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PROGETTO
PREPARAZIONE ALLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE E
INNOVAZIONE DIDATTICA - PRODID
Responsabile scientifico di progetto:
Ettore Felisatti
Componenti del Gruppo di Ricerca* :
UNITA’ 1: Ettore Felisatti (coordinatore), Monica Fedeli, Michelangelo Vianello, Anna Serbati
UNITA’ 2: Luigi Castelli (coordinatore), Marina De Rossi, Claudio Riva, Mario Giampaolo
UNITA’ 3: Renata Clerici e Giampiero Dalla Zuanna (coordinatori), Massimo Castagnaro, Debora
Aquario, Cristina Mazzucco
UNITA’ 4: Paolo Gubitta (coordinatore), Giorgio Moro, Martina Gianecchini
1. Stato dell’arte e motivazioni al progetto
Nella realtà universitaria attuale la spinta al cambiamento che proviene da più parti persegue
l’obiettivo fondamentale di innalzare costantemente la qualità dei percorsi formativi investendo in
pieno, secondo logiche di sistema, le questioni della qualità dell’offerta formativa, della
progettazione curricolare, della valutazione, della governance e dei servizi.
In tale contesto, la didattica svolge un ruolo primario e il suo livello di qualificazione influisce in
larga misura sulla positività degli esiti, per questo su di essa si sta sempre più sviluppando una
riflessione approfondita che si avvale di strategie coordinate e di processi organizzati verso obiettivi
di miglioramento.
Nella logica dell’apprendimento permanente (lifelong learning), la preparazione accademica si
struttura in termini di risultati di apprendimento (learning outcome) tesi a sviluppare negli studenti
disponibilità, abilità e competenze disciplinari e generaliste che devono rendere gli stessi
“competenti” sul piano professionale e in grado di apprendere ad apprendere.
In riferimento a ciò, la problematica del sostegno alla docenza è un aspetto cruciale, soprattutto in
considerazione del fatto che l’avvio alla carriera universitaria lascia del tutto irrisolta la questione
nodale della formazione a livello pedagogico-didattico e metodologico-disciplinare, considerandola
un dato già acquisito dai neoassunti. Nella realtà, succede che le competenze didattiche si
strutturano attraverso l’iniziativa del singolo docente, il quale, per affrontare le sfide connesse
all’attività di insegnamento, in solitudine farà appello all’esperienza personale di studente, alla
propria sensibilità culturale e alla capacità autonoma di elaborazione e riflessione (Langevin, 2008).
La formazione alla didattica è una questione su cui le università più prestigiose del mondo stanno
operando, soprattutto contemplando l’esigenza inderogabile di innalzare costantemente i livelli
della preparazione dei professori, in relazione agli esiti provenienti dalla valutazione della didattica.
*
Le unità costituite sono integrate e completate con altri docenti ed esperti nelle aree di competenza (Associate
Research Group members):
• RU 1: Fiona Dalziel (CLA - Centro Linguistico di Ateneo)
• RU 2: Cecilia Dal Bon, Angelo Calò, Dario Da Re (CMELA – Centro Multimediale e di eLearning di Ateneo)
• RU 3: Cristina Stocco & Sabrina Martinoia (Servizio Studi Statistici); Omar Paccagnella, Adriano Paggiaro
• RU 4: Enzo Menna
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A questo proposito, nella letteratura internazionale appare con sempre maggiore rilevanza il nesso
fra esiti della valutazione della didattica e interventi di sostegno alla docenza universitaria, ciò in
considerazione del fatto che i risultati emergenti dalle procedure di valutazione degli insegnamenti
(il riferimento va soprattutto alle procedure di Students’ Evaluations of University Teaching – SET)
sono in larga misura lo specchio degli assetti delle competenze didattiche possedute dai docenti.
L’ipotesi alla base di ogni intervento di qualificazione della docenza parte infatti dall’assunto che se
non si elevano le competenze dei docenti, difficilmente si conseguiranno traguardi
significativamente rilevanti nella qualità della didattica.
In tale contesto cruciale è il legame fra didattica e ricerca. Occorre infatti stabilire un equilibrio
virtuoso fra i due poli individuando modelli di reciprocità e di riconoscimento che realizzino nella
pratica una “curvatura didattica” dell’attività di ricerca e una “curvatura di ricerca” dell’attività
didattica (Felisatti, 2011), così come tale rapporto si mostra nell’esperienza storicizzata del SoTL
(Scholarship of teaching and learning) della Carnegie Foundation, ispirata da Boyer (1990).
All’interno del quadro internazionale, la formazione dell’accademico viene perseguita da molteplici
Università attraverso i Centri univers\itari per l’eccellenza nell’insegnamento e nell’apprendimento
e lo sviluppo dei docenti (Centers for teaching and learning excellence and Faculty development)
che operano con programmi a volte molto diversi fra loro (Harrison, 2002). Trovano comunque
applicazione soprattutto le prospettive orientate all’abbandono dei modelli trasmissivi e
l’affermazione prevalente di una cultura professionale in grado di accogliere nella pratica un
pensiero nuovo nel rapporto fra insegnamento e apprendimento. Si affronta l’idea di una
professionalità complessa, fondata su competenze al plurale (Arreola e coll. 2003), che richiede una
formazione altrettanto complessa, orientata al ruolo professionale, all’insegnamento, alla leadership
e all’organizzazione (Wilkerson e Irby, 1998). Ci si prepara ad un insegnamento accademico
declinato attraverso ambienti di apprendimento in presenza, on line e blended, dove saper insegnare
conoscenze, capacità e competenze (Tuning Project, 2008) richiede non solamente notevoli abilità
comunicative ma anche competenze nel design complessivo dell’azione didattica e formativa,
coordinamento strategico e orchestrazione continua di apporti e funzioni nell’ottica di una
formazione continua in relazione al cambiamento (Ferman 2002).
2. Obiettivi e strategie del progetto
Se i processi di valutazione della didattica fanno emergere i risultati che i docenti conseguono in
conformità ad una professionalità auto-formatasi nel tempo, ogni esito valutativo critico può
rinviare ad un possibile intervento diretto a colmare ambiti di preparazione che risultino inadeguati
per l’attività di insegnamento richiesta.
In considerazione di ciò, si tratta quindi di collegare i circuiti multidimensionali della valutazione a
possibili strategie di sostegno alla professionalità docente, nella logica di una crescita progressiva
delle competenze per la didattica e l’insegnamento.
Il presente Progetto, in linea con le più accreditate prospettive internazionali, si pone nell’ottica
della futura costituzione di un Teaching and Learning Center (d’ora in poi TLC) per il sostegno alla
docenza universitaria, in grado di coinvolgere attivamente i docenti verso un innalzamento continuo
della capacità professionale e degli standard acquisiti nelle attività di insegnamento-apprendimento.
Nello specifico, esso intende proporsi come esperienza preparatoria alla formalizzazione di un
futuro TLC, puntando alla promozione di interconnessioni dinamiche e proficue fra quattro
fondamentali ambiti:
- la ricerca nel campo della didattica e della valutazione;
- la formazione e il sostegno alla professionalità docente;
- l’innovazione nell’ambito della didattica;
- la nuova professionalità del docente universitario.
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L’azione progettuale dovrà essere tale da garantire un legame con le strutture deputate alla
elaborazione e gestione della didattica, in modo specifico con i Dipartimenti, le Scuole e i Corsi di
studio dell’Ateneo patavino; dovrà inoltre porsi nella condizione di stabilire azioni interconnesse
con network locali, nazionali e internazionali.
Il progetto opererà in via preliminare per la predisposizione di specifici percorsi di formazione di
base. Questi saranno offerti in modo particolare ai docenti neoassunti, i quali potranno accedere
liberamente insieme ai docenti e ricercatori incardinati che sentono l’esigenza di qualificare la
propria azione di insegnamento-apprendimento. In accordo con le Scuole di dottorato potranno
altresì essere predisposti per i dottorandi dispositivi formativi mirati all’acquisizione di elementi
metodologici essenziali per l’intervento didattico, in particolare di ordine seminariale.
Nel complesso, si tratta soprattutto di conseguire obiettivi importanti volti a costruire un ambito
permanente di studio e ricerca sulle problematiche e sui risultati della valutazione della didattica; ad
avviare una riflessione approfondita per definire adeguatamente la professionalità docente e a
innalzare la qualità complessiva della didattica e dell’offerta di formazione erogata dall’Ateneo.
Tali azioni vanno considerate secondo visioni fra loro strettamente integrate, in grado di costituire
un corpus organico operante in forma sinergica rispetto agli obiettivi perseguiti dal progetto.
In fase di primo impianto è infatti necessario investire specificatamente, in termini di riflessione e di
progetto, su alcune problematiche nodali legate alla proposta formativa. Questa, a nostro parere, per
essere adeguatamente formulata ha bisogno di accettare alcune sfide cruciali:
1. valorizzare gli approcci trasversali connessi all’azione didattica correlandoli con le
dimensioni disciplinari, accogliendo le esigenze sia della didattica sia delle discipline;
2. indirizzare la formazione verso le dimensioni individuali e sostenere altresì modalità di
azione e ricerca a livello comunitario, su percorsi di innovazione realizzati da gruppi di
lavoro, settori scientifico-disciplinari e organismi;
3. attuare modelli di rinforzo alla docenza attraverso l’elaborazione e l’offerta di percorsi
formativi strutturati da integrare con forme di tutorato e coaching, oltre che di counseling, e
da instaurare secondo logiche di apprendimento generativo e sviluppo personale di
empowerment;
4. predisporre uno spazio aperto e motivante di libera adesione da parte dei docenti,
individuando altresì eventuali strategie di incentivazione alla partecipazione e al
coinvolgimento attivo degli stessi.
A livello strategico, l’organizzazione del progetto va pensata nella prospettiva di una azione
stabilizzata all’interno dell’Ateneo nell’arco di un biennio. Ciò significa che fin dall’inizio la sua
collocazione deve essere ragionata nel sistema, in relazione agli Organismi e agli Uffici già operanti
rispetto al campo della didattica, con particolare riguardo ai Dipartimenti, al Presidio di Ateneo per
la qualità della didattica, al Nucleo di Valutazione e ai Corsi di studio. In tale direzione esso intende
proporsi come risorsa per lo studio, la ricerca e la sperimentazione di azioni qualificate.
La dimensione progettuale si colloca necessariamente all’interno di un network di Università
straniere, soprattutto europee, statunitensi e del mondo francofono, in cui operano da tempo
qualificati TLC; in tal senso il progetto promuove e valorizza le politiche per l’inserimento attivo
dell’Ateneo di Padova nei processi di internazionalizzazione oggi particolarmente auspicati ai vari
livelli dell’organizzazione.
La supervisione del progetto prevede la presenza attiva di un Comitato dei Saggi, composto da
studiosi di chiara fama, esperti delle tematiche oggetto d’indagine e di intervento, che avrà il
compito di svolgere azioni di stimolo, riflessione e proposta rispetto al Gruppo di Ricerca,
contribuendo in tal modo alla qualificazione delle scelte adottate in sede di sviluppo progettuale.
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3. Unità di ricerca
Il progetto, come in precedenza indicato, si articolerà rispetto a docenti e ricercatori, soprattutto
neoassunti, attraverso interventi di formazione e di supporto all’innovazione e alla professionalità
docente. Nello specifico il Gruppo di Progetto è chiamato a sviluppare, in forma organica e
integrata, linee di ricerca e intervento su quattro aree tematiche, riferibili a peculiari Unità di
Ricerca (UR):
UR1, Metodologie di formazione per l’insegnamento-apprendimento: è un’area chiamata a
predisporre i percorsi di formazione dei soggetti coinvolti riguardo alla didattica facendo
riferimento alla progettazione, realizzazione e valutazione di interventi formativi e alla
qualità delle dinamiche fra chi insegna e chi apprende.
UR2, Innovazione didattica e tecnologie: ha il compito di concretizzare la messa a punto dei
processi di innovazione della didattica con particolare riferimento all’impiego di tecnologie
per la didattica e dell’uso di modalità di intervento on line.
UR3, Ricerca valutativa nel campo della didattica: è focalizzata sulla ricerca in ambito
valutativo e particolarmente attenta a garantire e a promuovere adeguati livelli di
approfondimento scientifico delle pratiche di valutazione realizzate in ateneo e ad un
proficuo utilizzo dei risultati nei contesti di insegnamento.
UR4, Modelli organizzativo-gestionali per la qualità della didattica: è orientata a
predisporre uno studio del contesto in cui si realizzano efficaci interventi didattici, sulla base
di una analisi del sistema e del campo organizzativo-strutturale che supportano la didattica e
la formazione erogata.
Ogni unità si presenta in forma interdisciplinare, accogliendo al suo interno studiosi di varie
discipline, e si propone di approfondire e sviluppare la tematica di riferimento agendo in modo
complementare e integrato rispetto alle altre unità, con momenti di autonomia e necessarie
convergenze rispetto agli strumenti e ai processi gradualmente elaborati.
4. Fasi di intervento e risultati attesi
Le fasi del progetto sono due e si sviluppano annualmente. La prima fase impegna il periodo giugno
2013-maggio 2014 e si focalizza in modo particolare sulla rilevazione dei bisogni e
sull’elaborazione del Piano formativo predisponendo le condizioni per il successivo intervento sul
campo. La seconda fase, prevista nel periodo giugno 2014 – maggio 2015, avvia la concretizzazione
del Piano elaborato, valuta i risultati conseguiti e propone al confronto pubblico il modello
sperimentato.
4.1 FASE I: Dalla rilevazione dei bisogni all’elaborazione del piano formativo (maggio
2013 - maggio 2014)
Descrizione dell’intervento
Nel corso di questa prima annualità è prevista l’analisi e l’approfondimento del quadro teorico di
riferimento del progetto, in rapporto anche a ciascuna unità di ricerca, con l’intento di delineare in
forma esaustiva lo stato dell’arte della formazione della docenza in ambito accademico, oltre che di
identificare e analizzare le esperienze internazionali maggiormente accreditate rispetto alla tematica
del progetto. Tale linea permette di porre le premesse per costituire una rete internazionale di
riferimento e di confronto con alcune università straniere, per questo saranno presi in
considerazione quelle realtà che dimostreranno modelli consolidati di pratiche formative rivolte alla
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docenza e che disporranno di visioni di sistema e articolazioni innovative in merito alla didattica,
alle tecnologie e all’azione organizzativa.
Un secondo aspetto centrale, in questa prima fase, è l’analisi del contesto patavino. A questo
proposito, si tratta di far emergere bisogni e rappresentazioni dei docenti in merito all’adeguatezza
della propria azione professionale, procedendo anche all’individuazione di buone pratiche di
insegnamento-apprendimento che possono costituire un contesto privilegiato per lo sviluppo di
azioni formative innovate. Verranno quindi predisposti percorsi e strumenti per conoscere in forma
specifica la realtà docente e le dimensioni della didattica nell’ateneo, sviluppando altresì percorsi di
studio e approfondimento dei risultati della valutazione della didattica realizzata nell’ateneo.
Al tempo stesso si opererà per intercettare le esigenze degli organismi di riferimento per la
didattica, attivi nella sede universitaria (Presidio per la qualità della didattica, Dipartimenti, CdS,
Scuole, commissioni istituzionali), al fine di costituire significativi raccordi sinergici in grado di
sostenere a livello di sistema il piano di intervento per la formazione dei docenti e gli obiettivi in
esso preventivati.
Si predisporranno infine alcune fondamentali condizioni operative e di sistema allestendo un sito
del progetto in cui si renderanno visibili all’esterno le azioni realizzate e si supporteranno le attività
formative.
Destinatari
Destinatari delle attività di analisi e di ricognizione delle best practices sviluppate nella prima
annualità di progetto sono soprattutto i referenti di TLC attivi in campo internazionale, i docenti e i
ricercatori neoassunti, oltre ai docenti interessati al miglioramento delle pratiche di insegnamento, e
agli organismi di ateneo di riferimento per la didattica.
Risultati attesi
L’identificazione e l’analisi delle buone pratiche, così come la scelta e la messa a punto dei modelli
più significativi, avverrà in sinergia tra le quattro unità, secondo i seguenti percorsi di progetto:
1. Ricerca bibliografica e approfondimento riguardo alle tematiche di progetto al fine di
individuare a livello internazionale le best practices in merito alla formazione dei docenti
universitari e identificazione di un network di riferimento (UR1, UR2, UR3,UR4).
2. Predisposizione di un sito del progetto con funzione informativa e di visibilità rispetto
all’esterno ma anche operativa e di supporto alle attività formative che verranno approntate,
oltre che di consulenza per i docenti in servizio nell’ateneo (UR2).
3. Predisposizione di strumenti di indagine e somministrazione degli stessi per una mappatura
delle rappresentazioni e dei bisogni formativi dei docenti in merito alla didattica, con
particolare riguardo alla qualità dei processi di insegnamento-apprendimento, alle esigenze
nel campo della valutazione degli esiti di apprendimento conseguiti dagli studenti, alle
opinioni degli stessi sull’azione insegnativa e sull’organizzazione della didattica, alle
competenze tecnologiche possedute (UR1, UR2).
4. Analisi dei dati sulla valutazione della didattica realizzata dall'Ateneo, in correlazione con
le carriere universitarie degli studenti e l’organizzazione della didattica, con uno studio delle
evidenze e dei bias esistenti nelle opinioni degli studenti, nella prospettiva di concretizzare
interventi di sintonizzazione fra processi di insegnamento e apprendimento (UR3);
5. Mappatura dei processi di erogazione della didattica nell’Ateneo di Padova, per quanto
concerne le lauree triennali e magistrali, con l’obiettivo di farne emergere gli assetti
strutturali (insegnamenti, tempi, strutture...), processuali (progettazione, modelli gestionali,
valutazione)
e strategici (orientamento, tutorato, counseling professionale...) per
l’implementazione di future iniziative di miglioramento della didattica e per la formazione
della docenza. (UR 4)
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6. Predisposizione di un primo piano di intervento per la formazione dei docenti neoassunti, in
cui si prevede parallelamente anche un piano di monitoraggio e valutazione dell’esperienza
formativa e la creazione di un apposito spazio on line per l’interazione e la condivisione
comune delle pratiche fra i partecipanti (UR1, UR2, UR3, UR4).
Al termine del primo anno il gruppo di ricerca predisporrà un report di presentazione delle azioni
sviluppate e degli esiti conseguiti. Il report sarà sottoposto al Comitato dei Saggi per una
valutazione e un confronto utile ad una maggiore consapevolezza delle scelte che verranno assunte
rispetto allo sviluppo futuro del progetto.
4.2 FASE II: L’avvio del piano formativo (maggio 2014 - aprile 2015)
Descrizione dell’intervento
Nel corso della seconda annualità è prevista l’implementazione del percorso formativo progettato
nella prima fase. Si predisporranno momenti d’aula tenuti da esperti, esperienze laboratoriali,
attività di simulazione e di scambio tra pari, allo scopo di costruire un “teaching commons”, in cui i
docenti implicati, come una learning community, costruiscano e condividano insieme una cultura
della ricerca e dell’innovazione per l’insegnamento e l’apprendimento.
In parallelo all’attività di formazione dei neoassunti, si prevede la costituzione in via sperimentale
di un pool di esperti (Learning Teaching Designers-LTD) nel campo della progettazione e gestione
della didattica, individuati nell’ateneo tra i docenti in servizio, sulla base di competenze acquisite
nella pratica e nell’innovazione della didattica universitaria. Queste figure, attraverso uno specifico
percorso formativo, verranno preparate ad esercitare verso il neo-docente in formazione funzioni di
mentoring, coaching, scaffolding e fading, per sostenere l’induzione alla professione.
Attraverso alcune esperienze pilota di sperimentazione assistita, si accompagnerà il docente, in
particolare il neoassunto, nel percorso di progettazione, conduzione e valutazione dei propri
insegnamenti, aiutandolo a costruire un quadro di raccordo con l’articolazione formativa e gli
obiettivi stabiliti dai Corsi di studio.
Si prevede il coinvolgimento di alcuni corsi di laurea maggiormente impegnati su processi
innovativi con i quali, in base alle esigenze in essi presenti, avviare attività di sperimentazione per
migliorare e innovare l’offerta didattica, le strategie di insegnamento e apprendimento, l’uso delle
tecnologie, l’attivazione di processi di valutazione.
Destinatari
Destinatari della seconda annualità saranno i docenti neoassunti dell’Ateneo (segnalati dall’Ufficio
Concorsi e carriere dell’Università); la partecipazione alle attività di formazione sarà comunque
aperta a docenti anche di più lunga esperienza che si dimostrino interessati. Troveranno
coinvolgimento nella formazione dei neoassunti anche docenti di comprovata esperienza che
avranno compiti di accompagnamento e di supporto all’azione professionale svolta sul campo dai
formandi.
Risultati attesi
1. Realizzazione di un percorso formativo specifico per i neoassunti (ricercatori ma anche
professori associati), caratterizzato da momenti di formazione d’aula (seminari, focus group,
presentazioni di buone pratiche, lavori di gruppo, esperienze di microteaching...). Con
riferimento anche al punto successivo, si punta allo sviluppo di competenze a livello
metodologico, didattico, progettuale, comunicativo-relazionale, organizzativo, riflessivo e
valutativo di ordine trasversale e disciplinare da impiegare nei contesti reali della
professione (UR1, UR2).
2. Progettazione e implementazione con docenti neoassunti di interventi formativi on line e
blended, ad alto contenuto multimediale e dinamiche in rete, per l'apprendimento
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individuale e collaborativo secondo approcci costruttivisti e l’uso di sistemi interattivi 2.0 di
ultima generazione, puntando all’efficacia dell’insegnamento e alla personalizzazione
dell’apprendimento. Messa a punto di nuove funzionalità nella piattaforma Moodle/Uniweb,
attraverso un rapporto proficuo con il Cmela, fornendo assistenza tecnologica e
professionale per integrare le tecnologie nell’insegnamento in presenza e nel contempo
favorire lo strutturarsi on line di una vera e propria comunità di pratiche di docenti (UR2).
Promozione dell’uso di strategie di allineamento fra processi formativi e competenze attese
tramite la declinazione, nei corsi di studio dei neoassunti, dei risultati di apprendimento
attesi al termine del curricolo, espressi tramite i descrittori di Dublino, e della
corrispondenza con gli insegnamenti. Ciò nell’ottica della valorizzazione della formazione
di competenze trasversali e disciplinari e della corrispondenza fra esiti in uscita e richieste
del mondo del lavoro. (UR1, UR3).
Costruzione di uno strumento di riflessione e di studio della pratica professionale e autosomministrazione da parte del docente per l’analisi delle metodologie didattiche d’aula,
degli strumenti didattici, della qualità dei supporti per l’insegnamento (slide, lucidi, ecc.),
della percezione delle proprie abilità comunicative e relazionali, del materiale bibliografico
assegnato per lo studio individuale, delle caratteristiche della prova finale (UR3).
In un’ottica di funzionamento organizzativo della didattica, si svilupperà una formazione dei
neoassunti sugli aspetti gestionali, considerando le logiche di sistema, in vista anche della
sperimentazione per il miglioramento dell’organizzazione degli insegnamenti e dei corsi di
studio secondo un approccio maggiormente integrato tra le varie competenze (UR4).
Elaborazione e avvio di un percorso orientato alla preparazione di Learning Teaching
Designers (LTD) per interventi di consulenza, accompagnamento e mediazione didattica
(tutoring, mentoring, coaching) da realizzare verso i neoassunti (UR1).
Elaborazione e pubblicazione con la Padova University Press di un Handbook che affronti i
temi fondamentali della didattica a livello progettuale, metodologico, gestionale e
valutativo, dall’organizzazione di tradizionali ambienti d’aula a criteri e modalità di
intervento laboratoriale anche in riferimento a percorsi di e-learning. Si tratta di fornire, alla
docenza dell’ateneo e soprattutto ai neoassunti, uno strumento agevole di consultazione e
orientamento per sostenere un’azione di insegnamento efficace (UR1).
Valutazione della formazione realizzata, con l’utilizzo di strumenti per far emergere
rappresentazioni e al gradimento dei soggetti coinvolti circa gli aspetti di criticità e di
positività dell’impianto formativo, dei processi e degli esiti conseguiti (UR 3).
A conclusione delle l’elaborazione di un report sulle azioni e sugli esiti conseguiti dal Gruppo di
Ricerca permetterà di rendere esplicito il percorso progettuale realizzato e di sottoporlo alla
valutazione da parte del Comitato dei Saggi.
L’attività complessiva svolta nel biennio sarà diffusa attraverso una pubblicazione conclusiva che
permetterà il confronto con la comunità scientifica di riferimento. L’organizzazione di un convegno
internazionale finale sarà l’occasione per sviluppare un dibattito aperto sulla formazione del docente
universitario e in particolare sui modelli formativi sperimentati dal progetto, oltre che sugli esiti
conseguiti.
4. Monitoraggio e valutazione
Le attività di progetto verranno costantemente monitorate e valutate attraverso strumenti di
rilevazione dell’efficacia e dell’efficienza di processo, prodotto e impatto. In tale direzione saranno
elaborati dispositivi in grado di far emergere le dimensioni quantitative (attraverso questionari e
interviste strutturate, osservazioni sul campo) e qualitative (con studi di caso, focus group, interviste
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aperte e semistrutturate) secondo un approccio mix methods di uso integrato degli strumenti. I
fenomeni saranno vagliati in fase iniziale, in itinere e finale, ciò permetterà di operare sia in
previsione di eventuali rivisitazioni/rimodulazioni/miglioramenti durante l'iter operativo, sia con
l’obiettivo di una valutazione effettiva degli esiti conseguiti al termine dei percorsi realizzati. Il
modello valutativo procederà verso la messa in campo di azioni valutative e autovalutative da parte
di tutto il Gruppo di Ricerca, per questa ragione saranno organizzati incontri periodici fra le Unità,
al fine di garantire un processo articolato e al tempo stesso ben integrato. L’intero percorso
valutativo sarà coordinato dal Responsabile Scientifico che opererà in stretta sinergia con i
Responsabili di Unità per garantire un raccordo costante e di sistema.
Annualmente il Gruppo di Ricerca metterà a disposizione un report di progetto (due intermedi e uno
finale) su cui sviluppare il confronto con il Comitato dei Saggi e rendere pubblici gli esiti
gradualmente conseguiti.
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