatturato. Nello specifico, è opportuno ricordare che molte delle imprese che operano a monte nella supply chain dell’aerospazio tendono a diversificare la propria produzione, per tale ragione se da un lato risentono in minor misura dell’andamento complessivo della sola produzione aerospaziale, sono dall’altro comunque esposte a contrazioni generalizzate della domanda che in Italia ha, in effetti, registrato un ulteriore rallentamento dopo i segnali di ripresa del 2010. Figura 5: Fatturato complessivo dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Considerando il risultato della sola gestione caratteristica al lordo di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamenti e ammortamenti (EBITDA), per entrambe le categorie dimensionali si nota un andamento differente rispetto al fatturato. In particolare, mentre nel 2010 le grandi imprese avevano saputo reagire a una contrazione del fatturato con una gestione più efficiente dei costi operativi (EBITDA pari a 15 milioni di Euro con un +11,48% rispetto al 2009), nel 2011 alla crescita del fatturato medio è corrisposto un incremento più che proporzionale dei costi legati al core business e quindi una contrazione dell’EBITDA che si attesta sotto i 5 milioni di Euro (-68,19% rispetto all’anno precedente, si veda la figura 6). Pagina 18 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Al contrario, le PMI hanno seguito un percorso più virtuoso volto alla maggiore efficienza della gestione operativa con un EBITDA sempre crescente che passa dai 206mila Euro del 2009 ai 285mila del 2011 (+19,05 rispetto al 2010), nonostante la lieve contrazione del fatturato medio registrata proprio nell’ultimo anno (si veda la figura 7). Questa divergenza nell’andamento dell’EBITDA tra grandi imprese e PMI contribuisce a spiegare il forte calo nell’utile netto dei grandi player nel 2011 (si veda la figura 8) e trova la sua giustificazione probabilmente in una maggiore flessibilità delle imprese che operano a monte nella filiera produttiva. Queste imprese, come spiegato, in genere sono maggiormente diversificate e non fanno dell’aerospazio la loro unica attività produttiva. Probabilmente, inoltre, le PMI sono in grado di effettuare tagli più rapidi ad alcuni costi operativi (si noti che l’occupazione nel periodo 2009-2011 è in calo nelle PMI). Figura 6: Fatturato medio ed EBITDA medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Figura 7: Fatturato medio ed EBITDA medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-20102011, valori in migliaia di Euro Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Pagina 19 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Più preoccupanti sono i trend relativi all’utile di esercizio. Mentre, infatti, le grandi imprese fanno registrare mediamente una marcata perdita nel 2011, le PMI invece riescono a mantenere un risultato di esercizio positivo. Più nello specifico, i player inclusi nella categoria dimensionali delle grandi imprese nell’anno 2011 perdono in media una cifra superiore al milione di Euro, mentre nell’anno 2010 registravano profitti medi per quasi 4 milioni di Euro, un dato questo in forte crescita (+51,44%) rispetto ai 2,5 milioni del 2009 (si veda la figura 8). La perdita dell’ultimo esercizio è, tuttavia, influenzata dall’andamento particolarmente negativo di un numero ristretto di grandi imprese. In effetti, considerando il valore mediano dell’utile netto, che permette in un certo senso di aggirare l’effetto che valori assoluti estremi hanno sulle medie, le grandi imprese nel 2011 ottengono un utile netto intorno ai 290 milioni di Euro, comunque in netto calo rispetto ai 473 milioni 2010. Figura 8: Utile netto medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Da notare che l’andamento della mediana per le grandi realtà produttive rispecchia proprio il trend registrato per le PMI del settore aerospaziale (si veda la figura 9), laddove dopo una marcata crescita dell’utile medio nel periodo 2009–2010, da 16.000 a 25.000 Euro (+54,18%) è stata segnata una pesante contrazione nell’anno 2011 (-67,12%), conseguendo un risultato di esercizio che è in media positivo, ma pari a soli 8.000 Euro (è opportuno segnalare che la mediana 2011 è in questo caso pari a 7.000 Euro). Per quanto riguarda, infine, il capitale investito, si registra una costante crescita della dimensione delle imprese nel corso del triennio considerato, passando da un valore di 7,6 miliardi di Euro nel 2009 a oltre 8,7 miliardi nel 2011 (si veda la figura 10). Questo andamento è confermato anche dai trend registrati nelle due categorie dimensionali oggetto d’analisi. Nel 2011 il totale attivo delle imprese incluse nel gruppo dei grandi player complessivamente è pari a 8,2 miliardi di Euro (il 94% del totale) in forte crescita rispetto ai 7,1 miliardi del 2009 e ai 7.8 del 2010 (+5,10%). Anche le PMI hanno incrementato i loro investimenti nel triennio, passando da un totale attivo di 452 milioni di Euro del 2009 a 497 milioni del 2011, con un vivace tasso di crescita 2010-2011 pari al 6,90%. Pagina 20 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Figura 9: Utile netto medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Figura 10: Capitale investito complessivo dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011, valori in migliaia di Euro Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. 4.4. Analisi di redditività Per completare l’analisi di settore è opportuno soffermarsi sulla redditività delle imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, in modo tale da valutare la loro capacità di creare valore. L’attenzione è focalizzata, di conseguenza, sul Return on Equity (ROE), sul Return on Investment (ROI) e sul Return on Sales (ROS), considerazioni aggiuntive vengono poi fatte sul leverage (per maggiori informazioni sul significato dei singoli indici si veda l’ appendice A). Il ROE, che è un indicatore in grado di catturare la redditività del capitale proprio, registra in media un marcato calo dal 2009 al 2011 sia per le grandi imprese che per le PMI. In particolare, per le grandi imprese nel 2011 il ROE è pari solo allo 0,20%, in altre parole per ogni 100 Euro Pagina 21 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio investiti dai soci finanziatori, si ottiene un ritorno sotto forma di reddito di esercizio pari a poco più di 0,20 centesimi di Euro (si veda la figura 11). Questo risultato, che risente delle ingenti perdite di esercizio che hanno caratterizzato alcuni grandi player del settore nel 2011, fa segnare una contrazione del 97,60% rispetto al valore 2010, anno in cui il ROE era pari all’8,49%. Già nel 2010, tuttavia questo indicatore di redditività dava i primi segnali di cedimento con un calo (15,08%) rispetto al 10% registrato nel 2009. Figura 11: ROE medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Anche per le PMI il calo 2010-2011 è vertiginoso (-54,27%) passando da un ROE del 20,98% registrato nel 2010 a un valore del 9,59% nel 2011 (si veda la figura 12). Il 2010 invece era stato un anno particolarmente positivo (+28,92 rispetto all’anno precedente), in linea peraltro con la ripresa del fatturato che ha fatto seguito alla crisi del 2009. Figura 12: ROE medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Pagina 22 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio La riduzione del ROE, oltre che dalle considerazione già fatte in termini di utile netto di esercizio, può essere meglio spiegata considerando congiuntamente il ROI e il leverage delle imprese dell’industria aerospaziale laziale. Il ROI, in particolare, esprime l’efficienza economica della gestione caratteristica ovvero del core business dell’impresa, indipendentemente dalle fonti utilizzate. In altre parole, tale indicatore segnala quale percentuale del capitale investito nella gestione si trasforma in reddito operativo. Il leverage, invece, tiene conto del modo in cui l’impresa finanzia i propri investimenti, ovvero se fa ricorso maggiormente al capitale proprio oppure a quello di terzi. In media le grandi imprese dell’industria aerospaziale presentano un ROI in contrazione nel periodo 2010-2011 (-14,96%), accentuando il trend del periodo 2009-2010 (-5,83%). Il ROI dei grandi player del settore nel 2011 è infatti pari al 5,21%, vale a dire che per ogni 100 Euro di capitale investito si ottengono 5,21 Euro di reddito operativo (si veda la figura 13). Anche nell’anno 2010, il ROI è molto contenuto e pari all’6,12%, di poco inferiore al 6,50% registrato nel 2009. Questo valore che conferma una perdita di efficienza della gestione operativa, sulla scia di quanto già segnalato dall’EBITDA, è in parte spiegato anche da un incremento del capitale investito. Il leverage è invece pressoché stabile nel triennio, attestandosi attorno a un rapporto mezzi di terzi/mezzi propri pari a 5, con il valore minimo di 4,88 segnato proprio nel 2011 (si veda la tabella 4). Figura 13: ROI medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Tabella 4: ROE, ROI e leverage delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio a confronto, anni 2009-2010-2011, valori medi 2009 ROE 10,00% ROI 6.50% Leverage 5,14 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. 2010 8,49% 6.12% 5,59 2011 0,20% 5.21% 4,88 Un andamento positivo è segnato invece dal ROI delle PMI che passa dal 9,10% del 2010 al 13,41% del 2011 con una crescita pari al 47,29% (si veda la figura 14). Il 2010 aveva fatto registrare, invece, una crescita meno marcata rispetto al 2009 (+4,84%). Considerando che le Pagina 23 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio imprese del settore, nonostante il preoccupante andamento della domanda globale, hanno percorso la strada della crescita dimensionale, il trend crescente del ROI in questo caso segnala certamente recuperi di efficienza nella gestione operativa. Molto più preoccupante è invece il leverage delle PMI (si veda la tabella 5) che costituisce la chiave di lettura per spiegare la contrazione dell’utile. Questi produttori sono maggiormente esposti al rischio finanziario, con un rapporto mezzi di terzi/mezzi propri che nel 2011 è pari a 8,64, in aumento rispetto al 2010 (+3,87%), ma al di sotto del massimo registrato nel 2009 (11,67). Tali valori sono particolarmente critici, soprattutto alla luce della crisi economico finanziaria globale e del credit crunch che ne consegue. Figura 14: ROI medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Tabella 5: ROE, ROI e leverage delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio a confronto, anni 2009-20102011, valori medi 2009 ROE 16.27% ROI 8.68% Leverage 11.67 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. 2010 20.98% 9.10% 8.31 2011 9.59% 13.41% 8.64 L’analisi del ROS permette, invece, di valutare la redditività delle vendite, ovvero la percentuale di fatturato che si trasforma in reddito una volta ripagati i costi della gestione operativa. Da questa prospettiva, mentre per le grandi imprese dell’aerospazio è confermato un trend negativo, le PMI fanno al contrario registrare una performance positiva. Nel dettaglio il ROS 2011 dei produttori inclusi nella categoria grandi imprese è pari al 7,50%, dato in calo (-38,50%) rispetto al 12,20% registrato nel 2010, valore questo a sua volta inferiore (-4,36%) al 12,75% del 2009 (si veda la figura 15). Il ROS delle PMI fa segnare, invece, un trend crescente, segno che a fronte della contrazione del fatturato registrata nel periodo 2009-2011, tali player hanno provveduto a recuperi di efficienza nella gestione caratteristica, rispondendo adeguatamente alle pressioni competitive generate dalla crisi economica. Nel 2011 il ROS delle PMI è pari al 17,00%, con un incremento del 70,94% Pagina 24 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio rispetto al valore 2010 (9,95%) a sua volta in leggera crescita (+6,25%) rispetto all’9,36% del 2009 (si veda la figura 16). Figura 15: ROS medio delle grandi imprese dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Figura 16: ROS medio delle PMI dell’industria aerospaziale del Lazio, anni 2009-2010-2011 Fonte: nostra elaborazione su dati Aida e Telemaco. Pagina 25 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio 5. Conclusioni L’analisi dell’export, basata sulla codificazione ATECO 2007, ha permesso di evidenziare il ruolo di primo piano dell’aerospazio laziale nel contesto nazionale. Nel 2011, infatti, il valore assoluto delle esportazioni aerospaziali della regione ha superato gli 1,3 miliardi di Euro, andando oltre il 9,5% rispetto al totale nazionale e crescendo del 16,55% rispetto all’anno precedente. I principali mercati di sbocco sono stati Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania, in linea col dato nazionale, ai quali si è aggiunto il Kazakistan con un sorprendente tasso di crescita. L’analisi di settore ha fornito poi una descrizione dell’industria aerospaziale del Lazio includendo tutte le imprese che operano nella filiera produttiva e hanno sede legale nella regione. Nel 2011 sono state individuate 188 player attivi, ovvero 27 grandi imprese, 7 medie, 58 piccole e ben 96 microimprese. Il tessuto produttivo laziale conferma dunque la tipica configurazione “ad iceberg” che caratterizza tanto la produzione nazionale quanto quella europea, laddove una fitta rete di PMI garantisce stabilità ed equilibrio alle grandi imprese che competono nel mercato globale. Il 45% degli operatori realizza attività industriali, producendo però in prevalenza sistemi, motori e componenti per aeromobili e veicoli spaziali. Il restante 55% eroga servizi per l’aerospazio, con un 16% specializzato in servizi ICT e un 6% che svolge attività di manutenzione di aeromobili. La produzione dell’aerospazio è principalmente concentrata nella provincia di Roma, dove ha sede circa l’80% degli operatori individuati. Nell’anno 2011 l’industria aerospaziale del Lazio dà occupazione a 24.123 addetti (+4,75% rispetto al periodo precedente) e fa registrare un fatturato pari a 4,4 miliardi di Euro (+6,48%), con un totale capitale investito pari a 8,7 miliardi di Euro (+5,20%). A fronte di tali segnali positivi, si evidenzia tuttavia una forte contrazione dell’utile netto che in media è negativo per le grandi imprese (-1,1 milioni di Euro), mentre è positivo, ma molto esiguo, per le PMI (8mila Euro). Un risultato questo che, anche alla luce dell’andamento dell’EBITDA, può segnalare da un lato una perdita di efficienza nella gestione operativa per i grandi player, dall’altro un aggravio dei costi delle gestioni non caratteristiche per le PMI che vedono pericolosamente crescere il loro ricorso al debito. Anche gli indicatori di redditività consentono di definire l’anno 2011 come un periodo di estrema criticità per la produzione aerospaziale nel Lazio. Si registra, infatti, un calo deciso e generalizzato del rendimento del capitale proprio e un preoccupante calo del rendimento degli investimenti e del rendimento delle vendite per le grandi imprese, le quali hanno un peso determinante sull’andamento complessivo del settore. Nonostante l’industria aerospaziale in Europa, in Italia e nel Lazio abbia fatto registrare risultati incoraggianti nel corso dell’anno 2010, probabilmente anche al di là delle migliori aspettative, non sono poche le preoccupazioni per gli andamenti futuri. Segnali preoccupanti emergono infatti dall’analisi dei dati 2011 delle imprese laziali. Da questa prospettiva, i tagli nella spesa pubblica (e in particolare nelle spese per la difesa), le difficoltà registrate nel settore del trasporto aereo civile e, più in generale, la fragilità del settore finanziario e la crescente pressione competitiva a opera dei Paesi emergenti possono certamente generare impatti negativi sullo sviluppo dell’industria aerospaziale negli anni a venire. Tali preoccupazioni non risultano infondate, soprattutto se si considera che l’intera filiera è stata in genere trainata proprio dall’aeronautica civile (che è un settore notoriamente pro-ciclico, ovvero fortemente esposto alla crisi globale), dall’aeronautica militare (a domanda pubblica frenata dall’austerity), dalla motoristica per i velivoli (strettamente connessa dunque alle prime due variabili) e, in parte, dai sistemi di difesa di terra (anch’essi a domanda pubblica frenata dall’austerity). Non va trascurato, inoltre, che i grandi programmi pubblici sono in genere basati su cicli pluriennali, il Pagina 26 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio cui taglio dispiega effetti di contrazione della domanda che sono differiti nel tempo e che perciò condizioneranno i risultati del settore proprio nel prossimo futuro, coinvolgendo non solo i grandi player, ma progressivamente l’intero indotto (Nones 2011). Alla luce di un simile quadro, va evidenziato che l’industria aerospaziale tanto europea quanto laziale conserva ancora almeno due caratteristiche cruciali per rispondere alle nuove sfide competitive globali. Da un lato questa industria è storicamente caratterizzata da un’alta intensità degli investimenti e, più in particolare, delle spese in R&S che hanno permesso di accumulare nel tempo conoscenze e competenze tali da costruire un solido vantaggio competitivo. Dall’altro la rete di PMI presente sul territorio può costituire un elemento di grande flessibilità, soprattutto per realizzare recuperi di efficienza produttiva, svolgendo un ruolo importante che il decisore pubblico dovrebbe tenere opportunamente in considerazione. In definitiva, tali punti di forza potrebbe risultare decisivi in caso di ulteriori contrazioni della domanda mondiale. Pagina 27 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Bibliografia AIA (2011), Year-End Review and Forecast, Aerospace Industries Association. AIAD (2011), Relazione Esercizio 2010, Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza. AIAD (2012), Repertorio Federate, Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza. ARTI (2007), La Filiera Aerospaziale in Puglia, Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione. ASI (2012), Territorio, Regioni e Spazio - L’ASI e la finanza integrativa: strategie nazionali e per lo sviluppo dei sistemi locali, Agenzia Spaziale Italiana (a cura di Giacomo P. Sciortino). ASD (2011), Facts and Figure, AeroSpace and Defence Industries Association of Europe CERIS/CNR (2007), La Filiera Aeronautica e Aerospaziale in Piemonte, Rapporto Tecnico n.11, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca sull’Impesa e lo Sviluppo, (a cura di S. Rolfo, G. Vitali, A. Ressico). Città della Scienza (2010), Il settore aerospaziale nel contesto campano, nazionale ed europeo, Quaderni di Cooperazione territoriale europea. FILAS (2004), La dimensione del settore aerospaziale nella regione Lazio - I risultati di una prima analisi, Osservatorio FILAS. FILAS (2007), Il settore Aerospaziale nella Regione Lazio, Osservatorio FILAS. FILAS (2008), Dimensione e localizzazione del settore Aerospaziale nella Regione Lazio, Osservatorio FILAS. ISTAT (2009), Classificazione delle Attività Economiche ATECO 2007, Istituto Nazionale di Statistica. Nones M. (2011), “Aerospazio, Sicurezza e Difesa”, l’industria, n.1. Pagina 28 Osservatorio sull’Internazionalizzazione del Lazio Appendice A L’appendice A ha l’obiettivo di definire in maniera semplice e intuitiva tutti gli indicatori utilizzati all’interno del report. Fatturato: È l’ammontare dei ricavi derivanti dalla vendita di beni e/o servizi relativi all’attività caratteristica dell’azienda. EBITDA: Earning before interest, taxes, depreciations and ammortization, in italiano MOL (Margine Operativo Lordo), rappresenta l’utile prima degli oneri finanziari, delle imposte e degli ammortamenti su beni tangibili e intangibili. Utile netto: È il risultato finale dell’attività dell’impresa, al netto della gestione fiscale. Se positivo, costituisce un utile d’esercizio, se negativo, invece, costituisce una perdita d’esercizio. Capitale Investito: È rappresentato dal totale delle attività, cioè degli investimenti effettuati dall’azienda (capitale fisso + capitale circolante = totale attivo). ROE: Return on Equity esprime la redditività (tasso di ritorno) del capitale di rischio investito nella gestione. Si calcola rapportando l’Utile Netto ai Mezzi Propri (capitale di rischio). ROI: Return on Investment esprime la redditività (tasso di ritorno) del capitale investito nella gestione caratteristica. Si calcola rapportando il Reddito Operativo al Capitale Investito. ROS: Return on Sales esprime la redditività (tasso di ritorno) delle vendite. È misurato dal rapporto tra risultato operativo e ricavi delle vendite (fatturato). Leverage o rapporto di indebitamento complessivo: si ottiene come rapporto tra il capitale di terzi e il capitale proprio. Un valore pari ad 1 indica perfetto bilanciamento tra mezzi di terzi e mezzi propri. Un rapporto troppo elevato può indicare, invece, rischio di insolvenza e riduzione del poter contrattuale nei confronti dei finanziatori. Pagina 29