Il Trottatore Settembre 2010
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Il Trottatore Settembre 2010
Pubblicazione mensile dell’A.N.A.C.T. (Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Trottatore) Iscrizione n. 218/204 nel Registro del Tribunale di Roma in data 27/05/2004 Direttore Responsabile: Alessandro Viani Si ricordano i sigg. allevatori che il 31 ottobre scade il termine ultimo per il deposito presso l'ANACT della documentazione relativa alla registrazione dei prodotti nati nel 2010. SOMMARIO ANNO LVIII - N° 9 - SETTEMBRE 2010 IL PUNTO SULL’ANACT 2 AREA CORSE Capo Redattore: Antonio Terraneo Comitato di redazione: Alberto Caravita Ernesto Cazzaniga Antonio Diana Marco Zafferoni Redazione: Lucio Celletti LOONEY ENTRA NELLA STORIA LOONEY TUNES DERNIER-CRI DI PESO OPAL VIKING COME LA FENICE IL BELL'ANDREA TRICOLORE UN MUSTANG DAVVERO SUPER PIANETA ALLEVAMENTO ALLEVAMENTO PIPESSO - MATTO COME UN CAVALLO 20 23 26 ALLEVAMENTO DI VERGIANO - CAVALLI: LA GRANDE PASSIONE DELLA FAMIGLIA FABBRI 31 VIAGGIO NELL’ANIMA DEI TARGATI GRANA AZIENDA AGRICOLA “IL PINO” - ALLEVARE IN RIVA AL GARDA Redazione Amministrazione: Viale del Policlinico, 131 00161 Roma Tel. 06 4416421 Fax 06 44164237 http://www.anact.it E-mail: [email protected] Fotografie di: Archivio Anact, Fabio Abete, Vieri Berti, Claudio Caldani, Mauro Castelluccio, Enzo De Nardin, Gerard Forni, Stefano Grasso, Vanessa Manto, Sara Zitelli, Giulio Ravenna RICORDO 34 CIAO MASSIMO C’ERA UNA VOLTA MEMORIE DE “IL TROTTATORE” - CAVALLI NEL TEMPO: NAVAZZO Spedizione in abbonamento postale 70% Filiale di Roma Stampa: Grafica Rinascimento Srl Via Giuseppe Vaccari, 9 00194 Roma Tel. 06 55590255 36 UOMINI & CAVALLI MIRTILLO ROSSO DONO DELLA DEA BENDATA IL SULKY D’ORO Progetto Grafico e impaginazione: Franco Bottoni Studio [email protected] 5 8 12 15 18 IL NUOVO LEONARDO DEL TROTTO DUE PULEDRI UNA MAMMA... MILLIONDOLLAR LUX: SEGNO DEL DESTINO 39 42 45 47 49 CULTURA IL CAVALLO IN LIBRERIA E AL CINEMA 51 VITA SOCIALE LA FESTA DELL’ALLEVATORE TORNA IN UN IPPODROMO FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI SETTEMBRE 2010 54 IL PUNTO SULL’ANACT di Alessandro Viani I l nostro giornale deve servire a far conoscere, a tutti, ciò che il consiglio dell’Anact delibera e naturalmente anche le strategie allevatoriali che perseguirà. Ci siamo accorti, con nostro grande dispiacere, che molti allevatori non sono peraltro a conoscenza di quanto effettuato e di quanto proposto. Per questo crediamo sia opportuno, informarvi sulle iniziative sostenute e portate avanti dal Consiglio. Non dimentichiamo tuttavia che questa rivista da anni pubblica periodicamente tutte le delibere intraprese ad ogni riunione. Nel contempo tutti gli associati sono 2 invitati a trasmettere qualsiasi consiglio o proposta utile al fine di avere un dialogo diretto con l’Associazione. Prendiamo un esempio ancora recente: nella riunione tenutasi a Milano il giorno 22/07 u.s., indetta per discutere sul rinvio delle Aste, visto il grave momento dell’ippica, abbiamo avuto un paio di interventi polemici sull’operato di questo consiglio. Chi vi scrive vuole ricordare innanzitutto che queste critiche vengono sempre dalla parte di un piccolissimo gruppo di allevatori che tempo fa (subito dopo le elezioni dell’Anact) hanno remato contro l’Associazione per disunirla. Per questo si ribadisce che si ritiene do- veroso mettere a conoscenza gli associati di quello che l’Anact ha fatto e anche di quello che ha tentato di fare senza risultato, laddove alcune nostre richieste non sono state ancora prese in considerazione da parte dell’UNIRE, per vari motivi (dimenticando che gli allevatori rappresentano l’apice della filiera ippica e raggiungono anche il numero più elevato all’interno delle altre associazioni del settore. Basterebbe rileggere lo Statuto dell’Unire ai punti 2, 3 e 5 per vedere l’importanza che essi ricoprono). Parliamo ad esempio di enucleazioni. Ottenemmo da parte del Consiglio Unire (si era a marzo 2009) un piano di esclusione di fattrici dal Libro Genealogico. In altra pagina riportiamo il testo della delibera. Esso rispondeva alla finalità di diminuire la produzione in stretta connessione con la necessità dell’abbattimento del numero delle corse e delle giornate concesse agli ippodromi. Apriamo una parentesi. Questa riduzione delle corse e delle riunioni scaturiva anche dal costo eccessivo della remunerazione percepita dalle Società di corse (citiamo due esempi: Taranto che prende dall’Unire circa 5.000.000 Euro all’anno, Tor di Valle oltre 6.000.000, per non parlare delle altre Società di corsa). Certamente questo genere di assistenzialismo ha indotto gli ippodromi a non intraprendere iniziative e cercare innovazioni per far confluire pubblico presso di loro, circostanza che avrebbe portato conseguentemente ad un diretto incremento del gioco. Abbiamo sempre affermato che quando il montepremi nel 2004 era di 270.000.000 di Euro gli stessi ippodromi ne percepivano 80.000.000, negli anni successivi sono sempre aumentati fino ad arrivare ad un costo di circa 120.000.000 Euro con un montepremi che fatica a rimanere sugli Euro 200.000.000. Chiudiamo questa parentesi, chiedendo scusa di questi noiosi numeri, ma è importante che tutti ne siano a conoscenza per poter fare le opportune valutazioni. Tornando all’enucleazione, l’Unire approvò un regolamento che prevedeva una spesa di Euro 3.000.000 e sulla stessa delibera fu stanziato nel 2009 un importo di Euro 1.000.000. La restante cifra doveva essere stanziata nel 2010 con una variazione di Bilancio. In ogni modo l’enucleazione ha raggiunto la somma di Euro 1.650.000 con un risparmio notevole per l’ente. L’ANACT è stata autorizzata dall’UNIRE a emettere le cards di assegnazione che sono in mano agli allevatori o agli stallonieri (vista la cedibilità del buono, molti di essi l’hanno avuto in pagamento per il costo delle monte). Quest’estate girava, in maniera incontrollata, la falsa voce che era stata l’Anact ad emettere le cards di iniziativa propria, senza l’autorizzazione dell’UNIRE. Per mettere a tacere queste chiacchiere basta semplicemente vedere la delibera dell’Unire che destina un importo di 1.000.000 Euro all’enucleazione medesima. Ma la vera preoccupazione è questa: l’Ente non ha disponibilità di risorse economiche. Basti pensare al ritardo con cui vengono pagati i premi allevatori. D’altronde come possiamo pensare che un ente che incassa circa 235.000.000 Euro all’anno e ne spende 430.000.000 non possa non avere problemi di gestione? Se non avessimo avuto l’intervento governativo del 2009 e del 2010 avremmo chiuso. I 300.000.000 Euro avuti per sostegno all’ippi- 3 PROGRAMMA RITIRO FATTRICI 2009 adottato dall'Unire con delibera n. 101del 6 marzo 2009 A beneficio degli allevatori che chiederanno l’eliminazione dalla riproduzione di una o più fattrici di loro proprietà secondo i requisiti seguenti, potrà essere riconosciuto un buono, da utilizzarsi entro il 31/12/2010 o per l’acquisto di una puledra alle Aste Selezionate 2010 o per l’acquisto di una fattrice ad un’ Asta pubblica di fattrici nel 2010 (vedere i requisiti in calce) oppure per il pagamento dei tassi di monta per la stagione 2009 (prodotti nati 2010), di uno stallone iscritto al Repertorio del Ministero delle Politiche Agricole o di uno stallone funzionante all’estero in possesso dei requisiti per l’iscrizione dei prodotti al Libro Genealogico del cavallo trottatore italiano, fino ad esaurimento del fondo stanziato a tal fine • 2.304,00 (importo netto da tassazioni) per fattrice di età pari o inferiore ad anni 14 (nate dal 1995 e anni seguenti) fino ad un massimo di n. 1000 cavalle • 1.152,00 (importo netto da tassazioni) per fattrice di età pari o superiore ai 15 anni (nate nel 1994 o annate precedenti) fino ad un massimo di n. 500 cavalle. Le domande dovranno pervenire all’ANACT – Viale del Policlinico 131, 00161 Roma – entro e non oltre il 30 giugno 2009. Nel caso in cui le richieste complessive di beneficio eccedano il numero massimo stabilito, ovvero le disponibilità di Bilancio, sarà effettuato un sorteggio per l’assegnazione dei bonus alla presenza di un funzionario UNIRE La fattrice da ritirare dovrà inoltre avere: • almeno un prodotto registrato negli ultimi 2 anni (2008-2009) • passaggio di proprietà regolarmente registrato all’UNIRE a nome del richiedente con data non successiva al 1° gennaio 2009 • la fattrice non dovrà essere coperta nel 2009 (in nessun caso potranno essere registrati prodotti nati nel 2010 da fattrici ritirate) • la fattrice dovrà essere in regola con la destinazione finale. Laddove la regolarizzazione del documento di identificazione non sia stata effettuata, la dichiarazione di destinazione finale dovrà essere allegata alla domanda. L’erogazione del contributo alle cavalle che hanno partorito o partoriranno un prodotto nato nel 2009 è subordinato all’iscrizione al Libro Genealogico e al rilascio del documento di identificazione. L’erogazione del contributo è inoltre subordinata alla consegna all’UNIRE del documento di identificazione. I buoni sono cedibili e cumulabili. Dovranno essere consegnati all’ANACT che verificherà la completezza e regolarità della documentazione (fatture di pagamento intestate all’utilizzatore del bonus). L’erogazione dell’importo sarà effettuata dall’UNIRE. * * * Requisiti per iscrizione alle sessioni selezionate delle aste 2010 • fattrici con somme vinte in corsa per Euro 100.000,00 (o dollari USA 130.000) o • fattrici con velocità di 1.15.0 (o migliore) ed Euro 40.000,00 (o dollari USA 60.000) di somme vinte in corsa o • fattrici madri di prodotti con velocità di 1.15.0 (o migliore) ed Euro 40.000,00 (o dollari USA 60.000) di somme vinte in corsa o • fattrici di età massima 12 anni nel 2010 (leva 1998) nate da madri con velocità di 1.14.0 (o migliore) o • fattrici di età massima 12 anni nel 2010 (leva 1998) nate da madri di prodotti con velocità di 1.14.0 (o migliore) ed Euro 70.000,00 (o dollari USA 100.000) 4 ca sono serviti solo per tamponare una situazione fallimentare. Notiamo con rammarico che non sono stati fatti interventi importanti per poter diminuire le spese: ora come potremo salvarci se non ci sarà un cambiamento generale e non ci saranno interventi statali? Questa è la situazione certamente non incoraggiante, ma reale. In questo momento il Segretario Generale dell’Unire si preoccupa solo di pagare i premi al traguardo per timore, in caso di ritardi, di uno sciopero che bloccherebbe tutto il sistema. Per quanto riguarda la diminuzione delle corse, a suo tempo il sottoscritto denunciava all’UNIRE l’irregolarità degli ippodromi nell’effettuare le 9 corse perché il regolamento non lo comprendeva se non solo in casi eccezionali; ne dovettero prendere atto e toglierle per un minimo di 1300 corse in meno. Nelle stesse riunioni si era parlato anche di stalloni, per dare la possibilità a cavalli indigeni vincitori di corse di gruppo 2 di poter fare un limitato numero di monte pubbliche. Ci siamo resi autori di riformare i Gran Premi delle Aste per creare il cosiddetto grande evento, con l’augurio che nel tempo queste corse possano prendere ancora più importanza, quando saranno ben conosciute dai proprietari e dagli operatori ippici. Non dobbiamo peraltro trascurare che la stessa ANACT, per mantenere l’impegno economico, dovrà intervenire con una considerevole somma. Abbiamo parlato più volte con il Segretario Generale in materia di programmazione delle corse per difendere e salvaguardare la redditività economica delle corse di allevamento anche ai fini del gioco. Un ultimo argomento: il piano delle provvidenze. Qui sarà necessario un ponderato studio per valutare se in futuro i possessori di sole fattrici possano usufruire in ugual misura delle provvidenze rispetto a chi abbia un terreno e sia proprietario di un’azienda agricola. Questi sono solo i principali argomenti che il Consiglio ha trattato, come si vede molti di essi sono in fase di discussione presso il nostro Ente superiore per trovare la migliore risoluzione: sarà quindi nostra cura “riscrivervi” per gli aggiornamenti dovuti. AREA CORSE di Massimo De Marco CESENA GP CAMPIONATO EUROPEO LOONEY entra nella storia Looney Tunes di dentro contiene Italiano C La premiazione di Tomaso Grassi a Maik Esper sul carro dei vincitori erte notti son proprio un vizio che non vorresti smettere mai. Nascono così, vengono e spereresti quasi non andassero via. Vorresti sentirle sulla pelle, viverle addosso, fermarle per sempre perché sono quelle che ti fanno sentire vivo, più vivo dei vivi. Sensazioni fatte di suoni, di colori, di facce che ti sorridono. Sensazioni che Maik Esper, 37 anni, tedesco sulla carta d’identità ma napoletano nell’animo, da venti ormai nel nostro paese, ha vissuto in quella che è stata senza alcun dubbio la più bella giornata lavorativa 5 Una moltitudine di spettatori, il Savio come uno stadio di calcio che la sua vita da gregario potesse mai concedergli: una vittoria al Campionato Europeo alla sua prima partecipazione, di quelle che non scordi mai. Di quelle che se un giorno dei nipotini sulle ginocchia gli chiedessero guardando il digitale ingiallito e salvato su una chiavetta ormai consunta, ricorderà come fosse successo l’istante prima, dovesse campare centomila anni. Merito di Holger Ehlert e merito della crescita esponenziale di Looney Tunes, il cavallo cresciuto a spizzichi di pane in quella Sicilia, che dell’impero è ormai è tutto tranne che provincia. Ha fatto il giro di tante scuderie nella sua vita, Looney: da Enzo Fasciana a Mimmo Zanca, a Natale Cintura e in ognuno ha aggiunto un tassello. Ma è in Toscana che ha preso il volo per essere protagonista il primo sabato di settembre nella bella notte del Savio, 12mila spettatori ancora capaci di esaltarsi di fronte a una corsa dei cavalli, di fronte a una corsa. 6 C’era bisogno di un race off così, non solo di un race off. C’era da mettere da parte le tarantelle dello scorso anno e rifarsi la bocca buona. Merito anche di Italiano, merito del fatto che alla finale a due sono giunti cavalli con identiche caratteristiche di passisti veloci. E Italiano vince la prima batteria quando si incontrano due con le stesse voglie e lo stesso DNA il risultato non può che essere un match all’arma bianca, quasi fossero Rocky e Apollo Creed, un pugno dopo l’altro senza mai andare al tappeto, né l’uno né l’altro. Che vuoi dire a Italiano, a uno che La coppia vincente di Gelsenkirchen Esper- Ehlert dal giorno del successo nel Lotteria non ha fatto altro che sciropparsi dei gran migli al largo, aria in faccia in pista piccola, costretto dalle proprie caratteristiche e grazie al proprio cuore ad andare sempre il doppio più forte degli altri per avere ragione? Che gli vuoi dire quando alla terza prova di una serata interminabile, dopo averne corse un paio senza ferri, si è fatto tre curve di fuori in un chilometro iniziale in 1.11.6 e in fondo ha avuto ancora il carattere per restare lì a soffrire sino in fondo? Niente. Puoi solo alzarti e applaudire, che poi è quello che ha fatto il pubblico di Cesena, del quale si dice che è estemporaneo, che non c’entra nulla con l’ippica, che è lì quasi per caso ma alla fine c’è sempre, se lo paragoni alle realtà di che siamo costretti a vivere quotidianamente e sa capire quando lo spettacolo e il sudore sono veri. Non a caso in 365 giorni in premiazione si è passati dai fischi agli applausi a scena aperta. È stato però l’Europeo di Looney Tunes, il terzo di Ehlert, il mentore di Esper. L’apogeo di un percorso che l’ha portato a far capire di essere diverso in una prova della serata conclusiva del Super Frustino, nella quale seppe vincere sprintando da ultimo ai 600 finali con un quarto in 27 e carabattole. Poi venne Treviso, il Gran Premio, e quella non fu una serata altrettanto godibile, piazzato sì ma senza stima. Una storia da raccontare, insomma, di quelle che ancora il trotto e l’ippica sanno regalare se si è capaci di ascoltarle. Basta avere il cuore per farlo. 7 di Ezio Cipolat IL CAMPIONATO EUROPEO DI CESENA HA LANCIATO IN ORBITA UN NUOVO INDIGENO LOONEY TUNES dernier-cri di peso Looney Tunes e Maik Esper nelle false partenze prima della race-off di Cesena L ooney Tunes è il quinto rappresentante delle nostre L (classe 2005) ad aver vinto nell’anno in corso almeno un confronto Free For All sulle nostre piste, in una stagione in cui, per una serie di circostanze favorevoli (pochi gli importati in circolazione, altrettanto scarno il contingente degli inviati dall’estero), gli indigeni 8 hanno sbancato in tutte le prove open, ad esclusione del Città di Montecatini andato al veterano svedese Opal Viking. L’allievo di Holger Ehlert, prevalendo su Italiano nella race-off del Campionato Europeo di Cesena, ha fatto comunque meglio - in quanto la sua vittoria ha uno status di Gruppo I di Leroy Giò (Padovanelle), La Dany Bar (Costa Azzurra), Libertador Olm (Jegher) e di Look Mp (Due Mari). Gli altri confronti di vertice sono andati a Island Effe (Orlandi), Italiano (Lotteria e Duomo), Ghiaccio del Nord (Repubblica), Geox (Basilio Mattii) a Illinois (Regione Sicilia e Città di Treviso). Restando in ambito statistico, si può ricordare che Looney Tunes è l’ottavo indigeno a centrare l’Europeo, considerando però soltanto le 9 1967, m. Famous Hanover 1991, m. Count’s Pride RICETTATORE 1985, f. Song and Dance Man INCHIESTA 2004, f. Varenne INIZIALE 1985, f. Enguerilleto VILLA TORLONIA 1986, f. Short Stop LABATE 2000, f. Park Avenue Joe DEFÌ DE LA ROCHE 2005, m. Ganymede LOONEY TUNES 1998, m. Dance Marathon NOBODY BI BATTI BATTI 1979, f. Top Hanover DISCUSSIONE 1972, m. Siusi 1971, f. Steno 1977, m. Bourbon 1977, f. Pro Hanover TAMBALEO SEMANA LANSON 1983, m. Contingen Fee FINGENT BI BASIA BI 1979, f. Barbablu LETRILLA 1964, f. Icare IV EVIDANIA 1966, f. Oriolo 1953, f. Buck 1959, f. Taro 1969, f. Way Ahead ASIA MINORE MENEGHINA ORTODOSSIA CHIERO LA PALOMA 1948, f. King George MELPOMENE 1946, f. King George TOMBOLA 1943, f. Homer 1950, f. Hazleton LIVENZA BELLONA 1976, m. Ledro MORNICO 1966, f. Brogue Hanover ZINGHIERA 1969, m. Ledro URGENTE 1949, f. Lepanto Esper esulta: Looney Tunes vince la finale su Italiano edizioni disputate dal 1948 in poi, l’anno in cui il gran premio di Cesena (varato nel 1927) è stato ripristinato dopo la sospensione dovuta alla guerra nel 1942. Sono comunque tredici le vittorie italiane nel loro complesso, visto che Tornese l’ha centrato ben quattro volte (1957,1958, 1961 e 1962) mentre Birbone (1951 e 1952) e Crevalcore (1959 e 1960) in due occasioni ciascuno; oltre a Looney, l’Europeo è andato una volta a Bordo (1956), Top Hanover (1974), Delfo (1976) e Ghiaccio del Nord (2008, questi interrompendo una striscia di 31 edizioni andate agli esteri). Infine, quella di quest’anno è la trentaseiesima edizione della corsa, partendo sempre dal 1948, che si risolve alla raceoff, vale a dire nella finale tra i due diversi vincitori degli heat; e quella risolta da Looney Tunes su Italiano è stata anche la finale di gran lunga più veloce, 1.12.7 (con primo chilometro in 1.11.7) contro l’1.13.5 di Famous November (su Attention Flamingo) dieci anni fa. Looney Tunes, facendo ben poca trafila (attività giovanile di buona routine e qualche GP al primo anno d’anziano con un terzo nel Regione Sicilia e nel Città di Treviso), con un solo grande balzo si è issato nelle posizioni di vertice del nostro trotto, confermando che quando la stoffa e buona prima o poi si riesce a confezionare un prodotto d’alta sartoria. 10 E la stoffa del portacolori della palermitana Scuderia delle Aquile, allevato nel padovano da Samantha De Luca, è davvero di prima scelta, anche se il primo approccio lascerebbe intendere di essere in presenza di un pedigree buono, ma complessivamente di serie e di stampo prettamente commerciale, ancorato sulla paternità di Ganyméde, stallone che da noi ha eccellente riscontro (Gorniz, Iglesias, Irina e Irving Rivarco, oltre a Enif Rob e Nieves Vl, tra i suoi prodotti) e con una madre, Defì de la Roche, dal più che buon padre di fattrici Park Avenue Joe. Ma Defì si porta dietro una linea femminile che al nostro trotto, in più di mezzo seco- Un’altra immagine di Looney Tunes al Savio lo, ha dato molto. Ma prima di entrare più specificatamente nel merito di questo aspetto, va messo l’accento sulla presenza nella genealogia di Looney, come stalloni, di due primaserie indigeni forse troppo presto dimenticati. Ci riferiamo a Top Hanover (padre di nonna Batti Batti) e di Steno (padre della bisnonna Semana). Top Hanover, che fu il primo e sinora unico cavallo considerato italiano ad aver preso parte a 3 anni all’Hambletonian, da anziano ha messo la sua firma su gran parte delle più importanti prove internazionali del nostro calendario (Lotteria, Nazioni, Freccia d’Europa e anche Campionato Europeo di Cesena) tanto da passare in razza con grande seguito, anche per il fatto di avere come madre la grandissima Elaine Rodney. E Top Hanover ha conteso a Sharif di Iesolo la palma di miglior razzatore indigeno dell’epoca, perdendo nel tempo la sfida con il caporazza dei Toniatti, ma lasciando comunque un segno tangibile con i Derbywinner Golden Top e Ercole Ac, con Enguerillero (per lunghi anni primatista dei maschi indigeni) e le femmine Foscherara, Chiwa, Elen Pf e Altaseta Sp, tanto che basta la sua presenza per nobilitare un pedigree. Steno ha avuto minor fortuna come razzatore, ma in pista ha dominato nell’ambito della sua leva, vincendo Italia, Giovanardi, Nazionale, LOONEY TUNES 5, 1.12.7 Maschio Baio, nato in Italia il 17 Aprile 2005 Allevatore: Samantha De Luca - Propr.: Sc. Delle Aquile BUVETIER D’AUNOU Francia 1994 4, 1.14.4 NESMILE 1.17.4 QUIOCO PARK AVENUE JOE 3, 1.55.3 CAPRIOR 1.19 AMOURS DU MESNIL 1.20 VERMONT 1.20 GADAMES KERJACQUES 1.19 1.15 JABEL SPEEDY CROWN 1.57.1 3, 1.55 SOMOLLI DELMONICA HANOVER SPEEDY COUNT 3, 1.58.4 6, 1.50.2 DELICIOUS 3, 2.04.3 6, 1.15 3, 1.20.4 SEMANA AYRES 3, 1.56.4 ELAINE RODNEY 1.58.3 STENO 5, 1.16.6 LETRILLA Italiano sopravanza Looney che però replica Derby, Europa e Continentale, una suite che ben pochi altri campioni italiani possono vantare. Tornando più direttamente a Looney Tunes, il portacolori del gentleman palermitano Salvatore Bonocotta discende da Miss Woerner, americana importata dai fra- ROSEMARY 3, 1.57.2 BEATRIX II TOP HANOVER ILENE'S BEST SPEEDY CROWN 1.57.1 1.15 SPEEDY SOMOLLI Italia 2000 DEFÌ DE LA ROCHE 3, 1.55.1 UDAMES 3, 1.18.8 GANYMEDE 5, 1.11.5 ROYAL PRESTIGE telli Faccioli agli inizi degli Anni Trenta, tra i cui figli figura Livenza (da Hazleton, triplice vincitore dell’Europeo del Savio) passata in razza nel 1942 in pieno conflitto bellico e pertanto presentata a stalloni di casa; comunque di qualità in quanto la cavalla faceva parte del parco-fattrici di Lorenzo Borasio, titolare della milanese Scuderia Lorenteggio, formazione allora di punta. Livenza ha prodotto soprattutto femmine (sei su sette), quattro delle quali hanno dato origine a linee che hanno portato a soggetti di livello superiore, alcuni di stampo classico. Da Tombola, il primo prodotto di Livenza, derivano Chiero (Campo Mirafiori) e Lanson (Inverno, Regione Sicilia); Melpomene ha invece lasciato in eredità Tambaleo, Labate, Ricettatore (Italia e Marangoni) e Nobody Bi (Stabile), entrambi secondi nel Derby (battuti rispettivamente da Re dei Jet e Nevaio) nonché Iniziale (seconda finale Campionato femminile dei 3 anni e Marangoni Filly) e proprio Looney Tunes. Da Paloma discende la più che buona Asia Minore che è anche la seconda madre dell’altro piazzato classico Fingent Bi e infine da Bellona vengono Urgente e Mornico. Un bel quadro di famiglia che dimostra l’eccellente bontà genealogica del dernier-cri del nostro trotto. 11 di Vieri Berti GRAN PREMIO CITTÀ DI MONTECATINI Opal Viking come la Fenice U na delle definizioni moderne della Fenice, il cui mito è stato fatto proprio da diversi scrittori e poeti nel corso dei secoli e modificato a seconda delle diverse vedute del mondo dalle varie civiltà, recita così: “La Fenice è un sogno d’immortalità. È un uccello sacro associato col sole e consacrato a Ra, il dio solare egiziano. Assomiglia a un’aquila reale, ha il piumaggio che va dal rosso al blu, dalla porpora all’oro”. Ora, noi non intendiamo certo dire che il mito diventi all’improvviso realtà e che quindi, per venire ai fatti nostri, Opal Viking abbia qualche rapporto con il dio Ra, ma certo è che, nel Città di Montecatini edizione 2010, questo fantastico svedese, che già tantissime volte, ma in più giovane età, aveva colto successi nel Belpaese, ha dimostrato quantomeno di aver fatto un piccolo patto col diavolo… Dieci anni suonati, alle spalle tantissime corse su tutte le piste d’Europa (è stato secondo anche nell’edizione 2008 del Prix d’Amerique), più velocista che fondista, Opal ha mostrato un’esuberanza e una freschezza atletica incredibile dominando con estrema disinvoltura, da unico straniero, la Finale della classica di Ferragosto del Sesana, volando, a mo’… di Fenice, in uno stupendo 1.12. C’è da dire che, in una serata in cui le cose sono andate benissimo 12 Un... bellicoso Nils Enqvist sgamba a inizio serata il suo Opal Viking A fianco, ancora Opal con il suo trainer, più in basso con Roberto Andreghetti prima della Finale e, poi, ad un giro dal trionfo, con al largo il diretto rivale Italiano, che ha in scia Lana del Rio sono a metà della seconda curva, così, scatta la sirena e la corsa viene richiamata. Al secondo tentativo Island, che nel frattempo, benché un po’ malconcia, si è rialzata, tornando in scuderia con le proprie gambe, accompagnata dall’applauso di una folla che aveva atteso in silenzio di conoscere il suo destino, non si ripresenta ma, quel che è più importante, Opal stavolta parte ‘cattivo’, non si fa per il vecchio ma sempre giovanile impianto del Sesana, che ha ospitato ben ottomila persone, anche ad Opal ha riservato un bel regalo, materializzatosi nella defaillance della povera Island Effe. Cerchiamo di essere più precisi: è la seconda batteria, Island parte discretamente, ma senza riuscire a saltare gli avversari all’interno, con Opal che, allo stacco, si fa sorprendere da Light Kronos e, all’imbocco della curva, è scavalcato dal rivale. A quel punto interviene Island, che tira moltissimo e, dopo 500, sfila su Light che, ben volentieri, le concede strada. Al passaggio, poi, Island sbanda verso l’esterno e cade a terra in debito di ossigeno o, come si dice in gergo, ‘affogata’. Quando i concorrenti sorprendere da un Light meno incisivo che nella prima edizione e conquista subito il comando. A quel punto vincere diventa una formalità per questo inesauribile fighter che, dopo 600 in 45.5 e un km in 1.14.6, sotto la minaccia (si fa per dire) di Libertador Olm, allunga di fronte con un 13.9, si svincola dal rivale con un 14.8 per la curva finale e vola verso il traguardo sparando un 13 secco per gli ultimi 200, il tutto, come dirà poi Andreghetti dopo la corsa, senza essere richiesto: “Ho semplicemente mollato le guide, senza mai fargli vedere il frustino, e lui è ripartito con un allungo che non mi aspettavo neanche.” Alle sue spalle 13 Roberto Andreghetti mostra uno dei tanti trofei conquistano il pass per la finale anche Look Mp, Linda di Casei ed Irina, mentre non ce la fa Libertador, che termina quinto in 1.13.2, beffato da Lussuria Grif che, nella prima batteria, aveva chiuso quinta, ma in 1.13, due decimi in meno che le valgono l’accesso alla finale cui, poi, però, non prenderà parte. Già, la prima batteria… Qui si è visto un Italiano fantastico, capace di viaggiare per due giri all’esterno e venire a capo di Irambo Jet in 1.12.5 e, quel che è più sorprendente, sparando la frazione più veloce della corsa proprio in retta d’arrivo, dove è terminato vitalissimo con un 13.7. Molto facile, quindi, l’assunto dell’allievo di Gaetano Di Nardo che, nelle interviste del dopocorsa, si dirà molto fiducioso nel suo per l’atto conclusivo. Gli altri qualificati sono lo stesso Irambo, Lana del Rio, Lorenz Caf, che sgabbia tardissimo e finisce a velocità doppia, e, come già detto, Lussuria. Va detto che in questa batteria Lorenz ha compromesso moltissime possibilità con un passo falso all’imbocco della prima curva, uno svarione che gli ha causato la perdita della scia di Irambo a favore di Lana. Se la femmina di Santo Mollo fosse rimasta di fuori e Lorenz secondo in scia ad Irambo si sarebbe vista una corsa diversa, ma i se e i ma, com’è noto, sono buoni solo per le chiacchiere da salotto. 14 E dunque la finale vive sul match fra Opal, il vecchio, e Italiano, il giovane: Roberto Andreghetti e Gaetano Di Nardo ostentano entrambi una grande fiducia, fra i due il più tranquillo sembra il driver ravennate, galvanizzato sin dall’inizio della serata da un entusiasta Nils Enqvist (molto folcloristica la sua discesa in pista per la sgambatura di Opal munito di casco con annesse vistosissime corna color gialle…), che gli aveva assicurato che Opal era molto più avanti nella preparazione rispetto a quando, un anno prima, aveva preso parte al Città di Montecatini, e poi ulteriormente convinto delle possibilità di vittoria dopo aver testato lo svedese in batteria. Ma Gaetano Di Nardo non si dava certo per vinto e, infatti, anche in corsa ha dimostrato di cercare con grande coraggio il successo, nonostante lo schema, come quasi sempre accade al portacolori della Ucci-Riccitelli, fosse tutto in salita. Lungo la corda Opal ha conquistato subito il comando con un 14, poi ha tirato i remi in barca con un quarto in 30.7, durante il quale è stato raggiunto da Italiano, e qui è cominciato un duello che ha veramente entusiasmato il pubblico: 14.2 il passaggio di fronte alle tribune, 15.1 per la penultima curva, poi un 13.6 per la retta di fronte e un 14.2 per la curva finale, durante la quale Opal ha dato dimostrazione di essere ancora molto fresco, mentre Italiano iniziava a perdere battute. La retta d’arrivo è stata una passerella per Opal che, con ultima frazione in 14.4, si è limitato a controllare il rivale, stampando un miglio in un complessivo 1.12. Un decimo in più per Italiano, che va comunque lodato quanto il vincitore per l’ennesima prestazione ‘super’ messa in campo: se saprà continuare a mantenere questa condizione, l’erede di Giant Cat potrà togliersi ancora tantissime soddisfazioni. Più indietro rispetto a quelli che sono stati gli assoluti protagonisti della notte di Ferragosto del Sesana, ha chiuso terza la sempre ammirevole Linda di Casei con un felicissimo Alessandro Gocciadoro che non finiva di trovare parole di encomio per questa sua allieva, capace, dopo tre prove affrontate per gran parte in percorso esterno, di venire a capo nella Finale di un soggetto del calibro di Lana del Rio. Quest’ultima esce da questo ingaggio soddisfatta a metà: in batteria ha corso senza strafare, viaggiando per le vie brevi dopo essere stata respinta nel lancio da Irambo Jet, in finale le è mancato qualcosina per riuscire a conservare il terzo. La realtà potrebbe essere che ancora Lana non è al meglio della forma, in fondo la lontananza dalle piste è stata lunga e possono non essere bastati la sfida con Chiappucci e poi il rientro torinese per tornare la Lana dei tempi migliori, ma la verità vera, forse, è che Lana in pista di mezzo miglio non ci si ritrova, come testimoniano quasi tutte le sue uscite sugli anelli a raggio ridotto. Per un giudizio più circostanziato, insomma, è necessario aspettarla nel torinese Mirafiori. Ultimo dei premiati Lorenz Caf, protagonista di un debutto più che dignitoso con i migliori ma anche molto in credito con la fortuna che, nella circostanza, sembra proprio avergli voltato le spalle. Detto tutto questo, un cenno lo merita però ancora l’ippodromo Sesana, vestito a festa come nelle migliori giornate: tutto ha funzionato alla perfezione, quello che poteva essere un brutto episodio, e ci riferiamo alla rovinosa caduta, proprio di fronte al pubblico, della sfortunata Island Effe, si è risolto al meglio, e chi era presente può dire davvero di avere passato una serata da ricordare, sia dal punto di vista sportivo che dello stare insieme in un ambiente ospitale, piacevole, che non ha fatto mancare niente a nessuno, compresi gli spettacolari fuochi d’artificio di fine serata. Ma d’altronde, per questo attesissimo convegno, un piccolo patto col diavolo devono averlo fatto anche gli organizzatori, visto che quei nuvoloni neri che avevano iniziato ad affacciarsi intorno alle ventuno, si sono scaricati ben oltre la mezzanotte a mezza, a luci ormai spente … di Matteo Muccichini MONTEGIORGIO • CAMPIONATO ITALIANO GUIDATORI Il bell'ANDREA TRICOLORE T utto in un anno, tutto in una notte, tutto in una retta d’arrivo, tutto in una testa. Il Campionato Italiano Guidatori Trotto di Montegiorgio è un titolo così, che premia chi è bravo nel tempo lungo e sulla scelta istantanea e che si decide sempre all’ultimo metro dell’ultima corsa. Andrea Guzzinati, il nuovo campione italiano è stato eccellente nel 2009 per guadagnarsi il diritto di partecipare, è stato concentrato e determinato in tutte le fasi della finale, sin alla retta d’arrivo al cardiopalma nel Premio Basilio Mattii, quando la sua Fitzgerald Bigi con una retta travolgente gli ha permesso di acciuffare il titolo che pareva ormai perso. Così la storia si è fermata su Andrea Guzzinati, un campione di stile prima che un Campione Italiano, un driver completo e formatosi negli anni. Le sue mani, la sua freddezza nel passare dei lustri, si sono sommate a grinta e determinazione che con l’esperienza anche internazionale gli hanno garantito un posto stabile tra i Top Drivers europei. Andrea Guzzinati è diventato per la seconda volta tricolore perché è stato capace di interpretare il Campionato con la giusta misura, arrivando sempre concentrato ed in forma all’appuntamento con il sulky e la pista. L’ultima serata, quella della finalissima del 22 agosto, è stata per Andrea una serata perfetta, per aver preso punti in Andrea Guzzinati 15 tutte e cinque le prove e dando l’impressione di gestire sempre al meglio la situazione. Una costanza che gli ha permesso così di precedere Enrico Bellei, il favorito dei favoriti, e Roberto Vecchione, l’altro antagonista che tutti aspettavano. Ma il 2010 era l’anno di Andrea Guzzinati, l’erede più orgoglioso della famiglia ferrarese che tanto ha dato al nostro trotto. Quello che si è visto al San Paolo è stato un mix tra la calma di papà Giuseppe ed il senso del palo di zio Vittorio. Una somma di qualità che Andrea usa sempre nel suo lavoro di preparatore e catch driver. L’altro aspetto che non può sfuggire, della kermesse di Montegiorgio, è la grande partecipazione di pubblico, la mondanità, lo spettacolo e la tradizione di un torneo che è arrivato in perfetta salute alla trentesima edizione. Al San Paolo erano in 10.000 per le corse, ma anche per gli spettacoli di contorno, capeggiati dai Gipsy Kings che hanno deliziato la gente, trainando poi la gara. Un modo diverso di interpre- 16 tare la promozione, ma a vedere dai fatti riuscito appieno. Molti giovani, molte famiglie, molta curiosità per i cavalli e per la scommessa. Il miglior modo per dire che l’ippica può ancora vivere, soprattutto quando c’è voglia e passione di fare le cose per bene. Le aspiranti Miss Italia al San Paolo GEOX NEL “BASILIO MATTII” CON LE MANI ALLA CALCOLATRICE Da tradizione a chiudere il Campionato c’era il Gran Premio Basilio Mattii, corsa ad invito che è spesso decisivo per l’assegnazione dell’alloro, anche grazie al punteggio maggiorato. Una corsa che vedeva in Levriero Rivarco favorito, con Bellei che da secondo in classifica già assaporava il gusto del titolo. Andrea Guzzinati da capofila arrivava all’epilogo con Fitzgerald Bigi, mentre per Roberto Vecchione la vittoria di Geox non bastava per il titolo, ma per riscattare una serata fino a quel punto grigia. E Geox ha permesso un gran riscatto a Roby, con un successo di forza e coraggio e dimostrazione di superiorità. Geox, partito piano, ha raggiunto dopo settecento metri il leader Levriero Rivarco, lo ha accompagnato per poi sferrare l’attacco decisivo a metà dell’ultima curva. Levriero e Geox hanno lottato sino a cento metri dal palo, quando quest’ultimo ha fatto capire di avere più motore e se n’è andato per proprio conto, a media di 1.13.2, in tutta scioltezza. Una conferma per il figlio di Sugarcane Hanover, e dell’intramontabile mamma classica Gitana D’Asolo, che i Gubellini hanno preparato al meglio per l’occasione. Levriero Rivarco ha mantenuto la seconda moneta, con Bellei che fino a dieci metri dal palo è stato campione virtuale. Negli ultimi dieci metri si è infatti consumato il colpo di scena, poiché la fiondata finale di Fitzgerald ed Andrea Guzzinati è arrivata in porto ad un’incollatura da Levriero. Con Vecchione primo, Bellei secondo e Guzzinati terzo, per qualche minuto sono state le calcolatrici a tenere banco. L’elaborazione dei dati numerici ha quindi incoronato Guzzinati, per solo 1,5 punti su Bellei. UN’EMOZIONE ESSER CAMPIONE GRAZIE A FITZGERALD BIGI “La cosa che più mi dà soddisfazione è di essere campione grazie a Fitzgerald Bigi che è la cavalla a cui sono più affezionato.” Queste le prime parole del neo campione appena sceso dal sulky della sua femmina per la premiazione. Dichiarazioni che sottolineano il connotato di uomo di cavalli, allenatore ancor prima di driver. Per poi spiegare come è arrivato al titolo: “La formula di quest’anno mi ha dato la carica. Fino all’anno scorso c’erano i ripescaggi che potevano demotivare noi cosiddetti big. In questa edizione invece era vietato sbagliare e l’ho presa come una carica particolare per arrivare in fondo. Ringrazio la mia famiglia e tutti quelli che mi hanno aiutato anche qui a Montegiorgio. Dagli allenatori dei cavalli agli amici, fino naturalmente alla mia Fitzgerald, che ha ancora voglia di soffrire per farmi star bene. 17 di Andrea Valle GRAN PREMIO CITTÀ DI CESENA UN MUSTANG DAVVERO SUPER C i vuole un fisico bestiale, spesso. Averlo non basta, a volte. Deve essere stato più o meno questo il senso del pensiero di Mitico Milar - ammesso che Mitico Milar possa pensare - al termine del Città di Cesena vinto da Mustang Grif, training di Jerry Riordan e mani di Antonio Greppi, il secondo Gran Premio della carriera del driver toscano, il primo del 4 anni da Varenne. Non è stato sufficiente un giro e mezzo per terze e quarte ruote, su una pista non proprio agevole alla bisogna come quella da 800 metri del Savio. Non è bastato essere ancora quello con maggior stamina in retta d’arrivo, dopo quattro cur- ve a prendere aria nei bronchi. Anticipi, contro-anticipi, mica-anticipi. Di tutto e di più, giusto per non farsi mancare niente, compreso il flop (per Mitico decisivo) dell’anticipo a un chilometro dal palo di un Mineiro As, presto in braghe di tela. Non può essere però sminuito il successo di Mustang, giunto a metà di una stagione travagliata così come travagliata è stata un po’ tutta la vita agonistica, dalle promesse di quand’era agli ordini di Mauro Caporello al passaggio di consegne con conseguente cambio di colori, finito peraltro sotto i riflettori anche di un’ indagine da parte della Guardia di Finanza, convinta che quello fosse Antonio Greppi e Jerry Riordan con Mustang Grif in premiazione 18 stato in realtà un passaggio fittizio. Da lì il conseguente blocco temporaneo dell’attività agonistica. Uno stop che è costato qualche mese invernale a JJ Riordan - pronuncia all’americana senza la O, rirdan molto stretto, se lo senti dire da loro. Mica poco. Mesi che hanno però messo a fuoco a modino il 2010, del quale questo Città di Cesena è l’high-light, del quale va dato merito anche a Antonio Greppi, uno di quelli che in Inghilterra descriverebbero come under-rated e invece il suo in sulky lo fa sempre bene. Oddio, sempre... spesso, via. Non è stata serata ancora una volta per Moses Rob, uno che senza il delirium tremens degli ultimi cento metri avrebbe tre o quattro Gran Premi in più in saccoccia. Il gomito del tennista a volte costa e il braccino corto non è il massimo della vita, se di mestiere fai il cavallo da corsa. Peccato, un altro secondo. Non è sfiga però poco ci manca, viste le prove indiziarie. Madras e Melania Sf hanno fatto il loro, lì a contatto a cercar di fare la voce grossa in fondo, proprio mentre sui denti di quelli con le braccia al di là dello steccato arrivava Mitico Milar, uno che meno rivede la pista piccola meglio è, visto il motore. Prove tecniche di trasmissione e mai in corsa Mirtillo Rosso, impalpabile nella migliore delle valutazioni possibili Mineiro As, anche Mambo Font Sm e Maddy Laser non sono mai stati realmente in partita. PIANETA ALLEVAMENTO di Martina Nerli Viaggio nell’anima dei targati GRANA Sulla pista di Torino, Fax di Grana riesce sempre ad esprimere le proprie potenzialità C armelo Recupero non è solo un gentlemen. Allevatore e proprietario dei griffati Grana, colleziona da anni successi meritatissimi. Un vanto dell’allevamento italiano, una sigla prestigiosa e chic per cavalli solidi e generosi. 20 Raggiungiamo Carmelo in una splendida giornata di fine estate, un ottimo caffè, e la conversazione diventa piacevolissima. Nasce prima l’allevatore o il gentlemen? “Ho iniziato a fare l’allevatore nel 1989. La passione per il mondo delle corse c’è sempre stata, appena ho avuto qualche possibiltà economica per ‘provare’ mi sono messo in gioco. Dovessi fare un bilancio direi che non è andata male, nel mio curriculum vanto un cavallo classico come Umbro Di Grana, In alto: Carmelo Recupero in premiazione si gode il successo dei suoi allievi Al centro: Una meritatissima vittoria In basso: Il gentlemen festeggiato da un gruppo di ballerini cubani. indimenticabile. Successivamente ho voluto prendere la licenza gentlemen, non ho resistito al fascino di andare dietro la macchina! Vivo l’ippica a 360°, allevatore, proprietario, gentlemen, i cavalli riempiono le mie giornate ed i miei sogni. Sicuramente faticoso ma affascinante.” Le sue idee per un buon allevamento? “Un luogo tranquillo, lontano da caos e rumori. Noi siamo a Vigone, nel cuore del torinese, una zona perfetta anche per raggiungere comodamente gli ippodromi di Albenga e Milano. Ampi paddock permettono ai cavalli di rigenerarsi corsa dopo corsa, mentre fattrici e puledri si godono la tranquillità della campagna. L’aiuto di B. Holmstrom è fondamentale, ama i cavalli e li rispetta, ho molta stima di lui. Per la scelta degli incroci faccio particolare attenzione alla meccanica ed al carattere, ho tre fattrici che considero valide e, ogni anno, tengo tutti i puledri, difficilmente li vendo. Credo in ogni prodotto che allevo, in ognuno vedo qualcosa di speciale.” I targati Grana in pista stanno ottenendo ottimi risulta ti... “È un periodo positivo, abbiamo la scuderia in ordine, i cavalli stanno bene e si vede. Purtroppo non sempre le cose sono così, i cavalli sono alterni, improvvisamente calano di rendimento e prima di capire la causa passano mesi. Cure, analisi ed attenzioni per riportarli al top. Non è un lavoro semplice, ma poi quando scendo in pista ed il mio cavallo ha quel qualcosa in più degli avversari che mi permette di correre da protagonista, dimentico ogni fatica e tutto diventa magico, adrenalina ed emozioni, un cocktail sorprendente. Marlon 21 Umbro Di Grana si stacca dagli avversari per raggiungere il palo (Tor di Valle - Berardelli 1997) di Grana (da Umbro di Grana e Cybren Font) nei tre mesi su sette corse ha due vittorie e tre piazzamenti, Fax di Grana (da Umbro di Grana e Zardea Font) è un cavallo affermato che ha già dimostrato tanto nelle sue 85 corse in carriera, 17 vittorie e 45 piazzamenti ed anche la sorella piena Greca di Grana non ha deluso le aspettative, con record in carriera di 1.13.6 sul miglio ed 1.15.9 sulla doppia distanza. Tra i più giovani Nicole di Grana (da Umbro di Grana e Zenita King) si sta rivelando una cavalla estremamente costante, mentre Norton di Grana (da Umbro di Grana e Zilia Axe) è ancora ‘verde’, deve crescere e maturare ma Fax di Grana con B. Holmstrom in sulky 22 sono sicuro che nei quattro anni può rivelarsi un cavallo estremamente potente.” Osservando i suoi prodotti no tiamo che so no t utti r igo r osame nte figli di Umbro di Grana... “Il legame che ho con Umbro è qualcosa di straordinario che va oltre la pista e i riflettori. Mi ha fatto sognare ben oltre le mie aspettative. Nato nel 1994 da Somollison e Daiquiri Ci, è il regalo più bello che potessi ricevere: 81 corse in carriera, 22 vittorie e 41 piazzamenti, 1.12.4 di record e tanti ricordi che mi fanno battere il cuore, corse impossibili che ha stravinto battendo il suo eterno rivale Uronometro. Dopo un debutto forse troppo frettoloso, a fine dei tre anni l’ho affidato alla famiglia Guzzinati che ha saputo recuperarlo e presentarlo nei gran premi al momento giusto. Tra il 1997 ed il 1999 vive i suoi anni d’oro dove colleziona vittorie e piazzamenti preziosi: Derby, Premio Allevatori e Berardelli a Tor di Valle, Città di Torino, per non dimenticare il Dante Alighieri al Sesana, una vittoria superlativa in 13.8, lasciando ad Uronometro un ‘misero’ quarto posto. Un’estate da ricordare quella del 1998, dopo il Dante, un lungo viaggio fino alla Favorita per dominare nel Trinacria in 16.3 sui 2000 metri, e poi ad Agnano per il Freccia Europa in 12.9... come faccio a non amare un cavallo così? Ancora oggi viene attaccato due o tre volte alla settimana per mantenerlo tonico e poi tanto paddock. Il suo carattere non è cambiato, affettuoso, generoso ed estremamente buono, potrei portarmelo a casa, fa parte della mia famiglia. I suoi figli non mi deludono, anche Flamengo Font (da Umbro di Grana e Annabelle Font), sulla pista di Follonica sta vincendo con prestazioni eccezionali, non è un targato Grana ma conferma le doti straordinarie di Umbro come stallone.” Uno stallone accattivante, un luogo affascinate ed un gentlemen deteminato a portare in alto i suoi griffati Grana. di Elisabetta Busso AZIENDA AGRICOLA “IL PINO” Allevare in Riva al Garda A Desenzano Sul Garda è ubicato uno degli allevamenti più conosciuti del nord Italia, Il Pino di Carlo Pirovano. Un allevamento fondato e che vive sulle basi della passione e dell’esperienza di un uomo scrupoloso e tecnico, che conosce le genealogie di tutti i cavalli, alla scoperta sempre di stalloni nuovi. Oderisi, e Crool Del Pino una sua creazione, cavalli che gli hanno permesso il salto di qualità così come Zazà Ok che, nel 1999, vinse il Tutto cominciò molti anni fa con il nonno ed il papà, una tradizione di famiglia tra le zampe dei cavalli… Marangoni Filly. Cinque ettari immersi nel verde, tra alberi ombreggianti ed erba di buona qualità, con l’impianto di irrigazione che ne permette sempre la giusta umidità del terreno. Naturalmente la farmacia sempre ben fornita, in modo da essere pronti ad ogni evenienza. Ma il signor Pirovano per tutto quello che riguarda le fattrici, la scelta degli stalloni e la cura dei puledri, non permette a nessuno di stargli accanto. “Sono un ‘vecchio’ uomo di cavalli, bazzico con loro da quando sono nato, sia mio nonno che mio padre erano uomini di cavalli, ad un certo punto arrivarono ad averne Danubio Del Pino la "roccia" di Daniela Alessi con Pietro Demuru 23 Prodotti anno 2009 Pantera Del Pino - Turbo Sound e Desire’ Del Pino Papas Del Pino - Daguet Rapide e Silla Del Pino Pasqua Del Pino - Eldgrado Bi e Caliente Del Pino Pelè Del Pino - Turbo Sound e Sundrocha Del Pino Perla Del Pino - Abano As e Zizka Del Pino enucleata Poker Del Pino - Daguet Rapide e Brezza Del Pino Power Del Pino - Frullino Jet e Vetta Del Pino Prost Del Pino - Frullino Jet e Fay Del Pino Prodotti anno 2009 Femmina da Turbo Sound e Desirè Del Pino Femmina da Abano As e Fay Del Pino Maschio da Abano As e Daiana Del Pino Femmina da Orlando Vici e Galaxy Del Pino Fattrici DESIRE’DEL PINO SILLA DEL PINO BREZZA DEL PINO VETTA DEL PINO FAY DEL PINO DAIANA DEL PINO GALAXY DEL PINO 120. Oggi, con i tempi che corrono, sarebbe un’impresa impossibile. Amo andare alla ricerca di nuove genealogie, conosco tutti i cavalli, italiani e non. La linea Franco Americana la mia preferita, anzi quella con cui ho cominciato l’incrocio con Crool Del Pino, cavallo classico, figlio di Oderisi, il mio primo grande prodotto. È un mestiere che ho nel DNA, non potrei mai farne a meno, anche se a volte lo scoraggiamento arriva, quando ti rendi conto che le spese sono difficili da coprire, siamo arrivati al punto che quando chiedi ad un proprietario 6-7.000 euro per un 24 puledro si spaventa, quando magari solo la monta è costata il prezzo richiesto. Ma non nonostante tutto vado avanti, perché ci credo e perché è la mia vita.” certa clientela ed una certa reputazione, posso vivere sonni un po’ più tranquilli, anche se si fa fatica a far tornare i conti, nonostante abbia il 90% di prodotti sotto 1.14.” Sono anni che lei non porta più i cavalli alle Aste. Come mai? “Ho scelto di selezionare un po’ la clientela, preferisco prendere qualche euro in meno, ma sapere in che mani vanno. Capita troppo spesso che dei buoni puledri vengano ‘buttati’ via solo perché comprati da gente non molto esperta. A questo punto con gli anni mi sono fatto una Quali sono i suoi stalloni preferiti ? “Come tutti gli allevatori, direi Varenne per le femmine e Daguet Rapide per i maschi. Ma del primo la monta è troppo onerosa e non posso permettermela, sono un paio d’anni che uso molto Abano As, che ha una linea di sangue eccezionale, al quale non danno le fattrici che meriterebbe il giusto valo- Sopra: Giovanni Fulici con Iride Del Pino Al centro: Un bella veduta panoramica dell'allevamento Il Pino Sotto: Marco Castaldo vince ad Albenga con Leader Del Pino re. Così come per Turbo Sound, per il quale vale lo stesso discorso di Abano, stalloni poco apprezzati che al contrario sanno dare. Quest’anno ho provato per la Galaxy Del Pino, Orlando Vici uno stallone nuovo francese, con alle spalle una genealogia di qualità importante, figlio di Quadrophenio e Irlande Du Nord con nonno Speedy Crown.” Se avesse in mano la bacchetta magica come la utilizzerebbe? “Togliendo la politica dall’Unire. Una volta eravamo tutte persone che sapevano quel che dicevano, sapevano di cosa parlavano, conoscevano i problemi e li risolvevano. Ora c’è il vuoto. Passiamo da un politico all’altro che fatante parole e pochi fatti, e il bello è che noi ippici non possiamo fare altro che stare a guardare, o per lo meno è quello che facciamo. Il montepremi cala e le spese aumentano. Anche io, come altri, ho ridotto il parco fattrici. Quest’anno ne ho enucleate tre, e ne ho coperte sette, nel 2010 tra aborti e riassorbimenti ho avuto quattro prodotti, ma vado avanti armato di tanto coraggio e passione, facendo sempre il mio meglio, curando i puledri come fossero miei figli e coccolando le madri, anche perché a mio parere il 75% del puledro lo fa la mamma dandogli lo sprint della partenza, il papà dà il carattere e la forza dell’arrivo.” E allora, visto che siamo nel periodo giusto per comprare il vostro cavallo dei sogni, fate un salto in questo allevamento, dove ci si alza ancora insieme al sole e si fa tardi la sera, il signor Pirovano sarà lieto di parlarvi di ippica, ma soprattutto di quella bella di un tempo, quelli dei gran premi, quella di Vittorio Guzzinati e William Casoli e chissà… magari troverete un altro Crool Del Pino. 25 di Massimo Alberti ALLEVAMENTO PIPESSO MATTO come un cavallo S e qualche politico, magari con elegante ufficio romano, si prendesse la briga di visitare il territorio, con ogni probabilità presterebbe all’ippica un’attenzione molto maggiore. Basterebbe qualche visita per rendersi facilmente conto di quanta passione, impegno quotidiano, investimenti, fatica, speranza e amore per i cavalli ci siano in Italia, un po’ dappertutto, quasi a dispetto di un sistema globale ai limiti del collasso. Il nostro politico potrebbe cominciare il tour direttamente dal Veneto, magari da Volpago del Montello, in provincia di Treviso. Lì potrebbe ammirare il verde degli undici ettari collinari, i 33 paddock e il laghetto naturale a disposizione degli 80 cavalli che vi abitano. Potrebbe respirare l’aria leggera e più fresca del Montello e soprattutto potrebbe parlare con i Pipesso che, tanti anni fa, vi aprirono il Circolo Ippico La Bianca, con l’intenzione di allevare trottatori da corsa. “Tutto cominciò il 2 maggio 1984, ricordo bene la data perché è il giorno successivo al mio compleanno.” Chi parla è Vincenzo Pipesso che, assieme alla moglie Bianca, fondò l’allevamento. “Arrivammo qui con 13 cavalli da sella e altrettanti milioni di debito. Era tutto incolto, ma c’innamorammo di questo posto. Ci rimboccammo le maniche, come si usa dire, e, non badando alle ore di lavoro, lo mettemmo a posto.” Come comincia la vostra storia? “I cavalli mi piacciono da sempre – prosegue Vincenzo – nel 1974 partecipai al campionato italiano di rodeo arrivando quinto. L’anno prima, nel 1973, ai tempi dell’austerity, comprai una cavallina, Vena d’Oro, da Noè Granzotto e la domenica facevamo le sfide in campagna 26 con gli amici: chi arrivava ultimo pagava la cena a tutti. Il punto di svolta, però, si verificò con Adara, da Qualto, che comprammo dai Tieppo. Fu la prima e fortunata fattrice perché, coperta da Hot Speed, ci diede Ombro Matto che fu preso da Wim Paal e Holger Helhert, allora appena arrivati in Italia. Con loro vinse subito nel 1992 il Criterium Maremmano e arrivò secondo nel Giovanardi. Si piazzò molte volte nelle classiche e finì quinto nel Derby, vinto da Often Lb.” Splendide immagini dell’allevamento Pipesso Perché tutti i vostri cavalli portano il suffisso ‘matto’? “Fu Diego Raja, l’allevatore di Lemon Dra, nato a due passi da qui, a darci l’idea ed è diventato il nostro portafortuna.” L’inizio con Ombro Matto e poi? “Possiamo ricordare Ustelle Matto che frequentò la prima categoria con Carlo Bottoni. Poi Save Venice, un maschio nato qui e che rimase da noi per una serie di circostanze. Save Venice era un cavallo singolare perché al sulky era meno che mediocre, ma al montato diventava un fenomeno. Sconfisse anche i maestri francesi e vinse cinque corse consecutive, un vero record mondiale in quella specialità. Vorrei ricordare anche Classica Matto, vincitrice di molti centrali a 3 anni, Di- 27 plomatico Matto, Mozart Matto, con otto vittorie su 20 gare disputate, e Nino El Matto. Particolare è anche la vicenda di Tik Prà che a Milano aveva perso la voglia di correre. Venne da noi, si rigenerò nel fisico e nella mente e fece undici vittorie a seguire: dieci con Vecchione ed una con mio figlio Stefano, allora allievo. Dovette essere operato alle corde vocali, tornò qui e fece altri sei primi di fila, questa volta con Piero Bezzecchi.” Dopo averlo nominato, Vincenzo cede la parola proprio al figlio Stefano, 29 anni e driver professionista, che fa il punto sull’organizzazione del centro. “Abbiamo un’ottantina di cavalli di cui alcuni a pensione e una decina li teniamo all’ippodromo di Treviso. Siamo orgogliosi che quest’anno su 31 fattrici abbiamo avuto altrettanti prodotti nati. Non dovrei dirlo io, ma credo sia un segno che abbiamo lavorato bene, oltre ad essere stati fortunati, naturalmente. La nostra politica è allevare per correre e per questo teniamo i puledri almeno fino alla qualifica. A tale scopo abbiamo allestito una pista di 700 metri ed una dritta di 400 metri in leggera salita.” Come vi dividete il lavoro? “Ci fa da consulente Carlo Rossi – continua Stefano – che come preparatore riteniamo sia il numero uno in Veneto, tuttavia la mattina di buon’ora siamo tutti all’opera attorno ai cavalli, compresa mia sorella Alessandra di 19 anni. Spesso guido personalmente i nostri portacolori, ma se il soggetto diventa davvero buono, cedo le guide a Roberto Vecchione che, oltre ad essere un grande guidatore, per noi è un carissimo amico.” Uno sguardo al futuro… “Le nostre speranze si chiamano Orange Matto e Olimpia Cielle. Quest’ultima ha un solo piazzamento in carriera, ma Carlo Rossi è convinto che sia una cavalla importante. In ogni caso, Olimpia Cielle sarà una nostra fattrice.” A proposito di fattrici, quali sono le vostre migliori? “Emera Dei, sorella di Penelope Dei, Lady Starlight, My Love Is You, Dane Fz, Real Bi. Gradatamente stiamo inserendo fattrici giovani e ogni anno ne acquistiamo una o due.” Per finire, l’immancabile sogno nel cassetto. Risponde Bianca che è sempre rimasta defilata, ma che forse è la vera anima dell’allevamento: “Un Matto al Derby! E che altro?” 30 di Massimiliano Abili ALLEVAMENTO DI VERGIANO Cavalli: la grande passione della famiglia Fabbri D a più di trent’anni i cavalli riempiono la vita di Gianfranco Fabbri. Una passione forte, destinata a coinvolgere tutta la sua famiglia. Il suo passato è segnato da cariche importanti come la presidenza A.N.A.C.T. e la vice presidenza Unire, un impegno concreto e duraturo per portare in alto l’ippica. Oggi è un allevatore di successo, con una media di circa venti pro- dotti ogni anno, rigorosamente di altissimo livello. Siamo andati a visitare il suo allevamento, un luogo decisamente strepitoso situato a sette chilometri dal centro di Rimini. Trenta ettari lungo la vallata dal fiume Marecchia, suddivisi tra 15 ampi paddock, l’area scuderie con circa 30 box ed una pista tonda dove vengono effettuati i primi attacchi dei puledri. Troviamo ad accoglierci sua figlia Isabella, un veterinario di successo che segue da vicino ogni fase dell’allevamento. Negli ultimi tre o quattro anni avete adottato un metodo di allevamento diverso... “Proprio così. I puledri, a circa un anno di età, li mandiamo in Francia, dove abbiamo un luogo di fiducia. Lì vengono domati e seguiti fino a quando rientrano in Italia Splendide costruzioni completano l'allevamento 31 Un viale alberato conduce all'area delle scuderie una vera e propria riunione di famiglia, dove ognuno ha le sue preferenze ma tutti siamo d’accordo su una cosa: il sangue FrancoAmericano. Love You, Ganymede, Daguet Rapid risultano sempre i più gettonati. Ricorriamo al seme fresco quando ci sono fattrici che hanno problemi per rimanere gravide, in ogni caso comunque effettuiamo tutto a casa io e mio marito. Contemporaneamente ci teniapronti per la qualifica. Abbiamo voluto provare questa novità per vari motivi, in Francia c’è una cultura ippica diversa, di conseguenza, il cavallo giovane che deve ancora formarsi, cresce diversamente. Secondo motivo il clima, dove siamo noi in Normandia il clima è perfetto, possiamo tenere i puledri fuori notte e giorno, così si evitano complicazioni dovute agli sbalzi di temperatura tra paddock e box. Gli spazi sono infiniti, i cavalli non sono ammassati in paddock ridotti ma veri e propri pascoli, dove i puledri non hanno limiti di movimento. I risultati si vedono e sono la conferma che l’idea di mio padre era vincente.” Come gestite i puledri fino al primo anno di età? “I primi sei mesi dell’anno sono impegnativi. Io e mio marito Gustavo siamo entrambi veterinari e ci dividiamo il lavoro. Abbiamo venticinque fattrici da seguire, il periodo dei parti è complesso, abbiamo scelto di abitare sopra le scuderie per riuscire a seguire 24 ore su 24 le ore delicate del travaglio e del parto che quasi sempre avvengono di notte. Poi iniziano i controlli e le vaccinazioni dei puledri per accertarsi che ogni prodotto cresca sano. Contemporaneamente c’è la scelta degli stalloni per l’inseminazione successiva, 32 Puledri nati 2010 - lettera R FEMMINE - 16/01 DA GANYMEDE E MAS QUE NADA - 15/03 DA RC ROYALTY E DOLCE SUSHI - 19/03 DA TURBO SOUND E AMAYA DEL RONCO - 05/04 DA GANYMEDE E IMPERATRICE CAF - 09/05 DA GANYMEDE E MACKNAPOLA - 03/06 DA GOETMALS WOOD E GENTILE REAL MASCHI - 27/02 DA LOVE YOU E ILETTE - 17/03 DA PRODIGIOUS E IMENA DIAZ - 19/03 DA DAGUET RAPIDE E FORMA D’AZZURRA - 23/03 DA GANYMEDE E EMPINADA - 31/03 DA COKTAIL JET E ZIZI LA ROUGE - 07/04 DA ANGUS HALL E FOLIE D’AMOUR - 12/04 DA TURBO SOUND E CITARA GRICCA - 02/05 DA DAGUET RAPIDE E ILHA BELA OAKS - 22/05 DA GANYMEDE E IBIRAPUERA OAKS mo sempre informati sull’andamento dei puledri in Francia, organizziamo il rientro e le partenze della generazione successiva. Un impegno costante che coinvolge tutta la famiglia, una passione che ci accomuna, coinvolti da mio padre, grande uomo di cavalli.” Non avete una sigla... “Abbiamo scelto di non avere una targa ma ci distinguiamo comunque. Mio padre ama la Spagna, per questo abbiamo tutti nomi spagnoleggianti. Questa è la nostra sigla.” La maggior parte dei vostri prodotti vanno in Toscana o in Sicilia... “Abbiamo tantissimi prodotti in Toscana, Nada Mas (da Ganymede e Empinada) e Otra Rubia (da Bartali Ok e Danes Rubia), entrambi della scuderia Bellosguardo, con la quale abbiamo un rapporto di fiducia da anni, hanno dimostrato di essere cavalli notevoli. Manchego (da Ganymede e Diasia) nello staff di Duccio Parenti, sta correndo molto bene. Ibicenco ( da Enjoy Lavec e Rambla) ormai ha superato le cento corse in carriera e sta dando molte soddisfazioni al suo trainer Roberto Benedetti e poi tanti altri... La Sicilia è un’altra piazza dove i nostri prodotti si esprimono molto bene, abbiamo Al futuro campione piacciono ancora le coccole della mamma un rapporto con Lo Verde che dura da anni”. Incuriositi dal magnifico lavoro che lo staff Lo Verde riesce a fare con i targati Fabbri, siamo andati a incontrarlo. Con un buon caffè ci facciamo raccontare questo strepitoso rapporto: “ Da più di vent’anni collaboro con l’allevamento Fabbri. C’è un grande legame di amicizia e di stima reciproca. I loro cavalli sono strepitosi, si nota un netto miglioramento da quando hanno avuto l’idea della Francia. I cavalli vengono plasmati diversa- Ampi pascoli ottimi per il relax di fattrici e puledri mente, oltre alla loro struttura fisica che risulta più solida. Ho avuto il piacere di avere il loro miglior prodotto Cristobal Colon (da Tarass Boulba e Rambla), un gioiellino che volava. Era un cavallo completo che sapeva costruirsi la sua corsa indipendentemente dallo schema che veniva, partiva forte ma girava anche di fuori. Ha partecipato a numerosi Gran Premi, come il Lotteria nel 2004, Regione Sicilia, Gran Premio S. Paolo a Montegiorgio arrivando secondo dietro a Cantor Pf con prestazione da 1.11.9. Attualmente in corsa c’è La Coruna (da Bartali Ok e Elegancia), che nel 2008 ha vinto a Palermo il Campionato Femminile dei tre anni in 16.8 sui 2000 metri, No Tiengo Miedo (da S J’S Photo e danes Rubia), Nenuca L’Andalusa (Goetmals e Rambla), Manrique (da Cocktail Jet e Gran Dunquesa), un cavallo che nei centrali della Favorita riesce sempre a farsi notare. Io cerco soltanto di mettere i cavalli in condizione di farli esprimere, un buon allenamento è fondamentale per tirare fuori le qualità di un puledro. In questo caso, sono aiutato da puledri eccezionali. Tutti tendiamo a migliorarci come driver mentre l’allenatore viene dimenticato, ci sono sempre meno trainer italiani, ma dovremmo ricordarci che un cavallo ben allenato lo guida chiunque!” 33 RICORDO ORSI MANGELLI / LA SCOMPARSA DI MASSIMO BENASSI Ciao Massimo C’ è qualcosa che nessuno di noi – alla faccia di Nostradamus e dei Maya – può prevedere: come e quando terminerà la nostra vita. Così può capitarti di avere 47 anni, una donna da amare, due figli da adorare, un lavoro che ti appassiona e all’improvviso, in un battito di ciglia, non ci sei più. Il killer si chiama ictus: ti prende alla sprovvista, vigliaccamente. In un istante, non sei tu che vai per terra: è il mondo che ti crolla addosso. I più fortunati (il sottoscritto, per esempio), dopo qualche ora si ritrovano paralizzati in un letto di ospedale e riusciranno a recuperare parte delle funzionalità perdute solo al termine di un calvario psicofisico che non si può raccontare; i più sfortunati, come Massimo Benassi, invece, non hanno neanche la possibilità di… soffrire: passano direttamente dall’altra parte della staccionata, lasciando dietro di loro le lacrime dei loro cari e un dolce ricordo. Massimo Benassi, 47 anni, sposato con Donatella e padre di Luca, 12 anni, e Matteo di otto, faceva parte di questa seconda categoria: un lampo, la corsa in ospedale, un intervento chirurgico che riaccende le speranze, poi il sipario che cala definitivamente. Se n’è andato così, sabato 31 luglio, un 34 amico del trotto, una persona perbene, un professionista serio: il martedì precedente era al Savio, poi è tornato a casa, si è sentito male poco prima dell’alba e quattro giorni dopo si è arreso. Aveva un ruolo di T rovandosi a commemorare la morte di un caro amico, Gabriele D’Annunzio, grande oratore, esordì con queste parole:” Non avrei mai pensato di dover ricordare la tua grandezza in vita, mio caro e dolce amico, ma la morte è spietata con chi è giovane e buono!” Mai parole furono così adatte per ricordare Massimo, giovane, simpatico, capace e buono. Pur conoscendolo e frequentandolo da anni, non ho mai sentito nei suoi discorsi, astiosità, critiche, cattiverie verso qualcuno. Tollerante verso tutto e con tutti, sapeva trovare la chiave del suo pensiero improntato alla serenità e ad un suo particolare ottimismo. Generoso con gli amici, me ne parlava bonariamente e se intuiva che si poteva fare un po’ di bene o aiutare qualcuno di loro, insisteva con garbo perché ciò fosse fatto. Era veramente buono ed accoppiava la sua notevole conoscenza dell’ippica al suo humor pacato, riflessivo e intelligente; sapeva sempre trovare la soluzione e la mediazione a qualsiasi problema. Grande Max – come io ti chiamavo – la notizia della tua repentina scomparsa ci ha lasciato tutti sgomenti ed increduli e soprattutto ci ha fornito la dimensione della nostra vita: un soffio, un nonnulla, un passaggio troppo breve su questa landa desolata.Ora ci mancherai tanto, a tutti noi, tuoi sinceri amici, ma, in special modo, mancherai ai tuoi colleghi di lavoro, che con difficoltà proveranno a sostituirsi alla tua sapiente opera, e, in maniera assoluta, mancherai alla tua famiglia, alla tua signora, ai tuoi adorati bambini. Chi rimane, purtroppo o per fortuna, deve continuare il proprio cammino. Noi tutti proseguiremo nella nostra tribolata strada portandoti nel cuore e pregando per te, perché dal cielo tu ci dia conforto ed aiuto. Magari sono soltanto pie illusioni, ma anch’esse spesso ci danno forza, come ci dà vigore e forza – ormai da un paio di millenni – quella massima ellenica che recita che muore giovane chi è caro agli Dei. Dio ti ha chiamato a se! Forse, in questo periodo così negativo per l’ippica, aveva bisogno anche lui di un consulente preparato e di una persona onesta e corretta, con cui disquisire di corse e cavalli. Perdonaci, anche per queste sciocchezze! Addio Massimo. Riccardo Bonelli spicco all’interno dell’Allevamento Orsi Mangelli, in qualità di coordinatore della vendita di monte, che – non ce ne voglia nessuno – ha sempre rappresentato il punto di riferimento degli allevatori di trotto italiani e mondiali. D’estate, quando in pista cominciano a farsi vedere i 2 anni, noi cavallari abbiamo una sola certezza: quelli con la giubba nerogranata sono sicuramente “da corsa”. E come noi, semplici appassionati, la pensano i proprietari di tutta Italia: se vogliono acquistare un puledro, per evitare brutte sorprese una delle strade più sicure è quella che porta alle Budrie. Dalla notte dei tempi, la Orsi Mangelli battezza i propri prodotti seguendo di anno in anno l’ordine alfabetico, sullo stile di quanto capita da decenni in Francia. Da quando questo – chiamiamolo così – vezzo è diventato legge e tutti si sono dovuti adeguare, i mangelliani hanno mantenuto il loro segno distintivo in una sigla – OM – che garantisce serietà a tradizione. Dietro quell’OM c’era anche il lavoro di Massimo Benassi, entrato giovane nell’entourage Mangelli e capace di ritagliarsi un ruolo di grande importanza fra i box di Anzola Emilia. Una vita dedicata ai suoi grandi amori: la moglie, i figli, le Budrie. Nel momento in cui l’ippica attraversa il peggiore periodo della sua storia, ecco un altro motivo per piangere. Ciao, Massimo: ci mancherai, ma non abbiamo fatto in tempo a dirtelo… Marco Montanari 35 C’ERA UNA VOLTA... MEMORIE DE ________a cura di LUCIO CELLETTI - [email protected]________ Q uesto mese ogni parola di questa nostra memoria è dedicata a Massimo Benassi, lo sfortunato dirigente della Scuderia Om, deceduto prematuramente a fine luglio, che vogliamo ricordare con grande commozione e partecipazione. Una notizia che ci ha lasciato attoniti, pietrificati, incapaci di trovare una spiegazione sull’imprevedibilità della vita. Un abbraccio alla signo- ra Donatella e ai suoi figlioli, che stanno già affrontando questo difficile nuovo percorso privi della presenza di Massimo ma forti del suo ricordo. Con animo enormemente rattristato da questo doloroso momento che ha caratterizzato la nostra estate ci occupiamo di uno dei tanti derby degli anni sessanta, segnatamente della corsa vinta da Navazzo nel 1964. Sono gli anni d’oro dell’Allevamento di Paolo Orsi Mangelli: un tris orizzontale nel 1960 (con la tripletta Gualdo, Guiglia e Grifone), un tris verticale con tre vittorie consecutive dal 1960 al 1962 (Gualdo, Irunda, Liri). Dopo l’intervallo del 1963 (non vince il mangelliano Marradi bensì Steno, allevato dalla Scud. Kyra), tocca ancora ad un cavallo nato e cresciuto presso gli Orsi Mangelli per un altro grande successo. Navazzo (da Doctor Spencer e Foreign Office) s’impone in 1.20.2 su Quentin e Basta. Al sediolo come CAVALLI NEL TEMPO: NAVAZZO per Gualdo e Liri è William Casoli (Irunda, viceversa era stata portata al successo nel 1962 da Gianfranco Bongiovanni). Vi invitiamo pertanto alla lettura dell’articolo redazionale di Primo Castelvetro che come lui stesso dice più che effettuare una sintesi della corsa prova ad “arzigogolare” le sensazioni vissute durante la gara. Un disegno di qualche tempo fa raffigurante Navazzo 36 IL DERBY DI NAVAZZO (da “Il Trottatore” Giugno 1964) l “Derby” del trotto, anche se non splende di blu come gli innumerevoli derby che si disputano ogni primavera in tutte le parti del mondo, va acquistando anche per i non trottofili, un suo significato e un suo fascino. Il trotto italiano sta svolgendo da anni un suo lavoro di sperimentazione zootecnica e di selezione che ha il suo fascino e dà i suoi frutti ed è noto che se l’attività di un trottatore si commisurasse a quello che rende a due e a tre anni, da tempo il nostro trotto sarebbe il primo in Europa. Perciò ci piace vedere come ogni anno questo sia pure effimero primato si rinnovi procurandoci la soddisfazione di una continuità che è un premio e una promessa. Fa poi un grande piacere vedere come il pubblico dell’Urbe accorra ogni anno a dare tono e vivacità all’avvenimento. Gli onorevoli ministri Andreotti e Tremelloni, il sottosegretario Guadalupi e numerosi parlamentari rappresentavano l’elemento po- I Nel parterre di quel Derby 1964 il ministro Giulio Andreotti discute con il Presidente dell’Unire, Alfonso Di Giovine, il Vice-Presidente della medesima, Giuseppe Spagnolo, il Presidente dell’Encat Ivone Grassetto litico: mancava l’on. Ferrari Aggradi, ministro dell’Agricoltura. Presenti tutti gli esponenti degli Enti ippici che hanno fatto gli onori di casa insieme coi dirigenti la Società. Il “Derby” è un vertice, ed è di tutti. DALLA TRIBUNA: LA CORSA Cosa interessa di un “Derby” a uno che ne ha visti tanti? I cavalli, gli attori, in primo luogo che sono la vera novità. Quindi lo svolgimento della corsa; poi il risultato e il comportamento dei singoli attori. A corsa finita, arzigogoralrci su. Ecco: ora guardo i 12 concorrenti. L’autostart li attende, ordinati e alWilliam Casoli nel dopo Derby con Navazzo 37 lineati. Ma essi cosa fanno? A un centinaio di metri, continuando a girare su se stessi come libellule accecate e incapaci di orientamento. Poi qualcuno si accosta e la macchina si muove lentamente. Allora tutti si precipitano… Tutti? No! Qualcuno è trattenuto da un capriccetto, qualche altro fa il furbo: quando avviene lo stacco ti metti a contare quelli che hanno perduto l’avvio. Quattro, Cinque! Ma possibile? Ecco Teobaldo, ecco Boston, ecco Oltraggio. Quentin, Basta e Valganna hanno avuto Il conte Paolo Orsi Mangelli festeggiato dopo la vittoria di Navazzo, stavolta nel Premio solo qualche indecisione, ma sono Nazionale. Si felicitano il Presidente dell’Encat Ivone Grassetto ed il Presidente della Sire Ippolito già in andatura e si lanciano dietro Fossati. Orsino Orsi Mangelli mostra i premi conquistati ai più lesti... Girata la seconda curva Rosset che ha raggiunto Nibbiano, al passaggio lo to in 2.06, ma gli autori di queste imprese il Derby lo veaffianca. Pare che non ne possa fare a meno… Accom- dono spesso appoggiati allo steccato della pista. pagna il leader per 600-700 metri, poi lo molla… Si fa Duemila e cento metri non sono ancora una distanza di sotto Navazzo che raggiunge il compagno di colori al- fondo: la preparazione in base al metodo americano; prol’ingresso della retta di arrivo; da questo momento se ve ripetute sul miglio, ben graduate e ripetute, dovrebbero porre un puledro in grado di coprire la distanza del ne va con azione superiore. Quentin, Basta e Mirmido“Derby” con un minimo scarto rispetto al rendimento sul ne, superato Rosset seguono a brevi intervalli. Il più miglio. Un puledro pronto a trottare un miglio in 2.08energico ed efficiente è Quentin che raggiunge Nibbia- 2.09 non dovrebbe mai essere impegnato a fondo sui no e lo impegna. In vicinanza del traguardo Nibbiano 2100, prima del “Derby”. Chi lo fa, sbaglia. Come sbarompe e perde ogni piazzamento. glia chi prima del Derby non controlla il rendimento del suo puledro in corsa e anche in lavoro. Ce lo dicono gli DOPO LA CORSA: DIVAGAZIONI allenatori americani che consigliano di non andare mai Il “Derby” non è una corsa che un proprietario o un al- a fondo con un cavallo pronto. lenatore si ritrovi in calendario inatteso, quasi di sorpre- Un fantino che abbia il senso dell’andatura, vale un tesa. Da anni ha la sua data; da anni è preceduto da un ci- soro per una scuderia e per un trainer : i nostri allenatoclo di corse di selezione nelle quali i soggetti che aspi- ri hanno il cronometro: perché non servirsene con intelrano alla massima prova del trotto italiano hanno modo ligenza? di perfezionare la loro forma e completare il loro adde- Portare al “Derby” i migliori prodotti nelle migliori condistramento. Non è così? Evidentemente chi non gradua zioni, deve essere il massimo impegno di nostri allenatori. con intelligenza l’impiego del suo puledro, chi non ne affina l’addestramento, se lo trova svuotato e mal usabile NAVAZZO (1961) 1.19.7 Navazzo è pervenuto alla vittoria nel “Derby” dopo una nella grande prova. A me pare che l’entità del premio – sei volte i premi di serie di 3 successi classici: il “Giovanardi”, l’”Italia” selezione – il valore morale della prova, dovessero con- e il “Nazionale”. Se si toglie qualche incertezza sigliare gli allenatori a impiegare un puledro da “Derby” nell’”Italia”, gli altri suoi successi sono stati facili e convincenti. A Tor di Valle abbiamo visto un Navazzo sempre al controllo del cronometro. molto bene impostato, padrone dei suoi mezzi e miglioUn tre anni, in aprile e maggio, non dovrebbe mai esserato in tutto, nel modello e nell’azione. Evidentemente re portato a superare certi limiti. E quali sarebbero quesi è di fronte a uno di quei cavalli che occorre lasciar sti limiti? In 2.10 (1.20.8) sul miglio; l’1.21-1.22 sulla crescere, lasciar maturare e danno il meglio di loro distanza. Quest’anno 2 puledri che prima del “Derby” stessi solo quando hanno raggiunto un perfetto equilisono arrivati a 1.18.4 (2.06 2/5 sul miglio) Teobaldo e brio fisico e psichico. In questo ha merito anche l’alleValganna, non hanno contato nel “Derby”. Sarà una natore impegnato a mettere ordine in un organismo pocoincidenza, mi si dirà che l’1.18 non c’entra per nulla: tente ma disordinato e a lavorar di pazienza, sapendo io credo che c’entri e insisto nella mia convinzione. E’ la attendere. Per questo costruire un derbywinner sia storia di tutti gli anni: ho trottato in 2.05; ha passeggia- sempre un merito grande. 38 UOMINI & CAVALLI di Alberto Cagnato LA STORIA MIRTILLO ROSSO dono della dea bendata Il campioncino acquistato da Pasquale Marconi, ex leader delle corse su strada, basandosi soltanto sulla propria data di nascita A lla vigilia di un autunno che per l’ippica di casa nostra si preannuncia caldissimo, ci piace raccontare una storia a lieto fine che ci rassicura su un fatto di vitale importanza per il settore: l’ippica non potrà mai morire. Lo spunto ce lo ha dato un video promozionale della televisione Unire dove si nota, a bor- do pista dell’ ippodromo di Montegiorgio, un uomo sulla quarantina moro, ben piantato, occhi neri pungenti, carnagione olivastra, visibilmente in preda ad una fortissima emozione tanto da non riuscire a trattenere le lacrime. Una scena forte che rimane impressa nella mente e ha scatenato nel vostro cronista una grande curiosità. Chi era costui e perché gioiva in questo modo? Da una breve indagine abbiamo scoperto che si tratta di Pasquale Marconi, 42 anni, abruzzese, comproprietario, insieme con l’amico d’infanzia e socio in affari Donato Di Girolamo, di Mirtillo Rosso, uno dei più forti trottatori italiani di 4 anni, vincitore del Gran Premio Tito Giovanardi a Modena, del ‘Nazionale’ a Milano e, più recentemente, del ‘San Pao- 39 lo’ a Montegiorgio. Siamo andati a trovare Pasquale Marconi nella sua splendida villa in stile hollywoodiano sulle colline di Sant’Omero in provincia di Teramo, e abbiamo scoperto un personaggio dotato di una fortissima carica umana e di un’incrollabile passione per il trotto. Una passione nata oltre vent’anni fa con le corse di paese su strada. Intendiamoci, non quelle famigerate illegali, ma disputate con tutti i crismi dell’ufficialità con tanto di permessi comunali. In un clima da Palio di Siena il nostro Pasquale pilotava personalmente ex trottatori in occasione di feste patronali contro avversari di paesi vicini dai nomi pittoreschi come Corropoli e Colonnella. Sfide su strada sulla distanza degli 800 metri, con in palio magari un prosciutto, nulla in confronto all’enorme soddisfazione di battere i paesani rivali in un tifo da stadio. Pasquale ci sa fare molto bene con le redini lunghe e diventa il numero uno assoluto di questo tipo di corse, conquistando una ventina di vittorie. Memorabile quella ottenuta a San Benedetto del Tronto, davanti allo stadio comunale, in sulky a Macedone Red che dopo una gara entusiasmante riesce a battere cavalli dai grandi trascorsi agonistici negli ippodromi come Bertuz e Madrigale. Consacrato big della specialità Pasquale, vista la sempre maggiore difficoltà di ottenere i permessi comunali (ci volevano anche tre mesi di attesa), alla fine degli anni Novanta decide di smetterla con le corse su strada e di tentare la grande avventura nel trotto convenzionale. Raggiunta una solida posizione finanziaria grazie al notevole successo dell’azienda Eurocolor, specializzata in verniciature per l’industria creata dal nulla insieme all’inseparabile amico-socio Donato, Pasquale, mette su scuderia senza lesinare sull’acquisto di costosi puledri affidati a driver di grido come Romolo Ossani e Lorenzo Baldi. Per i colori della Eurocolor arrivano presto le vittorie con Elicombo, Indy Wise, Fausto Bi, Damigella Om, Island Swing e Lucy May (quest’ultima pure allevata personalmente). Ma i due soci sono sostanzialmente delusi dall’impatto con l’ambiente e ritengono i risultati in pista inferiori ai consistenti mezzi profusi. Inoltre Pasquale è molto deluso dal fatto che la sua domanda per diventare gentleman driver, anche se appare incredibile, non viene accolta a causa di regolamenti ottusi e di una mancanza di Ci complimentiamo ancora una volta con il nostro delegato regionale dell'Emilia Giovanni Govoni. Dopo la figlia Manuela, questa volta è stato il figlio Michele (per opera della consorte Jessica) a renderlo nonno per la seconda volta. Il 13 agosto è nato Alberto Govoni, un bel bambino cui diamo il benvenuto con l'augurio di un avvenire radioso, nella vita e nell'ippica. 40 elasticità che grida vendetta. Siamo nel 2007 e i due soci decidono di smettere di acquistare puledri da 30-40mila euro (in scuderia hanno una dozzina di elementi) e di affidarsi totalmente alla dea bendata. Decidono, infatti, di vendere tutti gli effettivi - fanno anche un’ inserzione pubblicitaria su Trotto Sportsman - e di acquistare un puledro yearling ciascuno con un criterio davvero singolare: saranno le loro date di nascita - 27 e 9 aprile rispettivamente - a determinare gli acquisti. Sul catalogo delle aste vengono così individuati Mirtillo Rosso, nato il 27 aprile, e Magic Love, nato il 9 aprile, che saranno acquistati a scatola chiusa senza neanche andare a vederli. Mirtillo Rosso, domato da Lorenzo Baldi, qualificatosi con Romolo Ossani e diventato un campioncino con l’impareggiabile Enrico Bellei, vince in carriera quasi 400 mila euro. Niente male visto che all’allevatore trevigiano Agostino Bruscagnin erano andati 10 mila euro soltanto. Magic Love, dal canto suo, è soltanto un routinier molto modesto, ma obiettivamente dalla dea bendata i due soci non potevano chiedere di più. Ne abbiamo la certezza: sino a quando leggeremo storie come queste l’ippica non potrà mai morire. Veterinari incaricati U.N.I.R.E. controllo produzione 2010 REGIONE PROVINCIA VETERINARIO INCARICATO TELEFONO VALLE D’AOSTA Aosta UGO D’AGOSTINO 333/6291102 PIEMONTE Novara, Vercelli, Biella, Verbania Alessandria Torino Asti, Cuneo UGO D’AGOSTINO GILBERTO SCHELLINO GIANCARLO RAPA GILBERTO SCHELLINO 333/6291102 335/6234581 335/5439717 335/6234581 LIGURIA Genova, Imperia, Savona, La Spezia GIANCARLO RAPA 335/5439717 LOMBARDIA Milano, Pavia, Lodi, Cremona Varese, Bergamo Mantova Sondrio Como, Lecco Brescia UGO D’AGOSTINO GIUSEPPE GRANDI PAOLO STRAPPO FRANCESCO FARNETI UGO D’AGOSTINO UGO D’AGOSTINO RODOLFO RAZZA 333/6291102 337/203313 347/3055236 348/8753132 333/6291102 333/6291102 335/6672673 TRENTINO ALTO ADIGE Trento, Bolzano PAOLO CASARIN 349/0679283 FRIULI VENEZIA-GIULIA Gorizia, Udine, Trieste Pordenone FABIO BOLDRIN PAOLO CASARIN 335/7022499 349/0679283 VENETO Treviso, Venezia Belluno Padova, Rovigo, Verona Vicenza FABIO BOLDRIN PAOLO CASARIN PEGORARO MARCO DANIELE DE ZEN 335/7022499 349/0679283 338/1589769 335/8427457 EMILIA - ROMAGNA Parma, Bologna Ferrara, Forlì Cesena Rimini, Ravenna, Reggio Emilia, Modena Piacenza GIUSEPPE CASCIO GUSTAVO FADIGA MARCO TAMBURINI FRANCESCO FARNETI 335/6093020 335/5770105 335/5378697 348/8753132 MARCHE Ancona, Pesaro Urbino Macerata, Ascoli Piceno FLAVIA MANCINI DAVID BLASETTI 338/2698695 347/3583736 TOSCANA Firenze, Siena, Prato Grosseto, Livorno Lucca, Massa Carrara, Pistoia Pisa, Arezzo SIMONE FALLACI CLAUDIA BERSOTTI LUCIA BENEDETTI LUCA MORETTI 335/6244793 333/4277802 333/4066878 335/8414731 UMBRIA Perugia, Terni LUIGI COTTO 337/764497 LAZIO Rieti Viterbo, Roma Latina Frosinone VALENTINA LIGUORI LUIGI COTTO ANTONELLA ORMANNI FRANCESCO PUTTI 335/8056781 337/764497 333/5225878 347/5888232 ABRUZZO Aquila, Teramo Chieti, Pescara DAVIDE BLASETTI CLAUDIO SEBASTIANI 347/3583736 360/373076 MOLISE Isernia, Campobasso CLAUDIO SEBASTIANI 360/373076 BASILICATA Matera, Potenza DOMENICO CARBONARA 333/1905911 CAMPANIA Avellino, Caserta, Salerno Benevento Napoli NICOLETTA AMATO ANTONELLA ORMANNI FULVIO ATTONITO 335/6606263 333/5225878 339/4012184 PUGLIA Bari, Foggia, Brindisi, Taranto Lecce DOMENICO CARBONARA SALVATORE TARAS 333/1905911 339/3600424 CALABRIA Cosenza, Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia GIANLUIGI CARFI 328/6869221 SICILIA Agrigento, Caltanissetta, Enna Catania Ragusa, Siracusa Palermo, Trapani Messina GAETANO GRISTINA STEFANO ILARDO NICOLA ZOCCO SERGIO GUTTADAURO GIANLUIGI CARFI 339/8070677 347/7918663 338/9992866 338/8682150 328/6869221 41 di Elisabetta Marsan Con gran successo ad Albenga è nata una nuova manifestazione per i gentlemen Il Sulky D’Oro Pier Francesco Mauro vince con Nikita Bartur la prima delle tre corse F ra i tanti ippodromi estivi che sono andati alla caccia di eventi per catturare l’attenzione del pubblico in vacanza, anche l’ippodromo ligure di Albenga si è messo in evidenza con la prima manifestazione del Sulky D’Oro, riservata ai primi 30 gentleman della classifica nazionale, più dieci While Card (dieci gentleman scelti dalle società di corse). Le selezioni sono iniziate a metà giugno con quattro corse da dove sono usciti i primi 20 che passavano il turno, per poi successivamente incontrarsi alla fine di luglio con al- 42 tre due prove. Erano così dieci a disputarsi la finale del 19 agosto. Il presidentissimo Cesare Meli, Marco Castaldo, Carmelo Recupero, Pier Luigi Giannoni, Raffaello Ruffato, Stefano Manzato, Andrea Rubino, Pier Francesco Mauro, Donato Vigano e Fabrizio Piciano. Su tutti prevaleva Pier Luigi Giannoni, il bravo gentleman toscano che con il secondo posto su Nadine Bi, la bella vittoria con il suo amatissimo Mago Merlino e il piazzamento con Lion Bot, si portava a casa il bellissimo trofeo, un sulky placato d’oro messo in palio dall’ippodromo dei Fiori. Una manifestazione ben riuscita grazie alla partecipazione e alla passione che contraddistingue la categoria dei puri sempre pronta a mettersi in evidenza. Unica contestazione nata per la modalità della scelta delle guide, che sicuramente il prossimo anno vedrà la variazione del regolamento, dove se non si aveva a disposizione il cavallo di proprietà bisognava in parole povere “trovarsi” il cavallo, questo ha fatto sì che i più bravi, come sempre, avessero le maggiori chance lasciando i “brocchetti” ai gentleman di minore spessore. A sinistra: Partenza di una delle finali Al centro: Mago Merlino e Pier Luigi Giannoni al passaggio davanti alle tribune Sotto: Premiazione finale con Pier Luigi Giannoni, Cesare Meli, Pier Francesco Mauro e Lucio Colletti La serata era articolata su tre prove. La prima da un capo all’altro vedeva trionfare Nikita Bartur con Pier Francesco Mauro, sicuramente uno dei gentleman più bravi del centro Italia. La sorella del diavolo nero Gibartur, assumeva il comando della corsa per poi chiudere su Nadine Bi e Nirvana Va con Donato Viganò. Tanta la soddisfazione di Pier Francesco, che in premiazione aveva belle parole sia per Marco Smorgon allenatore di Nikita e per l’organizzazione della serata con un bel contorno di pubblico. La seconda batteria dava la gloria a Pier Luigi Giannoni per una vittoria sudata e sospirata da tempo, con un cavallo per lui molto speciale, con un sacco di problemi ma con un motore eccellente, qualche difficoltà nelle curve, e poi via verso la vittoria, anche lui con il più classico dei coast to coast. Al secondo posto arrivava il biondino di casa Rubino Mon Amì, con il giovane Andrea su Megeve pupilla di Pasquale Ruggiero affidata a Fabrizio Piciano. Arrivo serratissimo con quattro cavalli tutti su di una linea a stretto contatto. Non poteva tornare a casa a mani vuote lui, il presidentissimo Cesare Meli che con il fido Lando Correvo vinceva il memorial Alberto Ronchi, centrale della serata e ultima batteria del Sulky D’Oro. Secondo, uno sfortunato Marco Castaldo che con i ritiri dei due cavalli nelle pre- 43 Sopra: Il Presidentissimo Cesare Meli trionfa con il suo Lando Correvo A sinistra: Premiazione Luigi Giannoni cedenti corse si escludeva automaticamente dalla finale. Terzo, Carmelo Recupero con Fax Di Grana che non lo delude mai, e il quarto posto andava a Giannoni che, per la classifica a punti, faceva suo il trofeo. Onore e merito quindi a Giannoni per il primo Sulky D’Oro, al secondo Pier Francesco Mauro che ha preceduto Cesare Meli, il quale ha pubblicamente ringraziato la so- 44 cietà dell’ippodromo per la bella iniziativa che sicuramente proseguirà negli anni. Non solo gentleman nella bella serata ma anche stelle, e non parliamo delle stelle del cielo estivo, ma di una delle corse organizzata in beneficenza per le vittime di Viareggio. Chiara Canzian, figlia del bello dei Pooh Red, vinceva una corsa che ha creato non poca ansia al pubblico presente, e non solo, con la fuga di Lezioso, con in sulky la bellissima attrice nonché Miss Italia nel mondo 2002 Barbara Clara, che aggrappata alle guide cercava invano di fermarlo, con conseguente ritiro e gran spavento per tutti. Oltre a loro prendevano parte all’evento anche Pietro Dotto, campione del Rugby, che vestiva la prestigiosa giubba del cugino Mauro Baroncini. Riccardo Magrin mitica voce del ciclismo, Marco Salom regista, Maurizio Modica voce radiofonica di radio 102, e i nostri amici giornalisti Mirko Ascani, Rolando Luzi, Alberto Foà, coordinatore della manifestazione, e lui il nostro caro amico Antonio Terraneo. di Pietro Muzzi LUCI SU VASTANO GIOVANE IPPICO A 360 GRADI Il nuovo Leonardo del trotto S e un ragazzo del 1984 è già allevatore, proprietario e gentleman, e ci dice testualmente: “La passione per i cavalli e per la guida è tutto ciò che ho”, possiamo anche starcene sicuri che il trotto non morirà mai. Oltre i calcoli, oltre i bilanci, le scelte politiche e quelle dei vari “palazzi”, l’ippica è infatti spinta solo da quelli come Leonardo Vastano, giovane rampante operatore del nostro settore che da qualche mese si sta mettendo in mostra per il suo entusiasmo e la sua vitalità nel mondo dell’allevamento e delle corse. Chi non è troppo distratto lo ha visto guidare e vincere, un po’ in tutta Italia, ma Leonardo Vastano non è l’ultimo arrivato, ha bensì una storia dietro, quella di un ippico inevitabile. “Sono ippico praticamente dalla nascita, perché mio nonno, Leonardo, e mio padre erano proprietari e sono cresciuto con i cavalli. Sin da piccolo sono rimasto incantato dalla bellezza dell’animale e da questo mondo che ti dà una passione che può durare una vita intera.” I Rek, l’allevamento alla base del lavoro La passione i Vastano l’hanno radicata nell’allevamento di famiglia, quello dei Rek, che ha dato diverse soddisfazioni ed è in continua evoluzione: “Abbiamo un terreno a Dragoni, vicino Caserta. Trenta ettari tutti riservati alle fattrici ed ai puledri. Sono una ventina le mamme che ci hanno dato buone soddisfazioni con i vari Flo- 45 riano Rek, Info Rek etc. Purtroppo però per anni abbiamo sbagliato strada con gli stalloni. Abbiamo infatti puntato su cavalli di nostra proprietà come Arkansas Om e Merlengo Dra. Ora invece stiamo lavorando con stalloni di fascia medio alta e ci aspettiamo un salto di qualità.” Anche perché a Dragoni le cose vengono fatte per bene, seguendo ogni particolare: “Infatti. Io ho girato l’Italia e tra i vari allevamenti e posso dire che noi facciamo le cose per bene. Ogni cosa è seguita con attenzione minuziosa, dalla fecondazione in sede, alla cura per l’alimentazione, alla gestione dei puledri appena nati. Per questo credo che, con l’ingresso di sangue nuovo e di qualità, il futuro sotto questo aspetto sia roseo.” Leonardo dal canto suo non nasconde di essere ormai più guidatore/proprietario che allevatore: “Il mio impegno è totale ed ho sempre seguito con attenzione tutti i passi in allevamento e la crescita dei cavalli. Oggi però mi sento più proprietario, e seguo anche i cavalli in allenamento. Però in compenso mio padre è lì, a Dragoni, a curare personalmente ogni dettaglio.” Dalla facoltà di Veterinaria alla pista “Io ho sempre voluto essere guidatore. I miei però non vedevano di buon occhio la cosa. Loro sono stimati medici e volevano che seguissi le loro orme professionali. Per questo mi sono iscritto a veterinaria a Parma, che devo ancora finire perché il richiamo della pista mi ha travolto. È successo con il Campionato Universitari, che è stato il primo passo per prendere la licenza gentleman.” Prima corsa prima vittoria a Napoli, proprio il giorno del debutto, ed ora Vastano non si ferma più. Trenta vittorie in appena un anno di attività. Capolista a Montegiorgio, e una scuderia piena di cavalli. “Potendo guidare solo cavalli di proprietà ho acquistato diversi 46 soggetti adatti alle corse gentleman. La mia base è Montegiorgio dove ho stretto un rapporto con Marcello Mattii e Dino Bandinelli. I cavalli più in vista sono: Indo Cn che mi ha fatto vincere una corsa emozionante a Milano il giorno della giornata gentleman, poi anche Garnet Lb, Nadir Bigi, Imagination e molti altri. Ho anche dei cavalli a Milano da Ivan Berardi come Mirabella Gianfi e Limousine Gual, ed in Toscana da Pietro Torkio. A Napoli invece collaboriamo con Nicola Merola per i puledri.” La vittoria di Milano con Indo Cn è una di quelle indimenticabili, ma un ‘trottista’ di lungo corso come Leonardo di ricordi da sottolineare ne ha a bizzeffe: “Beh, la più bella da gentleman è stata la vittoria a Montegiorgio. Vinsi il centrale per distacco con Gabriel Zs al record in carriera. Feci passerella in arrivo ed avevo i brividi. Ma adesso che ci penso, anche l’altro giorno è stato bellissimo, quando mia madre mi ha chiamato per dirmi che sono entrato nella top ten italiana dei gentleman in quanto a vittorie.” E il primo cavallo della tua vita? “Beh, Gran Maestro che è nato come me nel 1984.” E i cavalli migliori? “Di cavalli buoni ne abbiamo avuti diversi, come Merlengo Dra, Arkansas Om, Pentouse Cr, ma io mi ero affezionato a Cassandra Dei, che forse era inferiore ma velocissima. Se però andiamo a cercare il cavallo più forte forse è stato Fitz Fitz Hollandia, che vinse il Gran Premio Basilio Mattii con Luciano Bechicchi. Era allenato da Antonio Merola. ” Quei Merola Antonio e Nicola, figure che Vastano vuole ringraziare in una lista lunga: “Prima di tutto devo ringraziare mio nonno Leonardo, che non c’è più, e ovviamente mio padre. Prima degli altri, un altro guidatore scomparso che mi preme ricordare è Vincenzo Maffolini. Oggi però uno spazio centrale ce l’hanno Marcello Mattii e Dino Bandinelli, che hanno il merito delle mie vittorie e mi hanno fatto appassionare e vivere il San Paolo: l’ippodromo più bello che c’è. Poi devo dire grazie a Jerry Riordan, che a Noceto mi ha dato un sacco di consigli, come anche il fantasioso Renato Pennati.” Vastano non finirebbe più di parlare. Del resto è giovane, ha entusiasmo ed è capace di insegnare a tanti che il trotto ha ancora spazio per chi vuole sognare: “Io mi sono affezionato totalmente all’ippica. Non so se è un bene o un male perché il futuro non è certo e roseo. Ma non ci penso e continuo ad investire perché sono convinto che un mondo così bello non possa perire mai.” di Christian Ranieri Due puledri una mamma... I n tutti i grandi allevamenti accadono giornalmente strane vicende, alcune belle altre meno… ma questa è la storia degli allevamenti e voi lo sapete. Bene, questa volta una ve la raccontiamo noi, anzi lui, Luigi Truccone il ‘mago’ del momento, l’uomo dell’allevamento a cinque stelle, l’allevamento che ormai con i targati Bar ci ha abituati bene, sfornando annualmente fior di campioni, per rendere l’idea basta guardare l’arrivo del Città di Napoli, Napoleon Bar su Non Solo Bar. Una quarantina di fattrici con rispettivi puledri per vivere ogni giorno emozioni diverse. Ma veniamo a noi. Maggio di quest’anno. Tutti sappiamo che le disgrazie nei cavalli sono dietro l’angolo, e purtroppo questa è una di quelle occasioni che rattristano il cuore di chi con le fattrici ci vive quotidianamente, non facendogli mancare niente con tutte le attenzioni che necessitano, per loro e per i futuri campioncini che nasceranno, ma non sempre, appunto, fila tutto liscio. Cleopatra Roc, figlia di Lemon Dra, e mamma già di Milan Roc, Nixon Roc, Oscar Roc e Princely Roc nel dare alla luce il suo ultimo prodotto, subisce un brutto incidente che non stiamo descrivervi nei particolari perché è meglio… “È stato terribile, agghiacciante, cose che so che ogni tanto accadono ma che a me fortunatamente non erano mai successe e spero non mi succeda più. In breve - racconta Truccone - durante il parto prima del redo è uscito fuori l’intestino…povera cavalla… Così ab- La mamma con i due pseudo gemellini biamo dovuto in qualche maniera tirare fuori il puledro per salvare almeno lui. Sono stati attimi terribili, tremendi, interminabili. Subito con una pompetta ho tirato il colostro della mamma, cosa fondamentale per le difese immunitarie del puledro e gliel’ho somministrato immediatamente.” Come accade in queste situazioni vengono fuori mille sentimenti contrastanti. Il dolore per la mamma persa, oltretutto in quell’orribile maniera, la gioia per la nascita di un bel puledro sano e la preoccupazione per il suo allattamento. “Non volevo dargli il biberon come usualmente si fa perché, a mio pa- rere, successivamente diventano troppo confidenziali con l’uomo. Così ho iniziato a fargli bere il latte da una ciotola, e fortunatamente lui lo ha accettato. Tenerissimo vederlo così piccolo è fragile a bere il latte come un gattino.” Due settimane più tardi l’idea… “Stava per partorire Belise Bar. A quel punto ebbi un’illuminazione, cercare di fare qualcosa che nessuno avesse mai fatto e che se mi fosse riuscita sarebbe stata una grande impresa, quasi da favola. Così, quando mi accorsi che era quasi il momento giusto, chiamai subito l’uomo che mi aiuta in scuderia e gli dissi di starmi vicino con l’orfanello, ma nascosto dalla cavalla. A 47 mio figlio Vittorio diedi il compito di sedersi accanto a lei e di tenergli la testa girata sino a che non gli avessi detto di lasciargliela. Appena la cavalla spinse fuori la piccola con la placenta, gliela strappai da addosso, presi l’orfanello e lo ‘incravattai’ della stessa e lo sporcai tutto, ma non solo, per paura che non bastasse gliela legai attorno al collo. In maniera da essere sicuro che la tenesse addosso il più possibile e che l’odore s’impregnasse bene. Successivamente la cavalla spinse completamente fuori la puledra, sporcai entrambi con del carosene per confonderle un po’ le idee. A quel punto dissi a mio figlio di lasciargli la testa. L’espressione della cavalla fu uno spettacolo, si trovò accanto due puledrini, una traballante, l’altro terrorizzato che non capiva cosa stesse accadendo. Una volta in piedi, ripresasi dallo choc, annusò incuriosita entrambi, e amorevolmente iniziò a pulire dalla placenta l’adottivo… anche perché l’altra era già praticamente pulita… In quel momento capii che ce l’avevo fatta, ero riuscito ad ingannarla, anche se non è il termine esatto, per lei entrambi erano i suoi figli, e sarebbero cresciuti insieme. Un’emozione fantastica per tutti noi, impagabile dopo il dolore per la morte di Cleopatra. La piccolina istintivamente si attaccò quasi su- 48 Luigi Truccone dà il latte da una ciotola all'orfanello qualche giorno dopo la nascita bito alle mammelle della mamma, mentre per l’altro ci volle invece un giorno e mezzo. Inizialmente se ne stava in un angolo del box per vedere cosa accadeva impaurito, poi pian piano, iniziò a prendere confidenza con la mamma e la sorellina. Bellissimo vederli dopo una settimana in paddock, uno già bell’arzillo ed anche un po’ prepotente perché più grande della sorellina, sicuro sulle zampe, l’altra ancora traballante. Unica la faccia della mamma, quando tutti e due si attaccano contemporaneamente alle sue mammelle, con lei che poverina sgrana gli occhi. Quando accadono queste cose, mi rendo veramente conto di quanto sia bello il nostro mestiere, fatto di tanti sacrifici ma che a volte ti appagano, guardando una mamma che cresce due pseudo gemellini con la tenerezza dell’ingenuità e dell’istinto materno che gli animali hanno sempre, anche più di noi umani.” di Alessandra Baldi LE FAVOLE DEL TROTTO Milliondollar Lux segno del destino Milliondollar Lux e Wilhem Paal Q ualche sera fa ho visto un film molto carino, è stato il titolo ad attirare la mia attenzione: Serendipity, ovvero una parola magica, che infatti significa “trovare in modo inatteso (anche se non fortuito) ciò che non si sta cercando ma che spesso si rivela essere molto importante”, insomma una gioia inaspettata che ti rende felicissimo. Ed è proprio questa parola che mi è venuta in mente quando mi è stato chiesto di raccontare la storia di Milliondollar Lux. Una storia di casualità, destino, fato ed è stata così fin dall’inizio, quando il proprietario, Giovanni Catapane, studiando il catalogo delle Aste Selezione di Settimo Milanese 2007, s’innamora della carta di questo puledro da Ganymede e Dadaumpa Jet. Un imprevisto fa si che non possa andare a Milano, così incarica Agostino Castaldo di visionare il cavallo. Agostino dice che è bello, ma alcuni amici di Giovanni che si trovano sul posto ne sconsigliano l’acquisto perché è troppo piccolo, e dopo averci pen- sato un po’ decide di comprarlo lo stesso, e se lo aggiudica per euro 7.000,00. Il Destino: arrivato a Napoli, Milliondollar Lux viene a breve domato, è un puledro bravo ma al contempo pieno di verve. Giovanni decide, consigliato anche dall’amico e uomo di cavalli Antonio Diana, di scioglierlo in paddock ed è lo stesso Antonio ad accoglierlo presso il suo centro e ad accudirlo. Dopo tre mesi di paddock il cavallo viene mandato da Franco De Cristofaro, il quale nel mese di luglio effettua 49 la qualifica e dopo un mese circa debutta. Ma non è un debutto felice; Million sbaglia e finisce squalificato, ma dopo una settimana De Cristofaro ripresenta il figlio di Ganimede ad Agnano e vince a media di 1.19.9 sulla lunga distanza. Ma è una gioia a metà, infatti l’ordine d’arrivo è di parità! Una parità che, vista oggi, dà molta più soddisfazione di quel 21 settembre 2008, perché Milliondollar va ad apparigliare completamente sul palo niente di meno che Mucho Gams. Il Fato: arriva la grande crisi dell’ippica e l’8 ottobre 2008 inizia lo sciopero ad oltranza, il cavallo non è più lui, non risponde bene ai lavori ed ha molti problemi di andatura, ed è ancora il caro amico Antonio Diana consigliare di scioglierlo in paddock. Questa volta Giovanni se lo porta a casa, lo mette nel paddock e ne segue personalmente tutte le cure. La Casualità: nel frattempo passano sei lunghi mesi, il cavallo fisicamente è bellissimo, e Giovanni non sa a chi darlo in affidamento, un giorno parlando con Antonio Diana viene a sapere che, più tardi, questo ha un appuntamento con Wim Paal e con me (io ed Antonio siamo legati da una amicizia che risale all’adolescenza, quando Vivaldo Baldi guidava i cavalli di suo padre Costantino) e lo informa che Wim, dopo la sua esperienza lavorativa in America, 50 Wim Paal e Giovanni Scatapane è di ritorno in Italia. E’ così che Giovanni decide di dare il cavallo a Wim, anche perché i primi cavalli che acquistò nel 1992, Sissi Caf e Stima del Nord, erano entrambi allenati da Wim, e non ebbe fortuna dopo il cambio di allenatore. Conosce personalmente Wim e diciamo pure che è amore a prima vista, Wim va a vedere il cavallo e, nei primi giorni di aprile 2009, viene spostato nei suoi box a Cisterna di Latina, da precisare che è stato il primo cavallo ad entrare nella nuova scuderia italiana del girovago guidatore/allenatore tedesco. La Gioia Inaspettata ma non Fortuita: dopo tre mesi rientra a Roma e vince, al suo attivo oggi ha 18 corse, nove vittorie e sette piazzamenti, ma più che altro il recente record della pista del Garigliano in 1.12.2. Quel giorno la felicità è immensa e nel winning circle si spre- cano i complimenti; è vero che “il tedesco di Germania” ha fatto un gran lavoro, ma è anche vero che il proprietario ha dato tutto il tempo prima al cavallo e poi a Wim, e in un’ippica che vive l’era del consumismo è merce rara, ma alla lunga la fiducia ha ripagato. Dove arriverà il potente figlio di Ganymede è difficile da dirsi ma sicuramente le aspettative sono alte: “Million è un cavallo straordinario, polmoni e cuore sono eccezionali, ora che sono stati risolti i problemi di meccanica, credo che le soddisfazioni quelle importanti arriveranno”, dichiara Wim Paal. Giovanni Catapane fa parte di quell’ippica che oggi è quasi sparita; per lui una corsa è un avvenimento, anche se è una corsa di normale routine e una vittoria è una festa! Mi ricorda molto quell’ippica che mi ha fatto innamorare quando ero bambina, che grazie a Milliondollar Lux, posso ancora vivere. Assecondare il caso, trovare un senso nelle coincidenze, rallentare, svoltare, divagare, tornare indietro, fermarsi. Lasciare insomma spazio alle cose perché accadano. Si tratta quindi di non voler piegare la realtà alle nostre esigenze, ma piuttosto di assecondarla. Tutti quindi possono beneficiare della serendipity, ma perché ciò accada è necessario avere la mente sgombra e disponibile, essere sempre in quello stato di veglia attenta che ci permette ancora di godere delle sorprese della vita e, quale più bella sorpresa, di un Milliondollar Lux che ti regala gioie immense. CULTURA Il cavallo in libreria e al cinemdi Baarbara Sarri Un libro: UNA STORIA AFFASCINANTE “LE TRE LUNE” U n libro davvero originale quello di Isabella Giglio e Michele Macchini non solo perché scritto a quattro mani, non solo per il titolo molto bello Le tre lune, ma anche per il particolare ruolo che occupa il cavallo all’interno di esso. Infatti il nostro amico quadrupede è ponte di passaggio fra un mondo e un’altro: quello reale e quello dell’immaginario. Un volume edito per i tipi di Albatros appartenente alla collana Nuove voci “Imago”. Le tre lune è una storia intrisa di fantasia che inizia in un pomeriggio autunnale durante una passeggiata a cavallo del protagonista Alfredo nei boschi dell’Oltrepò pavese: “di colpo si ritrovò a cavalcare a un canter leggero, sciolto e cadenzato, in mezzo a un bosco assolutamente sconosciuto... era un posto che non ricordava di aver frequentato”. Il destriero Tequilo lo accompagna in questa nuova dimensione nella quale fa anche una conoscenza femminile Lucy. Il fenomeno delle tre lune, la fatina Dulce Serena, la grotta del leprotto, il rifugio di Passo Cattivo, la caverna della fata, tengono ancorati alle pagine di questo libro scritto con un linguaggio accattivante in un crescendo fino alla conclusione a sorpresa. Un romanzo davvero per tutti, da leggere per godersi le avventure di Alfredo e Tequilo. Lasciamo la parola agli autori Isabella Giglio e Michele Macchini e scopriamo qualcosa di più su questo volume. Perché avete deciso di scrivere un libro a quattro mani? Da dove nasce la vostra ispirazione? Isabella - In realtà il libro nasce per gioco: inizialmente è quasi una sfida, un rimbalzarsi le mail alla ricerca di novità, idee ed emozioni da trasmettere e per stupire chi legge (allora pensavamo che i nostri lettori potessero essere le nostre famiglie). Poi, quando i capitoli aumentarono e la storia ci riempì la testa ed il cuore, allora si pensò alla pubblicazione. La storia narrata ne Le tre lune non è una trama decisa a tavolino ma un progetto che si è evoluto poco per volta, che ha emozionato innanzitutto noi stessi: durante la stesura del testo abbiamo riso e pianto. Durante l’elaborazione del testo non ci siamo resi conto che era nettamente marcata l’impronta maschile e femminile della scrittura, fattore che molti lettori hanno capito. Michele - La storia era in cantiere nella mia testa e nel cassetto dei progetti da troppo tempo ma serviva uno spunto in più, necessitava di una spalla tosta, per farla decollare fino alla pubblicazione. L’idea nasce dalle nostre chiacchierate a tema equestre, dagli scambi di mail e dai botta e risposta in un forum veterinario coordinato da Isabella Giglio. Io avevo appena pubblicato Colt Wine (sempre un cavallo...) con www.boopen.it che aveva avuto un positivo riscontro fra gli amici, fra cui Isa stessa, e così ho pensato a questa sinergia che nasce per scommessa e diventa realtà consistente strada facendo. La storia può tranquillamente definirsi figlia del web dati i chilometri di distanza che ci separano fisicamente (ben 500…). 51 Il cavallo in questo romanzo rappresenta il passaggio tra il mondo reale e quello fantastico, è il punto di contatto con un altro emisfero, quale dei due è il migliore? Isabella - Il cavallo è il compagno di avventura di Alfredo ma è anche l’animale che le fate amano e che usano per i loro spostamenti notturni. Per Thomas è l’amico che lo riporta da Dulce Serena. Tequilo nel racconto rappresenta un elemento rassicurante ma anche indispensabile. Lo si ritrova nelle due dimensioni a compiere la funzione di amico fedele, indispensabile. Chi ama i cavalli trova in essi sguardi differenti in base alle situazioni e quindi allo stato d’animo. Con la pubblicazione del romanzo io e Michele Macchini ci siamo resi conto che negli ultimi mesi sono stati pubblicati diversi libri che trattano il tema della “nuova dimensione”. Forse è una necessità mentale nel senso che è bello sognare di essere traghettati altrove per sfuggire ai problemi attuali ma, come accade anche ne Le tre lune, per i protagonisti c’è la reale necessità del ritorno alla quotidianità. Sembra quasi venga raffigurato il detto “Non lasciare la strada vecchia per quella nuova” che è poi, al contrario, quello che viene deciso in primis per Thomas mentre in seguito… Michele - In un certo momento il protagonista Alfredo pensa di essere morto ma, contestualmente, di questa nuova condizione post-mortem ne è ben felice, non la trova male anzi, forse perché è turbato dai dubbi esistenziali, dal mistero dell’aldilà, dalla crudezza del mondo reale. Il fantastico diventa un rifugio, una speranza, e quando nel romanzo sembra certezza la cosa piace eccome. Poi però il ritorno alla realtà coincide con l’amore e allora... Boh!! Forse è meglio il mondo fantastico rispetto al reale o no?! Prendiamo quello che ci piace del reale e trasferiamoci nel fantastico... forse è la soluzione. Co- 52 munque il cavallo è il punto fermo fra i due mondi, indispensabile per noi in ogni luogo. Cosa impara il protagonista attraverso questo viaggio? Isabella - Alfredo conosce sicuramente meglio se stesso e si rende conto, come ha scritto pure Michele Macchini, che le potenzialità di un uomo, in caso di necessità, sono infinite. Alfredo, venditore di giornali, si ritrova a scatenare il finimondo grazie ad uno spavento che renderà Tequilo un assassino. Del resto pure Lucy, naturopata aggraziata, si ritrova ad imbracciare un fucile e a fare fuoco per salvare la pelle. Durante il viaggio sono tanti i sentimenti che si susseguono nel cuore di Alfredo: amicizia, odio, speranza, amore. Michele - Non lo so. Se il viaggio del protagonista, come è stato per me ma credo anche per la mia “socia”, ha rappresentato il nostro piccolo excursus personale in un mondo fantasy, mi ha insegnato che, come la si voglia pensare o come la si voglia credere, la nostra esistenza ha in noi molti mondi inesplorati, belli da attraversare, scoprire. Lo si può fare scrivendo e leggendo e farlo in due raddoppia le sensazioni e la sfida intrinseca del proporre e meravigliare noi stessi, per primi, porta ad esaltare i valori fondamentali e l’essenza della vita stessa. Alfredo sicuramente ha imparato che le sue potenzialità di uomo sono grandissime e che il mondo reale ne tarpa le ali ed il fantastico, il sogno, non è così evanescente come sembra. Gli spunti li danno, entrarci ed immedesimarsi, vivere realtà parallele completa ed appaga l’animo. Progetti per il futuro? Raccontateci di voi. Isabella - Progetti per il futuro: scrivere, sicuramente. Ho rotto il ghiaccio con Le tre lune , mio primo romanzo, ed ho già in mente una nuova avventura letteraria. Confesso, come Michele ben sa, che mi piacerebbe continuare il romanzo ap- pena pubblicato, perché diversi lettori mi hanno fatto notare che alcuni personaggi sono rimasti “in sospeso” e sarebbe curioso vedere che cosa potrebbero combinare in futuro. Devo ammettere che per me scrivere è il modo migliore per rilassarmi. Le mie giornate sono un po’ complicate, avendo un lavoro (sono medico veterinario), una famiglia con due bimbi di sei e otto anni che necessitano sia di attenzioni che di una mamma autista che li porti a fare sport e poi, per ultimo ma non perché meno interessante, sto frequentando una scuola di agopuntura dove è fondamentale studiare sodo per andare avanti. Insomma: penso di aver reso l’idea perché per me è fondamentale scrivere! Il sogno nel cassetto, attuale, che sembra non essere utopistico, è il desiderio di veder trasformato il romanzo in un film, edito da CaosFilm. Michele - In campo letterario per ora di imminente non c’è nulla ma comunque diverse cosette buttate là già sono memorizzate nel mio pc. Isabella spesso mi parla del seguito di Tequilo (noi affettuosamente chiamiamo così Le tre lune) che di spunti interessanti ancora ne contiene. Ci sono personaggi che meritano di essere approfonditi e messi in un ideale palcoscenico di fogli di carta con una rigida copertina. Per ora ci godiamo il successo di questo libro che riscontra pareri favorevolissimi ed entusiastici fra i nostri lettori, poi vedremo. Aspiriamo a che venga letto da tantissimi e soprattutto dai bambini perché si può considerare una favola moderna, alla quale ogni genitore si appassionerebbe nel raccontarla a suo figlio. Io personalmente sono orgoglioso e felice di queste due pubblicazioni. Di Colt Wine (2008 edizioni Boopen) ho l’aspirazione di vederne il film con la mia personale regia: sono modesto, vero? La cosa magari potrebbe realizzarsi proprio con Le tre lune, con cui stiamo concorrendo per una fiction e chissà... i sogni a volte si realizzano, come ci insegna Tequilo. Un film: “MISTER ED” IL PALOMINO CHIACCHIERONE M ister Ed è una situation comedy americana prodotta dalla Filmways (la casa produttrice ha creato anche la Famiglia Addams) che fu mandata in onda nel 1961. Un successo strepitoso per il bellissimo palomino suo protagonista, Mister Ed, un cavallo capace non solo di parlare ma anche di leggere! Il suo proprietario, l’architetto Wilbur Post (Alan Young), ne passerà delle belle anche perché il cavallo vuole parlare solo con lui e lo metterà spesso in situazioni divertenti, imbarazzanti (un amico del nostro Francis il mulo, che ne dite?). Diretto da Arthur Lubin (lo stesso di Francis), il suo successo fu tale da farne numerose stagioni composte di ben 143 episodi. Mister Ed vinse un Golden Globe nel 1963 come “Best TV Show-Commedy”. Titolo: Mister Ed Data di realizzazione: 4 January 1961 (USA) Genere: Commedia, Fantastico Premi: Golden Globe Produttore: Filmways Regista: Arthur Lubin Puntate: 143, per sei stagioni Attori: Allan Lane, Alan Young, Connies Hines, Edna Skinner Rubrica a cura di Barbara Sarri www.barbarasarri.com 53 VITA SOCIALE la FESTA ALLEVATORE IPPODROMO dell’ torna in un Con la nuova formula dei Gran Premi delle Aste e con l’ambizione del Consiglio dell’Anact di creare un evento di grande importanza per le nuove generazioni, la Festa dell’allevatore 2010 non poteva non essere abbinata alle due divisioni del Gran Premio delle Aste dei due anni. L’appuntamento è quindi per lunedì 1 novembre, festività dei Santi, presso l’Ippodromo di San Siro, nella mega-giornata di corse milanese, imperniata anche sul Gran Premio Orsi Mangelli. Un’occasione per ritrovarsi all’Ippodromo e chiudere il periodo milanese (cominciato con la tre giorni delle Aste Anact) ma anche un ritorno alle origini quando le prime Feste dell’Allevatore si svolgevano interamente in Ippodromo, come nell’Ottobre di 23 anni fa presso la stessa sede meneghina. Momento centrale e protocollare della Festa, la premiazione delle medaglie d’oro agli allevatori per l’anno solare 2009. Di seguito l’elenco dei premiati, secondo i seguenti parametri: 2 anni – Euro 10.000,00 3 anni – Euro 25.000,00 4 anni – Euro 50.000,00. A. GI. AGRICOLA GIANFILIPPO SRL - MIRABELLA GIANFI AGGIO GIANFRANCO - NICCHERO AL.DO. SRL - NEVER ENDING VA ALL. AZ. AGR. FABBRI LORETTA - NEL SOLE - NEWYORK NEWYORK ALLEV. CENTAURO SRL - NOVITA’ AC - NUMERO UNO AC ALLEV. DEL RIO - NEVE DEL RIO ALLEV. DEL RONCO - MUSA DEL RONCO ALLEV. DELLA SERENISSIMA SS - MURUROA AS - NAZIONE AS ALLEV. DELLE MURA - MARFISA DE MURA ALLEV. DI CASEI DI GIGLIO I. E M. - MIMULUS DI CASEI ALLEV. DI VERGIANO SRL - MANOLETE - MANRIQUE - MENTIROSO - NO PASA NADA - NO TIENGO MIEDO ALLEV. IL GRIFONE SRL - MARCEL GRIF - MARTIN GRIF MEGAN GRIF - MUSTANG GRIF - NARCISO GRIF NATALIA GRIF - NEMBO KID GRIF ALLEV. KRONOS SRL SOC. AGRICOLA & GUIDA ITALIA SRL MELTON KRONOS ALLEV. LA BAMBOLACCIA SOC. AGR. SRL - NOAK LB ALLEV. LA NUOVA SBARRA SRL - MAY ONE ANS - MY WAY ANS - NORTON ANS ALLEV. LE FONTANETTE SRL & SCUD. DEL BARONETTO MAGNUM FONT SM - MAMBO FONT SM - MARY SLI FONT SM - MISS SLID FONT SM - NANDO FONT - NARRATIVA FONT ALLEV. LE FONTANETTE SRL - MERISI FONT ALLEV. LOLITA SRL - MARIMARI ALLEV. DUE MAGICO - NEXT GILL MMG ALLEV. LOUVRE & FICHAUX JEAN PAUL - MIRAGE DU LOUVRE ALLEV. G. BIASUZZI DI GIUSEPPE BIASUZZI - LA GIOCONDA BI - LIBERTY BI - LORRAINE BI - LOTAR BI - LOVELY BI LUCKY STRIKE BI - LUXOR BI - MAIGRET BI - MARAJA’ BI - MARION BI - MATEUS BI - MAYSUN BI - MERCEDES BI - MERCI BI - MISTRAL BI - MOON LIGHT BI MUSTANG BI - NADINE BI - NAIF BI - NIKITA B - NO WAY BI - NOCHE BI - NORTON BI ALLEV. LUCIANA & SCUD. MACCHIA - MOSES ROB ALLEV. GARIGLIANO SRL - MY DREAM GAR - NEVER GAR - NO LIMITS GAR ALLEV. GIORGIO E GLORIA - MY LOVE DE GLORIA - NAVAYA DE GLORIA - NERO DE GLORIA 54 ALLEV. MARRAZZA S.S. - MARLA ALLMAR - NEGLIGEE ALLMAR ALLEV. RI.MA & DANERI PIETRO - NEVER ALLEV. SPINETA TROTTO SAS - MAESTRALE SPIN - MERCURIO SPIN - MISTERIOSO SPIN - NONCHALANCE SPIN - NOTTEDILUNA SPIN ALLEV. TEAM DI AVERSANO MARIAGIUSEPPA - MISSION ALLEV. THE CAGE - MURIEL’S CAGE - NADINE’S CAGE ALLEV. TRIO - NADIA TRIO - NIKITA TRIO ANDREANI MASSIMO - NAUSICA BELLA AZ. AGR. ALLEV. BI.GI. SAS - MAHLER BIGI - MANON BIGI MEFISTO BIGI - NANNERL BIGI AZ. AGR. ALLEV. CANF SRL - NEARCO CANF AZ. AGR. ALLEV. FERM - MOSA FERM AZ. AGR. BABY FARM SS - MISTER BABY - NEWTON BABY AZ. AGR. BERNARDI GIANFRANCO - MITIA AZ. AGR. BRAVO OLIVO - MAIER AZ. AGR. CAPARRINI SILVANO - MADAME CAPAR - NICOLA CAPAR AZ. AGR. CASCINA CANTONE - MEFISTO FALU - NIRVANA FALU AZ. AGR. CASTELLARI O. & A. - NARA CAST AZ. AGR. CASTELLUCCIO SRL - NEARCO CAF - NELITA CAF AZ. AGR. DAN SRL - MACARENA OK AZ. AGR. DEIMAR - MAROZIA DEIMAR AZ. AGR. ESSE DOPPIA - LOBOSS - MONEIRUSS - NEREIDESS AZ. AGR. F.LLI GUARESCHI - LEMON ICE AZ. AGR. FIENILACCIO SS - MELISSA FI AZ. AGR. FLY FAST SRL - MAYOR FLYING AZ. AGR. FONTE DELL’ETE - MARTINA D’ETE - MEXICO D’ETE NAPOLETANO D’ETE AZ. AGR. GAMS - MACHO GAMS AZ. AGR. IEMMA DANIELA & SCUD. SAMA SAS - MORRISON AZ. AGR. IEMMA GAETANO - NIKI LAUDA LJ - NIRVANA LJ AZ. AGR. IEMMA MARINELLA - MIRO’ LJ AZ. AGR. IL POGGETTONE - MAGO D’ALFA - MIELE D’ALFA MISTRAL D’ALFA AZ. AGR. LA FIORENTINA - NETWORK FIOR AZ. AGR. LIVERANI - MINI CUB - MINNESOTHA CUB AZ. 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SRL - NIKTEHA BLV BALDI EDOARDO & STEFANO - NARCOTIC TOMMY BARMETTE ANSELMINA - MINNHY ANSEL BASSO MARIA PIA - NOBILE BASS BEHRENS KARL HERMANN - MARCELLO BE BEHRENS PAUL - MUTWO BENINI NICOLA - NICOLAS BIEFFE - NIKEROS BIEFFE BERRETTI GIULIANO - MAZZINGHI VALM - NORTON VALM BIANCHI ANDREA MAURIZIO & CALAMAI STEFANO - NEVE DI BIANCA BIZZARRI NAZZARIO - NATASCIA BLU SPIRIT SRL - MATILDA HORSE BONATI ALBERTO - MORO BON BORSANI ALDO E CARLO SNC - NICOLO’ BRANCHINI BRUNO - MALDINI OK BUGARI RIVALDA - NELLO CHIP RUM - NUNZIO CHIP RUM NUPERGILL RUM CARFAGNA SERGIO - NEBRASKA - NINFEA CASTAGNETTI SIMONE - NICETOMEETYOU CHIANESE CRISTOFARO - MENDER CIOCCOLONI FRANCESCO & SCUD. ROAN - MARIO EMIDI CIRCOLO IPPICO LA BIANCA - NINO EL MATTO CLOUDLET FARM SRL - NETZ OF CLOUDLET CUGLINI DANIELE & SCUD. DEL COLLETTO - NAMIDIA MARK DANERI PIETRO - MORALES - NAOMI - NORDHAL DANNI DANIELE & AZ. AGR. VIEL ANDREA - MAROT VIEL DANTE ANDREA - NICOLETTE DANTE DE MARCO MARIA PIA - MISSILE FORNYS DE MARTINO ANNAMARIA - MR SLIDE FAS DE TOGNI SANDRO - NEREO DTS DEL VECCHIO MARIA - NAOMI DVS DEMURU PIETRO & GOBBATO VITO ETTORE - NEWS LETTER DI MARCO FRANCESCO ANTONIO - NORA GIULIA DI VINCENZO GENNARO - NAPOLETANO DVG DIANA ANTONIO (CE) - MITICO REGAL EREDI ERMINIO LASAGNA SS - MAVERICK LASER FOGARIN SABRINA - MATKAN GUASIMO - MONEERA GUASIMO GASPARI EDOARDO - MAGIA GAS - MINERVA GAS GOVONI GIOVANNI - NOTRE DAME GUARDIGLI LEONZIO - METEORA DEI LADY HANSEN LISBETH YTTING - NYBORG DEI FIORI I MELOGRANI SRL - MARSHA ALAM IOVIENO ALFONSO - MARENGO AI LAFORGIA ANASTASIO - NADAL LAINATE NORD SNC - LATINA PRAV - MARTIN PRAV LE QUERCE DEI CHIARI SNC & SCUD. 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