Dinamo senza volto

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Dinamo senza volto
Serie A: la sconfitta interna con Cantù ha accentuato la crisi
Dinamo senza volto
È ancora alla ricerca di se stessa
•• E se fosse questa la vera collocazione della Dinamo, non di questa Dinamo ma della Dinamo in
generale, cioè di una
squadra dell'Italia meridional-insulare, a metà
strada tra attico e cantina, con il sogno di sfidare
le big nei playoff? Nel
campionato (finora) più
deludente in Serie A, aggravato dal peso dello
scudetto, Sassari ha quasi in parità il conto fra vittorie (nove, cinque esterne) e le sconfitte (otto,
quattro in casa e tre
nelle ultime tre partite). Sì, ha vinto
più in Italia che in
Sardegna, e meno
male che lo ha fatto
altrimenti oggi sarebIl playmaker
be in un mare di guai.
MarQuez Haynes
Invece è ancora concreta
foto Calvi
la possibilità di disputare
i playoff per il sesto anno
su sei: anche questo è un record da è stata una una bellissima pezza indifendere. La crisi, non più latente, collata con lo sputo. È chiaro però
ha radici profonde, non sarà facile che anche Sacchetti ha le sue colpe,
estirparle. Sintetizziamole.
come le ha il suo erede Galvani. Non
IL CASO SACCHETTI. Non doveva es- importa chi più e chi meno.
sere esonerato ma non avrebbe neMERCATO. Sul piano teorico e
anche dovuto iniziare la stagione: astratto, niente da dire: giocatori afSardara avrebbe dovuto scindere il fermati, provenienti dai drafi della
contratto in estate perché il rappor- Nba (Varnado, Evenga e Alexanto con il coach era irrimediabilmen- der), da grandi squadre europee
te compromesso: era immaginabile (Haynes e Petway) o nazionali nei
che alle prime difficoltà sarebbe sal- rispettivi paesi (Stipcevic). Ma, stotato tutto. In tal senso, lo scudetto ricamente, la Dinamo ha fatto "tom-
SERIE A
bola" quando ha pescato
giocatori che avevano voglia di farsi conoscere (Easley, Lawal, Kadji, anche
Othello Hunter).'
SUL PARQUET. La Dinamo
appare in confusione: il
passaggio dal talvolta scriteriato run and gun di
Sacchetti al gioco più controllato di Galvani può
aver creato problemi. L'arrivo di Mitchell può sembrare una contraddizione:
è giocatore "da Sacchetti"
più che "da Galvani". Ma è
appena arrivato, un po' di
pazienza.
IDENTITÀ. Il padre di tutti i problemi: questa Dinamo, dopo quattro mesi e
dieci vittorie in trentadue
partite ufficiali, non ha ancora una sua precisa identità. Né carne, né pesce:
perennemente alla ricerca
di una fisionomia, non
può illudersi di poter vincere in maniera stabile finché non
avrà, finalmente, trovato se stessa.
FUTURO. Mancano tredici giornate
al termine della stagione regolare,
ancora tante: sette in casa e sei fuori. A questa Dinamo non servono
missioni eroiche tipo "pareggiare"
a Brindisi, Venezia e Trento le brutte sconfitte dell'andata. Cominciare
però a vincere al Serradimigni sarebbe già un buon traguardo.
N. M.
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