Matteo Milani
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Matteo Milani
€ 6,90 • RIVISTA CON CD-ROM • FEBBRAIO 2009 RE AUDIO SOFTWA À LE NOVIT Matteo Milani l’audio per il video Linee guida per interfacce audio DAW Upgrade DIGIDESIGN PRO TOOLS 8 MOTU DIGITAL PERFORMER 6 STEINBERG CUBASE 4.5 MAGIX SAMPLITUDE 10 CAKEWALK SONAR 8 ECLER EVO 5 FOCUSRITE SAFFIRE LE MARKBASS STUDIO 1 DIGIDESIGN TRANSFUSER PROJECTLEAD PC POWER ARSENAL AUDIO R24 E V14 EQUATOR AUDIO RESEARCH Q10 TOFT EC1 ROBOT TUTORIAL REASON E VIDEO TUTORIAL 90001 9 771825 662001 Anno V - Mensile - N°1 febbraio 2009 Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano. In caso di mancato recapito inviare al CMP Roserio per restituzione al mittente previo pagamento resi test Markbass Studio 1 di Victor Maresch audio Markbass Studio 1 Plug-in di amplificatori e cabinet Markbass per basso Markbass è un caso italiano da studiare. Pur essendo un’azienda giovane se paragonata a quelle storiche, ha ottenuto un successo mondiale tra i professionisti grazie ai suoi amplificatori per basso, unendo la qualità assoluta del suono a una costruzione e progettazione originali. I suoi prodotti hanno ottenuto premi prestigiosi e oggi non c’è bassista che non li prenda in considerazione. Marco De Virgiliis ha mantenuto intatta la sua visione iniziale, che ha dato a Markbass una vera filosofia di produzione. L’azienda ha proseguito lo sviluppo della linea dedicata all’amplificazione e, nel frattempo, ha deciso di entrare anche in altri mercati, continuando la ricerca della migliore qualità possibile. Adesso gioca la carta del prestigio e della fiducia che ha conquistato in pochi anni, proponendo il primo plug-in di emulazione di amplificatori Markbass e, contemporaneamente, uscendo con un preamplificatore hardware da studio che è già nelle mani di CM&PS. Studio 1 è un plug-in che lavora su OS X e Windows, in versione VST, AU, RTAS e standalone (per l’uso dal vivo!), per l’emulazione di tre testate, sei cabinet e sei microfoni. Il plug-in, scritto e programmato dalle fervide menti di Overloud, è nato ai Logic Studio di Milano, sotto la guida di Renato Cantale e di Max Costa, usando la convoluzione non lineare. L’interfaccia La finestra si divide in un’area superiore, dedicata alla visualizzazione della testata con tutti i suoi controlli originali, e del cabinet, con la posizione del microfono. L’area inferiore è dedicata alla programmazione del compressore valvolare (emulazione del comp valvolare dei prodotti hardware), al richiamo dei preset e delle patch user, alla selezione della testata, del cabinet e del microfono e, infine, ai controlli di Mix, ambiente, tweeter e livello del microfono sulla porta posteriore del cabinet (quando usato). La testata, il cabinet e i microfoni Studio 1 consente di scegliere tra le testate valvolari Classic 300, con controllo del gain, eq a quattro bande con Mid Low e Mid High, livello Line Out e Master (Bias e Standby sono disabilitati) e R500, con identici controlli di Classic 300. TA 501 è invece un amplificatore con preamp a stato solido, compressore valvolare che può funzionare da limiter ed equalizzatore a quattro bande di cui due per medi con frequenza variabile. TA 501 presenta inoltre la replica delle due manopole magiche VLE e VPF Filter per la modifica del timbro, rispettivamente in senso vintage (con meno frequenze alte) e sulla via del rock (VPF), incrementando in questo caso intorno ai 35 Hz e ai 10 kHz e tagliando sui 380 Hz (utilissimo per lo slap). La scelta del cabinet è tra 151 HR (1x15”), 152 HR (2x15”), 104 HR (4x10”), 104 HF (4x10”) bass reflex, 106 HF (6x10”) bass reflex, 108 CL (8x10”), senza nessun cabinet per processare il basso solo con la testata. Il contributo del tweeter al timbro può essere programmato con il parametro TW, che consente anche di silenziarlo completamente. I microfoni non sono chiaramente identificati, ma dal suono e dal nome è facile pensare a Royer R122, Shure SM 57, Neumann U47, Shure 52, AKG D 112, un microfono valvolare non meglio identificato e, infine, una combinazione di Shure 52 e Royer R122. Il microfono può essere spostato rispetto al centro (Border invece che Center) e allontanato (Far invece che Near), invertendo anche la fase. I cabinet della serie HR e CL sono stati ripresi anche con un microfono posteriore, il cui livello nel timbro generale è programmabile con Rear. I controlli generali Il compressore può essere inserito tra il basso e l’amplificatore (pre) o dopo il preamplificatore e l’eq della testata (post). La sua programmazione è classica (Gain, Ratio, Attack e Release), con una barra blu che indica il grado di compressione. Uno switch consente di selezionare tra Factory Preset e User Preset, secondo l’organizzazione in banchi e memorie. Gli ultimi controlli riguardano il mix, con il suono diretto del basso e il livello del riverbero della stanza. Uno switch Ultra attiva un eq che incrementa le frequenze attorno ai 40 Hz ed enfatizza il contenuto armonico già presente. La versione standalone consente di impostare il driver audio. Tutti i parametri di Studio 1 sono automatizzabili. 46 febbraio 2009 [computer music & project studio ] Fig. 1 - Markbass Classic 300 PRO Il plug-in da avere per le tracce di basso Grande flessibilità sonora Facile da usare Molto musicale Modalità standalone per il live Automatizzabile in tutti i parametri Fig. 2 - Markbass R500 Fig. 3 - Markbass TA501 CONTRO Fig. 4 - Markbass 106 HF ripreso con due mic Il suono Raramente mi è capitato di lavorare con un plug-in così musicale nei parametri. Ogni minima modifica contribuisce al timbro, e di certo la flessibilità è il punto forte di Studio 1. I cabinet sono al primo posto per modificare il contenuto armonico, che si arricchisce invariabilmente di distorsione armonica piacevole e musicale. L’eq delle testate giustifica il successo di Markbass tra i bassisti, e le funzioni accessorie, come il VPF e il compressore, sono opzioni da valutare seriamente. Studio 1 è in grado di rendere potente e carico anche il basso più striminzito che ci sia, dando quel corpo e quell’immagine che trovano spazio nel mix. Si passano le ore a provare e riprovare qualsiasi settaggio, non perché non si ottenga il risultato, ma perché la varietà timbrica è talmente alta da rendere difficile fare una scelta se non si hanno le idee chiare su dove si vuole andare. Solitamente un plug-in funziona bene per qualche timbro, invece qui i colori sono espansi e sempre musicali, aprendo il ventaglio delle possibilità anche successivamente a una registrazione di basso. Passata la prova del basso, con ottimi voti, mi viene la curiosità di provarlo come saturatore o coloratore su alcu- Qualche difetto nell’interfaccia grafica to sugli switch, che sembrano avere una posizione intermedia che non esiste. Alcuni nomi sono di non facile lettura e la finestra non è modificabile nelle dimensioni. Bello l’help in linea. conclusioni Studio 1 è all’altezza delle aspettative e non poteva essere altrimenti, considerando i professionisti che sono stati coinvolti nel progetto. È il plug-in da avere per chi vuole processare tracce di basso e rivedere, con il marchio di fabbrica Markbass, i colori, il timbro e la corporatura del basso, quando non si ha a disposizione tutto l’occorrente hardware, compresi mic di qualità, ampli e cabinet originali. Se lo si immagina come plug-in che impartisce la sua equalizzazione, diventa molto interessante anche da sperimentare su tracce che si vogliono portare sul versante analogico. La distorsione armonica che introduce è musicale ed è forse la chiave per comprendere la bellezza di questo suono. Mancava un plug-in dedicato al basso che avesse come obiettivo un arcobaleno di colori timbrici e un suono moderno per qualsiasi esigenza. Distributore PARSEK Srl Tel. 0854463755 [email protected] Prezzo: � 199 IVA inclusa Fig. 5 - I controlli per compressore, preset, Amp/Cabinet/Mic e Mix ne tracce. Il TA 501 porta immediatamente le voci femminili e tenorili ad avere una maggiore ricchezza timbrica, ad aggiungere armoniche che rendono più presenti le voci. Il Classic 300 è molto più scuro e chiuso, mentre l’R500 è più aperto, ma rende molto smooth il suono. Per le voci punterei dritto al 501, se avessi bisogno di colorazione e presenza, e in questo caso specifico, Studio 1 avrebbe molto da dare. Tutti gli amplificatori incrementano anche il corpo della traccia e nulla vieta di usare i cabinet per le chitarre, quando si cerca un suono più chiuso, mentre non è il plugin da usare su cassa e batteria in generale, perché incide sugli attacchi e sull’equalizzazione modificandone l’impatto sul mix. Piacevole il compressore valvolare, in grado di tirare fuori anche i respiri più deboli, che offre una risposta dinamica piuttosto naturale. Un accenno all’interfaccia grafica: non sempre è fluida, soprattut[computer music & project studio ] Fig. 6 - Lo schema a blocchi febbraio 2009 47