analisi hamburger dell`universita` degli studi di milano
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analisi hamburger dell`universita` degli studi di milano
Avete mai comprato degli hamburger la cui parte interna era di colore rosso-marrone nonostante non vi fossero in concomitanza associati odori sgradevoli? Di seguito riportiamo un estratto di una indagine condotta da Luca Maria Chiesa, Professore Associato in Ispezione degli Alimenti di Origine Animale dell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica che ne spiega scientificamente il fenomeno. “A livello sensoriale visivo, il fattore condizionante e decisionale del consumatore per i prodotti carnei, soprattutto per i freschi, è la colorazione, quest’ultima richiesta di colore rosso intenso per tutta la durata di vita del prodotto. Pertanto, qualora la colorazione subisca modificazioni, come viraggio verso tonalità marrone, essa viene tendenzialmente associata in prima istanza a fenomeni di decadimento qualitativo. Tuttavia è bene precisare che l’hamburger viene prodotto mediante impasto e successiva pressione della carne, che predispone una bassa tensione di ossigeno nelle parti interne, favorendo così la formazione della colorazione bruna che si osserva all’apertura in prima istanza dell’hamburger. Abbiamo comunque sottoposto ad analisi alcuni campioni di hamburger che presentavano modificazioni di colorazione rosso-marrone nella parte centrale per valutarne colore, pH, sostanze volatili e parametri sensoriali, al fine di monitorarne eventuali modificazioni e/o l’insorgenza di odori sgradevoli. Dalle indagini condotte sui campioni sottoposti ad analisi non sono emersi elementi imputabili e/o riconducibili a fenomeni di irrancidimento ossidativo e/o inacidimento del prodotto. Misurando a livello oggettivo con colorimetro la parte centrale del prodotto, infatti, si é osservato che, a seguito di contatto con l’aria e dopo un periodo di circa un ora di esposizione all’ ossigenazione del composto responsabile del colore delle carni (mioglobina), la parte giudicata con colorazione anomala riacquistava progressivamente una colorazione rossa. Tale fenomeno è da imputarsi quindi, come evidenziato dalla bibliografia, ad un meccanismo innanzitutto di natura potenzialmente reversibile e comunque, qualora la materia prima abbia caratteristiche di idoneità dal punto di vista igienico-sanitario e non presenti elementi di deterioramento ( per es per irrancidimento ossidativo), legato esclusivamente al parametro della colorazione. In queste condizioni, pertanto, il fenomeno non è collegabile a scarsa qualità del prodotto e/o a deterioramento dello stesso. Tali risultati quindi indicano come i prodotti oggetto di indagine, non avendo subito fenomeni di deterioramento, non costituiscano potenziali rischi ai fini della sicurezza del consumatore”. E’ possibile richiedere l’analisi completa del Professor Chiesa mandando una email a: [email protected]