A - Relazione - Comune di Villacidro

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A - Relazione - Comune di Villacidro
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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COMUNE DI VILLACIDRO
Provincia del Medio Campidano
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Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
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1. Cenni storici
1a - Premessa
La stesura del Piano Particolareggiato di una parte consistente della zona A del
Comune di Villacidro è stata preceduta da un attento studio del processo di evoluzione
urbanistica subito dal centro storico e dall’individuazione delle peculiarità relative alle singole
zone.
Ripercorrendo le fasi storiche più salienti del centro attraverso gli scritti, la cui
scarsezza è essenzialmente dovuta alla mancanza di un archivio comunale (distrutto da un
incendio nel febbraio del 1950), è stato possibile individuare, rilevare e circoscrivere
numerosi edifici che presentano particolari caratteristiche stilistiche, architettoniche e storiche
degne di essere salvaguardate o sottoposte a vincolo conservativo.
La struttura urbanistica dell’abitato di Villacidro non si è formata casualmente
ma è stata condizionata dalla particolare posizione geografica e dalla coesistenza di una
serie di risorse che hanno favorito l’afflusso da altre aree culturali, portatrici di nuove
metodologie costruttive e di gusti stilistici-architettonici correnti.
In particolare, sia nell’edilizia pubblica che in quella privata, sono stati individuati gli
elementi caratteristici dei sistemi legati all’innovativa produzione industriale e quelli legati
più specificatamente alla tradizione locale. In questo contesto, accanto alle aggregazioni di
abitazioni edificate con criteri che appartengono ad una tipologia rurale variamente articolata,
si è potuta rilevare la presenza delle nuove costruzioni realizzate con metodologie più
avanzate. Tra queste si distinguono le infrastrutture destinate ai servizi sociali, ideate secondo
un programma di razionalizzazione dei processi produttivi e volte a migliorare la convivenza
civile.
Lo studio del centro urbano ha permesso l’individuazione di alcuni fabbricati fatiscenti
e disabitati, dovuta al diffuso disinteresse per la conservazione di tali beni ed
all’inadeguatezza degli interventi, soprattutto nel campo dell’edilizia privata. La causa di tale
abbandono è da ricercarsi in particolare nella difficoltà e talvolta nell’impossibilità di
effettuare il ripristino degli edifici secondo canoni adeguati alle nuove e moderne esigenze
abitative (presenza di parcheggi, adeguata rete idrica e rete fognaria ecc.), preservando nel
contempo il decoro urbano.
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Tali problemi, lamentati diffusamente dai residenti, sono per lo più attribuibili alla
morfologia stessa del territorio che ha costretto e costringe all’edificazione su quote differenti,
realizzando una maglia altimetrica irregolare, non sempre di facile razionalizzazione.
Grande rilevanza ha avuto sull’evoluzione urbana il crescente aumento demografico
dei decenni passati dovuto all’insediamento di nuove attività industriali nella zona, il quale ha
portato allo sviluppo di nuovi quartieri periferici e ha contribuito così allo spopolamento del
centro storico relegandolo ad un ruolo sempre più marginale.
Da questa situazione emerge la necessità di avviare urgentemente un piano per
stabilire i precisi criteri per il recupero e la valorizzazione delle testimonianze che ancora
resistono al degrado ed all’abbandono e che sono sinonimo di ricchezza culturale, sociale ed
economica.
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1b - Caratteristiche storico – geografiche, habitat naturale e forma di insediamento
Villacidro è situato nella zona sud-occidentale della Sardegna, ai margini della pianura
del Campidano ed alle falde del gruppo montagnoso del Linas, nella nuova provincia del
Medio Campidano. Il centro abitato è immerso in un gradevole paesaggio verdeggiante: a
nord-ovest una pineta si estende tra i monti Cramu e Omu, a sud-est il terreno degrada
dolcemente verso la pianura del Campidano. Con uno sguardo più attento sul territorio si
possono individuare le direttrici dello sviluppo urbanistico che sono evidentemente
condizionate dalla morfologia irregolare del territorio, in particolar modo dalla sua natura
montuosa.
Lo studio del territorio dal punto di vista geologico rivela un particolare interessante:
Villacidro sorge su un conoide di deiezione, il più grande fra i pochi esistenti in Sardegna,
“un ampio ventaglio regolarmente inclinato verso oriente”.
La parte più antica del “villaggio” ha origine in corrispondenza di una valle in cui
scorre il rio Fluminera, che attraversa il centro abitato per un lungo tratto e che, per le
popolazioni che lo fondarono, rappresentò una direttrice fondamentale dello sviluppo
abitativo ed urbanistico.
Con molta probabilità l’insediamento umano ebbe origine in epoca romana sebbene
esistano testimonianze che fanno risalire la frequentazione del luogo all’età nuragica.
Villacidro rappresenta un esempio di habitat rurale con connotazioni sia di tipo agro-pastorale
che di tipo minerario, sviluppatosi, come altri centri simili, grazie al sostegno economico dato
sia dall’attività estrattiva, sia dalla presenza di diverse altre risorse che ne hanno favorito
l’aumento demografico.
L’avvento dell’industria mineraria, oltre ad aver influito positivamente sulle
condizioni socio-economiche della popolazione, ha influito anche sullo sviluppo urbanistico
del centro storico; ciò è testimoniato dalla presenza di grandi opere pubbliche e di opere
private, realizzate in più occasioni dalle maestranze impiegate nel settore minerario, messe al
servizio della comunità. In tal senso, un esempio significativo, è il lungo e duro lavoro di
spianamento effettuato dai minatori sulle masse rocciose del “rione alto” al fine di rendere
fruibili all’insediamento anche queste zone più impervie.
Le ragioni dello sviluppo economico di un centro così importante, non possono
tuttavia trovare riscontro esclusivamente nella presenza dell’attività mineraria, peraltro legata
ad un periodo storico circoscritto, ma devono ricercarsi nelle molteplici vicende che lo hanno
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interessato. La necessità di sottolineare tali avvenimenti è strettamente legata all’importanza
degli edifici che rimangono a testimoniarne fedelmente la storia.
Il territorio di Villacidro fu già frequentato in età nuragica e romana; in epoca
medioevale invece il vecchio borgo, denominato Villacitri, appartenne al giudicato di Cagliari
e fece parte dell’antica curatoria di Gippi, passò quindi sotto il controllo dei Pisani e,
successivamente, divenne feudo aragonese. Al tempo della dominazione spagnola fu
marchesato concesso ai Brondo; passato in seguito ai Bon Crespi di Valdaura, venne riscattato
nel 1839.
Nella seconda metà del XVII secolo, essendo rinomato per il suo clima, Villacidro fu
scelto dal Vescovo di Usellus, Monsignor Giuseppe Maria Pilo, come luogo di residenza
estiva e autunnale. La presenza dei prelati favorì importanti innovazioni e a testimonianza di
ciò può essere citato come esempio la costruzione del camposanto, sorto a distanza dal
vecchio centro storico.
Villacidro, dal 1807 al 1821, fu sede di una delle 15 prefetture istituite in Sardegna dal
governo Sabaudo. L’importanza di tale evento storico è stata messa in luce da Giovanni De
Francesco, il quale scrisse: “La presenza di alquanti funzionari per tredici anni aveva giovato
a qualche cosa”, sottolineando inoltre: “Le case abitate nel 1809 da pubblici funzionari
aiutano a discernere i progressi conseguiti nelle costruzioni successive”.
Secondo diverse fonti orali la sede prefettizia venne stabilita in un edificio sito nell’attuale via
Tuveri al numero civico 5/11.
Già nei primi decenni del XIX secolo Villacidro era già un villaggio di notevoli
dimensioni, uno dei più grandi dell’isola. Già da allora era possibile distinguervi cinque rioni
principali raffiguranti una “croce distesa”: a occidente il rione di Castangias, a nord il rione di
Seddanus, a sud il rione di Is Lacuneddas (questi ultimi due rappresentano i bracci della
croce), tra i tre suddetti, il rione Sa Mitza o Sa Frontera o della Parrocchia, infine il quinto,
che si prolunga rispetto agli altri, costituisce il “rione basso” e si espande irregolarmente ad
est verso la pianura campidanese, intorno alla chiesa di S.Antonio.
Il fulcro del paese, fino agli anni settanta del XX secolo, era il rione denominato
“Frontera”, dal nome dell’omonima piazza tuttora esistente che si estende in un’area situata
ad una quota superiore rispetto a quella circostante la chiesa maggiore.
Nella prima metà del XIX secolo, Frontera era la piazza più frequentata del
“villaggio”, un importante luogo di scambi e di ritrovo per la comunità, essa è inoltre la più
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antica di cui si abbia notizia, insieme a quella della parrocchia principale. Denominata anche
piazza Marconi ha mantenuto la fisionomia che aveva nell’ottocento: è di forma rettangolare,
delimitata a sud da eleganti palazzine alle quali si accede dai gradini che fino a tempi recenti
servivano come sedili pubblici.
Nello stesso rione, individuato nel presente piano con il comparto 5 A3, erano presenti
i maggiori edifici civili e religiosi. Tra questi si apprezza tuttora la parrocchia principale di
Santa Barbara (Area S2005 - Comparto 5 A3), patrona dei minatori, con strutture seicentesce
e settecentesche, tra cui spicca il campanile in stile gotico-aragonese risalente al 1500 o 1600.
CAMPANILE CHIESA DI SANTA BARBARA
Sul lato opposto a questo era situata la torre campanaria esistente fino ai primi decenni
del XX secolo e il Monte Granitico (Area S2003 – Comparto 5 A3), la cui istituzione risale al
XVII secolo.
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EX MONTE GRANATICO
Il palazzo comunale (Area S2002 – Comparto 4 A2) un tempo convento dei RR.PP.
Mercedari. Nella piazza S.Barbara, prospettano, a nord, l’Oratorio delle Anime purganti e a
ovest la chiesa di Nostra Signora del Rosario.
PALAZZO MUNICIPALE
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Nella stessa area sono ancora identificabili alcune importanti abitazioni tra cui una
delle più antiche è la casa ritenuta di pertinenza del Canonico Diego Cadello. Infatti, in base
alle fonti orali e alla documentazione rinvenuta, è noto che il Cardinale, titolare della
prebenda della parrocchia di Santa Barbara, la fece costruire a sue spese nel XVIII secolo e
nel 1769 fu acquistata da Mons. Pilo. Sono inoltre da menzionare : il magazzino, o casa
granaria, adiacente alla residenza, di cui rimane la struttura originaria di notevole interesse e,
sul lato nord, un vecchio pozzo.
Allo stesso periodo risale la costruzione dell’imponente mole del palazzo vescovile
ubicato nell’antica località denominata “Frontera de sa Mitza”, all’estremità del rione
Seddanus. Fatto erigere nel 1770 da Mons. Giuseppe Maria Pilo, nell’area già occupata dal
castello dei marchesi Brondo, divenne residenza dei Vescovi e, per breve tempo, sede di
prefettura.
Nel XIX secolo Villacidro non rimase esente dal lento processo di trasformazione
urbanistica che interessò anche gli alti centri isolani: la necessità di creare o potenziare le
strutture igienico-sanitarie comportò la requisizione di alcune proprietà appartenenti al clero,
poi gestite dai comuni o passate ai privati. Tra queste è degna di nota la già citata casa
Cadello, la chiesa o convento di San Sebastiano, che si trovava nell’omonima via a nord-ovest
dell’abitato. La località veniva denominata “Cuccuru Mordegu” che designava un luogo ricco
di cespugli di cisto.
In questo contesto si inseriscono le importanti trasformazioni riguardanti l’ex convento
dei R.R.P.P. Mercedari, opera del XVII secolo, a cui era annessa la chiesa dedicata alla
Madonna della Annunziata o della Mercede. Il monastero, chiuso intorno al 1850, fu venduto
con le sue adiacenze al Comune di Villacidro in data 31 gennaio 1862. Nel 1874 le vecchie
strutture furono demolite quasi del tutto e, su una vasta area rettangolare, si costruì un edificio
da adibire a vari usi: Municipio, Pretura, Conciliatoria. I lati est ed ovest vennero riservati alle
scuole, dotate di locali igienici e aule spaziose; nel nuovo complesso erano compresi anche gli
alloggi degli insegnanti. A settentrione vi era la caserma dei RR. Carabinieri, esistente fino ai
primi anni del XX secolo. Il riattamento del vecchio convento consentì la concentrazione in
un’unica sede dei principali uffici civili, incidendo positivamente sull’organizzazione della
comunità; infatti, prima di tale acquisto il comune era obbligato a sottostare annualmente a
costosissimi fitti, usufruendo di locali malsicuri, angusti e privi di comodità. Gli impiegati che
giungevano nel “villaggio” risiedevano in case private assai disagevoli.
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Fra le altre emergenze monumentali del centro storico, un accenno merita l’antica
fontana denominata comunemente di “zia Brunda”, ubicata nell’omonima via, in un angolo
del rione Castangias; essa rappresenta una testimonianza architettonica non trascurabile che
sorge in un ampio spazio circoscritto da massicci blocchi di granito disposti alla base di un
parapetto, secondo un disegno irregolarmente poligonale.
Il pozzo, uno dei pochi identificati in base alle fonti orali, ormai in disuso da vari
decenni, esiste da quattro secoli e costituiva un importante punto di approvvigionamento
idrico per la popolazione del “rione alto”; pare inoltre che fosse di pertinenza di una certa “zia
Brunda”, infatti il lato est è attiguo ad una casa privata, il che fa pensare che facesse parte
della stessa proprietà.
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1c - Il cimitero come primo vero segnale di sviluppo urbano
L’estensione dei vecchi limiti dell’abitato iniziò con la costruzione del camposanto
comunale, iniziata nel 1836. Si trattava della più importante opera pubblica realizzata ex
novo prima ancora che, secondo la nuova normativa sanitaria, si stabilisse di seppellire i
defunti in luoghi lontani dai centri abitati.
Il complesso venne ubicato in un’ampia area situata nel “rione basso”, a nord
dell’abitato, denominata un tempo “i Colli” o “Pardu Campu Santu” che originariamente era
un “ameno rialto” fiancheggiato dalla strada che conduceva a Sanluri.
Il progetto fu redatto dall’architetto cagliaritano Gaetano Cima; nel disegno
compositivo dell’opera, considerata un modello per i cimiteri realizzati successivamente
nell’isola, traspare la volontà di adesione agli schemi della cultura ufficiale. Infatti, come
sostiene l’Angius: “Il suo disegno è un’imitazione del camposanto di Torino”.
Gran merito per la realizzazione di quest’opera si deve all’interessamento ed alla
generosità dell’Arcivescovo Mons. Don Antonio Raimondo Tore, amministratore
apostolico della Diocesi di Ales. A sue spese fece sistemare in modo regolare l’area
cimiteriale provvedendo alla realizzazione della zona alberata e all’assetto stradale intorno
all’edificio.
Il cimitero venne inaugurato il 20 agosto 1842; precedentemente si seppelliva nei
cimiteri facenti parte delle chiese di Santa Barbara e di Sant’Antonio, ma le fonti orali
attestano l’esistenza di un’altra area cimiteriale nell’isolato facente parte dell’Oratorio delle
Anime che, attualmente, comprende alcune abitazioni private.
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1d - La viabilità
Nei primi decenni del XIX secolo la necessità di costruire nell’isola strade e ponti,
pressoché al tempo inesistenti, fu dettata dall’esigenza di accorciare le distanze fra i singoli
villaggi e di risolvere i problemi causati dall’abbondanza delle acque, spesso responsabili di
alluvioni 1. In questo contesto si inserisce la costruzione a Villacidro di alcuni ponti che
rivestono un certo interesse per la loro connotazione strutturale. Tra questi vi è il ponte Leni
denominato comunemente “Ponti Mannu”, situato sulla vecchia strada provinciale a Sud-Est
dell’abitato. Esso fu costruito sicuramente prima del 1893
2
e non si esclude che sia stato
realizzato intorno al 1877, anno in cui venne compiuto il tronco stradale della provinciale
Villasor-Villacidro 3. Intorno al 1840 esso non esisteva ancora, infatti, nel noto Dizionario
Casalis si legge: le acque abbondanti e vorticose del torrente Leni impedivano per molti
giorni il passaggio ai pastori, costringendoli a sopportare una situazione alquanto gravosa 4 .
La struttura eseguita con pietre da taglio regolari, in granito, denota la conoscenza dei
metodi costruttivi di provenienza esterna le cui caratteristiche sono riscontrabili in opere
analoghe realizzate nell’isola nello stesso periodo 5. Le pietre a vista in blocchi squadrati
venivano usate quando tali costruzioni superavano i quattro metri di luce ed erano riservate,
per motivi di economia, a quelle parti esteticamente più rilevanti 6 .
Un altro ponte di grande utilità e importanza, oggi purtroppo scomparso, venne
costruito al centro dell’abitato sulle sponde del rio Fluminera, che costeggiava il lato sud della
piazza Cadoni. L’opera, realizzata anch’essa prima del 1893, è meglio nota come “Su ponti de
su Vicariu”. Grazie alle fonti orali tramandate ed alla documentazione fotografica
appartenente agli archivi privati è stato possibile ricostruirne, con buona approssimazione, le
caratteristiche architettoniche. La struttura era costituita da solide transenne traforate in ferro
che si innestavano nei pilastri di cemento, la volta dell’arco era in pietre da taglio, i muretti
degli argini situati ai lati dei parapetti fungevano da sedili; questa zona dell’abitato
rappresentava infatti un gradevole luogo di ritrovo della comunità 7. Sempre secondo le fonti
orali il ponte non è più esistente dagli anni cinquanta o sessanta del XX secolo, ma sotto il
manto stradale, eseguito in tempi recenti, è rimasta intatta la notevole struttura a piloni e
volta 8.
La situazione viaria del Comune di Villacidro, intorno alla metà del XIX secolo, si può
rilevare in alcune carte topografiche del 1842 / 1843, conservate nell’Archivio di Stato di
Cagliari. In queste mappe si possono individuare le principali vie di collegamento con i
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villaggi circostanti: a Sud-Est dell’abitato quelle per Samassi, Serramanna, Cagliari e
Vallermosa; a Nord-Est quelle per Sanluri e San Gavino si originavano dalla località
denominata “Pardu Campu Santu” della quale faceva parte il cimitero; a Nord la strada di
Gonnosfanadiga si dipartiva dal rione Seddanus 9.
I progressi inerenti la viabilità nell’isola erano stati compiuti nel corso dei lavori
eseguiti tra il 1821 e il 1831 grazie alla comparsa, per la prima volta, di maestranze fornite di
competenze tecnico-scientifiche provenienti da altri stati, insieme a numerose squadre di
commessi e artieri. In Sardegna, peraltro, era vivamente sentita la mancanza di progettisti
qualificati in grado di realizzare strutture rispondenti a esigenze di funzionalità, decoro ed
economia, tali da sostituirsi alle manovalanze locali presenti allora nelle città e nei villaggi 10.
A Villacidro, come in altri paesi dell’isola, l’incapacità di riuscire a fronteggiare i problemi
connessi con lo sviluppo ed il progresso era dovuta, tra l’altro, ai contrasti e al malgoverno
esistenti nell’ambito dell’amministrazione locale
11
. Tuttavia, intorno alla metà del XIX
secolo, si stavano compiendo alcuni passi avanti.
Nel 1858 fu messa in esercizio la strada Nazionale che, sfiorando l’abitato si inoltrava
nei comuni detti della “Montagna” (Gonnos e Guspini). Per cercare di superare le difficoltà
che presentava la nuova linea nella sua prima apertura e per supplire alla scarsezza del traffico
a causa della mancanza di relazioni commerciali, il Municipio decretò un premio di “lire
nuove 500” per ciascuno dei primi tre anni all’imprenditore che avrebbe stabilito una corsa di
vetture per il trasporto delle persone tre volte la settimana. Nonostante si percepissero dei
miglioramenti sulle condizioni di viabilità nessuno si presentò per quell’offerta. Nel 1860 il
Comune rinnovò la delibera pensando di offrire la stessa possibilità per il trasporto delle
lettere anziché stipendiare un corriere a cavallo. Tale esempio fu seguito anche dal Municipio
di Villasor 12.
Allo stesso periodo risalgono alcuni provvedimenti riguardanti la sistemazione della
rete viaria interna all’abitato nell’opportuno selciamento e livellamento. Inoltre, fu approvata
una delibera per lastricare e rettificare il tracciato della strada che, originandosi dallo stradone
divisionale, percorreva il villaggio in tutta la sua lunghezza; in essa si prevedeva inoltre la
realizzazione di una traversa che dal camposanto conducesse alla parrocchia del “rione
basso”13.
Come si legge nel noto Dizionario Casalis, le strade intorno alla metà del XX secolo,
erano “alquanto irregolari nell’andamento e nella larghezza”14.
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Ad eccezione dei rioni situati alle falde delle due montagne, in cui per l’accidentalità e
la natura rocciosa del terreno non si poteva adottare, senza difficoltà, un regolare sistema di
viabilità, Villacidro alla fine del XIX secolo si presentava solcato da strade comode, spaziose
e bel selciate. La principale via Roma, avendo origine dalla strada provinciale DecimoMarrubiu, percorreva nell’interno e quasi per metà il paese, sfiorava la piazza Frontera e,
attraversando la Fluminera, si prolungava fino alla chiesa di Santa Barbara per congiungersi
di nuovo alla strada provinciale. Esistevano altre vie interne lastricate e opportunamente
allineate, fra queste quella di Seddanus o via Palazzo che costituiva una delle belle
passeggiate del paese, terminando nel belvedere che tuttora prospetta nella vasta pianura del
Campidano. Non meno degna di rilievo è la strada di San Sisinnio che si origina da Frontera
per attraversare la contrada di Lacuneddas consentendo di accedere alle rigogliose campagne
di Narti, Bassella, Villascema e San Sisinnio 15.
1
G.A. Carbonazzi, Discorso sulle operazioni stradali di Sardegna, Torino, 1832, pp.16-18, 26; G.A. Carbonazzi, Cenni sulle
condizioni attuali della Sardegna e sui vari miglioramenti possibili specialmente nelle vie di comunicazione, Torino, 1849,
p.25; Anonimo, Gli ingegneri, “Eco Dei Comuni Della Sardegna”, Cagliari, A.I, N.7, 19-11-1856, pp.54-55; Anonimo, Ponti
e strade..., cit., pp.228-229; G. Todde, Amministrazione dei beni comunali, “Eco Dei Comuni Della Sardegna”, Cagliari,
A.IV, N.2, 10-1-1861, p.10
2
P. Cugia, Nuovo itinerario..., p.196; S. Mano, Villacidro, cit., p.58; G. Dessì, Paese d’ombre, cit., p. 133
3
A. De La Marmora, Itinéraire...,cit., p.357-358. Nell’opera si evince che la nuova strada provinciale non è ancora terminata.
Cfr. Anonimo, Sviluppo della viabilità in Sardegna, “Rivista Economica Della Sardegna”, Roma, A.I, 1 e 15 Luglio 1877,
Fasc. XII e XIII, pp.49-55
4
V. Angius, in G. Casalis, cit., voce Cidro, p.204
5
Il centro urbano di Guspini..., cit., p.16. In quest’opera si fa riferimento al ponte denominato “Terramaistus”, costruito agli
inizi del Novecento. nella strada statale che collega Gonnosfanadiga con Guspini e appartenente a quest’ultimo comune.
6
G.A. Carbonazzi, Discorso sulle operazioni stradali, cit., pp.32-33, 111-112
7
A.Piras-Pinna, Sulle malattie dominanti..., cit., p.27; S. Manno, Villacidro, cit., pp.30, 53; A. Piras-Pinna, Resoconto
Statistico..., cit., p.22; G.Dessì, Paese, d’ombre, cit., pp.71-79. In quest’opera si fa riferimento alle trasformazioni riguardanti
il rio Fluminera avvenute nella seconda metà del XIX secolo, grazie ad un ingegnere piemontese di nome Antonio Ferraris,
inviato a Villacidro con l’incarico di sollecitare la consegna di mille cantara di legna indispensabile alle Regie fonderie della
zona. Le condizioni del rio ne rendevano impossibile il guado, implicando l’interruzione di ogni attività. Il Ferraris decise
allora di offrire un valido aiuto alla disagiata popolazione, adoperandosi nell’opera di arginamento del rio, che spesso
straripava invadendo la piazza Cadoni, e per la costruzione di un ponte in legno nel punto in cui, successivamente, ne venne
realizzato un altro in ferro denominato “ponte Ferraris”, in memoria di colui che mise la propria esperienza al servizio della
comunità.
In base alle fonti orali e alla documentazione reperita è possibile identificare in quest’opera il noto “Ponti de su vicariu”.
Secondo le stesse fonti un altro ponte, non più esistente da alcuni decenni, denominato Ferraris si trovava sulla strada per la
miniera di Canale Serci. Cfr. G. Dessì, San Silvano, cit., p. 119; G. Dessì, Come un tiepido vento, nella collana Il Castello,
Palermo, 1989, p.173; M. Sardu, A.M. Fadda, Risalendo la Fluminera. cit., pp.50-51, 93, 115
8
Tali notizie sono state acquisite grazie alle numerose fonti orali, in particolare si fa riferimento alla gentile testimonianza del
prof. Albino Mostallino. Cfr. L. Del Piano, Le persone..., cit., p. 185.
9
A.S.C., R. Corpo di Stato Maggiore Generale Serie Mappe, Villacidro Gutturuforru 276, Tavolette in Scala 1: 10.000: n.12
in data 20 Maggio e 19 Dicembre 1842; nn. 13-14 in data 29 Dicembre 1843.
10
G.A. Carbonazzi Discorso sulle operazioni stradali, cit., pp.8-26; Anonimo, Gli ingegneri, cit., pp.54-55
11
G. Fulgheri, Fatti di Villacidro, cit., pp. 50, 61, 86, 118. L’autore si accanisce conto l’amministrazione comunale di allora,
“una combriccola che non pensa ad altro che a saccheggiare la comunità” e che opera nell’illecito. Si riferisce che il sindaco
per unire due abitazioni di sua proprietà situate l’una di fronte all’altra, fece realizzare un arco notevolmente ingombrante
sulla strada pubblica. G. Fulgheri, Un dibattimento nanti la corte d’appello, “Eco Dei Comuni Della Sardegna”, Cagliari,
A.II, N.63, 31-12-1857, pp. 499-500. G. Fulgheri, il sindaco modello, Cagliari, 1868, pp.6-16. In quest’opera si fa riferimento
agli ostacoli che si frapposero alla costruzione del ponte “Fontanedda” al cui progetto, eseguito da un ingegnere, si interessò
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l’avocato Giuseppe Fulgheri. Il ponte costruito tra le sponde del Fluminera (a nord-ovest della piazza Funtanedda, in
prossimità della cabina ENEL tuttora esistente) era identificabile fino agli anni settanta del XX secolo. Attualmente è
nascosto dal manto stradale. Al riguardo si veda M. Sardu, A.M. Fadda, Risalendo al Fluminera, cit, p.20. Nello sfondo della
fotografia inserita nel testo si rileva l’opera in questione.
12
Anonimo, Premi di incoraggiamento, “Eco Dei Comuni Della Sardegna”, Cagliari, A.III, N.47, 22-11-1860, pp.371-372.
Nell’articolo si fa riferimento ad altri premi istituiti dal Comune per avviare nuove attività, uno per lo stabilimento di un
albergo ed un altro per una fabbrica di paste e pane. Tali proposte non furono accolte dalla popolazione per mancanza di
mezzi e di incapacità nel mestiere.
13
Anonimo, Cronaca amministrativa, “Eco Dei Comuni Della Sardegna”, Cagliari, A.I, N.43, 29-7-1857, pp.343-344;
Anonimo, Resoconto del consigliere Serafino Caput a nome della deputazione provinciale “Eco Dei Comuni Della
Sardegna”, Cagliari, A.III, N.38, 20-9-1860, p.299
14
Angius, in G. Casalis, cit., ,voce Cidro, p. 195
15
S. Manno, Villacidro, cit., pp, 16, 27-28. In quest’opera si legge che la strada comunale che attraversa il borgo, fiancheggia
le due piazze di Frontera e della Parrocchia con due denominazioni diverse: via Parrocchia dal “Rondò” (bella piazzetta a
semicerchio, ombreggiata da grossi pini e cinta, in un lato, da sedili in pietra) fino a Frontera; da questo punto fino
all’estremità del rione “basso” è denominata via Roma.
La suddetta descrizione corrisponde, con buona approssimazione, a quella odierna; la piazza Rondò, tuttora esistente, in
tempi recenti, ha subìto notevoli trasformazioni, tuttavia, costituisce un importante nodo stradale del rione “alto”. L’attuale
via Parrocchia si origina dalla suddetta piazza per prolungarsi verso la zona “bassa”, fiancheggia il camposanto e termina
nell’incrocio con la via Nazionale. Cfr. A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico, cit., p.22; G. Dessì, Paese d’ombre cit., p.117,
“...lo stradone, che ora si chiamava via Roma per voto unanime del Consiglio comunitativo, dopo il trasferimento della
capitale da Firenze alla “Città eterna...”. M. Sardu, A. M. Fadda, Risalendo la Fluminera, cit., pp.31, 152, 184-185
14
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1e - Architettura e urbanistica del centro di Villacidro
Nell’aprile e maggio del 1889, dopo un lungo periodo di inerzia nel campo delle opere
pubbliche (l’unica costruzione di grande rilevanza precedente a tale data fu l’edificazione del
cimitero fuori dall’abitato), il Consiglio comunale di Villacidro deliberò un mutuo per la
realizzazione di opere pubbliche sotto il titolo “Opere di bonifica in Fluminera”. Il
finanziamento ed il bilancio furono approvati rispettivamente dal Comm. Bacaredda e dal
notaio Marcellino Anedda1. La realizzazione dei lavori fu favorita grazie all’interesse
dell’amministrazione di allora, presieduta dal sindaco Giuseppe Pinna, il cui merito fu
quello di esser riuscito a dare un assestamento economico al Comune. Tuttavia non poche
difficoltà si frapposero ad ostacolarne il compimento, a causa dei fastidi e ritardi di
un’interminabile burocrazia, delle critiche ingiuste e delle opposizioni interne al Consiglio di
amministrazione.
Il complesso delle opere, che richiesero circa tre anni di lavoro, venne eseguito
soprattutto per migliorare le pessime condizioni igieniche in cui viveva la popolazione; in tal
senso furono di non poca utilità i consigli forniti dal medico igienista cav. Antonio PirasPinna, il quale, a buon diritto, merita di essere inserito nel novero dei benefattori di
Villacidro; esso vi si stabilì nel 1886 in veste di Ufficiale sanitario comunale ed il suo
impegno fu volto soprattutto a debellare la malaria di cui egli stesso rimase colpito diverse
volte. Vi erano delle zone malsane e generatrici di malattie (Acquacotta, Saboddus ed altre
località) che infierivano specie nella stagione estiva e autunnale. Il rigagnolo Fluminera, in cui
si riversavano i rifiuti della popolazione, rappresentava un fomite continuo di esalazioni
dannose e una sorgente perenne di malaria a causa del ristagno delle acque.
La grave situazione fu delineata dal dott. Piras-Pinna in una relazione rivolta alle
rappresentanze comunali, in cui si esprimeva l’assoluta necessità di realizzare le importanti
opere di bonifica e di pubblica utilità. Alcuni lavori vennero concessi in appalto, ma gli
amministratori non furono scrupolosi nel far osservare le altre misure igieniche indicate nella
medesima. Tuttavia, sarebbe errato pensare che la deplorevole situazione riguardasse solo i
comuni isolani, infatti in numerose parti d’Italia le popolazioni riversavano in una situazione
altrettanto allarmante, dovuta soprattutto alla pessima e invalsa abitudine di far convivere
nelle abitazioni anche gli animali.
Le nuove opere, rispondenti a precisi criteri di razionalizzazione dei processi
produttivi della comunità, prevedevano la costruzione di alcuni depositi per l’acqua potabile,
15
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il lavatoio e il mattatoio, diverse fontane ed abbeveratoi, il riattamento dell’ex convento dei
Mercedari, l’alveamento e l’arginatura del torrente Fluminera e l’apertura o la selciatura di
varie strade. Nello stesso periodo si effettuò un importante rimboschimento dei monti Cramu
e Omu, circostanti l’abitato, affidato all’agronomo Raffaele Pischedda3 ; tale opera, realizzata
anche grazie all’interessamento del comm. Giuseppe Todde, divenne un esempio degno di
imitazione4. Secondo lo studioso De Francesco queste trasformazioni contribuirono ad
incentivare l’afflusso dei villeggianti5.
I lavori furono eseguiti avvalendosi di tecniche innovative e di materiali da
costruzione di importazione, quali cemento e ferro, realizzati secondo nuovi procedimenti
industriali che si combinavano con quelli tradizionali 6. In particolare il ferro venne usato nel
XVII secolo per costruire la torre del campanile i cui materiali (chiavi di incatenamento)
venivano eseguiti artigianalmente dai ferrai dell’impresa che li forgiavano col fuoco,
battendoli sull’incudine secondo la forma e la misura più adatte 8.
Le opere più importanti furono progettate dall’ingegnere Enrico Pani, conoscitore
delle nuove tecniche di ingegneria e idraulica 9.
La realizzazione degli abbeveratoi pubblici venne affidata direttamente dal sindaco al
progettista incaricato, dal momento che il Comune, in quei tempi, era privo di ufficio tecnico.
Quest’opera prevedeva la costruzione di dodici vasche e di un serbatoio di alimentazione
sovrastante costituito da una cupola tonda interrata in parte in un giardino pensile.
La struttura venne ubicata ai piedi delle fondamenta della villa del prof. Todde, sotto
lo strapiombo, nel sito in cui esisteva l’antica sorgente “La Mitza”, ovvero nella piazza “Del
Rio”, nell’omonima strada detta anche “Fluminera”.
Nella stessa area fu costruito un altro deposito col preciso scopo di fornire agli abitanti
acqua potabile esente da qualsiasi inquinamento e da destinare in parte al lavatoio ed in parte
al mattatoio. Un terzo serbatoio venne realizzato in Località Castangias e collegato con
regolare condotta alla vasca della piazza Zampillo sita al centro dell’abitato 10.
Precedentemente la popolazione attingeva l’acqua nei vari pozzi pubblici e privati, o
nelle moltissime sorgenti perenni esistenti nel villaggio, utilizzate al contempo per abbeverare
il bestiame. Tutte queste fonti, contrariamente a quanto si credeva, non presentavano quella
garanzia di salubrità che offriva l’acqua dei serbatoi in quanto non venivano usate le dovute
precauzioni igieniche; spesso le brocche e i secchi erano il fomite responsabile
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dell’inquinamento; altre materie nocive potevano cadere nell’acqua inavvertitamente o
maliziosamente determinando conseguenze sulla salute pubblica 11.
L’insigne economista Giuseppe Todde, residente allora a Villacidro, mosse una dura
critica alla nuova impresa, che si tradusse in un vero e proprio attacco nei confronti
dell’amministrazione comunale e che sfociò in una causa civile contro il Comune. Inoltre, in
alcuni articoli pubblicati sull’Unione Sarda espresse, cinicamente, il suo dissenso per le nuove
opere, nel contempo mise in evidenza gli inconvenienti causati dall’irrazionalità con cui
furono realizzate. Infatti, durante l’abbeveraggio veniva interdetto il passaggio di una strada
larga circa tre metri; tali disagi si verificavano soprattutto durante la stagione estiva e in
periodo di vendemmia in cui si aveva maggior bisogno di risorse idriche; inoltre, le donne con
le loro brocche non potevano recarsi tranquillamente ad attingere l’acqua. Anche la spesa
effettuata, circa 15.000 Lire, non venne ritenuta congrua a causa del dissesto finanziario del
Comune.
I dissensi del prof. Todde nei confronti dell’amministrazione erano giustificati dal
fatto che nel corso dei lavori effettuati nella piazza Del Rio si era reso impossibile l’accesso
dei carri alla casa e ai magazzini di sua proprietà. Inoltre, nello scavare il torrente, (per
raccogliere le acque) e la fonte dell’abbeveratoio rasente il muro del cortile della sua
abitazione, si disseccò un vecchio pozzo. Il prof. Todde, voleva conservare le risorse della sua
fontana sostenendo che si trattava di acque private che in alcuni punti e solo in alcune stagioni
attraversavano la via pubblica 12.
Nello stesso luogo venne costruito anche il pubblico lavatoio, ubicato nell’area in cui,
precedentemente, esisteva una rozza o pastorale e primitiva fonte. Per compiere l’opera si
dovette realizzare una diga di contenimento al fine di rendere stagnante il fossato in cui
affluivano le acque abbondantissime. Questa operazione preliminare fu eseguita durante
l’estate del 1892, lavorando giorno e notte con una potente pompa azionata dal vapore.
II lavatoio rappresenta la costruzione più rilevante fra quelle inserite nel progetto di
razionalizzazione che interessò il centro abitato sul finire del XX secolo. Un importante opera
di carattere utilitario progettata secondo i principi di igiene e di economia, perfettamente
rispondenti alla destinazione civile in cui trovano applicazione ed integrazione gli ultimi
ritrovati dell’arte e della tecnica (architettura, ingegneria e idraulica)
13
. Tali caratteristiche,
peraltro, sono riscontrabili in un vasto repertorio di costruzioni realizzate in Europa e negli
Stati Uniti tra il XIX e il XX secolo 14.
17
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Non si conoscono nell’isola lavatoi costituiti da un’impalcatura strutturale come quella
presente nell’edificio di Villacidro, benché si abbia notizia di altre opere destinate a
quest’uso15. Le stesse caratteristiche costruttive, invece, sono identificabili in alcune
importanti attrezzature pubbliche realizzate in Sardegna nello stesso periodo; un esempio è il
progetto per il mercato dei “commestibili” di Cagliari, non più esistente, eseguito
dall’ingegnere Enrico Melis, approvato nel 1879 16.
PIAZZA LAVATOIO
Dal punto di vista igienico-sanitario, il lavatoio consentì di alleviare gli inconvenienti
e le malattie (cloro-anemie) lamentate dalle lavandaie, soprattutto dalle donne di servizio che,
durante il giorno e la notte, erano costrette ad esporsi con i piedi nell’acqua, alle inclemenze
del tempo e della stagione, senza riparo di sorta 17.
Progettato dall’ingegnere Enrico Pani fu dotato di 36 vasche a servizio intermittente,
con la capacità ciascuna di poco più di un quarto di metro cubo e di due piccoli depositi che
oltre all’acqua potevano contenere i tubi per garantirne la regolare distribuzione 18.
Al carattere utilitario e funzionale si accompagna quello ornamentale: “un piccolo
monumento d’arte ed eleganza con quelle sue cuspidi imbandierate che lo sormontano”, è
quanto rilevò il Prof. Todde. Infatti nel processo di razionalizzazione urbana non fu trascurata
la componente estetica, benchè, di fronte alla popolazione rurale stremata, fosse necessario
esprimere i lavori con risparmio senza preoccuparsi del bello artistico che avrebbe comportato
ulteriori spese 19.
18
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Lo stile moresco col quale si suole identificare il lavatoio20 trova rispondenza negli
archetipi della corrente modernista de “l’Art Nouveau” che si manifestò in Europa, tra il 1890
e il 1910, in tutti i campi dell’arte e della produzione artigianale ed industriale. Tale tendenza
vede, fra gli altri, l’impiego costante dei motivi stilistici derivanti dall’arte orientale; la
preferenza per le composizioni fantasiose e ricche di intrecci con moduli impostati
prevalentemente sulla curva; le strutture portanti degli edifici si distinguono per il notevole
sviluppo in altezza 21.
Il confronto diretto con la costruzione tuttora esistente consente di identificare tali
caratteristiche nelle impalcature di sostegno, nelle griglie in ghisa adorne di ghirigori che si
innestano fra le tettoie e nelle cuspidi imbandierate 22.
Nel prospetto principale dell’edificio si distingue la fonte, un piccolo monumento
d’arte scultorea; in origine era sormontato da alcune statue tra cui due sirenette, situate ai lati
della struttura, eseguite dal cav. Giuseppe Sartorio, un artista piemontese al quale la Sardegna
deve non pochi meriti. Egli operò a cavallo tra il XIX e il XX secolo in diverse città dell’isola
e della penisola distinguendosi nella realizzazione di numerosi monumenti. La qualità dei
materiali usati (marmo, pietra, bronzo, creta) e le tematiche ricorrenti nelle sue creazioni
(obelischi, lapidi, stemmi, angeli, busti ecc.) consentono di stabilire che la sua opera rimane
saldamente ancorata agli archetipi della cultura ufficiale, diffusi tra il XVIII e il XIX secolo.
La fonte era sormontata, inoltre, da un leone e una leonessa ritenuti comunemente in
marmo; in realtà, per motivi di economia, vennero realizzati in terracotta verniciata di bianco.
La natura del materiale si rivelò in seguito alle abbondanti piogge responsabili dello
sgretolamento. I tre bassorilievi o “mascheroni” applicati nel prospetto non previsti nel
progetto iniziale, furono inseriti successivamente per celare i fori eseguiti al fine di farvi
sgorgare l’acqua, il cui livello era troppo basso perché potesse giungervi. Per completare il
lenocinio artistico, in prossimità della fonte, vennero messe a dimora diverse palme e dietro
all’edificio due alberi di cedro.
Benché nel frontespizio del monumento vi sia incisa in caratteri romani la data del
1893, nell’Agosto dello stesso anno la struttura non era ancora in funzione perchè incompleta
in alcune sue parti, a causa dei ritardi nell’approvazione della perizia 23.
Altra opera dalle funzioni eminentemente igieniche è il pubblico mattatoio, la cui
realizzazione pose fine al pessimo uso, invalso da tempo, di macellare il bestiame dentro
19
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l’abitato e nei cortili delle case, lasciando esposti all’azione degli agenti esterni i residui degli
animali, le cui esalazioni davano origine a veri e propri focolai d’infezione.
L’edificio, demolito intorno al 1960 per aprire la nuova strada di via Isch’‘e Bidda
(attuale via Repubblica), venne costruito in prossimità del rio Fluminera e della fonte pubblica
denominata “Sa Mitza”, a poca distanza dal punto in cui, fino ad allora, si eseguiva la
macellazione e vicinissimo al lavatoio 24.
Il De Francesco considera il mattatoio di Villacidro “...il più moderno di quanti se ne
scorgono in Sardegna” 25.
La documentazione fotografica appartenente agli archivi privati consente di
ricostruirne grosso modo la connotazione originaria. Il piccolo complesso, simile ad un
fortino, era costituito da un corpo centrale, verosimilmente a pianta rettangolare, nella cui
semplice facciata si evidenziavano due piccole aperture laterali ad arco; il prospetto principale
era delimitato da una recinzione comprendente due guardiole con struttura a base quadrata
situate simmetricamente rispetto all’ampio ingresso centrale; le coperture erano a falde
inclinate con manto in coppi.
L’esigenza di rinnovamento urbano trova attuazione nel progetto della piazza
Zampillo o XX Settembre, già denominata piazza Cadoni, dal nome di una notabile famiglia
che possedeva la casa nell’omonima area. Concepita come elemento di decoro nello spazio
abitativo, venne realizzata nel punto in cui, precedentemente, esistevano dei vecchi fabbricati
distrutti in seguito alla vorticosa inondazione del 1842. I ruderi costituivano un indecente
luogo di ricovero per le famiglie di zingari e di persone indigenti. Trattandosi di una zona
molto frequentata, situata al centro dell’abitato, in cui confluiva la popolazione per recarsi
nella vicina chiesa parrocchiale, se ne rendeva necessario l’esproprio o l’acquisto per
trasformarla in un ritrovo pubblico, esteticamente gradevole e confacente ai bisogni della
collettività.
Dopo una serie di perizie il Comune comprò la proprietà da un insigne assessore per la
somma di Lire 9.000 contro le 5.000 proposte inizialmente. Vennero demolite completamente
le costruzioni esistenti, al fine di ottenere, con un regolare livellamento del suolo, un’ampia
piazza alberata con tigli e platani; al centro venne sistemata una grande vasca circolare con
uno zampillo e quattro rubinetti che consentivano l’erogazione dell’acqua potabile; inoltre il
sito fu utilizzato come pubblico mercato per la vendita dei cereali e altre derrate 27.
20
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Un’altra importante fontana (a pompa) denominata “Funtanedda”, costruita nello
stesso periodo su progetto dell'ingegner Enrico Pani, venne ubicata nel “rione basso”, in
regione detta “S’isca de bidda”, nel punto in cui esisteva una sorgente pubblica 28.
La documentazione fotografica, appartenente agli archivi privati, convalidata da
numerose fonti orali consente di ricostruire con buona approssimazione la fisionomia della
struttura: il piccolo monumento, realizzato in cemento, fu costruito nel lato Est dell’omonima
piazza Funtanedda (tuttora esistente); aveva pianta a base quadrata e una solida volumetria, a
forma di chiosco, sormontata da una cupola impreziosita, intorno, da elementi scultorei (le
pareti che racchiudevano la fonte erano arricchite con fregi floreali, i quali conferivano
all’opera un carattere decisamente orientaleggiante.
Interventi successivi trasformarono la connotazione originaria dell’elegante cupola in
una copertura poligonale 29. Secondo le numerose fonti orali, l’opera venne demolita intorno
al 1960 allorché si decise di costruire il nuovo mercato comunale che, peraltro, riversa in stato
di abbandono da molti anni.
E’ importante evidenziare che la scelta dei siti sui quali realizzare le nuove strutture
non fu casuale. Infatti, benché essi appaiano slegati tra loro, li accomuna un percorso naturale
rappresentato dal torrente Fluminera, insidioso e temuto, ma indispensabile fonte di
approvvigionamento idrico per la comunità. L’habitat naturale, contrassegnato dalla direttrice
fluviale, ha inciso notevolmente sulla configurazione dell’insediamento che permane invariata
grosso modo fino alla metà del XX secolo (il lavatoio e il mattatoio erano ancora in uso negli
anni ’60 del secolo scorso; allo stesso periodo, si è visto, risale la demolizione della
“funtanedda”).
La situazione descritta è confermata dalla lettura delle carte topografiche databili tra il
1842 e il 1940. Si rileva che la costruzione del cimitero (1836) e dell’asse ferroviario
Villacidro-Isili (1910-15), in direzione nord-est, non esercitarono alcuna funzione di
attrazione urbana verso queste aree le quali rimasero per lungo tempo slegate dal contesto
abitativo. L’insediamento nelle zone circostanti non appare favorito neanche dalle maglie di
collegamento con i centri limitrofi: strada per Sanluri, strada per S. Gavino, strada per
Gonnosfanadiga. Si deduce che lo sviluppo dell’agglomerato, definito ancora “villaggio”
verso il 1940, procedette abbastanza lento e compatto intorno all’antico tessuto
contraddistinto dalle chiese di Santa Barbara e di Sant’Antonio. In questi due poli si
configurarono le principali masse rionali (“alta” e “bassa”) la cui continuità è segnata dal rio
21
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Fluminera. Si riporta di seguito lo stralcio planimetrico per l’individuazione dell’area
compresa tra le chiese di Santa Barbara e Sant’Antonio.
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Come rileva lo studioso Maurice Le Lannou, ancora alla metà del novecento la più
rimarchevole direttrice di sviluppo del centro procedeva verso sud-est (zona “bassa”), in linea,
anche in questo caso, con quella del Fluminera.
Oltre alle suddette opere citate precedentemente, l’ingegner Pani progettò una parte
del muraglione facente parte del terrapieno del Municipio il cui appalto venne gestito
dall’impresa Giovanni Onali di Cagliari. La costruzione non fu portata a compimento; infatti,
subentrata la nuova amministrazione presieduta dal sindaco Giuseppe Piga Bolacchi, il
progetto originario venne sostituito, quasi clandestinamente e forse per motivi di economia,
da quello eseguito dal geometra Efisio Serra, tecnico comunale dal 1903. Il lavoro, effettuato
da quest’ultimo fu preceduto da disegni, dettagli e proposte ma il muro edificato crollò per
difetto di costruzione a causa dell’incompetenza del progettista; in seguito fu rifatto a secco,
con calce e sabbia, dall’ingegnere Melchiorre Garau.
I1 progetto dell’ingegner Pani non fu rispettato neanche nel completamento della fonte
Funtanedda, infatti la grande pompa prevista nel disegno iniziale venne sostituita con un’altra
più piccola non funzionante. Tali controversie sfociarono in un importante processo tra
l’amministrazione comunale e coloro che ne osteggiavano l’operato; tra questi era un certo
Giovanni Deidda che capeggiava la lega dei contadini socialisti 30.
22
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Nel corso dei notevoli lavori di bonifica del rio Fluminera si costruì un canale largo e
profondo, tanto da poterne raccogliere le acque quando la corrente era scarsa, il quale venne
ricoperto con una volta solida, che formava, superiormente, un piano inclinato a scaglioni
sporgenti della lunghezza di metri 11 e larghezza metri 5. Questi furono adeguatamente
selciati in modo che le acque sovrabbondanti vi potessero scorrere sopra, mentre
l’imboccatura del canale si occludeva automaticamente con la violenza della piena; in ogni
lato fu aperta una strada carreggiabile.
Con la nuova opera il letto del ruscello venne allargato fino ai muri delle case vicine, ma il
Comune non si preoccupò di risarcire alcuna indennità ai proprietari; a qualcuno fu tolto
perfino l’accesso alla propria abitazione; qualche altro poteva entrarvi con un ponte pensile.
Nella selciatura della platea e nella copertura del sottocanale, scavato lungo tutto il percorso
del fiume, vennero utilizzate pietre da taglio in granito, importate da Guspini con costi
notevoli. Per arginare il torrente si decise di sgomberare il letto dai grossi macigni e di
piantare degli alberi che, oltre a difendere le sponde dall’erosione, ombreggiavano la via e le
case attigue conferendo nel contempo un aspetto ridente al tortuoso percorso; gli antichi
avevano già tentato di sistemarlo in alcuni punti mettendo a dimora dei pioppi.
Con questi lavori si ottenne il vantaggio di avere una maggiore quantità d’acqua per le
irrigazioni e di eliminare le esalazioni nocive causate dai rifiuti della popolazione che
d’inverno davano luogo ai ristagni sfavorevoli per le buone condizioni igieniche delle vicine
abitazioni; inoltre, il rio Fluminera rappresentava un serio pericolo durante le piene che
favorivano lo straripamento determinando danni ingenti 31.
1
L. Del Piano, Le persone e i luoghi di “Paese d'ombre”, “Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di
Cagliari", vol. II, Cagliari,1987, p. 185; A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico..., cit., p.19. In questo testo si fa riferimento a
due Regi Decreti del 10 Aprile 1889, con i quali venne concesso un mutuo di L. 60.800 per la realizzazione delle opere, e ad
una delibera del 25 Settembre 1887 per avviare i lavori consigliati in una relazione sanitaria, dallo stesso autore di questa
monografia. Grazie ad un sussidio di L. 15.000 elargito dal Monte Granatico non fu necessario imporre nuove tasse per far
fronte alle spese dell'impresa. A. Cao Cugia, Spese, opere, ed amministrazione dei comuni, "L'Unione Sarda", Cagliari, A.
VI, N.26, 30-1-1894, pp. 1-2
2
F. Atzeri, Allegazione forense nella causa civile vertente nanti l’Eccellentissima Corte d’Appello, Cagliari, 1892, pp. 1-51;
G.T., Spese opere ed amministrazione dei comuni, "L’Unione Sarda", Cagliari, A.VI, NN. 22-23, 25-26-1-1894, pp. 1, 1; G.
De Francesco, Un Comune di montagna, cit., pp.97-98; G. Dessì, Paese d’ombre, cit., pp.286-293
3
Mongibello, In montagna, "L'Avvenire di Sardegna", Cagliari, A. XX, N.125, 26-5-1890, pp.2-3; A. Piras-Pinna, Sulle
malattie dominanti a Villacidro nel 1888 e sulle misure igieniche che si dovrebbero adottare nell’interesse della salute
pubblica, "Spallanzani", A.XIX, Serie I, Fasc. I e II, Roma, 1891, pp.24-37; S. Manno, Villacidro, cit., pp. 29-3 1; A. PirasPinna, Resoconto Statistico..., , cit., pp. 1-46; E. Pani, Lettera al direttore dell’Unione Sarda, "L'Unione Sarda", Cagliari,
A.VI, N.21, 24-1-1894 p.2; G. Dessì, Paese d’ombre, cit., p.339. In numerose pagine dell'opera si possono cogliere
riferimenti e descrizioni riguardanti le varie trasformazioni che tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX interessarono
l’abitato. G. Dessì, S. Silvano, cit., pp. 1 19-120; L. Del Piano, Le persone...., cit., 185
4
P. Cugia, Nuovo itinerario..., cit., p. 197
5
G. De Francesco, Un Comune di montagna..., cit., p.97
23
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6
G.T., Spese, opere ed amministrazione dei comuni, "L'Unione Sarda", Cagliari, A.VI, N.21, 24-1-1894, p. 1; G. Dessì,
Paese d’ombre, cit., pp.289,291,293 “...Cataldi spiegava i pregi del nuovo materiale che consentiva costruzioni rapide e
durature”.
8
C.S.T., II campanile di Villacidro, cit., p.3
9
Mongibello, In montagna, cit., pp.2-3; G.T., Spese, opere ed amministrazione dei comuni, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.
VI, N.20, 23-1-1894, p.1; E. Pani, Lettera..., cit., p.2; A. Cao Cugia, Spese..., cit., pp.1-2; A. Andreini, Una monografia, un
comune e un esempio, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.XIV, N.116, 28-4-1902, p.1; G. Dessì, Paese d’ombre, cit., pp.289-293.
In quest’opera si legge che il progettista per realizzare i lavori si avvalse del contributo e dell’esperienza degli operai che
lavoravano nelle miniere limitrofe e della disponibilità della popolazione che offrì manodopera e attrezzatura.
10
F. Atzeri, Allegazione forense..., cit., pp. 1,4; S. Manno, Villacidro, cit., p.30; A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico cit.,
p.12-13; G.T., Spese..., cit., N.22, p.1; G. Dessì, Paese d’ombre, cit., pp.287-289. In quest'opera si legge che gli abbeveratoi,
costruiti completamente in cemento, usato per la prima volta a Villacidro, furono realizzati sopra una massicciata formando
un ampio semicerchio. G. De Francesco, Un comune di montagna, cit., p.97
11
V. Angius, G. Casalis, cit., voce Cidro, p.197; S. Manno, Paesaggi Sardi: Villacidro, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.V,
N.180, 29-7-1893, pp.1-2. Nell’articolo si fa riferimento al pubblico fonte denominato “Funtana de s’arriu”, presso il quale
vegetava un gigantesco limone e a cui si fa risalire l’origine del nome del borgo: Villa del Cedro, poi Villacidro; A. PirasPinna, Resoconto Statistico..., cit., p.12
12
F. Atzeri, Allegazione forense...,cit., pp.1-51; G.T., Spese..., cit., NN. 20, 21, 22, 23, pp.1
13
Mongibello, In montagna cit. pp.2-3; S. Manno, Villacidro, cit., pp.29-30; A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico...,cit.,
pp.12,20; E. Pani, Lettera..., cit. p.2; G. De Francesco, Un comune di montagna, cit., p.97; G. Dessì, Paese d’ombre, cit.,
pp.289-293. In quest’opera si riferisce che si prevedeva di costruire il lavatoio e contemporaneamente gli abbeveratoi per
cercare di contenere le spese.
14
V. Gregotti, L’Art Nouveau, cit., pp.1-32; M. Porta, Le nuove tecnologie..., cit., pp.33-64; G.C. Argan, L’Arte Moderna,
cit., pp.98-106, 229-254 15 Sovrintendenza Archivistica per la Sardegna, II centro urbano di Guspini nei documenti comunali
dell’800 e del ‘900, Oristano 1989, p.35. In quest'opera si può rilevare il progetto di un lavatoio pubblico scoperto, realizzato
con vaschette distinte nel 1925 per il Comune di Guspini, dall’ing. cagliaritano Ezio Mereu e mai compiuto.
16
Cfr. A. Del Panta, Un architetto e la sua città, cit., pp.137-142, S. Naitza, Architettura del tardo '600..., cit., pp.365, 308309.
17
A. Piras-Pinna, Sulle malattie dominanti..., cit., pp.27, 36; S. Manno, Villacidro, cit., p.30; G. Dessì, Paese d’ombre, cit.,
pp.285-290. Nell’opera si legge che nel Fluminera, vi erano grandi pietre lisce di colore grigio scuro sulle quali le donne,
stando immerse nell'acqua fin sopra il ginocchio, sfregavano e sbattevano i panni.
18
E.Pani, Lettera..., cit., p.2; G. Dessì, Paese d’ombre cit., p.291
19
G. T., Spese..., cit., N.20, p.1
20
A. Andreini, Una monografia..., cit., p.1
21
G.C. Argan, L’Arte Moderna, cit., pp. 229-254
22
G. T. Spese..., cit., N.20, p.1; G. Dessì, Paese d’ombre cit., p.291
23
Asrael, I nuovi marmi del cimitero, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.111, N.259, 2-11-1891, p.2; E. Pani, Lettera..., cit., p.2;
G.T., Spese..., cit., N.23, p.1; Anonimo, Nello studio del Cav. Sartorio, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.VII, N.57, 28-2-1895,
p.2; G.C. Argan, Storia dell’arte italiana, vol. 3, Firenze, 1980, pp.452-455, 463-472; M. Sardu., A.M. Fadda, Risalendo la
Fluminera, cit., pp.296-309
24
A. Piras-Pinna, Sulle malattie, dominanti..., cit., pp.28-29; S. Manno, Villacidro, cit., p.30; A. Piras-Pinna, Resoconto
Statistico..., cit., pp.19-20; G. T. Spese..., cit., N.22, p.1. Nell’articolo l’opera è paragonata ad uno “chalet svizzero”. Comune
di Villacidro, Sei anni di amministrazione comunale 1954-1960, p.12. Secondo le fonti orali l’area di ubicazione del
mattatoio corrisponde al lato Ovest dell’attuale piazza G. Dessì.
25
G.De Francesco, Un Comune di montagna, cit., p.97
26
Cfr. M. Sardu, A.M. Fadda, Risalendo la Fluminera, cit., pp.49,147
27
S. Manno, Villacidro, cit., p.30, 52-56; Mongibello, In montagna, cit., pp.2-3; A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico..., cit.,
pp.12; Anonimo, Da Villacidro, “I1 Corriere Dell’Isola”, Cagliari, A.VII, N.42, 12-2-1913, p.2; Cipriani, Precipitano le
acque di "Sa Spendula” rievocando i versi di Gabriele D’Annunzio, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.LXVI, N.201,27-8-1954,
p.3; G. Dessì, Paese d’ombre, cit., pp.78-79, 100-101
28
S. Manno, Villacidro, cit., p.28; Anonimo, II processo di Villacidr,o “Il Corriere Dell’Isola”, Cagliari, A.I, N.97, 23-41907, p.2; Anonimo, Un processo importantissimo, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.XIX, N.105, 17-4-1907, pp.2-3.
Nell’articolo si fa riferimento alla “Funtanedda in costruzione”.
29
M. Sardu, A.M. Fadda, Risalendo la Fluminera, cit., pp.60, 154, 181
30
Un’interessante testimonianza su questi fatti è stata offerta, per gentile concessione, dal sig. Giovanni Serra, sindaco di
Villacidro dal 1946 al 1952, il quale conosce le vicende di quel periodo grazie alle fonti orali tramandate dai suoi
predecessori. Il muro cui si fa riferimento, sarebbe quello situato a nord-est del terrapieno, confinante con le vecchie loggette
del mercato. Cfr. Un processo importantissimo, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.XIX, N. 109, 21-4-1907, pp.1-2; Anonimo,
Un processo importantissimo, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.XIX, N. 110, 22-4-1907, p.3; Anonimo, Un processo
importantissimo, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A.XIX, N. 111, 23-4-1907, pp. 2-3; Anonimo, Un processo importantissimo,
“L’Unione Sarda”, Cagliari, A.XIX, N. 115, 27-4-1907, pp.2; Anonimo, Un processo importantissimo, “L’Unione Sarda”,
Cagliari, A.XIX, N. 116, 28-4-1907,pp.2;
31
S. Manno, Villacidro, cit., p. 29; A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico..., cit., p.11; G.T., Spese..., cit., N.21, p.1;G.Dessì,
Paese d’ombre cit.,pp.71-79
24
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1f - Tipologie abitative tradizionali
Nella prima metà dell’Ottocento Villacidro è un centro ad economia
eminentemente agro-pastorale. Come si evince dalle descrizioni fornite da alcuni studiosi,
al tipo di attività prevalente è legata anche la connotazione delle strutture abitative. Molte di
queste, costruite per lo più con pietre e fango, venivano ubicate nei granutili, il cui accesso era
consentito da diversi scalini scavati in una roccia caratterizzata dalla presenza di particolari
sostanze minerali (quarzo e limonite) 1.
Già dalla fine del XIX secolo, come afferma Salvatore Manno, è possibile operare
una distinzione tra Villacidro “antico” e Villacidro “moderno”.
Villacidro antico presenta abitazioni assai modeste situate alle falde della montagna,
costruite senza schema e forma architettonica, adagiate su un terreno morfologicamente
irregolare costituito da rialzi e da ripidi declivi. Queste case sono appartenenti alla classe
meno agiata o addirittura indigente. Generalmente presentano una camera da letto e una
cucina e talvolta si riducono ad una sola camera. Sono esposte ai venti dominanti; il
pavimento è per lo più in lastre di pietra scura, liscia e fredda che si inumidisce facilmente.
Sono pochissimo arieggiate e illuminate nella maggior parte dei casi da una sola finestrella.
Internamente gli ambienti sono anneriti dal fumo perché il focolare (sa forredda) è situato sul
pavimento della cucina in un incavo rettangolare attorno al quale vengono distese alcune
stuoie della rinomata fabbrica di Villacidro, su cui si assidono i membri della famiglia; il
fumo, non avendo libera uscita si spande anche negli ambienti attigui. Nelle pareti della
cucina si aprono generalmente due armadi a muro (accaiolus), nicchie rettangolari, utilizzati
per riporvi le stoviglie di uso quotidiano.
Nella modesta abitazione non manca la stanza migliore detta la “camera bella”, un
ambiente quadrangolare, piccolo, basso e adeguatamente illuminato da due finestrelle che
guardano a levante della strada. La spessa travatura che regge il tetto è in ginepro,
grossolanamente lavorato. L’impiantito è lastricato con cura e le pareti imbiancate di fresco
ispirano un’aria festosa; in fondo a questa camera linda e ordinata sta il letto matrimoniale.
Altri ambienti possono far parte dell’abitazione: la stanza da pranzo o un’altra camera
differente da quella “buona” in cui dormono i coniugi. Nella soffitta buia e angusta vengono
riposte le provvigioni e gli arnesi campestri. Dalla cucina è possibile accedere ad un cortiletto
(sa pinnixedda) in cui si tiene il pollame. In fondo al cortile, più o meno ampio, si distingue il
loggiato (su stauli), situato sul fronte della casa, costituito da alcuni grossi puntoni, dalla cima
25
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a forcella, alti più di un metro, sui quali si dispongono delle lunghe travi di sostegno. Sopra
questa struttura si ripone la legna, al di sotto vi sono le mangiatoie in pietra per gli animali.
In altre abitazioni per raggiungere la camera da letto dalla cucina, occorre attraversare il
cortile esponendosi a bruschi sbalzi di temperatura. Tale inconveniente era responsabile delle
numerose malattie lamentate dalla popolazione durante l’inverno. Esternamente molti
fabbricati si presentano solidi ma con un misero aspetto; nelle facciate scure e mal intonacate,
alte circa tre metri, si distinguono le aperture contornate da una striscia di calce bianca
tracciata irregolarmente.
Villacidro nuovo si sviluppa nella zona pianeggiante e nei punti più declivi, in cui vi
sono le case meglio costruite e progettate. Infatti queste, pur essendo apparentemente
modeste, si presentano ben arieggiate e atte a preservare gli abitanti dall’azione del freddo e
dell’umidità e sono inoltre meglio rispondenti alle esigenze delle famiglie. Nel cortile rustico,
prospiciente le abitazioni, vengono accolti gli animali domestici.
Sono pochissime in tutto il borgo le case provviste di servizi igienici, in sostituzione dei
quali, in un angolo del piazzale, vengono scavati dei fossi esposti all’azione del sole e
dell’aria (si noti che la stessa carenza è stata individuata anche nei comuni rurali di molte
provincie italiane 2 ).
Una rapida panoramica consente tuttora di rilevare che l’abitato ha mantenuto
coerentemente “la irregolare e bizzarra disposizione delle case” presente alla fine del XIX
secolo.3
Nonostante i rifacimenti e le ristrutturazioni effettuate negli ultimi decenni del
Novecento, è ancora possibile, come dimostrano i rilevamenti eseguiti nel corso della presente
ricerca, individuare alcuni esempi di architettura in grado di offrire una valida testimonianza
sulla connotazione delle vecchie strutture abitative. Pertanto si rende necessario evidenziare le
tipologie e le varie caratteristiche costruttive identificate nelle diverse zone del centro urbano.
Nel rione “alto”, accanto a qualche modestissima casupola in pietre e fango
appartenente al ceto meno abbiente, è possibile rilevare le case rurali dei medi e grandi
proprietari; caratteristiche comuni a queste dimore sono l’irregolarità dell’impianto
distributivo, la presenza di piccoli cortili e l’impiego degli stessi materiali costruttivi prelevati
sul luogo: pietre, mattoni crudi, legname, lastre in ardesia.
Fra le abitazioni situate nella parte “alta” del paese è degna di nota la casa padronale
appartenente al noto sindaco Giuseppe Pinna-Curreli, nonno materno dello scrittore Giuseppe
26
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Dessì, il quale in numerose opere descrive l’abitazione in cui, insieme alla madre e al fratello,
trascorse l’infanzia.
La costruzione, realizzata nel 1873, è costituita da due piani con impianto planimetrico
a forma di “U”, chiusa da un portico alto sovrastante il massiccio portone che fronteggia la
cucina. Sul lato occidentale dell’abitazione si sviluppa il loggiato sul quale si aprono diverse
porte e finestre; sulla destra è presente un altro portico rustico con il forno e la legnaia; il
cortile è in pendenza. 4
Nella zona “bassa” dell’abitato è ancora possibile individuare alcuni esempi di case
rurali più ampie, regolari e ariose rispetto a quelle situate nei rioni “alti”. Nelle strutture
portanti e nelle pareti divisorie di queste dimore, costruite con materiali tradizionali, prevale
l’uso dei laterizi crudi. Le pietre, in molti casi, costituiscono parte dei muri perimetrali del
pianterreno sui quali poggiano i mattoni.
L’analisi delle fisionomie abitative non può però svolgersi prescindendo dalle
caratteristiche morfologiche del territorio, il cui andamento irregolare risulta, sotto questo
punto di vista, fortemente condizionante.5 Per questo motivo la tipologia delle costruzioni
rurali non è facilmente riducibile a modelli precisi come quelli proposti dagli insigni studiosi
di urbanistica e architettura della Sardegna.6
Come dimostrano i grafici eseguiti sulla distribuzione delle forme rurali prevalenti
nell’isola, a Villacidro predomina la casa con cortile chiuso e loggiato (lolla) diffuso nel
Campidano centro-meridionale. Tuttavia, alla tipica costruzione campidanese costituita dagli
ambienti giustapposti 8 si sostituisce la sovrapposizione di più vani, generalmente pianterreno
e primo piano (sobariu) 9. Infatti, passando dalla soleggiata pianura alle fresche alture, le
abitazioni, col variare del clima, cambiano d’aspetto e di struttura. Gli edifici si presentano
raggruppati su piani sovrapposti, entro limiti angusti e saldamente abbarbicati sui pendii
scoscesi; le masse architettoniche si scompongono in una pittoresca asimmetria.10
In questo contesto le case villacidresi assumono una connotazione variamente
articolata, talvolta con forme notevolmente bizzarre.11
Il tipico loggiato (lolla), concepito come ambiente di soggiorno, si affaccia sul cortilegiardino; nella stessa area è possibile rilevare un altro portico rustico di servizio costituito da
grezzi puntoni in granito con copertura in legno. La suddetta struttura può accogliere anche gli
animali con le mangiatoie, la legnaia e il forno. Nella zona “alta” non è raro trovare il loggiato
preceduto da alcuni gradini.12
27
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Il forno “a palla”, costituito da una volta in mattoni crudi, è situato fuori
dall’abitazione vera e propria, in un ambiente coperto, nel cortile antistante o retrostante. Il
forno con analoga connotazione è stato rilevato anche in altre zone del Campidano 13. Le fonti
orali riferiscano che lo spazio sottostante il forno, chiamato “forreddu”, serviva per ricovero
degli animali domestici.
Come già accennato, i servizi igienici, pressoché inesistenti nella maggior parte dei
fabbricati, venivano sostituiti con dei fossi scavati all’aperto in un angolo del cortile
14
.
Sempre secondo le fonti orali su queste aree, denominate comunemente, “muntonaxiu”, si
scaricavano i rifiuti delle dimore 15. Tale soluzione veniva adottata generalmente anche in altri
centri del Campidano 16.
All’interno dei cortili solo in qualche caso è stata individuata la presenza del pozzo
situato in una parte periferica vicino alla casa 17 .
La grandezza delle abitazioni è strettamente legata alle possibilità economiche della
famiglia. Internamente alcuni edifici presentano caratteristiche costruttive comuni. Nelle
pareti delle camere, colorate vistosamente, è possibile individuare degli incavi rettangolari
(accaiolus) usati per riporvi gli utensili di uso quotidiano 18. Secondo lo studioso Vico Mossa
la tradizione degli armadi a muro risale alla preistoria 19.
GLI ARNESI TIPICI DELLE CUCINE
Sia nelle case padronali che in quelle appartenenti ai ceti più bassi la copertura è
costituita da una stuoia intessuta di canne (sa cannizzada) che ricopre le massicce travi del
tetto e sulla quale si dispongono le tipiche tegole a coppo. In altri casi il canniccio presenta
una manifattura eseguita con sottili canne intrecciate di notevole effetto all’interno, che si
28
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riallaccia ad una lunga tradizione locale
20
. La soffitta delle abitazioni veniva utilizzata per
21
riporre le provvigioni o gli arnesi .
Nel corso della presente ricerca è stato possibile rilevare che numerose case
villacidresi presentano una struttura paragonabile al modello cosidetto “palattu”, indicato
dallo studioso Osvaldo Baldacci. Questa tipologia, diffusa in tutta l’isola, diventa
caratteristica nei numerosi sottotipi. Il “palattu”, appartenente al medio e grande proprietario,
è un edificio a pianta rettangolare che supera, nello sviluppo volumetrico, le modeste
proporzioni della casa esclusivamente rurale; ha sempre un piano superiore, un sottotetto e
una facciata che si apre sulla strada. L’ingresso, che avviene attraverso il portale, è di regola
al centro o all’estremità del prospetto principale; gli ambienti laterali e sovrapposti sono
simmetricamente costruiti; raramente manca la corte retrostante 22.
A queste caratteristiche risponde, grosso modo, la casa padronale del senatore Antioco
Loru. Tale configurazione, di cui oggi rimangono pochi esempi, coesisteva con le costruzioni
più elementari e consentiva all’edificio l’affaccio diretto sulla strada 23.
La suddetta abitazione, come riferisce il Mossa, rappresenta un interessante tipo di
architettura che sta rapidamente scomparendo. Peraltro, riveste un’importanza storica
notevole, perchè oltre ad essere stata di proprietà dell’insigne prof. Loru, titolare di Diritto
romano nell’Università di Cagliari, in essa vi trascorse la giovinezza lo scrittore Giuseppe
Dessì 25.
Nella case padronali è degno di nota l’ingresso costituito dalla tipica porta carraia che
in alcuni esempi è l’unico punto d’accesso, mentre in altri casi rappresenta l’ingresso
secondario; essa costituisce un particolare non trascurabile, indicativo dello status del
proprietario. Il portale è caratteristico della Sardegna centro meridionale in quanto elemento
proprio della casa con corte
26
; è costituito o da due battenti con portello laterale, inserito, in
molti casi, in una struttura a due archi a tutto sesto, sui quali si dispongono le coperture in
canniccio e le tegole a coppo 27 .
1
V.Angius, in G. Casalis, cit., voce Cidro, pp.195, 199: “La solita costruzione è di pietre, sì che rarissimi occorrano i laterizi
crudi...”; A. Loru, Difesa..., cit., p.25. In quest’opera si legge: “... la necessità che vi è... di annettere alle case di abitazione un
più o meno ampio cortile per uso del bestiame di agricoltura”. M. Pintor, Invito a Villacidro, cit., p.9; G. Dessì, La ballerina
di carta,cit., pp.69-71. Nell’opera si legge: “...quì ognuno usa aggiustarsi la casa con le proprie mani con un poco di fango e
sassi, rispettando il modello primitivo, che sempre si disfa e sempre si riproduce quasi naturalmente come il favo nell’alveare
...”
2
S. Manno, Villacidro, cit.; pp.17-23. A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico..., cit., pp.14-17; G. Dessì, Lei era l’acqua, cit.,
p.160; G. Dessì, Paese d’ombre, cit., pp.232, 335-336 “...nel rione Castangias, che è la parte più antica del paese: piccole
case di pietra e piccoli cortili irti di mucchi di rami secchi, di fasci di canne, di lunghe pertiche. Ogni casa, simile a un guscio
annerito, prende luce da piccole finestre e dalla porta aperta direttamente sul cortile”.
3
S. Manno, Villacidro, cit., p.17
29
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4
Benché, dopo varie sollecitazioni, non sia stata concessa la possibilità di eseguire un rilievo della casa, si è ritenuto
opportuno riportare le descrizioni fornite da Giuseppe Dessì. Sita in via Roma, 88-90, si dice che sia una delle poche
abitazioni a non aver subito modifiche nella struttura e nell’arredo originari; esternamente non presenta caratteristiche di
rilievo. Cfr. G. Dessì, Paese d’ombre, cit., pp.277, 297; G. Dessì, La scelta, cit., pp.38-43, 53. In quest’opera l’autore
riferisce che la casa era rimasta la stessa da quando ci aveva abitato bambino. G. Dessì, San Silvano, cit., pp.46, 112-113,
133. Nell’opera si legge: “...la casa degli Uras, una casa piena di gente”.....“il nonno la riceveva sotto i loggiati, d’estate”....“e
d’inverno nella cucina, vasta come la piazza del Municipio”. G. Dessì, Un pezzo di luna, Cagliari, 1987, pp.77, 187; G.
Dessì, Come un tiepido vento, cit., pp.173-174; G. Dessì, Diari, 1926-1931, (a cura di F. Linari), Roma, 1993, pp.187-188
5
D.Lovisato, Una pagina su Villacidro, cit., p.11
6
V. Mossa, Architettura domestica in Sardegna, Cagliari, 1957, pp.61-123; G. V. Arata, G. Biasi, Arte Sarda, Sassari, 1983,
pp.107-115
7
O. Baldacci, La casa rurale, (a cura del Consiglio Nazionale delle Ricerche), 1952 pp. 185-187; M. Le Lannou, Pastori e
contadini... cit., p.252
8
V. Mossa, Architettura domestica, cit., pp.73-96
9
Cfr. V. Angius, in G. Casalis, cit., voce Cidro, p. 195. “Alle spalle delle abitazioni è un cortile con loggia: nella parte
anteriore un piccol recinto che dicon piazza, dove si adunano le legna pel focolare e alcuni accogliono i loro cavalli”.....
“Hanno molte un piano superiore (su solaiu), e parecchie fra queste possono dirsi belline e comode secondo le ville”.
10
G.V. Arata, G. Biasi, Arte sarda, cit. pp.117-119
11
S. Manno, Villacidro, cit., p.17
12
S. Manno, Villacidro, cit., p. 19; G. Dessì, Come un tiepido vento, cit., pp.173-174; G. Dessì, La scelta, cit., pp.38-39. In
alcune abitazioni del rione “alto” alla tipica “lolla” si sostituisce un belvedere con pilastri laterali che si affaccia nella pianura
del Campidano.
13
O. Baldacci, La casa rurale, cit., pp.77, 81; V. Mossa, Architettura domestica, cit., pp.78-79, 114. In quest’opera si legge
che i forni “a palla”, in uso da molti secoli, forse vennero introdotti nell’isola in epoca bizantina.
14
A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico..., cit., pp.15-16. Si ha notizia che, ancor oggi, alle soglie del nuovo millennio, in
alcune abitazioni, insieme ai nuovi servizi igienici, sono in uso i cosiddetti “pozzetti neri”, malsani e nocivi a causa delle
infiltrazioni che contaminano le costruzioni ubicate a quote inferiori a questi. La deplorevole situazione è stata lamentata dai
residenti nella vecchia località “Cuccuru Mordegu”
15
Numerose fonti orali acquisite nel corso della ricerca confermano che i rifiuti presenti in quest'area della casa venivano
trasportati nei campi e utilizzati per la concimazione.
16
O. Baldacci, La casa rurale, cit., p.77
17
La presenza dei pozzi in alcune case, specie in quelle ubicate in prossimità del rio Flumiera, è attestata da numerose fonti
orali secondo le quali potevano essere scavati in un angolo del cortile o sotto il rustico loggiato; talvolta erano comuni a più
abitazioni.
18
S. Manno, Villacidro, cit., p.20
19
V. Mossa, Architettura domestica, cit., p.70
20
Tale manifattura è stata rilevata nelle coperture del loggiato dell’antica chiesa campestre di San Sisinnio. Riguardo questo
luogo di culto si veda V. Angius, in G. Casalis, cit., voce Cidro, p.198; S. Manno Villacidro, cit., pp.35-41
21
S. Manno, Villacidro, cit., p.20
22
O. Baldacci, La casa rurale, cit., pp.115, 176, 182
23
M. Sardu, A. M. Fadda, Risalendo la Fluminera, cit., pp.73, 79, 83, 86. Un esempio di “palattu” a p.79 è rappresentato
dalla già citata casa Cadoni.
24
V. Mossa, Architettura e paesaggio in Sardegna, Sassari, 1983, p.179
25
C.S.T., Un’illustre figlio della Sardegna: Antioco Loru da Villacidro, “Nuovo Cammino”, Ales, A.XIV, N.15, 17-4-1960,
p.6; G. Dessì, Introduzione alla vita di Giacomo Scarbo, Vicenza, 1973, p.42; G. Dessì, La scelta, cit., pp.53-60; G. Dessì,
Paese d’ombre, cit., pp.7, 228, 232. In quest’opera si legge: “La casa del senatore era un palazzetto a due piani senza alcuna
pretesa architettonica, che tuttavia faceva spicco in mezzo alle rustiche case di pietra......”
26
O. Baldacci, La casa rurale, cit., pp.190-191
27
S. Manno, Villacidro, cit., p. 18; G. Dessì, La scelta, cit., p.55; G. Dessì, Come un tiepido vento, cit., pp.173-174.
28
O. Baldacci, La casa rurale, cit., p.87
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1g - Nuova tipologia edilizia (pubblica e privata)
L’impronta innovativa dei caratteri architettonici si apprezza soprattutto percorrendo
le vie principali del centro storico. Le importanti trasformazioni, pur non essendo
strettamente legate all’attività mineraria, sono da porsi in relazione alla presenza di
varie personalità provenienti da altre aree culturali. Tra queste si ricordano l’avvocato
Luigi Maury Loi, il signor Antonio Alagna e il commendatore Giuseppe Todde, entrambi di
Cagliari, la cui permanenza a Villacidro è attestata dall’esistenza delle rispettive abitazioni
situate nella via Roma 1. Tale strada, un tempo la principale, agli inizi del XX secolo si
arricchì di notevoli costruzioni realizzate ex novo e molto ammirate per le loro
caratteristiche 2.
I risultati delle ricerche consentono di affermare che la nuova immagine elegante e
cittadina non si è formata casualmente, ma è da porsi in rapporto alla posizione geografica del
centro, diventato rinomata sede di villeggiatura per numerose famiglie cagliaritane
appartenenti alla classe più agiata 3. In questo contesto trova spiegazione la presenza di alcuni
edifici aventi connotazione “a mo’ di villetta” e contraddistinti da elementi particolarmente
raffinati. Fra questi sono degni di nota il villino di campagna della famiglia Alagna,
l’abitazione appartenente al collettore esattoriale Ottavio Scano e quella del prof. Giuseppe
Todde titolare di Economia politica e Rettore all’università di Cagliari. In essa nel maggio
1882 furono ospitati gli scrittori Gabriele D’Annunzio, Edoardo Scarfoglio e Cesare
Pascarella, allora giovani giornalisti giunti in Sardegna come inviati speciali del giornale
“Capitan Fracassa” 4.
Le nuove abitazioni, edificate solidamente con buon gusto artistico e dotate di servizi
igienici5, denunciano chiaramente la conoscenza dei metodi costruttivi di provenienza estera
rilevati, tra l’altro, anche in alcuni fabbricati più modesti 6. Infatti, gli stessi committenti
fautori del rinnovamento, appartenenti al ceto colto, diventarono i principali importatori di
maestranze specializzate informate sugli ultimi ritrovati del gusto corrente7. Tali elementi,
dunque, trovano applicazione anche nell’edilizia privata realizzata ad opera di costruttori
locali. I nomi di cui si ha notizia nei primi decenni del XX secolo sono quelli dei capomastri
Severino Lai e Onorato Caddia, riconosciuti comunemente come i migliori “maistus”, ossia
maestri nell’arte delle costruzioni 8. Il primo, di origine cagliaritana, residente a lungo a
Villacidro, era noto soprattutto come decoratore, ma realizzò numerose abitazioni 9. Fra
queste si distingue la casa Saba, la cui rilevanza come ha dimostrato Salvatore Naitza, è
31
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accentuata dagli ornati floreali in cemento presenti nella facciata principale prospiciente la via
Roma . Un’altra casa indicata dallo stesso autore, costruita in materiali tradizionali con motivi
floreali, di gusto vernacolo piuttosto tardo, dimostra l’influsso esercitato dalle nuove mode
sulle strutture abitative 10.
Le stesse tendenze si riscontrano nell’opera del capomastro Onorato Caddia, autore di
importanti edifici nei quali è possibile rilevare analoghe caratteristiche stilistiche e
architettoniche. Tra queste é degna di nota la palazzina del notaio cagliaritano Ignazio
Murgia, rilevante nel contesto abitativo per la ricchezza di elementi decorativi.
I nuovi caratteri trovano riscontro negli edifici che superano le modeste dimensioni
delle case rurali (raggiungendo talvolta i tre piani), in particolare nella fisionomia delle
facciate principali, al cui disegno simmetrico corrisponde la distribuzione funzionale dei vani
interni, regolari e luminosi e nell’utilizzo dei nuovi materiali da costruzione (cementi floreali,
ferro battuto, graniglie) che, unitamente a quelli tradizionali, si traducono in una molteplicità
di elementi formali e decorativi presenti ampiamente sia all’esterno che all’interno dei
fabbricati.
L’esigenza di rinnovamento diffusa agli inizi del XX secolo non mancò di
coinvolgere anche gli edifici con un impianto tradizionale. Le trasformazioni si
identificano nella nuova connotazione della facciata principale disposta lungo il filo della
strada, ingentilita, talvolta, dalla presenza di elementi inediti. Un esempio è costituito dal
bow-window della casa Sollai in cui ricorrono motivi di gusto vernacolo ripresi nel loggiato.
In alcune abitazioni padronali e signorili sono stati rilevati nuovi elementi decorativi
rappresentati da pitture interne delle quali non sempre si è potuto individuare l’autore.
Tuttavia, si ha notizia della presenza a Villacidro, durante la guerra del 1915-18, di un abile
imbianchino, un internato austriaco che eseguì due quadri per la parrocchia di Santa Barbara e
alcuni dipinti murali nella casa padronale del senatore Antioco Loru
11
; di questi ultimi non
rimane traccia.
In questo periodo la facciata degli edifici diventa espressione del decoro sociale di chi
li abita, un limite tra lo spazio privato e quello di relazione costituito dalla strada o dalla
piazza; la porta carraia non è più l’elemento sufficiente per l’autorappresentazione del proprio
status, benchè rimanga indispensabile accesso di servizio ed un tramite tra la dimensione
familiare e quella rurale. Il dato palese si osserva soprattutto percorrendo il vecchio tessuto
(via Roma, piazza Zampillo, via Parrocchia, via Vittorio Emanuele) in cui, malgrado le
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recenti trasformazioni, è ancora possibile individuare una sequenza di tipi edilizi rispondenti a
caratteristiche ben precise.
La compostezza e l’uniformità del prospetto principale, in molti esempi, appare
interrotta dai gradini di accesso anteposti all’ingresso di rappresentanza, la cui presenza, non
trascurabile, è legata, ancora una volta alla morfologia del sito di ubicazione. Evidentemente
gli avvallamenti del terreno rendevano necessaria la sopraelevazione delle costruzioni rispetto
al piano stradale, al fine di preservarle dall’azione dell’acqua e dell’umidità.
Le nuove esigenze del traffico viario hanno imposto, in tempi recenti, la demolizione
degli scalini esistenti sulla via Roma, perchè costituivano motivo di ingombro del suolo
pubblico.
I criteri di fabbricazione indicati finora trovano applicazione nelle costruzioni
successive, databili tra il 1920 e il 1935.
Nei numerosi edifici realizzati ex novo si rileva costantemente uno schema che trova
rispondenza nel disegno simmetrico della facciata principale, il cui ingresso, generalmente al
centro, immette nel vestibolo sul quale si aprono i vani e da cui si diparte la scala interna che
conduce al piano superiore.
Caratteristiche analoghe sono state rilevate nella residenza parrocchiale di Santa
Barbara, edificata nell’area in cui sorgeva l’omonimo cimitero; comunicante direttamente con
la chiesa, divenne di grande utilità e comodità per i parroci, costretti precedentemente a
risiedere in casa d’affitto o nel palazzo vescovile.
Le nuove tipologie sono di notevoli dimensioni, costituite da due o più piani, dotate di
servizi igienici e particolarmente curate all’interno e all’esterno. In alcune l’elemento
considerevole è rappresentato dalle decorazioni interne eseguite dal capomastro-pittore
Severino Lai.
Dopo un periodo stagnante nel campo dell’edilizia pubblica, con l’avvento del
Fascismo venne attuata una pianificazione organica di opere a livello nazionale, infatti, con
Regio Decreto del 28 Maggio 1925 il Governo stanziò fondi in misura sufficiente ad
imprimere un forte impulso nel settore edile. Numerose infrastrutture vennero realizzate sotto
il controllo dei Provveditorati alle Opere istituiti con la Legge del 7 Luglio 1925, ma molti
lavori furono eseguiti direttamente dai Podestà dei comuni e dalle Amministrazioni
Provinciali14.
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In Sardegna, alla quale venne destinato un miliardo di finanziamenti, varie opere
furono eseguite per interessamento del Regio Commissario cav. Vittorio Tredici
15
. Nel
programma isolano si prevedeva la realizzazione di notevoli lavori di bonifica che
costituivano un presupposto urgente quanto indispensabile per migliorare la convivenza
civile
16
. In questo contesto si inserisce la costituzione del grande Consorzio di Villacidro,
ideato dal Podestà cav. Giardina e tracciato dall’ingegnere Granata la cui estensione superava
i confini del Comune. Sotto il controllo del Consorzio furono effettuati diversi lavori come lo
sbarramento del rio Leni per consentire le riserve d’acqua. Allo stesso periodo risale
l’arginamento del rio Fluminera responsabile delle infezioni malariche e la realizzazione di
importanti opere pubbliche fregiate col segno del littorio
17
. Fra queste si inserisce la
ristrutturazione del palazzo comunale e la costruzione del pubblico mercato iniziate in seguito
alla demolizione dell’antica chiesa della B.V. della Mercede avvenuta nel 1929.
La richiesta di abbattimento di questa vecchia struttura fu inoltrata nel 1926
dall’amministrazione comunale e autorizzata dal Prefetto della provincia, concordemente con
l’autorità ecclesiastica. Il permesso fu approvato dalla S.Congregazione del Concilio con la
quale si stabilì che venisse dato un compenso corrispondente al valore dell’edificio da
destinare alla parrocchia di Santa Barbara, mentre gli oggetti sacri furono concessi ai religiosi
Mercedari di Bonaria in Cagliari.
Dopo lunghe pratiche, l’istanza di demolizione venne accolta favorevolmente dal
direttore della Soprintendenza in quanto lo stabile non rivestiva alcun interesse storicoartistico. Le procedure burocratiche furono concluse mentre era Podestà del Comune il
Maggiore Achille Giardina, Vescovo della Diocesi S.E. Mons. Francesco Emanuelli e parroco
della chiesa di Santa Barbara il teologo Giuseppe Diana. La perizia sulle condizioni e il valore
dell’edificio fu eseguita dal capomastro Severino Lai. La chiesetta del convento cessò di
esistere ma con molto vantaggio per l’estetica del palazzo e per la piazza antistante 18 .
Il complesso municipale, rinnovato in molte parti, mantenne tale fisionomia fino al
febbraio del 1950, anno in cui fu devastato da un grande incendio che rovinò gravemente
l’intero fabbricato, causando circa dieci milioni di danni e la distruzione completa
dell’archivio comunale 19.
Agli inizi degli anni trenta risale anche la costruzione del muraglione sottostante il
Municipio
20
e la realizzazione della lapide in omaggio ai caduti in guerra di Villacidro
apposta sulla facciata principale del palazzo comunale. La pregevole opera, tuttora esistente,
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venne realizzata in occasione della celebrazione del sedicesimo anniversario dell’entrata in
guerra dell’Italia, dall’ingegner Raffaele Granata. Il monumento fu scoperto il 24 maggio
1931 e benedetto dal parroco Giuseppe Diana 21.
La sistemazione del complesso municipale, secondo le numerose fonti orali, si deve al
capomastro locale Giovanni Mastino che operava in quegli anni 22. Allo stesso viene attribuita
la costruzione, in quel periodo, del piccolo monumento della Croce situato nel belvedere di
Seddanus. In quest’area la presenza di una croce denominata “Cruxi de Seddanus” è attestata
fin dalla prima metà del XIX secolo, mentre un’altra si trovava in località Castangias,
entrambe furono erette in ricordo di una missione 23.
Nel giugno del 1931 ebbe inizio una serie di appalti di opere pubbliche che in breve
tempo dovevano trasformare la “civettuola” cittadina di Villacidro in uno dei più importanti
centri della provincia di Cagliari. Con i nuovi provvedimenti, attesi da anni, si volle dotare
l’abitato di tutti i servizi indispensabili per la comunità, per realizzare i quali
l’amministrazione vigente seppe travolgere l’inerzia e la faziosità dei partiti locali.
Il nuovo programma di razionalizzazione prevedeva la sistemazione di tutte le strade
interne del paese, un adeguato sistema di approvvigionamento idrico e di fognatura e la
costruzione del campo sportivo il cui appalto denominato “Campo Sportivo del Littorio”
venne aggiudicato ad un certo signor Mameli di Sardara.
Il campo, sia per l’opportuna scelta della località che per l’incantevole panorama della
pineta circostante l’abitato, divenne uno dei più belli e pittoreschi della provincia. Costruito in
un’area molto ampia, fu attrezzato per tutti gli sport : campo da calcio, pista per corse e pista
sollevata per corse ciclistiche.
Per espressa volontà del Podestà l’opera si sarebbe dovuta portare a termine in quattro
mesi in modo che l’inaugurazione avvenisse il 28 ottobre 1931 anniversario della Marcia su
Roma ma, contrariamente alle aspettative, la cerimonia fu rinviata 24.
Allo stesso periodo risale la realizzazione dell’acquedotto, costruito fuori dall’abitato, in
località Castangias; un’opera notevole che diede nuova vita ad otto comuni e ad oltre
trentamila abitanti, comportando una spesa di circa 1.200.000 Lire.
L’importanza dei suddetti lavori era tale da costituire un motivo di attrazione anche per
i numerosi villeggianti che allora affluivano nella graziosa cittadina.
Nel marzo del 1932 il R. Provveditore alle OO. PP. della Sardegna, comm. Marino, si
recò a Villacidro per rendersi conto del procedere dei lavori pubblici in esecuzione o in
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progetto. L’ospite accompagnato dall’ing. Palomba, suo capo di Gabinetto e dall’ing. Granata
venne ricevuto dal Podestà e dalle altre autorità locali, i quali fecero un’esposizione
dettagliata sulla necessità di nuove opere pubbliche per migliorare le condizioni
dell’abitato 25.
Nello stesso contesto si inserisce la costruzione dell’edificio utilizzato per le
esercitazioni del tiro a segno nazionale. Le origini di tale istituzione risalgono al 1850 allorché
Agostino Depretis e Simonetta Plezza fondarono la prima società di tiro a bersaglio. Dopo il
1859, Bettino Ricasoli diventò propagandista e fautore di queste associazioni che sorsero
numerose in Toscana, Lombardia e Piemonte. Il 2 luglio del 1882 il Parlamento votò la legge
che diede ordinamento organico all’istituzione, le cui finalità, altamente patriottiche, erano
quelle di preparare la gioventù al servizio militare, far conservare la pratica delle armi a
coloro che facevano parte dell’Esercito e addestrare i soci in esercitazioni libere ed in gare
comunali, provinciali e nazionali. In epoca fascista esistevano circa 700 società sparse nei più
piccoli comuni del territorio nazionale 26.
A Villacidro l’inaugurazione della Società Mandamentale di Tiro a Segno si ebbe nel
1911; il presidente era un certo signor Migliardi; il luogo prescelto per le esercitazioni già da
allora era la pittoresca valle di Castangias in cui è ubicata la costruzione realizzata negli anni
venti 27 .
Gli elementi architettonici comuni alle suddette costruzioni sono prevalentemente
costituiti dalle solide strutture in cemento armato, distribuite simmetricamente, che
conferiscono agli edifici un carattere monumentale al quale, nella maggior parte dei casi, si
accompagna la mancanza di qualsiasi elemento superfluo. Caratteristiche analoghe sono state
rilevate anche nei fabbricati realizzati nello stesso periodo nell’ambito dell’edilizia privata.
La volontà rinnovatrice dell’epoca, che si accompagna alla messa in opera di un gran
numero di attrezzature pubbliche e private (indicative, peraltro, della sentita e incessante
esigenza di adeguare le forme urbane alla coabitazione civile e al vivere sociale), non trova
rispondenza in una rilevante e altrettanto conforme trasformazione del vecchio assetto
abitativo, appena percettibile intorno al 1940 (Villacidro agli inizi degli anni trenta non
raggiungeva ancora i 7000 abitanti). Infatti lo sviluppo che si conosce attualmente è
abbastanza recente, ed è da porsi in relazione con la ripresa delle industrie tradizionali e col
fiorire di nuove attività 30.
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Sino ad arrivare ai nostri giorni in cui Villacidro si presenta come una cittadina di
quasi 15.000 abitanti e fa parte della nuova provincia del Medio Campidano ed è il centro più
popoloso della neo provincia che ha una popolazione complessiva di circa 105.000 abitanti e
comprende importanti centri quali Arbus, Sanluri, S.Gavino Monreale. Per quanto riguarda il
capoluogo ne sono stati istituiti due: Sanluri e Villacidro; a Sanluri vi ha sede la Presidenza
della Giunta mentre e Villacidro vi ha sede il Consiglio Provinciale.
1
P.Cugia, Nuovo itinerario..., cit., p. 196; S. Manno, Villacidro, cit., p.23; A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico..., cit., p. 17
Anonimo, Edilizia, Villacidro, “I1 Corriere Dell'Isola”, Cagliari, A. I, N.27, 31-1-1907, p.2. Nell’articolo si fa riferimento
alle eleganti palazzine del cav. Emanuele Peluffo e del cav. Giuseppe Costa; della prima non rimane traccia; mentre
un’abitazione nota come “casa Costa” è stata rilevata nella zona “bassa” della via Roma ai nn. 168-170. E’ fatiscente,
presenta due piani e facciata simmetrica al cui centro è il portoncino principale, lateralmente, l’ampia porta carraia; al piano
superiore i delicati balconcini con ringhiere in ferro battuto. Internamente si scorge la struttura delle coperture in canniccio e
alcuni soffitti impreziositi da decorazioni floreali che si dice siano stati eseguiti da un internato austriaco nel 1916; si fa
riferimento alla gentile testimonianza del sig. Antonio Piras (noto Ranieri). Cfr. G. Dessì, Diari, cit., pp. 188-189 “... di sera
andammo in casa Costa. Non avevo mai visto tanti libri messi insieme: la libreria era una stanza abbastanza vasta dalle pareti
letteralmente coperte di libri”.
3
G. De Francesco, Un Comune di montagna, cit., p.23; Anonimo, II processo di Villacidro, cit., N.97, p.2; Comune di
Villacidro, Sei anni di amministrazione.... cit., p. 15
4
P. Cugia, Nuovo itinerario..., cit., p. 196; A. Andreini, Una monografia... cit., p.1; S. Cambosu, Gabriele D’Annunzio,
vent’anni dopo la morte, un debito di gratitudine dei sardi verso il poeta, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. LXX, N.52, 1-31958, p.3. Nell’articolo si legge che il poeta D’Annunzio, in occasione di tale viaggio, oltre ad aver scritto il sonetto dedicato
alla “lolla” campidanese, indicata come “l’oasi cortese”, ne compose uno contemplando la nota cascata villacidrese “Sa
Spendula”.
Secondo le notizie orali la poesia venne incisa su uno strato di cemento applicato in una parete rocciosa, in prossimità della
stessa fonte, ma di cui non rimane traccia, essendo stata asportata ad opera di vandali. Cfr. F. Cherchi Paba, Villacidro, nella
collana Quaderni storici e turistici di Sardegna, 10, Cagliari, 1969, pp.26-28. In quest’opera si riferiscono le parole con le
quali lo scrittore Edoardo Scarfoglio descrisse la gita: “Ci hanno accompagnato a Villacidro, un pezzo di Svizzera sarda”. G.
Dessì, Paese d’ombre, cit., p.7, 229, 298
5
A.Piras-Pinna, Resoconto Statistico.... cit., p. 17
6
E' importante evidenziare che il signor Maury, committente di una delle citate abitazioni, era di origine piemontese.
7
Secondo le fonti orali, le abitazioni indicate in queste due schede furono costruite da maestranze cagliaritane.
8
Fonti orali acquisite, gentilmente, da numerose persone che conobbero i muratori; in particolare si fa riferimento alla
testimonianza della sig. Raimonda Caddia nipote del capomastro Onorato Caddia. Cfr. G. Diana, in Liber Chronicus, cit., p.5
9
Lo confermano numerose fonti orali, in particolare è degna di nota la testimonianza della sig. Ada Mocci ved. Maresu.
10
S. Naitza, Liberty in Sardegna, in Archivi del Liberty italiano, (a cura di R. Bossaglia), Milano, 1987, pp.543-544
11
G. Diana, in Liber Chronicus, cit., p.5. In quest’opera si legge che il pittore austriaco eseguì L’ultima Cena e La
Comunione della Madonna; G. Dessì, La scelta, cit., pp. 59-60.
12
Anonimo, Sanluri, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XXII, N.53, 23-2-1910, p.2; Anonimo, Ferrovia, automobile..., “Il
Corriere Dell’Isola”, Cagliari, A. IV, N.120, 23-5-1910, p.2; Anonimo, L’intervista con l’onor. Antonio Scano, La ferrovia
Villacidro-Isili-Ales, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XXII, N. 198, 28-7-1910, p.l; Anonimo, La ferrovia Villacidro-lsili, “Il
Corriere Dell’Isola”, Cagliari, A. IV, N. 195, 19-8-1910, p.1; Anonimo, La ferrovia Villacidro-Isili, “Il Corriere Dell’Isola”,
Cagliari, A. VI, N. 38, 7-2-1912, p.3; Anonimo, La concessione della ferrovia Villacidro-Isili-Ales, “Il Corriere Dell’Isola”,
Cagliari, A. VI, N.87, 28-3-1912, p.2; F. Loriga, L’apertura del nuovo tronco ferroviario Villacidro-Isili, “L'Unione Sarda”,
Cagliari, A. XXVII, N. 174, 23-6-1915, p.2; Anonimo, Domani si parte per Sassari, Mussolinia e Villacidro, “L'Unione
Sarda”, Cagliari, A XLIII, N. 223, 19-9-1931, p.2 M. Le Lannou, Pastori e contadini... cit., p.27
14
Anonimo, La relazione del Segretario Federale cav. Vittorio Tredici, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLI, N. 1, 1-1-1929,
p.2; D. Lischi, Le opere pubbliche attuate dal Regime in una intervista con S.E Giuriati, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLI,
N.63, 15-3-1929, p.4. Anonimo, I lavori pubblici del Regime dalla marcia su Roma ad oggi, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A.
XLI, N. 109, 7-5-1929, p.4; Anonimo, La grandiosa politica di lavori pubblici del Regime esposta da S.E. di Crollanza alla
Camera, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLII, N. 108, 7-5-1930, p. 1. Anonirno, Le grandi opere del Regime, I rifornimenti
idrici delta Sardegna, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLVI, N.19, 23-1-1934, p. 1
15
P. Marica, Vittorio Tredici parla a“L’Unione Sarda” dell’avvenire di Cagliari, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XXXVI,
N. 206, 27-12-1924, p.3
16
Anonimo, Le opere di bonifica in provincia di Cagliari, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLI, N. 53, 3-3-1929, p.4; a.b.c.,
Le prime bonifiche in Sardegna, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLII, N. 106, 4-5-1930, p.3; Anonimo, L’attività costruttrice
2
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del Regime fascista in Sardegna illustrata nei diagrammi e nelle fotografie del Provveditorato alle opere, “L'Unione Sarda”,
Cagliari, A. XLIII, N. 140, 14-6-1931, p.5; Anonimo, Il foglio d’ordini del Partito, Il terzo elenco dei lavori predisposti dal
Governo Fascista per fronteggiare la disoccupazione invernale, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLIII, N. 209, 3 -9-1931, p.
1; Anonimo, Dieci anni di governo fascista hanno lasciato segni indelebili nella Isola nostra, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A.
XLIV, N. 254, 23-10-1932, p. 1; Anonimo, Le grandi opere del Regime..., cit., p.I
17
B.P., Opere pubbliche dell’anno VI in Sardegna, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XL, N. 289, 6-12-1928, p.2; a.b.,
Sardegna in cammino, Attività di bonifica in provincia di Cagliari, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLI, N. 198, 20-8-1929,
p.5; Anonimo, La costituzione del Consorzio di bonifica di Villacidro, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLI, N. 198, 20-81929, p.6; Anonimo, Le realizzazioni del regime in provincia di Cagliari, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLI, N. 256, 27-101929, p.2; Anonimo, Il Consorzio di Villacidro, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A. XLII, N.276, 19-11-1930, p.2; Anonimo,
Visita del R. Provveditore alle Opere Pubbliche, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A.XLIV, N. 60, 9-3-1932, p.4
18
A.S.B.A.A.A.S., Fasc. 7° 109° C, Cartella 5, Comune: Villacidro, (Cagliari) Chiesa della Mercede, richiesta demolizione,
1926. Nel fascicolo è inserito il nullaosta spedito dal direttore della Soprintendenza al Commissario Prefettizio di Villacidro,
in data 26-7-1926, col quale si concede l’autorizzazione per la demolizione dell'edificio. Cfr. Anonimo, Pubblico mercato,
“L'Unione Sarda”, A. XL, N.146, 22-6-1928, p.3; Anonimo, Le realizzazioni del regime..., cit., p.2; G. Diana, in Liber
Chronicus, cit. p.5
19
Numerosissime fonti orali riferiscono che l’incendio fu di natura dolosa, un attentato contro l’amministrazione comunale
presieduta dal sindaco Giovanni Serra il quale ha offerto gentilmente la sua testimonianza sulle vicende di quel periodo. Cfr.
Anonimo, Devastato da un incendio il Municipio di Villacidro, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. LXII, N.32, 7-2-1950, p.2;
Comune di Villacidro, Sei anni di amministrazione...,. cit., p.4
20
Secondo le numerose fonti orali il muro fu costruito su progetto dell'ingegner Raffaele Granata di Cagliari, noto “Lello”;
per la realizzazione furono usati materiali presenti nel luogo: abbondanza di pietre prelevate dal torrente Fluminera. Tali
testimonianze sono state fornite cortesemente dal signor Gennaro Murgia. Cfr. Anonimo, Visita del R. Provveditore...,
“L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLIV, N.60, 9-3-1932, p.4
21
Anonimo, A Villacidro, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLII, N. 207, 28-5-1930, p.4; A.S.B.A.A.A.S., Fasc. 7° 109,
Cartella 10, Comune: Villacidro, (Cagliari), 1931. Nel fascicolo è inserito un telegramma del Soprintendente alle antichità di
Cagliari in cui il Prefetto fa richiesta per autorizzare il Comune di Villacidro all’inaugurazione della lapide ai caduti il 24
maggio 1931. Cfr. Anonimo, L’omaggio di Villacidro ai suoi caduti, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A. XLIII, N. 125, 27-51931, p.4; Anonimo, A Villacidro, "L'Unione Sarda", Cagliari, A. XLIV, N. 128, 28-5-1932, p.4; G. Dessì, Il disertore,
Introduzione di A. Dolfi, Milano, 1990, pp. 7,11, 31, 40-41, 163. In quest’opera si leggono le vicende riguardanti la storia del
monumento.
22
G. Diana, in Liber Chronicus, cit., p.5
23
A.S.C., R. Corpo Di Stato Maggiore Generale Serie Mappe, Villacidro Gutturuforru, 276, Tavolette, Scala 1:10.000, nn.
12, 14 con le rispettive date: 20 Maggio e 19 Dicembre 1842, 29 Dicembre 1843. Cfr. G. Dessì, Paese d’ombre, cit., p. 182.
Numerose fonti orali riferiscono che la croce di Castangias, travolta recentemente da un’alluvione, in passato era meta delle
“rogazioni”, ossia delle processioni che si celebravano nel mese di maggio nei tre giorni precedenti l’Ascensione per
propiziare un buon raccolto; al riguardo si confronti M. Sardu, A.M. Fadda, Risalendo la Fluminera, cit., P. I 00
24
Anonimo, Nuove opere pubbliche a Villacidro, cit., p.6. Anonimo, Visita del R. Provveditore ..., “L'Unione Sarda”,
Cagliari, A. XLIV, N. 60, 9-3-1932, p.4; Anonimo, Gelsicoltura, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLIV, N. 82, 3-4-1932, p.6;
Anonimo, I ferrovieri fascisti a Villacidro, “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLIV, N. 142, 14-6-1932, p.4; Anonimo, Gita
dopolavoristica, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A. XLIV, N. 191, 10-8-1932, p.4; Anonimo, Attività calcistica a Villacidro: nel
nostro campo sportivo, “L'Unione Sarda”, A.LXIV, N.232, 28-9-1932, p.4; Anonimo, Attività sportiva a Villacidro,
“L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLVI, N. 17, 20-1-1934, p.4
25
Lettera dell'on. Sanna Randaccio agli elettori di Sardegna, “Il Popolo di Sardegna”, Cagliari, A.I, N. 60, 29-3-1924, p2;
Anonimo, Importanti opere pubbliche interessanti la Sardegna all'esame del comitato tecnico del Provveditorato alle OO.
PP., “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XLIII, N.99, 26-4-1931, p.3; Anonimo, Visita del R. Provveditore..., cit., p.4; Anonimo,
Domenica prossima sulle pittoresche vette del Monte Linas, “L’Unione Sarda”, Cagliari, A. XLIV, N. 117, 15-5-1932, p.5;
Anonimo, Sul Monte Linas domenica si è riunita l'assemblea costitutiva della sezione sarda del Club Alpino, “ L’Unione
Sarda”, Cagliari, A. XLIV, N. 124,24-5-1932, p.5
26
V. Verne, Il Tiro a Segno Nazionale deve passare alle dipendenze della M. V., “L'Unione Sarda”, Cagliari, A. XXXVII,
N. 90,17-4-1925, p.4
27
Anonimo, Inaugurazione della Società di Tiro a Segno, “I1 Corriere dell’Isola”, Cagliari, A.V, A.V. N.267, 4-10-1911,
p.2; Anonimo, Inaugurazione della Società di Tiro a Segno, “Il Corriere dell’Isola”, Cagliari, A.V, N.281, 18-10-1911, p.2;
Anonimo, Inaugurazione della Società di Tiro a Segno, “I1 Corriere dell’Isola”, Cagliari, A. V, N.289, 26-10-1911, p.2
28
A. Piras-Pinna, Resoconto Statistico.... cit., p. 17; G. Diana, in Liber Chronicus, cit., pp.8-9
29
La presenza del capomastro a Villacidro è attestata da numerosissime fonti orali.
30
Comune di Villacidro, Sei anni di amministrazione...., cit., p. 15: M. Le Lannou, Pastori e contadini...., cit., p. 27
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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2. Premessa
Con il presente Piano Particolareggiato riguardante parte della Zona “A” del Comune
di Villacidro, si è cercato di ridefinire la disciplina urbanistica di una parte del centro storico.
Il presente piano non include tutta la zona “A”, bensì tutta la sottozona A3, gran parte
della sottozona A2 e tutta l’area di Sant’Antonio già oggetto di un piano di recupero, il tutto
per una superficie territoriale di circa 18.3 ha.
Il Piano Particolareggiato è uno strumento urbanistico attuativo e presenta una
maggiore gestibilità rispetto al Piano Urbanistico Comunale il quale detta le regole generali
per lo sviluppo urbanistico del territorio comunale senza entrare nella specificità delle
problematiche dei centri storici.
Il più rilevante aspetto del Piano Particolareggiato, dal punto di vista della sua
applicazione, è quello di dare una precisa risposta alle sempre più pressanti richieste della
popolazione che potrà così vedere approvati i vari progetti di edilizia privata consistenti
essenzialmente nelle richieste di ristrutturazione edilizia, ampliamento e sopraelevazione,
essendo pochissime le aree libere da destinarsi a nuove costruzioni all’interno del perimetro
del centro storico in oggetto.
Per poter valutare a fondo le scelte progettuali operate nel tessuto urbano consolidato
all’interno del centro storico, occorre premettere che la modernizzazione delle tecniche
costruttive e dei materiali da costruzione, nonché degli impianti, ha determinato col passare
del tempo la scomparsa di quei caratteri architettonici simbolo dell’equilibrio tra vita e
ambiente arrivati sin dal passato ai giorni nostri, sicuramente incompatibili con le
sopravvenute esigenze di utilizzazione degli spazi e di igiene, ma indispensabili per il
mantenimento della memoria storica dei nostri centri storici. Questa memoria storica è ormai
presente in maniera limitata in quanto l’adeguamento delle abitazioni ai moderni standard
edilizi ha portato alla sua totale o parziale scomparsa con la perdita delle tipologie edilizie
proprie del passato caratterizzanti la cultura e tradizione dei nostri centri storici.
Come accaduto nella maggior parte dei Comuni della Sardegna, Villacidro ha subito
notevoli trasformazioni nell’assetto urbanistico; dette trasformazioni, sono dovute alle
modifiche e ristrutturazioni operate nel tempo senza preservare le caratteristiche
architettoniche e tipologiche originarie dei singoli edifici e degli isolati; sono infatti
numerosissimi, anche a Villacidro, i casi in cui per far posto ad anonime abitazioni sono stati
demoliti edifici caratteristici della cultura e tradizioni locali, se non addirittura storici.
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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Malgrado ciò rimane un buon numero di edifici antichi, di pregio, o caratteristici, a
cui, nel presente piano, è stato imposto il vincolo di salvaguardia. Molti altri edifici sono stati
realizzati o ristrutturati recentemente recuperando gli elementi tipici e salvaguardando le
caratteristiche tipologiche proprie del passato, anch’essi sono stati inseriti nell’elenco degli
edifici da salvaguardare.
Buona parte degli edifici facenti parte del centro storico ha però scarso valore
architettonico in quanto si tratta fabbricati di recente edificazione o perchè gli interventi di
ristrutturazione operati nel tempo hanno eliminato i riferimenti storici o gli hanno pregiudicati
irrimediabilmente. La pietra ha via via lasciato il posto ai blocchi di cemento o ai mattoni con
intonaci e tinteggiature; i vani si sono moltiplicati e le tipologie rispondono sì ai moderni
standard edilizi ed abitativi ma non hanno riferimenti storici.
Il centro storico di Villacidro è caratterizzato da una notevole frammentazione;
quasi sempre gli edifici sono costruiti a filo strada e i cortili sono relegati in posizione laterale
ma più frequentemente sul retro, creando un filo continuo edificato per tutto lo sviluppo
esterno dell’isolato. Per il centro storico di Villacidro non si può quindi parlare di una vera e
propria tipologia edilizia predominante, ma si tratta di un aggregato di varie realtà edilizie, sia
per la diversa epoca di costruzione o ricostruzione, sia per le differenti tipologie edilizie
utilizzate e scelte in base alle esigenze familiari e ovviamente in base alla disponibilità
economica dei proprietari. All’interno di tali differenze, che sono peraltro caratteristiche di
quasi tutti i centri storici della Sardegna, si evidenzia anche la vasta scelta e utilizzo dei più
disparati materiali da costruzione e delle diverse qualità e tipologie di finitura, è rilevante
anche la presenza di edifici da completare nelle finiture (intonaci, tinteggiature, infissi,
recinzioni ecc.).
Queste diversità pregiudicano l’omogeneità dell’assetto urbano, infatti si nota senza
soluzione di continuità la presenza di edifici a più piani ad altri ad un solo piano, di edifici
nuovi con edifici vecchi, di edifici in buono stato di conservazione con altri in stato di
degrado ecc.
Partendo da queste considerazioni si è cercato di uniformare queste diverse realtà mediante la
previsione e la scelta di materiali omogenei e caratteristici della cultura dei nostri centri
storici; si è quindi privilegiato l’utilizzo di infissi esclusivamente in legno eliminando gli
infissi in alluminio, P.V.C. o altri materiali estranei ai centri storici, è stata prevista
l’eliminazione degli avvolgibili, la realizzazione di tetti a falde inclinate con coperture in
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tegole sarde con la completa eliminazione di tettoie in plastica, eternit o altro, il ripristino
delle recinzioni in pietrame a secco, delle recinzioni e cancelli in ferro battuto, ecc.
Al contempo, nei limiti dell’utilizzo dell’indice di fabbricabilità fondiaria medio di
zona, si è cercato di uniformare le varie volumetrie all’interno di ogni singolo comparto ed
isolato, spesso disomogenee tra loro e si è cercato di eliminare quegli edifici, o parte di essi,
degradati e in contrasto con il pubblico decoro e, naturalmente, senza alcun valore storico o
architettonico, prevedendo la loro demolizione parziale o totale e successiva ricostruzione o,
ancora, la loro completa ristrutturazione.
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3. Indagine e morfologia del progetto
L’elaborazione del Piano Particolareggiato è un’operazione volta non solo a soddisfare
le esigenze abitative della popolazione, manifestate essenzialmente attraverso la presentazione
di progetti finalizzati alla richiesta di incrementi volumetrici, intesi come sopraelevazione o
ampliamento, ma è anche un’operazione di recupero ambientale nel senso estetico ed
architettonico e della qualità urbana, il tutto inteso come tessuto organico da ristrutturare e
ridefinire; per questo durante la redazione del Piano Particolareggiato si è prestata la massima
attenzione su tre aspetti fondamentali:
-
Il primo fa riferimento ad una qualità estrinseca dell’oggetto architettonico, intesa
come qualità e decoro delle finiture esterne e soprattutto allo stato di conservazione
dell’edificio nel suo complesso; in alcuni casi l’edificio non ha finiture di grande pregio,
per questo vengono suggeriti interventi atti a migliorarne la qualità ed a creare un
tessuto urbano omogeneo, prevedendo la nuova coloritura della facciata in sostituzione
di quella fatiscente, inesistente o in contrasto con l’insieme della facciata o in contrasto
con gli edifici adiacenti, la conservazione e ripristino delle murature in pietra a faccia
vista, di cornici in pietra, fasce marcapiano, bassorilievi,
basamenti e elementi
decorativi in genere, la sostituzione degli infissi esterni in P.V.C. o alluminio con altri in
legno con scurini o persiane anch’essi in legno, la sostituzione o elettrocolorazione simil
legno delle serrande metalliche, l’eliminazione o lo spostamento non a vista di impianti,
cavi, parabole, serbatoi idrici o altro, il mantenimento ed il ripristino delle coperture in
tegole sarde, l’eliminazione delle coperture in eternit, plastica ecc. e la loro sostituzione
con coperture in tegole sarde; sono stati inoltre indicati gli indirizzi generali ed i
materiali da utilizzare per il completamento degli edifici non ultimati nelle finiture, il
tutto cercando di operare una omogeneizzazione degli isolati.
Al tempo stesso viene prescritto il mantenimento di quegli elementi caratterizzanti il
centro storico per i quali si prevede il mantenimento e la valorizzazione anche in caso di
interventi edilizi radicali, quali infissi in legno, cornici in stucco o pietra, coperture in
tegole sarde, ecc.
-
Il secondo oggetto fa riferimento ad una qualità intrinseca all’oggetto
architettonico e più precisamente fa riferimento alla dimensione spaziale e volumetrica
degli edifici. Per arrivare a ciò è stato realizzato un accurato studio su ogni singola unità
abitativa e sulle sue pertinenze, sulla sua volumetria attuale e su quella massima
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realizzabile in base all’indice fondiario medio di zona, prevedendo vari tipi di intervento
che vanno dalla ristrutturazione edilizia, alla demolizione totale o parziale con
successiva ricostruzione e mantenimento dei volumi esistenti, all’ampliamento ed alla
sopraelevazione, alle nuove costruzioni, tutto in funzione delle dimensioni del lotto,
della volumetria massima realizzabile e della densità edilizia nei lotti limitrofi.
-
Il terzo fa riferimento all’assenza di emergenze architettoniche particolari per
quanto riguarda le abitazioni private.
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4. Morfologia dei comparti
Condizione fondamentale nella redazione del Piano Particolareggiato, è che i risultati
dell’analisi e del metodo messi a punto dal progettista, possano essere concretamente gestiti
sia dal punto di vista amministrativo che da quello operativo, questo tenendo conto delle
culture più “vivibili” per i nostri paesi e per la tipologia edilizia ed “urbana”.
Dall’indagine sulla consistenza edilizia dei vari comparti, è emersa una sostanziale
omogeneità tra la sottozona A2 e la sottozona A3. La sottozona A2 ha un indice fondiario
attuale di 4.20 m³/m², la sottozona A3 ha un indice fondiario attuale di 4.47 m³/m². La zona di
S.Antonio ha un invece un indice fondiario attuale minore, pari a 3.56 m³/m².
E’ stata quindi formulata un’ipotesi fondamentale di intervento:
-
la possibilità di un incremento volumetrico finalizzato alla ricerca di uno standard
abitativo omogeneo attraverso l’utilizzo di un indice diverso per ogni sottozona.
Infatti le tre sottozone suddette, A2, A3 e S.Antonio, si differenziano, se non tanto dal punto
di vista della volumetria edificata e della densità edilizia, per epoca di costruzione : la zona
A3 è la parte di più antico impianto di tutto il centro storico, la zona A2 è quella intermedia
(tra la zona A3 e la zona A1) mentre la zona di S.Antonio ha caratteristiche particolari dovute
alla presenza di un piano di recupero che ne ha segnato e caratterizzato l’evoluzione.
La parte del centro storico oggetto del presente piano, la cui superficie territoriale è
di m² 183.860, è stato suddiviso in 12 comparti d’intervento di cui sei in zona A2, cinque in
zona A3 e uno a se stante denominato S.Antonio. Le superfici fondiarie e territoriali sono le
seguenti:
-
Il comparto n.1A3 ha una superficie territoriale è di m² 1.670, quella fondiaria è di
m² 1.115;
-
Il comparto n.2A2 ha una superficie territoriale è di m² 16.950, quella fondiaria è di
m² 13.011;
-
Il comparto n.3A2 ha una superficie territoriale è di m² 18.040, quella fondiaria è di
m² 13.639;
-
Il comparto n.4A2 ha una superficie territoriale è di m² 13.360, quella fondiaria è di
m² 6.528;
-
Il comparto n.5A3 ha una superficie territoriale è di m² 20530, quella fondiaria è di
m² 11.354;
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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-
Il comparto n.6A3 ha una superficie territoriale è di m² 12.950, quella fondiaria è di
m² 9.377;
-
Il comparto n.7A2 ha una superficie territoriale è di m² 8.345, quella fondiaria è di
m² 7.417;
-
Il comparto n.8A3 ha una superficie territoriale è di m² 11.860, quella fondiaria è di
m² 8.386;
-
Il comparto n.9A2 ha una superficie territoriale è di m² 26.540, quella fondiaria è di
m² 21.902;
-
Il comparto n.10A2 ha una superficie territoriale è di m² 19.640, quella fondiaria è di
m² 15.619;
-
Il comparto n.11A3 ha una superficie territoriale è di m² 9.460, quella fondiaria è di
m² 7.815;
-
Il comparto n.12 – S.Antonio ha una superficie territoriale è di m² 24.515, quella
fondiaria è di m² 13.313.
La sottozona A2 ha una superficie territoriale di m² 102.875 e una superficie
fondiaria di m² 78.116; la sottozona A3 ha una superficie territoriale di m² 56.470 e una
superficie fondiaria di m² 38.047; la sottozona di S.Antonio ha una superficie territoriale
di m² 24.515 e una superficie fondiaria di m² 13.313.
La notevole differenza tra la superficie fondiaria e la superficie territoriale è dovuta
alla notevole frammentazione del centro storico con la presenza di una notevole superficie
destinata a viabilità, ma anche perché all’interno del valore della superficie territoriale
figurano le piazze, gli slarghi stradali, le aree non edificabili e le aree servizi, mentre la
superficie fondiaria comprende solo le superfici residenziali edificabili.
All’interno della zona “A” oggetto del piano, si trovano delle aree servizi, di seguito
elencate e denominate così come riportato nel P.U.C.
Le aree S2 pari a complessivi m² 6.199, sono le seguenti:
- S2002 : Area palazzo comunale
m² 2.560
comparto 4 A2
- S2003 : Area ex Montegranatico
m² 204
comparto 5 A3
- S2004 : Area Chiesa delle Grazie
m² 217
comparto 5 A3
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- S2005 : Area Chiesa Santa Barbara
m² 1.778
comparto 5 A3
- S2006 : Area Chiesa delle Anime
m²
280
comparto 5 A3
- S2008 : Area lavatoio
m² 330
comparto 5 A3
- S2010 : Area Chiesa S.Antonio
m²
comparto S.Antonio
830
Le aree S3 pari a complessivi m² 1.276, sono le seguenti :
- S3006 : Piazza Zampillo
m²
326
comparto 5 A3
- S3018 : Piazza S.Antonio
m²
950
comparto 9 A2
Le zone G pari a complessivi m² 1.995, sono le seguenti :
- G01 : Ex mulino Caddia
m²
221
comparto 1 A3
- G02 : Mercato piazza Municipio
m² 397
comparto 4 A2
- G04 : Casa G. Dessì
m²
740
comparto 8 A3
- G05 : Fondazione Mauri
m² 637
comparto 8 A3
Il P.U.C. individua inoltre delle aree S4 – parcheggi pubblici all’interno dell’area
oggetto dell’intervento per complessivi m² 2.651. Esse sono le seguenti :
- S4009
- S4013
- S4010
- S4012
- S4014
- S4015
- S4021
- S4023
- S4016
- S4069
- S4070
- S4071
- S4073
- S4111
- S4072
- S4074
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
143
183
160
315
621
55
171
166
82
182
80
95
42
34
44
166
comparto 2 A2
comparto 3 A2
comparto 4 A2
comparto 4 A2
comparto 4 A2
comparto 5 A3
comparto 5 A3
comparto 5 A3
comparto 6 A3
comparto 8 A3
comparto 8 A3
comparto 10 A2
comparto 10 A2
comparto 10 A2
comparto 11 A3
comparto 11 A3
Per quanto riguarda il numero degli edifici privati all’interno del centro storico oggetto
dell’intervento, il loro numero complessivo è 815 così suddivisi: il comparto 1A3, composto
da un unico isolato, comprende 10 edifici; il comparto 2A2, composto da 3 isolati, comprende
92 edifici; il comparto 3A2, composto da 6 isolati, comprende 107 edifici; il comparto 4A2,
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composto da 3 isolati, comprende 44 edifici; il comparto 5A3, composto da 8 isolati
(compreso l’isolato E completamente occupato dall’area della chiesa di S.Barbara classificata
S2), comprende 56 edifici; il comparto 6A3, composto da 4 isolati, comprende 56 edifici; il
comparto 7A2, composto da 3 isolati, comprende 39 edifici; il comparto 8A3, composto da 5
isolati, comprende 53 edifici; il comparto 9A2, composto da 8 isolati, comprende 148 edifici;
il comparto 10A2, composto da 4 isolati, comprende 98 edifici; il comparto 11A3, composto
da 3 isolati, comprende 38 edifici; il comparto S.Antonio, composto da 6 isolati, comprende
74 edifici.
Occorre sottolineare che il numero degli edifici indica le proprietà individuate a
seguito dello studio della cartografia e dei sopralluoghi effettuati sul posto e che gli edifici,
intesi come corpi fabbrica separati, sono un numero maggiore, infatti molte proprietà
comprendono più fabbricati separati e articolati nello stesso lotto.
Lo studio dei vari comparti ha portato alla redazione di una tavola grafica indicante lo
stato di conservazione degli immobili e l’individuazione degli edifici da sottoporre a
salvaguardia (tavola grafica : Planimetria Generale - Stato di Conservazione – tav. 6).
Di seguito viene riportato un repertorio fotografico rappresentativo delle varie
tipologie suddivise per stato di conservazione.
Con la lettera “B” sono stati individuati gli edifici in buone condizioni, siano essi di
nuova realizzazione o recentemente ristrutturati :
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EDIFICIO NUOVO (COMPARTO 2 A2 – ISOLATO B – EDIFICIO n.42)
EDIFICIO RECENTEMENTE RISTRUTTURATO (COMPARTO 11 A3 – ISOLATO B – EDIFICIO n.11)
Con la lettera “M” sono stati individuati gli edifici mediocri inteso sia come stato di
conservazione, sia come tipologia o valenza architettonica :
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EDIFICIO MEDIOCRE PER TIPOLOGIA E FINITURE (COMPARTO 9 A2 – ISOLATO C – EDIFICIO n.13)
EDIFICIO MEDIOCRE IN QUANTO INCOMPLETO (COMPARTO 9 A2 – ISOLATO H – EDIFICIO n.4)
Con la lettera “F” sono stati individuati gli edifici fatiscenti in stato di degrado ed
abbandono (essenzialmente ruderi da demolire e ricostruire) :
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EDIFICIO FATISCENTE – RUDERE (COMPARTO 1 A3 – EDIFICIO n.3)
EDIFICIO FATISCENTE (COMPARTO 11 A3 – ISOLATO B - EDIFICIO n.2)
Con la lettera “S” sono stati individuati gli edifici da salvaguardare per i quali gli
interventi ammessi sono solo la manutenzione ordinaria, la manutenzione straordinaria e il
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risanamento conservativo. Gli edifici da salvaguardare possono essere in condizioni buone,
mediocri o fatiscenti :
EDIFICIO DA SALVAGUARDARE – IN STATO DI MEDIOCRE CONSERVAZIONE (COMPARTO 5 A3 – ISOL. F – EDIFICIO n.6)
EDIFICIO DA SALVAGUARDARE – IN BUONO STATO DI CONSERVAZIONE (COMPARTO 5 A3 – ISOLATO A – EDIFICIO n.4)
Le specifiche su ogni singolo edificio sono riportate nelle schede allegate alle Norme
di Attuazione (allegati C1 – C12).
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L’analisi sullo stato di conservazione degli immobili, riguarda essenzialmente il loro
aspetto esteriore in quanto è di difficile se non impossibile analisi la condizione strutturale
dell’immobile, aspetto nel quale il Piano Particolareggiato entra marginalmente in quanto la
risoluzione dei problemi strutturali, igienici e di abitabilità degli edifici è sempre possibile
attraverso l’attuazione di interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e risanamento
conservativo, che sono sempre ammessi.
Gli edifici hanno spesso pertinenze in pessimo stato di conservazione adibite a
depositi, garage ecc. Gli interventi ammessi e prescritti riportati nel piano, sono estesi anche
alle pertinenze spesso dequalificanti per il decoro urbano; in altri casi ancora le prescrizioni
riguardano le sole pertinenze.
Per gli edifici fatiscenti, che si trovano in stato di degrado, sono stati previsti
interventi di ristrutturazione e/o riqualificazione, con demolizione e ricostruzione qualora essi
non siano inseriti nell’elenco degli edifici da salvaguardare. Per parte degli edifici mediocri,
in particolare quelli senza una tipologia edilizia definita o inadeguata per la residenza, è stata
prevista la possibilità di attuare una serie di interventi radicali di trasformazione mediante la
loro ristrutturazione edilizia, eventuale demolizione e ricostruzione totale o parziale ed
eventualmente ampliamento e sopraelevazione nel rispetto degli indici previsti; la maggior
parte degli edifici mediocri è però classificato tale a causa della scarsa manutenzione o della
scarsa qualità e disomogeneità dei materiali di finitura e quindi gli interventi previsti sono, in
tal caso, quelli di rifacimento delle tinteggiature, sostituzione degli infissi, rifacimento delle
coperture, completamento di parti strutturali e di finitura ecc. Infine, per gli edifici in buone
condizioni non sono previsti interventi edilizi se non, in alcuni casi, interventi di
sopraelevazione o ampliamento qualora l’edificato non abbia una tipologia ben definita e
sempre nel rispetto dell’indice fondiario medio di zona e della densità edilizia nei lotti
limitrofi.
Per quanto riguarda gli edifici da salvaguardare sono consentiti interventi di restauro
guidato nell’ambito dell’abaco tipologico allegato. Generalmente si tratta solo di interventi di
manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria e restauro conservativo, in quanto trattasi
di edifici caratterizzanti il centro storico per il loro valore storico ed architettonico. In alcuni
casi è però consentito anche un intervento di ristrutturazione edilizia per la variazione del
numero, ordine e dimensione delle aperture (per esempio se numericamente insufficienti,
troppo piccole o per aerare i servizi ecc.), per l’adeguamento delle altezze interne, per la
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realizzazione dei servizi igienici all’interno dell’abitazione o di impianti tecnologici, per la
ricostruzione di parti fatiscenti o crollate, il tutto mantenendo inalterata la tipologia edilizia in
essere e utilizzando materiali analoghi a quelli esistenti. In alcuni casi il restauro guidato è
accompagnato da un ampliamento e/o sopraelevazione da eseguirsi su precise indicazioni e
prescrizioni dell’Ufficio Tecnico comunale e sempre nel rispetto dell’abaco tipologico e delle
normative vigenti.
Per la maggior parte degli edifici del centro storico che si trovano in buone condizioni,
invece, non è stato previsto alcun intervento edilizio trattandosi di edifici di nuova
costruzione, di recente ristrutturazione o ricostruzione.
In particolare lo stato di conservazione degli edifici oggetto del piano è il seguente:
-
comparto 1A3 : su 10 edifici 3 sono in stato di fatiscenza, 4 sono mediocri e 3 sono in
buone condizioni;
-
comparto 2A2 : su 93 edifici 6 sono in stato di fatiscenza, 64 sono mediocri e 23 sono
in buone condizioni, di questi 6 sono da salvaguardare;
-
comparto 3A2 : su 107 edifici 8 sono in stato di fatiscenza, 67 sono mediocri e 32 sono
in buone condizioni, di questi 11 sono da salvaguardare;
-
comparto 4A2 : su 44 edifici nessuno è fatiscente, 27 sono mediocri e 17 sono in buone
condizioni, di questi 2 sono da salvaguardare;
-
comparto 5A3 : su 56 edifici 4 sono in stato di fatiscenza, 25 sono mediocri e 27 sono
in buone condizioni, di questi 21 sono da salvaguardare;
-
comparto 6 A3 : su 56 edifici 1 è in stato di fatiscenza, 27 sono mediocri e 28 sono in
buone condizioni, di questi 15 sono da salvaguardare;
-
comparto 7A2 : su 39 edifici 1 è in stato di fatiscenza, 27 sono mediocri e 11 sono in
buone condizioni, di questi 7 sono da salvaguardare;
-
comparto 8A3 : su 53 edifici nessuno è fatiscente, 35 sono mediocri e 18 sono in buone
condizioni, di questi 18 sono da salvaguardare;
-
comparto 9A2 : su 147 edifici 4 sono in stato di fatiscenza, 89 sono mediocri e 54 sono
in buone condizioni, di questi 4 sono da salvaguardare;
-
comparto 10A2 : su 98 edifici 4 sono in stato di fatiscenza, 52 sono mediocri e 42 sono
in buone condizioni, di questi 9 sono da salvaguardare;
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-
comparto 11A3 : su 38 edifici 5 sono in stato di fatiscenza, 19 sono mediocri e 14 sono
in buone condizioni, di questi 5 sono da salvaguardare;
-
comparto S.Antonio : su 74 edifici 8 sono fatiscenti, 44 sono mediocri e 22 sono in
buone condizioni, di questi 8 sono da salvaguardare;
Da tutto ciò si deduce che lo stato di conservazione degli immobili nella parte del
centro storico oggetto dell’intervento è sostanzialmente buono infatti, su 815 unità edilizie
solo 44, pari a solo il 5.5% circa, sono in stato di fatiscenza e degrado; 480, pari al 60% circa,
sono mediocri soprattutto del punto di vista tipologico e delle finiture e 291, pari al 35% circa
del totale, sono in buono stato di conservazione o nuove. A ciò va aggiunto che 106 unità
edilizie, pari al 13% del totale, sono da salvaguardare.
Considerando questi dati per comparto e tralasciando il comparto 1A3 di soli 10
edifici e le trascurabili percentuali relative alle unità immobiliari fatiscenti, constatiamo che la
maggiore percentuale di edifici mediocri si trovano nel comparto di 7A2 e sono pari al 69%,
poi nel comparto 8A3 con il 66% e nei comparti 3A2, 4A2, 9A2 e S.Antonio tutti con circa il
60%. Il comparto in cui figura la minore percentuale di edifici mediocri è il comparto 5A3
con il 45%.
Per quanto riguarda gli edifici in buone condizioni, la percentuale più elevata è nel
comparto 6A3 con il 50%, nel comparto 5A3 con il 48% e via via a seguire sino alla
percentuale minima che si trova nel comparto 2A2 (25%) e nel comparto 7A2 (28%).
Per quanto riguarda gli edifici da salvaguardare, la percentuale più elevata si riscontra
nel comparto 5A3 con il 38% circa e nel comparto 8A3 con il 34% circa. Elevata è anche la
percentuale nel comparto 6A3 (27%). La percentuale minima è nel comparto 9A2 con appena
il 3%.
Quindi nelle sottozone A3, ovvero nella parte di più antico impianto di tutto il centro
storico di Villacidro, è più elevata la percentuale di edifici da salvaguardare e al contempo è la
più alta anche la percentuale di edifici in buone condizioni frutto della politica di recupero e
valorizzazione del centro storico attuata negli anni dall’Amministrazione di Villacidro; nelle
sottozone A2 prevalgono gli edifici mediocri senza particolare pregio e di recente edificazione
e ricostruzione ed è minima la percentuale di edifici da salvaguardare; nel comparto
S.Antonio, pur prevalendo gli edifici mediocri, vi è un’alta percentuale di edifici nuovi e da
salvaguardare.
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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5. Volumi residenziali
Uno degli scopi principali del Piano Particolareggiato è quello di omogeneizzare le
volumetrie; ciò si può concretizzare attraverso un incremento delle superfici coperte oppure;
nel caso di edifici ad un solo piano o di altezza inferiore agli edifici circostanti, nella
possibilità di un incremento volumetrico in senso verticale. Per gli interventi di
sopraelevazione sono stati redatti i profili regolatori che indicano, con un tratto – punto di
colore rosso, l’altezza massima realizzabile in caso di intervento di sopraelevazione, altezza
massima intesa come linea di gronda.
Per quanto riguarda i profili regolatori, si evidenzia che il tratto – punto di colore rosso
indica l’altezza massima realizzabile in caso sussistano le condizioni per un incremento
volumetrico in senso verticale, quale la specifica prescrizione riportata nelle schede
progettuali : intervento I7.
Qualora nel piano sia previsto un incremento volumetrico, l’altezza massima
realizzabile sarà quella riportata nei profili regolatori, non superiore e intesa sempre come
linea di gronda.
Se invece nel piano non è previsto alcun incremento volumetrico ma, si dimostra di
avere una superficie sufficiente per attuarlo a seguito dell’acquisizione o della
dimostrazione del possesso di superfici fondiarie contigue al proprio lotto, sarà possibile
sopraelevare l’edificio per l’allineamento della linea di gronda agli edifici adiacenti
qualora più alti, il tutto da sottoporre al giudizio preventivo dell’Ufficio Tecnico
Comunale sentita la Commissione Edilizia. Non sarà in questi casi possibile sopraelevare
un edificio già allineato con gli edifici adiacenti o addirittura più alto, anche se ad un solo
piano, se anche per gli edifici adiacenti non è prevista la sopraelevazione.
Resta inoltre inteso che gli edifici da salvaguardare indicati nelle schede progettuali e nella
tavola grafica indicazione degli interventi con la lettera “S”, non potranno essere sopraelevati
o ampliati anche sussistendo lo predette condizioni, salvo i casi in cui l’intervento di
sopraelevazione non sia espressamente prevista nella relativa scheda progettuale.
Gli interventi di sopraelevazione qualora previsti, ovvero indicati con l’intervento I7,
riguardano il corpo fabbrica principale che è quasi sempre la parte dell’edificio con una
maggiore altezza mentre è permesso, qualora vi sia un certo volume ancora realizzabile,
uniformare l’altezza degli altri corpi fabbrica secondari con l’edificio principale anche senza
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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che sia prescritta esplicitamente la sopraelevazione. Così facendo si è cercato di uniformare il
profilo delle vie mantenendo, finchè possibile, la stessa linea di gronda. Nei casi in cui, in
base all’indice medio di zona e quindi alla volumetria massima realizzabile, non sia stato
possibile allineare l’altezza dell’edificio a quelli circostanti, l’intento di uniformare le altezze
sul fronte strada è venuto meno.
Per gli interventi che comportano un incremento volumetrico, sia esso di
ampliamento, sopraelevazione, demolizione e ricostruzione o nuova costruzione, l’indice
fondiario massimo utilizzabile è quello medio di zona (Decreto dell’Assessore EE.LL.
Finanze ed Urbanistica n. 2266/U del 20.12.1983), che è di m³/m² 4.20 per le zone A2,
m³/m² 4.47 per le zone A3 e m³/m² 3.56 per il comparto di S.Antonio.
Le volumetrie previste nel presente Piano Particolareggiato sono state indicate nelle
schede progettuali allegate alle Norme di Attuazione (Allegati C1 – C12), nelle quali viene
indicata la superficie coperta attuale, il volume attuale, l’incremento volumetrico previsto e il
volume massimo realizzabile di ogni singolo edificio comprese le sue pertinenze, nonché il
tipo di intervento previsto.
Occorre evidenziare che al momento della presentazione dei singoli progetti, si
dovranno presentare le necessarie documentazioni che dimostrino l’effettiva proprietà
dell’area necessaria (in base all’indice di fabbricabilità) ad un eventuale incremento
volumetrico e dovranno essere rispettare tutte le indicazioni riportate nelle schede
progettuali, negli elaborati grafici e si dovranno rispettare tutte le leggi e regolamenti vigenti.
Il volume previsto nelle schede è sempre ottenuto nel rispetto dell’indice di fabbricabilità
fondiaria; il volume stesso, in sede di presentazione dei singoli progetti, potrà essere
aumentato o diminuito in base all’effettiva proprietà di superficie fondiaria posseduta,
rimanendo sempre invariata la volumetria realizzabile all’interno di ogni isolato e comparto,
infatti la dimostrazione del possesso di una superficie fondiaria che porti ad un volume
realizzabile superiore a quello previsto, comporterà la diminuzione del volume realizzabile in
un lotto limitrofo al quale viene scorporata la superficie fondiaria ad esso attribuita ed il
relativo volume.
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6. Descrizione del piano
Il presente Piano Particolareggiato è composto dalla presente Relazione, dallo Stralcio
Norme di Attuazione del P.U.C., dalle Norme di Attuazione con allegate le schede progettuali
e le tavole grafiche progettuali.
Nello Stralcio delle Norme di Attuazione vengono riportate le norme del P.U.C.
riguardanti la Zona “A”; nelle Norme di Attuazione vengono riportate le norme del P.P.
integrative e con maggiori dettagli rispetto a quelle previste nel P.U.C., inoltre vengono
riportate le tipologie di intervento denominate con le sigle I1 / I8 e le schede progettuali per
ogni singolo edificio agli allegati C1/C12.
Le schede progettuali sono 815, esse sono state redatte per ogni edificio e
riportano le prescrizioni degli interventi previsti ed ammessi per ogni singola unità
abitativa e sono state studiate anche in relazione alle N.T.A. del P.P.R. in modo da
verificarne la coerenza con lo stesso. In esse compare: la fotografia dell’edificio (principale
se è un complesso articolato nel lotto), lo stralcio planimetrico (l’isolato con la numerazione
progressiva degli edifici che lo costituiscono), il numero dell’edificio, il nome della via sulla
quale ricade, il tipo di intervento (ristrutturazione edilizia, ampliamento, sopraelevazione
ecc.), le prescrizioni di intervento (sostituzione infissi, rifacimento tinteggiature, coperture
ecc.), lo stato di conservazione dell’edificio e l’eventuale vincolo di salvaguardia, una
descrizione sommaria degli interventi previsti e realizzabili e indicazione sullo stato di
conservazione dell’edificio, la superficie coperta esistente, il volume esistente, l’incremento
volumetrico e il volume massimo realizzabile; nei casi in cui esso coincide con il volume
esistente, significa che l’indice di fondiario del lotto è già superiore o uguale a quello medio
di zona oppure che l’edificio, essendo tipologicamente definito, non necessita di incrementi
volumetrici o, ancora, che l’edificio è già sovradimensionato o simile per consistenza
volumetrica agli edifici circostanti a cui non sono stati attribuiti incrementi volumetrici.
Per quanto riguarda le prescrizioni riportate nelle schede, esse sono state suddivise in
quattro categorie:
-
conservare e/o ripristinare – ovvero conservare particolari elementi tipici e
caratterizzanti l’edificio compiendo al contempo un’operazione di recupero e restauro, o
ripristinare elementi scomparsi o fatiscenti con la loro ricostruzione o ricollocamento in
opera;
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-
eliminare – ovvero eliminare elementi dequalificanti il centro storico come, per
esempio, gli infissi non in legno, coperture in materiale plastico, eternit ecc., gli
avvolgibili in plastica, rivestimenti esterni in piastrelle di ceramica, impianti a vista;
-
sostituire – ovvero sostituire elementi dequalificanti con altri tipici e caratterizzanti il
centro storico (infissi, coperture, rivestimenti, tinteggiature in colorazioni inadeguate);
-
realizzare e completare – ovvero completare gli edifici sprovvisti di infissi, intonaci,
tinteggiature, recinzioni ecc.
Gli elementi da sottoporre a tali prescrizioni sono elencati nella tabella A allegata alle
Norme di Attuazione ed alle schede di cui agli allegati C1 – C12, e riguardano soprattutto le
finiture degli edifici.
Le tavole grafiche sono le seguenti :
-
Tavola n. 1 - Stralcio del Piano Urbanistico Comunale;
-
Tavola n. 2 – Planimetria catastale e storico catastali;
-
Tavola n. 3 - Planimetria Generale – limite del piano e suddivisione comparti
d’intervento e isolati – riferimento vertici profili regolatori, nella quale è indicata l’area
oggetto del Piano Particolareggiato, la suddivisione e numerazione dei comparti
d’intervento e degli isolati e l’indicazione dei vertici riportati nelle tavole grafiche dei
profili regolatori per una loro più agevole lettura;
-
Tavola n. 4a / 4b / 4c - Planimetria Generale – numerazione edifici (tav. 4a comparti
1-6; tav. 4b comparti 6-11 e tav. 4c comparto S.Antonio); nella quale sono numerati
progressivamente per isolato tutti gli edifici del piano individuabili grazie anche alle
diverse colorazioni;
-
Tavola n. 5 - Planimetria Generale - indicazione numero dei piani, nella quale sono
riportate le altezze (intese come numero dei piani) degli edifici e delle sue pertinenze;
-
Tavola n. 6 - Planimetria Generale – stato di conservazione, nella quale è riportato lo
stato di conservazione degli edifici e delle loro pertinenze facenti parte del piano. Lo
stato di conservazione è indicato con le lettere B – buono, M – mediocre, F - fatiscente.
In questo elaborato vengono riportati con la lettera “S” gli edifici più importanti e
caratteristici per i quali è prevista la salvaguardia. Ad ogni edificio può essere attribuita
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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più di una lettera ovvero può essere in parte mediocre ed in parte buono (M/B), da
salvaguardare ed allo stesso tempo fatiscente (A/F) ecc.;
-
Tavola n. 7 - Planimetria Generale – indicazione degli interventi, nella quale sono
indicati gli interventi edilizi ammessi per ogni singola unità edilizia e riportati anche
nelle schede progettuali (I4, I5, I6 ecc.);
-
Tavola n. 8 – Planimetria Generale – Planovolumetrico, nella quale sono indicate le
aree libere su cui sono consentite le nuove edificazioni con l’ipotesi del sedime del
nuovo fabbricato;
-
Tavola n. 9 - Planimetria Generale – spazi pubblici, nella quale sono indicati gli spazi
pubblici (aree S e G) ricadenti all’interno del perimetro del centro storico;
-
Tavole dalla n. 10 alla 21b - Profili Regolatori, nei quali sono riportati i prospetti di
tutti gli edifici sul fronte strada, i profili delle corti interne e con una linea tratto – punto
rossa è riportata l’altezza massima realizzabile in caso di incremento volumetrico. Tale
altezza è intesa come linea di gronda.
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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7. Indagine sul patrimonio edilizio esistente – dimensionamento
E’ stata effettuata un’indagine diretta sul patrimonio edilizio esistente (vedasi schede
progettuali); per ogni singola unità abitativa è stata calcolata, con l’ausilio dei dati del volo
aerofotogrammetrico e con un’indagine sul posto, la superficie coperta, il volume attuale,
l’incremento volumetrico e la volumetria complessiva di progetto.
Per il calcolo degli abitanti insediabili è stato preso in considerazione il valore della
volumetria attribuita a ciascun abitante nella zona “A”, riportato nel P.U.C. in vigore, pari a
209 m³/ab.
Per l’ottenimento di tale dato si è partiti dal rapporto tra il valore dei volumi residenziali
occupati e degli abitanti insediati; tale rapporto ha portato ad un valore di 306 m³/ab in zona A
dal quale però scaturiva una popolazione nettamente superiore a quella insediata. Il valore di
209 m³/ab è stato quindi ottenuto aggiornando il rapporto tra volumetria esistente in zona A e
gli abitanti ivi insediati come da rilevamento ISTAT, con un coefficiente correttivo pari a
1.4661. Tale parametro ha allineato la differenza tra le diverse metodiche di rilevamento dei
volumi.
Il valore di 209 m³/ab è sicuramente superiore alla media, benché non particolarmente
elevato, ma ancor meno può essere preso in considerazione il valore di 100 m³/ab indicato nel
D.A. 2266/U che appare più appropriato per le città non per la realtà dei centri minori come
Villacidro. Le ragioni che hanno portato a tale valore, sono così giustificabili:
-
scarso utilizzo del patrimonio abitativo dovuto ad abitudini sociali che rendono
indisponibili volumi residenziali abitativi (per esempio grandi case occupate da una sola
persona o grandi case sottoccupate a seguito del trasferimento dei figli in abitazioni
della periferia);
-
sovradimensionamento di numerose abitazioni rispetto alle effettive esigenze con la
presenza di vani anche di 30/40 m², spesso inutilizzati o sottoutilizzati e la presenza di
volumi una volta destinati a deposito che oggi non hanno motivo di esistere;
-
notevole presenza di volumi accessori quali garages, magazzini ecc. e in genere vecchi
corpi fabbrica sussidiari all’attività agricola precedentemente esercitata;
-
presenza di numerose abitazioni con volumi articolati nei lotti;
-
conservazione da parte degli emigrati delle abitazioni precedentemente occupate;
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
Attribuito il valore di m³ per ciascun abitante del centro storico, si può formulare
l’ipotesi progettuale dell’incremento degli abitanti nella zona “A” per la verifica degli
standard.
Calcolo degli abitanti insediabili
Volume attuale in zona “A”
m³
546.370
Nuovi volumi di progetto in zona “A”
m³
100.183 (lotti edificati)
Nuovi volumi di progetto in zona “A”
m³
4.138 (lotti liberi)
Incremento volumetrico totale in zona “A”
m³
104.321
da cui:
m³ 104.321 / 209 m³/ab = incremento abitanti n. 499
Gli abitanti insediabili nel Comune di Villacidro, secondo i dato forniti dal Comune
sono 14.900. Con le previsioni del presente Piano Particolareggiato, la popolazione
insediabile viene incrementata di altre 499 unità, avremo quindi:
n. abitanti insediabili (previsione P.U.C.)
n.
n. abitanti insediabili in zona “A” (previsione P.P.)
n.
n. abitanti insediabili in zona “A” (previsione P.P.)
n.
Totale abitanti insediabili
n.
61
14.900
479 (lotti edificati)
20 (lotti liberi)
15.399
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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8. Verifica degli standards
La dotazione minima di standards per ogni abitante insediabile, in base alle
prescrizioni del D.A. 2266/U, per i Comuni di II classe (Comuni con abitanti da 10.000 a
20.000 unità), è di 18.00 m³/ab, così suddivisi:
Aree S1 – Istruzione
4.50 m²/ab
Aree S2 – Interesse Comune
2.00 m²/ab
Aree S3 – Verde, giuoco, sport
9.00 m²/ab
Aree S4 – Parcheggi
2.50 m²/ab
Considerando una popolazione massima insediabile di 15.182 abitanti, la dotazione
complessiva di servizi dovrà essere :
ab. 15.399 x 18.00 m²/ab = 277.182 m².
La dotazione complessiva di servizi previsti dal P.U.C. è di m² 298.217, superiore a
quanto richiesto.
In ogni caso, anche considerando l’ipotesi più sfavorevole, cioè che ad ogni 100 m³ di
volumetria realizzabile in zona “A” venga attribuito un nuovo abitante avremo:
m³ 104.321 / 100 m³/ab = ab 1.043 (incremento abitanti teorico)
che porterebbero la popolazione insediabile a :
n. abitanti insediati
n.
14.900
n. abitanti insediabili in zona “A” (previsione P.P.)
n.
1.043
totale abitanti insediabili
n.
15.943
avremo quindi :
ab 15.943 x 18.00 m²/ab = m² 286.974 sempre inferiori ai m² 298.217 previsti nel P.U.C.
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
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9. Coerenza del Piano Particolareggiato con il P.P.R.
Il Piano Paesaggistico Regionale di cui alla Legge Regionale 25 novembre 2004, n.8,
persegue, tra le altre, le finalità di “preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle
generazioni future l’identità ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio sardo”.
In particolare si richiede l’individuazione delle “Aree caratterizzate da edifici e manufatti di
valenza storico culturale”; in tale classificazione rientrano, così come riportato all’art.48 del
P.P.R. i beni cosiddetti paesaggistici ed identitari.
E’ da premettere che con delibera C.C. n.
del
, il Centro Matrice
ovvero il centro di antica e prima formazione è stato portato a coincidere con il centro storico
di Villacidro così come attualmente individuato dallo strumento urbanistico generale. Infatti i
di scostamenti tra il centro storico, il centro matrice del P.P.R. e le carte catastali che
attestanto il centro di prima formazione e di più antico impianto, sono minimi. Ad esempio il
centro storico comprende alcuni isolati ad est non inseriti nel centro matrice del P.P.R. e, al
contrario, alcuni isolati a nord nord-ovest con caratteristiche e destinazione di zona B, sono
stati stralciati. Altri piccoli di scostamenti sono dovuti all’attuale morfologia del territorio ed
alla maggiore precisione del perimento del centro matrice individuato rispetto a quello
proposto dal P.P.R., le due superfici comunque si equivalgono.
Il centro storico di Villacidro è stato diviso in tre sottozone omogenee :
-
la sottozona A1 è la zona di più recente impianto del centro storico ed è situata ai
confini esterni della zona A confinante con la zona B e altre zone;
-
la sottozona A2 è una zona di più antico impianto rispetto alla sottozona A1 ed è
interposta tra le sottozone A1 e A3;
-
la sottozona A3 è la zona di primo impianto ed è posta al centro dalla zona A.
Tale classificazione nasce dallo studio delle carte catastali che individuano appunto
nella sottozona A3 il nucleo abitativo originario che si va via via sviluppando con la nascita
delle aree oggi classificate sottozone A1 e A2. Nella redazione del Piano Particolareggiato è
stata posta particolare attenzione alla salvaguardia degli edifici di pregio e di antico impianto
soprattutto nella zottozona A3, su cui insistono la quasi totalità dei beni paesaggistici
individuati.
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
Nel centro storico di Villacidro sono stati individuati dei beni paesaggistici, così come
riportati classificati nell’art.48 del P.P.R. e riportati nelle tavole grafiche del Piano
Particolareggiato e nelle successive planimetrie; detti beni sono i seguenti :
-
S2002 – Palazzo Comunale (area S2);
-
S2003 – Ex Montegranatico (area S2);
-
S2004 – Chiesa delle Grazie (area S2);
-
S2005 – Chiesa Santa Barbara (area S2);
-
S2006 – Chiesa delle Anime (area S2);
-
S2008 – Lavatoio (area S2);
-
S2010 – Chiesa S.Antonio (area S2);
-
S3006 – Piazza Zampillo (area S3).
Essi gravitano per la maggior parte all’interno della sottozona A3, in particolare nel
comparto n.5, che è la zona di più antico impianto di tutto il centro storico; nel comparto 5A3
ricadono quindi l’ex Montegranatico, la Chiesa delle Grazie, la Chiesa di Santa Barbara, la
Chiesa delle Anime, il Lavatoio e la piazza Zampillo. Il palazzo Comunale si trova nel
comparto 4A2 adiacente al comparto 5A3. Spostata ad ovest, nel comparto di S.Antonio, si
trova la Chiesa di S.Antonio.
Il Piano Particolareggiato in zona “A”, è stato redatto valutando attentamente le
problematiche di carattere urbanistico, ambientale e paesaggistico, con particolare riferimento
ai beni culturali presenti e normando di conseguenza l’attività edilizia in coerenza con gli
stessi beni culturali con la finalità di salvaguardarli e, al contempo, di salvaguardare l’intero
centro storico e i singoli fabbricati. La finalità del Piano Particolareggiato è quindi quella di
tutela e valorizzazione del paesaggio, dell’identità ambientale, storica, culturale e insediativa
del territorio, il tutto coerentemente con gli indirizzi prescritti per gli insediamenti storici
richiesti dalle N.T.A. del P.P.R.
Come di evince dagli elaborati del Piano Particolareggiato e dalle planimetrie allegate,
l’attività edilizia intesa come demolizione e ricostruzione, nuova costruzione, ampliamento e
sopraelevazione, intorno ai beni paesaggistici, è stata valutata attentamente perseguendo
l’intento di apportare solo le modifiche possibili compatibili. Tutti gli interventi previsti nelle
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vicinanze dei beni suddetti, sono finalizzati al miglioramento della qualità urbana ed
all’eliminazione delle situazioni di degrado.
Si riportano di seguito le modalità degli interventi edilizi previsti nel piano con le
valutazioni che hanno portato alla modalità di intervento.
Demolizioni e ricostruzioni
Le demolizioni e ricostruzioni facenti capo agli interventi di ristrutturazione edilizia,
sono state previste solo nei casi finalizzati ad ovviare a situazioni di estremo degrado e per
l’eliminazione di edifici dequalificanti per il decoro urbano e in precarie condizioni statiche,
intervento previsto dalle attuali N.T.A. del P.P.R. Gli edifici da demolire e ricostruire non
rivestono alcuna importanza storico – artistica. Alle demolizioni e ricostruzioni sono quasi
sempre legati interventi di incremento volumetrico soprattutto per l’adeguamento ai moderni
standard abitativi ed igienici e per l’allineamento della linea di gronda agli edifici adiacenti in
modo tale da non creare asimmetrie.
A titolo esemplificativo si prendono come riferimento alcuni edifici posti nelle
vicinanze del bene paesaggistico Chiesa di Santa Barbara (edifici n.8, 9, 10 e 11 del comparto
5A3 – isolato A).
EDIFICIO COMPARTO 5A3 – ISOLATO A – n.8
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RELAZIONE
EDIFICIO COMPARTO 5A3 – ISOLATO A – n.9
Nel Piano Particolareggiato per questi edifici è contemplata la possibilità di
demolizione e ricostruzione in quanto la struttura si presenta in uno stato di completa
fatiscenza ed è in parte crollata; mancano inoltre quasi totalmente le coperture, non
rispecchiano i canoni minimi necessari per una moderna abitabilità e, al contempo, non
rientrano nella classificazione degli edifici da salvaguardare e valorizzare. La loro
demolizione e ricostruzione accompagnata da interventi di ristrutturazione edilizia e
incremento volumetrico, permetterà la realizzazione di più corpi di fabbrica che si inseriranno
armonicamente nell’ambiente circostante sostituendo un agglomerato edilizio fatiscente e
degradante anche per gli edifici limitrofi e per i beni paesaggistici posti nelle vicinanze.
Un altro caso analogo è quello dell’edificio n.4 del comparto 9A2 – isolato F, che si
trova a ridosso della Chiesa di S.Antonio. L’edificio, come si evince dalla foto sotto riportata
è dequalificante per il decoro urbano e al suo posto è prevista la realizzazione di un edificio
che si inserirà armonicamente nel tessuto urbano circostante con le caratteristiche tipiche delle
case del centro storico di Villacidro.
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EDIFICIO COMPARTO 9A2 – ISOLATO F – n.4
Nelle planimetrie allegate riferite agli interventi di demolizione e ricostruzione, sono
riportati con maggiore dettaglio i volumi da eliminare e l’ingombro, per quanto riguarda la
vista sui prospetti, dei nuovi volumi scelti a titolo esemplificativo.
Ampliamenti
Gli ampliamenti sono interventi che permettono un incremento della superficie coperta
degli edifici su più piani. Occorre premettere che gli edifici facenti parte del centro storico di
Villacidro sono situati essenzialmente sul filo strada con una tipologia prevalentemente a
schiera interrotta da portali, volumi accessori e passi carrabili. Gli ampliamenti consistono,
essenzialmente, nella creazione di nuovi volumi sul retro degli edifici nel lotto di pertinenza,
quindi non visibili dalla pubblica via e dai beni paesaggistici.
A titolo esemplificativo si riportano alcuni esempi di ampliamenti.
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EDIFICIO COMPARTO 5A3 – ISOLATO B – n.2
L’edificio nella foto (edificio n.2 del comparto 5A3 isolato B), ha una superficie
coperta di circa 50 m² e si sviluppa essenzialmente in altezza. Vista la presenza di un ampio
lotto sul retro, è stata prevista la possibilità di un incremento di volume sul retro stesso.
L’ampliamento non sarà quindi visibile dalla pubblica via e non altererà in alcun modo la
fisionomia e l’assetto dell’isolato e della zona.
Nel comparto 6A3, isolato A, si trovano gli edifici n.11 e 12; per loro è previsto un
ampliamento.
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EDIFICIO COMPARTO 6A3 – ISOLATO A – n.11
EDIFICIO COMPARTO 6A3 – ISOLATO A – n.12
Essi si trovano all’interno del lotto ed il loro ampliamento, non visibile dalla pubblica
via, non modificherà l’assetto dell’isolato.
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Sopraelevazioni
Le sopraelevazioni consistono nell’incremento volumetrico in senso verticale; la
sopraelevazione è stata concessa nei casi in cui, a fronte di una volumetria ancora sfruttabile,
l’altezza dell’edificio fosse minore degli edifici adiacenti, nei casi in cui la sopraelevazione
non comportasse variazioni significative dell’assetto urbano consolidato, nei casi in cui essa
fosse necessaria per l’adeguamento delle altezze interne per ragioni igienico – sanitarie.
Bisogna altresì considerare le notevoli variazioni altimetriche del centro urbano di
Villacidro, tanto che, in alcuni casi, la previsione su un edificio di un nuovo secondo o terzo
piano, ha portato ad un edificio con una linea di gronda pari o addirittura inferiore, a quella di
edifici limitrofi ad un solo piano. Quindi le sopraelevazioni sono da considerarsi in un
contesto generale e non solo come creazione di nuove volumetrie e incremento del numero
dei piani.
A tal proposito va evidenziato che il palazzo comunale, inserito tra i beni
paesaggistici, si trova ad una quota superiore rispetto all’edificato circostante e quindi
qualunque intervento di sopraelevazione nelle vicinanze non inficia in alcun modo la
fruizione e la visibilità del bene.
A titolo esemplificativo si riportano gli edifici n.2, 5 e 13 del comparto 5A3 isolato H,
che si trovano sul retro del lavatoio inserito come bene paesaggistico; dal profilo regolatore il
cui stralcio è riportato nelle planimetrie seguenti, nel quale la linea rossa rappresenta l’altezza
di gronda progettuale, si evince che l’incremento volumetrico è finalizzato all’armonizzazione
del prospetto e che, detti edifici, hanno un’altezza nettamente inferiore a quella degli edifici
limitrofi.
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EDIFICIO COMPARTO 5A3 – ISOLATO H – n.13
EDIFICIO COMPARTO 6A3 – ISOLATO A – n.2
Nella zona della chiesa di S.Antonio, nell’omonimo comparto, vi sono alcuni altri
esempi di sopraelevazione nei pressi di un bene paesaggistico; in particolare nell’isolato F,
l’edificio n.3, rappresenta un esempio significativo di edificio per il quale è stata prevista una
sopraelevazione senza l’incremento della quota della linea di gronda esistente ma solo per
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
l’allineamento dell’altezza di tutte le parti dell’edificio, infatti l’edificio ha attualmente
diverse quote tra il fronte e la parte arretrata con strutture sul fronte precarie e non consone al
decoro del centro storico.
EDIFICIO COMPARTO 9A2 – ISOLATO F – n.3
Infine si riporta l’esempio di una sopraelevazione finalizzata all’allineamento della
linea di gronda agli edifici circostanti (vedasi stralcio prospetto nelle planimetrie seguenti).
EDIFICIO COMPARTO 10A2 – ISOLATO D – n.3
72
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
Nuove costruzioni
Le nuove costruzioni su lotti liberi previste nel Piano Particolareggiato, sono cinque. Il
numero ristretto dei lotti liberi edificabili è dovuto alla loro carenza all’interno del centro
storico. Su tali aree è stato fatto un attento studio perché non contrastino con le norme del
P.P.R. applicabili agli ambiti interni. Queste nuove costruzioni sono poste in una posizione
che non inficia il godimento dei beni identitari e paesaggistici. Le nuove costruzioni, una
volta realizzate, non saranno visibili dai beni paesaggistici, essendo schermate da altri edifici
esistenti e quindi non altereranno in alcun modo la fruizione e la visibilità del bene
paesaggistico stesso; la loro realizzazione è prevista e studiata per il completamento del
tessuto urbano e la loro tipologia ricalcherà quella tipica del centro storico del paese.
AREA SU CUI SORGERA’ LA NUOVA COSTRUZIONE N.C.1.
La nuova costruzione N.C.1 sorgerà nel comparto 5A3, isolato B, in un lotto libero a
se stante; è prevista a filo strada adiacente all’edificio di cui alla foto e completerà il tessuto
urbano dell’isolato. La nuova costruzione non sarà visibile dai beni paesaggistici posti nelle
vicinanze vista l’orografia del terreno, infatti il lotto in oggetto è posto ad una quota inferiore
rispetto ai beni stessi.
73
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
AREA SU CUI SORGERA’ LA NUOVA COSTRUZIONE N.C.2.
La nuova costruzione N.C.2 sorgerà nel comparto 5A3, isolato H, ai limiti nord del
centro storico, su un lotto libero laterale ad un edificio esistente; gli edifici facenti parte
dell’isolato H, copriranno totalmente la vista della nuova costruzione dal bene paesaggistico
posto nelle vicinanze (lavatoio).
AREA SU CUI SORGERA’ LA NUOVA COSTRUZIONE N.C.5.
La nuova costruzione N.C.5, sorgerà nel comparto 10A2, isolato B, e potrà
comprendere più unità abitative. L’edificazione è prevista in un’area su cui insistono dei corpi
di fabbrica abbandonati, quasi totalmente crollati e pericolanti. L’area appare gravemente
degradata, come si evince dalla fotografia e la realizzazione di nuovi corpi fabbrica potrà
74
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
completare il tessuto urbano ed eliminare le cause di degrado. La nuova costruzione non sarà
visibile dal bene paesaggistico più prossimo (Chiesa di S.Antonio).
Le altre due aree edificabili non riportate, si trovano molto distanti dai beni
paesaggistici individuati e perimetrali.
In linea generale occorre ancorpiù evidenziare che interventi riguardanti variazioni
volumetriche nei pressi dei beni paesaggistici non ne sono stati previsti se non per ovviare a
situazioni di degrado e per il completamento del tessuto urbano, il tutto dopo un attento
studio. La maggior parte degli interventi comprendenti incrementi volumetrici, sono stati
previsti in aree facenti parte di isolati distanti dai beni paesaggistici ed oltre una fascia di 100
metri. Gli incrementi volumetrici sono sempre coperti dagli edifici interposti tra essi e i beni
paesaggistici e quindi non ne possono alterare in alcun modo la fruizione.
Al contempo particolare attenzione è stata rivolta agli edifici prospettanti direttamente
sui beni paesaggistici, creando tutta una serie di prescrizioni e norme per la salvaguardia e
valorizzazione degli edifici di pregio, per l’eliminazione di situazioni di degrado e per
eliminare i contrasti tra l’architettura e le finiture tradizionali e quelle recenti spesso di scarso
pregio architettonico.
Per maggiori dettagli si rimanda alle tavole del Piano Particolareggiato, alle Norme di
Attuazione ed in particolar modo alle singole schede progettuali allegate alle Norme di
Attuazione stesse.
Si riportano di seguito delle planimetrie esemplificative sulla coerenza del Piano
Particolareggiato con le N.T.A. del P.P.R. in riferimento a quanto sopra riportato.
In particolare si riporta una planimetria generale con l’indicazione dei beni paesaggistici,
planimetrie inerenti le ristrutturazioni edilizia, gli ampliamenti, le sopraelevazioni e le nuove
costruzioni.
75
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
10. Beni soggetti a vincolo
Nel presente Piano Particolareggiato riguardante la zona “A” del Comune di
Villacidro, non vi sono beni soggetti a vincolo.
11. Piano finanziario
Non essendoci beni soggetti a vincolo e oneri per l’esecuzione di opere di
urbanizzazione connesse al presente piano, le spese necessarie per la redazione del piano sono
nulle.
76
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PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
12. Riepilogo schede progettuali e dati del piano
12a - Volumetrie singoli edifici
COMPARTO
ISOLATO
EDIFICIO
n. 1A3
1 A3
1 A3
1 A3
1 A3
1 A3
1 A3
1 A3
1 A3
1 A3
1 A3
U
U
U
U
U
U
U
U
U
U
TOTALE
COMPARTO 1A3
COMPARTO
n. 2A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
TOTALE ISOLATO A
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
ISOLATO
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
SUPERFICIE
COPERTA
m²
147
171
85
52
89
66
72
56
77
77
VOLUME
ESISTENTE
m³
856
554
279
294
421
331
453
292
240
206
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
194
346
131
76
54
/
/
278
380
444
VOLUME
TOTALE
m³
1050
900
410
370
475
331
453
570
620
650
10
892
3.926
1.903
5.829
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
517
103
/
/
/
/
497
/
90
1.207
107
169
/
266
376
/
381
/
/
/
/
/
320
/
/
/
/
/
/
212
257
/
435
/
230
/
/
83
474
58
/
VOLUME
TOTALE
m³
1270
514
675
1030
2012
608
790
676
210
7.785
552
400
593
446
1062
464
900
850
365
871
459
830
1208
580
378
494
438
449
713
520
640
402
958
815
592
699
669
490
1080
110
873
EDIFICIO
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
9
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
SUPERFICIE
COPERTA
m²
137
71
85
121
179
82
52
113
27
867
94
46
106
62
156
96
111
142
63
145
91
110
168
80
63
81
82
84
107
56
85
57
103
117
95
111
80
75
122
20
133
77
VOLUME
ESISTENTE
m³
753
411
675
1030
2012
608
293
676
120
6.578
445
231
593
180
686
464
519
850
365
871
459
830
888
580
378
494
438
449
713
308
383
402
523
815
362
699
669
407
606
52
873
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
TOTALE ISOLATO B
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
2 A2
TOTALE ISOLATO C
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
TOTALE
COMPARTO 2 A2
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
42
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
42
85
160
86
94
67
139
71
23
151
93
140
4.050
96
74
77
47
61
327
142
133
84
58
70
132
85
158
133
65
80
46
136
60
150
122
179
70
84
133
158
154
66
80
382
110
126
72
37
73
95
162
81
102
237
105
4.842
287
837
534
576
321
521
462
76
663
410
840
22.059
633
338
376
437
399
2513
852
849
302
157
244
618
402
915
764
309
192
128
816
318
990
532
963
220
297
1004
936
895
347
496
2349
539
836
705
207
178
300
486
470
697
867
525
26.401
343
/
/
/
221
417
/
69
433
690
/
5.541
/
/
124
/
/
/
/
/
244
278
176
272
108
103
158
91
442
248
/
322
/
348
/
180
303
/
/
/
393
/
/
141
/
/
/
232
390
544
/
/
513
/
5.610
630
837
534
576
542
938
462
145
1096
1100
840
27.600
633
338
500
437
399
2513
852
849
546
435
420
890
510
1018
922
400
634
376
816
640
990
880
963
400
600
1004
936
895
740
496
2349
680
836
705
207
410
690
1030
470
697
1380
525
32.011
92
9.759
55.038
12.358
67.396
SUPERFICIE
COPERTA
m²
76
51
106
101
167
VOLUME
ESISTENTE
m³
513
419
965
680
1112
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
/
/
/
/
/
VOLUME
TOTALE
m³
513
419
965
680
1112
COMPARTO
ISOLATO
EDIFICIO
n. 3A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
A
A
A
A
A
n.
1
2
3
4
5
78
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
TOTALE ISOLATO A
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
TOTALE ISOLATO B
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
TOTALE ISOLATO C
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
C
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
15
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
32
1
2
3
4
5
6
7
7
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
77
75
109
118
156
172
198
110
45
75
1.636
122
68
75
120
66
51
90
165
138
28
87
35
109
26
40
95
35
140
50
79
49
65
127
132
111
181
152
63
91
121
126
120
2.957
57
58
63
88
34
76
69
445
94
40
55
130
59
70
90
70
182
92
66
146
173
52
153
42
135
505
518
370
1100
1750
1174
1133
706
215
634
11.794
616
310
404
657
415
328
470
1451
841
87
541
101
432
95
137
342
84
890
220
526
282
462
574
571
721
1267
940
252
525
822
882
694
16.939
293
336
272
368
193
511
400
2.373
391
318
220
774
478
408
817
301
962
388
363
700
951
166
740
250
956
79
107
/
380
/
/
/
/
/
/
/
487
/
292
/
98
105
322
/
/
/
33
/
182
256
181
41
238
63
/
180
/
/
/
/
/
/
/
/
148
/
/
/
/
2.139
207
/
126
237
/
110
/
680
173
/
460
/
/
/
/
629
/
113
/
580
/
291
245
578
/
612
518
750
1100
1750
1174
1133
706
215
634
12.281
616
602
404
755
520
650
470
1451
841
120
541
282
688
276
178
580
147
890
400
526
282
462
574
571
721
1267
940
400
525
822
882
694
19.078
500
336
398
605
193
621
400
3.053
564
318
680
774
478
408
817
930
962
501
363
1280
951
457
985
828
956
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
TOTALE ISOLATO D
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
TOTALE ISOLATO E
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
TOTALE ISOLATO F
D
D
D
D
D
D
D
D
E
E
E
E
E
E
E
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
TOTALE
COMPARTO 3 A2
18
19
20
21
22
23
24
25
25
1
2
3
4
5
6
7
7
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
21
122
118
112
80
74
64
38
67
2.324
115
147
134
59
80
177
132
844
85
101
109
31
93
134
62
82
93
116
117
198
90
25
53
28
47
75
147
95
209
1.990
806
735
727
290
407
323
190
342
13.003
713
735
670
384
410
1598
870
5.380
680
545
844
115
375
1168
377
253
510
800
419
1138
616
162
223
162
371
401
904
315
922
11.300
/
124
/
416
138
365
310
200
4.622
/
137
/
/
131
/
/
268
/
/
/
75
/
/
168
489
/
/
173
/
256
/
402
/
/
95
/
436
558
2.652
806
859
727
706
545
688
500
542
17.625
713
872
670
384
541
1598
870
5.648
680
545
844
190
375
1168
545
742
510
800
592
1138
872
162
625
162
371
496
904
751
1480
13.952
107
10.196
60.789
10.848
71.637
VOLUME
ESISTENTE
m³
410
439
575
900
1813
1022
800
687
768
558
126
332
379
464
1279
650
11.202
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
162
/
/
/
/
460
/
243
/
/
234
150
/
/
/
/
1.249
VOLUME
TOTALE
m³
572
439
575
900
1813
1482
800
930
768
558
360
482
379
464
1279
650
12.451
692
1152
/
/
692
1152
COMPARTO
ISOLATO
EDIFICIO
n. 4A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
TOTALE ISOLATO A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
16
SUPERFICIE
COPERTA
m²
80
71
100
112
306
169
123
110
123
100
45
76
78
80
147
91
1.811
4 A2
4 A2
B
B
1
2
136
128
80
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
TOTALE ISOLATO B
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
TOTALE ISOLATO C
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
TOTALE
COMPARTO 4 A2
COMPARTO
n. 5A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
TOTALE ISOL. A
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
TOTALE ISOL. B
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
TOTALE ISOL. C
5 A3
ISOLATO
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
D
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
13
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
15
104
146
80
74
159
51
35
92
110
68
101
1.284
77
98
72
128
106
98
170
85
210
141
147
107
152
195
117
1.903
761
955
381
634
847
141
272
389
688
720
678
8.310
572
846
628
832
853
670
1510
451
1736
788
777
490
942
1552
493
13.140
/
/
/
/
173
332
56
325
138
/
/
1.024
109
/
/
/
/
317
/
/
/
/
/
269
/
/
204
0.00
761
955
381
634
1020
473
328
714
826
720
678
9.334
681
846
628
832
853
987
1510
451
1736
788
777
759
942
1552
697
13.140
44
4.998
32.652
3.172
35.824
EDIFICIO
SUPERF.
COPERTA
m²
211
192
103
216
156
118
199
211
196
89
70
64
1.825
197
46
173
110
105
94
89
72
76
82
188
1.232
102
185
90
88
107
572
86
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
12
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
11
1
2
3
4
5
5
1
81
VOLUME
ESIST.
m³
1923
1311
703
2160
1248
566
896
896
920
276
280
244
11.423
1217
368
1067
770
901
826
351
311
547
328
1018
7.704
636
1211
533
810
467
3.657
570
INCREMENTO
VOLUMET.
m³
/
/
/
/
/
/
552
432
358
779
423
511
3.055
/
146
/
/
/
/
147
497
686
246
/
1.722
/
/
/
/
/
0.00
/
VOLUME
TOTALE
m³
1923
1311
703
2160
1248
566
1448
1328
1278
1055
703
755
14.478
1217
514
1067
770
901
826
498
808
1233
574
1018
9.426
636
1211
533
810
467
3.657
570
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
5 A3
5 A3
5 A3
TOTALE ISOL. D
TOTALE ISOL. E
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
TOTALE ISOL. F
5 A3
5 A3
5 A3
TOTALE ISOL. G
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
TOTALE ISOL. H
D
D
D
2
3
4
4
F
F
F
F
F
F
F
F
G
G
G
H
H
H
H
H
H
H
H
H
H
H
H
H
TOTALE
COMPARTO 5 A3
175
1025
/
162
819
/
68
380
/
491
2.794
0.00
AREA S2005 – AREA CHIESA DI SANTA BARBARA
1
137
1158
/
2
370
2320
/
3
155
1606
/
4
242
2460
/
5
287
2094
/
6
116
708
/
7
67
214
201
8
88
807
/
8
1.462
11.367
201
1
150
972
/
2
220
1540
/
3
131
658
/
3
501
3.170
0.00
1
119
546
339
2
83
450
246
3
93
562
/
4
79
546
/
5
102
560
352
6
194
1083
251
7
188
1078
/
8
145
680
/
9
258
1739
/
10
276
1898
/
11
138
823
/
12
178
1312
/
13
113
460
549
13
1.966
11.737
1.737
1158
2320
1606
2460
2094
708
415
807
11.568
972
1540
658
3.170
885
696
562
546
912
1334
1078
680
1739
1898
823
1312
1009
13.474
56
8.049
58.567
VOLUME
ESISTENTE
m³
1328
905
1352
1026
582
487
298
553
1080
690
616
418
9.335
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
/
/
/
/
/
140
68
/
/
/
448
298
954
VOLUME
TOTALE
m³
1328
905
1352
1026
582
627
366
553
1080
690
1064
716
10.289
1360
851
316
1078
810
1822
6.237
985
418
210
478
345
914
774
/
134
/
/
/
/
134
/
/
203
/
228
/
/
1360
985
316
1078
810
1822
6.371
985
418
413
478
573
914
774
51.852
COMPARTO
ISOLATO
EDIFICIO
n. 6A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
TOTALE ISOLATO A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
12
SUPERFICIE
COPERTA
m²
173
125
134
176
81
68
53
82
112
101
112
77
1.294
1
2
3
4
5
6
6
1
2
3
4
5
6
7
185
138
51
186
123
142
825
176
65
35
76
76
102
121
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
TOTALE ISOLATO B
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
C
82
6.715
1025
819
380
2.794
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
TOTALE ISOLATO C
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
TOTALE ISOLATO D
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
TOTALE
COMPARTO 6 A3
COMPARTO
n. 7A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
TOTALE ISOLATO A
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
ISOLATO
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
17
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
21
73
179
303
167
121
143
178
74
166
236
2.291
72
123
20
38
311
131
139
102
180
151
123
91
145
171
209
53
48
35
74
40
67
2.323
441
1092
2197
924
670
1080
1614
580
1112
890
14.724
514
977
120
220
2047
1280
1335
570
1171
760
850
345
921
765
1185
259
158
245
500
176
224
14.622
682
/
/
/
113
/
/
/
/
740
1.966
/
/
160
420
/
/
/
300
/
692
/
265
/
349
/
258
57
/
/
/
602
3.103
1123
1092
2197
924
783
1080
1614
580
1112
1630
16.690
514
977
280
680
2047
1280
1335
870
1171
1452
850
610
921
1114
1185
517
215
245
500
176
826
17.795
56
6.733
44.918
6.157
51.075
EDIFICIO
SUPERFICIE
COPERTA
m²
140
111
27
148
65
74
16
79
154
119
28
297
1.258
295
52
207
55
43
166
132
25
90
171
41
115
53
352
VOLUME
ESISTENTE
m³
910
650
176
1120
239
399
97
395
1001
686
140
1842
7.655
2044
194
856
316
207
735
645
86
462
860
76
496
297
2363
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
/
140
/
360
297
/
/
187
/
157
40
/
1.181
/
142
354
/
/
355
320
476
123
/
449
384
/
/
VOLUME
TOTALE
m³
910
790
176
1480
536
399
97
582
1001
843
180
1842
8.836
2044
336
1210
316
207
1090
965
562
585
860
525
880
297
2363
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
12
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
83
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
TOTALE ISOLATO B
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
TOTALE ISOLATO C
B
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
TOTALE
COMPARTO 7 A2
COMPARTO
n. 8A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
TOTALE ISOLATO A
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
TOTALE ISOLATO B
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
TOTALE ISOLATO C
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
ISOLATO
A
A
A
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
15
16
17
18
19
20
21
22
22
1
2
3
4
5
5
66
139
73
116
136
93
160
163
2.743
124
96
97
95
358
770
321
849
324
460
674
512
823
471
14.071
800
615
340
555
1876
4.186
109
/
146
360
246
/
120
979
4.563
30
255
680
/
424
1.389
430
849
470
820
920
512
943
1450
18.634
830
870
1020
555
2300
5.575
39
4.771
25.912
7.133
33.045
EDIFICIO
SUPERFICIE
COPERTA
m²
102
99
115
134
61
102
86
699
234
56
96
76
46
350
99
181
80
135
1.353
94
55
46
43
82
50
370
75
88
47
134
204
286
200
165
214
97
133
68
95
42
116
64
109
78
40
VOLUME
ESISTENTE
m³
764
740
972
778
366
306
580
4.506
1726
394
600
395
381
2127
700
1081
508
778
8.690
903
480
384
315
330
410
2.822
548
598
356
750
944
1490
1245
742
890
576
675
364
626
218
593
208
577
660
218
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
/
/
/
/
/
2018
1650
3.668
/
156
/
/
/
/
212
/
/
/
368
/
/
/
/
125
/
125
/
/
/
/
666
/
/
/
/
/
/
/
/
137
/
176
468
/
/
VOLUME
TOTALE
m³
764
740
972
778
366
2324
2230
8.174
1726
550
600
395
381
2127
912
1081
508
778
9.058
903
480
384
315
455
410
2.947
548
598
356
750
1610
1490
1245
742
890
576
675
364
626
355
593
384
1045
660
218
n.
1
2
3
4
5
6
7
7
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
10
1
2
3
4
5
6
6
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
84
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
TOTALE ISOLATO D
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
TOTALE ISOLATO E
D
D
D
D
D
D
D
E
E
E
E
TOTALE
COMARTO 8 A3
COMPARTO
n. 9A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
TOTALE ISOLATO A
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
ISOLATO
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
20
21
22
23
24
25
26
26
1
2
3
4
4
72
46
157
50
35
144
140
2.899
179
54
84
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528
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325
204
1154
1090
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189
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362
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/
/
/
/
81
/
/
1.528
537
96
/
/
633
528
372
1088
325
285
1154
1090
18.567
1163
285
718
362
2.528
53
5.686
34.952
6.322
41.274
EDIFICIO
SUPERFICIE
COPERTA
m²
115
127
122
23
214
42
62
26
27
73
31
72
34
82
138
95
60
33
75
63
65
42
175
61
1.857
204
99
278
30
107
42
70
54
131
118
42
38
101
198
108
86
98
181
160
43
44
VOLUME
ESISTENTE
m³
367
685
622
150
717
257
341
195
145
886
140
457
173
541
1173
668
298
172
438
268
259
194
70
118
10.089
1004
514
1151
227
792
274
219
480
1121
456
294
190
548
1010
324
362
803
1105
909
282
126
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
363
605
1498
730
963
/
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36
16
75
557
4.768
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329
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/
181
90
/
/
/
/
120
860
324
/
/
/
815
/
264
VOLUME
TOTALE
m³
730
1290
2120
880
1680
257
341
195
145
886
140
457
173
541
1173
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298
172
438
268
295
210
145
675
14.857
1004
514
1480
440
792
274
400
570
1121
456
294
190
668
1870
648
362
803
1105
1724
282
390
n.
1
2
3
4
5
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8
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11
12
13
14
15
16
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18
19
20
21
22
23
24
24
1
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3
4
5
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9
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11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
85
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
TOTALE ISOLATO B
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
TOTALE ISOLATO C
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
TOTALE ISOLATO D
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
TOTALE ISOLATO E
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
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C
C
C
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C
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C
C
C
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22
22
1
2
3
4
5
6
7
64
62
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108
2.492
48
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101
63
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143
54
170
70
154
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120
64
146
125
108
90
86
87
233
74
2.402
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68
88
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204
142
71
67
65
104
949
40
35
50
59
48
90
64
83
44
42
48
50
81
152
73
65
185
40
124
121
131
170
1.795
203
214
100
96
128
33
234
490
477
195
756
14.109
336
230
606
338
1490
780
987
187
1275
539
1024
658
744
288
706
817
440
468
605
524
1355
443
14.840
216
222
417
224
1605
1128
340
179
288
572
5.191
201
107
291
354
192
424
344
453
242
134
302
272
452
501
511
455
1252
173
840
632
976
870
9.978
892
1712
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960
253
1427
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79
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454
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2.964
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173
256
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/
320
358
195
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3.222
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138
189
216
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209
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186
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138
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195
184
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195
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301
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546
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987
1120
1275
539
1024
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1160
1210
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605
524
1355
693
17.804
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590
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1605
1128
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570
380
424
553
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302
272
590
990
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455
1252
173
840
632
976
1170
12.343
1323
1712
646
564
960
253
1427
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
TOTALE ISOLATO F
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
TOTALE ISOLATO G
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
TOTALE ISOLATO H
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
G
G
G
G
G
G
H
H
H
H
TOTALE
COMPARTO 9 A2
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
1
2
3
4
5
6
6
1
2
3
4
4
128
328
196
137
149
188
62
46
58
131
91
105
51
127
81
51
82
122
100
59
85
92
27
50
13
40
130
3.737
157
190
118
120
132
90
807
134
122
135
166
557
820
1778
1095
630
845
1106
300
217
384
1087
464
369
332
654
405
143
256
693
363
374
672
540
81
300
39
140
975
21.137
838
1492
1155
700
1028
947
6.160
1018
1098
1176
1649
4.941
/
/
/
610
709
/
/
38
/
/
376
575
/
/
/
580
504
154
480
/
/
/
/
/
251
474
/
5.561
/
/
/
/
/
/
0.00
/
/
/
/
0.00
820
1778
1095
1240
1554
1106
300
255
384
1087
840
944
332
654
405
723
760
847
843
374
672
540
81
300
290
614
975
26.698
838
1492
1155
700
1028
947
6.160
1018
1098
1176
1649
4.941
150
14.596
86.445
22.155
108.600
SUPERFICIE
COPERTA
m²
30
69
59
31
132
217
17
35
129
154
91
149
54
69
46
49
181
96
28
104
VOLUME
ESISTENTE
m³
165
380
180
126
871
940
40
193
858
847
558
864
349
462
479
523
1253
536
184
728
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
/
/
177
75
/
/
360
/
/
553
/
/
/
/
/
/
/
304
/
/
VOLUME
TOTALE
m³
165
380
357
201
871
940
400
193
858
1400
558
864
349
462
479
523
1253
840
184
728
COMPARTO
ISOLATO
EDIFICIO
n. 10A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
87
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
TOTALE ISOLATO A
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
TOTALE ISOLATO B
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
TOTALE ISOLATO C
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
D
D
D
D
D
D
D
D
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
38
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
17
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
23
1
2
3
4
5
6
7
8
25
100
98
142
85
127
107
85
30
160
59
97
49
183
47
90
41
56
3.321
74
140
50
204
170
80
85
130
94
146
199
191
78
89
214
186
97
2.227
140
233
178
90
69
46
105
95
129
116
139
122
60
174
118
74
99
269
212
90
86
142
123
2.909
151
64
38
126
156
72
22
127
138
530
573
1207
278
457
437
672
217
1200
378
679
368
1464
177
578
283
435
20.607
646
980
160
871
1125
443
467
1084
238
1045
2038
1016
641
762
1092
1067
834
14.509
873
1680
995
728
414
240
563
539
818
663
834
854
395
1131
649
395
544
1585
1378
588
871
1021
1107
18.865
813
504
168
920
858
490
74
762
88
182
/
/
200
622
320
270
373
300
/
115
/
/
/
141
/
/
/
3.992
/
/
50
389
/
118
308
116
374
/
/
444
/
/
808
200
/
2.806
/
/
247
/
/
/
/
/
/
257
/
/
/
/
/
270
140
/
322
/
/
/
/
1.236
247
/
352
/
182
/
21
/
320
530
573
1407
900
777
707
1045
517
1200
493
679
368
1464
318
578
283
435
24.599
646
980
210
1260
1125
560
775
1200
612
1045
2038
1460
641
762
1900
1267
834
17.315
873
1680
1242
728
414
240
563
539
818
920
834
854
395
1131
649
665
684
1585
1700
588
871
1021
1107
20.101
1060
504
520
920
1040
490
95
762
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
TOTALE ISOLATO D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
D
TOTALE
COMPARTO 10 A2
COMPARTO
n. 11A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
TOTALE ISOLATO A
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
TOTALE ISOLATO B
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
TOTALE ISOLATO C
TOTALE
COMPARTO 11 A3
ISOLATO
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
20
244
191
197
94
116
45
45
128
61
120
71
123
2.191
1614
1146
1129
564
812
315
360
896
354
744
390
996
13.909
/
/
/
/
/
411
/
/
/
/
355
/
1.568
1614
1146
1129
564
812
726
360
896
354
744
745
996
15.477
98
10.648
67.890
9.602
77.492
EDIFICIO
n.
1
2
3
4
4
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
15
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
19
SUPERFICIE
COPERTA
m²
242
106
150
167
665
97
142
220
198
68
84
133
141
203
288
131
165
82
280
140
2.372
64
153
161
83
111
136
192
112
240
136
223
179
74
179
153
126
136
86
36
2.580
VOLUME
ESISTENTE
m³
1388
658
870
752
3.668
672
454
1478
1148
410
504
765
900
2322
1072
882
730
442
980
873
13.632
263
1382
700
531
542
591
1237
434
1718
1100
1607
1384
854
995
1256
1242
771
414
174
17.195
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
/
/
/
/
0.00
120
846
/
/
325
461
255
/
/
968
/
/
/
1450
/
4.425
235
/
200
/
/
/
/
549
/
/
/
/
/
/
/
/
/
/
/
984
VOLUME
TOTALE
m³
1388
658
870
752
3.668
792
1300
1478
1148
735
965
1020
900
2322
2040
882
730
442
2430
873
18.057
498
1382
900
531
542
591
1237
983
1718
1100
1607
1384
854
995
1256
1242
771
414
174
18.179
38
5.617
34.495
5.409
39.904
89
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
COMPARTO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
TOTALE ISOLATO A
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
TOTALE ISOLATO B
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
TOTALE ISOLATO C
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
TOTALE ISOLATO D
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
ISOLATO
A
A
A
A
A
A
A
A
A
A
B
B
B
B
B
B
B
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
D
D
D
D
D
D
D
E
E
E
E
E
E
E
E
E
E
E
E
E
E
E
E
E
EDIFICIO
n.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
10
1
2
3
4
5
6
7
7
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
20
1
2
3
4
5
6
7
7
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
SUPERFICIE
COPERTA
m²
72
126
188
270
117
79
52
162
66
95
1.227
136
140
99
145
120
37
124
801
70
103
36
55
65
107
63
73
49
72
20
31
142
136
31
112
38
110
148
127
1.588
53
80
51
155
90
24
74
527
162
72
65
108
57
143
176
100
212
35
54
82
80
61
78
132
65
90
VOLUME
ESISTENTE
m³
412
882
1410
1755
680
300
312
1215
462
760
8.188
1224
1120
742
942
780
230
1054
6.092
420
670
234
358
358
321
158
328
318
360
70
108
923
952
217
892
266
495
814
889
9.151
345
280
331
1318
450
156
518
3.398
972
462
390
864
342
972
1056
480
1060
112
351
574
480
244
312
858
488
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
618
/
/
/
292
686
156
/
/
/
1.752
245
/
298
/
200
90
/
833
475
/
/
/
130
737
220
380
112
230
50
/
/
/
/
/
/
915
466
/
3.715
/
/
/
/
/
/
/
0.00
/
/
144
/
/
/
/
260
/
268
/
/
/
286
/
/
/
VOLUME
TOTALE
m³
1030
882
1410
1755
972
986
468
1215
462
760
9.940
1469
1120
1040
942
980
320
1054
6.925
895
670
234
358
488
1058
378
708
430
590
120
108
923
952
217
892
266
1410
1280
889
12.866
345
280
331
1318
450
156
518
3.398
972
462
5347
864
342
972
1056
740
1060
380
351
574
480
530
312
858
488
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
S.ANTONIO
S.ANTONIO
TOTALE ISOLATO E
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
S.ANTONIO
TOTALE ISOLATO F
E
E
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
TOTALE COMPARTO
S.ANTONIO
18
19
19
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
11
56
40
1.778
202
120
103
101
105
137
132
82
112
114
135
1.343
336
172
10.525
1414
1020
721
808
840
1205
858
574
840
855
1012
10.147
/
128
1.086
/
/
215
172
160
245
/
231
/
/
/
1.023
336
300
11.611
1414
1020
936
980
1000
1450
858
805
840
855
1012
11.170
74
7.264
47.501
8.409
55.910
12b - Volumetrie per isolati e comparti
COMPARTO
ISOLATO
n.
1 A3
1 A3
2 A2
2 A2
2A2
2 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
3 A2
4 A2
4 A2
4 A2
4 A2
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
5 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
6 A3
7 A2
7 A2
7 A2
7 A2
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
8 A3
U
TOTALE
A
B
C
TOTALE
A
B
C
D
E
F
TOTALE
A
B
C
TOTALE
A
B
C
D
E
F
G
H
TOTALE
A
B
C
D
TOTALE
A
B
C
TOTALE
A
B
C
D
E
TOTALE
EDIFICI
n.
10
10
9
42
42
93
15
32
7
25
7
21
107
16
13
15
44
12
11
5
4
8
3
13
56
12
6
17
21
56
12
22
5
39
7
10
6
26
4
53
SUPERFICIE
VOLUME
INCREMENTO
VOLUME TOTALE
COPERTA
ESISTENTE
VOLUMETRICO
m²
m³
m³
m³
892
3.926
1.903
5.829
892
3.926
1.903
5.829
867
6.578
1.207
7.785
4.050
22.059
5.541
27.600
4.842
26.401
5.610
32.011
9.759
55.038
12.358
67.396
1.636
11.794
487
12.281
2.957
16.939
2.139
19.078
445
2.373
680
3.053
2.324
13.003
4.622
17.625
844
5.380
268
5.648
1.990
11.300
2.652
13.952
10.196
60.789
10.848
71.637
1.811
11.202
1.249
12.451
1.284
8.310
1.024
9.334
1.903
13.140
899
14.039
4.998
32.652
3.172
35.824
1.825
11.423
3.055
14.478
1.232
7.704
1.722
9.426
572
3.657
0.00
3.657
491
2.794
0.00
2.794
AREA S2005 – AREA CHIESA DI SANTA BARBARA
1.462
11.367
201
11.568
501
3.170
0.00
3.170
1.966
11.737
1.737
13.474
8.049
51.852
6.715
58.567
1.294
9.335
954
10.289
825
6.237
134
6.371
2.291
14.724
1.966
16.690
2.323
14.622
3.130
17.725
6.733
44.918
6.157
51.075
1.258
7.655
1.181
8.836
2.743
14.071
4.563
18.634
770
4.186
1.389
5.575
4.771
25.912
7.133
33.045
699
4.506
3.668
8.174
1.353
8.690
368
9.058
370
2.822
125
2.947
2.899
17.039
1.528
18.567
365
1.895
633
2.528
5.686
34.952
6.322
41.274
91
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
9 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
10 A2
11 A3
11 A3
11 A3
11 A3
S. ANTONIO
S. ANTONIO
S. ANTONIO
S. ANTONIO
S. ANTONIO
S. ANTONIO
S. ANTONIO
A
B
C
D
E
F
G
H
TOTALE
A
B
C
D
TOTALE
A
B
C
TOTALE
A
B
C
D
E
F
TOTALE
TOTALE GENERALE
26
24
22
10
22
35
6
4
149
38
17
23
20
98
4
15
19
38
10
7
20
7
19
11
74
1.857
2.492
2.402
949
1.795
3.737
807
557
14.596
3.321
2.227
2.909
2.191
10.648
665
2.372
2.580
5.617
1.227
801
1.588
527
1.778
1.343
7.264
10.089
14.109
14.840
5.191
9.978
21.137
6.160
4.941
86.445
20.607
14.509
18.865
13.909
67.890
3.668
13.632
17.195
34.495
8.188
6.092
9.151
3.398
10.525
10.147
47.501
4.768
3.275
2.964
3.222
2.365
5.561
0.00
0.00
22.155
3.992
2.806
1.236
1.568
9.602
0.00
4.425
984
5.409
1.752
833
3.715
0.00
958
1.086
8.409
14.857
17.384
17.804
8.413
12.343
26.698
6.160
4.941
108.600
24.599
17.315
20.101
15.477
77.492
3.668
18.057
18.179
39.904
9.940
6.925
12.866
3.398
11.611
11.170
55.910
817
89.209
546.370
100.183
646.553
12c - Tabella riepilogativa delle volumetrie totali (senza le nuove costruzioni su
aree libere)
COMPARTO
EDIFICI
VOLUME
ESISTENTE
m³
3.926
55.038
60.789
32.652
51.852
44.918
25.912
34.952
86.445
67.890
34.495
47.501
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
1.903
12.358
10.848
3.172
6.715
6.157
7.133
6.322
22.155
9.602
5.409
8.409
VOLUME TOTALE
m³
n.
10
93
107
44
56
56
39
53
149
98
38
74
SUPERFICIE
COPERTA
m²
892
9.759
10.196
4.998
8.049
6.733
4.771
5.686
14.596
10.648
5.617
7.264
n.
1 A3
2 A2
3 A2
4 A2
5 A3
6 A3
7 A2
8 A3
9 A2
10 A2
11 A3
12 S.ANTONIO
TOTALE
817
89.209
546.370
100.183
646.553
92
5.829
67.396
71.637
35.824
58.567
51.075
33.045
41.274
108.600
77.492
39.904
55.910
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
12d - Nuove volumetrie su aree libere
COMPARTO
EDIFICI
VOLUME
ESISTENTE
m³
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
VOLUME TOTALE
m³
n.
SUPERFICIE
COPERTA
m²
n.
1 A3
2 A2
3 A2
4 A2
5 A3
5 A3
6 A3
7 A2
8 A3
9 A2
9 A2
10 A2
11 A3
12 S.ANTONIO
1
1
130
115
0.00
0.00
961
867
961
867
1
1
1
95
90
150
0.00
0.00
0.00
651
609
1.050
651
609
1.050
TOTALE
5
580
0.00
4.138
4.138
12e - Tabella riepilogativa delle volumetrie totali comprese nuove costruzioni su
aree libere
COMPARTO
EDIFICI
VOLUME
ESISTENTE
m³
3.926
55.038
60.789
32.652
51.852
44.918
25.912
34.952
86.445
67.890
34.495
47.501
INCREMENTO
VOLUMETRICO
m³
1.903
12.358
10.848
3.172
8.543
6.157
7.133
6.322
23.415
10.652
5.409
8.409
VOLUME TOTALE
m³
n.
10
93
107
44
58
56
39
53
151
99
38
74
SUPERFICIE
COPERTA
m²
892
9.759
10.196
4.998
8.294
6.733
4.771
5.686
14.781
10.798
5.617
7.264
n.
1 A3
2 A2
3 A2
4 A2
5 A3
6 A3
7 A2
8 A3
9 A2
10 A2
11 A3
12 S.ANTONIO
TOTALE
822
89.789
546.370
104.321
650.691
93
5.829
67.396
71.637
35.824
60.395
51.075
33.045
41.274
108.960
78.542
39.904
55.910
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
12f
-
Superficie territoriale e fondiaria attuale
Superficie territoriale e fondiaria
COMPARTO
n.
SUPERFICIE
TERRITORIALE
m²
SUPERFICIE
FONDIARIA
m²
1 A3
1.670
1.115
2 A2
16.950
13.011
3 A2
18.040
13.639
4 A2
13.360
6.528
5 A3
20.530
11.354
6 A3
12.950
9.377
7 A2
8.345
7.417
8 A3
11.860
8.386
9 A2
26.540
21.902
10 A2
19.640
15.619
11 A3
9.460
7.815
S. ANTONIO
24.515
13.313
TOTALE
183.860
129.476
94
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
12g
-
Indice territoriale attuale e di progetto
Indice territoriale attuale
COMPARTO
n.
VOLUME ATTUALE
m³
3.926
55.038
60.789
32.652
51.852
44.918
25.912
34.952
86.445
67.890
34.495
47.501
328.726
170.143
47.501
SUPERFICIE
TERRITORIALE
m²
1.670
16.950
18.040
13.360
20.530
12.950
8.345
11.860
26.540
19.640
9.460
24.515
102.875
56.470
24.515
INDICE
TERRITORIALE
m³/m²
2.35
3.25
3.37
2.44
2.53
3.47
3.11
2.95
3.25
3.46
3.65
1.94
3.19
3.01
1.94
1 A3
2 A2
3 A2
4 A2
5 A3
6 A3
7 A2
8 A3
9 A2
10 A2
11 A3
12 S.ANTONIO
TOTALE A2
TOTALE A3
TOT. S.ANTONIO
TOTALE GENERALE
546.370
183.860
2.97
Indice territoriale di progetto comprese nuove costruzioni su lotti liberi
COMPARTO
n.
1 A3
2 A2
3 A2
4 A2
5 A3
6 A3
7 A2
8 A3
9 A2
10 A2
11 A3
12 S.ANTONIO
TOTALE A2
TOTALE A3
TOT. S.ANTONIO
VOLUME DI
PROGETTO
m³
5.829
67.396
71.637
35.824
60.395
51.075
33.045
41.274
109.860
78.542
39.904
55.910
396.304
198.477
55.910
SUPERFICIE
TERRITORIALE
m²
1.670
16.950
18.040
13.360
20.530
12.950
8.345
11.860
26.540
19.640
9.460
24.515
102.875
56.470
24.515
INDICE
TERRITORIALE
m³/m²
3.49
3.97
3.97
2.68
2.94
3.94
3.96
3.48
4.14
4.00
4.22
2.28
3.85
3.51
2.28
TOTALE GENERALE
650.691
183.860
3.54
95
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
12h
-
Indice fondiario attuale e di progetto
Indice fondiario attuale
COMPARTO
n.
VOLUME ATTUALE
m³
3.926
55.038
60.789
32.652
51.852
44.918
25.912
34.952
86.445
67.890
34.495
47.501
328.726
170.143
47.501
SUPERFICIE
FONDIARIA
m²
1.115
13.011
13.639
6.528
11.354
9.377
7.417
8.386
21.902
15.619
7.815
13.313
78.116
38.047
13.313
INDICE
FONDIARIO
m³/m²
3.52
4.23
4.46
5.00
4.57
4.79
3.49
4.17
3.93
4.35
4.41
3.57
4.20
4.47
3.56
1 A3
2 A2
3 A2
4 A2
5 A3
6 A3
7 A2
8 A3
9 A2
10 A2
11 A3
12 S.ANTONIO
TOTALE A2
TOTALE A3
TOT. S.ANTONIO
TOTALE GENERALE
546.370
129.476
4.22
Indice fondiario di progetto comprese nuove costruzioni siu lotti liberi
COMPARTO
n.
1 A3
2 A2
3 A2
4 A2
5 A3
6 A3
7 A2
8 A3
9 A2
10 A2
11 A3
12 S.ANTONIO
TOTALE A2
TOTALE A3
TOT. S.ANTONIO
VOLUME DI
PROGETTO
m³
5.829
67.396
71.637
35.824
60.395
51.075
33.045
41.274
109.860
78.542
39.904
55.910
396.304
198.477
55.910
SUPERFICIE
FONDIARIA
m²
1.115
13.011
13.639
6.528
11.354
9.377
7.417
8.386
21.902
15.619
7.815
13.313
78.116
38.047
13.313
INDICE
FONDIARIO
m³/m²
5.23
5.18
5.25
5.49
5.32
5.45
4.45
4.92
5.02
5.03
5.11
4.20
5.07
5.22
4.20
TOTALE GENERALE
650.691
129.476
5.02
96
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
13. Tabella dati urbanistici
- Superficie fondiaria
m²
129.476
- Superficie viabilità, parcheggi e spazi pubblici
m²
54.384
- Superficie territoriale
m²
183.860
- Volume attuale privati
m³
546.370
- Incremento volumetrico (lotti edificati e lotti liberi) m³
104.321
- Volume totale privati
m³
650.691
- Indice territoriale attuale e di progetto
m³/m²
2.97
3.54
- Indice fondiario attuale e di progetto
m³/m²
4.22
5.02
- Abitanti presenti (dati P.U.C.)
n.
14.900
n.
499
n.
15.399
- Incremento abitanti in funzione della
previsione del presente P.P.
- Totale abitanti insediabili
In conclusione avremo che la volumetria complessiva, secondo le previsioni del
presente piano, passa dai m³ 546.370 ai m³ 650.691 con un incremento di m³ 100.183 nei
lotti edificati e m³ 4.138 nei lotti liberi, per un totale di m³ 104.160 pari al 19.0% circa.
L’indice territoriale passa da 3.19 m³/m² a 3.85 m³/m² nelle sottozone A2, da 3.01
m³/m² a 3.51 m³/m² nelle sottozone A3 e da 1.94 m³/m² a 2.28 m³/m² nel comparto di
S.Antonio. Complessivamente l’indice territoriale passa da 2.97 m³/m² a 3.54 m³/m².
L’indice fondiario passa da 4.20 m³/m² a m³/m² 5.07 nelle sottozone A2, da 4.47
m³/m² a 5.22 m³/m² nelle sottozone A3 e da m³/² 3.56 a m³/m² 4.20 nel comparto di
S.Antonio. Complessivamente l’indice fondiario passa da m³/m² 4.22 a m³/m² 5.02.
Infine il numero massimo di nuovi abitanti insediabili nella zona A sarà 499, dui cui
479 derivanti dagli incrementi volumetrici sui lotti edificati e 20 dall’incremento volumetrico
sui lotti liberi, per un totale complessivo di 15.399 abitanti.
97
Comune di Villacidro – Provincia del Medio Campidano
PIANO PARTICOLAREGGIATO IN ZONA “A”
RELAZIONE
Indice
1. Cenni Storici
pag.
2
pag.
2
pag
4
1c – Il cimitero come primo vero segnale di sviluppo urbano
pag
10
1d – La viabilità
pag
11
1e – Architettura e urbanistica del centro di Villacidro
pag
15
1f – Tipologie abitative tradizionali
pag
25
1g – Nuova tipologia edilizia (pubblica e privata)
pag.
31
2. Premessa
pag.
39
3. Indagine e morfologia del progetto
pag.
42
4. Morfologia dei comparti
pag.
44
5. Volumi residenziali
pag.
55
6. Descrizione del piano
pag.
57
pag.
60
8. Verifica degli standards
pag.
62
9. Coerenza del Piano Particolareggiato con il P.P.R.
pag.
63
10. Beni soggetti a vincolo
pag.
76
11. Piano finanziario
pag.
76
12. Riepilogo delle schede progettuali e dati del piano
pag.
77
12a - Volumetrie singoli edifici
pag.
77
12b - Volumetrie per isolati e comparti
pag.
91
12c - Tabella riepilogativa delle volumetrie totali
pag.
92
12d – Nuove volumetrie su aree libere
pag.
93
pag.
93
12f - Superficie territoriale e fondiaria attuale
pag.
94
12g - Indice territoriale attuale e di progetto
pag.
95
12h - Indice fondiario attuale e di progetto
pag.
96
pag.
97
1a – Premessa
1b – Caratteristiche storico-geografiche, habitat naturale e forma
di insediamento
7. Indagine sul patrimonio edilizio esistente – dimensionamento –
calcolo abitanti insediabili
12e – Tabella riepilogativa delle volumetrie totali comprese nuove
costruzioni su aree libere
13. Tabella dati urbanistici
98