speciale natale

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speciale natale
EURO 2,00
MonzaClub30
7-12-2007
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editoriale
A Monza, Natale è bello
di Toni Liguori
In questi giorni di festa, Monza è davvero bellissima. Saranno le
luminarie, saranno le vetrine sapientemente addobbate e ricche di
prodotti d'ogni genere, sarà il clima natalizio che si respira, o la
gente che pare più incline a parlare: insomma, la città sembra
riscoprire i luoghi dell'abitare e i rapporti di prossimità, per il
confronto e il dialogo di chi ci vive accanto, una sorta di antidoto
all'individualismo e all'isolamento, oltre che l'occasione per
animare i quartieri e riscoprire le bellezze di certe strade e di certi
palazzi. Natale, naturalmente, è anche tempo di regali: regali per
le persone che ci sono più care, per quelle con le quali condividiamo
i momenti più importanti della nostra vita o che più
semplicemente ci hanno dimostrato affetto e simpatia.
Un bellissimo regalo di Natale, ad esempio, l'ha fatto ai suoi
cittadini il Consiglio Comunale di Monza, che è riuscito a sbloccare
una situazione diventata ormai insostenibile votando all'unanimità
il nuovo PGT. E' una decisione epocale, un segnale preciso dei
tempi che cambiano e che conferma la volontà di chi ci amministra
di traghettare la città dall'immobilismo degli ultimi anni in un
futuro degno del nome che porta. Anche noi abbiamo voluto
regalarvi qualche pagina in più, veramente speciale, da leggere in
relax, nell'intimità della vostra casa. In esse troverete un simpatico
servizio dedicato allo shopping nelle vie di Monza. Le nostre
modelle Laura e Maria vi introdurranno nei negozi più belli della
città e vi aiuteranno a scegliere il regalo che fa per voi. Inoltre
abbiamo curiosato nelle cucine dei sette ristoranti più rinomati
della Brianza in cerca di consigli e menu ai quali potrete ispirarvi
se avete l'abitudine di cucinare in casa durante i giorni di festa. Per
quanto riguarda i vini, leggete l'intervista di Marcello Meregalli:
nella sua enoteca, famosa in tutto il mondo, potrete trovare le
marche più note e abbinarle ai piatti del pranzo di Natale e del
cenone di Capodanno. Oltre che a stupire i vostri ospiti per la
vostra cultura enologica, brinderete con loro con vini di grande
qualità. Questo numero, naturalmente, dedica ampio spazio anche
alla vostra città, ai fatti che succedono, alle persone che con il loro
lavoro e con le loro attività sociali si impegnano ogni giorno a
costruire qualcosa di valido per tutta la comunità.
E' incredibile quanta gente abbiamo incontrato che si occupa di
volontariato. Ogni giorno veniamo a conoscenza di situazioni
davvero tristi e penose, ai limiti della realtà, visto che viviamo in
un mondo ricco e super tecnologico dove la vita dell'uomo,
soprattutto quella dei bambini e degli anziani, dovrebbe essere una
vita felice e serena, senza brutte malattie che non guariscono mai,
senza progetti irrealizzabili, senza neppure un filo di speranza per
un futuro più decente. Eppure, ogni volta che ci addentriamo nel
profondo del vivere quotidiano scopriamo l'altra faccia della
medaglia, la parte più nascosta del dolore e della sofferenza umana
che, in una società edonistica come la nostra, molti fanno finta di
non vedere perché turberebbe troppo le loro coscienze. Per fortuna,
come abbiamo accennato prima, c'è molta gente che non gira la
testa dall'altra parte e non si tira indietro davanti alla possibilità
di dare una mano a chi soffre e, anzi, si prodiga come può per
offrire il suo aiuto, sempre disinteressato e spesso riservato, per
fare vivere un po' meglio quelli meno fortunati.
L'intervista a Luca Pancirolli, che
compare in questo numero, è uno degli
esempi più lampanti della generosità dei
monzesi e della loro predisposizione verso
il prossimo. L'associazione Friends,
insieme per un sorriso, da lui fondata
sette anni fa con i suoi amici più cari, si
occupa incessantemente dei bambini
affetti da leucemia ed è una delle
numerosissime realtà che operano sul
territorio a favore di chi soffre e di cui tutti
dovremmo andarne fieri. In questo
numero, presentiamo anche un'intervista
al vice sindaco Dario Allevi che ci ha
assicurato il suo massimo impegno per la
realizzazione di un sogno al quale tiene
moltissimo: una Cittadella dello Sport
polifunzionale e modernissima, da
destinare agli sport cosiddetti “minori” ma
che, in verità, richiamano l'attenzione di
migliaia di giovani desiderosi di
intraprendere un'attività sportiva senza
sobbarcarsi disagi infiniti. Come quelli che
devono sopportare ogni giorno le ragazze
del Monza Rugby, che militano in serie
A, e che per competere con le altre
squadre, certamente più ricche e
blasonate, devono pagare di tasca propria
anche le trasferte fuori casa. Monza Club
di dicembre, come sempre, contiene una
serie di servizi dedicati alla cronaca,
all'arte, ai viaggi e alla cultura: insomma,
un numero ricco di articoli curiosi ed
interessanti, scritti da giovanissimi
collaboratori e corredati da splendide foto.
Siamo certi che vi terrà compagnia in
questi giorni di festa, magari facendovi
riflettere un po' di più su alcuni argomenti
che rispecchiano fedelmente la vita di ogni
giorno ed offrono un'ulteriore occasione per
farvi conoscere meglio la realtà di Monza e
le storie dei suoi cittadini migliori.
A tutti quelli che ci leggono, ma anche a
quelli che speriamo ci leggeranno in un
prossimo futuro, auguriamo un felice
Natale e un bellissimo 2008 ricco di novità
e di buona salute!
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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Mensile di cultura, sport,
attualità, arte e informazione
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Paola Vanni
Direttore Responsabile
Toni Liguori
Redazione:
Francesco Andegari, Chiara Bramati,
Giancarlo Broggi, Matteo Delbue,
Francesco Liguori, Elisa Gali,
Laura Marinaro, Marina Shafik,
Fabio Vicamini, Roberto Zani
Segreteria di redazione
Chiara Bramati
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Progetto grafico e Art direction
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Sommario
1-
Editoriale
4468-
Social
10 12 -
16 18 20 28 32 -
2
Monza Club - Anno 6 - n. 30
Il personaggio
Valentino Rossi trionfa a Monza
Impegno e solidarietà
34 -
Tanti amici in memoria di Peppi Cereda in aiuto dei bambini
del “Mamma Rita”
Pancirolli & Friends: un sorriso per cambiare il Mondo
42 -
Dario Allevi: “lo sport che vorrei”
Massimo Ponzoni: il mondo è dei giovani
38 46 50 -
Ritratti dal vivo
History
Meregalli: l’importante non è bere molto ma molto bene
Monzesi nel Mondo
Francesca e Ruggero Montrasio: il cuore a Monza,
gli occhi a New York
Fashion & Design
54 -
Urban Life
Francesco Iannone e Serena Tellini:...e luce fu su
Piazza Duomo di Monza
59 - Speciale Natale
Il pranzo di Natale, il Cenone di Capodanno e tanti,
tantissimi regali...
68 - Cover Story
81 86 -
Periodico registrato presso il Tribunale di
Milano al n. 242 - Registro stampa periodica
Il pensiero di Monza vola nel cuore dell’Africa
“The Italian Job” fa tappa in Villa Reale
Arte, musica e teatro per dire no all’uso delle droghe e ai
comportamenti irresponsabili
Telemobility e Turistech: all’Autodromo di Monza un binomio
proveniente dal futuro
Due splendide attrici impegnate a salvare gli affreschi della
Monaca di Monza
MONZA IN GIALLO:
Omicidio o sucidio?: deciderà il Tribunale
Rinasce la tradizione del cappello monzese doc
Museo del Duomo: una perla in uno scrigno
I protagonisti
in copertina:
Maria e Laura
Foto Marco Brioschi
Fotografie:
Foto Torchio, Marco Brioschi,
Fabio Vicamini, Fabrizio Radaelli,
Marco Lodica, Susy Blu
A Monza Natale è bello
87 -
Shopping a Monza
Vetrine & Vetrine
Foto Torchio - Meeting - Divertilandia - Bergomi - Briancar
La foto del mese
Il racconto del mese
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Pagina 3
La pagina del consulente
89 -
Il consulente legale - il consulente assicurativo - il consulente del
lavoro
Passioni
92 95 96 -
Sport in rosa
Che ragazze! Quelle del ragby Monza
Sport
Monza Brianza alla riscossa
Travel
Sulle strade di San Francisco
Tempo libero
102 - Arte & Cultura
104 107 108 -
20
Brianza da Explor-Art
Un grande Shafik a Palazzo Forti di Verona
In ricordo di Giacinto Facchetti
Designdolls: il design italiano per l’UNICEF
100 - Eventi
111 - L’oroscopo
112 - Block Notes
Il Libro - il CD
20
4
38
112 - Dove & Come
Indirizzi utili
Natale a Monza
46
54
Servizio Speciale a pag. 68
12
34
28
42
50
92
104
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Social
Il pensiero di
Monza vola nel
cuore dell'Africa
di Chiara Bramati - foto di Marco Brioschi
Lo spettacolo dei comici di Zelig
Ale & Franz, presentato da
Federico Basso e con la
partecipazione di Gigi Rock, ha
suscitato così tanti consensi che i
biglietti erano esauriti già dai
primi giorni di prevendita e il
Teatro Manzoni, la sera del 10
novembre scorso, era pieno
all'inverosimile.
Per aumentare i posti a sedere , i più
piccoli hanno assistito alla serata
direttamente dal palcoscenico a stretto
contatto con gli artisti.
4
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social
In attesa che lo spettacolo cominciasse, sul palco
del teatro venivno proiettate le foto raccolte in
Mali durante anni di impegno dall'associazione
AfricaBougou.
L'associazione, nata nel 2006 per volontà di un
gruppo di persone impegnate da anni in progetti di
sviluppo in Africa occidentale, ha già realizzato
diverse iniziative nella Repubblica del Mali,
concentrando i propri sfrorzi nelle realtà rurali dei
villaggi della savana. Il nome dell'associazione,
infatti, nella lingua più diffusa del Mali significa
“villaggio di capanne” e i volontari basano il
proprio intervento sia sulle diverse competenze
tecniche e professionali di ciascuno di loro che sul
coinvolgimento delle popolazioni dei diversi
villaggi attraverso la creazione di comitati di
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rappresentanza dei diversi gruppi sociali.
Le aree di intervento sono principalmente tre,
l'attenzione alla risorsa acqua, la sanità e
l'istruzione e proprio per quest'ultima è stato
organizzato lo spettacolo al teatro Manzoni. I fondi
raccolti serviranno per
finanziare un nuovo progetto dell'Associazione; la
costruzione di una scuola nel villaggio di
Djinindjebougou che permetterà di seguire i circa
cento bambini dei quattro villaggi vicini durante i
sei anni di scuola primaria.
A fine spettacolo gli artisti, che per la serata non
hanno percepito alcun compenso, hanno salutato il
pubblico con le parole…..”Mi raccomando, una
mano sul cuore e una sul portafogli!”. Visto
l'entusiasmo della folla presente in sala, siamo
certi che l'invito sarà accolto da molti.
Alcune immagini della riuscitissima
serata.
Nella foto in alto tutti i principali
protagonisti dell’evento, a partire da
sinistra: Gigi Rock, Ale, Federico Basso,
Emilio Caravatti (uno dei fondatori di
African Bougou) , Franz
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social
Social
“The Italian
Job” fa tappa in
Villa Reale
T.L. - foto di Marco Brioschi
Veramente nutrita, la serie di eventi
organizzati quest’anno da Briancar, la
concessionaria BMW di Desio. Questa
volta è toccato a “The Italian Job”, la
manifestazione itinerante a scopo
benefico che da diciassette anni raduna i
possessori di “Mini” provenienti da tutta
Europa, fare tappa in Villa Reale e
nell'avvenieristica sede di via Milano.
Sono state ben sessanta le mitiche auto inglesi convenute nell'autosalone. Da
queste, sono sceso elegantissimi uomini in smoking o in kilt, e donne
affascinanti in abito da sera che, tra un aperitivo ed uno stuzzichino, hanno
potuto ammirare la nuova, attesissima Mini Clubman, la vera festeggiata
della serata. La giornata dei partecipanti al rally benefico, in compagnia dello
staff Briancar, è iniziata nel primo pomeriggio con una visita alle nove stanze
restaurate della Villa Reale di Monza, dove le Mini coloratissime, con le
bandiere issate fuori dai finestrini, hanno calamitato l'attenzione dei
tantissimi appassionati presenti all'evento. Verso sera, tutti in marcia verso
l'autodromo per qualche giro in pista. Spazio anche per la “Mini Gp” della
famiglia Fundoni che ha preso parte alle varie prove della giornata. Poi, tutti
a cena presso il ristorante “Tribuna d'onore”, ubicato nello stesso autodromo.
Qual è sarà il prossimo appuntamento presso la Briancar? Lo sapremo presto:
Giancarlo Fundoni, il poliedrico ed eclettico titolare della famosa
concessionaria BMW, sta già studiando il programma e tra poco lo divulgherà
ai suoi affezionati e fedeli clienti.
Briancar sempre protagonista di eventi
unici e ben organizzati
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Social
Arte, musica e teatro per dire no
all’uso delle droghe e ai
comportamenti irresponsabili
Questo il filo conduttore della kermesse "Solstizio d'inverno"
organizzata dall'assessorato alle Politiche Giovanili al Binario 7 fino
al 15 dicembre
di Laura Marinaro - foto Marco Brioschi
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Usare l'arte per dire no all'alcolismo e alle droghe.
Questo il senso della kermesse "Solstizio
d'Inverno" che l'assessorato alle Politiche giovanili
del Comune di Monza ha promosso al Binario 7
dal 30 novembre al 15 dicembre. Un evento dei
giovani e per i giovani nel quale sono loro ad
esprimersi attraverso l'arte, la musica, il teatro e
le forme di comunicazione che il mondo giovanile
mette a disposizione di quello adulto per entrarne
in contatto. "Con questa manifestazione che,
comunque, è nata nel 2005, dalla collaborazione
tra i responsabili del gruppo di Lavoro
Intersettoriale Giovani abbiamo voluto proporre
un momento forte di aggregazione - ha spiegato
Martina Sassoli, assessore alle Politiche Giovanili
- nello stesso tempo abbiamo deciso di lanciare
una campagna di comunicazione sociale proprio
rivolta ai giovani, per l'utilizzo consapevole e
responsabile delle sostanze alcoliche".
Il programma dell'evento è ricchissimo e vede il
suo fulcro nella mostra "A Mente Aperta…
Apertamente", che è stata inaugurata lo scorso 30
novembre, alla presenza delle autorità cittadine.
L'argomento filo conduttore della mostra è stato
proprio il rapporto tra i giovani e le sostanze
alcoliche e stupefacenti. Si tratta di opere inedite
realizzate con tecniche diverse che in molti casi
mostrano tra luci e colori il disagio di chi è caduto
in un baratro. Una particolarità: la mostra non si
esaurirà il 15 dicembre, ma è stata abbinata alla
campagna "Adotta un Artista" che rende
itinerante il momento espositivo dell'Urban
Center. E per questo l'Assessorato alle Politiche
Giovanili ha, infatti, rivolto l'appello ai
commercianti monzesi a partecipare adottando le
opere preferite e collocandole nelle proprie vetrine
durante il periodo delle festività natalizie. Molti
hanno già risposto all'appello e quindi basterà
passeggiare ne salotto della città per accorgersi
che qualcosa è cambiato.
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I disegni e le pitture sul corpo sono invece protagoniste della mostra di Body
Painting allestita nella sala al primo piano del centro di via Turati e realizzata
dagli studenti della scuola di estetica Pbs di via porta Lodi coordinate dalle
insegnanti stesse. Gli artisti si esprimono oltre che con fotografie anche dal
vivo con i visitatori che si presteranno a fare da modelli.
"Sostanze": questo il titolo fortemente evocativo di Edo Polidori e Roberto
Pagliara che è stato proposto nel Teatro del Binario 7 lo scorso 3 dicembre.
Una piece nella quale gli attori si mettono in relazione con il pubblico
invitandoli ad entrare in una stanza piena di sostanze sconosciute e a fare
scelte sulla base di poche informazioni.
Una performance molto interessante in linea con il tema della kermesse che
ha fatto pensare i molti giovani presenti.
Un classico appuntamento quello riproposto il 5 dicembre al Teatro manzoni
da parte dei gruppi dei Centri di Aggregazione giovanile della città: sono stati
a decine infatti i ballerini e gli acrobati a sfidarsi sul palco a colpi di passi di
danza nella gara di coreografie dei Cag cittadini. Grandi applausi e successo
per tutti.
Dal 6 al 15 dicembre una vera e propria chicca: nella sala multimediale è
ospitata una interessante mostra di fumetti degli anni '70, '80 e '90. Tutti i
personaggi più amati dai giovani di allora e anche di oggi nelle strisce più
celebri degli ultimi decenni, che la Fondazione Fossati di Muggiò, proprietaria
di 500 mila opere di tutte le epoche e generi, ha messo a disposizione dei
giovani e meno giovani di Monza.
Una serata di "chiacchiere, spunti, video e…", dedicata ancora una volta al
tema delle sostanze e delle dipendenze, è quella che si terrà Martedì 11
dicembre, alle 21. Un educatore e un esperto ricercatore di tematiche giovanili
animeranno il dibattito organizzato dalla Cooperativa Meta e da Borgocometa.
Molto impegnata culturalmente la serata dei 13 dicembre dedicata all'arte e
proposta dal progetto educativo di strada Omnibus.
"I Giovani artisti incontrano i critici e la critica" : questo il tema del confronto
tra alcuni artisti che hanno partecipato alla Mostra “A mente
Aperta…Apertamente” ed alcuni critici, giornalisti ed operatori del settore per
discutere, parlare, ricevere consigli, confrontarsi e crescere nel duro lavoro di
"diventare adulti".
Tutti gli eventi si concluderanno il 14 e il 15 dicembre con la musica, i video e
il divertimento tipico dei giovani brianzoli.
Al caffè letterario il venerdì si terrà la serata musicale “Fili rossi” organizzata
dai Progetti di Educativa di Strada, durante la quale i gestori di alcuni locali
monzesi si collegheranno virtualmente con l'Urban Center, passando
attraverso la musica, il divertimento e l'aggregazione, in collegamento video
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Immagini dell’evento svoltosi presso Binario 7 all’Urban
Center. A destra alcune performance di Body painting dei
ragazzi della scuola di estetica PBS. Sulla sinistra due opere
della Mostra “A Mente Aperta ... Apertamente”. In alto A
partire da destra la direttrice professoressa Del Prete,
Martina Sassoli, Marco Mariani, due giovani artiste,
Gianfranco Maffè e altri giovani Body artist
con altri due locali, uno a Villasanta ed uno a
Brugherio. Grande chiusura all'insegna della
musica sabato dalle 19.30: i giovani delle
Circoscrizioni cittadine animeranno gli spazi del
Caffè Letterario in modo da intrattenere,
aggregare, e sorprendere piacevolmente la città.
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social
Social
Telemobility e Turistech:
all'Autodromo di Monza
un binomio proveniente dal
futuro
Monza è una città del tutto unica: a volte avvengono eventi di grande
spessore internazionale e culturale, ma pochi se ne accorgono e poco
se ne parla, altre volte, invece, eventi ben più modesti e di poco
significato riscontrano grande partecipazione. Avviene a Monza uno
strano passaparola che spesso svia l'attenzione da eventi di sicura
importanza.
di Roberto Zani - foto Marco Brioschi
10
E' in effetti quello che, a nostro parere, è accaduto
il 14 e15 novembre scorsi all'Autodromo di Monza.
Qui si è svolto un importante evento che univa le
più avvanzate tecnologie informatiche legate alla
mobilità, ai più importanti centri di ricerca
italiani, ai migliori operatori e alle aziende più
significative di settore.
Non un evento qualunque, quindi, ma un
importante appuntamento che ha visto coinvolti
grandi interlocutori e il fior fiore delle aziende hitech. Ma vi chiederete: cosa sono le tecnologie
informatiche legate alla mobilità? La risposta è
semplice e ognuno di noi ne ha un esempio a
portata di mano: sono tutti i servizi correlabili alla
telefonia cellulare. Video, musica on-demand, infovibilità, giochi, mobile banking, web mobile,
Un mondo di soluzioni che, se ben applicate a
prodotti e sistemi, sono capaci di migliorare, sia a
livello di costi, che di immagine e di servizio, i più
svariati settori lavorativi. Volete un esempio? Il
mondo della logistica e dei trasporti, tanto per
sceglierne uno a caso, si affida a sistemi spesso
obsoleti che, invece, tramite gli applicativi di
telemobilità potrebbero evolversi facendo
risparmiare un bel quantitativo di soldi agli
imprenditori. Basta informatizzare con formule di
telemobility il proprio sistema logistico ed ecco
che in ogni momento potremmo conoscere il
posizionamento sul territorio delle nostre merci
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(Fleet&Freight Management), eliminare tutta la
carta che le accompagna (Supply Chain Execution),
gestire più rapidamente carico e scarico e
ottimizzare la gestione degli ordini per la
preparazione dei camion in partenza
(Trasportation management), scegliere i percorsi
migliori per i nostri mezzi di trasporto per ridurre i
tempi di consegna (Field Fiorce Automation),
ottimizzare la gestione degli ordini per la
preparazione dei camion in partenza. Tanti sono gli
argomenti trattati durante questa due giorni
all'Autodromo tra stand che presentavano le novità
di settore, convegni e conferenze che hanno visto
un gran numero di relatori avvicendarsi per
descrivere il grande fermento di iniziative e
soluzioni per l'impresa, il privato e le comunità.
Di grande interesse è stato anche il convegno
Turistech Summit 2007 che ha presentato alcuni
casi di eccellenza dove tecnologie “mobile” e
turismo si sono unite in un percorso di grande
qualità. Si è parlato così di sistemi intelligenti che
riconoscono la posizione del turista e trasmettono
al suo cellulare tutte le informazioni che gli
occorrono per conoscere il territorio in cui si trova,
con le sue strutture di ospitalità, artistiche e
ricettive. Si è discusso del turismo virtuale su
Second Life e poi, ancora, si sono fatti esempi di
eventi turistici che hanno raggiunto il top delle
performance, come ha affermato l’assessore per i
A lato
un’immagine
degli stand dove
gli intervenuti
hanno potuto
conoscere molti
prodotti
innovativi nel
settore dell’info
mobilità
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Sotto: L’intervento di Max Ramacciotti (second-key.com),
esperto di turismo in mondi virtuali e di azioni di
comunicazione su Second Life
Grandi eventi del Comune di Como, Sergio Gaddi,
è avvenuto per il caso di Villa Olmo e delle sue
Mostre artistiche di grande successo di visite,
ideate e sviluppate dal Comune stesso. La cornice
dell'Autodromo, infine, ha permesso lo sviluppo di
incontri B2B con a tema la telemobilità presso
stand, di aziende specializzate, appositamente
allestiti e appuntamenti diretti con specialisti e
operatori in appositi luoghi di incontro.
Un evento, quindi, molto complesso con tante
sfumature e molte possibilità per gli imprenditori
di trovare aspetti di interesse e agganci con le
proprie necessità e specifiche esigenze.
Una proposta di informazione e conoscenza che si è
ricollegata ad altre importanti e significative
iniziative che si sono svolte a Milano a “Palazzo
Affari dei Giureconsulti” nell'ambito dell'iniziativa
europea “Innovation Circus”, oppure a Lugano
durante il “Communication Forum 2006” o ancora
a Como nella cornice di Villa Erba lo scorso 19
maggio.
Sopra: Sergio Gaddi, assessore alla
Cultura, Grandi Mostre, Biblioteca e
Musei del Comune di Como, è
intervenuto sul potere delle grandi
mostre di attirare grandi afflussi
turistici e rilanciare economicamente
un territorio
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Social
Due splendide attrici
impegnate a salvare gli
affreschi della monaca
di Monza
di Laura Marinaro - foto Fabrizio Radaelli
Il Comitato per il recupero degli affreschi di San
Maurizio in attesa della visita di Claudia Cardinale e
Giovanna Mezzogiorno
Claudia
Cardinale e
Giovanna
Mezzogiorno, due
gran belle
monache di
Monza nella
fiction
cinematografica,
appoggeranno
l’iniziativa del
Comitato per il
recupero degli
affreschi di San
Maurizio
12
Una serie di affreschi del barocchetto lombardo
completamente distrutti dalle infiltrazioni di
umidità, oltre ad altri tesori architettonici, ma
soprattutto un tesoro di memorie letterarie e
storiche che rendono Monza famosa nel mondo. La
chiesetta di San Maurizio, la stessa dove Virginia
De Leyva, la celeberrima manzoniana monaca di
Monza, pregava, è un tesoro da salvare. Per
restaurare i suoi affreschi e restituire il
monumento alla città e al mondo si è mossa
l'attrice Claudia Cardinale, ambasciatrice
dell'Unesco, la Regione Lombardia e soprattutto
un comitato di cittadini nato per il recupero di
Monza Club - Anno 6 - n. 30
quegli affreschi. Sono proprio i fautori del Comitato
che il prossimo 16 dicembre, in occasione del
Natale, stanno organizzando un concerto di musica
classica benefico all'interno della Chiesa. Ma i loro
progetti sono molto più ambiziosi. "L'idea è quella
di coinvolgere nel nostro progetto anche personaggi
famosi del mondo della cultura e dello sport che
amano la nostra città e la storia della monaca - ha
spiegato Ettore Radice, presidente del comitato - e
proprio per questo abbiamo lanciato un appello a
Giovanna Mezzogiorno, l'attrice che ha interpretato
la monaca di Monza per la Rai, perché venga qui a
recitare nella chiesa...per ora è un sogno ma
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social
In basso un’immagine delle condizioni
di degrado degli affreschi e la statua di
una monaca di Monza
speriamo possa diventare realtà". Fino ad oggi il Comitato ha organizzato
numerosi eventi culturali di rilievo ai quali ha partecipato con entusiasmo la
città. Ma i soldi raccolti fino ad oggi non bastano. "La gente vuole che questo
gioiello rinasca - ha aggiunto Radice - e fortunatamente molti personaggi
importanti ce lo hanno confermato". Tra questi Massimo Zanello, assessore
alla cultura della Regione Lombardia che ha visitato la chiesa la scorsa estate.
"Ci impegniamo a finanziare il restauro degli affreschi perché vogliamo
inserire questo tesoro negli itinerari manzoniani in Lombardia - ha detto
Zanello - “Non si può permettere un degrado simile nella città famosa in tutto
il mondo per la figura della Monaca di Monza”. L'iter dei finanziamenti può
finalmente essere avviato anche perché è stato appena completato il progetto
finale di restauro che da anni era allo studio degli specialisti collaboratori
dell'ingegner Franco Gaiani, mecenate della Fondazione del Duomo,
proprietaria della chiesa della monaca. Il progetto dovrebbe costare 250 mila
euro. Sembrano tanti, ma, la Regione ha assicurato di stanziarli. Guardandola
oggi dall'esterno è difficile immaginare come fosse la Chiesa e la vita del
convento all'epoca di Virginia de Leyva. I palazzi degli anni sessanta che sono
sorti a ridosso della chiesa e che la stringono davanti ad un piccolo slargo,
allontanano la mente dal passato. Ma quando si entra, la luce soffusa che
penetra dalle vetrate e si proietta sugli affreschi, riporta al tempo lontano
della tragedia della "Signora". Nel 1884 la chiesa fu abbattuta, secondo le
cronache del tempo, per allargare Via Vittorio Emanuele, ma, in realtà forse
languiva nell'animo dei monzesi il "desiderio" di demolire questo monumento
raro e prezioso, dato che questa chiesa celava tristi memorie legate alla storia
della Monaca di Monza. Dove oggi sorge il palazzo moderno sorgeva la casa di
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Le condizioni dgli affreschi peggiorano di anno in anno. Un intervento per il loro recupero è un’azione
assolutamente necessaria e da realizzarsi il più presto possibile.
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Giovanni Paolo Osio, l'Egidio manzoniano con il
quale la Signora ebbe una lunga relazione
pericolosa che sfociò in un'immane tragedia per
entrambi. Sulla piazzetta di San Maurizio, o
qualche passo più in là lungo via Arena, sembra vi
fosse il negozio dello "speziale" o "aromatario"
Rainerio Roncino, ucciso con una "archibuggiata"
da Camillo detto il Rosso, sicario dell'Osio, nella
sua farmacia. La farmacia serviva anche il
monastero per cui il Roncino era venuto a
conoscenza della tresca tra l'Osio e la monaca e ne
informava le autorità. Sempre qui, già in
precedenza, non si sa se per uccidere o intimorire,
lo sgherro aveva sparato al farmacista che, però,
non fu colpito.
Allora il curato della chiesa di San Maurizio era
quel don Paolo Arrigone che partecipava a incontri
amorosi con suor Candida Colomba nel monastero,
che aveva provato anche con suor Virginia, ma
Monza Club - Anno 6 - n. 30
senza risultato e che, di fatto, era complice di Osio
di cui nascondeva e favoriva i comportamenti,
anche se non sembrò che avesse a che fare
direttamente coi tre omicidi. L'amicizia e
frequentazione erano tali, come appare dagli atti,
che una porticina connetteva il giardino dell'Osio a
quello del Curato dietro la chiesa di San Maurizio.
Se la cavò con una condanna di tre anni a remare
su una "triremi" e poi fu bandito da Monza per
almeno 15 miglia. A morte finirono gli altri (che
erano fuggiti e ricercati) e recluse a vita le suore.
Di queste una morì e l'altra, la Signora, venne
liberata dopo tanti anni, quando fu trasferita in
una casa per il recupero delle meretrici.
MonzaClub30
7-12-2007
16:10
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social
LA STORIA ARCHIETTONICA DELLA CHIESA
La chiesa di S.Maurizio sorge sul luogo del monastero di Santa
Margherita, fondato dagli Umiliati nel XIII secolo con il nome di "Puteo
Vaghetto": inizialmente misto, dalla fine del Trecento è occupato da una
comunità soltanto femminile, che con il tempo assorbe altre comunità
umiliate monzesi. Nel 1469 una nuova chiesa dedicata alle Sante
Margherita e Caterina sorge al posto dell'oratorio medievale. Nel
Cinquecento, per volere dell'arcivescovo Carlo Borromeo, entrano a far
parte della comunità anche le monache di S.Maria Maddalena in Monza,
e vi rimangano sino alla morte del santo. Il monastero deriva la sua
fama dalla vicenda della monaca di Monza, narrata dal Manzoni nei
Promessi Sposi. Marianna de Leyva, nata a Milano in Palazzo Marino, a
14 anni è rinchiusa nel convento di S.Margherita e a 16 diventa
monaca benedettina con il nome di battesimo della madre, Virginia
Maria. Nel 1597 incontra per la prima volta Gian Paolo Osio (l'Egidio
manzoniano), la relazione dura dieci anni e si conclude nel 1608 con la
condanna a morte dell'Osio e la reclusione di suor Virginia, per tredici
anni, nel ritiro delle prostitute pentite di Milano, dove muore nel 1652.
La chiesa, agli inizi del XVIII secolo, è in condizioni tanto precarie che,
nel 1736, si rende necessario un rifacimento totale, forse conservando
soltanto i muri perimetrali dell'edificio quattrocentesco. Il 18 luglio 1738
i lavori sono ultimati e l'arciprete di Monza, Giuseppe Antonio Vicini,
concede l'autorizzazione alla benedizione.
Nel 1785, dopo la soppressione del monastero e la sconsacrazione della
chiesa, gli immobili subiscono vari passaggi di proprietà con diverse
destinazioni. Nel 1875 gli edifici conventuali a meridione sono venduti
alle suore Preziosine, che vi risiedono tuttora, successivamente il
chiostro a settentrione viene abbattuto e nel 1956 il condominio che
sorge accanto all'antico portichetto d'ingresso cancella le ultime
vestigia. La chiesa invece è acquistata nel 1881 dal Duomo di Monza,
che vi trasferisce il titolo dell'antica S.Maurizio, destinata alla
distruzione per l'ampliamento della via
Ferdinandea (oggi Vittorio Emanuele). Facciata
e rilievi costituiscono l'episodio conclusivo
della ricostruzione settecentesca, rispondono
ai caratteri del barocchetto lombardo e sono
attribuiti all'architetto Giacomo Quadrio.
L'interno del tempio è ad aula unica, con due
altari laterali realizzati in occasione della
ripresa ottocentesca del culto: quello di
sinistra è dedicato alla Madonna e la pala è un
affresco quattrocentesco staccato dalla chiesa
distrutta di S.Maurizio, quello di destra a S.
Margherita.
Gli autori dei dipinti delle prime tre campate
sono: Carlo Innocenzo Carloni impegnato,
nello stesso periodo, ad affrescare le navate
laterali del Duomo di Monza. Anche le
architetture a monocromo e i fregi dorati dei
quadraturisti ci rimandano a un lavoro da egli
eseguito in Duomo, nella Cappella del Corpus
Domini, nel 1742. Le pitture dalla quarta alla
sesta campata sono attribuite a Francesco
Antonio Bonacina, figura minore del
barocchetto lombardo. Degno di nota è
l'organo settecentesco a mantice, sulla parete
della controfacciata. All'esterno, a sinistra,
sopravvive il portico di ingresso del convento
con la buca per la ruota.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30
7-12-2007
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MONZA IN GIALLO
le pagine nere di Monza
Omicidio o
suicidio?
Lo stabilirà il
tribunale
Un anno dopo la morte di Lorena Radice
A un anno dalla morte di Lorena Radice
ancora dubbi sulla responsabilità del
marito
di Laura Marinaro
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E' il 26 dicembre del 2006. Un bambino di dieci anni si sveglia e, come tutte le
mattine di festa, va in camera della mamma a chiedere se può accendere la tv
per guardare i cartoni animati. Quando apre la porta, però, fa la tragica
scoperta che segnerà tutta la sua vita. Sua madre è stesa sul letto con la
vestaglia e con un sacchetto di plastica in testa legato con un elastico intorno
al collo. Il suo primo istinto, anche se è soltanto un bambino, è di strapparlo,
di cercare di salvarla. Ma non ci riesce: è morta.
Non è l'incipit di un film giallo, ma quello che veramente è accaduto un anno
fa nella villa della famiglia Radice, i noti magnati delle eliche nautiche, in via
Bettola 16. Esanime sul letto è Lorena Radice, 44 anni, erede dell'impero
costruito dal padre negli anni. La donna è sposata da 11 anni con Nazareno
Caporali, suo coetaneo, broker finanziario di origini toscane. La coppia,
separata in casa da tempo, ha due figli di 10 e 8 anni. All'inizio la scena del
decesso sembra quella di un suicidio. Anomalo per la modalità, ma un suicidio.
Almeno questo è quello che Caporali vuol far credere ai carabinieri che
arrivano in via Bettola dopo che l'allarme è stato lanciato. Ma gli investigatori
ci impiegano pochi minuti a capire che si trovano, invece, davanti ad un
omicidio camuffato da suicidio. Chi ha ucciso quella donna e perché? Il giallo
che sta tenendo in sospeso la città da un anno, inizia in quel momento.
Un delitto che rimane in parte insoluto, anche se dopo sei mesi il marito di
Lorena Radice, indagato dal primo momento per omicidio volontario, viene
arrestato. Oggi l'uomo, che continua a proclamarsi innocente, è ancora in
carcere in attesa di un giudizio che, probabilmente, inizierà a gennaio.
Ripercorriamo dall'inizio le tappe dell'inchiesta diretta dal procuratore capo
Antonio Pizzi e affidata ai sostituti procuratori Flaminio Forieri e Salvatore
Bellomo insieme ai carabinieri di Monza.
Torniamo alla giornata del 26 dicembre. Dopo i rilievi sul luogo del decesso di
Lorena Radice, Caporali viene interrogato dai magistrati. L'uomo, che sceglie
come dinfensore il principe del foro monzese, Raffaele Della Valle, ammette di
aver litigato con Lorena quella notte e di essere arrivato alle mani (non può
negarlo dato che sul collo di Lorena ci sono lividi e sul suo i graffi della
moglie). Hanno litigato sì, ma lui non l'ha uccisa. La Procura non perde tempo
e già due giorni dopo lo iscrive nel registro degli indagati per omicidio
preterintenzionale: la tesi è che nella foga della lite Nazareno si sia lasciato
andare e l'abbia soffocata con un sacchetto di plastica in testa. Poi ha
inscenato il suicidio. Ma cosa hanno in mano i carabinieri per affermare che è
stato un omicidio? Prima di tutto la posizione del cadavere sul letto: la donna
è perfettamene composta e incompatibile con la posizione di una suicida di
Monza Club - Anno 6 - n. 30
quel tipo; secondo alcuni brandelli di sacchetti di
plastica strappati sotto il letto; terzo il movente.
E sì, perché, già dopo qualche giorno, quando
l'ipotesi di omicidio preterintenzionale si trasforma
in volontario, spunta fuori un'altra donna. Sarebbe
lei, un'amante, la ragione per cui Lorena Radice, la
sera di Natale, ha aggredito verbalmente il marito
confermadogli che aveva ormai deciso di separarsi,
di lasciarlo senza un quattrino. Una decisione
drastica, come tutte quelle che l' erede dell'impero
delle eliche, prendeva ogni giorno in azienda e in
famiglia. Talmente inaspettata forse dall'ingenuo
marito che da tempo non divideva con lei il letto e
che aveva trovato altrove affetto, che lo avrebbe
spinto a reagire, ad aggredirla. Fino ad ucciderla,
simulando poi un suicidio con un sacchetto di
plastica in testa. A provare una relazione
extraconiugale dell'uomo sarebbero dei bigliettini
ritrovati dalla stessa Lorena in casa, forse uno
scambio di auguri un po' speciale in occasione del
Natale, tra quella donna, l'altra, e il marito. La tesi
di Caporali e del suo legale Della Valle non cambia:
era viva quando lui l'ha lasciata. Anzi la donna,
fragile e depressa, si è uccisa perché disperata al
pensiero del tradimento. Soltanto le perizie
potranno provare la verità. A quel punto, a
gennaio, quando è comparso come terzo attore
anche il legale della famiglia di Lorena Radice
interessata a stabilire la verità e ottenere la
custodia dei nipoti, si stabilisce l'incidente
probatorio. I periti delle parti si troveranno a
marzo per assumere l'incarico. Si tratta di
professori universitari: genetisti, chimici e medici
legali. Per la Procura saranno i Ris a fare le analisi
MonzaClub30
7-12-2007
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le pagine nere di Monza
sui reperti. All'inizio di febbraio un colpo di scena.
Una sera, tornando a casa, Nazareno Caporali si
schianta contro un camion in sosta a 80 all'ora su
viale Lombardia. L'auto è distrutta e lui riporta
gravi ferite agli arti: rimarrà fermo in ospedale
prima e in un centro di riabilitazione poi fino a
giugno. Un tentativo di farla finita, oppure una
disattenzione dovuta allo stress? Oppure, come
molti maligneranno, un gesto fatto per impietosire?
Non si saprà mai.
In quegli stessi giorni arriva il risultato
dell'autopsia sul cadavere della moglie: Lorena
Radice è morta per asfissia tra le 5 e le 5.30 del 26
dicembre 2006. Niente di nuovo, soprattutto per la
difesa di Caporali. La svolta in estate: il risultato
di un esperimento compiuto prima per conto del
legale della famiglia Radice, Luigi Peronetti, e poi
dai Ris offre una prova decisiva. Nel sacchetto che
era in testa a Lorena non ci sono tracce né di Dna
né di saliva: qualcuno glielo ha infilato in testa
quando lei era già morta. Qualcuno che è Caporali:
il 6 luglio mentre l'uomo è in vacanza con i figli e i
genitori all'Isola del Giglio viene arrestato e portato
in carcere a Monza. Invano il suo legale si appella
al tTribunale del Riesame per chiedere gli arresti
domiciliari. L'ordinanza di custodia cautelare
firmata dal gip Susanna Lomazzi e quella del
Tribunale del Riesame parlano chiaro: su Caporali
pesano gravi indizi di colpevolezza che aggiunti al
pericolo di reiterazione di un reato simile
all'uxoricidio nei confronti di altri familiari, e alla
MONZA IN GIALLO
personalità fredda e calcolatrice dell'uomo che non
si è mai tradito, sono compatibili con il carcere.
Oggi che Caporali è stato rinviato a giudizio
formalmente, con l’aggravante della
premeditazione, dopo aver subito un intervento
chirurgico al cuore, il suo avvocato ha chiesto di
nuovo la scarcerazione con una nuova perizia
medico legale che stabilirà la compatibilità o meno
con il carcere. "E' un uomo distrutto - continua ad
affermare Della Valle - ha perso tutto, anche la
salute e la voglia di vivere".
Carcere o no il dubbio resta, la confessione non c'è
stata. Il giallo rimane giallo: e se Lorena si fosse
davvero uccisa? Un interrogativo sospeso per
qualcuno, inesistente per altri, che avrà una
risposta solo all'inizio del processo che, a quanto
richiesto dalla difesa, potrebbe svolgersi davanti ad
una Giuria popolare. E allora tutta l'Italia avrà gli
occhi puntati su un caso passato inosservato grazie
ad una Procura molto prudente, ma che appassiona
esattamente come quello di Garlasco o di Cogne.
A lato Nazareno Caporali
Sotto: l’ingresso della villa dove abita la famiglia di
Lorena Radice
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MonzaClub30
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Social
social
Andrea Magro: rinasce la tradizione
del cappello monzese doc
La storia di un quarantenne che sta rilanciando un nuovo marchio
legato ad una tradizione antica.
di Laura Marinaro
Mangia pane e cappello sin da bambino. Suo nonno, come tanti monzesi,
lavorava in un cappellifficio e lui in casa ne possiede una trentina che possono
essere definiti piccole opere d'arte. Si chiama Andrea Magro, ha 49 anni e la
sua missione è quella di rilanciare un marchio tipico della città di Teodolinda,
come quello del cappello, che fu in auge fino al secondo dopoguerra, prima che
altre mode e altre attività lo fecessero quasi scomparire. E per farlo Andrea
Magro, oltre ad indossare sempre un copricapo, ha già creato l'associazione
culturale "El Cappell" e in collaborazione con gli industriali del Fermano,
primi in Italia oggi per la produzione di feltri di alto livello, produrrà di nuovo
ottimi copricapo monzesi.
"Fino agli anni sessanta nella nostra città più di 5 mila persone erano
impiegate nell'industria cappelliera e qui si producevano le feluche per le
Università più note di Gran Bretagna e Nordamerica, ma anche cappelli di
altissimo livello per i grandi del mondo - ha raccontato - Il copricapo, fino agli
anni 70, era un simbolo e fungeva da indicatore sociale, oltre che un capo di
eleganza notevole; con l'avvento dei cosiddetti capelloni, purtroppo, perse la
propria valenza sociale e cadde in disuso; negli ultimi anni, però, un po' per il
freddo, o semplicemente perché le mode hanno corsi e ricorsi, il cappello sia
maschile, sia femminile, è tornato di moda e molti vip o artisti lo indossano, a
cominciare dal basco militare di Vasco Rossi, a....quello da cowboy di
Madonna".
Il cappello torna di moda e quindi Monza deve ritornare ad esserne la
capitale. In cosa consiste la sua idea?
In questi anni ho lavorato molto per far tornare a parlare di cappelli e oggi il
mio sogno si sta concretizzando - ha raccontato Magro - Ho viaggiato molto e
ho scoperto nella provincia futura di Fermo un vero e proprio distretto
industriale del cappello: nelle Marche i produttori hanno sposato la mia idea e
quindi insieme a loro mi sono accordato per importare prodotti non finiti dalla
Cina, che vengono poi rifiniti in Italia con il know how monzese e con il
marchio del cappello di Monza; ho anche pensato a lanciare il progetto di un
gemellaggio tra le future province di Fermo e di Monza stessa.
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Il logo del marchio, disegnato da lui stesso, reca i simboli della città:
la Corona Ferrea, l'Autodromo e un cappello. Come potrà ricreare in
concreto il marchio e lo commercializzerà?
La mia idea è quella di recuperare i macchinari dei cappellifici monzesi ancora
esistenti e oggi in disuso - ha proseguito Magro - poi rimetterli a norma e
formare giovani monzesi al mestiere; inoltre una volta prodotti i cappelli credo
che dovremo farli girare, la comunicazione è tutto: ad esempio potremmo
venderli come gadget alle associazioni sportive dei golfisti e non solo, portarli
Monza Club - Anno 6 - n. 30
nelle nostre auto come un soprammobile e
soprattutto farli indossare agli opinion leader.
Inoltre la mia idea è quella di offrire un ottimo
prodotto ad un prezzo concorrenziale: oggi gli
stilisti producono cappelli griffati che costano
troppo e che sono un'elite si può permettere.
In realtà un ottimo cappello non deve costare oltre
50 euro.
Ci sembra una bella idea, ma un po' difficile
da realizzare.
Non credo, io sono fiducioso e ho ottenuto
rassicurazioni dallo stesso sindaco Marco Mariani
che aveva un padre cappellaio anche lui. Il primo
cittadino, infatti, ha assicurato che supporterà
tutte le attività che serviranno a promuovere il
marchio del cappello monzese, sia la creazione di
una scuola professionale, che quella di un museo
del cappello che, infine, una via da dedicare a tutti
i cappellai monzesi - ha aggiunto - ma soprattutto
stiamo progettando per l'inizio del prossimo anno
un grande convegno sull'arte del cappello monzese
nel quale inviteremo istituzioni e imprenditori sia
brianzoli sia degli altri distretti italiani del
cappello, ovvero Fermo e Alessandria dove si trova
la storica azienda di Borsalino, e la location
potrebbe essere la Villa Reale; io ci credo sul serio.
Quando parla di cappelli ad Andrea si
illuminano gli occhi. Siamo sicuri che non sia
un entusiasmo eccessivo?
Molti me lo dicono, ma in realtà i fatti mi hanno
dato ragione e il progetto al quale oggi stiamo
arrivando concretamente, fino a qualche tempo fa,
non esisteva. Ma soprattutto mi sento "caricato",
quasi avessi ricevuto un'investitura "papale" ad
andare avanti".
Cosa vuol dire?
Una volta sono stato ricevuto a casa dei Borsalino,
ad Alessandria, e mentre la padrona di casa mi
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7-12-2007
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social
raccontava dei suoi incontri con Churchill,
Humphrey Bogart e i grandi della storia che
indossavano i suoi cappelli, mi guardò e mi disse:
lei ce la farà perché ha gli stessi occhi di mio padre.
Tanto di cappello.
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MonzaClub30
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SERVIZIO SPECIALE MONZA CLUB
Social
social
di Toni Liguori foto di Marco Brioschi
Una perla in uno scrigno
Lo scrigno, naturalmente, è lo splendido Duomo di Monza fatto
erigere dalla Regina Teodolinda nel 595; la perla, che oggi lo
arricchisce di fascino e di magia, è il nuovo Museo Gaiani che dopo
un lungo lavoro durato più di dieci anni è stato inaugurato l'8
novembre scorso e che ora può essere visitato da tutti coloro che
amano l'arte nella sua concezione più alta ed espressiva.
Per l'architetto Cini Boeri, ideatrice del progetto, la
realizzazione del nuovo Museo è stata
un'avventura emozionante e irripetibile nella quale
si è impegnata con grande entusiasmo mettendo in
campo tutta la sua poliedrica professionalità che
l'ha resa famosa nel mondo
“L'attenzione di tutti noi che abbiamo lavorato sul
progetto è stata sempre viva, sempre alla ricerca
del meglio possibile, sempre vissuta da parte mia
con grande entusiasmo. Mi avvicinavo per la prima
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
volta ad un mondo che conoscevo poco, arte sacra e
i suoi simboli, ma la mia curiosità fu subito
attratta dal valore artistico di questo tesoro, che mi
veniva presentato nei suoi elementi, di volta in
volta. Ne fui incantata: un affresco della scuola di
Giotto, uno splendido polittico, arazzi millefiori,
sculture, formelle ed altro ancora che si può
ammirare lungo il percorso del Museo”.
MonzaClub30.qxp
7-12-2007
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social
Il suo “committente” è stato l'ingegner
Franco Gaiani: come commenta la sua
volontà di donare quest'opera alla città di
Monza?
“Una decisione da grande mecenate, un atto di
generosità e di amore in memoria di suo padre, ma
anche la volontà di regalare ai concittadini un
grande patrimonio artistico da tramandare ai
posteri. Lui stesso ha studiato e realizzato l'ardita
struttura del grande volume ipogeo intorno alle
fondazioni del Duomo, mentre lo spazio museale
che dovevo creare al suo interno l'ho progettato
secondo le ambientazioni più idonee ai valori da
esporre. L'ing. Gaiani e sua moglie Titti mi sono
stati accanto lungo tutto l'iter del progetto, come
pure storici ed esperti di arte sacra. Arte che
comprendeva sei secoli, dal trecento al novecento”.
A lato:
L’ingegner Gaiani
presenta lo staff
di professionisti e
il progetto del
Museo
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30
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L'illuminazione del Museo è stata ideata dal “mago” della luce Francesco
Iannone, che dopo avere realizzato l'illuminazione artistica del Circuito di
Formula 1 di Shanghai è sbarcato a Monza per seguire da vicino quello che
egli stesso definisce “…un progetto che mi è entrato nel cuore”.
Architetto Iannone, che cosa ha ispirato il suo lavoro e come è nato
questo progetto?
“Un museo nato dal concetto moderno di grande mecenatismo, uno spazio
architettonico straordinario, i sogni di una Regina dalla figura fortemente
contemporanea, un contenuto prezioso: un tesoro e di più; questo l'assunto che
sostiene il progetto di illuminazione del museo.
Le opere esposte sono illuminate in modo dinamico, la luce si muove, sparisce,
sottolinea, ingrandisce, fa emergere e scomparire. E' la prima volta che questo
succede in un museo. Certo è un caso particolare. E' la presenza di una Regina,
è la figura di San Giovanni, una Corona, oggetti preziosi ed oggetti simbolici, a
formare lo straordinario soggetto per un progetto di illuminazione che può
permettersi le ultimissime innovazioni tecnologiche e può sperimentare le nuove
frontiere della percezione umana. La realtà del tanto da noi auspicato progetto
di illuminazione “inventato” per la percezione umana e non solo per vedere.
Finalmente abbiamo potuto realizzare una luce per guardare con il cervello e,
contemporaneamente, per vedere con gli occhi”.
La persona che ha ispirato questo Museo, seguendone la nascita fino
ad oggi, è stato indubbiamente Monsignor Leopoldo Gariboldi, uomo
di grande cultura e sensibilità, arciprete del Duomo di Monza prima
dell'attuale successore, Monsignor Silvano Provasi. Così Monsignor
Gariboldi, vice preside della Fondazione Gaiani, ripercorre le tappe
più significative di questa meravigliosa avventura
“La volontà determinata dell'ingegner Franco Gaiani di vincolare la memoria
del padre ad un gesto di mecenatismo si incontrò con il mio desiderio che il
Duomo potesse raccontare i passati capitoli della sua storia con più ampiezza
di testimonianze. Iniziò così la dilatazione del “Museo e Tesoro del Duomo”,
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
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dalla piccola sezione “Filippo Serpero” alla più
vasta e superba sezione “Carlo Gaiani”. La nobiltà e
la bellezza del risultato non può essere letto solo
come frutto del felice accordo tra un generoso
mecenate e il vigile legale rappresentante del
Duomo. Il nuovo Museo ha da dire molto di più
perché esprime una armoniosa sintonia di intenti e
di cuore che ha vincolato Titti e Franco Gaiani- e
tutti coloro che essi hanno chiamato a collaborarea me, a motivo del servizio affidatomi nel 1979, di
“confermare” quella stessa fede che il Duomo
ricorda alla città di Monza con il linguaggio
dell'arte e della bellezza.
Proprio della bellezza si deve parlare. E' risaputo
che la verità, la bontà e la bellezza (o come dicono i
filosofi, il vero, il buono, il bello) sono tre
potenzialità, tre dinamismi dello spirito che
rendono possibile il dialogo, la conoscenza reciproca
e l'amore. E questo avviene anzitutto tra l'uomo e
Dio, tra lo spirito divino e lo spirito umano. Dio si
manifesta all'uomo tramite la verità, la bontà e la
bellezza; e reciprocamente l'uomo può percepire e
raggiungere Dio attraverso l'esperienza della verità,
della bontà e della bellezza. Sono i tre sentieri che,
con maggiore o minore difficoltà, l'uomo può
percorrere per salire fino a trovare Dio. Ha dunque
un “perché” profondo il fatto che l'arte che
imprigiona e libera la bellezza, si sia soprattutto
concentrata ed espressa nel tempio, negli ambiti del
Alcune immagini dell’inaugurazione del Museo del Duomo
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MonzaClub30
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MonzaClub30.qxp
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La visione mozzafiato del rosone del Duomo che, inserito in una parete di 12 metri
di altezza e illuminato in modo superlativo, riesce ad emozionare con la sua
presenza multicolore anche lo spirito più insensibile all’arte
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MonzaClub30
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social
culto, in armonia cioè col bisogno dell'uomo di
raggiungere Dio.
Il Museo e Tesoro del Duomo non vuole essere il
deposito di oggetti preziosi che richiamano la
curiosità dei turisti, ma l'aula silenziosa dove si
svolge una lezione che, mettendo in dialogo la storia
e l'arte, dica che la bellezza è una buona via per
giungere a Dio e suggerisca rispettosamente al
visitatore che per arrivare alla fede si possono
percorrere anche le vie della verità e della bontà”.
Il Museo che si sviluppa tutto nel sottosuolo va
inteso come un invito al visitatore perché riscopra e
mediti sulle radici, più o meno lontane, di
quell'eloquente messaggio che la mole del Duomo
continua a lanciare dalla sua piazza ai credenti e a
Per chi ama l’arte la visita al nuovo
Museo si tramuta in un suadente
sussegursi di emozioni generate dal
suggestivo racconto attraverso oggetti
spettacolari della storia della nostra
città. Un vero tesoro da scoprire, opera
dopo opera.
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
MonzaClub30
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MonzaClub30
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I protagonisti
Il personaggio
Valentino Rossi trionfa
al Monza Rally Show
di Toni Liguori - foto Torchio
Valentino Rossi ha vinto per il secondo
anno consecutivo il Monza Rally Show.
Ci voleva un weekend in Brianza per far
ritrovare il sorriso al “Dottore”.
Valentino, presentatosi sul circuito di
Monza per la manifestazione che ha
avuto luogo sabato 24 e domenica 25
novembre, ha dato sfoggio delle sue
straordinarie qualità di pilota al voltante
di una Ford Focus Wrc. Dopo avere
sbaragliato gli avversari nelle prime
cinque prove speciali del sabato, ha
terminato il weekend con il successo
complessivo nella giornata di
domenica, sempre con Carlo
Cassina come
navigatore.
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
Al secondo posto si è classificata la coppia Piero
Longhi e Luca Cassol (il Capitan Ventosa di
Striscia la notizia) su Subaru Impreza Wrcm,
seguita dalla coppia formata da Mirko Virag e
Domenico Pozzi alla guida di una Peugeot 307
Wrc.
Se Valentino ha ritrovato il sorriso, ha dovuto però
consolare suo padre Graziano arresosi alla bravura
degli altri concorrenti: dopo l'83° posto del sabato è
arrivato ultimo al termine del weekend passato a
bordo della sua Maserati.
“Posso dire a tutti quelli che mi gufano che a
smettere di correre non ci penso proprio - ha detto
ai microfoni di Italia 1 nel corso di 'Studio Sport' Voglio correre con le moto ancora al top e quando
smetterò avrò ancora tanti anni da fare con le
macchine. Gare come queste sono esibizioni, ma
chi vive di motori come me, vuole sempre vincere.
Avere vinto anche questa volta, mi da fiducia, vuol
dire che sono competitivo. Vado un po' meglio su
pista, ma il rally e' una passione e in futuro ci
penserò seriamente, anche se per la Formula 1
probabilmente ormai è tardi".
MonzaClub30.qxp
7-12-2007
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I protagonisti
“Voglio correre con le
moto ancora al top e
quando smetterò avrò
ancora tanti anni da fare
con le macchine. Gare
come queste sono
esibizioni,
ma chi vive di
motori
come me,
vuole sempre
vincere.”
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I protagonisti
Valentino è sempre Valentino: sorriso,
disponibilità con tutti e tanta voglia di
scherzare. Tranne in pista dove il suo
motto è: “vincere, vincere e ancora
vincere.”
Nella pagina a lato alcuni momenti
divertenti del podio dove ha fatto la
comparsa Capitan Ventosa di “Striscia
la Notizia”
Parlando dell'anno appena trascorso, il bilancio tra
Mondiale perso e problemi col fisco, non e' certo dei
migliori. "Anni come quello che ho passato servono
a crescere e a capire meglio la realtà - commenta
Rossi - Adesso sono tranquillo perchè quando faccio
cose come questa mi rilasso. Dal punto di vista
sportivo ho fiducia che tutto si risolverà in tempi
brevi. Per quanto riguarda
i cambiamenti nel mio staff, non è ancora tutto
deciso, ma sono diventato più grande e voglio
gestire le cose in modo diverso e magari con la mia
testa".
Insomma, un Valentino Rossi più in forma e più
combattivo che mai: un campione indomabile che
non si è mai arreso e che proprio qui, a Monza, sul
circuito più famoso del mondo, ha ritrovato l'affetto
e l'entusiasmo di una città che non ha mai smesso
di amarlo.
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MonzaClub30.qxp
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I protagonisti
Nelle due immagini una
scenetta divertente che ha
coinvolto Valentino Rossi e
le miss durante la
premiazione: dopo il bacio
di rito, Valentino ha
letteralmente innaffiato con
lo spumante le ragazze che
lo avevano premiato
A lato: la
macchina che,
guidata dal pilota
Longhi, si è
classificata
seconda e sulla
quale Capitan
Ventosa di
“Striscia la
Notizia” ha fatto
da secondo pilota
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SPECIALE AMICI DI
PEPI CEREDA
impegno & solidarietà
I protagonisti
Tanti amici in memoria di
Pepi Cereda in aiuto dei bimbi
del “Mamma Rita”
di Roberto Zani - foto Torchio
Pepi Cereda è stato un fotografo
ma non solo, un cameraman ma
non solo, un giornalista, ma non
solo, un commentatore sportivo e
molto di più. Amava lo sport che
seguiva per lavoro: l'automobilismo.
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Lo amava perché lo aveva visto da vicino fin da
bambino. Lo aveva guardato direttamente sulla
pista dell'Autodromo di Monza che era a due passi
da casa sua.
Ne aveva fatto una passione prima, da ragazzo,
ammirando e appassionandosi all'abilità di guida
di Jacky Ickx e poi, da professionista, registrando
e commentando per Mediaset, vittoria dopo
vittoria, la determinazione e la grinta di Michael
Schumacher: il suo ultimo grande amore sportivo.
Nella mansarda di Via Toti, dove viveva, sono
conservati i suoi ricordi che raccontano 30 anni di
corse automobilistiche: autografi, biglietti da
visita dei piloti, oggetti rari, foto di una vita
purtroppo breve ma intensa.
Chi lo conosceva da vicino racconta di lui che era
un gentiluomo, noi che lo abbiamo visto da
lontano possiamo solo testimoniare quanto affetto
lo circonda ancora oggi dopo sei anni dalla sua
morte, avvenuta improvvisamente e portandolo
via a soli 45 anni. Tanti sono gli amici che ogni
anno nella nostra città si riuniscono ad una cena
speciale ricca di ospiti e di sorprese. Con l'aiuto di
fotografi e piloti realizzano un'asta che condotta
con grande simpatia da Nige (conosciuto
personaggio Ferrari per chi frequenta il mondo
delle corse) raggiunge cifre importanti che
permettono di dare consistenti aiuti ogni anno ad
una fondazione diversa.
Quest'anno è stato raggiunto l'obiettivo di
raccogliere i fondi per regalare un mezzo di
trasporto al Centro Sociale “Mamma Rita” di
Monza che si occupa di bambini con gravi
difficoltà socio-familiari. Un Centro che esiste dal
Monza Club - Anno 6 - n. 30
In alto: la Sala del Saint Georges Premiere dove si è svolto
l’evento.
Sopra: Eugenio Falcioni che si è aggiudicato il casco di
Valentino Rossi per l’importo di 15.000 euro, devoluto
interamente all’Associazione “Mamma Rita”
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I protagonisti
1964 e che, con tanta passione e volontà, si propone
di portare un aiuto a tutti quei giovani che vivono
una condizione familiare disagiata con gravi
problemi di inserimento sociale.
La serata si è svolta presso l'elegante sede del
Saint Georges Premiere nel Parco di Monza.
Valentino Rossi, in città per affrontare il consueto
appuntamento con il Rally, è intervenuto per
contribuire al successo dell'iniziativa. Un suo casco
è stato acquistato per 15.000 euro e tanti bellissimi
scatti fotografici, messi in mostra all'Arengario
durante “Monza più” di settembre, sono stati
contesi dai presenti con rilanci di 50 euro. C'era
anche Domenicali, nuovo direttore sportivo di
Ferrari, e l'intesa di sguardi e parole con
Valentino Rossi è stata da subito evidente a
dimostrazione che, tra il campione e la squadra
corse più famosa al mondo, c'è qualcosa in più di
una semplice simpatia. Chissà come avrebbe
commentato la situazione Pepi Cereda. Forse
avrebbe fatto finta di niente, in fondo, per lui,
contavano solo i fatti e non le voci di quartiere.
All'anno prossimo Pepi.
Sopra Valentino
Rossi discute con
Guido Domenicali,
neo Direttore
Tecnico della
squadra corse
Ferrari che di
recente ha
sostituito Jan
Tod...ci saranno
progetti per il
futuro?
SPECIALE AMICI DI
PEPI CEREDA
In alto il tavolo dei giornalisti dove si distingue Guido
Meda, telecronista Mediaset dei Gran Premio di
motociclismo. Sopra Nige, che ha condotto in modo egregio
l’asta di beneficenza, facendo divertire i presenti con una
simpatia contagiosa.
A lato il padre di
Valentino Rossi
stringe la mano
alla mamma di
Pepi Cereda.
Sulla sinistra le
responsabili del
Centro “Mamma
Rita” che hanno
ricevuto la
donazione
dall’associazione
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impegno & solidarietà
I protagonisti
Pancirolli & Friends: un sorriso
per cambiare il mondo
di Toni Liguori - foto archivio Friends
A volte, basterebbe davvero un sorriso per cambiare il mondo. Lo sanno benissimo Luca
Pancirolli e i suoi amici più cari, che circa sette anni fa decisero di dare una svolta alla loro
vita e impegnarsi nel sociale per regalare ai bambini affetti di leucemia la gioia di un sorriso
e la speranza di un futuro migliore
Luca, come è nata l'Associazione Friends insieme per
un sorriso di cui lei è presidente?
Questa associazione è nata circa 7 anni fa, quando insieme ad
altri nove amici di Monza, anche loro studenti universitari,
avevamo l'abitudine di incontrarci tutti i pomeriggi nella
biblioteca di Monza.
Un giorno, siamo venuti a conoscenza che il Comitato Maria
Letizia Verga, costituito 25 anni fa per volontà di Giovanni e
Maria Luisa Verga in nome della loro bambina scomparsa a
soli quattro anni per leucemia, oltre che ad impegnarsi dal
1979 nella ricerca per combattere e sconfiggere questo
terribile male, aveva il progetto di realizzare una struttura
per accogliere le famiglie che assistevano i loro bambini.
Così, i miei amici ed io, abbiamo deciso di rimboccarci le
maniche e cercare di fare qualcosa di concreto a favore di
quell'iniziativa.
Innanzitutto, abbiamo individuato una cascina abbandonata
che sorgeva proprio davanti l'Ospedale San Gerardo. Poi, dopo
solo un anno di lavori e con l'aiuto di tantissimi sostenitori,
l'abbiamo ristrutturata a nostre spese e l'abbiamo trasformata
in un moderno e funzionale residence, studiato nei minimi
dettagli per rispondere alle necessità dei piccoli malati e dei
loro genitori. Così, il Comitato Maria Letizia Verga Onlus ha
esaudito il suo desiderio e la vecchia cascina Vallera è
diventata un luogo di accoglienza per diecine di bambini
leucemici e per le loro famiglie.
Come è grande questa struttura?
Il residence ha una disponibilità di 18 alloggi, monolocali e
bilocali, distribuiti su 3 piani per un totale di 60 letti singoli.
A questi locali si affiancano spazi di servizio, lavanderia e
stireria, e altri spazi dedicati allo svolgimento di attività
ricreative. L'edificio dispone anche di un grande terrazzo
coperto e di un cortile-giardino destinati al relax ed ai giochi
dei bambini. Gli alloggi, gli spazi comuni ed i servizi sono
arredati con componenti, materiali e colori adatti all'infanzia
ed idonei a garantire il miglior livello ambientale-medicale.
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Quindi, Friends insieme per un sorriso è nata quasi per
caso…
In un certo senso, sì. La nostra associazione, che io amo
definire Onlus di diritto, si occupa di tutte le attività che si
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svolgono all'interno della cascina Vallera che oggi, com'è giusto
che sia, è chiamata Residence Maria Letizia Verga.
Che età hanno i bambini che frequentano il residence e
a che punto del loro percorso arrivano da voi?
Variano dall'anno e mezzo ai 16/17 anni e li accogliamo in ogni
fase della malattia. Sono bambini che hanno appena subito un
trapianto o che sono in pieno trattamento terapeutico che li
costringe a fare avanti indietro dall'ospedale San Gerardo dove,
nel 2003, il Comitato Maria Teresa Verga ha inaugurato un
sofisticato e modernissimo laboratorio di analisi microcellulare.
Un altro grande progetto del Comitato è la realizzazione di una
clinica dedicata alla mamma, un nuovo polo di eccellenza dai -9
mesi ai 14 anni. E' un progetto immenso, portato avanti da due
anni per cui si stanno raccogliendo i fondi e per il quale è
prevista una spesa di 150 milioni di euro.
Voi comunque continuate per la vostra strada…
Si, noi ci dedichiamo principalmente alla cascina Vallera ed ai
bambini che temporaneamente alloggiano in questa struttura.
Quando è nata l'idea della vostra Associazione, si
ricorda la motivazione principale che vi ha spinto a
renderla un progetto concreto? Perché i bambini? In
fondo eravate giovani e non eravate ancora genitori…
L'obbiettivo era quello di regalare un sorriso a chi era meno
fortunato di noi. Ed erano quei bambini che non possono vivere
come noi. Da qui il legame bambino-sorriso: volevamo far
sorridere chi non può farlo.
La leucemia, si sa, è una malattia terribile e anche se la
ricerca sta facendo grandi progressi sono ancora tanti
quelli che soffrono, specialmente i bambini. Secondo lei
a che punto siamo in Italia e nel mondo?
Chiaramente, non essendo un tecnico, posso solo raccontarle
qual è la sensazione che ho maturato durante gli anni trascorsi
a contatto con i bambini. Quando anche un solo bambino
guarisce e può lasciare la Cascina è una festa, una gioia
infinita come se ci fosse una nuova nascita. Quando invece si
viene a sapere che qualcuno non ce la farà a sopravvivere è un
dolore straziante per tutti. Penso che siamo ad un 70%, c'è
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I protagonisti
ancora moltissimo da fare…
Ci sono anche i bambini malati terminali da
voi?
Si, anche se si tende a farli tornare a casa. I medici
sanno quali sono quelli che non hanno più la
speranza di sopravvivere e in quel caso li
dimettono dall'ospedale anche perché sono gli
stessi genitori a volerlo.
a volte li libera dall'angoscia e dalla disperazione
che li attanagliano. I miei amici, tutti gli operatori
della struttura ed io, parliamo molto con quei
genitori e cerchiamo di sostenerli per alleviare il
loro disagio e alimentare la speranza che, anche
nei casi più gravi, è sempre l'ultima a morire.
Sopra: i bambini
aiutati dall’iniziativa
di Friends. Sotto
Friends alla
Maratona di
New York
I genitori, in fondo, sono anch'essi vittime di
queste tragedie e immagino che, quando
arrivano nella vostra struttura in compagnia
dei loro bambini, abbia inizio, anche per loro,
un percorso che alterna la speranza alla
rassegnazione, la disperazione alla fiducia di
potere uscire da quel calvario e di regalare ai
propri figli la prospettiva di una vita
migliore. Che rapporto ha con loro? Come
vedono la sua Associazione?
Durante questi anni il mio atteggiamento è molto
cambiato, sia nei confronti dei bambini che dei loro
genitori. Le persone che accedono a questa
struttura non sono benestanti, hanno poche
possibilità economiche e pagano una cifra
modestissima che, in alcuni casi, è compensata da
un assegno sociale.
Ho scoperto che molti cercano in noi un confronto
per parlare della loro esperienza, per condividere
con gli altri genitori momenti di vita
apparentemente “normali” con altri in cui la
disperazione e lo sconforto hanno il sopravvento.
Vedere il loro bambini soffrire in quel modo,
assistere al decorso della malattia misurando
anche i soffi del loro cuore, scrutando ogni battito
di ciglia come se fossero segnali impercettibili che
soltanto loro possono interpretare, crea una specie
di simbiosi che li accumuna agli altri e li sostiene,
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I protagonisti
I suoi amici sono sempre quelli con i quali ha
fondato l'Associazione?
Sì, sono sempre gli stessi, anche se oggi le persone
che ci seguono e che fanno parte dell'Associazione
sono molte di più: all'inizio eravamo in dieci, quelli
che ancora adesso mandano avanti
l'organizzazione, ma i volontari sono diventati
quaranta.
Avete intenzione di allargarvi?
Noi siamo pronti ad accogliere a braccia aperte
tutti coloro che vogliono darci una mano. Ci sono
tante cose da fare, tante iniziative da sviluppare,
tanti progetti da realizzare… L'importante è che
tutte le iniziative che si prendono non finiscano
con la scia dell'entusiasmo: non devono essere
fuochi di paglia che si spengono al primo colpo di
vento. Meglio fare poco ma che sia duraturo nel
tempo.
Nella nostra piccola realtà è essenziale l'aiuto dello
Stato, mi riferisco al famoso 5 o 8 per mille. Sono
contributi importanti per iniziative come le nostre
che vivono essenzialmente dell'aiuto dei privati.
Sopra: il gruppo di Friends a Bormio per l’ormai
tradizionale gara di sci, occasione per far conoscere e
trasmettere i valori dell’associazione e i suoi obiettivi in
favore dei bambini leucemici
Che cosa organizzerete per il prossimo Natale? Qual è il programma
dei prossimi mesi?
A Natale organizzeremo la classica festa di Babbo Natale, sempre
apprezzatissima dai bambini, durante la quale distribuiremo i regali. Poi
riproporremo la festa dei Cow-boys che l'anno scorso ha ottenuto un
grandissimo successo: arriverà un piccolo pony all'interno della cascina e i
bambini potranno montarlo vestiti da cow-boys.
Riproporremo anche un giro su una macchina da corsa: mio cugino, campione
italiano di rally, arriverà con una macchina da competizione e i bambini
sogneranno di essere dei veri e propri piloti.
Poi, organizzeremo un mini raduno di Harley Davidson e tante altre cose
ancora che per noi possono sembrare normali ma che per quei bambini sono
fuori dal comune.
Il programma per il 2008 è molto intenso e culminerà, a Carnevale, con la gara
di sci che si terrà a Bormio. Per noi, è un appuntamento importantissimo dove
chiaramente i bambini non potranno intervenire ma dove cercheremo di
avvicinare i “grandi” al mondo del volontariato e, in particolare, alla nostra
associazione. Sarà un week-end dedicato a fare conoscere questa malattia ai
nostri coetanei, un momento di sano relax e di allegria al centro del quale,
naturalmente, ci saranno sempre i bambini di Friends insieme per un sorriso,
le loro storie, le loro sofferenze, le loro speranze.
Riuscite a coinvolgere qualcuno che non sia della Brianza? Avete
anche amici fuori dal territorio?
La nostra opera, oggi, è prevalentemente focalizzata su Monza. Molti, anche
da fuori, mi chiamano perché vengono a sapere della nostra attività. E' un
indotto casuale, ma noi non abbiamo però la forza per espanderci anche se la
volontà non ci manca. Il nostro desiderio è di allargarci, di fare di più.
Contiamo sul passaparola, sulle persone che entrano in contatto con questi
ragazzi e maturano poi la decisione di ritornare.
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Lei è ancora molto giovane, è un professionista affermato, è in attesa
del primo figlio, ed immagino che la sua vita sia superimpegnata come
la vita di tutte le persone che sanno quello che vogliono ed hanno dei
traguardi precisi da raggiungere. Eppure, almeno come la vedo io, lei
non rappresenta per niente lo stereotipo del manager efficientissimo e
moderno, del giovane “rampante” alla spasmodica ricerca del
successo e dell'affermazione sociale. Forse la domanda le sembrerà
Monza Club - Anno 6 - n. 30
banale, ma posso chiederle come trova il
tempo per dedicarsi alla sua Associazione che
ha lo scopo principale di regalare un sorriso
ai bambini malati di leucemia? Quali sono le
motivazioni principali che la spingono a
prodigarsi per gli altri?
In effetti, la sua domanda mi sembra un po' banale
anche se, immagino, lei me la pone perché vorrebbe
una risposta in grado di sfatare l'immagine che
molti hanno dei giovani moderni e delle loro
abitudini di vita…Per quanto mi riguarda, io mi
reputo un ragazzo molto fortunato e sono certo che,
come me, ce ne sono tanti che aiutano gli altri
anche se preferiscono non farlo sapere in giro. C'è
molta gente che soffre, di ogni età e di ogni ceto
sociale, ma i bambini per me appartengono alla
categoria più debole della specie umana. Quando
poi il loro progetto di vita si interrompe, e spezza i
loro sogni prima ancora che essi si realizzino, penso
sia impossibile rimenare insensibili davanti al loro
destino.
Sì, è vero sono molto impegnato e conduco, come
tanti, un'esistenza frenetica e a volte faticosissima.
Ma il tempo da dedicare ai “miei” bambini, lo trovo
sempre perché quando sono in mezzo a loro mi
sento più sereno e più felice, do uno scopo alla mia
vita e trovo le risposte più giuste alle tante
domande che mi vengono da dentro.
E poi, mi creda, che cosa c'è di più bello del sorriso
di un bambino e della gioia che traspare dai suoi
occhi innocenti? Ogni volta che riesco a strapparlo
ad un bambino, specialmente se quel bambino
soffre e forse non avrà nemmeno uno straccio di
futuro, mi sento davvero meglio e avverto una
sensazione bellissima e irripetibile.
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I protagonisti
ritratti dal vivo
Dario Allevi: “lo sport che vorrei”
di Toni Liguori - foto Fabrizio Radaelli
A volte l'aggettivo “vice” può
suonare come un diminutivo ma
nel nostro caso, se riferito a Dario
Allevi, non toglie niente anzi,
semmai, aggiunge qualcosa in più
al suo ruolo di infaticabile
“lavoratore” al servizio dei
cittadini di Monza. Le deleghe che
gli sono state assegnate sono
diverse ma lui, come ci dichiara in
questa intervista, è intenzionato a
rispettarle fino in fondo a fronte
degli impegni presi con gli elettori
che lo hanno votato.
Ma, soprattutto, per vedere
realizzato un progetto che
accarezza da tempo e che spesso lo
fa sognare ad occhi aperti…
Vicesindaco Allevi, quali sono le sue deleghe?
Le mie deleghe sono lo sport, che comprende la
gestione degli impianti sportivi e gli eventi
sportivi, poi il turismo, lo spettacolo, i grandi
eventi, gli affari istituzionali e il cerimoniale.
Apparentemente, la figura del vicesindaco è
abbastanza defilata rispetto alle altre, ma in
questo caso sembra che non sia così…
È un lavoro che mi prende 24 ore al giorno e non è
un modo di dire. Anche perché al di la delle
deleghe ci sono tutti gli altri impegni legati
all'incarico di capo delegazione di AN che
raddoppia le mie responsabilità.
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Sono circa 120 giorni che questa giunta è
stata eletta ed è operativa sul territorio. So
che è difficile tracciare un bilancio, ma ci
può dire che cosa è stato fatto in questi primi
quattro mesi di lavoro che l'ha soddisfatta di
più?
È una cosa che non riguarda le mie deleghe ma
tutta la giunta. Mi riferisco alla sicurezza, perché
proprio sulla sicurezza avevamo puntato
moltissimo nella nostra campagna elettorale.
Abbiamo raccolto le istanze che provenivano dagli
abitanti di tutte le cinque circoscrizioni che
compongono il nostro territorio: più che istanze, si
trattava di appelli accorati che denunciavano il
Monza Club - Anno 6 - n. 30
degrado di molte aree abbandonate a se stesse,
frequentate da gente poco raccomandabile, rom e
spacciatori che la facevano da padroni e non
permettevano alla popolazione di circolare
liberamente per la strade della loro città. Oggi, il
clima di insicurezza che si respirava sta a poco a
poco scomparendo e i primi segnali di cambiamento
si possono già vedere: i venditori abusivi di merce
contraffatta non sono più i padroni del centro
storico e così pure stanno scomparendo quelle
diecine di persone che affollavano il parcheggio
dell'ospedale mettendo a repentaglio la sicurezza
dei cittadini e stiamo intervenendo anche in altre
zone critiche come l'area Cambiaghi, i Boschetti
Reali e i giardinetti della stazione. Tutta la giunta
si è impegnata, insieme all'Assessore Romeo, per
cercare di risolvere i problemi che stanno più a
cuore ai cittadini e che riguardano quelli
strettamente legati alla sicurezza del loro
territorio. Un grande aiuto ci viene dato dalla
Polizia Municipale, dai Carabinieri e dalla Polizia
di Stato che ogni giorno garantiscono con la loro
presenza un clima più tranquillo e sereno.
Parliamo di argomenti più “allegri”: che cosa
ha messo in cantiere per le prossime feste
natalizie?
Su questo vorrei fare una premessa che riguarda
alcuni problemi di ordine amministrativo e che i
cittadini non conoscono. Il bilancio che stiamo
gestendo è stato votato a gennaio dalla precedente
giunta e spalmato sulle 12 mensilità di quest'anno.
Anche se le casse sono desolatamente vuote,
abbiamo cercato lo stesso di dare un segno di
discontinuità e di creare qualche iniziativa che
possa essere particolarmente apprezzata dai
monzesi. Lo facciamo anche grazie al contributo
dell'Unione Commercianti e di qualche sponsor che
certamente non mancherà di darci una mano. Ad
oggi le cose nuove che sono riuscito ad organizzare
sono i giochi di illuminazioni che all'Arengario
riempiranno con immagini natalizie le pareti della
piazza, simili a quelli in piazza Duomo durante
Monza Più, che sono molto piaciuti sia alla
cittadinanza che alle persone venute da fuori.
Abbiamo anche cercato di omogeneizzare i
mercatini che erano dislocati in ordine sparso: non
più in piazza San Paolo, ma in piazza Roma che
diventerà il cuore pulsante di questo periodo
natalizio.
Altri mercatini li abbiamo collocati nella piazza
Il Vicesindaco
Dario Allevi
durante una
conferenza
stampa
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I protagonisti
dell' Upim e in piazza S.Pietro Martire. Nonostante le scarse risorse
finanziarie stiamo cercando anche di aumentare le luminarie natalizie e se per
quest'anno non potremo fare molto, faremo in modo che nella previsione di
spesa del 2008 questa voce venga potenziata. Ci sono poi altre due iniziative
per le quali siamo alla ricerca di sponsor. La prima, una pista di pattinaggio a
cielo aperto che vorremmo impiantare nel cortile della Villa Reale: una
location bella e prestigiosa che richiamerà sicuramente l'attenzione di molti
giovani; la seconda, molto più fattibile a livello economico, riguarda invece un
grande concerto da tenersi in piazza Cambiaghi la notte di Capodanno.
Protagonista della serata sarà Alberto Radius con i Formula 3, che si
esibiranno in un ricco repertorio di canzoni evergreen, in grado di coinvolgere
persone di tutte le età. Considerando che la notte di San Silvestro molta gente
rimarrà in città, il concerto potrebbe essere un appuntamento davvero
interessante e coinvolgente.
Il 2008 invece, sarà il primo vero anno del Sindaco Mariani e della sua giunta
e sono certo che quello sarà l'anno della svolta. A fine gennaio approveremo il
bilancio preventivo del 2008 e ci daremo da fare perché Monza, finalmente,
ospiti gli eventi che merita. Per ora, non possiamo
che gestire il più correttamente possibile le scelte
fatte da chi ci ha preceduti.
Parliamo un po' di sport, che poi è un
argomento che interessa a moltissimi
cittadini: perché secondo lei il Monza Calcio
non riesce a soddisfare i suoi tifosi come
dovrebbe? Che cos'è che non funziona?
Da appassionato, è difficile fare un'analisi precisa.
Io ricordo che negli anni 70, nel periodo del grande
Monza, che ogni anno sfiorava la serie A, c'era una
folta affluenza di pubblico e un grande tifo che
sosteneva la squadra. Scendendo di categoria,
diventa difficile catturare l'interesse dei cittadini,
specialmente quelli più giovani, che trovano nelle
grandi squadre quella valvola di sfogo e quel tifo
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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I protagonisti
Un intenso primo
piano del Vicesindaco
Dario Allevi
“Abbiamo
società
sportive
degne di città
due o tre
volte più
grandi di
Monza che
spaziano in
tantissime
discipline”
appassionato che li appaga e li coinvolge maggiormente.
Oggi, la sfida del Calcio Monza, con la collaborazione dell'amministrazione
comunale, è quella di trovare gli strumenti adatti per far si che i monzesi
ritornino in massa ad applaudire la loro squadra del cuore. Come?
Sicuramente le belle parole non bastano: l'unica possibilità per questa
inversione di tendenza sta nei risultati perché, se il Monza Calcio, dovesse
salire in B sono certo che il Brianteo tornerebbe ad essere uno stadio
affollatissimo.
Quindi, lei ritiene che tutto dipenda dai risultati e dai punti
conquistati in classifica…
Credo proprio di sì: una serie di risultati positivi instaurerebbe un clima di
fiducia e il Calcio Monza avrebbe tutte le carte in regola per diventare la
squadra di riferimento della nuova Provincia.
Non dimentichiamo che l'attuale gestione per 2 anni ha sfiorato questa
impresa combattendo con realtà dieci volte più grandi.
Detto questo, tanto di cappello alla famiglia Begnini: non dimenticherò mai
che quando il curatore fallimentare cercava uno straccio di imprenditore che
comprasse la squadra, non ha trovato nessuno disponbile. Alla terza asta è
arrivato un imprenditore bergamasco a prendere per i capelli uno stemma
glorioso che risale al 1912 e che rischiava di scomparire. Begnini sta facendo
un ottimo lavoro, con concretezza e serietà, e sono certo che in un prossimo
futuro riuscirà ad ottenere risultati molto lusinghieri.
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Qual è il fiore all'occhiello del suo assessorato, il progetto che più
l'entusiasma e che la fa sognare ad occhi aperti?
Quello di creare a Monza una cittadella dello sport. Se dovessi riuscire a
portare a termine questo progetto credo che diventerebbe un punto di
Monza Club - Anno 6 - n. 30
eccellenza unico non solo in Lombardia ma in
tutt'Italia. Insieme al Calcio Monza stiamo
formalizzando le prime bozze per il primo stadio
polifunzionale in Italia. Perché in Italia siamo
indietro di 30 anni: molti stadi sono obsoleti, altri
sono cattedrali nel deserto che hanno costi enormi
e che vengono aperti una volta ogni 15 giorni
quando gioca la squadra locale. A Monza,
vorremmo essere i precursori di un nuovo modo di
gestione. Lo stadio a cui stiamo pensando non
sembra neppure nascere dallo scheletro di quello
attuale: è di una bellezza senza parole, una
struttura ardita e moderna che potrebbe davvero
diventare il vanto di tutta la Provincia.
A parte il calcio, ci sono altri sport che
meriterebbero più attenzione?
Sì, senz'altro. Monza ha un associazionismo
sportivo che è una ricchezza di inestimabile valore
e che opera sul territorio con incredibile passione
ed è di grande aiuto all'assessore allo sport.
Abbiamo società sportive degne di città due o tre
volte più grandi di Monza che spaziano in
tantissime discipline. Una che mi sta
particolarmente a cuore, perché rappresenta uno
sport che è di grande spirito educativo e che sta
avendo enorme espansione dal punto di vista
giovanile e scolastico, è il rugby. Il rugby è uno
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I protagonisti
sport che insegna e educa più di tutti gli altri perché nonostante il contatto
comuni che la popolano.
fisico c'è un rispetto e una lealtà che oggigiorno mancano, soprattutto nel
Per troppi anni abbiamo vissuto una sorta di
calcio. Uno sport in cui si vedono le origini universitarie: giganti buoni e
provincialismo rispetto alla grande Milano, ma mi
generosi. con tutte le qualità che un atleta deve possedere. A Monza c'è questa auguro che da questa amministrazione in poi si
bellissima società, il rugby Monza, che a settembre si è gemellata con il rugby
guardi più verso la Brianza e meno verso Piazzale
Velate. Primo ammiccamento di società che tendono a farsi forza attraverso
Lagosta. E' vero che per realizzare certi progetti
l'unione.
occorrono sforzi imprenditoriali ed economici
E' mio desiderio e volontà politica, creare un centro dedicato solo al Rugby.
enormi ma di riflesso si otterrebbero importanti
Poi c'è la rotellistica, che a Monza ha una tradizione incredibile e necessita di ritorni economici e di immagine. Non farlo sarebbe
un ulteriore sforzo da parte dell'amministrazione per migliorare l'attuale
un delitto: è come se la nostra città avesse un
impianto o crearne uno nuovo più moderno e funzionale. Esistono anche
motore Ferrari ma marciasse utilizzando soltanto
società di Hokey o di pattinaggio che hanno fatto la
la terza marcia.
storia della nostra città. Dopo tanti anni di buio e
di silenzio, sta tornando l'Hokey Monza che è una
Ha parlato di nuova
squadra di antiche e gloriose tradizioni. Non
“A Monza, vorremmo essere i provincia: qualcuno
dimentichiamoci infine il nuoto, l'atletica, il basket
afferma che i
precursori di un nuovo modo di “giochi” siano già
e la palla a nuoto. A questo proposito desidero
rivolgere una nota di plauso alle società Forti e
gestione. Lo stadio a cui
aperti. Perché c'è
Liberi, Gerardiana e Pro Vittoria per l'impegno e la
stiamo pensando non sembra questa ritrosia da
serietà con cui da tempo immemorabile svolgono la
parte dei “locali”a
neppure nascere dallo
loro attività.
prendere in mano le
scheletro di quello attuale: è di redini del potere
La vedo entusiasta…
una bellezza senza parole, una politico?
Si, devo ammettere con piacere che quando c'è
Personalmente, penso
struttura ardita e moderna che che si debba
stata la distribuzione delle deleghe da parte del
Sindaco Mariani, avevo puntato molto sullo sport.
potrebbe davvero diventare il continuare a spronare
Primo, per una sorta di giuramento con le società
l'imprenditoria locale e,
vanto di tutta la Provincia.”
sportive, poi perché l'amministrazione Mariani
con tanta santa
dando al Vicesindaco l'assessorato allo sport ha
pazienza, farle capire le
voluto far capire alla città, con un segno tangibile,
cose che si nascondono
che era nostro interesse investire nello sport e non
tra le righe di questa
considerarlo un assessorato di serie B.
intervista, cose che forse sarebbero più ascoltate e
Oggigiorno credo che lo sport sia il primo veicolo per cercare di combattere un
capite dalla generazione dei figli. La nuova
certo disagio giovanile che c'è: più ragazzi uniamo nello sport, meno ce ne sono generazione, infatti, ha tutte le carte in regola per
sui marciapiedi e magari non passano i pomeriggi con birra, spinelli e
assumersi le responsabilità legate alla gestione di
sigarette. La valenza sociale dello sport è fortissima e non va assolutamente
un territorio ricco di realtà che andrebbero
sottovalutata.
valorizzate con più passione e con più attenzione.
Per la nuova provincia vorremmo ripetere quella
Anche lei sembrava particolarmente commosso alla premiazione dei
che è stata la formula vincente delle elezioni di
ragazzi degli Special Olympics: c'è un occhio di riguardo in più per
maggio. Cioè partire con larghissimo anticipo
loro?
rispetto alla scadenza delle consultazioni, in modo
Assolutamente si: lo sport fa veramente miracoli e credo che Silvia e Federico
che si arrivi ad una scelta collegiale
debbano essere di esempio per tutti noi per come sono riusciti a vivere la
nell'individuazione del candidato più “papabile”, in
meravigliosa esperienza di Shanghai. Quando li abbiamo accolti in giunta,
grado di coagulare tutte le forze della “Casa della
prima della loro partenza, con gioia e con disarmante semplicità ci hanno detto libertà”.
che andavano in Cina non solo per partecipare ma anche per vincere. Noi gli
Se gli elettori vedono un candidato serio ed onesto,
abbiamo risposto che li aspettavamo con le medaglie al collo. Sia il giorno della con tutti i partiti della coalizione che lo
loro partenza che quello del ritorno sono stati due momenti eccezionali. Noi a
sostengono, i risultati certamente non
Monza abbiamo la Fondazione Silvia Tremolada che è veramente una
mancheranno.
ricchezza unica, insieme all'associazione Arcobaleno, che segue il calcio dei
ragazzi down, campioni d'Italia per 2 anni consecutivi.
Che cosa augura ai cittadine di Monza in
Da parte dell'amministrazione ci sarà sempre un occhio di riguardo per chi si
occasione delle prossime festività?
occupa di questi settori.
Un Natale sereno, da trascorrere in compagnia dei
propri cari e delle proprie famiglie, e un nuovo
Come mai una provincia come la vostra non possiede una televisione e anno pieno d'amore, di lavoro, di buona salute e di
neppure una radio?
felicità.
Tocca un tasto dolente. Credo che Monza debba fare una sorta di salto
culturale sul territorio. Questa è un'altra sfida dell'amministrazione Mariani
anche se, come lei ben sa, i politici possono spronare i cittadini ma non hanno
la bacchetta magica per realizzare tutti i progetti che hanno sul tavolo.
Non è possibile che la provincia di Monza e Brianza, 800.000 persone, terza
locomotiva d'Europa, prima in Italia, non disponga di un giornale, una radio o
una televisione che parlino dei problemi locali e di tutto ciò che avviene nei 50
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l’intervista
I protagonisti
Il mondo è dei giovani
di Toni Liguori
A Massimo Ponzoni, Assessore alla
Sicurezza, alla Protezione Civile,
alla Prevenzione e alla Polizia
Locale della Regione Lombardia,
l'entusiasmo, la grinta e la
determinazione certamente non
mancano. Giovanissimo, ha
soltanto 35 anni, ha già bruciato
alcune tappe della sua carriera
anche se, come lui stesso dichiara,
gli obiettivi che vuole raggiungere
sono ancora tanti. Lo sostengono
un'innata passione per la politica e
il consenso dei 20.000 cittadini che
lo hanno votato.
Massimo Ponzoni con Guido Bertolaso
42
Monza Club - Anno 6 - n. 30
Assessore Ponzoni, lei è ancora molto giovane anche se si occupa di
politica da tanto tempo. Non le è mai venuta la voglia di mollare
tutto, abbandonare il partito nel quale milita e di dedicarsi ad altre
cose?
La politica bisogna farla per passione, altrimenti non si riesce a rimanere
all'interno di un partito. I sacrifici che si fanno sono tanti. E' vero, ci sono
anche gli onori: ma sul piatto della bilancia, alla fine i sacrifici sono molti di
più. E poi ci sono anche le soddisfazioni che ripagano gli sforzi compiuti e quel
pizzico di sana e giusta ambizione senza la quale non si va da nessuna parte.
Qual è il momento che l'ha emozionata di più fino adesso?
Quando a 27 anni mi sono seduto a presiedere il Consiglio della Regione
Lombardia, che è il terzo parlamento d'Italia, dopo Camera e Senato, e come
consigliere più giovane dovevo fare l'appello dei consiglieri presenti. Alla mia
sinistra c'era Formigoni, e alla mia destra Martinazzoli. L'emozione è stata
fortissima e anche il senso di responsabilità al pensiero che 20.000 persone
avevano scritto il mio cognome su una scheda e l'avevano depositata nell'urna.
Mi avevano premiato anche perché ero giovane, e quando la gente vede la
faccia di uno giovane, anche se non lo conosce, lo vota. La gente ha voglia di
cambiare e i giovani sono la vera speranza del futuro.
Come fa a seguire tutti gli impegni che comporta il suo incarico?
Purtroppo sacrificando molto la famiglia, anche se cerco di ritagliarmi un po'
di tempo il sabato e la domenica per dedicarlo a loro. Ma è molto difficile
perché si può dire che la Lombardia è uno Stato di 10 milioni di abitanti e una
delega come la mia comporta un impegno che non ammette soste. Inoltre,
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I protagonisti
comunque avuto un Presidente del Consiglio in
grado di governare e di fare “politica”. In politica
estera c'eravamo, abbiamo gestito momenti
difficilissimi ma sulla scena mondiale eravamo
sempre presenti e tutti ci rispettavano. Oggi, se
togliamo Prodi, chi sono i ministri di cui si sente
parlare? Solo gente costantemente in polemica con
il governo del quale fanno parte, che critica ogni
decisione, che si azzuffa ogni giorno, come su un
ring a cielo aperto, scagliandosi gli uni contro gli
altri dando di sé uno spettacolo indecoroso mentre
il nostro Paese sta andando alla sfascio.
avendo a che fare anche con il mondo del volontariato e della protezione civile,
quasi tutti i fine settimana devo partecipare a qualche evento. La Lombardia
poi, non è solo la Brianza e se un tempo facevo fatica ad occuparmi dei 50
Comuni di questo territorio, oggi che sono più di mille, diventa assai più
complicato seguirli tutti.
Durante l'ultima campagna elettorale, mi è capitato di incontrarla a
diversi eventi con la gente: lei appariva per qualche minuto, diceva
due o tre parole e poi scompariva per correre ad altri appuntamenti:
sembrava una campagna all'americana…
Si, in effetti è stata una vera e propria campagna “all'americana”, simile a
quella che ho fatto per la mia elezione a Consigliere Regionale. Credo che la
gente abbia bisogno di un approccio diverso, un contatto personale e diretto,
specialmente quando molti candidati sono giovani. La gente ha incominciato a
premiare sempre di più le nuove leve della politica.
E quello che sta facendo Berlusconi in questi giorni: costruire un partito che
tenda sempre di più verso i giovani.
Oggi la gente appare sempre più frastornata e sempre più lontana
dalla politica. Qual è la sua ricetta, se esiste, per uscire da questa
empasse che, praticamente, blocca la vita del Paese e ne rallenta la
crescita?
Io sono convinto che i cittadini abbiano le idee molto chiare perché hanno
capito una cosa: che c'è un governo che non va bene, che l'Italia non è
governata e che esiste un sistema -la cosiddetta Casta- che vorrebbe risolvere i
problemi del Paese all'interno del Palazzo anziché affrontarli a viso aperto.
Invece Berlusconi ha avuto l'intuizione geniale di dire che il popolo è sovrano e
che è giunto il momento di smantellare quello che di vecchio ed obsoleto è
rimasto nel nostro sistema riportandoci alle urne.
La gente ha bisogno di cambiamenti. Anche nella recente raccolta di firme,
non era soltanto gente di Forza Italia, ma c'erano molte persone che avevano
votato sinistra e che ora credono che non si possa più andare avanti così. Nel
periodo del governo Berlusconi, nonostante tutti i problemi, abbiamo
Nelle ultime comunali di Monza, lei si è dato
molto da fare. E' soddisfatto dei risultati
ottenuti?
La campagna elettorale di Monza, l'abbiamo
organizzata Paolo Romani ed io partendo da una
situazione difficilissima. Romani ha seguito la
parte “logistica”, io quella prevalentemente
“politica”. Nessun cittadino di Monza può
affermare di non essere stato candidato. Forza
Italia è stato un partito aperto a tutti: abbiamo
candidato 40 persone e non c'è ne una che è
rimasta fuori dalla lista. A tutti abbiamo chiesto di
indicarci una persona: dal parroco agli artigiani,
dai commercianti agli industriali, a tutte le
categorie e a tutti i ceti sociali, abbiamo domandato
i nomi di chi avrebbe potuto meglio rappresentarli.
E' venuta fuori una lista forte: così si vincono le
elezioni. E abbiamo vinto contro un sindaco
uscente che, non tanto sulla gestione monzese ma
sulla politica brianzola, era stato sempre presente.
Faglia, era uno che c'era, anche nella costruzione
della Provincia. Non era facile batterlo, ma con il
nostro entusiasmo, la voglia di rinnovamento,
curando anche i minimi dettagli, abbiamo legato 12
liste a Mariani ed alla fine ce l'abbiamo fatta.
Abbiamo lavorato giorno e notte e devo ammettere
di essere stato uno dei più determinati a sostenere
la candidatura di Mariani perchè ero certo che
quella fetta di elettorato era fondamentale per
permetterci di vincere.
La sicurezza è un problema che è sempre
esistito, anche se ora è esploso ed è diventato
il primo nella lista dei problemi degli italiani.
E' un malessere che parte da lontano?
Sicuramente c'è qualcosa che riguarda la cultura e
i valori che fanno parte della storia del nostro
Paese, ma una delle responsabilità maggiori di
questa situazione è stata l'apertura delle frontiere.
Non ce l'ho assolutamente con i rom e con i romeni,
ma oggi i sette reati più frequenti, come borseggi,
rapine, furti, ecc… sono loro i primi a compierli. In
questi giorni, abbiamo firmato un protocollo con il
Presidente della Provincia Penati per stanziare un
milione di Euro proprio per pagare gli straordinari
alla polizia locale. Noi, come istituzione, non
dobbiamo lanciare messaggi allarmistici, ma è una
situazione veramente drammatica che non può
esser nascosta ai cittadini. La gente comunque se
ne rende conto, soprattutto la sera, magari non
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I protagonisti
tanto da noi ma a Milano, ora che è inverno ed alle
sette di sera si ha paura a prendere un mezzo
pubblico. La competenza vera è dello Stato, ma lo
Stato non sta dando risposte: confeziona
“pacchetti”, toglie o aggiunge qualche
emendamento richiesto degli estremisti della
coalizione, snatura i contenuti stessi della proposta
di legge iniziale e alla fine tutto rimane come
prima, immobile come una barca a vela in un
mare senza vento.
E voi, che cosa state facendo?
Noi, come Regione, stiamo investendo sulla polizia
locale, sui vigili del fuoco. Le forze dell'ordine
hanno mezzi vecchi, attrezzature inadeguate e,
soprattutto, continuano a non venire applicate le
leggi in vigore. Anch'io sostengo che la sicurezza
non è di destra né di sinistra: la sicurezza è un
bene comune che va garantito a tutti i cittadini.
Votando il bilancio di quest'anno, investiremo in
questo settore altri 12 milioni di Euro e stiamo
trovando delle formule particolari per aiutare le
amministrazioni comunali dell'intera Regione. Ho
in mente delle iniziative precise: voglio istituire i
volontari della sicurezza, trasformare la Protezione
Civile in Sicurezza Civile con dei volontari che
girano in divisa, non armati, ma con radio e
telefonini in grado di avvisare le forze dell'ordine
quando vedono cose strane. E poi, non possiamo
non pensare alle forze dell'ordine: sono insufficienti
e male equipaggiate, donne e uomini che lavorano
per 1200 Euro al mese rischiando ogni giorno la
propria vita…In fondo, qui in Brianza, viviamo
ancora in un' isola felice, anche se i reati sono in
continua crescita ed ormai gli scippi, le rapine in
villa e le estorsioni sono all'ordine del giorno e non
fanno più notizia.
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Perché della nuova Provincia se ne parla così
poco e si avverte un certo distacco da parte
della gente?
Perché per un cittadino “normale”, viste alcune
premesse, avere la provincia di Monza o quella di
Milano non cambia nulla. Il rischio che corriamo è
che questo processo venga gestito male e anziché
diventare un fattore positivo, diventi negativo, un
carrozzone in più regalato alla burocrazia. Non per
fare una critica alla sinistra, ma come la sta
impostando la Provincia di Milano, c'è il pericolo
che i cardini sui cui si fondava la sua creazione si
sgretolino sotto il peso di spese pazzesche, di
sprechi inutili, di costi altissimi derivanti dal
trasferimento di uomini e di sedi senza valide
contropartite. Il Presidente Penati afferma che la
Provincia di Monza nasce dalla gemmazione di
quella di Milano, e che necessita il trasferimento di
400 persone. Io credo che di persone ne
basterebbero 60, e penso che dovrebbero essere
tutte giovani, capaci, volonterose, con esperienze
universitarie completate da stage all'estero. Come
ho detto prima, la gente vuole dei cambiamenti e i
risultati dei cambiamenti si ottengono mettendo in
campo forze giovani e in grado di attuarli, non
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I protagonisti
creando una Provincia di serie B, senza Questura e senza Prefettura,
limitandosi ad insediare un Presidente, sei Assessori e trenta Consiglieri.
Una Provincia così,per un territorio che rappresenta la terza locomotiva
d'Europa, dove ogni tre abitanti c'è un'azienda, ma che per avere il diritto di
esistere ha dovuto portarsi dietro anche quelle di Andria e di Fermo, noi
proprio non la vogliamo.
I giovani e lo sport: due argomenti ai quali lei tiene molto. C'è la
speranza che i giovani brianzoli in un prossimo futuro possano
usufruire di strutture più moderne e più adeguate alle loro esigenze?
Abbiamo fatto una legge molto bella sullo sport. Abbiamo parificato tutti gli
sport perché non bisogna privilegiare solo la costruzione di campi di calcio, ma
è necessario finanziarie tutte le associazioni sportive. Prima di fare l'assessore
ero presidente della commissione dello sport e abbiamo preparato anche un
censimento degli impianti sportivi di ciascun comune. Purtroppo devo
ammettere che uno dei limiti dei sindaci brianzoli è quello di pensare troppo al
proprio orticello senza allargare gli orizzonti soprattutto quelli che riguardano
i problemi legati allo sport. A proposito di Protezione Civile, ho avuto la
fortuna di conoscere Guido Bertolaso e di apprezzare il suo lavoro e mi onoro
di essere diventato un suo amico. Apprezzo molto quello che sta facendoin
questo campo e sono certo che insieme potremo fare ancora di più per la nostra
regione e, in particolare, per la Brianza. Bisognerebbe osare di più dando
spazio anche alle discipline cosiddette “minori” che, in realtà, coinvolgono
tantissimi ragazzi.
Di solito, alla fine di ogni anno, c'è l'abitudine di tracciare una specie
di bilancio della propria vita: lei è soddisfatto di quello suo?
A livello politico sono più che soddisfatto, anche se mi rendo conto che si può e
si deve fare di più. Quando ho potuto scegliere tra questo assessorato e quello
dell'artigianato, non ho avuto dubbi: ho scelto questo perché credo molto nei
giovani e nella loro volontà di cambiare il mondo.
Ogni giorno sono a contatto con loro, tocco con
mano quello che fanno nel campo del volontariato e
della protezione civile, rimango contagiato dalla
loro forza e dal loro entusiasmo assolutamente
disinteressati e privi di secondi fini. Per quanto
riguarda la sicurezza, mi sono battuto perché dal
15 novembre al 10 gennaio prossimo, in Lombardia
e quindi anche tutti i comuni della Brianza, vi
fossero in giro più uomini e più macchine a tutela
dell'incolumità dei cittadini. Questo progetto lo
abbiamo chiamato “Natale sicuro” e ci costerà,
come ho accennato prima, un milione di Euro. Ma è
un milione speso bene, mi creda, perché la serenità
dei cittadini non ha prezzo.
A sua moglie Anna e a suo figlio Lorenzo che
cosa regalerà per Natale?
La mia compagnia, come loro la regaleranno a me.
Il regalo più gradito che possiamo farci
reciprocamente è quello di restare un po' insieme,
di parlare, di scherzare, di vivere per qualche ora
come una famiglia “normale”, fermando le lancette
dell'orologio, assaporando la gioia e la magia della
festa più bella dell'anno.
L’assessore Ponzoni durante le
celebrazioni del ventennale
dell’istituzione dell’eliosoccorso
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History
I protagonisti
Meregalli: l’importante
non è bere molto ma
molto bene
di Toni Liguori - foto archivio Meregalli
Una tradizione familiare che continua. Un'azienda che cresce e che si afferma sempre di più
in un mercato globalizzato dove molte regole sono saltate ed è sempre più difficile
conquistare nuove posizioni. Ma per Marcello, figlio di Giuseppe Meregalli, fondatore
dell'omonima azienda di distribuzione vinicola, la strada tracciata da suo padre è ancora
quella più valida da percorrere per raggiungere gli obiettivi fissati e conquistare i traguardi
più ambiziosi.
Marcello, suo padre è conosciuto in tutto il
mondo come uno dei massimi esperti di vini:
è difficile per un figlio emergere,
continuando per la stessa strada?
Mio padre ha sicuramente avuto l'intelligenza di
lasciarmi la più ampia libertà e di tenere conto
delle novità che comportavano questo salto
generazionale. Sono entrato in azienda presto e fin
da bambino lo seguivo cercando di imparare i
segreti di una professione per la quale ho sempre
nutrito una grande passione. Finito il liceo ho
cominciato a lavorare in azienda, anche quando
frequentavo l'università, e a fare esperienze in giro
per il mondo. Al ritorno riferivo le novità che avevo
visto e lui aveva sempre la pazienza di ascoltarmi
lasciandomi l'opportunità di aprire nuove branchie
di lavoro, o di migliorare quelle esistenti,
correggendo eventualmente la rotta. C'è sempre
stato un sano confronto tra di noi ed oggi ci
dividiamo i compiti: io mi occupo della parte
commerciale, lui di quella amministrativa.
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Qual è la carta vincente dell'azienda
Meregalli?
La qualità dei prodotti che distribuiamo. Il
prodotto è sempre la base più importante
dell'azienda, anche se oggi è meno bello
occuparsene rispetto al passato perché,
aumentando le dimensioni del nostro Gruppo, si
trascurano un po' gli aspetti “romantici” che
questo lavoro comporta.
Recentemente, abbiamo aperto due nuovi centri
logistici tra Lissone e Biassono e in queste
strutture abbiamo ricreato alcuni aspetti museali
questi per recuperare, noi stessi in primis, le
antiche tradizioni legate alla storia del vino.
La mia fortuna è stata quella di non aver avuto
l'università sotto casa. Non ho perso tempo nei
campus, ma mi sono dato subito da fare.
Ho trent'anni, quest'anno festeggio il mio
undicesimo anno in azienda e questo mi consente
di avere una certa esperienza, anche in campo
internazionale, che deriva in parte dall'apertura
delle consociate in Spagna, Svizzera e Francia. La
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Spagna, in particolare, nasce da un progetto che ho sottoposto a mio padre e
che lui ha accettato volentieri.
Parlando di vini italiani: tutti si sono messi a produrre vini, milioni di
bottiglie che
invadono il mercato
anche se le
dimensioni delle
zone di produzione
sono sempre
quelle…Non le pare
che nel settore vi sia
un po' di confusione?
La confusione c'è e
dipende principalmente
dallo Stato e da chi
gestisce il mercato del
vino in Italia. Hanno
frammentato
tantissimo la
produzione e svuotato
la concezione del
termine “qualità”. In
Francia, ad esempio,
hanno soltanto una
diecina di doc regionali
Marcello Meregalli
importanti che un
appassionato riconosce al primo assaggio. In Italia non sono sufficienti
nemmeno per una singola regione e non esiste un mercato riconosciuto da
tutti e ben riconducibile ad un prodotto preciso.
Comunque, i vini italiani sono sempre molto apprezzati…
Molto, soprattutto nella gamma alta.
Tra le case produttrici che rappresentate, quali sono le più
“blasonate”?
Premesso che Italia noi distribuiamo solo marchi in esclusiva, gliene cito
volentieri alcune tra le più prestigiose: la tenuta S.Guido di Bolgheri,
l'azienda che produce il Sassicaia; Argiolas, che produce il Turriga e Ciacci
Piccolomini d'Aragona, che produce il Brunello di Montalcino.
E le marche estere?
Rappresentiamo Penfolds, la più grande azienda di qualità australiana, la
Beringer dalla California, mentre dalla Francia importiamo lo champagne
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I protagonisti
Mulino a Vino
Bollinger, quello di James Bond, prodotto da un
azienda fondata nel 1829 che ha una tradizione
incredibile e che ancora oggi e l'unica che segue
una lavorazione tradizionale.
pubblicitario del 2008: Per la Meregalli, l'importante non è bere molto ma
molto bene!
E 'dal 1956 che noi selezioniamo prodotti per bere molto bene e trovo assurdo
che la stampa e la televisione si scatenino continuamente contro questa sana
filosofia di vita confondendo chi fa onestamente il proprio lavoro con chi
produce e distribuisce prodotti che non sempre seguono i principi e le regole
legate al bere. Dovrebbe esserci già in famiglia un'educazione legata al bere
bene…
Attualmente, com'è strutturata la vostra
azienda?
Dietro mio suggerimento, e dei “commerciali” che
lavorano con me, abbiamo deciso di dividere in due
la società: da una parte Meregalli Vini, dall'altra
VinoèArte Spirits, in modo che la sezione dei
distillati non rimanesse schiacciata dai grandi
nomi dei vini che rappresentiamo.
Per gli Spirits, abbiamo Gordon&Macphail grande
produttore di whisky scozzese, Williams&Humbert
che è l'azienda che produce i più storici sherry
spagnoli e Laberdolive per l'Armagnac, un prodotto
di lusso con la più grande distribuzione.
In questa "confusa" e a volte dissennata globalizzazione, i nostri
marchi sono davvero tutelati?
Anche se noi siamo leader della distribuzione a livello di fatturato, le aziende
del settore sono piuttosto piccole e non hanno l'abitudine di fondersi tra di loro
per creare un' unica grande forza. Questa frammentazione, se da un lato
rischia di creare confusione e consente a qualcuno di usare impropriamente e
scorrettamente i nomi dei vini più noti, dall'altro garantisce una "incopiabilità"
che in un certo senso ci tutela. Di recente, la riscoperta di antichi vitigni, ci
tutela ancora di più.
Qual è?
E' quella indicata nel nostro messaggio
Bere bene e mangiare bene: Meregalli vuol dire anche ristorazione?
Questo è un retaggio storico. Mio nonno era il titolare della Polaia, un'osteria
Secondo lei, esiste in Italia una cultura del
vino?
Penso che in questo periodo la stiamo un po'
riperdendo, perché in passato era già capitato.
Sono le fasi del mercato: è da più di un anno che
stanno martellando sul consumo di alcool,
soprattutto tra i ragazzi. Stanno facendo del
terrorismo psicologico senza spiegare la vera
differenza che esiste tra bere molto e bere di
qualità.
È vero che non è possibile che una buona bottiglia di vino costi molto
poco?
E' vero. Le spese che gravitano attorno ad una bottiglia sono molte, dal
sughero per il tappo, al vetro della bottiglia, all'etichetta etc..
Per bere una bottiglia di buon vino si deve partire dai 12/15 euro.
A questo proposito, siamo stati i primi ad organizzare corsi di psicologia di
vendita in sala e abbiamo introdotto la Wine Bag, una borsa elegante, dal
design moderno, affinchè il cliente del ristorante non rinunci ad assaggiare un
buon vino per paura di lasciare sul tavolo la bottiglia mezza piena, ma che
possa portarsela a casa e per degustarla anche il giorno dopo.
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Il Noble Longue rappresenta
un’alternativa per chi ama i gusti
orientali come il sushi e la cucina
giapponese però con una qualità di
prodotto e una cura del dettaglio tutta
italiana
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I protagonisti
di Monza molto famosa negli anni 30/40. Nel dopoguerra venne venduta
perchè mio nonno decise di concentrarsi sulla distribuzione. A mio padre,
comunque, era rimasto il tarlo della ristorazione e nel 1974, ebbe l'idea di
aprire il primo wine bar Italiano. Si chiamava “I tarocchi”, era tutto in stile
Liberty ed aveva un certo fascino. Anch'io sono stato contagiato dal tarlo della
ristorazione ed ho inaugurato da poco il wine bar Il Mulino.
Oggi, quali sono i locali che vi appartengono?
Attualmente ne abbiamo tre. Il Mulino, a cui ho accennato prima, dove si
possono consumare degli ottimi affettati e degustare vini di primissima
qualità, anche ordinando un solo bicchiere, scegliendoli da una carta composta
da più di 150 etichette. Il locale è molto caratteristico, tranquillo e raffinato:
una vera e propria osteria, ristrutturata perfettamente e inserita in un edificio
posto nel cuore più bello di Monza; il Noble, dall'atmosfera classica, ubicato nel
centro cittadino, particolarmente indicato per chi ama la cucina tradizionale à
la carte. Il ristorante, è diretto dal bravissimo signor Galbusera che avendo
alle spalle l'azienda Meregalli, può offrire alla clientela una lista di vini
particolarmente pregiati. Ogni tanto organizziamo delle serate a tema, con
piatti legati alle stagioni e spesso il locale viene utilizzato per eventi particolari
come feste di laurea, matrimoni e feste di compleanno. Anche qui funziona il
sistema Wine bag per chi vuole portarsi a casa la bottiglia non consumata
interamente.
Ma il cliente lo sa?
Al cliente viene detto. Soprattutto gli stranieri colgono spesso questa occasione,
perché all'estero è una pratica molto utilizzata. Gli italiani sono ancora un po'
restii.
Desidero sottolineare che il lunedì, all'interno del Noble, vengono organizzati
dei corsi di degustazione che prevedono anche sopraluoghi nei luoghi di
produzione. Sono corsi per avvicinare la gente al mondo del vino e che destano
l'interesse di molti clienti. I corsi sono prevenduti e sono tenuti da Paolo
Defendenti, responsabile ONAV (organizzazione nazionale assaggiatori di
vino) per la provincia di Monza, con il supporto di Giovanni Piazza
responsabile dell'enoteca di via Italia.
Nella nostra azienda, abbiamo anche organizzato, e li organizzeremo ancora,
una serie di corsi di cucina, con particolare attenzione all'abbinamento dei
piatti con i vini più indicati. I corsi prevedono la didattica, la preparazione
delle ricette e la degustazione dei piatti preparati.
Il nostro terzo ristorante si chiama Noble Lounge, un progetto al quale tenevo
particolarmente. Voleva essere qualcosa di nuovo, che a Milano già esiste ma
che qui da noi nessuno aveva ancora sperimentato.
Noi abbiamo abbinato il sushi, in tutte le sue declinazioni, utilizzando
esclusivamente i prodotti della pescheria Capra con il cioccolato che proviene
da Peyrano, cioccolateria storica di Torino. L'idea era di offrire una cena a
base di sushi e i dessert a base di cioccolato. Abbiamo poi allargato le proposte
che ora si basano un terzo sul sushi, un terzo su una cucina particolare, ma
sempre tradizionale, ed un terzo sui dolci che sono tutti “lavorati” in casa
utilizzando la nostra temperatrice per fare le miscele. Il locale è arredato con
molto gusto e anche in tema di design rappresenta una vera novità per Monza.
Dottor Meregalli, dall'entusiasmo che traspare dalle sue parole,
immagino che lei non si fermerà qui…Ha altri progetto per la testa?
Abbiamo un altro progetto che è già partito: si chiama IdeaVino ed è un
franchising, nato sulle nostre esperienze. Abbiamo già 17 locali in Italia: 17
enoteche, o enoteche con mescita ed una parte ristorazione. Siamo partiti
quest'anno e, in pratica, non é altro che un franchising semplificato legato ad
un patto di gestione con la Meregalli. Il locale che si affilia a noi non deve
cambiare la sua immagine, diamo un'esclusività territoriale, ma non
imponiamo particolari restrizioni.
Il ristornate Noble offre ai clienti
un’atmosfera cada e di tutto relax
di lavoro. Ma la mia attività, come tutte le cose che
si fanno con passione, non mi stanca e, soprattutto,
non mi ha mai annoiato.
E' vero che anche le automobili sono la sua
passione?
Si, una passione che è diventata anche un lavoro.
Da poco abbiamo lanciato una società che si
chiama Aznom, gioco sulla parola Monza, che
produce accessoristica di lusso. Era nata per
l'accessoristica per il gruppo Meregalli, poi ci siamo
allargati con accordi con Quintessentialy, Gruppo
di servizi di lusso, e con Riva imbarcazioni. La
nostra intenzione è quella di restringere il settore
prettamente food&wine e investire, con altri
articoli, nel settore dell'auto. Da piccolo, quando
mi chiedevano quale auto avrei voluto ero solito
rispondere: “Quella che riuscirò a costruire”.
Chiaramente costruire un'auto nuova è
difficilissimo, ma le personalizzazioni di quelle che
già esistono si possono benissimo fare e ad oggi
sono già diverse quelle che personalizziamo con lo
stile Meregalli.
Programmi per il futuro?
Da quest'anno, molta attenzione al settore degli
spirits. Vogliamo arrivare al raddoppio del
fatturato portando la nostra azienda ad essere un
sicuro punto di riferimento degli spirits, come
Meregalli lo è del vino.
Per quanto riguarda il settore vino, un' apertura
verso aziende e privati “top”: servizi completi per
aziende che fanno regali importanti e per privati
che hanno prestigiose cantine.
Mi tolga una curiosità: qual è il suo vino
preferito?
L'Amarone, direi e, subito dopo, i vini del nuovo
mondo. Ma se mi dovessero chiedere di salvarne
solo uno, sembrerà banale, salverei lo champagne,
purché sia a base di pinot nero. È l'unico prodotto
abbinabile a trecentosessanta gradi.
Lei sembra proprio soddisfatto del suo lavoro: è un'attività che le
piace?
Si, molto. In media, sono impegnato 12-13 ore al giorno, senza contare le cene
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MonzaClub30
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I protagonisti
Monzesi nel mondo
Francesca e Ruggero Montrasio:
il cuore a Monza gli occhi
a New York
di Fabio Vicamini foto Susy Blu (archivio MontrasioArte)
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Chi conosce l'arte contemporanea sa
che i veri giochi, per il successo
mondiale di un'artista, non si fanno
in Italia, non a Milano e nemmeno a
Monza. Chi sa guardarsi intorno
capisce che il mercato italiano
dell'arte da oceano fantastico su cui
tutti mettevano gli occhi, con il
passare degli anni, è diventato un
piccolo lago e che, ora, dopo tanti e
tanti anni di siccità culturale, si è
tramutato in una povera e misera
Monza Club - Anno 6 - n. 30
a destra Francesca Montrasio con
alcuni giovani artisti del progetto
pozzanghera. Non che
manchino gli artisti o le
persone giuste per
promuovere l'arte ma un
periodo lungo di inesistente
politica culturale e di
insensate battaglie
corporative hanno fatto si
che il Mercato dell'arte
iniziasse a passare ben
lontano dalle nostre città e
dal nostro Paese.
MonzaClub30
7-12-2007
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I protagonisti
Ruggero e Francesca Montrasio,
hanno appreso il mestiere di
gallerista dal padre Alberto e da lui
hanno imparato a capire come
funzionano i delicati meccanismi
dell'arte contemporanea. Poi hanno
imparato a volare con le proprie ali
e ora il loro volo si è fatto più alto,
molto alto.
Ruggero è vero che avete aperto una
galleria a New York?
Io e Francesca, abbiamo una galleria a Monza,
in via Carlo Alberto, regalataci da nostro padre,
poi abbiamo aperto una galleria a Milano, in via
Brera e adesso abbiamo fatto un grande passo e
abbiamo aperto questo spazio a New York, dove
saremo operativi, come galleria, alla fine
dell'anno prossimo, siamo però già attivi da
aprile di quest'anno con un programma di
residenza gratuito destinato ad artisti che
vengono da tutto il mondo e in modo particolare
dall'Italia. In questo momento Francesca è a
New York ed è lei ad occuparsi principalmente
del progetto.
E' stato difficile far decollare questo progetto?
Quando abbiamo ideato questa iniziativa eravamo un po' ignari che in
realtà esistessero situazioni analoghe, anche, a dire il vero, molto più
grandi rispetto alla nostra realtà. Grazie al forte senso meritocratico che
esiste in America, dove nessuno resta escluso se dimostra di valere,
abbiamo avuto la possibilità di convenzionarci con una serie di progetti
simili al nostro e così abbiamo scambi continui e di grande valore
culturale.
Da
Da quanto
quanto tempo
tempo avete
avete aperto
aperto ee chi
chi sta
sta collaborando
collaborando aa questa
questa
iniziativa?
iniziativa?
Siamo
Siamo attivi
attivi da
da aprile
aprile dell'anno
dell'anno scorso.
scorso. Ad
Ad oggi
oggi abbiamo
abbiamo avuto
avuto 99 autori
autori
provenienti
provenienti da
da Italia,
Italia, Germania,
Germania, Israele,
Israele, Sud
Sud Africa
Africa ee dagli
dagli Stati Uniti.
Uniti
Come funziona?
Mettiamo a disposizione lo spazio per tre mesi e
tutti i materiali che necessitano a questi giovani
artisti per produrre un progetto che
concordiamo all'inizio del loro soggiorno.
Abbiamo studiato un programma che ci
consente di farci conoscere in tempi più brevi
del normale. C'è quindi un lato filantropico nel
fatto che si agevola il lavoro di giovani artisti,
dall'altro un lato commerciale che ci rende
visibili con maggior efficacia.
Alla fine dei tre mesi, all'interno del nostro
spazio, viene esposto e presentato al pubblico il
progetto. Durante i tre mesi favoriamo una serie
di incontri con curatori di museo, con
collezionisti, con altri galleristi, con altri
programmmi simili a questo che in America
esistono da molto tempo. L'Italia in questo senso
si
deve ancora
strutturare.
è molto
indietro.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30
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I protagonisti
Di questi artisti alcuni lavorano con noi, altri no.
Il progetto si avvale della collaborazione scientifica e curatoriale di
Raffaele Bedarida, visiting professor presso la Columbia University.
Raffaele ha fatto una scuola di specializzazione a Siena, si è laureato con
Enrico Crispolti, ha vinto una borsa di studio ed ora insegna alla New
York University. È un ragazzo molto giovane, ha 28 anni, e si occupa della
parte curatoriale del progetto.
C'è poi un comitato scientifico, formato da Francesca, da me e dallo stesso
Raffaele che seleziona gli artisti.
Come è nata questa idea?
Mi è venuta girando per New York, l'estate scorsa.
Avevo visto un paio di spazi molto belli e, rendendomi conto anche del
vantaggio del cambio particolarmente favorevole, mi sono chiesto se non
era il caso di aprire uno spazio espositivo per proporre arte italiana.
Avevamo lavorato con autori stranieri e ho pensato di fare il contrario.
Perché non provare ad esportare i nostri autori? Tutto è partito sulla scia
dell'entusiasmo, ma il cammino non è stato in discesa.
La burocrazia, si sa, è ricca di sfumature. E in America tutelano il loro
Mercato. Per adesso il nostro progetto può essere solo no profit. Poi
vedremo se coinvolgere soci americani e sviluppare anche gli aspetti
business. Per il momento l'esperienza è di tipo mecenatistico.
Quindi è stata creata un'associazione?
È stata costituita una struttura che fa capo a noi e che dà in usufrutto
gratuito spazi e materiali e non procede nè alla vendita nè alla
comercializzazione delle opere prodotte.
Al momento la cosa che ci interessa è di rendere visibile l'arte italiana e la
nostra cultura artistica al di fuori dei soliti e già acquisiti canoni
tradizionali. Ad oggi, a New York, si parla dei soliti autori. C'è stata, di
recente, una mostra di Fontana al Guggheneim. Ce n'è in corso una di
Melotti e l'anno prossimo al Metropolitan ci sarà Morandi.
Per questo motivo è stato deciso questo tipo di programma con cui, tra
l'altro, abbiamo possibilità di accesso a tutto il mondo accademico e
curatoriale il quale ci consente molti scambi che altrimenti sarebbero
difficilmente proponibili. Questo, inoltre, presuppone un impiego di
budget molto minore rispetto a quello ipotizzabile con un progetto
commerciale. Chiaramente bisogna pensare che arriviamo da una micro
economia e, nonostante il dollaro debole, ci scontriamo con realtà
immense e molto potenti.
A New York dove vi siete posizionati?
Avevamo individuato una zona, quella di Williamsburg, a Brooklyn, che
attualmente va per la maggiore. Li stanno aprendo moltissime gallerie.
Come dicono loro è una zona molto “cool”. Poi, invece, girando e
osservando abbiamo riposto la nostra attenzione su Manatthan,
nell'Historycal Harlem district: un luogo particolare, dove si sta spostando
la popolazione afroamericana 50 blocchi più in su e dove c'è una tipologia
architettonica molto interessante: sono tutte case di origine olandese, a
tre, quattro piani e si respira un'atmosfera architettonica tipicamente
europea.
Una location molto diversa rispetto alle altre gallerie di New York che
sono collocate in loft hi tech ma che, sicuramente, appartengono poco al
nostro modo di agire e di vedere.
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E come è stata recepita la vostra apertura?
Molto bene. Qualche giorno fa abbiamo avuto un piccola presentazione
degli artisti che attualmente vi risiedono.
Ci sono venuti a trovare curatori nuovi che non avevano mai visitato gli
spazi e sono rimasti sia sorpresi che entusiasti del contrasto molto forte
generato dagli ambienti. La location è stata molto apprezzata. Qui
abbiamo deciso di usufruire di pochissimi mobili, solo lo stretto necessario,
facendo recuperare materiali d'utilizzo edilizio che sono stati
Monza Club - Anno 6 - n. 30
semplicemente imbiancati. Alcuni degli artisti
che sono stati ospiti hanno iniziato a lavorare
con realtà americane e questo ci fa un gran
piacere. Siamo molto piccoli, ma anche molto
visibili.
Quali sono gli obiettivi?
Il nostro obiettivo è di dare la possibilità ai
giovani che lavorano con noi di avere una
vetrina più ampia possibile.
In Italia, ad eccezione della Biennale, le
occasioni per un giovane di poter esporre a
livello pubblico sono limitate. Anche perché da
noi c'è sempre questa falsa dicotomia tra
pubblico e privato che genera conflitti di
interessi. Negli Stati Uniti succede lo stesso ma
è dichiarato fin da subito e c'è una trasparenza
evidente e quindi si riescono a realizzare i
progetti. Infatti solo a New York ci sono 25 o 30
musei dove espongono con grande frequenza
artisti giovani tra i 20 e i 30 anni .
Un'esperienza come questa potrà essere
utile anche a Monza?
In Italia la provincia è vincente rispetto alle
cosiddette metropoli in quanto c'è un dinamismo
maggiore.
Proprio in questi giorni, ad esempio, a Monza,
c'è una Biennale ideata e fortemente appoggiata
dai Rotary. Gli autori degli inviti agli artisti
(tutti giovanissimi) sono ragazzi la cui età è
compresa tra i 25 e i 30 anni. Si è dato, per una
MonzaClub30
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I protagonisti
Due immagini dell’ambientazione dello spazio di New York:
parquet, luci d’effetto, un importante camino, semplici e
bianchi elementi di arredo, finiture e atmosfera da vecchia e
cara Europa.
volta, veramente spazio ai giovani ed è una cosa che definirei epocale
perché la sede della mostra, per quanto in provincia, è lo spazio super
prestigioso della Villa Reale.
Un luogo, quello del Serrone, dove si potrebbero organizzare
mostre di altissimo livello…
E' evidente che questo implica una volontà politica senza la quale non si
riesce a fare nulla. E’ altrettanto vero che da noi i fondi destinati a queste
iniziative sono limitatissimi e senza l'intervento del privato diventa molto
difficile operare.
In America succede lo stesso solo che, a vantaggio di colui che sponsorizza
manifestazioni di carattere culturale, ci sono importanti sgravi fiscali e
così lo sponsor privato viene incentivato a percorrere questa strada. In
realtà non è che negli Stati Uniti sono tutti mecenati e da noi sono tutti
algidi menefreghisti. La differenza è una migliore normativa fiscale che
favorisce in modo importante questo tipo di politica.
Del resto noi non sappiamo valorizzare le nostre vere ricchezze,
cioè patrimonio artistico e culturale…
Ci sono molte parole a cui non seguono i fatti. Noi, nel nostro piccolo
abbiamo voluto far seguire alle parole i fatti, e l'idea sarebbe quella di
collaborare il più possibile con le istituzioni indipendentemente dalla
grandezza.
Negli Stati Uniti capita di andare in gallerie private e di leggere nei
cartellini, accanto ai dipinti, che le opere sono state prestate dal
Metropolitan Museum. È come pensare che la galleria Nazionale d'Arte
Moderna di Roma presti un dipinto della propria collezione ad una
galleria privata. Per noi è impensabile. In realtà io non ci trovo nulla di
strano, anzi è cosa positiva, perché magari si toglierebbe dal deposito del
museo un dipinto che nessuno può vedere e si renderebbe possibile sia la
fruizione che la visibilità del dipinto. Da noi è impossibile anche solo
pensarlo, da loro invece si fa. È una cosa che accade senza suscitare
nessun tipo di polemica.
New York come ti ha condizionato? Quali
sono i nuovi pensieri che ti ha regalato?
Quello che colpisce, nel nostro settore, è che sono
delle vere e proprie imprese. Gallerie mediopiccole sono attività che impiegano 15-20 persone
e hanno fatturati da media impresa italiana e la
loro prospettiva è diversa soprattutto nella
capacità che hanno di programmare.
Organizzare una mostra dall'oggi al domani per
loro è impossibile. Questa è la differenza
sostanziale con il nostro modo di operare. La
possibilità di programmare consente di seguire
dei processi anche di crescita della propria
attività, della propria galleria, che altrimenti non
sarebbero possibili.
Come ha fatto vostro padre a trasferirvi la
passione? Di solito i figli si ribellano ai
genitori.
C'è riuscito con il silenzio. Non ci ha mai obbligato
a fare nulla che non avessimo piacere di fare.
Non ci ha mai spinto. Il silenzio e l'assecondare le
differenti passioni, mie e di mia sorella, ha fatto si
che ci appassionassimo profondamente a questo
lavoro.
Un consiglio da dare ad un giovane artista
italiano?
Trovare il modo di volare subito in America e
tenere ben aperti gli occhi per guardare, il naso
per fiutare e la bocca per parlare, possibilmente in
inglese.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30
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Fashion & Design
Urban Life
Francesco Iannone e
Serena Tellini: e luce fu...
su piazza Duomo di Monza
di Fabio Vicamini
Visitando il nuovo Museo del
Duomo si rimane colpiti
dall'altissimo livello performativo e
qualitativo riservato al progetto
delle luci che creano, all'interno dei
locali, un'atmosfera unica e di
grande impatto emotivo.
I progettisti dell'illuminazione sono
Francesco Iannone e Serena Tellini
che rappresentavano, nell'equipe di
professionisti che ha sviluppato il
progetto di ristrutturazione, una
figura che raramente viene
utilizzata o citata, ovvero il lighting
designer. Una professione poco
conosciuta e spesso sottovalutata o,
peggio, non considerata che può
contribuire, invece, in modo
determinante a decretare il
successo di un lavoro di
architettura.
Potremmo chiamare il 1900 il secolo della luce?
F.I. - Il novecento è stato il secolo dello sfruttamento dell'invenzione della
lampadina (Edison,1879 - ndr). Di conseguenza della possibilità, con la
luce, di allungare i tempi di utilizzo degli spazi che la notte una volta
portava via. Questo, esteso alla città, ha permesso di poter avere tempi e
percezioni impensabili prima. La luce artificiale ha portato una vera
rivoluzione nel nostro modo di vivere. Ha permesso all'uomo di
conquistare la notte.
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In Italia si parla poco della professione di lighting designer
F.I. - Sì, in Italia questa professione sta ancora facendo i primi passi,
anche se in realtà sono tanti anni che esiste. I progetti della luce sono
Monza Club - Anno 6 - n. 30
sempre stati affidati ad aziende o a distributori,
i quali sono ancora oggi legati a proposte che
privilegiavano quantità piuttosto che qualità
della luce.
In questi anni sembra essere passato il
messaggio: “più luce c'è meglio è…”.
F.I. - Su questo sono necessari dei distinguo.
Ci sono delle correnti di tipo commerciale che
tendono ad avere questa strategia. Ad esempio
vediamo come, nei grandi magazzini o nei
negozi, negli ultimi tempi c'è stata una vera e
propria rincorsa a salire con i livelli
d'illuminazione. Quasi si pensasse: ”Più salgo in
quantità di luce, più riuscirò a vendere”.
I commercianti spesso si adeguano a questa
soluzione .
Noi siamo, invece, della scuola di “…poca luce
ma fatta bene”.
Ed è la strada migliore perché la luce senza il
buio non si apprezza.
Nel Museo del Duomo traspare una cura
che definirei maniacale della luce: appare
calibrata e messa nei punti giusti. Senza
eccessi ma con tanta precisione.
F.I. - Abbiamo perseguito con tanto impegno
quelli che erano i desideri dell'architetto Cini
Boeri. Quando ci siamo incontrati, e lei aveva
già concepito l'interno del museo, ci ha detto che
voleva che le opere vivessero di luce e grazie
alla luce. Non le interessava l'insieme, dovevano
essere protagoniste le singole opere.
Seguendo questo concetto abbiamo applicato
delle tecniche abbastanza nuove. Pur lasciando
un' illuminazione di fondo, rispettosa del
mantenimento delle opere, soprattutto quelle
più delicate, abbiamo poi proposto una luce di
accento che si muove, aumenta di intensità e va
a colpire i punti di maggiore interesse del
Museo. Il visitatore scopre così che la luce lo può
guidare nel percorso. C'è una penombra di fondo
che è squarciata, ogni tanto, da questi accenti
luminosi che aiutano a leggere i contenuti del
museo.
MonzaClub30
7-12-2007
16:28
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Fashion & Design
Francesco Iannone e Serena Tellini:
una coppia nel lavoro e nella vita da
più di 35 anni
Questo introduce il concetto della variabilità della luce con cui
abbiamo a che fare quotidianamente in natura, ma che con la luce
artificiale il più delle volte non avviene perché si ragiona solo su
acceso o spento.
F.I. - Questo è un concetto che noi stiamo cercando di scardinare: la luce
non è solo statica. Durante il giorno, al contrario, se pensiamo alla natura,
abbiamo varie fasi. Intensità diverse tra mattina e pomeriggio. La luce che
attraversa le foglie di un albero riporta delle ombre e abbiamo situazioni di
mutamento continuo. Questo aiuta a vivere e percepire in modo migliore
quel che sta intorno.
I musei o gli ambienti dedicati all'arte spesso sono piatti, di una
uniformità totale che danneggia le opere.
F.I. - È vero. La luce deve essere studiata e calibrata perché ogni opera ha
la sua storia, si pone in un contesto, si relaziona anche con le opere che ha
intorno ed è corretto che ogni opera sia percepita in maniera personale.
Quando è nato il cinema, inventato dai fratelli
Lumiére, tutti guardavano cosa avveniva su
quella superficie illuminata dal proiettore,
stupiti dalle immagini in movimento, senza dar
tanto peso alla storia che si raccontava. Oggi è
passato quasi un secolo e abbiamo capito che
per far cinema bisogna raccontare una “storia”
che è composta da una sceneggiatura, una
capacità recitativa, una scelta ambientativa,
una regia, un montaggio,...e tra tutto questo ci
sono le luci e lo studio della fotografia.
Quando illumini, parte delle persone in Italia
pensa che illuminare sia accendere e vederci. O
far vedere una bella lampada. In realtà c'è una
maniera di esprimere la luce, di cucirla
sull'ambiente, di pareggiarla alle altre, tutti
questi passaggi non sono noti al pubblico. Senza
lo studio della luce il cinema non racconta quasi
nulla ed è proprio come un museo, che senza le
luci non dice niente sulle opere che espone.
Quindi nel momento che un lighting designer progetta delle luci
per un Museo, deve studiare ogni singola opera?
F.I. - Senza dubbio. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere un team
incredibile, partendo dall'architetto che si è occupato degli spazi interni,
poi ascoltando le richieste degli storici, dei curatori, del direttore del museo Passiamo alla città di Monza, voi state
lavorando, in collaborazione con l'ufficio
che ci hanno dato la loro interpretazione delle opere, abbiamo cercato di
riqualificazione urbana guidato dall'arch.
mediare il tutto.
Fulvia Bonfanti, il cui assessore è Giovanni
- A questo punto dell'intervista interviene Serena Tellini, non solo Antonicelli, anche sul progetto
illuminotecnico della Piazza del Duomo.
compagna di vita da 35 anni di Francesco Iannone ma anche vero
Ci sarà lo stesso concetto visto all'interno
alter ego dello studio S.T. -…E noi abbiamo cercato queste mediazioni che non sono esattamente del museo riportato nel paesaggio urbano?
F.I. - A grandi linee la filosofia applicativa segue
mediazioni ma vero e proprio studio e impegno professionale.
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MonzaClub30
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Fashion & Design
degli anni '80 : era molto dura! La grande
determinazione però alla lunga ci ha dato
ragione. Agli inizi degli anni '90, insieme ad
altri otto colleghi, abbiamo fondato
l'Associazione Europea dei Lighting Designer.
Avventura che ha avuto un grande successo.
Oggi il guppo è diventato globale, mondiale,
conta circa 600 iscritti. E' un'associazione
partner ufficiale delle più grandi fiere della luce.
Organizza corsi di formazione in giro per
l'Europa, Master universitari, Workshop.
Abbiamo dedicato molto del nostro tempo alla
crescita della conoscenza di questa professione e
oggi raccogliamo i frutti.
Il lighter designer è uno che vive progettando
luce, non commercializza, non vende. Viene
pagato per il suo progetto di luce.
gli stessi parametri. Ci piace usare la luce
perché sia uno strumento per la scoperta e che
dia sensazioni diverse a chi vive in quello
spazio. Ci occuperemo del progetto
d'illuminazione della Piazza del Duomo ma
anche di alcune vie limitrofe. Il concetto usato
sarà quello di dare scene diverse nell'arco della
settimana. Si partirà il lunedì e la facciata del
Duomo sarà concepita in una maniera, il
martedì ce ne sarà un'altra e cosi via. Ogni
giorno un leggero cambiamento in modo che chi
sarà nella Piazza avrà la sensazione di essere in
un luogo nuovo ogni sera.
È un progettista che deve sempre lavorare
in equipe?
S.T. È una libera professione. Noi, in Europa, e
in particolare in Italia che è la sede delle più
grandi aziende che si occupano di luce,
S.T. - È un modo di concepire l'illuminazione
come uno strumento per i cittadini per scoprire
la propria città o per i turisti per tornare più
volte in un luogo e scoprirlo diversamente.
La luce, poi, può essere uno straordinario
elemento per valorizzare il nostro paese, nel
caso particolare Monza, quindi non è solo
qualcosa di funzionale che deve essere
normativamente corretto.
Monza è famosissima nel mondo per il suo
circuito automobilistico ma pochi sanno degli
immensi tesori che dispone: il Duomo, il nuovo
museo, le vie del centro storico che andrebbero
valorizzati, la stessa Villa Reale potrebbe
portare migliaia di visitatori grazie anche alla
valorizzazione di giuste luci.
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Come nasce il rapporto di lavoro tra
Iannone e Tellini?
F.I. - Bisogna tornare indietro nel tempo.
Nasciamo come architetti entrambi dal
Politecnico di Milano, poi, un po' per casualità,
Serena parte a lavorare all'interno di una
grande azienda della luce. Io, che inizialmente
mi sono occupato di design e comunicazione,
collaboravo con aziende che producevano corpi
illuminanti. In quel periodo ci siamo conosciuti.
Dopo un decina di anni abbiamo deciso di aprire
insieme uno studio che si occupasse solo di luce.
Sfida difficile. Soprattutto in Italia all'inizio
Monza Club - Anno 6 - n. 30
Sopra la statua di San Giovanni Battista, nel nuovo
Museo del Duomo di Monza. L’illuminazione mette
in risalto il valore simbolico del gesto della scultura.
Alla stessa maniera la facciata del Duomo vedrà
l’uso della luce, secondo quanto definito a progetto,
per valorizzare le caratteristiche proprie dell’edificio
(strutture verticali e rosone) come evidenziato dalle
due immagini a destra (archivio Consuline)
MonzaClub30
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Fashion & Design
continuiamo a considerarlo come un consulente. In realtà non consiglia
niente. Prende un incarico professionale dal cliente, separato
dall'ingegnere o dall'architetto o dell'urbanista e nell'ambito del suo
incarico sviluppa una produzione intellettuale.
Nel rapporto con l'architetto progettista, come nel caso di Cini
Boeri, nasce un confronto importante?
Una collaborazione più che un confronto. Importante che ci sia una
partenza chiara. Intorno al tavolo di lavoro ci si ritrova con il direttore del
museo, il conservatore, gli storici, la proprietà, l'architetto e il lighter
designer, tutti in un team, come avviene all'estero e si fa collaborazione.
Si lavora in gruppo ma non si è consulenti dell'uno o dell'altro, ma parte
attiva del gruppo
Nel caso di Monza centro si lavora da soli tenendo presente che esiste un
ufficio di arredo urbano che ha un suo modo di considerare la città.
Ogni giorno vengono inventati sistemi di illuminazione nuova.
Qual è la fonte di illuminazione del futuro?
F.I. - Noi siamo sostenitori della luce allo stato solido: i Leds. Nel secolo
passato la lampadina è stata la rivoluzione, in questo secolo la rivoluzione
è la luce allo stato solido. Il L.E.D. (Light Emitting Diode) è un circuito
stampato che, formato da un chip di materiale semiconduttore ed
esternamente da due filamenti, eccitato al passaggio della corrente
produce luce. I Leds in futuro ritengo che
sostituiranno le sorgenti tradizionali negli uffici,
nelle case, nelle città.
Sono le fonti luminose che abbiamo usato anche
nel Museo del Duomo.
C'è un Led, ad esempio, che è stato chiamato
Corona Ferrea e che è stato progettato
appositamente per illuminare la riproduzione
del celebre gioiello. È stato fatto per far risaltare
i colori freddi: cobalto, zaffiro, verde e i bianchi
della corona.
S.T. - La grande opportunità che danno queste
fonti, e che abbiamo ben impressa nella nostra
testa, è quella di illuminare una città (Monza ad
esempio) con il suo vero e specifico colore.
F.I. - Oggi le città, la sera, sono tutte tendenti al
giallo-arancio, per colpa dell'infausta legge
sull'inquinamento luminoso, che prescrive
l'utilizzo di un tipo di lampada al sodio. L'uso
della luce allo stato solido permetterà di
scegliere una tonalità di luce giusta per far
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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Fashion & Design
Sopra un’ immagine di progetto
dell’autodromo di Shanghai: dal
cielo la luce sottolinea la forma del
percorso che richiama il
pittogramma dello Shang da dove
deriva il nome della città.
A lato: una vista del grande occhio
luminoso che incornicia la copertura
della tribuna
risaltare le caratteristiche tipiche di quel luogo, risparmiando energia.
Le luci al sodio hanno appiattito le caratteristiche peculiari e particolari
delle meravigliose città italiane, le luci a Led ce le faranno riscoprire.
Cosa pensate in relazione al problema delle fonti energetiche e
alla carenza di energia in Italia?
Penso al grande progetto che abbiamo realizzato in Cina tre anni fa:
l'illuminazione del Circuito automobilistico di Shanghai che lo rende vivo
anche di notte. Lì abbiamo sperimentato per la prima volta l'utilizzo di
energia solare per illuminare una grande installazione. L'esperienza è
stata del tutto positiva. Penso quindi che il sole sia la fonte a cui la nostra
professione deve mirare. Questa energia sarà un'opportunità grande.
Noi crediamo moltissimo nel solare e crediamo sia possibile grazie ai Leds
che consumano infinitamente meno.
Come mai si usa così poco il solare nel Paese del sole?
F.I. - Forse una politica non corretta. Rubbia aveva sviluppato un sistema
per utilizzare il sole e per raccogliere energia e ce lo siamo fatto sfuggire,
lui è andato in Spagna dove ha costruito uno dei centri di raccolta di luce
solare più efficienti al mondo. Così noi abbiamo perso una chance.
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S.T. - È un problema politico perché chi vende energia non ha interesse ad
avere un concorrente come il sole. È anche vero che fino a ieri le sorgenti
consumavano molta energia quindi le strutture fotovoltaiche dovevano
avere una superficie molto estesa. Oggi le nuove tecnologie a led, che
Monza Club - Anno 6 - n. 30
HERBERT CYBULSKA
Nella pagina a lato: la statua di San
Giovanni Battista, nel nuovo Museo
del Duomo di Monza.
L’illuminazione mette in risalto il
valore simbolico del gesto della
scultura
consumano poco e niente, danno la possibilità di
ridurre notevolmente queste superfici di
ricezione dei raggi solari.
È anche un problema di comunicazione ed
esempio da imitare.
Quando all'estero chiedi di fare una nuova
sperimentazione ti dicono immediatamente di
sì. In Italia la parola “ innovativo” non apre le
porte di nessuno.
Oggi ci sono leggi che danno grandi opportunità
al solare, ma c'è poca conoscenza.
Se poteste scegliere a Monza un luogo da
illuminare?
F.I. - Il Parco di Monza con l'Autodromo.
S.T. - In un parco la luce è anche
comunicazione se ben studiata e invoglia la
gente a vivere quegli spazi. Inoltre è anche un
progetto di sicurezza del territorio.
MonzaClub30
7-12-2007
16:28
Pagina 59
SPECIALE NATALE
Il pranzo di Natale, il
cenone di Capodanno e
tanti, tantissimi regali…
di Toni Liguori - foto di Fabio Vicamini
C'è chi lo consuma la sera della vigilia e chi il giorno dopo,
C'è
chi lo
consumaa la
seraverso
dellamezzogiorno
vigilia e chi ed
il giorno
dopo,
magari
sedendosi
tavola
alzandosi
magari
sedendosi
a tavola
ed alzandosi
nel pomeriggio
inoltrato.
Perverso
tutti, mezzogiorno
comunque, il pranzo
di
Natale
e il cenone
di Capodanno
sonocomunque,
appuntamenti
nel
pomeriggio
inoltrato.
Per tutti,
il pranzo di
irrinunciabili,
occasioni
irripetibili
per
vivere
qualche
ora in
Natale è un appuntamento irrinunciabile, un'occasione
serena armonia
in compagnia
propri
familiari
e dellein
irripetibile
per vivere
qualchedei
ora
in serena
armonia
persone che al mondo si amano di più. Qualcuno preferisce
compagnia
dei propri familiari e delle persone che al
andare al ristorante e scegliere tra i mille menù che gli chef
mondo si amano di più. Qualcuno preferisce andare al
elaborano con rara perizia, aggiungendo magari qualche
ristorante
e dettato
scegliere
trafantasia
i mille menù
che gli chefMa c'è
tocco in più
dalla
e dall'esperienza.
elaborano
rara
perizia,
aggiungendo
magari aqualche
anche chi, con
e sono
davvero
moltissimi,
non rinuncia
cucinare
tocco
inpropria
più dettato
dalla fantasia
e dall'esperienza.
Ma c'è
in casa
sorprendendo
gli ospiti
con piatti elaborati
con abilità
intorno
ad un tavolo
che mai al
come
anche
chi, econsumandoli
sono davvero
moltissimi,
non rinuncia
quel giorno
è troppo
stretto per
accogliere
tutti i parenti,
pranzo
di Natale
preparato
in casa
e consumato
intorno ad
quelli
che,
almeno
in
quelle
occasioni,
si
riuniscono
per per
un tavolo che mai come quel giorno è troppo stretto
festeggiare in famiglia le ricorrenze più “dolci” e più intime
accogliere
tutti i parenti, quelli che, almeno in
della storia dell'uomo moderno. In questi casi, di solito, è la
quell'occasione, si riuniscono per festeggiare in famiglia la
mamma a cucinare, con l'aiuto della nonna (quando c'è) che
ricorrenza
“dolce” e più
intima
storia
dell'uomo
suggeriscepiù
gli ingredienti
delle
ricettedella
che si
tramandano
da
moderno.
In questi casi, di solito è la mamma a cucinare,
intere generazioni.
con
l'aiuto
della
(quando
c'è)
che suggerisce
Nelle
pagine
che nonna
seguono,
7 chef di
altrettanti
ristorantigli
tra i
più famosi della
vi propongono
i loro da
menù “natalizi”
ingredienti
delleBrianza,
ricette che
si tramandano
che potrete
degustare in loco o a cui potrete ispirarvi per i
intere
generazioni.
pranzipagine
che cucinerete
in casa.
A questo
punto, nonristoranti
ci resta
Nelle
che seguono,
6 chef
di altrettanti
che augurarvi buon appetito!
tra
i più famosi della Brianza, vi propongono i loro menù
Se qualcuno di voi, invece, è ancora alla ricerca di regali può
“natalizi” che potrete degustare in loco o a cui potrete
sceglierli tra quelli che Laura e Maria, le nostre simpatiche
ispirarvi
il pranzo diinNataleche
cucinerete
in casa.
modelle, per
vi propongono
queste pagine:
ce n'è per
tutti i
Agusti
questo
punto,
non
ci resta
che augurarvi
buon appetito!
e per
tutte le
tasche,
da quelli
più impegnativi
a quelli
più semplici, tutti, comunque, all'insegna della sobrietà e del
buongusto.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
59
MonzaClub30
7-12-2007
16:28
Pagina 60
SPECIALE NATALE
Il ristorante Noble si trova proprio nel cuore storico e religioso di Monza, di fronte al luogo dove avvenne il miracolo di
S. Gerardo. Come d'incanto, vi troverete in una piazzetta deliziosa, un vero e proprio rifugio dal chiasso cittadino dove
potrete dimenticare per qualche attimo la vita frenetica e stressante che ormai ci condiziona tutti. In estate si può mangiare in piazzetta, oppure in un altro ambiente più appartato.
Il ristorante è indicato per un pranzo di lavoro a cui tenete particolarmente, per piccoli ricevimenti in occasione di cerimonie o, più semplicemente,
per una cena romantica al lume di candela.
Il menu del Noble è tutto da scoprire, anche se alla base vi è sempre una cucina raffinata ed originale, che attinge spesso alla tradizione lombarda, i piatti sono elaborati tenendo conto soprattutto della qualità delle materie prime. Prelibati e raffinati, questi variano a secondo delle stagioni
offrendo sempre proposte diverse accompagnate da una vasta selezione di vini e distillati provenienti dalle cantine Meregalli.
Noble
Menu di Natale ristorante Noble
Flut di spumante con sfogliatine calde
Carpaccio di spigola e scampetti con verdurine
policrome
Risotto allo Champagne con melograno e foie gras
Agnolotti in brodo di cappone con tartufo di
Norcia
Filetto di storione con pomodorini e cipollotto
Panettone con salsa alla vaniglia
Frutta natalizia
Caffè
Vini:
Sauvignon blanc fumat “Collavini”
Cabernet Roncaccio “Collavini”
Moscato d'Asti “Bel Sit”
Acqua minerale
Preparazione
Sgranare il
melograno, frullare
metà dei semi. In una
casseruola mettere 40g
di burro e la cipolla,
far rosolare,
aggiungere il riso e
tostarlo sfumarlo con
lo champagne, bagnare
con il brodo per circa
18 minuti. A metà
cottura aggiungere il
melograno frullato.
Dopo 18 minuti
togliere dal fuoco e
mantecarlo con burro e
formaggio e alcuni
semi di melograno,
impiattare al centro e
porre una fetta di foie
gras e i semi rimasti.
Ristorante Noble:
Via G. dei Tintori, 18
Monza
T. 039.39093298
www.silvarte.it
Risotto allo champagne con melograno e foie gras
La ricetta
fotografata
Ingredienti x 4 px
g 320 riso carnaroli
g 30 di cipolla
1 melograno (gr 250)
g 80 burro
g 50 formaggio
grattugiato
cl 200 Champagne
dado q.b.
Noble
Lo chef Natale
Cattaneo e il
direttore del Noble
Silvano Galbusera
60
Monza Club - Anno 6 - n. 30
MonzaClub30
7-12-2007
16:32
SPECIALE NATALE
Mulino a vino
La ricetta
fotografata
Ingredienti
Pagina 61
Crostatina di pasta
frolla
Mela
Robiola fresca
Semi di melograno
Miele d'acacia
Pinoli
Noci
Crostatina alla robiola fresca con
frutta secca, semi di melograno e
miele d'acacia tiepido
Cima alla genovese
Crostini con cornucopie di petto d'anatra
affumicato e ricotta aromatizzata
Vino: Le Difese Tenuta San Guido, Bolgheri
Una sala dell’enoteca con cucina
“Mulino a Vino”
Il direttore è Edoardo Dellepiane
Tris di pecorini: pecorino di fossa, pecorino
stagionato in barrique ricoperto di foglie di noci,
pecorino di fossa alle erbe aromatiche
Vino: Sforzato San Domenico D.O.C.G. 2001
Triacca, Valtellina
Crostatina alla robiola fresca con frutta secca,
Mulino a Vino consiglia abbinamenti gustosi semi di melograno e miele d'acacia tiepido
Carpaccio di salmne marinato all'arancia e pepe
rosa su letto di songino
Mulino a Vino:
Via De Amicis, 21
20052 Monza
T. 039.384180
www.silvarte.it
Carpaccio di baccalà con salsa di fragole
Vino: Rowson's Retreat Semillon Chardonnay
Penfold's, Australia
Vino: Sauternes Chateau de St. Helene
Bordeaux, Francia
Panettone Cova ubriaco al moscato tiepido e
crema pasticcera
Vino: Champagne Ayala rich majeur Ay,
Francia
Il Wine bar Mulino a vino, nasce sulle sponde del fiume Lambro che taglia il centro della città di Monza, in un edificio che un tempo ospitava un
vecchio mulino. Ancora oggi, adiacente al Wine bar, esiste un magnifico museo visibile anche da una sala del locale. L'ambiente, dall'atmosfera
intima, è arredato con mobili ed oggetti rustici ed ospita una selezione di vini di grande qualità: da quelli italiani, tipici o delle Doc più famose,
agli champagne più rinomati, ai vini francesi e a quelli del nuovo mondo, come gli americani, gli australiani, i cileni, gli argentini. Ottima è anche
la selezione di liquori e distillati italiani e stranieri, grappe, porto, cognac, whisky e
molte altre specialità. Tutti i vini possono essere accompagnati da una cucina che
seleziona prodotti di altissima qualità con ampie selezioni di salumi, formaggi, pesci
marinati o affumicati e tanti dolci per soddisfare ogni desiderio.
Mulino a vino
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30
7-12-2007
16:33
Pagina 62
SPECIALE NATALE
Per Monza, Noble Lounge è un nuovo concetto di locale inserito in una corte del 1200,
nel centro storico della città, in prossimità di 2 comodissimi parcheggi. La cucina è
basata su ingredienti rari e pregiati, e la preparazione dei piatti raffinati e dall'aspetto accattivante rendono il menù un susseguirsi di sorprese e di sapori assolutamente
unici e irripetibili. L'abilità del giovanissimo chef gli consente di fondere gli ingredienti classici della cucina giapponese con quelli della nostra tradizionale, giocando con la fantasia del cioccolato. Due sale disposte al pianterreno
ed al primo piano, quest'ultima con un delizioso balconcino a mezzaluna, in ferro battuto e ricoperto da un materiale plastico (solitamente utilizzato dai piloti di F 1) che ospita una saletta privata riservata ad un massimo di 16 persone, creano un'atmosfera veramente singolare.
E' il luogo ideale, oltre che per una cena dal carattere orientale, per aperitivi accompagnati da veloci piatti di cucina fusion o per un dopocena
sfizioso dove si può scoprire l'abbinamento perfetto tra i diversi cru di cioccolato Peyrano e i più famosi distillati.
Noble Lounge
Menù di Natale ristorante Noble Lounge
Tortino di zucchine in rete con beluga, salmone
grigliato e salsa di panna acida
Vellutata di cannellini con boccone di pescatrice,
dadolata di salsiccia calabrese e germogli di
barbabietola
Trancetti di tonno marinati in soia con
copertura di cioccolato fondente
Tiramisù al latte con Pavesini e lastre di
cioccolato colorato
Preparazione
Tagliare il filetto di pescatrice. Marinarlo con
olio, sale e pepe. Scaldare la padella e iniziare a
farlo rosolare sui bordi e finire la cottura in forno
a 170-180 gradi per cinque minuti.
Nel frattempo preparare la salsa di cannellini
facendoli bollire con
carote sedano e alloro.
Una volta cotti,
frullare il tutto a
crema. Tagliare la
salsiccia a dadini.
Per impiattare:
disporre nel piatto i
dadini di salsiccia,
versare la crema, porre
nel mezo i filetti di
pescatrice e guarnire
con un bouquet di
germogli di
barbabietola.
Noble Lounge
Via G. dei Tintori, 18
Monza
T. 039.39093295
www.silvarte.it
Noble Longue
Vellutata di cannellini con boccone di pescatrice
62
Sopra:
Lo chef del Noble
Longue
Omar Giummara
Monza Club - Anno 6 - n. 30
MonzaClub30
7-12-2007
16:33
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SPECIALE NATALE
Lear
La ricetta fotografata
Ingredienti
1600g scampi interi,
4 carciofi, 2 pomodori
sbucciati e tagliati a
bastoncini, mezzo avocado
non troppo maturo, 50g.
salsa di crostacei, 40g.
olio extravergine ligure,
1 cucchiaio di erba
cipollina, sale e pepe
Per la salsa: Le teste
degli scampi
30g. di carote, 30g. di
sedano, 2 scalogni, 1
spicchi d'aglio,
1 pomodoro maturo,
1 litro d'acqua, 1 rametto
di timo, 1 bicchiere di
vino bianco secco,
sale e pepe
Code di scampi 'delizia delle feste'
Menù di Natale Ristorante Lear
Code di scampi 'delizia delle feste'
Crema di patate, baccalà mantecato, tartufo bianco d'Alba e olio
extravergine d'oliva
Noci di capesante, carciofi alla romana e il suo fondo di cottura
Filetto di branzino, lenticchie di Castellaccio, lardo croccante e spremuta
d'oliva
Cappone ruspante disossato farcito cotto al forno con Puilly fumè
Dessert natalizio
Panettone tradizionale, salsa al mascarpone
Piccola pasticceria
Caffè
Preparazione
Lo chef del
ristorante Lear
Claudio Prandi
Ristorante Lear
Via Col del Frejus, 3
Briosco (MI)
T. 0362. 966920
www.ristorante
lear.com
Staccare le teste dalle code degli scampi e lavare le teste. Mettere in una
casseruola le carote, il sedano, lo scalogno, lo scalogno e l'aglio con un po'
di olio; fare sudare leggermente, mettere le teste degli scampi, lasciare
tostare per cinque minuti, aggiungere il vino bianco, fare eveporare;
aggiungere il pomodoro, il timo e l'acqua e lasciare cuocere per 20 minuti. Passare il tutto
schiacciando bene le teste in modo da far uscire il più possibile, mettere sul fuoco e lasciar ridurre fino
a quando rimane 1/2 bicchiere di liquido. Verificare il sapore ed emulsionare i 40g di olio extravergine.
Tenere in caldo. Pulire i carciofi, tagliarli a metà, togliere la barba interna, tagliarli a fettine ben
sottili, metterli a bagno in acqua ben acidulata con il succo di 1/2 limone. Scaldare una padella
antiaderente, mettere uno spicchio di aglio con la buccia e un po' d'olio. Quando l'aglio ha preso colore,
toglierlo e metere i carciofi scolati, salare e pepare e lasciare cuocere tre minuti. Tenere in caldo.
Sgusciare le code degli scampi, mettere una padella antiaderente sul fuoco, mettere un cucchiaio d'olio
e far scaldare. Salare e infarinare leggermente le code e far cuocere due minuti; togliere e tenere in
caldo. Pulire l'avocado e tagliarlo a dadini piccoli, aggiungerli ai carciofi.
Presentazione: Sistemare al centro di ogni piatto dei carciofi e l'avocado. Intorno sistemare le code
degli scampi, cospargere con la salsa di crostacei, erba cipollina e guarnire con i filetti di pomodoro e
un filo di olio extravergine Ligure.
Il Ristorante Lear è un complesso ottocentesco ristrutturato con grande cura. Questo splendido edificio, che appartiene alla storia della Brianza,
oggi unisce in una felice ed equilibrata combinazione, antichi ambienti, nuovi confort ed eleganza raffinata. La cucina, guidata dallo chef Claudio
Prandi, già premiato con due stelle Michelin, è molto curata sia nella sostanza che nella presentazione. L'impronta è di tipo tradizionale, ma rivisitata in chiave moderna, con cotture più leggere che non privano però le ricette del loro sapore originale e genuino.
La cantina offre una scelta di più di 200 etichette tra le quali non mancano le marche più importanti. Nel raffinato ed
elegante lounge è possibile, inoltre, sorseggiare rum, armagnac, whisky, scherry, porto e madeira di ottime qualità.
Il Parco della Fondazine Pietro Rossini fa da cornice al Ristorante Lear per una passeggiata dopo pranzo o prima di cena.
Lear
Monza Club - Anno 6 - n. 30
63
MonzaClub30.qxp
7-12-2007
21:45
Pagina 64
SPECIALE NATALE
Un tempo era la Casa di caccia del Re, oggi è
uno dei ristoranti più raffinati ed apprezzati di
tutta la Brianza. Il Saint Georges Premiere,
situato nello splendido Parco Reale di Monza,
è diventato il punto di riferimento per chi
vuole trascorrere qualche ora di relax in un ambiente raffinato e confortevole e consumare una cena squisita in compagnia degli amici od organizzare un pranzo d'affari certi di fare un'ottima figura. Qui si mangia davvero bene e i piatti, preparati da un chef che conosce perfettamente il
suo mestiere, vengono presentati con grande professionalità da uno staff di primo livello e in grado di fornire preziosi suggerimenti anche alla
clientela più esigente. Tra gli antipasti, si distinguono il Pata Negra tagliato a coltello, il parfait di fegato d'anatra e l'astice alla catalana mentre,
per quanto riguarda i primi, c'è solo l'imbarazzo della scelta: i raffinati risotti allo champagne o al tartufo bianco d'Alba, si contrappongono ai più
“popolari”, ma sempre richiestissimi, primi di “una volta”, come le pappardelle in sugo di capriolo e bacche di ginepro, la zuppetta di fagioli borlotti e mitili all'extravergine di oliva o gli stracci e ceci alla toscana. La tradizione della cucina brianzola eccelle nei secondi con i fantastici salumi
brianzoli, i bolliti misti e la “storica” cassoeula con pasticcio di mais.
Saint Georges Premiere
Menù di Natale del Saint Georges Premiere
La ricetta fotografata
I ravioli di vitello alla crema di zucca
tartufata
Ravioli di vitello
Pasta di tartufo bianco
Brodo vegetale
Prezzemolo per decorazione
Il Salmone marinato allo zucchero di canna e
agrumi
Il cappone ripieno alle castagne
Ingredienti
Ristorante
Saint Georges
Premiere
Via Vedano, 7
Monza Parco Reale
T. 039.320600
www.saintgeorges.it
Panettone in salsa vaniglia
Preparazione
Cuocere la zucca in forno, dopo aver tolto i semi,
coperta con la carta alluminio.
Una volta cotta, frullarla, profumarla con della
pasta di tartufo bianco e tenerla in caldo.
Cuocere i ravioli con un brodo vegetale, nel
frattempo stendere sul piatto due cucchiai di
crema di zucca, adagiarvi sopra i ravioli e
guarnire con qualche fogliolina di prezzemolo.
Saint Georges Premiere
Ravioli di zucca
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Lo chef del Saint
Georges Premiere
è Marco Botti
Sopra due belle
immagini della
suggestiva
ambientazione.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
MonzaClub30
7-12-2007
16:33
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SPECIALE NATALE
La ricetta fotografata
Rossana
Ingredienti
1 Foie Gras d'oca 800g
g 300 zucchero di canna
g 200 sale
Semi di coriandolo
Timo
Rosmarino
1 Arancia
1/2 limone
Pepe
1/2 bicchiere di Brandy
Lo chef Paolo Vai
Marinata di foie gras d'oca
all'aceto balsamico
Menù di Natale del Ristorante Rossana
L'insalatina di Poulard tartufata
Marinata di foie gras d'oca all'aceto balsamico
Gli agnolotti in salsa di arrosto
I cappelletti in brodo di cappone
Il panettone farcito con la crema inglese al
rosolio
Preparazione
Ristorante Rossana
Via Delle Industrie, 4
Basiano (MI)
T. 02.95761691
Si aprono i due lobi del foie gras, si tagliano ancora a metà in lunghezza, si tolgono i capillari e si
pulisce dall'eventuale fiele.
Si prepara la marinata, si aggiunge il foie gras lo si ricopre con la stessa. 12 ore in frigo. Si rimuove il
foie e si lascia ancora per altre 12 ore.
Terminata la marinatura, si lava il foie gras sotto l'acqua fredddissima e lo si mette sottovuoto in frigo
nella parte più fredda per 24 ore. A questo punto si potrà affettare e servire su una insalatina di
songino, spicchi d'arancia, radicchio e salsina all'aceto balsamico e olio ligure.
I tavoli rotondi e spaziosi, posizionati distanti l'uno dall'altro per assicurare la privacy ad una clientela particolarmente esigente e riservata, sono
sempre apparecchiati con cura e rendono l'atmosfera calda e ed accogliente, proprio come dovrebbe essere sempre quella dei ristoranti di una
certa pretesa che vantano una solida tradizione. Il Ristorante Rossana, una bella costruzione situata appena fuori Basiano, in piena Brianza, le
sue promesse le ha sempre mantenute e la clientela, che da tempo frequenta questo locale, è sempre apparsa soddisfatta. Oggi poi, che sul ponte
di comando del ristorante siedono due nuovi gestori, i fratelli Paolo e Franco Vai, provenienti entrambi dal rinomato Cavallino Bianco di Aosta,
dove hanno conquistato due stelle Michelin, l'offerta è diventata ancora più ricca e variegata. Il menù poggia prevalentemente sulla pasta freschissima, “fatta” a mano e cucinata in mille modi. La pasta, si sa, è l'alimento preferito dagli italiani e i nostri abilissimi chef sono certi che qui i
clienti potranno sempre trovarla come se fosse preparata in casa. Naturalmente, il menù concede altre
proposte davvero interessanti: carne di prima qualità e pesce sempre freschissimo, abbinati alle verdure
di stagione, offrono deliziosi accostamenti in grado di soddisfare anche i palati più esigenti.
La carta dei vini predilige essenzialmente la qualità dei prodotti e le marche più rinomate.
Rossana
Monza Club - Anno 6 - n. 30
65
MonzaClub30
7-12-2007
16:37
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SPECIALE NATALE
Fino alla metà del secolo scorso, esistevano i magazzini del
caffè. Oggi, sempre nella centralissima via Parravicini al n.°
34, troviamo il ristorante omonimo che dopo sapienti lavori di
ristrutturazione, ha assunto un aspetto particolare.
L'ambiente, molto accogliente, dà un caloroso benvenuto al
visitatore che si trova subito immerso in una atmosfera d'altri tempi, quando ancora c'erano le “cose buone” da mangiare, quelle che ancora adesso
qui si possono gustare, grazie ad una cucina dalla quale escono ottimi piatti, tipici della tradizione lombarda, preparati al momento dalla chef
Alessandra. Fra questi, spiccano i tortelli di zucca ed il risotto al pesce persico, il petto d'anatra con fichi e cipolle rosse e la vera cotoletta alla
milanese, che molti ristoranti offrono ma che pochi, e tra questi Magazzini del Caffè, sanno preparare così bene. Il ristorante è disposto su due
livelli ed il piano superiore è caratterizzato da un bel soffitto ligneo con travi a vista che rendono l'ambiente particolarmente suggestivo.
Magazzini del caffè
Menù di Natale dei
Magazzini del caffè
Mousse di salumi con
crostini ai 5 cereali
Ravioli di gallina ed
erbette con burro alle
mandorle e salvia
Cotechino mantovano
con mostarda di zucca,
lenticchie e purè di
castagne
Tortino della concordia
Magazzini del
caffè
Via Parravicini, 34
Monza
T. 039.2312400
www.magazzinidelcaffe.it
Tortino della
concordia
Preparazione
Tagliare a fette e poi a pezzettini sia il panettono
che il pandoro. Metterli in una terrina capiente,
mescolarli e poi versare sopra il latte. Lasciar
riposare per 1 ora circa. Trascorso questo tempo
mescolate a lungo il composto in modo che
panettone e pandoro assorbano tutto il latte.
Incorporare, uno alla volta, i due tuorli
mescolando con cura dopo ogni aggiunta. Unire lo
zucchero, il cacao setacciato, il burro fuso, il lievito
diluito in un po' di latte tiepido e una presa di sale.
Amaalgamare bene. Con un coltello affilato
riducete il cioccolato in piccole scaglie che farete
cadere direttamente nell'impasto. Mescolare per
amalgamare il tutto. Montare gli albuni a neve
molto densa e unirli alla preparazione mescolando
dal basso verso l'alto.Ungere e infarinare gli
stampi. Versarvi il composto e far cuocere in forno
a 180 gradi per 35
minuti circa. Per testare
la cottura, introdurre
uno stecchino al centro
del dolce se rimane
asciutto il dolce è
pronto.
La ricetta fotografata
Ingredienti per 10 px:
Lo chef dei
Magazzini del caffè
è Alessandra Pelizza
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
Magazzini del caffè
g 250 di panettone
g 250 di pandoro
1/2 litro di latte
2 tuorli
2 albumi
g 50 di zucchero
1 cucchiaino di cacao
g 30 di burro
mezza bustina di lievito
g 100 di cioccolato
fondente
Burro e farina per gli
stampi
1 presa di sale
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MonzaClub30
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SPECIALE NATALE
Cover Story
Shopping a Monza
Avete mai provato a seguire due amiche che si
incontrano per fare shopping nel periodo natalizio?
Per un giorno intero, Laura e Maria hanno camminato
per le vie del centro alla ricerca di un regalo particolare
per i loro ragazzi, per i genitori, per gli amici più cari.
Il fotografo di Monza Club le ha seguite passo passo e ha
scattato queste immagini curiose e divertenti per la gioia
dei nostri lettori e, perché no, anche con lo scopo di
offrire loro qualche valido suggerimento per i regali da
mettere sotto l'albero di Natale.
di Toni Liguori - Foto Marco Brioschi
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
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SPECIALE NATALE
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30
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SPECIALE NATALE
09.20
Giada
Giada Salone di Bellezza
09.45
In trent'anni di attività, Luigi Trabucco ha conseguito una serie infinita di
successi, ottenendo importanti riconoscimenti e annoverando tra le
proprie esperienze anche rilevanti partecipazioni a trasmissioni televisive
di grande ascolto. Eppure, lo stilista delle dive, delle Miss Italia, e di tutte
le donne che desiderano mantenersi sempre in forma, continua con
passione la sua inarrestabile carriera nel mondo della bellezza e del
benessere forte dell'entusiasmo che lo spinge a cogliere ogni spunto per la
creazione di nuove forme espressive provenienti da una società in
continua evoluzione. Le clienti, che frequentano il suo Salone, vengono
accolte con grande professionalità da un staff di diciassette collaboratori
in un ambiente caldo e confortevole dove l'atmosfera è particolarmente
rilassante. Lo spazio di 200 mq., ampio e impreziosito da bellissimi
quadri, è disposto su due livelli: il primo è dedicato alla reception ed al
la
pazzo di
s
i
d
lpo
ndo
Un co lli, un fo
e
n
ai cap ul viso, u
s
a
cipria di mascar
a
o
via: l
.
.
.
e
tocc
i
occh
sugli ta sta per
a
giorn ciare…
in
incom
70
Giada
V.S.Giovanni Bosco, 6
Monza - T.039.2300431
www.salonegiada.it
Monza Club - Anno 6 - n. 30
0.955
reparto coiffure, mentre il secondo ospita un
centro estetico dove si eseguono trattamenti
all'avanguardia per il benessere del corpo.
La struttura è caratterizzata dalla
pavimentazione in elegante granito, sulla quale
poggiano arredi classici in caldo legno di ciliegio,
ideali per concedersi qualche minuto di sano
relax. Quando non è impegnato in workshop,
seminari stilistici per tecnici, o in show che
hanno per location Londra, Parigi, Barcellona, e
le più importanti città italiane, Luigi è
felicissimo di rimanere nel suo negozio di Monza
per accoglie le sue affezionate clienti e per
aggiornare i suoi collaboratori sulle ultime
novità della moda apprese in giro per il mondo.
,
issima
l
l
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SPECIALE NATALE
10.50
10.35
M.G. Gioielli
11.00
Il Gioielliere di Monza
Per Massimo Malberti, titolare insieme a suo
padre Giorgio del negozio M.G. Gioielli di
Monza, vendere preziosi non è soltanto un
lavoro. E' anche, e soprattutto, una passione che
insegue fin da bambino, nata respirando
l'atmosfera in una famiglia che da sempre si
dedica con successo a questa attività.
Naturalmente non si occupa soltanto di gioielli:
nelle sue bellissime vetrine, che danno su via
Italia, risplendono una serie infinita di oggetti
preziosi e raffinati, lavorati a mano da
abilissimi orafi, e, inoltre, vengono esposti gli
orologi delle marche più famose e più
prestigiose, quelle che fanno sognare gli uomini
e le donne di tutto il mondo. Acquistare qui un
regalo per Natale non è certamente un'impresa
facile perché c'è veramente l'imbarazzo della
scelta. Per superare l'empasse, basta affidarsi
all'esperienza di Massimo Malberti, sempre
disponibile a suggerire ai suoi affezionati clienti,
qual è la scelta più giusta e più appropriata per
soddisfare fino in fondo i fortunati destinatari
degli oggetti targati M.G. Gioielli
Questa vetrina è
splendida: i gioielli
di Malberti fanno
davvero sognare
Chissà, forse la notte
di Natale troverò
questo orologio
sotto l'albero…
M.G. Gioielli
Via Italia,24
Monza - T.039.324243
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SPECIALE NATALE
11.15
CE Group
La potenza della
Mela a Monza
Fin dalla sua fondazione, avvenuta a Milano nel
1984, C.E. ha sempre voluto dire Apple. Gli
uomini che hanno creato la C.E. sono stati tra i
primi in Italia che hanno creduto nella
rivoluzione informatica della nostra epoca
legando il loro nome a quello prestigioso di
Apple, nata nel cuore della Silicon Valley in
California nei primi anni ottanta.
Se Apple è conosciuta in tutto il mondo grazie
alla vasta gamma di computer Macintosh, C.E.
è apprezzata da migliaia di consumatori per
l'esperienza e la professionalità di uno staff
altamente specializzato che ha saputo
conquistare la loro fiducia.
Apple...
i favolosi
iMac
iMac, quattro versioni da 20" e
24", a partire da 2,0 GHZ con HD
da 250 GB fino a 2,8 GHz con HD
da 500 GB.
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11.43
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SPECIALE NATALE
11.59
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SPECIALE NATALE
12.18
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12.25
Sono tanti i clienti che frequentano le sedi C.E. di Milano, di Varese ed
ora anche quella di Monza, inaugurata recentemente nella centralissima
via Vittorio Emanuele. Chi vuole acquistare i prodotti più recenti della
nuova generazione Apple sa che nei negozi C.E. li potrà sicuramente
trovare: dal famoso lettore di musica digitale iPod, con il suo negozio di
musica online iTunes Store, e all'iPhone che include un iPod, un cellulare
e un palmare, fino ai recentissimi modelli, di design sempre raffinato,
dell'ultima generazione della casa Californiana.
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spettaco
lo con un
a
qualita’
unica
iPod...un
vero must
iPod Touch, da 8GB o 16 GB, Wi-Fi,
navigazione Internet, iTunes, fino a
3500 brani musicali, 20.000 foto o
20 ore di video.
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Ce Group
Via Vittorio Emanuele, 8
Monza - T. 039.328447
www.cegroup.it
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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SPECIALE NATALE
iBook...un mito
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MacBook, in tre versioni tutte da 13", a partire da 2,0 GHZ con
HD da 80 GB fino a 2,2 GHz con HD da 160 GB.
Se Apple ha portato più volte grandi innovazioni
nel settore dell'alta tecnologia, C.E. è stata
sempre pronta ad immetterle nel mercato
italiano presentandole alla sua clientela e
offrendo un servizio di assistenza completo ed
efficiente.
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SPECIALE NATALE
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SPECIALE NATALE
13.50
Renato Monti Abbigliamento
14.18
Tre generazioni si tramandano la
passione per l'abbigliamento di lusso
Ottant'anni fa, esattamente il 24 ottobre 1927, veniva inaugurato in via Italia il
primo negozio di abbigliamento della famiglia Monti. L'idea fu di Angelo Monti,
padre dell'attuale titolare Renato, che decise di confezionare abiti su misura per una
clientela particolarmente esigente, con la collaborazione di abilissimi sarti. Inoltre, il
signor Angelo ebbe l'intuizione di mettere in vendita anche una serie di bellissimi
impermeabili realizzati dalla prima fabbrica di Carate Brianza, dopo averne
considerato la difficile realizzazione sartoriale.
Il successo arrivò subito e per quindici anni proprio gli
impermeabili hanno rappresentato la punta di diamante di
quel fortunato negozio. E' facile dedurne che il settore
dell'abbigliamento sia una vera e propria tradizione di
famiglia anche perché, prima del signor Angelo, anche
suo padre aveva creato un laboratorio di confezione di
abiti per l'esercito nel quale, come un'affiatata e
agguerrita squadra, lavoravano in qualità di operai
i suoi undici figli.
Ancora oggi l'azienda “Renato Monti” fonda il
proprio successo sulla qualità dei prodotti e degli
accessori per abbigliamento in vendita nei suoi
negozi: un successo consolidato dalla presenza di
marchi famosi come Max Mara (suo il negozio
monomarca da via Italia), Alviero Martini Donna e
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Corneliani Uomo. Tra le perle delle collezioni
proposte da Renato Monti, spicca il prestigioso
marchio Burberry, la rinomata casa inglese
conosciuta in tutto il mondo e di cui Monti ha
l'esclusiva per Monza. Anche per questo, e non
solo per questo, i negozi Monti sono un punto di
riferimento sicuro per chi vuole vestirsi con
eleganza, puntando soprattutto sulla qualità del
prodotto e sullo stile sempre all'avanguardia delle
collezioni proposte.
Renato Monti Abbigliamento
Via Italia, 46
Monza - T. 039.324639
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SPECIALE NATALE
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15.43
15.55
Come sottolinea Paola Rossi, responsabile del negozio che affaccia le sue
vetrine sulla centralissima via Vittorio Emanuele, 11.04 propone una
moda “classica”, rivisitata con soluzioni molto avanzate ma che
difficilmente si confondono con la massa delle collezioni cosiddette
“modaiole” che imperversano sul mercato e che spesso creano grande
confusione tra i consumatori. I capi di 11.04, non sono mai lavorati in
serie e la cliente che li indossa ha la sensazione di acquistare un modello
personalizzato e, in un certo senso, creato appositamente per lei. E'
questo un altro punto di forza del successo del negozio 11.04, ma non
l'unico. Le clienti che lo frequentano infatti sanno che qui verranno
sempre accolte con gentilezza e con garbo, consigliate sulla scelta dei capi
da professionisti di alto livello e, soprattutto, vivranno il magico momento
dello “shopping” in maniera disinvolta e informale in un ambiente
accogliente e rilassato. Proprio quello che una donna desidera quando è
alla ricerca di qualcosa di veramente speciale, in grado di renderla più
bella e più desiderabile agli occhi della gente che incontrerà.
11.04
Lo stile per la
donna moderna
78
Da sempre, i punti di forza del Made in Italy si
identificano nella qualità delle materie prime
utilizzate e nella perfezione accurata della
lavorazione dei capi. Proprio su questi principi
si basano le collezioni dell'italianissimo marchio
11.04 che in poco tempo ha conquistato le donne
di tutto il mondo.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
11.04
Via Vittorio Emanuele, 7/O - Monza
T. 039.2328552 - www.undicizeroquattro.it
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SPECIALE NATALE
16.10
Profumerie Saporiti
I meravigliosi
profumi del Natale
Chi non conosce le Profumerie Saporiti di
Monza? Fin dagli anni '30, le scintillanti vetrine
di questo storico marchio si aprono sulle vie più
belle e più centrali della città e i suoi negozi
continuano ad essere frequentati da una
clientela sempre più numerosa ed esigente. Da
quando poi, nel 1964, il testimone dell'azienda è
passato nelle mani del signor Gigi, nipote del
fondatore, le profumerie Saporiti hanno fatto un
salto di qualità aprendo nuovi spazi ed
acquisendo le marche più importanti esistenti
sul mercato. Tra queste, spiccano KANEBO, LA
PRAIRIE, SISLEY, ESTEE LAUDER-RECREATION, TERME DI SATURNIA,
JUVENA, CREED, FLORIS, RIGAUD, TOM
FORD, CZECH&SPEAKE, CARTIER, ULTIMA
EDIZIONE. Ma il successo delle Profumerie
Saporiti non dipende soltanto dalla qualità dei
prodotti venduti. La gentilezza, la capacità
professionale e la correttezza del personale che
accoglie i clienti è tale che la Profumeria
Saporiti è stata iscritta a pieno titolo nell'Albo
d'Oro del Comune di Monza. Il merito va anche,
e soprattutto, a Laura Saporiti, figlia del
titolare, che, dopo essersi laureata in Economia
e Commercio, si è inserita con completa
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operatività nella conduzione strategica dell'azienda. Nella sede di via
Italia 28, attualmente in ristrutturazione, verranno effettuati, come in
passato, trattamenti unici ed esclusivi in una location calda, accogliente
e particolarmente suggestiva.
Profumerie Saporiti
Via Italia, 28 (ang. Piazza Trento e Trieste)
Monza - T. 039.383803
Via Italia, 9 - Monza - T. 039.2301798
Via V. Emanuele, 14 - Monza T. 039.2301793
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17.38
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Corso Milano, 23 - Monza
T. 039.324310
Monza Club - Anno 6 - n. 30
Kut 23
I maghi della
bellezza
17.58
Robert e Giò iniziano il loro cammino creativo
nel salone Italian Style, luogo in cui le loro idee
prendono forma per rispondere alle esigenze di
una clientela che non vuole passare inosservata.
La loro attività di stylist abbraccia diverse
realtà: dalle sfilate di moda ai locali di
tendenza, ai set fotografici, presso location come
Superstudio e Studio 117 di Milano, o in altre
importanti location esterne.
Sempre attenti ai mutamenti di una società in
continua evoluzione, intensificano la loro
collaborazione con stilisti emergenti nel mondo
della moda, con dj e musicisti di fama
internazionale e con la loro partecipazione a
manifestazioni del settore, come il Cosmoprof di
Bologna e il Looks, confermando la loro innata
passione per questo lavoro nel quale
professionalità, inventiva e spirito di
imprenditorialità, sono alla base del vero
successo. Le loro idee crescono, si sviluppano,
prendono forma e le loro iniziative si
moltiplicano fino ad identificare la propria
identità, potenziandola ed arricchendola di
nuovi contenuti, includendo nel nuovo marchio
KUT l'anima “commerciale” di Angelo che nel
2005 entra di diritto a fare parte della società.
Le strutture, in continua evoluzione, si
ampliano e si arricchiscono attraverso studi,
ricerche e sperimentazioni supportate da uno
staff giovane, entusiasta e soprattutto attento a
rispondere alle esigenze di una clientela sempre
più esigente. Lo studio dell'immagine è per il
nuovo gruppo creativo uno sguardo sul mondo,
una possibilità in più per aprirsi verso nuovi
orizzonti, di cogliere le opportunità del mercato
in maniera intelligente e dinamica.
Una ricerca che ogni giorno si sviluppa e si
concretizza con una serie di iniziative tutte
mirate a raggiungere un unico obiettivo: svelare
alle donne i veri segreti della bellezza e come
conservarla nel tempo, con quel tocco di classe
in più che soltanto i veri artisti possono
assicurare.
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Vetrine & Vetrine
Fashion & Design
Vetrine & Vetrine
a cura di Francesco Liguori
Il vasto mondo del digitale a
portata di Clic
Nel momento in cui state pensando
all'acquisto di un apparecchio
fotografico digitale, sappiate che ci
vorrà tempo ad abituarvi, e che è
necessario un periodo di
apprendimento associato all'utilizzo
di una macchina digitale. Una volta
accettato questo concetto siete
pronti a tuffarvi in questo mondo.
Apprezzerete appieno tutte le
possibilità che la fotografia digitale
vi offre.
computer, la fotografia digitale apre un mondo
di possibilità per conservare i vostri ricordi.
E che dire di Megapixel e di risoluzione?
Quando si parla di apparecchi digitali è
necessario familiarizzarsi con termini quali
“Pixel” e “Megapixel”. Pixel, o elemento
minimo dell'immagine, sta a indicare la cellula
più piccola che raccoglie informazioni in un
apparecchio digitale. Per Megapixel, termine
che si ritrova in molte fotocamere digitali, si
intende semplicemente un milione di pixel.
Maggiore è il numero di pixel, migliore è la
risoluzione. Maggiore è la risoluzione, migliori
e più grandi sono le stampe che potrete
ottenere. Le foto di buona qualità occupano più
spazio nella vostra memoria portatile (media
card), ma vi daranno le migliori stampe.
La tabella sotto vi darà un'idea generale di
cosa potrete aspettarvi in termini di
Megapixel, risoluzione e dimensione delle
stampe:
La Canon Ixus 75 in un formato
compattissimo ha una risoluzione massima di
ben 7,1 megapixel
Perché scegliere il digitale?
Diversi sono i vantaggi nella fotografia
digitale:
- Soddisfazione immediata. Vedere e far
vedere, nel piccolo monitor sul retro della
vostra macchina, la foto che avete appena
scattato.
- Scatti a volontà. Avete la possibitità di
cancellare le foto che non vi piacciono, avete la
possibilità di scattare tante foto del medesimo
soggetto e tenere quelle migliori. Questa è una
grande opportunità per per conservare i
migliori ricordi.
- Ogni foto un successo. Con la foto digitale,
stampate solo le migliori fotografie, e potete
farle stampare dal vostro fotografo di fiducia,
proprio come prima!
- La scelta è vostra! Sia che vogliate una
stampa 10x15cm da mettere nel vostro album,
o un biglietto di auguri fatto e stampato da voi,
o che desideriate raccogliere le foto sul vostro
1 Megapixel
2 Megapixel
3 Megapixel
4 Megapixel
5 Megapixel
10x15cm
13x18cm
18x24cm
25x35cm
40x50cm
Tenete presente che la percezione di ognuno è
differente. Voi potreste essere contenti della
stampa 10x15cm. di una foto fatta con un
apparecchio da un Megapixel, ma un vostro
amico, più conscio della qualità, potrebbe
considerarla troppo “piatta”.
Decidete voi qual è la massima dimensione di
stampa che vorrete ottenere e, basandovi sulla
tabella di cui sopra, comprate l'apparecchio
digitale con i Megapixel corrispondenti: avrete
comprato la macchina digitale che fa per voi.
Quale è la macchina fotografica digitale che fa
per me?
fotografare
Numero Pixel
Dimensione
stampe
Meno di un Megapixel = “Risoluzione dello
schermo” (atto a spedire via e-mail)
Per aiutarvi a trovare
la macchina adatta a
voi, dovete chiedervi:
“Che cosa ne farò delle
mie foto?” Volete solo
spedirle via internet?
In questo caso una
macchina da un
Megapixel sarà
ampiamente
sufficiente. Pensate di
stampare voi le vostre
foto con una
stampante a getto
d'inchiostro?
Una macchina da
2 Megapixel sarà la
scelta più giusta.
Volete fare
ingrandimenti
18x24cm? Vi servirà
probabilmente una
macchina da 3 Mega o
più. Il pensare a
queste cose vi aiuterà
a decidere quale
apparecchio va bene
per voi.
Foto Torchio
via Manzoni, 25 - Monza T. 039 320269 - F. 039 2300500 [email protected]
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MonzaClub30.qxp
7-12-2007
21:49
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Vetrine & Vetrine
Fashion & Design
incontri
Meeting: l’arte di farli conoscere
Un’agenzia per fare incontrare i single e allargare la propria cerchia di conoscenze
incontri
COS’E' UN'AGENZIA PER SINGLE
La dicitura “AGENZIA PER SINGLE” è di
recente nascita, infatti il comune termine per
questo genere di attività è sempre stato
AGENZIA MATRIMONIALE, ma con il
mutare dei costumi riguardo il matrimonio e la
coppia avvenuto in Italia in modo particolare
nell'ultimo decennio, anche questo lavoro ha
subito una revisione, a partire dal termine che
identifica il servizio erogato dall'agenzia.
Le persone che si rivolgono ad un’agenzia per
single, infatti, non sono esclusivamente uomini
e donne che hanno intenzione di creare una
famiglia attraverso il sacramento del
matrimonio, ma anche persone che mirano ad
una convivenza o ad un “matrimonio di fatto”
non sancito dal sacramento religioso.
Accade spesso anche che vi si rivolgano persone
con l'intenzione di “allargare” la propria cerchia
di conoscenze.
E'importante precisare che questo lavoro non è
un mestiere che si può improvvisare, infatti
esiste un CODICE DEONTOLOGICO con
l'obiettivo di codificare in maniera chiara e
rigorosa a quali norme e a quali valori ci si
ispira e ci si impegna ad assumere stilato dalla
Uni.AMI, l'Unione Agenzie Matrimoniali
Italiane.
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CHE SERVIZIO OFFRE
Il servizio offerto consiste nella “SELEZIONE”questo è il termine che si utilizza nel gergo di
agenzia-, ovvero il selezionare uomini o donne
che abbiano caratteristiche compatibili o
comuni sia a livello caratteriale che di obiettivi.
Per fare ciò ci si serve di una banca dati
interna nella quale sono registrati tutti i profili
degli iscritti. I PROFILI non sono altro che
delle schede in cui sono registrate le
caratteristiche di ogni iscritto, a partire da
quelle fisiche -altezza, colore di capelli, occhi….per arrivare a descrivere quelli che sono gli
hobby e le caratteristiche desiderate in un
partner. Il compito dell'Agenzia è quello di
presentare “le persone giuste”, o almeno le
persone che si avvicinino il più possibile alle
richieste indicate dai clienti. A tal proposito
aleggia un luogo comune sulle Agenzie per
Single secondo cui gli incontri organizzati da
queste sacrifichino la dimensione della
spontaneità. Chi pensa una cosa del genere
deve ricredersi. Gli incontri vengono
“selezionati” dall'agenzia ma i clienti scelgono
dove e quando incontrarsi. Se scatta l'interesse,
bene, altrimenti la ricerca prosegue senza
vincoli.
IL GRUPPO DI LAVORO
L'Agenzia Meeting ha un gruppo di lavoro
formato da: Gabriella, la responsabile di sede,
Rossella, la consulente, e Chiara, la
selezionatrice.
La scelta di lavorare in un settore come questo
Monza Club - Anno 6 - n. 30
nasce dal desiderio comune di avere l'opportunità di essere a stretto
contatto con le emozioni delle persone. Rossella è decisamente la più
razionale. E'proprio lei che si occupa di accogliere le persone che si
rivolgono a Meeting la prima volta, ed è proprio lei a spiegare il servizio
ed iniziare a capire se può fare al caso della persone che si trova davanti.
Il suo motto è “bisogna dare una possibilità a tutti”, e la sua disponibilità
nei confronti delle persone, la sua propensione all'ascolto, fanno di lei
un'ottima consulente.
Chiara, laureata in Psicologia, è la selezionatrice di sede, ovvero è colei
che ricerca nel data base le persone con maggiori affinità. Attraverso dei
colloqui individuali cerca di rendere più particolareggiate le schede degli
iscritti per poter offrire una selezione più accurata, e capita spesso che
questi chiedano colloqui per discutere delle loro vicissitudini una volta
iniziate le relazioni ma anche durante l'iter che le precede.
Gabriella tiene saldo questo piccolo gruppo di lavoro, funge da
supervisore e spesso è colei che motiva le altre quando si trovano di
fronte ad ostacoli. Questo è, infatti, un lavoro che necessita di forte
empatia e spesso accade che ci siano situazioni in cui il coinvolgimento è
tale da affaticare, ma lei è sempre pronta a fare forza e a portare
innovazione nel servizio. Spesso organizza aperitivi, cene, fine settimana
per gli iscritti per offrire un servizio più completo e fornire maggiori
opportunità di incontro alla clientela.
L'affiatamento e serietà del gruppo di lavoro ha fatto sì che Meeting
vincesse, negli ultimi tre anni, il Premio Migliore Gestione Incontri
d'Italia all'interno del loro circuito, con l'80% degli iscritti soddisfatti del
servizio ricevuto.
LA CLIENTELA
La clientela dell'Agenzia è veramente vasta: vi è una fascia di età che va
dai 25 agli 80 anni, ogni stato civile, uomini e donne che vanno dal libero
professionista -medico, avvocato, manager- alla casalinga, l'operaio, il
commerciante. Solitamente persone che non hanno particolari occasioni
di fare conoscenze perché presi dal lavoro, dagli impegni della vita
quotidiana e a volte anche da un po' di pigrizia. Il rapporto che si stringe
con gli iscritti è un rapporto di confidenza e fiducia, e spesso viene
portato avanti anche al termine dell'iscrizione o in seguito a fidanzamenti
e matrimoni, a cui lo staff dell'Agenzia viene spesso invitato.
Meeting
Via S. Gottardo 8/10
Monza - T.039.2328566
MonzaClub30
7-12-2007
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Fashion & Design
imparare=giocare
A Divertilandia la lingua inglese
s’impara divertendosi
Chi ha studiato l’inglese in una scuola italiana sa quanta fatica occorra e quanto sia contorta
la tecnica di insegnamento, spesso ancora vincolata a sistemi obsoleti. Tutto sarebbe molto
più semplice e meno traumatico se la famosa seconda lingua si imparasse in modo naturale:
magari anche giocando, proprio come avviene per la prima lingua. Divertilandia, sposando
questa idea di apprendimento estremamente naturale, ha studiato un progetto proprio per
quei genitori che vorrebbero una strada d’insegnamento più semplice ed efficace.
A Divertilandia nasce così “English Zone”
Cara mamma,
se stai pensando in quale scuola materna iscrivere il tuo bimbo
per il prossimo anno scolastico, Divertilandia vuole offrirti una
nuova opportunità per permettere ai bambini dai tre anni in su
di apprendere una nuova lingua divertendosi. Tutto ciò in una
struttura, tempio del gioco e del divertimento, trasformata per
questa occasione in luogo di apprendimento e sperimentazione.
Il nuovo progetto, pensato dallo staff di Divertilandia, prevede la
presenza di un insegnante madrelingua inglese che seguirà il
gruppo, peraltro in numero limitato, per tutto il giorno e di
un'insegnante italiana in modo tale che il sistema educativo
proposto crei una comunione tra il metodo britannico e quello
italiano.
Gli obiettivi che il nuovo progetto si pone sono:
- Offrire al bambino la possibilità di conoscere ed imparare una
seconda lingua e una seconda cultura.
- Valorizzare le diverse lingue e culture facendo sentire i bambini
orgogliosi di essere cittadini dell'Europa e del Mondo.
- Aiutare i bambini ad “imparare ed apprendere”, favorendo il
loro sviluppo emotivo, cognitivo, linguistico, psico-motorio e le
loro capacità di socializzazione e di condivisione.
Oltre al nuovo “English Zone”
Divertilandia, come sempre, offre:
- Feste di compleanno con animatrici
- Intrattenimento ad ore nella fascia
pomeridiana
- Baby parking serale in sede
Colori, magia e divertimento ma anche
senso di responsabilità ed educazione
sono gli elementi che caratterizzano il
fantastico mondo di Divertilandia
imparare=giocare
Si tratta di un progetto madrelingua inglese pensato per i bimbi da 3 ai 6 anni.
Cara mamma,
se tutto ciò che hai letto ti ha un po' incuriosita e se pensi che
potrebbe essere un'esperienza interessante per il tuo piccolo,
chiamaci e noi saremo lieti di spiegarti nel dettaglio il progetto
educativo.
Sono aperte le informazioni per il nuovo
anno scolastico 2008/2009
Per informazioni: Karen cell. 347.7166685
Divertilandia
Per informazioni Tel. 039/ 2242427
Via Mantegazza, 8
centro storico Monza
Via I.Nievo, 71
Tel. 039/2847965
Via E.Toti, 36/A
Tel. 039/2315139
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Vetrine & Vetrine
Fashion & Design
casa
Baccarat, il cristallo dei Re, a
Monza si trova da Bergomi
Il “Baccarat”, è denominato il cristallo dei Re di Francia
e vide la luce per la prima volta nel 1764 proprio a
Baccarat, un comune francese situato nella regione
della Lorena.
casa
La Francia, già meta della immigrazione di
vetrai provenienti da Venezia e da Altare, fu
attratta dal nuovo vetro boemo. "La compagnie
des Cristalleries de Baccarat" , una delle
fabbriche più famose del mondo, discende da
una vetreria sorta nel 1766 a Baccarat per
utilizzare il legname dei grandi boschi della
zona e per produrre cristallerie di grandissimo
livello.
84
oggetti creati con questo pregiatissimo vetro.
Animaletti di tutti i tipi, ciondoli, collane,
anelli, orecchini, bracciali, alzate, vasi, vassoi,
calici, piatti, servizi da tavola da regalare agli
amici che amano le cose belle in occasione del
Natale e del nuovo anno ormai prossimi.
Sopra: fluttissimi
A destra in alto: Vasi Enki di
Ettore Sottsass
A lato: Piazza San Marco vasebougeoir di William Sawaya
Lo sviluppo della fabbrica proseguì sino ad
arrivare al 1883, quando la sua produzione
venne ampliata con vasi, candelabri,
lampadari, mobili e soprammobili e, in
particolare, con splendidi servizi di bicchieri che
adornavano, e ancora oggi adornano, le tavole
delle Case Reali di tutta Europa. Alla grande
Esposizione Universale di Parigi del 1867,
venne assegnato il Gran Premio alla Baccarat,
che aveva già collezionato ben 7 Medaglie
d'Oro.
Per fare un tuffo nel passato, ed assaporare la
magia del “Baccarat”, non c'è bisogno di recarsi
fino in Francia. Basta visitare il grande negozio
di Maurizio Bergomi, nella centralissima via
Zucchi, per ammirare una serie infinita di
Monza Club - Anno 6 - n. 30
Bergomi s.r.l.
Via Zucchi, 46 - 20052 Monza (MI) - Italy
Tel. 039.32 41 94 - Fax. 039.23 00 798
[email protected]
MonzaClub30
7-12-2007
17:13
Pagina 85
Fashion & Design
motori
Fiocco rosa in casa Briancar
E'durata più di un anno l'attesa per
conoscere dal vivo l'ultima nata
della famiglia Mini: un anno di
indiscrezioni e di foto rubate
pubblicate da qualche rotocalco in
cerca di scoop fino al fatidico
giorno in cui la Mini Clubman,
questo il nome della nuova vettura,
è stata presentata in anteprima al
Salone di Francoforte e dal 10
novembre scorso anche in tutti
concessionari italiani.
Grazie proprio alla elevata versatilità, verrebbe
infatti da chiamarla Mini Station Wagon, la
Mini Clubman interpreta i classici concetti di
Shooting Brake che accentuano la sportività e
la funzionalità attraverso una linea del tetto
allungata e i due volumi della carrozzeria,
presentandosi così come il successore moderno
dei tre leggendari modelli classici, la Morris
Traveller, la Austin Mini Countryman e la
Mini Clubman Estate che contribuirono alla
fine degli anni Sessanta al successo del
progenitore di tutte le automobili compatte.
Apprezzata dai giovani, ma in genere da una
clientela sportiva di ogni età, questo nuovo
gioiello della BMW arricchisce ancora di più il
magnifico salone della BRIANCAR di Desio
dove tutti i modelli prodotti dalla prestigiosa
casa tedesca sono esposti in una vastissima
gamma di colori e di optional a scelta dei clienti
che desiderano personalizzare la vettura dei
loro sogni.
La vettura
utilizzata per il
servizio speciale
di Monza Club è
stata
gentilmente
offerta dalla
Briancar
Sotto la Mini
Clubman: bella,
spaziosa,
comoda ma
sempre Mini
motori
Valeva la pena di attendere tanto perché la
nuova Mini Clubman è veramente un'auto
straordinaria: più lunga di 24 centimetri
rispetto alla Mini standard, con un passo che è
cresciuto di 8 centimetri per aumentare lo
spazio per le gambe dei tre passeggeri
posteriori che hanno l'accesso favorito dal
Clubdoor ad apertura controvento e il
bagagliaio che offre una capienza di 260 litri
che diventano 930 con il divanetto posteriore
ribaltato.
Per l'Italia sono previste tre motorizzazioni. La
top di gamma è la Cooper S Clubman,
equipaggiata con il quattro cilindri 1.6 turbo da
175 CV, che diventano 260 se si attiva la
funzione Overbooost, e una velocità di punta di
224 Km/h. Sempre con alimentazione a
benzina c'è la più tranquilla Cooper Clubman,
che monta lo stesso motore, ma sprovvisto di
turbo, e che raggiunge i 201 Km/h. Infine, il
quattro cilindri turbodiesel da 1560 cc della
versione Cooper D Clubman che offre 110 Cv e
240 Nm (260 con overboost attivo) a fronte di
una accelerazione 0-100 Km/h in 10.4 secondi
ed un consumo medio 4.1 litri/100 km.
La nuova vettura promette di essere
particolare, pur esprimendo pienamente il
carattere Mini. Con una maggiore versatilità,
pur senza compromettere l'apprezzato pianale
degli attuali modelli, la versione di serie della
nuova vettura testimonia ulteriormente
l'obiettivo Mini di aprire nuovi orizzonti nel
design.
BRIANCAR
Via Milano, 33
Desio (Mi)
T. 0362 3981
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T. 031 3551808
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
85
MonzaClub30
7-12-2007
17:13
Pagina 86
La foto del mese
Titolo: ”Monza: Natale è alle porte”
86
realizzata da Marco Lodica
Hai realizzato uno scatto particolarmente significativo sulla nostra città e lo vorresti vedere inserito in
questa pagina? Invialo via e-mail a [email protected]: le foto più belle saranno pubblicate.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
MonzaClub30
7-12-2007
17:13
Pagina 87
Il racconto del mese
Giro per Monza
O
re 11,00. Giro per Monza. A
piedi. La moto stavolta è in piazza Carducci, parcheggiata. È un
giorno della settimana, ma sembra festa: in fondo manca meno
di un mese a Natale. Non è giorno di mercato per fortuna, altrimenti nella confusione
potrei fare impacchettare come regalo una
triglia o un pollo allo spiedo (pensate la sorpresa dei miei nipoti al momento di scartarla). Comunque, stento a credere alla vita
che anima la città, a partire dalla via dell'antico cinema Centrale. Sembra di essere a
Cortina, e invece,
questa è Monza. Un
brulicare di facce e
sguardi che incrociano altre facce e altri
sguardi, cenni del
capo, sorrisi, saluti,
in dialetto, in brianzolo, alla monzese.
Sembra una stampa
dell'epoca, da incorniciare. E un'aria
frizzante che quasi
ti aspetti di veder
fioccare. È la Monza
da bere, ma meno
Yuppie e più Yippie
Yeah, c'è vita. Tanti
pendolari, ma anche
molti “I love shopping” e tanti monzesi che si godono la
città. Il colosso
comunale domina la
scena, ma è più bello
avvolto nell'atmosfera natalizia, ti inebria, e potresti
anche pensare che
Babbo Natale ci
atterri sopra con la
slitta e le renne.
Magari in una fredda notte di consiglio comunale. Non mancano i capannelli di vecchietti che commentano piazza Trento Trieste, un classico: cappotto, sciarpe e berretti, braccia dietro la
schiena, si scoprono tutti architetti e ingegneri, e dicono agli operai cosa fare e come
manovrare moderni mezzi d'opera. Ma è
Natale anche per loro e gli improperi sono
conditi di buoni auspici. “Sì, e duman l'è
festa”. Suvvia che poi nella voragine ci facciamo il Presepe, e poi, chissà: miracolo. A
Natale Monza è borgo, medievale, è cittadina e cittadella, arroccata alla sua identità
brianzola, ma anche alle sue tradizioni, che
“ Vado oltre,
arrivo al
crocevia, via
Italia e via Carlo
Alberto, Piazza
Arengario e via
Vittorio
Emanuele,
meglio, è il
crocevita,
perché è qui che
Monza di giorno
vive con più
intensità.”
di Giancarlo Broggi
tanto protegge, e chissenefrega se fa un po'
la snob, a volte è altezzosa, ma le dà prestigio, la fa provincia, capitale, e meno provinciale. Vado oltre, arrivo al crocevia, via
Italia e Via Carlo Alberto, Piazza Arengario
e Via Vittorio Emanuele, meglio, è il crocevita, perché è qui che Monza di giorno vive con
più intensità. Sorrido alle persone, e ricambiano: vorrei avere un sacco pieno di regali
per dire “Buon Natale” a tutti. Ripeto:
manca solo la neve. Vero, sembra un idillio:
i vecchietti sulle panchine che vedono passare un mondo che non possono più rincorrere,
ma solo osservare.
Loro di Natali ne
hanno visti molti
eppure non hanno
perso il vigore e l'euforia. Vedo bambini
infagottati in tute
da astronauta, e i
loro sguardi sono
attratti da tutto.
Vedo le vetrine che
tentano di essere
boutique, e molte ci
riescono. Vedo vetrine a tema, altre no,
caleidoscopi di regali, vedo, ed è bello
vederli, alcuni commercianti che si
dimenticano
che
devono vendere e si
fermano a parlare
con la gente. È iniziato il Natale,
addobbi e festoni,
luci e lucette. Si
vede il Ponte dei
Leoni, origine della
città, ma anche un
gran casino con una
bancarella di prodotti tipici del posto:
il posto è però
l'Africa e l'artigianato ha poco del brianzolo.
Ma non fa nulla, è Natale in tutto il mondo
e la bancarella fa comunque folklore. Sento
campane suonare, è il Duomo, anche loro
festeggiano, e poi vedo vigili dare indicazioni e se possibile accompagnare le persone
(servirebbe loro la blusa rossa); vedo anche i
mendicanti, ma fanno parte della cornice,
come nella “Notte di Natale”, ma la gente
sembra guardarli con occhi diversi, e si scopre generosa. Vedo il venditore di palloncini,
quello del croccante, vedo tante cose, colori e
persone. Non vedo parcheggi. E visto che
siamo a Natale, sarebbe un bel regalo troMonza Club - Anno 6 - n. 30
87
MonzaClub30
88
7-12-2007
17:13
Pagina 88
varne uno. Un parcheggio è prezioso, se lo
trovi, o sei fortunato o ti hanno accompagnato in Tribunale o in Pretura, e non con la tua
auto. Ma fa niente, i negozianti sorridono,
arriveranno tempi migliori, così sento dire. E
anche chi ha parcheggiato in via Cavallotti
si è divertito a fare quattro, beh forse otto o
anche 24 passi per arrivare in centro. Ne
vale la pena. Vedo che c'è il tempo di una
sigaretta fuori della bottega o del saluto al
vicino di vetrina. Fermi, è il “bimbo time”,
sfilata di neonati, carrozzine full optional e
di mamme: le mamme di Monza. Chi non ne
ha mai sentito parlare? Ne incrocio una, proprio ora: l'età non è definibile, ma è perfetta
per una pubblicità. Bianca e candida e patinata come una pubblicità anni '80 con l'inclinazione del mento che non scende sotto la
linea dell'orizzonte. Qualcuno direbbe “ha la
puzza sotto il naso”, maligni, è fierezza:
“sono una mamma di Monza”. Riesce con
destrezza a spingere
il passeggino e a
tenere in mano 20 o
30 shopper di altrettanti negozi. Il suo
braccio è d'acciaio,
non teme scippo,
altro che lupa, lei è
genitrice della razza
nuova: il piccolo
monzese. Che ora è a
scuola, ma nel primo
pomeriggio sarà vicino al parcheggio del
Comune,alla
Cappella Espiatoria,
vicino ai giardinetti,
lì al Centrale, in via
Cortelonga,via
Zucchi.... Le compagnie: marchio di fabbrica di Monza. Di
dove sei? Non dicono
di Monza: ma del
Motta. Dello Zucchi.
Dei giardinetti...E si
riconoscono subito.
Marchio di fabbrica.
E parlano di feste e
di vacanze di Natale,
di settimane bianche. Dove? Bormio,
Campiglio, Ponte di
Legno, Bratto. Ma anche a casa, al caldo, con
la famiglia e gli amici. Oltrepasso il Ponte
dei Leoni e anche qui c'è aria di festa e profumo di dolci. È oggi Natale? Torno indietro,
taglio per area Cambiaghi. La city. Qui c'è
traffico amministrativo e di chi vive in doppiopetto. C'è fretta, ma meno del solito, c'è
tempo per dire Buon Natale. E fare due passi
in più, tanti quanto bastano per godersi, più
bello di sera a dire il vero, perché illuminato,
un altro passaggio del Lambro, proprio di
fianco alla Rinascente, dove alcune rovine di
una delle porte della città (magari sto dicendo una storica castroneria, ma è Natale, pasMonza Club - Anno 6 - n. 30
“ Mi accorgo che
Monza ha chiese
sparse ovunque.
E a Natale ti
viene voglia di
fare un'offerta,
di dire una
preghiera, di
sentirti più
vicino a tutti.”
satemela) è lì ancora a dare sicurezza al centro. Ci passano davanti migliaia di persone
al giorno, io compreso, ma se ti fermi dici:
non l'avevo mai vista. Via Azzone Visconti.
Largo Mazzini. La Rinascente sembra la
casa di Babbo Natale, sembra fatta di pan di
spagna, toh... un bimbo le ha dato un bel
morso! Percorro via Italia. Mi accorgo che
Monza ha chiese sparse ovunque. E a Natale
ti viene voglia di fare un'offerta, di dire una
preghiera, di sentirti più vicino a tutti. Ok, è
pieno di gazebo, “un ponte per” “una mano
lava l'altra onlus”, come in piazza Arengario,
ognuno difende una causa, ma è Natale e la
gente ha voglia di ascoltare e di mettere
mano al portafogli: monzesi generosi. Ok,
quello dove ti misurano lo stress e poi cercano di rifilarti un libro da guru lo eviterei, ma
il resto non disturba, anzi. E poi, serve a
distrarsi prima di piazza Upim, aaaargh,... il
bazar. Però a Natale anche il bazar ha il suo
fascino a parte la
puzza di frittelle.
Senza dimenticare
l'amico: il mega
palazzo. Ce lo teniamo. Come un panettone. Buon Natale.
Ritorno al “crocevita”, guardo in alto, il
cielo è azzurro,
Milano non ce l'ha
così terso. Passa uno
con gli sci in spalla,
giuro, non scherzo, e
immagino che prenda la funivia. Poi mi
sento chiamare, un
ragazzo di colore mi
dice “ciao amico” e
mi chiede di comprare un libro. Parla
francese, con proprietà di linguaggio:
il libro ce l'ho già,
l'ho comprato da un
altro “ciao amico”,
ma è gentile, la conversazione è piacevole. Lo so che è
Natale, ma non
voglio
comprare
nulla. E invece compro. Un'ora in giro
per Monza, a Natale. Fatelo prima delle
feste. Anche di sera. Cosa vi costa? Beh, se
trovate il mio “ciao amico”: 5 euro. Più un
caffè. Offre lui se ha moneta. Buon Natale.
MonzaClub30
7-12-2007
17:13
Pagina 89
La pagina del
consulente
Da questo
numero
ampliamo, con
la pagina del
consulente
legale, questa
sezione dedicata
a dei mondi, a
volte, per i
comuni mortali,
pieni di insidie e
di dubbi.
Il nostro
obiettivo è
quello di aiutare
i lettori a fare
scelte e decidere
su questioni
lavorative,
familiari,
operative, legali,
e in futuro
chissà cos’altro.
Realtà che, a
volte, ci fanno
perdere la testa.
Cercheremo di
essere il vostro
Azzeccagarbugli
di manzoniana
memoria.
IL CONSULENTE LEGALE
La riforma del diritto
fallimentare: soddisfatti?
L'avvento del nuovo Millennio ha bruscamente
svegliato da un lungo torpore il nostro
Legislatore, il quale tra il 2005 ed il 2007 è
intervenuto ben tre volte modificando
profondamente la normativa fallimentare.
A ben vedere non poteva passare inosservato
che, nell'era di internet e della globalizzazione
economica, settori e fenomeni così rilevanti della
vita e della struttura del nostro Paese potessero
essere disciplinati da una normativa tanto
antica, posto che la normativa fallimentare,
tuttora contenuta in un decreto a firma del Re
d'Italia, era riuscita a resistere pressoché
immutata ai ribaltoni sociali, economici e politici
che hanno caratterizzato il palcoscenico italiano
dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale .
Non è certo questa la sede per discutere degli
aspetti tecnici di tale normativa (e del fatto che
la classe forense si è improvvisamente vista
costretta a gettare intere biblioteche giuridiche
di colpo divenute vetuste ed inutili): oggi si
intende invece evidenziare quale rivoluzione ha
cagionato e quali riflessi è ancora destinata a
portare tale riforma.
Si è dunque registrata una vera e propria
rivoluzione copernicana nel mondo del diritto, in
cui il fallimento, prima considerato una
sanzione per l'imprenditore incapace ed
impiegato come strumento per espellerlo dal
mondo del commercio, è divenuto una ipotesi
remota che segnerà solo gli imprenditori più
sfortunati.
Le innovazioni più salienti concernono senz'altro
l'introduzione di nuovi limiti nell'individuazione
dei soggetti fallibili e l'agevolazione al ricorso a
procedure concorsuali alternative: la scelta del
Legislatore appare però controcorrente perché,
dinanzi ad una richiesta sociale di maggior
protezione e di emanazione di regole sociali più
penetranti, l'unico soggetto che risulterà
penalizzato dalla riforma sarà per assurdo il
creditore insoddisfatto che, vittima del proprio
cliente insolvente, perderà non solo un
tradizionale strumento di coercizione ma sarà
pure costretto a convivere con gli imprenditori
incapaci.
E così all'orizzonte si delinea un'ampia zona
grigia priva di regolamentazione visto che il
nostro Paese, la cui economia è
tradizionalmente sorretta da un fitto tessuto
artigianale e piccolo imprenditoriale, rischia di
dover fare i conti con una nuova schiera di
imprenditori, la categoria cioè degli
imprenditori troppo piccoli o sfortunati per
fallire, vere e proprie mine vaganti nelle
relazioni commerciali.
Certo è necessario verificare quale applicazione
verrà data alla riforma e quali nuovi correttivi
verranno apportati, ma i primi dati statistici
registrati confermano appieno la natura
copernicana della rivoluzione in corso.
I numeri delle procedure fallimentari avviate
presso i Tribunali sono letteralmente crollati,
con picchi che giungono sino al 90%, senza però
alcun significativo aumento delle procedure
concorsuali alternative.
La lettura di tali dati fa emergere un dato
positivo circa il massiccio alleggerimento del
carico degli uffici giudiziari ma cela nel
contempo uno spettrale interrogativo : dove
saranno finite tutte le altre imprese in crisi?
a cura dell'Avv. Giorgio Galbiati
Monza Club - Anno 6 - n. 30
89
MonzaClub30
7-12-2007
17:13
Pagina 90
La pagina del consulente
IL CONSULENTE ASSICURATIVO
Polizze incendio tradizionali
oppure le All Risks?
Le polizze assicurative incendio si
dividono in due categarie,
differenziandosi a seconda
dell'impegno formale che
l'assicuratore prende nei confronti
dell'assicurato.
Nel caso delle polizze tradizionali, nel contratto
vengono elencati tutti i rischi che l'assicuratore
si assume. Gli eventi che non vengono
nominati, devono essere intesi a carico
dell'assicurato. L'imprenditore che decide di
stipulare una polizza tradizionale, o “a rischi
nominati”, deve valutare attentamente se la
propria azienda risulta coperta contro tutta una
serie di rischi che la polizza non deve solamente
elencare ma anche regolamentare.
A seguire una breve lista di eventi a cui
l'imprenditore deve prestare attenzione
nell'atto della stipulazione della polizza:
Acqua condotta; acqua piovana;
autocombustione; bang sonico; caduta
aereomobili, loro parti o cose trasportate;
caduta meteoriti; caduta satelliti; colaggio di
impianti sprinklers; dispersione di liquidi;
eruzioni vulcaniche; esplosione e scoppio; “colpo
d'ariete”; eventi atmosferici; eventi sociopolitici;
fenomeno elettrico; fulmine; fumo; gelo e/o
ghiaccio; grandine sui fragili; implosione;
incendio, inondazioni, alluvioni, allagamenti;
intasamento gronde e pluviali; occlusioni di
tubazioni; rigurgito o trabocco di fogna;
sovraccarico neve; spese di ricerca e riparazione
danni da acqua condotta; terremoto; urto
veicoli.
Questa lista vuole porsi a dimostrazione del
fatto che, pur con le migliori attenzioni,
qualunque tentativo di prevedere
l'imprevedibile sia comunque insufficiente.
Nella seconda tipologia di polizze, invece,
chiamate All Risks, vengono elencati
esattamente i rischi che non vengono assunti e
in tal modo si assicura la copertura per
qualunque rischio che non sia stato
esplicitamente escluso.
Il valore aggiunto nella stipulazione di
una polizza All Risks è proprio quello di
coprire tutti i danni subiti dai beni
assicurati con l'eccezione di ciò che è stato
escluso al momento della stipulazione
della polizza.
Nell'atto di stipulazione di una polizza All
Risks è possibile sottoscrivere una clausula
contrattuale relativa alle esclusioni inserendo,
ad esempio:
- dolo degli amministratori;
- inquinamento e contaminazione;
- infedeltà dei dipendenti;
- difetti di materiale prodotto;
- normale deperimento,
- usura o logaramento;
- montaggi, smontaggi, manutenzioni e
revisione macchinari;
- trasporto delle cose assicurate;
- maremoto; terremoti, eruzioni vulcaniche,
bradisismo, franamento, cedimento o
smottamento del terreno;
- inondazioni, alluvioni, allagamento;
Considerando che alcuni di questi rischi non
risultano assicurabili e che altri lo sono
mediante la stipulazione di estensioni
particolari, quelle elencate sono un numero di
esclusioni decisamente ridotte che rendono la
stipulazione di una polizza All Risks più
interessante.
Gruppo Puricelli & Ghezzi S.r.l
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MonzaClub30
7-12-2007
17:18
Pagina 91
La pagina del consulente
IL CONSULENTE DEL LAVORO
Pensione di anzianità: requisiti
ed accesso
Aumento dell'aliquota dei collaboratori L'INPS
nel messaggio n. 27090 rende noto
che a decorrere dal 7 novembre 2007 l'aliquota
di finanziamento per i soggetti iscritti nella
Gestione Separata, privi di altra forma
previdenziale (ovvero che attualmente versano il
23,50 %) aumenta di 0,22 punti percentuali in
attuazione del decreto ministeriale del 12 luglio
2007, pubblicato in G.U. n. 247 in data 23
ottobre 2007. Dunque, per effetto di detta
maggiorazione, l'aliquota complessiva passa dal
23,50 % al 23,72 %. Tutti i committenti che
hanno corrisposto a partire dal 7 novembre i
compensi ai collaboratori rientranti in detta
casistica devono applicare la nuova
contribuzione. Tuttavia, la “regolarizzazione”
può essere effettuata entro il 16 febbraio 2008,
senza aggravio di somme aggiuntive a titolo di
sanzioni civili. Bonus per il posticipo del
pensionamento L'INPS con il messaggio n.
10578 evidenzia che il bonus per il posticipo del
pensionamento cesserà in data 31 dicembre
2007. Aumento del contributo Fasdac La
Manageritalia (Federazione Nazionale dei
Dirigenti, Quadri e Professionali del
Commercio, Trasporti, Turismo, Servizi,
Terziario Avanzato) ha sottoscritto in data 15
novembre u.s. con la Confcommercio un accordo
che prevede, a partire da gennaio 2007, un
incremento del contributo Fasdac di 413 euro, a
carico esclusivamente dell'azienda. Il Fasdac
invierà alle aziende le necessarie indicazioni
per effettuare il versamento del conguaglio
contributivo.
Le domande dei nostri lettori
L'istituto della Cassa Integrazione
Guadagni Straordinaria è applicabile
anche ai lavoratori assunti con contratto
di apprendistato ai sensi degli artt. 47 ss.
del D.Lgs. n. 276/2003?
Risposta
“Il quesito si fonda sul duplice presupposto che il trattamento straordinario
di integrazione salariale è stato riconosciuto dall'INPS, con circ. n.
107/2006 emessa in ottemperanza a sentenza del T.A.R. del Lazio n.
8138/2005, ai dipendenti assunti con contratto di formazione e lavoro e che
tale tipologia contrattuale, di fatto, è stata sostituita dal nuovo contratto di
apprendistato. A tal proposito, acquisito il parere della Direzione generale
degli Ammortizzatori Sociali, della Direzione generale della Tutela delle
Condizioni di Lavoro e dell'INPS, si espone quanto segue. In primo luogo è
opportuno considerare, come peraltro ribadito dalla prassi del Ministero del
Lavoro con le circolari n. 31/2004 e n. 40/2004, che l'apprendistato
disciplinato dal D.Lgs. n. 276/2003 è l'unico contratto di lavoro a contenuto
formativo attualmente esistente ed è destinato ad esaurire l'ambito di
operatività un tempo riservato al contratto di formazione e lavoro. Per
quanto concerne le disposizioni previdenziali previste per il nuovo contratto
di apprendistato l'art. 53, comma 4, D.Lgs. cit., statuisce che continua a
trovare applicazione la precedente disciplina previdenziale e assistenziale
di cui alla L. n. 25/1955 e ss. mm. Andando ad esaminare in particolare
l'art. 21 di tale legge si può osservare che nell'elenco delle forme di
previdenza ed assistenza applicabili al lavoratore apprendista non rientra
la tipologia delle integrazioni salariali. Sulla materia, poi, sono intervenute
sia la Corte Costituzionale che, con ordinanza n. 411/1987, ha dichiarato
l'inammissibilità della questione di legittimità della normativa
disciplinante la cassa integrazione nella parte in cui non contempla gli
apprendisti tra i beneficiary della stessa, sia la Corte di Cassazione (Cass.
Civ., sez. lav., n. 8229/1994) che ha escluso l'integrazione salariale per gli
apprendisti in ragione del fine formativo perseguito dal contratto stesso che
mal si concilia e non può essere perseguito con la sospensione dell'attività
produttiva dell'impresa. Del resto, a ben guardare le motivazioni addotte a
sostegno dell'applicazione del regime delle integrazioni salariali ai contratti
di formazione e lavoro nella sentenza del TAR Lazio n. 8138/2005, sopra
citata, appare evidente come il giudice amministrativo parta dal
presupposto che per tali contratti non vi sia disciplina specifica in materia
e che quindi, in carenza di deroghe, debba applicarsi l'identico regime delle
integrazioni salariali valido per i rapporti di lavoro ordinari. Situazione che
non sussiste per il rapporto di apprendistato, ove esiste, come sopra
evidenziato, la specifica disciplina delle prestazioni previdenziali di cui
all'art. 21 L. n. 25/1955 che non contempla il riconoscimento della Cassa
Integrazione Guadagni. Pertanto, alla luce di quanto finora esposto,
considerati l'orientamento giurisprudenziale e le specifiche disposizioni
normative in materia, non pare possible estendere l'interpretazione in
tema di integrazioni salariali formulata per il contratto di formazione e
lavoro alle nuove tipologie contrattuali in cui si articola il rapporto di
apprendistato”.
a cura dello Studio Leoni
MonzaClub30
7-12-2007
17:18
Pagina 92
Passioni
Sport in rosa
Che ragazze, quelle
del Rugby Monza!
T.L. - C.B. - foto Marco Brioschi
Arrivano verso sera da tutta la
Lombardia. Dopo una lunga e
faticosa giornata di lavoro o di
studio, il tempo di indossare una
tuta e sono già sul campo per
iniziare gli allenamenti: qualche
minuto per scaldarsi i muscoli e poi
via, a correre per un paio d'ore nel
freddo pungente dell'inverno
padano mettendo in mostra tutta la
loro grinta e la loro determinazione.
Sono le ragazze del Rugby Monza,
che lottano per la conquista dello
scudetto di serie A e che hanno
scelto questa dura disciplina
sportiva soltanto per passione e per
un innato spirito combattivo.
92
Monza Club - Anno 6 - n. 30
Carlo Gaudino, oltre che il presidente lei è
anche l'allenatore di questa squadra di
Rugby che milita in serie A: non è strano
che quindici giovanissime ragazze
trascorrino il loro tempo libero
dedicandosi ad un sport così duro e
prettamente “maschile”?
No, non è strano. Per me è una cosa normale
perché da molti anni “vivo” nel Rugby e alleno
squadre al femminile.
Quando ha preso in mano il Rugby
Monza?
Nel 2001, quando ancora la squadra non
esisteva e alcune ragazze venivano qui per
allenarsi ma, soprattutto, per seguire i loro
fidanzati che praticavano questo sport.
Per un anno abbiamo fatto solo allenamenti, poi
dieci di queste sono andate a Piacenza per fare
esperienza. Al loro rientro, ne abbiamo
aggiunte altre che già giocavano e abbiamo
formato una vera squadra. Il primo anno
eravamo già in semi finale…
E adesso?
Adesso siamo a metà classifica, il campionato è
iniziato da poco: cinque partite, tre vinte e due
perse, di cui l'ultima con la Benetton Treviso,
una squadra fortissima e piena di risorse sia
tecniche che finanziarie…Comune ci siamo
difesi benissimo ed alla fine del primo tempo
eravamo anche in vantaggio.
La gente si sta riavvicinando al rugby,
anche per merito della nazionale italiana
che si sta facendo molto onore su tutti i
campi d'Europa ed ha saputo dimostrare
come in questo sport prevalgano la lealtà,
la forza fisica più pura ed il rispetto degli
avversari: forse è questo che il pubblico
vuole veramente…
Sicuramente sì e vuole anche andare allo stadio
senza patemi e senza rischi. Il rugby dà queste
cose, in campo e fuori. Anche il nostro pubblico
è aumentato, sia per i risultati ottenuti dalla
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Passioni
nazionale, sia per la pubblicità legata ai mondiali. È incrementato il
fattore propaganda, e questo vuol dire che i genitori mandano volentieri i
figli, anche piccoli a “fare” Rugby.
La vostra squadra in che serie milita?
In serie A femminile. Nel Rugby c'è un girone unico che viene chiamato
serie A. Poi c'è un campionato chiamato Coppa Italia, che è un
campionato senior, poi c'è l'under 16 e 15. Non ci sono tanti gironi come
per i maschi, ce ne sono meno anche perché le ragazze che giocano non
sono molte.
Un pacchetto di mischia durante la
partita Treviso - Monza
Sotto: l’allenatore del Monza Rugby
Carlo Gaudino
Il Rugby significa soprattutto forza: forza fisica e forza interiore.
Che cosa spinge una ragazza a praticarlo, visto che è uno sport
molto lontano dall'immaginario collettivo che in genere riguarda
una donna?
Secondo me, sono motivazioni simili a quelle dei ragazzi, come la voglia di
confrontarsi e di vivere in un contesto aggregante. I ragazzi e le ragazze
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Passioni
delle nostre squadre quando finiscono gli allenamenti vanno a bere una
birra insieme.
Le ragazze, durante il giorno studiano o lavorano e ce ne sono alcune che
arrivano dal Piemonte, dalla Valle d'Aosta, da Brescia e da Bergamo.
Questo comporta molti sacrifici e qualche rinuncia ma per il resto la loro
vita è uguale a quella delle loro coetanee: hanno un ragazzo, frequentano
gli amici, vanno in discoteca… Certo, forse hanno una mentalità un po'
diversa di quelle che sognano solo di emulare le veline o di apparire in
televisione. Questo è uno sport veramente puro che insegna molto cose,
soprattutto a crescere in armonia con il proprio corpo e con il proprio
spirito, a coltivare i valori della vita, a rafforzare il carattere e ad
apprezzare anche le cose più semplici.
Sicuramente non lo fanno per soldi…
Assolutamente no. Anzi ci rimettono, soprattutto per le trasferte. Noi,
come dice il nome, siamo un'Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD
Rugby Monza 1949). I soldi non ci sono e non ci sono mai stati…
Come le è venuto in mente di formare ed allenare una squadra di
Rugby femminile?
Perché non c'erano maschi da allenare ed io sono motivato da una grande
passione che da 40 anni mi tiene legato a questo sport.
E' vero che Monza ha una vecchia tradizione legata al Rugby?
Il Rugby a Monza è nato nel lontano 1949 per opera di un atleta che si
chiamava Adriano Chiolo, che giocava a Milano e che quando venne a
lavorare in Brianza decise di dare vita ad una vera e propria squadra.
Piano piano è riuscito a portarla in serieA. Eclatante fu una vittoria
contro le Fiamme Oro, che allora vinceva uno scudetto dietro l'altro. A
quei tempi io giocavo al Calcio e quando ho smesso, non potendo restare
lontano dal mondo dello sport, ho deciso di dedicarmi al Rugby. Per il
resto siamo tutta gente che lavora e che fa questo soltanto per passione.
Il vicesindaco Allevi, assessore allo sport del Comune di Monza,
ha promesso che si darà da fare anche per il Rugby: fin'ora chi vi
ha aiutato?
Nessuno, noi qui abbiamo fatto tutto da soli. Il campo è bello ma ci
giocano talmente tante persone che si rovina in fretta.
Uno dei problemi principali è che mancano gli sponsor. Noi viviamo delle
quote d'iscrizioni, quindi anche le trasferte diventano particolarmente
problematiche... A Cagliari, ad esempio, siamo andati in giornata per
risparmiare i soldi dell'albergo, e la Club House che vede alla sua sinistra
la stiamo costruendo un poco alla volta.
Tutto quello che c'è qui è opera nostra, non del Comune e nemmeno degli
sponsor, e noi continuiamo a sopravvivere con le tessere dei soci che, se
aumentassero, per noi sarebbe una bellissima cosa….
Che cosa sogna per queste ragazze?
Vorrei che la Federazione ponesse più attenzione verso le donne, come
succede in Francia. E poi vorrei che vincessero questo campionato.
Il primo obbiettivo è arrivare alla semifinale, poi la finale ce la
giocheremo. Mettendocela tutta…
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Per loro, che futuro c'è?
Nonostante la nostra piccola realtà, cinque delle nostre ragazze, Silvia,
Stefania, Greta, Alessandra ed Elisa, sono state convocate in Nazionale, e
una di queste ragazze è proprio mia figlia. Devo ammettere che la sua
passione è nata in famiglia: a parte il sottoscritto, mia moglie è dirigente
della Federazione ed anche il suo ragazzo è un ottimo giocatore di Rugby.
e partite, tre vinte e due perse, di cui l'ultima con la Benetton Treviso,
una squadra fortissima e piena di risorse sia tecniche che
finanziarie…Comune ci siamo difesi benissimo ed alla fine del primo
tempo eravamo anche in vantaggio.
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Passioni
Sport
Monza Brianza alla riscossa
di Matteo Delbue con la collaborazione di Roberto Zani
L'arrivo a fine settembre di Giovanni Pagliari sulla
panchina del Monza ha dato grande entusiasmo a tutto
l'ambiente. Il tecnico di Tolentino, reduce dalla
promozione in serie C1 con il Foligno, si è subito fatto
apprezzare dai suoi giocatori e dai tifosi biancorossi.
Caratterialmente sanguigno, mister Pagliari ha già
plasmato la squadra a sua immagine e somiglianza. A
poche gare dal giro di boa il Monza Brianza veleggia
esattamente a metà classifica, ma le ambizioni e le
qualità per risalire rapidamente la china non mancano.
Mister Pagliari, attualmente il Monza Brianza occupa una
posizione di centro classifica. Secondo lei, cosa manca alla
squadra per fare il salto di qualità?
A mio avviso siamo sulla strada buona, lavoriamo sodo e stiamo giocando
bene. In classifica, poi, bisogna tener conto che ci mancano i punti persi
nelle partite contro il Sassuolo ed il Verona.
Ci parli del gruppo di ragazzi che allena. Quali sono le lacune e
quali i punti di forza?
Ho la fortuna di allenare un gruppo sano, serio, dedito al lavoro e
voglioso di imparare e migliorarsi sempre più. La squadra deve, però,
acquistare più consapevolezza della sua forza: rendendoci conto delle
nostre reali potenzialità potremo toglierci delle belle soddisfazioni.
Il Monza Brianza meriterebbe uno stadio pieno di tifosi che
incitano i propri giocatori, quali sono le ragioni che portano così
poca gente al Brianteo?
Da sempre la città è più propensa verso altri richiami e la vicinanza di
Milano, sotto questo punto di vista, non aiuta. Voglio però vedere il
bicchiere mezzo pieno ed allora sottolineo che i nostri tifosi sono davvero
splendidi e, anche nelle trasferte al Sud, non ci hanno mai fatto mancare
il loro calore ed il loro attaccamento alla maglia.
Mancano poche partite al giro di boa, qual è l'obiettivo minimo
che si propone di raggiungere per l'inizio del girone di ritorno?
Chiaramente cercheremo di fare più punti possibile, pensando di partita
in partita a giocare bene e a fare risultato. A febbraio, poi, guarderemo la
classifica e vedremo quali obiettivi fissarci.
Se potesse rigiocare le partite fin qui disputate c'è qualcosa che
non rifarebbe?
L'esperienza mi insegna a non guardare mai indietro. Bisogna
concentrarsi sul presente e sul futuro, il passato è passato ed è inutile
piangere su di esso.
Nella sua carriera da giocatore ha vestito
anche la casacca del Monza. Cosa le è
rimasto di quell'esperienza?
Mi ricordo lo Stadio Sada gremito e quella
doppietta al debutto: il modo migliore per
presentarsi davanti al mio nuovo pubblico. Oggi,
ho ritrovato la possibilità di lavorare
serenamente all'interno di una società
sicuramente molto più organizzata.
Il suo passato ha influito sulla scelta di
tornare a Monza?
Sono diversi i motivi per cui ho scelto di venire
a Monza. Innanzitutto mi ha convinto il blasone
e la storia di questa società, poi il rapporto con
Abbate e la scelta decisa del presidente e di
Foresti di puntare su di me. A Monza ho
ritrovato vecchi amici e, devo ammettere, di
essere pienamente soddisfatto della mia scelta.
Il momento nero del calcio sembra non
terminare mai. Come si vive all'interno
dello spogliatoio questa situazione
negativa e di pessima immagine per tutto
l'ambiente calcistico?
Ognuno di noi deve dare un esempio. Nel mio
piccolo non posso far altro che diffondere la
cultura del lavoro e certi valori che sembrano
non essere più alla base dello sport più bello del
mondo. Poi dovrà essere la politica a prendere i
provvedimenti del caso.
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Passioni
Travel
Sulle strade di
San Francisco
di Francesco Liguori
Il suono lontano di una nave da carico che attraversa lentamente la
baia e si avvicina al Golden Gate Bridge interrompe improvvisamente
la mia lettura di una vecchia edizione di “On the Road” di Jack
Kerouac, autore simbolo del movimento della Beat Generation.
Come di istinto alzo lo sguardo e la vista che mi si apre davanti agli
occhi mi rapisce ancora una volta, come fosse la prima: il susseguirsi
delle eleganti case in stile vittoriano sulle colline che degradano
dolcemente verso la Marina, le strade tortuose che in un saliscendi
ininterrotto raggiungono pendenze quasi vertiginose e in fondo, in
lontananza, le barche a vela che si incrociano, laggiù nella baia, sotto
il lunghissimo ponte in ferro che si perde fra le nuvole.
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Mi trovo a San Francisco, forse nella più europea
e più bella città degli Stati Uniti in un
pomeriggio di fine autunno dal clima quasi
primaverile. E più precisamente in Alta Plaza
Park, piccolo parco nell'esclusivo e aristocratico
quartiere di Pacific Hight, da cui si gode uno dei
panorami più belli di tutta la baia.
Accanto a me ragazzi che giocano, coppie di
innamorati, sportivi impegnati nel consueto e
salutare jogging pomeridiano e limousine nere
che percorrono austeramente i viali alberati di
questo incantevole promontorio.
Qui attorno vivono le famiglie più illustri di San
Francisco, come ad esempio quella dei Getty e
personaggi dell'editoria come Phil Bronstien, ex
marito di Sharon Stone ma soprattutto editor del
più importante quotidiano della baia, Il San
Francisco Chronicle, attori come Robin Williams
e Don Johnson, i fondatori di Oracle Lerry
Ellison e di Gap Donald Fisher e il 60° Speaker
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della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi.
Alle mie spalle l'inconfondibile skyline della
città: i grattacieli del Financial District, come la
Transamerica Pyramid o quello della Bank of
America, il ponte Bay Bridge, che raggiunge la
cittadina universitaria di Berkeley e quella di
Okland e le numerose colline, come quelle in
cui si trovano i quartieri di Nob Hill, Telegraph
Hill e Castro.
La vivace Fillmore Street, nel tratto che Sutter a
Jakson Street è punto di riferimento per i negozi
alla moda, di arredamento, bar e ristorantini
come l'Elite Cafè o il Vivande Porta Via, dove si
possono acquistare una serie infinita di prodotti
alimentari tipici della California.
A pochi isolati, scendendo verso la baia, si
raggiunge il vivace ed animato quartiere
chiamato Cow Allow che in Union Street
raccoglie lo shopping frenetico dei turisti e degli
stessi abitanti della città: tantissimi negozietti di
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Passioni
Il Golden Gate architettura ormai
diventata icona di San Francisco
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Passioni
SELEZIONATI PER VOI
Hotel
Hotel W San Francisco
181 3rd Street,
California 94103
Phone. (415) 777-5300
www.starwoodhotels.com
Mark Hopkins San Francisco
One Nob Hill
California 94108
Phone. (415) 392 3434
www.intercontinental.com
Campton Place
340 Stockton Street,
California 94108,
Phone. (415) 781 5555
Fax. (415) 955 5536
www.lhv.com
St Regis Hotel
123 3rd Street,
California 94103
Phone. (415) 284 4000
www.starwoodhotels.com
Ristoranti
Postrio
545 Post St
California 94102
Phone. (415) 776 7825
www.postrio.com
Asia de Cuba
495 Geary St.
California 94102
Town's end Restaurant
2 Townsend St
San Francisco, CA 94107, USA
Phone. 415-512-0749
Aqua Restaurant
252 California Street
San Francisco
Moose's
1652 Stokton Street
San Francisco
Elite Cafè
2049 Fillmore Street
California 94115
Phone. 415.673.5483
www. www.theelitecafe.com/
Osome (giapponese)
3145 Fillmore St | Btwn Greenwich &
Filbert St
Veloci
La Boulangerie
2325 Pine street at Fillmore
Vivande Porta Via
2125 Fillmore Street
Cafè de la Presse
352 Grant Avenue
352 Grant Avenue, San Francisco
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Passioni
ogni genere e per tutte le tasche accanto ad alcuni dei ristorantini molto
frequentati come l'italiano Pasta e Pomodoro e il giapponese Osome
catturano, soprattutto durante il week end per la presenza anche di
mercatini e fiere che si svolgono qui frequentemente, una folla allegra e
variopinta di giovani.
Ma sono i luoghi della città, apparentemente in contrasto con la modernità
e la proiezione verso il futuro di San Francisco, come il quartiere cinese di
Chinatown, quello latino di Misson o il giapponese Japatown a confondere
il turista che per la prima volta viene a San Francisco: entrare dalla Porta
del Dragone, in Grant Avenue in piena down Town ed immergersi nel
quartiere cinese con le sue vie, caratterizzate da forti odori e mille
differenti colori, che straripano di gente e di bancarelle che vendono
l'inverosimile è davvero un'esperienza unica. Qui non si è in un quartiere
ma si è catapultati nel vero senso della parola nella lontana Cina; la stessa
cosa se si esplora il Mission District, alle spalle della principale arteria
della città, Market Street. Tutte le vie hanno nomi ispano-messicane, come
ad esempio Valencia , Guerreros e DeHaros Street. Tutto è
profondamente latino, dai murales alle espressioni idiomatiche che si
percepiscono, dai volti dei suoi residenti alle Missioni che qui si sono
stabilite più di cento anni fa alla allegra confusione dei suoi vivaci e allegri
isolati. Realtà che sembrano non avere una dimensione temporale per
l'immutabilità dei loro luoghi; insediamenti di culture, usi, abitudini e
lingue diverse che qui si sono radicate e hanno convissuto, seppur
separatamente, fino a diventarne esse stesse fondamento della storia, ed
entità stessa, della città.
Mi chiedo quale sia quindi la vera San Francisco. Se quella dei ricchi e per
ricchi che ruota nelle banche e negli studi professionali del Financial
District o si vede nei negozi alla moda e nei ristoranti a tre stelle di Down
Town, sulla cui Union Square si affacciano i grandi magazzini come Saks
Fifth Avenue, Macy's e Neiman Marcus; o sia quella della cosiddetta
middle-class americana che qui gioca una notevole influenza anche nelle
elezioni politiche e che perfino in questa città, cosmopolita e certamente la
più permissiva degli Stati Uniti, nasconde ancora dietro le apparenze il
profondo senso della tradizione e del conservatorismo più tipico della
provincia americana.
Penso a quali siano le facce più riconoscibili della città: quella hippy di
Haight Asbury, colmo di negozietti che vendono ancora le edizioni più
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ricercate dei dischi in vinile e dove la libreria è
da decenni in punto di riferimento, o quella di
Nob Hill, sulla cui collina nel raggio di
cinquecento metri vi sono quattro fra i più
lussuosi grandi alberghi di San Francisco: Il
Mark Hopkins Intercontinental, La Renessaince,
il The Huntington e il Fairmont, che all'ultimo
piano in una sala con enormi vetrate con vista
sulla baia offre tutte le domeniche mattine un
meraviglioso branch.
O a quella di North Beach, la Litte Italy della
West Coast, dove ancora oggi gli anziani
emigranti parlano solamente l'antico dialetto
ligure. Vedo i suoi vecchi caffè, come il Caffè
Trieste e il Vesuvio, luoghi dove un espresso è
veramente degno di tale nome, o le decine di
ristoranti italiani vicino a Washington Square,
allegri e sempre affollati fino a tarda sera.
Da sempre San Francisco è caratterizzata da
mille volti che producono altrettante sensazioni.
Capace di accogliere tutti, senza scoraggiare
nessuno, di qualunque etnia, religione o razza
appartenga, ha sempre favorito lo convivenza di
identità diametralmente opposte, creando un
continuo fermento di idee e di visioni forse anche
lontane tra loro, ma che l' hanno portata oggi ad
essere per definizione la città americana più
all'avanguardia.
In questo spirito intere aree una volte depresse
come la zona di South of Market sono state
riprogettate e riqualificate anche con l'apertura
di gallerie le cui esposizioni continuano a
rinnovarsi e a rendere il mercato dell'arte
sempre più eclettico.
I più grandi architetti hanno dato prova del loro
estro, progettando qui alcuni dei musei più
importanti al mondo, come il de Yang Museum
di Herzog & de Meuron, lo Yerba Buena Center
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Passioni
for the Arts, o il SFMoMA di Mario Botta e
l'Asian Art Museum di Gae Aulenti.
La San Francisco Symphony ha da sempre in
cartellone le star internazionali della musica
classica e della lirica, i moltissimi cinema
proiettano tutti i film in lingua originale e gli
spettacoli nei teatri del Theatre District, in down
town, proprio alle spalle di Union Square, sono
quasi sempre esauriti.
Ma forse appare un po' paradossale che
l'immagine simbolo della città sia proprio quella
in cui tutto questo non si vede, quella in cui San
Francisco non c'è: quando cioè è avvolta nella
nebbia che, improvvisa e fitta, sale su
dall'oceano, creata dalle sue stesse fredde
correnti. Allora si vede solo l'estrema sommità
del Golden Gate Bridge. Ma la città è lì. Non si
cura di lei perché ci è abituata. E tutto prosegue
normalmente sotto questo manto avvolgente.
E forse è il momento più giusto per andare a
godersi le spiagge di Ocean Beach e Beker Beach
a respirare la brezza dell'oceano e osservare i
coraggiosi surfisti che si cimentano a domare le
sue onde.
Cercando di ritrovare nella memoria le immagini
di una normale quotidianità mi accorgo che si è
fatto tardi nella sera di San Francisco. Nelle case
prive di tende alle finestre iniziano ad accendersi
fioche le luci, e nella suggestiva atmosfera che si
crea viene svelata la routine familiare che è lì,
alla portata di tutti, anche agli occhi un po'
indiscreti del sottoscritto.
Sullo sfondo della baia, mentre il tramonto la sta
ormai lasciando, un ritardatario navigante fa
rotta verso casa.
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Tempo libero
Arte & Cultura
Fino al 2 dicembre AreaOdeon ha esposto i
risultati di un'inedita esplorazione di Monza e
Brianza: Explor-Art Show 2007.
Una mostra che, attraverso una ricerca artistica
partita lo scorso maggio dal 1° Piano della
Stazione FS di Monza, seguendo i binari tracciati
da sei giovani artisti selezionati, ha svelato
inaspettati scorci del nostro territorio.
Brianza da Explor-Art
a cura di Areaodeon
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Inaugurata il 16 novembre scorso nella sede
dell'associazione AreaOdeon la mostra ExplorArt ha raccolto le opere sviluppate durante la
prima edizione del workshop, organizzato con
lo scopo di valorizzare la nuova Provincia di
Monza e Brianza quale fonte e luogo
d'ispirazione, promuovendo il centro, la Città di
Monza a fucina di creatività e sperimentazione.
Gli artisti selezionati sono stati invitati a
condividere le impressioni catturate sul
territorio, partendo dall'osservazione oggettiva
dei luoghi urbani, per affrontare con un'ottica
aperta la tematica dello spazio pubblico e per
definire scenari poetici ed analitici di quella
nuova sensibilità della cultura urbana,
insediata nel filone della urban public social
art. Un comitato consultivo d'eccezione,
composto da Paolo Rosa - Studio Azzurro |
Filippo Fabbrica - Love Difference | Stefano
Boccalini - NABA | Sergio Mandelli - Galleria
Mandelli | Marcello Arosio - AreaOdeon, ha
seguito con attenzione l'operato dei giovani
artisti, sapendo cogliere di ognuno lo sguardo
specifico nei percorsi di ricerca e di rivelazione;
come ha notato Paolo Rosa “le temperature
innovative di questi giovani artisti (…) con la
loro ricchezza di valori e di volontà dimostrano
di essere all'altezza delle sfide difficili che
quest'epoca ci propone”.
Proposte dirette d'intervento sul territorio sono
state quelle di Anna Pozzali, che attraverso la
gestualità rituale e meditativa del cucire ha
saputo proporre il tema dell'integrazione, e
quella di Leonardo Zuccaro Marchi, che ha
invitato i passanti ad un intervento attivo e
partecipativo che ha riproposto in modo ludico
l'area della “Cascinazza”. In linea con quanto
descritto da Stefano Boccalini “...l'artista,
quando opera a diretto contatto con un
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Sopra: un momento dell’inauguarzione
foto: Marco Brioschi
Dario Brivio: con l'ausilio di statistiche
e indagini demoscopiche, ha creato
prospettive bifocali ad un passo dal
confine tra la realtà e l'immaginazione
collettiva
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Tempo libero
territorio e con il suo vissuto, deve, attraverso dei processi creativi,
restituire al contesto stesso la capacità di auto-organizzarsi per poter
incidere sui processi di trasformazione.”
Nuove immagini di un inedito profilo del territorio sono state il centro
della ricerca di Dario Brivio che con l'ausilio di statistiche e indagini
demoscopiche, ha creato prospettive bifocali ad un passo dal confine tra la
realtà e l'immaginazione collettiva, mentre Caterina Zanirato ha mosso i
propri passi nel suolo della memoria di luoghi storici, densi di atmosfere,
e di malinconie proprie di spazi disabitati ed abbandonati. Antonio
Salviani invece propone nuove suggestioni in un percorso video su scale
differenti comprese tra l'obiettivo della videocamera e Google Earth.
Filippo Fabbrica descrive l'intento di Natalia Pigoni “l'Ospedale di San
Gerardo ospita la poesia dei ciliegi (…) che vuole ricordarci il potenziale
simbolico dell'arte e la sua capacità di offrire nuovi punti di vista sulla
realtà. Il progetto culturale messo in atto dai gruppi che utilizzano
pratiche artistiche partecipate si pone l'obiettivo di ricrearli valorizzando
l'individuo creativo”.
La conclusione perfetta di un'esperienza importante per la crescita e
diffusione dell'arte contemporanea sul nostro territorio, così come
testimonia il catalogo della mostra a disposizione presso la sede;
un'ottima lettura in attesa di ciò che scopriremo nel 2008 con la nuova
edizione di Explor-Art.
Anna Pozzali - attraverso la gestualità rituale e meditativa
del cucire ha saputo proporre il tema dell'integrazione
Leonardo Zuccaro Marchi: ha invitato i passanti ad un
intervento attivo e partecipativo che ha riproposto in modo
ludico l'area della “Cascinazza”
Francisco Blanes in un momento della
sua performance
SOCIAL CLUB: luogo ideale per la
libera sperimentazione di diversi
linguaggi artistici.
Aperto agli assi dell'arte di ricerca, AreaOdeon
Social Club offre un ambito, un luogo e uno
spazio agli artisti impegnati in una ricerca
trasversale, sperimentale, che comunica
seguendo un linguaggio proprio per coinvolgere
il pubblico in territori arditi, talvolta
inconsueti, senz'altro fuori dagli schemi.
Social Club ha iniziato la sua ricerca di talenti
invitando per il primo appuntamento di venerdì
9 novembre l'artista argentino Francisco Blanes
che ha dato un formidabile inizio partendo
direttamente dallo scenario fantastico della sua
immaginazione, da un'improvvisazione
continuata, scaturita dalle suggestioni raccolte
in una vita e in una giornata a Monza.
Francisco ha indagato le proprie molteplici
personalità, le stesse che appartengono ad
ognuno, tentando di trasfigurarle, trasmetterle
e svelarle a se stesso e al pubblico.
Il programma di SocialClub continua giovedì 20
dicembre con la chiusura perfetta della stagione
2007: “Natale sui tacchi - Un luogo
immaginario per un racconto fantastico”. Uno
spettacolo in cui immagini e movimenti
s'incontrano in una serata tinta dell'intenso
colore rubino evocato dalle musiche e dal baile
spagnolo, dove le coreografie di Isabela Moises
Fernandez, ci trascineranno nel fascino antico
di un mondo magico, sottofondo perfetto...
…mentre si guarda, si ascolta e si sogna…
questa storia. Tra le interpreti, Paola Dall'Occo,
Carlotta Fumagalli, Maria Rosaria Marra e
Carlotta Volpi che in Social Club 2008,
presenteranno un intenso spettacolo in cui i
confini tra significante e significato si
mescolano al ritmo del compas flamenco, alla
ricerca de “El porque de las cosas”.
www.areaodeon.it .
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Tempo libero
Arte & Cultura
Un grande Shafik
a Palazzo Forti di Verona
di Fabio Vicamini
“…Shafik è scenografo di grande
talento, oltre che artista
straordinario. Il panorama che
emerge da questa mostra lascia
stupiti: è certamente la più
suggestiva che Verona abbia
presentato nell'ultimo decennio…”.
Con queste parole Sebastiano
Grasso descrive, sul Corriere della
Sera di domenica 18 novembre, la
mostra “Le città invisibili” che
l'artista egiziano ha preparato e di
cui la nostra rivista si è già
occupata qualche numero addietro.
Ritorniamo a parlarne in quanto è
eccezionale il valore delle emozioni
e dei contenuti artistici che la
mostra riesce a mettere in scena e a
trasmettere come ben descrive il
famoso critico del quotidiano
nazionale. Lo facciamo avendo
partecipato direttamente
all'inaugurazione che si è svolta lo
scorso 16 novembre e che
proseguira fino a febbraio 2008.
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
Medhat Shafik
La mostra, allestita con una qualità assoluta
dal Maestro assemblando opere realizzate tra i
il 2000 e il 2007 e configurandone altre
appositamente studiate per questa esposizione,
parte da un principio che tocca anche il
visitatore meno preparato e poco avvezzo
all'arte contemporanea: dentro nella nostra
memoria e nell'anima ci sono città invisibili
fantastiche e meravigliose che ci riportano a
contatto con la nostra pura essenza umana. E'
un viaggio che tra profumi, vetri, carte di
cotone, colori, ciotole, fili, sale grosso, legni,
pietre, polveri, stracci, garze e altri materiali
che incollati, distesi, accostati, intarsiati,
graffiati, incisi, scolpiti, giunti l'uno all'altro
creano un'atmosfera di grande impatto emotivo
e di infinita e vera ricerca verso una
sospensione dell'odio, delle guerre, del tragico
verso una meta di pace e di memoria della
nostra essenza più pulita.
Memorie, di cui si saturano gli oggetti più usati
e più umili, che uniscono oriente e occidente,
nord e sud del mondo sospendendo qualsiasi
contrasto immaginabile in un atmosfera che ci
trasporta alle origini della nostra unica fonte di
vita e che ci porta a considerarci tutti figli di
una stessa grande madre: la Natura.
MonzaClub30
7-12-2007
17:22
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Tempo libero
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30
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17:24
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Tempo libero
Sette sono le stanze allestite dall'artista che
richiamano questo viaggio dell'umanità a ritroso
nel tempo fino alla sua unica origine che si
legano a nomi altrettanto evocativi: La città e i
profumi, Le Porte di Samarcanda, Le Porte del
paradiso, La barca, La terra dei Sumèri, La
città proibita. Voci, profumi e colori, che in
alcuni dettagli diventano sgargianti, ci
avvolgono in un' atmosfera senza tempo e ci
accompagnano di installazione in installazione
verso le porte più interne e misconosciute della
nostra vita interiore. Verso la pace e la serenità
di spirito.
Shafik con questa esposizione bissa per valore e
livello il successo raggiunto vincendo con il
Padiglione Egitto La Biennale di Venezia del
1995 e si riconferma cavallo di razza su cui
puntare.
Curatore della mostra è Giorgio Cortenova,
direttore della Galleria d'Arte Moderna di
Palazzo Forti, con la collaborazione di Patrizia
Nuzzo. La personale è introdotta da un ricco
video realizzato dallo studio Metamorphosi di
Milano. Il Catalogo (Damiani) ben rappresenta
l'ottimo livello qualitativo della mostra. Verona,
poi, con la sua bellezza invitante può diventare
meta di un weekend da gustarsi con calma. E
così tra una visita all'Arena e uno sguardo al
balcone di Giulietta e Romeo ci si può trovare
piacevolmente coinvolti in questo
contemporaneo e vitale viaggio dell'anima.
Assolutamente da non perdere.
Medhat Shafik, Le città invisibili 2000-2007
Alcune immagini
dei molti
giornalisti
presenti seguiti in
modo attento
dall’abile staff
(ritratto nella foto
in basso)
dell’ufficio
stampa del Museo
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
Dal 16 novembre al 27 gennaio 2008
Galleria d'Arte Moderna Palazzo Forti
Volto Due Mori 4, Verona
Orari: da martedì a venerdì dalle 9 alle 19
Sabato e domenica dalle 10.30 alle 19
Chiuso lunedì, Natale e 1 gennaio 2008
Ingresso: intero euro 5,00; ridotto euro 4,00
Info: tel 045 8001903
www.palazzoforti.it
A Monza Shafik è trattato da Spirale Arte
Contemporanea.
MonzaClub30
7-12-2007
17:24
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Tempo libero
Arte & Cultura
In ricordo di
Giacinto Facchetti
di Toni Liguori
Un anno fa ci lasciava il grande Giacinto Facchetti,
terzino dell'Inter e della Nazionale, uno dei giocatori
più famosi del mondo, amato non solo dai tifosi
neroazzurri ma anche da tutti gli appassionati del
calcio “vero” e di quella lealtà sportiva che soltanto
lui sapeva interpretare così bene.
Il Presidente Moratti e Gianfelice Facchetti, figlio
dello scomparso, hanno voluto commerare
l'anniversario con una toccante cerimonia nella quale
sono state presentate anche alcune opere realizzate
da valenti pittori e che raffiguravano il suo ritratto.
“Di quello che Facchetti ci ha insegnato non
dobbiamo mai perdere la disciplina, che per lui
era un insieme di onestà, di lealtà, di
correttezza nei rapporti, un insieme naturale,
normale”. Queste le parole di Massimo Moratti
che ha ricordato lo scomparso come una
persona professionale in campo e fuori dal
campo, un uomo pieno di valori, onesto, sincero,
rispettoso, un amico su cui poter contare e da
prendere come esempio.
Roberta Musi, conosciuta in tutto il mondo
come la pittrice dei cavalli, ha donato il ritratto
di Giacinto Facchetti da lei realizzato alla
famiglia Moratti che lo esporrà nella sala
d'onore dello stadio di San Siro dal 20 gennaio
al 3 febbraio 2008
In alto Roberta Musi a destra accanto
alla moglie di Giacinto Facchetti.
A Lato: il quadro di Roberta Musi
dedicato al grande calciatore
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30.qxp
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22:21
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Tempo libero
Arte & Cultura
Designdolls: il design
italiano per l'UNICEF
di Toni Liguori
Giovedì 6 dicembre nel prestigioso Palazzo della
Triennale di Milano si è inaugurata una singolare
mostra alla quale hanno aderito alcuni tra i più
famosi artisti che hanno fatto la storia del nostro
design.
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Monza Club - Anno 6 - n. 30
Vezzosi, Presidente UNICEF di Bergamo,
presenta un centinaio di bambole in plexiglas
“vestite” in maniera personalissima da
altrettanti designers che le hanno elaborate
secondo il proprio stile e la propria personalità
ricavandone oggetti unici e irripetibili.
MonzaClub30.qxp
7-12-2007
22:21
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Tempo libero
Tutte le dolls realizzate rimarranno esposte fino al 18 dicembre e
saranno battute all'asta gratuitamente da parte di Sotheby's alle 18,30
dello stesso giorno nel Salone d'onore della Triennale. Il ricavato verrà
interamente versato all'Unicef che lo utilizzerà nella lotta all'HIV/AIDS,
la spietata malattia per la quale non esiste ancora un vaccino e che ogni
anno miete migliaia di piccole vittime. L'HIV/AIDS può essere combattuta
soltanto con le terapie che ne bloccano il decorso e soprattutto con la
prevenzione ma, purtroppo, rimane oggi la prima causa di morte in
Africa, il continente in cui vivono tre quarti dei sieropositivi e dei malati
di AIDS e il 90% degli orfani e dei malati di AIDS di tutto il pianeta.
E' una lotta immane che vede l'UNICEF in prima linea con programmi di
intervento che coprono tutti gli aspetti del problema: dalla prevenzione
alla sensibilizzazione, dall'accesso ai farmaci all'assistenza agli orfani e al
sostegno alle comunità.
Designdolls si è resa possibile per la generosità degli artisti che hanno
lavorato con entusiasmo e gratuitamente alla realizzazione delle opere e
al mecenatismo spontaneo di Viviana Algeri, responsabile della Trend
leader del Plexiglas in Italia, che ha fornito il materiale necessario.
All'asta del 18 dicembre è prevista la partecipazione di numerosi Vip,
imprenditori, giornalisti e gente comune che,
per una volta tanto, saranno i veri protagonisti
di un importante evento benefico, dove la
mondanità ed il gossip lasceranno spazio alla
beneficenza a favore di chi invoca il diritto di
vivere.
Nelle due pagine le cento bambole
proposte dai designer
Monza Club - Anno 6 - n. 30
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MonzaClub30
7-12-2007
17:24
Eventi
Dicembre
Dicembre mese
ricco di
appuntamenti, di
colori, di feste da
vivere con amici o
parenti. Ecco cosa
offre la nostra
bella Monza.
Scuola Media Ardigò
Sabato 15 dicembre
ore 21.00 e domenica 16
dicembre ore 15.30
Natale sui pattini
Spettacolo rotellistico
organizzato dalla Società
Skating Club Monza.
Tel. 039.2022142
Teatro Manzoni
Sabato 15 dicembre
ore 21.00
Natale con la danza
A cura delle scuole di danza di
Monza e Brianza. Serata a
scopo benefico a favore
dell'Associazione Italiana
Parkinsoniani.
Tel. 039.732816.
Ingresso a pagamento.
Caffè Letterario
Sabato 15 dicembre
ore 19.30
SERATA MUSICALE al CAFFE'
LETTERARIO
Organizzata da alcuni Giovani
delle Circoscrizioni monzesi per
animare gli spazi del Caffè
Letterario ed intrattenere,
aggregare, e piacevolmente
sorprendere la cittadinanza
tutta.
Sala Maddalena
16 dicembre ore 21.00
Conferenza dal titolo Le stelle
di Natale, relatore Fabio Peri,
direttore scientifico del
Planetario di Milano.
Conferenza sul tema
dell'astronomia promossa dal
Centro Culturale Ricerca con il
patrocinio del Comune.
Ingresso libero.
Teatro Manzoni
Domenica 16 dicembre
ore 11.00
“Gospel e choir”
A cura di Diesis & Bemolli
Aperitivo in concerto.
Spettacolo a pagamento
Tel. 039.386500
Teatro Manzoni
Domenica 16 dicembre Ore 15.30
Mostra dei lavori degli studenti
dell'Istituto di Istruzione
Superiore ISA
Ore 21.00
Concerto di Natale per la
Solidarietà a cura dell'ISA.
Tel. 039.326341
Teatrino della Villa Reale
16 e 17 dicembre
ore 16.00
Prevert mon ami
Regia di Filippo Crivelli
Info: 039 237279
Il 16/12 alle 21 e il 17/12
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Tempo libero
Biblioteca civica
18 dicembre
ore 21.00
84, charing cross road
spettacolo di Helene Hanff
Lettura scenica a cura della
compagnia dell'Elfo di Milano.
Chiesa del Carrobiolo
19 dicembre
ore 21.00
Concerto di Natale
A cura di Gruppo Sapio
Corale e strumentale Jubilate
ingresso libero
Info: 039.2372279
Teatro Manzoni
20 dicembre
Concerto degli auguri
A cura della Fondazione ueco
Alle 21
Info: 039.386500
Piazza San Paolo
Sabato 22 dicembre
ore 15.00
Babbo Natale in Harley
Valigia ad una piazza. A cura
di Eccentrici Dadarò.
Spettacolo con la mitica
moto americana.
Organizzato dall'Assessorato
Turismo e Spettacolo in
collaborazione con Monza
Chapter by Harley Davidson
Monza.
Ufficio Turismo e Spettacolo.
Tel. 039.2372279
Scuola Media Ardigò
Sabato 22 dicembre
ore 17.00
Mary Poppins sui pattini
Spettacolo rotellistico
organizzato dalla società
Astro Skating
ore 20.30
Spettacolo “Roller Show”
Saranno presenti i campioni
mondiali Roberto Riva ed
Emanuela e Marco Bornati
Tel. 349.2300336
Piazza Roma
23 dicembre
ore 15.30
Babbo Natale in Harley
Spettacolo con la mitica
moto Americana
Lesmo
23 Dicembre a Lesmo
"Natale Natale!" concerto di
Sara Musso e Maria Grazia
Perello, Duo pianoforte a
quattro mani
Piazza Duomo
Lunedì 24 dicembre dopo
la Santa Messa di
mezzanotte
Vin brulè con gli Alpini e
auguri dell'Amministrazione
Comunale
Iniziativa organizzata dall'
Assessorato Turismo e
Spettacolo in collaborazione
con l'Associazione Nazionale
Alpini Sezione di Monza Gruppo Monza Centro
Ufficio Turismo e Spettacolo.
Tel. 039.2372279
Teatro Binario 7
24 dicembre
ore 21.00
“Coppia aperta, quasi
spalancata e altre storie di
coppie quasi scoppiate”
Di Dario Fo e Franca Rame
A seguire brindisi di
mezzanotte, con cotechino,
lenticchie e panettone,
presso il Caffè Letterario del
Binario 7. Eventi a
pagamento.
Tel. 039.2848508.
Teatro Manzoni
24 dicembre
ore 21.00
“La Vedova Allegra”
31° Compagnia Stabile di
Operette Alfa Folies.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
Orchestra Sinfonica di Torino
Al termine dello spettacolo
rinfresco con brindisi. Evento
a pagamento.
Tel. 039.386500
Stazione Monza
31 dicembre 2007
Capodanno in treno da
Monza a Mantova.
Un'occasione unica quella di
cenare a bordo di un treno
storico datato 1930 (trainato
dal locomotore elettrico),
completamente restaurato,
allestito per l'occasione con
tavoli e musica. Ritrovo alle
20.15 del 31 dicembre in
stazione e ritorno alle 5.30
del mattino. Il prezzo è di
145 euro a persona. Per
maggiori informazioni
Tel. 0341/493756 Fax. 0341/254032
piazza Roma - Arengario
31 dicembre
ore 22.00
Aspettando il nuovo anno
In compagnia dei dj di radio
Lombardia e tanta musica
leggera, pop, rock con
concerto live di cover band
Liceo artistico
Preziosissimo Sangue
Fino al 21 Febbraio 2008
I giovedì dell'arte: 14
incontri serali, sempre il
giovedì sera, cinque cicli con
scadenza settimanale,
dedicati alla formazione
educativa e culturale e
all'approfondimento su
tecniche, stili, temi e
significati dell'arte .Per
partecipare ad una o più di
queste iniziative è
necessario iscriversi, anche
telefonicamente, in
segreteria:
Tel. 039 387422-57
Arengario
Dal 8 dicembre al
6 gennaio 2007
Mostra dei Presepi
2006/2007
organizzata da Amici di
evangelizzazione e
promozione umana
Orari: da lunedì a venerdì
dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle
19 - sabato e domenica
dalle 9 alle 19
Ingresso libero
Centro Monza
6 gennaio 2007
Concerto bandistico
itinerante nel centro storico
del Nuovo Corpo Bandistico
di Monza nell'ambito dell'VIII
edizione della
manifestazione InBanda
organizzata dalla Provincia di
Milano
Partenza da Piazza Roma
alle 10.30
Conclusione alle 11.30 circa
Happy new year parade
Auguri in musica con la
Cornfield Marching Band da
Palestro.
Partenza sfilata alle 15 da
piazza Citterio, via C.
Alberto, piazza Roma, via
Italia, via Mons Rossi, piazza
Duomo
Alle 15.30 esibizione
musicale in piazza Duomo.
Inoltre tutto il mese di
dicembre in piazza San
Paolo ci saranno i mercatini
di Natale con prodotti
regionali, artigianato e idee
regalo
Largo Mazzini
dal 8 al 24 dicembre
"Adotta una Pigotta"
vendita benefica di bambole
a cura dell'U.N.I.C.E.F.
Info:
www.unicef.it/flex/cm/pages/
ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina
/1212
Piazza Roma
Dal 6 dicembre al 6
gennaio, ore 17.00-23.00
Maxiproiezioni a tema
natalizio
Le immagini affrescheranno le
facciate dei palazzi di Piazza
Roma. Evento organizzato in
collaborazione con l'Unione
Commercianti di Monza e
Circondario.
Biblioteche Monza
Partecipazione gratuita con
obbligo di prenotazione
Venerdì 14 dicembre
ore 21.00
La meta e la via:
pellegrinaggio a piedi di
preghiera e di ricerca
(Santiago de Compostela)
Conversazione con Renato
Mambretti e Davide Gandini
Biblioteca Civica.
Tel. 039.386984
Sabato 15 dicembre
Ore 10.30 e ore 15.00
I doni di Natale. Spettacolo
per bambini della scuola
materna e di prima e seconda
elementare
Biblioteca Cederna.
Tel 039.2020237
Ore 10.30
Volanatale. Spettacolo
natalizio. A cura de La
Baracca. Per bambini dai 3
agli 11 anni
Biblioteca Triante.
Tel. 039.731269
Ore 14.30
Tutti vestiti di bianco e di
rosso…Laboratorio creativo
guidato da Cinzia Alberton.
Per bambini dai 6 anni.
Biblioteca del Parco - Creda
onlus. Tel 039.360367
Ore 15.30
Pasquale. Spettacolo di
Natale. Per bambini dai 3
anni.
Biblioteca Sanrocco.
Tel. 039.2374324
Ore 16.00
“Waiting for Christmas:
aspettando Natale”. Scambio
di auguri bilingue. Per
bambini dai 6 anni
Biblioteca dei Ragazzi.
Tel 039.324197
Domenica 16 dicembre ore
10.00
Il Natale si dipinge di vetro.
Laboratorio di pittura su vetro
con decorazione di oggetti per
il Natale. A cura di Chiara Di
Palermo. Per bambini dagli 8
ai 13 anni.
Biblioteca del Parco - Creda
onlus. Tel. 039.360367
Sabato 22 dicembre ore
10.30 e ore 15.00
Marie e la notte dei giocattoli.
Liberamente tratta da “Lo
Schiaccianoci” di E.T.A.
Hoffmann a cura di Antonella
Imperatori Gelosa. Per
bambini di terza, quarta,
quinta elementare.
Biblioteca Cederna. Tel.
039.2020237
Lunedì 24 dicembre
ore 10.30
Aspettando Natale.
Laboratori per adulti e
bambini.
Biblioteca Sanrocco.
Tel. 039.2374324
Visite guidate
Organizzate
dall'associazione PROMONZA
- prenotazione obbligatoria,
tel. 039.323222. Visite a
pagamento.
Sabato 15 dicembre
IL DUOMO DI MONZA con
MUSEO E TESORO DEL
DUOMO
Visita guidata al Duomo, alla
corona ferrea, custodita
nella quattrocentesca
cappella degli Zavattari, e al
Museo e Tesoro del Duomo,
ampliato e rinnovato, che
ospita splendidi reperti
finora mai mostrati al
pubblico.
ritrovo: ore 15.30 davanti al
duomo
durata:2 ore circa
Domenica 16 dicembre
PINACOTECA AMBROSIANA.
La natività dell'arte
Si propone un itinerario
nella pinacoteca Ambrosiana
di Milano che, senza
trascurare i principali
capolavori in essa
conservati, dedica una
particolare attenzione alla
rappresentazione della
natività e, più in generale,
della Vergine e del Bambino
nell'arte.
ritrovo: ore 15.30 davanti
alla Pinacoteca
durata 2 ore circa
Sabato 22 dicembre
MONZA IN ETA' BAROCCA
L'itinerario condurrà i
visitatori lungo un percorso
che, a cominciare dal
Duomo, toccherà le chiese
di San Maurizio, Santa Maria
in Strada, fino al Carrobiolo.
ritrovo : ore 15.00 davanti
al duomo durata: due ore
circa
Sotto: il manifesto
dell’Amministrazione
Comunale di Monza che
promuve le iniziative per
la serata di Capodanno
MonzaClub30
7-12-2007
17:24
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L’OROSCOPO
di Antoninus
Ariete - 22 Marzo - 20 Aprile
Dicembre caldissimo e ricco di interessanti novità. Anche se un
progetto d'amore potrebbe incontrare ostacoli lungo il
cammino, le giornate dei nati sotto questo segno scorreranno tutte
all'insegna dell'allegria e della serenità. In famiglia, con gli amici più cari,
con le persone incontrate per caso o sul lavoro, tutti faranno a gara per
restare in vostra compagnia e godere della vostra innata e contagiante
simpatia. Non tiratevi indietro e approfittate di questi momenti
particolarmente favorevoli per valutare un paio di nuove proposte di lavoro
che vi saranno fatte e per ritemprare il vostro spirito che, a quanto pare, in
questi ultimi tempi ha segnato un po' il passo. Non preoccupatevi più di
tanto se il vostro partner vi assilla con la sua gelosia e con le sue asfissianti
lamentele: in fondo vi vuole molto bene, anche se è necessario fargli capire
che l'amore non vuole dire possesso e che, soprattutto, non c'è amore vero
senza stima e fiducia reciproche.
Bilancia - 24 Settembre - 23 Ottobre
Avete finito di piangervi addosso e di commiserarvi come una
femminuccia? In fondo, ciò che è capitato a voi è capitato
anche a milioni di persone che si sono trovate nelle vostre stesse
condizioni. Se una relazione che sembrava sincera e duratura si è
interrotta all'improvviso senza apparenti motivi non è dipeso soltanto
da voi. E'che a volte il destino gioca brutti scherzi proprio a coloro che
se non se lo meritano (o non se lo aspettano…) e riesce a distruggere in
un attimo quello che si è costruito in tanti anni. Ma la vita, cari amici
della Bilancia, è lunga ed imprevedibile, e può riservare piacevolissime
sorprese capaci di riaccendere la passione anche nei cuori di chi, come
voi in questo momento, non credono più nell'amore. Marte, Saturno, ma
soprattutto Venere, vi stringono in un forte abbraccio e vi proteggono
con tutti i loro influssi più benigni. Sappiate approfittarne e
ricominciate a sorridere.
Gemelli - 22 Maggio - 21 Giugno
Che cosa vorreste trovare sotto il vostro albero di Natale?
Chiudete gli occhi, esprimete un desiderio e incrociate le
dita…Chissà se quest'anno, finalmente, uno dei sogni a cui tenete di più
non si realizzi premiandovi per la costanza e l'impegno dimostrati. Gli
ultimi mesi sono stati duri e difficili e molto spesso avete perso la fiducia in
voi stessi, accarezzando anche l'idea di mandare tutto al diavolo e di
prendere altre strade che vi sembravano più facili da percorrere…Ma la
tenacia e il coraggio, che fanno parte del vostro carattere, vi hanno
permesso di tenere duro e di credere che prima o poi qualcosa di veramente
buono sarebbe successo. Ora il momento sembra davvero arrivato ma
attenzione, non aspettatevi la luna! Sarà un Natale stupendo, è vero, e
tutto vi sembrerà più bello. Evitate comunque di strafare contenendo la
gioia nel segreto del vostro cuore, dividendola magari con qualcuno il cui
amore per voi è ormai una certezza.
Sagittario - 23 Novembre - 22 Dicembre
Teneri e inguaribili romantici: dopo le innumerevoli delusioni
che hanno caratterizzato quest'ultimo anno, continuate a
credere che tutto cambierà e che, finalmente, il vero amore entrerà
prepotentemente nella vostra vita…
Forse vi sbagliate, o forse no. Comunque, fate bene a sognare ad occhi
aperti ed è giusto che continuiate a farlo senza riserve. Il problema vero
è che, da buoni Sagittari, non perdete mai l'abitudine di rincorrere
l'amore come le nuvole si rincorrono nel cielo senza mai fermarvi a
riflettere sul vero significato della parola amore. Siete volubili e
incostanti, capaci di provare all'improvviso per qualcuno una passione
travolgente per abbandonarlo qualche attimo dopo al suo destino.
Sarebbe il caso di darvi una calmata e, prima di gettarvi a capofitto in
una nuova avventura, di chiedere a voi stessi che cosa volete
esattamente dalla vita.
Leone - 24 Luglio - 23 Agosto
Siete un po' preoccupati, è vero, ma sotto il profilo fisico siete
resistenti come una roccia. Spunta la voglia di cambiare, ma è
incauto lasciare il certo per l'incerto. Avete bisogno di un approdo sicuro
e prima di mutare rotta è necessario consultare la cartina nautica del
vostro cuore. Innanzitutto chiedetevi che cosa volete esattamente, quali
sono le vostre vere aspirazioni, chi è la persona con la quale vorreste
trascorrere il resto della vostra vita. Se la conoscete già, ricopritela delle
vostre attenzioni rinnovando nei suoi confronti la stima e l'affetto che vi
legano. Se l'orizzonte è vuoto, o peggio ancora è gravido di nuvole scure,
incominciate a pensare di cercare altrove la serenità.
Acquario - 21 Gennaio - 19 Febbraio
Le stelle dell'amore sorridono all'approssimarsi di un evento
che promette davvero bene. La chiarezza nelle idee vi rende
imbattibili in tutto quello che comporta attenzione e razionalità.
Incominciate a pensare ai regali che dovete fare agli amici e alle
persone più care. Siate generosi soprattutto con coloro che in questi
ultimi mesi vi hanno dimostrato affetto e simpatia. Riposarvi un po' e
riprendere fiato dopo gli impegni lavorativi che vi hanno logorato più
del previsto. Qualcuno che vi sta a cuore chiederà i vostri consigli per
risolvere un'annosa questione. Cercate di aiutarlo senza però
impegnarvi più di tanto e senza dare l'impressione che le vostre parole
rappresentino la verità assoluta. Vi aspetta un Capodanno eccitante.
Toro - 21 Aprile - 21 Maggio
Se la vostra agenda è piena di impegni, scegliete quelli che più
vi interessano e che maggiormente vi intrigano. Se non lo è,
datevi un po' da fare e mettete in campo tutte le vostre arti seduttive che
mai come in questo momento sono particolarmente ricche di fascino e di
mistero. Venere, infatti, in trigono al segno, aumenta le possibilità di fare
breccia nei cuori delle persone che incontrerete. Rallentate un po' la vostra
attività lavorativa e cercate di scaricare lo stress che da un po' di tempo vi
fa compagnia. Rilassatevi e organizzate con calma le vostre serate
“natalizie” dove vi attendono simpatiche sorprese. Non sottovalutate
l'invito di un caro amico che all'apparenza, ma solo all'apparenza, può
sembrare un po' noioso e ripetitivo. A volte, dietro la banalità delle cose si
nascondono interessantissime novità e voi lo sapete benissimo perché già
in passato rifiutando un invito banale avete perso una grande occasione…
Cancro 22 giugno - 23 luglio
Gli amici del Cancro sono abituati da sempre ad attendere lo
sviluppo degli eventi prima di prendere qualsiasi decisione.
Ora però è arrivato il momento di agire e di togliersi di torno quei
problemi fastidiosi che negli ultimi tempi hanno rischiato di minare la
serenità e l’equilibrio della vita di ogni giorno. Marte non accetta
compromessi e vuole che i suoi protetti, in questo periodo ci siete anche
voi, seguano il suo esempio e si gettino con coraggio nella battaglia
rompendo ogni indugio e qualunque tipo di incertezze. Non resta che
dargli ascolto e muovere le proprie pedine con determinazione evitando
di perdere tempo con inutili e sterili polemiche. In amore, siete voi i più
forti ed è giusto fare valere le proprie ragioni. Negli affari, osate di più e
mettete nero su bianco su quei progetti che da tempo volete realizzare.
Vergine - 24 Luglio - 23 Agosto
Una nebbiolina entra strisciante tra i pensieri e li confonde. Siete
lenti sia nelle operazioni astratte che in quelle concrete.
Nonostante un piccolo incidente di percorso dovete mostrare più grinta e
dimostrare agli altri quello che davvero valete. Avete tutte le carte in regola
per tentare di raggiungere l'obiettivo che da tempo state accarezzando nella
vostra mente. Vi manca un po' di fiducia che, come ben sapete, va ricercata
dentro di voi e non chiedendo sempre aiuto a chi vi sta vicino e trepida per
la vostra felicità. Marte vi confonde un po' le idee e Saturno mette qualche
ostacolo nel vostro cammino. Insomma, sembrerebbe che in questo periodo
anche le stelle vi abbiano voltato le spalle…Ma vi sbagliate di grosso perché
vi attendono giorni bellissimi, carichi di gioia e di felicità, voluti proprio
dalla stella più bella che brilla nel firmamento: Venere, mai come adesso in
sintonia con il vostro segno.
Scorpione - 24 Ottobre - 22 Novembre
Una casa calda e accogliente, la legna nel camino che
scoppietta con allegria, il vostro cuore pieno di amore e di
tenerezza: questa è la sceneggiatura del film che vorreste vivere nel
periodo più bello e più dolce dell'anno…Ebbene, forse non avrete un
camino acceso ma il resto potrebbe essere molto vicino alla realtà. In
fondo, la persona che amate vi dimostra ogni giorno che passa quanto
siano grandi l'affetto e la stima che nutre per voi e il suo desiderio di
vivervi accanto. Non vi resta quindi che accendere la vostra fantasia,
avvicinarvi senza riserve al vostro partner trascorrendo con lui questo
bellissimo Natale, magari progettando insieme un futuro stabile e
duraturo. E' il momento di decidere e di sciogliere le vostre riserve
mettendo nero su bianco le vostre reciproche intenzioni. Non è difficile
che il 2008 vedrà realizzarsi i sogni che da tempo accarezzate.
Capricorno - 23 Dicembre - 20 Gennaio
Un altro anno sta per scadere: è tempo di bilanci e di qualche
sana riflessione. Munitevi di una penna e tracciate una riga
verticale su un foglio bianco: a sinistra scrivete le cose belle che vi sono
successe in questi dodici mesi, a destra indicate quelle brutte. Se le cose
belle superano quelle brutte, tirate un respiro di sollievo e ringraziate il
destino per quello che vi ha dato. In caso contrario, non disperatevi più
di tanto perché la vostra forza d'animo e la vostra saggezza vi
consentiranno di mettere a frutto anche le esperienze negative per non
incorrere negli stessi errori ed assicurarvi un prossimo futuro pieno di
serenità. Lo dicono le stelle: i nati sotto il segno del Capricorno godono
della protezione di Marte e di Venere e possono progettare una serie di
iniziative destinate ad un sicuro successo.
Pesci - 20 Febbraio - 21 Marzo
Il più grande aiuto è quello che vi date da soli. Qualcosa, e
qualcuno…, si intrufola a riscaldare il cuore. Momento da
godere a fior di pelle anche se questo non dovreste permettere ai
sentimenti di prendere il sopravvento. In ogni caso, si impone una
decisione lucida per il futuro: non potete continuare a rimandare per
molto tempo le scelte che riguardano la vita di coppia. Anche se il vostro
successo professionale oggi è giocato su un piano sociale di rapporti di
lavoro, quello affettivo non vi ha ancora soddisfatto pienamente. Questo
potrebbe essere il periodo più indicato per vagliare con serenità se
esistono i presupposti per qualcosa di più di una semplice avventura. E'
proprio Venere, la Dea dell'amore, che consiglia ai nati sotto il segno dei
Pesci di guardare un po' più in là dei soliti orizzonti.
Monza Club - Anno 6 - n. 30
111
MonzaClub30
7-12-2007
17:24
Pagina 112
Tempo libero
BLOCK NOTES
Il Libro
'FALCE E
CARRELLO'
di Bernardo Caprotti
Editore Marsilio
€ 13,50
Bernardo Caprotti è
l'imprenditore che ha
portato all'eccellenza i
supermercati in Italia. Ne
ha fatto un caso di
rinomanza internazionale,
nel settore. A 81 anni ha
deciso di rompere il suo
riserbo e in questo librodenuncia racconta ciò che ha
dovuto subire per mano
delle Coop. Dai primi
contatti con il gigante
“rosso” della grande
distribuzione fino alle
polemiche degli ultimi mesi,
il fondatore di Esselunga
ricostruisce un confronto
pluridecennale scambiato
fino a poco tempo fa per
normale concorrenza.
Invece, mettendo insieme
con meticolosità le tessere
del mosaico, a Caprotti è
apparso un disegno preciso:
far sparire la sua azienda
dal mercato. Dalla rigorosa
esposizione dei fatti appare
di tutta evidenza che molte
iniziative di Esselunga sono
state affossate dalla
Legacoop, il gigante
economico agli ordini del
Pci-Pds-Ds, con
l'indispensabile appoggio
delle amministrazioni locali
di sinistra. Alla faccia della
leale concorrenza e delle
leggi del libero mercato…
Un libro che si legge d'un
di Paola Vanni
fiato e che apre uno
squarcio inquietante su una
delle numerose realtà che
coinvolgono e penalizzano la
vita dei cittadini del bel
Paese.
Il CD
EROS RAMAZZOTTI
E2
2CD - € 22,90
Eros al quadrato, questo il
senso di e2, l'ultimo album
di Eros Ramazzotti uscito
recentemente e destinato ad
entusiasmare milioni di fan.
E' infatti un doppio cd e
contiene nel primo disco
quattro inediti e quattordici
successi in versione
originale rimasterizzata e
nel secondo diciassette
brani rivisitati da grandi
artisti italiani ed
internazionali.
L'album, al quale l'artista
ha lavorato per oltre un
anno, è anticipato dal
singolo Non siamo soli che
vede la partecipazione di
Ricky Martin. Ramazzotti,
che negli ultimi anni ci ha
abituati a duetti con i big
della musica, è molto
soddisfatto di questa
collaborazione: “Subito dopo
aver scritto il pezzo racconta - ho capito che
veniva bene come duetto e
ho pensato a lui.
Gli ho mandato un provino
a Miami e lui e il suo
gruppo di lavoro me l'hanno
mandato arrangiato da
paura: nel loro sound ho
sentito subito l'anima
latina. Ricky è un ragazzo
alla mano: l'avevo già
conosciuto a un Festivalbar
e con lui mi sono trovato
benissimo”.
Pronto anche il video del
singolo di lancio, in cui i due
cantano in mezzo ad una
folla multietnica per le
strade di Miami Beach.
Durante le riprese il traffico
della cittadina è stato
bloccato ed il cantante
romano ha avuto il suo
momento di gloria durante
un servizio del tg locale.
Nella zona è infatti
conosciuto sia per la sua
musica che come assiduo
turista.
“Ho pensato che mi
piacerebbe andare a Miami
per il mio prossimo disco di
inediti, ma dipende da
Aurora, mia figlia - spiega Ora che ha iniziato la scuola
non voglio starle lontano per
troppo tempo”
AC Monza Brianza 1912: Via Ragazzi del'99, 14 - 20052 Monza - T. 039 2020308
Al-Anbiq: via Bellini, 12 - Monza - T. 039 3900499
Areaodeon: via Enrico Arosio 14 - T. 039 5964994 - www.areaodeon.it
Associazione culturale El Cappel: via Solferino, 1 - 20052 Monza- t. 039.5961514
Associazione AfricaBougou ONLUS: via Spluga, 10 - 20052 Monza- 039.327425
DOVE & COME
Bergomi: via Zucchi, 46 - 20052 Monza - T. 039 324194 - www.bergomi.com
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Briancar: via Milano,33 - Desio (Mi) - T. 0362 3981 - via Como, 68 Mariano C.se (Co) T.031 3551808 www.briancar.bmw.it
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Spirale Arte Artecontemporanea: via Vittorio Emanuele, 44 - 20052 Monza - T. 039 360055 www.spiraleartecontemporanea.it
Studio Leoni: via Statuto, 4 - 20121 Milano - T. 02 36573500 www.studioleoni.it
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Noble Lounge: via G. dei Tintori, 18 - 20052 Monza - T. 039.39093295 www.silvarte.it
Mulino a Vino: via De Amicis, 21 - 20052 Monza- T. 039.384180 www.silvarte.it
Ristorante Lear: via Col del Frejus, 3 - 2040 Briosco (MI)- T. 0362. 966920 www.ristorante-lear.com
Ristorante Magazzini del Caffè: via Parravicini, 34 - 20052 Monza - T. 039.2312400
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Ristorante Noble: via G. dei Tintori, 18 - 20052 Monza- T. 039.39093298 www.silvarte.it
Ristorante Saint Georges Premier: Via Vedano, 7- 20052 Monza Parco Reale- T. 039.320600
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Ristorante Rossana: via Delle Industrie, 4 - 20060 Basiano (MI) - T. 02.95761691
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Monza Club - Anno 6 - n. 30