Gli abiti che lei indossa sono tessuti di filo di bisso

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Gli abiti che lei indossa sono tessuti di filo di bisso
BISSO MARINO
“Gli abiti che lei indossa sono tessuti di filo di bisso di certe conchiglie e poi
tinte in antica porpora […]. Una volta, se ne facevano belle stoffe, calze,
guanti, essendo questi filamenti nel tempo stesso morbidi e calorosi” disse il
capitano Nemo, personaggio nato dalla strepitosa mente di Jules Verne.
L’autore di “Ventimila leghe sotto i mari” sta parlando del bisso marino,
ovvero una sostanza che viene prodotta dalla nacchera (Pinna nobilis),
considerata la più grande conchiglia del Mar Mediterraneo.
Questo animale secerne dei filamenti con i quali si àncora al fondo del mare.
Sono fili simili alla seta (il bisso marino è anche chiamato “seta del mare”)
con i quali si tessevano preziosi indumenti di colore dorato.
La lavorazione del bisso marino è impegnativa perché dopo essere stato
raccolto, il bisso grezzo, deve essere pulito e pettinato numerose volte per
poi essere messo in ammollo nel succo di limone e infine, deve essere filato
a mano.
Il lavoro di tessitura diventa un’opera d’arte, esposta nei musei più prestigiosi
del mondo (il Louvre, il British Museum e il Museo Nazionale di Washington)
ma i primi a scoprirne la bellezza furono i fenici. La tradizione vuole che
manufatti leggendari come il Vello d’oro di Giasone, le vesti del re Salomone
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e della regina Ecuba, i bracciali di Nefertari e il copricapo di Keope, siano
stati realizzati con questa ‘seta di mare’. E dopo quelle, anche le vesti di papi
e di regnanti di tutta Europa.
In Italia c’è solo una signora che è in grado di lavorare questo tessuto, si
chiama Chiara Vigo e vive in Sardegna. Lei stessa dice che “Il bisso non si
compra e non si vende” perché non si può lucrare di questa arte che
appartiene a tutti.
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