programma attivita` 2011

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programma attivita` 2011
PROGRAMMA ATTIVITA’ 2011
L’art. 12 della Legge Regionale 27 Marzo 2001, n. 8, la quale istituisce e disciplina
l'organizzazione ed il funzionamento del Comitato Regionale per le
Comunicazioni”, prevede che il CO.RE.COM. stesso deve presentare al Consiglio
Regionale ed all’Autorità nazionale per le Comunicazioni, specificamente per la parte
relativa alle funzioni da essa delegate, il programma di attività per l’anno successivo,
con l’indicazione del relativo fabbisogno finanziario.
PREMESSA
Va preliminarmente posto in evidenza che, come è ormai ben noto, il CO.RE.COM. è
previsto dallo Statuto della Regione Marche come una Autorità di Garanzia
Indipendente, organo di consulenza e di gestione dell'Ente regionale nonché
organismo funzionale decentrato dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
(AGCOM).
Il suo compito principale, per il dettato legislativo, è quello di assicurare le necessarie
funzioni di governo, di garanzia, di consulenza e di controllo in tema di
comunicazioni nell’ambito del territorio regionale di competenza.
Il Comitato attualmente in carica è così costituito:
• Presidente: Marco Moruzzi
• Vice-Presidente: Mauro Giustozzi
• Componenti:
Claudio Cardinali
Fabrizio Cipollini
Roberto Giungi
Daniele Melacotte
Francesco Rocchetti
La dotazione organica è così composta:
• Dirigente: Luigi Dal Ceré
• Funzionari:
Adalberto Lillini
Luana Spernanzoni
Angela Ruocco
Elisabetta Lilliù
Milena Menghi
Maurizio Belletti
Sergio Cerioni
Il Comitato si avvale inoltre della collaborazione di due collaboratrici con contratto
CO.CO.PRO., laureate in Scienze delle Comunicazioni: Dott.sse Agnese Carnevali e
Morena Bartolacci, che si occupano del progetto “Adulti più informati, bambini più
sicuri” nonché di due assegnatari di borse di studio, Dott.ssa Barbara Colò e Dott.
Fabio Pasquinelli che collaborano per la gestione del contenzioso conciliativo.
Per ottenere informazioni sull'attività svolta e da svolgere è possibile consultare il sito
del CORECOM: www.corecom.marche.it
NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE DI RIFERIMENTO
Legge 6 Agosto 1990, n. 223
Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato
Legge 31 Luglio 1997, n. 249
Istituzione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle
telecomunicazioni e radiotelevisivo
Legge 22 Febbraio 2000, n. 28
Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne
elettorali e referendarie e per la comunicazione politica
Convenzione tra Autorità per le Garanzie nelle telecomunicazioni Regione
Marche e CO.RE.COM.
Funzioni delegate in materia di vigilanza sul settore della comunicazione in ambito
locale (28 Luglio 2004)
Testo Unico della Radiotelevisione
D.L.vo 31 Luglio 2005 n. 177
Statuto della Regione Marche art. 55
Legge Regionale 27 Marzo 2001, n. 8
Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le
Comunicazioni
Legge Regionale 26 Febbraio 2008, n. 3
Istituzione delle Autorità di Garanzia Indipendenti
Legge Regionale 11 Novembre 2008 n. 32
Interventi contro la violenza sulle donne (art. 5)
CONSIDERAZIONI GENERALI
Anche per il 2010 è stato predisposto dal CORECOM, come di regola e secondo le
norme, un articolato programma di interventi e di iniziative, presentato al Presidente
dell'Assemblea Legislativa regionale, all'Ufficio di Presidenza, ai Presidenti delle
Commissioni Consiliari competenti ed all'AGCOM, che prevedeva una spesa di
gestione molto oculata ma non può non essere sottolineato che continua a permanere
una cronica carenza dei fondi assegnati al CORECOM dalla legge finanziaria, anche
se nella legge di assestamento di bilancio sono stati stanziati ulteriori 30.000 Euro.
E' vero che la particolarmente difficile situazione finanziaria internazionale e
nazionale sta creando in tutti i campi, quindi anche in quello pubblico, molti e
complicati problemi, ma non va comunque trascurata la rilevanza del settore delle
telecomunicazioni che è uno di quelli largamente trainante dell’intera economia
nazionale, sia per il giro economico che attiva, sia per la continua, rapidissima e quasi
quotidiana evoluzione che lo interessa con l’apertura di nuovi orizzonti e scenari
praticamente impensabili sino a pochissimo tempo addietro e comunque non tutti
tranquillizzanti e facilmente gestibili per una sana evoluzione del sistema.
Dai tempi della sua istituzione il CORECOM Marche si è mosso cercando di operare
al meglio nelle prospettive aperte nel tempo tramite le funzioni assegnate dalla
Regione e quelle delgate dall'AGCOM.
Queste hanno permesso di dare maggior rilevanza, visibilità ed autorevolezza alla sua
azione e, al contempo, hanno aperto nuove prospettive.
Com'è noto, accanto alle deleghe assegnate nel Luglio 2004 al CORECOM
marchigiano, a fine ottobre 2008, l'Autorità ha deliberato nuove linee guida che
riguardano in particolare la gestione del monitoraggio dell'emittenza radiotelevisiva
locale, la definizione delle controversie non conciliate e impugnate tra utenti e gestori
dei servizi di telecomunicazione (impropriamente detto “arbitrato”) e lagestione
locale del Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.).
Specialmente per quanto attiene alle deleghe su monitoraggio e arbitrato, la direzione
verso la quale si muove il CORECOM per definire questo ruolo, dovrebbe essere
quella di una vera e propria Autorità regionale di vigilanza e garanzia sul sistema dei
media locali, con un conseguente progressivo ampliamento degli ambiti di intervento.
Nel primo caso le direttive sul monitoraggio che, in materia di controllo sulla
pubblicità, sul pluralismo politico e sociale, sulla tutela dei minori dettano una serie
di norme che fanno di questa attività un mezzo per contribuire alla correttezza dfi
questi programmi, nonché uno strumento per migliorare la qualità dei loro contenuti.
Una prospettiva da suggerire è quella di passare da un computo quantitativo (minuti
di comparsa in video delle varie parti politiche espressa dal territorio), ad una
effettiva analisi di un pluralismo che tenga conto delle tematiche trattate anche per
quanto attiene alla dimensione sociale, alle differenze di genere, alla cultura nelle sue
multiforme ispirazioni e proposte.
Attraverso questa via potrà essere possibile, a giudizio di questo CORECOM,
suggerire innovazioni alle emittenti locali e diverse prospettive di lavoro agli
operatori con l'obiettivo di arrivare, da parte delle mittenti pubbliche e private, ad un
modo più efficace di rappresentare l'immagine del territorio sul quale si opera e di
quanto in esso avviene di rilevante e/o di interesse collettivo.
Non meno importante, anche se certamente non esente da complesse problematiche,
la possibilità da parte dell'AGCOM di delegare ai CORECOM, nell'ambito più
complessivo di conciliazione delle controversie locali in materia di telecomunicazioni
una vera e propria funzione di “arbitrato”, conclusa quindi con una decisione in senso
stretto, che, almeno nelle intenzioni dovrebbe dare una più celere ed esaustiva
risposta ai quesiti posti dagli utenti i quali invece, attualmente, devono adire la sede
legale AGCOM a Napoli.
E' certo che in primo luogo per poter adempiere in modo quanto meno soddisfacente,
almeno sotto l'aspetto operativo, è necessario un potenziamento qualitativo e
quantitativo di personale addetto a tale funzione, il quale deve essere, come
esplicitamente sottolineato dall'AGCOM, assolutamente estraneo alle procedure di
conciliazione proprio per assicurare quella imparzialità e quella terzietà che altrimenti
potrebbero facilmente inficiare procedure e risultati.
FUNZIONI PROPRIE
Per quanto attiene alle “funzioni proprie” del CORECOM, si ritiene ormai non più
procrastinabile per l'anno che verrà, una revisione del ruolo specifico da parte della
Regione che dovrebbe riconoscere a questa struttura non soltanto funzioni di proposta
e controllo, ma anche funzioni di promozione, collaborazione e cooperazione tecnica
almeno per quanto riguarda alcune aree.
La prima funzione deve essere relativa alla promozione della partecipazione.
Tale attività dovrà tenere conto di due aspetti:
1. Aspetto tecnico
2. Aspetto “politico”/operativo
ASPETTO TECNICO
Il primo punto concerne l'adozione di iniziative miranti ad assicurare all'emittenza
locale una piattaforma tecnologica adeguata sia sotto l'aspetto di interventi normativi
regionali miranti ad assicurare le condizioni, almeno minimali, per l'adeguamento
tecnologico alle nuove forme di comunicazione riferite al passaggio al digitale
terrestre, nonché l'adozione di misure indispensabili necessarie per permettere una
fruizione “conveniente” dei siti di ubicazione degli impianti di trasmissione e
ripetizione.
Sono almeno tre anni che il CORECOM si è fatto interprete di quest'ultima necessità
presso l'Assemblea Legislativa regionale, tuttavia, almeno sino ad oggi, risultati
costruttivi non se ne sono veduti.
Per quanto attiene invece al problema del digitale la situazione si presenta non certo
migliore considerando la pesante crisi che, con tale scelta, ha colpito il sistema delle
TV locali con il rischio di una sua irreversibilità in termini di perdita di fonti di
informazione essenziali per il pluralismo e di posti di lavoro.
A giudizio del CORECOM Marche, soltanto un intervento immediato e coordinato di
tutte le Regioni può scongiurare questo pericolo attraverso la predisposizione di un
nuovo e diverso quadro legislativo che, sulla base dei poteri concorrenti Stato e
Regione in materia di telecomunicazioni, già acquisiti, possa contribuire a modificare
attraverso una reciproca intesa costruttiva, un settore sino ad ora appannaggio
esclusivo dello Stato.
Com'è ampiamente noto la scelta del digitale trova il maggior fondamento nella
minore occupazione dell'etere richiesta da questo tipo di tecnologia e quindi,
conseguentemente, in una maggiore disponibilità di frequenze di trasmissione
indispensabili per fronteggiare la sempre maggiore richiesta degli operatori del
settore, dalla TV alle radio e alla telefonia fissa e mobile, in modo particolare per
l'affermarsi dei cellulari di ultima generazione e delle chiavette per Internet, la cui
enorme diffusione è tra le cause principali di notevole rallentamento per l'accesso alle
reti, inconveniente eliminabile soltanto attraverso l'utilizzo di nuove frequenze.
Va comunque osservato che a distanza di un anno e mezzo dai primi switch-off
regionali il bilancio non sembra abbastanza positivo, se si guarda l'intero sistema
delle televisioni locali che è entrato in crisi principalmente per due ordini di motivi:
• il metodo di numerazione automatica dei canali
• la maggiore offerta per gli utenti che dai (relativamente) pochi programmi
disponibili in passato, si sono trovati a poter scegliere tra centinaia di canali,
con conseguente calo e dispersione dell'audience per i canali tradizionali e
danno per gli introiti legati alla diffusione pubblicitaria
Il meccanismo della numerazione automatica dei canali (cd. LCN: Logical Channel
Number) è quello che ha determinato il maggior scompiglio in quanto, fino
all'assestamento definitivo che dovrà essere operato dall'AGCOM, il numero del
canale sul quale è posizionata una TV locale viene modificato continuamente in
modo automatico dall'ingresso di nuovi operatori o dall'occupazione dello stesso
canale da parte di un operatore preesistente.
Tra l'altro a questo proposito, per quanto riguarda le Regioni che hanno zone costiere
lungo l'Adriatico, si è posto, in modo molto serio, il problema della sovrapposizione
delle emittenti straniere della vicina costa dalmata che, con la loro potenza di
emissione “oscurano” le nostre locali.
Non esiste pertanto alcuna garanzia che il numero del canale sia costante nel tempo,
eccetto che per i grandi network nazionali (RAI, Mediaset, LA7), quindi l'utente
rischia di non trovare più “quella” TV che aveva “quel” canale, dovendo magari
ricercarla ogni volta, operazione che magari può essere facile per un giovane o un
addetto ai lavori, ma non certamente per una persona anziana non o poco abituata
all'uso della tecnologia.
L'altro aspetto cui si accennava sopra e che in verità è quello più pesante, è quello del
calo della pubblicità, tenuto conto che la piccola televisione locale vive con la
pubblicità del territorio.
E' quindi ovvio che se il canale non si vede più, l'inserzionista dirotta i suoi
investimenti verso mezzi che forniscono maggiori garanzie di risultati.
Secondo gli esperti del settore, nel breve volgere di qualche anno, le circa 550
televisioni locali attuali presenti sul territorio nazionale, subiranno un drastico
ridimensionamento che potrebbe ridurne il numero a 50 o 60, ovvero quelle che
hanno già attualmente le maggiori risorse per sopravvivere allo stato di crisi e che
potranno rinnovarsi radicandosi maggiormente sul territorio.
Ma la scomparsa di una TV locale, intendendo una emittente a carattere quanto meno
di carattere generale, comporta ovviamente anche la perdita di informazione locale
che si traduce in una perdita irreparabile perché le notizie relative a quel territorio
non verranno poi riportate o riprese né dalle grandi TV locali e quasi mai, salvo
particolari eccezioni, dal servizio pubblico RAI regionale.
Non è difficile comprendere che ogni voce di informazione che scompare è un
pezzetto di pluralismo che viene meno con un danno conseguente per la struttura
democratica della società se è vero, com'è vero, che l'informazione è alla base della
consapevolezza con la quale i cittadini effettuano le proprie scelte.
Non va dimenticato che molte Regioni, attraverso i propri Presidenti, hanno chiesto
all'AGCOM di non penalizzare le TV locali nelle scelte da effettuare per la
numerazione dei canali, con diverse proposte.
Ma, aldilà di interventi sporadici per fronteggiare in qualche modo le contingenze,
sono necessari, a giudizio di questo CORECOM; interventi strutturali che permettano
alle Regioni di guidare lo sviluppo delle telecomunicazioni sul proprio territorio,
anche se, a tutt'oggi, come più sopra evidenziato, il quadro che si sta delineando non
induce certo all'ottimismo.
Infatti è opinione diffusa e condivisa che qualunque possano essere le soluzioni che
verranno adottate, esse potranno essere soltanto un palliativo per consentire poco più
di una boccata d'ossigeno al sistema televisivo locale al fine di prolungarne la
sopravvivenza.
Comunque il digitale terrestre è solo la punta emergente di un iceberg che nasconde
altre possibili insidie, come la televisione ad alta definizione (TV HD) e la televisione
a 3 dimensioni (TV 3D).
Viene perciò spontaneo domandarsi che cosa potrà succedere alle TV locali e in qual
modo potranno sopravvivere, quando i grandi network nazionali, siano essi sul
digitale terrestre o sul satellite, offriranno la TV HD come norma o quando la TV 3D
uscirà dallo stadio sperimentale per diventare una delle offerte “normali” all'interno
della programmazione quotidiana?
Ma di rischi se ne paventano anche altri.
Ad esempio il fatto che esiste il nuovo piano nazionale delle frequenze il quale non
esclude che alle TV locali vengano sottratte frequenze già assegnate, magari per
essere dirottate su altri nuovi network nazionali che si stanno preparando ad infoltire
il panorama televisivo italiano ed a operatori della telefonia mobile, imprese che per
la loro rilevante forza economica sono in grado di sviluppare notevoli capacità di
pressione sugli organismi detentori del potere decisionale.
In più di un'occasione esponenti del Ministero dello Sviluppo economico hanno
affermato in diverse occasioni che se le TV locali non utilizzeranno tutti i canali
digitali assegnati con programmazioni differenziate, le relative frequenze verranno
rese disponibili e immesse sul mercato.
E' certo che attualmente le TV locali utilizzano solo meno di un terzo della
disponibilità dei canali loro assegnati, ma sembra una contraddizione chiedere loro di
effettuare gli investimenti necessari per realizzare una produzione diversificata che
possa coprire i canali disponibili proprio nel momento in cui l'intero sistema
televisivo locale è anch'esso investito da una gravissima crisi anche in conseguenza di
quella economica più generale.
E' vero anche che in via di principio non si può essere contrari alla riappropriazione
da parte del Ministero dei canali assegnati e non utilizzati, da offrire sul mercato ad
imprenditori che ne possano proporre un utilizzo effettivo e produttivo.
Comunque questi problemi si innestano in un quadro generale più ampio che vede un
conflitto internazionale tra due settori fondamentali per le telecomunicazioni:
• il satellitare
• il broadcasting tradizionale, sia via etere, sia via cavo
E' ampiamente noto che SKY, il maggior operatore satellitare, sta pressando l'Unione
Europea per avere via libera anticipata all'ingresso sul digitale terrestre che,
comunque vadano le cose, avverrà nel 2012, con conseguenze fin d'ora ben
immaginabili sul panorama dell'informazione, della comunicazione e della pubblicità.
Già attualmente si assiste a polemiche non troppo sotterranee, ma addirittura anche
furiose, su presunte azioni di dumping nel mercato pubblicitario da parte di alcuni
operatori i quali venderebbero a prezzi addirittura stracciati gli spot per le proprie
reti, costringendo i concorrenti ad un inseguimento non privo di conseguenze anche
nefaste.
Tuttavia in questo scenario a dir poco tumultuoso, le Regioni, almeno sino ad ora,
sono rimaste pressoché assenti.
Sino ad ora infatti, le strategie per il futuro delle comunicazioni, definite dai grandi
gruppi e dalle potenti lobbies nazionali e internazionali del settore, sono state di fatto
imposte dagli organismi statali (Governo, Ministeri, Autorità, ecc.) alle Regioni alle
quali sono state delegate attraverso i CORECOM, le difficoltose gestioni di problemi
locali, senza peraltro alcuna ricaduta e/o beneficio economico e sociale sul territorio.
A questo proposito, a distanza di qualche anno dall'affidamento del primo gruppo di
deleghe effettuato dall'AGCOM ai CORECOM (la convenzione con questo
marchigiano è del 28 Luglio 2004), ci si è resi conto, come peraltro evidenziato in più
occasioni anche nelle precedenti relazioni annuali, che la gestione di queste deleghe
comporta pesanti oneri in termini di personale e di risorse economiche ben superiori
ai finanziamenti assegnati dall'AGCOM, tanto è vero che proprio per questo il
CORECOM Marche non ha espresso, almeno per il momento, disponibilità
favorevole ad assumere i nuovi compiti.
Un'attenta lettura del Testo Unico sugli audiovisivi, così come modificato dal
cosiddetto Decreto Romani, consente di evidenziare in quale misura il panorama
televisivo sia stato modificato non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche per
quanto riguarda gli operatori del settore.
Ai fini di una semplice esemplificazione, basti pensare che al broadcaster
tradizionale, il quale aveva il possesso degli impianti di trasmissione e decideva cosa,
come e quando trasmettere, si è sostituita una molteplicità di soggetti con funzioni
differenziate: ad esempio, l'operatore di rete (possessore degli impianti), il fornitore
di servizi lineari (produttore di programmi da inserire nei palinsesti), il fornitore di
servizi non lineari (programmi a richiesta su cataloghi a disposizione dell'utente),
nonché quelli di servizi interattivi associati o di servizi di accesso condizionato (con
chiavi criptate), sino ai produttori indipendenti, non collegati ad emittenti, che per un
periodo di tre anni non destinino almeno il 90% della propria produzione ad una sola
emittente, anche analogica.
Tutte queste nuove figure, definite sotto il profilo giuridico legislativo, comportano in
pratica non soltanto la parcellizzazione delle funzioni, ma anche una diversa
ripartizione dei finanziamenti sino ad oggi destinati, secondo la Legge 448, ai soli
operatori televisivi tradizionali, dovendo inoltre ciascuna figura richiedere una
specifica autorizzazione necessaria per poter operare sul mercato.
Nel settore quali sono quindi i poteri decisionali che spettano attualmente alle
Regioni per intervenire sul futuro delle telecomunicazioni sul proprio territorio ?
Secondo il Testo Unico vigente alle Regioni spetta in materia di emittenza
radiotelevisiva la potestà legislativa concorrente fondata su alcuni specifici principi
fondamentali, i più rilevanti dei quali possono essere riassunti nella:
• previsione che la trasmissione di programmi in digitale avvenga nelle bande di
frequenza previste dal vigente regolamento delle radiocomunicazioni
dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni nel rispetto degli accordi
internazionali, della normativa dell'U.E. E di quella nazionale;
• attribuzione ad organi della regione o degli enti locali delle competenze
riguardanti il rilascio dei relativi provvedimenti abilitativi, autorizzatori e
concessori per l'accesso ai siti e quelli per emittente, anche radiofonica
digitale;
• previsione che il rilascio di tali titoli di abilitazione avvenga secondo criteri
oggettivi legati alla potenzialità economica del soggetto richiedente, della
qualità della programmazione prevista e dei progetti radioelettrici e
tecnologici, della precedente presenza sul mercato, delle ore di trasmissione,
della qualità dei programmi, delle percentuali di spettacoli e di servizi
informativi autoprodotti, del personale dipendente, con particolare riguardo ai
giornalisti iscritti all'Albo professionale e degli indici di ascolto rilevati.
E' ovvio che tutte queste incombenze richiedono uno specifico e organico “corpus”
di apposite leggi regionali nel quale, tuttavia, le scelte fondamentali, il rilascio dei
titoli abilitativi, delle autorizzazione e delle concessioni continueranno a restare di
competenza dello Stato.
Questo aspetto ha comportato e sta comportando per le emittenti locali delle regioni
adriatiche (dal Friuli alla Puglia) una forma di forte penalizzazione dovuta alla
intromissione, peraltro formalmente legale considerata la legittimità dell'assegnazione
delle frequenze in sede di accordo internazionale, dei segnali televisivi digitali da
parte di emittenti situate sul territorio dalmata-istriano-albanese che oscurano quelli,
più deboli, delle nostre, tenuto conto che il Governo, nel contesto generale degli
accordi internazionali con l'U.E., si è preoccupato quasi esclusivamente di tutelare le
emittenti nazionali più forti, trascurando quasi completamente il discorso delle
emittenti locali, per le quali non si è andati oltre ad un generico 30%, peraltro rimasto
nel vago della definizione, di riserva di frequenze .
Alle Regioni potrebbero ad esempio spettare, come a più riprese ed in altre occasioni
proposto per le Marche dal CORECOM, iniziative per l'istituzione di misure di
incentivazione premiante legate alla qualità dei programmi, magari con particolare
riguardo a quelli che promuovono, valorizzano e tutelino tutte le specificità peculiari
del territorio, attraverso un concreto sostegno economico agli operatori residenti,
puntando ad arrestare in tal modo le vere e proprie “intrusioni”, peraltro già in atto, di
emittenti che operano fuori regione.
Appare quindi indispensabile, in ultima analisi, insistere con l'ente regionale per
stimolarlo ad avviare immediatamente tutti i processi legislativi necessari a definire
organicamente i provvedimenti strutturali per il settore della comunicazione in
generale che vanno dalla carta stampata , alla radio, alla televisione, sino ai nuovi
mezzi che si stanno facendo largo sulla scena e, contemporaneamente, anche
attraverso gli strumenti istituzionali, quali la Conferenza delle Giunte e quella dei
Consigli regionali, stimolare l'apertura di un tavolo di confronto con lo Stato per
definire ulteriori poteri concorrenti per le Regioni (Titolo V della Costituzione), al
fine di garantire una maggior tutela dei diritti dei cittadini e degli operatori delle
diverse realtà.
SISTEMA RADIOTELEVISIVO REGIONALE E
FINANZIAMENTO AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE
Nel corso dell’anno 2010 la situazione esistente dell’emittenza radiotelevisiva locale
è rimasta invariata rispetto all’anno precedente restando di 45 il numero delle
emittenti radio mentre è di nove il numero complessivo delle emittenti televisive
locali e cioè:
1. TV centro Marche (TV Centro Marche SpA)
2. TVRS (Beta SpA)
3. E’TV Marche (Rete 7 SpA)
4. Teleadriatica 7 Gold (Marche Uno TV Srl)
5. Videotolentino ( Videotolentino Srl)
6. Quintarete (Quintarete Pool Televisivo Centro Italia Srl)
7. Tele 2000 (Tele 2000 Srl)
8. RTM (RTM SpA)
9. Fano TV (Emittente Televisiva Comunitaria)
Rispetto alle emittenti sopra elencate due, in modo particolare, si caratterizzano
rispetto alle altre che sono a carattere informativo, cioè, secondo la Del. N. 78 del
1998, art. 1, I comma, lett. d), hanno la caratteristica di trasmettere
“quotidianamente, nelle ore comprese tra le 7 e le 23, per non meno di due ore
programmi informativi, di cui almeno il 50 per cento autoprodotti, su avvenimenti
politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o culturali. Tali programmi, per
almeno la metà del tempo, devono riguardare temi ed argomenti di interesse
locale…”.
Le due emittenti che non hanno le caratteristiche di essere a carattere informativo
sono:
• RTM, la quale è una televisione a carattere preminentemente commerciale la
cui programmazione si basa per lo più sulla messa in onda di televendite,
cartomanzia,ecc.
• Fano TV, che è una emittente televisiva cattolica a carattere comunitario, cioè
“….emittente per la radiodiffusione televisiva in ambito locale costituita da
associazione riconosciuta o non riconosciuta, fondazione o cooperativa priva
di scopi di lucro, che trasmette programmi originali autoprodotti a carattere
culturale, etnico, politico e religioso…” (Del. N. 78/1998, art. 1, I comma, lett.
f).
Il regolamento per le misure di sostegno alle emittenti locali (D.M. 292/2004)
stabilisce che possono concorrere all’attribuzione di contributi, oltre alle emittenti a
carattere informativo, anche televisioni di natura comunitaria.
Restano invece escluse le emittenti che trasmettono televendite per oltre l’80 per
cento della propria programmazione.
In base alle disposizioni menzionate, Fano TV ha, infatti, concorso sia per l’anno
2008 che per l’anno 2009, all’assegnazione dei contributi ministeriali, mentre RTM
non ha mai presentato neppure istanza in quanto priva dei requisiti richiesti.
Dalle domande pervenute da parte delle emittenti televisive marchigiane, dirette ad
ottenere l’attribuzione dei contributi ministeriali, è possibile ricavare una fotografia
attendibile dello stato delle imprese locali, almeno per quanto riguarda il fatturato
prodotto ed il personale dipendente.
Lo stesso D.M. 292/2004 chiarisce che cosa debba intendersi per fatturato e cioè “…i
ricavi riferiti all’esercizio dell’attività televisiva di cui alla voce ricavi delle vendite e
delle prestazioni, risultante dal conto economico del bilancio d’esercizio”.
Per quanto riguarda l’anno 2008, in quanto le domande presentate nel corso del 2009
fanno riferimento alla situazione dell’anno precedente, è possibile rilevare che
l’ammontare complessivo dichiarato dalle emittenti che hanno presentato istanza, è di
5.406.932 euro.
In tale cifra è conteggiato anche il fatturato dichiarato per l’attività svolta nell’ambito
della regione Marche, da Tele A SpA, per una somma di € 13.460, in quanto
quest’ultima, pur avendo sede operativa e legale a Napoli, irradia anche per il 70%
nelle Marche e quindi può, in base a quest’ultimo requisito, presentare ugualmente
domanda per l’attività effettuata nella nostra regione.
Invece per ciò che si riferisce al personale impiegato, quello dipendente, dichiarato
dalle emittenti televisive per il 2008, è complessivamente così composto:
• Giornalisti
8
• Praticanti
4
• Pubblicisti 13
• Altro *
64
* per “Altro” si intende il personale con mansioni tecniche ed amministrative
In ogni caso, aldilà delle nuove tecnologie e sperimentazioni poste in essere e dei
nuovi orizzonti che si aprono quotidianamente, dei quali si è diffusamente accennato
in precedenza, si ritiene che, anche con l'attuale tecnologia tradizionale, il territorio
marchigiano sia abbastanza ben coperto dall’informazione locale e vi sia spazio
sufficiente per consentire il mantenimento di una informazione pluralista e diffusa,
benché un confronto sia pure superficiale con altre realtà regionali anche limitrofe,
dimostra con immediatezza che permangono nelle Marche condizioni di inferiorità,
quanto meno numerica, legate tra l’altro, ad un supponibile ma ingiustificato ritardo,
da parte proprio dell’imprenditoria locale, nella comprensione e nello sviluppo,
specialmente in termini di mancati o scarsi investimenti, complice certamente anche
la grave situazione economica generale, del ruolo trainante che riveste sempre più la
comunicazione nel mercato.
In questo contesto sembra opportuno evidenziare comunque la qualità dei palinsesti,
la presenza di significativi spazi dedicati alla informazione locale, alle produzioni
giornalistiche e di intrattenimento di qualità, frutto della creatività e delle
professionalità che ruotano dentro ed attorno al sistema televisivo locale.
Sotto tale profilo il CO.RE.COM. intende avviare una iniziativa che segnali alla
comunità marchigiana tutti gli operatori e le proposte che si distinguono per
“produzioni tv di qualità” e “produzioni innovative”.
Ciò potrebbe costituire un utile elemento di valutazione per il parere che annualmente
il CO.RE.COM: formula sulla elaborazione delle graduatorie relative alla
concessione alle emittenti locali, dei contributi regionali stanziati dalla L.R. 51/97
che, come si è già detto, risente della necessità ormai non altrimenti procrastinabile,
di una complessiva rielaborazione per metterla in condizione di recepire le novità
emerse nel frattempo che l’hanno resa largamente superata.
Se vi fosse piena consapevolezza nelle istituzioni della rilevanza del fenomeno come
reale mutamento sociologico, anche gli interventi pubblici di sostegno, sotto forma di
contributi finanziari, peraltro di scarsa rilevanza economica, non risentirebbero ormai
della vetustà della loro adozione ed appunto della inadeguatezza delle risorse
destinate allo sviluppo della comunicazione, a cominciare dalla necessità di sostenere
concretamente il passaggio dall’analogico al digitale terrestre per evitare, quanto più
possibile, con lo switch off, la scomparsa di altri operatori, la svendita delle frequenze
a network nazionali che, logicamente, standardizzano l’offerta culturale e informativa
su tutto il territorio nazionale o, peggio ancora, l’utilizzo delle frequenze per la
trasmissione in un continuo di pubblicità ricalcando alcuni canali televisivi
commerciali.
A tale riguardo si ricorda che spetta annualmente al CORECOM la elaborazione della
graduatoria per i contributi alle emittenti televisive locali ai sensi della legge 23
Dicembre 1998, n.448 e del D.M. 5 Novembre 2004, n. 292.
E' questa una delle incombenze maggiormente complesse e delicate attribuite al
CORECOM, tenuto conto che non può parlarsi, sotto il profilo giuridico, come si è
più volte ribadito nel corso di questi anni, né di delega, né di avvalimento da parte del
Ministero dello Sviluppo Economico-Comunicazioni, il quale emana ogni anno uno
specifico bando per la concessione dei contributi alle emittenti televisive locali
previsti dalla Legge 448/98 (finanziaria 1999).
Il bando è emanato sulla base del Decreto del Ministero delle Comunicazioni 5
Novembre 2004, n. 292, che ha affidato al CORECOM le seguenti funzioni:
• ricezione delle domande di assegnazione dei contributi;
• accertamento della sussistenza dei requisiti per l'ammissione al contributo
sulla base di una attività istruttoria comprendente la verifica dei dati inerenti
al personale e al fatturato, l'esame analitico dei bilanci aziendali, il riscontro
delle dichiarazioni rese dalle emittenti;
• predisposizione della graduatoria per la ripartizione del contributo tra le
emittenti ammesse, mediante l'adozione di una specifica delibera;
• pubblicazione della graduatoria e sua trasmissione al ministero delle
Comunicazioni (entro trenta giorni dall'approvazione) e alle emittenti che
hanno presentato domanda.
Il Decreto 30 Aprile 2009 del Ministero delle Comunicazioni di ripartizione dello
stanziamento previsto per l'erogazione dei contributi alle emittenti televisive che
hanno partecipato al bando 2008, ha destinato alla regione Marche la somma
complessiva di Euro …................
ASPETTO POLITICO / OPERATIVO
Aldilà delle previsioni e del dettato abbastanza generici della legge regionale
istitutiva del CORECOM, un altro aspetto particolarmente rilevante che si è
affermato nel corso degli anni 2009/2010 e che si potrebbe definire “politico”, ovvero
il modo “operativo” di esistere, di porsi e di agire, è quello legato all'attività di
supporto e consulenza del CORECOM Marche in numerosi settori
dell'amministrazione regionale.
In effetti, essendo il CORECOM anche organo di consulenza dell'intera struttura
regionale, in più realtà istituzionali si è venuto affermando il principio di un ricorso
ad esso per ottenere pareri, indicazioni e suggerimenti su vari e disparati argomenti
per i quali si è pensato che la somma di esperienze maturate ed i rapporti stretti di
collegamento con le strutture, pubbliche e private dell'informazione potesse
consentire la realizzazione di iniziative di collaborazione produttive di risultati
positivi.
La prima di queste situazioni si è verificata in occasione dell'attività svolta per la
possibile, temuta diffusione della pandemia, per passare quindi alle proposte e
suggerimenti, anche attraverso la realizzazione di uno spot dedicato, sul tema,
divenuto per il CORECOM istituzionale per legge (L.R. 32/08), della violenza contro
le donne.
Infatti l'approvazione da parte dell'Assemblea Legislativa regionale di tale norma di
legge ha consentito l'istituzione di una specifica norma che (art.1) “riconosce che
ogni forma o grado di violenza contro le donne costituisce una violenza di genere e
una violazione dei diritti umani, dell'integrità fisica e psicologica, della sicurezza,
della libertà e della dignità della persona”.
La stessa legge, all'art. 5, comma 2), prevede proprio che il CORECOM “nell'ambito
delle sue funzioni formula proposte alla concessionaria del servizio pubblico
radiotelevisivo e ai concessionari privati in merito alle programmazioni radiofoniche
e televisive, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi di cui alla presente
legge”.
Sul presupposto di tale norma, che al comma 1, riserva alla Regione la promozione
della più ampia diffusione mediante specifiche campagne informative è intenzione di
questo CORECOM stipulare con l'ente una apposita convenzione per la realizzazione
di una serie di incontri e conferenze da tenere presso le scuole medie inferiori, diretti
agli insegnati, genitori ed alunni, per approfondire la tematica.
Restando sull'argomento, è anche nei programmi di questo organismo avanzare
alcune ulteriori ipotesi di attività concernenti la comunicazione di genere, da un lato
operando in collaborazione con l'Università di Macerata, anche a seguito dei risultati
del seminario ivi svoltosi lo scorso 23 Aprile, dall'altro attraverso la realizzazione di
iniziative, di monitoraggi e ricerca, sulla rappresentazione della donna
nell'informazione e nei media, con particolare riferimento all'immagine delle bambine
e della donna in pubblicità.
A tale riguardo sembra opportuno sottolineare che l'art. 10 della L.R. 8/2001,
istitutiva del CORECOM, assegnando allo stesso ampie funzioni di consulenza e
proposta anche nei confronti della Regione per tutti gli argomenti che in qualche
misura possono correlarsi ad aspetti di comunicazione, ha consentito a quest'ultimo in
modo particolare nell'ambito dello scorso anno, di diventare un vero e proprio
interlocutore privilegiato dell'Ente.
Nella consapevolezza di essere il CORECOM più avanzato nell'ambito nazionale per
l'espletamento di tali compiti, questo organismo intende continuare a qualificarsi
seguendo e magari anche approfondendo questo percorso che è senz'altro uno dei più
rilevanti e determinanti proprio a livello istituzionale.
In quest’ottica appare rilevante realizzare una sempre più efficace sinergia anche con
gli altri CO.RE.COM., attraverso l’apposito Coordinamento Nazionale dei Presidenti
considerato come fondamentale punto di incontro e di scambio di esperienze,
proposte, iniziative, studi e ricerche da sottoporre oltreché all’AGCOM, anche alle
Conferenze delle Assemblee Legislative e Giunte regionali.
Per quanto riguarda invece le altre funzioni proprie previste dalla legge istitutiva, esse
possono essere indicate in:
1. formulazione di parere sullo schema di piano nazionale di assegnazione e di
ripartizione delle frequenze, trasmesso alla Regione ai sensi della Legge
249/97, nonché sui bacini di utenza e sulla utilizzazione dei relativi piani;
2. formulazione di parere sul progetto di rete televisiva senza risorse pubblicitarie
di cui alla citata legge 249/97;
3. elaborazione di parere preventivo sul programma definito dall’art.4 della L.R.
6 agosto 1997, n. 51, verificando l’utilizzo delle agevolazioni ivi previste;
4. espressione di parere sui piani ei programmi predisposti dalla concessionaria
del servizio pubblico radiotelevisivo nonché ogni altro parere richiesto dagli
organi regionali o previsto da leggi e regolamenti in materia di comunicazioni;
5. formulazione di proposte alla concessionaria del servizio pubblico
radiotelevisivo nonché a quelli privati in merito alle programmazioni
radiofoniche e televisive trasmesse in ambito nazionale e locale;
6. manifestazione di proposte e pareri sulle forme di collaborazione fra la
concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e le realtà culturali e
informative della regione, nonché sui contenuti delle convenzioni che possono
essere stipulate con i concessionari privati in ambito locale;
7. proposta alla Regione di iniziative atte a favorire e a sviluppare la formazione e
la ricerca sulla comunicazione radiotelevisiva;
8. tenuta dell’archivio dei siti delle postazioni emittenti radiotelevisive, nonché
degli impianti di trasmissione e/o ripetizione dei segnali di telefonia fissa e
mobile, avvalendosi anche delle segnalazioni che i Comuni titolari del rilascio
delle relative concessioni ed i gestori degli impianti sono tenuti ad inviare;
9. elaborazione di ricerche e rilevazioni sull’assetto socio-economico delle
imprese operanti a livello regionale nelle comunicazioni e sulle relative
ricadute nel mercato;
10. regolazione dell’accesso radiofonico e televisivo regionale secondo quanto
disposto dalla legge 14 aprile 1975 n. 103.
Va infine ricordato che il CO.RE.COM. oltre alle attività istituzionali, esercita le
funzioni delegate, stabilite nelle apposite convenzioni, con le disponibilità in esse
indicate e secondo il regolamento dell’AG.COM. di cui alla legge 249/97.
PUBBLICITA’ ISTITUZIONALE
Occorre inoltre espletare con particolare attenzione, l’esercizio di vigilanza in materia
di pubblicità istituzionale di cui alla legge 112/2004, la quale stabilisce all’art.7, che
le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici anche economici, per pubblicizzare la
propria attività istituzionale, sono tenuti ad impegnare per ciascun esercizio
finanziario, almeno il 15% da destinare a favore dell’emittenza privata televisiva e
radiofonica locale e almeno il 50% a favore dei giornali quotidiani e periodici, oppure
il 60% qualora le emittenti televisive siano impegnate nel passaggio alla trasmissione
in tecnica digitale (art. 25, comma 6).
Senza voler entrare nella ratio del provvedimento, è evidente e tuttora si tratta di una
questione non ancora chiaramente risolta, la difficoltà di interpretazione della norma
soprattutto ai fini di determinare l’esatto significato del concetto di “pubblicità
istituzionale” rispetto a quello di “informazione istituzionale” delle pubbliche
amministrazioni e conseguentemente il modo di preparazione, la qualificazione e la
quantificazione del personale da destinare a questa funzione di vigilanza, tenuto
conto che sino ad ora, forse per la poca chiarezza della norma, si è preferito glissare a
tutti i livelli sul problema.
Appare logico quindi continuare comunque a svolgere nel modo più efficace ed
efficiente possibile i compiti istituzionali affidati dalla normativa attuale
all’organismo, iniziando dalla gestione dell’accesso radiofonico e televisivo regionale
per favorire il quale resta ancora necessario allargare il bacino potenziale dei soggetti
interessati, sia dal punto di vista territoriale, sia da quello quantitativo attraverso una
attenta verifica delle condizioni di fattibilità per la realizzazione di programmi di
partecipazione attraverso le emittenti radio-televisive locali, esperienza della quale il
CORECOM marchigiano è stato, dagli altri organismi consimili, il riconosciuto
alfiere nazionale.
ORGANIZZAZIONE E ASSETTO
Sotto questi aspetti, aldilà di quanto si è accennato riguardo all’esigenza di disporre
di personale quantitativamente e qualitativamente valido, superato in modo
soddisfacente il problema della sede, anche se la collocazione definitiva presso la
nuova sede di Piazza Cavour dovrebbe avvenire entro il 2011, resta comunque ancora
aperto un problema rilevante e immediato al quali occorre fare riferimento e che
dovrà essere perseguito con decisione nell'arco dell'anno prossimo.
Si tratta dell'attività legata al potenziamento dell'attività svolta dal CORECOM sul
web e che già per lo scorso anno si riteneva tra quelli di fondamentale interesse.
Il CORECOM Marche ritiene particolarmente importante puntare per i 2011
all'ulteriore potenziamento del sito Internet, dandogli un ruolo sempre più dinamico e
incisivo sul modo con quale si opera, rendendolo strumento flessibile e dinamico,
costantemente aggiornato, ma anche di interesse per la comunità dei fruitori nel suo
complesso: da quelli che si informano sulla politica telecomunicativa per i giovani, a
quelli che intendono proporre ricorsi e reclami, sino a quanti magari intendono
conoscere più nel dettaglio il mondo della comunicazione nei suoi aspetti più
rilevanti e quindi non soltanto radiotelevisivi, ma riferibili al web, alla telefonia, sino
alla realtà dell’editoria in generale sotto tutti i profili, compresi quindi anche quelli
della carta stampata.
E’ quindi una operazione di ampio respiro destinata ad informare ed ad approfondire
nella comunità l’immagine ed il ruolo che svolge il CO.RE.COM., sino ad ora
relativamente conosciuto, e che va realizzata per gradi, penetrando in ogni settore
della società civile attraverso la comunicazione, soprattutto quella multimediale.
Anche con questo scopo è nata la testata CORECOM MEDIA NEWS, gestita da una
dipendente pubblicista in collaborazione con le due giovani borsiste di cui si è detto,
coadiuvate da un esperto in materie telematiche, con cadenza mensile, che non vuole
essere semplicemente una news letter, che ha originato aspetti di over-dose data la
quantità di quelle pubblicate e inviate e quindi strumento di scarso interesse per la
grande maggioranza del pubblico telematico, ma una vera e propria rivista che tratta
di ogni argomento inerente il mondo della comunicazione, non solo con articoli e
inchieste, ma con veri e propri servizi, interviste, documenti filmati ecc.
In quest'ottica deve essere considerata l'attività di monitoraggio che, benché espletate
per legge in occasione delle consultazioni elettorali ai fini di assicurare il rispetto
della “par condicio”, non è tuttavia ancora formalmente acquisita tra le le nuove
proposte di materie delegate per quanto attiene alla sua effettuazione complessiva su
tutta la programmazione locale.
Secondo questa ipotesi tale tipo di monitoraggio è finalizzato alla verifica della
qualità, dell'equilibrio e della correttezza dell'informazione in ambito regionale (in
particolare attraverso l'analisi del TG regionale del servizio RAI e di programmi
informativi di altre emittenti), nonché alla conoscenza dell'offerta televisiva locale
con progetti mirati ad una accurata osservazione di particolari tipologie di
trasmissioni.
FUNZIONI DELEGATE
Per quanto attiene invece allo svolgimento delle attività delegate al CO.RE.COM.
dall’AGCOM con la convenzione sottoscritta congiuntamente con la Regione il 28
Luglio 2004, va posto in evidenza che delle quattro deleghe assegnate:
1. Vigilanza nella materia della tutela dei minori
2. Esercizio del diritto di rettifica
3. Vigilanza sul rispetto dei criteri fissati nel regolamento sui sondaggi nei mezzi
di comunicazione di massa
4. Tentativi di conciliazione nelle controversie in materia di telecomunicazioni
si è inteso privilegiare i due aspetti ritenuti dal CO.RE.COM. i più rilevanti,
nell’ambito della situazione attuale e cioè:
• La Tutela dei minori
• Le conciliazioni in materia di telecomunicazioni
Va comunque ricordato che attualmente, a fronte delle nuove deleghe proposte ai
CORECOM dall'AGCOM, le più rilevanti delle quali sono:
• La risoluzione delle controversie tra gestori del servizio di telecomunicazioni e
utenti in ambito locale;
• La realizzazione del Registro Operatori della Comunicazione (R.O.C.) secondo
le linee guida approvate dall'AGCOM con la delibera n. 631/07/CONS.;
• Il monitoraggio complessivo dell'emittenza locale secondo le linee-guida
tracciate dall'AGCOM con la delibera n. 632/07/CONS.;
il CORECOM Marche ha ritenuto che, considerati i previsti stanziamenti a ciò
destinati e l'esigenza di reperire ulteriori strumenti operativi (personale ed
attrezzature), non sembra attualmente matura l'opportunità di stipulare una nuova
convenzione, ritenendo altresì che l'attuale situazione di crisi economica imporrà
l'esigenza di ulteriori sacrifici e quindi di ulteriori tagli di carattere finanziario.
TUTELA DEI MINORI
A tale riguardo il CORECOM Marche sta lavorando, già da diversi anni, sull'analisi
dei programmi della “fascia protetta” mandati in onda tra le ore 16:00 e le ore 19:00
dalle TV della Regione.
Tale fascia è detta “protetta” o “Televisione per minori” è quella in cui le imprese
televisive sono tenute a dedicare particolare attenzione, nei propri palinsesti,
all'esigenza di tutelare il pubblico di età minore, nell'ipotesi che l'ascolto televisivo in
tali orari non sia supportato dalla presenza dell'adulto.
Proprio su questo tema il CORECOM marchigiano ha impostato da due anni un
progetto triennale denominato “Adulti più informati, bambini più sicuri” che tratta
l'argomento nell'ambito delle scuole medie inferiori della Regione, rivolto ai genitori
ed agli insegnanti, insieme con la Polizia delle Comunicazioni e l'Ufficio Scolastico
Regionale.
Tale progetto sorto, almeno agli inizi, quasi in sordina, si è andato sempre più
affermando e consolidando grazie all'importanza ed all'interesse dell'argomento
trattato, alla competenza degli operatori ed alla rilevanza sempre maggiore che vanno
assumendo quotidianamente tutte le forme di comunicazione.
Per quanto riguarda questo primo aspetto, che è ormai divenuto un vero e proprio
“cavallo di battaglia” del CO.RE.COM. marchigiano il cui Presidente è stato il
referente a livello nazionale dei Presidenti dei CO.RE.COM., va sottolineata, come si
è già accennato, la realizzazione e lo svolgimento di una campagna per la tutela dei
minori dai mass-media intesi letteralmente nel loro complesso (quindi non soltanto
TV, ma anche Internet, telefonia mobile, iPod, gameboy ecc.) in collaborazione con
la Polizia delle Comunicazioni e con l’Ufficio Scolastico regionale, con i quali sono
state sottoscritte apposite convenzioni di collaborazione con l’obiettivo di
sensibilizzare, attraverso conferenze mirate, depliants, poster, spot televisivi, ecc.,
docenti e genitori in primis, su questo tipo di problematica che certamente non è di
facile comprensione e controllo e che tuttavia è esplosa con clamorosa evidenza
nazionale, partendo anche da episodi deprecabili accaduti proprio nell’ambito della
regione marchigiana.
E’ di particolare soddisfazione aver constatato l’altissima affluenza di genitori ed
insegnanti particolarmente preoccupati da questi nuovi e in parte largamente
sconosciuti strumenti di comunicazione globale, desiderosi tuttavia di comprendere e
condividere con i propri figli un modo d’uso corretto e produttivo.
Sulla base proprio di queste considerazioni è stato realizzato dal CO.RE.COM. uno
spot televisivo, molto apprezzato per la qualità del messaggio espresso, trasmesso
gratuitamente da tutte le emittenti TV locali nell’arco della loro rispettiva
programmazione settimanale, così come è stato mandato in onda, nel corso della
normale programmazione cinematografica, nelle sale di proiezione del maggior
gestore marchigiano.
Con la stipula delle citate convenzioni con la Polizia delle Comunicazioni e con
l’Ufficio Scolastico regionale, si sono potute realizzare ulteriori iniziative che, visti i
risultati sinora conseguiti, permettono di guardare con ottimismo realistico anche
all’anno prossimo riproponendole ed ampliandone anche la portata, oltreché il valore.
Innanzitutto la realizzazione e la diffusione di un pieghevole, pensato e realizzato da
specialisti in materia, per la comunicazione ai ragazzi, genitori ed insegnanti dei
molti pregi, ma anche dei pericoli inimmaginabili e più impensati che possono
derivare da un uso poco consapevole o addirittura assolutamente incontrollato dei
mass media.
L’altro obiettivo che il CO.RE.COM. intende continuare a perseguire nel corso del
prossimo anno è quello di proseguire ancora nella collaborazione con RAI 3,
sostanziata dal progetto “TG in classe”, finalizzato alla realizzazione, da parte degli
stessi alunni delle Scuole Medie Inferiori coinvolte, opportunamente guidati ed
informati da giornalisti qualificati, di veri e propri telegiornali organizzati in classe,
messi poi in onda, come quest’anno ad Agosto, sulla rete nazionale.
Lo scopo precipuo dell’iniziativa, contrariamente alle apparenze, non è soltanto
quello di istruire i ragazzi sul come realizzare un notiziario TV ed in quale modo di
utilizzare mezzi e strumenti di comunicazione, metodi sui quali sono già abbastanza
preparati per loro conto, ma invece quello di insegnare ad essi un uso consapevole
delle notizie ed una loro lettura critica e demitizzante.
Considerati i risultati estremamente positivi conseguiti, non ultimo dei quali
l'interesse suscitato dalla visita conclusiva delle scolaresche interessate presso la sede
RAI di Saxa Rubra, è intenzione del CO.RE.COM. allargare ulteriormente
l’iniziativa nell’ambito di tutto il territorio regionale nell’arco dell’intero prossimo
anno scolastico.
Un ultimo obiettivo riguardante la politica di conoscenza del mondo delle
telecomunicazioni rivolta ai minori, anche se non meno importante, è il
rafforzamento, anche operativo, del rapporto tra i CO.RE.COM. in generale e il
Comitato di Applicazione del Codice di Autoregolamentazione TV e Minori
valutando insieme misure e comportamenti comuni realmente incidenti ed incisivi sia
sui giudizi da formulare nei confronti di programmazioni talvolta ai limiti del
comportamento virtuoso da parte di tutte le emittenti, sia sulle possibili prospettive di
miglioramento e/o integrazione della normativa attualmente vigente.
Nell'arco dell'anno 2009/2010, sono state effettuate numerose segnalazioni al
Comitato, dal quale tuttavia non sono sempre pervenuti risultati incoraggianti,
tuttavia è opinione dei componenti del CORECOM che per il prossimo futuro le
problematiche sollevate possano trovare il giusto binario di scorrimento.
CONCILIAZIONI
Nell'ultimo quadriennio il CORECOM è andato assumendo, in seguito alle funzioni
delegate un ruolo sempre più rilevante e centrale nel campo delle comunicazioni e in
quello relativo alle controversie connesse ai servizi di telecomunicazione.
Tutto questo naturalmente, in piena sintonia con le trasformazioni che a livello
nazionale ed internazionale il settore ha avuto, confermandosi uno dei comparti più
dinamici degli ultimi anni, anche in questa fase di recessione economica.
Il successo di tale trend discende discende da un lato, dalla maggiore diffusione di
servizi innovativi quali la larga banda , la trasmissione dati ecc., dall'altro da una
maggiore concorrenza tra gli operatori di telecomunicazioni (telefonia mobile e fissa,
pay TV, internet), che ha portato ad un decremento dei prezzi praticati ai consumatori
finali e, conseguentemente ad una maggiore richiesta di tipologia di servizi, con
ovvie ripercussioni di incremento nel contenzioso.
Nell'anno 2009 si è concretizzato il lavoro che ha portato l'AGCOM, la Conferenza
dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e la Conferenza delle Giunte
Regionali, a sottoscrivere l'accordo quadro di Dicembre 2008.
A Giugno dello scorso anno le prime tre Regioni (Friuli-Venezia Giulia, EmiliaRomagna e Puglia), seguite a ruota da alcune altre, hanno sottoscritto la convenzione
per il conferimento di ulteriori tre deleghe ai CORECOM, di cui già si è accennato,
tra le quali la definizione delle controversie in materia di comunicazioni elettroniche.
Si è anche sottolineato che al momento il CORECOM Marche, ha ritenuto, in
considerazione dei limiti derivanti dalla disponibilità economica e di personale che
andrebbe logicamente incrementato, di consolidare i risultati positivi già raggiunti
con l'attività di conciliazione svolta sino ad oggi.
Proprio su questo aspetto nel 2011 l'impegno del CORECOM Marche sarà
focalizzato, oltreché su una maggiore razionalizzazione della fase amministrativa
preparatoria all'udienza conciliativa, principalmente sulla fase che ad essa porta.
In altre parole si lavorerà per ridurre ancora, rispetto ai già notevoli risultati attuali
che consentono di operare quasi in tempo reale, il periodo di attesa che intercorre tra
lo stadio di convocazione e la data di fissazione dell'udienza, nonché il tempo per
inviare il relativo avviso di convocazione rispetto al momento di presentazione della
domanda.
Proseguirà quindi l'impegno nella gestione delle istanze, con l'obiettivo di evadere il
maggior numero di quelle pervenute, mediante un ulteriore incremento del numero
delle udienze da svolgere.
A ciò si affiancherà un costante intervento sulla procedura al fine di apportare ancora
ulteriori miglioramenti al servizio.
A ciò potrà pervenirsi attraverso:
• la razionalizzazione delle fasi e dei compiti da espletare;
• la realizzazione e l'implementazione di un sistema informatico “servente” per
una gestione più semplificata delle pratiche;
• un coordinamento più costante e puntuale nell'ambito dell'Ufficio per un più
efficace servizio di informazioni verso l'esterno;
• un ulteriore allargamento ed un consolidamento, lì dove già esistono, dei
rapporti, nonché dello scambio di informazioni e notizie necessarie su tale
servizio, con le Camere di Commercio della Regione, con le alcune delle quali,
sinora, si è collaborato in grande sintonia ed efficienza.
Ciò premesso, va rimarcato come il trend di crescita del numero delle istanze
presentate e di udienze svolte, dall'inizio di Gennaio 2010 ad oggi sia stato
abbastanza contenuto, perchè, superata la fase iniziale di grande interesse e/o
entusiasmo, si è giunti per la prima volta ad una stabilizzazione dei ricorsi pervenuti
intorno ad una media ormai definibile fisiologica, di n. 1013, alla data del 12 Luglio,
a fronte di n. 1045 prevenuti nello stesso periodo dello scorso anno.
Ciò è stato probabilmente determinato anche da una diversa politica dei gestori
mirante a risolvere preventivamente e sicuramente con migliore prontezza il maggior
numero possibile di controversie direttamente con i propri utenti, prima di pervenire
al contenzioso vero e proprio di fronte al CORECOM.
Questo Comitato ha comunque posto in essere diverse attività volte allo snellimento
della fase istruttoria e, soprattutto, al contenimento dei tempi di attesa per lo
svolgimento delle udienze.
Innanzitutto sono stati invitati tutti i gestori ad adeguare le loro presenze in udienza
alle richieste pervenute, ricevendo un buon riscontro dal momento che tutti i
destinatari hanno notevolmente aumentato la loro presenza mensile ai tavoli di
conciliazione.
Sempre sul piano interno, si è poi predisposto un sistema di monitoraggio e di analisi
del rapporto tra richieste pervenute e disponibilità fornita da ogni gestore, degli esiti
delle udienze e della percentuale di quelle rinviate, in modo da poter apportare in
tempo reale le opportune modifiche nelle fasi della procedura conciliativa che
presentano delle criticità.
E' comunque intenzione del CORECOM organizzare, nell'arco dell'anno venturo,
incontri periodici con i gestori dei servizi di telecomunicazione, come già in atto,
positivamente, con Telecom e con le principali associazioni di consumatori,
confrontandosi con tali soggetti riguardo la programmazione dell'attività, le novità
introdotte dall'AGCOM e la risoluzione di eventuali problematiche comuni, a partire
dalla individuazione di eventuali disservizi ricorrenti che possano essere prevenuti.
Comunque, a parere di questo CO.RE.COM., valgono due ordini di riflessioni delle
quali una in merito all’origine di tale fenomeno di contenzioso dovuto ad un
generalizzato aumento di intolleranza e litigiosità, di vera e propria scorrettezza
commerciale, di un uso esagerato di clausole unilaterali e vessatorie, l’altra invece
sull’adeguamento sempre più importante sotto l'aspetto qualitativo del personale del
Comitato che si occupa di questo settore, per dare comunque il miglior servizio
possibile e la risposta più valida alle quasi sempre legittime aspettative non solo degli
utenti, ma anche delle compagnie.
Si ritiene intanto opportuno continuare, anche per il 2011, la convenzione già in
essere da diverso tempo con la Camera di Commercio di Ancona e con quella di
Macerata, sia per delocalizzare, ove possibile, una parte del contenzioso, con
vantaggio pratico degli utenti, al fine di consentire ai cittadini una fruibilità migliore
dal punto di vista logistico, con minori difficoltà di spostamento e conseguenti spese
ridotte, sia per frequentare un ulteriore corso specialistico di formazione per
conciliatori in materia di telecomunicazioni, da iscrivere, secondo la più recente
normativa, nell'apposito registro tenuto presso il Ministero della Giustizia e che
costituisce una novità di tipo anglosassone che individua nelle conciliazioni in
qualsiasi materia una vera e propria “class action”.
Poiché, infine, secondo la normativa dell'AGCOM tuttora vigente, le procedure di
conciliazione sono a titolo completamente gratuito, esse costituiscono comunque un
costo, in parte ristorato dagli appositi contributi dell’Authority al CO.RE.COM., ma
che in ogni caso è possibile quantificare e prevedere, di massima, anche per il
prossimo anno:
€
90.000
• Costo personale
€
8.000
• Spese postali
€
3.500
• Spese telefoniche
€
1.500
• Spese di energia e cancelleria
TOTALE € 103.000
ANNO 2009 AL 12/07/2010
ISTANZE CONCLUSE
ISTANZE NON AMMISSIBILI
667
378
TOTALI ISTANZE PERVENUTE
1.045
percentuale ponderata esiti positivi
(vengono escluse dal calcolo le assenze al fine di calcolare esattamente
l’atteggiamento conciliativo del gestore telefonico)
% esiti
% esiti
positivi
negativi
Telecom TIM
79,7
20,3
Opitel/Tele 2
89,3
10,7
Vodafone
74,3
25,7
74
26
66,2
33,8
0
0
74,6
25,4
SKY
0
0
BT Italia
0
0
Varie
0
0
H3G spa
Fast Web
Tiscali
Wind
REDAZIONE E GESTIONE DEL R.O.C.
Malgrado se ne sia ampiamente discusso, la delega sulla competenza relativa alla
gestione del Registro degli Operatori delle Comunicazioni (R.O.C.) operanti nelle
Marche, che avrà valore di documentazione ufficiale, non è ancora operativa.
Infatti, per quanto riguarda le Marche vanno studiati con attenzione i meccanismi di
funzionamento tenuto conto che le “imprese” di comunicazione in senso lato (TV,
radio, carta stampata, financo ai centri Internet) possono essere quantificati intorno al
numero di 450.
Tenuto conto quindi del numero degli operatori e dell'attenzione pratica che una tale
delega richiede, è necessario, a parere di questo CORECOM preparare soprattutto
adeguate figure professionali per la gestione di una attività che tocca numerosi aspetti
anche si carattere giuridico.
Potrebbe essere utile, a parere di questo CORECOM, contattare la scuola di
giornalismo dell'Università di Urbino e, attraverso la stipula di una apposita
convenzione, attivare alcune collaborazioni, mediante l'istituzione di apposite borse
di studio, con giovani laureati e/o laureandi che avrebbero il compito, sotto il
coordinamento del CORECOM di curare la tenuta e l'aggiornamento di questo
Registro.
Nel frattempo occorre comunque continuare nel controllo e nella verifica dell’elenco
regionale delle imprese radiotelevisive, d’intesa con i competenti uffici territoriali del
Ministero delle Comunicazioni, integrandolo, previo adeguato potenziamento delle
risorse umane e tecnologiche relative, con quello dell’editoria locale.
SERVIZI AI CITTADINI
Nei piani di attività relativi ad alcuni anni precedenti, si sosteneva a questo proposito
che la comunicazione è il mezzo che si addice in modo più compiuto allo sviluppo
consapevole del diritto di cittadinanza, inteso anche come aiuto per una migliore
integrazione multietnica.
Vista l’evoluzione e la rilevanza che il problema assume quotidianamente non
soltanto nel nostro Paese, ma più in generale nell’ambito di tutto il mondo
occidentale, con il costante arrivo di migliaia di immigrati da ogni parte, il tema
sembra essere più centrale ed uno dei più determinanti per dare risposte altrimenti
difficili o impossibili, soprattutto proprio per mancanza di informazione equilibrata e
condivisa.
Accanto a questa problematica che assume giorno dopo giorno sempre maggiore
importanza, appare altresì meritevole di particolare attenzione e tutela un altro tema
che pure attraversa costantemente il mondo dell’informazione: quello riferito alle
forme ed alle situazioni di crisi e di emergenza prodotte da fenomeni naturali e,
soprattutto, dall’azione dell’uomo attraverso la difesa civile.
Vale quindi, a giudizio del CORECOM proporre innanzitutto la realizzazione di
sistemi comunicativi atti a favorire forme migliori di integrazione agli immigrati, ad
esempio mediante la diffusione di appositi spot sulle TV locali utili a fornire
l’orientamento ai servizi di base come l’assistenza sanitaria, quella sociale ed i
problemi del lavoro od anche riferimenti e indicazioni per partecipare a corsi di
apprendimento della lingua italiana.
Inoltre, relativamente alla seconda questione, si potrebbe proporre una convenzione
di attività collaborativa con la Protezione Civile regionale per la creazione di sistemi
tempestivi ed efficienti di comunicazione delle emergenze alla comunità
marchigiana.
FABBISOGNO FINANZIARIO PER LE ATTIVITA' ANNO 2011
Ambito spesa
Regione Marche
Funzionamento attività (stima)
Euro
51.028,00
Ministero delle comunicazioni
Rimborsi quote ad emittenti per messaggi
autogestiti
campagne elettorali 2010 (stima)
64.000,00 *partita di giro
Autorità per le Garanzie delle comunicazioni
Per le deleghe assunte
(stima periodo 01/01/2011-31/12/2011)
51.972,00
Totale complessivo
167.000,00
Inoltre per le ulteriori finalità previste dalla L.R.N.8/2001, si ritiene necessaria per l'anno 2011
l'assegnazione di Euro 160.000 comprensiva delle indennità annuali dei componenti del Comitato.
PS. Si rammenta tuttavia che ai fini del massimo contenimento delle spese non sono state calcolate le
rivalutazioni delle indennità per gli anni 2004 e 2010.