Messa a fuoco 9 Scarpe C`è grande agitazione nel mondo delle

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Messa a fuoco 9 Scarpe C`è grande agitazione nel mondo delle
Messa a fuoco 9
Scarpe
C’è grande agitazione nel mondo delle scarpe, con partecipazione di filosofi, studiosi della
letteratura e del cinema, appassionati di opere d’arte. Heidegger si è chinato a lungo a studiare i
significati profondi degli scarponi di un contadino, o una contadina, normanni dipinti da Van
Gogh. Fredric Jameson ha messo a confronto le scarpe di Van Gogh con le ballerine di Andy
Warhol e, provocato, ci ha aggiunto quelle dei contadini dell’Alabama di Walker Evans e quelle
assai perturbanti di Magritte. Pare che Marco Belpoliti stia preparando un numero speciale di
«Riga» sul tema delle scarpe.
C’è non poca confusione in questo curioso mondo delle calzature umane. Di recente uno degli
anonimi autori (spesso sapienti e spiritosi) della rubrica «Das Streiflicht» che compare ogni
giorno nella prima pagina e nella prima colonna della «Süddeutsche Zeitung», è stato spinto, da
una notizia comparsa sulll’agenzia tedesca di notizie dpa, a fare degli arditi paralleli. La notizia
riguardava un fatto di cronaca avvenuto a Gronau in Westfalia: un ladro, colto sul fatto, è
scappato portando via il cospicuo bottino ma lasciando dietro di sé, nella fuga precipitosa, una
scarpa di marca Nike. Inizio di una indagine poliziesca alla Sherlock Holmes, partendo dalla
scarpa (numero, età, odore, tipo di suolo calpestato, ecc.)? Niente di tutto questo. Il colto
giornalista bavarese si è lanciato in paralleli letterari e ha costruito una linea di collegamento fra
la cittadina della Westfalia e l’antico villaggio egiziano di Giza (oggi el-Ghiza). Qui, come
raccontano Erodoto (Storie II, 134-135), Strabone (Geografia XVII,33) e altri raccoglitori di
leggende, era giunta dalla Tracia una schiava bellissima, di nome Rodopi, che era stata rapita dai
pirati e acquistata da un uomo buono che dormiva in continuazione. Fra i compagni di schiavitù
c’era Esopo che le raccontava molte belle storie. Le altre schiave, invidiose della sua bellezza e
dei suoi modi da straniera, la vessavano in continuazione e la costringevano ai lavori più umili.
Unici amici gli animali: gli uccelli che prendevano il becchime dalle sue mani, l’ippopotamo che
le si stendeva accanto sulle rive del Nilo. Un giorno, mentre faceva il bagno, un’aquila (o un
falcone) le scese accanto e le rubò una pantofola dorata, portandola via in volo e poi lasciandola
cadere in grembo al faraone (secondo alcune fonti Micerino, secondo altre Amasi) che in quel
periodo teneva corte a Menfi ed era molto annoiato (gran dormiglioni questi antichi egiziani!).
Vista la bella pantofola oro e rosa, il Faraone emise un editto, ordinando che tutte le fanciulle del
regno provassero la pantofola e promettendo che avrebbe sposato la fanciulla il cui piede si
adattasse perfettamente alla calzatura. Quando Rodopi provò la pantofola e risultò esserne la
proprietaria, le compagne protestarono dicendo che era una schiava, per di più straniera. Ma il
faraone rispose: «È la più egiziana di tutte, perché il suoi occhi sono verdi come il Nilo, i suoi
capelli biondi e leggeri come il papiro e la sua pelle rosata come un fiore di loto». Rodopi,
divenuta la moglie del faraone e molto ricca, inviò molti doni al santuario di Delfi per esprimere
la sua gratitudine al dio Horus (che evidentemente s’era incarnato nell’aquila o nel falcone).
È facile riconosce in questa storia l’archetipo della fiaba famosa di Cenerentola e
naturalmente l’autore dello «Streiflicht» non si lascia sfuggire l’occasione e parla a lungo del
rapporto fra Rodopi e Cenerentola. Resta tuttavia un dubbio, che rende strutturalmente
insostenibile il parallelo fra le vicende di Giza, quelle dei tanti ipotetici castelli in cui si sarebbe
svolta la fiaba di Cenerentola e la cittadina tedesca di Gronau dove un ladro ha lasciato la scarpa
Nike (anche se Gronua non è lontanissima da Hanau, la città natale dei Grimm, e fa addirittura
rima con essa).
La differenza strutturale è troppo forte: Rodipi grazie alla pantofola ritrovata ha ottenuto
elevatezza sociale e ricchezza e ha fatto in cambio grandi doni al santuario di Delfi; Cenerentola
grazie alla scarpetta ritrovata ha ottenuto anche lei elevatezza sociale ma non si è privata della
sua ricchezza e non ha dovuto ringraziare nessuno, se non le potenze magiche; l’anonimo ladro
di Gronau ha lasciato per sempre la sua scarpa, si è portato via in cambio il bottino, non ha
nessuno da ringraziare, né aquile, né falconi, né fate adiutrici e può tranquillamente farsi beffe
dei seguaci di Sherlock Holmes e degli appassionati di strutturalismo fiabesco.