7 minuti - Scarpa
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7 minuti - Scarpa
7 minuti Emilia Romagna Teatro Teatro Stabile dell'Umbria Teatro Stabile del Veneto autore Stefano Massini scenografia Gianluca Amodio costumi Lauretta Salvagnin light designer Marco Palmieri musiche originali Aldo E Pivio De Scalzi videografie Marco Schiavoni regia Alessandro Gassmann con Ottavia Piccolo, Paola Di Meglio, Silvia Piovan, Olga Rossi, Maiga Balkissa, Stefania Ugomari Di Blas, Cecilia Di Giuli, Eleonora Bolla, Vittoria Corallo, Arianna Ancarani, Stella Piccioni, Note dell’autore Ci sono storie che ti vengono a cercare. Sembra che facciano davvero di tutto per essere raccontate, per essere scritte. Una di queste ha raggiunto e conquistato me, ed ha a che fare con le operaie tessili di Yssingeaux, nell’Alta Loira. Il fatto di cronaca risale al gennaio 2012, e ha riempito i giornali d’Oltralpe: d’altra parte poteva passare inosservato uel raccio di ferro cos spietato fra le dipendenti – tutte donne – di uno dei massimi colossi industriali francesi e i nuovi dirigenti subentrati al controllo? La storia delle operaie di Yssingeaux mi ha dato la caccia per vari mesi. Non potevo aprire un uotidiano o cliccare su una e page sen a trovarmi di nuovo davanti uei visi femminili, assortiti di ogni et , impegnate in una difesa epica – antica eppure modernissima – della propria dignit di lavoratrici. Ma in quale modo raccontare in teatro tutto uesto Il pretesto me l’ha fornito, come sempre, non il filone principale ens uno dei tanti aneddoti di cui costellata la drammatica trattativa di uei giorni: la lunga riunione del consiglio di fabbrica che doveva decidere se accettare o meno una rinuncia ai propri diritti ac uisiti. u uella riunione ho costruito tutto. con grande passione, perch mi sem rava straordinario ritrarre in scena il mosaico estremo di uel conclave tutto di donne, chiamate a votare s o no non solo alla propria sorte, ma anche a uella di chiss uante altre fa riche nell’ uropa della grande crisi. ome in tante occasioni - di cui la toria piena - si ha davvero la sensazione che nel piccolo di quella riunione a Yssingeaux si sia realizzato il modello in miniatura del pi tremendo dramma del nostro tempo: il di attito fra uelle undici donne, diversissime, in fondo il sismografo di un inizio secolo iper-contraddittorio in cui la bussola del lavoro sbanda impazzita, tirando nel vortice la stessa identit del cittadino europeo moderno. cco perch ho ceduto alla pressante preghiera di uelle donne, che dalle foto dei giornali mi chiedevano di essere raccontate: la loro storia una radiografia del presente, in ognuna di loro – nelle storie di ognuna di loro – c’ il paradigma di ualcosa che ci riguarda, ci tocca, e merita di comporre il mosaico di una narra ione contemporanea. se nell’immediato dopoguerra, eginald ose utili l’espediente geniale di una composita giuria per scandagliare i fondali limacciosi della societ americana, io sono convinto che un consiglio di fabbrica possa quanto mai servire, oggi, per indagare i movimenti tellurici dell’ uropa dilaniata dagli spread. Stefano Massini Note di Regia 7 minuti di tefano assini, asato su un episodio realmente accaduto in una fa rica rancese , in questo passaggio storico, il testo che andavo cercando. Parliamo di lavoro, di donne, di diritti, lo faremo dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse personalit , le paure per il nostro futuro e per uello dei nostri figli, le ra ie inconsulte che situa ioni di precariet lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento. Il linguaggio di assini vero, asciutto, credi ile, coinvolgente, molto attento e preciso nel descrivere i rapporti ed i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte appunto diverse tra loro, ma capaci di raccontarci una umanit che tenta disperatamente di reagire all’incerte a del futuro. Ottavia iccolo, lanche, rappresenter , tra uesti undici caratteri, la possi ilit di resisten a, il tentativo di far prevalere nel caos la logica, la giusti ia, una sorta di madre coraggiosa che tenta di indicare una via alternativa. Il disegno registico, come mia a itudine, si concentrer sul tentativo di dare verit a ueste anime, descrivendone, in una scenografia iperrealista, tutte le diversit , emozioni, incomprensioni, tentando, come sempre, di amplificare le emo ioni gi presenti nel testo. Il teatro pu davvero essere luogo di denuncia sen a mai rinunciare alla produ ione di emo ioni, uesto ho fatto finora e continuer a fare con 7 minuti . Alessandro Gassmann 7 minuti, il cammino nell’impegno civile In scena la rappresentazione dalla regia di Gassmann, protagonista Ottavia Piccolo Lo spettacolo parla di lavoro, di donne, di diritti, dando voce e anima a undici protagoniste operaie che raccontano, con le loro diverse personalità, le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento. Il testo si basa su un episodio realmente accaduto in una fabbrica francese nel 2012: il duro raccio di ferro tra le operaie tessili di Yssingeaux, nell’Alta Loira, e i nuovi dirigenti subentrati al controllo. E il principale filone drammaturgico è costruito sulla lunga, drammatica riunione del consiglio di fabbrica che doveva decidere se accettare o meno una rinuncia ai propri diritti acquisiti. Il linguaggio di Massini è vero, coinvolgente, preciso nel descrivere i rapporti e i percorsi di vita di queste undici donne, madri, figlie, capaci di raccontare un’umanit che tenta disperatamente di reagire all'incertezza del futuro. Ottavia Piccolo, Blanche, rappresenta, tra questi undici caratteri, la possibilità di resistenza, il tentativo di far prevalere nel caos la logica, la giustizia, una sorta di "madre coraggiosa" che indica una via alternativa. Il disegno registico di Alessandro Gassmann intende dare verità a queste anime, descrivendone, in una scenografia iperrealista, tutte le diversità ed emozioni. Solo 7 minuti. Cosa sono 7 minuti di fronte alla possibilità di perdere il posto di lavoro? Rappresentano il confine tra libertà e costrizione, tra dignità e soggezione. Questo ci dice l’omonimo testo di tefano assini portato in scena dalla regia di Alessandro Gassmann; protagonista, Ottavia Piccolo. Una produzione del Teatro Stabile del Veneto, Emilia Romagna Teatro onda ione e Teatro ta ile dell’Um ria. Non facile n indolore la decisione che il consiglio di una fabbrica tessile, formato da dieci donne e dalla loro portavoce, è chiamato a prendere: accettare la riduzione del tempo di pausa - un sacrificio apparentemente minimo – per venire incontro alla richiesta dei proprietari e dei soci stranieri, che si impegnano a non licenziare nessuna delle duecento operaie, oppure rifiutare quel ricatto travestito da magnanimità e affrontare a testa alta i rischi che ne derivano? Bianca, la portavoce, dubita che cedere sia la strada giusta e piano piano, con fatica, riesce ad aprire una breccia nello schieramento delle sue compagne, inizialmente compatte nell’optare per il s . ome in altri suoi lavori, assini si mette e ci mette in rela ione con l’attualit (la vicenda ispirata a una storia vera, accaduta in Francia nel 2012), e va al cuore di uno dei problemi più urgenti che segnano questi difficili anni del nostro tempo, chiamandoci in causa, perché come afferma Bianca, la responsabilità non è sempre del sistema, ma sta anche e soprattutto nelle decisioni dei singoli. Non stupisce che Gassmann abbia scelto un testo come questo, congeniale alla sua visione di un teatro necessario, che coinvolga il pubblico e susciti una discussione, n che a interpretarlo a ia chiamato Ottavia iccolo, un’artista sempre pi determinata a percorrere il cammino dell’impegno civile, ma alieno da toni altisonanti. La sua prova d’attrice è misurata e persuasiva, di spicco, ma non prevaricante rispetto alle dieci interpreti che la affiancano con molto impegno: Eleonora Bolla, Paola Di Meglio, Silvia Piovan, Balkissa Maiga, Cecilia Di Giuli, Olga Rossi, Stefania Ugomari Di Blas, Arianna Ancarani, Stella Piccioni e Vittoria Corallo, tutte professioniste scelte con provini. Uno spettacolo di parola, 7 minuti, montato con la tecnica cinematografica che caratterizza le regie di Gassmann (le videografie sono come di consueto di Marco Schiavoni, anche se qui appaiono giustapposte più che significative, o addirittura riduttive, come nel caso dei rossi cieli d’Africa che fanno da sfondo alle parole dell’operaia nera, smor andone l’incisivit ). La claustrofobica essenzialità della scenografia, lo spogliatoio delle operaie, creazione di Gianluca Amodio, si dilata non per le immagini, ma per il conflittuale intreccio delle vite e delle ragioni delle donne, che gettano luce su una realtà sociale complessa e multirazziale. La canzone composta da una giovane disoccupata inglese chiude il sipario su un finale aperto. "7 minuti" con Ottavia Piccolo L'AUTORE fiorentino Stefano Massini è il simbolo del nuovo teatro. Un teatro che appassiona come i classici, ma che sa parlare con poesia di tragedie contemporanee. Massini ha vinto premi, e un maestro come Luca Ronconi metterà in scena un suo testo. Massini, parliamo di questo spettacolo. "L'idea mi è venuta in Francia, leggendo Le Monde. 7minuti è ispirato ad una storia realmente accaduta. Ottavia Piccolo e le altre attrici daranno vita a 11 donne che formano il Consiglio di fabbrica al centro del nostro testo: sono in balia della paura di perdere il lavoro, costrette ad uno sforzo eroico di raziocinio per non cedere alla legge della necessità che la dirigenza della loro fabbrica tenta di usare come strumento di un tacito ricatto per offuscare la loro dignità e indebolire i diritti acquisiti". La scenografia è realistica. "Così l'ha chiesta Alessandro Gassmann. L'azione si svolge nello spogliatoio della fabbrica: un tavolo, sedie scompagnate, gli armadietti delle dipendenti, grembiuli da lavoro". Chi sono le donne del suo spettacolo? "Sono persone di diverse età, nazionalità, classi sociali diverse: soprattutto hanno fra loro opinioni diverse: Ottavia Piccolo lavora lì da trent'anni, altre sono state assunte da poco e vorrebbero tutto e subito". Il tema di 7 minuti è dunque il lavoro, la precarietà sul lavoro, l'assenza di un posto. "Certo, ma non soltanto. Io credo che l'incertezza sul lavoro generi paura, è la paura che ha adesso il mondo occidentale di fronte alla crisi economica. Noi eravamo una società protetta: posto fisso, assistenza medica gratuita, pensione assicurata. Adesso queste certezze non ci sono più ed arriva la paura, l'incertezza. Le donne di questa fabbrica diventano il simbolo di una società che improvvisamente si sente vulnerabile". Nello spettacolo lavorano persone di ogni età. "Sono coinvolte 5 generazioni: quella dei quarantenni rappresentata da me, quella dei sessantenni di Ottavia Piccolo, i cinquantenni rappresentati da Alessandro Gassmann. Le altre attrici hanno dai 20 ai 30 anni. Il nome di Gassmann poi, che rimanda al grande Vittorio, ci porta anche un pubblico di settantenni ".