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====== NOTIZIARIO DROGHE ================== Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel. 055.290606 - Fax 055.2302452 URL: http://droghe.aduc.it ------------------------------------------Il numero integrale è scaricabile a questi indirizzi in versione TXT o PDF: http://droghe.aduc.it/newsletter/Droghe-2009-26.txt http://droghe.aduc.it/newsletter/Droghe-2009-26.pdf ------------------------------------------Archivio settimanale Dal 23-06-2009 al 29-06-2009 2009-26 (Anno IX) ARTICOLI - Rapporto Onu sulle droghe illegali. Continuiamo a farci male http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19734 - Mondo. Diritti umani: chiesta la moratoria per la pena di morte sui reati connessi alle droghe http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19735 - Italia. Droghe illegali / Firenze. Fermate quel consigliere del Pdl che assalta i negozi legali... http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19745 - Guinea-Bissau. I grandi narcotrafficanti usano il Paese africano per introdurre droga in Europa http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19756 NOTIZIE - Usa. Obama firma nuova legge contro il tabacco http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19731 - Usa. Obama e la tossicodipendenza: curato al 95% http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19732 - Rapporto Unodc 2009. Consumi e produzione ristagnano tranne l'ecstasy che aumenta http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19733 - Usa. California. L'esperto cambia idea: legalizzare la marijuana http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19736 - Italia. Lazio. Un detenuto su tre e' tossicodipendente http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19737 - Italia. La 'riduzione del danno' secondo Casa del Giovane: 'eliminazione del danno' http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19738 - Messico. Presto decriminalizzato il possesso di piccole quantita' di droga http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19741 - Napoli. Storie di proibizionismo: carabiniere coinvolto in indagini sullo spaccio, 170mila euro al giorno http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19739 - Afghanistan. Gli Usa: basta guerra ai coltivatori di oppio http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19740 - Italia. Giovanardi spiega la nuova strategia anticocaina: convincere i giovani a non usarla http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19742 - Gb. Storie di proibizionismo: Braccio di Ferro vietato ai minori perche' fuma la pipa http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19743 - L'alcol letale per un europeo su dieci http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19744 - Kosovo. Oms: cresce uso di tabacco, alcool e droghe http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19747 - Italia. Giovanardi combatte la droga in tv. Cesa e Berlusconi si accusano di partecipare a festini con droga http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19746 - Ue. Commissione Ue e Croce Rossa Italiana contro la criminalizzazione del consumo di droghe: e' guerra ai drogati http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19748 - Italia. Torino. Radicali: no a proibizionismo su alcool http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19749 - Afghanistan. Usa e G8: basta a programmi di sradicamento del papavero, sono inefficaci http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19750 - Afghanistan. Il Governo contrario allo stop alle eradicazioni http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19751 - Usa. Trovato sito cerebrale che fa ubriacare http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19752 - Italia. Domani la presentazione della Relazione annuale sulle tossicodipendenze http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19753 - Germania. Commercio illegale delle droghe di sostituzione http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19754 - Italia. Storie di proibizionismo: sparatoria per il controllo della piazza paesana, spacciatore minorenne http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19755 ...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia. Durante la scorsa settimana sono stati riportati: - 3 morti - 77 arresti - 276,048 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 178,045 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 98,003 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina) - 45000 "dosi" di droghe sintetiche (tavolette di ecstasy, francobolli di LSD etc.) - 147488 piante di cannabis - 48 giorni di detenzione ------------------------------------------ARTICOLI 24-06-2009 Rapporto Onu sulle droghe illegali. Continuiamo a farci male E' stato pubblicato il rapporto Onu sulle droghe illegali nel mondo (1). Lo specifico ufficio (Unodc) presieduto per tradizione da un italiano (Antonio Maria Costa, quello in carica) grazie al fatto che il nostro Paese e' fra i maggiori finanziatori di questo organismo, ha fatto il quadro del disastro che le droghe illegali provocano nel mondo. Un bilancio altanelante nel tempo, che ogni anno ha sue caratteristiche con la particolarita' di essere simile a quello di qualche anno precedente e che, molto probabilmente, sara' altrettanto simile a quello degli anni a venire. Quest'anno ci dicono che i mercati di eroina, cocaina e marijuana ristagnano mentre quello delle droghe sintetiche e' in aumento nei Paesi in via di sviluppo. Con tanto di medaglia all'Iran per essere il Paese che attua i maggiori sequestri di oppio, all'Afghanistan per essere il maggiore produttore di questa sostanza, cosi' come la Colombia per la cocaina. I mercati mondiali piu' grandi sono quelli della marijuana (Nord America, Oceania e Europa occidentale), della cocaina (Nord America e qualche parte dell'Europa occidentale) e dell'eroina (Sud-Est Asiatico e Europa occidentale). Meno chiari i dati sulle droghe sintetiche, che dilagano un po' dovunque con produzione essenzialmente nel sud-est asiatico. La mappa di una sconfitta che il presidente Unodc portera' al G8 di Trieste il prossimo 27 giugno, riconoscendo che i controlli hanno generato un illecito mercato nero di proporzioni macro-economico che utilizza violenza e corruzione. Tuttavia, per Costa legalizzare la droga per eliminare questa minaccia sarebbe "un errore storico". "Le droghe illegali costituiscono un pericolo per la salute. Ecco perche' la droga e', e deve rimanere, controllata". E' evidente che il nostro Costa, pur di mantenere le posizioni che ha, e' disposto a mettersi la benda sugli occhi e non vede che i danni della illegalita' delle sostanze sono maggiori rispetto ai danni delle sostanze in se'. Non solo, ma, per esempio, non considera il confronto in corso in Paesi come lo Stato della California, dove la legalizzazione della marijuana, oltre che un vantaggio per le questioni di ordine pubblico, e' considerata un vantaggio per la quantita' di introiti fiscali che porterebbe, tali da sanare i bilanci in rosso. Ma Costa e l'Unodc sono altra cosa rispetto al governatore Arnold Schwarzenegger. Ma sono molto simili, per esempio, a quei governanti e politici italiani che, pur sostenendo pubblicamente la loro contrarieta' a qualunque forma di legalizzazione e riduzione del danno, sono ogni tanto "beccati" a far uso di droghe illegali... che sono gli stessi politici che finanziano l'Unodc. Negli scandali goderecci in corso, degli italiani che contano e ci governano, molto probabilmente arrivera' anche la cocaina... sara' come per la prostituzione di cui tutti sanno gia' tutto: i potenti la praticano e per tutti gli altri e' vietato e si va in galera? Non ce ne stupiremmo. (1) http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19733 Vincenzo Donvito 25-06-2009 Mondo. Diritti umani: chiesta la moratoria per la pena di morte sui reati connessi alle droghe Il 26 giugno e' la Giornata internazionale contro le droghe e i traffici e l'Anti-Death Penalty Asia Network (ADPAN), di cui fanno parte lo Human Rights Watch e l'International Harm Reduction Association (IHRA), chiede che i Governi asiatici non applichino la pena di morte per i crimini associati alle droghe. Amnesty International e' membro dell'ADPAN. E' grande e diffusa la richiesta di abolire o limitare la pena di morte. Solo pochi Paesi la applicano, e nel 2008 venticinque Paesi l'hanno eseguita. L'ADPAN, lo Human Watch e l'International Harm Reduction Association si oppongono a tutte le esecuzioni per violazione dei diritti fondamentali. In Asia sono sedici i Paesi che applicano la pena di morte per crimini connessi alle droghe, e molti non forniscono informazioni alle Agenzie internazionali, rendendo difficile calcolare esattamente il numero delle esecuzioni. I dati in possesso su Indonesia, Malesia, Singapore e Thailandia rivelano che e' alta la percentuale delle esecuzioni per crimini connessi alle droghe. Le Organizzazioni mondiali per i diritti umani sono particolarmente preoccupate per quanto avviene in Cina, Indonesia e Vietnam. Malgrado questi Paesi applichino politiche repressive, non ci sono dati sulla riduzione dei traffici illeciti, e non ci sono prove che la pena di morte sia un deterrente. L'ultima ricerca condotta dallo Human Right Watch nel 1988 e aggiornata nel 1996 e nel 2002 sulla connessione tra il numero di omicidi e la pena di morte, concluse: "Non ci sono prove che le esecuzioni siano, rispetto all'ergastolo, un grande deterrente. Ed e' difficile che una prova ci sara'. Non ci sono prove a sostegno dell'ipotesi che sia un deterrente". L'Onu e la Commissione Onu per i diritti umani hanno concluso che la pena di morte per i crimini connessi alle droghe ha fallito nell'affrontare i crimini piu' gravi, e la pena di morte e' autorizzata solo in "casi eccezionali" dove "c'era una volonta' di uccidere e una vita e' stata eliminata" (Documento Onu, A/HRC/4/20,29 gennaio 2007, par. 53). L'Alta commissione per i diritti umani e l'Ufficio antidroghe e crimini dell'Onu hanno espresso perplessita' sull'applicazione della pena di morte in casi di droghe. Le condanne a morte sono spesso eseguite senza un giusto processo. In Brunei, India, Laos, Singapore e Malesia la pena e' obbligatoria per alcuni reati di droghe, non lasciando al giudice alcuna discrezione. La pena di morte obbligatoria viola i parametri internazionali del giusto processo. Le sentenze devono tenere conto dell'individuo per evitare sentenze inumane, crudeli e degradanti. Singapore e Malesia, che hanno il tasso piu' alto di esecuzioni pro capite, applicano la pena di morte ai trafficanti anche dopo una sentenza di presunta colpevolezza. Alle volte le confessioni sono strappate, non c'e' una adeguata assistenza legale, lasciando molti nell'impossibilita' di difendersi adeguatamente. Una severa legislazione penale impedisce lo sviluppo dei programmi di salute pubblica per i detenuti tossicodipendenti, per i familiari, le comunita' e gli Stati. Recentemente Cina, Malesia, Vietnam hanno migliorato i programmi antidroghe per la riduzione dei danni contro la diffusione del virus dell'Hiv, dell'epatite C, e altre malattie pericolose per il singolo e socialmente. Ricerche dimostrano che politiche repressive minano i progressi per altre politiche di recupero sociale. La pena di morte non solo viola i diritti umani, ma e' anche controproducente nel ridurre i danni causati dalle droghe. In occasione della giornata Onu contro le droghe, l'ADPAN, Amnesty International, Human Rights Watch and IHRA chiedono ai Governi asiatici di: * introdurre immediatamente una moratoria sulle esecuzioni in vista di abolire la pena di morte, seguendo le risoluzioni Onu 62/149, e 63/168 * intervenire sulle legislazioni che prevedono la pena di morte per reati connessi alle droghe * abolire l'obbligatorieta' della pena di morte * pubblicare il numero delle esecuzioni e rendere noti i verbali dei processi * adoperare la Giornata mondiale antidroghe per enfatizzare le politiche di salute pubblica che prevengono i danni derivati dal consumo di droghe. 27-06-2009 Italia. Droghe illegali / Firenze. Fermate quel consigliere del Pdl che assalta i negozi legali... I titoli sono del tipo "Blitz antidroga e poi rissa nel negozio della canapa". Cosi' le cronache fiorentine presentano l'iniziativa di un consigliere comunale del Pdl, Giovanni Donzelli, che, entrato in un negozio che vende prodotti derivati della canapa, ha cominciato ad accusare i presenti di violare le attuali leggi sulle droghe illegali. Alla fine del concitato confronto, c'e scappato un ceffone: uno dei titolari contro il consigliere. La questione si spostera' nelle aule di tribunale... dove si dibattera' delle azioni e reazioni ma non del motivo politico che ha indotto il nostro consigliere a fare il blitz, perche' in quel negozio non veniva commessa alcuna illegalita'. Non solo, ma la minaccia del consigliere del Pdl che, se reati non venivano commessi lui avrebbe chiesto al suo partito di modificare in Parlamento le attuali norme si' che negozi del genere chiudano subito... la dice lunga sulle intenzioni di Giovanni Donzelli: propria propaganda alle spalle di un commerciante che faceva il proprio lavoro, creandogli danni economici notevoli che -ci auguriamo- saranno oggetto di una specifica richiesta. Cosi' come ci auguriamo che le associazioni di commercianti intervengano in difesa di un loro collega che e' stato aggredito da un rappresentante istituzionale mentre svolgeva la propria legale attivita'. E dal consiglio comunale di cui cui il nostro fa parte, ci aspettiamo una ferma condanna contro la liberta' e il diritto di impresa e di commercio. Ma, al di la' dell'increscioso fatto di disordine pubblico provocato da un rappresentante istituzionale, rimane un importante gap politico: quello sulle droghe illegali. La questione e' molto seria e variegata, e chi fa affari non sono negozi come quello fiorentino ma la malavita organizzata che il consigliere del Pdl si e' ben guardato dal prendere in considerazione nella propria politica antidroga. E anche molti dirigenti (locali e nazionali) del partito di Giovanni Donzelli non si sognerebbero mai di affrontarla con queste piazzate incivili. Antonio Maria Costa, direttore dell'ufficio Onu per le politiche antidroga, che da quanto dice ci sembra della medesima parte politica del consigliere fiorentino, ha proprio in questi giorni fatto un mega rapporto sul problema (1) e i blitz come quello fiorentino non sono contemplati. Da qui un invito al partito di Donzelli: fermate quel consigliere, non serve a nessuno se non alla propria propaganda basata su violenza e falsita'. Il fenomeno droghe illegali non puo' essere relegato a cronache incivili e sostanzialmente dannose. (1) http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=19734 Vincenzo Donvito 29-06-2009 Guinea-Bissau. I grandi narcotrafficanti usano il Paese africano per introdurre droga in Europa Il colonnello Jose' Zamora Induta, che presiede le Forze Armate della Guinea-Bissau, e' il nuovo uomo forte dopo il doppio omicidio del presidente Joao Bernardo Nino Vieira, il primo marzo scorso, e del capo del vertice militare, generale Baptista Tagme' Na Wae. Il 28 giugno i guineani sono andati alle urne per eleggere un nuovo presidente in un clima dominato da pessimismo. Vanno tanto male le cose nel Paese africano, bistrattato e dimenticato in parti uguali, che l'Agenzia dell'ONU e numerosi media descrivono come il primo narcostato dell'Africa? Qui il narcotraffico comincia a essere un problema nel 2005, con il ritorno di Nino Vieira, il grande attore politico degli ultimi decenni, defenestrato sei anni prima. Alcuni pescatori della zona costiera di Biombo trovano un bidone portato dalla corrente. Al suo interno c'e' una polvere bianca, misteriosa. Alcuni pensano che sia un fertilizzante, ma il caso arriva all'onore delle cronache quando si scopre che si tratta di un bidone di cocaina lanciato in acqua da un natante. Alla fine del 2007, Carmelita Pires, all'epoca ministra della Giustizia, partecipa a Lisbona a una conferenza internazionale sul narcotraffico e presenta un rapporto su politici, militari e poliziotti della Guinea-Bissau coinvolti in attivita' illegali. A Pires giungono minacce di morte. Nello stesso anno, Amador Sanchez Rico, responsabile della Commissione Europea per l'Africa Occidentale, riceve un ordine da Bruxelles: "Occupati della Guinea-Bissau. Le cose si stanno complicando". Ci sono notizie inquietanti: un quarto della droga colombiana, peruviana e boliviana consumata in Europa transita per la nuova rotta africana. Gli informatori locali parlano di carichi di cocaina via mare, via aria e isole disabitate, piste d'atterraggio abbandonate, di aerei che lanciano il carico con il paracadute, di corrieri umani che trasportano capsule di droga nello stomaco. Le autorita' guineiane chiedono aiuto, il Portogallo fa pressione, la Spagna apre un'ambasciata e gli organismi internazionali cominciano a reagire: Nazioni Unite, Unione Europea, Comunita' Economica degli Stati dell'Africa Occidentale. Nell'ex colonia portoghese cominciano ad arrivare i giornalisti a caccia di storie di narcotrafficanti. Ma quello che trovano e' un mondo di miseria e d'abbandono, dove la maggioranza della popolazione sopravvive come puo'. Bissau e' una citta' con la rete elettrica distrutta dalla guerra di dieci anni prima -ha luce solo chi dispone di gruppo elettrogeno-, non c'e' acqua corrente e, praticamente, e' senza rete di telefonia fissa. Un quarto dei bambini muore prima dei cinque anni. Due terzi degli 1,7 milioni di abitanti vivono sotto il livello di poverta'. Il Pil nominale pro capite e' di 220 dollari -tra i quattro piu' bassi al mondo, secondo il Fondo Monetario Internazionale. Il funzionamento degli ospedali dipende al 90% dagli aiuti esterni o da accordi per programmi specifici. Gli impiegati pubblici, ad eccezione dei militari, non ricevono lo stipendio da gennaio. Molti edifici, come l'antico palazzo presidenziale, mostrano i danni dell'ultima guerra (1998-1999). "E' un paese con tutti gli ingredienti di uno Stato fallito", dice Sanchez Rico. Gran parte del territorio nazionale, che include 82 isole dell'arcipelago Bijagos e numerose piste d'atterraggio dell'epoca coloniale, e' fuori controllo. La marina possiede solo due imbarcazioni funzionanti; la forza aerea esiste solo nominlmente visto che non ha nemmeno un elicottero. "In Guinea-Bissau volano solo le mosche", commenta il generale Juan Esteban Verastegui, capo della missione Ue per la riforma della sicurezza. I tre ultimi predecessori di Jose' Zamora sono morti di morte violenta. Anche se cerca di trasmettere un senso di normalita', le sue parole non sono molto tranquillizzanti. "Qui ci vorrebbe un dittatore, in senso buono, per moralizzare la societa'". "Per combattere il narcotraffico ci vorrebbe qualcuno che fosse pulito. Lo si e' detto agli americani quando gli sono stati chiesti i mezzi per affrontare i trafficanti". Nella stessa intervista accusa direttamente l'ex ministro e candidato presidenziale Baciro Dabo' di essere dietro all'attentato che e' costato la vita all'ex capo delle Forze Armate. "Ma questo politico ha l'immunita' e non possiamo citarlo perche' venga a deporre". I tre maggiori sequestri di droga, tra il 2006 e il 2008, sono stati episodi degni dei migliori film polizieschi. Il primo carico (674 chili di cocaina), intrcettato nel porto di Bissau, era stimato in 20 milioni di euro; la droga e' sparita nei depositi del Tesoro e le indagini sono ancora aperte. Il secondo (634 chili), scaricato in una pista d'atterragggio d'epoca coloniale a 50 chilometri dalla capitale, aveva come responsabili un capitano e un tenente, che furono liberati per ordine dell'allora capo delle Foze Armate. Il terzo, il piu' scandaloso, risale a luglio 2008, e ha visto coinvolti un jet privato proveniente dal Venezuela, una nave da Dakar, un cumulo enorme di irregolatita' e di menzogne, e alla fine nelle casse che pareva dovessero contenere medicine c'erano 515 chili di cocaina, sparite come il fumo. I militari fanno parte del problema, dice piu' d'una voce in Guinea-Bissau. Per cercare di rimediare e' stata istituita la Missione dell'Unione Europea per la Riforma del settore sicurezza, ora capeggiata dal generale spagnolo Verastegui. L'obiettivo e' di ridurre drasticamente i 4.500 effettivi di un esercito obsoleto, che conta tre volte piu' ufficiali di soldati, quasi sempre assenti poiche' non hanno nulla da fare. "E' un esercito di vecchi e la maggioranza deve andare in pensione", dice Franco Nulli, ambasciatore dell'Unione Europea. Mentre si cerca di raddrizzare un po' le cose, la cocaina continua a scorrere in Guinea-Bissau, lasciando come uniche tracce l'aumento della corruzione e di piccoli consumatori dei residui di droga persi per strada. I benefici del mercato continuano a latitare. Il generale Verastegui, esperto di missioni di pace in molti punti caldi, come la Repubblica Democratica del Congo, Guatemala, Bosnia-Erzegovina, e' convinto che esista una rotta africana del traffico di droga. "I narcos esperimentano diverse rotte", per cui la Guinea-Bissau la vede come una delle alternative dei grandi cartelli, non l'unica. Secondo lui, e' una nazione vulnerabile, al centro di tutte le accuse, ma gli sguardi dovrebbero dirigersi anche verso altri Stati dell'area. Senza andare tropp lontano, nella vicina Guinea-Conakry, dove la giunta militare ha conquistato il potere lo scorso dicembre in seguito a un colpo di Stato, e che ha avviato una grossa campagna per ripulire l'immagine corrotta delle istituzioni. Por Francesc Relea ------------------------------------------NOTIZIE 23-06-2009 Usa. Obama firma nuova legge contro il tabacco Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato ieri a legge la nuova legislazione sul tabacco che per la prima conferisce al governo ampi poteri di controllo sulla produzione di sigarette e prodotti affini. La nuova legge, in particolare, rendera' piu' difficile per i colossi del tabacco rivolgere i loro prodotti agli adolescenti. "Costringera' questa compagnia ad ammettere pubblicamente e in maniera piu' chiara gli effetti nocivi e letali dei prodotti che vendono", ha detto Obama che ha ricordato di aver lui stesso iniziato a fumare da teenager per poi smettere in eta' adulta. "So bene quanto sia difficile liberarsi di questa abitudine quando la si ha da lungo tempo" ha detto durante la cerimonia di firma. La nuova legge consenta alla Fda di imporre limiti piu' stringenti alla produzione e vendita di derivati dal tabacco pur non mettendo al bando la nicotina, vale a dire l'ingrediente piu' dannoso. Secondo stime ufficiali, circa il 20% degli americani fuma e ogni anno il tabacco uccide circa 440.000 persone negli Stati Uniti tramite cancro, infarti, enfisemi e altre malattie. 24-06-2009 Usa. Obama e la tossicodipendenza: curato al 95% Barack Obama non ha potuto schivare la domanda di un giornalista, volta a scoprire una volta per tutte il rapporto che il presidente degli Stati Uniti ha con il fumo. D'altronde, proprio ieri Obama ha apposto la sua firma alla proposta di legge volta a conferire al governo maggiori poteri di controllo sull'industria del tabacco, trasformandola cosí in legge. "Mi sono curato per il 95% - ha ammesso, nel corso della conferenza stampa che è stata indetta ieri alla Casa Bianca - ma a volte ricado nell'errore". Il presidente si è definito tuttavia come "un ex fumatore, che lotta costantemente contro" il desiderio di accendere una sigaretta. Ma, fermo restando che "non fumo ogni giorno, non fumo in modo costante", "quando fumo non lo faccio mai di fronte alle mie figlie e alla mia famiglia". 24-06-2009 Rapporto Unodc 2009. Consumi e produzione ristagnano tranne l'ecstasy che aumenta I mercati di eroina, cocaina e marijuana ristagnano mentre quello delle droghe sintetiche e' in aumento nei Paesi in via di sviluppo. Sono le conclusioni del "Rapporto mondiale sulla droga 2009" dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), che esorta i governi del mondo ad un maggiore investimento nel controllo del crimine e nelle terapie dei tossicodipendenti. I mercati globali degli stupefacenti "tradizionali" come cocaina, eroina e marijuana sono alcuni stabili e altri in declino, mentre la produzione e l'uso delle droghe sintetiche e' in aumento, soprattutto nel terzo mondo. Il Rapporto (314 pagine), preparato in occasione della giornata mondiale contro la Droga del 26 Giugno, e' stato lanciato a Washington dal Direttore esecutivo di UNODC, Antonio Maria Costa e dal nuovo Direttore dell'Ufficio Nazionale anti-droga degli Stati Uniti, Gil Kerlikowske. Ecco le linee generali del Rapporto: - I maggiori mercati in calo. La coltivazione dell'oppio in Afghanistan (93% della produzione mondiale) e' scesa del 19% rispetto al 2008. In Colombia, dove e' prodotta la meta' della cocaina mondiale, c'e' un declino del 18% nella coltivazione e uno sbalorditivo declino del 28% della produzione rispetto al 2007. La produzione globale di cocaina, a 845 tonnellate, e' la piu' bassa in un quinquennio, nonostante un modesto aumento nella coltivazione in Peru' e Bolivia. - La marijuana rimane la droga piu' coltivata e usata in tutto il mondo, sebbene le stime siano poco precise (in molte parti del mondo e' una pianta selvatica). I dati mostrano che e' divenuta piu' nociva rispetto a quanto comunemente si crede. La media del contenuto di THC (il componente nocivo) di marijuana idroponica nell'America del Nord e' quasi raddoppiato nell'ultima decade. Questo ha una maggiore implicazione sulla salute, infatti si e' registrata una significativa crescita del numero delle persone entrate in ambulatorio. - In termini di consumo, i mercati mondiali piu' grande della marijuana (Nord America, Oceania e Europa occidentale), della cocaina (Nord America e qualche parte dell'Europa occidentale) e dell'eroina (Sud-Est Asiatico e Europa occidentale) sono tutti stabili oppure in calo. I dati per i Paesi in via di sviluppo sono meno chiari. - Le tendenze delle droghe sintetiche -amfetamine, metamfetamine e ecstasy- sono miste. L'uso si e' stabilizzato nei Paesi sviluppati. Nel mondo in via di sviluppo, c'e' preoccupazione che la produzione e la consumazione stiano crescendo, benche' i dati sono limitati. La produzione, prima limitata al domicilio, ora e' un grande business. Laboratori industriali nel Sud-Est Asiatico -particolarmente nella sub-regione del Grande Mekong- stanno producendo grandi quantita' di pasticche di Crystal Meth e una varieta' locale chiamata Ketamina. Alcuni Paesi dell'Unione Europea sono i maggiori fornitori di ecstasy: il Canada e' divenuto il perno del traffico di Meth e ecstasy. E' impressionante come l'uso dell'amfetamina Captagon sia esploso in Medio Oriente. Nel 2007, l'Arabia Saudita ha sequestrato un terzo di tutto il gruppo di sostanze delle amfetamine nel mondo, maggiore di Cina e Usa insieme. - Le rotte del traffico si stanno spostando. "Il mercato globale della cocaina di 50 miliardi di dollari sta subendo uno sconquasso sismico", sostiene il direttore Costa. "Il livello di purezza e i sequestri (nei principali Paesi consumatori) sono in giu', i prezzi sono alti e i modelli di consumo sono in evoluzione. Questo puo' aiutare a spiegare la macabra recrudescenza di violenza in Paesi come il Messico. In America centrale, i cartelli lottano per una contrazione del mercato". In Africa occidentale, un declino nei sequestri sembra riflettere un basso flusso di cocaina, dopo cinque anni di rapida crescita. "Gli sforzi internazionali stanno dando risultati". Eppure, la violenza connessa alla droga e l'instabilita' politica continuano, soprattutto in Guinea-Bissau. "Finche' la domanda di droga persiste, i Paesi deboli saranno sempre presi di mira dai trafficanti. Se l'Europa vuole davvero aiutare l'Africa, dovrebbe ridurre il suo appetito per la cocaina". Mentre il 41% della cocaina mondiale e' stata sequestrata (maggiormente in Colombia), solo un quinto (19%) di tutti l'eroina e' stata intercettata. L'Iran e il Pakistan sono le piu' colpite dal traffico di droga e sequestrano anche il maggior numero di eroina (oppio, morfina). Nel 2007, l'Iran ha sequestrato l'84% dell'oppio mondiale, e il 28% di tutta l'eroina. Pakistan al secondo posto in termini di sequestri di eroina (e morfina). Per migliorare lo scambio di informazioni e lo svolgimento di operazioni di lotta al narcotraffico, l'UNODC ha messo a punto una iniziativa triangolare tra Afghanistan, Iran e Pakistan. "Piu' oppio nei dintorni dell'Afghanistan e' sequestrato, meno eroina sulle strade d'Europa. E viceversa, meno eroina viene consumata in Occidente, tanto piu' ci sara' stabilita' in Asia occidentale", ha osservato Costa, che portera' questo messaggio sulla situazione in Afghanistan alla conferenza ministeriale del G8 a Trieste il 27 giugno. - Nessun controbilancio tra la sanita' pubblica e la sicurezza pubblica. Il Rapporto dedica particolare attenzione all'impatto della criminalita' connessa alla droga. Nella prefazione alla relazione, Costa esplora il dibattito sulla abrogazione del controllo della droga e riconosce che i controlli hanno generato un illecito mercato nero di proporzioni macro-economico che utilizza la violenza e la corruzione. Tuttavia, il direttore avverte che legalizzare la droga come un modo di eliminare questa minaccia -come alcuni hanno suggeritosarebbe "un errore storico". "Le droghe illegali costituiscono un pericolo per la salute. Ecco perche' la droga e', e deve rimanere, controllata", ha detto il capo del UNODC. In uno sforzo per migliorare la trasparenza e l'attendibilita' dei dati, quest'anno l'UNODC ha introdotto delle gamme nelle stime dei livelli del Paese. Per molte regioni, e per alcuni droghe (come la marijuana e ATS) le gamme sono relativamente ampie in quanto le informazioni sono piu' limitate. "Esorto i governi a raccogliere maggiori informazioni. Cio' fornira' un quadro piu' chiaro delle tendenze di droga, e, di conseguenza, migliorare il controllo delle droghe". 25-06-2009 Usa. California. L'esperto cambia idea: legalizzare la marijuana Studiando con fondi federali gli effetti della marijuana sui polmoni nel lungo periodo (30 anni), un ricercatore dell'universita' della California e' arrivato alla conclusione che la marijuana debba essere legalizzata. Donald Tashkin dell'UCLA David Geffen School of Medicine, intervistato dal gruppo editoriale McClarchy, ha detto: "A questo punto sono favorevole alla legalizzazione della marijuana. Non incoraggerei nessuno a fumarla, ma credo che non meriti di essere inserita tra le sostanze illegali. La nicotina e' ancora piu' dannosa, e l'alcol causa anche piu' problemi della marijuana". Tashkin era contrario alla legalizzazione, perche' riteneva che avrebbe portato ad un aumento del consumo e quindi maggiori problemi di salute, ma dopo decenni di ricerca scientifica ha cambiato idea. Nel 2006 fu a capo di una delle piu' grandi ricerche su larga scala sulle connessione tra la marijuana e le possibilita' di sviluppare il cancro ai polmoni. La ricerca analizzo' 2200 soggetti, e rivelo' che la marijuana non poteva essere associata al cancro ai polmoni o alla trachea anche per i fumatori accaniti (oltre 22 mila sigarette nel lungo periodo). "Non trovammo alcun collegamento", ha dichiarato nella recente intervista, aggiungendo che i cannabinoidi provocano la morte delle cellule prima che siano in grado di mutarsi in cancro. 25-06-2009 Italia. Lazio. Un detenuto su tre e' tossicodipendente I detenuti presenti nei 18 penitenziari del Lazio sono 5.634, di cui 3.622 italiani e 2.012 stranieri. Un terzo della popolazione carceraria e' tossicodipendente, con una netta prevalenza di uomini (1.655) rispetto alle donne (74), e circa la meta' appartiene alla cosiddetta "area del consumo problematico" di sostanze stupefacenti, con un'incidenza notevolmente superiore alla popolazione non reclusa. Questa, secondo i dati del ministero della Giustizia aggiornati a ieri, la fotografia dei detenuti tossicodipendenti che affollano le carceri laziali. Agli operatori dei Sert che li assistono quotidianamente tra le mura dei penitenziari e' dedicato il manuale redatto dall'area di programmazione dei servizi per i soggetti deboli della Regione Lazio, in collaborazione con un gruppo di lavoro tecnico composto da esperti del settore, e presentato questa mattina durante un convegno che si e' svolto alla Regione Lazio al quale ha partecipato, fra gli altri, il vice presidente della giunta, Esterino Montino. Il volume, pubblicato come supplemento del Burl numero 21 del 6 giugno scorso, definisce gli obiettivi e le politiche in favore dei detenuti tossicodipendenti, le risorse necessarie ad attuare gli interventi, il metodo e gli strumenti operativi messi in campo per assistere gli utenti, e il sistema di monitoraggio e di verifica dei risultati raggiunti. Con questo manuale, primo in Italia, si stabiliscono criteri, standard e protocolli operativi condivisi tra tutti i Sert penitenziari. 25-06-2009 Italia. La 'riduzione del danno' secondo Casa del Giovane: 'eliminazione del danno' Riceviamo e pubblichiamo Da ogni dove da troppi anni continuano a rimbalzare tra le righe dei giornali, sulle riviste specialistiche, nelle conferenze che si occupano di dipendenze queste parole: ‘RIDUZIONE DEL DANNO’. Ma che cosa intendiamo quando parliamo di riduzione del danno? Innanzitutto parlando di questo, accettiamo dentro di noi che il danno ci sia, che sia inevitabile e che l’unica cosa che possiamo fare è limitarne l’intensità. Mi chiedo però se possiamo nel nostro lavoro progettare su questo. Credo che la radice profonda di ogni nostro intervento si debba ricercare non in azioni che mirano alla riduzione del danno, bensì ad altro. I ragazzi che accogliamo e che incontriamo ci chiedono di credere e sperare con loro in qualcosa di grande e con che credibilità io posso parlar loro di riduzione del danno quando mi chiedono di ricostruire tutta la loro vita? Rivolgiamoci alle persone che quotidianamente incontriamo nei nostri luoghi di cura e di riabilitazione, all’interno delle nostre comunità o dei nostri centri di pronto intervento, nelle strade e nelle piazze, sentiamo da loro che cosa hanno realmente bisogno. Si continua a parlare di stanze del buco, di somministrazione controllata, di eroina, di pill testing… Tutto ciò non me lo spiego, è ora di dare nuove letture al problema delle sostanze, vederlo sotto altri aspetti, non possiamo più considerarlo solo dal punto di vista della sanitarizzazione del problema. Creare stanze di somministrazione per chi? Oggi le persone che incontro sono purtroppo incappati nell’eroina giovanissimi e la loro modalità di assunzione non ha nulla a che fare con la siringa e allora? Li aiutiamo a fumare l’eroina? Offriamo loro l’accendino e la stagnola? In quanto al pill testing siamo proprio sicuri che se un giovane scopre della bidonata del contenuto della sostanza acquistata non la rivende a qualcun altro pur di recuperare i soldi per un’altra dose? Pensate che questi pill testing riescano realmente a capire la presenza di un contenuto dannoso in un mondo di trafficanti che continuano ad immettere nel mercato sostanze di nuova composizione? E allora che facciamo investiamo in pill testing sempre aggiornati che dopo un mese sono già vecchi? Ma la risposta istituzionale non può essere relativa al solo fatto che tutto ciò non verrà permesso sul territorio italiano perché le leggi non ne consentono l’applicazione. Come spieghiamo poi alle nuove generazioni la nostra politica di lotta alla droga condotta in questo modo, come può un giovanissimo capire che sta sbagliando se sente intorno a lui progetti e iniziative che garantiscono la sicurezza in un atto di per sé illegale? Vi prego, nessuno si permetta di distruggere i giovani: questo deve essere il nostro motto. È una nuova cultura che deve passare, fatta di precise indicazioni, i ragazzi devono poter capire cosa è bene e cosa è male, ma non è tutelando l’illegale e il dannoso che la situazione migliorerà. E allora il mio pensiero va al centro di bassa soglia “In & Out” (Drop in) finanziato dall’Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, all’idea diversa di accoglienza e sostegno ai più poveri e disagiati, ad una risposta di riduzione del danno diversa che cerchiamo di portare avanti qui a Pavia da due anni.. Nell’ultimo anno (da aprile 2008 ad aprile 2009) abbiamo accolto 10.501 persone, dei quali 185 nuovi arrivi. Il centro è stato aperto per 255 giorni per 1487 ore di servizio: 5 persone accompagnate e seguite in corsi professionali, 20 inserite nel mondo del lavoro tutte persone che hanno trovato nel centro ascolto e un sostegno concreto. Tutte persone che erano classificate come croniche e senza futuro dai più. Alcuni di loro attraverso progetti personalizzati hanno iniziato a lavorare, seguendo corsi di formazione appositi e tenendosi in questo modo lontani da condotte devianti e problematiche per la società e per sé prima di tutto. Ma tutto questo ha bisogno di sostegno, di impegno concreto, di continuità… Le 1271 lavatrici industriali, le 1182 asciugatrici industriali, le 4.107 docce e le più di 8000 colazioni, le 8405 merende pomeridiane, le 16010 bevande non possono lasciarci indifferenti rispetto all’importanza di questi servizi e alla necessità che tutto questo possa avere un seguito e una garanzia anche e soprattutto dalle istituzioni. 567 colloqui strutturati individuali, 91 persone accompagnate e monitorate con i servizi pubblici (SerD e CPS), 208 prestazioni mediche e sanitarie offerte, 28 persone inserite nel dormitorio pubblico… Dove sarebbero andate queste persone altrimenti? Come poter ricostruire la propria vita, dopo avere perso tutto, senza avere nemmeno la possibilità di soddisfare i bisogni primari? Certo che le difficoltà incontrate sono state molte, i loro bisogni sempre più esigenti, le loro sofferenze sempre più meritevoli di presa in carico, altrimenti che finalità avrebbe questo servizio ? Spesso mi chiedo come arginare tutto il disagio che devasta i giovani che vivono condizioni più disperate.. la soluzione si trova solo attraverso una presa in carico globale, dove non ci si limiti alla riduzione, alla mera risposta alle esigenze, bensì si punti alla presa in carico dei loro vissuti. Per fare ciò dobbiamo portare nel nostro cuore i loro disagi, le loro storie, le loro sofferenze senza limitarci, ma andando oltre. Ed è allora che tutto ciò ha un riflesso nelle nostre coscienze e nel nostro impegno verso di loro. Oggi più che mai è indispensabile rivedere la nostra idea di “riduzione del danno”. Sconfiggerla cercando di mettere in giro una cultura che aiuti i giovani a credere in loro stessi e che porti molti di loro che si considerano cronici, irrecuperabili, all’idea che qualcosa di nuovo possa sempre accadere, che la speranza sia sempre un faro da cercare. Saranno loro poi ad essere i promotori di tale cultura salvifica, saranno loro poi con il loro tam tam che ci aiuteranno e si faranno portatori di chi voce non ne ha e non ha la possibilità di pronunciarsi. Il benessere di una società dipende da come le persone si prendono cura dei più sofferenti, da quanto ognuno riesce a prendersi le proprie responsabilità a seconda anche delle proprie cariche politiche, non è più il tempo delle deleghe, è ora di agire. Simone Feder Psicologo Coordinatore Area Adulti Dipendenze, Comunità Casa del Giovane 25-06-2009 Messico. Presto decriminalizzato il possesso di piccole quantita' di droga Approvata la legge che decriminalizza il possesso di piccole quantita' di marijuana, cocaina, metanfetamina, eroina, e altri stupefacenti. Nel passato ci sono stati dei tentativi di far approvare una legge simile, ma questa volta si prevede che il presidente Felipe Calderon la firmi. Intorno all'approvazione della legge a differenza del passato non ci sono state molte polemiche, forse a causa della poca pubblicita' all'evento. Per alcuni, questa legge dara' un messaggio errato, soprattutto per la lotta contro i maggiori trafficanti di droghe lanciata da Calderon, ma il presidente e' tra i propositori della legge. La sua spiegazione e' che bisogna distinguere tra piccoli consumatori e grandi spacciatori, quindi dare maggiori risorse contro i cartelli. "La cosa importante e' che i consumatori non siano considerati criminali. E' un problema di salute, non criminale", ha dichiarato Rafael Ruiz Mena, segretario generale del National Institute of Penal Sciences. La legge e' stata approvata nel momento che l'attenzione pubblica messicana e mondiale era catturata dlla febbre suina. Approvata da Camera e Senato, ora il presidente deve firmarla per diventare esecutiva. 25-06-2009 Napoli. Storie di proibizionismo: carabiniere coinvolto in indagini sullo spaccio, 170mila euro al giorno Una holding che non conosce crisi, capace di ricavi di ben 170 mila euro al giorno. E' l'imponente giro d'affari illecito dello spaccio di droga scoperto nell'ambito dell'operazione Alta Marea 2 condotta ieri contro affiliati e persone collegate al clan Gionta di Torre Annunziata (Napoli). Ufficiali di polizia giudiziaria della Squadra mobile di Napoli, del locale commissariato e gruppo carabinieri hanno eseguito 28 misure cautelari in carcere disposte dal gip di Napoli su disposizione della Dda di Napoli e della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Tra i destinatari dei provvedimenti anche un carabiniere della compagnia di Torre Annunziata che, alla luce di quanto emerso dalle indagini, informava, dietro pagamento, il capo clan Pasquale Gionta, peraltro al regime penitenziario del 41 bis e gli altri principali affiliati della cosca di imminenti blitz ed interventi delle forze dell'ordine. Nei suoi confronti l'accusa di corruzione, favoreggiamento personale e divulgazione di atti coperti da segreto d'ufficio. Sono state accertate diverse estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti della zona ma soprattutto l'esistenza di una delle piu' fiorenti piazze di spaccio dell'organizzazione. I provvedimenti di ieri sono lo sviluppo investigativo delle indagini coordinate dalla Dda di Napoli e dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata gia' sfociate il 4 novembre scorso nell'operazione Alta Marea 1 nei confronti di 88 persone e il successivo 10 gennaio nell'operazione Fortapasc a carico di 16 persone. L'ordinanza cautelare, sottolinea il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Rosario Cantelmo, si fonda su un corposo materiale probatorio costituito dalle intercettazioni ambientali effettuate presso abitazioni degli esponenti di vertice dell'organizzazione e dal monitoraggio con telecamere nascoste che hanno ripreso le persone coinvolte nella gestione della piazza di spaccio che si trovava in via Bertone e via Castello. Inoltre, un contributo importante alle indagini e' arrivato dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia gia' inseriti sia nel clan Gionta e dai relativi riscontri che sono stati ottenuti. 25-06-2009 Afghanistan. Gli Usa: basta guerra ai coltivatori di oppio L'amministrazione Obama tagliera' i programmi contro la coltivazione di papaveri di oppio in Afghanistan per non alienarsi ulteriormente il sostegno degli afghani e favorire i talebani. Lo ha spiegato l'inviato speciale per Afghanistan e Pakistan, Richard Holbrooke, sottolineando che questo cambio di politica non ridurra' la battaglia contro l'eroina, di cui l'Afghanistan produce da sola il 90%. L'obiettivo e' colpire i trafficanti di droga non quanti coltivano i papaveri da oppio. Hoolbrooke ha chiarito che il presidente Obama sta effettuando "significativi adattamenti" rispetto alla precedente politica di George W. Bush che concentrava la lotta agli estremisti islamici anche nello sradicamento dei campi di papaveri la principale fonte di sostentamento per molti afghani ma anche di introiti per i talebani "Stiamo riducendo i nostri sforzi per sradicare i campi (di papaveri da oppio), per irrorarli (con defolianti), una politica che pensiamo sia del tutto inutile", ha spiegato Hoolbrooke testimoniando di fronte al Congresso. L'inviato per il cosiddetto Af-Pak ha sottolineato che il denaro risparmiato sara' reinvestito nella lotta "al traffico di droga" alla cattura dei narcotrafficanti e ad aiutare gli agricoltori a passare ad altre coltivazioni "Le centinaia di milioni di dollari che abbiamo speso per sradicare i raccolti non hanno danneggiato in alcun modo i talebani. Anzi li hanno aiutati a reclutare altra gente", ha concluso Holbrooke. 26-06-2009 Italia. Giovanardi spiega la nuova strategia anticocaina: convincere i giovani a non usarla 'Per convincere i ragazzi a non drogarsi potrebbe essere utile dire loro che non facendolo non solo aiutano se stessi ma anche il mondo. Farlo quindi diventare una missione. Perche' le coltivazioni di coca distruggono l'ambiente, il traffico di droga alimenta criminalita' e terrorismo e lo spaccio provoca la morta di chi consuma le sostanze'. E' la strategia proposta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Politiche antidroga, Carlo Giovanardi, intervenuto ieri alla tavola rotonda 'Solo ragazzi o ragazzi soli? Internet e droga on line', organizzata dalla Fict (Federazione italiana comunita' terapeutiche) e dall'Unicri (organismo dell'Onu per la lotta alla droga e al crimine) in vista della Giornata mondiale contro la droga. 'La prevenzione e l'informazione dei giovani rispetto ai rischi connessi all'uso e abuso di droghe dovrebbero inoltre passare per la rete - ha proseguito Giovanardi - la stessa attraverso la quale i ragazzi acquisiscono nozioni rispetto alle droghe e le acquistano'. A proposito dell'utilizzo della rete per finalita' legate alle droghe, il coordinatore per Reggio Emilia del Ceis, Mario Cipressi, ha evidenziato come internet sia certamente un mezzo per avvicinare i giovane alle sostanze stupefacenti ma costituisca anche un valido supporto, a volte, per uscire dall'abuso. Sul sito www.drogaonline.it, infatti, gestito da Fict e Ceis, arrivano numerose e-mail di ragazzi che chiedono aiuto no per smettere di consumare droghe. In questo la rete puo' essere il primo strumento per avvicinarsi alla terapia, essendo un 'ambiente' familiare ai ragazzi. Internet puo' dunque essere vista anche come un'opportunita'. Secondo Mimmo Battaglia, presidente della Fict, e' pero' anche necessario riportare i giovani a incontrarsi di persona e non in realta' virtuali, ad affrontare problemi e crisi piuttosto che rifugiarsi nella realta' virtuale. Bisogna anche che gli adulti siano piu' vicini ai ragazzi e sappiano ascoltarli e consigliarli. 'La fuga nel virtuale, come ogni fuga - ha sottolineato - e' la reazione di un animale spaventato di fronte al pericolo. Gli etologi - ha concluso - insegnano che l'altra reazione possibile e' la lotta. Io ho scelto di lottare'. "Quando ero ministro della solidarietà sociale, ogni volta che dicevo qualcosa di buon senso sulle droghe venivo descritto come un ministro che voleva arrivare alla droga libera dall'opposizione come da molti media nazionali". Lo dichiara Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se, che aggiunge: "Oggi leggo le dichiarazioni di Antonio Maria Costa, presidente dell'Unodoc, che aprono la strada ad una diversa strategia d'intervento alternativa sulle droghe dopo un secolo di politiche di persecuzione contro i consumatori. Dichiarazioni queste che arrivano quasi in concomitanza con quelle del presidente degli Stati Uniti Obama che, per quanto riguarda l'Afghanistan, parla apertamente di una strategia alternativa sulle coltivazioni di oppio distinguendo tra piccoli coltivatori e narcotrafficanti. Mi pare di capire che solo in Italia si continui a difendere, sulle droghe, un'impostazione ideologica repressiva, proibizionista e punitiva verso i consumatori, politica che non trova più spazio nel dibattito politico e scientifico internazionale. Spero solo che ora qualcuno abbia la cortesia di comunicarlo al ministro Giovanardi". 'Da Giovanardi tante parole, ma nessun fatto: il governo e' totalmente indifferente rispetto ai bisogni delle realta' che si occupano di contrasto alle tossicodipendenze'. E' quanto afferma l'ex parlamentare di Rifondazione VIttorio Agnoletto sottolineando che 'gli sforzi dell'esecutivo non sono assolutamente orientati verso le politiche serie ed efficaci che servirebbero per contrastare il narcotraffico, quanto piuttosto sulla continua criminalizzazione dei consumatori e sulla repressione'. L'Italia, aggiunge, 'e' il fanalino di coda in Europa nelle politiche sulle droghe. L'allarme sull'aumento del consumo di droghe e' sempre alto, ma il governo intanto ha cancellato i progetti di riduzione del danno: nonostante tutte le istituzioni europee abbiano da tempo sottolineato l'importanza di questi progetti, ovvero interventi di strada, unita' mobili, centri a bassa soglia, somministrazione di farmaci sostitutivi, Giovanardi annuncia nelle linee guida appena presentate nuovi tagli in questo senso'. La strategia del governo e' dunque 'arretrata su tutti i fronti'. Di fronte 'a un mercato e a stili di consumo in forte evoluzione - conclude Agnoletto - il governo non fa altro che dare risposte ideologiche, prive di fondamento scientifico: di fatto continua ad essere corresponsabile di tante morti che si potrebbero evitare'. 26-06-2009 Gb. Storie di proibizionismo: Braccio di Ferro vietato ai minori perche' fuma la pipa Popeye rischia di diventare 'vietato ai minori', se non smette di fumare la pipa. Il famoso marinaio potrebbe essere l'insolita vittima della crociata anti-fumo del Primary Care Trust (Pct) di Liverpool, in Gran Bretagna, che chiede la messa al bando di sigarette, sigari, pipe e affini dai film, cartoni animati inclusi. Altrimenti, vanno vietati agli 'under 18'. Sotto la scure del divieto potrebbe cadere, appunto, Braccio di ferro, nonostante da decenni invogli i bimbi di tutto il mondo a mangiare gli spinaci, ma anche altri personaggi dei cartoon con il vizio del fumo, come Bugs Bunny o il neonato di 'Chi ha incastrato Roger Rabbit?', si legge su diversi quotidiani e tabloid britannici. Il piano e' ancora sottoposto a una consultazione generale. Le autorita' politiche cittadine sono piuttosto scettiche sulla proposta, che non esitano a definire "censura". Il sostegno al divieto di fumo e' incondizionato, spiegano, ma non ci sono "argomenti razionali" a sostegno della tesi che bimbi e ragazzini siano sedotti dalle sigarette viste nei film. Obiettano che "chi guarda un film su Che Guevara, non diventa un rivoluzionario". I contrari alla proposta, inoltre, fanno presente che il Pct ha questioni piu' importanti di cui occuparsi, come la difficolta' dei cittadini a prenotare una visita dal medico o ad avere una terapia senza mettere mano al portafoglio. Un portavoce del Pct conferma la richiesta che "i film, compresi i cartoni animati, con personaggi che fumano vengano vietati ai minori, a meno che non mostrino i danni causati dal consumo di tabacco alla salute". 26-06-2009 L'alcol letale per un europeo su dieci In Europa, un caso di morte ogni dieci e' riconducibile al consumo d'alcol, e la situazione peggiore riguarda la Russia, dove la meta' dei decessi tra i maschi dai 15 ai 54 anni e' d'addebitare alla vodka. Lo segnala lo studio pubblicato in un'edizione speciale di Lancet. Gli esperti, diretti da Juergen Rehm del Centro di ricerche per le dipendenze e la salute mentale di Toronto (Canada), sottolineano che in linea generale l'alcol causa le stesse conseguenze del tabacco. Nella loro analisi hanno considerato non solo le malattie tipiche degli alcolisti come la cirrosi epatica, bensi' disturbi di cuore, certi tipi di cancro, incidenti stradali, violenza. Conclusione: nel mondo una persona su 25 muore a causa dell'alcol, e se la quota e' inferiore a quella europea cio' dipende dal fatto che in molti Paesi, vedi quelli islamici, si beve poco o nulla. Per contro, si registra un aumento sensibile in Stati come India e Cina. La media globale e' di 6,2 litri d'alcol puro all'anno a persona, ma tra gli europei s'arriva a 11,9 litri. 27-06-2009 Kosovo. Oms: cresce uso di tabacco, alcool e droghe In Kosovo preoccupa l'incremento nell'uso di tabacco, alcol e sostanze stupefacenti in particolare tra i piu' giovani, secondo quanto indica un rapporto pubblicato oggi dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms). 'I dati riportati nello studio indicano che la droga e' ampiamente disponibile in Kosovo, e che tutti i tipi di farmaci sono utilizzati da parte dei giovani kosovari', ha detto Dren Rexha, rappresentante dell'Oms. Dal rapporto e' emerso che il 43,5% dei giovani kosovari fumano - l'eta' media e' di 16 anni - mentre il 37,8% hanno ammesso di consumare regolarmente alcol, il 3,8% hanno provato almeno una volta la canapa indiana, lo 0,4% ha dichiarato di aver provato l'eroina. 27-06-2009 Italia. Giovanardi combatte la droga in tv. Cesa e Berlusconi si accusano di partecipare a festini con droga "Si possono certamente avere opinioni diverse in ordine all'efficacia e all'utilità degli spot contro le droghe in TV ma corre l'obbligo di precisare che gli spot antidroga della Presidenza del Consiglio, da oggi in programmazione sulle reti Rai negli spazi televisivi dedicati alla trasmissione di messaggi con finalità di comunicazione sociale e caratterizzati dalla presenza di celebrati calciatori del Milan, della Juventus e dell'Inter, sono stati realizzati a "costo zero" e solo grazie alla cortese disponibilità degli atleti e dei Presidenti delle relative società sportive". Lo comunica in una nota il dipartimento delle Politiche antidroga della Presidenza del consiglio. E a proposito di Presidenza del consiglio... Lorenzo Cesa contrattacca e rispedisce al mittente la solidarietà che gli è stata espressa dal premier Silvio Berlusconi, dopo l'articolo che lo riguarda pubblicato sul 'Giornale'. "Non ho mai partecipato a festini, ne' ho mai frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga afferma in una nota il segretario dell'Udc -. Rispetto tutti, ma non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal presidente del Consiglio". "Mi dispiace che l'on. Cesa non accetti la mia solidarieta'. Non ho mai partecipato a cosiddetti festini, non ho mai frequentato minorenni ne' so a chi si riferisca quando parla di persone che fanno uso di droga". Lo scandisce in una nota il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che all'esponente centrista manda a dire: "La sua risposta e' offensiva e disdice sia la sua immagine, sia la considerazione che nutrivo nei suoi confronti". Conclude Berlusconi: "Spero che torni in se e che risponda alle provocazioni con la stessa serenita' e con lo stesso stile con cui reagisco io". 27-06-2009 Ue. Commissione Ue e Croce Rossa Italiana contro la criminalizzazione del consumo di droghe: e' guerra ai drogati Nell'Unione europea i consumatori di cocaina sono quasi 12 milioni, mentre sono circa 7-8.000 coloro che perdono la vita ogni anno a causa della droga, ovvero un morto per overdose ogni ora. Questo il dato allarmante evidenziato dal vicepresidente della Commissione europea e commissario per Giustizia, Liberta' e Sicurezza Jacques Barrot, nel giorno in cui, in occasione della Giornata internazionale contro la droga, Bruxelles lancia una nuova iniziativa di sensibilizzazione e informazione, l'Azione europea sulla droga (Aed). L'obiettivo e' mobilitare la societa' e sensibilizzarla al problema della droga nell'Unione europea. L'Aed intende fare leva sul principio della "responsabilita' condivisa" e incoraggiare chiunque, gruppi, singoli, professionisti del settore o semplicemente membri della societa' civile, a firmare una dichiarazione d'impegno e a prendere un'iniziativa che riguardi in qualche modo il problema droga. All'incontro di ieri a Bruxelles, sono intervenuti circa 120 partecipanti da tutta l'Ue, mentre sono 21 le organizzazioni e i cittadini che hanno aderito all'Aed sottoscrivendo un impegno. Tra gli italiani, era presente Massimo Barra, vicepresidente della Croce Rossa Internazionale nonche' fondatore di Villa Maraini, il piu' grande centro italiano per la cura e riabilitazione delle tossicodipendenze. "In molte parti del mondo, la guerra alla droga e' diventata una guerra ai drogati", ha affermato Barra sottolineando che questa tendenza e' "stupida, cattiva e controproducente". Il vicepresidente della Croce Rossa internazionale ha quindi insistito sulla necessita' di "una nuova politica umanitaria nei confronti dei tossicodipendenti". In passato, ha ricordato, le Nazioni Unite hanno eccessivamente "basato le loro politiche sulla repressione". Ma, ha osservato ancora, "se un consumatore entra in prigione da consumatore, ne uscira' sicuramente da criminale. Tutto questo e' masochistico". Insomma, per Barra "non possiamo fare dei drogati dei peccatori, perche' la stigmatizzazione uccide piu' delle sostanze". E tutto questo nasce da "una confusione di fondo tra malattia e giudizio morale, che porta a considerare i tossicomani non piu' come dei malati ma come dei peccatori", ha osservato ancora l'esperto italiano aggiungendo che la Croce Rossa "denuncia" questa situazione. "La terapia - ha insistito il fondatore di Villa Maraini a Bruxelles - e' la miglior forma di prevenzione". E chi si oppone ad alcune cure come quella con il metadone "e' un fanatico o un integralista, che fa solo del male", ha concluso Barra. Barrot: Non colpevolizzare chi la usa, le famiglie parlino - La droga uccide una persona ogni ora nell'Unione europea e la prevenzione deve concentrarsi sui giovani per educarli circa i pericoli, ma "senza colpevolizzarli", ha detto il commissario europeo per la Libertà e la sicurezza Jacques Barrot. "Diciamolo chiaro, la minaccia è sempre presente. Dobbiamo convincere le famiglie a non stigmatizzare i giovani, ma di avere un dialogo aperto, di informare sui rischi. Si deve giocare con le carte sul tavolo", ha insistito. Barrot ha peró insistito sulla necessità di azioni repressive contro il traffico e la fornitura. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite diffuso ieri, il consumo di cannabis e di cocaina è in calo tra i giovani di istruzione secondaria nei paesi sviluppati, e l'uso di droghe sintetiche come l'ecstasy o anfetamine è stagnante. Barrot non è soddisfatto comunque da questo trend: "Ogni anno ci sono tra i 7 e gli 8.000 morti per droga in Europa. Ció dimostra la gravità del problema", ha denunciato. 27-06-2009 Italia. Torino. Radicali: no a proibizionismo su alcool In merito alle polemiche relative ai problemi di sicurezza e ordine pubblico nella zona della movida di Piazza Vittorio e Murazzi, gli esponenti radicali torinesi Giulio Manfredi e Domenico Massano hanno dichiarato: “Prima che la giunta comunale prenda, martedì, i provvedimenti annunciati, vorremmo far presente a Chiamparino e compagni che: proibire la vendita di alcolici nei locali pubblici dopo le 2 di notte porterà i ragazzi a far incetta di lattine e bottiglie ancor di più di quanto fanno ora; magari si sbronzeranno più in fretta (con conseguente aumento dei rischi di risse e incidenti) e, inoltre, prospererà il mercato nero (peraltro già esistente) non solo più di erba, coca, eroina ed ecstasy ma pure degli alcolici; è quanto è successo a livello nazionale dopo il cosiddetto “decreto Giovanardi”. Non basta: far chiudere i locali di Piazza Vittorio due o un’ora prima non servirà sicuramente a far andare a casa gli avventori; rimarranno nella piazza, ai Murazzi o nelle vie adiacenti, una minoranza si sposterà in altri locali della città o del circondario, provocando un aumento e non una diminuzione dei rischi di incidente. Siamo, invece, favorevoli a maggiori controlli da parte dei vigili urbani e della polizia al fine di reprimere sia le semplici infrazioni ai divieti di sosta e di parcheggio sia comportamenti che mettono a repentaglio l’incolumità dei cittadini. A questo proposito, troviamo molto ragionevole la richiesta di alcuni proprietari dei locali all’amministrazione comunale di privilegiare non il presidio fisso delle forze dell’ordine davanti ai Murazzi bensì pattuglie mobili che a piedi perlustrino tutta la zona, portici compresi. A proposito di esercizi commerciali aperti di notte, non possiamo non rimarcare la bella esperienza messa in piedi dai commercianti di Corso Vercelli, zona Barriera di Milano; ogni venerdì rimangono aperti fino alle 23:00. Il quartiere ha risposto alla grande all’iniziativa e a rimetterci sono stati unicamente gli spacciatori …. e le ronde! Anche così si fa riduzione del danno.” 28-06-2009 Afghanistan. Usa e G8: basta a programmi di sradicamento del papavero, sono inefficaci Da Trieste la comunità internazionale lancia un appello per "elezioni presidenziali credibili" in Afghanistan, nel giorno in cui Hamid Karzai invita i talebani ad andare a votare. "Siamo tutti impegnati perch‚ le consultazioni del 20 agosto si svolgano in condizioni di sicurezza per un risultato legittimato dal popolo afgano" dice il ministro degli Esteri Franco Frattini, durante la conferenza stampa conclusiva del G8 - che ieri e oggi si è allargato a ben 40 delegazioni proprio per discutere del delicato dossier Af-Pak (ossia Afghanistan-Pakistan). Secondo Frattini, il processo di riconciliazione nazionale afgano auspicato da Karzai va "fortemente sostenuto". Nel frattempo, gli Usa attraverso l'inviato speciale Richard Holbrooke dichiarano ufficialmente fallita la strategia dello sradicamento dei campi di papaveri da oppio: "E' una perdita di denaro" spiega Holbrooke all'Ap a margine della riunione degli otto Grandi, annunciando che i finanziamenti americani verranno deviati sui dispositivi di sicurezza e controllo antidroga e sulla promozione di coltivazioni alternative e legali. "Vi è un accordo pieno per sostenere l'Afghanistan nel processo elettorale" assicura Frattini, che cita un "duplice impegno" a tale scopo: quello dell'Unione Europea che "invierà e coordinerà una missione di osservatori" e quello Osce con una "missione parallela di monitoraggio e supporto alla commissione elettorale". L'Italia, dal canto suo, "invierà un battaglione supplementare" - "fino a 500 uomini per il periodo elettorale" consapevole che la sicurezza è uno "strumento" fondamentale di un approccio alla crisi che vuole essere "politico, globale e regionale". Proprio in quest'ottica, l'agricoltura e il narcotraffico risultano due pilastri per la ricostruzione e per la stabilizzazione. L'Afghanistan è il principale fornitore mondiale di oppio, con circa il 93 percento delle colture utilizzate per la produzione di eroina. In base alle cifre Onu, i talebani e le varie formazioni qaediste ne hanno ricavato dai 50 ai 70 milioni di dollari soltanto l'anno scorso. In un rapporto pubblicato proprio questa settimana, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) riferisce che la coltivazione di papavero da oppio l'anno scorso è effettivamente calata del 19 percento rispetto all'anno precedente, ma è ancora concentrata nelle tre province meridionali controllate dalla guerriglia del mullah Omar. Secondo Holbrooke, le precedenti politiche statunitensi fondate sui programmi di sradicamento non hanno ridotto "di un solo dollaro" i proventi dei talebani dalla coltivazione e produzione di oppio. "Magari hanno distrutto qualche appezzamento di terra" osserva l'emissario di Obama per l'Afghanistan, "ma hanno solo aiutato i talebani". "Stiamo essenzialmente tagliando il nostro sostegno allo sradicamento delle coltivazioni da oppio e usiamo questi soldi per lavorare sulle politiche di interdizione, sullo stato di diritto e sulle coltivazioni alternative" dice all'Ap. Allo stesso tempo, poi, Washington sta aggiornando le sue modalità di intervento sui programmi agricoli. Holbrooke parla di un "grande cambiamento". "Abbiamo ottenuto buoni riscontri ed è la cosa giusta da fare" commenta. L'agricoltura figura fra le questioni principali affrontate dai delegati presenti alla riunione di Trieste e nella loro dichiarazione finale viene descritta come la "chiave per il futuro dell'Afghanistan e del Pakistan, cosí come per gli altri paesi della regione". Il documento propone una "estesa cooperazione agricola che potrebbe favorire lo sviluppo rurale, la sicurezza alimentare, la crescita dell'occupazione, un innalzamento del reddito, alternative alla coltivazione di papavero e infine minori tensioni nella regione". "Con il polo romano dell'Onu abbiamo pensato di elaborare un 'piano Marshall verde'" aggiunge Frattini, precisando che si tratta di "un piano d'azione che preveda incentivi per riprendere le colture un tempo redditizie con le quali sostituire quelle di oppio. L'agricoltura - è convinzione comune - è la chiave del successo in Afghanistan". Oltre a tutto ció, nella dichiarazione finale sull'Af-Pak si mette l'evidenza sullo sviluppo economico, sui rifugiati, sul controllo dei confini. "Frontiere comuni richiedono risposte comuni" rimarca Frattini. Il G8 pensa a una "gestione comune con centri regionali coordinati in cui personale afgano e pachistano insieme, coordinino ad esempio i posti di frontiere" con gli "stessi criteri di ispezione e gli stessi principi di azione doganale". Perche'‚ "se circolano le informazioni e se circolano i dati di intelligence alle frontiere, i criminali possono essere individuati". E qui entra in gioco l'Iran, convitato di pietra ai lavori di Trieste. Il ministro degli Esteri italiano torna a ribadire che boicottare il G8, dal punto di vista di Teheran è stata "un'occasione persa". "Questa regione del mondo è una regione che su temi essenziali, come il traffico della droga o lo sviluppo agricolo, gli interessi di cui abbiamo parlato e gli interessi iraniani coincidono" a detta di Frattini, "spetta quindi all'Iran trasformare questo interesse in una reale partecipazione". La Repubblica islamica, peró, mantiene le distanze e, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Hassan Qashqavi, "si rammarica della posizione assunta dai ministri degli Esteri del G8 (sulle repressioni di Teheran, ndr) che - secondo i mullah - è un'ingerenza nelle elezioni iraniane, e ricorda loro che il voto presidenziale (del 12 giugno, ndr) si è svolto in un'atmosfera di libera e corretta competizione". 29-06-2009 Afghanistan. Il Governo contrario allo stop alle eradicazioni Il ministro afgano dell'Antidroga sostiene che la politica attuale del paese sul narcotraffico è perfetta, nonostante gli Stati Uniti abbiano annunciato di essere pronti ad adottare una nuova strategia per far fronte al problema nella regione. Il ministro Khodaidad ha detto che l'Afghanistan ha raggiunto "grandi successi" con la sua strategia che consiste nello sradicamento delle coltivazioni di oppio. Sabato invece, in occasione della conferenza del G8 sulla stabilizzazione dell'Afghanistan che si è tenuta a Triste, Richard Holbrooke, inviato speciale di Barack Obama in Pakistan e Afghanistan, aveva detto che gli Stati Uniti non avrebbero piú seguito questa strada in quanto i piú colpiti dallo sradicamento erano i contadini che vivevano grazie a queste coltivazioni, mentre non venivano puniti i grandi signori della droga. Khodaidad, pur difendendo la strategia afgana, ha detto che attende di vedere quale sarà la nuova proposta di Washington e ha affermato che le autorità afgane sono pronte a sostenere gli americani. Giovedí l'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Onudc) ha presentato il suo rapporto annuale da cui emerge che la produzione e il consumo di eroina, di cocaina e di cannabis tendono a ridursi nel mondo. Nel documento si legge che in Afghanistan la coltivazione dell'oppio (93% della produzione mondiale), è scesa del 19% rispetto al 2008. 29-06-2009 Usa. Trovato sito cerebrale che fa ubriacare Scoperto il sito cerebrale che produce gli effetti inebrianti dell'alcol. Effetti che quasi tutti conoscono, ma la cui origine rimaneva avvolta nel mistero, che ora uno studio americano del Salk Institute for Biological Studies, La Jolla CA, svela, spiegando in che modo l'alcol altera le funzioni cerebrali. La loro scoperta, pubblicata sull'edizione online di Nature Neuroscience rivela come l'alcol innesca l'attività di siti localizzati fisicamente all'interno dei canali per gli ioni e i loro risultati potrebbero, in futuro, portare allo sviluppo di nuovi trattamenti contro l'alcolismo, la dipendenza da droghe e l'epilessia. Si sa che l'etanolo, quando è contenuto nel vino o nelle bevande alcoliche, ha un effetto intossicante ed altera la comunicazione tra le cellule cerebrali. "Gli scienziati sono molto interessati a scoprire in che modo l'alcol agisce sul cervello", dice Paul Slesinger del Peptide Biology Laboratory at the Salk Institute coautore dello studio. "Una delle molte teorie - continua - sostiene che l'etanolo agisce interagendo direttamente con i canali ionici (proteine), ma non ci sono studi che possano indicare il sito di associazione". Slesinger, ora, con il suo studio mostra che gli alcolici interagiscono direttamente con una nicchia specifica contenuta nel canale per gli ioni, che ha un ruolo chiave in molte funzioni cerebrali che sono associate con l'abuso di droghe e con gli attacchi epilettici. Questo tipo di canale, o proteina chiamata GIRK (G-proteinactivated inwardly rectifyng potassium channels), che era già stata oggetto di studio in una precedente ricerca, si apre quando i neuroni comunicano tra di loro attraverso la mediazione di sostanze chimiche (neurotrasmettitori) o impulsi elettrici. Secondo i ricercatori, quando Girk si apre, in risposta all'impulso dato dal neurotrasmettitore , il neurone rilascia ioni di potassio facendo diminuire l'attività neuronale. Era già noto che l'alcol apre i canali Girk, ma non era chiaro, peró, se questo era un effetto diretto oppure un co-prodotto di altri cambiamenti molecolari avvenuti nella cellula. L'aver individuato, comunque, un sito fisico di legame con l'alcol , importante per l'attivazione del canale Girk , aiuterà, secondo gli autori della ricerca, a sviluppare nuove strategie per la cura di malattie cerebrali associate. Inoltre, usando questa struttura proteica , sarà possibile progettare farmaci antagonisti all'effetto degli alcolici per trattare la dipendenza dall'alcol. In alternativa, "se potessimo scoprire un nuovo farmaco dice Slesinger - che si adatta al sito di legame con l'alcol e che poi attiva i canali Girk, si potrebbe arrivare a smorzare l'eccitabilità neuronale e, forse, avere un nuovo strumento per il trattamento dell'epilessia". Per capire meglio, a livello molecolare come agisce l'alcol sul cervello Slesinger, insieme a ricercatori di altri laboratori del Salk Institute, ha voluto verificare se delle microscopiche "tasche" , strutture tridimensionali, osservate con strumenti ad alta risoluzione nei canali del potassio, fossero davvero i siti fisici di legame con l'alcol. Hanno, cosí, scoperto che queste strutture sono simili alle "tasche" dell'alcol viste in due altre proteine di legame con gli alcolici: un enzima che degrada l'alcol nell'organismo (alcol deidrogenasi) e LUSH, la proteina del moscerino della frutta che "avverte" l'alcol nell'ambiente. Inoltre, introducendo, aminoacidi sostitutivi, in grado di inibire l'accesso delle molecole dell'alcol al potenziale sito di legame, hanno visto che l'alcol non attivava piú il canale Girk. Una conferma, per gli scienziati, di aver "colpito" giusto, proprio sul sito regolatore dell'alcol, e di aver scoperto che le piccole tasche sono il punto cruciale di attivazione del canale . 29-06-2009 Italia. Domani la presentazione della Relazione annuale sulle tossicodipendenze Domani alle 12.00, presso la Sala stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Carlo Giovanardi titolare della delega in materia di tossicodipendenze illustrera' la 'Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia per l'anno 2008'. Nel corso del consueto incontro con i giornalisti saranno esposti i dati di consuntivo provenienti dalle diverse Amministrazioni dello Stato, a diverso titolo impegnate sul fronte del contrasto della droga e nella prevenzione, cura e riabilitazione della tossicodipendenza nel nostro Paese. 29-06-2009 Germania. Commercio illegale delle droghe di sostituzione Secondo il settimanale Der Spiegel, un sondaggio del Centro di ricerca interdisciplinare sulle dipendenze dell'Universita' di Amburgo, condotto tra 806 tossicodipendenti di 13 citta' tedesche, rivela che il commercio di sostanze sostitutive dell'eroina -Metadone e Subutex- e' divenuto "prassi comune". Due terzi degli eroinomani cui vengono prescritti i sostitutivi, ammettono di venderli al mercato nero per comprarsi l'eroina. Secondo il presidente dell'Ufficio criminale, Joerg Ziercke, l'anno scorso 19.203 persone sono state registrate come nuovi consumatori di droghe, e cio' corrisponde a un aumento del 3% sul 2007. 29-06-2009 Italia. Storie di proibizionismo: sparatoria per il controllo della piazza paesana, spacciatore minorenne Un conflitto a fuoco tra due bande rivali albanesi: e' questo la ricostruzione della sparatoria avvenuta nella tarda serata di ieri a Lentate sul Seveso e nella quale un uomo e' rimasto ucciso ed un altro ferito in gravi condizioni. Da una parte tre albanesi a bordo di una Fiat Punto, dall'altra tre loro connazionali su una Lancia Lybra Station Wagon. Tra i due gruppi c'erano stati problemi in alcuni affari, probabilmente per il controllo del mercato della droga nella zona della Brianza. Le due bande, forse per un chiarimento, si sono date appuntamento davanti al pub Saint James di via Garibaldi, a Lentate sul Seveso alle 22. Una breve e violenta discussione, poi alle 22.10 le cose precipitano. I sei iniziano a litigare furiosamente e subito dopo tirano fuori le pistole e sparano. Eduard Cumi, 28 anni, residente ad Abbiategrasso, cade a terra raggiunto da dieci colpi di pistola e muore dissanguato davanti al pub. I suoi soci in affari lo abbandonano sul posto e fuggono a piedi. Anche un componente della banda rivale ha un ferito grave: Isa Korcaj, 23 anni, clandestino e senza fissa dimora, e' ferito con tre colpi di pistola all'addome. I suoi amici lo caricano sulla Lancia Lybra e scappano via a tutta velocita'. Si accorgono pero' che il giovane perde tantissimo sangue. Giunti in via Mazzini a Meda, non esitano a scaricarlo su un marciapiede, lasciandolo li' agonizzante. Poi volano a Seveso, in via delle Grigne, dove danno fuoco alla Lybra e si dileguano nei campi. A soccorrere il 23enne arrivano i carabinieri di Seregno. Una dinamica che in un primo momento aveva fatto pensare a due sparatorie in poco meno di un'ora: invece tutto si era consumato in un violento conflitto davanti al pub di Lentate. Ora il giovane albanese e' ricoverato in condizioni gravissime all'ospedale di Monza. Solo lui potrebbe spiegare tante cose su quanto e' successo ma il pm della procura di Monza, Flaminio Forieri, non e' ancora riuscito a interrogarlo. I carabinieri della stazione di Tor Vergata hanno arrestato un insospettabile ragazzo di 17 anni con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo studente di giorno frequentava regolarmente un istituto superiore della periferia di Roma e di notte si dedicava allo spaccio di droga utilizzando come posto di lavoro l'androne di un palazzo in un comprensorio di case popolari. Spesso si avvaleva di vedette pronte a dare l'allarme in caso di avvicinamento delle pattuglie delle forze dell'ordine. Il minorenne lavorava come pusher dalle 20 fino a notte inoltrata. Il giro d'affari per il baby pusher era considerevole: solo durante le fasi dell'arresto sono state sequestrate nelle tasche del ragazzo piu' di 100 dosi di cocaina che avrebbero potuto fruttare oltre 6.000 euro. Quando i Carabinieri hanno deciso di far scattare il blitz c'e' stato un fuggi fuggi generale durante il quale lo studente si e' trovato a tu per tu con i militari. La perquisizione eseguita nella sua abitazione ha permesso di sequestrare complessivamente 50 grammi di hashish e altrettanti di cocaina gia' suddivisi in singole dosi. Il pusher e' stato accompagnato nel Centro di Accoglienza per minori di Roma, dove attendera' le decisioni dell'Autorita' Giudiziaria. ------------------------------------------NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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