Prefazione

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Prefazione
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Prefazione
di Giulia Boschi
Sebbene la parola «massaggio» compaia in Occidente solo nel XVII secolo, gli esseri
umani ne facevano uso in epoca assai più remota; nella tomba di un medico imperiale
dell’antico Egitto (2330 a.C.), a Saqqara, troviamo raffigurati trattamenti manuali del
piede e della mano. Il massaggio ha un posto di rilievo nelle originarie arti della salute
praticate nei ginnasi dell’antica Grecia, come nelle terme dell’antica Roma; entra nella
medicina ayurvedica, araba e, naturalmente, cinese.
Nel Wushier Bingfang, testo databile al III secolo a.C., l’arte del massaggio appare già
una tecnica complessa. Vi si trovano elencati oltre una decina di metodi differenti: principalmente sfioramenti, frizioni e pressioni. Si parla di applicazione di unguenti e di
uso di pietre arroventate; in questo stesso testo si fa anche menzione, ed è quasi una novità, dell’utilizzo del massaggio pediatrico – un filone a sé stante nella medicina tradizionale cinese – metodo terapeutico d’elezione nei neonati.
Nella sua lunghissima storia, il massaggio sembra da sempre vantare radici orientali;
si racconta che anche Peter Ling, l’inventore della «ginnastica svedese» e fondatore dell’Istituto di ginnastica moderna di Stoccolma nel 1813, si fosse ispirato a un testo cinese.
Se le tradizioni orientali sono quelle cui più proficuamente si attinge nell’arte del
trattamento manuale, ciò è dovuto a diverse ragioni, fra le quali una tradizione ininterrotta, la non separazione fra aspetti fisici e psichici e una particolare attenzione rivolta
all’individualità della relazione fra richiedente e sovveniente.
Eppure, sulla continuità della tradizione cinese si addensano oggi molte ombre: l’occidentalizzazione e l’ospedalizzazione del Tuina nella Repubblica Popolare Cinese
stanno portando al prevalere della tecnica sulla sensibilità; del protocollo sulla personalizzazione e, per conseguenza, della visione centrata sulla patologia piuttosto che
sulla persona.
Uno dei primi motivi di soddisfazione, nel leggere questo testo, è constatare come
gli Autori siano riusciti a coniugare un’esposizione sistematica e tecnicamente ineccepibile con una struttura che consenta di personalizzare il trattamento e di impostarlo
quindi su basi autenticamente tradizionali, ossia individuali. Ce n’era davvero bisogno,
in particolare ora che siamo tenuti a preservare – almeno in Occidente – quelle arti della salute che sempre meno trovano spazio nella loro terra di origine.
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Il Tuina non è un’attività meccanica; toccare un corpo con sapiente consapevolezza
offre l’opportunità di apprendere qualcosa in più sull’umanità tutta; consente di toccare un destino, che non è nelle nostre mani, e una storia alla quale siamo chiamati a partecipare, seppure in piccola misura. Essere nello spazio con un corpo, deperibile e vulnerabile, per un tempo che può essere breve o meno breve, è caratteristica comune
delle due storie che si incontrano in quel contatto; entrambe in cerca di senso. Le identità di chi chiede e di chi sovviene (ruoli che a tratti si invertono) sono diverse, come diversi sono i corpi, i vissuti, i saperi, i bisogni presenti.
È questo un rapporto privilegiato perché raramente futile: disagio o bisogno del richiedente vogliono intimità nell’autenticità, coinvolgimento senza compianto, complicità senza connivenza. Il corpo non si maschera, non omette, non può esimersi dall’esprimere; nella sua nudità impone rispetto, nella sua verità ci offre un’appercezione
immediata della diversità di quel nostro simile, invitandoci ad avanzare – talvolta d’un
timido passetto, talvolta d’un balzo – in quel mistero che noi siamo a noi stessi.
La nostra vita relazionale è sempre più fisicamente «deaff e rentata», si svolge fra
schermi, auricolari e tastiere. Molti dei disagi diffusi fra la popolazione hanno una natura sottile, principalmente inconscia, che si esprime nel linguaggio corporeo con tensioni, irrigidimenti, debolezze. Spesso è necessario rispondervi con un linguaggio altrettanto antico e immediato, personale, centrato sul contatto e, di conseguenza, sulla
prossimità fisica. Ciò comporta la sollecitazione dei due involucri sensoriali più arcaici:
tatto e olfatto (in gran parte inconscio); sensi che toccano la psiche profonda con un
buon grado di indipendenza rispetto alla percezione e al controllo coscienti. L’assenza
di distanza fisica impone dunque discrezione ed estrema cautela nell’uso del linguaggio; richiede inoltre di saper conciliare disponibilità e fermezza nell’ascolto e nel sovvenire.
Un secondo motivo per cui, a mio avviso, questo testo merita un plauso è perché esso riserva il giusto spazio agli aspetti deontologici, in gran parte ispirati al codice dell’Associazione OTTO (che ho contribuito a fondare), i quali costituiscono una bussola
indispensabile per chi voglia navigare con competenza e professionalità nella complessità del rapporto che si crea nel contatto fisico interpersonale.
Confucio diceva: “Quando le qualità naturali prevalgono sulla cultura avrete l’uomo semplice e rozzo, quando la cultura prevale sulle qualità naturali avrete il pedante.
Solo quando la cultura e le qualità naturali sono proporzionatamente unite voi avrete il
Junzi (persona nobile)”.
Per essere esercitata al meglio, l’arte del Tuina ha bisogno di un ridimensionamento
della razionalità; senza rinunciarvi, il ragionamento va usato alla pari con altre facoltà,
come ad esempio la recettività nell’assenza di pensiero egoico, la conoscenza introspettiva, l’attenzione vigile priva di contenuti mentali e, non ultima, quella che Masunaga
chiamò la «sensibilità primitiva»: un’intelligenza sintetica che permette a sistemi estremamente complessi – quali sono gli esseri umani – di interagire spontaneamente e capirsi profondamente in modo semplice, per empatia.
Lavorando con tecniche operatore-dipendenti va da sé che la qualità non dipenderà
solo dal perfezionamento tecnico ma sarà proporzionale al lavoro che l’operatore compirà su se stesso, al fine di raffinare e potenziare le sue «qualità naturali». L’accento da-
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to alla necessità della pratica del Qigong per l’operatore è un’altra delle ragioni per cui
ritengo questo testo molto ben fatto.
Per i molti che lo leggeranno, vorrei aggiungere qualche riflessione finale. Considerati l’intenso potenziale evocativo del tocco e le infinite variabili che si intersecano nel
contatto fra due identità complesse (vissuti, energie vitali, carismi, discernimenti…) è
inevitabile che si insinui un senso profondo di inadeguatezza, del quale ho esperienza
come la maggior parte dei miei colleghi. Nessun bagaglio tecnico, nessuna formazione,
nessun testo – per quanto ricco come il presente – possono costituire un rifugio perennemente inespugnabile dal senso di inadeguatezza; a meno che i bastioni non vengano
rafforzati da presunzione, cinismo e copiosi meccanismi di difesa.
Meglio partire dal presupposto che tale senso di inadeguatezza, se episodico e vissuto come stimolo a migliorarsi, sia parte fisiologica del caring – del prendere a cuore –
e rappresenti un riflesso dell’umiltà con cui si dovrebbe toccare la complessa monade
dell’individualità altrui.
Altresì, il senso di inadeguatezza depauperante, che tende a diventare permanente
ed è spesso presupposto di una formazione priva di prassi, rileva da un iniziale senso
di onnipotenza, allorché si concepisce un unico nesso causale fra il proprio operato e il
risultato raggiunto e ci si ritiene i soli artefici dell’eventuale successo del trattamento o,
al contrario, sempre responsabili del possibile fallimento. Fatte salve le nostre responsabilità, non si può ritenere che tutto ciò che avviene dipenda da noi; in tal modo si negherebbero innanzitutto la libertà e la soggettività dell’altro – le quali si esprimono anche nella reazione al trattamento – e si ignore rebbe quella buona dose di
imperscrutabile mistero che intreccia i destini in relazioni.
Purché non si traduca in permanente insicurezza, una certa percezione di inadeguatezza è dunque addir ittura auspicabile. Facciamo semplicemente del nostro meglio,
consci dei nostri limiti.
D ’ a l t ro canto, al socratico “So di non sapere” andrebbe affiancata la rassicurante
consapevolezza che – molto probabilmente – ignoriamo molto della nostra sapienza.
Rischiamo di non poter attingere a questo «sapere ignoto» quando, per incertezza, abdichiamo del tutto alla spontaneità; quando ci irrigidiamo nelle nostre piccole certezze,
quando applichiamo pedissequamente le regole, i metodi, i protocolli, opponendoci alla (sempre) adeguata entelechia.
Giulia Boschi
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Presentazione
Il Tuina oggi, in Italia, viene praticato e studiato con modalità differenti da quelle dei
suoi luoghi d’origine, adeguandosi al contesto culturale, sociale e legislativo.
Per questo motivo gli Autori hanno pensato di pubblicare un testo innovativo sul
Tuina, che tenga conto di tali diversità e supporti la formazione degli operatori Tuina
sanitari e non sanitari.
Nella loro esperienza di insegnanti, gli Autori hanno infatti notato che per gli operatori e per gli allievi è forte la necessità di comprendere come costruire e individualizzare dei trattamenti specifici per ogni problema, in luogo delle sequenze tipiche della didattica adottata in Cina e, fino a oggi, anche in Italia.
Si aggiunge inoltre che i più autorevoli libri di medicina cinese sono testi rivolti a
medici agopuntori, in cui si arriva a una valutazione energetica e si indica la combinazione di Punti da trattare; invece in che modo inserire l’utilizzo dei punti in un completo ed efficace trattamento Tuina è l’obiettivo di questo libro.
STRUTTURA DEL TESTO
L’approccio proposto attraverso il libro e i DVD media continuamente tra teoria e pratica, tra la spiegazione dei fondamenti teorici e tecnici e la visualizzazione dei metodi
del Tuina (DVD), per facilitare l’apprendimento. Inoltre il confronto con un modello
esecutivo permette una sempre più oggettiva autovalutazione.
Nel testo ricorrono più volte le schede didattiche, una per ogni manovra, mobilizzazione, trazione e tecnica complementare; esse sono state concepite come metodo di apprendimento. Nel testo si alterna l’esposizione teorica dei diversi argomenti alle schede. Per questo motivo ogni volta esse vengono riproposte con i contenuti relativi al
contesto teorico in cui si trovano. Ad esempio, le schede di tutte le manovre compaiono
nel capitolo relativo alla loro esecuzione, come pure nel capitolo delle corrispondenti
azioni energetiche o in altri. Tale modalità ha il vantaggio di rendere più semplice lo
studio, concentrando l’attenzione sull’argomento trattato.
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Allo scopo di semplificare il lavoro di ricerca del lettore, in Appendice sono illustrate le schede didattiche complete di tutte le manovre.
La prima parte del percorso didattico ha come obiettivo lo studio delle manovre,
delle trazioni e delle mobilizzazioni. All’accurata descrizione del libro corrisponde
un’altrettanto precisa esecuzione delle stesse sui DVD.
Nella seconda parte del libro sono presentate le tecniche complementari del Tuina e
viene esposto un percorso che conduce l’operatore di Tuina a saper costruire una sequenza di trattamento efficace e individualizzata rispetto a una valutazione energetica.
Questo tipo di approccio affonda le sue radici nella tradizione del Tuina, ma aggiunge l’esperienza didattica degli Autori nel modo di esporre e di guidare gli studenti nella comprensione dei principi che giustificano le sequenze di lavoro. A questo scopo
vengono illustrate in primo luogo le differenze di esecuzione nel TONIFICARE E DISPERDERE, quindi si passa alla definizione e allo studio delle AZIONI ENERGETICHE DELLE MANOVRE, si prosegue mostrando le MODALITÀ DI LAVORO, per terminare con l’impostazione della «struttura temporale» del trattamento. La stessa impostazione viene utilizzata
anche per le tecniche complementari.
Il metodo proposto inizia dai PRINCIPI DI TRATTAMENTO da attuare, e quindi presuppone che il lettore abbia una conoscenza pregressa della medicina tradizionale cinese; proprio per questo motivo il metodo può essere utilizzato a prescindere dalla scuola di medicina cinese di riferimento, dalle relative modalità di valutazione energetica e dalle
peculiari combinazioni di Punti, che possono essere tratte da autori o insegnanti preferiti.
Gli esempi che seguono partono dalla valutazione energetica di casi reali e guidano
il lettore, passo dopo passo, nel percorso mentale seguito per arrivare alla costruzione
finale della sequenza di trattamento.
Concludono questa parte alcuni consigli su come re n d e re il lavoro dell’operatore
più efficace e una sezione dedicata alle più frequenti manifestazioni fisiche ed emotive
che possono verificarsi durante un trattamento sia da parte del cliente che dell’operatore stesso; saperle interpretare darà maggiore sicurezza e consapevolezza all’operatore.
Nella terza parte del libro un capitolo è dedicato alla deontologia professionale dell’operatore Tuina non sanitario, che informa correttamente sull’attuale quadro legislativo italiano. A concludere viene dato uno spazio alle due maggiori associazioni operanti in Italia: l’Associazione Operatori Tuina/Qigong e Tecniche Orientali OTTO e la
Federazione Italiana Scuole Tuina e Qigong FISTQ.
Nel testo si è cercato di ridurre il più possibile i termini cinesi per facilitarne la lettura e
la comprensione. Ciò non è stato possibile per concetti come Qi e Xue, la cui traduzione
darebbe luogo a una semplificazione che ne snaturerebbe il significato. Per altri termini
come Meridiani, Fegato, ecc. si è invece utilizzata la traduzione in italiano, l’iniziale
maiuscola ricorda al lettore che questi termini vanno letti nel loro significato all’interno
del contesto della medicina tradizionale cinese. Con la parola Energie abbiamo indicato
tutte le sostanze fisiologiche e vitali dell’organismo nel loro complesso, ciò che in medicina cinese viene indicato con le Cinque Sostanze Preziose.
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STRUTTURA DEI VIDEO
Con i DVD gli Autori hanno voluto dare un ulteriore supporto agli allievi dei tanti corsi e, allo stesso tempo, far conoscere questa tecnica a un pubblico più vasto ed eterogeneo. Nel primo DVD, M a n o v re base di Tu i n a, sono esposte e commentate 32 differenti
manovre di Tuina, nelle loro diverse esecuzioni.
Nel secondo DVD, Mobilizzazioni e trazioni (Yaofa e Bashenfa) di Tuina, sono presentate
e spiegate più di 50 tecniche di lavoro sulle articolazioni.
Nel terzo DVD, Sequenze per la pratica di Tuina, sono mostrate 6 sequenze di esercizio.
Lo studente, praticandole, avrà la possibilità di ripassare tutte le manovre nelle diverse
esecuzioni. Tali sequenze costituiscono una buona traccia di lavoro nelle differenti zone
del corpo per chi sta iniziando lo studio del Tuina.
I DVD permettono un primo approccio al Tuina ma non possono in alcun modo sostituirsi a un corso frequentato presso una scuola, al termine del quale viene inoltre valutata l’idoneità dell’operatore: l’esecuzione delle singole manovre e dei trattamenti
completi necessita infatti di un’adeguata formazione.
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Introduzione
CHE COS’È IL TUINA
Il massaggio tradizionale cinese Tuina (letteralmente «spingere afferrare») è una delle
tecniche utilizzate dalla medicina tradizionale cinese1 insieme all’agopuntura, la fitoterapia, la dietetica e il qigong.
Dolce, energico, continuo e profondo sono i quattro aggettivi che contraddistinguono il massaggio cinese e sono alla base delle molteplici tecniche che l’operatore Tuina
esegue durante una seduta, la cui durata è in media 40-50 minuti. Il Tuina infatti si effettua, non solo su specifici punti tramite la digitopressione, ma anche lungo linee e su
diverse zone del corpo, con manovre di massaggio (impastamenti, frizioni, scuotimenti
ecc.) o con movimenti lenti di mobilizzazione delle articolazioni, a volte utilizzando diverse tecniche complementari.
La sua storia è molto antica: l’importanza delle tecniche di massaggio è ben evidenziata già nel Huangdi Neijing Suwen il cui nucleo originale risale all’epoca degli Stati
Combattenti (453-222 a.C.); ben poche sono le tecniche che possono vantare tanta capacità di sopravvivenza, questo a riprova della sua straordinaria efficacia.
Come e perché funziona
Lo scopo del Tuina è principalmente quello di stimolare il riequilibrio funzionale dell ’ o rganismo, raff o r z a re le difese organiche, stimolare la circolazione del Qi (tradotto
con il termine generico termine Energia) e del Xue (tradotto con il temine generico Sangue ma che non corrisponde al concetto di Sangue in medicina occidentale).
La cornice teorica all’interno della quale si inquadra il Tuina è quella della medicina
cinese e quindi di una specifica visione energetica del corpo e della sua fisiologia. In
1. Si veda anche il capitolo: il Tuina in Cina e in Italia.
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questo ambito è possibile intervenire per mantenere o ripristinare la salute2 attraverso
la stimolazione di zone del corpo, di linee e di Punti (gli stessi dell’agopuntura) che servono a regolare la circolazione del Qi e del Xue. A eccezione di alcune rare controindicazioni illustrate in seguito è indicato a tutti. È efficace nelle disarmonie muscolo-scheletriche, nello stress e nei disturbi a esso correlati, insieme ad altre terapie come
l’agopuntura o la farmacologia cinese aiuta a risolvere situazioni cliniche anche molto
complesse a carico dell’apparato locomotore e degli organi interni.
INDICAZIONI E PRECAUZIONI NELLA PRATICA DEL TUINA
È doveroso ricordare ancora una volta che la pratica del Tuina può essere esercitata da
diverse figure professionali, sanitarie e non sanitarie. È ovvio quindi che le indicazioni
e le controindicazioni qui riportate riguardano l’uso corretto della tecnica, mentre la
possibilità di eseguire il Tuina per il trattamento delle patologie è riservata ai medici e,
con alcune limitazioni, ai fisioterapisti. Negli altri casi il Tuina è utilizzato come tecnica
di riequilibrio energetico atta a coadiuvare il processo di guarigione spontaneo o indotto da una terapia medica, o come tecnica di benessere e rilassamento3.
Le indicazioni del Tuina in medicina cinese sono:
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Riequilibrare Qi e Xue nei Meridiani favorendone la circolazione e la produzione.
Rimuovere le ostruzioni nei Meridiani.
Eliminare i Fattori Patogeni esterni e interni.
Promuovere le funzioni degli Organi e dei Visceri.
Migliorare la funzionalità delle articolazioni e rilassare la muscolatura.
Calmare lo Shen, riequilibrare le Emozioni.
Le controindicazioni al Tuina sono poche e non assolute, specialmente se paragonate a
quelle di molti trattamenti comunemente accettati. Le più comuni sono le seguenti.
• Gravidanza: in questo caso si dovranno soprattutto evitare le manovre sull’addome,
sulla zona lombare, e il trattamento di punti che, secondo la medicina tradizionale
cinese, hanno un’azione di «fare scendere il Qi» o una azione di forte mobilizzazione del Xue, come GB21/Jianjing, LI4/Hegu, SP6/Sanyinjiao (punti «abortivi»).
• Patologie dermatologiche: in questo caso non si dovranno trattare le zone sedi delle
lesioni dermatologiche.
• Su anziani, o persone con riduzione del tenore di calcio nelle ossa (osteoporosi), le
manovre dovranno essere effettuate con prudenza, delicatamente, privilegiando tecniche leggere.
2. Come ben espresso nel capitolo relativo alla deontologia professionale, l’uso del Tuina come tecnica terapeutica è riservata alle figure sanitarie.
3. Si veda anche “Rapporto con la medicina accademica” nel codice deontologico di OTTO in appendice.
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• Su persone che abbiano avuto un trauma fisico (come cadute o incidenti stradali,
ecc.), bisognerà avere un parere medico che escluda la presenza fratture, lussazioni
o emorragie interne.
Per donne con mestruazioni in atto, il trattamento dovrà essere modificato in base al
quadro energetico presente in quel momento e tenendo conto della situazione globale
precedente. In particolare si dovrà porre attenzione al trattamento delle zone lombosacrali e addominali.
Al momento del trattamento il cliente dovrà avere possibilmente l’intestino e la vescica
svuotati, dovrà avere finito di mangiare da almeno un’ora, e non dovrà mangiare, per
quanto possibile, per un’altra ora.
Nel caso di un trattamento in posizione distesa il cliente non dovrà alzarsi bruscamente alla fine della seduta.
Per un paio di giorni dopo il primo, o al massimo il secondo trattamento, è possibile
che il cliente abbia un’accentuazione di alcuni disturbi. Il fenomeno è transitorio ed è
accompagnato spesso da una sensazione di miglioramento dello stato generale. Se il
peggioramento dovesse perd u r a re, si dovrà riesaminare la valutazione energetica e
l’impostazione del lavoro svolto.
Altre reazioni considerate positive sono un aumento della sudorazione, la stanchezza, la sonnolenza, un aumento della minzione spesso di urine cariche. Un quadro più
completo delle manifestazioni che si possono avere a seguito di un trattamento si trovano nel capitolo 15.
IL TUINA IN CINA E IN ITALIA
In Cina lo studio del Tuina si svolge in ambito universitario, nei corsi di medicina tradizionale cinese. Il percorso accademico per diventare Dottori di Tuina - Agopuntura (Master Degree) dura 7 anni all’università di Shanghai. I primi due anni sono comunque dedicati allo studio dell’inglese assieme a un’introduzione alla medicina generale. I primi
due anni vengono infatti frequentati alla Jiaotong Daxue, università di lingue di Shanghai.
Le materie di studio del percorso accademico sono:
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Teoria di medicina tradizionale cinese
Semiologia di medicina tradizionale cinese
Farmacologia di medicina tradizionale cinese
Prescrizione (di farmaci) in medicina tradizionale cinese
Medicina interna in medicina tradizionale cinese
Anatomia in medicina occidentale
Fisiologia in medicina occidentale
Patologia in medicina occidentale
Medicina interna in medicina occidentale
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Studio dei Meridiani in medicina tradizionale cinese
Studio degli Agopunti in medicina tradizionale cinese
Studio dell’applicazione degli aghi e della moxa in medicina tradizionale cinese
Studio della terapia con Tuina e agopuntura
Ortopedia e traumatologia in medicina tradizionale cinese
Tecniche di Tuina
Inglese
Inglese medico.
Lo studente è abituato a una modalità di insegnamento diversa da quella occidentale, e
la sua aspettativa di lavoro è all’interno di strutture pubbliche ospedaliere. Il lavoro che
dovrà compiere in tali strutture è particolarmente intenso da un punto di vista fisico;
per questo motivo in genere agli studenti vengono insegnate tecniche di Qigong per
rinforzare le articolazioni e i tendini, come lo Shaolin Neigong.
La pratica del Tuina in Cina è ospedaliera; i pazienti possono avere delle prestazioni
di Tuina pagando un ticket per una serie di trattamenti, in genere dieci. Negli ospedali
in cui abbiamo avuto modo di lavorare, la pratica avviene in un luogo in cui si trattano
diverse persone contemporaneamente di entrambi i sessi, generalmente sono vestite e
viene utilizzato un lenzuolino di cotone sopra i vestiti stessi, nella zona trattata dall’operatore. I trattamenti hanno una frequenza giornaliera e solitamente una durata di
circa 20-30 minuti.
L’utenza è per lo più composta da persone anziane che conoscono i benefici della
medicina tradizionale, da persone di ceto sociale medio basso che non hanno i mezzi
economici necessari per accedere ad altri tipi di cure e, più raramente, da persone giovani di buona istruzione e di buon livello economico, che credono nell’efficacia della
«vecchia» medicina tradizionale.
I pazienti cinesi sono abituati a ricevere trattamenti piuttosto energici, anzi attribuiscono solo a dei trattamenti forti e alla sensazione di dolore una valenza terapeutica.
In Italia il Tuina è stato inizialmente «importato» dai medici agopuntori che, trovandosi in Cina per studiare l’agopuntura, hanno potuto conoscere, studiare e appre z z a re i
benefici di questa tecnica. Questo ha contribuito a formare una generazione di tuinaisti
anche non medici e attualmente la pratica e l’insegnamento del Tuina sono prevalentemente svolti da questa categoria di operatori.
Attualmente in Italia si studia Tuina in corsi tenuti da Associazioni e Scuole private
di medicina cinese. La durata dei corsi è in genere triennale, il monte ore varia, a seconda della scuola, da un minimo di circa 250 ore a un massimo di 600 ore. Le lezioni si
svolgono prevalentemente nei week end e sono della durata di 12-16 ore. Tali lezioni
sono ripartite tra una parte teorica di medicina cinese e una parte pratica di Tuina; le
diverse scuole organizzano le due materie (teoria di medicina cinese e pratica di Tuina)
o alternate durante lo stesso weekend o in weekend separati. Anche la proporzione tra
le ore teoriche di medicina cinese e quelle pratiche di Tuina cambia notevolmente tra le
varie scuole. La maggior parte degli studenti di Tuina è rappresentata da appassionati
di medicina cinese e di Tuina, solo occasionalmente provenienti da corsi di massaggio
di altre discipline, pochi fisioterapisti e molto raramente medici.
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L’aspettativa di questa vasta categoria di studenti, non provenienti da una formazione sanitaria, è quella di applicare tale disciplina all’interno di un contesto di benessere e
non sanitario, come d’altronde viene imposto oggi dal contesto legislativo italiano.
Il loro interesse per la teoria della medicina cinese è molto alto, così anche il monte
ore di studio che si dedica a questa parte all’interno dei corsi è rilevante; per questo motivo hanno la necessità di trovare un’aderenza tra lo studio della medicina tradizionale
cinese e la pratica del Tuina, di capire come impostare un trattamento e di come individualizzarlo rispetto alle necessità dei loro clienti, in relazione al loro bagaglio teorico.
I tuinaisti in Italia svolgono il loro lavoro generalmente al di fuori di un ambito medico, presso uno studio in cui possono ricevere i clienti singolarmente, con una frequenza settimanale, per trattamenti di una durata di circa 50 minuti. L’utenza appartiene per lo più a una fascia medio o medio-alta di istruzione e di reddito, e sceglie di farsi
trattare con il Tuina per migliorare il proprio stato di benessere. In questa prospettiva
di benessere, il cliente mostra di preferire un trattamento rispettoso della propria sensibilità e non correla, come avviene in Cina, la forza del trattamento alla sua efficacia.
In genere il lavoro degli operatori non è così intenso come in Cina e quindi consideriamo maggiormente utile una pratica di Qigong4 mirata all’uso dello Yi (intenzione)
per il loro benessere e il buon livello della pratica stessa.
Per questi motivi, a nostro avviso, le modalità di insegnamento del Tuina devono essere adattate al contesto formativo e lavorativo italiano e alla nostra necessità di comprendere il modo in cui il Tuina può essere utilizzato in Italia come pratica di riequilibrio energetico.
DEFINIZIONE DEL PROFILO PROFESSIONALE DELL’OPERATORE NON SANITARIO
Come già detto nel capitolo XXXX, attualmente il Tuina in Italia è praticato principalmente da tre categorie di operatori: i medici, i fisioterapisti e gli studenti delle varie
scuole e corsi specifici di Tuina. Mentre per le prime due categorie il profilo professionale è ben definito, per gli operatori non sanitari, vista la mancanza ad oggi di una legge che disciplini il settore, possiamo soltanto riportare il profilo professionale indicato
dall’Associazione nazionale di categoria di riferimento OTTO, Operatori Tuina/Qigong e Tecniche Orientali.
Di seguito un estratto del regolamento5 in cui si definisce il profilo professionale
dell’operatore Tuina-Qigong, altre informazioni sul sito www.ottoitalia.org:
“L’operatore Tuina-Qigong è l’operatore che, in possesso di diploma di formazione professionale, opera autonomamente o in collaborazione con altre figure professionali applicando le
tecniche della tradizione cinese Tuina e Qigong, per migliorare la qualità della vita, incrementare la vitalità, allentare lo stress, suggerire stili di vita più sani.
A tal fine l’operatore Tuina-Qigong:
4. Si veda il capitolo Tuina e Qigong.
5. Si veda anche il codice deontologico di OTTO in appendice nel paragrafo “Definizione Tuina e
tecniche complementari”.
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Introduzione
Usa tecniche manuali Tuina con o senza l’ausilio degli strumenti tradizionali come: coppette di vari materiali con o senza magneti, martelletto (di diversi materiali) o bastoncini di legno,
martelletto fior di prugna, strumento idoneo allo sfregamento superficiale “Guasha”, moxa ed
altri strumenti non perforanti comunemente usati come ausilio alla tecnica. Opera anche attraverso l’interposizione di semi di vaccaria o altri semi, sferette o piccoli magneti per la stimolazione dei punti energetici.
Insegna al cliente automassaggi ed autostimolazione dei punti energetici
Insegna tecniche di movimento dolce, respirazione e meditazione (Qigong) per coadiuvare
l’effetto dei suoi trattamenti.
Consiglia sullo stile di vita e sulla dietetica secondo i principi della tradizione cinese.
Gli operatori di Tuina e gli insegnanti di Qigong che vogliono essere accreditati in OTTO come
soci professionisti sono ammessi con le procure indicate sul sito, accettano il codice deontologico ed i principi culturali dell’associazione. Sono inoltre obbligati all’aggiornamento professionale e passibili di sanzioni della commissione disciplinare nel caso in cui si verifichino comportamenti non in linea con l’etica di OTTO.”