programma attivita` 2011
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PROGRAMMA ATTIVITA’ 2011 L’art. 12 della Legge Regionale 27 Marzo 2001, n. 8, la quale istituisce e disciplina l'organizzazione ed il funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni”, prevede che il CO.RE.COM. stesso deve presentare al Consiglio Regionale ed all’Autorità nazionale per le Comunicazioni, specificamente per la parte relativa alle funzioni da essa delegate, il programma di attività per l’anno successivo, con l’indicazione del relativo fabbisogno finanziario. PREMESSA Va preliminarmente posto in evidenza che, come è ormai ben noto, il CO.RE.COM. è previsto dallo Statuto della Regione Marche come una Autorità di Garanzia Indipendente, organo di consulenza e di gestione dell'Ente regionale nonché organismo funzionale decentrato dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). Il suo compito principale, per il dettato legislativo, è quello di assicurare le necessarie funzioni di governo, di garanzia, di consulenza e di controllo in tema di comunicazioni nell’ambito del territorio regionale di competenza. Il Comitato attualmente in carica è così costituito: • Presidente: Marco Moruzzi • Vice-Presidente: Mauro Giustozzi • Componenti: Claudio Cardinali Fabrizio Cipollini Roberto Giungi Daniele Melacotte Francesco Rocchetti La dotazione organica è così composta: • Dirigente: Luigi Dal Ceré • Funzionari: Adalberto Lillini Luana Spernanzoni Angela Ruocco Elisabetta Lilliù Milena Menghi Maurizio Belletti Sergio Cerioni Il Comitato si avvale inoltre della collaborazione di due collaboratrici con contratto CO.CO.PRO., laureate in Scienze delle Comunicazioni: Dott.sse Agnese Carnevali e Morena Bartolacci, che si occupano del progetto “Adulti più informati, bambini più sicuri” nonché di due assegnatari di borse di studio, Dott.ssa Barbara Colò e Dott. Fabio Pasquinelli che collaborano per la gestione del contenzioso conciliativo. Per ottenere informazioni sull'attività svolta e da svolgere è possibile consultare il sito del CORECOM: www.corecom.marche.it NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE DI RIFERIMENTO Legge 6 Agosto 1990, n. 223 Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato Legge 31 Luglio 1997, n. 249 Istituzione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo Legge 22 Febbraio 2000, n. 28 Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica Convenzione tra Autorità per le Garanzie nelle telecomunicazioni Regione Marche e CO.RE.COM. Funzioni delegate in materia di vigilanza sul settore della comunicazione in ambito locale (28 Luglio 2004) Testo Unico della Radiotelevisione D.L.vo 31 Luglio 2005 n. 177 Statuto della Regione Marche art. 55 Legge Regionale 27 Marzo 2001, n. 8 Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni Legge Regionale 26 Febbraio 2008, n. 3 Istituzione delle Autorità di Garanzia Indipendenti Legge Regionale 11 Novembre 2008 n. 32 Interventi contro la violenza sulle donne (art. 5) CONSIDERAZIONI GENERALI Anche per il 2010 è stato predisposto dal CORECOM, come di regola e secondo le norme, un articolato programma di interventi e di iniziative, presentato al Presidente dell'Assemblea Legislativa regionale, all'Ufficio di Presidenza, ai Presidenti delle Commissioni Consiliari competenti ed all'AGCOM, che prevedeva una spesa di gestione molto oculata ma non può non essere sottolineato che continua a permanere una cronica carenza dei fondi assegnati al CORECOM dalla legge finanziaria, anche se nella legge di assestamento di bilancio sono stati stanziati ulteriori 30.000 Euro. E' vero che la particolarmente difficile situazione finanziaria internazionale e nazionale sta creando in tutti i campi, quindi anche in quello pubblico, molti e complicati problemi, ma non va comunque trascurata la rilevanza del settore delle telecomunicazioni che è uno di quelli largamente trainante dell’intera economia nazionale, sia per il giro economico che attiva, sia per la continua, rapidissima e quasi quotidiana evoluzione che lo interessa con l’apertura di nuovi orizzonti e scenari praticamente impensabili sino a pochissimo tempo addietro e comunque non tutti tranquillizzanti e facilmente gestibili per una sana evoluzione del sistema. Dai tempi della sua istituzione il CORECOM Marche si è mosso cercando di operare al meglio nelle prospettive aperte nel tempo tramite le funzioni assegnate dalla Regione e quelle delgate dall'AGCOM. Queste hanno permesso di dare maggior rilevanza, visibilità ed autorevolezza alla sua azione e, al contempo, hanno aperto nuove prospettive. Com'è noto, accanto alle deleghe assegnate nel Luglio 2004 al CORECOM marchigiano, a fine ottobre 2008, l'Autorità ha deliberato nuove linee guida che riguardano in particolare la gestione del monitoraggio dell'emittenza radiotelevisiva locale, la definizione delle controversie non conciliate e impugnate tra utenti e gestori dei servizi di telecomunicazione (impropriamente detto “arbitrato”) e lagestione locale del Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.). Specialmente per quanto attiene alle deleghe su monitoraggio e arbitrato, la direzione verso la quale si muove il CORECOM per definire questo ruolo, dovrebbe essere quella di una vera e propria Autorità regionale di vigilanza e garanzia sul sistema dei media locali, con un conseguente progressivo ampliamento degli ambiti di intervento. Nel primo caso le direttive sul monitoraggio che, in materia di controllo sulla pubblicità, sul pluralismo politico e sociale, sulla tutela dei minori dettano una serie di norme che fanno di questa attività un mezzo per contribuire alla correttezza dfi questi programmi, nonché uno strumento per migliorare la qualità dei loro contenuti. Una prospettiva da suggerire è quella di passare da un computo quantitativo (minuti di comparsa in video delle varie parti politiche espressa dal territorio), ad una effettiva analisi di un pluralismo che tenga conto delle tematiche trattate anche per quanto attiene alla dimensione sociale, alle differenze di genere, alla cultura nelle sue multiforme ispirazioni e proposte. Attraverso questa via potrà essere possibile, a giudizio di questo CORECOM, suggerire innovazioni alle emittenti locali e diverse prospettive di lavoro agli operatori con l'obiettivo di arrivare, da parte delle mittenti pubbliche e private, ad un modo più efficace di rappresentare l'immagine del territorio sul quale si opera e di quanto in esso avviene di rilevante e/o di interesse collettivo. Non meno importante, anche se certamente non esente da complesse problematiche, la possibilità da parte dell'AGCOM di delegare ai CORECOM, nell'ambito più complessivo di conciliazione delle controversie locali in materia di telecomunicazioni una vera e propria funzione di “arbitrato”, conclusa quindi con una decisione in senso stretto, che, almeno nelle intenzioni dovrebbe dare una più celere ed esaustiva risposta ai quesiti posti dagli utenti i quali invece, attualmente, devono adire la sede legale AGCOM a Napoli. E' certo che in primo luogo per poter adempiere in modo quanto meno soddisfacente, almeno sotto l'aspetto operativo, è necessario un potenziamento qualitativo e quantitativo di personale addetto a tale funzione, il quale deve essere, come esplicitamente sottolineato dall'AGCOM, assolutamente estraneo alle procedure di conciliazione proprio per assicurare quella imparzialità e quella terzietà che altrimenti potrebbero facilmente inficiare procedure e risultati. FUNZIONI PROPRIE Per quanto attiene alle “funzioni proprie” del CORECOM, si ritiene ormai non più procrastinabile per l'anno che verrà, una revisione del ruolo specifico da parte della Regione che dovrebbe riconoscere a questa struttura non soltanto funzioni di proposta e controllo, ma anche funzioni di promozione, collaborazione e cooperazione tecnica almeno per quanto riguarda alcune aree. La prima funzione deve essere relativa alla promozione della partecipazione. Tale attività dovrà tenere conto di due aspetti: 1. Aspetto tecnico 2. Aspetto “politico”/operativo ASPETTO TECNICO Il primo punto concerne l'adozione di iniziative miranti ad assicurare all'emittenza locale una piattaforma tecnologica adeguata sia sotto l'aspetto di interventi normativi regionali miranti ad assicurare le condizioni, almeno minimali, per l'adeguamento tecnologico alle nuove forme di comunicazione riferite al passaggio al digitale terrestre, nonché l'adozione di misure indispensabili necessarie per permettere una fruizione “conveniente” dei siti di ubicazione degli impianti di trasmissione e ripetizione. Sono almeno tre anni che il CORECOM si è fatto interprete di quest'ultima necessità presso l'Assemblea Legislativa regionale, tuttavia, almeno sino ad oggi, risultati costruttivi non se ne sono veduti. Per quanto attiene invece al problema del digitale la situazione si presenta non certo migliore considerando la pesante crisi che, con tale scelta, ha colpito il sistema delle TV locali con il rischio di una sua irreversibilità in termini di perdita di fonti di informazione essenziali per il pluralismo e di posti di lavoro. A giudizio del CORECOM Marche, soltanto un intervento immediato e coordinato di tutte le Regioni può scongiurare questo pericolo attraverso la predisposizione di un nuovo e diverso quadro legislativo che, sulla base dei poteri concorrenti Stato e Regione in materia di telecomunicazioni, già acquisiti, possa contribuire a modificare attraverso una reciproca intesa costruttiva, un settore sino ad ora appannaggio esclusivo dello Stato. Com'è ampiamente noto la scelta del digitale trova il maggior fondamento nella minore occupazione dell'etere richiesta da questo tipo di tecnologia e quindi, conseguentemente, in una maggiore disponibilità di frequenze di trasmissione indispensabili per fronteggiare la sempre maggiore richiesta degli operatori del settore, dalla TV alle radio e alla telefonia fissa e mobile, in modo particolare per l'affermarsi dei cellulari di ultima generazione e delle chiavette per Internet, la cui enorme diffusione è tra le cause principali di notevole rallentamento per l'accesso alle reti, inconveniente eliminabile soltanto attraverso l'utilizzo di nuove frequenze. Va comunque osservato che a distanza di un anno e mezzo dai primi switch-off regionali il bilancio non sembra abbastanza positivo, se si guarda l'intero sistema delle televisioni locali che è entrato in crisi principalmente per due ordini di motivi: • il metodo di numerazione automatica dei canali • la maggiore offerta per gli utenti che dai (relativamente) pochi programmi disponibili in passato, si sono trovati a poter scegliere tra centinaia di canali, con conseguente calo e dispersione dell'audience per i canali tradizionali e danno per gli introiti legati alla diffusione pubblicitaria Il meccanismo della numerazione automatica dei canali (cd. LCN: Logical Channel Number) è quello che ha determinato il maggior scompiglio in quanto, fino all'assestamento definitivo che dovrà essere operato dall'AGCOM, il numero del canale sul quale è posizionata una TV locale viene modificato continuamente in modo automatico dall'ingresso di nuovi operatori o dall'occupazione dello stesso canale da parte di un operatore preesistente. Tra l'altro a questo proposito, per quanto riguarda le Regioni che hanno zone costiere lungo l'Adriatico, si è posto, in modo molto serio, il problema della sovrapposizione delle emittenti straniere della vicina costa dalmata che, con la loro potenza di emissione “oscurano” le nostre locali. Non esiste pertanto alcuna garanzia che il numero del canale sia costante nel tempo, eccetto che per i grandi network nazionali (RAI, Mediaset, LA7), quindi l'utente rischia di non trovare più “quella” TV che aveva “quel” canale, dovendo magari ricercarla ogni volta, operazione che magari può essere facile per un giovane o un addetto ai lavori, ma non certamente per una persona anziana non o poco abituata all'uso della tecnologia. L'altro aspetto cui si accennava sopra e che in verità è quello più pesante, è quello del calo della pubblicità, tenuto conto che la piccola televisione locale vive con la pubblicità del territorio. E' quindi ovvio che se il canale non si vede più, l'inserzionista dirotta i suoi investimenti verso mezzi che forniscono maggiori garanzie di risultati. Secondo gli esperti del settore, nel breve volgere di qualche anno, le circa 550 televisioni locali attuali presenti sul territorio nazionale, subiranno un drastico ridimensionamento che potrebbe ridurne il numero a 50 o 60, ovvero quelle che hanno già attualmente le maggiori risorse per sopravvivere allo stato di crisi e che potranno rinnovarsi radicandosi maggiormente sul territorio. Ma la scomparsa di una TV locale, intendendo una emittente a carattere quanto meno di carattere generale, comporta ovviamente anche la perdita di informazione locale che si traduce in una perdita irreparabile perché le notizie relative a quel territorio non verranno poi riportate o riprese né dalle grandi TV locali e quasi mai, salvo particolari eccezioni, dal servizio pubblico RAI regionale. Non è difficile comprendere che ogni voce di informazione che scompare è un pezzetto di pluralismo che viene meno con un danno conseguente per la struttura democratica della società se è vero, com'è vero, che l'informazione è alla base della consapevolezza con la quale i cittadini effettuano le proprie scelte. Non va dimenticato che molte Regioni, attraverso i propri Presidenti, hanno chiesto all'AGCOM di non penalizzare le TV locali nelle scelte da effettuare per la numerazione dei canali, con diverse proposte. Ma, aldilà di interventi sporadici per fronteggiare in qualche modo le contingenze, sono necessari, a giudizio di questo CORECOM; interventi strutturali che permettano alle Regioni di guidare lo sviluppo delle telecomunicazioni sul proprio territorio, anche se, a tutt'oggi, come più sopra evidenziato, il quadro che si sta delineando non induce certo all'ottimismo. Infatti è opinione diffusa e condivisa che qualunque possano essere le soluzioni che verranno adottate, esse potranno essere soltanto un palliativo per consentire poco più di una boccata d'ossigeno al sistema televisivo locale al fine di prolungarne la sopravvivenza. Comunque il digitale terrestre è solo la punta emergente di un iceberg che nasconde altre possibili insidie, come la televisione ad alta definizione (TV HD) e la televisione a 3 dimensioni (TV 3D). Viene perciò spontaneo domandarsi che cosa potrà succedere alle TV locali e in qual modo potranno sopravvivere, quando i grandi network nazionali, siano essi sul digitale terrestre o sul satellite, offriranno la TV HD come norma o quando la TV 3D uscirà dallo stadio sperimentale per diventare una delle offerte “normali” all'interno della programmazione quotidiana? Ma di rischi se ne paventano anche altri. Ad esempio il fatto che esiste il nuovo piano nazionale delle frequenze il quale non esclude che alle TV locali vengano sottratte frequenze già assegnate, magari per essere dirottate su altri nuovi network nazionali che si stanno preparando ad infoltire il panorama televisivo italiano ed a operatori della telefonia mobile, imprese che per la loro rilevante forza economica sono in grado di sviluppare notevoli capacità di pressione sugli organismi detentori del potere decisionale. In più di un'occasione esponenti del Ministero dello Sviluppo economico hanno affermato in diverse occasioni che se le TV locali non utilizzeranno tutti i canali digitali assegnati con programmazioni differenziate, le relative frequenze verranno rese disponibili e immesse sul mercato. E' certo che attualmente le TV locali utilizzano solo meno di un terzo della disponibilità dei canali loro assegnati, ma sembra una contraddizione chiedere loro di effettuare gli investimenti necessari per realizzare una produzione diversificata che possa coprire i canali disponibili proprio nel momento in cui l'intero sistema televisivo locale è anch'esso investito da una gravissima crisi anche in conseguenza di quella economica più generale. E' vero anche che in via di principio non si può essere contrari alla riappropriazione da parte del Ministero dei canali assegnati e non utilizzati, da offrire sul mercato ad imprenditori che ne possano proporre un utilizzo effettivo e produttivo. Comunque questi problemi si innestano in un quadro generale più ampio che vede un conflitto internazionale tra due settori fondamentali per le telecomunicazioni: • il satellitare • il broadcasting tradizionale, sia via etere, sia via cavo E' ampiamente noto che SKY, il maggior operatore satellitare, sta pressando l'Unione Europea per avere via libera anticipata all'ingresso sul digitale terrestre che, comunque vadano le cose, avverrà nel 2012, con conseguenze fin d'ora ben immaginabili sul panorama dell'informazione, della comunicazione e della pubblicità. Già attualmente si assiste a polemiche non troppo sotterranee, ma addirittura anche furiose, su presunte azioni di dumping nel mercato pubblicitario da parte di alcuni operatori i quali venderebbero a prezzi addirittura stracciati gli spot per le proprie reti, costringendo i concorrenti ad un inseguimento non privo di conseguenze anche nefaste. Tuttavia in questo scenario a dir poco tumultuoso, le Regioni, almeno sino ad ora, sono rimaste pressoché assenti. Sino ad ora infatti, le strategie per il futuro delle comunicazioni, definite dai grandi gruppi e dalle potenti lobbies nazionali e internazionali del settore, sono state di fatto imposte dagli organismi statali (Governo, Ministeri, Autorità, ecc.) alle Regioni alle quali sono state delegate attraverso i CORECOM, le difficoltose gestioni di problemi locali, senza peraltro alcuna ricaduta e/o beneficio economico e sociale sul territorio. A questo proposito, a distanza di qualche anno dall'affidamento del primo gruppo di deleghe effettuato dall'AGCOM ai CORECOM (la convenzione con questo marchigiano è del 28 Luglio 2004), ci si è resi conto, come peraltro evidenziato in più occasioni anche nelle precedenti relazioni annuali, che la gestione di queste deleghe comporta pesanti oneri in termini di personale e di risorse economiche ben superiori ai finanziamenti assegnati dall'AGCOM, tanto è vero che proprio per questo il CORECOM Marche non ha espresso, almeno per il momento, disponibilità favorevole ad assumere i nuovi compiti. Un'attenta lettura del Testo Unico sugli audiovisivi, così come modificato dal cosiddetto Decreto Romani, consente di evidenziare in quale misura il panorama televisivo sia stato modificato non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche per quanto riguarda gli operatori del settore. Ai fini di una semplice esemplificazione, basti pensare che al broadcaster tradizionale, il quale aveva il possesso degli impianti di trasmissione e decideva cosa, come e quando trasmettere, si è sostituita una molteplicità di soggetti con funzioni differenziate: ad esempio, l'operatore di rete (possessore degli impianti), il fornitore di servizi lineari (produttore di programmi da inserire nei palinsesti), il fornitore di servizi non lineari (programmi a richiesta su cataloghi a disposizione dell'utente), nonché quelli di servizi interattivi associati o di servizi di accesso condizionato (con chiavi criptate), sino ai produttori indipendenti, non collegati ad emittenti, che per un periodo di tre anni non destinino almeno il 90% della propria produzione ad una sola emittente, anche analogica. Tutte queste nuove figure, definite sotto il profilo giuridico legislativo, comportano in pratica non soltanto la parcellizzazione delle funzioni, ma anche una diversa ripartizione dei finanziamenti sino ad oggi destinati, secondo la Legge 448, ai soli operatori televisivi tradizionali, dovendo inoltre ciascuna figura richiedere una specifica autorizzazione necessaria per poter operare sul mercato. Nel settore quali sono quindi i poteri decisionali che spettano attualmente alle Regioni per intervenire sul futuro delle telecomunicazioni sul proprio territorio ? Secondo il Testo Unico vigente alle Regioni spetta in materia di emittenza radiotelevisiva la potestà legislativa concorrente fondata su alcuni specifici principi fondamentali, i più rilevanti dei quali possono essere riassunti nella: • previsione che la trasmissione di programmi in digitale avvenga nelle bande di frequenza previste dal vigente regolamento delle radiocomunicazioni dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni nel rispetto degli accordi internazionali, della normativa dell'U.E. E di quella nazionale; • attribuzione ad organi della regione o degli enti locali delle competenze riguardanti il rilascio dei relativi provvedimenti abilitativi, autorizzatori e concessori per l'accesso ai siti e quelli per emittente, anche radiofonica digitale; • previsione che il rilascio di tali titoli di abilitazione avvenga secondo criteri oggettivi legati alla potenzialità economica del soggetto richiedente, della qualità della programmazione prevista e dei progetti radioelettrici e tecnologici, della precedente presenza sul mercato, delle ore di trasmissione, della qualità dei programmi, delle percentuali di spettacoli e di servizi informativi autoprodotti, del personale dipendente, con particolare riguardo ai giornalisti iscritti all'Albo professionale e degli indici di ascolto rilevati. E' ovvio che tutte queste incombenze richiedono uno specifico e organico “corpus” di apposite leggi regionali nel quale, tuttavia, le scelte fondamentali, il rilascio dei titoli abilitativi, delle autorizzazione e delle concessioni continueranno a restare di competenza dello Stato. Questo aspetto ha comportato e sta comportando per le emittenti locali delle regioni adriatiche (dal Friuli alla Puglia) una forma di forte penalizzazione dovuta alla intromissione, peraltro formalmente legale considerata la legittimità dell'assegnazione delle frequenze in sede di accordo internazionale, dei segnali televisivi digitali da parte di emittenti situate sul territorio dalmata-istriano-albanese che oscurano quelli, più deboli, delle nostre, tenuto conto che il Governo, nel contesto generale degli accordi internazionali con l'U.E., si è preoccupato quasi esclusivamente di tutelare le emittenti nazionali più forti, trascurando quasi completamente il discorso delle emittenti locali, per le quali non si è andati oltre ad un generico 30%, peraltro rimasto nel vago della definizione, di riserva di frequenze . Alle Regioni potrebbero ad esempio spettare, come a più riprese ed in altre occasioni proposto per le Marche dal CORECOM, iniziative per l'istituzione di misure di incentivazione premiante legate alla qualità dei programmi, magari con particolare riguardo a quelli che promuovono, valorizzano e tutelino tutte le specificità peculiari del territorio, attraverso un concreto sostegno economico agli operatori residenti, puntando ad arrestare in tal modo le vere e proprie “intrusioni”, peraltro già in atto, di emittenti che operano fuori regione. Appare quindi indispensabile, in ultima analisi, insistere con l'ente regionale per stimolarlo ad avviare immediatamente tutti i processi legislativi necessari a definire organicamente i provvedimenti strutturali per il settore della comunicazione in generale che vanno dalla carta stampata , alla radio, alla televisione, sino ai nuovi mezzi che si stanno facendo largo sulla scena e, contemporaneamente, anche attraverso gli strumenti istituzionali, quali la Conferenza delle Giunte e quella dei Consigli regionali, stimolare l'apertura di un tavolo di confronto con lo Stato per definire ulteriori poteri concorrenti per le Regioni (Titolo V della Costituzione), al fine di garantire una maggior tutela dei diritti dei cittadini e degli operatori delle diverse realtà. SISTEMA RADIOTELEVISIVO REGIONALE E FINANZIAMENTO AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE Nel corso dell’anno 2010 la situazione esistente dell’emittenza radiotelevisiva locale è rimasta invariata rispetto all’anno precedente restando di 45 il numero delle emittenti radio mentre è di nove il numero complessivo delle emittenti televisive locali e cioè: 1. TV centro Marche (TV Centro Marche SpA) 2. TVRS (Beta SpA) 3. E’TV Marche (Rete 7 SpA) 4. Teleadriatica 7 Gold (Marche Uno TV Srl) 5. Videotolentino ( Videotolentino Srl) 6. Quintarete (Quintarete Pool Televisivo Centro Italia Srl) 7. Tele 2000 (Tele 2000 Srl) 8. RTM (RTM SpA) 9. Fano TV (Emittente Televisiva Comunitaria) Rispetto alle emittenti sopra elencate due, in modo particolare, si caratterizzano rispetto alle altre che sono a carattere informativo, cioè, secondo la Del. N. 78 del 1998, art. 1, I comma, lett. d), hanno la caratteristica di trasmettere “quotidianamente, nelle ore comprese tra le 7 e le 23, per non meno di due ore programmi informativi, di cui almeno il 50 per cento autoprodotti, su avvenimenti politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o culturali. Tali programmi, per almeno la metà del tempo, devono riguardare temi ed argomenti di interesse locale…”. Le due emittenti che non hanno le caratteristiche di essere a carattere informativo sono: • RTM, la quale è una televisione a carattere preminentemente commerciale la cui programmazione si basa per lo più sulla messa in onda di televendite, cartomanzia,ecc. • Fano TV, che è una emittente televisiva cattolica a carattere comunitario, cioè “….emittente per la radiodiffusione televisiva in ambito locale costituita da associazione riconosciuta o non riconosciuta, fondazione o cooperativa priva di scopi di lucro, che trasmette programmi originali autoprodotti a carattere culturale, etnico, politico e religioso…” (Del. N. 78/1998, art. 1, I comma, lett. f). Il regolamento per le misure di sostegno alle emittenti locali (D.M. 292/2004) stabilisce che possono concorrere all’attribuzione di contributi, oltre alle emittenti a carattere informativo, anche televisioni di natura comunitaria. Restano invece escluse le emittenti che trasmettono televendite per oltre l’80 per cento della propria programmazione. In base alle disposizioni menzionate, Fano TV ha, infatti, concorso sia per l’anno 2008 che per l’anno 2009, all’assegnazione dei contributi ministeriali, mentre RTM non ha mai presentato neppure istanza in quanto priva dei requisiti richiesti. Dalle domande pervenute da parte delle emittenti televisive marchigiane, dirette ad ottenere l’attribuzione dei contributi ministeriali, è possibile ricavare una fotografia attendibile dello stato delle imprese locali, almeno per quanto riguarda il fatturato prodotto ed il personale dipendente. Lo stesso D.M. 292/2004 chiarisce che cosa debba intendersi per fatturato e cioè “…i ricavi riferiti all’esercizio dell’attività televisiva di cui alla voce ricavi delle vendite e delle prestazioni, risultante dal conto economico del bilancio d’esercizio”. Per quanto riguarda l’anno 2008, in quanto le domande presentate nel corso del 2009 fanno riferimento alla situazione dell’anno precedente, è possibile rilevare che l’ammontare complessivo dichiarato dalle emittenti che hanno presentato istanza, è di 5.406.932 euro. In tale cifra è conteggiato anche il fatturato dichiarato per l’attività svolta nell’ambito della regione Marche, da Tele A SpA, per una somma di € 13.460, in quanto quest’ultima, pur avendo sede operativa e legale a Napoli, irradia anche per il 70% nelle Marche e quindi può, in base a quest’ultimo requisito, presentare ugualmente domanda per l’attività effettuata nella nostra regione. Invece per ciò che si riferisce al personale impiegato, quello dipendente, dichiarato dalle emittenti televisive per il 2008, è complessivamente così composto: • Giornalisti 8 • Praticanti 4 • Pubblicisti 13 • Altro * 64 * per “Altro” si intende il personale con mansioni tecniche ed amministrative In ogni caso, aldilà delle nuove tecnologie e sperimentazioni poste in essere e dei nuovi orizzonti che si aprono quotidianamente, dei quali si è diffusamente accennato in precedenza, si ritiene che, anche con l'attuale tecnologia tradizionale, il territorio marchigiano sia abbastanza ben coperto dall’informazione locale e vi sia spazio sufficiente per consentire il mantenimento di una informazione pluralista e diffusa, benché un confronto sia pure superficiale con altre realtà regionali anche limitrofe, dimostra con immediatezza che permangono nelle Marche condizioni di inferiorità, quanto meno numerica, legate tra l’altro, ad un supponibile ma ingiustificato ritardo, da parte proprio dell’imprenditoria locale, nella comprensione e nello sviluppo, specialmente in termini di mancati o scarsi investimenti, complice certamente anche la grave situazione economica generale, del ruolo trainante che riveste sempre più la comunicazione nel mercato. In questo contesto sembra opportuno evidenziare comunque la qualità dei palinsesti, la presenza di significativi spazi dedicati alla informazione locale, alle produzioni giornalistiche e di intrattenimento di qualità, frutto della creatività e delle professionalità che ruotano dentro ed attorno al sistema televisivo locale. Sotto tale profilo il CO.RE.COM. intende avviare una iniziativa che segnali alla comunità marchigiana tutti gli operatori e le proposte che si distinguono per “produzioni tv di qualità” e “produzioni innovative”. Ciò potrebbe costituire un utile elemento di valutazione per il parere che annualmente il CO.RE.COM: formula sulla elaborazione delle graduatorie relative alla concessione alle emittenti locali, dei contributi regionali stanziati dalla L.R. 51/97 che, come si è già detto, risente della necessità ormai non altrimenti procrastinabile, di una complessiva rielaborazione per metterla in condizione di recepire le novità emerse nel frattempo che l’hanno resa largamente superata. Se vi fosse piena consapevolezza nelle istituzioni della rilevanza del fenomeno come reale mutamento sociologico, anche gli interventi pubblici di sostegno, sotto forma di contributi finanziari, peraltro di scarsa rilevanza economica, non risentirebbero ormai della vetustà della loro adozione ed appunto della inadeguatezza delle risorse destinate allo sviluppo della comunicazione, a cominciare dalla necessità di sostenere concretamente il passaggio dall’analogico al digitale terrestre per evitare, quanto più possibile, con lo switch off, la scomparsa di altri operatori, la svendita delle frequenze a network nazionali che, logicamente, standardizzano l’offerta culturale e informativa su tutto il territorio nazionale o, peggio ancora, l’utilizzo delle frequenze per la trasmissione in un continuo di pubblicità ricalcando alcuni canali televisivi commerciali. A tale riguardo si ricorda che spetta annualmente al CORECOM la elaborazione della graduatoria per i contributi alle emittenti televisive locali ai sensi della legge 23 Dicembre 1998, n.448 e del D.M. 5 Novembre 2004, n. 292. E' questa una delle incombenze maggiormente complesse e delicate attribuite al CORECOM, tenuto conto che non può parlarsi, sotto il profilo giuridico, come si è più volte ribadito nel corso di questi anni, né di delega, né di avvalimento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico-Comunicazioni, il quale emana ogni anno uno specifico bando per la concessione dei contributi alle emittenti televisive locali previsti dalla Legge 448/98 (finanziaria 1999). Il bando è emanato sulla base del Decreto del Ministero delle Comunicazioni 5 Novembre 2004, n. 292, che ha affidato al CORECOM le seguenti funzioni: • ricezione delle domande di assegnazione dei contributi; • accertamento della sussistenza dei requisiti per l'ammissione al contributo sulla base di una attività istruttoria comprendente la verifica dei dati inerenti al personale e al fatturato, l'esame analitico dei bilanci aziendali, il riscontro delle dichiarazioni rese dalle emittenti; • predisposizione della graduatoria per la ripartizione del contributo tra le emittenti ammesse, mediante l'adozione di una specifica delibera; • pubblicazione della graduatoria e sua trasmissione al ministero delle Comunicazioni (entro trenta giorni dall'approvazione) e alle emittenti che hanno presentato domanda. Il Decreto 30 Aprile 2009 del Ministero delle Comunicazioni di ripartizione dello stanziamento previsto per l'erogazione dei contributi alle emittenti televisive che hanno partecipato al bando 2008, ha destinato alla regione Marche la somma complessiva di Euro …................ ASPETTO POLITICO / OPERATIVO Aldilà delle previsioni e del dettato abbastanza generici della legge regionale istitutiva del CORECOM, un altro aspetto particolarmente rilevante che si è affermato nel corso degli anni 2009/2010 e che si potrebbe definire “politico”, ovvero il modo “operativo” di esistere, di porsi e di agire, è quello legato all'attività di supporto e consulenza del CORECOM Marche in numerosi settori dell'amministrazione regionale. In effetti, essendo il CORECOM anche organo di consulenza dell'intera struttura regionale, in più realtà istituzionali si è venuto affermando il principio di un ricorso ad esso per ottenere pareri, indicazioni e suggerimenti su vari e disparati argomenti per i quali si è pensato che la somma di esperienze maturate ed i rapporti stretti di collegamento con le strutture, pubbliche e private dell'informazione potesse consentire la realizzazione di iniziative di collaborazione produttive di risultati positivi. La prima di queste situazioni si è verificata in occasione dell'attività svolta per la possibile, temuta diffusione della pandemia, per passare quindi alle proposte e suggerimenti, anche attraverso la realizzazione di uno spot dedicato, sul tema, divenuto per il CORECOM istituzionale per legge (L.R. 32/08), della violenza contro le donne. Infatti l'approvazione da parte dell'Assemblea Legislativa regionale di tale norma di legge ha consentito l'istituzione di una specifica norma che (art.1) “riconosce che ogni forma o grado di violenza contro le donne costituisce una violenza di genere e una violazione dei diritti umani, dell'integrità fisica e psicologica, della sicurezza, della libertà e della dignità della persona”. La stessa legge, all'art. 5, comma 2), prevede proprio che il CORECOM “nell'ambito delle sue funzioni formula proposte alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e ai concessionari privati in merito alle programmazioni radiofoniche e televisive, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi di cui alla presente legge”. Sul presupposto di tale norma, che al comma 1, riserva alla Regione la promozione della più ampia diffusione mediante specifiche campagne informative è intenzione di questo CORECOM stipulare con l'ente una apposita convenzione per la realizzazione di una serie di incontri e conferenze da tenere presso le scuole medie inferiori, diretti agli insegnati, genitori ed alunni, per approfondire la tematica. Restando sull'argomento, è anche nei programmi di questo organismo avanzare alcune ulteriori ipotesi di attività concernenti la comunicazione di genere, da un lato operando in collaborazione con l'Università di Macerata, anche a seguito dei risultati del seminario ivi svoltosi lo scorso 23 Aprile, dall'altro attraverso la realizzazione di iniziative, di monitoraggi e ricerca, sulla rappresentazione della donna nell'informazione e nei media, con particolare riferimento all'immagine delle bambine e della donna in pubblicità. A tale riguardo sembra opportuno sottolineare che l'art. 10 della L.R. 8/2001, istitutiva del CORECOM, assegnando allo stesso ampie funzioni di consulenza e proposta anche nei confronti della Regione per tutti gli argomenti che in qualche misura possono correlarsi ad aspetti di comunicazione, ha consentito a quest'ultimo in modo particolare nell'ambito dello scorso anno, di diventare un vero e proprio interlocutore privilegiato dell'Ente. Nella consapevolezza di essere il CORECOM più avanzato nell'ambito nazionale per l'espletamento di tali compiti, questo organismo intende continuare a qualificarsi seguendo e magari anche approfondendo questo percorso che è senz'altro uno dei più rilevanti e determinanti proprio a livello istituzionale. In quest’ottica appare rilevante realizzare una sempre più efficace sinergia anche con gli altri CO.RE.COM., attraverso l’apposito Coordinamento Nazionale dei Presidenti considerato come fondamentale punto di incontro e di scambio di esperienze, proposte, iniziative, studi e ricerche da sottoporre oltreché all’AGCOM, anche alle Conferenze delle Assemblee Legislative e Giunte regionali. Per quanto riguarda invece le altre funzioni proprie previste dalla legge istitutiva, esse possono essere indicate in: 1. formulazione di parere sullo schema di piano nazionale di assegnazione e di ripartizione delle frequenze, trasmesso alla Regione ai sensi della Legge 249/97, nonché sui bacini di utenza e sulla utilizzazione dei relativi piani; 2. formulazione di parere sul progetto di rete televisiva senza risorse pubblicitarie di cui alla citata legge 249/97; 3. elaborazione di parere preventivo sul programma definito dall’art.4 della L.R. 6 agosto 1997, n. 51, verificando l’utilizzo delle agevolazioni ivi previste; 4. espressione di parere sui piani ei programmi predisposti dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo nonché ogni altro parere richiesto dagli organi regionali o previsto da leggi e regolamenti in materia di comunicazioni; 5. formulazione di proposte alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo nonché a quelli privati in merito alle programmazioni radiofoniche e televisive trasmesse in ambito nazionale e locale; 6. manifestazione di proposte e pareri sulle forme di collaborazione fra la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e le realtà culturali e informative della regione, nonché sui contenuti delle convenzioni che possono essere stipulate con i concessionari privati in ambito locale; 7. proposta alla Regione di iniziative atte a favorire e a sviluppare la formazione e la ricerca sulla comunicazione radiotelevisiva; 8. tenuta dell’archivio dei siti delle postazioni emittenti radiotelevisive, nonché degli impianti di trasmissione e/o ripetizione dei segnali di telefonia fissa e mobile, avvalendosi anche delle segnalazioni che i Comuni titolari del rilascio delle relative concessioni ed i gestori degli impianti sono tenuti ad inviare; 9. elaborazione di ricerche e rilevazioni sull’assetto socio-economico delle imprese operanti a livello regionale nelle comunicazioni e sulle relative ricadute nel mercato; 10. regolazione dell’accesso radiofonico e televisivo regionale secondo quanto disposto dalla legge 14 aprile 1975 n. 103. Va infine ricordato che il CO.RE.COM. oltre alle attività istituzionali, esercita le funzioni delegate, stabilite nelle apposite convenzioni, con le disponibilità in esse indicate e secondo il regolamento dell’AG.COM. di cui alla legge 249/97. PUBBLICITA’ ISTITUZIONALE Occorre inoltre espletare con particolare attenzione, l’esercizio di vigilanza in materia di pubblicità istituzionale di cui alla legge 112/2004, la quale stabilisce all’art.7, che le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici anche economici, per pubblicizzare la propria attività istituzionale, sono tenuti ad impegnare per ciascun esercizio finanziario, almeno il 15% da destinare a favore dell’emittenza privata televisiva e radiofonica locale e almeno il 50% a favore dei giornali quotidiani e periodici, oppure il 60% qualora le emittenti televisive siano impegnate nel passaggio alla trasmissione in tecnica digitale (art. 25, comma 6). Senza voler entrare nella ratio del provvedimento, è evidente e tuttora si tratta di una questione non ancora chiaramente risolta, la difficoltà di interpretazione della norma soprattutto ai fini di determinare l’esatto significato del concetto di “pubblicità istituzionale” rispetto a quello di “informazione istituzionale” delle pubbliche amministrazioni e conseguentemente il modo di preparazione, la qualificazione e la quantificazione del personale da destinare a questa funzione di vigilanza, tenuto conto che sino ad ora, forse per la poca chiarezza della norma, si è preferito glissare a tutti i livelli sul problema. Appare logico quindi continuare comunque a svolgere nel modo più efficace ed efficiente possibile i compiti istituzionali affidati dalla normativa attuale all’organismo, iniziando dalla gestione dell’accesso radiofonico e televisivo regionale per favorire il quale resta ancora necessario allargare il bacino potenziale dei soggetti interessati, sia dal punto di vista territoriale, sia da quello quantitativo attraverso una attenta verifica delle condizioni di fattibilità per la realizzazione di programmi di partecipazione attraverso le emittenti radio-televisive locali, esperienza della quale il CORECOM marchigiano è stato, dagli altri organismi consimili, il riconosciuto alfiere nazionale. ORGANIZZAZIONE E ASSETTO Sotto questi aspetti, aldilà di quanto si è accennato riguardo all’esigenza di disporre di personale quantitativamente e qualitativamente valido, superato in modo soddisfacente il problema della sede, anche se la collocazione definitiva presso la nuova sede di Piazza Cavour dovrebbe avvenire entro il 2011, resta comunque ancora aperto un problema rilevante e immediato al quali occorre fare riferimento e che dovrà essere perseguito con decisione nell'arco dell'anno prossimo. Si tratta dell'attività legata al potenziamento dell'attività svolta dal CORECOM sul web e che già per lo scorso anno si riteneva tra quelli di fondamentale interesse. Il CORECOM Marche ritiene particolarmente importante puntare per i 2011 all'ulteriore potenziamento del sito Internet, dandogli un ruolo sempre più dinamico e incisivo sul modo con quale si opera, rendendolo strumento flessibile e dinamico, costantemente aggiornato, ma anche di interesse per la comunità dei fruitori nel suo complesso: da quelli che si informano sulla politica telecomunicativa per i giovani, a quelli che intendono proporre ricorsi e reclami, sino a quanti magari intendono conoscere più nel dettaglio il mondo della comunicazione nei suoi aspetti più rilevanti e quindi non soltanto radiotelevisivi, ma riferibili al web, alla telefonia, sino alla realtà dell’editoria in generale sotto tutti i profili, compresi quindi anche quelli della carta stampata. E’ quindi una operazione di ampio respiro destinata ad informare ed ad approfondire nella comunità l’immagine ed il ruolo che svolge il CO.RE.COM., sino ad ora relativamente conosciuto, e che va realizzata per gradi, penetrando in ogni settore della società civile attraverso la comunicazione, soprattutto quella multimediale. Anche con questo scopo è nata la testata CORECOM MEDIA NEWS, gestita da una dipendente pubblicista in collaborazione con le due giovani borsiste di cui si è detto, coadiuvate da un esperto in materie telematiche, con cadenza mensile, che non vuole essere semplicemente una news letter, che ha originato aspetti di over-dose data la quantità di quelle pubblicate e inviate e quindi strumento di scarso interesse per la grande maggioranza del pubblico telematico, ma una vera e propria rivista che tratta di ogni argomento inerente il mondo della comunicazione, non solo con articoli e inchieste, ma con veri e propri servizi, interviste, documenti filmati ecc. In quest'ottica deve essere considerata l'attività di monitoraggio che, benché espletate per legge in occasione delle consultazioni elettorali ai fini di assicurare il rispetto della “par condicio”, non è tuttavia ancora formalmente acquisita tra le le nuove proposte di materie delegate per quanto attiene alla sua effettuazione complessiva su tutta la programmazione locale. Secondo questa ipotesi tale tipo di monitoraggio è finalizzato alla verifica della qualità, dell'equilibrio e della correttezza dell'informazione in ambito regionale (in particolare attraverso l'analisi del TG regionale del servizio RAI e di programmi informativi di altre emittenti), nonché alla conoscenza dell'offerta televisiva locale con progetti mirati ad una accurata osservazione di particolari tipologie di trasmissioni. FUNZIONI DELEGATE Per quanto attiene invece allo svolgimento delle attività delegate al CO.RE.COM. dall’AGCOM con la convenzione sottoscritta congiuntamente con la Regione il 28 Luglio 2004, va posto in evidenza che delle quattro deleghe assegnate: 1. Vigilanza nella materia della tutela dei minori 2. Esercizio del diritto di rettifica 3. Vigilanza sul rispetto dei criteri fissati nel regolamento sui sondaggi nei mezzi di comunicazione di massa 4. Tentativi di conciliazione nelle controversie in materia di telecomunicazioni si è inteso privilegiare i due aspetti ritenuti dal CO.RE.COM. i più rilevanti, nell’ambito della situazione attuale e cioè: • La Tutela dei minori • Le conciliazioni in materia di telecomunicazioni Va comunque ricordato che attualmente, a fronte delle nuove deleghe proposte ai CORECOM dall'AGCOM, le più rilevanti delle quali sono: • La risoluzione delle controversie tra gestori del servizio di telecomunicazioni e utenti in ambito locale; • La realizzazione del Registro Operatori della Comunicazione (R.O.C.) secondo le linee guida approvate dall'AGCOM con la delibera n. 631/07/CONS.; • Il monitoraggio complessivo dell'emittenza locale secondo le linee-guida tracciate dall'AGCOM con la delibera n. 632/07/CONS.; il CORECOM Marche ha ritenuto che, considerati i previsti stanziamenti a ciò destinati e l'esigenza di reperire ulteriori strumenti operativi (personale ed attrezzature), non sembra attualmente matura l'opportunità di stipulare una nuova convenzione, ritenendo altresì che l'attuale situazione di crisi economica imporrà l'esigenza di ulteriori sacrifici e quindi di ulteriori tagli di carattere finanziario. TUTELA DEI MINORI A tale riguardo il CORECOM Marche sta lavorando, già da diversi anni, sull'analisi dei programmi della “fascia protetta” mandati in onda tra le ore 16:00 e le ore 19:00 dalle TV della Regione. Tale fascia è detta “protetta” o “Televisione per minori” è quella in cui le imprese televisive sono tenute a dedicare particolare attenzione, nei propri palinsesti, all'esigenza di tutelare il pubblico di età minore, nell'ipotesi che l'ascolto televisivo in tali orari non sia supportato dalla presenza dell'adulto. Proprio su questo tema il CORECOM marchigiano ha impostato da due anni un progetto triennale denominato “Adulti più informati, bambini più sicuri” che tratta l'argomento nell'ambito delle scuole medie inferiori della Regione, rivolto ai genitori ed agli insegnanti, insieme con la Polizia delle Comunicazioni e l'Ufficio Scolastico Regionale. Tale progetto sorto, almeno agli inizi, quasi in sordina, si è andato sempre più affermando e consolidando grazie all'importanza ed all'interesse dell'argomento trattato, alla competenza degli operatori ed alla rilevanza sempre maggiore che vanno assumendo quotidianamente tutte le forme di comunicazione. Per quanto riguarda questo primo aspetto, che è ormai divenuto un vero e proprio “cavallo di battaglia” del CO.RE.COM. marchigiano il cui Presidente è stato il referente a livello nazionale dei Presidenti dei CO.RE.COM., va sottolineata, come si è già accennato, la realizzazione e lo svolgimento di una campagna per la tutela dei minori dai mass-media intesi letteralmente nel loro complesso (quindi non soltanto TV, ma anche Internet, telefonia mobile, iPod, gameboy ecc.) in collaborazione con la Polizia delle Comunicazioni e con l’Ufficio Scolastico regionale, con i quali sono state sottoscritte apposite convenzioni di collaborazione con l’obiettivo di sensibilizzare, attraverso conferenze mirate, depliants, poster, spot televisivi, ecc., docenti e genitori in primis, su questo tipo di problematica che certamente non è di facile comprensione e controllo e che tuttavia è esplosa con clamorosa evidenza nazionale, partendo anche da episodi deprecabili accaduti proprio nell’ambito della regione marchigiana. E’ di particolare soddisfazione aver constatato l’altissima affluenza di genitori ed insegnanti particolarmente preoccupati da questi nuovi e in parte largamente sconosciuti strumenti di comunicazione globale, desiderosi tuttavia di comprendere e condividere con i propri figli un modo d’uso corretto e produttivo. Sulla base proprio di queste considerazioni è stato realizzato dal CO.RE.COM. uno spot televisivo, molto apprezzato per la qualità del messaggio espresso, trasmesso gratuitamente da tutte le emittenti TV locali nell’arco della loro rispettiva programmazione settimanale, così come è stato mandato in onda, nel corso della normale programmazione cinematografica, nelle sale di proiezione del maggior gestore marchigiano. Con la stipula delle citate convenzioni con la Polizia delle Comunicazioni e con l’Ufficio Scolastico regionale, si sono potute realizzare ulteriori iniziative che, visti i risultati sinora conseguiti, permettono di guardare con ottimismo realistico anche all’anno prossimo riproponendole ed ampliandone anche la portata, oltreché il valore. Innanzitutto la realizzazione e la diffusione di un pieghevole, pensato e realizzato da specialisti in materia, per la comunicazione ai ragazzi, genitori ed insegnanti dei molti pregi, ma anche dei pericoli inimmaginabili e più impensati che possono derivare da un uso poco consapevole o addirittura assolutamente incontrollato dei mass media. L’altro obiettivo che il CO.RE.COM. intende continuare a perseguire nel corso del prossimo anno è quello di proseguire ancora nella collaborazione con RAI 3, sostanziata dal progetto “TG in classe”, finalizzato alla realizzazione, da parte degli stessi alunni delle Scuole Medie Inferiori coinvolte, opportunamente guidati ed informati da giornalisti qualificati, di veri e propri telegiornali organizzati in classe, messi poi in onda, come quest’anno ad Agosto, sulla rete nazionale. Lo scopo precipuo dell’iniziativa, contrariamente alle apparenze, non è soltanto quello di istruire i ragazzi sul come realizzare un notiziario TV ed in quale modo di utilizzare mezzi e strumenti di comunicazione, metodi sui quali sono già abbastanza preparati per loro conto, ma invece quello di insegnare ad essi un uso consapevole delle notizie ed una loro lettura critica e demitizzante. Considerati i risultati estremamente positivi conseguiti, non ultimo dei quali l'interesse suscitato dalla visita conclusiva delle scolaresche interessate presso la sede RAI di Saxa Rubra, è intenzione del CO.RE.COM. allargare ulteriormente l’iniziativa nell’ambito di tutto il territorio regionale nell’arco dell’intero prossimo anno scolastico. Un ultimo obiettivo riguardante la politica di conoscenza del mondo delle telecomunicazioni rivolta ai minori, anche se non meno importante, è il rafforzamento, anche operativo, del rapporto tra i CO.RE.COM. in generale e il Comitato di Applicazione del Codice di Autoregolamentazione TV e Minori valutando insieme misure e comportamenti comuni realmente incidenti ed incisivi sia sui giudizi da formulare nei confronti di programmazioni talvolta ai limiti del comportamento virtuoso da parte di tutte le emittenti, sia sulle possibili prospettive di miglioramento e/o integrazione della normativa attualmente vigente. Nell'arco dell'anno 2009/2010, sono state effettuate numerose segnalazioni al Comitato, dal quale tuttavia non sono sempre pervenuti risultati incoraggianti, tuttavia è opinione dei componenti del CORECOM che per il prossimo futuro le problematiche sollevate possano trovare il giusto binario di scorrimento. CONCILIAZIONI Nell'ultimo quadriennio il CORECOM è andato assumendo, in seguito alle funzioni delegate un ruolo sempre più rilevante e centrale nel campo delle comunicazioni e in quello relativo alle controversie connesse ai servizi di telecomunicazione. Tutto questo naturalmente, in piena sintonia con le trasformazioni che a livello nazionale ed internazionale il settore ha avuto, confermandosi uno dei comparti più dinamici degli ultimi anni, anche in questa fase di recessione economica. Il successo di tale trend discende discende da un lato, dalla maggiore diffusione di servizi innovativi quali la larga banda , la trasmissione dati ecc., dall'altro da una maggiore concorrenza tra gli operatori di telecomunicazioni (telefonia mobile e fissa, pay TV, internet), che ha portato ad un decremento dei prezzi praticati ai consumatori finali e, conseguentemente ad una maggiore richiesta di tipologia di servizi, con ovvie ripercussioni di incremento nel contenzioso. Nell'anno 2009 si è concretizzato il lavoro che ha portato l'AGCOM, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e la Conferenza delle Giunte Regionali, a sottoscrivere l'accordo quadro di Dicembre 2008. A Giugno dello scorso anno le prime tre Regioni (Friuli-Venezia Giulia, EmiliaRomagna e Puglia), seguite a ruota da alcune altre, hanno sottoscritto la convenzione per il conferimento di ulteriori tre deleghe ai CORECOM, di cui già si è accennato, tra le quali la definizione delle controversie in materia di comunicazioni elettroniche. Si è anche sottolineato che al momento il CORECOM Marche, ha ritenuto, in considerazione dei limiti derivanti dalla disponibilità economica e di personale che andrebbe logicamente incrementato, di consolidare i risultati positivi già raggiunti con l'attività di conciliazione svolta sino ad oggi. Proprio su questo aspetto nel 2011 l'impegno del CORECOM Marche sarà focalizzato, oltreché su una maggiore razionalizzazione della fase amministrativa preparatoria all'udienza conciliativa, principalmente sulla fase che ad essa porta. In altre parole si lavorerà per ridurre ancora, rispetto ai già notevoli risultati attuali che consentono di operare quasi in tempo reale, il periodo di attesa che intercorre tra lo stadio di convocazione e la data di fissazione dell'udienza, nonché il tempo per inviare il relativo avviso di convocazione rispetto al momento di presentazione della domanda. Proseguirà quindi l'impegno nella gestione delle istanze, con l'obiettivo di evadere il maggior numero di quelle pervenute, mediante un ulteriore incremento del numero delle udienze da svolgere. A ciò si affiancherà un costante intervento sulla procedura al fine di apportare ancora ulteriori miglioramenti al servizio. A ciò potrà pervenirsi attraverso: • la razionalizzazione delle fasi e dei compiti da espletare; • la realizzazione e l'implementazione di un sistema informatico “servente” per una gestione più semplificata delle pratiche; • un coordinamento più costante e puntuale nell'ambito dell'Ufficio per un più efficace servizio di informazioni verso l'esterno; • un ulteriore allargamento ed un consolidamento, lì dove già esistono, dei rapporti, nonché dello scambio di informazioni e notizie necessarie su tale servizio, con le Camere di Commercio della Regione, con le alcune delle quali, sinora, si è collaborato in grande sintonia ed efficienza. Ciò premesso, va rimarcato come il trend di crescita del numero delle istanze presentate e di udienze svolte, dall'inizio di Gennaio 2010 ad oggi sia stato abbastanza contenuto, perchè, superata la fase iniziale di grande interesse e/o entusiasmo, si è giunti per la prima volta ad una stabilizzazione dei ricorsi pervenuti intorno ad una media ormai definibile fisiologica, di n. 1013, alla data del 12 Luglio, a fronte di n. 1045 prevenuti nello stesso periodo dello scorso anno. Ciò è stato probabilmente determinato anche da una diversa politica dei gestori mirante a risolvere preventivamente e sicuramente con migliore prontezza il maggior numero possibile di controversie direttamente con i propri utenti, prima di pervenire al contenzioso vero e proprio di fronte al CORECOM. Questo Comitato ha comunque posto in essere diverse attività volte allo snellimento della fase istruttoria e, soprattutto, al contenimento dei tempi di attesa per lo svolgimento delle udienze. Innanzitutto sono stati invitati tutti i gestori ad adeguare le loro presenze in udienza alle richieste pervenute, ricevendo un buon riscontro dal momento che tutti i destinatari hanno notevolmente aumentato la loro presenza mensile ai tavoli di conciliazione. Sempre sul piano interno, si è poi predisposto un sistema di monitoraggio e di analisi del rapporto tra richieste pervenute e disponibilità fornita da ogni gestore, degli esiti delle udienze e della percentuale di quelle rinviate, in modo da poter apportare in tempo reale le opportune modifiche nelle fasi della procedura conciliativa che presentano delle criticità. E' comunque intenzione del CORECOM organizzare, nell'arco dell'anno venturo, incontri periodici con i gestori dei servizi di telecomunicazione, come già in atto, positivamente, con Telecom e con le principali associazioni di consumatori, confrontandosi con tali soggetti riguardo la programmazione dell'attività, le novità introdotte dall'AGCOM e la risoluzione di eventuali problematiche comuni, a partire dalla individuazione di eventuali disservizi ricorrenti che possano essere prevenuti. Comunque, a parere di questo CO.RE.COM., valgono due ordini di riflessioni delle quali una in merito all’origine di tale fenomeno di contenzioso dovuto ad un generalizzato aumento di intolleranza e litigiosità, di vera e propria scorrettezza commerciale, di un uso esagerato di clausole unilaterali e vessatorie, l’altra invece sull’adeguamento sempre più importante sotto l'aspetto qualitativo del personale del Comitato che si occupa di questo settore, per dare comunque il miglior servizio possibile e la risposta più valida alle quasi sempre legittime aspettative non solo degli utenti, ma anche delle compagnie. Si ritiene intanto opportuno continuare, anche per il 2011, la convenzione già in essere da diverso tempo con la Camera di Commercio di Ancona e con quella di Macerata, sia per delocalizzare, ove possibile, una parte del contenzioso, con vantaggio pratico degli utenti, al fine di consentire ai cittadini una fruibilità migliore dal punto di vista logistico, con minori difficoltà di spostamento e conseguenti spese ridotte, sia per frequentare un ulteriore corso specialistico di formazione per conciliatori in materia di telecomunicazioni, da iscrivere, secondo la più recente normativa, nell'apposito registro tenuto presso il Ministero della Giustizia e che costituisce una novità di tipo anglosassone che individua nelle conciliazioni in qualsiasi materia una vera e propria “class action”. Poiché, infine, secondo la normativa dell'AGCOM tuttora vigente, le procedure di conciliazione sono a titolo completamente gratuito, esse costituiscono comunque un costo, in parte ristorato dagli appositi contributi dell’Authority al CO.RE.COM., ma che in ogni caso è possibile quantificare e prevedere, di massima, anche per il prossimo anno: € 90.000 • Costo personale € 8.000 • Spese postali € 3.500 • Spese telefoniche € 1.500 • Spese di energia e cancelleria TOTALE € 103.000 ANNO 2009 AL 12/07/2010 ISTANZE CONCLUSE ISTANZE NON AMMISSIBILI 667 378 TOTALI ISTANZE PERVENUTE 1.045 percentuale ponderata esiti positivi (vengono escluse dal calcolo le assenze al fine di calcolare esattamente l’atteggiamento conciliativo del gestore telefonico) % esiti % esiti positivi negativi Telecom TIM 79,7 20,3 Opitel/Tele 2 89,3 10,7 Vodafone 74,3 25,7 74 26 66,2 33,8 0 0 74,6 25,4 SKY 0 0 BT Italia 0 0 Varie 0 0 H3G spa Fast Web Tiscali Wind REDAZIONE E GESTIONE DEL R.O.C. Malgrado se ne sia ampiamente discusso, la delega sulla competenza relativa alla gestione del Registro degli Operatori delle Comunicazioni (R.O.C.) operanti nelle Marche, che avrà valore di documentazione ufficiale, non è ancora operativa. Infatti, per quanto riguarda le Marche vanno studiati con attenzione i meccanismi di funzionamento tenuto conto che le “imprese” di comunicazione in senso lato (TV, radio, carta stampata, financo ai centri Internet) possono essere quantificati intorno al numero di 450. Tenuto conto quindi del numero degli operatori e dell'attenzione pratica che una tale delega richiede, è necessario, a parere di questo CORECOM preparare soprattutto adeguate figure professionali per la gestione di una attività che tocca numerosi aspetti anche si carattere giuridico. Potrebbe essere utile, a parere di questo CORECOM, contattare la scuola di giornalismo dell'Università di Urbino e, attraverso la stipula di una apposita convenzione, attivare alcune collaborazioni, mediante l'istituzione di apposite borse di studio, con giovani laureati e/o laureandi che avrebbero il compito, sotto il coordinamento del CORECOM di curare la tenuta e l'aggiornamento di questo Registro. Nel frattempo occorre comunque continuare nel controllo e nella verifica dell’elenco regionale delle imprese radiotelevisive, d’intesa con i competenti uffici territoriali del Ministero delle Comunicazioni, integrandolo, previo adeguato potenziamento delle risorse umane e tecnologiche relative, con quello dell’editoria locale. SERVIZI AI CITTADINI Nei piani di attività relativi ad alcuni anni precedenti, si sosteneva a questo proposito che la comunicazione è il mezzo che si addice in modo più compiuto allo sviluppo consapevole del diritto di cittadinanza, inteso anche come aiuto per una migliore integrazione multietnica. Vista l’evoluzione e la rilevanza che il problema assume quotidianamente non soltanto nel nostro Paese, ma più in generale nell’ambito di tutto il mondo occidentale, con il costante arrivo di migliaia di immigrati da ogni parte, il tema sembra essere più centrale ed uno dei più determinanti per dare risposte altrimenti difficili o impossibili, soprattutto proprio per mancanza di informazione equilibrata e condivisa. Accanto a questa problematica che assume giorno dopo giorno sempre maggiore importanza, appare altresì meritevole di particolare attenzione e tutela un altro tema che pure attraversa costantemente il mondo dell’informazione: quello riferito alle forme ed alle situazioni di crisi e di emergenza prodotte da fenomeni naturali e, soprattutto, dall’azione dell’uomo attraverso la difesa civile. Vale quindi, a giudizio del CORECOM proporre innanzitutto la realizzazione di sistemi comunicativi atti a favorire forme migliori di integrazione agli immigrati, ad esempio mediante la diffusione di appositi spot sulle TV locali utili a fornire l’orientamento ai servizi di base come l’assistenza sanitaria, quella sociale ed i problemi del lavoro od anche riferimenti e indicazioni per partecipare a corsi di apprendimento della lingua italiana. Inoltre, relativamente alla seconda questione, si potrebbe proporre una convenzione di attività collaborativa con la Protezione Civile regionale per la creazione di sistemi tempestivi ed efficienti di comunicazione delle emergenze alla comunità marchigiana. FABBISOGNO FINANZIARIO PER LE ATTIVITA' ANNO 2011 Ambito spesa Regione Marche Funzionamento attività (stima) Euro 51.028,00 Ministero delle comunicazioni Rimborsi quote ad emittenti per messaggi autogestiti campagne elettorali 2010 (stima) 64.000,00 *partita di giro Autorità per le Garanzie delle comunicazioni Per le deleghe assunte (stima periodo 01/01/2011-31/12/2011) 51.972,00 Totale complessivo 167.000,00 Inoltre per le ulteriori finalità previste dalla L.R.N.8/2001, si ritiene necessaria per l'anno 2011 l'assegnazione di Euro 160.000 comprensiva delle indennità annuali dei componenti del Comitato. PS. Si rammenta tuttavia che ai fini del massimo contenimento delle spese non sono state calcolate le rivalutazioni delle indennità per gli anni 2004 e 2010.