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PER SCARICARE LO SFOGLIABILE DEL GIORNALE DELLE
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Dario Tiengo Direttore
su facebook la pagina:
il giornale delle partite iva
Il giornale della nuova economia
Editoriale
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ora di vacanze ma non per tutti.
E soprattutto non come eravamo
abituati solo dieci anni fa. Se è
vero, come è vero, che i consumi
sono stati in calo del 2,5% nel
2013 come da una recente indagine Istat. Ci sono segni di ripresa è vero. I saldi
registrano un aumento rispetto all’anno scorso.
Ma quando si dice che c’è la ripresa, che ormai
c’è la luce in fondo al tunnel bisognerebbe fare
i conti con la disoccupazione, le difficoltà delle
famiglie che continuano e con il credit crunch
che soffoca le piccole e medie aziende. A
conferma di questo il presidente della Consob,
Giuseppe Vegas, in audizione al Senato sul Dl
competitività ha dichiarato “La fragilità delle
imprese italiane è resa ancora più acuta dalle
caratteristiche della loro struttura finanziaria,
fortemente sbilanciata verso l’indebitamento
bancario». «Una tale configurazione dell’assetto
finanziario, fortemente dipendente dalle banche
e privo di mercati azionari e obbligazionari sufficientemente sviluppati - ha aggiunto - risulta
particolarmente penalizzante nell’attuale congiuntura, rendendo più drammatico l’impatto,
soprattutto per le Pmi, della stretta creditizia in
corso”. Pertanto, ha osservato Vegas, “è diventato sempre più urgente risolvere il problema
del finanziamento delle imprese: agendo da un
lato, per accrescere il ruolo del mercato azionario ed obbligazionario e, dall’altro, per promuovere forme innovative di intermediazione non
bancaria, in grado di riattivare i meccanismi di
trasmissione del risparmio all’economia reale”.
In questa situazione le dichiarazini positive certamente aiutano la fiducia ma quando si fanno i
conti di casa la speranza si trasforma in rabbia.
Un popolo immenso, quello delle parite iva e
delle pmi è alle corde, tutti ne parlano ma ancora non si vedono segnali decisivi. E decisivo
potrebbe essere proprio l’intervento sul credito
che le Banche sono così riottose ad applicare.
Non si tratta certo di distribuire soldi a pioggia
ma di incentivare le imprese che hanno chance
di farcela, quelle innovative, di aprire settori
fino a ogggi considerati meno strategici come il
turismo e i beni culturali dove sicuramente si
possono costruire opportunità per i più giovani.
Invece sembra che la filosofia che regna nel
settore bancario sia quella di stringere il credito
alla piccole e medie aziende perché così,
essendo i crisi, si uniscono e si rafforzano. Non
è un’impressione ma qualcosa di più di questo,
voci che si accavallano e confermano questa
impostazione. Ma se è così, credono davvero
che questa strada sia realistica? Le piccole
aziende fanno ricerca e innnovazione ogni giorno e sono poco inclini a condividere. Lo dimostra la limitatezza dell’esperienza dei distretti.
E poi, in Germania guardano al nostro modello
di piccole e medie imprese e noi lasciamo che
muoiano? Insieme a questo ci sono i professionisti, le parite iva, un popolo che da sempre,
ripetiamo, è vessato e senza nessuna protezione.
In più si è aggiunta la questione dei pos che
rappresentano un ulteriore costo su cui ormai
si sono sprecati i conti. Insomma aspettiamo i
provvedimenti del governo che diano una spinta
positiva al cuore dell’economia italiana che da
tutti questi soggetti è rappresentato. Chi ha i
mezzi e la forza può cercare altre strade come
dimostra il servizio di copertina sui paradisi
fiscali europei. Per il resto... buona lettura in
attesa di un settembre che ci porti fatti e non
solo enunciazioni. Di questo abbiamo bisogno.
Il Direttore
GIVA - 3
PartiteIva
IL GIORNALE DELLE
N° 39– Mensile – Anno 5
giugno/ LUGLIO 2014
www.giornalepartiteiva.it
D irettore
Sommario
giugno/LUGLIO
3
8
responsabile
Dario Tiengo
Mail: [email protected]
D irettore E conomia : Piergiorgio Giuliani
D irettore F ormazione : Marcella Frati
C aporedattore
Bice Passera
P rogetto
grafico
12
16
Hanno collaborato a questo numero
Vittorio Bellagamba, Italo Bussoli, Roberta d’Eramo, Giovanna Falchi, Studio
Francescut, Marcella Frati, Piergiorgio
Giuliani, Giulio Losi, Arvedo Marinelli,
Paola Scaglia, Edith Mathilde Challa
Comunicazione E Relazioni Esterne
Biagio Maimone
Editore
MediaBox94 srl - Via Cucchiari 25
20155 Milano -Tel. 0297373662 FAX
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© MEDIABOX94 srl 2014. Manoscritti, disegni e fotografie
no si restituiscono. è vietata la riproduzione dei testi e delle
illustrazioni pubblicati senza autorizzazione scritta.
Editoriale
Notizie e Attualità
Tante informazioni per sapere qualcosa
di quanto accade nel nostro mondo
Le pagine di ANCOT
Paesi Bassi e Irlanda
Paradisi fiscali nell’Unione Europea
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Il successo del pomodoro
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Banche: cosa finanziare?
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AIM: riconoscere la musicoterapia
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Le scadenze di LUGLIO
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58
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66
La povertà fra paura e speranza
grafica e impaginazione
Fabio Zappaterra
2014
I passi per poter emergere
raccontato in un libro
Le regioni che spingono l’export
Le pagine di UNAPPA
Cosa succede all’orizzonte?
in Italia e in Europa
Le pagine del Colap
Riforme a costo zero
Il coordinatore di movimento
Shopping hi tech
ASSOFRANCHISING
Focus PMI
In vacanza per riprendersi
Libri
La carica delle 100 mongolfiere
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Giugno/Luglio 2014
N o t i z i e A t t u a l i tà
Assicurazioni: aumentano i
premi nel 2014
D
al rapporto dell’Ania, emerge che nel
2014 la raccolta
premi complessiva,
anche grazie ai segnali lievemente positivi registrati
dall’economia italiana e confermati dalle stime fornite dai
maggiori istituti di ricerca,
secondo cui il pil dovrebbe
tornare a crescere nel corso
dell’anno, aumenterebbe per
il secondo anno consecutivo.
Ciò sarà il risultato di un ulteriore incremento dei premi
nel settore vita per il quale
si prevede una crescita di
quasi il 30% (dopo l’aumento
del 22,1% nel 2013) e di un
lieve calo della raccolta premi nel settore danni (-1,7%).
Quest’anno infatti i premi
contabilizzati totali (danni e
vita) del lavoro diretto italiano
dovrebbero superare i 140
miliardi (+20,3% rispetto al
2013). L’incidenza dei premi
sul pil salirebbe ulteriormente dal 7,7% del 2013
al 9% del 2014. Nel settore
vita continua il forte sviluppo
dei premi contabilizzati che
ammonterebbero nel 2014
a circa 110 miliardi con un
aumento del 29,0%, dopo
la forte crescita già registrata nel 2013 (+22,1%). Nel
2014 la raccolta premi danni
complessiva ammonterebbe a
circa 33 miliardi e l’incidenza
rispetto al pil dovrebbe rimanere sugli stessi livelli del
2013 (+2,1%).
Arrivano chiarimenti
sull’azione giudiziaria del
pensionato
L
a Fondazione studi dei consulenti
del lavoro, con la circolare numero
15, analizza le modifiche apportate
alla disciplina dei termini di decadenza, cui è sottoposta l’azione giudiziaria
del pensionato, per controversie inerenti
al diritto e alla misura della prestazione.
“Con l’entrata in vigore del disegno di
legge 98 del 2011 - ricorda la Fondazione - sono stati ridefiniti i rapporti di forza
nel contenzioso fra ente previdenziale
e pensionato, limitando la possibilità di
quest’ultimo di andare in giudizio per riscattare i propri diritti”. “Il legislatore
estende l’applicazione - si legge nella circolare - del termine triennale di decadenza, originariamente imposto solo alle azioni
giudiziarie inerenti al diritto alla prestazione previdenziale, anche alle azioni giudiziarie relative alla misura delle prestazioni
previdenziali le quali, prima delle suddette
disposizioni aggiuntive, erano assoggettate al solo termine di prescrizione (quinquennale) relativo ai ratei pregressi”. “Il
termine di decadenza è fissato - ricorda la
Fondazione - in tre anni, in riferimento alle
prestazioni pensionistiche e in un anno, in
riferimento alle prestazioni previdenziali
temporanee (tra le altre la malattia, l’Aspi,
il Fondo di garanzia tfr)”.
Dal 1° luglio nessun segreto su luce e gas
I
l 1° luglio, è la “giornata del
consumatore informato”. In
questa giornata, rende noto
un comunicato, gli operatori dei 31 sportelli del progetto
“Energia: Diritti a Viva Voce”,
allestono stand e banchetti nelle
principali piazze o luoghi molto
frequentati, dove diffondono
materiale informativo e forniscono consulenze ai cittadini su
conguagli, errori di fatturazione,
consumi non effettuati, contratti non richiesti, truffe, ecc. Le
associazioni dei consumatori,
cioè, incontrano, nelle maggiori
8 - GIVA
piazze italiane, i cittadini e offrono il loro aiuto fornendo agli
utenti un’adeguata conoscenza
dei propri diritti in materia di
energia, aiutandoli a risolvere
problemi con le utenze di luce e
gas, dando loro efficaci strumenti
di difesa. Le piazze principali
sono quelle delle città di Bolzano, Udine, Torino, Genova, La
Spezia, Milano, Bologna, Parma,
Modena, Perugia, Firenze, Pescara, Campobasso, Roma, Latina, Napoli, Caserta, Benevento,
Catanzaro, Cosenza, Palermo,
Cagliari.
Consulenti: nessun limite di compensazione
per il bonus
I
l parere numero
uno del 2014 della
Fondazione studi
dei consulenti del
lavoro comunica che il
bonus di 80 euro non
soggiace alla limitazione prevista per la compensazione dei crediti mediante il modello F24, perché la norma non prevede tale modalità per il recupero. La Fondazione studi fa notare che “la stessa Agenzia delle entrate, che aveva adottato questa
metologia, ha reputato negativa l’applicazione del limite massimo di compensazione di 700 mila euro.
Il bonus, quindi, potrà essere compensato in presenza di debiti iscritti a ruolo di importo superiore a
1.500 euro”.
Nel 2014 record storico Ecco la novità: l’agenzia
di pressione fiscale
unica per le ispezioni
L
a Cgia di Mestre indica in una nota
che “le imprese italiane pagano
110,4 miliardi di tasse all’anno. In
Europa, solo le aziende tedesche
pagano in termini assoluti più delle nostre,
anche se va ricordato che la Germania conta
oltre 80 milioni di abitanti: 20 più dell’Italia”. A guidare la classifica europea della
percentuale delle tasse pagate dalle imprese
sul gettito fiscale totale, è il Lussemburgo,
con il 17 per cento. Al secondo posto c’è
l’Italia, con il 16 per cento, mentre al terzo
l’Irlanda, con il 12,3 per cento. La Germania fa segnare l’11,6 per cento, il Regno
Unito l’11,2 per cento, la Francia il 10,3 per
cento, mentre la media dell’Ue dei 15 è pari
all’11,3 per cento. Inoltre la fedeltà fiscale
delle imprese italiane è al top, “nonostante
la giustizia sia poco efficiente, il credito sia
concesso con il contagocce, la burocrazia
abbia raggiunto livelli ormai insopportabili,
la Pubblica amministrazione sia la peggiore
pagatrice d’Europa e il sistema logisticoinfrastrutturale registri dei ritardi spaventosi”. Per l’anno in corso, poi - denuncia la
Cgia - “la pressione fiscale nel nostro Paese
è destinata a salire di 0,2 punti percentuali
rispetto al livello raggiunto l’anno scorso e
a raggiungere il record storico, eguagliando
la soglia raggiunta nel 2012: ovvero il 44
per cento. Rispetto al 1980, l’aumento del
carico fiscale sui contribuenti italiani è stato
di ben 12,6 punti percentuali”, conclude la
Cgia.
N
ell’ambito della legge delega sul lavoro abbiamo
deciso di inserire una novità: l’agenzia unica per
le ispezioni». Lo ha annunciato, in un videomessaggio inviato all’assemblea di Confesercenti, il
ministro del Lavoro, Giuliano Poletti il quale ha spiegato
che l’agenzia “farà riferimento a tutte le problematiche
delle imprese e del lavoro sul versante del ministero
del Lavoro, dell’Inail, dell’Inps e dell’Asl”. “Non si può
andare avanti - ha aggiunto - quando in un’impresa c›e›
un giorno l’ispezione del Ministero del Lavoro, un altro
giorno quella dell’Inail, dell’Inps, o del fisco. se un imprenditore si arrabbia ha molta ragione
per farlo”. “Abbiamo
deciso di istituire
un’agenzia unica per
le ispezioni che fa
riferimento a tutte
le problematiche
delle imprese e del
lavoro - ha concluso il ministro - Se
riusciremo a fare
questa operazione
spenderemo meno,
saremo più efficienti
e andremo meno a
‘disturbare’ l’azione
dei nostri imprenditori” e “avremo
prodotto una grande
operazione di semplificazione”.
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N o t i z i e A t t u a l i tà
I consulenti degni di
tutela anche in Ue
I
l Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro rende noto che la figura
del consulente del lavoro, con le sue specifiche attribuzioni di garanzia dei diritti
dei cittadini, è stata inserita nel parere “Ruolo
e futuro delle libere professioni nella società civile europea del 2020”, consegnato dal
Comitato economico e sociale europeo (Cese)
alla Commissione europea. “E’ la prima volta
- osserva l’Ordine - che, in un parere ufficiale,
vi è un esplicito riferimento alla professione
di consulente del lavoro come attività degna
di tutela per le sue specifiche attribuzioni di
garanzia dei diritti dei cittadini”. La direttiva
n. 36/2005, si ricorda, ha fissato le condizioni
per poter esercitare una professione regolamentata in
Paesi europei
diversi da
quelli in cui la
persona ha la
cittadinanza
e ha svolto i
propri studi
o la propria
esperienza
professionale.
Una guida sui provvedimenti
per il lavoro
L
a Fondazione studi
dei consulenti del
lavoro ha predisposto una nuova
guida in cui sono riportati
i principali provvedimenti
che dal 2011 hanno interessato il mercato del lavoro. I provvedimenti, divisi
per argomento, sono stati
sintetizzati in una tabella
per consentire la rapida
ricerca delle novità intervenute dal 2011 ad oggi.
Dall’apprendistato al parttime, dalle proroghe degli
ammortizzatori sociali, alla
rivoluzione nel sistema
pensionistico, dall’impulso
all’occupazione femminile, alle restrizioni per
i tirocini formativi, dalla
semplificazione al collocamento obbligatorio e agli
extracomunitari, all’ampliamento dei canali per
promuovere l’occupazione,
dalla stretta alle sanzioni
per l’intermediazione illecita fino alla soppressione
di alcuni enti, fino al bonus
fiscale introdotto dal governo Renzi.
Firmato un protocollo d’intesa geometri-notai
E
’ stato sottoscritto un
protocollo d’intesa tra
il Cngegl, Consiglio
nazionale geometri
e geometri laureati, e Anpe,
l’Associazione notarile
procedure esecutive, che
costituisce il centro operativo
di “Notarnetwork” (associazioni
notarili operanti nel settore dei
servizi inerenti le procedure
esecutive e le procedure
concorsuali e in generale, nel
settore dei servizi di verifica e
controllo della titolarità dei beni
immobili). Il protocollo d›intesa,
firmato dai presidenti dei due
organismi, rispettivamente
Maurizio Savoncelli e Paolo
Cherubini, favorisce la
collaborazione tra le figure
professionali del geometra e del
10 - GIVA
notaio per la pubblicità della
vendita degli immobili all’asta
telematica. L’obiettivo è garantire
la qualità dei beni sia per quanto
riguarda la titolarità, le iscrizioni
e le trascrizioni pregiudizievoli,
sia per quello che concerne
l’identificazione dell’immobile, la
sua rappresentazione catastale,
la commerciabilità edilizia e
urbanistica e il valore di mercato.
Per ogni immobile, un “bollino di
qualità” certificherà l›intervento
congiunto di notaio e di geometra.
In particolare, il contributo dei
geometri a questa collaborazione
riguarderà: la fornitura di una
consulenza tecnico estimativa
nell’ambito dello sviluppo di
un portale web immobiliare;
l›impegno a predisporre
uno schema di rapporto di
valutazione conforme agli
standard internazionali completo
della due diligence immobiliare
nel rispetto dell›articolo 173
bis Cpc; la costituzione di
un elenco di geometri libero
professionisti esperti nella
valutazione immobiliare e nella
due diligence. “L’intesa raggiunta
- ha affermato il presidente di
Cngegl, Maurizio Savoncelli rende evidente come si possa
contribuire alla ripresa del
paese attraverso l›uso di diverse
competenze, conoscenze e
capacità professionali che sono in
grado di risolvere problemi e di
garantire qualità nelle prestazioni
in modo da rendere pubblici gli
immobili anche sui standard
internazionali”.
Sottoscritto il contratto
nazionale per gli studi legali
L
’Anai (Associazione
Nazionale Avvocati
Italiani) e la Cse (Confederazione Indipendente Sindacato Europeo) hanno
sottoscritto il contratto collettivo
nazionale di lavoro per i dipendenti e i collaboratori degli studi
legali. Anai e Cse, spiega una
nota congiunta “si sono impegnate ad istituire un gruppo di lavoro
composto da esperti, sia di parte
datoriale che di parte sindacale,
con il compito di studiare e verificare, per il settore degli studi
professionali legali, il fenomeno
delle collaborazioni coordinate
e continuative, dei rapporti di
apprendistato di alta formazione
e di ricerca con riferimento alle
figure riferibili al praticantato e
in generale dei rapporti di lavoro
atipici”. I risultati della ricerca
costituiranno la base per definire
le linee guida per il riconoscimento di un equo compenso e
per la tutela di un welfare contrattuale. Le linee guida potranno
essere sviluppate anche in collaborazione con il Ministero del
lavoro. In arrivo anche un Ente
bilaterale per studi sull’ottimizzazione dell’organizzazione degli
studi professionali e per l’istituzione di un’assistenza sanitaria
complementare.
Architetti: stesso
trattamento per Stp e srl
I
l Consiglio nazionale degli architetti,
pianificatori, paesaggisti e conservatori
muovono pesanti critiche al decreto legislativo varato dal governo sulla “Semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi
precompilata”. Il decreto prevede che per
le società tra professionisti, costituite ex art.
10 legge 183/2011, “trovano applicazione,
a prescindere dalla struttura societaria, le
disposizioni fiscali dettate per le associazioni
senza personalità giuridica costituite per l’esercizio associato di arti o professioni di cui
all’articolo 5 del Tuir. “Le Stp, al contrario di
quanto prevede questo decreto legislativo, se
costituite come srl, devono avere - spiega il
Consiglio nazionale - il medesimo trattamento
fiscale, con relativi vantaggi e svantaggi”. “Gli
architetti puntano ad una strategia economica
e normativa che favorisca l’aggregazione interprofessionale e che permetta, anche nella
forma leggera delle reti d’impresa, di aggregare investimenti e professionalità per essere
competitivi sul mercato globalizzato dei servizi
professionali” favorendo così quella tanto auspicata aggregazione professionale che riduca
il gap che l’Italia ha rispetto gli altri Paesi
europei (gli architetti sono mediamente 2,5
addetti per studio professionale).
L’indagine sui professionisti italiani
P
arte la seconda indagine sulle condizioni di lavoro
e di vita dei professionisti italiani. Dopo la prima ricerca del 2011 l’Associazione B. Trentin, la
Consulta del Lavoro Professionale e la Filcams,
a distanza di 3 anni, promuovono una seconda indagine,
dal titolo “Vita da professionisti”, per capire se la crisi
e gli interventi legislativi abbiano inciso sulla vita dei
professionisti, quali siano i loro bisogni e come si possa
migliorare la loro condizione professionale e di vita. In
Italia, i professionisti sono una parte essenziale del mondo
del lavoro e tra di loro ci sono 3.369.000 lavoratrici e lavoratori con partita Iva individuale e senza dipendenti. La
ricerca è rivolta ai professionisti non dipendenti, di qualsiasi settore, che operano con qualsiasi forma contrattuale
a termine, discontinua o precaria e si svolge attraverso
un questionario, i cui dati saranno analizzati in maniera aggregata. I risultati saranno diffusi nell’autunno del
2014, per favorire una discussione pubblica e aperta sulle
condizioni di lavoro dei professionisti e sugli interventi
necessari per migliorarle. La ricerca è promossa in collaborazione con le principali associazioni professionali sia
ordinistiche che non.
GIVA - 11
Associazioni
di Vittorio Bellagamba
Come sostenere
Un accordo studiato per condividere obiettivi e strategie al fine
di accrescere il ruolo del tributarista nel conseguimento di una
sempre maggiore tutela dei consumatori.
Prosegue con speditezza l’attuazione dell’accordo
sottoscritto circa un anno fa tra l’A.N.CO.T. Associazione Nazionale Consulenti Tributari e l’Adiconsum. Nel pieno rispetto dei ruoli e delle competenze delle due associazioni, infatti, nei giorni
scorsi si è svolta tra una delegazione dell’Ancot
Associazione Nazionale Consulenti Tributari composta dal neo segretario nazionale Saturno Sampalmieri e dai consiglieri Nino Franchina e Celestino
Bottoni con i rappresentanti dell’associazione di
tutela e difesa dei consumatori e tra questi Renato
Calì segretario nazionale per le professioni.
L’obiettivo è sempre quello di condividere obiettivi
e strategie per accrescere il ruolo del tributarista
nel conseguimento di una sempre maggiore tutela
dei consumatori.
Inizialmente è stata analizzata la necessità di istituire
un
Osservatorio
Paritetico Nazionale con il compito di monitorare
la funzione svolta
dai professionisti,
aspetto particolarmente importante
durante questa delicata crisi economica che ancora
interessa il sistema
imprenditoriale
italiano. Tali azioni potrebbero con-
12 - GIVA
cretizzarsi con l’indicazione agli imprenditori di
misure ad hoc per fronteggiare le conseguenze negative della congiuntura.
Le forme individuate vanno dal sostegno psicologico, a misure concrete di prima assistenza informativa sulla situazione finanziaria attraverso
l’apposito comparto istituito da Adiconsum, con
la possibilità di accedere al fondo sovraindebitamento e anti usura che proprio l’associazione dei
consumatori gestisce a livello nazionale per conto
del Ministero dell’Economia e delle Finanza.
Il Fondo si rivolge esclusivamente alle famiglie,
non imprese, che si trovano in situazioni di difficoltà economica (sovraindebitamento) e che per
questa difficile situazione non sono più in grado
di coprire con le
loro entrate mensili tutte le spese
necessarie per il
sostentamento del
nucleo familiare
(vitto, fitto, rata
del mutuo, bollette, spese sanitarie, ecc.).
Il Fondo di prevenzione
usura
gestito da Adiconsum opera a livello nazionale. Adiconsum, inoltre, si
avvarrà del contributo dei responsabili dell’Ancot per
i professionisti
Arvedo Marinelli
Presidente Ancot
la realizzazione di un rapporto che annualmente
analizzerà l’andamento delle piccole e medie imprese contenente anche le eventuali richieste da
portare sul tavolo del Governo.
I responsabili dell’Adiconsum inoltre potranno
avere la possibilità di partecipare all’attività di
formazione organizzata dall’Ancot. Infatti, la commissione alla formazione professionale dell’Ancot
ha previsto nelle trentadue ore di formazione tributaria permanente annuale un apposito pacchetto
rivolto al tema dello sportello per il cittadino consumatore dove i formatori saranno proprio i dirigenti dell’Adiconsum.
La stessa associazione dei consumatori e l’Ancot
svolgeranno un’importante azione congiunta con il
Ministero dell’Economia e delle Finanze sul tema
della mediazione tributaria finalizzata a ridurre il
contenzioso e, ad evitare anche i costi di giudizi
spesso illegittimi o immotivati. Oltre allo sportello del Cittadino, sarà congiuntamente rivisitato il
Codice Deontologico e di Condotta, nel riconoscimento del ruolo svolto dal Tributarista per la tutela dei diritti del consumatore. Un’attività che
verrà monitorata anche grazie alla gestione delle
funzioni dei Reclami e della Conciliazione affidata ad una commissione paritetica Ancot/Adiconsum. Infine, le due delegazioni hanno concordato
la necessità di avviare una redazione congiunta di
materiale informativo e di diffusone dei contenuti
dell’accordo su vari mezzi di informazione compresi, ovviamente, i social network dell’Adiconsum e dell’Ancot. L’incontro ha, di fatto, segnato
l’avvio della fase attuativa dell’accordo sottoscritto
nel mese di luglio dello scorso anno tra il presi-
dente dell’Ancot Arvedo Marinelli e il presidente
di Adiconsum Pietro Giordano. Un’intesa che ha
rappresentato un vero e proprio modello di corretta interpretazione delle disposizioni contenute
nella Legge 4/2013. Con L’Adiconsum si è quindi
instaurato un rapporto di collaborazione estremamente importante che rientra in una logica di tutela del consumatore. Dopo la riunione dei giorni
scorsi il calendario che è stato concordato tra la
delegazione dell’Ancot e i rappresentanti dell’Adiconsum prevede entro fine luglio la formalizzazione delle attività individuate nel corso dell’incontro
che dovranno essere ratificate dai vertici delle rispettive associazioni per diventare operative dal
mese di settembre.
Torna l’appuntamento con Tutto Quesiti Unico
2014
Come già fatto l’anno scorso anche per il 2014
gli associati A.N.CO.T. dotati di account facebook
potranno formulare i quesiti su Unico 2014 anche
sul social network.
Per poter operare e beneficiare di questo servizio
gratuito, bisognerà richiedere l’iscrizione al gruppo “Ancot TuttoQuesiti”, già attivo, e “postare” i
propri quesiti in materia di dichiarazione dei redditi UNICO 2014 cercando di rendere il quesito
breve, chiaro e comprensibile.
Alternativamente, sarà sempre possibile utilizzare
il canale tradizionale inviando una e-mail all’indirizzo [email protected].
GIVA - 13
Una nuova nomina per l’Associazione Nazionale Consulenti
Tributari. Nuovo Segretario Nazionale Saturno Sampalmieri.
Tutti gli assoicati hanno aprrezzato il suo impegno in particolare
nei rapporti con l’INPS e l’INAIL e quale membro della
Commissione Politica che tanto bene ha lavorato
Nel corso dell’ultima riunione il Consiglio
dell’A.N.CO.T. Associazione Nazionale Consulenti
Tributari ha provveduto a nominare nella carica di
Segretario Nazionale Saturno Sampalmieri. “Nella
seduta del Consiglio Nazionale la nomina del nuovo
Segretario Nazionale nella persona di Saturno Sampalmieri – ha detto il presidente nazionale Arvedo
Marinelli – ha ricevuto il più ampio gradimento da
parte di tutto il Consiglio”. Le sue grandi qualità
professionali Saturno Sampalmieri è riuscito a metterle a servizio anche dell’Ancot. Tutti gli associati
hanno apprezzato il suo impegno in particolare nei
rapporti con l’INPS e l’INAIL e quale Membro della Commissione Politica che tanto bene ha lavorato
nell’iter di approvazione della Legge 4/2013.
Ha lasciato da poco la Presidenza della Sede di
Rieti per dedicarsi a pieno agli impegni del Nazionale.
“A Saturno Sampalmieri – ha detto il Presidente
Nazionale Arvedo
Marinelli – spetta
il compito di proseguire il lavoro
intrapreso
dal
compianto Dino
Agostini con il
quale aveva condiviso la bella
esperienza nella
Fondazione”.
14 - GIVA
Nel corso della stessa seduta del Consiglio Nazionale è stato nominato anche il nuovo direttore responsabile del periodico F.T.P. – Formazione Tributaria Permanente.
Roberto Ferrarese attuale coordinatore della Regione Veneto e da quasi un anno Consigliere della
Fondazione dovrà occuparsi, quindi, anche della
realizzazione dell’importante strumento di aggiornamento edito dall’Ancot.
“Proprio il legame con la Fondazione, così come
l’esperienza maturata quale Responsabile della Formazione nel Veneto e la seria preparazione
professionale mostrata in varie occasioni – ha detto
il presidente nazionale Arvedo Marinelli – hanno
fatto individuare in Roberto un collega in grado di
affrontare le problematiche legate alla responsabilità di continuare nella redazione e stampa del nostro Periodico.
Auguroni a Roberto con la disponibilità
di
tutti quei colleghi che vorranno
dare una mano
per tenere alta
l’asticella della
qualità raggiunta
dal Periodico grazie all’impegno e
alla qualità dello
scomparso Dino
Agostini”.
Giugno/Luglio 2014
C o v e r di Edith Mathilde Challa
Paesi Bassi e Irlanda,
Paradisi Fiscali
nell’Unione Europea
In UE persi mille miliardi di tasse dalle grandi aziende
L
a Commissione
Europea indaga
sui paradisi fiscali
europei
A metà giugno la Commissione Europea ha aperto
formalmente un’inchiesta
sul trasferimento delle
imprese multinazionali
da molti stati dell’Unione
verso paesi come i Paesi
Bassi e l’Irlanda, dove si
praticano “sconti fiscali”.
E, da quanto è emerso da
una notizia pubblicata da
Bloomberg, il Commissario
Europeo per la fiscalità,
Algirdas Semeta, ha fermamente criticato la strategia
della gara al ribasso della
fiscalità, definendola “aggressiva, miope e dannosa
per gli altri stati membri
dell’Unione.” Negli ultimi
dieci anni si è assistito
a un continuo abbassamento delle aliquote sui
redditi delle società un
po’ ovunque (non negli
Usa, dove l’aliquota fino al
2009 era in discesa fino al
25%, per poi assestarsi nel
2010 sul 40%), per attirare
gli investimenti stranieri,
con conseguenti minori
entrate per i paesi. Altri
elementi ceirici sono come
viene calcolato il reddito
imponibile di una sede di
una società multinazionale, come vengono regolati i
pagamenti interni tra filiali
(transfer prices) e che cosa
è deducibile. Cose tutt’altro che chiare e tutto fuor16 - GIVA
ché uniforme nei vari paesi
dell’Unione.
PAESI BASSI
L’Olanda dei tulipani e del
fisco “comprensivo”.
Il marketing territoriale è
attivo su più fronti. I turisti
vengono sedotti dai tulipani e dai mulini a vento, le
imprese dal clima, quello
fiscale ovviamente, che è
particolarmente favorevole
per le grandi imprese. Un
dipartimento del Ministero
dell’Economia olandese,
NFIA (Netherlands Foreign
Investment Agency www.
nfia.nl) cura direttamente la
promozione dei Paesi Bassi,
attraverso un’organizzazione presente nel mondo con
uffici in 22 paesi e cerca di
sedurre le grandi imprese
estere per trasferire la propria sede nei Paesi Bassi.
E ricorre anche a una brochure dal titolo promittente:
“Why invest in Holland?
… because Holland offers a
highly competitive fiscal climate”. E vengono declinati
17 aspetti che rendono interessanti, da un punto di vista
del regime fiscale, effettuare
investimenti nei Paesi Bassi.
Le multinazionali
ricevute su
appuntamento
Il punto centrale della
promozione fiscale viene
descritto come un “atteggiamento molto collaborativo” del Fisco olandese.
Prima di decidere se insediarsi in Olanda, le imprese
possono prendere appuntamento con l’Ufficio
Imposte Grandi Imprese
di Rotterdam, dove gli
eventuali investitori possono concordare, ancor
prima di effettuare gli investimenti, quali parti del
profitto saranno soggette
alle imposte olandesi. Non
si tratta quindi di ridurre le
aliquote, ma di poter ricorrere a tutti i trucchi legali
possibili per ridurre le imposte al minimo. Le imprese potranno altresì indicare
i prezzi di trasferimento di
beni e servizi tra le varie
filiali internazionali della
multinazionale, per minimizzare le tasse. In questo
modo è possibile spostare
i profitti artificiosamente
da un paese dove le tasse
sono più alte ad altre con
tassazione più bassa. Il sistema olandese del “tax ruling” (cioè concordare sulle
tasse da pagare) è nato
dopo la Seconda Guerra
Mondiale e faceva parte
del piano Marshall per incentivare le imprese americane a investire nei Paesi
Bassi in macerie dopo la
guerra.
80 delle 100 maggiori
imprese del mondo hanno sede nei Paesi Bassi
Secondo Holland Quaestor, un’organizzazione che
si occupa della gestione
finanziaria/fiscale delle
“società di comodo”, nei
Paesi Bassi si troverebbero
circa 23,5 mila società che
sono in realtà scatole vuote (che in gergo vengono
chiamate anche “società
casella postale”) e si contano circa 187 società specializzate nella gestione di
tali società. Ottanta delle
cento maggiori società nel
mondo hanno una sede in
Olanda, attraverso la quale
riescono a pagare meno
tasse. Tra queste ci sono
Google, Starbucks, Microsoft, Ikea, Wal-Mart, Chevron, Samsung e Apple.
Recentemente ha suscitato
In alto,
un’immagine dell’Irlanda dove
la legge
permette
molti artifici
L’Olanda
dei tulipani
e del fisco
“comprensivo”
molto clamore nell’ambiente
finanziario internazionale,
il caso della società Starbucks, una grande catena
internazionale statunitense
di caffetterie (offre ai propri
clienti caffè, dessert e pasticceria), che è considerato
luogo di ritrovo per i giovani,
soprattutto studenti e/o abitanti nelle grosse metropoli.
Starbucks UK, attraverso la
consociata olandese, tramite
un stratagemma lecito, ma
non etico, è riuscita pagare
pochissime tasse in Gran
Bretagna. I profitti nel Regno Unito (e quindi le tasse)
venivano ridotti all’osso,
grazie a un espediente fiscalmente molto conveniente: la Casa madre olandese
chiedeva altissimi royalties
alle varie sedi in Gran Bretagna. Il sistema è noto come
Dutch sandwich, “panino
all’olandese”.
Olanda + 1,8 mdi; altri
paesi – 1000 mdi
Da diverse stime (pubblicate su un recente articolo
sul giornale olandese NRC)
l’Olanda incasserebbe dalle scatole vuote circa 1,8
miliardi di euro, mentre
l’elusione fiscale da parte
delle multinazionali negli
altri paesi dell’Unione dovrebbe aggirarsi sui 1000
miliardi di euro. Senza dimenticare il danno causato
nei paesi in via di sviluppo,
come denunciato dall’organizzazione umanitaria
Oxfam-Novib. Ricorrendo
ai trucchi fiscali e alle regole vantaggiose vigenti
in paesi come l’Olanda, nei
PVS le entrate fiscali sottratte sono nell’ordine di
centinaia di milioni di euro.
IRLANDA
Il “double Irish
arrangement”
Anche in Irlanda la legge
permette molti artifici, tra
i quali è famoso l’espediente del “double Irish
arrangement”. Le società
multinazionali possono “legalmente” elidere il fisco,
effettuando pagamenti tra
diverse filiali internazionali
della società, in modo che i
guadagni e quindi i profitti,
si spostano da una paese
ad alta fiscalità a una a bassa tassazione. Così l’Irlanda
usa una tassazione territoriale che fa sì che le filiali
estere di società basate in
Irlanda non sono soggette
alla tassazione irlandese.
Viene chiamata double
Irish, perché richiede che vi
siano due società irlandesi.
Una è residente in Irlanda e
l’altra in un paradiso fiscale
come le Isole Cayman o le
Bermude. Le leggi irlandesi
prevedono che la società
deve pagare le tasse dove
GIVA - 17
si trova la casa madre (controllo e management). Così
è possibile che la prima società irlandese non abbia
residenza fiscale in Irlanda.
I costi di royalties e licenze sono deducibili dalle
tasse, per cui costi e spese
vengono attribuiti alla
filiale nel paese ad alta
tassazione, mentre i ricavi
e profitti, soprattutto nelle
sedi dei paradisi. E comunque i profitti vengono
tassati in Irlanda del 12,5%.
Apple Inc. è stata pioniere di una simile struttura
e organizzazione fiscale.
L’arrangiamento Double
Irish dovrebbe finire l’anno
prossimo, perché dal 2015
una società irlandese non
potrà più risiedere fiscalmente altrove.
locazione per una Multinazionale.
La Commissione Europea ha
messo sotto inchiesta il modus operandi del fisco irlandese e olandese, ma anche il
Lussemburgo potrebbe finire
presto nel mirino. Lo strumento tassazione potrebbe
essere considerata aiuti illegali dallo Stato. Le inchieste
cadono proprio in questo
momento in cui i governi
lottano per incrementare le
entrate e ridurre i deficit.
Il contrasto all’elusione
legale
I legislatori degli Usa, della
Gran Bretagna, di Francia
e Italia hanno esaminato a
fondo le situazioni di società
come Microsoft, HewlettPackard , Google , Apple
e Amazon, per cercare un
LE PRATICHE FISCALI appiglio per evitare questa
massiccia elusione fiscale.
L’attrattività del UK
La Commissione Europea
attraverso il fisco
stima che l’elusione fiscale
Ora anche altri paesi euroattraverso i paradisi fiscali
pei stanno facendo a gara
europei nell’Unione amper attrarre le Headquarter
fiscali delle grandi multina- monti a circa 1000 miliardi
di euro l’anno. Ma, come
zionali (vedi il recente caso
“Fiat-Chrysler”). Mentre nei ha dichiarato Howard M.
Paesi Bassi la percentuale di Liebman, un fiscalista dello
studio legale Jones Day di
profitto che va al fisco è del
Bruxelles in un intervista
25%, recentemente la Gran
a Bloomberg, “Non sono le
Bretagna ha abbassato le
aliquote dal 28% al 24 e poi società che fanno le leggi,
ma i singoli paesi. E quindi
al 20%. Anche il Ministero
dell’Economia britannico fa dovrebbero essere i Paesi a
essere messi alla gogna dalla
autopromozione e ha pubCommissione.”
blicato una brochure molto
“accattivante”: “A guide to
Politica fiscale all’interno
UK taxation”, dove si sostiene che la Gran Bretagna dell’UE
La politica fiscale è un tema
sta diventando la migliore
18 - GIVA
Il tema della politica
fiscale è
molto delicato
caldo e forse il più delicato
dei problemi che l’Unione
a 28 deve affrontare. Cambiamenti nelle regole sulla
tassazione dell’UE richiede
l’approvazione unanime dei
28 paesi, che rende quasi
impossibile effettuare modifiche rilevanti.
E diversi dei singoli paesi
membri difendono coi denti
la possibilità di imporre le
proprie regole di tassazione,
in particolare sui redditi
d’impresa. Nel contempo,
l’UE sta raccogliendo informazioni sulle varie regolamentazioni delle tassazioni
in diversi altri paesi, come
Belgio, GB e altri ancora.
Un punto focale è costituito
dalla disciplina delle entrate
da proprietà intellettuale
e brevetti che consentono
sostanziose riduzioni fiscali.
Joaquin Almunia, Commissario per la competizione
europea ha recentemente
dichiarato a Bloomberg, che
si stanno raccogliendo informazioni sui modus operandi
del fisco per trattare certe
problematiche relative alla
proprietà intellettuale, per
verificare se sono o meno
in contrasto con le regole
dell’Unione o se possono
essere equiparati ad aiuti di
stato. Jean-Claude Juncker,
candidato per la presidenza
della Commissione Europea,
fino a poco tempo fa faceva
il premier in Lussemburgo, che si è guadagnato la
reputazione di paese molto
attraente come sede per le
multinazionali.
ANALISI COMPARATA TASSE SUL REDDITO
D’IMPRESA
(da PMI, 2012 e KPMG International, Corporate
and Indirect Tax Survey in 2012 di giu 2013)
L
’analisi comparata
delle tasse sul reddito
d’impresa, permette
di confrontare la situazione
italiana con quella internazionale, con breve descrizione del regime fiscale di
diversi paesi, sulla base
delle tabelle Kpmg relative
al 2012.
stata difesa anche quando
il paese ha subito il contagio della crisi del debito,
non intaccata dalle misure
prese per ottenere i fondi
europei.
Gran Bretagna
Il governo di David Cameron ha abbassato le tasse
sulle imprese, con l’aliquoReddito d’impresa:
ta che dallo scorso primo
aprile 2012 è scesa al
l’Italia
La tassazione sulle imprese 24%, dal precedente 26%.
in Italia, pur essendo proNei prossimi due anni,
scenderà di un ulteriore
gressivamente diminuita
1% l’anno, portandosi al
negli ultimi anni, anche
23% nell’aprile del 2013 e
nell’ottica di una concorrenza fiscale internazioarrivando al 22% nel 2014
nale, resta sopra la media
(l’anno prossimo sarà al
20% ndr). La Gran Bretad’Europa e del mondo. Il
gna è al livello più basso di
corporate tax rate totale
medio italiano è del 31,4% corporate tax fra i paesi del
(IRES al 27,5% + IRAP
G7 ed è al quarto posto nel
intorno al 3,9% di media). G20, dopo Turchia, Arabia
Saudita e Russia.
Reddito d’impresa nel
Germania
mondo
Nel mondo la tassazione
La pressione fiscale sulmedia sulle imprese è pari le imprese tedesche è
al 24,47%, fra i paesi Ocse al 29,48%. Include una
la media è del 25,37%.
tassazione sui redditi d’impresa al 15% (la Körperschaftssteuer), una tassa di
Media Ue
solidarietà dello 0,825% e
La tassazione media sulle
imprese nell’Europa a 27 è le tasse locali, che variano
pari al 22,75%, in costante dal 7% al 17,5%.
calo dal 2005 (quando era
sopra il 25%). Nell’intero
Francia
continente europeo il dato
Le tasse sulle imprese sono
scende al 20,6% (incamera al 33,33%, che possono
regimi fiscali più favorevo- arrivare sopra il 34% con
li, come quello di Turchia, il contributo sociale che si
Russia o Svizzera).
applica sopra determinate
soglie ma c’è un’imposizione fiscale più favorevole
Irlanda
per le PMI sotto i 7,63
Quello irlandese è notomilioni di fatturato e fino a
riamente uno dei regimi
fiscali sulle imprese più fa- 38mila euro di utili tassavorevoli al mondo, con una bili. Ad esse non si applica
il contributo sociale.
tassa al 12,5%. L’aliquota
Il programma elettorale
è immutata da anni, ed è
Double Irish
con Dutch Sandwich
Un esempio che illustra come funziona il
trucco del Double Irish combinato con il
Dutch Sandwich:
Una società fa pubblicità in Germania ed
effettua il pagamento alla sussidiaria irlandese che “detiene la proprietà intellettuale”. L’aliquota ammonta al 12,5%, secondo la tassazione irlandese. La società
irlandese paga una royalty a una filiale in
Olanda, per la quale riceve una detrazione d’imposta. La filiale olandese effettua
il pagamento a un’altra filiale irlandese,
senza ritenuta fiscale perché si tratta di
un transazione all’interno di paesi dell’Unione. E l’ultima non paga le tasse perché
controllata da una società con sede nelle
Bermude.
Esistono Panini equivalenti lussemburghesi e svizzeri. (fonte: Wikipedia)
del presidente Francois
Hollande prevedeva una
riduzione delle aliquote a
seconda delle dimensioni
dell’impresa: 35% per le
grandi imprese, 30% per le
medie imprese e 15% per
le piccole imprese.
Spagna
Pressione fiscale sulle imGIVA - 19
Paesi Bassi
record di nuovi
insediamenti di
imprese straniere
Con l’apertura di 370 nuove
imprese nel 2013, c’è stato
un incremento del 18% rispetto al 2012. Le società
appartengono soprattutto al
settore informatico, servizi
per le imprese e al settore
alimentare. (fonte: NFIA, Netherlands Foreign Investment
Agency www.nfia.nl)
prese al 30%, ma anche
qui ci sono tasse più basse
per le PMI. Un’azienda con
fatturato 2012 sotto i 5 milioni di euro e con meno di
25 dipendenti, paga il 20%
sulla parte di utili fino a
300mila euro e il 25% sulla parte eccedente rispetto
a questa soglia.
Ci sono poi tassazioni
agevolate per particolari
tipologie di aziende, come
le cooperative, 20%, il non
profit, 10%, le compagnie
di assicurazione, 25%.
Cipro
Fra i paesi dell’euro, è
quello con la miglior aliquota sulle imprese (è
anche fra le più basse al
mondo), pari al 10%. I dividendi non sono tassati.
Grecia
Ha parecchio ridotto l’imposizione fiscale sulle
imprese negli ultimi anni,
portandole al 20% (erano
al 32% nel 2005). I dividendi e gli utili distribuiti
ai soci sono tassati al 25%.
Svizzera
La tassazione media sulle imprese è calcolata al
21,7%, anche se in realtà
la pressione fiscale varia
nei diversi cantoni e nelle
20 - GIVA
diverse municipalità, e
può andare da un minimo
dell’11,32% (a Meggen,
nel cantone di Lucerna) a
un massimo del 24,43%
(in alcune municipalità del
cantone di Ginevra).
Per le holding tasse più
basse, si scende fino al
5%. In alcune zone, ci
sono regimi che prevedono
vacanze fiscali che possono
arrivare a dieci anni.
Turchia
La tassazione sulle imprese
è al 20% e come detto è
uno dei paesi con il fisco
più favorevole fra quelli
del G20 al pari di Arabia
Saudita e Russia, pure al
20%.
Usa
Negli Stati Uniti la pressione fiscale sulle imprese
è al 40% sommando l’imposizione federale (che può
arrivare a massimo 35%
per le imprese più grosse) a quella dei diversi Stati
(dall’1% al 12%, con una
media del 7,5%). Fra i paesi del G7 gli Usa hanno
la tassazione sulle imprese
più elevata. C’è però un
complesso meccanismo di
voci deducibili, per cui la
tassazione effettiva media
è al 30%. Nella campagna elettorale del 2012,
l’amministrazione Obama
ha annunciato un piano
di riforma che prevede un
abbassamento della tassazione federale al 28%.
Lo sfidante repubblicano
proponeva una riduzione al
25%.
Giappone
L’aliquota è scesa al
38,01% dal primo aprile 2012 (dal precedente
40,69%). La riduzione
era già in programma per
il 2011 ma stata rinviata
dopo il terremoto e il disastro nucleare del marzo
2011. La nuova tassazione resterà per tre anni e
sarà ridotta al 35,64% nel
2015.
In realtà è composta da un
insieme di tasse nazionali
e locali, fra cui c’è anche
una tassa speciale per il
terremoto del 2011. La
composizione della tassazione è tale per cui in
realtà ci sono variazioni
a seconda delle diverse
zone e anche delle dimensioni d’impresa (sono più
basse le tasse per le PMI).
Il 38,01% è l’imposizione media per una grande
azienda con sede a Tokyo.
In basso,
un’indicazione dei
Paesi citati
nell’articolo
Canada
La tassazione sulle aziende
è al 26% ed è parecchio
scesa negli ultimi anni
(era al 36,1% nel 2005).
C’è una tassa federale del
15%, a cui si aggiunge
una tassa provinciale che
in media è dell’11,3% ma
che in realtà può variare
facendo oscillare la tassa-
Imposte sul
reddito d’impresa
2000-2014 Italia
Nel 2000 l’aliquota dell’Irpeg poi Ires, dal 2000 al
2014 è passata dal 37% al
27,5 %; nello stesso periodo
circa, Germania è passata
dal 52.3%, nel 1999, al
29.5% nel 2012. In controtendenza gli Usa che dal
2003 fino al 2009 hanno
abbassato le tasse dal 35
al 25%, per poi aumentarle
nel 2010 fino al 40%.(fonte
BNCF Thesaurus/Wikipedia
e KPMG giu 2013)
zione complessiva dal 25%
al 31%.
Paesi Bric
Fra i quattro paesi Bric,
quello più conveniente in
tema di pressione fiscale
sulle aziende è la Russia,
con un’imposizione al 20%
fra tasse regionali e federali.
Il Brasile ha una tassazione complessiva media
sulle aziende del 34%: c’è
una tassa base del 15%,
a cui si aggiunge un 10%
solo per i redditi superiori
a una certa cifra. Per tutti,
invece, c’è un contributo
sociale del 9%.
Quanto alle due potenze
emergenti asiatiche, la
Cina ha una tassazione al
25%, calata dal 33% del
2007, mentre l’India ha
una tassazione media del
32,45%. Le compagnie
straniere pagano tasse più
alte, al 40%.
Periodo Aliquota Imposta
2014
2013
2012
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
27,5%
27,5%
27,5%
27,5%
27,5%
27,5%
27,5%
33%
33%
33%
33%
34%
36%
36%
37%
IRES
IRES
IRES
IRES
IRES
IRES
IRES
IRES
IRES
IRES
IRPEG
IRPEG
IRPEG
IRPEG
IRPEG
GIVA - 21
A g r o a l i m e n ta r e
Giugno/Luglio 2014
di Giovanna Falchi
A GONFIE VELE L’EXPORT
DEL COMPARTO
CONSERVIERO
Pubblichiamo
quanto emerso da
uno studio recente
curato da Unicrediti.
L’incremento si aggira
intorno al 4,8%
nel 2013 rispetto
all’anno precedente.
Grande successo
del pomodoro
pelato prodotto per
la maggior parte
nell’Agro Nocerino
Sarnese.
22 - GIVA
M
algrado il periodo
di difficoltà economica, il settore
agroalimentare
fa sempre parlare bene di
sé soprattutto per quanto riguarda la Campania, in controtendenza agli altri settori
dell’area. E al suo interno a
brillare maggiormente è il
settore della produzione e
trasformazione del pomodoro. Il comparto delle conserve alimentari vegetali destina infatti all’export il 64%
delle produzioni a fronte di
un 28% dell’industria alimentare italiana in generale.
Questo è quanto emerso da
un recente studio curato
da Unicredit. Le conserve
sono destinate per il 67%
ai Paesi Europei, per il 7%
agli Stati Uniti, al Giappone
per il 6%, per il 5% all’Australia. Tutto questo con un
incremento del 4,8% nel
2013 rispetto all’anno precedente. Ma quello che sembra
ancora più farsi valere nel
mondo è il pomodoro pelato
prodotto per la maggior parte
nell’Agro Nocerino Sarnese
ed esportato all’estero per
il 72%. Lo studio in oggetto è stato presentato ad
Angri, nella sede della ex
Stazione sperimentale per la
lavorazione del pomodoro,
in un incontro promosso in
collaborazione con Anicav
(l’Associazione di categoria
che riunisce il 95% delle
imprese del settore). La giornata di studio ha consentito
anche la firma di un accordo
tra UniCredit e ANICAV per
la realizzazione di un’azione
congiunta tesa allo sviluppo
dell’internazionalizzazione e
dell’innovazione dell’industria conserviera. A tal fine,
UniCredit mette a disposizione oltre 100 imprese
aderenti ad Anicav finanziamenti e servizi. Anicav, si
impegna a diffondere tra le
imprese associate i contenuti dell’intesa. Sull’argomento
si sono espressi sia Felice
Delle Femine, Regional
Manager per il Sud Italia di
UniCredit e il presidente di
Anicav, Antonio Ferraioli
AD di La Doria. Il primo
ha affermato: «Guardiamo
a questo distretto perché ha
un impatto importante sul
Pil italiano e sull’export del
sud. Nel settore Unicredit
e già presente ma vogliamo incrementare la nostra
quota di mercato. L’accordo
con Anicav ci permette di
attuare azioni mirate alla
Filiera del Pomodoro, che
necessita di una consulenza
specializzata». «Una ulteriore apertura commerciale
oltre i confini nazionali - ha
precisato il secondo - è
fondamentale per superare
l’attuale fase di recessione
dell’economia». Va detto
anche che è stata condotta
un’analisi sui bilanci di ben
77 aziende prese a campione
e appartenenti al distretto,
dalla quale è risultato che
l’intero comparto produttivo
della zona ha una forza de-
gna di attenzione. Infatti, nel
periodo tra il 2007 e il 2012,
infatti, in pieno periodo di
crisi economica, il fatturato medio delle imprese
dell’Agro-Nocerino Sarnese
prese in considerazione si
è attestato su 1.3 miliardi,
crescendo del 4% all’anno,
per un totale di 16 punti
percentuali complessivi. Ma
sappiamo bene che non è
sempre tutto roseo, perché
se lo studio in oggetto ha
messo in evidenza i punti di
forza, non manca anche di
rilevare i punti deboli. Infatti va detto che solo il 7,8%
delle imprese del distretto
risulta avere una capitalizzazione adeguata, mentre il
41,6% ha una capitalizzazione carente o non adeguata.
Chiaramente una situazione
di questo tipo fa sì che la
maggioranza delle imprese
del distretto dipenda ancora
troppo dal credito bancario
o dai fornitori, oltre al fatto
Il fatturato
medio delle
imprese
dell’Agro
Nocerino
Sarnese
preso in
considerazione si è
attestato su
1,3 miliardi
crescendo
del 4%
Il 41,6%
delle imprese ha una
capitalizzazione carente o non
adeguata
che esse sono prevalentemente di piccole dimensioni.
Si parla infatti di un fatturato medio intorno ai 3 milioni
di euro. Diventa quindi necessario che le imprese del
distretto dell’Agro-Nocerino
Sarnese si rafforzino attraverso accordi di filiera,
consorzi, reti di imprese e
fusioni tra aziende. Tutte
queste misure sono auspicabili perché permetterebbe
loro di consolidarsi sui mercati esteri e di contrastare il
fenomeno dell’Italian sounding, il cui fatturato supera i
60 miliardi di euro all’anno.
Se dovessimo ricercare chi
sta muovendosi in questa
direzione potremmo far riferimento al Polo Distrettuale
del Pomodoro da Industria
del Centro Sud, fortemente
voluto da Anicav e realizzato
anche grazie alle Unioni dei
Produttori. Ma non è ancora tutto, perché lo studio
UniCredit ha permesso di
mettere in evidenza come le
aziende dell’Agro Nocerino
Sarnese siano spesso penalizzate da una dotazione
infrastrutturale modesta.
Quindi si registra, senza
ombra di dubbio, una forte
vocazione all’estero, ma per
un maggiore successo sarebbe necessario un marchio
forte e identificativo delle
produzioni trasformate che
possa affermare un “brand
di territorio” che valorizzi i
prodotti di qualità del settore conserviero e ne tuteli l’origine. E questo fino ad ora
è mancato. A sostenerlo anche il direttore dell’Anicav,
Giovanni De Angelis che in
una recente intervista ha affermato: «È necessario adottare un marchio forte come
quello del pomodoro pelato
igp. Su modello parmiggiano
reggiano. Ma dobbiamo fare
i conti ancora con una eccessiva polverizzazione del
tessuto imprenditoriale».
GIVA - 23
c u l t u r a e l av o r o
Giugno/Luglio 2014
a cura della Redazione
A partire dal passato per
costruire il futuro e il successo
Nel suo libro “Mastery “, Robert Greene
attinge dalle più recenti ricerche, intervista
maestri moderni ed esamina la vita di
uomini del passato importanti come Albert
Einstein, Leonardo da Vinci e Mozart per
scoprire ciò che serve per raggiungere
l’eccellenza.
E
gli sostiene che il
successo sia alla
portata di chiunque
se si pratica la disciplina, la pazienza e se si
compiono una serie di passi
importanti.
po spesso, però, vengono
allontanati da altre persone
da questa consapevolezza. Il
primo passo da compiere è
quello di aver fiducia in noi
stessi e orientare il nostro
percorso di carriera verso
ciò che è unico in noi.
Con il permesso di Greene
Leonardo da Vinci non
abbiamo stralciato i seguenti è nato come un artista
suggerimenti dal suo libro:
ma, quando ha dato seguito alla curiosità che lo
Trova il compito della
ha caratterizzato fin da
tua vita.
bambino, è diventato un
Molte persone hanno un
consulente ed esperto in
intenso sentimento di ciò
soggetti dall’architettura
in cui possono eccellere ed
all’anatomia per i suoi meessere migliori di altri. Trop- cenati.
Piuttosto che competere
in un campo affollato,
trova una nicchia dove si
può dominare.
Il leggendario neuro-scienziato V.S. Ramachandran era
al tempo stesso un professore inquieto e insoddisfatto
della psicologia. Quello che
doveva essere una chiamata
sembrava un lavoro. Quando
ha iniziato lo studio di arti
fantasma e disturbi cerebrali
anomali, ha finito per mettere a fuoco alcune domande
sul cervello e sulla coscienA sinistra,
za che lo affascinano ancora
un ritratto
oggi.
di Leonardo Trova la tua nicchia perfetta
da Vinci
e distinguiti.
In alto, Robert Greene
autore di
“Mastery”
24 - GIVA
non erano certamente un
capriccio, ma un messaggio su ciò che avresti dovuto lavorare. Per Marie Curie
fu determinante il vagare
nel laboratorio di suo padre e il suo essere affascinata dai suoi strumenti.
Ribellatevi davanti a una
strada sbagliata e usate
quella rabbia come motivazione.
Mozart era un bambino prodigio al pianoforte. Sin da
quando era giovanissimo il
padre autoritario lo portò
in tour in Europa con lui.
Quando scoprì un talento
unico per la composizione,
suo padre cercò di metterlo a tacere, ma fu proprio
quando respinse il padre
del tutto che Mozart diventò
quel maestro che conosciamo.
Spesso siamo attratti da
cose sbagliate, che si tratti
di denaro, la fama, o approvazione .
Ama il tuo soggetto a un
livello molto elementare.
Le cose che ti hanno colpito da bambino, che hai
trovato più emozionanti
In alto, un
ritratto di
Mozart
Trova l›apprendistato
ideale.
Charles Darwin era uno
studente mediocre. E la
scuola non era certo il suo
interesse principale. Quando gli si presentò la possibilità di partecipare a una
spedizione verso le Americhe, fu quasi tentato di
non andare. In realtà però
ciò a cui assistette in quel
viaggio diventò determinante e divenne il lavoro
della sua vita. L’esperienza
e l›esplorazione sono in
grado di trasformarci e
vengono reclutati, cablati e
rispecchiati. Questo è uno
dei motivi per cui non ci si
dimentica una volta che si
è imparato come andare in
bicicletta.
Esperimento:
Non sai se sei un maestro
fino a quando non provi.
Fatelo prima che voi siate
pronti, così che realmente
imparerete.
Dare il giusto valore
ai soldi per non essere
schiavo delle opinioni di
tutti.
Invece di un lavoro commerciale più redditizio in termini di tempo, Martha Graham
decise di accettare un posto
da insegnante mal pagato
che però le ha permesso di
usare il suo tempo per sviluppare alcune innovazioni
nel campo della danza. E
A destra,
Charles
Darwin
In basso,
Marie Curie
famosa
chimica e
fisica polacca
portarci alla a diventare
degli esperti.
Impegnarsi in un’osservazione profonda, praticare incessantemente e
sperimentare.
L’ osservazione profonda
e determinante e non c’è
bisogno di impressionare la
gente. Abbiamo bisogno di
guardare e osservare gli altri
perché è imparando le regole
che si può dominare.
Pratica, pratica, pratica.
I nostri cervelli sono costruiti per le competenze di un
maestro. Ripetendo una cosa
più e più volte, i neuroni
questo le ha consentito di
essere rivoluzionaria così
come Picasso lo era stato
nella pittura.
La formazione e l’apprendimento non arrivano dai lavori più remunerativi che oltre
tutto sottopongono anche a
pressioni forti. Quel tipo di
lavoro ci porta solo a compiacere gli altri.
Ripristinare un senso di
inferiorità per imparare
davvero.
Daniel Everett, un linguista
di talento, non riusciva a imparare la lingua della tribù
Paraha in Amazzonia, che
GIVA - 25
tenne occupati i ricercatori
per anni. Ha fallito perché
si è avvicinato come un
linguista e un missionario
cristiano, quindi con una
posizione di superiorità.
Egli non padroneggiò la
lingua fino a quando non la
imparò come uno dei figli
del Paraha, dipendente dalla
tribù e soggetto alle stesse
restrizioni, in una condizione
di inferiorità.
Per l’ immissione di un
nuovo luogo o percorso hai
bisogno di imparare il più
possibile nel minor tempo
possibile. Persistenti pregiudizi e sentimenti di superiorità possono ostacolare tutto
questo.
che ha fatto lui stesso.
Ognuno deve trovare il
proprio metodo di apprendimento.
Fare proprio l’insegnamento del maestro.
Il rapporto mentore - protettore diventa fondamentale per un apprendimento
efficace e veloce. Uno deve
essere il maestro e su di lui
devono concentrarsi tutte
le attenzioni. Meglio uno
che molti. Si può imparare
in una frazione di tempo un
modo magistrale di pensiero
che ha bisogno di una vita
per svilupparsi.
Ma l’obiettivo deve essere
sempre quello di superare il
maestro.
Impegnarsi nella pratica
intensa e propendere
verso la resistenza e il
dolore.
Hall of Famer Bill Bradley
era adatto per il basket solo
in altezza. Per il resto era
lento, non sapeva saltare e
non aveva confidenza con
il gioco. Praticava tre o più
ore dopo la scuola, nei fine
settimana. Arrivò a mettere
pesi nelle sue scarpe, e mise
cartone a coprire le lenti dei
suoi occhiali in modo da poter dribblare senza vedere la
palla. Quello era solo l’inizio
del suo allenamento.
La pratica intensa con resistenza può essere due volte
più efficace rispetto a ciò
che è facile.
Scegliere un tutor da sfidare intensamente.
Carl Jung adorava Freud e
lo considerava un pioniere
nel suo campo, ma non erano certo d’accordo su tutto.
Eppure avendo lui come
mentore, anche se potevano
avere opinioni diverse e il
loro modo di concepire le
cose non andava nella stessa
Contare su tentativi ed
errori più di ogni altra
cosa.
Paul Graham è stato sempre
affascinato dai computer.
Egli ha imparato ad affrontare i problemi, fallendo e
riprovando, senza esserselo
fatto insegnare. Questa esperienza alla fine lo ha portato
alla creazione di YCombinator, che dà agli imprenditori
il sostegno per fare quello
26 - GIVA
In basso,
qui sotto,
Carl Jung
e Sigmund
Freud
direzione, imparò molto da
lui e arrivò ad affinare le
proprie idee fondamentali e
identità.
Glenn Gould era uno studente di pianoforte più promettente del suo leggendario
maestro Alberto Guerrero.
Gould apprese quello che gli
aveva insegnato Guerrero e
ben presto si trovò a muoversi in una direzione completamente diversa. A 19
anni abbandonò il maestro,
ma anche anni dopo, Guerrero poteva ancora vedere
le cose che aveva insegnato
a Gould, completamente
assorbite e anche completamente trasformate dal suo
genio.
Trovarsi a contatto con una
persona molto brillante può
bloccare la crescita personale ma se si supera questo
iniziale disagio e si assorbe
il più possibile si finisce
per andare anche molto più
avanti.
Creare un back -and
-forth dinamico con tutte
le vostre relazioni.
Freddie Roach, uno dei
formatori più leggendari
della boxe, ha trovato il suo
più grande allievo, il futuro
campione del mondo Manny
Pacquiao. Si creò un rapporto tale fra i due che entrambi
finirono per apprendere il
più possibile uno dall’altro.
Le migliori relazioni sono
interattive.
Imparare il dogma di qualcun altro non è mai efficace
come adeguarlo e migliorarlo.
Maestro di intelligenza
sociale.
Uno dei maggiori ostacoli
per diventare un maestro è
aver a che fare con gli altri.
è troppo facile vivere la vita
come una serie di battaglie e
scaramucce per il potere che
sco Johann Wolfgang von
Goethe trascorse un periodo
della sua giovinezza alla
corte di un Duca importante.
Finì con il trovarsi in una
cultura di corte claustrofobica e meschina. Piuttosto che
piegarsi e accettarla, la usò
per raggiungere e i propri
obiettivi e per realizzare i
propri scritti.
Ci sono troppi sciocchi da
evitare. Non si deve scendere al loro livello.
risultano essere minori.
L’ idea che le persone possono essere così brillanti
per cui non hanno bisogno
di entrare in relazione con
gli altri è fuorviante. I veri
maestri usano l’intelligenza
sociale per amplificare le
loro competenze, piuttosto
che trasformare gli altri in
un ostacolo.
Accettare le critiche e
adattarsi alle strutture di
potere e della società.
Ignaz Semmelweis fu uno
dei primi pionieri nell’utilizzo di tecniche antisettiche,
qualcosa che da allora ha
salvato milioni di vite. Non
è mai stato pienamente preso in considerazione a suo
tempo a causa del modo arrogante con cui affrontava i
suoi superiori e il suo rifiuto
di dimostrare effettivamente
le sue teorie. Morì senza un
soldo e abbandonato a 47
anni.
Utilizza chi è al potere, non
lo alienare. In caso contrario, il genio viene sprecato.
Meticolosamente costruisci la tua persona.
Teresita Fernandez, scultrice
e vincitrice di un MacArthur
‘Genius Fellowship’ avrebbe
potuto lasciare che gli altri
la definissero. Scolpire e lavorare il metallo, in particolare, era un’attività svolta da
uomini e lei poteva avrebbe
potuto essere facilmente percepita come una novità fugace. E invece con il passare
del tempo il suo personaggio
e la sua arte hanno raggiunto il successo. Tutti noi
indossiamo maschere nella
società. Essere consapevoli
di questo, piuttosto che di sé
permette di essere più efficaci in ogni situazione.
Risvegliate la mente e
siate audaci.
Dopo essere uscito da un
periodo di apprendistato,
l’inclinazione è di essere
prudenti, di lavorare saldamente all’interno di un campo e affermarsi.
La chiave migliore sta nel
rifiutare il conservatorismo
e nel diventare sempre più
audaci.
Il nostro
cervello è
davvero
una macchina meravigliosa
Assorbite tutto, e poi
lasciate che il vostro cervello effettui le connessioni per voi.
Il cervello è progettato per
fare delle connessioni.
Quando ci concentriamo
troppo intensamente su
un determinato compito, è
possibile diventare tesi e il
nostro cervello si chiude. I
maestri leggono e assorbono
tutto ciò che potrebbe essere
correlato per stimolare il
cervello a fare un salto.
Ecco come Louis Pasteur ha
fatto il salto che ha portato ai
vaccini. Ha trascorso anni a
sviluppare la teoria dei germi, che gli permise di vedere
l›importanza di un gruppo
di polli che sono sopravvissuti a una iniezione con
una vecchia cultura di una
malattia. Come ha detto, “Il
caso favorisce solo la mente
preparata”.
Evitate di mettere le cose
in categorie familiari.
Le menti più creative resistono a una delle tendenze
di forma del cervello che
tende a mettere le cose in
semplici categorie, usando
così una scorciatoia mentale
per semplificare tutto. Con
uno sforzo si altera la prospettiva, che può cambiare.
Larry Page e Sergey Brin si
Far soffrire gli sciocchi e
imparare a sfruttarli.
Il poeta e romanziere tedeGIVA - 27
avvicinarono con l’intuizione
a quello che oggi è Google
a partire da quello che sembrava essere un difetto banale, dei cattivi risultati nei
motori di ricerca. Un’anomalia li ha portati a un percorso
di gran lunga più efficace.
Non lasciate che l’impazienza ostacoli i vostri
piani.
La forza più grande di John
Coltrane, fu l’ improvvisazione, che un tempo era
considerata una debolezza.
Avrebbe dovuto ricorrere
all’imitazione piuttosto che
all›innovazione. Dopo anni
di assorbimento di altri stili
e dopo aver imparato un
vasto vocabolario tecnico,
ha imparato come piegare
in qualcosa di intensamente
personale e diverso da tutti
gli altri.
Uno dei più grandi ostacoli
alla creatività è l’impazienza. Sospendete il corso e
sviluppate la vostra voce
interiore.
Il valore dell’intelligenza
meccanica e astratta allo
stesso tempo.
I più brillanti ingegneri in
tutto il mondo non sono riusciti a creare una macchina
volante funzionante. Orville
e Wilbur Wright erano meccanici di biciclette. Una
semplice intuizione , che
una macchina volante poteva
essere in grado di inclinarsi
in virata come una biciclet-
28 - GIVA
mentore per poi liberare il
potenziale creativo di creare
una straordinaria profondità
di conoscenza e la capacità
di rispondere rapidamente e
istintivamente ad ogni situazione .
La combinazione di quell’istinto con processi razionali
permette alle persone di raggiungere il massimo potenziale, per diventare maestri.
ta, anziché muoversi secondo linee rette orizzontali
come una nave. Tutto questo
li ha aiutati a emergere uomini che avevano affrontato
il problema per anni.
L’intelligenza meccanica e
l’attenzione alla funzionalità
possono essere altrettanto vitali e creativi come l’astratto.
Evitare il
“blocco tecnico “.
Il pioniere “Neurobotics
Yoky Matsuoka” aveva un
obiettivo impossibile: costruire una mano robotica
che fosse realistica. Non
si trattava di una serie di
enigmi meccanici, ma di un
processo di apprendimento
per conoscere nei particolari
la mano umana. Dettagli
anatomici apparentemente
irrilevanti si sono rivelati
estremamente importanti per
il funzionamento.
Il blocco tecnico fa sì che
le persone perdano di vista
le domande più grandi. Osservando la mano umana,
già stranamente perfetta,
Matsuoka ha superato le
persone che erano rimaste
prigioniere di questioni tecniche per anni .
Fondere l’intuitivo e il
razionale.
Questo è il passo finale.
L’ immersione profonda
in un determinato campo,
l›esperienza in un apprendistato, il tempo sotto un
In questa
immagine sono
rappresentati i fratelli
Orville e
Wilbur
Wright,
famosi
meccanici
di biciclette
Formate il vostro mondo
intorno ai vostri punti di
forza.
Albert Einstein era un cattivo scienziato. Odiava il
modo in cui la fisica veniva
insegnata e non gli piacevano gli esperimenti. Le sue
più grandi intuizioni venivano da altro. Per la sua teoria
della relatività semplice, gli
è venuto parzialmente da
pensare a un›immagine nella
sua testa di treni, fasci di
luce, uomini e donne.
Decidendo a 20 anni di allontanarsi dal convenzionale
verso la scienza sperimentale, e di usare la sua avversione per l›autorità per rimuovere le convenzioni che
lo trattenevano, Einstein ha
fatto qualcosa che sembrava
intuitivo, sembrava illogico,
ma era intensamente razionale.
Sappiate che la pratica
è altrettanto importante
quanto l’abilità innata.
Cesar Rodriguez, soprannominato «Last Ace America» ​​
non era un pilota dotato naturalmente. Eppure non si
arrese e attraverso la pratica
continua riuscì a diventare
meglio di chi aveva un talento innato.
La realizzazione attraverso
migliaia di ore di pratica
sembra così normale in
qualche modo. Ma è come la
maggior parte delle persone
diventano padroni di ciò che
fanno.
Banche
Giugno/Luglio 2014
di Piergiorgio Giuliani
Banche
cosa finanziare?
Quando il nostro Paese
si renderà conto che c’è
un tesoro sul proprio
territorio sul quale
investire?
Piergiorgio Giuliani
Professore di marketing etico
all’Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum Roma
30 - GIVA
S
i parla in continuazione di contrazione del
credito fornito dalle
banche, di recessione,
di tassi elevati, ma non si
prende mai in considerazione
che uno dei parametri fondamentali, per il settore creditizio, non è la garanzia offerta,
ma la sicurazza di rientrare
dei prestiti fatti.
Nella mia ultra decennale
esperienza bancaria, la frase
tipica che mi sono spesso sentito rivolgere è stata: mi serve
una certa cifra, come garanzia
di questo immobile.
Questo è un approccio che
poteva andare bene un decennio fa, quando l’economia era
in crescita, gli investimenti,
anche quelli più azzardati,
più o meno riuscivano a rientrare e gli immobili in garanzia aumentavano il loro valore
di anno in anno.
Oggi la situazione è drasticamente cambiata: solo alcuni
investimenti riescono a portare i frutti sperati ed il valore
dei beni dati a garanzia diminuisce di anno in anno.
Solo per fare un esempio:
dieci anni fa si prendeva in
considerazione una perizia di
un immobile, la si decurtava
di circa un 20/30% e quello
che risultava era il valore
ritenuto congruo a fronte di
un finanziamento. Oggi le
perizie vengono fatte riportando 2 valori: quello del bene
e quello del bene in caso di
immediato realizzo, cioè il
valore di vendita nel caso il
proprietario debba vendere in
poco tempo quell’immobile.
Ecco, questo secondo valore è
quello a cui le Banche devono
far riferimento quando trattano l’aspetto delle garanzie. A
questo valore deve poi essere
tolto un ulteriore 20/30% ed
ecco determinato il valore
“reale” del bene offerto in
garanzia.
Alla fine dei vari conteggi il
valore dell’immobile viene
considerato circa alla metà di
quello che vale.
Ovvio che offrire delle garanzie reali a fronte degli investimenti diventa sempre più
complesso, oneroso e, a volte,
impossibile da realizzarsi.
Le perizie debbono essere poi
ricontrollate annualmente e,
come sta succedendo in questo momento, se il valore del
bene diminuisce, le garanzie
offerte devono essere aumentate o il credito concesso
ridotto.
In una situazione del genere
ci si domanda poi come mai
il credito si riduca! Grazie
Basilea.
Certamente ho molto semplificato il problema, a cui devono
aggiungersi l’assorbimento
patrimoniale, la velocizzazione del passaggio ai vari stadi
di deterioramento del credito
e la difficoltà di approvvigionamento di denaro sul mercato interbancario.
Essendoci questo problema
sul fronte delle garanzie, assume una importanza sempre
crescente, volendo accedere
al credito, la validità dell’investimento che si desidera
affrontare come azienda.
Il settore immobiliare, uccello
dalle uova d’oro di qualche
anno fa è in una crisi profonda, e con lui tutto l’indotto,
dagli infissi ai materassi, dalle piastrelle all’arredamento,
dai sanitari al vasellame e
avanti così per ore.
Il settore fotovoltaico ha avuto
una fiammata per alcuni anni,
ma questo fuoco si è rapidamente estinto con il progressivo ridimensionamento degli
incentivi pubblici.
Il settore agro alimentare,
inteso come grandi industrie
di trasformazione e conservazione, l’abbiamo (s)venduto
ai francesi, pardon le aziende
francesi hanno investito in
Italia (detto così sembra che
ci abbiano fatto un piacere).
Il settore automotive è migrato all’estero, pagamento delle
tasse compreso.
Cosa rimane all’Italia?
Una splendida nazione dove
si passa da paesaggi innevati con pini di montagna a
pianure assolate con palme;
da spiagge bellissime a montagne incantevoli. Il tutto immerso nella storia e nei beni
archeologici come al mondo
ca per risollevarci: investire
non ve ne sono di uguali per
in cultura, nel turismo e nei
quantità e qualità.
musei.
Alcune statistiche riportano
Non entro nella facile poleche nella sola Italia vi sia
mica che la metà dei nostri
circa il 50% per patrimonio
musei sono chiusi proprio di
archeologico e culturale del
sabato e di domondo intero.
menica (quando
Se andiamo
L’Italia ha una
non lo sono
in Inghilterra,
grandissima op- sempre!), ma
per esempio,
percorrendo le
portunità che vie- credo che sia
veramente arriloro strade, vene dall’investire vato il momento
diamo che sono
pubblicizzate
in arte, cultura. per i nostri
di
rovine archemusei e turismo imprenditori
investire in queologiche già
sto settore, che
decine e decilo Stato si decida di appaltare
ne di chilometri prima di arai privati la gestione dei siti
rivarci. E queste vestigie del
archeologici e dei musei e che
passato, una volta raggiunte
le Banche finanzino con intere visitate, ovviamente dietro
venti anche importanti questo
pagamento di un biglietto di
ingresso decisamente costoso, settore.
Ogni nostro museo, a fronte di
per i nostri standard, molto
spesso ci lasciano indifferenti, un pezzo esposto ne ha molti
di più nei magazzini; da ogni
perché mentalmente li rapmuseo se ne potrebbero fare
portiamo ai nostri a cui, puraltri 3 o 4 e con il costo del
troppo, siamo abituati.
Una ricerca di Pricewaterhou- biglietto assumere e pagare
seCoopers di qualche anno fa, dipendenti, guide, restauratori.
riportava dei dati terrificanti.
Portare turisti farebbe prospeSolo per citarne alcuni: gli
rare l’industria turistica non
USA, con la metà dei siti
Unesco dell’Italia, ha su que- solo per sciatori o patiti della
sti siti un ritorno commerciale tintarella, ma anche per le famiglie che hanno il piacere di
16 volte maggiore del nostro;
il ritorno degli asset culturali vivere la storia, di accrescere
il loro bagaglio culturale. Dodella Francia e della Gran
Bretagna varia da 4 a 7 volte vremmo essere noi che abbiaquello italiano. In particolare, mo il 21% del Pil dato dalla
cultura, non la Spagna!
le stime di PwC , indicano
Pensiamo di quanto aumencome l’economia turistica ed
terebbe il nostro Prodotto inil settore culturale e creativo
terno lordo se noi passassimo
contribuiscano al PIL dei
dal 13 al 21%! E di quanto
principali Paesi europei in
potremmo, di conseguenza,
media per il 14%. L’Italia
ridurre la pressione fiscale,
con il 13% è ben lontana dal
pur diminuendo il nostro in21% della Spagna! Infine, i
ricavi complessivi da vendita debitamento.
di libri, gadget e cartoline per Non devono essere gli altri
Stati che investono da noi
la totalità dei musei statali
(comprandoci), ma noi che initaliani sono pari al 38% di
vestiamo in ciò che, fortunataquelli del solo Metropolitan
mente, abbiamo in abbondanMuseum.
Se da un lato questi dati sono za: storia e cultura.
Alla prossima.
raccapriccianti, dall’altro ci
indicano una opportunità uniGIVA - 31
Export
Giugno/Luglio 2014
di Bice Passera
Le regioni che
spingono
DELLE
REGIONI ITALIANE
l’export
nazionale
11 giugno 2014
ESPORTAZIONI PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE
I trimestre 2010-I trimestre 2014, dati destagionalizzati,
milioni di euro
Italia nord-occidentale
Italia nord-orientale
Italia centrale
Italia meridionale e insulare
De Nardis: negli anni Italia
bene come la Germania
I
45.000
40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
I
II
III
IV
I
2010
II
III
IV
I
II
2011
III
IV
I
II
2012
III
IV
2013
I
2014
ESPORTAZIONI PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE
I trimestre 2012-I trimestre 2014, dati destagionalizzati,
variazioni percentuali congiunturali
10
8
6
4
2
0
-2
-4
-6
-8
-10
Italia nord-occidentale
Italia centrale
I
II
III
Italia nord-orientale
Italia meridionale e insulare
IV
I
II
2012
III
IV
I
2013
2014
ESPORTAZIONI PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE
I trimestre 2012-I trimestre 2014, dati grezzi cumulati
variazioni percentuali tendenziali
Italia nord-occidentale
Italia centrale
Italia insulare
30
Italia nord-orientale
Italia meridionale
20
10
0
-10
-20
-30
I
I-II
I-III
2012
32 - GIVA
I-IV
I
I-II
I-III
2013
I-IV
I
2014
dati relativi alle esportazioni elaborati dall’Istat
con riferimento alle
diverse regioni hanno
permesso di stilare una sorta
di classifica per individuare
quali tra esse stanno offrendo
un importante contributo alla
crescita dell’export nazionale secondo l’andamento
registrato nei primi tre mesi
di questo anno in corso.
E allora vediamo al primo
posto l’Emilia-Romagna
(+5,9%), seguita da Piemonte (+6,9%), Veneto (+2,7%),
Puglia (+18,1%) e Marche
(+10,5%). Non così felice
invece la situazione di quelle
regioni che invece remano
in senso opposto e sembrano
frenare l’espansione dell’export nazionale quali appunto
la Sicilia (-15,6%), la Toscana (-4,6%) e la Sardegna
(-18,1%). Sempre secondo
tali dati è possibile anche
individuare con precisione
quella che è la situazione
a livello di province, dove
possiamo dire che quelle che
maggiormente sostengono
le vendite sui mercati esteri
sono Torino, Taranto, Bergamo, Massa Carrara e Brescia.
A sorpresa, invece, Milano,
Arezzo, Cagliari, Siracusa e
La Spezia contribuiscono alla
contrazione dell’export.
Nel
primo trimestre del 2014, rispetto ai tre mesi precedenti,
le vendite di beni sui mercati
esteri risultano stazionarie
per l’Italia nord-occidentale,
in aumento per le regioni
nord-orientali (+0,9%) e
centrali (+1,9%), mentre
l’area meridionale e insulare
registra una rilevante diminuzione (-3,5%). Nel primo
trimestre 2014, rispetto allo
stesso trimestre dell’ anno
precedente, la contenuta
espansione dell’export nazionale (+1,5%) è la sintesi
di dinamiche territoriali divergenti. L’Italia meridionale
registra una crescita significativa (+5,6%) cui seguono
l’incremento delle vendite
all’estero della ripartizione
nord-orientale (+4,5%) e
nord-occidentale (+1,7%).
Risultano invece in marcata
contrazione le vendite all’estero delle regioni dell’Italia
insulare (-16,5%) e in debole
calo quelle dell’Italia centrale (-0,9%). L’aumento delle
esportazioni di autoveicoli
dal Piemonte, di metalli di
base e prodotti in metallo,
esclusi macchine e impianti, dalla Puglia e di articoli
farmaceutici, chimicomedicinali e botanici dalle
e in debole calo quelle
Marche spiega circa il 60%
dell’Italia centrale (-0,9%).
dell’incremento tendenziale
Attraverso l’approfondimento
dell’export nazionale nel
da parte di Nomisma, una
primo trimestre 2014. Nello
stesso periodo, la contrazione società di consulenza fondata
nel 1981 a Bologna da un
delle vendite di metalli di
gruppo di economisti, tra
base e prodotti in metallo,
esclusi macchine e impianti, cui Romano Prodi, con il
sostegno di alcune banche o
da Toscana, Piemonte e Vegrandi organismi economici,
neto e di prodotti petroliferi
raffinati da Sicilia e Sardegna si può arrivare ad affermare
che “confrontando la quota
contribuisce a frenare l’exdell’export di merci italiane
port nazionale per 1,5 punti
in rapporto alla Germania,
percentuali. L’Istat spiega
la forte perdita di quota riche la contenuta espansiospetto all’economia tedesca
ne dell’export nazionale
in atto all’avvio dell’euro si è
(+1,5%) nel primo trimestre
dell’anno è la sintesi di dina- interrotta nel 2010. A partire
da quell’anno
miche territoEcco il quadro le esportazioni
riali divergenti.
italiane sono
Dopo tante
generale delle
cresciute in
critiche rivolte
Regioni italiane linea con quelle
al mezzogiorno,
arriva la notisecondo i recenti della Germania. In rapporto
zia, invece che
dati elaborati
al commercio
l’Italia meridall’Istat sulle
mondiale la
dionale registra
quota delle
una crescita
esportazioni
esportazioni dei
significativa
due paesi si è
(+5,6%) cui
mossa dal 2010 allo stesso
seguono l’incremento delmoto”. Il report sottolinea
le vendite all’estero della
come rispetto agli altri Paeripartizione nord-orientale
se dell’area euro, l’Italia si
(+4,5%) e nord-occidentale
(+1,7%). Risultano invece in caratterizza per una tenuta
migliore: dopo una riduziomarcata contrazione le venne tra il 2008 e il 2009, le
dite all’estero delle regioni
esportazioni dell’Italia hanno
dell’Italia insulare (-16,5%)
Il report
sottolinea
una tenuta
migliore
dell’Italia
rispetto agli
altri Paesi
dell’area
euro
preso a crescere anche in
questo caso in linea con gli
altri partner. Tra questi paesi
ci sono economie con performance molto diverse, quali la
Francia, rispetto cui l’Italia
ha migliorato la propria posizione sin dall’inizio dell’euro
e la Spagna le cui vendite
sono aumentate di più. Inoltre come hanno spiegato il
capo economista di Nomisma
Sergio de Nardi e il ricercatore Federico Fontolan: “La
dinamica dell’export italiano
negli anni recenti è stata
complessivamente positiva
e ha contribuito a fornire un
parziale sostegno al PIL nel
corso dell’ultima recessione.
Gli spazi disponibili per le
nostre merci nei mercati di
sbocco sembrano essere stati
sfruttati e la competitività rivelata dalla performance effettiva delle vendite all’estero
è migliorata”. L’analisi congiunta per settore e regione
di provenienza della merce,
svolta considerando anche il
loro contributo alla variazione complessiva dell’export
italiano, mostra che nel primo trimestre 2014 un significativo impulso alla contenuta
crescita delle esportazioni
nazionali proviene dai forti
incrementi registrati per le
vendite all’estero di autoveicoli dal Piemonte (+80,7%),
di metalli di base e prodotti
in metallo, esclusi macchine e impianti dalla Puglia
(+163,0%), di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalle Marche
(+37,6%) e di mezzi di trasporto dal Lazio (+129,3%).
Decrementi significativi delle
vendite all’estero si registrano invece per metalli di base
e prodotti in metallo, esclusi
macchine e impianti, da
Toscana (-42,1%), Piemonte
(-19,2%) e Veneto (-8,4%) e
per prodotti petroliferi raffinati da Sicilia (-17,1%) e
Sardegna (-20,6%)
GIVA - 33
Associazioni
Giugno/Luglio 2014
di Giulio Losi
Cosa succede
all’o r i z z o n t e !
Amiamo definire la nostra società
Unappa Servizi, la società degli
associati, perché tutti, a prescindere
dalla loro consistenza, sono titolati
di una Azione virtuale di questa
organizzazione. Queste le parole
chiarificatrici del presidente Nicola
Testa. E andiamo precisando l’importanza dell’Associazione stessa.
Nicola Testa,
presidente UNAPPA
34 - GIVA
P
residente,
il termine
cambiamento
è inflazionato.
Come lo legge e meglio
ancora come lo traduce
il suo settore e nello
specifico il suo gruppo?
Effettivamente non passa
giorno senza che questo
titolo rimbombi nelle nostre
orecchie e ben sappiamo
che tocca ognuno di noi e
qualunque cosa discutiamo, sia politica, lavoro,
regole, ecc.! Per quanto ci
riguarda, oserei dire che
non è nuovo. Non ci stupisce infatti, avendo adottato
noi stessi questo, come il
nostro dna associativo. Abbiamo appena festeggiato il
nostro primo ventennale e
non mi ricordo un momento in cui il nostro gruppo
si sia adagiato. Il nostro
quotidiano è fatto di cambiamento! Repentino per
alcune cose, graduale per
altre, ma sicuramente è un
termine che se tradotto in
pratica, non ci spaventa. Se parlassimo del settore
nella sua interezza, invece, possiamo dire che non
esprime la stessa vitalità
nel suo insieme o, meglio
dire, attenzione. Non perché non ci si renda conto di
quanto accade, ma perché
nella realtà, colui che opera in questo settore è abituato ad attendere gli eventi e, altrettanto spesso, a
confidare nel fatto che non
cambia mai nulla, almeno
questa è la sensazione che
abbiamo noi che in prima linea ci occupiamo di
associazione e categoria,
visto che a prescindere
dall’essere o meno asso-
ciato, quando otteniamo un
risultato ne beneficia tutta
la collettività di questo
mondo professionale a prescindere. Come sa, ci occupiamo
di “burocrazia”, anche se
dall’altra parte della barricata e sembra automatico
o naturale, pensare al
burocrate di professione,
come a colui che attende,
rallenta, confonde. Ecco,
questo è ciò che vediamo
nel nostro mondo, uscendo
dal nostro contesto associativo. Purtroppo, il coinvolgimento, non è virale come
vorremmo e non ancora matura la sensibilità di tutti
gli addetti ai lavori.
Quando dice che il
cambiamento per voi
è quotidianità, cosa
intende? Potrebbe farci
degli esempi concreti? L’agenzia è un soggetto passivo che di norma esegue
su indicazione di un cliente
qualcosa. Noi abbiamo
cambiato negli anni questa
impostazione. Abbiamo
lavorato consigliando metodi, ma nel contempo dato
strumenti aumentando le
proposte di servizio che
rimane comunque parte
importante del processo
di fornitura. Abbiamo lavorato e insegnato, ma nel
contempo dato strumenti
e aumentato le proposte di
servizio, innovando i nostri
processi interni e realizzando infrastrutture con
investimenti condivisi dai
vari associati. Non a caso
amiamo definire la nostra
società Unappa Servizi,
la società degli associati,
perché tutti, a prescindere
dalla loro consistenza, sono
titolari di un’azione virtuale di questa organizzazione.
Ci spieghi meglio cosa è
questa organizzazione e
come funziona.
Il suo compito è semplice.
Nulla di particolare, se
non analizzare le idee di
tutti, metterle in ordine e
predisporre poi progetti di
servizio e loro realizzazione
che poi, tramite la rete di
Agenzie associate, diventano servizi al cliente. Come
tali sostentamento da una
parte e innovazione e semplificazione dall’altra per
tutti, pubblica amministrazione compresa. Un sistema semplicissimo che ha
portato però il nostro gruppo a poter contare su sistemi tecnologici evoluti, se
pensiamo al nostro servizio
UnaDoc di archiviazione
sostitutiva dei documenti
che oggi, con l’obbligo di
fatturazione della pa scattato il 6 Giugno 2014, si
completa facendo un ulteriore passo in avanti. è solo
uno dei tanti esempi che
costruiscono poi la nostra
proposta. Sul piano orga-
nizzativo è una struttura
operativa che ragiona con
la logica di impresa ma
con l’indirizzo associativo.
Non è sul mercato in quanto non opera direttamente
con un cliente finale, ma
è il punto nevralgico della
proposta dell’Agenzia che
lavora nel circuito con la
sua autonomia, ma anche
in questo caso sotto l’egida
di un marchio che intende
diffondere semplificazione,
semplicità, efficacia e professionalità da una parte;
qualità delle prestazioni e
uniformità di prassi dall’altra consentendo maggiore
garanzia per l’utenza.
Pensiamo solo al contesto
assicurativo. Tutti i nostri
associati sono muniti obbligatoriamente di polizza
assicurativa! Se pensiamo
poi che questo progetto
specifico di “conservazione
documentale sostitutivo a
norma” è partito nel 2009
e oggi, il nuovo Codice
Qualità
delle prestazioni e
uniformità
di prassi
dall’altra
consentono
maggiore
garanzia
per l’utente
GIVA - 35
dell’Amministrazione Digitale, ha inserito per legge
due nuove figure professionali sul tema digitale, potremmo dire di aver avuto
la giusta visione.
Pertanto, se abbiamo
compreso, la società
si occupa di creare
condizioni per agevolare
lo sviluppo di nuove
opportunità per tutti gli
associati ? Corretto?
Certamente, ha centrato!
L’agenzia si colloca tipicamente tra le piccole.
Questo fa si che la capacità
di investimento non sia
tale da consentire grandi
passaggi innovativi sul
piano progettuale. E in
questo caso che compensa
la nostra organizzazione!
Lavorando in un sistema
di rete condividiamo le
attività e consapevolmente
autofinanziamo l’intero sistema, rimettendone poi in
circolo i risultati, su nuove
iniziative. Un circolo virtuoso insomma che in modo
silenzioso, del tutto ininfluente sul piano economico per i singoli, ha consentito e consente di avere le
possibilità di una grande
impresa, polverizzata in
tante piccole unità che la
compongono. Una piccola
divagazione, forse più culturale che tecnica, l’associazione ha influito comunque sull’attività del singolo
operatore che ha compreso
che l’investimento è una
condizione necessaria per
svilupparsi. Un concetto
all’apparenza chiaro a tutti
che non lo era in questo
modo, vi assicuro. Come
ho detto, lavoriamo sulla
burocrazia e pertanto su un
obbligo. Cambiare la logica, dall’obbligo al servizio
e alla qualità, non aveva
chiaro questo concetto di
investimento e obiettiva36 - GIVA
mente molto spesso è cosi.
Da cosa deduce
Presidente questa
ultima sua annotazione
e critica?
Vede, la nostra consueta
presentazione alle tante
richieste che giungono in
associazione è molto semplice. Articolo uno, non
vendiamo nulla! Se aderisci
lo fai perché facciamo associazione, ci occupiamo
del tuo futuro, tentiamo di
creare condizioni che favoriscano il tuo sviluppo!
Ebbene, se fatta questa
premessa, la prima domanda è quanto costa la quota,
quanto costa il servizio, abbiamo un problema. Delle
due una, o stai cercando un
fornitore di servizi; o stai
cercando altro, sicuramente
non hai capito l’utilità della
nostra unione! Ovviamente
questo è solo un piccolo
esempio di come è facile
tradurre l’aspetto culturale
di questa impresa atipica
che è nata dalla disfunzione pubblica, possiamo
dirlo!
Ma sulla disfunzione
lavorano in tanti !
Perché voi siete diversi
In alto
un’immagine presa
dal sito
dell’associazione
in cui si
evidenziano i servizi
offerti
o meglio, ritiene che
veniate considerati
diversi?
Vede, la sua è una domanda pertinente e insidiosa.
Siamo diversi da altri
professionisti? Si! Almeno
questa è la percezione.
Vede, noi siamo scomodi
per tanti motivi. Il primo:
siamo l’evidente traduzione
appunto della disfunzione
pubblica. Se è nata una
impresa che fa una pratica,
vuole dire che la pratica
è un problema. Quando si
parla di servizi, sappiamo
che i servizi nascono per
soddisfare un bisogno. In
questo caso, la necessità di
non subire la pubblica amministrazione. Il secondo:
siamo coloro che risolvono
e come tale insidiosi anche
per chi sta dall’altra parte
di uno sportello pubblico
che vede in noi un potenziale antagonista. Ovviamente gli anni hanno fatto
si che questa prospettiva
o visuale si sia in parte
modificata, ma le assicuro
che ancora molto dobbiamo
fare. Antagonisti perché
potremmo veramente fare
la differenza se qualcuno
guardasse noi, come la
soluzione, per esempio,
alla gestione di una pratica
burocratica. Ha ragione,
quando dice che sono tanti
i professionisti che nei vari
ambiti si interfacciano con
la pubblica amministrazione e ne diventano interlocutori per conto terzi. Ma,
come sa, la Legge 4/2013,
se volessimo fare un parallelo, ci ha messo ben
tredici anni per arrivare in
meta. Ed è la legge che regola quelle professionalità,
spesso nuove, che non sono
regolate in Ordini e Collegi. Qualcosa dirà tutto ciò!
All’interno di questo esempio, pertanto, pensiamo
come possa essere visto
un soggetto come il nostro
professionista che non solo
è presente per legge, ma fa
bene il suo lavoro e risolve,
visto i numeri che esprime
il settore. Qualcuno direbbe, ma il vostro è PIL Negativo! Lo sarebbe se il nostro servizio non trovasse la
soddisfazione del cliente.
Ecco perché potremmo, e
dico potremmo, non essere
simpatici.
Invece il legislatore
cosa pensa di voi?
Guardi, possiamo solo
citare il nostro ultimo passaggio in cui una nostra
richiesta e proposta ha trovato soddisfazione. L’ordine
del giorno del 8/8/2013
approvato dal Governo in
cui abbiamo prospettato la
definizione di una nuova
figura che, visto il contesto
tecnologico sempre più incisivo, possa contribuire a
semplificare.
Il Procuratore Telematico, un soggetto il cui scopo
è chiaro, possa intervenire
a supporto e su richiesta
del cliente per la gestione
di ogni questione che verso
la pubblica amministrazione sia necessario trattare in
modo digitale. Un soggetto,
attenzione, che non ha solo
competenze tecnologiche
come spesso si tende a raffigurare, ma sa bene cosa
sia un procedimento amministrativo e come debba
essere gestito in tutte le
sue fasi. Vede, gli addetti
ai lavori sanno bene, che al
di là degli annunci e delle
norme, i sistemi poi vanno
gestiti e fino ad oggi, a prescindere da molte leggi che
obbligano, non tutto ha ben
funzionato. Se pensiamo
per esempio ai Suap, alla
firma digitale, ecc.
Affidare tutto al web come
appare venga indicato, in
quanto questo è la soluzione a tutto, è un errore ! Servono facilitatori che siano
in grado di accompagnare,
supportare, ecc., e che
siano vicini all’utente. Un
sistema di semplificazione
che non tenga conto di questo, sarà un sistema di semplificazione fallimentare.
E cosa proponete?
Come ho detto, un facilitatore è funzionale alla
semplificazione. Supporta
il cliente, ma ragiona da
utente con la pubblica amministrazione. è un esperto
e pertanto agevola un iter
istruttorio spesso tortuoso
e insidioso, quando non
rallentato da mille rimandi.
Pensi ad un imprenditore
che deve aprire una impresa e lo deve fare con una
pubblica amministrazione,
per altro virtuale, che deve
imparare tutto per fare un
adempimento che forse
farà una sola volta nella
sua vita. Non le sembra
naturale che accetterebbe
di buon grado il supporto
di un esperto che lo accompagni in questo passaggio?
A nostro avviso si! Lo dice
il nostro lavoro e il nostro
quotidiano. Lo dicono le
migliaia di imprese che
lavorano in questo ambito e
lo fanno per clienti finali, o
per professionisti intermediari anch’essi che scelgono la via della multidisciplinarietà per un concetto
di qualità, risparmio e specializzazione. I tuttologi,
sappiamo che spesso fanno
disastri!
Ecco perché riteniamo che
inquadrare al meglio un
nuovo soggetto e una nuova
figura, con mansioni e ambiti chiari di attività, possa
essere utile all’intero sistema della Semplificazione
Amministrativa. Certo per
divenire organico dobbiamo dargli deleghe precise,
responsabilità altrettanto
chiare e limiti per lavorare
in sintonia con altri professionisti e attori dell’intero
procedimento. Non ultimo
chiedergli requisiti che
siano idonei a svolgere l’attività e a garantire l’intero
sistema. Un insieme di fattori, insomma, che consentano di rendere chiari gli
interlocutori e i loro ruoli
affinché non vi siano sovrapposizioni, abusi, ecc.
Un salto in avanti che consentirebbe di fare emergere
per altro anche tanto abusivismo che in questo settore
esiste a discapito, come
sempre in questi casi, di
chi produce correttamente
e nel rispetto delle regole.
Cerchiamo di capire
quali siano i punti fondamentali su cui l’utente deve concentrare la
sua attenzione quando
si affida ad un’Agenzia
di Pratiche amministrative.
Prima di tutto aggiungiamo che l’Agenzia di
Pratiche Amministrative è
regolata da norme chiare.
Dall’articolo 115 del R.D.
18.06.1931 e articolo 163
D.L.vo 31.03.1998 nr.
GIVA - 37
no delle autorizzazioni,
112, per limitarci a queste
sono richiesti solo requisiti
fondamentali. Oggi, l’omorali e organizzativi. è
peratore di Agenzia è un
Professionista riconosciuto implicito che sarebbe meglio fossero presenti, visto i
dalla Legge 4/2013 che
riconosce un sistema duale temi trattati e la delicatezza
delle azioni che si mettono
nel sistema professionale
in atto e le ripercussioni
italiano. Un’agenzia deve
che questi potrebbero aveessere dotata di organizzazione stabile. Se volessimo re. A questo riguardo la
nostra Agenzia associata
tradurre, sul piano normaè regolarmente censita
tivo, se un cliente si affida
e si trovano i suoi riferiad un’agenzia che ha solo
menti sul nostro sito www.
un numero di cellulare
unappa.it e prossimamente
per esemplificare, io pernell’istituensonalmente
do registro
diffiderei! Non Abbiamo diversi
professionale
perché sia
livelli di formache pubbliincompetente,
cheremo a
ma perché
zione, non solo
breve, in cui
sicuramente
per adeguarci
non solo sono
non lavora
individuate le
a norma di
alle normative
ma i
Legge e se voma per aumenta- imprese,
titolari, staff,
lessimo essere
re le competenze e soggetti quaformali, altera
lificati dalle
il mercato in
nostre attestamodo disonezioni di competenza. Già
sto. Pagare l’affitto di un
locale e pagare il canone di oggi, sono tutti assicurati
dall’Associazione obbliun cellulare, sicuramente
fa la differenza sul servizio. gatoriamente con apposita
Ma siamo certi che, anche copertura assicurativa.
la qualità della prestazioPresidente, ritorniamo
ne possa venire intaccata!
Nell’epoca attuale, va bene un attimo sulle proposte
di servizio che mettete a
il web, ma un’impresa di
servizi ha bisogno di molto disposizione della vostra
altro per essere efficace ed base associativa e quelli
efficiente. L’agenzia ha de- che sono i vari livelli di
associati.
gli obblighi, quali identificazione dei soggetti, tenuta In merito ai servizi, non
di registri, fiscali, ecc., oggi entro in quelli dedicati al
business dell’Agenzia che
il Pos. Pertanto è doveroso
sono coordinati da noi, che
chiedere la fattura che è
obbligatoria non una facol- sono tanti e hanno dimotà. Va ricordato in tal senso strato in questi anni grande
efficacia proprio per l’assoche gli eventuali danni
ciato. Riferiamo pertanto
del lavoro di un’agenzia
solo a quelli che potremmo
potrebbero non emergere
considerare strategici per
subito nel momento della
ogni operatore del settore.
prestazione, ma scatenarsi
Formazione! Abbiamo dinel tempo e forse, la conversi livelli di formazione.
tinuità e la storia, possono
Non solo per adeguarci
essere d’aiuto nel valutare
appunto alla legge 4/2013,
il proprio interlocutore.
ma per spingere verso l’alNon ci sono competenze
to le competenze globali
esplicite richieste sul pia38 - GIVA
dell’intera organizzazione
Agenzia. Abbiamo in corso
quelli con il MIP per le
direzioni di Agenzia, e subito dopo proseguiremo con
quella dei livelli operativi
interni per coprire l’intera
platea di collaboratori. L’Agenzia, come detto, è una
struttura piccola, e pertanto
la forza che esprime è di
tutto il suo gruppo. Spesso
non c’è grande differenza
tra il titolare imprenditore
e il collaboratore. Si fondono! E questo porta alla
necessità di rafforzare tutta
l’organizzazione sul piano
formativo. Svolgiamo un
lavoro delicato e come tale
ognuno degli attori deve
essere in grado di esprimere al meglio il proprio
potenziale e la propria
competenza. Informazione
e supporto tecnico! Il nostro associato, può contare
sull’apparato organizzativo
di Unappa, come se fosse
il suo. La nostra società,
per i servizi che fornisce,
supporta l’Agenzia, il suo
cliente finale nel caso il
collega esprimesse la necessità per qualche servizio
in cui non ha maturato
magari ancora le dovute
competenze, può utilizzare
il canale per ogni necessità
che riguardano il suo business. Comparto tecnico
che fornisce supporto agli
strumenti, alle tecniche,
alla proposta e alla commercializzazione, non ultimo alla sollecitazione della
domanda. Informazioni,
per essere aggiornato su
quanto attiene il proprio
lavoro. Un canale interno
in cui ogni associato si
confronta su cose pratiche
e la rete lo aiuta a risolvere
nell’ottica della community
anche se la nostra è strettamente interna. Insomma un
socio occulto che partecipa
e aiuta l’associato.
Associazioni
Giugno/Luglio 2014
a cura di Labitalia
: riconoscere la musicoterapia
in Italia e in Europa
Assemblea annuale a
Lussemburgo.
Il riconoscimento
diventa
sempre più
importante
R
oma (Labitalia) “Riconoscere la
musicoterapia in
Italia e in Europa”.
Questo l’obiettivo che unisce
l’Aim (Associazione italiana
professionisti della musicoterapia) all’Europa. “Durante
l’assemblea annuale che si è
svolta a Lussemburgo -spiega
a Labitalia Ferdinando Suvini, presidente Aim e vicepresidente Emtc (European
music therapy confederation)è stata segnalata la necessità
di raggiungere una maggiore
visibilità di Emtc attraverso il
rinnovamento del website e la
condivisione di informazioni
tra i rappresentanti europei”.
Tutto questo, aggiunge Suvini,
può avvenire “attraverso lo
scambio e l’interazione nella
divulgazione e promozione
della professionalità della
musicoterapia”. “è stata
presentata la proposta -fa notare- di una giornata europea
della musicoterapia per il 15
novembre. La giornata prevede lo svolgimento di diverse
manifestazioni in contemporanea in tutta Europa inerenti la
musicoterapia”.
42 - GIVA
La Germania ha presentato la
candidatura per la prossima
assemblea generale, che si
svolgerà dal 15 al 17 maggio
2015 a Wuerzburg. “All’interno della Emtc -ricorda
Ferdinando Suvini- sono attivi
i seguenti gruppi di lavoro
Nord Europa, Centro Europa,
Sud Europa, Aggiornamento
professionale, Ricerca, Web
site e comunicazione, Comitato Etico, Riconoscimento
professionale”.
“è inoltre attiva -continuapresso la Emtc la commissione Emtr (European music
therapy register), composta da
8 membri appartenenti a differenti Stati e Regioni europee, che ha definito in questi
anni i criteri per accedere ai
Registri europei. è stato approvato dalla Emtc un unico
livello di Music therapist che
dovrà possedere il titolo di
master (Laurea specialistica
in musicoterapia conseguita
presso un corso accademico).
Scadenzario
Giugno/Luglio 2014
a cura dello Studio Francescut www.francescut.it
Scadenzario
Legenda:
Pagamenti
Dichiarazioni
Data
Fisco
Contributi
Tipo F/C
P/D
Luglio presenta un ingorgo di scadenze, sia annuali che ordinarie.
In particolare si segnala il 7/7 come scadenza di pagamento per le risultanze
dell'Unico 2014 per contribuenti soggetti agli studi di settore e il 31/7 con
l'invio delle dichiarazioni 770.
tutotovo
nu
DESCRIZIONE
7/7/2014
P
F
contribuenti soggetti agli studi di settore
versamento unica soluzione o prima rata risultanze unico 2014
7/7/2014
P
F
contribuenti partecipanti a società/enti soggette agli
studi di settore
versamento unica soluzione o prima rata risultanze unico 2014
7/7/2014
P
F
riallineamento valori civilistici a quelli fiscali per
soggetti agli studi di settore
versamento imposta sostitutiva dell’IRPEF/IRES/IRAP
7/7/2014
P
F
rvalutazione beni d’impresa
versamento imposta sostitutiva
7/7/2014
P
F
affrancamento saldo attivo rivalutazioni beni d’impresa
versamento imposta sostitutiva
8/7/2014
D
F
CAF e professionisti abilitati
trasmissione alle AE delle dichiarazione elaborate
16/7/2014
P
F
contribuenti non soggetti agli studi di settore
versamento seconda rata risultanze unico 2014
16/7/2014
P
F
contribuenti non partecipanti a società/enti soggette
agli studi di settore
versamento seconda rata risultanze unico 2014
Tabella CODICI RAVVEDIMENTO
Codici tributo: 1989 - Interessi sul ravvedimento – Irpef
1990
Interessi sul ravvedimento - Ires
1991
Interessi sul ravvedimento - IVA
1993
Interessi sul ravvedimento - Irap
1994
Interessi sul ravvedimento - Addizionale Regionale
1998
Interessi sul ravvedimento - Addizionale Comunale all’IRPEF Autotassazione art.
13 D.Lgs. N. 472 del 18/12/1997
8901
Sanzione pecuniaria Irpef
8902
Sanzione pecuniaria addizionale regionale Irpef
8904
Sanzione pecuniaria Iva
8906
Sanzione pecuniaria sostituti d’imposta
8907
Sanzione pecuniaria Irap
8918
IRES – Sanzione pecuniaria
8926
Sanzione pecuniaria addizionale comunale Irpef
16/7/2014
P
F
sostituti d’imposta
versamento IRPEF, addizionali IRPEF e imposte sostitutive per
retribuzioni corrisposte nel mese precedente
16/7/2014
P
F
sostituti d’imposta
versamenti IRPEF per compensi lavoro autonomo, provvigioni,
dividendi e altri corrisposti nel mese precedente
16/7/2014
P
F
sostituti d’imposta
versamento IRPEF, addizionali IRPEF per compensi collaboratori
a progetto corrisposte nel mese precedente
16/7/2014
P
C
sostituti d’imposta
versamento contributi lavoratori dipendenti e collaboratori a
progetto
16/7/2014
A
F
soggetti IVA
registrazione fatturazione differita per cessioni di beni con DDT
effettuati nel mese solare precedente
16/7/2014
P
F
soggetti Iva mensili
versamento IVA giugno 2014 codice tributo 6006
TABELLA CODICI IVA
16/7/2014
D
F
soggetti IVA
comunicazioni lettere d’intento ricevute mese precedente
6001
versamento mensile IVA gennaio
16/7/2014
P
F
soggetti IVA settore spettacoli
versamento imposta sugli intrattenumenti relativa al mese
solare precedente
6002
versamento mensile IVA febbraio
6003
versamento mensile IVA marzo
6004
versamento mensile IVA aprile
6005
versamento mensile IVA maggio
6006
versamento mensile IVA giugno
16/7/2014
P
F
soggetti Iva con rateazione imposta annuale
versamento 5 rata saldo IVA 2013
16/7/2014
P
F
contribuenti non soggetti agli studi di settore
versamento unica rata risultanze unico 2014 con maggiorazione
0,4%
16/7/2014
P
F
contribuenti non partecipanti a società/enti soggette
agli studi di settore
versamento unica rata risultanze unico 2014 con maggiorazione
0,4%
Tabella CODICI IVA
16/7/2014
P
F
contribuenti soggetti agli studi di settore
versamento seconda rata risultanze unico 2014
6007
versamento mensile IVA luglio
16/7/2014
P
F
contribuenti partecipanti a società/enti soggette agli
studi di settore
versamento seconda rata risultanze unico 2014
6008
versamento mensile IVA agosto
25/7/2014
D
F
Operatori intracomunitari cadenza mensile
obbligo presentazione modello intrast mese precedente
6009
versamento mensile IVA settembre
25/7/2014
D
F
Operatori intracomunitari cadenza trimestrale
obbligo presentazione modello intrast trimestre precedente
6010
versamento mensile IVA ottobre
31/7/2014
D
F
Contribuenti IVA a rimborso Infrannuale
Presentazione richiesta di rimborso e/o compensazione
6011
versamento mensile IVA novembre
6012
versamento mensile IVA dicembre
6013
versamento mensile IVA acconto
6031
versamento trimestrale IVA 1 trimestre
6032
versamento trimestrale IVA 2 trimestre
6033
versamento trimestrale IVA 3 trimestre
6034
versamento trimestrale IVA 4 trimestre regime naturale
6099
versamento annuale IVA
31/7/2014
D
F
Operatori economici con rapporti con San Marino
comunicazioni operazioni effettuate nel mese per importo
superiore a 500 €
31/7/2014
D
F
Operatori economici con rapporti con paesi Black List
comunicazioni operazioni effettuate nel mese per importo
superiore a 500 €
31/7/2014
D
F
Operatori economici con rapporti con paesi Black List
- trimestrali
comunicazioni operazioni effettuate nel 2 trimestre per importo
superiore a 500 €
31/7/2014
D
F
Sostituti d’imposta
presentazione modello 770/13 semplificato
31/7/2014
D
F
Sostituti d’imposta
presentazione modello 770/13 ordinario
31/7/2014
P
F
Persone fisiche non titolari di Partita IVA
versamento 3 rata risultanze unico 2014
31/7/2014
P
F
Persone fisiche non titolari di Partita IVA partecipanti a
società/enti soggette studi di settore
versamento 2 rata risultanze unico 2014
24 - GIVA
PartiteIva
DI LUGLIO
Adempimenti vari
CHI
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informazione e
formazione per
professionisti e pmi
GIVA - 25
Associazioni
di Emiliana Alessandrucci
Giugno/Luglio 2014
nistrazione necessita di un
professionista associativo
(ex legge 4/2013) deve necessariamente ricorrere al
sotterfugio di rivolgersi ad
una società che le fornisca
il servizio professionale, anche se la tipologia
dell’incarico non richiede
una specifica organizzazione, in quanto non ha la
possibilità normativa di
richiedere direttamente il
professionista in grado di
svolgere il servizio richiesto.
Questo “vuoto normativo”
diventa di fatto un vincolo
ingiustificato e comporta,
come conseguenze immediate ed evidenti:
- La riduzione ingiustificata delle opportunità
professionali del singolo
professionista;
- L’innalzamento del costo
del servizio (il ricorso a
società organizzate fa crescere i costi);
- La riduzione del compenso del professionista (la
quota parte spettante alla
società “intermediaria” incide normalmente tra il 50
e il 60% del compenso pagato dall’amministrazione
pubblica).
“Riforme a costo zero: il CoLAP
richiede la modifica del codice
degli appalti”
Per la prima volta è possibile
far affidamento su un testo
normatico che disciplina con
completezza e in maniera
unitaria i contratti della
pubblica amministrazione
per l’esecuzione di opere
pubbliche, lo svolgimento
di servizi e il reperimento
delle forniture necessarie
per il perseguimento dei
fini istituzionali degli enti
pubblici.
26 - GIVA
C
on l’espressione
“codice degli appalti” ci si riferisce
al D.lgs. 12 aprile
2006, n. 163, recante “Codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e
forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e
2004/18/CE”, emanato in
virtù della delega legislativa contenuta nell’art. 25
della legge 18 aprile 2005,
n. 62 (legge comunitaria
2004).
Si tratta del primo testo
normativo che disciplina
con completezza ed in maniera unitaria i contratti
della pubblica amministrazione per l’esecuzione
di opere pubbliche, lo
svolgimento di servizi e il
reperimento delle forniture
necessarie per il perseguimento dei fini istituzionali
degli enti pubblici; inoltre,
si applica in larga parte
anche alle procedure di
scelta del socio privato di
società pubbliche.
L’adozione di un codice si
è resa necessaria per due
ragioni: da un lato, vi era
il problema di recepire
le due direttive 2004/18/
CE e 2004/17/CE, relative
rispettivamente agli appalti nei settori “ordinari” e
in quelli “speciali” (enti
erogatori di acqua e di
energia, ed enti che forni-
scono servizi di trasporto e
servizi postali); dall’altro,
era indispensabile arrivare
ad una sistematizzazione
dell’enorme legislazione
stratificatasi negli anni.
Il decreto, essendo stato
emanato nel 2006, non
tiene conto delle professioni associative che
hanno avuto una compiuta
regolamentazione attraverso la legge 4/2013 e
che costituiscono ormai il
secondo pilastro del mondo
professionale: è chiaro che
questi professionisti non
possono essere più esclusi
dalle gare per assegnare di
contratti pubblici.
Attualmente, se un’ammi-
Pertanto alla luce dell’innovazione normativa
avvenuta con la legge
4/2013 si ritiene un atto
di giustizia sociale in-
serire, tra i soggetti che
possono partecipare alle
procedure di affidamento,
anche i professionisti in
possesso dell’attestato ai
sensi dell’art 7 della legge
4/2013: il possesso dell’attestato garantisce l’amministrazione delle competenze del professionista,
della sua deontologia, del
suo aggiornamento professionale e della sua capacità di rispettare gli standard
qualitativi professionali.
Il CoLAP si sta mobilitando per richiedere l’inserimento tra i soggetti affidatari dell’appalto pubblico
anche dei professionisti
associativi ai sensi della
legge 4/2013.
In questo particolare momento storico, il CoLAP
non chiede finanziamenti
o sostegni al reddito ma la
creazione di nuove opportunità, innovazioni a costo
zero che possono implementare la crescita delle
professioni e migliorare la
qualità dei servizi offerti
alla Pubblica Amministrazione.
Emiliana
Alessandrucci
Presidente del
CoLAP
La luce
dell’innovazione
normativa
della legge
4/2013
GIVA - 27
Business Life
di Marcella Frati
www.enfgroup.it
[email protected]
Giugno/Luglio 2014
Converti la tua passione
in una professione, ma
attenzione alle regole del
gioco.
La passione è un elemento importante in tutto quello che facciamo
ma talvolta non basta. Infatti, è importante avere la capacità per
convertire la passione in una visione di business che sia sostenibile
e che possa generare un reddito interessante.
F
acciamo l’esempio che voi avete veramente
passione per qualcosa e avete intenzione quindi di sviluppare prodotti e servizi per cui “avete il pallino” e questa forte passione.
Non tutti in questo momento hanno passione per
una idea di business, e se voi ce l’avete ti sostengo
a portarla avanti, ma con qualche consiglio da tenere presente.
Avere passione infatti non basta, è necessario avere
le capacità per convertire la passione in una visione
di business che sia sostenibile e che possa generare
reddito.
Bisogna trovare un modo efficace per “impacchettare” la passione in un prodotto/servizio vendibile e
che piaccia ai potenziali clienti.
Gli imprenditori di successo devono avere pazienza,
persistenza e ispirazione, per fare in modo che la
loro passione diventi un vero business e che si crei
un rapporto di fiducia con i clienti.
Innanzitutto è fondamentale capire se quello che
si offre è in linea con le attese dei clienti , è quello
che veramente vogliono e per cui sono disposti ad
abbandonare la concorrenza? Cosa fare perché i
primi clienti creino delle referenze su quello che
offrite e quindi vi generano più clienti?
In USA spesso si dice che ogni grande business
è costruito su una grande storia. Quale è la vostra
storia? E quanto la vostra storia è consistente per
generare valore per chi compra i vostri prodotti e
servizi?
Per realizzare un business di successo non è solo
importante ascoltare e seguire i propri sentimenti,
ma è cruciale ascoltare le “orecchie” dei clienti. Ad
esempio, quanti di voi hanno mai fatto survey per
monitorare la voce dei clienti? Oggi è molto semplice farlo, basta usare tool come SurveyMonkey o
Zoomerang, facendo solo piccoli investimenti, non è
il caso di utilizzare società di ricerca spesso anche
molto care.
Le industrie più competitive ascoltano sempre la
voce dei clienti. Oggi quasi ogni hotel dove andate,
44 - GIVA
chiede feed back sul servizio ricevuto, spingendo
la qualità ad alti livelli e creando molta pressione
sulle strutture.
Pensate al vostro settore…Quanti dei vostri partner
o concorrenti chiedono feed back ai clienti? Non
temete di farlo per primi, i vostri clienti apprezzeranno questo vostro nuovo modo di lavorare.
Questo approccio inoltre vi permetterà di costruire
una base di “fan”, di identificare chi sono i vostri
veri sostenitori e di investire su di loro.
Un altro suggerimento che vi posso dare è su cosa
fare quando i clienti vi dicono che non hanno soldi.
Cosa fare quindi?
La soluzione, se il vostro business ve lo permette,
è di cambiare le regole del vostro gioco, le regole
con cui fate business anche se da anni. Ad esempio
tentate di abbassare i prezzi dei vostri servizi con
l’obiettivo di vendere di più adottando la politica
dei cinesi, tanti clienti a basso prezzo. Oppure, ad
esempio, scegliendo modalità di erogazione del servizio diverso…ai formatori suggerirei ad esempio di
puntare di più sull’online piuttosto che ai corsi in
aula.
Siamo tutti di fronte ad un Nuovo Normale e bisogna adeguarci senza attendere che ritorni il Vecchio
Normale che ormai non torna più.
Ultimo suggerimento, ma non ultimo, cercate quando vorrete iniziare qualcosa di nuovo di concentrarvi su poche cose e farle bene. C’è un detto inglese
che dice “less is more”. L’importante è prima conquistarsi la fiducia dei clienti e di avere un proprio
spazio nella loro testa.
Pensate ad esempio ad Amazon, prima ha conquistato la fiducia dei clienti con i libri e poi ha ampliato la propria offerta, cosi ad esempio gli stilisti,
prima hanno conquistato i clienti con gli abiti e poi
dopo anche con profumi, hotel e ristoranti…
I veri imprenditori non rinunciano ai loro sogni,
mettono la passione per le cose e le idee al centro,
ma per avere successo la passione non basta, l’execution richiede regole.
forum economia
Giugno/Luglio 2014
di Gianluigi Longhi
La povertà
fra paura
e speranza
La sola possibilità di
eliminare la povertà è la
creazione della ricchezza
vincendo l’egoismo che da
sempre fa parte della vita
dell’uomo.
Gianluigi Longhi,
presidente dell’I.C.O.E.,
Istituto economico di ricerca
fiducia
dei consumatori
46 - GIVA
I
conflitti della fine del
secolo scorso (guerra
Stati Uniti – Iraq etc.),
le tensioni tra Hezbollah
e Israele, la posizione cauta
della Russia nei confronti degli Stati ex URSS, tutti questi
fatti ridimensionano il fattore
“potenza” specie se rapportata con conflitti asimmetrici.
Allo “yes we can” di Barack
Obama si oppone una risposta multipolare “anche noi
possiamo” degli Stati più
deboli.
Il progetto occidentale di
esportare in tutto il mondo i
diritti dell’uomo non decolla.
Anzi, il mondo si decentra e
l’egemonia degli Stati Uniti e
dell’Europa viene contestata
e respinta.
Si tratta, in definitiva, del
decentramento dell’Occidente, con il tramonto dello
stato–nazione e con la confluenza in una società–mondo
soggetta agli stessi problemi
di sviluppo ambiente, riscal-
damento climatico, etc.
è un’altra faccia del processo
di “globalizzazione”. Globalizzazione delle aziende, della
finanza, della comunicazione,
etc.
Tuttavia, questo processo di
mondializzazione non produce unificazione dal momento
che circolano merci, titoli
finanziari, informazioni attraverso le reti, ma non persone
o impieghi.
Quindi, il risultato contradditorio della globalizzazione
è, da una parte, la riduzione
delle diseguaglianze medie
tra territori, dall’altra l’aumento delle diseguaglianze
interne.
Ad esempio, fino agli anni ’80
del secolo scorso il mondo era
ancora diviso tra un miliardo
di ricchi, concentrati prevalentemente nei paesi occidentali, e cinque miliardi di
poveri, abitanti nel cosiddetto
terzo mondo.
Oggi, esemplificando all’e-
stremo, esiste sempre un
miliardo di ricchi, ma se ne
trovano sempre di più nell’ex
terzo mondo. Quattro miliardi
di individui vivono in situazioni di acquisizione di benessere, mentre ne rimane un
miliardo che sprofonda nella
povertà. Di questi vecchi o
nuovi poveri aumentano nei
paesi ricchi.
La globalizzazione favorisce,
dunque, il riscatto economico rapido, ma induce anche
cadute nell’indigenza; e non
unifica il mondo ma lo frammenta.
La diseguaglianza così macroscopica ed evidente nel
nostro tempo è un dato che
risale, all’incirca, al XIX°
secolo.
Secondo Angus Maddison
(in “Historical Statistics”)
all’inizio della rivoluzione
industriale le differenze del
PIL per abitante nelle grandi
regione del mondo erano molto deboli; così, la ricchezza
media di un africano era solo
due volte minore di quella di
un europeo occidentale. Nei
primi anni del XXI° secolo,
questa differenza è moltiplicata di oltre tredici volte. Ancora, lo storico Paul Bairoch
scrive “non esisteva grande
differenza tra i livelli di reddito delle diverse civiltà nel
periodo in cui raggiungevano
l’apogeo: Roma nel I° secolo,
l’India e l’Europa nel XVII°”.
L’aumento delle diseguaglianze mondiali è relativamente
nuovo nella scala economico
– sociale dell’umanità, ed è
la conseguenza dello straordinario arricchimento dei
paesi occidentali in oltre due
secoli.
Da una ventina d’anni sembrerebbe che le diseguaglianze mondiali diminuiscano.
Ma si tratta, in parte, di un
abbaglio. Ciò che spiega
questa evoluzione è la diminuzione delle diseguaglianze
internazionali.
L’urgenza e la difficoltà in cui
oggi ci troviamo attengono al
problema di conciliare l’esi-
genza di giustizia sociale con
il bisogno di efficacia economica.
Per raggiungere l’efficacia
economica alcuni sono tentati
di rinunciare a ogni forma di
giustizia e quindi l’ultraliberismo. Altri, in nome della
giustizia, rischiano di pregiudicare gravemente l’efficacia
economica e quindi la sua
propulsione.
Purtroppo dobbiamo prendere atto che la remunerazione,
il salario, non dipendono dalla morale, ma dal mercato.
Ne consegue che la sola possibilità di eliminare la povertà è la creazione di ricchezza.
è stato dimostrato (da Marx –
Engels) che i progressi della
civiltà derivano dall’egoismo
piuttosto che dal disinteresse,
poiché l’economia è amorale.
In questo nostro tempo le
persone più deboli sono i disoccupati e i salariati.
E in questo contesto la democrazia e quindi la politica
arriva, o dovrebbe, a compensare gli effetti più ingiusti del
mercato, senza nuocere troppo all’efficacia dell’economia.
Si tratta, in definitiva, di stabilire un rapporto armonico
tra capitalismo, il mercato, e
lo Stato.
Da quanto finora si è detto, il
dato più importante che si dovrebbe evidenziare e sul quale focalizzarsi è la povertà.
La povertà che oscilla tra
paura e speranza.
Paura di cadervi o di non
uscirne e speranza di vincerla.
E quindi che fare, se non
adottare una politica della
speranza? Secondo l’antropologo indiano Arjun Appadurai “per arrivarci dobbiamo
comprendere come si passa
dalla miseria all’ira e cioè
alla ribellione.
L’umiliazione è un vettore,
ma non il solo”. Altri vettori,
altre forme di sofferenza o di
esclusione creano un legame
tra la geografia della miseria
e quella dell’ira, della ribellione.
Bisogna identificare questi
luoghi, comprenderli e recuperarli e fonderli in modo
armonico con lo sviluppo, la
politica e l’economia. L’attesa
e l’affidarsi alla sola mano
invisibile del mercato può
essere rischiosa.
Il rischio è una affermazione
della plutocrazia e conseguentemente, una successiva
deriva populista alimentata
dalla paura della povertà,
dalla ribellione.
Questa dovrebbe essere anche la nostra politica della
speranza, la nostra missione
e la nostra etica, secondo
quanto indicato da Papa
Francesco infatti “oggi dobbiamo anche dire “non rubare” a quell’economia che crea
esclusione e diseguaglianza”.
La democrazia
e quindi
la politica
dovrebbe
arrivare a
compensare
gli effetti
più ingiusti
del mercato senza
nuocere
troppo
all’efficacia
dell’economia
GIVA - 47
Nuove
professioni
Giugno/Luglio 2014
di Bice Passera
Il coordinatore di
movimento
Lavori che esistono da sempre ma che
chiedono di essere perfezonati
P
magari sotto il sole o la
arliamo di nuopioggia, in attesa di mezzi
ve professioni
che non arrivano mai.
ma forse si tratta
I Coordinatori sono disemplicemente di
slocati nei depositi e nei
individuare figure sempre
capolinea e hanno dei comesistite che però ora hanpiti precisi come:
no ottenuto una visibilità
coordinare i conducenti e
diversa e che possono
gli altri agenti
diventare interessanti per chi Una figura a cui che operano
nell’unità di
ritiene di avere
alcune capacità spesso pensiamo loro responanche senza sa- sabilità, rein determinati
ambiti. E la
perlo, quando ci golamentare
e controllare
dove il settotroviamo in stra- la movimenre è in via di
sviluppo posda ad aspettare i tazione dei
mezzi, assisono assumere
mezzi pubblici
curando la
un’importanza
puntualità
maggiore ridel servizio
spetto al pas(punto altrettanto dolente
sato.
e ben conosciuto da chi
Andiamo quindi a delineare la figura del Coordina- gira la città utilizzando
tore di movimento, che già mezzi pubblici), occuparsi
del monitoraggio del flusper la definizione stessa
suscita una certa curiosità. so dei mezzi, verificare la
presenza del personale e la
In realtà si tratta di colui
disponibilità di eventuali
che è incaricato del consostituti, per garantire la
trollo della movimentazione dei mezzi, per garantire frequenza del servizio ed il
cambio al termine dei turni
la massima regolarità del
lavorativi dei conducenti.
servizio.
Ha quindi la possibilità di
COMPETENZE
aumentare o diminuire la
Sembra facile ma non lo è
frequenza delle uscite dei
davvero. E quindi, come
mezzi, secondo le indicaper tutti i lavori, anche in
zioni che provengono dal
questo caso sono necescentro di controllo supesarie delle competenze.
riore.
Quali? Innanzitutto sono
Dunque una figura imporessesnziali quelle tecniche
tante a cui spesso pensiamo quando nelle rispettive che però si acquisiscono
sul campo e che comporcittà sostiamo a lungo,
48 - GIVA
Le competenze
tecniche
si acquisiscono sul
campo
tano una conoscenza profonda dell’azienda e delle
dinamiche che la caratterizzano.
Oltre ovviamente a una conoscenza delle norme e dei
regolamenti aziendali. Le
capacità di questa figura
professionale sono strettamente legate all’esperienza
ed è per questo motivo che
le aziende selezionano i
coordinatori di movimento
tramite concorsi interni,
aperti agli adetti di movimento e ai conducenti, che
lavorano già da tempo alle
proprie dipendenze.
Quindi diciamo che si
tratta di un gradino successivo ad altre funzioni che
comporta l’acquisizione di
una certa esperienza oltre
al fatto che uno sia particolarmente portato e abbia
capacità organizzative.
l’uso che il Coordinatore di
movimento dovrà fare dei
sistemi informatici adottati
dall’azienda; la conoscenza
di una lingua straniera.
FORMAZIONE
Come avrete quindi capito
non si tratta di portare a
termine grandi studi, ma
resta come punto fermo
e minimo il fatto di aver
terminato la scuola dell’obbligo. Il Coordinatore deve
però avere l’abilitazione
alla guida dei mezzi e possedere, quindi, le patenti
di tipo D ed E poiché, in
situazioni eccezionali, deve
essere in grado di provvedere personalmente alla
rimozione dei mezzi.
CARRIERA
Per fare quindi un punto
della situazione possiamo
dire che la qualifica di
Coordinatore di movimento
rappresenta l’apice della
carriera per l’Addetto al
movimento, collocato al
quarto livello retributivo
del contratto degli autoferro-tranvieri. Per accedere alla professione è necessario superare un concorso
interno all’azienda. La
graduatoria del concorso
è basata su un sistema di
punteggio che considera:
prima di tutto l’anzianità
di servizio, requisito che
garantisce la perfetta integrazione del dipendente
nei meccanismi aziendali;
il livello di scolarizzazione,
in quanto si tende a preferire chi è in possesso di un
diploma di scuola secondaria superiore, anche per
La gavetta
diventa fondamentale
per capire
come far
funzionare
al meglio il
tutto
SITUAZIONE DI LAVORO
Il Coordinatore può operare presso il centro di
controllo, i capolinea o i
depositi. E quindi si dovrà
sottolineare una distinzione perché nel primo caso,
egli si serve prevalentemente dei mezzi informatici e di comunicazione per
raccogliere e diffondere
agli altri operatori del
settore le informazioni
sull’andamento del servizio. Nel secondo e nel terzo
caso il Coordinatore di movimento opera direttamente
“sul campo”, decidendo in
autonomia di aumentare o
diminuire la frequenza dei
mezzi, in base alle informazioni ricevute dal centro
di controllo.
Non si tratta di una figura
autonoma perché dalla sua
persona dipendono generalmente alcuni addetti di
movimento, di solito tre o
quattro persone. Questa
figura professionale ha un
contratto di lavoro come
dipendente a tempo indeterminato ed è inquadrato
nel terzo livello retributivo
del contratto degli autoferro-tranvieri.
TENDENZE
OCCUPAZIONALI
La trasformazione degli
enti pubblici in società per
azioni, ha imposto una razionalizzazione del sistema
di trasporto pubblico, che
sta determinando notevoli
effetti sull’organizzazione
del lavoro e sul servizio offerto agli utenti. In relazione a questi cambiamenti, si
sta registrando una crescita
dell’occupazione in tutto il
settore.
GIVA - 49
Giugno/Luglioo 2014
M e r c at o
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52 - GIVA
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GIVA - 53
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54 - GIVA
Viaggi e vacanze: si parte tranquilli con
il micro localizzatore GSM Isnatch
L’estate è alle porte e si inizia a pensare alle
ferie: cosa portare in vacanza? Per essere tranquilli e godere del meritato riposo, non ci si
può dimenticare del micro localizzatore GSM
Isnatch, un dispositivo innovativo ed utile per
rintracciare gli oggetti a cui è legato. Quante
volte si è sentito quel brivido di ansia nel lasciare la propria valigia nel lato più lontano dello
scompartimento del treno o in un bagagliaio fin
troppo pieno dell’autobus? È solo un ricordo,
perché con il micro localizzatore GSM si parte in
totale tranquillità: una volta inserito nel proprio
bagaglio, il dispositivo localizza in breve tempo
l’oggetto a cui è legato. E non ci sono problemi
di spazio: si può riempire la valigia di costumi,
scarpe, borse e giacche perché il micro localizzatore ha dimensioni minimal, solo tre centimetri. Facile da usare, il micro localizzatore funziona con una comune SIM card. Per verificarne
la posizione è sufficiente chiamare il numero a
cui è legato il dispositivo con uno smartphone o
tablet 3G. La risposta sarà un sms con le coordinate geografiche: un rapido sguardo alla mappa
elettronica ed ecco individuata la posizione del
proprio bagaglio! E il microfono di cui è provvisto permette di ascoltare ciò che avviene nelle
immediate vicinanze. Inoltre, è attivabile una
funzione mediante la quale è possibile ricevere
la posizione geografica del localizzatore ad intervalli regolari e selezionabili, da 1 minuto a
24 ore. Il micro localizzatore è utile anche come
antifurto: basta inserirlo nel cruscotto dell’auto,
del camper o nel sellino della moto, per chi preferisce la “vacanza on the road”.
Il prezzo consigliato al pubblico è di 59,90 euro
i.i.
Per maggiori informazioni: www.gbconline.it
iTek presenta i gioielli della linea Scorpion: Deep Sea, Raindevil, Thunder e Ares
Tastiera, mouse, pad e cuffia: quattro progetti distinti ma uniti
nell’obiettivo, quello di offrirti le migliori condizioni di gioco.
Questo è, come sempre, lo scopo di tutti i prodotti iTek che neanche questa volta delude nel presentare nuovi accessori per i
gamer appassionati del marchio. Si tratta di elementi dalle ottime performance, ad un prezzo accessibile, e curati nel design
esterno, per accompagnare la qualità tecnica con il piacere
durante l’utilizzo.
iTek Scorpion Deep Sea è la Tastiera con layout in italiano,
dotata di dieci tasti multimediali. È prodotta con materiale anti
abrasione e anti scivolo per avere tutto il confort necessario durante le sessioni di gioco più impegnative. Oltre all’aspetto tecnico, questa tastiera presenta un design particolare e intrigante: ha la forma a “taglio di diamante”, reso vivo e splendente
grazie alla retroilluminazione a due colori, rosso e blu.
Una tastiera dallo standard così elevato, come quella iTek, non
poteva che essere associata a un mouse altrettanto performante
e completo. iTek Scorpion Raindevil è il Mouse perfetto per i
giocatori “enthusiast” che cercano il massimo nei propri dispositivi. Raindevil è dotato di sei bottoni a risposta immediata ed
è rivestito di un innovativo materiale anti scivolo. È un mouse
ad altissima precisione, dal design aggressivo e dotato di retroilluminazione multicolore.
Ad amplificare le prestazioni del Mouse Raindevil c’è iTek
Scorpion Thunder, il Pad perfetto per i gamer professionisti. Si
presenta nel classico design iTek, aggressivo ma con stile, ed
è fatto di materiali di utima generazione, rigorosamente anti
abrasione, che garantiscono un ottimo rapporto con i movimenti del mouse e, allo stesso tempo, un’aderenza perfetta alle
superfici lisce. Scorpion Thunder è garanzia di qualità, comfort
e durata, come assicurano i migliori player mondiali che lo
hanno testato.
Per completare la serie c’è iTek Scorpion Ares, una cuffia
super accessoriata e regolabile. Ares è comoda da indossare
e rivestita di un materiale soffice in similpelle per offrire il
massimo confort nell’utilizzo anche prolungato. La cuffia è dotata di regolatore indipendente del volume e di un microfono
morbido e di facile sistemazione, regolabile fino a 180° gradi.
L’impedenza dai suoni esterni è ottima e garantisce una completa immersione audio per sentirsi ancora più al centro dell’azione. Le caratteristiche che la contraddistinguono rendono la
cuffia Ares adatta ai più svariati utilizzi: gaming, multimediali
e office.
iTek si conferma da anni in testa al mercato di device professionali per i gamer e non solo, riconosciuto a livello mondiale
per i suoi prodotti, ha aggiornato ancora una volta i suoi standard con quattro dispositivi disponibili separatamente, ma che
si rivelano indispensabili l’uno per l’altro.
Di seguito i prezzi al pubblico iva inclusa. Inoltre per tutto il
mese di maggio, nei migliori negozi di informatica, partner di
iTek è in corso un importante promozione denominata “SCORPION GAMING PACK” che consiste nell’acquistare questi 4
prodotti in bundle a 39.90 € iva incluse invece di 64.90 €. Singolarmente, i prodotti sono sul mercato ai seguenti prezzi:
Tastiera iTek Scorpion Deep Sea: 34,90 euro
Mouse iTek Scorpion Raindevil: 9,90 euro
Mouse Pad iTek Scorpion Thunder: 7,90 euro
Cuffia iTek Scorpion Ares: 11,90 euro
Per maggiori informazioni: ww.itek.it
GIVA - 55
l a pa g i n a d e l n o ta i o
di Alessandro de Cicco
Giugno/Luglioo 2014
mail: [email protected]
Decreto semplificazione di
Renzi e...
aumento di costi per le srl
S
econdo le indiscrezioni giornalistiche di
questi giorni il Decreto sulla Semplificazione e la Crescita prevederebbe alcune
facilitazioni per la costituzione di S.P.A.
È stato infatti previsto l’abbassamento del livello
minimo di capitale sociale necessario per la costituzione dagli originari 120.000 euro a 50.000
euro.
Tale nuova norma è finalizzata evidentemente
ad incentivare la costituzione di nuove società a
base azionaria, riducendone i requisiti di dotazione patrimoniale.
In epoca di “credit crunch” tale manovra ha lo
sopo di favorire la raccolta sul mercato di capitale di rischio e di capitale di debito.
Tuttavia per il richiamo alla normativa della SPA
operato in più punti dal codice civile in materia
di SRL, l’abbattimento di tale limite comporterà
presumibilmente un maggior onere per le SRL
che attualmente hanno un capitale sociale inferiore a 120.000 euro, ma superiore a 50.000 euro,
le quali si vedranno ora obbligate a nominare un
collegio sindacale (o un sindaco unico).
Infatti l'art. 2477 II° comma prevede che la nomina dell'Organo di controllo (sindaco unico o
Collegio sindacale) è obbligatorio se il capitale
sociale non è inferiore (e quindi pari o superiore)
a quello minimo previsto per legge per le SPA..
Poiché l'art. 2327 del C.c. a seguito dell'entrata
in vigore del Decreto “Renzi” ridurrà il valore
minimo del capitale sociale delle SPA da 120.000
a 50.000 euro, va da se che tutte le SRL che abbiano un capitale pari o superiore a 50.000 euro,
sebbene inferiore al limite minimo attuale di
120.000 euro, dovranno per effetto della riforma
dotarsi di un Organo di Controllo. Con i relativi
costi.
A tal uopo si segnala che in base all'art. 2477 IV
comma C.c. l'obbligo di nomina dell'Organo di
controllo non scatta automaticamente a seguito
del superamento del valore minimo legale ma
solo a seguito dell'approvazione del bilancio in
cui si verifica il superamento di tale limite.
Quindi l'obbligo di nominare entro trenta giorni
l'Organo di controllo scatterà:
A) solo a seguito dell'adozione della delibera di
56 - GIVA
approvazione del bilancio di esercizio 2014;
B) solo se in esso si verifichi il superamento del
(nuovo) limite minimo imposto dalla legge per il
capitale sociale delle SPA.
Ne deriva che gli operatori potranno evitare il
costo aggiuntivo di un Sindaco unico o di un collegio sindacale qualora prima di tale delibera ne
adottino un'altra che riduca volontariamente il
capitale sociale della SRL ad un valore inferiore
a 50.000 euro ai sensi dell'art. 2482 del C.c.
In base a tale articolo, infatti, la società può ridurre volontariamente il capitale sociale ad un
importo non inferiore a 10.000 euro (se ormai
può costituirsi una srl con un capitale inferiore
a 10.000 euro non si ritiene che il capitale possa
volontariamente essere ridotto sotto tale soglia)
rimborsando ai soci parte delle quote pagate o
liberandoli dall'obbligo di versamenti ancora dovuti.
Tenga ben presente il lettore che ad una prima
lettura sembra prudenziale affermare che la riduzione del capitale non possa essere solo deliberata ma debba essere eseguita prima dell’assunzione della delibera di approvazione del bilancio
2014, che farebbe scattare l’obbligo di nomina
dell’Organo di Controllo.
E da questo punto di vista è bene rammentare
che in base all’art. 2482 II comma del C.c. la
decisione dei soci di ridurre volontariamente il
capitale sociale può essere eseguita solo dopo il
decorso di novanta giorni dal giorno dell’iscrizione nel registro delle imprese della decisione
medesima, purchè entro detto termine nessun
creditore sociale anteriore all’iscrizione abbia
fatto opposizione.
Calcolato che il termine di novanta giorni, essendo a supporto di un atto di opposizione, viene
qualificato dalla migliore dottrina e giurisprudenza quale termine “processuale” e ricordata
la sospensione dei termini processuali durante il
periodo cosiddetto “feriale” (1° agosto-15 settembre), chi volesse adottare una delibera di riduzione volontaria del capitale della propria SRL per
evitare i descritti incrementi di costi legati all’obbligo di nominare un Organo di Controllo....è
bene che si sbrighi!
QuiAssofranchising
Giugno/Luglio 2014
di Italo Bussoli
1a assemblea pubblica
assofranchising: il franchising
“tiene” e guarda al futuro con fiducia
Si è svolta a Roma lo scorso 18 giugno presso il Centro
Congressi di Confcommercio la 1a Assemblea Pubblica
Assofranchising e 9a Conferenza Nazionale del Franchising,
organizzata in collaborazione con Confcommercio-Imprese per
l’Italia e Indis-Unioncamere.
T
itolo della giornata è
stato “Franchising:
motore di imprenditorialità” e sul sito associativo www.assofranchising.it
sono disponibili tutti gli atti e i
contenuti multimediali dell’evento. Durante la mattinata è
stato fatto il punto sullo stato
del franchising in Italia, con
la presentazione dei dati del
Rapporto Assofranchising Italia 2013 – Strutture, Tendenze
e Scenari, elaborato in collaborazione con l’Osservatorio
Permanente sul Franchising.
Dalle ultime rilevazione è merso come il franchising sia riuscito anche nel difficile anno
2013 a mantenere le posizioni
e registrare alcuni indicatori in
positivo, tra i quali di assoluta
importanza il giro d’affari dei
punti vendita in franchising,
attestatosi a 23, 5 miliardi e in
crescita dell’1%.
Sono rimasti poi stabili gli
addetti occupati nel settore,
mentre molto bene risulta andare l’export delle reti in franchising italiane, che nel 2013
sono aumentate del 10,4% per
numero di insegne e del +1,6%
per numero di punti vendita.
Il Presidente di Assofranchising, Graziano Fiorelli, ha
sottolineato come il Franchising “rappresenti un’opzione
di avviamento all’impresa per
vari profili tipologici, e specificamente: donne, giovani, ex
manager, ex dipendenti che
hanno voglia di avviare una attività in proprio ma, in mercati
così competitivi, preferiscono
farlo in condizioni di maggior
sicurezza, con una struttura ed
una organizzazione, il Franchisor appunto, che ti prende per
mano e ti accompagna lungo
tutto il percorso di formazione,
di crescita e di gestione della
attività”.
Sullo stessa lunghezza d’on-
Subito
sotto, il
presidente
di Assofranchisng,
Graziano
Fiorelli.
In basso,
Francesco
Rivolta,
direttore
generale di
Confcommercio
Italo Bussoli,
segretario
generale di
Assofranchising
da l’intervento di Francesco
Rivolta, Direttore Generale di
Confcommercio-Imprese per
l’Italia: “Il Franchising è un
settore che nonostante la crisi
ha tenuto, un comparto vitale e
trainante della nostra economia che esporta il modello italiano di Franchising. Sostenere
e promuovere il Franchising
significa contribuire alla diffusione di un idea manageriale e
favorire la competitività delle
imprese.
Mettere i piccoli sistemi in
rete significa poter competere
in un mercato globale”.
Durante il suo intervento il
Segretario Generale di Assofranchising Italo Bussoli
ha poi sottolineato come ”il
Franchising in Italia ha ancora
amplissimi margini di crescita.
In Francia e in Germania esso
incide per il 14% e oltre sul
totale del commercio, in Italia
solo il 6,8%. Se poi guardiamo
agli Stati Uniti, Paese di nascita del Franchising, scopriamo
come la percentuale d’incidenza raggiunge il 38%”.
Il franchising conferma dunque le sue caratteristiche di
sistema capace di far fronte
in modo migliore ai periodi
di crisi come quello attuale,
permettendo di cogliere in
maniera adeguata le istanze
di innovazione e competitività
che il mercato non smette mai
di chiedere.
GIVA - 57
Giugno/Luglio 2014
P i c c o l e M e d i e I mp r e s e di Roberta d’Eramo
FocusPMI 2014
“Innovare per competere.
Un percorso obbligato”
Innovazione e competitività
sono strettamente correlate.
Non sempre, però, le Pmi
sono in grado di affrontare
un percorso strutturato, a
causa delle loro dimensioni
strutturali. E’ quanto risulta
dal rapporto “Le tendenze
innovative della piccola e
media imprenditoria italiana”,
che testimonia la “strana”
tentazione di innovare delle
imprese italiane
L
’entrata sui mercati
internazionali di
paesi come Cina e
India ha costretto le
economie più sviluppate a
ripensare le proprie strategie produttive, processuali,
gestionali e distributive.
L’Italia, infatti, come e più
di altri paesi, si trova a
dover recuperare il deficit
di innovazione che si è accumulato nel recente passato. Di fronte ad una tale
concorrenza, oggi, diventa
necessario utilizzare tutte
le risorse possibili sulla
ricerca, sulla creatività e
sull’innovazione. In questi
ultimi tempi si sente molto
parlare di innovazione e
se ne fa spesso la chiave
per risolvere i problemi
scaturiti dalla crisi. Di
fatto quando si parla di innovazione quasi sempre si
intende quella tecnologica.
Che però non è né l’unica
nè la più importante. E’
possibile, infatti, distin-
58 - GIVA
guere tra innovazione operativa, innovazione di prodotto/servizio, innovazione
strategica e innovazione
manageriale. L’innovazione
operativa, più facilmente
conosciuta come innovazione di processo produttivo,
riguarda le modalità con
cui si producono i prodotti
e i servizi e li si portano al
mercato. L’innovazione di
prodotto o servizio si manifesta con l’introduzione di
prodotti nuovi o di nuove
funzioni dei prodotti, oppure di nuovi servizi o di
nuove funzioni di servizi.
L’innovazione strategica
riguarda principalmente
le vere e proprie strategie
di business. L’innovazione manageriale, infine, è
l’innovazione relativa ai
processi di management e
quindi si può definire come
innovazione organizzativa.
E’ proprio quest’ultima
che crea maggiore valore e maggiori possibilità
di essere competitivi sul
mercato. Trattandosi di
questione organizzativa
l’innovazione manageriale
va perseguita da un’azienda per tutto l’arco della
sua vita ed a ogni livello,
quindi è soprattutto un’innovazione di tipo culturale.
E’ chiaro, a questo punto, come proprio il tema
dell’innovazione costituisce la leva più efficace
per competere sui mercati
internazionali.
Il “Focus PMI” 2014,
quarta edizione dell’Osservatorio Annuale sulle
Piccole e Medie Imprese
italiane, promosso dallo
Ls Lexjus
Sinacta è
una realtà
italiana e
indipendente
di oltre 180
avvocati e
dottori commercialisti
che operano
presso le
nove sedi di
Bari, Bologna, Brescia,
Firenze,
Lecco, Milano, Padova, Roma,
Torino e
Casablanca
(Marocco)
studio legale e tributario
LS Lexjus Sinacta, che si è
svolto presso la sede della
Borsa italiana, a Milano, il
20 maggio scorso, ha analizzato quanto le imprese
italiane siano propense ad
innovare. Sono state esplorate le strategie poste in
essere dalle aziende che
hanno avviato, da sole o
in network con altri partner, dinamiche innovative
per far crescere la loro
competitività sui mercati
nazionali e internazionali.
Davanti ad una crisi che
ha messo a nudo le debolezze strutturali dei sistemi
paese, l’iniziativa di tenere un Focus periodico è
un’esperienza di estremo
interesse per la piccola e
media impresa del made
in Italy. Il “Rapporto 2014
della Commissione europea sulla capacità innovativa dei paesi membri”,
infatti, evidenzia proprio
come l’Italia registri un
deficit rispetto ai paesi più
avanzati, collocandosi nel
gruppo dei Paesi innovatori moderati, terzo gruppo
dopo quello dei paesi leader (Danimarca, Finlandia,
Germania e Svezia) e dei
paesi che tengono il passo
(Austria, Belgio, Francia,
Lussemburgo, Olanda,
Regno Unito), precedendo
solo quello dei paesi in
ritardo (Bulgaria, Romania
e Lettonia). I motivi del
ritardo dell’Italia sono di
tipo economico, politico e
culturale. Il Rapporto della
Commissione europea sottolinea come le dimensioni
del debito pubblico limitino il margine di manovra
del bilancio pubblico negli
investimenti in ricerca e
come il clientelismo freni
l’innovazione. Le nostre
imprese, poi, hanno la caratteristica di essere, per la
maggior parte, di piccole e
piccolissime dimensioni e
questo non favorisce grandi
investimenti finanziari in
ricerca. Nonostante questi
ritardi e la collocazione
dell’Italia nel gruppo degli
innovatori moderati, tuttavia, il sistema produttivo
nazionale si posiziona
avanti rispetto alla media
dell’Unione Europea in
termini di quota di imprese
innovative. Questo perché
l’innovazione nel nostro
paese viene perseguita
non tanto attraverso gli
investimenti nella ricerca
e sviluppo ma soprattutto
nella possibilità di acquisire know how e apparecchiature innovative, nella
creatività e nella capacità
inventiva delle piccole e
L’iniziativa
di tenere
un Focus
periodico
è un’esperienza di
estremo interesse per
la piccola
e media
impresa del
made in
Italy
Tra le imprese che si
definiscono
altamente
innovative
si registrano situazioni diverse,
che possono essere
classificate
in tre gruppi in base
al livello
effettivo di
innovazione
medie imprese del territorio. In Italia, dunque, l’innovazione non investe la
sola realizzazione di nuovi
prodotti ma abbraccia un
ambito ben più ampio che
va dalla produzione ai
servizi, dall’organizzazione interna alle relazioni
esterne. Questa capacità
d’innovazione, cosiddetta
di tipo trasversale, risulta
molto importante perché le
imprese che ne sono interessate risultano più frequentemente orientate ad
operare sui mercati esteri
rispetto a quelle in cui
l’innovazione è circoscritta
ai soli prodotti e processi
o solo all’organizzazione e
marketing. D’altra parte il
solo export non può aiutare
le imprese italiane a recuperare il gap in termini di
competitività con i partner
europei se la domanda
interna rimane debole, se
non migliora la capacità
produttiva, se non cresce
la propensione agli investimenti, se non si risolve il
problema dell’occupazione.
L’indagine realizzata
dall’Istituto Guglielmo
Tagliacarne dal titolo “Le
tendenze innovative della
piccola e media imprenditoria italiana”, presentata
durante il convegno, condotta su un campione di
1150 aziende e riferita al
periodo gennaio-dicembre
2013, si è posta proprio
l’obiettivo di verificare la
propensione delle pmi a
ricercare in modo stabile
strategie e processi innovativi. Per quanto le pmi italiane presentino una buona
propensione ad innovare
ed una spiccata attitudine
a farlo in maniera sempre
più trasversale ed integrata, tuttavia, una di loro su
quattro non è pienamente
consapevole della propria
capacità di innovazione,
GIVA - 59
da far emergere per favorire la crescita sui mercati
internazionali. Le aziende
“orientate all’innovazione”, infatti, presentando
importanti opportunità
di crescita, non possono
essere lasciate da sole.
Esse necessitano di un
supporto e devono essere
sostenute e incoraggiate
nell’innovazione. Lo studio
ha messo in risalto alcune
tendenze di rilievo delle
imprese nazionali. A differenza di altre economie
europee, dove il contributo delle grandi aziende è
preponderante, in Italia si
osserva ad un sostanziale
equilibrio tra le risorse investite in innovazione dalle
pmi (49%) e dalle grandi
aziende (51%). Sul totale
della spesa per innovazione delle imprese italiane,
superiore a 15,9 miliardi
di euro, ben 7,8 miliardi
sono a carico delle pmi. Un
dato rilevante, soprattutto
se paragonato con quello
della Germania, dove le
pmi hanno investito in
innovazione 9,3 miliardi
di euro su un totale di 70
miliardi. Anche in termini
di quota di imprese innovative, il sistema produttivo nazionale innova più
della media dell’Unione
Europea (innova il 56,3%
delle imprese italiane rispetto al 52,9% di quelle
dell’Ue). Dai dati dell’indagine risulta che rappresentano il 79,8% le pmi
60 - GIVA
che si auto-percepiscono
come altamente innovative, costituiscono il 60,7%
quelle che si dichiarano
mediamente innovative
e raggiungono il 14,3%
quelle che si autodefiniscono poco innovative. Tra
quelle che si sono autodefinite molto innovative, di
fatto, una su cinque, nel
triennio 2011-2013, non
ha introdotto innovazioni.
Un aspetto, questo, che fa
presupporre una perdita di
competitività e di capacità
innovativa. Tra le aziende
che si sono definite “con
bassa propensione ad innovare” l’indagine ha rilevato, invece, un sottogruppo,
pari al 25% del totale, che
appare propenso, pur non
essendone pienamente
consapevole, ad operare
nella direzione dell’innovazione, destinando risorse
umane e finanziarie, realizzando specifiche attività,
effettuando investimenti
per la crescita dell’azienda
e ricercando collaborazioni con altre imprese
per creare quelle sinergie
necessarie alla crescita
competitiva. In particolare
una pmi su sette, tra quelle
che si definiscono meno
innovative, ha di fatto introdotto, al proprio interno,
innovazioni significative
che potrebbero consentirle
di spostarsi verso aree di
mercato in grado di offrire maggiori opportunità.
Sono proprio queste le
Imprese
poco innovative: sottogruppo
propemso
ad innovare pur non
essendo
pienamente
consapevole
Franco
Casarano,
Presidente
LS Lexjus
Sinacta
Al dibattito su Pmi,
competitività e innovazione hanno
partecipato
anche Raffaele Jerusalmi, Amministratore
Delegato
di Borsa
Italiana ed
esponenti di
primo piano
del mondo
finanziario,
dell’imprenditoria
e delle associazioni
aziende, non pienamente
consapevoli del proprio
potenziale innovativo, che
necessitano di un supporto
affinchè l’innovazione si
integri in tutti i processi
aziendali. “Il potenziale
di innovazione insito nelle
pmi si potrebbe, ad esempio, far emergere attraverso
interventi di sostegno nei
percorsi di sviluppo tecnologico, nell’accesso al
credito, nella fiscalità - ha
sottolineato, nel suo intervento al Convegno, Franco
Casarano, partner di LS
Lexjus Sinacta - che comportino meno tasse, consentano maggiore export
e soprattutto pratiche di
open innovation che puntino, cioè, non soltanto sulla
ricerca e lo sviluppo tradizionale, ma anche sull’attrarre talenti dall’esterno,
in un processo creativo di
co-generazione delle idee”.
Da una stima sui dati del
Rapporto dell’Ufficio studi
della Camera di Commercio di Milano di febbraio
2014, realizzato attraverso
Ipsos, emerge, infatti, che
le imprese milanesi in cerca di credito sono cresciute
dal 13 al 14% in quattro
mesi, mentre il 53% ha già
attive delle linee di credito e il 22% pratiche di
mutui. Sono però 52mila le
imprese milanesi che negli
ultimi tre mesi hanno avuto
problemi di credito, tra chi
ha richiesto alle banche
un prestito o un finanziamento (40mila) e chi, pur
avendone bisogno, non
ha neppure tentato (circa
12mila). Quasi la metà di
quelle che lo hanno richiesto non lo ha ottenuto in
totale o in parte. “Il credito
è una leva fondamentale
per le imprese, alla base
della capacità di investire
e di innovare. Innovare è
l’unica strada di rilancio in
questo periodo di difficile
crisi”, ha dichiarato Alvise
Biffi, vicepresidente Piccola Industria - Confindustria
e consigliere della Camera
di Commercio di Milano.
“La Camera di Commercio
di Milano è impegnata con
una serie di iniziative di
supporto alle imprese per
agevolare e mettere a disposizione strumenti veloci
e efficaci per poter accedere al credito”, ha dichiarato Pier Andrea Chevallard,
segretario generale della
Camera di commercio di
Milano.
Il nostro sistema delle imprese, dunque, è pronto a
ricominciare a crescere.
L’export sta funzionando.
Solo 5 paesi al mondo,
infatti, possono vantare
un surplus commerciale
manifatturiero superiore
a 100 miliardi di dollari.
L’Italia è uno di questi. C’è
un paese, poi, in Europa,
che attira più turisti cinesi, statunitensi, canadesi,
australiani e brasiliani di
Alvise Biffi,
Vicepresidente
Piccola
Industria
– Confindustria e
consigliere
Camera di
commercio
di Milano
Pier Andrea
Chevallard,
segretario
generale della
Camera di
commercio
di Milano
Una delle
Tavole
Rotonde
di cui si è
composto
l’evento
ogni altro. Questo Paese è
l’Italia. Ancora, c’è un paese che primeggia in quanto
ad efficienza ambientale,
con meno emissioni di CO2
e meno rifiuti, delle proprie imprese: ed è sempre
l’Italia. E c’è un Paese che
durante la crisi globale ha
visto il proprio fatturato
estero manifatturiero crescere più di quello tedesco, ancora l’Italia. Perché
tutto ciò accada vuol dire
che in un sistema così poco
competitivo, come quello
italiano, in cui la macchina
pubblica sembra comprimere ogni possibilità di
crescita, ci sono imprese
che riescono a dare grande
valore aggiunto al loro prodotto e riescono a vendere
il Made in Italy conseguendo risultati inaspettati. Le
imprese rimaste in vita,
dunque, costituiscono un
sistema produttivo incredibilmente propositivo
e creativo. Purtroppo, in
Italia più che in altri Paesi, il mercato interno è
fortemente depresso. Ciò
dipende principalmente
dal fatto che il 53% del
Pil è fatto da aziende che
lavorano per lo Stato. Se
lo Stato non compra e non
paga, alla fine, mette in
ginocchio metà del nostro
sistema produttivo creando
un circolo vizioso in cui
la mancanza di liquidità
deprime la capacità di acquisto.
GIVA - 61
Benessere
Giugno /Luglio 2014
di Giovanna Falchi
Arriva l’estate
si va in vacanza
Tempo di riposo.
Ecco alcuni trucchi
per non tornare più
stanchi di prima.
M
i ricordo quando
anni fa si andava
in vacanza per
brevi periodi
magari avendo al seguito un
gruppo di adolescenti e si faceva loro l’invito a consegnare i cellulari per liberarsi da
certe dipendenze che possono
risultare anche pericolose.
Ora si potrebbe proporre la
stessa cosa anche agli adulti perché sono ben pochi
quelli che non hanno alcuna
dipendenza dai vari dispositivi elettronici che ormai ci
accompagnano nella vita di
ogni giorno. Ci avviciniamo al
periodo delle vacanze e quindi sarà bene che ritroviamo
momenti di serenità. Non si
parla di astenersi totalmente
perché ormai sappiamo bene
che è pressoché impossibile
ma sarebbe bello riuscire a
ridurre a pochi e determinati
momenti durante la giornata.
Non si può vivere attaccati
al web anche mentre si è in
vacanza, e questo perché un
coinvolgimento di questo
62 - GIVA
tipo ci porta a concentrare
la nostra attenzione su uno
schermo perdendo di vista
tutto quello che di bello ci
circonda nella natura e nel
paesaggio dove ci troviamo.
Il rischio altrimenti è quello
anche di rimanere in chat per
mantenere i rapporti di sempre perdendo la possibilità
di realizzare nuovi incontri e
conoscere persone nuove. Si
può avere anche carta e penna per fissare le impressioni
e le emozioni. I primi giorni
di vacanze dopo lo stress dei
preparativi e tutta la intensa
attività di un anno dovrebbero
essere lasciati liberi. Niente
programmazione. Solo il mettersi in ascolto di se stessi e
delle proprie emozioni. Devono essere giorni, i primi, senza impegni, per agire come
il momento ci suggerisce.
Infatti, dopo un anno di tanto
lavoro e impegno, il rischio
è quello di riempire i giorni
di vacanza di cose da fare e
da vedere con il rischio di
tornare più stanchi di prima.
La prima attenzione da avere
è nei confronti delle persone
che ci stanno intorno e che
magari, durante l’anno, sono
già costretti a dover rinunciare spesso a noi. Allora stiamo
con il nostro compagno o
compagna e torniamo a giocare con i nostri figli. Organizziamo al limite picnic al parco, o nel luogo ricco di verde
più vicino a dove ci si trova,
coinvolgendo anche amici
e conoscenti. Potrebbe
essere una modalità per far
scattare un dialogo ravvicinato, il primo passo per
nuove amicizie.
Ma un buon suggerimento potrebbe
essere quello di
dare una svolta alla
propria vita e cambiare quelle abitudini che ci portiamo
dietro da una vita.
É una questione di
saper esercitare l’arte
dell’improvvisazione:
lasciati guidare dall’istinto, fai colazione in un bar
Primo passo da fare:
prendere le
distanze dai
vari dispositivi elettronici
differente, gioca a scoprire
quartieri mai visti o luoghi
interessanti, vicini a casa,
da raggiungere in bicicletta
o in treno. Il mondo è saper
guardare con occhi nuovi.
Altra cosa che possiamo fare
è dedicare tempo alla cura e
all’attenzione verso un certo
benessere fisico. E allora
possiamo bere tanta acqua,
spremute e frullati, evitando
bibite gassate e zuccherate,
che non soddisfano realmente
la sete. Nutriti con semplicità,
scegliendo alimenti freschi e
naturali. Divertiti a assaggiare
piatti nuovi e sperimenta con
allegria ricette diverse, senza
senso del dovere ma col piacere di viaggiare nei sapori.
Cura ciò che mangi con attenzione e amore. Perché ciò che
mangi è ciò che ti nutre. E se
cucinare tocca sempre a te...
passa il compito al marito,
almeno per le vacanze.
La vita non chiede permesso per accadere. Impara a
cogliere le potenzialità degli
imprevisti: le vacanze sono
un’ottima occasione per iniziare. Almeno in ferie cosa ne
dici di essere un po’ più flessibile? Non prenderti troppo
sul serio, non creare troppe
aspettative , che rischiano di
isolarti in un sistema chiuso.
Sei in vacanza: pensa a sorri-
dere e non prestare attenzione
al disordine. Questo esercizio
potrebbe rivelarsi un’ottima
strategia per diventare meno
perfezionista e imparare a
goderti di più la vita... anche
al ritorno.
Via libera al movimento!
Nuota, balla, mettiti alla
Dedichiamo prova con un nuovo sport
più tempo
da imparare. Sfrutta le ore
ai nostri
più fresche della giornata,
affetti
al mattino o di sera, per fare
Riserviamo
maggiori
attenzioni
alla dieta
Mettiamoci
in ascolto
di noi stessi
e delle nostre emozioni
jogging, sarà un potente elisir
anche per l’umore. Secondo le
ultime ricerche scientifiche la
passeggiata serale, almeno di
un quarto d’ ora, è un’ ottima
abitudine: consente di abbassare la glicemia e migliora la
circolazione.
Insegui il filo delle tue passioni. Quali sono i tuoi sogni
del cassetto? Non fissarle in
uno schema rigido: permettiti
di vivere ciò che ami come un
gioco nel quale riscoprire la
capacità di sorridere .
Respira! Paradossalmente il
primo passo per essere felici e
vitali si scopre nell’accettare
i problemi e le emozioni dolorose come parte inevitabile
della vita. Solo quando diamo
a noi stessi il permesso di
sperimentare l’intera gamma delle emozioni umane ci
apriamo alla reale consapevolezza delle sensazioni più intime. Anziché giudicare, prova
a dare un nome a ciò che si
agita nel tuo cuore: guardalo,
ascoltati. Prendi tempo per te.
Accetta i tuoi limiti : se sei
stanca fai un pisolino. Un
quarto d’ora è sufficiente per
ritrovare l’energia, ma duran-
te le vacanze puoi concederti
più tempo. Per riposare, liberare la mente. Sognare a occhi
aperti . La pausa porterà relax, calma mentale, soluzioni
nuove e intuizioni stimolanti
da cogliere al volo.
Lascia libera l’immaginazione
e, con calma, rivivi i momenti
più importanti dell’ anno,
anche i più spiacevoli: pensa
a ciò che hai imparato grazie
a ogni esperienza, rifletti su
ciò di cui avresti bisogno. E
scrivi! In una lista di buoni
propositi per il ritorno dalle
vacanze appunta progetti e
ispirazioni per il prossimo settembre, saranno uno stimolo
per ripartire con grinta.
L’acqua ricarica: rinfresca
il corpo, rigenera lo spirito.
Se sei al mare non limitarti
a prendere il sole: nuota,
muoviti passeggiando lungo il
bagnasciuga, a zigzag dentro
e fuori dall’acqua. Non essere
pigra e tuffati alla scoperta
del fitness in acqua: puoi sperimentare l’ acquagym oppure
il sub. Il mare: un mondo silenzioso dove riscoprire ritmi
ancestrali e avvertire la leggerezza del corpo che si muove
nell›acqua. Una sensazione
emozionante, da portare a
casa con te.
Riscopri nel silenzio la voce
delle tue emozioni. Lasciati
libera di esplorare il mondo
dentro e fuori di te. Inizia a
dare tempo e attenzione a ciò
che ami. Cura le tue passioni. L’estate è il luogo dove
fermarsi, per ripartire più
carichi, di vita e progetti per
l’orizzonte del domani.
GIVA - 63
Libri
Giugno/Luglio 2014
di Bice Passera
IN VACANZA
Qualche piccolo
suggerimento per chi sta già
pensando alla vacanza e
a qualche libro da mettere
in valigia. Il momento del
riposo è quello giusto per
qualche lettura distensiva,
ma anche impegnativa.
quel pollo di icaro
C
i
hanno
sempre
detto di
seguire
le regole
e non
rischiare.
Ci hanno messo in guardia ricordandoci che abbandonare la
vecchia strada è pericoloso ed è
molto meglio avere una serie di
regole sicure da seguire. Tenete
la testa bassa. Non volate troppo
vicino al sole. Ma le cose ora
sono molto diverse, viviamo in
un’era molto particolare e allora
la prudenza è sempre troppa. È
ora di volare più in alto che mai.
Nel suo libro più coraggioso
e provocatorio, Seth Godin ci
mostra come avere successo in
un’economia che premia la creatività, non l’ubbidienza, e spiega
perché i veri innovatori cercano
la fiducia, l’originalità, la lea-
64 - GIVA
dership, le storie virali, e afferma con passione che dovremmo
iniziare a vedere il nostro lavoro
come un’opera d’arte. L’arte non
è scritta nel nostro DNA e non è
un talento innato. È un atteggiamento, accessibile a chiunque
abbia una visione che altri non
hanno e il coraggio di metterla
in pratica. Steve Jobs era un
artista, così come lo erano anche
Henry Ford e Martin Luther
King. Lavorare come un artista
significa investire in risorse che
fanno la differenza: creatività,
lavoro emotivo e grinta. Non è
un cammino per deboli di cuore
e Godin vi spiegherà perché è la
vostra unica occasione per farvi
notare. Questo è il momento di
scoprire nuovi territori e nuovi
lavori senza la certezza di una
mappa. Allora, che cosa fare?
Seth Godin,
Quel pollo di Icaro,
Sperling & Kupfer,
€ 16,00
LA SPINTA
O
gni giorno
prendiamo
decisioni sui
temi più disparati: come
investire i nostri
soldi, cosa mangiare per cena,
dove mandare i figli a scuola, con
che mezzo di trasporto raggiungere il centro della città. Purtroppo
facciamo spesso scelte sbagliate.
Siamo esseri umani, non calcolatori
perfettamente razionali, e siamo
condizionati da troppe informazioni contrastanti, dalla complessità
della vita quotidiana, dall’inerzia
e dalla limitata forza di volontà. È
per questo che abbiamo bisogno
di un “pungolo”, di una spinta
gentile che ci indirizzi verso la
scelta giusta.
Richard H. Thaler Cass R.
Sunstein, La spinta gentile,
Feltrinelli, € 16,00
L’EURO E LA SUA RELIGIONE
I
l tradimento del titolo risale alla creazione della Unione Monetaria Europea (UEM), quando il Trattato di Maastricht del 7
febbraio 1992 alimentò aspettative che si sono poi rivelate false
promesse. Ad esempio, sostiene Di Taranto, “secondo gli accordi
avremmo dovuto avere uno sviluppo del reddito di circa il 3%
annuo, un incremento di due milioni di posti di lavoro e una forte
riduzione dei prezzi a vantaggio dei consumatori. Tutto questo
non solo non si è avverato, ma a partire dal 2007-2008, cioè dall’inizio della crisi,
le condizioni delle famiglie sono notevolmente peggiorate”. Queste aspettative
tradite, prosegue il professore “sono state rese possibili da quella che Jacques
Sapir chiama la Religione dell’Euro”. Cerchiamo di capire cosa questo significhi.
Giuseppe Di Taranto, L’Europa tradita, Luiss, € 14,00
A spasso per wall street
sando un linguaggio di assoluta semplicità e una grande dose di
umorismo anglosassone, Malkiel aiuta i lettori a comprendere
U
come la miglior strategia di investimento consista nell’acquistare e
tenere a lungo fondi indicizzati (ETF) sui principali mercati mondiali,
seguendo una semplice regola: meno si rischia più si guadagna.
Burton G. Malkiel – A spasso per Wall Strett, Hoepli, € 19,90
I
l manuale fornisce non solo le chiavi
descrittive o interpretative dei fenomeni
economici e aziendali, ma anche i possibili
strumenti per affrontare il cambiamento e
per gestire alcuni processi chiave indispensabili per perseguire traguardi di crescente
competitività. Si fa riferimento alla strumentazione di analisi e gestione strategica
delle imprese, con particolare attenzione
alle dinamiche della crescita e ai processi di
produzione, di marketing, di internazionalizzazione.
Annalisa Tunisini, Tonino Pencarelli e Luca Ferrucci, Economia e management delle imprese, Hoepli, € 44,00
Lezioni di leadership
A
tre anni dalla sua scomparsa, Steve Jobs continua a essere studiato in
tutte le business school come
un modello unico di creatività,
capace di coniugare in modo
innovativo tecnologia e bellezza,
strategia economica e fantasia.
Imprenditore geniale, ma anche
uomo dal carisma spietato, di
lui spesso si sono messi in luce
gli aspetti più ruvidi della personalità, senza considerare che
questi erano parte integrante del
modo in cui ha portato la sua
azienda a raggiungere traguardi straordinari. Con la Apple,
Jobs è riuscito a creare prodotti
vincenti e
a sviluppare nuove
occasioni
di business,
rivoluzionando in pochi
anni differenti settori,
dall’informatica alla telefonia, dall’editoria
alla musica. E questo grazie alla
propria inventiva e alla determinazione con cui ha guidato la
sua squadra.
Steve Jobs, Lezioni di leadership, Mondadori, € 12
Il metodo warren
Buffet
D
al 2007 a oggi la crisi
dell’euro ha fatto cadere governi, fallire banche,
capitolare intere economie.
Milioni di cittadini europei
stanno pagando il conto
di scelte che non hanno
compreso né condiviso. Le
previsioni catastrofiste sulla
tenuta dell’euro sono (per ora) andate a vuoto, ma
in Italia il prezzo è stato altissimo: molto rigore,
troppe tasse, un aumento vertiginoso della disoccupazione e del debito pubblico. Così all’improvviso la politica è stata costretta a discutere,
difendere, proporre: bisogna uscire dall’euro; solo
la lira può salvare le imprese; la Germania di
Angela Merkel sta combattendo una guerra senza
carri armati. Oppure no: dobbiamo rimanere nella
moneta unica ma “battere i pugni sul tavolo”,
rompere i vincoli del rigore, accettare il fallimento delle istituzioni comunitarie e tornare a una
“Europa dei popoli”, qualunque cosa questo voglia dire. Consegnare il destino dell’Europa alla
Banca centrale è l’inevitabile conseguenza del
vuoto della politica o una sconfitta della democrazia? Il problema dell’Italia è l’Europa o semmai è
vero il contrario? La notte dell’euro è stata lunga
ma non è ancora finita. Queste pagine sono una
guida per orientarsi nel buio.
Alessandro Barbera/Stefano Feltri, La lunga
notte dell’Euro, Rizzoli, € 16,00 GIVA - 65
Viaggi
e turismo
Giugno /Luglio 2014
a cura di Paola Scaglia
La carica delle 100
mongolfiere
N
In occasione del centenario
della prima guerra mondiale,
la traversata della Manica
con “Volare in Mongolfiera”
per puntare al Record del
Mondo.
42 - GIVA
on a tutti – anzi,
quasi a nessuno,
per la verità – capita di partire per
un viaggio e di finire nella
storia. Ebbene, quella che
“Volare in Mongolfiera” –
società di Carpineti (RE)
che organizza voli a richiesta in zone suggestive d’Italia e del Pianeta. Propone per l’autunno 2014 non
soltanto un’esperienza ma
esattamente l’opportunità
di scrivere il proprio nome
nel libro degli eventi da ricordare a livello mondiale.
Non si può essere più precisi, al momento, perché le
date sono per le settimane
bianche, non per chi affida
le proprie decisioni nelle
mani dei venti e delle condizioni atmosferiche.
Ciò che invece è certo è
che tra novembre e dicembre, nell’ambito degli
eventi che celebrano il
centenario della Prima
Guerra Mondiale, Arras
Montgolfières Sport si è
messa in testa di abbattere il precedente record
di traversata del Canale
della Manica, coinvolgendo nell’impresa 100
mongolfiere di nazionalità
differenti, con partenza dal
circuito automobilistico di
Lydden, in Inghilterra, e
arrivo sulle coste francesi
a Boulogne sur mer.
Per partecipare, “Volare in
Mongolfiera” propone una
traversata al costo di 600
euro a persona, inclusivo
del volo in mongolfiera
dall’Inghilterra alla Francia.
Il giorno della partenza – nel pieno spirito di
quell’avventura che ti cade
addosso quando meno te
l’aspetti – verrà comunicato con un preavviso di
72 ore, per permettere ai
membri dell’equipaggio di
farsi trovare nella data decisa al punto di decollo.
I
primi a compiere la traversata della Manica in mongolfiera furono, nell’aprile
del 1963, Ed Yost e Don
Piccard. Tra i prossimi 100
in una volta sola, potreste
esserci voi.