017 luglio-agosto 2013 - ITCore Business Group

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017 luglio-agosto 2013 - ITCore Business Group
N° 17 - Anno 3; Luglio - Agosto 2013
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IMPROVVISARE... PER CREDERE
Forse non tutti lo sanno, ma il
26 giugno del 2013 ricorrevano i
cinquant’anni del famoso discorso che J. F. Kennedy tenne a
Berlino Ovest di fronte al Rathaus Schöneberg durante il quale pronunciò la famosa frase
“Ich bin ein berliner”.
Al di là del discorso in sé,
curioso ed interessante è il
retroscena che sottostà a quel
discorso che è a tutt’oggi considerato uno dei migliori discorsi politici della storia;
difatti il discorso pronunciato
dal presidente davanti al popolo
della Berlino Ovest non era proprio
quello
che
i
membri
dell’entourage
presidenziale
avevano pensato per lui in quanto John Kennedy, una volta trovatosi di fronte al popolo tedesco, piegato dalle sofferenze
della guerra e spaventati dalla
minaccia che incombeva al di là
del muro che spaccava in due la
loro splendida città, decise di
“lasciarsi andare”, di improvvisare e di dire al popolo della
Germania Ovest ciò che avrebbero
voluto sentire anziché la solita
sequela di frasi fatte condite
di retorica politica e promesse
difficili da mantenere. Tuttavia
il contesto politico di quegli
anni non era certo dei migliori.
Il clima politico esistente tra
il blocco occidentale e quello
sovietico si era fatto parecchio
caldo, soprattutto con la fine
dei lavori di costruzione del
muro di Berlino. Il discorso che
avrebbe dovuto tenere Kennedy,
nella sua accezione originale,
avrebbe dovuto indirizzare il
popolo della Repubblica Federale
Tedesca, e di conseguenza i cittadini del “mondo libero” occidentale, ad aprirsi verso l’Unione Sovietica per favorire una
distensione del clima internazionale anche a livello del popolo. Tuttavia, mentre saliva le
scale del rasthaus, J.F.Kennedy
chiese al suo interprete, Robert
H. Lochner, di tradurgli in tedesco la frase “io sono berlinese”. Quando gli venne chiesto il
perché di quella estemporanea
richiesta, il presidente rispose
dicendo che la calda accoglienza
riservatagli dai cittadini della Germania Ovest lo aveva fatto meditare sui contenuti del
suo discorso e che quindi aveva
pensato di apportare a quest’ultimo qualche piccolo ritocco.
Tuttavia, per tutti coloro che
hanno letto lo storico discorso, appare ben chiaro che John
Fitzgerald Kennedy, fece ben
più che qualche “piccolo” cambiamento in quanto le sue frasi, anziché parlare di distensione e fiducia verso l’Unione
Sovietica, furono un vero e
proprio inno alla democrazia e,
soprattutto,
al
supporto
e
all’amicizia che gli Stati Uniti d’America avrebbero dato a
tutti i popoli che avessero
avuto il coraggio di dichiararsi liberi di fronte alla minaccia incombente del comunismo.
Ora non voglio disquisire su
quelli che furono gli effetti
geopolitici che questa improvvisazione ebbe sulle sorti del
mondo e su quelle di JKF, tuttavia è lapalissiano che le
parole pronunciate dal presidente furono una vera e propria
toccasana per il morale del
popolo
della
Berlino
Ovest.
Quindi improvvisare o non improvvisare? Questo è il dilemma.
L’improvvisazione, il “colpo di
genio”, il volo pindarico fuori
dagli schemi, sono spesso percepiti dai più come un tentativo da parte dell’oratore, di
uscire da una situazione imba-
razzante o scomoda, ma ciò, a
mio modesto parere, è una concezione a dir poco riduttiva.
L’atto
di
improvvisare,
e
quanto avvenuto nell’episodio
appena riassunto ne è un esempio lampante, è spesso la dimostrazione
che l’oratore ha un’elevata
dose
di
empatia
col pubblico
cui si rivolge.
Se
infatti John
K e n n e d y ,
durante
la
sua
visita,
non
avesse
percepito
nel
morale
dei tedeschi
uno
scoramento e una paura che il suo
discorso originale non solo
non avrebbe risolto, ma forse
addirittura acuito, chi potrebbe dire come sarebbe il
mondo di oggi? Forse l’improvvisazione quindi non è un sem-
plice escamotage per salvarsi,
bensì il risultato di una decisione
basata
su
un’attenta
osservazione della situazione
in cui ci si trova; e questa
definizione, a mio dire, si può
estendere anche al di fuori del
rapporto tra oratore e pubblico, toccando anche ambiti apparentemente molto lontani. Pensiamo al calciatore che, durante la partita, decide di “far
saltare” lo schema di gioco
dettato dall’allenatore e prende un’iniziativa fuori dalle
righe arrivando in gol; questa
improvvisazione quasi certamente non nasce da un semplice
capriccio ma dall’osservazione
del campo di gioco che gli ha
aperto uno “spiraglio” dove
buttarsi, e che soprattutto lui
stesso in quel momento ha deciso di sfruttare. Pertanto l’equazione
improvvisazione
=
“paraculismo” è erronea e fuorviante: solo grazie ad un’improvvisazione è possibile poter
cogliere opportunità e gloria
che altrimenti non saremmo mai
riusciti a raggiungere.
SMALTISCI IL TUO TONER!
Da oggi ITCore fornisce a tutti gli interessati il servizio
di ritiro e smaltimento di
consumabili da ufficio (Toner)
in maniera corretta e a norma
di legge, manlevando il cliente da ogni responsabilità,
diventando rivenditore autorizzato del servizio ZeroZeroToner.
Non tutti sanno (purtroppo)
che la legge italiana infatti
obbliga tutte le partite iva
(società quindi, ma anche liberi professionisti!) a smaltire i rifiuti esausti secondo
un procedimento lungo e macchinosamente burocratico, che
se non attuato può portare a
sanzioni che partono da un
te non deve più
perseguire
tale
iter e viene anzi
a
semplificarsi
tutto quanto con
un
documento
di
manleva.
I costi molto bassi e la libertà di scelta di frequenza
di ritiro consumabili, fanno
di
questo
nostro
servizio
un’opportunità da cogliere al
volo non solo per le società,
ma anche per tutti i liberi
professionisti
che
possono
così mantenersi in regola con
la legge italiana e non preoccuparsi di scervellarsi dietro
a burocrazia e scadenze noiose
ma al contempo “pericolose”.
minimo di 3000€ fino anche ad
Per
maggiori
informazioni
implicazioni penali per l’amchiamateci
allo
02-00615394
ministratore.
oppure scriveteci senza alcun
Con il servizio che ITCore vi impegno all’indirizzo e-mail
offre invece, il nostro clien- [email protected]
Ti sei perso dei numeri arretrati di Pizza & Server? - Hai suggerimenti o commenti da inviarci?
Scrivi ai nostri contatti e la Redazione sarà pronta a risponderti!
COLLABORAZIONE VS COMPETIZIONE: UN NUOVO PUNTO DI VISTA?
I maturandi di quest’anno si
sono ritrovati una traccia per
il tema di cultura generale,
che riprende una citazione del
fisico austriaco Fritjof Capra: «Tutti gli organismi macroscopici, compresi noi stessi, sono prove viventi del
fatto che le pratiche distruttive a lungo andare falliscono. Alla fine gli aggressori
distruggono sempre se stessi,
lasciando il posto ad altri
individui che sanno come cooperare e progredire. La vita
non è quindi solo una lotta di
competizione,
ma
anche
un
trionfo
di
cooperazione
e
creatività. Di fatto, dalla
creazione delle prime cellule
nucleate, l’evoluzione ha proceduto attraverso accordi di
cooperazione e di coevoluzione sempre più intricati».
Lasciando i nostri ragazzi
ai loro incubi pre o post
maturità, Capra ci da uno
spunto oggi che in realtà
potrebbe essere una chiave
di volta per la situazione
di crisi che sta attanagliando il mercato. La cooperazione tra aziende infatti potrebbe essere una risorsa essenziale per riuscire a sopravvivere e riprendere quota nella crisi distruttiva attuale.
Fino ad oggi tutti noi siamo
stati
abituati
a
lottare
contro competitor sempre più
numerosi e agguerriti, dove
la novità di uno oggi diven-
ta la normalità di tutti
domani e dove l’impegno e lo
sforzo
per
differenziarsi
non porta così tanti benefici come si spera (a meno
di
brevetti
depositati
e
registrati ovviamente…). Con
la crisi si sono viste cadere molte aziende come tutti
sappiamo, alcuni parlano di
“giusta pulizia del marcio”
altri invece di “mattanza
indifferenziata
del
mondo
lavorativo”. Non stiamo qui
a commentare se l’uno o
l’altro, ma forse possiamo
iniziare a pensare in modo
differente: perché andare a
distruggersi a vicenda se
possibile unire le forze per
fronteggiare un nemico comune? Perché continuare a ri-
lanciare i rispettivi prezzi
(a discapito a volte anche
del minimo margine rimasto)
anziché stringere partnership
forti e competitive che permettono di rialzare la testa
e mantenere anche un mercato
corretto? Vero, non sempre è
possibile e comunque almeno
un altro competitor ci deve
essere per la sanità di tutti, ma nemmeno provarci o
addirittura vedere la collaborazione come “una fregatura” a priori, credo che sia
veramente autodistruttivo in
questo periodo storico…
Sparta e Atene, nemici secolari, si accordano e si uniscono contro la Persia: hanno
avuto ragione allora. E oggi?
IL TECNICO - BLENDER 3D
LO SAPEVATE CHE...
Per questo numero abbiamo deciso di abbandonare il mondo dei
software
“griffati
&
licenziati”, per dedicarci ad un software freeware
che, per la sua completezza,
sembra poter concorrere senza
problemi con prodotti grafici di
maggior spessore e fama. Stiamo
parlando di Blender.
Con lo scoppiare dei primi caldi, le unghie delle donne cominciano ad assumere colorazioni e débâcle creative che, in taluni casi, sfiorano il mondo delle opere d’arte. Vi riportiamo di seguito alcune piccole
curiosità legate all’usanza dello smaltarsi le unghie:
Blender è un software sviluppato
dalla Blender Foundation inizialmente per il mondo Linux e
successivamente “esportato” anche nel mondo Microsoft. E’ forse uno dei migliori prodotti
freeware
per
l’animazione
di
oggetti tridimensionali presenti
sul mercato. Sebbene il software
sia freeware, esso si presenta
tutt’altro che di basso livello,
anzi direi che è veramente molto
curato; esso infatti mette a
disposizione potenti strumenti
di modellazione in tre dimensioni, con la possibilità di ottenere prodotti finali qualitativamente di altissimo livello.
Tanto per dare un’idea della
potenza e potenzialità, sappiate
che che il film Spiderman 2 è
stato gestito con questo software!
Blender consente di creare e
modellare un oggetto 3D, arricchirlo con una serie di animazioni in grado di rispondere
alle più diverse esigenze di
creazione, effettuare il rendering dei propri elaborati per
passare poi alla fase di postproduzione video. Tutte queste
opportunità vengono rese disponibili grazie ad una ricca collezione di tool, sia basilari
che avanzati, integrati all’interno del software ed accessibili in pochi click. L’esportazione può avvenire poi in maniera
piuttosto semplice, con un buon
livello di compatibilità verso i
formati di file più utilizzati
nel settore.
Gli oggetti elaborati in 3D possono essere arricchiti mediante
texture (per esempio per simulare
specifici materiali) ed offrire
di fatto maggiore somiglianza con
i corrispettivi reali; tali texture
possono
essere
ottenute
mediante l’utilizzo di immagini e
filmati, oppure impostando apposite formule matematiche.
Unica pecca di questo software
forse è la sua difficoltà di
utilizzo: bisogna infatti tener
conto che per realizzare delle
semplici animazioni in 3D occorrono diverse ore di lavoro (per
esperienza posso dirvi che per
creare e muovere un personaggio
poligonale molto semplicistico ho
impiegato quasi 18 ore… non sarò
una cima nel campo ma nemmeno un
niubbo!) e purtroppo la manualistica e il supporto on-line per
questo prodotto non sono eccelsi,
costringendo quindi i profani
della gestione grafica a vagare
per tonnellate di forum come il
sottoscritto.
Insomma,
un
programmino
interessante,
potente
e, vista
la qualità dei risultati finali,
incredibilmente leggero per le
performance dei nostri PC; purtroppo non è un software per
utenti “di primo pelo”, in quanto
vi occorreranno parecchie ore di
studio e sperimentazione prima di
poter avere un risultato visivamente accettabile. Ma d’altra
parte chi lo fa di mestiere potrebbe anche contraddirmi…
REDAZIONE: ITCore Business Group srl
Via Ferrari 21/D
21047 - Saronno (VA)
- L’usanza di smaltarsi le unghie nasce all’incirca
nel 3000 a.C. nel cuore dell’antica India, anche se
alcune fonti sostengono che furono i cinesi i primi ad
adottare questa usanza
In
India
sono
state
trovate tracce di hennè,
una
polvere
estratta
da
foglie essiccate, che già
nell’età
del
bronzo veniva
usata
per
colorare tessuti, capelli,
braccia
e
mani,
ivi
incluso ovviamente anche le
unghie
CHEAT FOR YOU
In Photoshop, molti “non
professionisti” si ritrovano spesso a non comprendere
perché la combinazione
“Ctrl + Z” (comando quasi
universale che annulla
l’ultima azione) si ferma solo
effettivamente all’ultima operazione fatta…
Bè, semplice: basta premere “Ctrl
+ Alt + Z” per ripercorrere indietro tutti i passaggi effettuati!
- I cinesi nel 600 a.C. furono i primi ad utilizzare
degli smalti colorati da applicare alle unghie, formati da una combinazione di gomma arabica, albume, gelatina e cera d’api
- I primi smalti colorati usati dai nobili cinesi avevano tinte rosa e dorate; fu solo con l’avvento della
dinastia Ming che arrivarono gli smalti di colore rosso e nero
- In Egitto la regina Cleopatra volle a tutti i costi
uno smalto di colore rosso cremisi poiché a quei tempi
si credeva che più il rosso era pieno più la donna
aveva potere
- Gli Incas e le popolazioni del Sud America furono i
primi a decorarsi le unghie con delle immagini e non
solo con i colori; rappresentavano perlopiù aquile e
uccelli
- Le unghie finte furono inventate dal dentista
(proprio così, un dentista) Maxwell Lappo nel 1934 per
aiutare i clienti che soffrivano di onicofagia
(disturbo compulsivo che porta a mangiarsi le unghie).
e-mail:
[email protected]
fax:
02 - 93660609