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G It Diabetol Metab 2008;28:55-64 Lavoro originale L’R+-acido lipoico accelera la guarigione delle ulcere diabetiche sottoposte a terapia iperbarica: modulazione dei fattori coinvolti nell’angiogenesi e nel rimodellamento tessutale RIASSUNTO 1 2 3 R. Alleva , M. Tomasetti , D. Sartini , M. Emanuelli3, F. Di Donato4, B. Borghi1, E. Nasole4 1 Dipartimento di Anestesia, IRCCS Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna; 2Dipartimento di Patologia Molecolare e Terapie Innovative, Università Politecnica delle Marche, Ancona; 3Istituto di Biochimica e Biotecnologie, Università Politecnica delle Marche, Ancona; 4Centro di Medicina Iperbarica, Bologna Corrispondenza: dott.ssa Renata Alleva, Dipartimento di Anestesia, IRCCS Istituti Ortopedici Rizzoli, via GC Pupilli 1, 40136 Bologna e-mail: [email protected] G It Diabetol Metab 2008:28:55-64 Pervenuto in Redazione il 17-10-2007 Accettato per la pubblicazione il 04-03-2008 Parole chiave: R+-acido lipoico, matrice extracellulare, angiogenesi, ossigeno iperbarico, ulcere diabetiche Key words: R+-lipoic acid, extracellular matrix, angiogenesis, hyperbaric oxygen, diabetic wounds L’ulcera diabetica cronica è caratterizzata da una persistente infiammazione che determina un’alta concentrazione di proteasi. Le proteasi degradano diversi fattori di crescita e proteine della matrice extracellulare che sono essenziali per il normale processo di guarigione. La terapia iperbarica rappresenta tutt’oggi un approccio terapeutico alternativo. In questo studio, è stato valutato l’effetto dell’R+-acido lipoico in pazienti affetti da ulcere diabetiche croniche sottoposti a terapia iperbarica. Mediante tecnica ELISA, è stata valutata la concentrazione tessutale e plasmatica dei fattori coinvolti nell’angiogenesi e nel rimodellamento della matrice extracellulare. Pazienti sottoposti a terapia iperbarica sono stati inclusi in due gruppi, gruppo R+acido lipoico e gruppo placebo. La concentrazione proteica è stata valutata in biopsie effettuate alla prima sessione di trattamento iperbarico (T0), alla quinta sessione (T1) e dopo 10 giorni di trattamento iperbarico (T2). La supplementazione con R+acido lipoico in combinazione con il trattamento iperbarico inibisce lo stato infiammatorio cronico modificando i livelli proteasi/antiproteasi nel microambiente della ferita. La diminuzione dei livelli di metalloproteasi-9 (MMP9) e l’aumento della concentrazione della metalloproteasi-2 (MMP2) e del fattore di crescita piastrinico (PDGF-BB) contribuiscono ad accelerare il processo di riparazione e guarigione della ferita. Dall’analisi clinica si evidenzia che la somministrazione di R+-acido lipoico determina una significativa riduzione della ferita rispetto al solo trattamento iperbarico (rispettivamente, 40,8 ± 37,2% vs 5,7 ± 43,3%, p = 0,02 osservato dopo 42 giorni di trattamento). In conclusione, l’acido R+-lipoico contribuisce alla distruzione del “loop autocrino positivo” che mantiene lo stato cronico della ferita, determinando la progressione del processo di guarigione. 56 R. Alleva et al. SUMMARY R+-lipoic acid accelerates healing process of diabetic ulcers treated with hyperbaric oxygen therapy: modulation of factors involved in the angiogenesis and tissue remodeling Chronic diabetic ulcer is characterised by a persistent inflammation followed by a high proteases concentration. Proteases lead to the degradation of growth factors and proteins of extracellular matrix which are important in the normal healing process. Up to date, the hyperbaric oxygen (HBO) therapy represents an alternative therapeutic approach. In this study, has been evaluated the effect of R+-lipoic acid in patients affected by chronic diabetic ulcers underwent to HBO therapy. By ELISA technique, the tissue and plasmatic concentration of factors involved in the angiogenesis and extracellular matrix remodelling have been evaluated. Patients underwent HBO therapy were included in two groups, the R+-lipoic acid group and the placebo group. Protein expression profiles for extracellular matrix and angiogenesis mediators were evaluated in biopsies and plasma samples collected at the first HBO session (T0 ), at the 5th HBO session (T1 ) and after 10 days of HBO treatment (T2 ). R+-LA supplementation in combination with HBO therapy inhibits the chronic inflammatory state, changing the protease/anti-protease levels within the wound microenvironment. Decrease in the metalloproteinase-9 (MMP9) expression and the increase of metalloproteinase-2 (MMP2) together with increased levels of the piastrinic growth factor (PDGF-BB), significantly contribute to acceleration of the dermal wound repair process. Clinical analysis of the wounds show that R+lipoic acid supplementation significantly reduce the wound area respect to the HBO treatment only (40.8 ± 37.2% vs 5.7 ± 43.3%, p = 0.02, respectively at day 42 of the treatment). In conclusion, R+-lipoic acid contributes to the disruption of the “positive autocrine feedback loops” that maintain the chronic wound state promoting the progression of the healing process. Introduzione Le ulcere del piede diabetico rappresentano un importante problema poiché sono associate a una significativa morbosità e mortalità1-5, pertanto, il trattamento e la cura di tali ulcere rappresentano a tutt’oggi un importante problema clinico6. Le interazioni molecolari coinvolte nella mal cicatrizza- Ulcera del piede diabetico • Eventi traumatici ripetuti • Detriti/frammenti cellulari • Tossine batteriche Trattamento OTI • Aumento della risposta infiammatoria • Invasione dei macrofagi e neutrofili Attivazione dei macrofagi attraverso citochine e fattori di crescita R+-ACIDO LIPOICO Cellule infiammatorie e fibroblasti Serina-proteasi MMPs TIMPs Degradazione della matrice, dei fattori di crescita e dei loro recettori FERITA CRONICA Figura 1 Modello molecolare della fisiopatologia dell’ulcera cronica. Nelle ferite croniche insorte in seguito a danni ricorrenti o cronici (i.e. ischemia intermittente), una volta stabilite, si genera un circolo positivo e autocrino che mantiene lo stato cronico della ferita, prevenendo la progressione del processo di guarigione. Il trattamento OTI contribuisce a inibire l’infezione batterica stimolando la rigenerazione tessutale. L’R+-acido lipoico inibisce lo stato infiammatorio cronico, modificando il rapporto proteasi/antiproteasi a livello di microambiente della ferita. L’interruzione del circolo positivo e autocrino accelera il processo di cicatrizzazione. 57 L’R+-acido lipoico accelera la guarigione delle ulcere diabetiche sottoposte a terapia iperbarica Tabella 1 Caratteristiche cliniche dei soggetti. Soggetti Sesso Età Trattamento Area ulcera (n) (M/F) (anni) (lipoico/placebo) (cm2) HbA1c (%) Patologia Sede Terapia 1 F 86 Lipoico 47,9 11,6 Venosa Gamba Insulina 2 F 82 Placebo 40,3 8,2 Arteriosa Gamba Ipoglic. orale 3 M 80 Placebo 9,0 7,9 Arteriosa Piede Insulina 4 F 64 Lipoico 2,3 9,1 Arteriosa Piede Insulina 5 F 89 Lipoico 0,09 8,3 Arteriosa Piede Insulina 6 F 87 Placebo 2,7 8,6 Arteriosa Gamba Ipoglic. orale 7 F 81 Lipoico 2,7 9,3 Arteriosa Gamba Ipoglic. orale 8 F 63 Placebo 4,9 8,9 Venosa Malleolo Ipoglic. orale 9 M 66 Lipoico 33,9 8,7 Arteriosa Piede Insulina 10 F 70 Placebo 7,5 8,4 Arteriosa Piede Ipoglic. orale 11 M 71 Placebo 22,9 8,4 Arteriosa Malleolo Ipoglic. orale 12 F 79 Placebo 0,06 7,9 Venosa Piede Insulina 13 M 74 Lipoico 6,4 8,2 Arteriosa Piede Insulina 14 M 77 Lipoico 21,1 11,1 Arteriosa Piede Insulina 15 M 71 Lipoico 18,0 9,2 Arteriosa Piede Insulina 16 F 70 Placebo 40,9 8,4 Venosa Gamba Ipoglic. orale 17 M 69 Placebo 3,2 8,9 Arteriosa Gamba Ipoglic. orale 18 F 87 Placebo 8,2 9,1 Venosa Gamba Insulina 19 M 68 Lipoico 25,4 8,7 Arteriosa Gamba Ipoglic. orale 20 M 72 Lipoico 11,7 7,8 Arteriosa Piede Insulina zione e il passaggio dello stato acuto a quello di ferita cronica hanno maggiormente interessato la ricerca scientifica7-9. Le ulcere del piede diabetico spesso non cicatrizzano a causa di persistenti e alti livelli di citochine proinfiammatorie in sede della ferita, i quali inducono alti livelli di metalloproteinasi (matrix metalloproteinases, MMPs) della matrice extracellulare (extra cellular matrix, ECM). Queste endopeptidasi zinco-dipendenti10 a loro volta distruggono i fattori di crescita, recettori e proteine della matrice che sono essenziali per la cicatrizzazione dell’ulcera9-12 (Fig. 1). Le MMPs sono anche responsabili della frammentazione controllata della membrana basale, dell’angiogenesi e della epitelizzazione. Il circolo autocrino positivo feedback loop mantiene lo stato cronico delle ferite, che insorgono in seguito a danni ricorrenti o cronici (i.e. ischemia intermittente), impedendone la guarigione. Pertanto, per promuovere il processo di guarigione è fondamentale l’interruzione di questo circolo. Recentemente, è stata rivolta una grande attenzione alla scoperta di nuove molecole o trattamenti in grado di stimolare il processo di cicatrizzazione. In uno studio svolto precedentemente13, è stato osservato che l’acido α-lipoico (AL) in associazione all’ossigeno terapia iperbarica (OTI) contribuiva efficientemente ad accelerare la regressione delle ulcere croniche, agendo sia da antiossidante sia da modulatore dell’infiammazione. L’acido α-lipoico viene usato nel trattamento di varie patologie associate a polineuropatia, tra le quali il diabete mellito14. Diversi studi hanno dimostrato che l’enantiomero dell’acido α-lipoico, R+-acido lipoico (R+-AL), preferenzialmente viene accettato dal complesso della piruvato deidrogenasi rappresentando quindi la forma attiva e fisiologica dell’acido α-lipoico15,16. In questo studio, abbiamo studiato l’effetto dell’R+-AL nella modulazione di fattori coinvolti nel rimodellamento della ECM e nell’angiogenesi in pazienti affetti da ulcere diabetiche croniche trattate con OTI. È stato osservato che la supplementazione con R+-AL in combinazione con OTI inibisce efficacemente l’espressione delle citochine proinfiammatorie e dei fattori di crescita che, di conseguenza, regolano l’espressione e l’attività delle MMPs, promuovendo il processo di cicatrizzazione. Materiale e metodi Reclutamento dei pazienti e supplementazione con R+-acido lipoico Previo consenso informato, 20 pazienti (9 maschi e 11 femmine, età media 77 ± 9 anni) sono stati arruolati al Centro di Medicina Iperbarica di Bologna. Le patologie prese in esame 58 R. Alleva et al. A Gruppo R+-AL 250 Non-attiva Attiva 200 150 100 * * T1 T2 50 0 T0 MMP2 biopsia (ng/mgP) MMP2 biopsia (ng/mgP) Gruppo PL 300 * * T1 T2 200 100 0 T0 2000 1500 1000 * 500 0 T0 T1 T2 MMP2 plasma (ng/ml) MMP2 plasma (ng/ml) B 2500 2000 * * 1500 1000 500 0 T0 *T1 e T2 vs T0, p < 0,05 e trattate con OTI erano ulcere ischemiche del piede diabetico, area dell’ulcera 15 ± 15 cm2. I soggetti presentavano valori di emoglobina glicata (HbA1c) di 8,25 ± 0,04% ed erano sottoposti a terapia insulinica (0,5 U/kg) o a terapia ipoglicemizzante orale (glibenclamide, 15 mg/die, Tab. 1). I fattori di inclusione erano: non fumatori con ulcere di almeno 30 giorni, piede diabetico < stadio Wagner 4, pressione arteriosa alla caviglia ≥ 50 mmHg, ossimetria transcutanea basale (pTcO2) ≥ 20 mmHg. Pazienti con altre malattie (infiammazioni, malattie reumatiche ed endocrine) e soggetti sottoposti a trattamenti farmacologici o a supplementazione antiossidante sono stati esclusi dallo studio. I pazienti sono stati randomizzati e divisi in due gruppi, gruppo R+-acido lipoico (gruppo R+-AL) e gruppo placebo (gruppo PL) e lo studio condotto in doppio cieco. Alla prima sessione OTI, i soggetti ricevevano 300 mg di R+-acido lipoico (1 capsula) o placebo (1 capsula) un’ora prima dell’esposizione all’ossigeno e una capsula immediatamente dopo la terapia. Successivamente, i pazienti hanno continuato ad assumere l’antiossidante o il placebo (2 capsule al giorno) per 6 settimane (tempo medio di durata di un ciclo OTI). T1 T2 Figura 2 Concentrazione tessutale e plasmatica della MMP2 totale e attiva in pazienti supplementati e non supplementati con R+-acido lipoico sottoposti a OTI. I livelli di MMP2 sono stati determinati nel tessuto bioptico (A) e nel plasma (B) di soggetti supplementati (gruppo R+-AL) e non supplementati (gruppo PL) al primo trattamento OTI (T0 ), alla quinta sessione di trattamento iperbarico (T1 ) e dopo 10 giorni di terapia OTI (T2 ). °T1 e T2 vs T0 ; *gruppo R+-AL vs gruppo PL, p < 0,05. sa e i pazienti respiravano ossigeno al 100% alla pressione di 2,5 atmosfere attraverso una maschera oro-nasale. Il trattamento consisteva nella respirazione di ossigeno per tre periodi successivi di 25 minuti intervallato da 3 minuti di respirazione di aria dall’ambiente, per una durata totale della terapia di 90 minuti. Analisi clinica delle ulcere La valutazione clinica delle ferite è stata eseguita mediante software mouse-eye (RG Taylor, USA, 2001, disponibile su: www.hop.man.ac.uk/staff/rtaylor); l’ossimetria transcutanea è stata attuata con un ossimetro Kontron Instrument a 2 canali. L’area della ferita è stata valutata in pazienti supplementati e non supplementati con l’enantiomero R+acido lipoico, prima (T0) e dopo 14 (T14) e 42 (T42) giorni dall’inizio del trattamento OTI. I risultati sono stati espressi come variazione in percentuale dell’area a T14 e T42 rispetto al valore basale (T0). Protocollo iperbarico Raccolta e processamento del plasma e delle biopsie tessutali I pazienti sono stati sottoposti a 30 trattamenti OTI consecutivi (1 sessione al giorno, 5 giorni/settimana) come da protocollo adottato per le ulcere cutanee croniche. La camera iperbarica (Galeazzi, La Spezia, Italia) era pressurizzata con aria compres- Il sangue e il tessuto bioptico sono stati prelevati alla prima sessione OTI (prima del trattamento, T0), alla quinta sessione (dopo 1 settimana di supplementazione, T1) e alla decima sessione (dopo 14 giorni di supplemetazione (T2). Il 59 L’R+-acido lipoico accelera la guarigione delle ulcere diabetiche sottoposte a terapia iperbarica Tabella 2 MMPs attiva/totale e complesso MMPs/TIMPs in soggetti supplementati e non supplementati con R+-acido lipoico sottoposti a OTI. A Gruppo PL Gruppo R+-AL Biopsia T0 T1 T2 T0 T1 T2 MMP2att/MMP2tot 0,69 ± 0,27 0,60 ± 0,56 0,46 ± 0,66 0,47 ± 0,55 0,92 ± 0,87* 0,74 ± 0,22* MMP9att/MMP9tot 0,22 ± 0,03 0,16 ± 0,03 0,21 ± 0,04 0,27 ± 0,28 0,34 ± 0,25 0,13 ± 0,14* MMP2/TIMP1 1,00 ± 0,84 0,89 ± 0,50 0,53 ± 0,08* 1,74 ± 0,45 3,96 ± 3,71* 4,79 ± 2,95* MMP2/TIMP2 2,26 ± 2,24 6,43 ± 6,44 2,02 ± 1,61 2,20 ± 2,53 2,01 ± 2,53 6,06 ± 1,90* MMP9/TIMP1 1,60 ± 0,03 2,32 ± 1,25 1,70 ± 0,57 2,46 ± 0,56 2,35 ± 1,46 1,36 ± 0,79* MMP9/TIMP2 3,38 ± 3,06 17,11 ± 7,33* 5,86 ± 3,81* 3,19 ± 3,61 3,44 ± 3,80 2,10 ± 3,84* T0 Gruppo PL T1 T2 T0 Gruppo R+-AL T1 T2 MMP2att/MMP2tot 1,12 ± 1,40 0,84 ± 0,91 0,70 ± 1,07* 1,18 ± 0,83 1,94 ± 1,35* 1,50 ± 1,02* MMP9att/MMP9tot 1,26 ± 1,56 1,57 ± 0,49 0,82 ± 0,70* 1,02 ± 0,80 0,73 ± 1,00 0,57 ± 0,49* MMP2/TIMP1 3,07 ± 2,17 1,57 ± 0,55* 1,24 ± 2,02* 2,53 ± 0,29 1,94 ± 0,67 15,90 ± 12,46* MMP2/TIMP2 3,80 ± 0,94 3,15 ± 0,92 2,26 ± 1,88* 4,36 ± 1,50 3,79 ± 1,17 29,55 ± 18,81* MMP9/TIMP1 0,91 ± 0,69 0,75 ± 1,00 0,67 ± 0,76* 0,87 ± 0,36 0,80 ± 0,92 0,30 ± 0,68* MMP9/TIMP2 2,32 ± 1,39 2,37 ± 0,92 2,34 ± 1,47 2,83 ± 3,04 2,30 ± 2,44 3,17 ± 2,85 B Plasma *p < 0,05, T1 e T2 vs T0. sangue periferico (10 ml) raccolto in provette con eparina, è stato immediatamente centrifugato a 1000× g per 15 minuti e il plasma ottenuto è stato conservato a –80 °C fino all’analisi in ELISA. Campioni di 5 mm di tessuto bioptico sono stati presi al centro della ferita. Il prelievo bioptico è stato immediatamente congelato a –20 °C per l’analisi in ELISA. Questi ultimi sono stati omogeneizzati in un tampone di lisi (50 mM Tris-HCl, 1% Triton X-100, pH 7,4) e successivamente centrifugati a 12.000× g per 5 minuti per rimuovere il particolato. Il sovranatante è stato analizzato per il contenuto proteico (Bradford, Sigma, St Louis CA), e conservato a –80 °C. Determinazione dell’attività enzimatica delle MMP2 e MMP9 L’attività enzimatica delle MMP2 e MMP9 è stata analizzata nelle biopsie e nel plasma mediante kit ELISA (Amersham Biosciences, NJ). Anticorpi specifici per le MMP2 e MMP9 sono attaccati sul fondo di una piastra a 96 pozzetti. La forma attiva delle MMPs presenti nel tessuto bioptico e nel plasma viene catturata dagli anticorpi specifici dopo incubazione per l’intera notte. Dopo quattro lavaggi, vengono aggiunti 50 µl di reagente di rivelazione. Dopo incubazione a 37 °C per 3-4 ore, l’assorbanza dei campioni viene letta alla lunghezza d’onda di 405 nm in un lettore ELISA (Sunrise, Tecan, Milano, Italia). La concentrazione delle forma attiva delle MMPs è stata estrapolata da una retta standard e l’attività calcolata come cambi di assorbanza a 405 nm per ora, moltiplicata per un fattore 1000 ed espressa come unità per ml (U/ml). Determinazione della concentrazione dei fattori angiogenetici e delle metalloproteinasi La concentrazione dei fattori implicati nell’angiogenesi (vascular endothelial growth factor, VEGFβ, fibroblastic growth factor, bFGF, platelet derived growth factor, PDGF-BB, interleuchine IL-1β e IL-6, tumor necrosis factor, TNFα) e delle metalloproteinasi della matrice (MMP2, MMP9) e dei loro inibitori (tissue inhibitor metalloproteinase, TIMP1, TIMP2) è stata determinata nei lisati bioptici e nel plasma mediante metodica multiplex sandwich ELISA (SearchLight, Pierce Biothecnology, Rockford, IL). Ogni pozzetto della micropiastra è stato ricoperto con anticorpi specifici ai quali si legano le proteine corrispondenti presenti nel campione. Dopo opportuni lavaggi, la rivelazione è stata eseguita mediante reazione biotina-streptoavidina e il segnale chemiluminescente rilevato con SearchLight CCD Imaging System. Ogni campione è stato determinato in duplicato e la concentrazione espressa in ng/mg proteina per le biopsie e in ng/ml per il plasma. 60 R. Alleva et al. A 250 200 150 100 50 0 T0 T1 T2 MMP9 biopsia (ng/mgP) Gruppo R+-AL 400 MMP9 plasma (ng/ml) MMP9 biopsia (ng/mgP) Gruppo PL 600 300 200 * 100 0 T0 T1 T2 MMP9 plasma (ng/ml) B 600 400 200 0 T0 T1 T2 400 200 * 0 T0 *T1 e T2 vs T0, p < 0,05 Analisi statistica I test non parametrici di Kruskal-Wallis e Mann-Whitney sono stati usati per determinare le differenze significative della concentrazione e dell’attività delle MMPs e i livelli dei fattori di crescita tra i tre punti di prelievo (T0, T1, T2) e tra i gruppi. I valori di p < 0,05 sono stati considerati statisticamente significativi. L’analisi statistica è stata condotta mediante l’uso del programma statistico SPSS versione 11.0 (SPSS, Chicago, IL). Risultati Concentrazione tessutale e plasmatica delle MMP2, MMP9 e dei loro inibitori TIMP1, TIMP2 Il livello proteico di MMP2 e MMP9 sia nel tessuto bioptico sia nel plasma è stato valutato sia come proteina totale sia come attività proteica. Come mostrato in figura 2, la MMP2 non attiva e la sua forma attiva diminuivano leggermente in seguito al trattamento OTI (gruppo PL). Nel gruppo R+-AL, la MMP2 totale e la sua attività aumentavano significativamente al tempo T2, come osservato sia nella biopsia sia nel plasma. Il rapporto MMP2 attiva/MMP2 totale era significativamente ridotto a T2 nel gruppo PL, contrariamente a quanto osservato nel gruppo R+-AL nel quale tale rapporto T1 T2 Figura 3 Concentrazione tessutale e plasmatica della MMP9 totale e attiva in pazienti supplementati e non supplementati con R+-acido lipoico sottoposti a OTI. I livelli di MMP9 sono stati determinati nel tessuto bioptico (A) e nel plasma (B) di soggetti supplementati (gruppo R+-AL) e non supplementati (gruppo PL) al primo trattamento OTI (T0 ), alla quinta sessione di trattamento iperbarico (T1 ) e dopo 10 giorni di terapia OTI (T2 ). °T1 e T2 vs T0 ; *gruppo R+AL vs gruppo PL, p < 0,05. aumentava a livello sia tessutale sia plasmatico (Tab. 2 A, B). Un andamento opposto è stato osservato per la MMP9 la cui espressione e attività erano indotte dal trattamento OTI. La supplementazione con R+-acido lipoico riduceva le concentrazioni della MMP9 sia a livello dell’ulcera sia a livello plasmatico (Fig. 3), mostrando di conseguenza un ridotto rapporto MMP9 attiva/MMP9 totale (Tab. 2 A, B). I livelli di TIMP1 e TIMP2 non subivano cambiamenti durante la terapia OTI e non erano significativamente diversi tra i gruppi (dati non mostrati). I TIMPs rivestono un ruolo chiave nella regolazione dell’attività enzimatica delle MMPs; l’attività delle MMPs è inibita dal legame dei TIMPs in un rapporto molare di 1:1. Di conseguenza un controllo bilanciato dei complessi MMPs/TIMPs è necessario per un regolare processo di riparazione. Comunque, iI complesso MMP2/TIMP1 e MMP2/TIMP2 era significativamente aumentato al tempo T2 nel gruppo R+-AL (Tab. 2 A, B). L’acido R+-lipoico determinava anche una riduzione del complesso MMP9/TIMP1 e MMP9/TIMP2 osservato al punto T2 (Tab. 2 A, B). Concentrazione plasmatica delle citochine IL-1β, IL-6, TNFα L’incremento dei livelli delle proteasi, includendo le MMPs, è stato associato alla presenza, a livello dell’ulcera, di cellule infiammatorie (leucociti e monociti) e alla presenza di elevate L’R+-acido lipoico accelera la guarigione delle ulcere diabetiche sottoposte a terapia iperbarica 14 12 IL-1β (ng-ml) citochine proinfiammatorie7,13. Quindi, le citochine IL-1β, IL-6 e TNFα sono state valutate nel plasma di pazienti supplementati e non supplementati con R+-acido lipoico che erano sottoposti a terapia OTI. Come mostrato in figura 4, non sono stati osservati cambiamenti significativi nei due gruppi (gruppo PL e gruppo R+-AL) per quanto riguarda TNFα. Contrariamente, i livelli plasmatici di IL-1β e IL-6 aumentavano in seguito a trattamento OTI nei pazienti che ricevevano placebo, probabilmente per i processi infiammatori, mentre l’R+-acido lipoico inibiva marcatamente l’espressione di tali citochine. 10 Gruppo PL Gruppo R+-AL 8 6 4 * 2 0 T0 Livelli tessutali e plasmatici dei fattori di crescita PDGF-BB, bFGF, VEGFβ L’R+-acido lipoico accelera il processo di guarigione delle ulcere croniche trattate con OTI Dall’analisi clinica si è evidenziato che il solo trattamento iperbarico determinava una leggera riduzione dell’area della ferita del 2,1 ± 6,2% e del 5,7 ± 43,3% rispettivamente dopo 14 e 42 giorni di trattamento iperbarico. La somministrazione giornaliera di R+-acido lipoico accelerava efficacemente il processo di guarigione determinando una significativa riduzione della ferita, osservata dopo 42 giorni di trattamento, del 40,8 ± 37,2%, p = 0,02 (Fig. 6). T1 T2 20 IL-6 (ng-ml) 16 12 8 * 4 0 T0 T1 T2 T0 T1 T2 60 TNFα/ng/ml) È noto che l’infiammazione a livello dell’ulcera determina distruzione tessutale, coinvolgendo la degradazione del proteoglicano e del collagene, dei fattori di crescita, della fibronectina e dei fattori che inibiscono le proteasi. Sono stati, quindi, esaminati in entrambi i gruppi i livelli tessutali e plasmatici dei fattori di crescita quali VEGFβ, bFGF e PDGF-BB. Un significativo incremento della concentrazione del VEGFβ e del bFGF è stato osservato nel gruppo placebo in seguito al trattamento con ossigeno. La supplementazione con l’antiossidante inibiva l’espressione del VEGFβ e del bFGF, ma induceva, rispetto al gruppo PL, un significativo aumento della concentrazione tessutale e plasmatica del PDGF-BB (Fig. 5). 61 40 20 0 °T1 e T2 vs T0, *gruppo AL vs gruppo PL, p < 0,05 Discussione Figura 4 Concentrazione plasmatica delle citochine IL-1β, IL6, e TNFα in pazienti supplementati e non supplementati con acido R-lipoico sottoposti a OTI. I livelli di citochine IL-1β, IL-6, e TNFα sono stati determinati nel plasma di soggetti supplementati (gruppo R+-AL) e non supplementati (gruppo PL) al primo trattamento OTI (T0 ), alla quinta sessione di trattamento iperbarico (T1 ) e dopo 10 giorni di terapia OTI (T2 ). °T1 e T2 vs T0 ; *gruppo R+-AL vs gruppo PL, p < 0,05. L’ulcera cronica è una seria complicazione del diabete mellito. La ferita spesso non cicatrizza a causa di una persistente e alta concentrazione di citochine proinfiammatorie presenti nel sito dell’ulcera, portando a sua volta a un aumento della concentrazione delle proteasi. Queste ultime di conseguenza provvedono a degradare diversi fattori di crescita e proteine della matrice, fattori essenziali per il normale processo di cicatrizzazione7,8,17. Una riduzione dell’attività delle MMPs nell’essudato raccolto dalle ferite croniche è stato descritto da altri autori. Tale riduzione veniva associata all’inizio di guarigione dell’ulcera18. Una significativa riduzione della MMP9 e del complesso MMP9/TIMP1, associata a un aumento dell’attività della MMP2 e dei livelli del complesso MMP2/TIMP1 e MMP2/TIMP2 è stata osservata sia nelle biopsie sia nel plasma del gruppo R+-AL. Le MMP2 e MMP9 sono fortemente implicate nel processo di cicatrizzazione, in quanto degradano il collagene tipo IV e V della membrana basale e il collagene tipo I nell’interstizio18 permettendo la 62 R. Alleva et al. Plasma 0,4 Gruppo PL * Gruppo R+-AL 0,3 0,2 0,1 0 T0 T1 PDGF-BB /ng/mgP) PDGF-BB /ng/mgP) Biopsia 0,5 * 20 10 T0 T1 T2 3 * 40 30 20 * 10 bFGF (ng/ml) bFGF (ng/mgP) * 30 0 T2 50 0 2 1 * 0 T0 T1 T2 T0 12 T1 T2 2,5 10 * 8 6 4 2 * * T1 T2 0 VEGFβ (ng/ml) VEGFβ (ng/mgP) 40 2,0 1,5 * 1,0 0,5 0 T0 T0 °T1 e T2 vs T0, *gruppo AL vs gruppo PL, p < 0,05 migrazione cellulare19,20. L’incremento dell’attività della MMP2 indotta dall’R+-acido lipoico è un evento positivo per la cicatrizzazione. Infatti la MMP2 non solo regola il rimodellamento della matrice extracellulare, ma svolge anche un effetto antinfiammatorio, modulando la proteina-3 chemiotattica dei monociti (monocyte chemotactic protein-3, MCP-3), una chemochina che promuove la chemiotassi leucocitaria21. La MMP2 è una delle metalloproteinasi più efficienti nel tagliare e inattivare la MCP-3, determinando non solo il blocco dell’inizio di una risposta infiammatoria, ma inibendo un’infiammazione preesistente21. Al contrario, la MMP9 non disattiva la MCP-3, ma taglia e attiva le citochine proinfiammatorie IL1β e IL8, potenziando la loro attività22, inducendo un innalzamento del flusso leucocitario e di conseguenza un aumento del processo infiammatorio. È ben noto che la MMP9 preferenzialmente degrada la matrice extracellulare nelle prime fasi del processo di cicatrizzazione. I livelli di MMP9 si innalzano nelle due prime settimane dal danno, decrescendo poi ai valori basali tra le due e le quattro settimane. Questo coincide con il tempo al quale inizia il processo angiogenico in cui viene formato nuovo tessuto23,24. La T1 T2 Figura 5 Concentrazione tessutale e plasmatica dei fattori di crescita PDGF-BB, bFGF, e VEGFβ in pazienti supplementati e non supplementati con acido α-lipoico sottoposti a OTI. I livelli dei fattori di crescita PDGF-BB, bFGF, e VEGFβ sono stati determinati nel tessuto bioptico e nel plasma di soggetti supplementati (gruppo R+-AL) e non supplementati (gruppo PL) al primo trattamento OTI (T0 ), alla quinta sessione di trattamento iperbarico (T1 ) e dopo 10 giorni di terapia OTI (T2 ). °T1 e T2 vs T0 ; *gruppo R+-AL vs gruppo PL, p < 0,05. MMP2 interviene nel processo di guarigione più tardivamente, ed è coinvolta nei cambiamenti strutturali del tessuto24. L’induzione selettiva della MMP2 e l’inibizione della MMP9 indotta dall’R+-acido lipoico può promuovere la cicatrizzazione della ferita non solo stimolando la migrazione cellulare, ma anche prevenendo l’infiammazione. La transiente comparsa delle MMPs a livello della membrana basale dell’epitelio in proliferazione implica che l’espressione delle MMPs, durante la riparazione della ferita, è regolato efficientemente dal punto di vista sia spaziale sia temporale. Questo efficiente sistema di controllo viene mediato dall’azione dei fattori di crescita e delle citochine che sono transitoriamente presenti nella fase infiammatoria25,26. I cheratinociti e le cellule endoteliali sono sorgenti di MCP-1 e IL-8; tali citochine sono over-regolate durante il normale processo di riparazione dell’ulcera26 e sono responsabili dell’innesco dell’infiammazione. Un’infiammazione autoregolata è un normale e necessario prerequisito per l’attivazione dei fibroblasti e per la sintesi di nuova matrice. Diversamente, un’infiammazione sostenuta e con una prolungata persistenza di neutrofili e monociti nella sede della ferita inibisce la normale cicatrizzazione27. 63 L’R+-acido lipoico accelera la guarigione delle ulcere diabetiche sottoposte a terapia iperbarica 100 1 * * 0 5 * -100 Figura 6 Valutazione clinica delle ferite in soggetti supplementati (gruppo R+-AL) e non supplementati (gruppo PL) sottoposti a OTI. L’area della lesione è stata calcolata mediante programma mouse-eyes. Le ulcere sono state analizzate dopo 14 giorni (T14 ) e 42 giorni (T40 ) di OTI. I risultati sono stati espressi come variazione in percentuale dell’area a T14 e T42 rispetto al valore basale (T0 ). In questo studio abbiamo osservato che i prelievi bioptici di ulcere diabetiche croniche mostravano elevati livelli di citochine e fattori di crescita. La terapia OTI induceva un aumento dei fattori di crescita bFGF e VEGFβ e delle citochine proinfiammatorie IL-1β, IL-6 a livello sia tessutale sia plasmatico. La supplementazione con R+-acido lipoico riduceva marcatamente i livelli di tali molecole. IL-1β e IL-6 agiscono come citochine proinfiammatorie e la loro inibizione contribuisce a sopprimere il processo infiammatorio. Analogamente, il PDGF-BB rappresenta un fattore chemiotattico per i monociti e i fibroblasti regolando il processo di angiogenesi28,29. Il PDGF-BB accelera la granulazione tessutale e la deposizione di matrice extracellulare29. In questo studio, abbiamo osservato che l’R+-acido lipoico induce significativamente l’espressione proteica per PDGFBB determinando un incremento della sua concentrazione a livello tessutale e plasmatico. Diversamente, una riduzione dei livelli del PDGF-BB è stata osservata nel gruppo placebo. Alcuni autori hanno dimostrato che in ferite con difetti di riparazione, il processo di cicatrizzazione veniva stimolato applicando alcuni fattori polipeptidici di crescita, quali il FGF e il PDGF-BB30. Questo ha contribuito all’uso del PDGF-BB ricombinante nel trattamento delle ulcere diabetiche. Infatti il PDGF-BB promuove la fase infiammatoria/proliferativa di riparazione con la deposizione di nuova matrice senza distruggere la normale sequenza di eventi di guarigione, diversamente da quanto osservato per altri fattori di crescita, quali il FGF e il TGFβ che alterano il normale processo di cicatrizzazione30. In questo studio, sebbene preliminare per il numero dei casi esaminati, abbiamo osservato che nelle ulcere diabetiche croniche i fattori proinfiammatori erano altamente espressi. L’infiammazione cronica e la contaminazione batterica stabiliscono insieme un circolo autocrino T14 T42 *p = 0,02 -200 N= 10 10 Gruppo PL 10 10 Gruppo R+-AL positivo che contribuisce a mantenere l’ulcera in uno stato cronico. Una scarsa e compromessa ossigenazione rappresenta un fattore che limita il processo di cicatrizzazione, pertanto un adeguato trattamento OTI è necessario per stimolare la rigenerazione tessutale.L’R+-acido lipoico inibisce lo stato infiammatorio cronico, modificando il rapporto proteasi/antiproteasi a livello del microambiente della ferita. Il decremento di espressione della MMP9 e l’aumento della MMP2, unito a un aumentato livello del PDGF-BB, contribuiscono ad accelerare il processo di riparazione dell’ulcera come osservato dopo 42 giorni di trattamento, suggerendo un ruolo benefico della supplementazione con R+-acido lipoico nel trattamento delle ferite croniche (Fig. 1). Ringraziamenti Si ringrazia la ditta MDM, Milano, per aver generosamente fornito la molecola R+-acido lipoico (Patiox capsule). Conflitto di interessi Nessuno. Bibliografia 1. Apelqvist J. Wound healing in diabetes. Outcome and costs. Clin Podiatr Med Surg 1998;15:21-39. 2. 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