la via de la plata in bici

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la via de la plata in bici
LA VIA DE LA PLATA IN BICI
Di Fabio Gamberini [email protected]
Per i cari amici Pellegrini Italiani e non, che leggono o traducono l’italiano, dallo scambio di opinioni con l’amico Junio,
sono emerse delle considerazioni/suggerimenti/esperienze, che potrebbero essere utili a chi ha intenzione di
percorrere la Via de La Plata in bici, o Camini similari verso Santiago de Compostela.
Premetto, che queste sono mie informazioni sul percorso datate al 2010 e consideratele come dei consigli, non vi
fidate di me! Controllate tutto, molte cose potrebbero essere cambiate e in ogni caso non mi assumo alcuna
responsabilità su quello che dico/scrivo!!! Non c’è niente che dia più fastidio a un Pellegrino, di andar in un posto e
non trovare quello che si era prefisso o si aspettava, perché la guida era datata o non precisa. Quindi, patti chiari
dall’inizio!
A maggior ragione, di siti sul Web per controllare ce ne sono molti, basta fare una ricerca e se ne trovano a iosa!
www.mundicamino.com è molto valido, il sito www.bicigrino.com è specifico per bikers, è fatto molto bene, ci sono le
altimetrie e le tracce GPS, le foto rendono bene, anche se sono state fatte in un periodo fresco e primaverile quando
la vegetazione è rigogliosa. In altri periodi (estivi e autunnali) il paesaggio sostanzialmente è “diverso”.
Prima considerazione: Quanti giorni sono necessari globalmente? Per la programmazione dei giorni complessivi del
viaggio dovete valutare Voi, in considerazione delle tappe previste, dei voli disponibili di andata e ritorno e dei mezzi
di trasporto. Se tornate in aereo non so se consigliarvi di prenotare il ritorno, se lo fate, al totale delle tappe previste\
io consiglierei di mettere 3 giorni in più di pedalate per sicurezza. Se rispettate le tappe previste, 3 giorni potrebbero
essere utilizzati per visitare Santiago, andare a Fisterra o Muxia o visitare le città vicine. Le tappe pedalate da me sono
14 e sostanzialmente anche www.bicigrino.com (sulla guida) mette le mie stesse soste.
Io ho fatto Bologna-Siviglia con Ryanair e bici trasportata (impacchetta per bene) come attrezzatura sportiva (+50
euro). Una volta arrivato a Santiago e terminato l'uso della bici, l'ho spedita in Italia. Questa soluzione l’ho trovato
molto utile e spedire la bici a casa, o subito o anche a poche ore prima di prendere l’aereo, permette di essere liberi e
gestire il ritorno nel migliore dei modi. In Plaza do Obradoiro ci sono anche dei “ragazzi” che ti offrono il trasporto e la
vengono a ritirare a domicilio, ma se vuoi essere più “sicuro” l'agenzia UPS è vicino alla stazione dei treni, in ogni caso
a Santiago non manca l’offerta di trasporto. Quando spedite le Bici, non fate il mio errore, di portarvi dietro tutto il
bagaglio, le borse e il materiale che non vi serve per il ritorno, includetelo nel pacco della bici, il vostro viaggio di
ritorno sarà molto più leggero.
Da Santiago, Ryanair vola su Bergamo e il biglietto si può fare all'Agenzia Viaggi di Rua da Senra, vicino all'ingresso del
Parco de Santa Susanna. Per trasportare il vostro bagaglio residuo, una borsa a misure Ryanair (bagaglio a mano) la
potete comperare a 10 euro in città e così risparmiate il costo aggiuntivo del trasporto della valigia per il ritorno a
casa. Per rientrare potete anche optare di andare a Madrid (o altra città), come ho fatto io, con il Pullman ALSA (o
similari) e poi prendere il volo che più incontra i vostri desideri.
Questi sono consigli:
o La Plata è più lunga del Frances, ma con un dislivello complessivo minore, (Frances, 17.000 metri di salita, Plata
13.000 metri). Rispetto al Frances, in cui la tappa più dura è la prima (Roncisvalles) la Plata vai in progressione e le
altimetrie si fanno alla fine, quando la “gamba” è più allenata. Dall’altra, l’ambiente è più desolato e sperduto i paesi
sono a distanze maggiori e se si trova compagnia, compatibilmente al passo e al carattere, cercate di mantenerla.
o Nei mesi estivi i Pellegrini sono pochi, si concentrano in primavera e in autunno, per evitare il forte caldo estivo delle
regioni più a sud. Considerate che io la prima tappa l’ho fatta ad inizio settembre 2010 con 44°, un mio amico nel
luglio 2010 ne ha trovati 52°! Impraticabile!
o Se si percorre il Camino in un periodo caldo, tenere con sé sempre due borracce piene e un’altra bottiglia di acqua di
scorta, rifornirsi e riempire tutto a ogni fonte con acqua buona. Considerate che le fonti segnate in cartografia, molte
volte, o sono secche o sono abbeveraggi per bestiame, quindi non fidatevi e inoltre prima di svuotare le borracce per
cambiare l’acqua verificate la fonte.
o In Andalusia e Estremadura se è molto caldo, la Guardia Civil, vi vieterà di Camminare/pedalare nelle ore centrali
della giornata e perciò dovrete procedere alla mattina presto e alla sera. Di questo non abbiate paura, vi dovrete
programmare molto bene e dovrete farci l’abitudine. Cercate di privilegiare le ore mattutine e tenete pochi chilometri
per la sera. In ogni caso al sud, nelle ore centrali, fermatevi a mangiare e poi siesta! Attenzione a non partire con il
buio o arrivare con il buio… quanti si sono persi!!! Questo non è il Frances in cui è difficile perdere la via!
o Io avevo con me, come sempre, un GPS della Garmin cartografico, con il percorso da seguire e i punti d’interesse,
molte volte ci ha tolto da situazioni complicate (distanze, stazioni di servizio, punti di interesse, localizzazione degli
albergue, varianti possibili ecc…).
o Lungo la Plata, i centri abitati non sono ogni 5 km come sul Frances, ma ogni 25-30 e quindi calcolate bene i tempi di
percorrenza e le scorte. Annotate i numeri di emergenza e se si è in crisi chiamate!
o Nel 2010 eravamo in tre e ognuno di noi ha collezionato dalle 9 alle 12 forature, quindi andavamo alla ricerca dei
negozi di bici per mantenere le scorte delle camere d’aria (4). Ho poi risolto il problema, in altri viaggi, utilizzando
gomme antiforatura tipo "Schwalbe Marathon Plus MTB". Cercate di montare gomme simili per la Plata, altrimenti le
spine dei cardi vi faranno impazzire.
o Cercate di capire dove sono le Stazioni di servizio, che per Voi saranno un punto di sicuro ristoro, molte volte siamo
usciti dal sentiero brevemente, per gonfiare le gomme bucate o per dare l’assalto al market della pompa di benzina,
che ha orario continuato.
o Un altro problema incontrato sono le mosche, date dai numerosi allevamenti! O Vi portate dall’Italia un repellente
comprovato per mosche o altrimenti una retina da mettere sopra al casco. A noi in alcuni posti, non sempre, appena
passavamo ci saltavano addosso formando degli sciami che ci ronzavano attorno, un incubo!!
o Io ho una MTB front, credo che sia sufficiente, ci vuole però una buona forcella ammortizzata e un buon
portapacchi, sconsigliata la bici trekking!!! Anche le ruote devono essere robuste.
o Dato il percorso, si sta molte ore in bici seduto, la sella e le manopole sono fondamentali. Io ho la “mia” sella, ogni
“posteriore” ha la propria sella, prima di partire testatela molto bene. Io consiglio anche delle manopole tipo “Ergon”
a superficie ampliata, che evitano l’intorpidimento delle mani.
o Le borse vanno legate fortemente al portapacchi per evitare che si strappino o peggio si tagliino nelle zone di
sfregamento. Attenzione a che non si rompano i ganci di supporto!
o Tutte le viti passanti della bici vanno fissate con dadi anti svitamento, portatevi delle viti/dadi di scorta oltre a delle
fascette di plastica e al tools completo della bici.
o Le vibrazioni tenderanno a “smontarvi” la bici, che, alla sera, dovrete controllare bene (viti, fissaggi, portapacchi
ecc..), oltre che pulire e oliare, (in particolare catena e forcella). Considerate che la polvere sarà molto invasiva.
o Avendolo percorso in un periodo caldo e asciutto, non ho avuto problemi di guadi o di fango, che diversamente
potrebbero esserci.
o Come guida per il percorso ho utilizzato quella edita da Terre di Mezzo, è completa ma non riporta le altimetrie
(almeno la mia edizione!).
Descrizione personale e sintetica del percorso:
La Ruta de la Plata è sicuramente tra le più avventurose e selvagge vie che portano a Santiago. Come indicazione di
percorso consiglio di girare a Granja de Moreruela e proseguire per l'Ourense, è più duretto rispetto ad andare ad
Astorga e prendere il Francese, ma ne vale la pena.
Le mie tappe (che coincidevano con quelle dei miei amici spagnoli) sono calcolate anche per fermarsi nei posti più
significativi e alla sera fare il “turista”… Non vi fornisco informazioni storico-culturali-turistiche, queste le leggete sui
libri e sulle guide.
Prologo - Nel mio “viaggio” del 2010, sono arrivato a Siviglia con Ryanair da Bologna, appena sceso ho montato la bici
all’aeroporto e sono andato in centro a Siviglia. Io se fossi in Voi non partirei subito per la prima tappa almeno che non
vogliate portarvi avanti e arrivare giusto a Guillena. Io sono rimasto un giorno intero a visitare la città, che merita, ho
preso alloggio all'Albergue Juvenil dove, se si riesce a prenotare prima, è meglio.
1- Siviglia - Almanden del Plata. inizio tappa in città prevalentemente per strada asfaltata, dopo Santiponce inizia uno
stradone piatto sterrato che porta fino a Guillena, in seguito si inizia a salire con dei mangia e bevi, abbastanza duretti,
in mezzo ad allevamenti di maiali e mucche. Aprire e chiudere i cancelli sarà un tic nervoso per tutto il Camino. Arrivati
a Castilblanco, ci siamo fermati a mangiare e riposare, qui fate scorta di acqua completa per arrivare fino alla fine della
giornata!! Dopo Castilblanco, ci sono 17 km di asfalto e poi si entra nel Parco del Berrocal. Qui iniziano dei su e giù in
mezzo alla Dehesa, attenzione a non perdervi, infine troverete il Cerro del Calvario, in cui si dovrà spingere la bici. Lì
noi abbiamo soccorso dei Tedeschi a piedi che erano rimasti senza acqua, se la sono vista brutta. Piccola discesa e poi
fermata ad Almanden. In questa tappa ognuno di noi (eravamo in 3) ha bevuto circa 6 litri di acqua. Vedete Voi!!!!
2- Almanden – Zafra. Il percorso inizia ancora con dei su e giù nella Dehesa con alcuni picchi che si fanno sentire, la
tappa è faticosa, poi spiana prima di El Real. Il Camino a seguire è piatto fino a Venta del Culebrin, poi c’è una salitella
fino a Monesterio. Dopo Monesterio ancora su e giù (come in precedenza), in seguito il territorio si apre e si arriva a
Fuente de Cantos in mezzo a coltivazioni e pascoli immensi. Il Camino fino a Zafra percorre strade sterrate in mezzo a
coltivazioni e vigneti bassi, non ci sono problemi per i ciclisti. Prendete posto all’Albergue di Zafra, è buono.
3- Zafra – Merida. La tappa inizia con una salitella all’alto de San Cristobal, poi discesa. Il Camino continua con un
percorso piano, fino a Villafranca de los Barros, dopo, il percorso si svolge in mezzo a vigneti o in strade sterrate larghe
e rettilinee. Noi abbiamo deviato per Almendralejo per visitarla. Fino a Torremejia si fiancheggia la strada, poi ancora
campi. Arrivo a Merida senza problemi.
4- Merida – Caceres Appena partiti fermata obbligatoria all’acquedotto romano, poi ciclabile/sterrato in falso piano
che tende a salire fino a Proserpina, si fiancheggia il lago e poi ancora dehesa (duretta) fino El Carrascalejo e Aljucen,
da qui salita, dura anche con fondo difficile, fino ad Alcuesar, poi campi e sentieri fino a Casas de Don Antonio. Fino a
Valdesalor si percorre la strada romana sassosa che potrebbe farsi sentire, a seguire c’è una salita fino a Puerto de las
Camellas. Arrivo a Caceres tranquillo. Ottimo l’Albergue.
5- Caceres – Galisteo. Tappa duretta. Si inizia con una leggera salita fino a Casar, poi il paesaggio si fa brullo e si inizia
decisamente a salire (bellissimo paesaggio) per poi svalicare e scendere al lago formati dai fiumi Almonte e Tajo, qui in
discesa e nel tratto iniziale di costeggio del lago, ci sono dei singletracks, attenzione! A seguire c’è una salita dura e
quindi una discesa che porta a Canaveral, qui riposatevi bene per affrontare la salitona dopo Ermita de San Cristobal,
ovviamente spingendo la bici. Successivamente ci sono dei su e giù sino a Grimaldo. Fino a qui tutto brullo, poi prima
di Galisteo, improvvisamente compare il verde.
6- Galisteo – Calzade de Bejar. Tappa dura, partite presto! Il Camino inizia costeggiando il fiume e quindi si sale su
asfalto fino a Carcaboso, dove poi inizia ancora la Dehesa, con i classici sali e scendi. Attenzione a seguire il percorso ci
si può perdere! Quindi si continua fino all’Arco di Caparra. In questo luogo fermatevi a riposare presso il museo/centro
di ricerca (e a visitarlo) e procuratevi acqua, poi ancora dehesa (ora avete capito cosa intendo per dehesa) ma più
piana fino all’incrocio con l’autostrada e fino a Aldenueva del Camino. Dopo un paio di incroci con la stessa statale, si
inizia a salire per l’Embalsa de Banos (anche su asfalto) e fino a Banos de Montemayor. Da qui durissima salita, breve,
su lastricato e poi discesa fino a Puerto de Bayor. Noi volevamo fermarci lì, ma poi (e abbiamo fatto bene) abbiamo
proseguito fino a Calzada de Bejar in cui c’è un ottimo albergue in stile “familiare”. Attenzione a non strafare nella
discesa dopo Puerto, si è a “fine giornata”, poi il sentiero corre lungo il torrente, pedalabile.
7- Calzade de Bejar – Salamanca. Tappa iniziale su sterrato in leggera salita, fino a Valverde de Valdelacasa, poi
strappo fattibile per Valdecasa e quindi discesa per Fuenterroble de Salvatierra. Da questo paese inizia una blanda
salita che s’inasprisce per salire al Pico de la Duena. Arrivati sul Pico de la Duena, lunghissima discesa (anche difficile
inizialmente), verso Morille, seguono poi dei saliscendi in un territorio che si fa sempre più desolato fino ad arrivare a
Salamanca. Era il 15 di settembre, festa grande, abbiamo dormito nell’Albergue Juvenil, fuori dal centro. Festa alla
sera e partenza “lenta” la mattina successiva.
8- Salamanca – Zamora. Tappa di pianura, tra campi aridi e strade di campagna, attenzione tra Calzada de Valducien, e
El Cubo Tierra del Vino, dove incrociando la statale, si crea confusione, molto asfalto. Da qui in poi, sterrati facili e aridi
fino a Zamora. Ottimo l’abergue in pieno centro su più piani.
9- Zamora – Santa Croya de Tera. Iniziale asfalto per uscire dalla città, poi sterrati tra i campi desolati, fino a
Montmarta, dove il lago e il fiume interrompono il paesaggio, poi ancora dritto fino a Granja de Moreruela. Qui il
Camino, si biforca: se si va dritto si finisce ad Astorga e si riprende il Frances, se invece si gira a sinistra si va per
l’Ourense, come abbiamo fatto noi. Sicuramente, andare per il Frances, è molto più facile e l’entrata in Galizia è molto
meno faticosa. Però per chi ha già fatto il Frances, perché non provare il nuovo percorso? Superato il Ponte Quintos
fate attenzione, il Cammino in bici non è praticabile, poco più avanti c’è una deviazione, si evita la rupe e ti ricolleghi
immediatamente dopo. Qui ci sono delle brevi salite (durette), per poi godere di un passaggio spettacolare, poi
discesa lunghissima verso Faramontanos de Tabara, dove dopo poco si arriva a Tabara. Fate rifornimento e ripartite in
salita per le due selle che vi separano da Villanueva de las Peras. Da qui in avanti il paesaggio cambia e se prima era
decisamente brullo, ora inizia il “verde”. Ancora una salita e poi discesa verso Sana Croya de Tera. Alla fine del paese e
prima del ponte per Santa Marta, c’è l’Albergue, fantastico! Trattati da Dio.
10- Santa Croya de Tera – Puebla de Sanabria. Lasciato il paese, si costeggia il rigoglioso fiume e costantemente (con
dei su e giù) si prende quota, anche costeggiando il lago a Agavanzal. Più avanti si costeggia la statale, però a distanza
e non te ne accorgi, fino a Monbuey, Cernadilla e Asturianos, tutto sempre prendendo quota. Sali e scendi che alla fine
si sentono. L’Albergue è prima del paese. Anche qui noterete il cambiamento totale di paesaggio rispetto a prima,
iniziano le montagne e i boschi.
11- Puebla de Sanabria – Campobecerros. Tappa di salita, preparatevi mentalmente. Io ho fatto integralmente il
Camino previsto per i Pellegrini a piedi, le guide consigliano di fare delle deviazioni, vedete Voi cosa fare, certo che se
vi mantenete sulla via, non è facile. S’inizia con una leggera salita, costante, a cui seguono dei su e giù fino a Terroso
godendo dei passaggi all’interno dei bei boschi. Le guide consigliano la statale, ma fino a Pardomelo, per me si fa, dura
ma si fa! In seguito il percorso scende verso Lubian, semmai ci sono dei problemi in discesa, in mezzo a dei sassoni che
impegnano la guida. In questo caso necessita una buona forcella ammortizzata e moderazione nella velocità. Se prima
il piano era predominante, adesso salita e discesa abbonderanno, quindi, cercate di conservare la bici, oltre che il
fisico. Da Lubian, le cose cambiano decisamente, dopo il Santuario de la Tuiza noi abbiamo sbagliato, tenuto la sinistra
e fatto la salita A Canda, per il percorso a piedi… un incubo!!!! Ci sono almeno 4-5 km di salita dura, fino a Portela de la
Canda, che si fanno spingendo la bici, da paura! Se siete dei temerari, fatelo! Ma qui vi consiglio di deviare per la
statale. Poi riprendete il Camino e fate la discesa per A Canda e Vilavella. A seguire ancora sali e scendi (con
prevalenza a salire), per La Gudina. Qui valutate se fermarvi, noi abbiamo proseguito fino a Campobecerros. Il tragitto
non è breve e non ci sono stop o Albergue intermedi ed inoltre si prende quota sul crinale. Il paesaggio con vista sul
lago artificiale è spettacolare ma duro. Considerate inoltre che siete a fine giornata. Nel percorso si passano svariati
paesini, poi si arriva ad una discesa a picco, che ci porta a Campobecerros. Attenzione al pendio è pericoloso, ci sono
rocce smosse e ghiaioni. Abbiamo dormito a Casa Nunez, ci hanno trattati e abbiamo mangiato da Re, però è un
Albergue privato e i posti sono limitati, prima di fare quest’ultimo tratto, telefonate e informatevi della disponibilità.
12- Campobecerros - Orense. Il percorso parte in salita, a cui seguono dei su e giù e una lunga discesa fino a Laza; da
qui si risale la vallata verde fino a Tamicelas, dove il Camino si impenna fino a Albergueria. Qui c’è da sudare, io l’ho
fatto, la guida consiglia una deviazione. Dopo aver fatto le classiche foto con la concha autografata e fissata nel Bar di
Albergueria, si scende per Vilar de Barrio e quindi a seguire ci sono degli strappi che ci portano a Padroso e
Cimadevilla, il paesaggio merita. Il tracciato fino a Orense è un susseguirsi di tanti paesini con molto asfalto. Fermatevi
al Convento de San Francisco, ottimo.
13- Orense – Silleda. Attenzione, tappa non facile. Dopo Orense, salita da paura a Cudeiro, poi sentieri larghi e stretti,
fino a Casanovas, e poi Cea. Qui ristoratevi e affrontate i boschi spettacolari seguenti a salire fino a Pielas, poi si
scende fino al Monastero di Oseira. In seguito bisogna valicare un monte, la salita è breve ma dura e la discesa non è
facile in un percorso stretto e ripido. Le guide consigliano di aggirare, per ricollegarsi al percorso a Outeiro, quasi quasi
ve lo consiglio anche io… Il percorso a seguire si svolge tra stradine e paesini, oramai la gamba allenata e i “mangia e
bevi” non vi fa più paura! A Laxe c’è un ottimo albergue, noi abbiamo proseguito e a Silleda abbiamo dormito in una
scuola. Meglio fermarsi prima, anche perché poi l’ultima tappa è breve. Per arrivare a Silleda ci sono i classici passaggi
in boschi Galiziani.
14- Silleda – Santiago. Tappa “Galiziana”, con strappi e discese che si succedono di continuo, niente da segnalare a
parte Ponte Ulla, dove le pendenze si sentono, poi leggera salita per Outeiro. Oramai sei arrivato, le ali
dell’entusiasmo ti portano a Santiago, anche se sembra vicina, c’è sempre un colle da superare!
Buen Camino!
FG