Prodotti pregiati con il metodo ibrido
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Prodotti pregiati con il metodo ibrido
w w w. k b a - p r i n t . c o m Numero 1/2006 3 METODI | PRATICA | PROSPETTIVE Il termine ibrido deriva dal latino e significa “composto da elementi diversi”. Questo termine si usa, ad esempio, negli incroci di piante (coltivazione ibrida) oppure nella costruzione di automobili per indicare un sistema combinato a combustione ed elettricità (motore ibrido). Oggi, nell’offset a foglio con il termine macchine ibride si indicano solitamente macchine da stampa dotate di equipaggiamenti adatti sia alla stampa con inchiostri ibridi e verniciatura finale UV che con inchiostri offset standard e vernice a dispersione. Con questo metodo si può sempre passare tra i due modi operativi con semplicità, senza dover sostituire i rulli gommati, i caucciù e gli essiccatoi. Gli inchiostri ibridi sono il connubio di due effetti chimici dell’essiccazione: come gli inchiostri convenzionali a base oleosa, si essiccano per ossidazione e vengono parzialmente assorbiti dal supporto, ma reagiscono all’azione dei raggi ultravioletti esattamente come gli inchiostri a fotoreticolazione UV. Per questo, e per il cambio di modo operativo, le macchine ibride sono munite di essiccatoi IR, termoventilati e UV. La finitura ibrida è un processo di finitura in linea estremamente conveniente, versatile e di altissima qualità che consente di accedere contemporaneamente alla tecnologia UV. Oggi, con la sovraverniciatura degli inchiostri ibridi con vernice UV si ottengono valori di brillantezza pari almeno a quelli della stampa puramente UV. Una verniciatura UV a piena copertura abbinata ad una vernice a base oleosa matt o granulare applicata nel registro offset permette di creare interessanti effetti a contrasto lucido in modo assolutamente conveniente. Non si pongono limiti alla fantasia e alla creatività del grafico e l’utente può scoprire nuovi settori di applicazione. Il metodo ibrido è divenuto applicabile alla maggior parte dei segmenti di mercato della stampa offset a foglio e rappresenta una valida opportunità per acquisire nuovi clienti. In parole povere, il metodo ibrido consente di creare effetti in linea straordinari e versatili senza gli svantaggi della doppia verniciatura e senza doversi cimentare con i problemi della stampa puramente UV. In questo numero di “KBA Process” si illustrano obiettivamente i potenziali economici concreti, i vantaggi in termini di qualità ed i nuovi settori applicativi per lo stampatore, spiegando il livello attualmente raggiunto dalla tecnologia ibrida, la cui semplicità dipende soprattutto dalla scelta dei materiali giusti, ad esempio materiali testati e compatibili tra loro. KBA ha svolto un ruolo decisivo nello sviluppo della finitura ibrida sin dagli inizi. In questa brochure sono confluiti l’enorme know-how e l’esperienza sia di KBA che dei suoi partner e clienti. KBA Premessa 2 Fondamenti di inchiostri e vernici Effetti dell'essiccazione 3 I sistemi di essiccazione KBA 6 Filosofie 10 Interazioni 11 Metodi di prova 14 Tecnologia UV Irradiatori UV Requisiti di resistenza Caucciù e detergenti I requisiti della carta I requisiti degli inchiostri ibridi I requisiti delle vernici UV 15 18 22 24 26 28 Processo di finitura lucida Brillantezza Finitura fuori linea Finitura in linea 30 31 32 Stato della tecnologia ibrida Retrospettiva Il test di fogra Economicità Inchiostri ibridi senz’acqua 36 39 44 47 Ambiente Controllo delle emissioni Liquido di bagnatura senza isopropanolo 49 51 Handling Impiego e consigli pratici 53 Applicazioni Esempi pratici 58 Sigla editoriale Risorse e collaboratori 63 29 Product No.: id P ybr r For H ed credit Ac Prodotti pregiati con il metodo ibrido Indice del contenuto ing int . L’applicazione di inchiostri ibridi, vernici a base oleosa e vernici a fotoreticolazione UV nella stampa offset a foglio Editoriale Carissimi clienti ed amici della nostra azienda, visto l’enorme successo riscosso tra gli operatori del settore dalla pubblicazione KBA Process 2 sull’argomento “Offset senz’acqua e senza viti del calamaio”, andata davvero a ruba, il numero odierno “Finitura dello stampato con il metodo ibrido” di KBA Process 3 tratterà ancora una volta un tema di grande attualità al cui sviluppo KBA ha contribuito enormemente sia come iniziatore che come promotore scoprendo sempre più seguaci sul mercato e creando possibilità tecnologiche nuove ed innovative per la stampa offset a foglio. Alla base del cosiddetto metodo ibrido vi è una combinazione di materiali di consumo moderni (inchiostri ibridi e vernici adatte) con macchine tecnologicamente avanzatissime ed un know-how specifico della tecnica di stampa. KBA ha dato il via all’applicazione di questo metodo in Europa circa sei anni fa per poi perfezionarlo continuamente in stretta collaborazione con fidati partner dell’industria degli inchiostri e delle vernici, divulgandone i vantaggi economici e di tecnica di produzione per diversi anni in occasione di fiere, svariate manifestazioni e nella letteratura specializzata, nonostante la resistenza opposta dal settore e, finalmente, lanciandolo con grande successo sul mercato. Dal lancio vero e proprio al drupa 2000 sino ad oggi sono state vendute oltre 250 macchine ibride KBA Rapida dal formato medio al formato supergrande. Già da tempo è in produzione la maggior parte delle Rapida ibride con cinque o più gruppi inchiostratori, torre di verniciatura per vernice UV e a dispersione e prolungamento dell’uscita per l’essiccazione finale IR/termoventilata e UV. Grazie alle varianti di finitura straordinariamente versatili e descritte in dettaglio in questo numero, numerosi utenti ibridi sono riusciti ad acquisire nuovi clienti, a convincere della libertà creativa enorme e tuttavia pagabile le agenzie che, talvolta, sono ricorse loro stesse a questi incredibili campioni di stampa per acquisire con successo altri clienti. Ed oggi non sono certo più soltanto le macchine Rapida a produrre con il metodo ibrido! Nel frattempo, anche altre marche sono salite sul treno in corsa, sempre più veloce, dell’ibrido e reclamizzano i propri prodotti ibridi come non fosse mai esistito nessun’altro metodo prima. Quando hanno successo, i pionieri coraggiosi non restano soli a lungo .... Ed è giusto così, perché senza concorrenza non ci sarebbero stati neppure i rapidissimi progressi degli ultimi trent’anni nell’offset a foglio e nella finitura in linea dei prodotti stampati. Il settore grafico ha bisogno di nuove idee e non solo di difendere a spada tratta e con cocciutaggine ricette obsolete certamente funzionanti, ma solo per produzioni standard ormai straconosciute. Quello di cui ha bisogno sono utenti e fornitori con visioni chiare che non 2 Process 3 | 2006 Albrecht Bolza-Schünemann, Presidente del C.d.A. della Koenig & Bauer AG si fermano impauriti al primo ostacolo, perché la stampa può avere un successo duraturo nel concerto dei media solo se riesce a portare su carta, cartone e plastica più del semplice inchiostro. La stampa può e deve destare emozioni e l’offset a foglio può e deve spiccare qualitativamente e visivamente dalla stampa simile alla fotocopia. Come potrete leggere alle pagine che seguiranno, la tecnologia ibrida ci fornisce spunti interessantissimi. Forse farete presto parte anche voi della sempre più vasta schiera di fan dell’ibrido e delle centinaia di utenti ed interessati che si scambiano idee ed informazioni ai meeting annuali di KBA per gli utenti ibridi, dove sarete sempre i benvenuti! Vostro Principi di essiccazione | Effetti dell'essiccazione Composizione ed essiccazione di inchiostri e vernici nella stampa offset a foglio Nella stampa offset a foglio e, di conseguenza, nella tecnologia ibrida si utilizzano inchiostri da stampa e vernici che formano una pellicola secca e dura secondo principi chimico-fisici diversi. La scelta di questi materiali non dipende solo dalla capacità di assorbimento del supporto di stampa,bensì anche dalle esigenze in termini di velocità ed integrità dell'essiccazione nonché di effetti ottici speciali, proprietà d'uso, innocuità per la salute ed impatto ambientale. Nella macchina da stampa,quindi,dovranno essere installati essiccatoi con una tecnologia capace di supportare efficacemente gli inchiostri e le vernici appositamente formulati per le applicazioni specifiche. Diversi componenti dell'inchiostro influiscono direttamente o indirettamente sul risultato dell'essiccazione. Le formule sono studiate in base agli effetti dell'essiccazione La stampa offset a foglio ricorre ad inchiostri e vernici che presentano gradi di viscosità diversi. A velocità di produzione di ca. 18.000 fogli l'ora è possibile stampare senza problemi anche inchiostri densi e vernici a base oleosa con una viscosità relativamente alta. Lo spettro di materiali viene completato dalle vernici UV a bassa viscosità e dalle vernici a dispersione a base acquosa. Nelle macchine ibride, le vernici a dispersione giocano un ruolo significativo solo quando si passa al modo operativo tradizionale. Le vernici UV e le vernici a dispersione vengono applicate preferibilmente utilizzando cilindro retinato e racla a camera, dotazione di serie delle macchine a doppia verniciatura ed ibride KBA Rapida. Le vernici a base oleosa, invece, vengono lavorate come il normale inchiostro da stampa: attraverso il gruppo inchiostratore con lastra offset bagnata e quindi esattamente nel registro offset. Le formulazioni dei diversi inchiostri e vernici sono appositamente studiate per il principio tecnico più adatto a favorire o iniziare la reazione di essiccazione dall'esterno. Una panoramica dei principi chimico-fisici dell'essiccazione è riportata alla tabella “Effetti dell'essiccazione”. Gli inchiostri per la stampa offset a foglio sono formati da tre compo- nenti principali: leganti, coloranti e additivi. Questi componenti interagiscono anche tra loro e, quindi, esiste sempre la possibilità che una sostanza inibisca l'azione dell'altra. È per questo che per il produttore di inchiostri non è sempre facile ottenere determinate proprietà e riuscire a soddisfare in breve tempo l'utente che esige una migliore essiccazione, compatibilità con la stampa in bianca e volta, nebulizzazione, metodo sequenziale o proprietà inodori e insapori (ad esempio per il packaging alimentare). Un inchiostro per stampa offset a foglio è composto principalmente da agente legante, formato a sua volta da resine dure, oli minerali e vegetali nonché da un siccativo. Il legante è responsabile del trasporto degli altri componenti nonché della formazione della pellicola sullo stampato ed è chiamato anche vernice, a dimostrazione della stretta parentela chimica con la vernice incolore a base oleosa. Da quando si utilizzano altri tipi di vernice per la sovrastampa, la tendenza all’ingiallimento della vernice a base oleosa non è più un problema primario. Nella finitura ibrida, la vernice a base oleosa si trasforma in un nuovo strumento per creare effetti a zone a contrasto lucido matt o granulari per i quali si sovrastampa l’intera faccia del foglio con vernice UV brillante che non aderisce nei punti in cui è presente la vernice a base oleosa. Il legante, o vernice, è il componente principale degli inchiostri offset Gli oli sciolgono le resine e disperdono i pigmenti Lo scopo degli oli minerali e vegetali è soprattutto quello di sciogliere le resine in partenza dure o viscose per consentire all'inchiostro di assumere una consistenza fluida. Gli oli che partecipano direttamente all'essiccazione ossidativa sono di origine vegetale. Se gli oli vegetali svolgono anche le funzioni degli oli minerali, l'inchiostro può essere dichiarato prodotto ecologico. Un'altra funzione degli oli è quella di distribuire uniformemente i coloranti, più precisamente di disperdere e di rivestire i pigmenti. Le resine producono pellicole La caratteristica comune a tutte le resine naturali e di sintesi è quella di essere i “registi” del processo di essiccazione, ovvero producono il film. La scelta della resina giusta dipende dal tipo di essiccazione della serie di inchiostri. Gli inchiostri ad essiccazione per ossidazione/penetrazione e puramente ossidativa contengono soprattutto resi- ne alchidiche e colofonia, ma necessitano di oli come solvente e fluidificante. Gli inchiostri e le vernici essiccanti per irraggiamento non necessitano di oli né di altre sostanze volatili. Gli inchiostri e le vernici a fotoreticolazione UV radicalica e gli inchiostri, raramente utilizzati, ad essiccazione per irraggiamento con fasci di elettroni (“inchiostri EB”, “EB-curing inks”) si basano soprattutto su resine acriliche (AC). Gli inchiostri a fotoreticolazione UV cationica presentano un'elevata quota di resine epossidiche (EP) e resine speciali. Nel legante degli inchiostri e delle vernici reticolati per irraggiamento sono le stesse molecole di resina a svolgere il lavoro delle resine e degli oli essendo presenti in struttura singola e multipla (più semplicemente definiti monomeri e oligomeri). Invece degli oli, nei sistemi UV ed EB sono i monomeri nel loro ruolo di “diluenti” ad influire sulla viscosità, perché sono completamente liberi e non reticolati.Nelle vernici UV, i monomeri sono presenti ad alte concentrazioni per Process 3 | 2006 3 Principi di essiccazione | Effetti dell'essiccazione Monomeri e oligomeri La letteratura specializzata continua ad adottare questi due termini in uso ormai da tempo anche per motivi di brevità. Più corretti, però, sarebbero i termini indicati nel protocollo comune delle associazioni di categoria europee (BG Druck & Papierverarbeitung/Germania, CNAMTS/Francia, HSE/Gran Bretagna e ISPESL/Italia) sul miglioramento delle condizioni di lavoro tramite l'utilizzo della tecnologia ai raggi UV nell'industria grafica di questi paesi, in breve “Protocollo UV 9/2001”. Secondo questo protocollo, i monomeri negli inchiostri UV vengono definiti come “acrilati stenomerici a basso peso molecolare” e gli oligomeri come “acrilati eurimerici ad alto peso molecolare” e sono presenti anche negli inchiostri ibridi. ca sia nel modo operativo “ibrido” che in quello “convenzionale”. Durante la stampa, per gli inchiostri e le vernici UV e gli inchiostri ibridi occorre aspirare l'ozono nella zona dell'essiccatoio finale, per gli inchiostri EB occorre una schermatura contro i raggi X. I siccativi favoriscono la polimerizzazione Nella polimerizzazione ossidativa delle molecole di resina, l'ossigeno nell'aria reagendo con il siccativo (ossidante) si scinde in ioni di ossido ad alta reattività che reticolano la resina mediante cosiddetti ponti a ossigeno. I catalizzatori favoriscono l'assorbimento di ossigeno nel legante, l’irraggiamento IR accelera la reazione di ossidazione garantire una fluidità ottimale. Gli oligomeri già prereticolati in piccole catene (“prepolimeri”) sono responsabili di brillantezza, durezza e resistenza all'abrasione nonché della stabilità chimica del successivo polimero. Monomeri ed oligomeri restano separati nel liquido della vernice finché ai loro gruppi molecolari altamente reattivi non si legano radicali e cationi, gli elementi di collegamento per la reti- A seconda del tipo, i raggi ultravioletti nei processi di essiccazione provocano la decomposizione delle molecole del fotoiniziatore (PI) in radicali (PI-) o cationi complessi (PI+). I prodotti della decomposizione reticolano i monomeri (MM) e gli oligomeri (OM) formando un polimero colazione tridimensionale (polimerizzazione). Gli inchiostri ibridi possiedono resine sia degli inchiostri ad essiccazione per ossidazione/penetrazione che a fotoreticolazione UV radicalica e si può tranquillamente affermare che riuniscono il meglio dei due sistemi di essiccazione. Gli oli, ad esempio, impediscono la formazione di nebbia d'inchiostro, uno degli svantaggi degli inchiostri UV. Gli inchiostri ibridi possono essere stampati sia con vernice UV che con una vernice a base oleosa speciale e, contrariamente alla stampa puramente all’ultravioletto per la quale occorre dotare la macchina di equipaggiamenti speciali resistenti agli inchiostri e ai detergenti UV aggressivi, gli inchiostri ibridi consentono di utilizzare rulli gommati standard e caucciù universali con resistenza chimico-fisi- Dietro la parola “siccativo” si cela una sostanza responsabile del rispettivo effetto chimico di essiccazione, ovvero l'essiccazione ossidativa graduale oppure l'essiccazione per irraggiamento visibile immediatamente. In entrambi i casi si tratta di processi di polimerizzazione. Negli inchiostri ad essiccazione parzialmente o interamente ossidativa, il siccativo è un ossidante la cui concentrazione può essere aumentata dal tipografo secondo le necessità. Essendo coinvolto l'ossigeno dell'aria nel processo di ossidazione, lo strato d'inchiostro inizia ad essiccarsi gradualmente dall'alto verso il basso; la formazione di questa prima pellicola sulla superficie del film non consente di dedurre il grado di essiccazione effettivo. Effetti dell'essiccazione di inchiostri e vernici e rispettive applicazioni Effetti dell'essiccazione Inizio o supporto degli effetti dell’essic- Applicazioni cazione dall'esterno Secondo principi fisici:: Penetrazione del legante Irradiatore IR, limitatamente essiccatoio termoventilato Evaporazione di oli minerali volatili ad alte temperature nel legante Evaporazione del liquido veicolante volatile Essiccatoio flottante termoventilato, irradiatore IR Evaporazione del liquido veicolante altobollente Precipitati del legante e penetrazione del solvente per assorbimento di umidità Risolidificazione di cere fuse o evaporate Inchiostri standard ed ibridi, sempre in combinazione con l'ossidazione, su supporti di stampa assorbenti; inchiostri coldset senz'acqua convenzionali essiccanti puramente per penetrazione Inchiostri heatset; inchiostri offset senz'acqua per la stampa della plastica Essiccatoio termoventilato (essiccatoio modulare, flottan- lInchiostri a base di solvente (rotocalco, serigrafia, stampa a tampone e flessografica), vernici (fuori linea) e inchiostri (per te, a raggio riflesso), termofissaggio inkjet); toner liquidi (hp indigo/Toyo ElectroInk) Essiccatoio termoventilato, limitatamente essiccatoio IR Vernici a base acquosa (vernici a dispersione), inchiostri da stampa (stampa flessografica e rotocalco) e inchiostri (per inkjet termico) Umidità nello stampato, immissione di vapore acqueo Stampa di cartone con il metodo moisture set o steam set Temperatura ambiente; termofissaggio Matite copiatrici a cambio di fase per la stampa a getto d'inchiostro; film di supporto dell'inchiostro per la stampa a sublimazione e a trasferimento termico; toner liquidi e a secco Secondo principi chimici: Polimerizzazione ossidativa del legante Ossigeno dell'aria, spruzzatura antiscartino (per una Inchiostri offset standard, ibridi e senz'acqua e inchiostri serigrafici su supporti assorbenti nonché migliore ventilazione della pila), accelerazione attraverso vernici a base oleosa su supporti di stampa e strati di inchiostro, sempre in combinazione con la penetrazione; essiccatoi IR e termoventilati, eventuale addizione di sic- inchiostri offset ad essiccazione puramente ossidativa per la stampa di film cativo (nell'alimentazione dell'inchiostro) Polimerizzazione del legante a base di resina acrilica indotta da raggi ultravioletti mediante fotoiniziatori che si decompongono in radicali Irradiatore UV permanente, laser excimer (excited dimer, Inchiostri a fotoreticolazione UV radicalica e vernici nell'offset a foglio e nell'offset heatset e a bobina a nastro stretto, solo nella stampa flessografica), eventuale inertizzazione stampa serigrafica, flessografica e rotocalco e nella finitura fuori linea; inchiostri ibridi nell'offset a foglio; in atmosfera di azoto inchiostri offset UV senz'acqua per la stampa di film in plastica, tessere, CD e a nastro stretto (etichette, confezioni) Polimerizzazione del legante a base di resina epossidica stimolata da raggi ultravioletti mediante fotoiniziatori che rilasciano cationi Polimerizzazione del legante a base di resina acrilica indotta da fasci di elettroni mediante la scissione di radicali Polimerizzazione, poliaddizione o policondensazione di due componenti leganti Irradiatore UV ad impulsi, eventuale irradiatore IR 4 Process 3 | 2006 Inchiostri a fotoreticolazione UV cationica e vernici nell'offset a foglio, nella stampa flessografica/offset a bobina a nastro stretto; inchiostri dual cure nell'offset a foglio Irradiatore di elettroni con inertizzazione in atmosfera di Inchiostri e vernici EB per offset a foglio, offset a bobina a nastro stretto e stampa flessografica azoto Eventuale addizione di solvente secondo il meccanismo di Inchiostri bicomponenti e per stampa su plastica per la serigrafia reazione Principi di essiccazione | Effetti dell'essiccazione La pratica ha dimostrato che, apportando calore, è possibile accelerare la progressione relativamente lenta del processo di polimerizzazione ed è per questo che varie macchine a più colori sono dotate di irradiatori all'infrarosso ed essiccatoi termoventilati, non solo per la verniciatura a dispersione in linea. Nelle macchine ibride, l'essiccazione e l'indurimento si svolgono in più fasi. Già in uno o più punti, tra le unità di stampa sono installati essiccatoi UV intermedi che essiccano in superficie lo strato inferiore d'inchiostro senza ostacolare la penetrazione delle particelle di olio. Nell'essiccazione finale, prima si immette calore per accelerare l'ossidazione, poi si procede allo irraggiamento UV. I gruppi di essiccazione finale ad innesto flessibile sono installati in un prolungamento doppio dell'uscita e nell'uscita stessa. In questo modo, alla vernice UV si concedono la corsa ed il tempo massimi per scorrere formando una superficie possibilmente liscia e molto brillante. Per la tecnologia ibrida, KBA ha messo a punto l'essiccatoio IR Carbon-Twin che può essere installato anche nelle macchine tradizionali (si veda l'articolo successivo). Reticolazione per irraggiamento con e senza fotoiniziatori Gli inchiostri e le vernici a fotoreticolazione UV nonché, in misura minore, gli inchiostri ibridi contengono siccativi denominati fotoiniziatori che sotto l'azione dell'irraggiamento UV si decompongono in molecole residue altamente reattive. Durante l'essiccazione, i fotoiniziatori organici, mirati per un determinato tipo di resina, liberano radicali a carica negativa oppure ioni poliatomici a carica positiva (cationi complessi). Questi prodotti di decomposizione reagiscono con i gruppi molecolari liberi delle resine innescando così il processo di polimerizzazione. I fotoiniziatori sono già incorporati negli inchiostri e nelle vernici e, quindi, occorre conservare le confezioni in un luogo protetto dalla luce. I fotoiniziatori sono considerati componenti relativamente aggressivi. Contrariamente agli inchiostri UV e come i detergenti ibridi, essendo presenti in bassa concentrazione negli inchiostri ibridi non richiedono particolari equipaggiamenti di protezione per i gruppi di stampa della macchina. Resta comunque un problema “sensoriale”, ossia il tipico odore dei fotoiniziatori che, dopo l'essiccazione, si riduce negli inchiostri e nelle vernici a fotoreticolazione UV radicalica e scompare completamente negli inchiostri a fotoreticolazione UV cationica. Attualmente, negli inchiostri ibridi e nelle vernici UV dell'offset a foglio confluiscono esclusivamente sostanze radicaliche. A partire da un determinato irraggiamento UV, il tempo di azione dell'essiccatoio UV finale è abbastanza lungo da indurire sufficientemente gli inchiostri e le vernici in pochi secondi. Le vernici a fotoreticolazione UV radicalica, inoltre, possono essere applicate anche con spessori maggiori rispetto a quelle cationiche, un argomento importante in termini di brillantezza. Le formulazioni cationiche avrebbero il vantaggio di continuare ad indurire anche dopo l'azione dei raggi UV e, quindi, di reticolarsi sempre completamente, cosa che però avviene rapidamente solo se lo spessore d'inchiostro è sottile, altrimenti può durare diverse ore. Inoltre, le elevate velocità di produzione richiedono durate di irraggiamento notevolmente maggiori e, quindi, occorrerebbe più di un essiccatoio UV finale, cosa che a sua volta riduce il tempo di dilatazione della vernice. Un aspetto degno di nota è la ricerca nel campo degli inchiostri cosiddetti “dual cure”, destinati solitamente ad applicazioni tradizionali (e che quindi non vengono sempre finiti come gli inchiostri ibridi) ma che, per velocizzare la lavorazione successiva, formano una superficie dura con una brevissima esposizione ai raggi UV ed essiccano per ossidazione/penetrazione. Se lo sviluppo avrà successo, questi inchiostri potrebbero consentire un terzo modo operativo sulle macchine ibride e costituire una valida alternativa alla verniciatura protettiva sulle macchine tradizionali per una lavorazione successiva più rapida. Gli inchiostri EB non necessitano di siccativi. L'irraggiamento è talmente “potente” che la polimeriz- zazione inizia senza radicali. A causa dell'azione germicida dell'irraggiamento ionizzante, questo procedimento viene adottato principalmente per imballaggi che richiedono un elevato grado di sterilità. Gli elevati costi di investimento non compensano il vantaggio che gli strati di inchiostro induriscono immediatamente su entrambi i lati anche se irradiati su uno solo. I coloranti non influiscono solo sull'aspetto I coloranti utilizzati negli inchiostri per offset a foglio sono esclusivamente pigmenti, ovvero cristalli organici ed inorganici con i rispettivi raggruppamenti (agglomerazioni) distribuiti uniformemente nel legante in forma insoluta. Tanto più grandi sono le particelle dei pigmenti e tanto maggiore è la loro concentrazione nel legante, quanto più rapida sarà l'essiccazione o l'indurimento dell'inchiostro. Oltre ai pigmenti coloranti sono disponibili anche pigmenti ad effetto (metallico, madreperla) integrati sia negli inchiostri che nelle vernici a dispersione. Gli inchiostri ibridi contengono pigmenti molto simili per concentrazione, agglomerazione e parametri chimici a quelli degli inchiostri standard e, quindi, si avvicina- no maggiormente agli inchiostri standard che a quelli UV e mostrano lo stesso comportamento di incremento del punto degli inchiostri standard. Contrariamente agli inchiostri UV, non occorre modificare le caratteristiche e, quindi, si semplificano enormemente l'introduzione della tecnologia ibrida nella pratica ed il passaggio dal modo operativo “convenzionale” a quello “ibrido”. Tuttavia, come per gli inchiostri UV, la tonalità cromatica del pigmento influisce sul risultato dell'essiccazione UV degli inchiostri ibridi: tanto maggiore la lunghezza d'onda, cioè più distante dallo spettro UV (quindi soprattutto giallo di quadricromia e colori rossi speciali), tanto minore sarà l'effetto dell'essiccazione UV. Il motivo è l'elevato assorbimento di fattori spettrali ultravioletti da parte delle particelle gialle e rosse del pigmento, che quindi riflettono meno radiazioni UV oscurando letteralmente le particelle adiacenti. Contrariamente agli inchiostri UV, gli inchiostri ibridi riescono a compensare questo effetto accelerando l'ossidazione prima dell'essiccazione UV finale. Tutto quello che dovreste sapere sugli inchiostri ibridi Effetti dell'essiccazione: sia per ossidazione/penetrazione che per reazione radicalica a fotoreticolazione UV – in sequenza o parallela; eventuali deficit di essiccazione UV (nei pigmenti gialli e rossi) vengono compensati per ossidazione Tecnologia dell’essiccatoio: a più livelli, da uno a due essiccatoi UV intermedi per l'asciugatura degli inchiostri ibridi,irradiatori IR ed essiccatoi termoventilati nel prolungamento dell'uscita per accelerare l'ossidazione degli inchiostri ibridi e della vernice a base oleosa, essiccatoio UV finale per inchiostri ibridi e vernice UV nell'uscita Formulazioni: sono disponibili inchiostri per stampa offset ad umido e senza acqua Pigmentazione: come gli inchiostri standard,sono disponibili colori di quadricromia e speciali Incremento del punto: come gli inchiostri standard (vantaggioso per il cambio del modo operativo); contrariamente agli inchiostri UV non occorre generare una caratteristica specifica Stampabilità: manipolazione ottimale, nessuna nebbia d'inchiostro Compatibilità dei materiali: innocui e semplici se lavorati con gli inchiostri ibridi KBA/FOGRA autorizzati e le rispettive vernici a base oleosa, vernici UV e detergenti compatibili per il modo ibrido nonché con rulli gommati standard e caucciù universali per il modo alternato convenzionale/ibrido Verniciabilità: diretta (cioè non solo su una sovrastampa di primer essiccata) con vernice UV; per ottenere effetti a contrasto lucido è possibile anche una combinazione di vernice a base oleosa e vernice UV Convenienza: più costosi degli inchiostri standard e UV ma più economici e versatili nell’applicazione Process 3 | 2006 5 Principi di essiccazione | I sistemi di essiccazione KBA Essiccatoi ad alta prestazione e innovativi Come KBA riesce a garantire un'elevata flessibilità e redditività con il sistema di essiccazione universale VariDry Soluzioni di essiccazione su misura per esigenze di finitura specifiche KBA è rinomata per le sue macchine customizzate, e le macchine per la stampa offset a foglio non fanno certo eccezione. Le macchine Rapida vengono configurate con moduli ottimizzati in base alle esigenze di ingegneria dei processi del cliente. In questo modo è possibile offrire la soluzione giusta sia alle aziende grafiche generiche che agli specialisti. Ovviamente, KBA fornisce anche agli specialisti una macchina customizzata che non solo sia in grado di soddisfare le esigenze specifiche richieste, ma che rappresenti sempre una soluzione altamente flessi- bile, perché tutti sanno che non esiste un ordine di stampa uguale all'altro. Inoltre, è proprio nell'essiccazione che si vede se la macchina è una combinazione ideale di processi oppure se il tipografo deve arrivare a compromessi in termini di qualità e redditività. Considerati questi aspetti, non c'è da stupirsi che KBA fornisca una soluzione di essiccazione ottimale anche per le macchine ibride e sia il numero uno nella finitura ibrida. Una soluzione di essiccazione è ottimale quando la macchina può essere regolata in modo esatto e flessibile in base alle diverse combinazioni di inchiostro e vernice. Per gli inchiostri ibridi, la finitura avviene con vernice UV o con vernice a base oleosa e UV, mentre nel modo operativo convenzionale gli inchiostri standard si possono sovrastampare con vernice a dispersione. A seconda della com- UV IR+TA Vista complessiva dell'essiccatoio VariDry su una macchina ibrida KBA Rapida 105 con essiccazione UV finale e sezione termica composta da irradiatori all’infrarosso (IR) e racla termoventilata (TA) binazione di vernici e dell'ordine variano anche le percentuali di verniciatura a zone e a piena copertura ed anche l'inchiostrazione massima può variare enormemente. Per questi motivi, su una Rapida ibrida è possibile configurare in modo ottimale essiccatoi intermedi nonché essiccatoi nel prolungamento dell'uscita e nell'uscita (vedi anche il riquadro “Macchina ibrida stan- dard”). Lo stampatore può scambiare tra loro irradiatori IR e UV e la racla termoventilata oppure integrarli negli innesti per i moduli. Da sempre rivolti ad una tecnologia all'avanguardia La tecnica di essiccazione ottimale non è preconfezionata. In stretta collaborazione con i produttori di essiccatoi AdPhos-Eltosch, Grafix continua a pagina 7 continua da pagina 5 Gli additivi conferiscono il tocco finale La complessità dei requisiti Oli, resine, siccativi, pigmenti: le possibilità di combinazione sono davvero tante e, ovviamente, non è possibile indicare con certezza le proprietà di stampabilità, essiccazione, adesività e ottiche. Per configurare con precisione gli inchiostri e le vernici in base a determinate condizioni di stampa e di essiccazione e ai diversi supporti di stampa si possono aggiungere altre sostanze, ovvero gli additivi. Queste sostanze chimiche impediscono, ad esempio, che l'inchiostro nel calamaio formi una pellicola o possa seccarsi sui rulli del gruppo inchiostratore; inoltre sono anche in grado di accelerare singoli effetti di essiccazione mediante catalizzatori ed altri siccativi. Gli agenti disperdenti aiutano gli oli a rivestire le particelle di pigmento ed impediscono la formazione di grumi, mentre i diluenti determinano la viscosità. Le sostanze che Le osservazioni finora illustrate mostrano quanto complesse siano le esigenze pratiche in termini di formulazione e tecnica di essiccazione e consentono di capire meglio quanto difficile sia ottimizzare le proprietà applicative degli inchiostri in genere e degli inchiostri ibridi in particolare. La stampa “ibrido” sull’etichetta di un fusto di inchiostro o di detergente, quindi, non garantisce una stampa o una finitura senza problemi. Se ne deduce che è assolutamente indispensabile utilizzare solo inchiostri, vernici e mezzi di produzione compatibili tra loro e consigliati da KBA oppure autorizzati da KBA e fogra. La finitura ibrida come soluzione factotum è possibile solo con una consulenza competente. 6 Process 3 | 2006 I pigmenti gialli e rossi negli inchiostri UV ed ibridi producono un'essiccazione peggiore rispetto ai pigmenti blu, verdi e neri. Gli inchiostri ibridi compensano questa mancanza con l'essiccazione ossidativa (foto e grafici: Kleeberg) influiscono sul pH, sulla tendenza all'emulsificazione e sulla tensione superficiale, tra cui anche gli oli siliconici e i rispettivi surrogati per la stampa offset senza acqua, ottimizzano le interazioni con il liquido di bagnatura, la superficie della lastra e la patinatura della carta. Gli agenti di coalescenza consentono la rapida diffusione degli strati di inchiostro e vernice applicati per conferire brillantezza, mentre le cere aumentano la capacità di scorrimento e la qualità della brillantezza. Ovviamente, a parte le cere, che non sono compatibili con le vernici UV, diversi di questi additivi sono contenuti anche negli inchiostri ibridi. Dieter Kleeberg Principi di essiccazione | I sistemi di essiccazione KBA La macchina ibrida standard di KBA e le sue opzioni 1 3 1 1 1 1 6 P 5 4 2 2 4 1 – Cinque gruppi inchiostratori per inchiostri standard ed ibridi: si possono utilizzare rulli gommati standard solo con i mezzi ed i mezzi ausiliari di produzione consigliati da KBA.Dopo i quattro inchiostri di quadricromia, nell'ultimo gruppo di stampa si può stampare un colore supplementare o una vernice a base oleosa per ottenere effetti a contrasto lucido.Per maggiore flessibilità, diversi utenti optano per l'installazione di un sesto gruppo inchiostratore supplementare. 2 – Un essiccatoio UV intermedio: tra l'ultimo gruppo di stampa e la torre di verniciatura occorre un irradiatore UV.Con più di cinque gruppi inchiostratori, alta copertura di colore e soggetti ad alta diffusione, velocità di produzione elevatissime e con la prestampa a bianco coprente o con colori metallici si consiglia di installare un secondo essiccatoio intermedio liberamente innestabile nella zona anteriore. Un essiccatoio intermedio dovrebbe disporre di un irradiatore da 160 - 200 W/cm ed essere possibilmente regolabile in continuo. 3 – Una torre di verniciatura con due circuiti di verniciatura separati: in questo modo si può passare comodamente da un tipo di vernice all'altro in caso di cambio dell'ordine. Ancor più rapido e comodo è il sistema accessorio di alimentazione della vernice completamente automatico per vernici a base acquosa e UV. Un sistema di pulizia integrato con programmi di lavaggio di durata regolabile pulisce in pochi minuti tutti i componenti di conduzione della vernice automaticamente e quasi senza pulizia manuale successiva.A queste condizioni,il cambio da vernice UV a vernice a dispersione o viceversa dura ca.10 minuti,tra vernici uguali (da UV a UV,da dispersione a dispersione) solo 1-2 minuti. 4 – Prolungamento dell'uscita: il prolungamento del percorso di scorrimento della vernice è dotato di un essiccatoio combinato (infrarossi e aria calda) utilizzato nella stampa di inchiostri standard e vernici a dispersione. 5 – Essiccatoio UV finale: dispone di tre irradiatori da 160 - 200 W/cm e, come l'essiccatoio intermedio, deve essere possibilmente regolabile in continuo per poter essere adattato in modo ottimale al supporto di stampa.Per evitare il cosiddetto effetto lastra di vetro, la barra di spolveratura (P) deve essere spostata in direzione frenafogli il più lontano possibile dall'essiccatoio UV. 4 e 5 insieme formano (dapprima sulla Rapida 105) l'essiccatoio VariDry. 6 – ACS: il sistema ACS (Air Clean System) è un optional estremamente utile che integra l'obbligatoria aspirazione dell’ozono nell’area degli irradiatori UV aspirando residui di ozono e particelle di pigmenti libere sopra la pila di uscita. e IST Metz, KBA è da sempre impegnata ad offrire ai propri clienti una tecnologia all'avanguardia affidabile e flessibile. Interfacce ed innesti per moduli sono stati ottimizzati, la corsa dei fogli è stata adattata alle dimensioni e alle prestazioni dei moduli di essiccazione. KBA ha avuto la possibilità di adattare i sistemi di essiccazione alla tecnologia della macchina e di fornirli con la sua tecnologia grazie ad un contratto di licenza del 2003 stipulato con la Air Motion Systems Inc., Golden/Colorado. Dalla Graphexpo del 2003 di Chicago, KBA detiene i diritti esclusivi per la produzione, lo sviluppo, la distribuzione e l'assistenza degli essiccatoi modulari UV, IR e termoventilati della società americana utilizzati nelle serie Rapida da 105 a 205. Il concetto di essic- catoio universale è commercializzato da KBA con il nome di VariDry. Come sempre, la gamma KBA comprende anche sistemi di essiccazione di altri produttori. potenza dei moduli sono liberamente configurabili e, quindi, possono essere scelti in base al supporto di stampa, al soggetto, al tipo di inchiostro, all'applicazione della vernice e alla velocità di produzione. In un primo momento, il VariDry verrà installato su tutte le macchine Rapida 105, successivamente anche su tutte le macchine ibride a formato medio, per poi essere esteso agli altri formati. Senza l'essiccazione UV finale, grazie al VariDry il prolungamento dell'uscita della nuova Rapida 105 può alloggiare 18 posizioni configurabili a piacimento, ovvero 7 per gli infrarossi e 11 per racle termoventilate. Un'altra novità è che i registri di riscaldamento dell'aria calda sono disposti direttamente su entrambi i lati dell'uscita. Dalla consolle di comando è possibile regolare l'aspirazione di aria calda in continuo. Con l'essiccazione UV finale, quindi anche sulle macchine ibride, gli ultime tre innesti sono occupati da irradiatori UV con una potenza rispettivamente da 160 a 200 W/cm. Anche la posizione di questi irradiatori può essere variata, cosa che si rende particolarmente utile con irradiatori di potenza diversa. Ogni irradiatore è innestabile e può essere sostituito anche dal personale addetto alla macchina. possono essere variate secondo il principio di essiccazione (UV, IR, termoventilazione), numero e VariDry – anche per le macchine ibride Con la produzione e l'evoluzione degli essiccatoi VariDry fino ai singoli moduli di essiccazione nello stabilimento di Radebeul, KBA può ampliare ulteriormente il proprio know-how nel settore della costruzione di macchine offset a foglio, in particolare nella conduzione del foglio nell'area dell'essiccatoio e nella scelta dei materiali e dei rivestimenti con la tecnologia di essiccazione. Lo si vede anche dall'elevata flessibilità applicativa degli essiccatoi VariDry: ordine e posizione dei moduli di essiccazione L'essiccatoio VariDry offre spazio per l'installazione di sette irradiatori IR Carbon-Twin Process 3 | 2006 7 Principi di essiccazione | I sistemi di essiccazione KBA Range di lunghezza d'onda nell'essiccazione IR La parte di acqua contenuta nello strato di vernice a dispersione viene portata ad evaporazione quando lo strato di vernice applicato assorbe le radiazioni all’infrarosso riscaldandosi fortemente. Tuttavia, l'acqua evapora quasi completamente solo se ad una lunghezza d'onda attinica* della vernice di ca.3000 nanometri viene irradiata una determinata quantità di energia. Secondo la legge dello spostamento di Wien** vale quanto segue: l'input energetico deve essere tanto maggiore quanto minore è la lunghezza d'onda del massimo di intensità di un raggio, cioè tanto più questa lunghezza d'onda si scosta dal valore ideale di 3000 nm nello spettro elettromagnetico. Pertanto, gli irradiatori IR ad onde corte sono meno idonei rispetto a quelli ad onde medie. Gli irradiatori alogeni IR ad onde cortissime (HIR) e gli irradiatori IR raffreddati ad acqua non vengono neppure presi in considerazione a causa del loro massimo di intensità nel range di infrarosso vicino (NIR a ca. 800 nm la luce rossa visibile si trasforma in irradiazione di calore invisibile).Il consumo di energia non sarebbe economico. Gli irradiatori IR ad onde corte (SIR) presentano un massimo di intensità di circa 1100 nm. Ciò comporta un enorme consumo di energia, poiché la distanza da 3000 nm è ancora notevole. Gran parte dell'energia apportata resta inutilizzata. Ridotta è anche la resa energetica relativa, ovvero il rendimento dell'evaporazione dell'acqua. Inoltre, l'irradiazione di calore inutilizzata provoca un riscaldamento indesiderato del supporto di stampa. Il diagramma grande mostra la ripartizione della radiazione spettrale S(λ) (curva dell'intensità) degli essiccatoi IR ad onde corte (SIR), rapidi ad onde medie (FMIR) e Carbon Twin (CIR), standardizzati sulla loro potenza di essiccazione riferita alla superficie. Dal grafico piccolo blu del grado di assorbimento spettrale relativo α (λ) per vernice a dispersione (massimo con una lunghezza d'onda di 3000 nm) si nota che il tipo Carbon Twin favorisce maggiormente l'evaporazione dell'acqua rispetto ad altri irradiatori IR (parte azzurra sotto la curva CIR). Inoltre, dalla curva di intensità si capisce che alla temperatura minima (solo 1200° C), cioè con il minore input energetico possibile, i CIR ottengono il risultato di assorbimento migliore, ovvero il rendimento più alto. (Fonte: Heraeus Noblelight) I massimi di intensità dei diversi irradiatori IR a onde medie vanno da circa 1500 a 2400 nm. Gli irradiatori funzionanti nel range dei 1500 nm si inseriscono molto rapidamente, ossia possono cedere la loro massima potenza di radiazione tempestivamente e reagiscono immediatamente ai segnali di comando. Nella pratica, questi “irradiatori IR a onde medie rapidi” (FMIR) vengono spesso abbinati a quelli ad onde corte (SIR) perché le loro curve di intensità nel range dei 3000 nm si completano favorevolmente.Il rendimento, però, resta ancora insoddisfacente.Gli irradiatori IR Carbon-Twin (CIR) possiedono un massimo di intensità di 2000 nm e si avvicinano maggiormente ai 3000 nm rispetto agli altri irradiatori indicati e non devono essere abbinati a irradiatori SIR.Inoltre,i CIR si inseriscono quasi altrettanto rapidamente quanto i FMIR.Una caratteristica unica è l'elevata densità di radiazione dei CIR ed è proprio questa caratteristica che manca ai lenti irradiatori IR ad onde medie (SMIR) che, altrimenti, con un massimo di intensità di 2400 nm fornirebbero un rendimento ancora maggiore. Gli irradiatori IR ad onde lunghe dovrebbero avere un'intensità massima compresa tra 5000 e 10.000 nm, cosa tecnicamente impossibile da realizzare. Carbon Twin IR – una nuova generazione di essiccatoi Racla termoventilata (sinistra) e irradiatore all’infrarosso Carbon-Twin (destra) possono essere innestati liberamente per adattare il sistema VariDry al prodotto e alla velocità di produzione in modo ottimale 8 Process 3 | 2006 *) La lunghezza d'onda attinica di una sostanza è la lunghezza d'onda alla quale nella sostanza si innescano reazioni chimiche o fisiche. Le vernici a dispersione ed altre sostanze contenenti polimeri o composte da polimeri, reagiscono in modo ottimale a radiazioni IR di 3000 nm. **) La legge dello spostamento di Wien della fisica delle radiazioni enuncia che il prodotto della lunghezza d'onda dell'intensità massima dell'irradiatore e della temperatura irradiata è sempre costante: T · λ= cost. Spostando la curva di intensità verso una lunghezza d'onda maggiore (nel nostro caso in direzione 3000 nm), l'andamento generale della curva si appiattisce, perché il valore dell'intensità in un prodotto costante deve essere minore. Quindi, se la temperatura massima o la potenza dell'irradiatore può essere più bassa,per un'essiccazione costante l'irradiatore ha bisogno di meno energia. Questo è l'effetto sfruttato dall'irradiatore IR Carbon-Twin Dopo il perfezionamento del concetto VariDry, KBA punta su una nuova tecnologia per l'essiccazione all'infrarosso. Utilizzando gli irradiatori Carbon-Twin è stata messa a punto una nuova generazione di essiccatoi IR con i quali KBA riesce ad aumentare notevolmente il rendimento dell'essiccazione all’infrarosso. Questa nuova soluzione innovativa incide notevolmente sul bilancio energetico di una macchina offset a foglio, perché finora gli essiccatoi IR consumavano una quantità di energia davvero inaccettabile. In linea di principio, i nuovi moduli di essiccazione IR si possono installare in un essiccatoio VariDry laddove occorra irradiare calore: per l'essiccazione dello strato di vernice a dispersione nelle macchine tradizionali e ibride nonché dello strato di primer nelle macchine a doppia verniciatura, ma anche per agevolare l'essiccazione ossidativa degli inchiostri standard, senz'acqua ed ibridi e l'evaporazione di solventi volatili in altri processi di stampa. Con una sorgente di irraggiamento insolita come il Carbon Twin, KBA intende soprattutto garantire un'evaporazione il più rapida e completa possibile delle parti di acqua delle vernici a dispersione con un input energetico minimale. Un rendimento così alto non è mai stato raggiunto prima. Principi di essiccazione | I sistemi di essiccazione KBA Tecnologia al carbonio – Massimo rendimento, minimo riscaldamento del supporto di stampa La Heraeus Noblelight GmbH di Hanau, in Germania, una società del gruppo metalli preziosi e tecnologie Heraeus Holding e produttore di speciali sorgenti luminose e di radiazione per diversi settori industriali, è il fornitore dell'irradiatore IR Carbon-Twin, disponibile solo dal 2002. Il termine “Twin” definisce la costruzione a cosiddetto irradiatore a tubo doppio, come anche la maggior parte degli altri irradiatori IR ad onde corte e medie. I suoi filamenti devono essere installati in due tubi paralleli per raggiungere la potenza complessiva desiderata sulla larghezza del formato. KBA utilizza tubi doppi con una potenza di 80 W/cm con filamenti che si riscaldano a 1200° C. La parte interna dei tubi in vetro al quarzo presenta un rivestimento in oro che riflette i raggi IR in modo ottimale. Il carbonio (Carbon) è il materiale dei filamenti. Un irradiatore IR Carbon (CIR) emette nello spettro degli infrarossi a onde medie e raggiunge la sua intensità massima ad una lunghezza d'onda di 2000 nanometri. Il CIR, quindi, rispetto agli altri essiccatoi si avvicina maggiormente alla lunghezza d'onda di 3000 nm a cui evapora completamente l'acqua contenuta nelle vernici a dispersione (vedi riquadro “Range di lunghezza d'onda ...”). Avvicinandosi maggiormente a questo valore ideale è logico che il CIR necessiti di meno energia sin dall'inizio per fare evaporare l'acqua. Dal minore input energetico e dalla minore quota di calore inutilizzato risultano un maggiore rendimento rispetto agli altri essiccatoi IR nonché un riscaldamento minimale del supporto di stampa. Inoltre, il nuovo CIR ad innesco rapido contribuisce in modo determinante alla stabilità del processo e all'assicurazione della qualità poiché viene regolato misurando la temperatura nella pila di uscita. Ma vi è un'altra peculiarità che qualifica il CIR all'applicazione nell'industria grafica: la sua densità di radiazione è talmente elevata, stabile ed omogenea che è possibile realizzare tubi doppi fino a tre metri di larghezza. Per l'impiego nella macchina offset a foglio più larga del mondo, la KBA Rapida 205, il CIR non ha ancora esaurito le sue riserve. Dieter Kleeberg L'essiccatoio UV finale nel sistema VariDry può alloggiare tre irradiatori UV intercambiabili con una potenza massima di 200 W/cm Per togliere un irradiatore UV, le connessioni per alta tensione, tensione di comando e raffreddamento ad acqua devono trovarsi in posizione di parcheggio Grazie agli attacchi ad innesto, gli irradiatori UV possono essere sostituiti dal personale in modo semplice e rapido Process 3 | 2006 9 Fondamenti di inchiostri e vernici | Interazioni Optare per una filosofia Partendo dalla gamma di produzione di un'azienda grafica, nella configurazione di una macchina da stampa sono decisivi i requisiti di adesività e compatibilità dei materiali che verranno utilizzati. Nella tabella è riportata una panoramica delle possibilità di combinazione di inchiostri, vernici e supporti di stampa funzionanti e praticate nonché la rispettiva configurazione di macchina idonea. Nella stampa di imballaggi, espositori ed etichette dove gli effetti di finitura superficiale visivi e tattili giocano un ruolo determinante, la verniciatura è perlopiù in linea. Nell'era del preibrido, lo stampatore poteva scegliere solo tra due filosofie diametralmente opposte: UV totale o doppia verniciatura. Oggi, anche grazie all'enorme lavoro di sviluppo di KBA, lo stampatore può optare per un'altra alternativa: l’ibrido. Filosofia “UV totale” Una brillantezza elevatissima può essere ottenuta con una produzione puramente UV, ovvero con inchiostri UV più verniciatura finale all’ultravioletto. In questo caso è utile un doppio prolungamento dell'uscita la cui lunghezza consenta alla vernice UV tempo sufficiente a formare una superficie omogenea e speculare. Tuttavia, una volta optato per una macchina puramente UV non è più possibile adottare un altro modo operativo. Filosofia della “doppia verniciatura” Chi desidera continuare a stampare con inchiostri standard senza rinunciare alla brillantezza delle vernici UV per determinati ordini, opta solitamente per una macchina con verniciatura doppia finale, perché per evitare o limitare al minimo il cosiddetto effetto drawback, prima della verniciatura UV finale occorre applicare uno strato di vernice a dispersione tra l'inchiostro offset umido e la vernice UV. Questo strato di sbarramento, chiamato primer, sigilla gli strati di inchiostro e dopo l'essiccazione intermedia IR e termoventilata forma un rivestimento di fondo su cui la vernice UV aderisce senza problemi. A causa delle due torri di verniciatura e delle due torri di essiccazione integrate tra queste, le macchine a doppia verniciatura sono lunghissime e costose, ma consentono di ottenere svariati effetti lucidi come le macchine UV. Così, per la finitura della vernice, invece di primer e UV si possono applicare due strati di vernice a dispersione per aumentare la brillantezza con uno strato di vernice omogeneo più spesso oppure con pigmenti speciali incorporati nella seconda torre di verniciatura. Tra le macchine a doppia verniciatura finale rientrano anche le configurazioni dotate di un gruppo di stampa flessografica a monte del primo gruppo di stampa offset più un essiccatoio intermedio per il fondo bianco coprente o ad effetto. Inoltre, le macchine possono essere equipaggiate anche per l'impiego di inchiostri UV. KBA ha già fornito macchine speciali Rapida di questo tipo. Questa insolita configurazione, proposta anche da Heidelberg (Speedmaster CD 102 Duo) e MAN (Roland 700 Ultima), è però interessante solo per un segmento di mercato molto ristretto. Filosofia “ibrido” Rispetto alle macchine UV, uno dei vantaggi delle macchine ibride è che riuniscono il meglio delle altre due filosofie e, pertanto, sono più versatili e richiedono una minore esperienza nel campo della tecnologia UV rispetto alle macchine puramente UV. Proprio per questo le macchine ibride sono ideali anche per i principianti. Solitamente, il grado di brillantezza degli inchiostri ibridi verniciati a UV supera nettamente quello delle verniciature doppie su inchiostri standard, avvicinandosi alle stampe puramente UV. Risultati stupefacenti si ottengono sulle macchine ibride con gli effetti matt/lucido che superano ampiamente il contrasto lucido della tecnologia drip off basata su vernici a termodispersione, per non parlare delle altre opportunità come gli effetti granulato/lucido. Il metodo ibrido riunisce diversi effetti di essiccazione: gli inchiostri ibridi si essiccano come gli inchiostri standard per ossidazione (e vengono parzialmente assorbiti dal supporto di stampa), tuttavia reagiscono all'azione dei raggi UV come gli inchiostri UV. Con questo metodo si può passare in qualsiasi momento al modo operativo convenzionale senza sostituire i rulli gommati, i caucciù e i moduli di essiccazione. Sulle macchine ibride si possono lavorare anche inchiostri standard e vernici a dispersione. Dieter Kleeberg Combinazioni di inchiostri, vernice e supporto di stampa adottate nella stampa offset a foglio Prestampa Serie di inchiostri 2. Vernice di sovrastampa Supporti di stampa Macchine KBA Vernice a base oleosa* 1. Vernice di sovrastampa per ossidazione/penetrazione — — Carte estremamente assorbenti Rapida — per ossidazione/penetrazione Vernice a base oleosa* — Carta, cartone Rapida, Rapida “Hybrid” — per ossidazione/ penetrazione** — Carta, cartone, (cartone ondulato) Rapida+L+ALV(2), Rapida “Hybrid”, Rapida 74 G+L+ALV(2) e 74 Karat+L+T — per ossidazione/penetrazione Vernice a base oleosa* (a zone) Vernice a dispersione drip off o twin effect (a piena copertura) Carta, cartone, cartone ondulato Rapida+L+ALV(2) — per ossidazione** Materiali plastici selezionati, substrati metallizzati Rapida+L+ALV(2), Rapida 74 G+L+ALV(2) e 74 Karat+L+T con opzione per stampa su plastica — per ossidazione/penetrazione Vernice a dispersione (primer) Vernice metallica a dispersione Carta, cartone, cartone ondulato (Vernice disp. ad effetto, bianco coprente)*** (Vernice disp. ad effetto, bianco coprente)*** (Vernice a dispersione ad effetto) per ossidazione/penetrazione Vernice a dispersione (primer) Vernice UV Carta, cartone, cartone ondulato fotoreticolazione UV Vernice metallica ad effetto Rapida+L+T+T+L+ALV2 (“doppia verniciatura”) Rapida L+ZT(+ZT)+c+L+T+T+L+ALV2 (“doppia verniciatura”) Rapida L+ZT(+ZT)+c+L+T+T+L+ALV2 (“doppia verniciatura”) Rapida L+ZT(+ZT)+c+UVZT+c++UVZT+L+ T+T+L+ALV2 (“doppia verniciatura”) — fotoreticolazione UV** Vernice UV — Carta, cartone, cartone ondulato, mate- Rapida+c+UVZT+c+UVZT+c++UVZT+ L+ALV2 rie plastiche selezionate, metallizzati, (“UV totale”) lamiera — Ibrido** (oss./penetr.+UV) Vernice UV speciale — Carta, cartone, cartone ondulato Rapida”Hybrid” — Ibrido** (oss./penetr.+UV) Vernice a base oleosa specia- Vernice UV speciale (a piena copertura) Carta, cartone, cartone ondulato le* (a zone) Rapida “Hybrid” Vernice a dispersione Vernice a dispersione speciale — per ossidazione/penetrazione Vernice a dispersione Vernice a dispersione, vernice a disper- Carta, cartone, cartone ondulato sione ad effetto Vernice UV o vernice a dispersione ad Carta, cartone effetto *) La vernice a base oleosa viene solitamente stampata con un gruppo di stampa offset, tutte le altre vernici con un gruppo di verniciatura; **) anche in formulazioni per offset senza acqua; ***) Prestampa in linea solo per macchine speciali; sigle della configurazione: c = “Colour” (gruppi di stampa offset), L = gruppo di verniciatura, T = gruppo di essiccazione, ZT = essiccatoio intermedio, UVZT = essiccatoio UV intermedio, ALV = prolungamento uscita con essiccatoio finale, ALV2 = doppio ALV,“Hybrid” = c(+UVZT)+c+UVZT+L+ALV2 10 Process 3 | 2006 Fondamenti di inchiostri e vernici | Interazioni Adesività e compatibilità degli strati di inchiostro e di vernice Nessun inchiostro è idoneo a tutti i supporti di stampa.Inoltre,in un processo di stampa e nobilitazione non è possibile utilizzare contemporaneamente inchiostri e vernici che si essiccano con metodi diversi. I tipi di inchiostro e vernice devono essere compatibili tra loro e con il supporto di stampa, la configurazione degli essiccatoi deve essere ottimale e non vi devono essere sprechi di energia. L’inchiostro deve aderire Un fondamento imprescindibile per una produzione di qualità è l’adesione ottimale dell’inchiostro al supporto di stampa. Purtroppo, alcuni credono erroneamente che una verniciatura possa rafforzare l’adesione dell’inchiostro al supporto. In verità, invece, la vernice aderisce soltanto agli strati di inchiostro e se questi non sono ancorati al supporto di stampa, si stacca insieme a loro. Pertanto, la scelta della serie di inchiostro deve basarsi in primo luogo sulle proprietà chimico-fisiche del supporto di stampa, ovvero sulla capacità di assorbimento, le caratteristiche di reticolazione (ruvidezza, tensione interfacciale) e la resistenza agli infrarossi e agli ultravioletti. Solo dopo aver esaminato queste caratteristiche si possono considerare altri requisiti come basso odore e sapore neutro. Alla fine si sceglieranno la vernice oppure il laminato e le carte speciali per impressioni. Anche qui la finitura deve aderire in modo ottimale agli strati di inchiostro, sia bagnati che asciutti. Per l’ulteriore finitura si dovrà verificare se lo strato di vernice consente di realizzare rilievi e cordonature senza problemi e se si può eventualmente stampare la carta per impressioni. Con le prestampe si può aumentare l’adesione dell’inchiostro al supporto di stampa, con una prestampa con vernice bianca coprente o a dispersione ad effetto su carta per etichette o cartone. Queste due fasi di lavoro servono in prima linea ad ottenere effetti speciali ma, dopo l’essiccazione intermedia, si crea un’imprimitura ideale anche per gli inchiostri successivi. Vernice a base oleosa e vernice UV nella finitura ibrida Le vernici a base oleosa, di semplice lavorazione, presentano diversi gradi di brillantezza, opacità e struttura e sono compatibili con gli inchiostri standard e gli inchiostri non resistenti agli alcali ed ibridi. In ogni caso si dovranno osservare le raccomandazioni dei rispettivi produttori per sapere quale vernice oleosa utilizzare con la serie di inchiostri in uso. L’impiego delle vernici oleose è andato via, via diminuendo a causa della colorazione propria e della tendenza generalizzata delle stampe ad ingiallire, della lunga durata dell’essiccazione, della necessaria spolveratura nonché dello spessore notevolmente inferiore rispetto alle vernici applicate con i gruppi di verniciatura. Tuttavia, grazie agli inchiostri ibridi, le vernici a base oleosa stanno tornando in voga. La loro applicazione si limita esclusivamente all’ottenimento di vari effetti a contrasto lucido a zone: la verniciatura a zone molto brillante si ottiene con la finestratura negativa del soggetto nella vernice oleosa: la vernice oleosa ancora umida viene completamente coperta in linea con la vernice UV ottenendo zone brillanti solo nei punti negativi, perché la vernice UV penetra nella vernice oleosa umida provocando un voluto effetto drawback. L’effetto vernice a zone si ottiene quindi dall’interazione di sistemi di vernice contrari ed è possibile anche nel registro offset. Effetti specifici possono essere creati sfruttando in modo mirato le diverse tensioni interfacciali delle varie vernici. Tanto maggiore la tensione interfacciale, tanto più marcato l’effetto granulato (cioè le strutture a grano reticolare) e viceversa, ovvero meno tensione, più opacità. I risultati sono discreti, ma non si avvicinano a quelli della verniciatura UV matt. Vernici a base oleosa e a dispersione Fenomeni interfacciali simili a quelli con la vernice a base oleosa più vernice UV si verificano anche nella verniciatura drip off e twin effect. Nel metodo “drip off” si utilizzano una vernice oleosa matt che aderisce bene agli inchiostri standard ed una vernice a dispersione speciale che deve essere riscaldata con un riscaldatore, perché “gocciola” dalla vernice oleosa solo se applicata a caldo. Con le vernici “senolith twin effect” della Weilburger Graphics non occorre riscaldare la vernice a dispersione. Poiché, però, la vernice a dispersione non raggiunge valori di brillantezza elevati come la vernice UV, il contrasto lucido ottenibile con i metodi “drip off” e “twin effect” è nettamente inferiore a quello degli inchiostri ibridi. Il metodo ibrido è sicuramente la scelta migliore per chi stampa frequentemente con effetti a contrasto lucido. Vernice a dispersione da sola o con vernice UV Oggi la verniciatura a dispersione è l’applicazione in linea più adottata. Sotto l’azione dell’infrarosso e dell’aria calda evapora in frazioni di secondo fino al 90% della base acquosa, almeno nelle vernici protettive; le vernici a dispersione per effetti matt o lucidi o le vernici con pigmenti ad effetto incorporati non essiccano così velocemente. Dopo l’evaporazione dell’acqua, gli acrilati finemente distribuiti formano immediatamente un film solido, pertanto la vernice a dispersione è sempre più utilizzata anche per un rapido finissaggio delle stampe. Spolveratura e ingiallimento sono inevitabili. In genere sono pochi i tipi di inchiostro non compatibili con la vernice a dispersione, ad esempio quelli resistenti agli alcali. Che cos’è l’effetto drawback? L’effetto drawback,ovvero l’improvvisa perdita di brillantezza,è il motivo principale per cui esistono macchine a doppia verniciatura. Questo effetto si presenta quanto la vernice UV viene applicata umido su umido su inchiostri offset standard. Lo strato di vernice ermetico all’aria impedisce l’essiccazione ossidativa degli strati di inchiostro ancora bagnati. Alcuni componenti dell’inchiostro vengono comunque assorbiti dal supporto di stampa, ma altri si legano alla vernice, che apparirà tanto più opaca quanto maggiore è la presenza di inchiostro. Per questo, prima della vernice UV viene applicato un primer. Questo strato di vernice a dispersione impedisce il contatto tra l’inchiostro e la vernice UV e, in seguito all’essiccazione intermedia IR ad aria calda tra la verniciatura a dispersione e UV, contribuisce ad aumentare la brillantezza.Se lo strato di primer non è sufficientemente asciutto, però, l’effetto drawback può verificarsi ugualmente. Con gli inchiostri ibridi che reagiscono anche alla fotoreticolazione UV,l’effetto è pressoché impossibile. Process 3 | 2006 11 Fondamenti di inchiostri e vernici | Interazioni Bagnatura e distensione con il superamento delle tensioni interfacciali tono uno scorrimento della vernice rapido e senza strutture sugli strati di inchiostro o direttamente sul supporto di stampa. Gli additivi antischiuma non solo garantiscono una quantità di vernice costante ed una applicazione priva di bolle, ma favoriscono anche l’omogeneità del film di vernice.Una resistenza ottimale della vernice liquida al taglio consente un’applicazione perfetta anche ad elevate velocità di produzione.Tuttavia si possono verificare anomalie di bagnatura la cui causa non è facilmente spiegabile. Si può trattare, ad esempio, di finissimi fori a puntura di spillo nello strato di vernice. Per ottenere un’adesione ottimale di tutti gli strati di inchiostro e vernice, questi devono essere applicati in un gradiente di tensione interfacciale. Il supporto (patinatura della carta almeno 35 mN/m, plastica 38 mN/m) o il primer devono presentare la massima tensione interfacciale, l’inchiostro una tensione media e la vernice una tensione minima. Le tensioni interfacciali e superficiali sono il risultato delle forze di attrazione tra le molecole. Grafico: Schmid Rhyner Le forze di attrazione tra le molecole di un mezzo (supporto di stampa, superficie della lastra, inchiostro, vernice, liquido di bagnatura, aria) assicurano la coesione del mezzo (forma solida,gocce).A contatto con un altro mezzo (ad es. inchiostro su lastra, vernice su inchiostro), sulle interfacce dei due mezzi si innescano interazioni che vengono dominate tensioni interfacciali. Se uno dei mezzi è l’aria, per il mezzo più denso si parla anche di tensione superficiale. L’unità di misura SI è 1 millinewton al metro (1 mN/m), che corrisponde alla vecchia unità di 1 dina/cm. Addirittura con gli inchiostri UV è adatta come vernice di prestampa e ad effetto. Inoltre, si utilizzano vernici a dispersione speciali, cosiddette vernici blister, per incollare film sagomati sul supporto di stampa (perlopiù cartone o cartone pieno). L’applicazione di vernice a dispersione è necessaria con le macchine a doppia verniciatura, dove funge da strato di sbarramento tra gli strati bagnati di inchiostro ad essiccazione ossidativa e la vernice UV. In questo modo si cerca di evitare un effetto drawback (vedi riquadro) aumentando allo stesso tempo la brillantezza dello strato di vernice UV. Una leggera spolveratura può essere necessaria, spesso però se ne fa a meno. In ogni caso si dovranno impiegare solo combinazioni di vernice a dispersione e UV autorizzate dal produttore. Alternative alla verniciatura UV finale sono una seconda verniciatura a dispersione o la laminazione con film, la cui qualità aumenta con il primer. 12 Process 3 | 2006 Per il suo carattere molecolare dipolare, l’acqua presenta una tensione interfacciale elevatissima, come si nota dalla sua tendenza a formare gocce e a scivolare sulle superfici lisce. Nel liquido di bagnatura della stampa offset, la tensione interfacciale dell’acqua viene ridotta con alcol isopropilico o surrogati per ottenere una bagnatura ottimale della lastra, cioè il completo spandersi dell’acqua nelle parti non-stampanti. Aggiungendo mezzi di bagnatura e distensione, i produttori delle vernici a dispersione e UV a bassa viscosità raggiungono lo stesso effetto di spandimento. Questi mezzi consen- Vernice UV su inchiostri UV ed ibridi Gli effetti ad alta brillantezza delle vernici a fotoreticolazione UV sono ottimi e sono ancora migliori se le vernici vengono applicate su inchiostri UV ed ibridi invece che con la doppia verniciatura. La lucidezza e la durezza dello strato di inchiostro possono essere tali da produrre il cosiddetto effetto lastra di vetro (vedi riquadro). L’immediato indurimento degli inchiostri UV e dello strato di vernice UV consente il finissaggio delle stampe anche se, come può avvenire nel caso degli inchiostri ibridi, gli strati di inchiostro sottostanti non si sono completamente essiccati. Dopo l’essiccazione, le vernici UV migrano poco o affatto e sono resistenti al bloccaggio, all’abrasione, agli alcali, agli agenti chimici e al calore. Oltre ad adattarsi in modo ottimale al tipo di inchiostro (UV, ibrido), le vernici UV sono disponibili in formulazioni da impressione e da incollaggio. Il vantaggio principale degli inchiostri e delle vernici UV è la stampa di substrati non assorbenti, come Affinché un mezzo liquido non sagomato (2) possa bagnare la superficie sagomata di un mezzo solido (1) per spandimento, la tensione interfacciale del mezzo 1 deve essere maggiore di quella del mezzo 2 (schema in basso), altrimenti il mezzo 2 scivola via (schema in alto) Grafico: Weilburger Graphics pellicole di plastica e lamiera, ma l’applicazione principale è nella stampa delle scatole ripiegabili, dove è importante la neutralità organolettica. Essendo prive di solventi, le sostanze a fotoreticolazione UV soddisfano pienamente i requisiti di neutralità di sapore e, se correttamente utilizzate, anche l’odore è estremamente ridotto. Come gli inchiostri standard, anche quelli ibridi aderiscono ottimamente a carta, cartone, cartone pieno e ondulato. Su questi supporti, infatti, possono soppiantare completamente gli inchiostri UV che presentano diversi svantaggi. Come gli inchiostri UV, gli inchiostri ibridi possono essere verniciati direttamente con vernice UV, cioè, al contrario degli inchiostri standard, non occorre alcuno strato di primer tra inchiostro e vernice UV. Poiché gli inchiostri ibridi, come gli UV, hanno già raggiunto un certo grado di essiccazione con l’essiccazione UV intermedia, la vernice UV può aderire senza problemi al film che si è formato. Scelta degli inchiostri ibridi più adatti Per la scelta degli inchiostri ibridi idonei si devono osservare le raccomandazioni del produttore della macchina da stampa e del fogra. Oltre a perfetta stampabilità, buona lavabilità e, ovviamente, compatibilità testata con rulli e caucciù, lo stampatore può essere sicuro che gli inchiostri autorizzati sono resistenti alla verniciatura, ovvero ai solventi e agli alcali come da norma DIN 16524 e non contengono ritardanti di essiccazione né sono altamente resistenti all’abrasione. Pertanto, lo stampatore non dovrà aggiungere additivi, che potrebbero sempre essere fonte di rischi imprevedibili. Per la stampa è necessario un corretto dosaggio degli additivi nel liquido di bagnatura. Normalmente non occorre spolveratura e laddove sia richiesta si dovrà scegliere una polvere a grana fine in base alla verniciatura. Supporti di stampa idonei sono solo carte, cartoni e cartoncini satinati a basso assorbimento. Fondamenti di inchiostri e vernici | Interazioni Da una grammatura di 120 g/m2, prima di piegare si deve cordonare, quindi va osservata la direzione delle fibre parallela alla cordonatura. Al supporto di stampa servono almeno dodici ore di condizionatura in sala stampa. Scelta delle vernici UV più adatte Il fattore decisivo per la velocità di indurimento e l’adesione sia della vernice sull’inchiostro che dell’adesivo o della carta per impressioni sulla vernice, è la formulazione della vernice, perché la reattività delle vernici UV varia a seconda che si tratti di vernici per impressione e incollaggio oppure no. Inoltre, le vernici UV per inchiostri ibridi si distinguono dalle vernici UV per applicazioni di verniciatura doppia o puramente UV. L’adesione della vernice UV all’inchiostro dipende dalla presenza o meno di lubrificanti tensioattivi nell’inchiostro (ad esempio siliconi o cere) che possono ridurre talmente la tensione interfacciale dell’inchiostro da impedire alla vernice di scorrere nella qualità desiderata. Gli inchiostri ibridi per l’offset senz’acqua, quindi, rappresentano una vera sfida per i produttori di vernici. All’ultimo meeting degli utenti della tecnologia ibrida tenutosi ad aprile 2005, però, KBA ha dimostrato che anche per questo esistono già soluzioni attuabili. Anche la vernice UV dovrebbe contenere poco silicone o esserne priva. Il silicone rende la vernice UV standard più resistente all’incollaggio, come dimostrato dalla “prova del nastro adesivo”, ma a causa delle anomalie di bagnatura ne risente la qualità del contrasto lucido. Le vernici UV speciali contrassegnate sull’etichetta come “idonee all’incollaggio” non contengono silicone e sono da preferire alle vernici miscelate in azienda (a parte ciò, la finestratura delle superfici di incollaggio nella lastra di verniciatura è sempre più sicura dell’incollaggio di superfici verniciate). Aggiungere una piccola dose di silicone è consigliabile nella verniciatura UV bilaterale per evitare l’effetto lastra di vetro nel finissaggio che blocca il materiale tagliato durante il taglio di rifilatura. Solitamente, l’effetto lastra di vetro può essere evitato anche con una leggera spolveratura o una idonea verniciatura parziale. Un altro rimedio consiste in un taglio tempestivo, prima che tra i fogli evacui l’aria a causa del raffreddamento della pila. Fatale è quando la scelta di una vernice UV non idonea provoca la corrosione degli strati di inchiostro. Per cautelarsi da tali sorprese, con una nuova combinazione inchiostro-vernice basta seguire sempre le raccomandazioni del produttore. La maggior parte dei produttori di vernici è disposta a testare la compatibilità della vernice con gli inchiostri mediante verniciature di prova nonché a modificare la vernice stessa. Per quanto riguarda la viscosità della vernice UV, basandosi sulle esperienze raccolte dagli utenti della Rapida e dal centro prove di Radebeul KBA consiglia quanto segue: si devono utilizzare vernici UV con una viscosità dimostrata di 70 s (bicchiere di deflusso DIN). L’inchiostrazione deve avvenire ad una velocità di deflusso di 50 s; la Che cos’è l’effetto lastra di vetro? Sulle carte lisce, quindi anche verniciate a UV (e soprattutto con la verniciatura UV bilaterale) si può presentare l’effetto lastra di vetro. Questo effetto fa sì che sia quasi impossibile staccare il foglio appoggiato sulla pila da quelli sottostanti, quindi la pila è bloccata. Venendo eliminata tutta l’aria tra le superfici dei fogli appoggiati uno sull’altro, si genera un vuoto spinto che ricorda l’effetto ventosa tra due lastre di vetro a contatto. Una spolveratura leggera, il taglio tempestivo della pila calda ancora ricca di aria ed una verniciatura parziale (strisce rosse) possono contrastare questo effetto. riduzione della viscosità si ottiene riscaldando con il sistema di termostatizzazione della vernice. Dieter Kleeberg Sistemi di verniciatura con racla a camera, rulli anilox e lastre di verniciatura Tipo di sistema di verniciatura: i tempi dei sistemi a due rulli sono ormai passati. Oggi, con un sistema a rulli anilox e racla a camera è possibile ottenere spessori di vernice maggiori. Questa tecnologia derivata dalla stampa flessografica risolve i problemi di bassa viscosità delle vernici a dispersione e UV ed,inoltre,consente di stampare vernici con una concentrazione maggiore di pigmenti ad effetto. Rullo anilox: in fin dei conti è il volume di immersione del rullo anilox a determinare lo spessore di vernice.Per un esatto dosaggio della vernice, lo stampatore deve assicurarsi che il rullo anilox sia sempre libero da residui di vernice secca. La scelta della “retinatura” della superficie del rullo dipende dall’utilizzo della vernice.La Praxair Surface Technologies,partner di KBA nella dotazione del sistema di verniciatura, consiglia la retinatura esagonale standard solo ancora per vernici con pigmenti metallici. Per tutte le altre vernici a dispersione e UV si utilizzano strutture aperte che si distinguono per l’applicazione della vernice in assenza di schiuma. Le scanalature elicoidali incise “senza fine”, ad esempio, non sono già più l’ultimo ritrovato tecnico. Un’alternativa molto amata è la cosiddetta struttura ART (“Anilox Reverse Technology”),un retino negativo,per così dire,in cui non sono presenti cellule bensì “isole”che formano una rete di canali e gole in cui si raccoglie la vernice (vedi grafico).Per le verniciature molto brillanti, la struttura ART viene spesso combinata alla struttura TIF (“Thin Ink Film”) deformandosi in una direzione. La tabella riporta indicazioni per la scelta del rullo anilox nel gruppo di verniciatura di una macchina ibrida per vernice a dispersione (modo convenzionale) e vernice UV (modo ibrido). Grazie al proprio know-how pluriennale nel settore della tecnica dei gruppi inchiostratori senza viti, KBA è l’unico costruttore di macchine da stampa a produrre in proprio rulli anilox per gruppi inchiostratori senza viti del calamaio presso lo stabilimento di Radebeul. Lastra di verniciatura: per lavori di verniciatura complessi si ricorre ad una lastra flexo polimerica, solitamente prodotta da fornitori esterni. Per la maggior parte dei lavori di verniciatura,però,bastano anche lastre più economiche, ovvero matrici di taglio polimeriche ritagliate fuori dalla macchina con un plotter di taglio o manualmente, oppure composte da caucciù per verniciatura. Questi ultimi vengono utilizzati soprattutto per le verniciature a piena copertura e possono restare nella macchina per più ordini. Inoltre, essi possono essere impiegati anche per verniciature a zona semplici ritagliando le parti non-stampanti dalla gomma di copertura, cosa possibile sia manualmente (nella macchina) che con un plotter di taglio. I caucciù per verniciatura sono costruiti come i caucciù normali ma la loro superficie non tende ad accumulare vernice. Quando si scambiano i caucciù per verniciatura con le lastre occorre compensare la differenza di altezza. Struttura Frequenza strutturale Angolazione Volume di immersione Applicazione del rullo anilox ART 120 L/cm 45° 9 cm3/m2 Vernice UV e a dispersione su carta fino a 170 g/m2 ART 120 L/cm 45° 13 cm3/m2 Vernice UV e a dispersione su cartone ART/TIF 100 L/cm 45°/75° da 16 a 20 cm3/m2 Vernice a dispersione per verniciatura molto brillante ART/TIF da 100 a 80 L/cm 45°/75° da 18 a 22 cm3/m2 Vernice UV per verniciatura molto brillante Process 3 | 2006 13 Fondamenti di inchiostri e vernici | Interazioni Qual è il metodo di prova giusto? Controllo dell’indurimento ottimale della vernice UV su inchiostri ibridi . Prima che una determinata combinazione di supporto di stampa, serie di inchiostri ibridi e vernice UV possa essere utilizzata per la prima volta,occorre stabilire la regolazione ottimale dell’essiccatoio UV finale.Anche poco prima di iniziare la stampa è consigliabile controllare ancora una volta l’indurimento e l’adesione della vernice,soprattutto se sotto la vernice UV vi sono estese aree coperte.“Regolazione ottimale”significa sempre non utilizzare più energia del necessario, altrimenti non solo si provocano spese inutili, ma l’elevato sviluppo di calore di un irraggiamento UV eccessivo causa anche l’infragilimento e l’emissione di odore della vernice UV e dello stampato,a volte anche la rottura della patinatura con la successiva piegatura.Le prove non servono per le vernici a fotoreticolazione UV cationica,poiché queste aderiscono a tutti i materiali ed essiccano completamente dopo un solo impulso UV.Le vernici UV utilizzate attualmente insieme agli inchiostri ibridi, tuttavia, induriscono tutte per reazione radicalica come gli inchiostri. Per calcolare i valori limite e trovare la potenza di irraggiamento ottimale, gli stampatori adottano nella pratica diversi metodi di prova che,però,non sono tutti standardizzati e,quindi,dipendono sempre dall’esperienza personale dello stampatore.Inoltre,l’attendibilità delle prove non è sempre certa,dipende dalla specifica della vernice (resistente all’impressione e all’incollaggio oppure no). Prova con il dito La “prova con il dito” fornisce risultati affidabili e rapidi. Graffiando con un’unghia o un oggetto idoneo (da utilizzare anche per le prove successive) si determina la durezza della superficie della vernice e se il film di vernice aderisce agli strati di inchiostro in modo sufficientemente resistente allo sfregamento. In termini di rapidità del finissaggio delle stampe, questa prova è sufficientemente attendibile. La capacità di scorrimento della vernice può essere controllata manualmente e rapidamente anche spingendo alcuni fogli della pila uno contro l’altro con più o meno forza. In questo modo, lo stampatore nota anche se i fogli si bloccano a causa di un’eccessiva lucidezza (“effetto lastra di vetro”). Prova al talco La resistenza ai graffi si può stabilire anche con la “prova al talco”, un po’ più complessa. Due fogli vengono verniciati a UV, uno si tiene a disposizione, l’altro passa nuovamente nella macchina, senza nuova verniciatura, sotto l’essiccatoio UV finale. Infine lo stampatore distribuisce una polvere fine (talco, borotalco per bambini) su entrambi i fogli e la strofina via di nuovo. Se su entrambi i fogli resta talco, significa che la potenza UV è insufficiente. Se resta talco solo sul film di vernice essiccato una volta, l’essiccazione è prossima al valore limite di irraggiamento desiderato, ma non è ancora sufficiente. Così ci si può avvicinare gradualmente al valore ottimale. Alcuni stampatori conducono questa prova con un solo foglio e coprono una metà del formato al secondo passaggio nell’essiccatoio UV finale. 14 Process 3 | 2006 forza di sfregamento non sono definiti, questo metodo è alquanto inaffidabile. Test chimico di laboratorio Sino ad un determinato spessore dello strato di inchiostro (misurabile con la densità della tonalità massima DS, un parametro non lineare per lo spessore), gli inchiostri UV essiccano a sufficienza, oltre questo valore non più e, quindi, occorre aumentare la potenza dei raggi UV. Per gli inchiostri ibridi che essiccano anche per ossidazione/penetrazione, lo spessore critico è superiore Fonte: RadTech Prova del nastro adesivo Tra gli stampatori ibridi e UV è molto diffusa la “prova del nastro adesivo”. Poiché i nastri adesivi si differenziano per larghezza e adesività, anche qui non è possibile stabilire condizioni di prova ripetibili né ottenere risultati comparabili tra loro. Inoltre, la velocità di strappo del nastro adesivo dalla superficie della vernice dipende unicamente dalle abitudini dello stampatore. Con la prova del nastro adesivo si definisce l’adesione della vernice UV sugli strati di inchiostro ibrido e, quindi, indirettamente, l’indurimento. Più precisamente, però, si determinano le relazioni tra le diverse forze, perché dapprima si nota solo se la forza di adesione della vernice UV sul nastro adesivo è maggiore o inferiore che sull’inchiostro, ma lo stampatore vuole davvero sapere se la vernice può aderire meglio di un adesivo? Per la vernice UV con un tenore di silicone di 1-2% si rileverà certamente una maggiore resistenza rispetto ad un nastro adesivo, e quindi la prova è utile soprattutto per queste miscele di vernice; tuttavia, l’aggiunta di silicone alla vernice UV comporta svantaggi che, tendenzialmente, si possono evitare utilizzando vernici speciali. Inoltre, staccando il nastro adesivo, invece della vernice si possono anche rompere la patinatura della carta o gli strati di inchiostro. Ciò lascerebbe supporre un’essiccazione e un’adesione della vernice ottimali, ma lo stampatore arriverebbe a conclusioni sbagliate sulle forze di adesione tra inchiostro e carta o sulle forze di coesione all’interno degli strati di inchiostro e della patinatura. Pertanto, la prova sembra illogica e può causare più dubbi che certezze. Prova dell’acetone Anche con la “prova dell’acetone” lo stampatore non controlla l’indurimento superficiale della vernice UV, bensì la sua essiccazione in profondità e, quindi, la sua adesione all’inchiostro. Con questa prova si strofinano con un panno imbevuto di acetone le superfici verniciate di due fogli. Infine, strofinando una contro l'altra le due superfici verniciate bagnate di acetone, gli strati di vernice non devono spostarsi. Si ottiene un risultato utilizzabile solo con le normali vernici UV, ma non con le vernici per impressioni e incollaggio, che non si lascerebbero spostare nemmeno se l’indurimento non fosse completo. Per questo motivo, e poiché la quantità di acetone, il tempo di azione e la Le tipografie che devono testare numerose applicazioni e supporti di stampa di difficile lavorazione, soprattutto nel settore del packaging, ricorrono spesso al proprio laboratorio. Qui, infatti, si possono condurre test complessi e più approfonditi che uno stampatore non riuscirebbe ad eseguire su due piedi sulla macchina. Presso il laboratorio, una tipografia di questo tipo condurrà anche altre prove oltre ai test di indurimento, e quindi l’investimento risulta sensato. L’analisi chimica della fotoreticolazione UV della vernice avviene in condizioni riproducibili. Le varie colorazioni dello strato di vernice ottenute con una soluzione di agenti chimici colorati, utilizzata esattamente secondo le indicazioni del produttore, fornisce informazioni esatte. Dieter Kleeberg Controllo dell’adesione e dell’indurimento completo della vernice UV su un’area di inchiostro ibrido con la “prova del nastro adesivo”: qui si verifica davvero solo il distacco dello strato di vernice o anche una rottura indesiderata dello strato di inchiostro o della patinatura? Foto: VEGRA Tecnologia UV | Irradiatori UV Irraggiamento UV nel punto giusto e con un dosaggio ottimale Nella stampa puramente UV, come pure nella finitura ibrida, il fattore decisivo è l’esatto dosaggio dell’irraggiamento UV. Per garantirlo, gli irradiatori devono presentare una caratteristica spettrale idonea, essere posizionati correttamente come essiccatoi intermedi o raggruppati nell’essiccazione finale ed il dosaggio delle radiazioni deve essere ottimale e indurire inchiostro e vernice rapidamente senza un input energetico eccessivo. Inoltre si devono considerare anche l’azione dei raggi IR collaterali sul supporto di stampa e l'indurimento. Gli utenti della macchina KBA Rapida possono optare per l’essiccatoio KBA VariDry o le Distribuzione spettrale relativa delle radiazioni (spettro di emissione) di una lampada al quarzo a scarico di gas a mercurio e rispettivo spostamento di lunghezza d’onda da UV-C fino al campo della radiazione visibile (luce). La caratteristica identificativa del vapore di mercurio è il picco massimo a 365 nm. Lampade con picchi bassi nel campo UV-C generano quantità ridotte di ozono nell’aria circostante. Qui non rappresentati, i picchi nel range di infrarosso vicino (da 700 a 1000 nm) soluzioni di altri produttori. La stampa con inchiostri e vernici a fotoreticolazione UV richiede grande esperienza. Se si utilizzano inchiostri ibridi e vernice UV, non è indispensabile disporre di un grande bagaglio di esperienza nel campo UV e, quindi, la finitura ibrida non è solo un’alternativa alla produzione UV, ma consente di passare con facilità al metodo “UV totale”. Anche l’utente dell’ibrido, però, deve disporre di alcune nozioni basilari sulla tecnologia UV. C’è ultravioletto e ultravioletto Il campo invisibile a onde corte che si allaccia ai raggi violetti visibili nello spettro d’onda elettromagnetico a circa 380 nanometri viene definito “ultravioletto”. Questo campo arriva a circa 100 nm e si divide in tre “norme UV”: UV-A (onde lunghe), UV-B (onde medie) e UV-C (onde corte). Questi standard svolgono funzioni diverse nell’indurimento di vernici e inchiostri UV e di inchiostri ibridi (si veda la tabella), pertanto la caratteristica spettrale degli irradiatori UV, ossia lo spettro di emissione, deve essere adattata all’applicazione specifica. Attualmente, come sorgenti UV si utilizzano solo lampade a scarico di gas: i loro bruciatori in vetro di quarzo sono riempiti con vapore di mercurio oppure un vapore di alogenuro (solitamente un legame di iodio). Negli essiccatoi UV si preferiscono i vapori di mercurio, mentre nella produzione delle lastre da stampa di utilizzano lampade ad alogenuro metallico ad alta pressione. La pressione interna al bruciatore determina l’accentuazione dei picchi ad andamento ripido nella curva di emissione. Questi picchi esprimono una maggiore intensità di radiazione rispetto alle lunghezze d’onda adiacenti. Per un elevato rendimento di indurimento degli inchiostri ibridi e della vernice UV, quindi, è logico che alcuni picchi si trovino nel campo di sensibilità spettrale dei fotoiniziatori (UV-C), mentre altri nei campi di continuazione della reazione (UV-B) e dell’azione in profondità (UV-A). Per un adattamento ottimale, i produttori di irradiatori spostano lo spettro di emissione nel campo di lunghezza d’onda desiderato dotando gli elettrodi di atomi di metalli nobili, ad esempio il gallio. Inoltre, le lastre di vetro di quarzo tra irradiatore e supporto di stampa filtrano le lunghezze d’onda perturbatrici. Suggerimento:“rinfrescare” gli UV-C Il campo UV-C è caratterizzato da pochi picchi ed è il “punto debole” della tecnica a irraggiamento UV perché, con il passare delle ore di funzionamento, lo spettro di emis- sione migra nel campo ad onde lunghe. Durante questo processo di invecchiamento, quindi, occorre sempre più energia per iniziare la polimerizzazione. La durata di una lampada UV indicata dal produttore non è mai identica a quella di utilizzo. È vero che anche nel campo UV-C alcuni picchi si spostano dal campo passivo vicino ai raggi X al campo che partecipa attivamente all’indurimento, ma questa “fodera” non compensa a sufficienza le perdite di invecchiamento. Come formula empirica vale che, con il tempo, l’applicabilità ottimale di un irradiatore UV si sposta dal campo UV-C al campo UV-B al campo UV-A. Da qui il nostro consiglio: sostituite sempre il primo dei tre irradiatori nell’essiccatoio UV finale del prolungamento dell’uscita. Alla prossima sostituzione lo inserirete nella posizione intermedia, Significato degli standard e delle ottave UV per la fotoreticolazione UV Norma UV Lunghezze d’onda Effetto nella fotoreticolazione UV Ambiente, salute UV-A (onde lunghe) 380 … 315 nm penetra strati spessi di inchiostro e vernice Invecchiamento della pelle, abbronzatura più rapida UV-B (onde medie) 315 … 280 nm mantiene la polimerizzazione radicalica Scottature, abbronzatura prolungata UV-C (onde corte) 280 … 100 nm inizia la polimerizzazione radicalica e cationica con la scissione dei fotoiniziatori Generazione di ozono Ottava UV Lunghezze d’onda Campi di utilizzo degli irradiatori nella fotoreticolazione UV Differenziazione UV-1 (“UV quarzo”) 400 … 200 nm campo attivo; inizia e agevola la polimerizzazione 400/300 nm “UV vicino”, 300/200 nm “UV lontano” UV-2 (“UV sottovuoto”) 200 … 100 nm campo passivo;“compensa” il campo attivo spostando la lunghezza d’onda nel campo UV-1 — Process 3 | 2006 15 Tecnologia UV | Irradiatori UV per far posto ad un nuovo irradiatore e alla sostituzione successiva ancora lo dovrete spostare nella terza posizione. In questo modo, nell’essiccatoio finale si avranno sempre radiazioni UV-C “fresche”! La maggior parte delle radiazioni UV-C serve al primo irradiatore, dove viene iniziata la reticolazione della vernice UV, mentre il compito degli altri due irradiatori è quello di mantenere e condurre in profondità la reazione di reticolazione così avviata. Nell’essiccatoio finale KBA VariDry, solitamente questi tre irradiatori funzionano con un profilo di potenza di 40 % -80 % -100 % (da davanti a dietro). Per alcuni lavori ad elevata presenza di inchiostro occorre aumentare soprattutto la potenza del secondo irradiatore. riportato di seguito). Considerando tutti i criteri richiesti il fatto che KBA costruisca e perfezioni da sé l’essiccatoio si è dimostrato intelligente, in questo modo non deve arrivare a compromessi in termini di costruzione degli irradiatori e della loro integrazione nella macchina da stampa. Il comfort di comando e di manutenzione e le posizioni di installazione degli irradiatori sono ottimali. Le lampade UV sono disponibili con potenze comprese tra 160 e 200 W/cm. Con il ballast si possono attivare rapidamente le lampade e stabilizzarne la potenza emessa, adattando in tempo reale anche la quantità di radiazione necessaria alla velocità di produzione. Dalla consolle di comando, lo stampatore Bilancio energetico di una lampada UV Radiazione UV della lampada 30% Radiazione visibile della lampada (luce) 10% Irradiazione di calore della lampada (IR) 40% Irradiazione di calore degli elettrodi del bruciatore 10% Conduzione termica del vetro di quarzo 10% è nemmeno legata alle varie geometrie per le diverse posizioni dell’essiccatoio. Per questo, gli irradiatori possono essere scambiati tra loro liberamente e facilmente come essiccatoio intermedio e finale, una caratteristica unica nel campo degli essiccatoi per macchine da stampa che consente di adattare l’essiccatoio in modo estremamente individuale! Un’altra caratteristica distintiva è che gli irradiatori UV VariDry non presentano un rivestimento dicroico, perché il pulviscolo può annullare l’effetto specchio freddo troppo rapidamente. Anche per questo possono essere scambiati senza problemi tra le posizioni essiccatoio intermedio e finale. Ciò nonostante, non si può comunque rinunciare ad un heat management: alloggiamento dell’irradiatore e schermi (shutter) sono muniti di fori di raffreddamento che convogliano il calore in un circuito di raffreddamento ad acqua. Questo tipo di raffreddamento è talmente efficace che lo stampatore può toccare tranquillamente gli irradiatori senza attendere per sostituirli o cambiarne la posizione. Inoltre, gli schermi compatti dell’irradiatore UV VariDry svolgono contempora- Fonte: tecnica di spolveratura Grafix neamente due funzioni: da chiusi fanno ombra e dopo il riposizionamento fungono da riflettori. Come si misura correttamente la radiazione UV? In base all’esecuzione dell’impianto, negli alloggiamenti degli irradiatori di alcuni produttori sono incorporate sonde UV che misurano più o meno affidabilmente la potenza delle lampade in W/cm2 e consentono di determinare la quantità di radiazioni UV durante la produzione. Con una sonda portatile, lo stampatore può introdursi anche in altri punti dell’area di essiccazione. Solitamente si utilizzano sensori intercambiabili superficiali o ad asta la cui sensibilità massima rientra nella media di UV-A, UV-B o UVC. Tuttavia, l’affidabilità di alcuni “metodi di misura” resta discutibile. La misurazione dei radicali liberi, ad esempio, è inutilizzabile. Più utile e auspicabile sarebbe la misurazione della grandezza e della posizione dei picchi, ossia un metodo spettrometrico, perché solo così sarebbe possibile controllare permanentemente l’invecchiamento reale dell’irradiatore UV e, nel caso di una misurazione in linea, adattare il rendimento in tutti e tre gli standard UV con il comando della macchina. In questo modo, però, l’essiccazione UV diverrebbe più costosa. Attualmente, la consolle di comando della Rapida conta le ore di esercizio di ogni singolo irradiatore UV, condizione essenziale per un utilizzo affidabile delle radiazioni. Un problema generale è che gli inchiostri e le vernici UV dei diversi produttori Assorbimento di intensità (%) della radiazione UV per invecchiamento Il KBA VariDry soddisfa al meglio queste esigenze Macchine da stampa ad alta prestazione come le KBA Rapida funzionano in modo economico con l’essiccazione UV solo se gli irradiatori UV soddisfano il requisito di alta potenza, sono flessibili e semplici da usare e presentano un alto grado di rendimento, come nel caso del sistema KBA VariDry (si veda anche l’articolo “Essiccatoi altamente efficienti ed innovativi” 16 Process 3 | 2006 può controllare ogni singolo irradiatore e regolare la percentuale di potenza in continuo. Contrariamente ad altri irradiatori, i riflettori dell’irradiatore UV VariDry non si concentrano sulla superficie del supporto di stampa bensì riflettono per proiezione. Grazie alla distanza ottimale, questo semplice principio è applicabile anche alla superficie del supporto di stampa. Rinunciando a speciali geometrie di irradiazione, KBA non Irradiatore UV (principio Dr. Hönle) nell’essiccatoio KBA VariDry: quando i due schermi sono aperti fungono da riflettori (grafico in alto); se sono chiusi, fungono da otturatori (grafico in basso). Gli schermi muniti di alette sono raffreddati ad acqua (tubazioni in blu), verso il basso l’essiccatoio è protetto da un vetro di protezione Dispositivo per la misurazione approssimativa della potenza UV della lampada di Dr. Hönle Tecnologia UV | Irradiatori UV Quanto deve deve essere essere “fredda” “fredda” la la Quanto fotoreticolazione UV? UV? fotoreticolazione Tutto è relativo,anche il freddo della fotoreticolazione UV “fredda”: sulla superficie di una lampada UV si misurano oltre 900° C anche negli “irradiatori freddi”. Tuttavia, esistono vari tipi di irradiatore UV che riducono in modo molto diverso il calore (IR) generatosi.Più sensato,e in parte praticato,è combinare i vari metodi di raffreddamento. Il metodo più semplice è asportare il calore mediante l’aria fredda.Su una macchina da stampa è sempre presente aria fredda e non deve essere generata appositamente. Lo svantaggio è che l’irradiatore irradia l’intera quantità di calore da subito. Con gli essiccatoi intermedi, l’aria insufflata viene convogliata nell’area dell’irradiatore e del cilindro di contropressione (che viene raffreddato), mentre con gli essiccatoi UV finali ciò avviene solo dopo, per raffreddare di nuovo immediatamente il supporto di stampa. KBA non adotta questo metodo per il sistema VariDry, ma consente di installare in alternativa anche la soluzione di altri produttori: ampiamente diffuso è il raffreddamento ad acqua. Anche KBA adotta questo metodo di raffreddamento per l’essiccatoio VariDry. Sul supporto di stampa arriva ancora sempre una determinata quantità residua di calore, cosa comunque voluta, perché il calore agevola la reazione di reticolazione.Il calore irradiato utilizzando una vernice UV con una temperatura superiore garantisce risultati di scorrimento e indurimento ottimali. Gruppo di inertizzazione su una Rapida 105 sono regolati su determinate lunghezze d’onda e, quindi, non deve per forza essere decisivo il picco massimo o la potenza di radiazione massima, bensì lo spettro dell’irradiatore, motivo per cui, purtroppo, nella pratica viene utilizzata molta più energia del necessario. Meno commutazioni incrementano la durata utile KBA VariDry o altri essiccatoi: la Rapida controlla automaticamente che gli irradiatori non siano esposti ad inutili commutazioni. Il coman- L’utilizzo di un secondo irradiatore IR a monte dell’essiccatoio UV finale,invece,non ha avuto successo; questo input di radiazioni IR mirato stacca di nuovo gli inchiostri già essiccati che a loro volta aggrediscono la vernice UV provocando un bloccaggio. Nella tecnologia UV inerte si sfrutta l’effetto per cui un’atmosfera di azoto agevola la reazione di reticolazione. Complessivamente viene immessa una quantità di energia nettamente inferiore e, quindi, fino all’80% in meno di calore. Una soluzione ideale per la stampa di substrati sensibili al calore come i fogli di plastica,perché così si abbassa la temperatura della pila di 15 gradi. Ma si può aumentare anche la velocità di stampa, perché i fogli possono sostare meno sotto gli irradiatori. L’inertizzazione avviene in una camera speciale posta sopra il cilindro di contropressione. La tecnologia per l’offset a foglio è un’alternativa “inerte” la offre anche AdPhosEltosch con il modulo TwinRay, costruito in modo che il supporto di stampa venga colpito solo da radiazioni riflesse dicroiche e,quindi,la temperatura della pila resti pressoché stabile. Gli irradiatori dicroici sono un tipo di irradiatore freddo frequentemente utilizzato nell’offset a foglio.“Dicroico” significa che alcune lunghezze d’onda (UV) vengono riflesse, altre (IR) assorbite, un fenomeno che comporta comunque una parziale perdita di lunghezze d’onda utili. I riflettori sono muniti di un rivestimento dicroico oppure i raggi vengono deviati mediante uno specchio freddo semipermeabile.Inoltre,con una lastra di vetro di quarzo si possono filtrare le radiazioni IR che altrimenti troverebbero direttamente una via sul supporto di stampa. Nonostante il ridotto spazio di installazione, gli irradiatori dicroici vengono spesso utilizzati come essiccatoi UV intermedi. Nell’essiccatoio UV finale, invece, non vengono installati,e non solo per il riscaldamento che qui è intenzionale (vedi sopra), ma anche perché la formazione di pulviscolo influisce negativamente sui supporti di stampa.Se la polvere si deposita sullo strato dicroico e non viene rimossa regolarmente, l’acqua non viene più assorbita.Per questo KBA ricor- Almeno nella stampa flessografica, per la stampa di nastri di pellicola delicati è disponibile un altro tipo di irradiatore freddo: il laser excimer. “Excimer” è una parola inventata derivata da “excited” (eccitato, ad esempio con un fascio di elettroni) e “dimer”(dimero,legame di due atomi,a differenza di “polimero”). Per la loro bassa intensità, questi irradiatori UV simili al laser vengono installati insieme ad una camera di inertizzazione. Per l’offset a foglio non sono ancora disponibili sistemi più potenti. Il grande vantaggio è che i laser excimer irradiano solo un’unica lunghezza d’onda (nel packaging solitamente i 308 nm del legame xeno e cloro) e non consentono la formazione di radiazioni IR. Il grande svantaggio è che questa singola lunghezza d’onda non soddisfa l’ampiezza di spettro da UV-A a UV-C necessaria e, quindi, sono necessari fotoiniziatori, inchiostri e vernici molto particolari.Per questo motivo,questa alternativa non viene considerata per le applicazioni UV nell’offset a foglio compresa la finitura ibrida. Combinazione di raffreddamento ad acqua e rivestimento dicroico Grafico: IST-Metz più complessa rispetto all’offset a bobina a nastro stretto (dove si è affermata con successo la tecnologia UV inerte) perché vi sono barre portapinze che passano ad alta velocità nella camera di inertizzazione disturbando la tenuta, e lo spessore dei supporti di stampa è maggiore.KBA ha installato per la prima volta nel 2002 la soluzione sviluppata insieme alla AdPhos-Eltosch e al Sächsische Institut der Druckindustrie (SID) su una Rapida 105 dello stampatore di materie plastiche belga Crea. Agli stampatori di pellicole conviene in ogni caso affrontare gli elevati costi di investimento per la tecnologia UV, ed i costi per lo stoccaggio dell’azoto sono minori. Ultimamente, do e l’adattamento in continuo della potenza alla velocità della macchina non sollecita gli irradiatori. Gli schermi impediscono che gli irradiatori si spengano all’arresto della macchina e si riaccendano al suo riavvio. Gli irradiatori restano accesi anche durante il lavaggio dei caucciù, con una potenza di standby pari alla metà della potenza massima impostata sulla consolle di comando. In questo modo si riduce al minimo il consumo di corrente aumentando notevolmente la durata utile degli irradiatori. Durata Rivestimento dicroico, integrato da un vetro di quarzo filtrante (verde) Principio di funzionamento dello specchio freddo re esclusivamente al raffreddamento ad acqua per gli irradiatori VariDry. Come accessori sono disponibili come sempre anche essiccatoi con e senza rivestimento dicroico di altri produttori (AdPhos-Eltosch, Grafix, Dr. Hönle ed IST-Metz) che abbinano i propri irradiatori al raffreddamento ad aria o ad acqua. utile e spettro UV delle lampade di essiccazione UV quickstart (ad accensione rapida) progettate dalla Kühnast Strahlungstechnik e dalla Baldwin con il nome di GraphiCure GC9 non sono ancora noti; le lampade GC9 non fanno uso di schermi e l’irradiatore di risparmio energetico si spegne in caso di arresto. Dieter Kleeberg Process 3 | 2006 17 Tecnologia UV | Resistenza di rulli, caucciù, lastre, carta Requisiti di resistenza nella finitura ibrida Resistenza al rigonfiamento di rulli e caucciù Dalla stampa puramente UV si sa che i rivestimenti e gli strati gommati dei rulli, dei caucciù e dei caucciù di verniciatura devono essere resistenti al rigonfiamento. Gli inchiostri UV e gli altrettanto aggressivi detergenti UV non devono provocare il rigonfiamento della gomma oltre un limite di tolleranza accettabile. Nella finitura ibrida, invece, si utilizzano inchiostri la cui composizione chimica assomiglia più a quella degli inchiostri standard che a quella degli inchiostri UV ma che, pur tuttavia, possono sempre pene- Per la stampa UV si devono scegliere componenti macchina, rulli gommati, caucciù e caucciù per verniciatura, lastre e supporti di stampa resistenti agli inchiostri e ai detergenti speciali aggressivi nonché all’irraggiamento ad ultravioletti. Per la finitura ibrida, invece, tutti questi accorgimenti servono solo in parte, perché gli inchiostri e le sostanze chimiche utilizzati per questo processo non sono così aggressivi. Pertanto, i materiali sono adatti anche al funzionamento misto di finitura ibrida e stampa convenzionale con vernici a dispersione, mentre nella stampa puramente UV non è possibile passare ad un’altra modalità operativa. Caucciù e caucciù di verniciatura per lo stampatore ibrido (ultimo aggiornamento: Agosto 2005) Caucciù, caucciù di verniciatura Applicazioni inchiostro e vernice Applicazioni supporto di stampa Spellicolabile? Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo Carta, cartone no sì sì Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo Carta, cartone, metallo Metallo (UV anche carta, cartone) sì (fino a 0,7/0,8/0,8 mm) no no Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo ibrido o UV Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Carta, metallo Carta Carta, cartone Carta, cartone, cartoncino, metallo Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo no sì no no sì (ca. 0,9 mm) Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Modo misto normale/ibrido Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto normale/ibrido Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo Carta, cartone, cartoncino Cartone, cartoncino, plastica, metallo Carta, cartone, cartoncino Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo sì no no no sì (fino a. 0,8 mm) Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Una volta vernice a dispersione o UV Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo UV, alcuni inchiostri ibridi Carta, cartone Cartoncino ondulato Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo Carta Carta, cartone, plastica, metallo no no sì (fino a. 0,8 mm) sì (fino a 0,95/0,8 mm) sì no no Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo sì Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Carta, cartone no Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Carta, plastica, metallo no Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Carta no Modo misto vernice a dispersione/vernice UV Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Carta, cartone, cartoncino, plastica, metallo Cartone, cartoncino, plastica, metallo sì no Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto normale/ibrido Carta, metallo Cartone, cartoncino, metallo no no Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Modo misto normale/ibrido, modo UV o misto Carta, cartone, metallo Carta Carta, cartone no no no Atécé PrintCare SF-A PrintCare SP/SS/N PrintStrip R606 Böttcher TOP 1001/1002/1003 TOP 4400 TOP 5400-N Contitech, Phoenix Xtra Print Conti-Air Ebony Conti-Air Spectral Phoenix Ruby Carat Phoenix Topaz Carat Phoenix Opal/Canyon Day International, Day Brasil davidM QL Stripper dayGraphica 3610/EU 03 dayGraphica NSP 03 Printec max Printec coater/stick ’n’ strip Duco, Birkan Multi Hybrid Superflex Superstrip FB/FB longer run Superstrip PB/UVPB Superstrip SB Adhesive TR Turquiose UV Compressible EPDM Folex Folacoat UV LT-D/LT-P Fujikura Graphics Luminus I.M.C. Perfect Dot 4-SR Kinyo Airtack M Adhesive MacDermid (ex Rollin) Elastostrip Metro Prisco Priscolith Ebony Priscolith Hybrid Reeves Vulcan Combo Vulcan Folio Vulcan Image4U Osserva. Alcuni produttori di caucciù abilitano i propri prodotti per formulazioni di detergenti selezionate. Si declina qualsiasi responsabilità per la completezza e la correttezza delle informazioni; non tutti i caucciù sono disponibili in tutto il mondo, la loro produzione può essere sospesa in qualsiasi momento. KBA si riserva il diritto di raccomandare o non raccomandare determinati prodotti. 18 Process 3 | 2006 Tecnologia UV | Resistenza di rulli, caucciù, lastre, carta Tipica struttura di un caucciù per il funzionamento misto normale/ibrido sull’esempio del Duco Multi Hybrid: su uno strato di rivestimento in gomma nitrilica NBR (qui in verde) rettificato con rugosità da 1 µm con rapido rilascio di carta e inchiostro,basso incremento del punto ed elevata resistenza alla stampa a rilievo e alla lacerazione; sottile strato di struttura stabilizzante; strato fortemente comprimibile (qui in nero, oggi spesso dotato di innumerevoli microsfere); carcassa di supporto non estensibile Grafico: Duco Caucciù di verniciatura idonei al funzionamento misto vernice UV/vernice a dispersione come il Duco Superstrip sono muniti di un rivestimento liscio, uno strato composito facilmente spellicolabile ed una carcassa non estensibile. Solitamente, le profondità di taglio sono di ca. 0,8 mm Grafico: Duco trare relativamente a fondo nei materiali plastici e negli strati polimerici delle lastre di stampa. Questi inchiostri possono essere rimossi dalle superfici dei rulli, dei caucciù e delle lastre con speciali detergenti ibridi che, a loro volta, possono essere utilizzati anche per Se termoindurita mediante cottura, la lastra termica KPG Sword Ultra può raddoppiare la sua resistenza alla tiratura portandola ad 1 milione di passate ma, grazie al suo strato di materiale sensibile anti-penetrazione, è resistente alle sostanze chimiche ibride e UV anche senza termoindurimento. Foto: KPG il lavaggio degli inchiostri standard dopo il cambio del modo operativo. Dopo un periodo di contatto prolungato con il detergente, il volume della gomma e dei polimeri non vulcanizzati deve variare solo lievemente (rigonfiamento dovuto al deposito di sostanze chimiche o al ritiro per eluizione). Il fenomeno di rigonfiamento e ritiro, ad esempio passando dagli inchiostri ibridi a quelli normali oppure da inchiostro a detergente, è inevitabile, ma ciò che importa è che avvenga entro determinati valori limite. I materiali dei rulli e dei caucciù reagiscono più o meno sensibilmente ai vari inchiostri e detergenti ibridi disponibili in commercio, quindi occorre osservare le raccomandazioni KBA “Accredited for Hybrid printing” per sapere quali inchiostri si possono utilizzare e con quali detergenti senza problemi di rigonfiamento. KBA consiglia solo inchiostri e detergenti che non provocano variazioni di volume o solo variazioni limitate dei rulli standard, ossia rulli utilizzati anche con gli inchiostri convenzionali, cosa attualmente applicabile solo ai rulli della ditta Felix Böttcher di Colonia. Negli altri casi si dovrebbe ricorrere a rulli misti o combinati, come richiedono alcuni concorrenti, ma ciò non corrisponderebbe più alla tecnologia ibrida come la definisce KBA. Indipendentemente da ciò, i caucciù per il funzionamento ibrido e misto normale/ibrido devono essere espressamente identificati. Gli strati di rivestimento di questi caucciù sono solitamente realizzati in gomma nitrilica NBR. Alcuni caucciù con un rivestimento polimerico composto nitrile/PCV estendono il proprio settore di applicazione anche all’UV, mentre i caucciù con strati di rivestimento in EPDM (monomero/terpolimero di etilene, propilene, diene”, gomma EPD) possono essere utilizzati esclusivamente per gli inchiostri UV. Che i caucciù “factotum” comportino svantaggi in termini di qualità rispetto ai caucciù speciali ibridi o UV è una favola del marketing di alcuni produttori ed è vera soltanto in alcuni casi isolati. È vero, però, che, con il tempo, un funzionamento misto con inchiostri UV e convenzionali non è ottimale per i materiali in gomma, un problema che invece non si presenta nel funzionamento misto ibrido/standard. Tuttavia, nell’impiego UV continuato non esiste ancora un caucciù universale capace di sostituire l’EPDM, che in un certo senso è il compromesso migliore. Per quanto riguarda i detergenti utilizzabili, vale la seguente formula empirica: i detergenti ibridi sono compatibili solo con materiali a base di nitrile per il modo ibrido e convenzionale, mentre provocherebbero il rigonfiamento dell’EPDM. L’EPDM esige inchiostri UV e detergenti puramente UV! Resistenza delle lastre di stampa alla tiratura Nelle macchine ibride, come lastre offset si sono affermati in linea di massima tutti i fabbricati la cui resistenza alla tiratura, come anche nella stampa UV, può essere incrementata con il “termoindurimento mediante cottura”, ad eccezione delle lastre con potere risolvente insufficiente utilizzate per la stampa dei quotidiani. Soltanto le piastre analogiche e digitali con uno strato fotopolimerico o termopolimerico possono idonee termoindurite mediante cottura. Oltre ad un netto incremento della durezza, il riscaldamento dello strato polimerico “sigilla” la superficie polimerica impedendo così la penetrazione di componenti dell’inchiostro e dei detergenti. In questo modo si evitano sia la corrosione dello strato (durante i lavaggi intermedi dei caucciù o per effetto dell’inchiostro) sia un eventuale effetto fotocopia (causato dalla radiazione termica o UV in prossimità dell’essiccatoio intermedio). La maggior parte delle lastre CtP termoinduribili sono termiche. Con la Fujifilm Brillia LP-NV è disponibile addirittura la prima lastra CtP a laser viola termoinduribile mediante cottura. Inoltre, alcune lastre termiche sono resistenti alla penetrazione, e quindi anche compatibili al metodo UV e ibrido, anche senza essere termoindurite, ad esempio la Fujifilm VPU appositamente studiata per le applicazioni UV. Alcune delle lastre resistenti alla penetrazione possono comunque essere termofissate per sostenere tirature maggiori. Spellicolamento di un caucciù per verniciatura: taglio con un plotter CAD, sollevamento delle parti non-stampanti Foto: Folex Nella pratica, con gli inchiostri UV ed ibridi si è affermata anche la lastra no process Presstek Anthem. Già oggi, con gli inchiostri ibridi adatti è possibile realizzare anche la stampa offset senz’acqua. Le lastre waterless non possono essere termoindurite, cosa comunque non necessaria per le tirature piccole e medie. Come da anni nella stampa UV senz’acqua, si consigliano le lastre Toray, ma sono idonee anche le lastre waterless di KPG (attualmente disponibili solo in Nord America), mentre tutti i prodotti a base di poliestere non sono sufficientemente resistenti. Non sono ancora state raccolte esperienze pratiche sull’uso delle lastre ablative, come la Presstek PEARLdry a base di alluminio, con gli inchiostri ibridi senz’acqua. Resistenza chimica delle lastre di verniciatura La sovraverniciatura UV finale nel modo operativo ibrido avviene con vernici UV compatibili con gli inchiostri ibridi e parzialmente compatibili con le vernici a base oleosa per contrasti gloss. Le vernici UV richiedono ovviamente un caucciù di verniciatura resistente alla vernice UV e al detergente UV. Questi caucciù sono idonei anche alle vernici a dispersione, un aspetto importante per il loro impiego in entrambi i modi operativi ibrido e convenzionale. Per la verniciatura parziale con vernice a base oleosa, invece, si utilizza una lastra offset ibrido-compatibile. Process 3 | 2006 19 Tecnologia UV | Resistenza di rulli, caucciù, lastre, carta Lastre analogiche e CtP per lo stampatore ibrido (ultimo aggiornamento: Novembre 2005) Lastra di stampa Esposizione Sviluppo Applicazione ibrida Termoindurire per l’ibrido? Larghezza max. pos., UV (analogica o CTcP) neg., termica neg., laser viola pos., termica (830/1064 nm) umido umido umido umido Commerciale, packaging Commerciale Commerciale Commerciale sì sì sì sì dati non disponibili dati non disponibili dati non disponibili 2000 mm pos., termica umido Commerciale sì dati non disponibili FGN neg., termica umido Commerciale, packaging sì dati non disponibili Fuji Photo Film Brillia LH-PCE/PSE Brillia LH-PIE/PJ Brillia LP-N3 Brillia LP-NV VPS-E/VPL-E VPU pos., termica pos., termica neg., Argon o Fd:YAG neg., laser viola pos., UV (analogica o CTcP) pos., UV (analogica o CTcP) Preheat, umido Preheat, umido Preheat, umido Preheat, umido umido umido Commerciale Commerciale Commerciale Commerciale Commerciale, packaging Commerciale, packaging sì no sì no sì no 2050 mm 2050 mm 1230 mm 1230 mm dati non disponibili dati non disponibili Huaguang (licenza KPG) TN TP neg., termica pos., termica umido umido Commerciale, packaging Commerciale, packaging sì sì dati non disponibili dati non disponibili Indústria Brasileira de Filmes IBF-Million 2 pos., termica umido Commerciale sì dati non disponibili pos., termica pos., UV (analogica o CTcP) pos., termica umido umido umido Commerciale, packaging Commerciale, packaging Commerciale, packaging sì sì sì dati non disponibili dati non disponibili dati non disponibili neg., termica o UV (an./CTcP) umido Commerciale, packaging no, ma possibile 2080 mm neg., termica o UV (an./CTcP) pos., UV (analogica o CTcP) pos., termica pos., termica pos., termica neg., termica Preheat, umido umido umido Preheat, umido umido umido Commerciale, packaging Commerciale, packaging Commerciale Commerciale, packaging Commerciale, packaging Commerciale, packaging sì sì sì sì no, ma possibile no (offset senz’acqua) 1560 mm dati non disponibili dati non disponibili 1512 mm 1512 mm dati non disponibili pos., termica umido Commerciale sì dati non disponibili pos., termica neg., laser viola pos., UV (analogica o CTcP) umido umido umido Commerciale Commerciale Commerciale, packaging no, ma possibile sì sì 1660 mm dati non disponibili dati non disponibili pos., termica umido Commerciale, packaging no (base bimetallica) dati non disponibili pos., termica no process Commerciale no 1118 mm pos., termica o UV (an./CTcP) umido Commerciale sì 1660 mm neg., termica o UV (an./CTcP) Preheat, umido Commerciale, packaging sì 1500 mm pos., UV (analogica o CTcP) pos., UV (analogica o CTcP) pos., termica umido umido umido Commerciale Commerciale, packaging Commerciale sì sì sì 1030 mm dati non disponibili dati non disponibili Waterless TAC-RG5/RL7 Waterless TAN-E Waterless TAPD-G1/H-G2 neg., termica neg., analogica UV pos., analogica UV umido umido umido Commerciale, packaging Commerciale, packaging Commerciale, packaging no (offset senz’acqua) no (offset senz’acqua) no (offset senz’acqua) 1610 mm 1610 mm 1610 mm Verona Lastre VELA LPN-100/LPV-100 VELA Universal pos., UV (analogica o CTcP) pos., UV (analogica o CTcP) umido umido Commerciale, packaging Commerciale, packaging sì sì dati non disponibili dati non disponibili Agfa-Gevaert Meridian P51/P71 N91 N91v Thermostar P970/971 Anocoil 830 T-Plate First Graphics (Kodak) Ipagsa Arte IP-21 Eco 88 Rubi T-50 Kodak Graphic Communications Group (ex Creo) Mirus PN Kodak Polychrome Graphics KPG DITP Thermal KPG EasyPrint KPG Electra Excel KPG Sword Excel KPG Sword Ultra KPG X54 Scorpion/Sc.+ Konica Minolta Duros HST Lastra (Agfa-Gevaert) LT2 LVX Futura Oro PDI Prisma 830/Steel 830 Presstek Anthem Saverio Rief Therma Southern Lithoplate Cobra TechNova Gemini Plus Taurus Thermostar TN (Agfa P970) Toray Osserva. Alcuni produttori di lastre abilitano i propri prodotti per agenti di esposizione e rivelatori selezionati. Si declina qualsiasi responsabilità per la completezza e la correttezza delle informazioni; non tutte le lastre da stampa sono disponibili in tutto il mondo, la loro produzione può essere sospesa in qualsiasi momento. KBA si riserva il diritto di raccomandare o non raccomandare determinati prodotti. CTcP – qui utilizzato come sinonimo di esposizione UV di lastre da stampa convenzionali con un recorder CtP – è un marchio registrato della basysPrint GmbH, Boizenburg (Germania)! Chi non intende far uso di costose lastre flexo fotopolimeriche per una verniciatura finale parziale, ricorre 20 Process 3 | 2006 ad un caucciù di verniciatura spellicolabile o a un caucciù normale prestando particolare attenzione alla profondità massima di taglio prestabilita dalla barriera antistrip sotto lo strato di rivestimento. Inoltre, i pro- duttori di caucciù consigliano di tendere moderatamente il caucciù per verniciatura con una chiave dinamo- Tecnologia UV | Resistenza di rulli, caucciù, lastre, carta metrica qualora dovesse essere riutilizzato successivamente. La pressione di stampa deve essere il più ridotta possibile per consentire alla vernice di distribuirsi uniformemente sul supporto di stampa. Resistenza dei supporti di stampa agli ultravioletti La stampa di plastica e metallo è un dominio soprattutto della stampa UV e, pertanto, per la finitura ibrida sono determinanti soprattutto i requisiti di carta, cartone e cartoncino che, in linea di massima, sono gli stessi della stampa puramente UV, poiché i problemi maggiori li causano gli ultravioletti. Per questo motivo, lo stampatore ibrido deve fidarsi delle esperienze e delle indicazioni di lavorazione dei fornitori di carta. Come già per l’essiccazione IR, anche per l’UV vale generalmente quanto segue: regolare la potenza dell’essiccatoio sul minimo indispensabile, perché la carta, si sa, è estremamente delicata! Un apporto di calore indesiderato durante l’essiccazione ne provoca il restringimento e i raggi UV la sottopongono a diverse alterazioni chimiche, ad esempio all’ingiallimento. Un altro problema può essere la rottura della patinatura durante la successiva piegatura della carta, del cartone o del cartoncino. Due misure impediscono la rottura della patina: 1. d’accordo con il fornitore di inchiostri si dovrà scegliere una vernice UV flessibile. 2. Per cartoni e cartoncini da 150 g/m2 si consiglia assolutamente la cordonatura, ma anche così si dovranno evitare utensili usurati o non correttamente allineati per non cacciare un diavolo con un altro. La resistenza alla cordonatura di un cartone patinato può essere verificata in modo rapido e semplice con una platina da stampa e alcune aziende grafiche giurano sull’efficacia della nebulizzazione dei punti di cordonatura con una miscela di acqua e alcool. Il terzo fenomeno, dovuto alla decomposizione chimica del legante nella patina della carta per effetto degli ultravioletti, può essere l’emanazione di cattivo odore. Tuttavia, solo di rado si può stabilire immediatamente se la causa del cattivo odore è la patina o la serie di inchiostri o la vernice. Anche combinazioni di Il test di Robinson evita eventuali reclami I vizi olfattivi ed organolettici del prodotto causati dagli imballaggi di cartone o cartoncino sono uno dei motivi di reclamo più frequenti, e non solo nella stampa UV. Prima che ciò avvenga, e vengano sprecati materiali costosi, si consiglia di eseguire il test di Robinson. Questo test sensoriale è indicato per tutti i supporti di stampa e le combinazioni di supporto/inchiostro/vernice mai usati prima. Il test dovrebbe controllare i componenti in due fasi: singolarmente prima e congiuntamente dopo la stampa di una piccola tiratura ibrida autentica. Nella prova successiva si dovrà ricordare che l’odore viene emanato solo molto tempo dopo per effetto dell’ossigeno presente nell’aria.Per il test di Robinson si riproducono diversi campioni per consentire a più persone di partecipare alla prova. A loro volta, gli sperimentatori devono eseguire prove comparative olfattive tra i campioni nonché tra i campioni ed i riferimenti (sostanza o materiale imballato inodore). I campioni e i riferimenti vengono posti in contenitori ermetici in vetro al cui interno una piccola riserva d’acqua mantiene un’umidità relativa del 75 %. In un processo di invecchiamento accelerato nelle 48 ore si genera un potenziale olfattivo definito. Al termine, gli sperimentatori dovranno giudicare le differenze olfattive su una scala da 0 a 5: 0 = inodore; 1 = quasi impercettibile; 2 = leggero, quasi definibile; 3 = definibile; 4 = forte (sono consentiti anche mezzi punti). In seno alla commissione di sperimentatori, riunita all’occorrenza, vengono nominati alcuni esperti reclutati dalla cerchia di fornitori di inchiostri, produttori di cartone e cartoncino, dipendenti della tipografia, committenti e utilizzatori dei prodotti stampati (imballatori, catene commerciali, consumatori). Riferimenti (sinistra) e campioni di supporto (destra) nel test di Robinson Foto: M-real Inchiostri per lo stampatore ibrido (ultimo aggiornamento: Novembre 2005) Produttore Serie di inchiostri Osservazioni Arets Graphics Eckart America Epple Gans Ink & Supply Huber Group Jänecke+Schneemann Sicolor SunChemical/DIC SunChemical Toyo Ink Toyo Ink Unionprint Van Son XSYS Print Solutions XSYS Print Solutions EXC Process Hybrid MetalStar Hybrid Starbrite OS UV-Hybrid 4-Color Process Hostmann-St. Reflecta Hybrid Supra UV Hybrid Sico Brite Sun Cure Hy-Bryte/Daicure Hy-Bryte Sun Cure Hy-Bryte Max FD Hybrid Aqualess SOY FD Hybrid Eco-SOY VersaCure Quickson UV Coatable Flint-Schmidt Gemini Process K+E Novabryte BF Process non consigliato perché troppo aggressivo (carattere UV) inchiostro metallico per ultimo gruppo di stampa,non ancora testato abilitazione KBA/fogra non ancora testato si consiglia la modifica dopo il test fogra testato da fogra e preparato per l’abilitazione testato da fogra e preparato per l’abilitazione abilitazione KBA/fogra come Sun Cure Hy-Bryte, ma non ancora abilitato inchiostro offset senz’acqua,testato senza problemi da KBA non ancora testato non ancora testato non ancora testato abilitazione KBA/fogra abilitazione KBA/fogra Si declina qualsiasi responsabilità per la completezza e la correttezza delle informazioni; non tutte le serie di inchiostri sono disponibili in tutto il mondo.KBA si riserva il diritto di raccomandare o non raccomandare determinati prodotti. Il prodotto viene abilitato dopo la modifica della formulazione. Detergenti per lo stampatore ibrido (ultimo aggiornamento: Novembre 2005) Detergente Test di abilitazione fogra Felix Böttcher Böttcherin Hybrid test superato Day International Varn Hybrid-Wash non ancora testato DC DruckChemie Hybrid 1.0 Hybrid 3,0 test superato non ancora testato Fuji Hunt/DS Druckerei Service Novasol HB 8 Novasol HB 10 test superato test superato VEGRA Detergente rapido E 939 test superato; le formulazioni vengono attualmente modificate e nuovamente testate. Non tutti i detergenti sono disponibili in tutto il mondo. La compatibilità del detergente non dipende solo dal tipo di inchiostro, ma anche dalla rispettiva serie di inchiostri da stampa e dalla gomma del caucciù e dei rulli. KBA si riserva il diritto di consigliare o non consigliare determinati prodotti. Il fogra concede l’approvazione ai sensi dell’accordo di categoria sulla riduzione dei solventi. Nei test condotti finora ci si è concentrati soprattutto sulla compatibilità dei materiali per le macchine offset a foglio. I test futuri terranno anche maggiormente in considerazione l’azione pulente. Alla fine del 2005 sono state approntate le istruzioni di lavoro e sono stati testati 5 prodotti detergenti. L’abilitazione viene data dopo la modifica della formulazione. componenti altrimenti inodori possono emanare odore sgradevole. Anche il liquido di bagnatura e la polvere antiscartino possono contribuire al cattivo odore. Altre cause sono l’infestazione microbica causata da condizioni di trasporto e stoccaggio non favorevoli o da un imballaggio non idoneo del supporto di stampa, componenti di pastalegno troppo resinose oppure macchine di lavorazione della carta imbrattate. Quando lo stampatore sceglie un idoneo supporto testato per UV insieme al produttore di carta, deve escludere sin dall’inizio il legante (molti produttori testano su richiesta anche combinazioni di materiali specifiche del cliente). Inoltre, dovrà accertarsi che vengano effettuate eventuali prove di qualità controllata durante la produzione e la fornitura del supporto. Grazie agli effetti combinati dell’essiccazione degli inchiostri ibridi, contrariamente alla stampa UV il grado di assorbenza del supporto di stampa è determinante solo in termini di vernice UV, peraltro marginalmente visto lo spessore già di per sé elevato dello strato di vernice. L’esaurimento del legante causato da una penetrazione troppo rapida della vernice e, di conseguenza, l’eventuale scarso indurimento, non sono fondamentali. Dieter Kleeberg Process 3 | 2006 21 Tecnologia UV | Resistenza di rulli, caucciù, lastre, carta Caucciù e detergenti compatibili con il metodo ibrido Assolutamente in linea con la filosofia ibrida di KBA, gli inchiostri ibridi dovrebbero poter essere stampati su caucciù e rulli gommati idonei anche alle applicazioni con gli inchiostri convenzionali. Lo stesso dicasi per il detergente ibrido, che deve essere in grado di detergere sia gli inchiostri ibridi che quelli convenzionali. In alcuni casi, nella scelta dei caucciù gli stam- dayGraphica 3610: ormai uno standard nella stampa ibrida patori optano per una maggiore resistenza agli inchiostri puramente UV.Tuttavia, non è indispensabile una compatibilità assoluta. Molto più importante è un comportamento stabile a lungo termine nel funzionamento misto. Quindi, anche nel funzionamento alternato tra il metodo convenzionale e quello ibrido, gli inchiostri ed i detergenti utilizzati non devono provocare un eccessivo rigonfiamento o ritiro delle parti in gomma presenti sul caucciù e sui rulli. Pertanto è vantaggioso sviluppare caucciù ibrido-compatibili insieme a detergenti appositamente studiati e compatibili, come ad esempio quelli della Day International. Presenti sin dall’inizio Oggi le aziende che contribuiscono al perfezionamento della stampa ibrida si stanno fortemente impegnando in un processo di innovazione finalizzato a garantire le caratteristiche necessarie per la tecnologia ibrida. La Day International si è concentrata sin dall’inizio sulle sfide poste dalle innumerevoli possibilità applicative del metodo ibrido. Questo impegno ha portato enormi frutti. Infatti, oggi, gli utenti del metodo ibrido possono fare affidamento su una vasta gamma di prodotti collaudati ed ibrido-compatibili di Casa Day International. Ma anche se questi prodotti, presi singolarmente, sono efficaci, in combinazione con altri possono causare problemi economicamente costosi. Il caucciù deve soddisfare criteri essenziali di particolare versatilità e flessibilità. Solo collaborando fianco a fianco con i produttori di macchine da stampa, gli utenti della tecnologia UV e l’industria degli inchiostri sarà possibile mettere a punto mescole di gomma che consentono di ottenere risultati ottimali con le varie combinazioni di inchiostri e vernici sui supporti di stampa più disparati. Caucciù per lo stampatore ibrido La Day International ha sviluppato tre caucciù che trovano applicazione in tutto il mondo tra gli stampatori ibridi, ovvero il dayGraphica 3610, il dayGraphica EU 03 e il 22 Process 3 | 2006 dayGraphica NSP 03. A questi si aggiunge il caucciù per verniciatura spellicolabile davidM QL Stripper che può essere utilizzato per una vasta gamma di supporti di stampa per il passaggio da vernice a dispersione con inchiostri convenzionali a vernice UV con inchiostri ibridi, frequente nelle macchine ibride. Il prodotto più diffuso è, comunque, il dayGraphica 3610. Oltre al minore sviluppo di calore e alla maggiore compatibilità con gli inchiostri ibridi, questo caucciù dotato di rivestimento in gomma nitrile consente di ottenere una gamma di contrasti sul foglio ideale. La stessa sottostruttura, ma non lo stesso rivestimento, la presenta anche il dayGraphica EU 03. Questo caucciù offre vantaggi soprattutto agli utenti ibridi che devono far fronte ad una enorme varietà di ordini sui più diversi substrati di stampa. Lo straordinario trasferimento dell’inchiostro e la lunga durata sono le note distintive di questo caucciù. Con il suo speciale rivestimento composto da una mescola di nitrile e PVC, l’ultimo caucciù ibrido-compatibile, il dayGraphica NSP 03, è un vero factotum. Il suo spettro di applicazione va dall’offset a foglio convenzionale alla stampa ibrida fino alla stampa puramente UV. Con questa esigente e flessibile combinazione, lo stampatore può lavorare nel modo misto di sua scelta, convenzionale/ibrido o convenzionale/UV, senza compromessi in termini di qualità. Sinergia nello sviluppo dei detergenti e dei caucciù Gli ingrandimenti al microscopio elettronico di questo articolo mostrano alcuni esempi di come i detergenti possano modificare o preservare la struttura della gomma di un caucciù. Ovviamente, con un detergente aggressivo la variazione di volume della gomma comporta anche la distruzione della struttura molecolare originaria della lastra di caucciù, perché con prodotti detergenti aggressivi o non idonei si possono eluire o distruggere determinati additivi che sono stati aggiunti alla mescola di gomma a scopi, ad esempio, di elasticità e durezza. Nella pratica ciò può avere effetti devastanti, da un lato sulle prestazioni e sulla durata del caucciù e dei rulli inchiostratori e, dall’altro, sulla qualità della separazione del film di inchiostro e, di conseguenza, della stampa in generale. Al contrario, con un detergente idoneo alla formulazione della gomma si preservano anche le caratteristiche di partenza del caucciù. Collaborando ad un progetto comune con il produttore di agenti chimici per la stampa Varn Products, un’azienda del gruppo Day, è stato possibile ottenere nuove sinergie tra il caucciù e i prodotti chimici. Day International e Varn, infatti, si concentrano sulla compatibilità tra i vari prodotti sin dalle prime fasi dello sviluppo. In questo modo, i detergenti e i caucciù perfettamen- dayGraphica EU 03: per una vasta diversificazione degli ordini te compatibili possono offrire all’utente massima qualità e sicurezza ottimale nel processo di stampa (vedi tabella). Detergenti per lo stampatore ibrido Per un utilizzo economico è importante che i detergenti non solo garantiscano una pulizia ottimale dei rulli gommati e della superficie del caucciù, ma riescano anche a ripristinare con rapidità la capacità dei componenti lavati di trasportare l'inchiostro dopo la reinchiostrazione. Per il settore ibrido, la Varn Products offre tre diversi detergenti dotati di queste straordinarie caratteristiche: V60+ Wash, AIII Hydrosolv e Hybrid-Wash. Mentre i primi due soddisfano già i criteri di approvazione di tutti i principali produttori di macchine da stampa e di impianti lavacaucciù nonché del fogra, il prodotto Hybrid-Wash si trova ancora in una fase di perfezionamento dopo che KBA ha fornito alcune indicazioni volte al miglioramento (nota del redattore: in seguito ai test di approvazione degli inchiostri ibridi condotti dal fogra (si veda il codice detergente W6 dell’articolo “fogra Tecnologia UV | Resistenza di rulli, caucciù, lastre, carta Prima che un detergente sia immesso sul mercato deve superare numerosi test di laboratorio e pratici dayGraphica NSP 03: per il funzionamento alternato convenzionale/ibrido oppure convenzionale/UV oppure per la stampa con inchiostri puramente ibridi insieme ad Hybrid-Wash Settori di applicazione dei prodotti ibridi e UV della Day International e della Varn Products Caucciù, detergenti Inchiostri convenzionali Base in gomma del rivestimento Caucciù dayGraphica Detergente Varn Gomma nitrilica (NBR) 3610, EU 03 V60+ Wash, AIII Hydrosolv Base in gomma del rivestimento Caucciù dayGraphica Detergente Varn Mescola di nitrile e PVC NSP 03 AIII Hydrosolv, Hybrid-Wash testa gli inchiostri ibridi”), il prodotto Hybrid-Wash ha soddisfatto nella maggior parte dei casi i requisiti minimi di lavabilità; l’effetto rigonfiamento dei detergenti, però, non era oggetto dei test sugli inchiostri da stampa. I test sui detergenti, premessa essenziale Inchiostri ibridi per la loro autorizzazione, comprendono l’effetto rigonfiamento sui rulli gommati, sulla gomma negli impianti di lavaggio e sui rivestimenti in gomma dei caucciù. L’Hybrid-Wash mira al gruppo di utenti con una strutturazione degli ordini che non prevede alcun fun- Inchiostri puramente UV EPDM Eclipse UV-Wash zionamento alternato con inchiostri convenzionali, cioè aziende che stampano al 100% con inchiostri ibridi. Gli agenti ad azione solvente sono oli vegetali che armonizzano con le mescole di gomma nitrile e PVC. I caucciù e i rulli gommati per il funzionamento Ingrandimenti al microscopio elettronico di gomme di rivestimento di un caucciù: superficie e volume del campione di sinistra restano ampiamente inalterati dopo 88 ore in un detergente di formulazione idonea ad una temperatura di 60° C. Il campione di destra, invece, è rimasto immerso in un detergente più aggressivo, e comunque diffuso in commercio, e già dopo 16 ore a temperatura ambiente mostra nette alterazioni nella struttura della gomma. misto convenzionale/UV devono essere espressamente identificati. Questo detergente, non considerato sostanza pericolosa secondo la legislazione UE, non contiene sostanze organiche volatili (SOV) e, pertanto, presenta un odore particolarmente basso. Il suo punto di infiammabilità supera i 100° C. V60+ Wash è un detergente economico della classe di pericolosità AIII sviluppato per il funzionamento misto con inchiostri convenzionali e ibridi, quindi che viene utilizzato in combinazione con la gomma nitrilica (NBR). Rientra nella classe di pericolosità AIII anche l’AIII Hydrosolv , sviluppato sulla base del detergente AII Hydrosolv. AIII Hydrosolv è un prodotto universale vantaggioso per tutti i tipi di inchiostro offset, dagli inchiostri convenzionali a quelli ibridi fino agli inchiostri puramente UV, e contrariamente alla maggior parte dei detergenti ibridi, è a base di distillati del petrolio. Anche per questo motivo è idoneo sia alla gomma nitrile che alle mescole di gomma nitrile e PVC su rulli e caucciù. Come rivela il nome, AIII Hydrosolv è miscelabile all’acqua. Il suo punto di infiammabilità supera i 62° C e non occorre trasportarlo e stoccarlo come sostanza pericolosa Simon Bornfleth, Georg Fritz, Day International/Varn Products, Reutlingen Process 3 | 2006 23 Tecnologia UV | Resistenza di rulli, caucciù, lastre, carta Supporti di stampa per le applicazioni ibride Per la finitura ibrida sono adatti soprattutto le carte ed i cartoni patinati lucidi, poiché enfatizzano l’effetto lucido della vernice UV. La formulazione della miscela per patinatura da un lato e la calandratura dall’altro conferiscono al supporto particolari proprietà chimico-fisiche e meccaniche che influiscono sulla compatibilità del supporto con la fotoreticolazione UV ad inchiostri ibridi e vernici UV nonché con la sua capacità di cordonatura e piegatura nell’elaborazione successiva. Il gruppo aziendale Schneidersöhne elenca di seguito i requisiti a sua opinione necessari per i supporti di stampa. Trovare la combinazione ottimale Il risultato di stampa dipende essenzialmente dal supporto prescelto, poiché è la carta che rende visibile ciò che si stampa. Non tutti i tipi di carta offrono le premesse migliori per poter applicare senza problemi la tecnologia ibrida. Nell’interazione con gli inchiostri e le vernici del processo ibrido, le proprietà del supporto di stampa influiscono in modo determinante sull’adesione dell’inchiostro da stampa alla carta, sulla resistenza all’abrasione e ai graffi della pellicola di inchiostro e sulla brillantezza delle vernici a base oleosa e UV che vengono utilizzate. Per questo, ottimizzare la combinazione supporto/inchiostro/vernice può migliorare nettamente il risultato generale, perché non tutte le combinazioni sono parimenti adatte. Per trovare l’equilibrio ottimale si consiglia di effettuare prove di stampa adottando combinazioni diverse per i sistemi coinvolti nel processo. Fattori meccanici con le qualità di carta lucide Numerose applicazioni pratiche hanno dimostrato che i supporti di stampa con una superficie particolarmente liscia forniscono anche i valori di brillantezza maggiori durante la verniciatura. Le carte patinate lucide come la Schneidersöhne LuxoMagic offrono le premesse migliori. LuxoMagic era già stata utilizzata nel test di brillantezza con la tecnologia ibrida di KBA (si veda l’articolo “La brillantezza e la sua classificazione con la lastra di prova KBA”). La gamma di carte patinate 24 Process 3 | 2006 lucide presenti in commercio propone le qualità più disparate, diverse tra loro essenzialmente per brillantezza della carta del materiale non stampato. La diversa brillantezza si può ottenere scegliendo pigmenti colorati per patina oppure per effetto della calandratura. Per ottenere la brillantezza richiesta, queste qualità vengono finite in superficie sotto forma di nastro di carta con una tecnologia a patinatura multipla ed una calandratura finale. La brillantezza viene ottenuta in supercalandre ad elevati valori di pressione, temperatura e umidità. Numerosi martinetti di pressione meccanici nel cosiddetto nip, ovvero la luce tra i cilindri della calandra, garantiscono la compattazione e l’uniformazione della superficie patinata della carta. Per le carte patinate lucide, la brillantezza desiderata si regola scegliendo i pigmenti colorati per patina giusti e con un’elevata pressione meccanica durante il processo di calandratura. La compattazione del supporto stampa che ne deriva deve essere considerata tipicamente dipendente dallo spessore e dal volume specifico di queste carte. I problemi di piegatura provocati da un’insufficiente resistenza della patina alla rottura possono essere contrastati anche con una tecnologia di produzione delle carte patinate lucide adatta, pertanto le grammature più elevate (a partire da 150 g/m2) dovrebbero sempre essere preparate alla piegatura, cioè alla cordonatura per eliminare una piega mobile. I supporti altamente compattati presentano forze antagoniste elastiche inferiori (resistenza alla piega) rispetto ad altre carte meno satinate con una soft calandra. Inoltre, la vernice UV utilizzata deve formare una pellicola possibilmente flessibile che non si infragilisca compromettendo ulteriormente la piega. Infragilimento e stabilità dimensionale Quando si utilizzano carte patinate nella tecnologia ibrida con successiva essiccazione per irraggiamento che, oltre alle reazioni chimico-fisiche dell’essiccazione dell’inchiostro, libera anche calore, si possono manifestare determinati fenomeni di infragilimento dei supporti di stampa. Aumentando la temperatura, infatti, si sottrae umidità alla carta disidratandone le singole fibre che, di conseguenza, si restringono e perdono elasticità. Contemporaneamente, la pellicola di inchiostro si compatta e si verifica un fissaggio della dimensione del foglio. In casi sfavorevoli si presentano stabilità dimensionali che possono essere causate sia dall’assorbimento di umidità da parte del supporto nel tradizionale processo offset che dalla parziale estrazione di umidità durante l’essiccazione per irraggiamento. La stabilità dimensionale del supporto è influenzata soprattutto dalle fibre prescelte, dal rapporto longitudinale/trasversale delle fibre, dalla composizione della carta greggia da patinare e dall’umidità di finissaggio della carta stessa. Qualità patinate semiopache e matt Oltre alle carte patinate lucide, con gli inchiostri ibridi e le vernici si possono utilizzare anche carte patinate semiopache. La tecnologia adottata per la loro produzione è quasi del tutto simile a quella delle carte patinate lucide. Fattori decisivi per il carattere semiopaco sono la scelta dei pigmenti colorati per patina e la stampa satinata. Nella maggior parte dei casi si utilizzano soft calandre che satinano completamente o parzialmente la superficie in modo delicato e con un numero di martinetti di pressione meccanici nettamente inferiore. In casi eccezionali si lavora con speciali cilindri per stampa a disegno per l’opacizzazione della superficie. Solitamente occorre una satinatura multipla anche con queste qualità per ottenere una superficie uniforme e chiusa. A causa della loro composizione grafica, le carte patinate matt sono compatibili con la tecnologia ibrida solo in parte. Il carattere matt viene ottenuto scegliendo miratamente i pigmenti colorati per patina. Per creare l’effetto matt in superficie si utilizza solitamente un pigmento al carbonato di calcio con una struttura geometrica spigolosa e davvero bizzarra. Grazie alla distribuzione uniforme dei pigmenti sulla superficie del supporto di stampa è possibile ottenere una riflessione diffusa per cui chi guarda percepisce una sensazione di opacità. La superficie, quindi, è finemente strutturata, piuttosto aperta e porosa. Le carte patinate matt non sono satinate e non sempre devono essere sottoposte a una patinatura multipla. Le applicazioni UV e ibride su carte patinate matt devono essere testate prima di iniziare i lavori, ad esempio con uno speciale trattamento preliminare con primer o aggiungendo agenti antipenetrazione. Tecnologia UV | Resistenza di rulli, caucciù, lastre, carta Carta ingrandita al microscopio elettronico a scansione Le carte patinate garantiscono sicurezza al processo La qualità delle carte patinate dei diversi produttori dipende fortemente dalla composizione della carta greggia da patinare, dalla formulazione dell’inchiostro da patina e dalla tecnologia di produzione. In linea di massima, oggi sono disponibili carte patinate straordinarie che soddisfano pienamente le esigenze del mercato nonché quelle della tecnologia. Queste carte, infatti, con il loro comportamento ottimale di penetrazione non solo riescono a soddisfare le esigenze di rapidità di rovesciamento del foglio per la stampa in volta con il massimo incremento di brillantezza dell’inchiostro, ma garantiscono anche la completa sicurezza del processo anche alle elevate velocità di produzione della generazione da 18.000 fogli/h o nelle applicazioni ibride. Le carte non patinate non sono idonee Le carte non patinate, invece, a causa del loro grado di assorbenza e della caratteristica della superficie, non sono idonee alla stampa con inchiostri e vernici ibridi. La verniciatura UV su carte non patinate richiede uno speciale trattamento preliminare con un primer sulla superficie intera o parziale della carta per regolare o ridurre il grado di assorbenza del supporto di stampa. Il comportamento di penetrazione delle carte non patinate è completamente diverso da quello delle qualità patinate. Bagnando le carte patinate con un inchiostro denso si provoca una separazione di fase durante la quale i componenti liquidi si separano dall’inchiostro da stampa (oli minerali o vegetali) penetrando nella superficie patinata. Sulle carte non patinate, questa separazione di fase non avviene, bensì si verifica una progressiva essiccazione continua dell’inchiostro che dura nettamente di più che sulle carte patinate. Interazioni nelle applicazioni ibride Durante le applicazioni ibride sono state registrate tante altre reazioni Superficie di una carta patinata lucida Superficie di una carta patinata semiopaca I due ingrandimenti in sezione di due tipi diversi di carta con la stessa grammatura di 135 g/m2 evidenziano la differenza di spessore e di compattazione in seguito alla calandratura Superficie di una carta patinata matt nell’interazione tra il supporto di stampa ed i componenti coinvolti nel processo. Non solo è di particolare interesse l’adesione degli inchiostri ibridi e delle vernici alla carta, ma nella fotoreticolazione UV occorre tenere in considerazione anche l’area non-stampante del foglio. Tanto maggiore è la bianchezza di base del supporto, tanto minore sarà la percentuale di candeggianti ottici, e tanto meno bianchezza andrà persa. Contrariamente a ciò, con la fotoreticolazione UV e l’adduzione di calore che questa comporta carte e cartoni con una percentuale elevata di correttori ottici tendono maggiormente ad ingiallire. L’essiccazione UV distrugge questi legami chimici nella patina che, quindi, con il passare del tempo perdono sempre più il loro effetto ottico e, in quei punti, riportano la carta alla sua naturale bianchezza di base. Proprio per questo motivo, la qualità dei candeggianti ottici e la loro stabilità ai Superficie aperta di una carta non patinata raggi ultravioletti sono di grande importanza per la qualità del prodotto stampato. Un’altra forma di ingiallimento, causata dalla vernice a base oleosa, si rileva soprattutto sul retro del foglio oppure con la configurazione grafica nella stampa in bianca e in volta; qui l’area coperta dall’ingiallimento è paragonabile alle aree verniciate. Anche in questo effetto negativo vengono distrutti candeggianti ottici in parte o su tutta la superficie e, quindi, la perdita di bianchezza viene ritenuta scarsa qualità. Spessori dello strato di inchiostro o di vernice elevati si riflettono altrettanto negativamente quanto una radiazione UV eccessiva. Indipendentemente dall’odore intrinseco degli inchiostri e delle vernici UV, il tipico odore persistente dei prodotti ibridi non piace a tutti. A volte, alcuni prodotti stampati con la tecnica UV emanano un odore talmente sgradevole che si può già parlare di inquinamento dell’aria. La causa sono le sostanze volatili di dissociazione dei componenti UV che vanno a depositarsi sotto forma di monomeri gassosi sui leganti integrati nell’inchiostro da patina della superficie del supporto di stampa. I monomeri liberati durante la polimerizzazione radicalica di sistemi di inchiostro UV diversi reagiscono altrettanto diversamente. Allo stesso modo, tipi diversi di sistemi leganti trattengono i monomeri UV volatili per un arco di tempo diverso oppure vengono distrutti. La condizione essenziale per ottenere un prodotto stampato dall’odore neutro senza inquinamento dell’aria è una sufficiente fotoreticolazione ed essiccazione degli inchiostri e delle vernici UV. Con una scelta mirata di combinazioni di materiali idonee ed informandone chi si occupa della tecnologia coinvolta nel processo, si possono realizzare già oggi prodotti stampati con finitura ibrida qualitativamente straordinari e a basso odore. Dipl.-Ing. Christoph Weinert Schneidersöhne Unternehmensgruppe www.schneidersoehne.de Per ricevere maggiori informazioni potete contattare l’autore dell’articolo al numero di telefono +49 (0) 22 36 606-237 oppure all’indirizzo e-mail [email protected] Process 3 | 2006 25 Tecnologia UV | Inchiostri ibridi I requisiti degli inchiostri ibridi La chiave per applicare con successo il metodo ibrido è soprattutto, oltre ad una macchina tecnologicamente adatta, l’inchiostro ibrido utilizzato. Questo inchiostro essicca sia per ossidazione/penetrazione che per fotoreticolazione UV ed è direttamente verniciabile a UV. Sull’esempio della serie di inchiostri Epple Starbrite, che rientra tra le serie di inchiostri ibridi approvate da KBA/fogra, andiamo ad illustrare i tratti ed requisiti tipici di questo tipo di inchiostro. La gamma Starbrite comprende anche detergenti e vernici a base oleosa compati- Elevata brillantezza con la verniciatura UV Per conferire agli stampati una brillantezza elevata superiore a 85 punti è inevitabile ricorrere alla finitura con vernice UV come unica alternativa alla laminazione con film. Tuttavia, la vernice UV apporta una brillantezza così elevata solo se il fondo su cui si effettua la verniciatura è completamente asciutto, per evitare che la vernice penetri nella pellicola di inchiostro. Inoltre, affinché possa formarsi una superficie liscia e lucida dopo l’applicazione si deve lasciare alla vernice tempo sufficiente per scorrere correttamente. Per l’applicazione della vernice UV si può scegliere tra quattro metodi: 1. verniciatura UV fuori linea sullo strato essiccato di un inchiostro di qualsiasi tipo 2. primer in linea + verniciatura UV sullo strato ancora bagnato di un inchiostro standard con una biverniciatura che applica dapprima un primer a base acquosa che viene immediatamente essiccato per fornire alla successiva vernice UV un’imprimitura asciutta 3. verniciatura UV in linea su uno strato di inchiostro UV prereticola to a UV 4. verniciatura UV in linea su uno strato di inchiostro ibrido prereticolato a UV. Epple propone inchiostri, detergenti e vernici a base oleosa adatti Starbrite è già da diversi anni il sistema di inchiostri ibridi collaudato della Epple Druckfarben AG di Neusäß. Questa serie riunisce le proprietà degli inchiostri tradizionali e UV per consentire di realizzare la finitura in linea con una vernice UV molto brillante. In questo modo si possono sfruttare tutti i vantaggi degli inchiostri UV, ovvero la rapida essiccazione e l’ottima compatibilità del sistema legante con la vernice UV, senza dover disporre di una macchina puramente UV. Con questo 26 Process 3 | 2006 metodo, utilizzando gli inchiostri Starbrite ed il detergente ibrido Starbrite 1300 è possibile lavorare • con rulli gommati e caucciù normali • senza dover preparare i gruppi di stampa per il processo UV e • anche utilizzando un liquido di bagnatura senza isopropanolo. Numerose prove di rigonfiamento condotte sui prodotti di tutti i produttori di rulli più rinomati hanno dimostrato che, per la stampa con Starbrite, i risultati migliori li forniscono i rulli ed i caucciù tradizionali. Inoltre, la sicurezza di impiego degli inchiostri Starbrite nella produzione è stata confermata anche in aprile 2005 al secondo meeting degli utenti ibridi con il certificato KBA/fogra. Indipendentemente dal comportamento sui materiali in gomma, le lastre offset devono essere termoindurite o essere compatibili agli ultravioletti. Per quanto riguarda la brillantezza ottenuta, il supporto di stampa, il grado di copertura e la presenza di inchiostro non svolgono un ruolo degno di nota. Come per tutti gli inchiostri, subito dopo la stampa si notano lievi variazioni del coefficiente di brillantezza. Gli utenti registrano addirittura variazioni di brillantezza in positivo durante l’essiccazione ossidativa nella pila. Per ottenere effetti a contrasto lucido, Starbrite è compatibile anche con diverse vernici matt a base oleosa che possono essere applicate prima della verniciatura UV a piena copertura come vernici a zone nel registro offset. Per questo tipo di verniciatura, Epple propone le vernici Starbrite 1290 e 1579 a basso ingiallimento, entrambe per effetti a buccia d’arancia, nonché la 1523 per la finitura matt liscia. Stoccaggio ed accantonamento La stabilità di stoccaggio degli inchiostri ibridi dipende dalla temperatura e dalla qualità chimica dei pigmenti. Tanto più alta è la temperatura di stoccaggio, tanto minore sarà la bili con gli inchiostri ibridi. 95 90 85 80 75 70 70% 70% 70% 100% 100% 70% 100% 100% M+K C+M CMY M+K C+M CMYK CMY CMYK =40% =140% =210% =200% =200% =280% =300% =400% 0% Brillantezza dopo 72 ore su un foglio di cartone bipatinato lucido (cartone GD2) stampato ad una velocità di 10.000 fogli/h con gli inchiostri ibridi Starbrite più vernice UV (verde) e con inchiostri tradizionali più vernice a dispersione e vernice UV (blu) a seconda della presenza di inchiostro e della copertura dell’area. Con la finitura ibrida, le interdipendenze sono nettamente inferiori (oscillazioni lievissime del coefficiente di brillantezza) e il coefficiente di brillantezza è mediamente superiore (90,7) rispetto alla biverniciatura (88,3). Per la prova è stata presa la lastra di prova KBA (si veda il secondo articolo) stabilità. Con una serie di prove su vasta scala, Epple ha individuato pigmenti per colori di processo e speciali che possono essere conservati per almeno sei mesi ad una temperatura massima di 25° C. I colori di processo Starbrite sono pronti per la stampa nella sequenza nero-cianomagenta-giallo. L’ingrossamento del punto e la qualità della stampa sono ampiamente paragonabili ai parametri degli inchiostri tradizionali. Un equilibrio senza problemi Nell’equilibrio acqua-inchiostro, gli inchiostri Starbrite devono essere classificati come gli inchiostri standard. La tendenza ad un’eccessiva idroricettività come quella cui si era abituati un tempo con gli inchiostri UV non esiste più. La tendenza all’emulsificazione e il pericolo di velatura sono nettamente diminuiti. Ciò che si consiglia sempre è una analisi dell’acqua industriale perché, a seconda della sua qualità, potrebbe essere necessario modificare la composizione del liquido di bagnatura. In linea di massima si può utilizzare qualsiasi additivo per liquido di bagnatura in commercio, compreso il surrogato di isopropanolo, ad eccezione degli additivi di essiccazione. In alcune prove di stampa si è notato che i liquidi di bagnatura con siccativo possono causare una specie di essiccamento dei rulli che pregiudica la tiratura. Per il processo con inchiostri ibridi, Epple suggerisce l’additivo per liquido di bagnatura Waterfit 1239. Il tiro è diverso rispetto agli inchiostri tradizionali Anche per gli inchiostri ibridi esiste uno stretto legame tra le proprietà reologiche dell’inchiostro da stampa, soprattutto tra viscosità, tiro (“tack”) e scorrimento (“flow”), pertanto risulta estremamente difficile Tecnologia UV | Inchiostri ibridi Test di rigonfiamento: materiali per applicazioni standard nella tolleranza Nei test sono stati analizzati il rigonfiamento (+) ed il ritiro (–) dei materiali in gomma a contatto con la serie di inchiostri ibridi Epple Starbrite e con il detergente Epple Starbrite 1300.In tutti i casi, i materiali per applicazioni con inchiostri tradizionali si sono dimostrati pienamente compatibili, in linea con la filosofia ibrida di KBA. Poiché, quindi, gli inchiostri Starbrite ed il detergente Starbrite armonizzano al meglio con gli stessi materiali, entrambi i prodotti rappresentano una combinazione ottimale. Risultati dei test con gli inchiostri ibridi: Curve caratteristiche di stampa nero, ciano, magenta e giallo (con densità dei fondi pieni di 1.89, 1.56, 1.54 e 1.40) della serie di inchiostri ibridi Epple Starbrite misurate su una Rapida 105 presso il Centro Clienti KBA di Radebeul. Le differenze di incremento del punto rispetto ad una serie standard presente in commercio sono talmente ridotte che, nel funzionamento misto, occorre adattare solo lievemente le caratteristiche nella fase di prestampa Esempio di rivestimenti in gomma su rulli Westland:Werograph (standard),Weromix (tradizionale/UV),Wero-UV Risultati dei test con detergente ibrido: 1. Rivestimenti in gomma su rulli Böttcher: rulli standard +0,25%, rulli combinati (standard/UV) +0,65%, rulli UV +0,45% 2. Rivestimenti in gomma su rulli Westland: rulli standard -0,2%, rulli combinati (standard/UV) –0,5%, rulli UV +30,5% 3. Guarnizioni in gomma negli impianti di lavaggio automatico Baldwin:valori di rigonfiamento dopo il 1° giorno +0,02%, dopo il 2° giorno 0% e dopo il 7° giorno +0,04% (criterio KO: il rigonfiamento dopo 7 giorni deve essere inferiore all’1% di variazione dimensionale) modificare un valore senza influire sugli altri due. Delle tre grandezze misurabili, il tiro è quella più importante perché misura la forza che deve essere esercitata per separare il film di inchiostro durante il trasporto dell’inchiostro dal calamaio attraverso il gruppo inchiostratore, la lastra e il caucciù fino al supporto di stampa. Nei sistemi ibridi, il tiro a secco (inchiostro senz’acqua) è leggermente superiore che con gli inchiostri tradizionali, mentre il tiro a umido (inchiostro con acqua) è lievemente inferiore. Per ottenere un risultato perfetto si devono scegliere con cura un tiro a secco ed un tiro ad umido compatibili tra loro. La viscosità, cioè la densità dell’inchiostro, si riferisce all’attrito interno che si oppone ad una sollecita- zione a compressione o tangenziale. Sotto l’azione di una tensione tangenziale di questo tipo, l’inchiostro è soggetto ad una spinta con un gradiente di velocità costante. Il quoziente tra tensione tangenziale e gradiente di velocità viene definito viscosità dinamica, misurata in pascal al secondo. Per specificare ed ottimizzare miratamente altre caratteristiche come scorrimento, limite di snervamento, tempo di rilassamento eccetera, la misurazione della viscosità è estremamente importante anche per lo sviluppo del prodotto. Carico sensoriale misurato in gascromatografia aldeidi volatili. Gli aldeidi e gli alcani sono legami idrocarburici con il gruppo molecolare funzionale — CHO. Per calcolare la quota di aldeidi, gli inchiostri e la vernice a base oleosa Starbrite sono stati analizzati in gascromatografia insieme ad un cartone cromo solfato. In un primo test è stata messa a confronto una scala Starbrite dichiarata a basso odore con una scala ad essiccazione ossidativa. Una seconda prova metteva a confronto una scala Starbrite a basso odore con una scala a basso odore tradizionale. Gli aldeidi volatili che si volevano trovare sono il butanale (con 4 atomi di carbonio = 4 C), il pentanale (5 C), l’esanale (6 C) e l’eptanale (7 C). L’aldeide maggiormente responsabile dell’emanazione di cattivo odore è l’esanale. Negli inchiostri tradizionali, il picco di esanale è chiaramente riconoscibile, negli inchiostri Starbrite a basso odore, invece, è nettamente inferiore. Nel caso delle due scale a basso odore, le quantità di esanale liberate erano identiche. Le differenze nel tenore di esanale della scala Starbrite non a basso odore, quindi, si avvicinavano al range degli inchiostri standard a basso odore, mentre vi rientravano esattamente per la scala Starbrite a basso odore. Ciò nonostante, nella produzione di packaging alimentare occorre osservare che, proprio come con gli inchiostri tradizionali, il prodotto riempito non deve venire a diretto contatto con la superficie stampata. Contrariamente alla gascromatografia a misurazione assoluta, il test di Robinson (si veda l’articolo “Requisiti di resistenza nella finitura ibrida”) è un metodo di prova del carico sensoriale a misurazione relativa, fortemente influenzabile soggettivamente e, quindi, non esattamente riproducibile. Tuttavia, la prova considera il prodotto completo (carta, inchiostro, vernice, liquido di bagnatura e anche lo stoccaggio) e, quindi, a seconda dei casi può essere utile condurre un test di Robinson. Norbert Lenzgeiger, Epple Druckfarben I principali responsabili del carico sensoriale degli stampati sono gli L’analisi gascromatografica ha dimostrato che la concentrazione di aldeidi (in mg/mÇ) degli inchiostri Starbrite compresa la vernice a base oleosa (rappresentata in blu) è inferiore a quella di un supporto di stampa tipico (cartone cromo solfato Iggesund Invercote da 200 g/m2) e, quindi, non si rileva alcun carico di aldeidi degno di nota Gascromatogramma: negli inchiostri tradizionali (in rosso), l’esanale, principale responsabile dell’emanazione di cattivo odore, è nettamente superiore che negli inchiostri Starbrite non a basso odore (in blu). Gli inchiostri standard a basso odore (in verde) e gli inchiostri Starbrite a basso odore (in nero) non si differenziano nella percentuale di esanale Process 3 | 2006 27 Tecnologia UV | Vernici UV I requisiti delle vernici UV Nella finitura ibrida, per la verniciatura finale molto brillante vengono utilizzate vernici a fotoreticolazione UV applicate umido su umido su tutta la superficie direttamente sugli inchiostri ibridi oppure sulla vernice a base oleosa che funge da vernice a zone. Grazie all’interazione tra i sistemi di verniciatura contrari vernice oleosa e vernice UV si ottengono diversi effetti a zone. Sfruttando in modo mirato le diverse tensioni interfacciali delle varie vernici, si possono creare strutture superficiali ed effetti tattili diversi che, però, richiedono caratteristiche ben precise della vernice UV o delle combinazioni di vernice. Compatibilità con gli inchiostri ibridi Il primo requisito riguarda la verniciabilità degli inchiostri ibridi che contengono leganti sia a reticolazione ossidativa che UV. Rispetto agli inchiostri standard, i sistemi ibridi si distinguono nella tecnica di applicazione per la loro migliore verniciabilità brillante, per la quale occorre comunque utilizzare vernici UV con una formulazione speciale e vernici a dispersione idonee qualora nel modo operativo convenzionale della macchina ibrida vengano utilizzati anche inchiostri ibridi. dard, ibridi e UV. Sugli inchiostri standard, ovvero inchiostri a reticolazione per ossidazione/penetrazione, la verniciatura UV è possibile solo con l’intervento di un primer a base acqua. Per questo metodo occorre una macchina a doppia verniciatura ed il valore di brillantezza medio ottenibile è di ca. 70. Con gli inchiostri ibridi non serve il primer, quindi si può fare a meno di un gruppo di verniciatura ed il valore di brillantezza è di ca. 90. Per la verniciatura UV diretta di inchiostri a fotoreticolazione UV, nettamente prolungamento dell’uscita. Altri fattori decisivi sono il supporto di stampa, la quantità di vernice applicata e la posizione, il numero e la potenza dei singoli irradiatori UV. Combinazioni di vernice per gli effetti a contrasto lucido Oltre alla compatibilità con gli inchiostri ibridi, la vernice UV molto brillante deve essere idonea alle vernici a base oleosa prodotte appositamente per la verniciatura ibrida ad effetto. Qui, il comportamento di assorbimento e repulsione di vernice viene ottimizzato regolando le tensioni interfacciali di entrambi i tipi di vernice. In questo modo, nell’ultimo gruppo di stampa si può utilizzare una vernice a base oleosa che repelle la vernice UV con una lastra offset inumidita nei punti in cui, ad esempio, si desidera un effetto matt o a Viscosità della vernice UV Jürgen Veil, direttore del marketing offset a foglio KBA (destra) e il product manager Anne-Kathrin Gerlach constatano gli elevati valori di brillantezza ottenuti con la vernice UV VEGRA nella finitura ibrida Essendo un sistema puramente UV, nella macchina viene lavorata solo la vernice e, quindi, l’equipaggiamento delle restanti sezioni non deve essere particolarmente resistente. Uno dei vantaggi principali degli inchiostri ibridi è che (almeno nella filosofia ibrida di KBA) i rulli possono essere rivestiti in modo standard e non occorrono rivestimenti in EPDM come per la stampa puramente UV. Nella pratica, la verniciatura UV in linea viene effettuata con tre diversi tipi di inchiostro: inchiostri stan- 28 Process 3 | 2006 più difficili da stampare rispetto agli inchiostri ibridi, i valori di brillantezza salgono ad oltre 80. La maggiore brillantezza della vernice UV si ottiene con la verniciatura fuori linea, dove il tipo di inchiostro essiccato non è rilevante. Per tutti i metodi di lavorazione, il grado di brillantezza di una vernice UV dipende dal tempo di scorrimento che, a sua volta, dipende dalla velocità di produzione e dalla lunghezza del percorso di scorrimento disponibile. Per questo motivo è consigliabile un doppio La viscosità è determinabile con un bicchiere di deflusso ad immersione DIN (vedi grafico). Ad una temperatura ambiente di 20° C si misura il tempo che occorre alla vernice per defluire completamente attraverso un foro di 4 mm di diametro partendo dalla tacca di livello di riempimento. Le vernici UV non devono impiegare meno di 25 secondi (verniciatura non omogenea) e non devono superare i 65 secondi (pericolo di spruzzi).Poiché la viscosità dipende dalla temperatura e sotto carico continuo diminuisce all’aumentare della temperatura nel gruppo di verniciatura, occorre considerare il calo di viscosità. Al meeting degli utenti della tecnologia ibrida KBA si è discusso sul fatto che una vernice UV più calda di 45° C porta risultati ottimali. Tuttavia, la vernice UV può essere portata a temperatura solo nell’alimentazione, perché la temperatura di stoccaggio è inferiore. VEGRA sostiene e promuove la finitura ibrida sin dall’inizio.“Crediamo che la tecnologia ad effetto e ibrida sia uno degli sviluppi più intelligenti dell’industria grafica degli ultimi cinquant’anni”, constatava l’autore, Albert Uhlemayr, già in occasione del primo meeting degli utenti della tecnologia ibrida KBA del Settembre 2003 grano reticolare. Quando si effettua la sovrastampa integrale, la vernice UV molto brillante non aderisce in questi punti e genera così l’effetto a contrasto tra vernice a base oleosa opaca o granulare e le restanti zone brillanti. Poiché si tratta sempre di vernici tra loro compatibili, si dovrebbero utilizzare insieme solo vernici di un unico produttore oppure richiedere un elenco delle vernici di altri produttori che possono essere abbinate. Il Gruppo VEGRA, ad esempio, offre per la finitura ibrida la combinazione di vernice ad effetto 3606 (vernice a base oleosa) e vernice Tecnologia UV | Vernici UV Risorse e collaboratori Desideriamo cogliere l’occasione per ringraziare cordialmente tutti i nostri collaboratori e i partner che ci hanno sostenuti con enorme impegno nello sviluppo e nel perfezionamento della tecnologia ibrida nella pratica. Enti di consulenza e certificazione •Berufsgenossenschaft Druck u. Papierverarbeitung, D-Wiesbaden (www.bgdp.de) •fogra Forschungsgesellschaft Druck e.V., D-München (www.fogra.org) Inchiostri e vernici •Epple Druckfarben AG, D-Neusäß (www.epple-druckfarben.de) •Flint-Schmidt GmbH & Co KG, D-Frankfurt/M (www.flint-schmidt.de) •Huber Group/Hostmann-Steinberg GmbH, D-Celle (www.mhm.de, www.hostmann-steinberg.de) •Jänecke+Schneemann Druckfarben GmbH, D-Hannover (www.js-druckfarben.de) •Schmid Rhyner AG Print Finishing, CH-Adliswil (www.schmid-rhyner.ch) •Sicolor GmbH, D-Neusäß (www.sicolor.de) •SunChemical Hartmann Druckfarben GmbH, D-Frankfurt/M (www.sunchemical.com) •Terra Lacke GmbH, D-Lehrte (www.terralacke.de) •Toyo Ink Co. Ltd., J-Tokyo •VEGRA GmbH, D-Aschau am Inn (www.vegra.de) •Weilburger Graphics GmbH, D-Gerhardshofen (www.weilburger-graphics.de) •XSYS Print Solutions Deutschland GmbH, D-Stuttgart (www.xsys-printsolutions.com) Detergenti •Varn Products GmbH, D-Reutlingen (www.day-intl.com) •DC DruckChemie, D-Ammerbuch (www.druckchemie.com) •DS Druckerei Service, D-Reutlingen (www.dsgroup.de, www.fujihunt.com) •VEGRA GmbH, D-Aschau am Inn (www.vegra.de) La vernice UV VEGRA 1038 per la finitura ibrida si distingue per ottima resistenza all’abrasione, adesività, resistenza alla cordonatura e alla piegatura nonché compatibilità con l’incollaggio (con adesivi a dispersione), resistenza alla termosigillatura (a PVC e PP) e la compatibilità con l’impressione a caldo UV molto brillante 1038. In alternativa è disponibile la combinazione drip off formata da vernice ad effetto 3606/1 e vernice speciale DL 1188 per verniciatura ad effetto (vernice a dispersione) su inchiostri ibridi (per maggiori informazioni sui prodotti VEGRA, consultate il sito Internet www.vegra.com). In ogni caso è importante che la vernice UV venga applicata in modo costante e in quantità sufficiente. La quantità di vernice applicata non deve essere inferiore a 5 g/m2, che corrispondono ad un volume di immersione dei cilindri retinati di 15 g/m2. Prima di iniziare la stampa è assolutamente necessario pulire i cilindri retinati e controllarne il volume di immersione in base al codice dei cilindri. Tutte le vernici sono lavorabili alla massima velocità di produzione. Come per le vernici a dispersione, Caucciù e caucciù per verniciatura •Birkan Drucktechnik GmbH, D-Eching am Ammersee (www.birkan.de, www.duco.co.uk) •Day International GmbH, D-Reutlingen (www.day-intl.com) •Phoenix Xtra Print GmbH, D-Hamburg (www.pxp.de, www.contiair.com) Lastre da stampa e di verniciatura •Kodak Polychrome Graphics, D-Osterode (www.kpgraphics.com) •Rudolf Reproflex GmbH, D-Goslar (www.rudolf-reproflex.de) •XSYS Print Solutions Deutschland, D-Stuttgart (www.xsys-printsolutions.com) Tecnologia rulli gommati e cilindri retinati •Felix Böttcher GmbH & Co. KG, D-Köln (www.boettcher.de) •Praxair Surface Technologies, D-Schlüchtern (www.praxair.com) Tecnica di essiccazione e irraggiamento •adphos Eltosch Torsten Schmidt GmbH, D-Norderstedt (www.adphos.de, www.eltosch.de) •Grafix GmbH Zerstäubungstechnik, D-Stuttgart (www.grafix-online.de) •Dr. Hönle AG UV Technology, D-Gräfelfing (www.hoenle.de) •IST Metz GmbH, D-Nürtingen (www.ist-uv.com) •RadTech Europe, NL-Den Haag (www.radtech-europe.com) Supporti di stampa •m-real Technical Sales and Marketing, D-Hamburg (www.m-real.com) •Schneidersöhne Unternehmensgruppe, D-Ettlingen (www.schneidersoehne.de) •UPM-Kymmene Sales GmbH, D-Hamburg (www.upm-kymmene.com) anche nella verniciatura UV la temperatura della pila è un indice degli eventuali problemi nelle successive fasi di piegatura e cordonatura. Applicazione nella stampa di packaging alimentari e non Nelle prove condotte su stampe a finitura ibrida con vernice UV molto brillante VEGRA 1038, nel processo di estrazione con alcool e cloruro di metilene non sono stati rilevati monomeri residui né fotoiniziatori. Inoltre, tutte le vernici UV VEGRA sono a basso odore e dotate di certificazione ISEGA.* Pertanto, questo rivestimento brillante può essere utilizzato anche per stampati destinati all’imballaggio di prodotti alimentari purché, però, gli irradiatori UV dispongano di una potenza sufficiente ai fini della buona reticolazione della vernice e vengano puliti e sostituiti ad intervalli regolari. La vernice UV 1038 può essere utilizzata ottimamente nella stampa di packaging e etichette anche per la sua compatibilità con l’impressione (sono disponibili speciali foglie d’oro per l’impressione a caldo). Albert Uhlemayr, Presidente del Gruppo VEGRA *) ISEGA Forschungs- und Untersuchungsgesellschaft mbH, D-Aschaffenburg (www.isega.de): istituto di consulenza e collaudo indipendente, operante in tutto il mondo per l’industria e il commercio, anche nei settori cellulosa/carta/cartone/cartoncino, materie plastiche, packaging, inchiostri/vernici/prodotti chimici; appronta perizie e autorizzazioni di prodotti riconosciute a livello internazionale conformemente alla normativa ISO 17025 in tedesco, inglese, francese ed altre lingue; dal 1990 vengono certificate anche le soluzioni dei produttori di imballaggi sulla gestione dell’igiene Process 3 | 2006 29 Processo di finitura lucida | Brillantezza La brillantezza e la sua classificazione con la lastra di prova KBA La brillantezza è l’effetto ottico che lascia desumere la rugosità o la lucidezza di una superficie. Questo effetto nasce dalla riflessione della luce che viene diffusa dalla superficie sotto forma di cosiddetta indicatrice in quasi tutte le direzioni di spazio. La parte diffusa di luce riflessa è meno intensa rispetto alla parte orientata che si crea principalmente nel campo dell’angolo di brillantezza, ossia dell’angolo di emergenza della luce, posizionato simmetricamente rispetto all’angolo di incidenza della luce. Tanto maggiore è la quota di riflessione orientata, tanto più sottile e lunga vernice). Metrologicamente, la brillantezza viene analizzata con una misurazione dell’intensità luminosa relativa sotto l’angolo di brillantezza. Gli standard consentono di regolare diversi angoli sui glossmetri (riflettometri) e, pertanto, insieme ai valori misurati si dovrà sempre registrare anche la geometria di misurazione. La norma ISO 2813 (DIN 67530) prescrive angolazioni di 20°/20° per finiture molto brillanti, 60°/60° per finiture normali e 85°/85° per finiture matt. Da anni, l’industria grafica e del packaging preferisce però la 45°/45°, anche se per valutare le Il fenomeno brillantezza può essere rappresentato come indicatrice della luce riflessa (distribuzione dell’intensità, qui in giallo) golo di brillantezza vengono definiti indifferentemente come “valori di riflettometro”, “punti di brillantezza”, “valori di brillantezza” o “gradi di brillantezza” e sono compresi tra 0 (riflessione completamente diffusa, matt assoluto) e 100 (riflessione completamente orientata, brillantezza assoluta). Come regola empirica valgono i valori di riflettometro della tabella. Eccetto per la vernice a base oleosa e la verniciatura fuori linea, la vernice viene applicata con un gruppo flexo. Poco diffuso nella pratica è il “coefficiente di brillantezza visiva” a norma DIN 16537 compreso tra 0 (matt) e 10 (brillante). Diffuso in America, invece, è il valore di brillantezza Haze come da norma ASTM D 4035 generato dalla differenza dei valori di riflettometro inferiori a 60°/60° e 20°/20°: H = R60 – R20. Questo valore consente di classificare meglio la velatura, soprattutto su campioni a brillantezza normale ed elevata. Sinora non esistevano lastre di prova standardizzate per determinare con esattezza il punto di brillantezza. Per questo motivo, KBA ha messo a punto una lastra di prova che consente di calcolare i gradi di brillantezza su quasi tutti i substrati a velocità di produzione diverse e per diversi gradi di copertura dell’area e tipi di vernice. Lo stampatore può misurare senza problemi i punti di brillantezza sulle superfici tonali con un glossmetro e controllare la riproducibilità degli ordini di stampa più disparati. I due motivi sono perfetti per la valutazione visiva della brillantezza ottenuta, poiché sia le tonalità chiare che gli elementi ad elevata copertura dell’area sono parte integrante del soggetto (perché, almeno con la tecnologia a doppia verniciatura, il passaggio da copertura alta a bassa comporta una riduzione della brillantezza). Punti di brillantezza di metodi di verniciatura frequenti Vernice UV matt su inchiostri ibridi R = 10…20 Vernice UV matt su inchiostri UV R = 20 Inchiostri (a seconda del supporto di stampa) R = 30…50 95 Vernice a base oleosa su inchiostri standard e ibridi R = 60 90 Vernice a dispersione su inchiostri standard R = 70 85 Doppia verniciatura (vernice UV brillante su primer) R = 65…85 75 Vernice UV brillante su inchiostri UV R = 85…90 70 Vernice UV brillante su inchiostri ibridi R = 85…95 65 Vernice UV fuori linea su inchiostro essiccato R = 90…98 sarà l’indicatrice e tanto maggiore sarà l’effetto brillantezza. La quota diffusa diminuisce quando le intercapedini nella topografia superficiale rugosa vengono riempite o completamente coperte da un mezzo omogeneo (ad esempio la stampe verniciate si ricorre sempre più frequentemente alla 60°/60°. Con un’illuminazione fissa (a 60° o 45°) ed un angolo di misurazione variabile è possibile definire anche la forma dell’indicatrice. I valori misurati dipendenti dall’an- Inchiostri ibridi con verniciatura finale UV Misurazione della brillantezza immediata e dopo 72 ore 100 80 30 Process 3 | 2006 MK 70% 140% CM 70% 140% CMY 70% 210% Misurazione immediata, 10.000 f/h Misurazione immediata, 12.000 f/h MK 100% 200% CM 100% 200% CMYK 70% 280% CMY 100% 300% CMYK 100% non stampato 400% Misurazione dopo 72 h, 10.000 f/h Misurazione dopo 72 h, 12.000 f/h Risultati dei test con tecnologia ibrida I parametri di base con questa serie di test erano identici a quelli della serie di test con doppia verniciatura eseguita. I risultati mostrano un grado di brillantezza chiaramente superiore. Perfino nelle misurazioni dopo 72 ore è stato registrato un effetto “draw-back” minimo. Sulla base dei risultati della misurazione si può dedurre che la tecnologia ibrida consente una qualità di verniciatura UV elevatissima e riproducibile. Processo di finitura lucida | Fuori linea Quando si deve optare per il “fuori linea”? Le prestazioni di finitura fuori linea sono solitamente offerte da aziende grafiche specializzate. Nell’offset a foglio, però, alcune tipografie di scatole ripiegabili oltre alla tecnologia di stampa a rilievo e fustellatura sono dotate anche di macchine per la finitura lucida fuori linea. Verniciatura e laminazione con film sono le due tecnologie di prima scelta, a seconda del tipo di prodotto che si vuole stampare. Nella maggior parte dei casi, i risultati di brillantezza superano quelli ottenuti con la finitura in linea, vantaggio che non giustifica tuttavia gli elevati costi di questo procedimento. Ma si devono verificare anche altri criteri. Configurazioni del sistema di verniciatura sull’esempio di Billhöfer: 1 Sistema a tre rulli, 2 Sistema a due rulli, 3 Bilaccatura con sistemi a due rulli, 4 Calandra nuo funzionamento di un gruppo di verniciatura in linea risulterebbe troppo costoso • la finitura lucida fuori linea deve essere abbinata ad altri processi di nobilitazione, ad esempio un rivestimento adesivo • occorre verniciare l’intero formato, cosa impossibile nella macchina da stampa a causa del margine di pinza. La stragrande maggioranza delle finiture lucide e di protezione avviene in linea, ma entrambe i metodi, in linea e fuori linea, vanno aumentando in seguito alla crescente necessità di prodotti con finiture sempre più complesse. Finitura fuori linea o in linea? La finitura “fuori linea”, cioè operazioni di finitura effettuate in una o più passate autonome su macchine speciali, è ovviamente più costosa di quella “in linea”, ovvero la finitura in una sola passata insieme al processo di stampa. Proprio per questo, oggi è quasi scontato che le macchine offset a foglio siano dotate di gruppi di verniciatura. Ciò nonostante, la finitura lucida fuori linea ha una sua giustificazione. Questa finitura è richiesta quando: • si devono ottenere punti di brillantezza particolarmente elevati, ad esempio con strati di vernice più spessi o con la calandratura • occorre aumentare la protezione contro l’abrasione e la resistenza, ad esempio per le copertine dei libri • la tipografia deve rivolgersi a terzi per la finitura, ad esempio se non dispone di una verniciatura in linea o di una configurazione a bilaccatura • la tipografia effettua finiture lucide solo occasionalmente o “on demand” e, quindi, il conti- Verniciatura Rispetto alla verniciatura in linea, la verniciatura fuori linea presenta il vantaggio che avviene sull’inchiostro essiccato e, quindi, non importa quale tipo di inchiostro venga utilizzato. Le verniciatrici adottano diverse tecnologie. Le macchine verniciatrici certificate applicano la vernice tramite rulli regolando lo spessore dello strato in base alla linea di contatto tra i rulli e la viscosità. Si fa una distinzione tra macchine con verniciatura su uno o due lati e macchine con e senza pinze, queste ultime consentono anche di verniciare il foglio sino ai quattro margini estremi. Per la verniciatura fuori linea sono adatte anche le macchine a foglio munite di sistema di verniciatura ed essiccatoio come gruppo unico (oltre a mettifoglio e uscita, le cosiddette “stand-alone coater”) oppure il cui gruppo di stampa viene utilizzato esclusivamente per la verniciatura, ovvero macchine rotocalcografiche a foglio e stampatrici serigrafiche. Oltre alle vernici a dispersione e UV, le verniciatrici utilizzano ancora vernici nitro contenenti solvente che, però, vanno gradualmente scomparendo a causa del loro elevato impatto ambientale. Nella produzione di packaging si sono affermate vernici speciali dotate di particolari resistenze, ad esempio alle basse temperature e al vapore acqueo, e le vernici adesive per la produzione di tessere in plastica vengono spesso applicate da stampatrici serigrafiche economiche. Un ruolo principe lo giocano le vernici per calandratura a caldo, essendo le uniche a raggiungere i punti di brillantezza di un film per laminazione senza però gli stessi svantaggi (vedi alla voce “laminazione”). Con l’effetto del calore, queste vernici vengono applicate con uno strato di spessore doppio rispetto alle altre e poi compressi in linea da rulli di calandra lucidati a specchio. Laminazione La laminazione degli stampati con film è il metodo di finitura lucida più complesso. Come per le vernici, sono disponibili qualità di film brillanti e opache nonché a struttura goffrata, ad esempio le imitazioni del lino per le copertine rigide, e con speciali rivestimenti funzionali, ad esempio per una maggiore resistenza ai graffi. Il materiale prevalentemente utilizzato per il film è il polipropilene orientato (OPP), estremamente resistente allo strappo e strutturabile nonché lavorabile anche a caldo. I film di acetato vengono utilizzati occasionalmente per l’impressione successiva o l’incollaggio parziale dei fogli. Non molto tempo fa si utilizzavano ancora film di poliestere (PET), che si distinguono per la migliore ade- renza (lay-flat) alla superficie della carta e del cartone e sono più sottili. Come per la verniciatura fuori linea, anche nella laminazione con film il tipo di inchiostro essiccato non è determinante. Tuttavia, la laminazione ha anche alcuni svantaggi: è nettamente più costosa della verniciatura, i prodotti sono più difficilmente riciclabili, la durabilità del film può essere inferiore a quella dello strato di vernice e anche lo spessore degli strati è mediamente superiore a quello della verniciatura. L’ultimo svantaggio, però, apporta maggiore resistenza alle intemperie, trasformandosi così in vantaggio nelle applicazioni per esterni (display, pareti pubblicitarie, pubblicità allo stadio ecc.). I metodi di laminazione sono tre: la laminazione a dispersione con un adesivo applicato a freddo (con o senza solvente), la laminazione a caldo mediante collante hot melt ed il metodo relativamente nuovo della termolaminazione di film già preadesivizzati con un adesivo termoreattivo. La termolaminazione è ampiamente diffusa perché non prevede solventi, il cambio dell’ordine sull’accoppiatrice è più rapido, si possono raggiungere velocità di laminazione elevate, la riproducibilità della qualità di laminazione è maggiore ed i prodotti sono più facilmente riciclabili. Dieter Kleeberg Process 3 | 2006 31 Processo di finitura lucida | In linea Varianti della verniciatura in linea Nell’offset a foglio, la verniciatura è l’unica tecnologia della finitura lucida in linea. A seconda del tipo di inchiostro e della configurazione della macchina si possono scegliere diversi tipi di verniciatura in linea.Le macchine ibride possono utilizzare tre tipi di vernice in due modalità operative e, pertanto, sono più flessibili delle macchine a doppia verniciatura, su cui però si possono verniciare a UV anche gli inchiostri standard. Al secondo meeting degli utenti della tecnologia ibrida KBA in Aprile 2005 si sono scambiate le varie esperienze sulla verniciatura in linea degli inchiostri ibridi. Verniciare con e senza torre di verniciatura e con il rovesciamento La tabella delle combinazioni di inchiostro/vernice/supporto di stampa riportata nell’articolo “Optare per una filosofia”, in cui sono stati messi a confronto i vantaggi della tecnologia ibrida con quelli della stampa puramente UV e della doppia verniciatura, indica anche le corrispondenti configurazioni per la macchina da stampa. La tabella riportata di seguito, basata sulla tabella delle combinazioni, descrive le possibilità di tre dota- zioni di base, ossia senza, con una o con due torri di verniciatura a valle dell’ultimo gruppo di stampa. Anche le macchine senza torre di verniciatura possono verniciare, con il gruppo inchiostratore o con quello di bagnatura. Per contro, la verniciatura a dispersione senza gruppo di verniciatura non risponde più agli odierni standard qualitativi. Proprio per questo motivo, la vecchia soluzione a suo tempo offerta anche da KBA con cui la “lacca per vaschetta di bagnatura” poteva essere stampata dal gruppo di bagnatura, non è quasi più richiesta. Anche l’applicazione della vernice a dispersione con il gruppo inchiostratore dotato di un attacco per racla a camera, promossa da alcuni concorrenti come “soluzione di accesso”, si dimostra problematica se non viene seguita da un’essiccazione IR o termoventilata o è installato solo un irradiatore IR dimensionato per l’essiccazione dell’inchiostro. Ne consegue una limitazione della quantità di vernice applicata. A livelli di potenziamento maggiori vi sono macchine capaci di verniciare entrambe le facce, quindi di applicare vernice brillante o protettiva a monte del dispositivo di rovesciamento del foglio. A seconda del tipo di vernice occorre un’essiccazione intermedia anche per la verniciatura in bianca sotto forma di moduli inseribili o meglio di gruppi di essiccazione. KBA aveva già installato diverse Rapida 105 universal e Rapida 105 dell’ultima generazione con questa configurazione. Alcune macchine speciali Finitura in linea con vernice - Possibilità nelle macchine offset a foglio Torri di verniciatura Tipi di vernice (copertura) Inchiostro da stampa Verniciatura nessuna Vernice a base oleosa (piena, a zone) per ossidazione/penetrazione Umido su umido dal gruppo inchiostratore con lastra Fino a 60 punti di brillantezza esposta e caucciù nessuna Vernice a dispersione (piena) per ossidazione/penetrazione Umido su umido dal gruppo inchiostratore con lastra Solo strato di vernice sottile, leggermente più spesso con attacco per racla in alluminio non sensibilizzata e caucciù a camera (non con KBA, problemi senza l’essiccazione IR/termoventilata) nessuna “Lacca per vaschetta di bagnatura”(piena) per ossidazione/penetrazione Umido su umido dal gruppo di bagnatura con lastra Solo strato sottile di vernice a dispersione a bassa concentrazione; la soluin alluminio non sensibilizzata e caucciù zione di verniciatura a norma VDL non è più richiesta una Vernice a dispersione* (piena, a zone) per ossidazione/penetrazione o ibrido Umido su umido con torre di verniciatura Gruppo flexo per verniciatura e prolungamento dell’uscita con essiccatoio IR/termoventilato; anche nel modo operativo standard di macchine ibride; fino a 70 punti di brillantezza una Vernice UV (piena**) fotoreticolazione UV Su inchiostri essiccati con torre di verniciatura Essiccatoio UV intermedio, materiali d’uso resistenti agli UV, gruppo flexo per verniciatura e doppio prolungamento dell’uscita con essiccatoio UV finale; fino a 90 punti di brillantezza una Vernice UV (piena**) ibrido (ossidazione/penetrazione + fotoreticolazione UV) Su inchiostri essiccati con torre di verniciatura Gruppo flexo per verniciatura e doppio prolungamento dell’uscita con essiccatoio IR ed UV nel modo operativo “ibrido” delle macchine ibride; fino a 95 punti di brillantezza una Vernice a base oleosa (a zone) + ver- ibrido (ossidazione/penetrazione + nice UV (piena**) fotoreticolazione UV) Vernice a base oleosa umido su umido con l’ultimo gruppo inchiostratore, vernice UV su vernice a base oleosa essiccata con torre di verniciatura Gruppo flexo per verniciatura e doppio prolungamento dell’uscita con essiccatoio IR ed UV (modo operativo “ibrido” delle macchine ibride); fino a 95 punti di brillantezza; effetti a contrasto lucido ottimali una Vernice a base oleosa (a zone) + vernice a dispersione drip off/ twin effect (piena) Vernice a base oleosa umido su umido con l’ultimo Gruppo flexo per verniciatura e prolungamento dell’uscita con essiccatoio gruppo inchiostratore, vernice a dispersione con torre IR/termoventilato; eventuale riscaldamento della vernice a dispersione; di verniciatura effetti a contrasto lucido mediocri due Vernice a dispersione* (a zone, piena) per ossidazione/penetrazione + vernice a dispersione (piena**) Umido su umido con la prima torre di verniciatura, su Dotazione “doppia verniciatura” (2 gruppi flexo per verniciatura con doppio vernice essiccata con la seconda torre di verniciatura essiccatoio IR/termoventilato/intermedio, doppio prolungamento dell’uscita) con essiccatoio finale IR/termoventilato; fino a 80 punti di brillantezza, effetti interessanti due Vernice a dispersione primer (piena**) + Vernice UV (piena**) Primer umido su umido con la prima torre di verni- Dotazione “doppia verniciatura” con essiccatoio UV finale; fino a 85 punti di ciatura, vernice UV su primer essiccato con la seconda brillantezza torre di verniciatura due Vernice metallizzata (piena) + vernice fotoreticolazione UV UV o a dispersione ad effetto (piena) per ossidazione/penetrazione o ibrido per ossidazione/penetrazione Osservazioni Vernice metallizzata su inchiostri essiccati con la prima Essiccatoio UV intermedio, materiali d’uso resistenti agli UV, dotazione torre di verniciatura,seconda vernice su vernice metal- “doppia verniciatura” con essiccatoio finale IR/termoventilato; effetti intelizzata essiccata con la seconda torre di verniciatura ressanti *) anche con pigmenti ad effetto; **) eventuali punti di incollaggio liberi Significato dei codici colore nel grafico dei moduli della macchina: bianco = inchiostri ad essiccazione per ossidazione/penetrazione; verde = inchiostri ibridi; viola = inchiostri UV; giallo = vernice a base oleosa; blu = vernice a dispersione; grigio = vernice a dispersione con pigmenti ad effetto; viola chiaro = vernice UV; rosso = torre di verniciatura IR/termoventilata 32 Process 3 | 2006 Processo di finitura lucida | In linea prevedono una torre di verniciatura già a monte del primo gruppo di stampa per l’applicazione di un fondo bianco coprente o ad effetto, ad esempio vernice MetalFX o Iriodin ad effetto perlato. Verniciatura a dispersione La verniciatura a dispersione è il metodo di verniciatura in linea più adottato nell’offset a foglio. Si applicano senza problemi sia vernici brillanti, matt e protettive che, grazie alla tecnica ormai standard della camera racla, vernici con pigmenti ad effetto. Per un’essiccazione affidabile è necessario un essiccatoio combinato con irradiatori all’infrarosso e racla termoventilata per l’estrazione dell’umidità (vedi anche l’articolo su KBA VariDry). L’obbligatoria applicazione della vernice brillante a dispersione umido su umido comporta sin dall’inizio una perdita di brillantezza, perché parti della vernice penetrano nell’inchiostro. In linea di principio si tratta di un effetto drawback, anche se non nella misura che si riscontra sovrastampando direttamente gli inchiostri standard con la vernice UV oppure applicando la vernice UV su un primer non ancora completamente asciutto. Nel modo operativo tradizionale, sulle macchine ibride è possibile stendere vernice a dispersione sugli inchiostri standard, cosa che funzionerebbe anche con gli inchiostri ibridi, ma per una buona brillantezza sarebbe consigliabile utilizzare una vernice UV brillante. Verniciatura UV A differenza della vernice a dispersione, che deve essere essiccata Cambio della vernice con circuiti separati Per motivi di convenienza, il cambio di modalità operativa sulle macchine ibride richiede anche un rapido cambio del tipo di vernice. Per questo, la configurazione standard della macchina ibrida KBA Rapida prevede una torre di verniciatura a due circuiti separati per passare tranquillamente da un tipo di vernice all’altro in caso di cambio dell’ordine. In alternativa si può collegare un sistema di alimentazione della vernice completamente automatico e autopulente per vernici a dispersione e UV.Con questa configurazione, il cambio dalla vernice UV alla vernice a dispersione e viceversa dura da 7 a 10 minuti, tra vernici uguali (da UV a UV, da dispersione a dispersione) solo 1-2 minuti. L30 Combi Circulator (sinistra) e X10 Conditioner – due componenti del sistema di alimentazione automatica di vernice a due circuiti Coating Concept di Tresu Schema dell’alimentazione automatica della vernice LithoCoat della Harris & Bruno. Dai serbatoi “coating 1” e “coating 2” vengono pompate a scelta la vernice UV o la vernice a dispersione che vengono poi convogliate alla condizionatura attraverso un aggregato prima che raggiungano la camera racla immediatamente, la vernice brillante a fotoreticolazione UV ha bisogno di tempo per scorrere e formare una superficie liscia e molto brillante. Mentre per la vernice a dispersione il prolungamento dell’uscita, previsto in entrambi i casi, utilizza potenti essiccatoi IR e termoventilati, per la vernice UV si prolunga la corsa fino all’essiccatoio finale per un migliore scorrimento. Nelle macchine odierne che arrivano sino a 18.000 fogli/h si consiglia addirittura un doppio prolungamento dell’uscita. Non venendo mai applicata umido su umido, bensì sempre su uno strato di inchiostro o di vernice a dispersione semiessiccato, la vernice UV non può penetrare negli strati più profondi. Anche per questo motivo si ottengono solitamente valori di brillantezza superiori rispetto alla vernice a dispersione. Il grado di assorbenza del supporto di stampa è rilevante solo se l’inchiostro ha formato una superficie liscia oppure compromessa dalla penetrazione. Tra le stesse vernici UV si riscontrano differenze in termini di caratteristiche apportate dal produttore in base all’applicazione. Nelle vernici UV per applicazioni a UV totale sono fondamentali le caratteristiche di elevata brillantezza e fluidi- La configurazione qui raffigurata rappresenta il massimo livello di ampliamento della versione ibrida KBA Rapida 105 con elevata flessibilità di finitura. Si tratta di una macchina a rovesciamento a 5/5 colori con bilaccatura: la stampa in bianca prevede cinque gruppi di stampa per gli inchiostri normali o ibridi, una torre di verniciatura per vernice a dispersione o UV e due torri di essiccazione intermedia con irradiatori termoventilati e UV. A valle del rovesciamento del foglio seguono cinque gruppi di stampa e una torre di verniciatura. A monte e a valle del rovesciamento si possono inserire ulteriori irradiatori UV come essiccatoi interdeck. La parte terminale è formata da un doppio prolungamento dell’uscita con essiccatoi IR e termoventilati ed un essiccatoio UV finale direttamente a monte dell’uscita del foglio. I gruppi target possono essere l’industria cosmetica, della moda e automobilistica, per cui sono interessanti la bilaccatura dorata e argentata oppure vernice brillante o matt oltre alla normale verniciatura a dispersione o UV tà. Per le macchine a doppia verniciatura, la vernice UV viene ulteriormente ottimizzata per aderire al primer a dispersione. Nella finitura ibrida, la formulazione di vernice UV deve prevedere un’adesione ottimale agli inchiostri ibridi e la repulsione sulle zone di vernice a base oleosa. Nonostante l’essiccazione UV intermedia degli inchiostri e la verniciatura UV molto brillante, le macchine ibride restano comunque le macchine ideali per i “potenziali” utenti UV, perché non occorrono conoscenze approfondite della tecnica UV, visto che • si può stampare con le stesse caratteristiche di trasferimento dei valori tonali delle macchine standard • si può contare su un comportamento di tiratura stabile come nella stampa puramente UV, soprattutto per il dosaggio di inchiostro e liquido di bagnatura • nell’area dei gruppi di stampa non occorre una dotazione resistente agli ultravioletti e, quindi, si può passare tranquillamente dal modo “convenzionale” a quello “ibrido” e viceversa nonché da vernice a dispersione a vernice a base oleosa più vernice UV. Process 3 | 2006 33 Processo di finitura lucida | In linea Racle ceramiche ad angolazione negativa e positiva dopo undici settimane ad una velocità di produzione di 8000 fogli/h Foto: Praxair Stato dell’arte della tecnologia a racla a camera Con l’ausilio della moderna tecnologia di verniciatura flessografica è possibile applicare grandi quantità di vernice per ottenere valori di brillantezza straordinari. La funzione dei sistemi di verniciatura a due rulli di un tempo, ovvero quella di poter variare immediatamente la quantità di vernice, è divenuta superflua perché spesso si mira ad un solo spessore determinato.All’occorrenza si può comunque variare la quantità di vernice utilizzando un rullo anilox con un altro volume di immersione o una specifica ottimale,ad esempio per pigmenti madreperlati. KBA offre allo stampatore una tecnica a rulli di facile utilizzo: essendo estremamente leggero, il rullo anilox in formato medio e intermedio può essere sostituito senza ricorrere ad attrezzi di sollevamento. Come già illustrato nell’articolo “Adesione e compatibilità degli strati di inchiostro e di vernice”, nei gruppi flexo per verniciatura sono installati rulli anilox a struttura aperta con una maggiore lineatura del retino.Tanto maggiore è la lineatura, tanto meglio scorre la vernice e tante più strutture a zone di precisione si possono riprodurre.Oggi,gli incroci delle pareti delle cellette comunemente utilizzate prima si sono ridotti a piramidi tronche. Con questa incisione facile da pulire detta ART (Anilox Reverse Technology), il rullo anilox raggiunge da 3 a 5 punti di brillantezza in più, perché la tendenza della vernice a formare la “buccia d’arancia” o i “fori a puntura di spillo” è inferiore. L’incisione ART-TIF (Thin Ink Film”) migliora la fluidità della vernice UV nonostante uno strato meno spesso. Le scanalature elicoidali non si sono affermate, anche perché la “scanalatura senza fine” trasporta la vernice da un lato all’altro della macchina. Anche la racla a camera si è evoluta. Finora, un punto critico era rappresentato dalla rapidità di usura delle due racle d’acciaio. Come per il rivestimento dei rulli anilox, la ceramica si afferma anche come materiale per la racla,perché può aumentarne di circa otto volte la durata utile. Doppia verniciatura Nonostante il maggiore consumo di energia per l’essiccazione ed una più ampia superficie di appoggio rispetto alle macchine ibride, le macchine a doppia verniciatura sono convenienti e, quindi, restano nel portafoglio KBA. Queste macchine consentono • la verniciatura UV di inchiostri standard, anche se solo indirettamente sigillando precedentemente in linea lo strato di inchiostro con uno strato di vernice a dispersione • di ottenere effetti creativi variando l’utilizzo della vernice a dispersione. Tuttavia, lo strato di vernice a dispersione applicato prima della vernice UV, chiamato primer, non solo permette un’adesione ottimale della vernice UV ma, venendo sottoposto ad un’essiccazione intermedia che limita il grado di assorbenza del supporto di stampa prima della seconda verniciatura UV, aumenta anche la brillantezza complessiva. Inoltre, grazie alla sua proprietà stabilizzante, il primer consente di effettuare al meglio la successiva laminazione con film. Per lavorare senza problemi entrambi i tipi di vernice è necessario utilizzare due prodotti perfettamente compatibili dello stesso produttore. Sulle racle ad angolazione negativa e positiva, la rotazione dei rulli anilox causa diversi segni di usura, qui riconoscibili su due racle ceramiche della BTG dopo una settimana di utilizzo La versatilità della configurazione a doppia verniciatura consiste nel fatto che le due torri di verniciatura non sono idonee solo alle combinazioni di primer e vernice UV, ma anche alle verniciature a dispersione doppie. Un doppio strato di vernice brillante a dispersione garantisce elevati valori di brillantezza anche senza seconda verniciatura UV. Molto più interessante, però, è quando una delle due vernici a dispersione contiene pigmenti metallici o ad effetto madreperlato o è semplicemente colorata. In questo modo si possono ottenere effetti accattivanti che lasciano ampio spazio alla creatività. Procedimento di pulizia dei rulli anilox Procedimento, prodotti ausiliari Osservazioni Dispositivo di pulizia automatico integrato nel sistema di alimentazio- Programmi di lavaggio a durata variabile per tutti i componenti di trasporto della vernice; non occorre ripassare ne della vernice manualmente; estrema rapidità Pedana di pulizia Agisce al posto del caucciù per verniciatura o su di esso con movimenti di follatura; consigliato da Praxair Spazzola in acciaio inox Molto efficace se la pulizia avviene subito dopo la stampa; un prodotto detergente possibilmente biodegradabile viene applicato per la vernice a base acqua e/o UV e “massaggiato” con movimenti circolari da una spazzola; asciugatura con un panno che non lascia peli; spazzole in rame o in ottone non sono idonee per la reazione chimica con la ceramica; prodotti aggressivi possono provocare la corrosione del rullo Ultrasuoni Il rullo deve essere smontato; un utilizzo errato può danneggiare la ceramica; relativamente costoso Irradiazione con - bicarbonato di sodio - anidride carbonica (ghiaccio secco) - sferette di plastica Laser IR Il rullo deve essere smontato; un utilizzo errato può danneggiare la ceramica; relativamente costoso 34 Process 3 | 2006 Consigliabile a partire da una lineatura del retino di 300 L/cm; il rullo deve essere smontato; un utilizzo errato può danneggiare la ceramica; relativamente costoso Verniciatura a contrasto lucido Gli effetti a contrasto lucido si possono ottenere in tre modi diversi che portano il nome di “verniciatura drip off”, “verniciatura twin effect” e “finitura ibrida”. In comune hanno la verniciatura a zone con una vernice a base oleosa matt o strutturante, con l’ultimo gruppo di stampa, e la seconda verniciatura finale molto brillante a piena copertura, in cui la vernice brillante per la sua tensione interfacciale notevolmente maggiore non aderisce e “scivola via”. Le differenze risiedono nel tipo di vernice brillante: con la verniciatura drip off si utilizza una vernice a dispersione riscaldata, con la verniciatura twin effect una vernice a dispersione a temperatura ambiente e con la finitura ibrida una vernice UV. I sistemi twin effect sono disponibili anche per gli inchiostri ibridi. La differenza principale consiste nella qualità di contrasto lucido ottenibile: il sistema ad inchiostri ibridi/vernice a base oleosa/vernice UV è imbattibile e supera di gran lunga il contrasto lucido degli altri due metodi. Oltre alla possibilità di cambiare modalità operativa, questo è il secondo motivo principale per cui la produzione con le macchine ibride è utile in molti casi! Processo di finitura lucida | In linea Per la verniciatura serve pianificazione Il calendario KBA 2002 “Michael Freudenberg: Paesaggi astratti” è un esempio lampante della straordinaria qualità degli effetti a contrasto lucido della finitura ibrida. Sigla dell’artista, calendario e logo KBA sono brillantissimi, l’imitazione di passepartout nero presenta una finitura granulata e, ciliegina sulla torta, su ognuna delle riproduzioni dei dipinti è stata evidenziata plasticamente la struttura superficiale della pennellata con finissimi effetti granulato/brillante. Sono stati utilizzati inchiostri ibridi Starbrite e vernice a base oleosa di Epple insieme alla vernice ibrida UV ad effetto Senolith 360053 della Weilburger Graphics su carta GardaMatt 170 g/m2 delle Cartiere del Garda Verniciatura UV di inchiostri ibridi speciali Il fatto che solo una parte degli inchiostri ibridi in commercio sia stata testata dal fogra e poi approvata da KBA per l’impiego sulle macchine Rapida non significa che anche altre serie di inchiostri non siano adatte. Lo stesso dicasi per gli inchiostri speciali, il cui pericolo di applicazione dovrebbe essere limitato, soprattutto quelli dei produttori già muniti di un certificato per le loro serie CMYK. In linea di massima, gli inchiostri speciali del Pantone Matching System (PMS) ed alcuni inchiostri ad effetto metallico sono disponibili anche in formulazioni ibride e, quindi, da questo punto di vista non dovrebbero sorgere perplessità nei confronti della filosofia ibrida. Durante la verniciatura UV brillante degli inchiostri speciali si può verificare un effetto drawback se l’essiccazione UV intermedia non li asciuga sufficientemente. Poiché alcuni inchiostri del ventaglio PMS sono molto intensi, diversi stampatori tendono a sovrainchiostrare. In questo caso, lo spessore dello strato di inchiostro è troppo grande per poter essiccare con un solo irradiatore UV. Per questo motivo, con gli inchiostri PMS speciali è consigliabile un secondo essiccatoio UV intermedio. A questo proposito, anche per una separazione CMYK a composizione acromatica viene spesso sovrainchiostrato il nero, motivo per cui in questi casi occorre verificare l’efficacia dell’essiccazione UV intermedia. Spessori eccessivi possono anche essere causa di problemi durante il taglio, la cordonatura e la punzonatura. Qui sarebbe utile se il produttore di inchiostri in futuro dotasse i suoi inchiostri speciali di una concentrazione di pigmenti più elevata, perché un’intensità di colore maggiore ridurrebbe lo spessore. I produttori di inchiostri, invece, sottolineano che possono intervenire solo limitatamente sulla formulazione degli ibridi. Gli inchiostri ibridi con pigmenti metallici sono già disponibili in diverse tonalità di bronzo, argento e oro. Problemi di stampabilità sono stati registrati da alcuni utenti solo per l’oro. Inoltre non si può prevedere se la vernice UV prescelta può eventualmente ridurre l’effetto metallizzato voluto dell’inchiostro in questione. Esperienze positive sono già state registrate nella prestampa con MetalFX Silver Base Ink della SunChemical e della Huber su cui vengono poi stampati inchiostri ibridi o UV in CMYK e viene applicata una verniciatura UV brillante finale. Con uno spessore di inchiostro nero minore, la vernice UV aumenta la brillantezza metallica in modo accattivante, comunque conviene sempre effettuare una stampa di prova, perché, al momento del taglio, un’essiccazione insufficiente può far spellicolare gli inchiostri insieme alla vernice. Nella pianificazione di scadenze e materiali, la verniciatura è un fattore importantissimo. • La preparazione di lastre per verniciatura a zone aumenta i tempi di allestimento • Una semplice verniciatura a dispersione può spostare in avanti il momento dell’elaborazione successiva • A causa di un eventuale effetto lastra di vetro, nella bilaccatura UV occorre tagliare la pila ancora calda • L’utilizzo di vernice comporta una quota di eccedenze maggiore • Per la verniciatura fuori linea, includere la pianificazione dei fornitori di finitura (disponibilità delle macchine, margine di pinza, stoccaggio intermedio per operazioni di finitura successive, ad esempio la goffratura) Dieter Kleeberg KBA Rapida 105 in configurazione a doppia verniciatura composta da una torre di verniciatura, due torri di essiccazione intermedia ed una seconda torre di verniciatura nonché un doppio prolungamento dell’uscita Inchiostri ibridi senza verniciatura? All’ultimo meeting degli utenti della tecnologia ibrida, ci si è chiesti se gli inchiostri ibridi siano utilizzabili anche senza verniciatura. Indipendentemente dal fatto che non sarebbe economicamente ragionevole utilizzare inchiostri ibridi costosi invece che inchiostri standard più a buon mercato, questa variante non può essere presa in considerazione neppure dal punto di vista tecnologico. Gli inchiostri ibridi, infatti, sono studiati per la sovraverniciatura e, quindi, produrrebbero una stampa piuttosto opaca, con una brillantezza addirittura inferiore a quella degli inchiostri standard.Inoltre,la stampa in volta sarebbe sprovvista di protezione contro l’abrasione (per la presenza di vernice, gli inchiostri ibridi non possono contenere cere né siliconi) e pertanto si potrebbe graffiare la stampa in bianca. Process 3 | 2006 35 Tecnologia ibrida | Retrospettiva KBA ha contribuito al successo della tecnologia ibrida Dalla fine degli anni novanta, gli specialisti dell’offset a foglio di KBA iniziarono ad ottimizzare l’ingegneria dei processi mirata all’impiego degli inchiostri ibridi. Ed è proprio grazie al loro enorme impegno che la tecnica delle macchine, gli inchiostri da stampa, le vernici, i detergenti e i caucciù per la finitura ibrida e il funzionamento misto hanno raggiunto il livello attuale. KBA ha saputo riconoscere in tempo il potenziale della tecnologia ibrida e non si è limitata a dubitarne l’implementazione,bensì ha investito come nessun altro costruttore di macchine da stampa nello sviluppo e nel perfezionamento di questo processo collaborando fianco a fianco con diversi produttori di inchiostri, vernici e forni di essiccazione. Così, oggi, chi utilizza i sistemi KBA può fruire dei vantaggi di processi di finitura brevettati per effetti di verniciatura innovativi. Circa 250 macchine Rapida installate in tutto il mondo applicano il processo ibrido o il funzionamento misto convenzionale/ibrido. Per questo KBA è il leader dell’applicazione dell’ibrido. L’insicurezza iniziale Agli inizi degli anni novanta, la casuale scoperta dell’effetto dell’essiccazione ibrida di un tecnico della Grafix portò a sviluppare in modo mirato inchiostri da stampa sia ad essiccazione per ossidazione/penetrazione che a fotoreticolazione UV. Come scoperto poco dopo, la formulazione non è un gioco da ragazzi (non si tratta di mescolare l’inchiostro standard con l’inchiostro UV e basta...). Purtroppo a tutt’oggi, in alcuni casi eccezionali la stampa “ibrido” sull’etichetta dei contenitori di inchiostro non è giustificata, ed anche il detergente deve essere compatibile con l’inchiostro. In passato, la mancata osservanza di queste premesse elementari ha provocato diversi casi di reclamo e gravi danni all’equipaggiamento delle macchine. KBA ne ha tratto le conseguenze consigliando ed installando unicamente inchiostri e mezzi ausiliari composti da materiali testati. Grazie a ciò, negli ultimi tempi si è andato nettamente riducendo anche il numero degli oppositori della tecnologia ibrida che, a prova dell’inidoneità del processo, ogni volta riferivano di casi di danno. KBA precursore su tutti Nonostante gli scettici, gli specialisti dell’offset a foglio di KBA non si lasciarono intimorire e nel novembre del 2000 depositarono diversi brevetti per la finitura ibrida. Da quel momento, KBA ha definito come “Tecnologia ibrida KBA” l’applicazione della tecnologia ibrida sulle macchine KBA Rapida nella scrupolosa osservanza delle raccomandazioni di configurazione, funzionamento e prodotti ausiliari. Le raccomandazioni per la “dotazione ibrida standard KBA” vengono costantemente adattate in base agli ultimi ritrovati della tecnica. Già l’11 maggio 1999, KBA forniva la primissima macchina capace di stampare senza problemi con gli inchiostri ibridi: una Rapida 162a- Su questa Rapida 105 a doppia verniciatura, KBA dimostrò la finitura ibrida per la prima volta ad una fiera del settore, il drupa 2000. Le due torri di verniciatura funzionano a vernice UV, tutte le altre caratteristiche di dotazione erano rimaste uguali: fu così che KBA dimostrò che era possibile utilizzare inchiostri ibridi anche sulle macchine tradizionali 6+L SW1 per la Unimac Graphics negli Stati Uniti. La prima Rapida 105 universal per le applicazioni con inchiostri ibridi, una macchina a cinque colori, seguiva già a fine luglio dello stesso anno per la De Montligeon in Francia. Anche nel formato medio si adotta la finitura ibrida, da quando nel dicembre 2000 venne consegnata una Rapida 74-5+L a “La Moderna Stampa” in Italia. Il primo utente della tecnologia ibrida della nuova generazione di Rapida 105 è la Challenge Printing degli Stati Uniti da settembre 2004. Sempre negli Stati Uniti, nel novembre 2005 è stata consegnata la prima superjumbo ibrida del mondo, una Rapida 205-6+L+T per la Phillip Lithographing. Il risultato pubblicato al drupa 2000 sul collaudo delle emissioni della Rapida 105 ibrida a doppia verniciatura Fonte di emissione Valore limite Risultato del test SOV (sostanze organiche volatili): • Isopropanolo • Idrocarburi 500 mg/m3 500 mg/m3 nettamente inferiore nettamente inferiore Nebbia d’inchiostro in discussione non dimostrabile Ozono 0,2 mg/m3 nettamente inferiore Radiazione UV conforme alla prEN 1010-2 nettamente inferiore Polvere di stampa 6 mg/m3 (1,5 mg/m3 in discussione) nettamente inferiore Rumorosità 84 dB (A) ampiamente rispettato 36 Process 3 | 2006 Albrecht Bolza-Schünemann, Presidente del consiglio di amministrazione KBA, appone il sigillo BG “emissione testata” alla Rapida 105 ibrido-compatibile al drupa 2000 Tecnologia ibrida | Retrospettiva Al nono simposio della Mayr-Melnhof Karton del 2004, KBA ha dimostrato l’applicazione della finitura ibrida nel settore della protezione del marchio di fabbrica a prova di contraffazione Ovviamente, KBA dimostrò il successo del proprio lavoro di sviluppo al drupa 2000 e, per la prima volta ad una fiera del settore, i visitatori poterono toccare con mano la finitura ibrida. Tra lo stupore del pubblico, su una Rapida 105 con tecnologia a verniciatura doppia venne dimostrata con una torre la verniciatura UV finale a piena copertura senza il primer. La seconda torre di verniciatura venne utilizzata alternativamente per una verniciatura a zone UV molto brillante, dimostrando allo stesso tempo che la finitura ibrida funziona anche con gruppi di stampa dotati di equipaggiamento tradizionale! Quella Rapida 105 fu la prima macchina offset a foglio del mondo a ricevere il certificato ambientale riconosciuto a livello internazionale “emissione testata” dell’associazione di categoria della stampa e della lavorazione della carta. Al drupa 2004, KBA ed i suoi partner presentarono altri nuovi sviluppi nel campo della finitura ibrida. Con grande interesse, i visitatori raccolsero informazioni sugli inchiostri ibridi, nel frattempo divenuti quasi inodore e, quindi, adatti anche ad altre applicazioni della stampa di packaging. Il funzionamento misto venne dimostrato su una Rapida 105 della nuova generazione da 18.000 fogli/h, che come la sorella ha ricevuto nel 2005 il sigillo “emissione testata”. Nel corso del 2005 si sono potute equipaggiare le prime Rapida 105, e quindi anche le macchine ibride, con l’essiccatoio VariDry (si veda più avanti nella brochure). Questa tecnologia di essiccazione su misura rappresenta un altro passo decisivo verso il perfezionamento del processo ibrido. Nello stesso anno, KBA iniziò l’accreditamento degli inchiostri ibridi, testati dal fogra insieme ad altri materiali e prodotti ausiliari in termini di compatibilità con i materiali e di performance. L’autorizzazione è un processo infinito che deve affermarsi come metodo di prova standard. In questo modo, KBA contribuisce in modo decisivo alla sicurezza della produzione e alla riduzione dei rischi connessi alle applicazioni ibride. KBA promuove lo scambio di esperienze Nel settembre 2005, oltre 150 utenti e rappresentanti dell’industria complementare si sono scambiati per la prima volta informazioni e nozioni sulla pratica quotidiana di stampa e di finitura in occasione del primo meeting degli utenti della tecnologia ibrida KBA. A questa manifestazione, KBA ed altri rinomati fornitori si sono impegnati a perseguire un perfezionamento continuo e sistematico della tecnologia ibrida, ancora relativamente nuova, promettendo agli utenti che, per l’impiego di questo processo innovativo, avrebbero potuto affidarsi completamente a loro. Contro lo scetticismo Mentre KBA già nel 1999 consegnava macchine ibride con rulli inchiostratori tradizionali (vale a dire senza rulli per il funzionamento misto né speciali per UV) e un po’ ovunque si faceva a meno di protezioni UV particolari per i gruppi di stampa e si poteva già produrre con meno alcool isopropilico, le opinioni di altri costruttori andavano in un’altra direzione. Non si trattava solo del maggiore livello di know-how di KBA, peraltro documentato dai brevetti depositati e dal numero di installazioni, bensì dello scetticismo che si doveva affrontare, all’epoca diffuso da altri tra gli operatori del settore. Un concorrente, ad esempio, pubblicò nel 2001 i risultati di alcune prove di stampa ibrida in cui era stato stampato del cartone per scatole ripiegabili nei modi operativi UV totale, doppia verniciatura e ibrido su una macchina a otto colori. In termini di rapporto utilità/prezzo,per i problemi illustrati ed anche per l’ampio spettro di applicazione,gli sperimentatori dello studio si pronunciavano contro la tecnologia ibrida ma a favore della tecnica a doppia verniciatura (questa valutazione è in netto contrasto con lo studio sulla redditività presentato per la prima volta nell’ottobre 2001 in occasione della manifestazione a porte aperte “Processi di stampa orientati alla salvaguardia dell’ambiente”dal direttore del marketing KBA,Klaus Schmidt).Nel modo operativo ibrido ci sarebbe un’eccessiva tendenza degli inchiostri all’emulsione e, in presenza di aree coperte maggiori, sarebbe stata accertata la necessità di installare ulteriori essiccatoi UV intermedi. L’inidoneità dei detergenti sarebbe dimostrata dal fatto che la pulizia dei gruppi di stampa risultava più difficile che con gli inchiostri UV e si dovevano effettuare un lavaggio supplementare ed una pulizia intermedia. Per ottenere la necessaria densità di stampa, durante l’inchiostrazione si sarebbe dovuta applicare una quantità di inchiostro superiore a quella del metodo tradizionale pertanto, oltre ai maggiori costi per i detergenti, occorreva considerare anche il maggior consumo d’inchiostro.Affinché gli inchiostri ibridi potessero essere utilizzati senza problemi, si consigliava di equipaggiare la macchina con speciali rivestimenti UV per i rulli e caucciù a prova di UV; con una percentuale di ibrido del 10% nel funzionamento misto, invece, si potevano lasciare i rulli normali. Nel frattempo, anche i concorrenti concordano con le opinioni di KBA sulla tecnologia ibrida, anche se in una brochure di tecnologia al drupa 2004 veniva ancora espresso qualche dubbio: “(...) e poiché tutti gli inchiostri ibridi analizzati da (...) contengono una notevole concentrazione di fotoiniziatori, per un corretto allestimento dei gruppi di stampa e dell’uscita occorrono materiali resistenti agli ultravioletti. In linea di massima, come rulli inchiostratori e di bagnatura si consigliano i cosiddetti rulli misti. Un equipaggiamento ridotto come quello promosso da alcuni concorrenti, produttori di essiccatoi e fornitori di inchiostri limita la flessibilità della macchina e genera costi di manutenzione e rivendita della macchina elevati a causa di componenti macchina e di materiali scarsamente idonei.” Process 3 | 2006 37 Tecnologia ibrida | Retrospettiva La stabilità del processo della tecnologia ibrida è garantita dall’impiego di inchiostri e prodotti ausiliari di stampa consigliati da KBA e dai suoi partner, come hanno già dimostrato innumerevoli esempi pratici. Per il cambio di ordine, lo stampatore ibrido può tranquillamente mantenere l’equipaggiamento standard delle unità di stampa. La tipica configurazione ibrida standard è composta da una macchina offset a foglio a cinque colori con torre di verniciatura, essiccatoio UV intermedio, prolungamento doppio dell’uscita con essiccatoi all’infrarosso e termoventilati ed un essiccatoio UV finale. A seconda dell’applicazione si può installare anche un secondo essiccatoio UV intermedio. La Rapida 105 della nuova generazione da 18.000 fogli/h presso il Centro Clienti dello stabilimento KBA di Radebeul è munita di un secondo gruppo inchiostratore che consente di stampare anche un inchiostro speciale oppure la stampa tradizionale a sei colori (ad esempio hexachrome). La somma investita nel formato 3b, quindi, è circa il 20% in meno di quella di una macchina a doppia verniciatura, costi per energia e ingombro diminuiscono nettamente e, per di più, una macchina ibrida si distingue per la maggiore flessibilità. Oggi, KBA fornisce macchine ibride dalla Rapida 74 nel formato medio fino alla Rapida 205 superjumbo. L’enorme potenziale di flessibilità di finitura e di applicabilità non veniva sfruttato appieno, e non lo è neppure tuttora, e richiede un dialogo più intenso tra chi sviluppa e chi utilizza. In questo processo, KBA si considera un innovatore ed un coordinatore orientato al mercato, e questo suo ruolo è riconosciuto anche dagli operatori del settore. Con una risonanza ancora maggiore (280 partecipanti da dodici paesi), nell’aprile 2005 si è tenuto il secondo meeting degli utenti della tecnologia ibrida KBA, cui fanno riferimento diverse delle citazioni riportate in questa brochure. Le discussioni dal podio hanno evidenziato i passi da gigante compiuti dalla tecnologia ibrida in pochissimi anni. Gli ordini un tempo irrealizzabili sono oggi la conferma di quanto fosse stato giusto investire nell’ibrido. Nonostante alcuni problemi che si presentano per ordini complessi ed utenti “amanti della sperimentazione”, gli utenti della tecnologia ibrida KBA sono soddisfatti della macchina e dell’assistenza da parte di produttore e fornitori. Come piattaforma di lancio della tecnologia ibrida, KBA ricorre anche ad altre manifestazioni sfondando, per così dire, le porte già 38 Process 3 | 2006 aperte degli stampatori, perché la necessità di informazione sulla filosofia dell’ibrido è davvero enorme. Al forum della stampa 2002, alcuni utenti dell’ibrido KBA hanno illustrato per la prima volta in pubblico i motivi che li hanno spinti ad optare per questa tecnologia e le loro esperienze e al nono simposio della Mayr-Melnhof Karton (MMK) alla KBA nel 2004, quando si parlava soprattutto delle possibilità di nobilitazione per la protezione dei marchi di fabbrica, venne dimostrato che anche in questo settore la Rapida 105 ibrida può essere utilizzata per esigenze insolite. Jürgen Veil, direttore del marketing offset a foglio KBA, ha mostrato un metodo economico messo a punto da lui e dal suo team con cui è possibile implementare un’immagine CIT (“Concealed Image Technologies”, “tecnologia dell’immagine nascosta”, “Hidden Image”) in modo assolutamente a prova di contraffazione anche su superfici non retinate grazie all’effetto contrasto di vernici con trasparenze diverse. to una serie di macchine per la produzione ibrida. Tendenza: in aumento. Attualmente, ogni anno si vendono più macchine ibride rispetto all’anno precedente. Il successo dà ragione a KBA. Dopo un lungo periodo in cui il mercato ha tentato in vari modi di mettere in serio dubbio la validità del metodo ibrido, quelli che un tempo nell’industria complementare si dichiaravano acerrimi nemici di questa tecnologia oggi condividono le opinioni di KBA e riferiscono addirittura le installazioni effettuate nella stampa specializzata. Già, perché la comprovata redditività e la semplicità d’uso della tecnologia ibrida rendono difficile opporsi ad oltranza, anche se come costruttori si deve rinunciare all’installazione di questa o quella torre di verniciatura... Dieter Kleeberg La tecnologia ibrida trova sempre più seguaci La sola KBA ha fornito oltre 200 macchine con pacchetto ibrido in tutte le classi di formato standard in tutti i continenti ed ha converti- In occasione dei meeting organizzati presso il Centro Clienti KBA, qui con un gruppo di tipografi italiani, gli operatori del settore hanno assistito a varie dimostrazioni pratiche della tecnologia ibrida Tecnologia ibrida | Abilitazione fogra testa gli inchiostri ibridi Nel 2004, KBA ha commissionato al “fogra Forschungsgesellschaft Druck e.V.” di Monaco di Baviera il test di sei serie di inchiostri ibridi. In circa seicento prove isolate sono stati stabiliti il comportamento di rigonfiamento dei rulli gommati e dei caucciù con questi inchiostri nonché la lavabilità dei singoli inchiostri da stampa. L’obiettivo era quello di individuare gli inchiostri da stampa più adatti al processo di stampa ibrida e di contrassegnarli con l’etichetta “accredited for hybrid printing”, ossia “ibrido”. Questa etichetta conferita congiuntamente da fogra e KBA rappresenta una raccomandazione per un impiego pratico e senza problemi delle serie di inchiostri che hanno superato i test, a condizione che vengano utilizzate insieme ai rulli gommati, ai caucciù ed ai detergenti utilizzati anche nelle prove. Sulla base dei metodi di prova, il fogra ha anche proposto di condurre prove future finalizzate ad evitare i danni e ad abilitare altri prodotti. Più sicurezza con i test e la standardizzazione Il motivo della prova dei materiali commissionata da KBA al fogra per i mezzi di produzione ibridi è che nella produzione ibrida di alcune tipografie con le macchine Rapida vengono utilizzati materiali sì dotati dell’etichettatura “ibrido”, ma che si sono rivelati essere praticamente dei mezzi di produzione quasi puramente UV, provocando danni ai rulli e ai caucciù ed, inoltre, compromettendo notevolmente la fiducia degli utenti in questo processo di finitura innovativo e assolutamente sicuro se, invece, si scelgono mezzi di produzione idonei. La prova e la successiva abilitazione di mezzi di produzione ibridi idonei da parte del fogra volgevano a fornire standard chiaramente definiti per prodotti compatibili nell’interesse degli utenti. L’intenzione non era tanto quella di spingere i produttori a rivelare le proprie formulazioni, quanto quel- Durante i test di rigonfiamento, i lembi di prova a norma (36 x 6 mm) dei rulli gommati sono rimasti immersi negli inchiostri ibridi per sette giorni a 40° C la di far sì che i mezzi di produzione ibridi consentissero un processo di stampa e di finitura sicuro e prevedibile in base alle loro caratteristiche ed un funzionamento della macchina da stampa senza problemi di sorta. KBA ha commissionato al fogra il test delle seguenti sei serie di inchiostri da stampa (scala europea CMYK) di sei produttori: Serie A: Print Solutions K+E Novabryte BF Process (in passato un prodotto dei sistemi di stampa BASF) Serie B: SunChemical Sun Cure Hy-Bryte Serie C: Epple Starbrite Serie D: Hostmann-Steinberg (Huber Group) Reflecta Hybrid Serie E: Arets Graphics EXC Process Hybrid Serie F: XSYS Print Solutions Gemini Process (in passato un prodotto della Flint-Schmidt). Effetto rigonfiamento degli inchiostri ibridi sui rulli gommati Per i test di rigonfiamento come da normativa DIN 53521, la ditta Felix Böttcher di Colonia ha fornito campioni di tre mescole di gomma per rulli: M1: tipo 179 25 (rullo di inchiostrazione lastra) M2: tipo 479 40 (rullo vibratore di inchiostrazione) M3: tipo 220 22 (rullo di bagnatura lastra). Dopo che i campioni sono rimasti immersi negli inchiostri ibridi per sette giorni ad una temperatura di 40° C, si è misurata la variazione percentuale del volume, della massa e della durezza Shore A della gomma. Per ottenere risultati di rigonfiamento comparabili anche in futuro con le prove standard dei costruttori di rulli gommati, il fogra suggerisce una temperatura di 50° C. Poiché una perdita di durezza non si riflette proporzionalmente sugli altri parametri, per l’abilitazione degli inchiostri si dovrebbero tenere in considerazione le variazioni di volume, massa e durezza. Gli inchiostri C ed F hanno provocato il rigonfiamento minore, mentre non è stato possibile abilitare l’inchiostro E a causa degli elevati valori di variazione del volume e della massa. L’azione dell’inchiostro D sulla perdita di durezza della mescola di gomma 2 era critica. Effetto rigonfiamento degli inchiostri ibridi sui caucciù I test di rigonfiamento del caucciù sono stati condotti secondo la normativa DIN 53521 con campioni di sei caucciù di tre produttori: 1: Phoenix Xtra Print Topaz Carat (caucciù per inchiostri normali, ibridi e UV) 2: Phoenix Xtra Print Tourmaline Carat (caucciù per inchiostri normali) 3: Phoenix Xtra Print Ruby Carat (caucciù per inchiostri UV e ibridi) 4: Day International dayGraphica Equalizer 3610 (caucciù per inchiostri normali e ibridi) 5: Day International NSP 03 (caucciù per inchiostri normali, ibridi e UV) 6: Duco/Birkan Multi Hybrid (caucciù per inchiostri normali, ibridi e UV). Durante i test doveva venire a contatto con l’inchiostro ibrido soltanto la superficie in gomma superiore del caucciù. Come per i rulli, gli inchiostri hanno agito per sette giorni ad una temperatura di 40° C, però per i caucciù è stata determinata la variazione assoluta di spessore e massa. Come previsto, le alterazioni si sono dimostrate simili a quelle dei rulli gommati. Il più resistente a tutte le serie di inchiostri è stato il caucciù 3, un telo ottimizzato soprattutto per la stampa UV e dotato di un rivestimento in EPDM. Gli inchiostri C ed F hanno causato un rigonfiamento estremamente ridotto su tutti i tipi di caucciù. Tutti gli altri caucciù si rigonfiano con gli inchiostri A, B, D e, soprattutto con E. Come per il collaudo dei detergenti, Mezzo di prova per la standardizzazione delle variazioni di spessore, qui su un caucciù Process 3 | 2006 39 Tecnologia ibrida | Abilitazione i valori limite per la variazione di spessore (±0,04 mm) e le variazioni di massa (±100g/m2 e ±0,0707 g/corpo in prova) sembrano però eccessivi e, quindi, per definire l’azione degli inchiostri il fogra consiglia ai produttori di caucciù di arrivare ad altri valori limite più sensati. Azione pulente dei detergenti sugli inchiostri ibridi La lavabilità degli inchiostri ibridi è stata testata con cinque detergenti presenti in commercio e con una formulazione campione: W1: DC DruckChemie Hybrid 1.0 W2: DC DruckChemie Hybrid 3.0 W3: DC DruckChemie Multi UV (formulazione campione) W4: DS Druckerei Service (Fuji Hunt) Service Novasol HB 10 W5: VEGRA E 939 e W6: Day International HybridWash. Tutti i detergenti erano prodotti altobollenti a base di olio vegetale non tanto aggressivi quanto i detergenti UV. Per produrre i campioni (stampe su strisce di carta prima e dopo il lavaggio di 0,17 g di inchiostro spalmato con 0,3 ml di detergente) è stato utilizzato un apparecchio per prove di stampa della ditta Prüfbau. Le stampe sono state essiccate sotto un irradiatore UV e quindi sottoposte alla misurazione densitometrica. Come grandezza di valutazione della lavabilità di un inchiostro ibrido è stata presa la riduzione percentuale della densità ottica. Gli inchiostri B e C erano più difficilmente lavabili rispetto a A, D, E ed F. In generale, i valori peggiori sono stati misurati per gli inchiostri Yellow. Un detergente che ha riportato ottimi risultati di lavaggio per una determinata serie di inchiostri può comunque presentare un comportamento di lavaggio inaccettabile per un’altra serie. Il W5, ad esempio, ha lavato efficacemente gli inchiostri A ed E, ma ha fallito con gli inchiostri B e C. La formulazione campione, invece, ha dimostrato un’azione pulente costantemente buona, risultando quindi il detergente standard consigliato per le prove di abilitazione future. Abilitazione e procedimento futuro Delle sei serie di inchiostri citate inizialmente, quattro hanno superato i collaudi fogra qui illustrati e sono stati quindi abilitati da KBA con l’etichettatura KBA/fogra: Serie A: XSYS Print Solutions K+E Novabryte BF Process Serie B: SunChemical Sun Cure Hy-Bryte Serie C: Epple Starbrite e Serie F: XSYS Print Solutions Gemini Process. Se il produttore modifica la composizione del prodotto abilitato, per riottenere l’etichettatura il nuovo prodotto dovrà superare con successo una nuova serie di test. Le serie di inchiostri testate che non si sono potute consigliare subito possono comunque essere sottoposte ad una nuova prova di abilitazione dopo essere state debitamente modificate, cosa che sembra promettere molto bene per la serie D. Per la serie E, invece, una riprova non è realistica a causa del comportamento tipico degli inchiostri UV. Poiché la prima serie di prove era limitata a sei inchiostri scelti a caso, l’abilitazione non significa affatto che tutte le serie di inchiostri non testate siano inidonee. La serie di inchiostri FD HB Eco-SOY della Toyo Ink, ad esempio, è stata utilizzata con successo nelle dimostrazioni di stampa al forum degli utenti della tecnologia ibrida dell’Aprile 2005. Anche per quanto riguarda caucciù, rulli e detergenti è stata effettuata solo una prima selezione. KBA, quindi, può consigliare unicamente i prodotti utilizzati nella prima prova, senza valutazione dei prodotti non selezionati La lavabilità delle sei serie di inchiostri ibridi con i sei diversi detergenti ibridi è stata testata utilizzando un apparecchio per stampe di prova della ditta Prüfbau Comportamento di rigonfiamento delle mescole di gomma dei rulli M1-M3: variazione di massa (in %) dei rulli gommati dopo un tempo di azione di sette giorni delle serie di inchiostri ibridi da A ad F (valore limite: ±4%) 9 8 Black 8 7 7 6 5 6 M2 5 4 M3 4 2 1 0 0 -1 A B C D E F A 9 Yellow 8 M2 7 M1 B C D M2 M1 7 M3 6 5 5 4 4 3 3 2 2 1 1 E F Cyan 8 6 40 Process 3 | 2006 M3 M1 1 2 0 M2 3 M1 3 9 Magenta M3 0 A B C D E F A B C D E F Tecnologia ibrida | Abilitazione chi utilizza altri prodotti nel processo ibrido agisce a proprio rischio e pericolo. Nella scelta dei componenti di processo, comunque, è sempre consigliabile farsi assistere da un esperto. In futuro, dietro pagamento ogni produttore potrà incaricare il fogra di sottoporre i propri prodotti ad una prova di abilitazione, senza ordine di collaudo di KBA. Al termine ultimo di accettazione della presente brochure avevano superato con successo la prova fogra le serie di inchiostri Jänecke+Schneemann Supra UV Hybrid e Sicolor Sicobrite. Suggerimenti per i criteri di prova Nel loro verbale di collaudo, gli autori del fogra hanno elaborato alcune proposte interessanti. In futuro, quindi, per evitare di danneggiare i materiali in gomma si potrebbero tenere in considerazione le prove di laboratorio, visto che in caso di carico permanente alcuni valori di rigonfiamento indicano pericolo di danno. Inoltre, gli autori consigliano di testare la lavabilità di una serie di inchiostri da collaudare con una formulazione di detergente standard (che metterebbe a punto il fogra) e di prescrivere Comportamento di rigonfiamento delle mescole di gomma dei rulli M1-M3: variazione di volume (in %) dei rulli gommati dopo un tempo di azione di sette giorni delle serie di inchiostri ibridi da A ad F (valore limite: ±4%) 9 8 Black 8 7 7 6 5 6 M2 5 4 M3 4 2 1 0 0 -1 A B C D E F A 9 Yellow B C D F M3 6 M3 M1 6 M2 M1 7 M2 E Cyan 8 7 5 5 4 4 3 3 2 2 1 1 0 M3 M1 1 2 8 M2 3 M1 3 9 Magenta 0 A B C D E F A B C D E F Comportamento di rigonfiamento delle mescole di gomma dei rulli M1-M3: variazione di durezza (in Shore A) dei rulli dopo un tempo di azione di sette giorni delle serie di inchiostri ibridi da A ad F (valore limite: ±5 Shore A) A B C D E F A 0 0 -1 -1 C D E F M3 M3 -2 B -2 M1 -3 -3 M1 M2 -5 -5 Black Magenta -6 -6 0 M2 -4 -4 A B C D E F 0 A B C D E F M3 -1 -1 M1 M1 -2 -2 -3 -3 -4 -5 -6 M2 Yellow M3 -4 -5 Cyan M2 -6 Process 3 | 2006 41 Tecnologia ibrida | Abilitazione una lavabilità minima secondo il metodo sopra descritto. Allo stesso tempo si potrebbero testare e consigliare nello stesso modo anche nuovi detergenti, purché dimostrino o superino la lavabilità minima di una serie di inchiostri standard. Le prove di lavabilità, che in parte hanno rivelato differenze notevoli (sia per la lavabilità di singoli inchiostri che per l’azione pulente dei singoli detergenti) sono state confermate anche da rapporti di esperienze pratiche, ma hanno anche dimostrato che i problemi di lavaggio si presentano solo con determinate combinazioni. Se si vuole ottenere una standar- dizzazione della stampa con gli inchiostri ibridi, la lavabilità è un criterio importantissimo, perché i tempi di lavaggio influiscono enormemente sulla produttività. Le prove di lavabilità potrebbero portare a tempi di lavaggio più brevi e, quindi, ad una migliore redditività, contribuendo al contempo ad una migliore standardizzazione del processo di stampa. Attualmente, i detergenti devono essere abbinati agli inchiostri ibridi in base alla loro azione pulente. Dr.Wolfgang Rauh, fogra Alexander Schiller, fogra Comportamento di rigonfiamento dei caucciù da 1 a 6: variazione di spessore (in mm) dopo un tempo di azione di sette giorni delle serie di inchiostri ibridi da A ad F (valore limite: ±0,04 mm) 0.10 0.10 Black 0.08 0.08 0.06 0.06 0.04 0.04 0.02 0.02 0 123456 Magenta 0 123456 -0.02 -0.02 A B C D E A F Yellow 0.10 0.10 0.08 0.08 0.06 0.06 0.04 0.04 0.02 0.02 0 123456 B C D E F Cyan 0 123456 -0.02 -0.02 A B C D E F A B C D E F Comportamento di rigonfiamento dei caucciù da 1 a 6: variazione di massa (in g) dopo un tempo di azione di sette giorni delle serie di inchiostri ibridi da A ad F (valore limite: ±0,0707 g/superficie del corpo di prova) 0.10 0.10 Magenta Black 0.08 0.08 0.06 0.06 0.04 0.04 0.02 0.02 0 123456 0 123456 -0.02 -0.02 A 0.10 B C D E A F 0.10 Yellow 0.08 0.08 0.06 0.06 0.04 0.04 0.02 0.02 0 123456 C D E F Cyan 0 123456 -0.02 -0.02 A 42 Process 3 | 2006 B B C D E F A B C D E F Tecnologia ibrida | Abilitazione credit c A id P ybr r For H d e Product No.: ing int . Al meeting degli utenti della tecnologia ibrida nell’aprile 2005, Jürgen Veil (destra), direttore del marketing offset a foglio KBA, ha consegnato i primi certificati di abilitazione ai produttori di inchiostri ibridi. Soddisfatti della certificazione KBA/fogra (da sinistra a destra): Joachim Erlach (Epple Druckfarben), Gerrit Wemken (SunChemical Hartmann Druckfarben) ed Harold Terwal (FlintSchmidt/XSYS Printing Solutions) Al termine ultimo di accettazione della presente pubblicazione “KBA Process” sono state approvate complessivamente sei serie di inchiostri ibridi da KBA/fogra (vedi tabella a pagina 21). La stampa “ibrido”, in cui viene riportato il numero della serie di inchiostri abilitata, può essere indicata dai produttori di inchiostro sull’etichetta dell’inchiostro ibrido La certificazione di prova assegnata dal fogra al superamento dei test è la premessa per l’abilitazione definitiva del prodotto da parte di KBA Azione pulente (in %) dei detergenti W1 - W6 su nero, magenta, giallo e ciano delle serie di inchiostri ibridi da A ad F (valore ideale: 100%; valore minimo: 50%) 80 80 70 A 60 60 50 K 40 M 50 YC 30 20 20 10 10 0 Y C K 0 W1 W2 W3 W4 W5 W6 W1 80 C W2 D 60 60 50 50 K M 30 W5 W6 C Y 30 Y 20 W4 40 C 40 W3 K M 70 70 20 10 10 0 0 W1 80 M 40 30 80 B 70 W2 W3 W4 W5 W1 W6 80 E 70 70 60 60 C K 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 W2 W3 W4 W3 W4 W5 W6 W5 W6 F M K C Y 50 MY W1 W2 W5 W6 W1 W2 W3 W4 Process 3 | 2006 43 Tecnologia ibrida | Redditività Confronto di redditività con UV totale e doppia verniciatura “Meno costi e più flessibilità per prodotti più attraenti”: è questo il risultato di uno studio sulla redditività della macchina ibrida pubblicato nel 2003 da KBA nel numero 1 di Process,“Oggetto dello studio: stampa offset diretta su cartone ondulato”. In questo studio sono state messe a confronto tre configurazioni di Rapida 105 a cinque colori (doppia verniciatura, ibrido e UV totale). Come dimostrano gli ultimi nuovi calcoli, i risultati sono validi anche per la nuova generazione di macchine da 18.000 fogli. Per alcune posizioni, gli svantaggi in termini di costi assoluti della macchina a doppia verniciatura sono addirittura aumentati,effetto in parte dovuto al considerevole aumento del prezzo del petrolio.Le differenze di costo tra la macchina ibrida e quella UV si sono quasi annullate ed è pertanto giustificata la scelta del processo ibrido, soprattutto considerando il plusvalore che i prodotti stampati acquistano con effetti ottici insoliti ed innovativi. Modelli di calcolo e dati base orientati alla pratica Alla base di questo confronto di redditività ci sono modelli di calcolo orientati alla pratica. Si è partiti da una dotazione base della macchina a formato medio Rapida 105: cinque gruppi di stampa, una torre di verniciatura, doppio prolungamento dell’uscita, lavacaucciù e dispositivo lavarulli. Aggiungendo altre caratteristiche di dotazione si distinguono tre configurazioni derivate da questa che vengono poi messe a confronto tra loro: una classica macchina a doppia verniciatura, una macchina ibrida ed una macchina puramente UV (vedi riquadro). Sia allora sia per il nuovo calcolo, per le tre configurazioni sono stati misurati l’ingombro necessario, le spese di investimento, il consumo di energia ed i costi per i materiali di consumo, ovvero inchiostro, vernice, lastre di verniciatura ed, infine, l’efficacia sotto forma di produzione annua e spese di tiratura. KBA parte dai seguenti dati base aggiornati solo in termini di velocità di produzione: • tempo di produzione: 3000 ore all’anno nel funzionamento a due turni • grado di impiego della macchina: 85% del tempo di lavorazione (un valore molto prossimo alla pratica, perché il grado di impiego è lievemente inferiore alla disponibilità tecnica specifica di ogni tipografia di 92 - 95%) • utilizzazione del formato: soggetto di stampa a formato pieno 70 x 100 cm 44 Process 3 | 2006 • Spessore dello strato di inchiostro: 1 µm con un valore tonale medio del 30% per ogni gruppo di stampa • Quantità di vernice: 4 g/m2 (umido) con l’80% di copertura anche se, per motivi di praticità, si è calcolato con le stesse quantità di vernice per primer, vernice a dispersione e vernice UV • Volume di tiratura medio: 10.000 fogli che, con un tempo di lavorazione disponibile di 3000 ore, e considerando i tempi di allestimento e le velocità di produzione compresi in media tra 11.500 fogli/h per la macchina a doppia verniciatura e 13.000 fogli/h per la macchina UV e la macchina ibrida, corrisponde a 1500 e 1800 tirature l’anno Tre configurazioni a confronto Macchina di base: KBA Rapida 105 con una torre di verniciatura e doppio prolungamento dell’uscita (compresi barra di spolveratura e sistema Air Clean System) nonché dispositivi di lavaggio dei cilindri di contropressione, lavacaucciù e lavarulli D 8+9 7 7 10 10 10 Doppia verniciatura (D): Alla macchina base viene aggiunto quanto segue: 7 –due torri di essiccazione intermedia con essiccazione IR e termoventilata 8 –una seconda torre di verniciatura con racla a camera e pacchetto UV 9 –un sistema di alimentazione a due circuiti per vernice a dispersione e vernice UV 10 –diversi essiccatoi finali che vengono attivati a seconda dell’applicazione per inchiostri convenzionali e vernice protettiva,inchiostri tradizionali e vernice brillante nonché vernice UV 1+9 H 10 10 10 4 4 Ibrido (H): Alla macchina base viene aggiunto quanto segue: 1 – un pacchetto UV per la torre di verniciatura 4 – due essiccatoi UV intermedi 9 – un sistema di alimentazione a due circuiti per vernice a dispersione e vernice UV 10 – diversi essiccatoi finali per inchiostri tradizionali e vernice a dispersione nonché per inchiostri ibridi e vernice UV 1+3 1+2 1+2 1+2 1+2 1+2 UV 6 4 5 5 5 4 UV totale (UV): Alla macchina base viene aggiunto quanto segue: 1 – un pacchetto UV per tutti i gruppi di stampa e la torre di verniciatura 2 – rulli con rivestimento UV e agitatori di inchiostro per tutti i gruppi di stampa 3 – un sistema di alimentazione per vernice UV 4 – due essiccatoi UV intermedi 5 – altre tre posizioni di innesto per essiccatoi UV intermedi 6 – un essiccatoio finale per inchiostri UV e vernice UV Tecnologia ibrida | Redditività Nel confronto delle superfici di appoggio, la Rapida a doppia verniciatura occupa il 20% di spazio in più della Rapida ibrida • Tempo di allestimento intermedio: da 45 a 55 minuti; per essere vicini alla pratica sono stati aggiunti in proporzione i tempi necessari al cambio dell’inchiostro, al lavaggio dei cilindri di contropressione ed altro; mentre per le macchine ibride e UV i tempi di allestimento in caso di cambio dell’ordine sono nettamente inferiori (di circa 25 minuti), il tempo di allestimento di una macchina a doppia verniciatura con lo stesso impiego di personale è di circa 10 - 20 minuti in più rispetto alla media, perché occorre posizionare perfettamente a registro le due lastre di verniciatura, soprattutto per lavori di verniciatura a zone più complessi. Ingombro: l’ibrido risparmia il 15 % rispetto alla verniciatura doppia Una Rapida 105 da cinque colori nella versione a doppia verniciatura è circa 3,5 metri più lunga di una macchina ibrida o UV a cinque colori. Mentre una macchina a doppia verniciatura occupa una superficie di 160 m2, una macchina 120% ibrida ne occupa solo 135. Il risparmio effettivo di spazio è quindi circa del 15 %. Supponendo che le spese di investimento per la macchina ibrida siano del 100 %, la macchina UV raggiunge quasi la stessa percentuale. Se la macchina ibrida, che oltretutto può lavorare con gli inchiostri standard anche vernice UV e a dispersione, prevede una dotazione extra di essiccatoi, la macchina UV deve essere dotata di rulli speciali, agitatore di inchiostro e posizioni alternative per gli essiccatoi intermedi. La macchina a doppia verniciatura, invece, è più costosa del 20 %, vale a dire circa 320.000 Euro, soprattutto perché con questo metodo servono una seconda torre di verniciatura e due torri di essiccazione intermedia. trale di bagnatura, essiccatoi intermedi e finali. Anche in termini di consumo di energia, che non è certo una grandezza secondaria per i costi di produzione annuali di una tipografia, la macchina a doppia verniciatura costa circa il 70 % in più rispetto alle macchine ibride e UV. Nella macchina a doppia verniciatura, oltre alla maggiore potenza motrice necessaria per la configurazione nettamente più lunga della macchina gioca un ruolo decisivo soprattutto il consumo relativamente elevato di energia dei due gruppi di essiccazione IR e termoventilato e dell’essiccatoio IR finale. Supponendo un prezzo di 0,18 Euro al kWh, con la macchina a doppia verniciatura risulterebbero circa 60.000 Euro di spese addizionali annue per l’energia. Si tratta di un cespite di spesa davvero notevole che deve essere trasferito ai clienti oppure andare a discapito del risultato economico. Consumo di energia: per la doppia verniciatura, fino al 70 % in più Costi di materiale: per la doppia verniciatura, fino al 60 % in più Nel calcolo del consumo energetico sono confluiti motore, attuatori, cen- Se si considera il costo dei materiali di consumo necessari per i tre Spese di investimento: doppia verniciatura 20% in più dell’ibrido 160% 180% 8% 100% 23% 4% 8% 8% 4% 160% 27% 140% 140% 16% 120% 120% 80% 100% 60% 88% 88% 88% 100% 65% 27% 27% 80% 18% 18% 60% 55% 55% 40% 20% 40% 62% D H UV Spese di investimento: la doppia verniciatura costa oltre il 19% = 320.000 Euro in più dell’ibrido. Macchina ibrida = 100%; giallo (88%) = macchina di base; blu (23%) = due gruppi di essiccazione intermedia ed una torre di verniciatura supplementare; rosso (8%) = sistema di circolazione vernice ed essiccatoio finale per vernice a dispersione e UV; viola (4%) = essiccatoio UV intermedio; verde (8%) = pacchetto UV (agitatore d’inchiostro, rulli con rivestimento UV, circolazione vernice UV, essiccatoio UV finale) 25% 6,6% 6,6% 133% 66% 66% D H UV 20% 20% 0 27% 80% 60% 40% 15% 1,1% 6,6% 2,9% 0 diversi metodi (vedi grafico “Costi del materiale necessario”), anche in questo caso la macchina a doppia verniciatura, soprattutto a causa dei prezzi elevatissimi delle lastre di verniciatura, costa circa il 58 % in più rispetto alla macchina ibrida e circa il 60 % in più della macchina UV. In casi estremi, la differenza di costi per la sola voce materiali può aggirarsi su circa mezzo milione di Euro l’anno. Per il metodo a doppia verniciatura si è supposta la necessità di rispettivamente due lastre di verniciatura (finitura matt/finitura molto brillante). Ovviamente, se il primer per la verniciatura a piena copertura si può stendere con un caucciù, ad esempio, la quota di costi delle lastre si riduce enormemente. Senza lastre di verniciatura, la macchina a doppia verniciatura è quella che consuma meno materiale, anche se incidono positivamente i prezzi al momento ancora nettamente inferiori degli inchiostri offset normali rispetto agli inchiostri ibridi e UV (circa la metà). Qui si richiede ai produttori di inchiostri ibridi di continuare a promuovere la nuova tecnologia offrendo prezzi più convenienti ai clienti che procurano un maggiore fatturato. Negli ultimi tempi si è potuto osservare un movimento in tal senso. Naturalmente, con determinati ordini anche la macchina ibrida può funzionare senza problemi con inchiostri standard e vernice a dispersione, cosicché il vantaggio in termini di costi della macchina a doppia verniciatura sussiste solo se si mettono a confronto “mele e pere”. Inoltre, per una stampa a colori puramente occasionale la macchina ibrida è notevolmente più efficace di una macchina a doppia verniciatura dotata di una serie di gruppi extra non necessari per questo tipo di stampa, ma che comunque restano in funzione. D H UV Consumo di energia: la doppia verniciatura costa oltre il 70% = 60.000 Euro/anno in più dell’ibrido e del UV totale (con 0,18 Euro/kWh). Macchina ibrida = 100%; blu (62% doppia verniciatura o 55% ibrido e UV) = energia per attuatori e centrale di bagnatura, viola (18%) = energia per l’essiccazione UV intermedia, rosso (65%) = energia per IR e termoventilazione nelle torri di essiccazione, arancio (16%) = energia per essiccazione IR finale, verde (27%) = energia per l’essiccazione UV finale 0 Efficacia: l’ibrido in vantaggio Costi del materiale necessario: la doppia verniciatura costa oltre il 58,6% = 490.000 Euro/ anno in più dell’ibrido. Macchina ibrida = 100%; verde = lastre di verniciatura (133%, 66% e 66%), rosso (2,9%) = fogliacci per adattamento a vernice a zone, viola (6,6%) = vernice UV, blu (1,1%) = primer, giallo (15%, 27% e 25%) = inchiostro Alla fine è stata messa a confronto l’efficacia dei tre metodi doppia verniciatura, ibrido e UV. Circa il grafico di “Efficacia”: • nelle colonne “Somma di investimento” (I) sono stati ripresi gli stessi importi del grafico “Spese di investimento”. Process 3 | 2006 45 Tecnologia ibrida | Redditività L’ingombro e il consumo di energia del processo a doppia verniciatura sono nettamente superiori, ciò nonostante vi sono applicazioni in cui la doppia verniciatura è giustificata • La “performance assoluta” (A) è una prestazione media fittizia in cui sono considerati tutti i tempi di tiratura, di allestimento e di inattività presunti. • Le colonne “Tempo di allestimento” (M) considerano solo i tempi di allestimento medi, vale a dire che il tempo delle fasi di lavoro non necessarie ad ogni cambio di ordine viene distribuito uniformemente tra più ordini. Nel grafico, per la macchina a doppia verniciatura sono stati presupposti in media solo dieci minuti di tempo di allestimento in più rispetto alle macchine ibrida e UV, ammesso che si lavori contemporaneamente su entrambe le torri di verniciatura, cosa che significa un maggiore impiego di personale. • La “produzione” possibile (P), ovvero il numero di fogli prodotti all’anno, risulta da volume di tiratura, tempo di allestimento, velocità di produzione e capacità di lavorazione disponibile di 3000 ore l’anno. Dal grafico “Costi di produzione” si può notare che i costi per 1000 fogli (compreso l’allestimento) sono praticamente uguali per la macchina ibrida e la macchina UV, mentre per la macchina a doppia verniciatura salgono del 18 - 20% a seconda del volume di tiratura. Il netto vantaggio della macchina ibrida in termini di costi di produzione diminuisce all’aumentare della tiratura, poiché sia i maggiori tempi di allestimento che i maggiori costi per le lastre di verniciatura della macchina a doppia verniciatura sono insignificanti se aumenta la tiratura. Se si considerano i volumi di tiratura dominanti, però, i costi di produzione con inchiostri ibridi e verniciatura UV finale sono complessiva- mente inferiori rispetto al metodo a doppia verniciatura. La curva del grafico “Costi di produzione” mostra i costi di produzione effettivi in Euro (senza i costi della carta) per 1000 fogli per la macchina ibrida a seconda del volume di tiratura. All’inizio, ovviamente, questi costi si riducono fortemente all’aumentare della tiratura per poi oscillare appena sotto i 50 Euro per 20.000 fogli. Per questo, nel decidere se optare o meno per l’investimento occorrerebbe sempre chiarire in precedenza cosa si intende produrre soprattutto con la macchina. Conclusione: la tecnologia ibrida è più flessibile e più conveniente Nonostante l’aspetto esteriormente uguale, la macchina ibrida già per la sua dotazione è nettamente più flessibile della macchina UV, senza che questo incida maggior- mente sulle spese di investimento. Grazie all’elevato livello di sviluppo degli inchiostri ibridi, per determinate applicazioni la macchina ibrida riesce ad unire convenientemente i vantaggi del metodo UV, ossia una configurazione della macchina meno complessa e meno costosa ed un elevato grado di brillantezza della verniciatura, ai vantaggi degli inchiostri e delle vernici standard. Il modo di funzionamento può essere cambiato senza modificare la dotazione della macchina e, secondo il tipo di ordine, senza grandi conversioni. A costi quasi uguali è proprio questo il vantaggio principale dell’ibrido rispetto all’UV. Rispetto alla macchina a doppia verniciatura, la macchina ibrida occupa meno spazio, consuma nettamente di meno e richiede spese di materiale inferiori. Dr. Roland Reichenberger 186 Euro 97 140% 120% H UV H UV 140% 67 58 53 48 D 138 % D 136,9 % D 136,2 % D 135,4 % 120% H UV H UV H UV 100% H UV H UV H UV H UV 100% D 85,8% D 85,8% 80% 80% 60% 60% 40% 40% 20% 20% I A M P Efficacia (macchina ibrida = 100%): I = somma di investimento (119,2%, 100% e 99,9%), A = performance assoluta (85,8%, 100% e 100%), M = tempo di allestimento (122%, 100% e 100%, rispettivamente con ulteriore impiego di personale per l’allestimento del registro della vernice sulla macchina a doppia verniciatura), P = produzione (85,8%, 100% e 100%) 46 Process 3 | 2006 D 140 % D 122 % D 119,2 % H UV 0 D 142,1 % 0 2000 5000 10000 15000 20000 30000 Costi di produzione relativi compreso l’allestimento (in %) per 1000 fogli a seconda del volume di tiratura: Macchina ibrida = 100%. Curva: costi di produzione assoluti (in Euro) per 1000 fogli su una macchina ibrida Tecnologia ibrida | Stampa offset senza acqua Stampa offset senza acqua con gli inchiostri ibridi L’inaugurazione il 21 aprile 2005: per la prima volta in Europa, una macchina off- KBA pioniere dell’ibrido e del senza acqua Gravuflow che già oggi consentono di realizzare una miriade di nuove idee. I partecipanti al forum hanno colto l’occasione per porre alcune domande sulla stampa offset senza liquido di bagnatura al primo Presidente del EWPA, Detlef Braun. La domanda più frequente era quella se fosse possibile stampare con gli inchiostri ibridi anche le pellicole. Attualmente, la stampa Al secondo meeting degli utenti della tecnologia ibrida KBA, tenutosi a Dresda e a Radebeul dal 20 al 21 aprile 2005, KBA e la European Waterless Printing Association e.V. (EWPA) hanno dimostrato la stampa offset senza acqua con il metodo ibrido. Il secondo giorno della manifestazione, presso il Centro Clienti è stato dimostrato su una KBA Rapida 74 che il metodo ibrido funziona anche senza liquido di bagnatura, e con una qualità che non è certo da meno a quella dell’offset ad umido. Già due giorni prima, durante i preparativi della dimostrazione di stampa, erano stati stampati diversi effetti a contrasto lucido con vari soggetti. Anche queste stampe hanno destato grande interesse tra gli operatori del settore. KBA ha dimostrato ancora una volta il proprio ruolo di pioniere, non solo nel campo della finitura ibrida, ma anche di quello dell’offset senza acqua, mettendo a punto una tecnologia unica nel suo genere con gruppi inchiostratori senza acqua e senza viti del calamaio. Venendo a mancare il parametro relativamente instabile della bagnatura e quello dell’inchiostrazione a zone, che varia in modo soggettivo, questi gruppi inchiostratori rappresentano uno strumento straordinario per la produzione standardizzata. Questa tecnologia viene implementata sia nell’offset a foglio (nel gruppo inchiostratore Gravuflow della 74 Karat e della Rapida 74 G nonché nel gruppo inchiostratore senza viti della Genius 52 e delle macchine di KBA Metronic per la stampa di film e supporti dati) che nella stampa dei giornali con il gruppo inchiostratore Newsflow della Cortina. giapponese è finora l’unica serie di inchiostri ibridi al mondo per la stampa senz’acqua. Alcuni produttori europei stanno studiando inchiostri simili e, quindi, in un prossimo futuro questa variante della stampa offset potrà diventare interessante per le tipografie, soprattutto in vista dell’ulteriore diffusione delle macchine Rapida con i gruppi inchiostratori set a foglio ha stampato senza acqua con gli inchiostri ibridi.Presso il Centro Clienti KBA di Radebeul , davanti agli occhi increduli di oltre 280 partecipanti al secondo meeting degli utenti della tecnologia ibrida KBA è stato dimostrato sulla KBA Rapida 74 che gli inchiostri ibridi formulati per la stampa offset senz’acqua presentano caratteristiche di stampabilità eccezionali. Allo stesso modo ha convinto anche la verniciatura in linea per gli effetti a contrasto matt/brillante. di film, dominio della stampa UV con inchiostri UV per stampa senz’acqua, rappresenta ancora una sfida per il processo ibrido. Considerato l’attuale livello di sviluppo degli inchiostri, tutti gli esperti di inchiostri, come pure il signor Braun, consigliano di non stampare film con gli inchiostri ibridi. L’autore è uno specialista della stampa UV senz’acqua L’autore, Detlef Braun, non è solo attivo all’interno della EWPA,ma è anche proprietario della società Druck & Beratung, il cui settore principe è prestare consulenza sulla tecnica di applicazione della stampa offset senza acqua con inchiostri UV, un segmento in costante crescita nella stampa di packaging e materiali plastici.Proprio per questo,ultimamente la D & B ha dovuto traslocare in uffici più grandi (Lahnstraße 31, D45478 Mülheim/Ruhr, Tel. +49(0)208 594482-10,Fax -12,www.wluv.de).Il complesso metodo di stampa offset UV senz’acqua necessita di una consulenza preventiva o di accompagnamento per evitare investimenti sbagliati e reclami dei clienti. Braun sa bene di cosa parla con gli utenti: alla Druck & Beratung,una macchina stampa schede in plastica con successo da anni. Considerate le proprietà duali dell’essiccazione, anche gli inchiostri ibridi per la stampa senz’acqua rientrano nella sua sfera di competenza. Uno strumento importante nella stampa è la striscia di controllo della densità e del trapping H-1/04, creata dallo stesso Braun, la cui forma a campo triangolare riesce a considerare anche il particolare comportamento di separazione del film degli inchiostri UV ad alta viscosità per la stampa senza acqua. Resta da vedere se in futuro sia necessario utilizzare questa striscia anche per gli inchiostri ibridi per la stampa senza acqua. Prospettive del procedimento Come serie di inchiostri si è utilizzata la FD Hybrid Aqualess SOY M della Toyo Ink. Questo prodotto Process 3 | 2006 47 Tecnologia ibrida | Stampa offset senza acqua Nel cosiddetto “bleeding test”, in cui si testa l’imbrattamento dell’inchiostro essiccato spostando il foglio nella pila, l’inchiostro ibrido senz’acqua FDHB Aqualess SOY (a destra) si è dimostrato assolutamente resistente allo sfregamento. L’inchiostro ibrido per offset ad umido FDHB Eco-SOY (a sinistra) ha lasciato tracce leggerissime. La serie di immagini inferiori mostra il soggetto di prova con tracce di sfregamento, mentre le immagini superiori mostrano l’inchiostro macchiato sulla parte inferiore del foglio superiore. Foto: Toyo Ink Il primo inchiostro ibrido al mondo per la stampa senz’acqua arriva dal Giappone Con i suoi prodotti FD Hybrid Aqualess SOY, la Toyo Ink Mfg.Co.Ltd.di Tokio è il primo produttore al mondo ad offrire una serie di inchiostri ibridi per la stampa offset senz’acqua. Il Giappone è da sempre la roccaforte della stampa offset senza liquido di bagnatura. Già nel 1977, la Toray produceva lastre per stampa senz’acqua, sul mercato degli inchiostri per stampa senz’acqua sono attivi, oltre alla Toyo Ink, altri tre produttori e nel “sol levante”, la quota di macchine offset a foglio per la stampa senz’acqua è la più elevata del mondo (senza macchine direct imaging). Il portafoglio di prodotti waterless della Toyo Ink comprende cinque serie di inchiostri: • Aqualess Ultra L/M per le macchine offset a foglio standard • Aqualess Karat per macchine con gruppi inchiostratori senza viti (certificato KBA per 74 Karat, Rapida 74 G e Genius 52) • Aqualess Ecoo per le macchine offset “direct imaging” (certificato KBA per la 46 Karat) • Aqualess UV per la stampa UV su schede di plastica, pellicole e CD/DVD • FDHB Aqualess SOY L/M per la finitura ibrida Che la Toyo Ink sia riuscita nella sintesi di “ibrido”e “waterless”non è certo una sorpresa, visto che l’azienda non solo ha raccolto esperienze nel campo degli inchiostri per la stampa senz’acqua, ma da tempo produce anche inchiostri a fotoreticolazione UV e a fasci di elettroni nonché la serie di inchiostri ibridi per la stampa offset ad umido FDHB Eco-SOY. Alcune delle sfide nello sviluppo della serie FDHB Aqualess SOY erano la miscelazione di resine completamente diverse tra loro, caratteristica tipica degli inchiostri ibridi e per il senz’acqua, e la compatibilità con il surrogato dell’olio siliconico (gli inchiostri ibridi non devono contenere siliconi, perché compromettono la verniciabilità UV). Per risolvere il problema si è ricorsi, con successo,all’olio di soia (“SOY”) che la Toyo Ink ha utilizzato come componente di olio vegetale. Nella stampa offset senz’acqua, la viscosità dell’inchiostro gioca un ruolo decisivo per le caratteristiche di stampabilità. Generalmente, la viscosità e il tiro degli inchiostri senz’acqua sono maggiori che nell’offset ad umido, e sono massimi negli inchiostri UV senz’acqua. Riuscendo a ridurre la viscosità dell’inchiostro ibrido rispetto a quella di un inchiostro UV senz’acqua, la serie FDHB Aqualess SOY può essere formulata addirittura in due versioni a temperatura ottimizzata:“L” per temperature di cilindri portalastra basse ed “M” per quelle medie (vedi tabella).Le regolazioni di temperatura delle macchine KBA sono programmate su valori elevati, che consentono di stampare meglio gli inchiostri. Attualmente,per la serie FDHB Aqualess SOY non sono ancora disponibili tonalità speciali,ma per le separazioni a composizione acromatica si può sostituire il nero della scala standard con un nero più concentrato. Ovviamente, anche la serie FDHB Aqualess SOY ha dovuto sottoporsi ai consueti test. La carta stampata umido su umido è stata irradiata con una lampada UV da 120 W/cm ad una velocità di produzione di 50 m/min. ed è stata controllata spostandola sulla pila già dopo 15 secondi.Il risultato? L’inchiostro ibrido senz’acqua non ha assolutamente imbrattato e l’inchiostro ibrido per offset a umido FDHB Eco-SOY solo minimamente. La resistenza all’abrasione è stata misurata due ore dopo la stampa in un oscillatore il cui corpo di prova da 500 g di peso scivolava 200 volte sull’inchiostro: la resistenza all’abrasione è rimasta un solo livello (4 = buono) sotto quello degli inchiostri UV (5 = eccellente). Si è controllata anche la disinchiostrazione tramite flottazione alcalina, un problema fondamentale degli inchiostri a fotoreticolazione UV.Su carta stampata con inchiostri ibridi, la Toyo Ink ha misurato residui quasi altrettanto ridotti come con gli inchiostri standard: meno di 5 mm2/m2 rispetto a ca. 85 mm2/m2 dell’inchiostro UV. Per quel che riguarda la stampa di carta, cartone e cartoncino, la dimostrazione ha provato che questo metodo è assolutamente praticabile. Gli inchiostri per la stampa senz’acqua si distinguono per la loro elevata brillantezza proprio per l’assenza di liquido di bagnatura, quindi si consiglia di combinare il metodo senz’acqua a quello ibrido perché, in questo modo, si potrebbero ottenere risultati di brillantezza della vernice UV più elevati ed effetti matt/brillante 48 Process 3 | 2006 ancor più estremi. Per entrambi i metodi esistono quindi nuove possibilità. Insieme a KBA, la EWPA sarà lieta di assistere i propri membri nell’applicazione di questa tecnologia. Detlef Braun Inchiostro ibrido per la stampa offset senza acqua del produttore giapponese Toyo Ink Proprietà reologiche e termiche dell’inchiostro ibrido senz’acqua Parametri FDHB Aqualess SOY M FDHB Aqualess SOY L Tiro (tack) a 30° C 11.0 … 13.0 9.0 … 11.0 Scorrimento (flow) a 25° C 16.0 … 17.0 17.0 … 19.0 Viscosità dinamica a 25° C 70 … 80 Pa s 50 … 60 Pa s Intervallo di temperatura del cilindro 28 … 32 °C portalastra 24 … 28 °C Impatto ambientale | Controllo delle emissioni Controllo delle emissioni delle macchine da stampa Da cinque anni, l’associazione di categoria tedesca della stampa e della lavorazione della carta (BG) promuove le tecnologie ad emissioni particolarmente ridotte mediante l’ente di collaudo e certificazione del comitato tecnico stampa e lavorazione della carta conferendo il certificato BG-PRÜFZERT “Emission geprüft”, ovvero “emissione testata”, alle soluzioni più meritevoli dell’industria grafica. La KBA Rapida 105 è stata la prima macchina della generazione 18.000 a ricevere questo certificato. Tra i materiali utilizzati per il collaudo c’erano anche due serie di inchiostri ibridi ed i rispettivi prodotti detergenti. Durante le prove dell’associazione di categoria sulla nuova Rapida 105 sono stati misurati i valori di emissione su tutti i gruppi di stampa e nell’area dell’uscita Una crescente coscienza ambientale Nella società odierna, la salvaguardia dell’ambiente, e soprattutto la riduzione delle emissioni, assume un valore sempre più importante. Le discussioni perpetrate negli ultimi mesi in parte anche dai mass-media sul cosiddetto “commercio delle emissioni” hanno riportato l’argomento al centro dell’attenzione sottolineandone l’interesse pubblico. In effetti, la protezione ambientale è un argomento scottante da oltre trent’anni, basti pensare a studi come quelli del “Club of Rome” sui limiti della crescita (1973) o al Global 2000 del Governo americano condotto nell’anno 1980 ed alcuni altri. Sebbene gli obiettivi e le misure finalizzate alla salvaguardia dell’ambiente siano spesso estremamente controversi, alla fine va comunque da ricordato che tra tutti i responsabili del mondo politico vi è una forte volontà a ridurre e contenere le emissioni in futuro. Il comportamento generale della società nei confronti della salvaguardia dell’ambiente è cambiato in modo decisivo, come si nota dal continuo aumento della domanda di prodotti cosiddetti ecologici. Inizialmente, nell’industria grafica questa esigenza si è manifestata con il desiderio di produrre carte aventi un minore impatto ambientale, ad esempio carte riciclate ed, in seguito allo sviluppo sociale avvenuto, sempre più clienti esigono che una tipografia moderna si impegni nell’applicazione di misure di sicurezza attive volte alla protezione dell’ambiente. Salvaguardare l’ambiente, però, significa anche proteggere la salute sia dei dipendenti durante i lavoro che della comunità. Già agli inizi degli anni novanta, l’associazione di categoria stampa e lavorazione della carta ha affrontato la sfida assumendo un ruolo guida e di precursore nell’industria grafica. Con l’iniziativa settoriale “Solventi nella stampa offset” si è affrontato attivamente il problema delle emissioni di solvente nel campo dell’industria grafica. L’associazione ha fatto suo il principio guida della minimizzazione delle emissioni, perché il tipografo deve confrontarsi ogni giorno con emissioni sia fisiche, come rumore o radiazioni, che materiali, ad esempio sotto forma di scartino o solventi. Queste emissioni comportano in parte anche un inquinamento dell’aria respirata in sala macchine e depositi di vario tipo sulla macchina. L’ottimizzazione del processo di stampa con macchine perfezionate e meno emissioni è un punto di partenza importante per risolvere efficacemente questi problemi. Il certificato “Emission geprüft” (emissione testata) L’ente di collaudo e certificazione del comitato tecnico Stampa e lavorazione della carta dell’associazione di categoria ha conferito per la prima volta al drupa 2000 il certificato BGPRÜFZERT “Emission geprüft” (emissione testata) per tecnologie con emissioni particolarmente ridotte alla KBA Rapida 105, la macchina precedente alla nuova Rapida 105 da 18.000 fogli/h presentata al drupa 2004. Per ricevere questo certificato occorre dimostrare che la macchina è costruita e funziona in modo tale da mantenere i diversi valori di emissione nettamente al di sotto delle raccomandazioni o dei valori limite minimi vigenti nei paesi dell’Unione Europea. Si misurano l’emissione di solventi (idrocarburi volatili da detergenti e prodotti per la pulizia, liquidi di bagnatura, inchiostri e vernici), aerosol (ad esempio nebbia d’inchiostro o di vernice), polveri (polvere antiscartino), ozono, radiazioni UV e rumorosità. Premessa essenziale per la prova è ottenere nella pratica risultati sui diversi requisiti nella stampa offset. A tale scopo, durante il collaudo vengono stampate serie di prova su diversi tipi di supporto di stampa. Come inchiostri si possono utilizzare inchiostri standard, UV e speciali (ad esempio gli inchiostri ibridi). Inoltre si testano applicazioni con vernici a base acquosa o vernici a fotoreticolazione UV. Il certificato che viene rilasciato fornisce informazioni sulle applicazioni testate con successo per il rispettivo tipo di macchina da stampa. Ovviamente, in questo certificato confluiscono anche gli aspetti della tecnica di sicurezza. La verifica dell’ottemperanza alle disposizioni di sicurezza europee (collaudo GS, sicurezza controllata) da parte dell’ente di collaudo e certificazione del comitato tecnico Stampa e lavorazione della carta è premessa essenziale per ottenere il certificato “emissione testata”. Controllo delle emissioni sulla nuova KBA Rapida 105 La nuova Rapida 105 della generazione da 18.000 fogli/h è stata sottoposta a diverse prove dall’associazione di categoria al fine di stabilire se esistevano le condizioni per il conferimento del certificato “emissione testata”. Durante la prova metrologica, avvenuta alla fine del 2004, sono state condotte serie di test sia su carta che su cartone. Come inchiostri sono stati utilizzati due sistemi di inchiostri ibridi, un sistema di inchiostri UV ed un sistema di inchiostri standard. Inoltre sono state impiegate diverse vernici UV, Process 3 | 2006 49 Impatto ambientale | Controllo delle emissioni una vernice a base acquosa nonché vari detergenti diversi. Soprattutto, va ricordato che tutte le prove di stampa sono state condotte senza alcool nell’acqua di bagnatura ad una velocità di produzione di 14.400 fogli/h, corrispondente all’80 % della produzione massima della macchina. Oggi, dopo l’approntamento e l’analisi dei campioni analitici si può affermare quanto segue: • tutti i valori misurati riguardanti la nebbia d’inchiostro su ogni gruppo di stampa sono nettamente inferiori al limite stabilito di 1,5 mg/m3, restando ampiamente al di sotto di tale limite addirittura di oltre il 30%. • Come previsto è stato superato egregiamente anche l’ostacolo della “concentrazione di isopropanolo”; la mancanza di alcool nell’acqua di bagnatura rende naturalmente superflua la domanda sulle emissioni che ne derivano. Per l’operatore, tutto ciò comporta anche vantaggi in termini di costi. È vero, infatti, che finora è stato possibile ottenere buoni risultati anche solo riducendo la quantità di isopropanolo, ma un suo impiego comporta, oltre alla tutela della salute e ai semplici costi dell’isopropanolo, anche spese di stoccaggio e di investimento in misure di protezione antincendio ed antideflagrante. • Anche i risultati della misurazione delle altre fonti di emissione testate, come idrocarburi, ozono, radiazioni UV, polvere antiscartino e rumorosità sono rimasti, come richiesto, al di sotto dei valori prestabiliti. È confortante riscontrare che anche la nuova generazione di macchine KBA da 18.000 fogli l’ora a massima velocità di produzione riesce a soddisfare i severi requisiti del certificato “emissione testata”. Ciò è ancor più sorprendente se si pensa che, solitamente, elevate velocità di produzione comportano già di per sé un aumento delle emissioni materiali e fisiche, soprattutto della rumorosità. Stabilità del processo della tecnologia ibrida Con la prova approfondita della nuova Rapida 105 da parte dell’en- 50 Process 3 | 2006 te di collaudo e certificazione si perseguono due obiettivi: il primo è assicurare l’ottemperanza a tutti gli standard nazionali ed europei riguardanti salute, ambiente e sicurezza. Inoltre, insieme alle prove dei materiali, ad esempio la prova dell’azione degli inchiostri e dei detergenti sul volume dei materiali in gomma eseguita dal fogra su commissione di KBA, si vogliono garantire la stabilità del processo nonché la sicurezza dell’applicazione della tecnologia ibrida. In futuro, l’operatore dovrà poter riconoscere quali prodotti soddisfano i criteri necessari alla tecnologia ibrida. Inoltre, si intende evitare che vengano utilizzati prodotti con effetti collaterali dannosi per l’uomo e/o i materiali. Tutela della salute è protezione ambientale, e viceversa Oggi, non solo le autorità, ma anche sempre più clienti esigono da una tipografia moderna l’applicazione di misure di sicurezza attive per la salvaguardia dell’ambiente. Le macchine da stampa contrassegnate dal sigillo di qualità BG-PRÜFZERT “Emission geprüft” rappresentano un elemento essenziale in questa direzione, perché sono munite delle necessarie premesse tecnologiche. La chiave per il successo, però, è la responsabilità di comportamento dell’operatore. È importante che sia sufficientemente addestrato e qualificato per saper scegliere i mezzi di produzione tecnici e chimici più adatti e sfruttarne appieno e professionalmente tutte le qualità. Oggi, le macchine con il marchio BG-PRÜFZERT “Emission geprüft” vengono spesso definite “eco-macchine da stampa”, dove “eco” sta, da un lato, per ecologia e, dall’altro, per economia. Ecologia perché queste macchine consentono al tipografo di stampare a basse emissioni ottimizzando il processo di stampa, economicità perché presentano le condizioni tecniche necessarie per poter utilizzare i materiali ausiliari in modo più efficace rispetto a prima riducendo drasticamente i costi connessi. Il processo di stampa, quindi, può essere strutturato con maggiore redditività. Inoltre, in alcuni paesi europei vi è la possibilità di ricevere incentivi statali per gli investimenti in queste macchine a basso impatto ambientale. Oltre al loro obiettivo primario, una tutela della salute e una salvaguardia dell’ambiente correttamente applicate riducono i costi ed aumentano la produttività. Dr.-Ing. Bernhard Küter, Dr. Axel Mayer, Associazione di categoria Stampa e lavorazione della carta Al secondo meeting degli utenti della tecnologia ibrida in aprile 2005, Jürgen Veil, direttore del marketing offset a foglio di KBA, ha ricevuto il certificato BG-PRÜFZERT “Emission geprüft” dalle mani di Albrecht H. Glöckle Nero su bianco: la generazione da 18.000 fogli della KBA Rapida 105 soddisfa i requisiti dell’associazione di categoria Stampa e lavorazione della carta e riceve il sigillo di prova “Emission geprüft” Impatto ambientale | Liquido di bagnatura Azione del liquido di bagnatura sulla stampa con inchiostri ibridi A piena potenza della macchina, gli inchiostri ibridi possono essere stampati senza problemi senza isopropanolo nel liquido di bagnatura, perché il gap di bagnatura non è così basso come per gli inchiostri UV. Lo confermano anche gli studi del fogra condotti utilizzando un nuovo liquido di bagnatura bicomponente senza isopropanolo della ditta DC DruckChemie. Tutti sanno che, in termini di equilibrio acqua-inchiostro, la stampa offset è molto più sensibile con gli inchiostri UV che con gli inchiostri a reticolazione standard. Ciò si manifesta con quantità di fogliacci più elevate all’avviamento ed un gap di bagnatura in parte estremamente ridotto durante la tiratura che richiede un costante controllo del processo di stampa e, quindi, l’adozione di misure di correzione delle regolazioni dei gruppi di bagnatura e inchiostratore. In numerosi casi, ciò provoca la riduzione della velocità di tiratura, cosa che si riflette negativamente sull’economia aziendale. Per questo motivo, il “fogra Forschungsgesellschaft Druck e.V.” di Monaco di Baviera ha analizzato la problematica sia per gli inchiostri UV che per quelli ibridi in un progetto di ricerca promosso dallo stato “Miglioramento dell’equilibrio acqua-inchiostro nella stampa offset con inchiostri a fotoreticolazione UV”. Regolazione del gruppo di bagnatura con una nuova lastra di prova All’inizio delle prove ci si domandava quanto fosse misurabile la stabilità del processo di bagnatura nella macchina da stampa. Essendo regolati individualmente, i gruppi di stampa della macchina reagiscono in modo diverso. Sebbene gli stampatori avessero regolato i gruppi di bagnatura della macchina con la massima precisione seguendo il ben noto metodo dell’impronta del cilindro, le prove rivelavano enormi differenze tra un gruppo di stampa e l’altro. Ben presto si è constatato che per il controllo e la regolazione del gruppo di bagnatura occorreva uno strumento più nuovo e sensibile. Con lo sviluppo della lastra di prova fogra per il controllo della bagnatura si è finalmente arrivati ad uno strumento più efficace (vedi riquadro). Grazie a questa lastra, nelle prove di stampa è stato possibile ottenere curve di incremento del punto affidabili (cioè l’incremento del punto [%] nella stampa rispetto ai valori tonali [%] del record dati della lastra di prova). Si sono messe a confronto una serie di inchiostri UV e due serie di inchiostri ibridi nelle loro rispettive combinazioni con un liquido di bagnatura concentrato La lastra di prova per il controllo della bagnatura di fogra La lastra di prova contiene elementi di misura estremamente sensibili per il controllo dell’uniformità della bagnatura su tutta la superficie della lastra. Con essa è possibile regolare tutti i gruppi di bagnatura uniformemente e monitorare e documentare contemporaneamente lo stato della macchina da stampa.Con questa lastra di prova è possibile riconoscere rapidamente e con facilità problemi di carattere tecnico come la contrazione dei rulli gommati nel gruppo inchiostratore, potenziometri non correttamente regolati nei gruppi di stampa, rulli di bagnatura deformati o usurati nelle singole unità di stampa e differenze di stampa tra le combinazioni di inchiostri e liquidi di bagnatura diversi. Per misurare l’equilibrio tra inchiostro e liquido di bagnatura occorre procedere come segue:dopo aver montato la lastra con la lastra di prova, si stampa come consueto finché nella tonalità massima non si ottiene una densità nominale dell’inchiostro (solitamente 1,4). Nell’operazione successiva si riduce gradualmente la velocità del rullo del calamaio (e quindi la quantità di liquido di bagnatura sulla lastra) finché la stampa non comincia ad imbrattarsi.In genere, gli effet- Confrontando i grafici 1 e 2 si notano chiaramente le differenze di comportamento dei valori tonali. Il grafico 1 mostra in modo evidente perché l’equilibrio acqua-inchiostro di questa combinazione inchiostro UV e liquido di bagnatura all’isopropanolo sia così critico. Solo regolando il rullo del calamaio a 60 risulta una curva di valore tonale rispondente ai requisiti previsti dal “bvdm ProzessStandard Offsetdruck”. Alterazioni anche minimali del trasporto del liquido di bagnatura, come quelle che risultano a macchina in funzione a causa della formazione di depositi di vario tipo sui rulli o in seguito a oscillazioni di temperatura, provocano quasi immediatamente drastiche deviazioni della resa del colore nello stampato. Per produrre stampati vendibili, qui lo stampatore deve monitorare e regolare costantemente l’andamento del processo. Molto meno critico è il comportamento dello stesso inchiostro UV con un liquido di bagnatura senza isopropanolo (grafico 2). Qui, le curve di incremento del punto sono più ravvicinate nel range vicino allo standard in tutte le regolazioni del rullo del calamaio. Intanto, il liquido di bagnatura utilizzato, prodotto dalla ditta DC DruckChemie di Ammerbruch, è entrato in produzione. ti di sbavatura riconoscibili sul foglio si presentano solo su un lato del foglio ed è proprio su questo lato che lo stampatore dovrà aumentare la luce tra i rulli del gruppo di bagnatura, dopodiché si stampa di nuovo e si riduce la velocità del rullo del calamaio fino all’inizio dell’imbrattamento. Se le macchie sono omogeneamente distribuite su tutta la larghezza del foglio,significa che la quantità di liquido di bagnatura che arriva alla lastra di stampa è uguale ovunque e, quindi, il gruppo di bagnatura è regolato correttamente.Nelle operazioni successive, lo stampatore dovrà aumentare la velocità dei rulli della vaschetta di bagnatura a passi definiti, tirare più fogli su cui poi misure- rà gli incrementi del punto e mettere a confronto i risultati della misurazione della combinazione inchiostro-liquido di bagnatura con quelli di altre combinazioni.Inoltre, la lastra di prova consente di valutare gli effetti di controstampa ed altri difetti di tecnica di stampa che non verranno però esaminati in questa sede. Il record dati della lastra di prova è disponibile per membri fogra e non (www.fogra.org) come parte integrante di un servizio di assistenza che prevede l’addestramento pratico all’uso della lastra di prova e l’impostazione di base della macchina da stampa sul posto da parte dei tecnici fogra. contenente alcool molto diffuso sul mercato (concentrazione di isopropanolo 100 %) ed un liquido di bagnatura senz’alcool (concentrazione di isopropanolo 0). Stampare a UV con un liquido di bagnatura all’isopropanolo è come camminare sul filo Process 3 | 2006 51 Impatto ambientale | Liquido di bagnatura 1 Curve di incremento del punto dell’inchiostro UV con un liquido di bagnatura con isopropanolo al 10% in sei regolazioni del rullo della vaschetta di bagnatura comprese tra 35 e 99 2 Curve di incremento del punto dell’inchiostro UV con il liquido di bagnatura senza isopropanolo ottimizzato per la stampa UV in cinque regolazioni del rullo della vaschetta di bagnatura comprese tra 60 e 99 Disponibile come versione bicomponente innocua per la salute: la componente AlkoGreen sostituisce l’isopropanolo, la componente FountGreen è il liquido di bagnatura concentrato compatibile. ravvicinate (grafico 4). Anche nell’analisi dell’inchiostro ibrido 2 di un altro produttore leader (grafici 5 e 6) si è rilevato un comportamento molto simile a quello dell’inchiostro ibrido 1. Inchiostri ibridi non critici con e senza isopropanolo Adottando lo stesso metodo degli inchiostri UV, il fogra ha testato anche due serie di inchiostri ibridi. L’inchiostro ibrido 1 (anch’esso dello stesso produttore della serie di inchiostri UV) è molto più semplice da stampare già utilizzando un liquido di bagnatura concentrato all’isopropanolo standard (grafico 3). Anche per questa combinazione di inchiostro e liquido di bagnatura si verificano alterazioni dell’incremento del punto al variare del trasporto del liquido di bagnatura, ma sono molto più ridotte che con l’inchiostro UV. In combinazione con il liquido di bagnatura DC AlkoGreen/Fount Green, ottimizzato soprattutto per la stampa UV senza alcool, per l’inchiostro ibrido 1 si ottengono curve di incremento del punto nettamente più ridotte ed anche più Compendio Rispetto agli inchiostri UV, gli inchiostri ibridi presentano generalmente un comportamento di tecnica di stampa meno critico e possono essere stampati senza problemi anche senza isopropanolo, come è stato dimostrato utilizzando il liquido di bagnatura senza iso- propanolo AlkoGreen/FountGreen. In questo modo è possibile sfruttare appieno le prestazioni e la potenza delle macchine. Alko Green/FountGreen è stato utilizzato come liquido di bagnatura già per la certificazione “emissione testata” della KBA Rapida 105 da parte dell’associazione di categoria stampa e lavorazione della carta ed ha funzionato senza problemi ad una velocità di produzione di 14.000 fogli l’ora. Dr.Wolfgang Rauh, fogra 3 Curve di incremento del punto dell’inchiostro ibrido 1 con un liquido di bagnatura con isopropanolo al 10% in sette regolazioni del rullo della vaschetta di bagnatura comprese tra 18 e 75% 4 Curve di incremento del punto dell’inchiostro ibrido 1 con il liquido di bagnatura senza isopropanolo ottimizzato per la stampa UV in dieci regolazioni del rullo della vaschetta di bagnatura comprese tra 27 e 75% 5 Curve di incremento del punto dell’inchiostro ibrido 2 con un liquido di bagnatura con isopropanolo al 10% in sette regolazioni del rullo della vaschetta di bagnatura comprese tra 18 e 75% 6 Curve di incremento del punto dell’inchiostro ibrido 2 con il liquido di bagnatura senza isopropanolo ottimizzato per la stampa UV in sette regolazioni del rullo della vaschetta di bagnatura comprese tra 30 e 75% 52 Process 3 | 2006 Handling | Vantaggi e consigli pratici Complicata, ma si impara in fretta La finitura ibrida trova sempre più seguaci in tutto il mondo. Per la sua semplicità, alcuni utenti la considerano l’approccio ideale alla difficile tecnologia UV, mentre per altri è fondamentale il fatto che si riescano ad ottenere effetti speciali e di difficile lavorazione in modo relativamente semplice ma con una qualità eccellente. Un altro vantaggio convincente è la semplicità nel passare da un modo operativo all’altro che consente di elaborare ordini normali e più elaborati su un’unica macchina. Opportunità, vantaggi ma anche limiti del metodo ibrido sono stati discussi esaurientemente al secondo meeting degli utenti della tecnologia ibrida KBA svoltosi ad aprile 2005, dove diversi utenti ibridi e partner KBA si sono scambiati preziose esperienze e consigli pratici. Cambio del modo operativo: rapido e comodo Le macchine ibride di KBA sono dotate di diverse funzioni intelligenti che consentono di lavorare con facilità, rapidità e sicurezza durante l’allestimento, la pulizia e il cambio del modo operativo, a condizione che, come più volte ricordato, vengano utilizzati i mezzi d’esercizio e gli equipaggiamenti ausiliari consigliati ed approvati da KBA. Uno dei maggiori vantaggi è e resta quello che, per passare dal modo “ibrido” a quello “convenzionale”, lo stampatore non deve più sostituire né caucciù né rulli. Il modo operativo ibrido si distingue per l’impiego di inchiostri ibridi (con o senza verniciatura matt a zone con vernice a base oleosa nell’ultimo gruppo di stampa) più vernice UV brillante per la verniciatura finale nella torre di verniciatura. Nel modo operativo convenzionale si utilizzano inchiostri standard più una vernice a dispersione contenente anche pigmenti ad effetto. In base al modo operativo adottato, si possono aggiungere o togliere essiccatoi intermedi o finali che, all’occorrenza, possono essere installati con la massima semplicità anche in un’altra posizione (si veda l’articolo “Essiccatoi ad alta prestazione ed innovativi”). Un sistema di alimentazione della vernice di serie con due circuiti separati e programmi di lavaggio a durata regolabile (l’acqua di lavaggio della vernice viene raccolta in due serbatoi separati) semplifica enormemente il cambio di modalità: con il sistema LithoCoat della Harris & Bruno, ad esempio, il passaggio da vernice UV a vernice a dispersione e viceversa dura solo sette minuti e per il passaggio tra due vernici a dispersione occorrono solo due minuti. Consiglio utile: per aumentare la durata utile dei rulli gommati, puliteli regolarmente togliendo i residui di inchiostro e i depositi di calcare. Di tanto in tanto è utile lavare a fondo i rulli. Con qualsiasi modo operativo, i rulli gommati sono sempre soggetti a rigonfiamento e ritiro, anche con gli inchiostri ed i detergenti ibridi consigliati da KBA, sebbene entro i valori limite prescritti (si veda l’articolo “fogra testa gli inchiostri ibridi”). Ciò nonostante, a seconda degli inchiostri e dei detergenti prescelti e della frequenza dei cambi di modo operativo, il modo misto di produzione convenzionale e ibrida può rappresentare per i rulli una sollecitazione maggiore rispetto a quella cui sono sottoposti nel modo solo convenzionale. sa per “giorni ibridi” e “giorni normali” fissi. I clienti che si atterranno a questo sistema fornendo i dati necessari in tempo contribuiranno al contenimento dei costi e, a titolo di incoraggiamento, potrebbero usufruire di prezzi scontati. Curve caratteristiche di stampa: quasi identiche per entrambi i modi operativi Una tipografia che acceda alla tecnologia UV installando una macchina ibrida non deve per forza adatta- Ovviamente, il touch-screen non può mancare neppure sulla consolle di comando di una Rapida ibrida Foto: Kleeberg re il trasferimento dei valori tonali. Con una macchina puramente UV che funziona con inchiostri UV utilizzando caucciù in EPDM e rulli gommati resistenti a questo tipo di stampa, nella fase di prestampa sarebbe necessario riadattare completamente le curve caratteristiche di stampa ed i valori di correzione per la compensazione dell’incremento del punto. Flessibilità: sfruttarla in modo intelligente Tra i 250 utenti Rapida di tutto il mondo che producono con una configurazione di macchina ibrida, la quota di ordini stampati con il metodo ibrido è compresa tra il 30 e il 70%. In una produzione di stampa flessibile, quindi, il rapido cambio del modo operativo rappresenta un aspetto importante nell’ottimizzazione dei tempi di allestimento. Tuttavia, per motivi economico-aziendali, quando si pianifica la produzione si consiglia, purché le scadenze lo consentano, di raggruppare gli ordini dello stesso tipo, per non dover continuamente passare da un modo all’altro. Consiglio utile: provate a pensare se per la vostra gamma di ordini sia utile introdurre una settimana divi- Presso il Centro Clienti KBA di Radebeul, per la stampa ibrida vengono utilizzate lastre Excel della Kodak Polychrome Graphics Una curva dell’incremento del punto altrettanto piatta quanto quella della stampa con inchiostri tradizionali semplifica l’introduzione del metodo ibrido nell’azienda grafica e il frequente cambio del modo operativo. La famiglia di curve qui illustrata è stata calcolata utilizzando la nuova lastra termica KPG Sword Ultra che non deve essere termoindurita per poter essere impiegata con gli inchiostri UV ed ibridi Process 3 | 2006 53 Handling | Vantaggi e consigli pratici Al contrario, quando si utilizzano gli inchiostri ibridi si può comunque continuare ad applicare i consueti bassi incrementi del punto della produzione convenzionale. Ovviamente, come per ogni macchina nuova occorre creare o modificare la curva caratteristica di stampa nonché generare un profilo della macchina da stampa ICC per la gestione degli inchiostri e, come per ogni cambio della serie di inchiostri, del supporto di stampa e del caucciù, si consiglia di controllare la curva caratteristica anche quando si passa dal modo convenzionale a quello ibrido, soprattutto se i motivi di routine sono soggetti a variazioni di tonalità. Se si lavora con mezzi di esercizio abilitati ed osservando le condizioni previste da KBA, però, le operazioni necessarie per adattare le curve caratteristiche e gli incrementi del punto dovrebbero essere pochissime. Questo vantaggio semplifica enormemente non solo l’approccio alla nuova tecnologia, ma anche il funzionamento misto ibrido/convenzionale. L’unica novità per la prestampa è rappresentata dalle lastre che, sia termoindurite che non, devono essere resistenti agli ultravioletti (panoramica nell’articolo “Requisiti di resistenza nella finitura ibrida”). Consiglio utile: per entrambi i modi operativi, utilizzate lastre dello stesso produttore per dover variare i parametri il minimo possibile. inchiostri ibridi possono essere stampati senza problemi. Inoltre, gli inchiostri ibridi si distinguono per l’assoluta assenza di nebbia e, al contrario degli inchiostri UV, non imbrattano la macchina. Consiglio utile: limitate ulteriormente le emissioni di SOV della vostra macchina ibrida con un liquido di bagnatura senza alcol isopropilico. Sebbene tutte le Rapida ibride siano già munite del sigillo “emissione testata”, in questo modo contribuirete ad una maggiore salvaguardia dell’ambiente e garantirete un clima sano in sala stampa. Cilindro retinato: facile da pulire A parte i moduli di automazione oggi quasi scontati, come il cambio della lastra controllato da programma, la connessione CIP3/4, il riutilizzo dei parametri di impostazione della macchina già memorizzati, lavacaucciù e lavarulli automatici, i costruttori hanno dato grande importanza a dettagli e configurazioni capaci di far risparmiare tempo e lavoro. E così, chi vuole andare sul sicuro anche quando si cambia vernice, in due minuti può pulire manualmente il cilindro retinato e la camera racla accedendo con facilità a tutti i componenti. Solitamente, però, è sufficiente il lavaggio automatico del gruppo di verniciatura e dell’alimentazione di vernice. Consiglio utile: con un test rapido si può sapere se occorre lavare di nuovo il cilindro retinato. Colorate la vernice con un colorante per alimenti e verificate visivamente o con il densitometro che la verniciatura a piena copertura presenti una qualità omogenea. Normalmente, il cilindro retinato nella torre di verniciatura deve essere sostituito solo in caso di usura, fenomeno che, con i materiali e le incisioni di oggi, si presenta solo molto tardi. La sostituzione dei rulli, però, può rendersi necessaria anche per un diverso volume di immersione o un tipo di vernice a dispersione con particelle di pigmenti ad effetto di grandi dimensioni. Il cambio avviene in pochi minuti manualmente, cioè senza gru, perché KBA utilizza cilindri retinati in lega di alluminio leggera. Per la sostitu- zione, lo stampatore deve solo svitare la vite dalla camera racla, spostare quest’ultima, aprire le bronzine, sollevare manualmente il cilindro e sfilarlo, quindi inserire il cilindro nuovo nello stesso modo. Consiglio utile: anche se il cilindro retinato è talmente leggero che lo si può sollevare da soli, sollevatelo e trasportatelo sempre in due. A causa del formato della macchina, il cilindro può essere talmente largo che, da soli, non potreste abbracciare i due mandrini. Se si afferra il cilindro nel mezzo con una sola mano, si possono causare danni, perché potreste urtare da qualche parte ancor prima di accorgervene. I cilindri leggeri non sono secondi per stabilità e robustezza ai cilindri pesanti convenzionali e, inoltre, contribuiscono al risparmio energetico alle massime velocità di produzione della nuova generazione di Rapida da 18.000 fogli l’ora. Equilibrio acqua-inchiostro: più stabile che nella stampa UV, semplice anche senza isopropanolo Riportando le loro esperienze, i partecipanti al meeting degli utenti ibridi KBA hanno confermato ancora una volta che l’equilibrio acquainchiostro nel metodo ibrido è notevolmente più stabile che nella stampa puramente UV, anche se richiede un po’ più di attenzione che nell’offset a foglio convenzionale. Lo stampatore, quindi, non deve essere particolarmente qualificato né disporre di esperienze particolari. Come spiegato nell’articolo “Azione del liquido di bagnatura sulla stampa con inchiostri ibridi”, l’equilibrio tra bagnatura ed inchiostrazione può essere ulteriormente stabilizzato utilizzando un liquido di bagnatura idoneo e privo di alcol isopropilico. A queste condizioni gli 54 Process 3 | 2006 Gli inchiostri ibridi sono disponibili anche in cartucce, come quelle utilizzate, ad esempio, dalla Industriedruck di Dresda sulla Rapida 105 ibrida Le cassette racla degli impianti di lavaggio automatici (sopra) non si imbrattano se si utilizza un detergente ibrido ad emulsificazione stabile (sotto) Foto: Fuji Hunt DS Druckerei Service Il cilindro retinato di alluminio nella torre di verniciatura sviluppato da KBA è talmente leggero da poter essere sostituito senza ricorrere ad una gru Handling | Vantaggi e consigli pratici Detergenti: ottima azione pulente nonostante il consumo ridotto I detergenti ibridi sono idonei al lavaggio sia degli inchiostri ibridi che convenzionali presenti su rulli, caucciù e cilindri di contropressione. Per i chimici, la sfida consiste nel superare il problema delle polarità opposte: gli inchiostri convenzionali e la rispettiva quota in inchiostri ibridi sono non polari, la quota UV, invece, è polare. La maggior parte dei prodotti ibridi è costituita dagli ultimi ritrovati del settore chimico ed è in grado di favorire la lavabilità della gomma tramite l’emulsificazione spontanea con acqua, ricordando che la stabilità dell’emulsione di detergente in acqua non solo garantisce un’ottima azione pulente e consumi ridotti, ma non imbratta nemmeno i sistemi di lavaggio. Le particelle di inchiostro e la polvere di carta restano nell’emulsione che, a sua volta, li trascina via impedendo quasi completamente l’imbrattamento di tubazioni, cassette racla e vasca di raccolta. Generalmente, i detergenti migliori si distinguono anche perché, dopo il lavaggio, le superfici dei caucciù e dei rulli si riasciugano e sono subito pronte per il prelievo e la separazione ottimali dell’inchiostro, contribuendo a ridurre notevolmente la quota di fogliacci. L’importante è l’idoneità del detergente agli impianti di lavaggio automatici installati da KBA nella configurazione standard delle macchine ibride. La compatibilità dei detergenti con la gomma (nessun rigonfiamento/ritiro) è oggetto di studio per l’abilitazione, mentre non lo è il rischio di corrosione che, tuttavia, nei moderni detergenti dovrebbe essere minimo. Consiglio utile: ciò che vale per gli inchiostri ibridi, vale anche per i detergenti ibridi. Utilizzate unicamente prodotti abilitati dal test di fogra e raccomandati da KBA. Ciò premesso, osservate sempre anche le raccomandazioni fornite dai produttori degli inchiostri sulla lavabilità dei vostri prodotti con determinati detergenti ibridi. Uscita: il minor imbrattamento possibile Per poter installare e configurare liberamente tutti i moduli di essiccazione finale per i diversi modi operativi (sistema VariDry), il doppio prolungamento dell’uscita delle nuove macchine Rapida 105 è stato spostato verso l’alto. Ciò apporta alcuni vantaggi ergonomici nel posizionamento dei moduli di essiccazione ed, inoltre, considerata la nuova conduzione dei fogli, si è potuta aumentare la distanza tra la barra di spolveratura e l’essiccatoio UV finale riducendo così il pericolo di imbrattamento dei riflettori degli irradiatori UV. In questo modo si può utilizzare un po’ più di scartino anche sulle macchine per biverniciatura per evitare il cosiddetto “effetto lastra di vetro”. Solitamente, nella stampa Gli essiccatoi UV interdeck delle macchine ibride KBA Rapida sono facilmente accessibili e, all’occorrenza, riposizionabili in pochissimi minuti Foto: Kleeberg in bianca puramente ibrida non si ricorre alla spolveratura o solo in misura ridotta, come per gli effetti a contrasto lucido a zone con vernice a base oleosa e UV. Consiglio utile: quando si puliscono i riflettori, attenzione a non toccare le superfici a specchio, perché sulle impronte si possono depositare polvere e scartino più velocemente e in modo duraturo. Per questo è consigliabile installare il sistema accessorio Air Clean System (ACS) per l’uscita che, montato direttamente sulla pila di uscita, impedisce alle particelle di scartino e di carta di infiltrarsi nell’area di essiccazione, tiene pulite le catene delle pinze e i pareggiatori ed elimina le esalazioni residue che possono formarsi sopra l’essiccatoio UV finale a valle dell’aspirazione di ozono. In un’uscita con sistema ACS, quindi, lo stampatore non sentirà il tipico odore di ammoniaca della vernice a disper- sione né quello di ozono della fotoreticolazione UV. Potenza degli essiccatoi IR: meno è di più! Ogni stampatore sa che la carta è un materiale estremamente delicato: si ondula dai bordi verso l’interno quando assorbe incontrollatamente umidità dall’aria circostante e si restringe e si indebolisce quando le viene sottratta umidità. Le differenze di clima all’interno delle sale stampa di tutto il mondo sono enormi e altrettanto diverse sono anche le condizioni di partenza necessarie per l’acclimatazione della carta o del cartone. Consiglio utile: dovreste stabilire con il vostro fornitore di carta che non accettate merce in fogli sigillata in pellicola. Il film, infatti, può provocare la formazione di condensa che, a sua volta, causa ondulazioni non più compensabili, neppure con una lunga acclimatazione. Le condotte dell’aria nel sistema Air Clean System Process 3 | 2006 55 Handling | Vantaggi e consigli pratici Ritiro ed infragilimento causati dalle radiazioni IR e UV sono stati oggetto di accesa discussione al meeting degli utenti ibridi KBA, perché nella pratica ibrida non si utilizza solo l’essiccatoio UV finale bensì, talvolta, anche l’essiccatoio IR finale, anch’esso presente sulla macchina ibrida ma che serve soprattutto all’essiccazione della vernice a dispersione nel modo operativo convenzionale. Certo, il calore assorbito dagli irradiatori a infrarosso favorisce l’essiccazione ossidativa degli inchiostri ibridi, ma per l’ossidazione nella pila di uscita spesso bastano le radiazioni IR emesse dagli irradiatori UV, anche con un elevato grado di copertura di inchiostro. Purché non si stampi una pellicola di plastica termosensibile, si tratta di un effetto assolutamente voluto, perché favorisce anche la fotoreticolazione UV degli inchiostri ibridi e della vernice UV. La quantità di calore assorbita, soprattutto in presenza di numerose zone scure sul soggetto, è sufficiente per l’ossidazione. In questo caso, un input di radiazioni IR mirato a monte dell’essiccatoio UV finale staccherebbe di nuovo gli inchiostri ibridi già essiccati che, quindi, aggredirebbero lo strato di vernice UV dal basso, ossia dal lato non ancora reticolato, provocando il bloccaggio della pila. L’attivazione dell’essiccatoio IR si può rendere davvero utile, invece, per soggetti chiari o con un grado di copertura ridotto o un’ampia superficie che resta non stampata. Qui, però, vale la regola del “meno è di più”, cioè l’irradiatore IR deve funzionare alla potenza minima. Alcuni stampatori misurano la percentuale di acqua evaporata nell’aria tra i fogli della pila di alimentazione e di uscita con l’igrometro ad asta per valutare i limiti di input di IR dalla differenza di umidità. L’umidità relativa nella pila di uscita, però, è in equilibrio con l’umidità residua della carta o del cartone dopo un arco di tempo piuttosto lungo e solo uno stampatore molto esperto è in grado di trarne conclusioni utili. Un metodo affidabile, ma non realizzabile sulla macchina, sarebbe la misurazione assoluta del tenore di acqua nel supporto di stampa, che dovrebbe essere almeno del 5 %. KBA consiglia di utilizzare gli irradiatori IR Carbon-Twin capaci di fornire il massimo rendimento in termini di input energetico. Consiglio utile: molto più sensata della misurazione dell’umidità è la misurazione della temperatura della pila. Irradiatori UV: non più energia del necessario! Come un’eccessiva radiazione IR danneggia il supporto di stampa, anche un input eccessivo di radiazioni UV danneggia il film di vernice. Alla successiva piegatura, a causa dell’infragilimento possono rompersi il film di vernice e la patinatura sottostante della carta. Per questo motivo, anche l’essiccatoio UV finale deve funzionare alla potenza minima necessaria. Nell’articolo “Qual è il metodo di prova giusto?” avete già letto come stabilire con più o meno affidabilità quando la reticolazione della vernice UV è sufficiente. Ciò che non è stato ricordato, perché non adatte, sono le misurazioni di intensità UV tramite speciali strisce reattive che reagiscono non solo alle radiazioni UV ma, secondo i produttori di essiccatoi, anche alle radiazioni IR. Consiglio utile: per l’input energetico dell’essiccazione IR e UV vale la regola: non più del necessario! La causa di una scarsa essiccazione possono essere anche irradiatori UV troppo vecchi, perché le vernici UV e gli inchiostri ibridi non sono compatibili con determinate lunghezze d’onda e, quindi, nello spettro dell’irradiatore UV non deve per forza essere il picco più alto a definire il grado di rendimento. Assicuratevi sempre che il vostro essiccatore UV finale emetta radiazioni UV-C “fresche”, perché con l’invecchiare dell’irradiatore si spostano anche le sue quote UV. Sostituite sempre dapprima il primo dei tre irradiatori che, alle successive due sostituzioni, installerete una posizione più indietro. La maggior parte delle radiazioni UV-C serve al primo irradiatore, dove viene iniziata la reticolazione della vernice UV, mentre il compito degli altri due irradiatori è quello di mantenere e condurre in profondità la reazione di reticolazione. Con una configurazione UV non idonea, in alcuni casi può rompersi anche la stessa patinatura della carta a causa di reazioni di reticolazione indesiderate nonché durante la piegatura. La maggior parte dei produttori di carta conosce il problema e fornisce informazioni sulla compatibilità UV della carta e del cartone prescelti. Con meno leganti o leganti più flessibili si peggiorerebbe la stampabilità, e quindi il problema non si risolve dall’oggi al domani. Consiglio utile: per evitare di rompere la patina, in genere si dovrebbero cordonare le carte a partire da 150 g/m2 prima della piegatura. Inoltre, si devono evitare impostazioni errate nell’elaborazione successiva. Per materiali problematici, alcuni utenti consigliano la nebulizzazione dei punti di cordonatura con una miscela di acqua e alcool. Come gli stampati UV, anche i fogli stampati e finiti con il metodo ibrido possono essere lavorati immediatamente, ad esempio su una fustellatrice piatta come questa di una Bobst SP 142-CER II presso la Leopold Verpackungen di Ludwigsburg 56 Process 3 | 2006 Emissione di cattivi odori: informare tempestivamente o provare Anche i leganti, si sa, sono responsabili del cattivo odore della patina sotto l’azione degli ultravioletti. Negli ultimi anni, l’emanazione di odore degli inchiostri ibridi è andata notevolmente diminuendo e le vernici UV sono da tempo classificate come inodori per il packaging alimentare. Presi singolarmente, il supporto di stampa, l’inchiostro ibrido e la vernice UV possono reagire nel modo desiderato alle radiazioni UV senza sviluppare odori o sviluppando odori tollerabili. Per questo ci si sorprende molto quando si verificano ancora problemi con il cattivo odore. Consiglio utile: per evitare spiacevoli sorprese e nell’interesse dell’utente, numerosi produttori di carta sono disposti a testare le combinazioni di supporto/inchiostro/vernice, perché il problema del cattivo odore può essere provocato da reazioni innescate solo da certe combinazioni di materiali. Conclusione: la tecnologia ibrida non rappresenta una grande sfida Come già al meeting degli utenti ibridi KBA del 2003, anche al meeting del 2005 gli utenti si sono dichiarati convinti di aver fatto la cosa giusta nell’investire in questo procedimento. La grande curiosità che spinge a ricercare nuove possibilità di applicazione per la finitura ibrida testimonia che gli operatori sanno applicare correttamente il procedimento e che questo è fonte di ispirazione per nuove idee creative. L’approccio al metodo ibrido non costituisce alcun problema per l’utente, perché essenzialmente può continuare la sua solita produzione; sono cresciute “solo” le possibilità della finitura in linea. Un’eventuale emissione di cattivo odore della patinatura è dovuta allo stesso fenomeno che si presenta nella stampa UV, ma in generale lo stampatore deve affrontare meno problemi che con il metodo UV totale. Dieter Kleeberg Handling | Vantaggi e consigli pratici Impressioni del 2° meeting degli utenti ibridi in Aprile 2005 a Dresda e Radebeul Insieme al suo team,Jürgen Veil,direttore del marketing offset a foglio KBA,ha avuto una parte determinante nel raggiungimento dell’attuale livello della tecnologia ibrida.Ha coordinato il meeting in modo egregio e spiritoso,sfoggiando anche una straordinaria conoscenza degli argomenti collegati I tanti ordini di stampa autentici con svariati effetti di finitura ibrida davvero spettacolari hanno destato grande interesse tra i partecipanti al meeting Foto: Kleeberg Gli oltre 280 partecipanti erano d’accordo nell’affermare che la tecnologia ibrida è divenuta un’alternativa valida e assolutamente fattibile alla doppia verniciatura e all’UV totale con caratteristiche uniche Sulla Rapida 105 a sei colori con torre di verniciatura e doppio prolungamento dell’uscita è stata dimostrata presso il Centro Clienti KBA di Radebeul la stampa senza problemi con inchiostri ibridi, vernice matt a base oleosa e vernice UV molto brillante Le discussioni dal podio (qui con gli esperti di essiccatoi dei produttori di irradiatori e di KBA) contribuiscono ad intensificare lo scambio di informazioni ed esperienze Di grande effetto è stata la dimostrazione di stampa con inchiostri ibridi senz’acqua su una KBA Rapida 74 Process 3 | 2006 57 Applicazioni | Esempi Possibilità quasi infinite La finitura ibrida si è trasformata, soprattutto grazie alla creatività dei tanti stampatori Rapida e dei loro partner di agenzia, in una vera alternativa con caratteristiche intrinseche uniche e straordinarie. All’inizio, la tecnologia ibrida ha destato l’interesse soprattutto degli stampatori di packaging che hanno scoperto il processo per la stampa diretta di scatole ripiegabili, espositori e cartone ondulato. Gli insoliti effetti a contrasto lucido, però, hanno contagiato anche la creatività dei designer grafici per ordini commerciali altamente nobilitati che, da allora, hanno scoperto nuove dimensioni soprattutto nella vistosa progettazione dei materiali pubblicitari. Nel frattempo si sono registrate le prime applicazioni ibride anche nella stampa di pellicole. Un altro settore applicativo è la stampa di caratteristiche a prova di contraffazione su confezioni ed etichette. Interessanti sono anche gli esempi in cui la tecnologia ibrida è stata estesa alle macchine compatibili con la doppia verniciatura e l’UV. Considerare la finitura ibrida una chance La stampa con inchiostri ibridi e vernice UV brillante in linea è molto più di un semplice approccio alla tecnologia UV, perché, rispetto agli altri procedimenti, presenta alcune caratteristiche uniche che giustificano pienamente la decisione per la filosofia ibrida. Verniciatura molto brillante: in modo nettamente più conveniente della doppia verniciatura e con costi quasi identici a quelli di una macchina UV, lo stampatore ibrido può raggiungere risultati di brillantezza quasi altrettanto elevati. Contrasti lucidi: con il metodo ibrido è possibile realizzare contrasti tra due tipi di vernice in modo più semplice che sulle macchine a doppia verniciatura ed, inoltre, in modo ottimale nel registro offset, soprattutto i contrasti lucidi tra vernice a base oleosa matt o strutturata Come nasce una lastra di verniciatura a zone nel registro offset? Non importa se gli elementi pagina sono disponibili sotto forma di file di immagini, file grafico o file layout: il soggetto con vernice a zone viene generato semplicemente dai file del rispettivo programma di publishing. Si può trattare di singoli livelli di un file Photoshop o Illustrator oppure di diversi elementi di una pagina intera, 58 Process 3 | 2006 (come vernice a zone) e vernice UV brillante (come sovraverniciatura a piena copertura con repulsione nei punti parzialmente verniciati). Questi risultati eclissano presunte alternative come la verniciatura drip off e twin effect sulle macchine convenzionali con gruppo per vernice a dispersione. Con questa funzione, lo stampatore ibrido può distinguersi dai concorrenti personalizzando i prodotti. Molte agenzie pubblicitarie conoscono la versatilità e l’esclusività di questo strumento, ma trovano solo poche tipografie adatte. È soprattutto così che l’ibrido consente di acquisire nuovi clienti. A prova di contraffazione: con i vantaggi della finitura a contrasto lucido citati, KBA apre ai suoi clienti ibridi nuove nicchie di mercato incaricando un team di specialisti dello sviluppo di un metodo ad immagini nascoste nella vernice presso il suo stabilimento di Radebeul. Versatilità: la finitura ibrida è appli- Flessibilità con il funzionamento misto: cabile a quasi tutti i segmenti di mercato della stampa offset a foglio. Addirittura alcune materie plastiche, carte metallizzate e anche la difficile carta trasparente sono idonee all’ibrido. L’unica eccezione è la stampa di scatole pieghevoli per i generi alimentari. Anche se l’industria degli inchiostri ha già messo a punto inchiostri ibridi a basso odore, oggi non esistono inchiostri ibridi o combinazioni di inchiostro, vernice e supporto di stampa assolutamente inodori, cosicché questo segmento di mercato resterà dominio della stampa UV. Anche qui, però, le vernici UV possono emanare cattivo odore se la reticolazione dell’acrilato è insufficiente. Anche nella stampa della plastica continuerà a spadroneggiare la stampa UV, perché gli inchiostri ibridi aderiscono solo a determinati tipi di plastica. se il carico massimo con i soli ordini ibridi non è realistico, lo stampatore ibrido può evadere gli ordini di routine con inchiostri e vernice a dispersione convenzionali sulla stessa macchina, senza speciali accorgimenti e senza dover tenere in considerazione particolari incrementi del punto. La possibilità di applicare le curve caratteristiche consuete, inoltre, semplifica l’introduzione della tecnologia ibrida in azienda. Negli USA si utilizzano spesso formulazioni di inchiostro ibrido diverse, motivo per cui le macchine ibride devono essere munite di rulli combinati e caucciù adatti. Tali modifiche, però, non sono certo in linea con la filosofia ibrida di KBA. Ciò nonostante, come fa con tutti gli altri suoi clienti, KBA affianca anche le tipografie americane affinché il metodo ibrido venga introdotto con successo nell’azienda. come qui sull’esempio di un foglio del calendario KBA. La riproduzione del dipinto e l’iscrizione/ Calendario sono disponibili come documento QuarkXPress e vengono stampati in un file EPS (Fig.1).In questo modo, il foglio di calendario si può aprire ed elaborare come qualsiasi altro file immagine con Adobe Photoshop. All’inizio viene convertito in un’immagine in scala di grigi per poter espandere tutti i valori tonali principali come desiderato. La Figura 2 mostra come il ripro- duttore avvicini alte luci, toni medi e zone d’ombra comprimendoli nel range tonale a tre quarti (evidenziato in rosso). Con il tool bacchetta magica (freccia rossa in Fig. 3) si possono mascherare, copiare ed aggiungere in un nuovo file le parti di immagine in nero (Fig. 4). Queste sono gli elementi di vernice a zone con cui deve essere applicata la vernice a base oleosa nella finitura ibrida. A questo punto, con la sovraverniciatura a piena copertura la vernice UV brillante aderisce alle parti qui indicate in rosso. A seconda che il soggetto con vernice a zone contenga o meno scale dei grigi autentiche, con Photoshop si può attivare la funzione di sicurezza come immagine in scala di grigi rasterizzabile o come bitmap linework. Infine, il file viene posizionato nel programma di layout e, quindi, trasferito con precisione nel workflow di produzione. Applicazioni | Esempi Uno scorcio del vasto spettro di prodotti ibridi della tipografia di scatole pieghevoli ed espositori Hager Papprint di Kirkel. Da metà 2005, su una Rapida 105 a sei colori vengono stampati e finiti a ibrido cartoni pieni e ondulati fino a 700 g/m2 di grammatura. Come tante altre aziende grafiche, anche l’azienda del Saarland ha organizzato un porte aperte in occasione dell’inaugurazione della macchina, allestendo uno showroom con i prodotti ibridi più tipici e distribuendo brochure volte ad informare esaurientemente i clienti sulle possibilità creative della tecnologia ibrida Stampa di scatole pieghevoli ed espositori Il cartone duplex al cromo spopola Sin dagli inizi, la tecnologia ibrida è stata applicata con successo insieme a tipi di cartone monopatinato. Il materiale più usato in assoluto per le scatole pieghevoli, ossia il cartone duplex al cromo a volume medio (GD 2) è consigliato anche per gli inchiostri ibridi, perché apporta straordinari risultati di brillantezza nella finitura ibrida. Questo cartone è più pesante del cartone duplex ad alto volume GD 1 che, a sua volta, non presenta strati così saldamente satinati e, quindi, è un po’ più idoneo alla cordonatura effettuata per prevenire l’eventuale rottura della patinatura verniciata durante la piegatura. Prodotti esclusivi giustificano l’impiego del cartone cast coated GG, perché la sua superficie altamente lucida garantisce la massima brillantezza della vernice. Non di rado i fogli per scatole pieghevoli ed espositori sono finiti con effetti goffrati che esigono una vernice UV particolarmente flessibile e compatibile con la carta per impressioni. Circa un quarto dei 250 utenti ibridi KBA produce nel formato grande. Questo settore è coperto in parti uguali dalla Rapida 142 e 162/162a, mentre la Rapida 130a e la 205 jumbo sono ancora un’eccezione nella configurazione ibrida. La Rapida 130a a sette colori instal- lata presso la Wall AG di Graz, in Austria, è comunque diversa, perché questo impianto, installato nell’ottobre del 2000, è una macchina a doppia verniciatura equipaggiata anche per l’impiego di inchiostri ibridi. Questo insolito mix consente un’applicazione molto più versatile delle vernici matt, molto brillanti, madreperlate e metalliche come quelle richieste dall’industria del tabacco, dei dolciumi e della cosmesi. Una Rapida 142 a doppia verniciatura e a sei colori simile a questa si trova presso la STI di Lauterbach, in Germania, specialista in scatole pieghevoli e cartone ondulato conosciuta in tutto il mondo. L’utente ibrido pilota STI di Lauterbach utilizza la sua Rapida 142 a doppia verniciatura e a sei colori anche con gli inchiostri ibridi, ad esempio per stampare sul cartone laminato con film per scatole pieghevoli. Rainer Buchholz (STI, a destra) discute con Horst Hörning (KBA) sulle possibilità di applicazione. Foto in basso: sulla sua Rapida 130a, la Wall AG di Graz abbina la tecnologia a doppia verniciatura a quella ibrida Dopo l’installazione di svariate Rapida, nel 2004 è stata la volta di una Rapida 142 a sei colori da 15.000 fogli/h, la prima macchina ibrida della tipografia per imballaggi Leopold di Ludwigsburg. Da sinistra a destra: Marcus Weber (KBA), Jürgen Leopold (amministratore delegato della Leopold Imballaggi),Michael Stürmer (KBA) e Hans-Joachim Gonnermann (caporeparto stampa alla Leopold) Process 3 | 2006 59 Applicazioni | Esempi Stampa diretta del cartone ondulato: tutti conoscono il tubo portaposter KBA! La stampa diretta ibrida sul cartone ondulato non stupisce ormai più nessuno. L’esempio migliore e più noto? L’amato tubo portaposter di KBA alle fiere grafiche, realizzato in cartone microonda G dalle straordinarie caratteristiche di qualità di taglio e planarità. Il cartone ondulato G viene stampato con un caucciù morbido. Maggiore è lo spessore dell’onda (onde E ed F), maggiore deve essere anche la comprimibilità del caucciù utilizzato, anche a seconda della variazione dello spessore del rivestimento. Per poter stampare senza problemi sono indispensabili una buona lavorazione del foglio di rivestimento e dell’onda nonché una sufficiente acclimatazione del cartone ondulato. Ancor più importante che con il cartone duplex al cromo è l’impostazione dell’essiccatoio UV sulla potenza minima, perché dal cartone ondulato l’umidità fuoriesce più in fretta che dal cartone. Stampa di etichette: puro divertimento per i creativi Gli stampatori di etichette devono spesso far fronte ad un ampio spettro di idee di design e, per questo, anch’essi sono predestinati a diventare utenti ibridi. L’elemento essenziale è una macchina compatibile con il funzionamento misto capace di stampare carte non patinate ruvide o strutturate con gli inchiostri convenzionali nonché carte patinate lucide con gli inchiostri ibridi e la vernice UV. Una verniciatura UV speciale a piena copertura conferisce all’etichetta una superficie impermeabile, ideale quindi per le etichette di barattoli e bottiglie. Richiestissimi sono gli effetti filigranati matt/gloss che, grazie al registro offset della verniciatura a zone con vernice a base oleosa, risaltano in modo particolare sulle etichette di piccole dimensioni. Inoltre, le etichette finite con vernice UV flessibile possono essere abbinate a carte per impressioni e impressioni a caldo. Le etichette per conserve con la finitura ibrida di una Rapida 74 a sei colori sono una delle specialità della LitoGrafia La Nueva Latina di Città del Messico Le figurine da collezione con retro rifrattore o olografico, stampate con inchiostri ibridi e vernice UV ed infine laminate con film sono la specialità della Mainline Printing di Topeka/Kansas (USA) Foto: HoopsCollector.com Carte, cartoni e cartoncini particolarmente adatti al metodo ibrido In genere si utilizzano qualità patinate lucide. Maggiore è il gloss di patinatura, maggiore la brillantezza della vernice con la finitura ibrida. Per questo solitamente si escludono sin dall’inizio le qualità patinate matt e non patinate (carte non patinate, cartoncino duplex, imitazione di cartone al cromo).Vanno considerati anche criteri secondari come l’emissione di cattivo odore per effetto degli UV, le fasi di elaborazione successiva (cordonatura, tracciatura, incollaggio) e la finitura (impressione e laminazione). Inoltre, si deve sempre verificare la compatibilità di questi processi con lo strato di vernice UV. Qualità, quantità della patina Denominazione del tipo monopatinata racla, > 12 g/m2 monopatinata racla, > 12 g/m2 monopatinata racla, > 12 g/m2 monopatinata racla, > 12 g/m2 monopatinata racla, ca. 18 g/m2 monopatinata racla, > 20 g/m2 monopatinata racla, > 20 g/m2 monopatinata cast coated, > 24 g/m2 monopatinata cast coated, > 24 g/m2 monopatinata cast coated, > 24 g/m2 bipatinata rulli, 5 - 20 g/m2 bipatinata rulli, 5 - 20 g/m2 Cartone duplex al cromo,da 1,45 cm3/g (GD 1) Scatole pieghevoli/Espositori Cartone duplex al cromo,1,3-1,45 cm3/g (GD2) Scatole pieghevoli/Espositori Cartone duplex al cromo,fino a1,3 cm3/g (GD3) Scatole pieghevoli/Espositori Cartone triplex al cromo (GT 1, GT 2, GT 3) Scatole pieghevoli/Espositori Cartone al cromo (GC 1, GC 2, GC 3) Scatole pieg./Espositori, comm. Carta al cromo Commerciale, etichette Scatole pieghevoli/Espositori Cartone cellulosa tecnica patinato (GZ) Cartone cast coated al cromo (GG 1, GG 2) Scatole pieghevoli/Espositori Carta lucida non calandrata Commerciale, etichette Cartone cellulosa tecnica cast coated (GGZ) Scatole pieghevoli/Espositori Carta per stampa di illustrazioni Commerciale, volumi illustrati Carta ad alta lucidatura Commerciale, volumi illustrati Applicazioni Tipo di onda Passo dell’onda Numero di onde Altezza dell’onda Onda E (standard) Onda F Onda G Onda N Onda O 3,0 - 3,5 mm 2,4 mm tipico 1,8 mm tipico < 1,7 mm ca. 1,4 mm 283 - 333/m 415/m tipico 555/m tipico > 600/m ca. 700/m 1,0 - 1,8 mm 0,75 mm tipico 0,55 mm tipico 0,5 - 0,55 mm 0,3 mm Con la spalmatura a racla, la patinatura di carbonato di calcio applicata con un rullo bagnino viene raclata ad uno spessore inferiore, sottoposta ad essiccazione intermedia ed, infine, lucidata con spazzole.La massima brillantezza la offre la patinatura cost coated con cui si conferisce lucidezza tramite un cilindro al cromo riscaldato ed estremamente liscio. Il rivestimento a rullo di carta per stampa di illustrazioni e ad alta lucidatura avviene, secondo la quantità di 60 Process 3 | 2006 patina, in linea nella macchina per la carta o fuori linea. Il cartone duplex al cromo si basa su cartone duplex composto da un lato da un rivestimento senza o povero di legno (il supporto della patina) e dall’altro da un inserto contenente fibre riciclate (molto voluminoso) e da una base (di solito il retro che resta non stampato), anche se sotto il rivestimento vi è spesso un ulteriore strato intermedio che impedisce alle fibre più scure di trasparire.Il cartone triplex presenta tre diverse quote di pastalegno per rivestimento,inserto e base,rispettivamente senza fibre riciclate.Il cartone e la carta al cromo si basano su qualità a pigmentazione bianca. Il cartone duplex al cromo è idoneo anche per laminare cartone pieno di qualsiasi spessore o cartone ondulato di qualsiasi ondulazione dopo il trattamento ibrido. A causa della necessaria piegabilità,il cartone ondulato per la stampa diretta deve avere un solo foglio ondulato (a onda semplice), oltretutto microonda,e per la finitura ibrida deve essere dotato di un topliner (rivestimento monopatinato) di ca. 200 g/m2. Il tubo portaposter KBA - Un esempio di stampa diretta su cartone ondulato con finitura ibrida noto a molti Applicazioni | Esempi La prima macchina offset a foglio del mondo a 13 gruppi in formato medio installata nel 2001, la Rapida 105 della Ultra Litho di Johannesburg: 1 – Alimentatore da bobina a foglio mobile; 2 e 6 – Cinque gruppi di stampa per inchiostri convenzionali e ibridi; 3 e 7 – Torre di verniciatura per vernice a dispersione e UV; 4 – Torre di essiccazione intermedia IR/termoventilata/UV; 5 – Inversione del foglio; 8 – Doppio prolungamento dell’uscita con essiccatoio IR e termoventilato; 9 – Essiccatoio UV finale nell’uscita Stampa commerciale: una pubblicità incisiva Da tempo, ormai, per realizzare insoliti materiali pubblicitari, volumi illustrati, copertine di libri, calendari e relazioni di bilancio si ricorre spesso alla verniciatura brillante a zone come strumento decorativo per evidenziare immagini, loghi ed iscrizioni. La finitura ibrida arricchisce i già esistenti effetti di verniciatura aggiungendo i contrasti matt-gloss e granulato-gloss. Koenig & Bauer li ha dimostrati in modo straordinario con il Calendario 2005 KBA (vedi esempio e descrizione nell’articolo “Varianti della verniciatura in linea”) dove le strutture della pennellata e della tela di lino risultano visibili e tattili grazie agli effetti granulato-gloss. Su una macchina a doppia verniciatura nella precisione del registro offset non sarebbe stato possibile ottenere un risultato di questa plasticità, a costi altrettanto esigui per la lastra di verniciatura e in così breve tempo. Con questa verniciatura nobilitata di grande effetto vorrebbe posizionarsi, ad esempio, la tipografia Benteli Hallwag Druckerei AG (BHD) di Wabern, nei pressi di Berna, in Svizzera, conosciuta per i suoi stampati high-end. Per questo, l’amministratore Martin Brawand ha scartato sin dall’inizio l’opzione “macchina lunga” a favore di una Rapida 105 a sei colori nella configurazione ibrida standard. Dall’inizio del 2005, la PressR3 di Almenno San Bartolomeo utilizza la Settimana dopo settimana, alla Industriedruck Dresden si producono copertine di riviste a verniciatura molto brillante con tirature elevate e pochissimo tempo a disposizione (sopra). – Le confezioni dei farmaci rappresentano l’attività principale della Eldruk di Varsavia, uno dei tre utenti ibridi KBA in Polonia, ma sulla Rapida 105 universal vengono sottoposte a finitura ibrida anche le copertine di vari periodici (sotto) sua Rapida 105 a sei colori con configurazione ibrida altamente automatizzata per la stampa di brochure pubblicitarie, volumi illustrati, poster, espositori (anche in cartone ondulato) e borse di marche esclusive. Ovviamente, per il posizionamento sul mercato di questa macchina non è rilevante la specializzazione nella stampa commerciale o di imballaggi, bensì la finitura di alta qualità. Stampa di riviste: copertine di grande effetto Come per gli imballaggi, anche per i periodici si è scatenata sugli scaffali una vera e propria battaglia “visiva”. Le copertine a verniciatura brillante sono una nicchia di mercato straordinaria con un enorme potenziale di crescita. Per chi produce come la Industriedruck Dresden (Germania), che stampa copertine per periodici di grande tiratura (come Gala) sulla sua Rapida 105 a cinque colori installata alla fine del 2004, una macchina ibrida della generazione da 18.000 fogli/h rappresenta la soluzione ideale rispetto ad una macchina UV che può stampare solo in UV. Alla fine del 2001, presso la rinomata azienda grafica sudafricana Ultra Litho di Johannesburg è stata messa in funzione la prima macchina offset a foglio del mondo a 13 gruppi in formato medio. Questa Rapida 105 può stampare sia in bianca dieci colori più la vernice che 5 su 5 colori con la biverniciatura. La sfida rappresentata da questa configurazione, pensata dal direttore alla produzione UL Hans Kieslich, consisteva nel garantire un’essiccazione sufficiente della stampa in bianca finita con vernice a dispersione (inchiostri standard) o della vernice UV (inchiostri ibridi) prima della stampa in volta. Pertanto, a monte dell’inversione del foglio è stata integrata una torre di essiccazione intermedia con essiccatoi IR, termoventilati e UV. La Ultra Litho produce in questo modo copertine per relazioni di bilancio e riviste, utilizzando anche inchiostri convenzionali e ibridi in una passata, ad esempio quando la copertina viene finita esternamente con una verniciatura molto brillante ed internamente, in linea con il contenuto, matt oppure con una vernice protettiva a dispersione. La Grafica Artistica Meridionale s.r.l. (GAM) di Roccapiemonte nei pressi di Salerno produce brochure pubblicitarie a finitura ibrida di altissima qualità che vengono utilizzate con successo dai produttori di conserve per la commercializzazione di specialità regionali. Inoltre, la GAM stampa contemporaneamente con il metodo ibrido e a verniciatura doppia anche le circa 18.000 etichette diverse per vasetti e barattoli Process 3 | 2006 61 Applicazioni | Esempi Stampa di pellicole: su materiali selezionati Nella stampa di pellicole di plastica esistono già esperienze positive con i film di polipropilene e polistirene. La Ultraprint Impressora di São Paulo, ad esempio, utilizza due Rapida 105 ed una Rapida 74 nel funzionamento misto con inchiostri ibridi e vernice UV su film di plastica nonché con inchiostri convenzionali e vernice a dispersione su carta e cartone. La tipografia commerciale brasiliana produce anche cosiddetti promotionals, tessere ed etichette in plastica ottimamente inseribili in sacchetti e scatole insieme alla merce imballata. Su una Rapida 142 a sei colori, la Ivy Hill Packaging di Louisville in Kentucky applica anch’essa la tecnologia ibrida a diverse pellicole in plastica, ricordando comunque la tendenza all’UV nella formulazione degli inchiostri ibridi molto diffusa negli USA. Per la stampa di film di PVC, allo stato attuale del loro sviluppo non sono adatti né gli inchiostri ibridi né le vernici con essi compatibili. I produttori di inchiostri non mirano neppure alla stampabilità del PVC, perché per questo esistono già gli inchiostri puramente UV. A tale proposito, la berle:druck di Kaarst (Germania) segue una propria strategia all’insegna della flessibilità. La Rapida 74 a cinque colori con gruppo di verniciatura è munita di un equipaggiamento UV e combinato e, oltre agli inchiostri UV per la stampa del retro di pellicole lenticolari, stampa anche con inchiostri ibridi e standard. Una soluzione interessante, chiamata Curt-CHROME, è la Rapida 130a della Curtis Packaging di Sandy Hook in Connecticut (USA). Una prestampa metallica in linea simula un rivestimento metallico del film di plastica o del cartone e crea una imprimitura ideale per la stampa di fino a otto inchiostri ibridi con sovraverniciatura. Numerosi utenti ibridi riportano ottimi risultati nella stampa e nella finitura di supporti realmente metallizzati, cioè pellicole in plastica sottoposte a metallizzazione e carte e cartoni con lamina metallica. Un settore particolare è la stampa di film metallici ad effetto. Per film metallici ad effetto si intendono pellicole rifrangenti o per microimpressione di ologramma che possono presentare caratteristiche di design particolari. La Mainline Printing, uno stampatore commerciale e di etichette di Topeka, in Kansas (USA), si è spe- Requisiti particolari della vernice Al secondo meeting degli utenti ibridi KBA si è discusso anche dei requisiti particolari delle vernici citando vari esempi. Non solo la vernice UV deve essere compatibile con la serie di inchiostri ibridi, anche la vernice a base oleosa per gli effetti a contrasto lucido deve essere stampata in modo che il soggetto a vernice a zone non si estenda fino al supporto bianco,perché gli ultravioletti dell’essiccatoio finale favoriscono l’ingiallimento della vernice da sovrastampa.Le vernici da sovrastampa che non ingialliscono mantengono questa proprietà solo con l’essiccazione ossidativa. I produttori di vernici avranno bisogno di altro tempo per realizzare una formulazione di vernice a base oleosa veramente UV. A parte ciò, alcuni utenti ibridi amanti della sperimentazione hanno raccontato di aver trovato miscele resistenti all’ingiallimento. La vernice UV reticolata è sensibile all’azione del calore, che può causare l’infragilimento del film di vernice UV. Si deve evitare soprattutto l’incollaggio con collante a caldo; le zone non verniciate non possono risolvere il problema, perché viene esposta alla sorgente di calore l’intera sezione di scatola pieghevole. Gli stampatori di etichette per bevande sono soprattutto interessati alla resistenza all’acqua delle vernici UV.Realmente lavabili sono solo le vernici speciali,di cui si dovrebbe testare la compatibilità con gli inchiostri ibridi sovraverniciati. Inoltre, sono disponibili vernici speciali stampabili con inchiostro offset.Le normali vernici UV potrebbero essere stampate solo in serigrafia con inchiostri contenenti solvente. Si possono combinare vernice metallica a base acquosa e vernice UV? I costruttori di essiccatoi mettono in guardia dalle riflessioni sulle particelle metalliche a causa delle quali la vernice UV riceve una quantità di radiazioni UV-C troppo esigua.Con l’oro,però,sarebbero stati ottenuti buoni risultati.Un’alternativa più semplice è lavorare con pigmenti madreperlacei invece che metallici.Almeno in America,la Eckart offre la serie di inchiostri ibridi MetalSart verniciabile a UV. In linea di massima, ovviamente, sulle macchine ibride è possibile sovrastampare gli inchiostri convenzionali con una vernice ad effetto metallico a base acquosa. 62 Process 3 | 2006 cializzata in questo campo e, oggi, fa parte degli stampatori leader di memorabilia, ossia figurine da collezione con i ritratti dei campioni dello sport. Per questo mercato in crescita, la Mainline Printing produce le figurine su due macchine Rapida 105 universal. KBA ha contribuito enormemente ad eliminare tutti gli ostacoli tecnici e di processo della stampa di fino a dieci inchiostri ibridi e vernice UV sul retro metallico dell’immagine. Ancor prima di essere stampati, i film ad effetto vengono laminati su substrati di cartone o plastica senza supporto intermedio con un procedimento brevettato della stessa tipografia. Come spesso avviene nella stampa di tessere, sulla vernice UV viene laminata una pellicola trasparente dopo la stampa. Da un foglio a formato medio è possibile fustellare circa 100 tessere. Stampa di carte valori: immagini nascoste nella vernice Uno degli argomenti principali al 9° simposio della Mayr-Melnhof Karton (MMK) alla KBA di Radebeul del novembre 2004 era la “brand protection come finitura del prodotto”. Tra i metodi presentati ce n’erano due del settore “Concealed Image Technologies” (CIT, “hidden images”, “tecnologia dell’immagine nascosta”). Il metodo della StarBoard Technologies di Or Akiva (Israele) sfrutta la possibilità di inserire in strutture retinate omogenee immagini bi e tridimensio- Ultraprint Impressora in Brasile stampa con successo pellicole in plastica e carta su tre Rapida ibride nali che possono essere rese visibili solo con la giusta chiave, una lente decoder apposita per quella codifica specifica. L’altro metodo è stato messo a punto da Jürgen Veil, direttore del marketing offset a foglio KBA, e dal suo team di tecnici dei processi e rappresenta una vera rivoluzione nel CIT. Per la prima volta si possono nascondere “hidden images” anche su fondi pieni senza dover più ricorrere alle superfici retinate. In questo modo, il metodo CIT è applicabile anche agli imballaggi stampati con colori di processo o speciali. Questo progresso è stato possibile grazie all’effetto contrasto di vernici con trasparenze diverse. Questo metodo a prova di contraffazione è applicabile anche sulle macchine ibride. Dieter Kleeberg Finora, le “hidden images” potevano essere inserite solo in strutture retinate per la protezione degli imballaggi a prova di contraffazione (in alto a destra). Grazie ad un metodo sviluppato da KBA, si è riusciti per la prima volta ad inserire un’immagine nascosta anche sul fondo pieno nero di una confezione di cosmetici tramite il contrasto generato dall’applicazione di vernice Sigla editoriale Koenig & Bauer AG, Würzburg Friedrich-Koenig-Straße 4 D-97080 Würzburg Telefono: +49 (0) 931 909-0 Telefax: +49 (0) 931 909-4101 Web: www.kba-print.de E-Mail: [email protected] Koenig & Bauer AG, Frankenthal Johann-Klein-Straße 1 D-67227 Frankenthal Telefono: +49 (0)6233 873-3371 Telefax: +49 (0)6233 873-3222 www.kba-print.de E-Mail: [email protected] Koenig & Bauer AG, Radebeul Friedrich-List-Straße 47-49 D-01445 Radebeul Telefono: +49 (0)351 833-0 Telefax: +49 (0)351 833-1001 Web: www.kba-planeta.de E-Mail: [email protected] KBA-Metronic AG Benzstraße 11 D-97209 Veitshöchheim Telefono: +49 (0)931 9085-0 Telefax: +49 (0)931 9085-100 Web: www.kba-metronic.com E-Mail: [email protected] KBA Process è una pubblicazione non periodica che riepiloga ed illustra dettagliatamente e in modo fondato sulla prassi l’attuale stato e le prospettive di sviluppo di tecnologie innovative con l’intento di offrire un valido strumento nelle scelte strategiche delle aziende del settore. Numeri precedenti: “KBA Process” n. 1 “Focus: stampa offset diretta su cartone ondulato” (2002), “KBA Process” n. 2 “Senza acqua e senza viti del calamaio” (2005). Editore: Gruppo imprenditoriale Koenig & Bauer (www.kba-print.de) Redazione: Jürgen Veil Klaus Schmidt Dieter Kleeberg (direttore del marketing offset a foglio, responsabile dei contenuti, [email protected]) (direttore del marketing, [email protected]) (Kleeberg & Stein, giornalista specializzato/servizi PR per l’industria grafica, [email protected]) Autori: Simon Bornfleth (Day International/Varn Products) Detlef Braun (Druck & Beratung/EWPA) Georg Fritz (Day International/Varn Products) Dr. Bernd Küter (Berufsgenossenschaft Druck und Papierverarbeitung) Norbert Lenzgeiger (Epple) Dr. Axel Mayer (Berufsgenossenschaft Druck und Papierverarbeitung) Dr. Wolfgang Rauh (fogra) Dr. Roland Reichenberger (KBA) Alexander Schiller (fogra) Albert Uhlemayr (VEGRA) Jürgen Veil (KBA) Christoph Weinert (Schneidersöhne) Layout: Margret Hillmann (KBA) Cenni giudirici: Con riserva di apportare modifiche alle caratteristiche e alle specifiche dei prodotti senza preavviso. Qualsiasi ristampa e riproduzione, anche di singoli contributi, esige l’autorizzazione dell’editore nonché l’indicazione esatta delle fonti. Marchi registrati, modelli depositati e brevetti di KBA e di altre aziende non sono stati espressamente indicati all’interno dell’opera. Ciò non significa che le rispettive denominazioni siano libere o comunque liberamente utilizzabili. Se non conoscete ancora la nostra rivista “KBA-Report” per i clienti e non l’avete ancora ricevuta, mettetevi in contatto con noi rivolgendovi alla Signora Anja Enders, che sarà lieta di aiutarvi: e-mail [email protected] Telefono: +49 (0)931 909-4518 Telefax: +49 (0)931 909-6015 Printed in Federal Republic of Germany Process 3 | 2006 63 People & Print Tecnologia ibrida KBA Un brillante modello economico KBA.P.326 i Con la tecnologia ibrida KBA si risparmia da tutte le parti: 20% di spazio in meno, 20% di costi in meno rispetto a una macchina paragonabile con doppia verniciatura, tempi ridotti di avviamento e di tiratura, meno scarti. Solo in una cosa non si fanno risparmi: un brillante risultato di stampa. Volete saperne di più? Koenig & Bauer AG, Stabilimento di Radebeul presso Dresda Tel: (+49) 351 833-2552, E-Mail: [email protected], www.kba-print.com