procedimenti giudiziari dei 695 fascicoli delle stragi nazi
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procedimenti giudiziari dei 695 fascicoli delle stragi nazi
Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 7928 AI RESOCONTI procedimenti giudiziari dei 695 fascicoli delle stragi nazi-fasciste perpetrate dal ’43 al ’45 che diedero vita al cosiddetto « armadio della vergogna » (per 415 casi si conoscevano già i nomi degli assassini) –: per quali cause non si sia stati in grado di accertare le responsabilità di fatti di cosı̀ grande rilevanza; se non si ritenga, a distanza di oltre 13 anni dal ritrovamento dei 695 fascicoli, di oltre 60 anni dalle stragi e dai fatti, di individuare uno strumento utile ad appurare quante furono effettivamente le vittime delle stragi nazi-fasciste e quali ne furono gli autori; se e come il Ministro della giustizia intenda intervenire per portare a compimento le procedure di estradizione dalla Germania e dal Canada degli assassini già condannati, con sentenza passata in giudicato, per le stragi di Sant’Anna di Stazzema, di Marzabotto, di Bolzano ed altre; come si intenda onorare la memoria, dopo oltre 60 anni dagli eventi, delle vittime delle 695 stragi nazi-fasciste rinvenute negli archivi della Procura generale militare di Roma; quali strumenti risarcitori si intendano porre in essere per colmare il debito morale con le vittime delle stragi e le loro famiglie, nonché nei confronti dei cittadini italiani. (4-04836) * * * AFFARI ESTERI Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere – premesso che: in data 30 novembre 2006 i sottoscritti deputati presentavano un’interpellanza urgente al Ministro in indirizzo (n. 2/00255) con la quale esponevano i Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 SETTEMBRE 2007 gravi disagi che devono affrontare nel loro paese i cittadini moldavi per il rilascio dei visti di ingresso per l’Italia; le maggiori difficoltà sono legate al fatto che in Moldavia l’Italia non ha rappresentanze diplomatiche di nessun tipo, rendendone un caso praticamente unico fra le nazioni dell’occidente, e che la giurisdizione territoriale della Moldavia è stata riconosciuta all’ambasciata italiana a Bucarest; la situazione si è aggravata dal primo gennaio del 2007, da quando cioè la Romania essendo entrata nell’Unione Europea deve rispettare i suoi impegni in materia di sicurezza dei confini, anche perché costituendo il confine est dell’Unione, ha dovuto aumentare la vigilanza anche per conto di tutti gli altri stati membri e i primi a farne le spese sono stati proprio i vicini moldavi. Da quella data infatti, i moldavi che volessero entrare nel nostro Paese debbono sobbarcarsi un iter francamente intollerabile dovendo richiedere un primo visto per entrare in Romania, per poi chiederne un secondo per viaggiare in Italia; grazie a un accordo tra Romania e Moldavia, fino a dieci giorni prima dell’ingresso della Romania nell’area UE, per oltrepassare la frontiera tra i due Paesi non serviva il visto, ma semplicemente un passaporto in corso di validità e qualche documento che giustificasse il viaggio. Ma alla mezzanotte del 31 dicembre 2006 quell’accordo di libera circolazione è automaticamente decaduto; con un’inevitabile reazione a catena, questa chiusura è andata a complicare la vita anche ai moldavi diretti in Italia per lavoro e con pesanti conseguenze anche per esempio per coloro che vogliono ricongiungersi ad un parente (marito, genitore, fratello che lavora in Italia; come sopra ricordato il nostro Paese infatti, non ha una rappresentanza diplomatica in Moldavia, e ha incaricato quella di Bucarest di rilasciare anche i visti per i cittadini moldavi. Se ad esempio un cittadino moldavo viene assunto con i Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 7929 AI RESOCONTI flussi da una famiglia italiana, deve sobbarcarsi un viaggio lungo anche diverse centinaia di chilometri alla volta della capitale romena per chiedere al nostro consolato un visto d’ingresso per lavoro; molti studenti moldavi studiano in Romania, ma numerosi moldavi lavorano nei paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia. Tra le centinaia di persone che si radunano tutti i giorni davanti al consolato romeno di Chisinau ci sono quelli che hanno bisogno di visto per andare in Romania e quelli che hanno bisogno di un visto di transito in quanto la loro destinazione è un altro paese dell’UE che non ha una rappresentanza diplomatica nella Repubblica Moldova; ora i cittadini moldavi diretti in Italia sono costretti ad affrontare un’odissea: prima si devono procurare un visto per la Romania e, una volta arrivati a Bucarest, chiedere al nostro consolato quello per l’Italia. A complicare le cose, la situazione di emergenza in cui si è trovato inevitabilmente il consolato romeno di Chisinau, che da un giorno all’altro è stato preso d’assalto; la mappa dei consolati italiani nel mondo riflette ancora la ormai storica ramificazione degli italiani emigrati in tutto il secolo scorso, e non tiene conto che l’Italia da storico paese di emigrazione si è trasformato, negli ultimi anni, in paese di immigrazione, la loro geografia riflette ancora in maniera evidente la distribuzione della nostra emigrazione: il 52 per cento dei consolati è in Europa, il 28 per cento nelle Americhe, il 10 per cento in Asia e Oceania il 7 per cento nel Mediterraneo e in Medio Oriente, il 3 per cento nell’Africa subsahariana; al cambio biblico dei flussi migratori anche verso l’Italia, non ha corrisposto un parallelo cambio nell’organizzazione e gestione della nostra rete diplomatica al fine di rispondere alla montante pressione migratoria di cittadini stranieri verso l’Italia; a parere degli interpellanti, è molto grave il fatto che oggi, in Moldova, non esistano un’ambasciata né un consolato Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 SETTEMBRE 2007 del nostro paese e che pertanto vi è la necessità di una rimodulazione della rete consolare italiana che, storicamente, si è articolata sulla definizione della sua proiezione internazionale, legata più all’insediamento delle nostre comunità di italiani all’estero, che ai processi di immigrazione verso il nostro paese, e dunque la necessità di governare questi processi; sempre a parere degli interpellanti appare oramai improcrastinabile che il nostro governo offra a queste persone che richiedono il visto, gli strumenti per accedere al percorso burocratico, in modo regolare e dignitoso, senza dover passare le notti all’addiaccio in Moldova, davanti all’ambasciata rumena, e senza dover ricorrere a procedure che, spesso, spingono alcuni di loro a ricorrere ad organizzazioni criminali dedite alla falsificazione di passaporti o di documenti di identità anche al fine di ridurre le lungaggini e i tempi di attesa per il disbrigo delle pratiche che, nonostante l’obbiettivo impegno del personale, si sono fatti lunghissimi e tali da far a volte decadere la validità della documentazione predisposta; inoltre la Moldova sta diventando un partner economico e commerciale importante per il nostro paese e, quindi, c’è la necessità di sviluppare la nostra rete in Moldova per il sostegno della proiezione del nostro paese in quel territorio, che proprio il processo di allargamento dell’Unione ha reso molto importante per alcuni nostri imprenditori; l’istituzione di un’ambasciata italiana a Chisinau, capitale della Moldavia, rappresenterebbe un elemento importante nella rete diplomatica italiana in quell’area per la questione dei visti, oltrechè per la proiezione del nostro paese in una zona di cui la Moldavia sta diventando un motore importante ed un soggetto attivo; nel rispondere all’atto di sindacato ispettivo succitato il governo, tramite il viceministro degli affari esteri Patrizia Sentinelli, ebbe modo di ribadire che l’Italia sostiene con convinzione la conclusione dell’accordo di facilitazione per il rilascio Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 7930 AI RESOCONTI dei visti tra Moldova e Unione europea, e che il governo conferma il proprio orientamento positivo per la costituzione di un common application center per i visti, proposto dall’Ungheria, anche e soprattutto tenuto conto del fatto che dal 1o gennaio il confine rumeno con la Moldova è diventato la frontiera estrema dell’Unione europea; nella stessa occasione il governo si impegnava a fissare, riorganizzandola, tutta la nostra rete consolare ed ad individuare possibili procedure per facilitare il rilascio dei visti e per la regolarizzazione degli ingressi dei cittadini della Moldova, che come si vede anche dai dati ufficiali sono in netta crescita, senza che questi debbano subire le umiliazioni che oggi patiscono –: se non ritenga oramai indifferibile rendere esecutiva la riorganizzazione, monitorando la rinnovata funzionalità, di quei consolati oggi messi di fronte a nuove sfide, per le quali necessitano energie e professionalità nuove, e mettere mano alle croniche carenze che caratterizzano molte sedi diplomatiche ubicate nei Paesi origine dei flussi migratori, carenze che si traducono spesso in forti ritardi nella gestione delle pratiche di concessioni dei visti d’ingresso, per motivi di lavoro o di ricongiungimento familiare ed a volte in una negazione di fatto dei diritti della persona. (2-00722) « Venier, Sgobio ». * * * AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: da diversi anni il caso Piediluco entra regolarmente nelle cronache locali dei Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 SETTEMBRE 2007 giornali e della televisione per gli effetti prodotti dall’eutrofizzazione che, come noto, costituisce un fenomeno di degenerazione delle acque; il Lago di Piediluco, è per estensione (1.7 km2), il secondo specchio lacustre di origine naturale del territorio regionale; ciò che allarma opinione pubblica e amministrazioni è la progressiva perdita di naturalità delle acque che ha comportato e comporta danni ambientali ed economici; la non balneabilità, la riduzione delle risorse ittiche, i divieti di pesca provocano disagi e soprattutto una compromissione dell’economia locale; le cause di questa situazione sono da ricercare nella gestione del lago che è monopolizzato dalla produzione di energia elettrica, ma anche nel complesso delle attività antropiche che caratterizzano l’intero bacino; in questo ultimo caso l’accelerazione e la gravità del degrado delle acque sono riconducibili all’ampliamento del bacino idrografico che ha determinato l’adduzione nel lago degli apporti inquinanti dell’intero bacino idrografigo del Fiume Velino e della porzione del bacino del Fiume Nera sottesa dalla derivazione del, medio Nera (Triponzo) –: quali provvedimenti il Ministro interpellato intenda porre in essere al fine di individuare, seppur in modo graduale, in maniera concreta le risorse per tutti gli interventi previsti dal piano stralcio, approvato nel 2006, che potranno contribuire in termini significativi al miglioramento della situazione complessiva del lago di Piediluco e del sistema di cui lo stesso è parte integrante anche in considerazione del fatto che il bacino costituisce un bene di estrema rilevanza e interesse nazionale sotto il profilo ambientale e turistico e la disponibilità dei finanziamenti, che sono fuori dalle potenzialità degli enti locali, costituisce atto dovuto a seguito dell’approvazione del piano stralcio stesso. (2-00725) « Capotosti, Fabris ».