E - MondoMcLaren
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Numero 15 www.mondomclaren.it Copia gratuita Ancora un sincero ringraziamento alla Redazione del magazine Computer Idea. l’Amministratore di MondoMcLaren www.twitter.com/MondoMcLaren Pagina 2 GP d’Australia: Jenson, altro che paracarro! Prima vittoria stagionale per il team McLaren di MIka85 www.mondomclaren.it - il forum italiano dei tifosi McLaren “ Chi vince in Australia, vince il campionato”: è stato questo l’adagio che nell’ultima decade ha accompagnato il G.P. che si disputa nella terra dei canguri. E’ vero: quest’anno l’appuntamento non ha coinciso con la prima gara, disputata invece in Barhein e tanto più questo può far piacere a chi ci crede e rientra nella schiera dei “Button = paracarro”. Eppure chissà, magari il mago di Oz funziona a prescindere … Comunque sia, bando alle elucubrazioni e passiamo a raccontare la prima vittoria McLaren di questo campionato 2010 che si presenta bilanciato come non mai. Allo start abbiamo le Red Bull in prima fila, con Alonso e Button ad inseguire ed Hamilton immediatamente fuori dalla top ten per un errore di strategia nella qualifica. Il gran premio comincia sotto una leggera pioggia, con pista bagnata. Alonso non parte nel migliore dei modi e alla prima frenata costringe al contatto altri due campioni del mondo: Button e Schumacher, quest’ultimo poi costretto a rientrare ai box per sostituire il musetto. Se la cava Jenson, mentre fortunatamente Lewis riesce a tagliare sull’erba e ad evitare di restare coinvolto. Ha la peggio lo spagnolo, costretto ad inseguire dall’ultima posizione. Nel frattempo la Sauber di Kobayashi, dopo aver perso l’alettone anteriore, impatta con un muretto di protezione per poi volare addosso all’incolpevole Hulkenberg in un pericoloso e spettacolare incidente: Safety car in pista. Una volta ripulito il tracciato dai detriti, la gara riparte all’insegna dell’aggressività dei piloti che tentano di approfittare della situazione creata dalla Safety: Kubica attacca Webber, Hamilton non risparmia il suo compagno di squadra, e Alonso comincia la risalita dal fondo. La pista si sta asciugando molto rapidamente e al settimo giro Button azzarda una mossa che cambia lo scenario della corsa: sorprendendo tutti,l’inglese rientra per passare alle slick. La scelta sembra prematura, tant’è che a gomme fredde, appena uscito dai box, Jenson si rende protagonista di un lungo preoccupante. Bastano invece un paio di giri per capire che ormai le gomme da asciutto superano la prestazioni delle intermedie: affollamento immediato in pit lane. Quando il valzer finisce, Button si ritrova secondo alle spalle di Vettel. Abbiamo poi Kubica, Massa, Webber, Hamilton e Alonso. Al 27° giro le telecamere inquadrano la RedBull del tedesco nella ghiaia alla prima curva: qualcosa è successo sull’anteriore destra, ma è mistero sulle reali cause del ritiro visto che nel dopogara la Brembo ha categoricamente escluso un ipotetico problema ai freni. Intanto Lewis va come un treno : l’apoteosi al 24° giro è il sorpasso in pieno rettilineo su un Massa coriaceo che tenta di difendersi fino alla fine. Nella manovra al limite, Lewis perde la paratia sinistra dell’ala anteriore. Pochi giri dopo sarà la Mercedes di Rosberg a subire la classe dell’anglo-caraibico: ormai è alle spalle di Kubica grazie ad un ritmo indiavolato. Si conferma un’opinione maturata già durante la prima gara: se si resta in scia per più di due o tre giri le gomme Bridgestone diventano di legno e non permettono più di attaccare. Forse è per questo, perché le gomme di Lewis erano state strapazzate per bene o perché al muretto avevano paura della RedBull di Webber, che Hamilton viene richiamato ai box come lo stesso Webber, mentre tutti gli altri decidono di arrivare al traguardo senza ulteriori pit. Con gomme fresche e poca benzina Lewis arriva rapidamente alle spalle di Alonso: si incendia la sfida tra i due. Quando ormai l’inglese sembra avercela fatta a 3 giri dalla fine, Webber si infila a sproposito nella contesa colpendo l’estrattore della McLaren. Fortunatamente il nostro beniamino riesce a riprendere la pista e a tagliare il traguardo in sesta posizione, ma non mancheranno le polemiche sul perché di un pit stop che al pilota è sembrato (col senno di poi) evitabile. Il gran premio lo vince Button con una gara arguta e ben condotta, un po’ come quella del secondo Robert Kubica. Senza infamia e senza lode invece il gradino più basso del podio conquistato da Massa. Tra l’immensa classe di Lewis e una Mp4/25 che ha dato prova di essere un’ottima vettura, sì è capita un’altra cosa: Jenson non starà a guardare. Jenson Button festeggia la sua prima vittoria in McLaren Foto: f1grandprix.it Pagina 3 Il Mondiale lo vince il pilota migliore di riccardo www.mondomclaren.it - il forum italiano dei tifosi McLaren E ’ un affermazione esatta. Poi resta da stabilire cosa si intende per migliore. Il più veloce? il più conservativo? il più calcolatore? il più aggressivo? Il più gentile con il mezzo? Certo la fusione di queste caratteristiche ha come risultato il pilota perfetto, ma è quasi impossibile che ci sia un pilota del genere. Oggi ,che la vettura conta sempre di più, alcune di queste caratteristiche sono obsolete. In McLaren quest’anno è successo l’impensabile a proposito di piloti. E’ approdato Jenson Button, il campione del mondo in carica.Questo fatto ha spaccato in 2 la tifoseria.Cosa insolita per i tifosi della casa di Woking, abituati a sostenere i propri piloti al punto di sopportare un pilota come Kovalainen che è stato un flop che non si vedeva dai tempi di Andretti jr. Una larga fetta della stampa italiana e dei tifosi McLaren , riprendendo una citazione di uno dei più grandi cialtroni che la F1 abbia visto, un geometra della provincia di Cuneo , lo definiscono un paracarro. Strano che malgrado ciò abbia vinto un mondiale. Sui vari forum si assiste ad un paradosso, cioè , ha più estimatori fra gli avversari che fra i sostenitori del team. Il suo palmares è di tutto rispetto,A otto anni cominciò a correre nei karting e nel 1991, a undici anni, vinse tutte e 34 le gare del campionato cadetto, oltre al titolo. Dopo questo successo l'inglese continuò a vincere, divenendo il più giovane pilota a conquistare il titolo europeo del campionato Super A nel 1997. L'anno seguente Button passò alla Formula Ford, partecipando sia al campionato inglese che a quello europeo, arrivando rispettivamente primo e secondo, contando anche un vittoria nel Festival della Formula Ford. Passato alla F3 inglese nel 1999 il pilota giunse terzo in campionato, contando anche un secondo posto al Gran Premio di Macao. In F1 non ha mai goduto di vetture performanti, alla prima occasione non ha mancato l’appuntamento. Pilota ,che con le nuove regole ha dalla sua l’ottima gestione del mezzo, si è andato ad infilare nella tana del leone, quel mangia piloti di Lewis Hamilton.Questa scelta dovrebbe nobilitare maggiormen- te la posizione di Jenson in McLaren, in quanto non è facile uscire interi da un confronto del genere, ne sà qualcosa il nuovo dio della F1. Considerando anche il fatto che Jenson ha dovuto adattare la vettura che fino ad oggi era fatta sulle misure di Lewis.Cosa che si potrebbe negare , non ci fossero illustri precedenti di grandi del passato, tipo l’arrivo in Williams di Senna sulla macchina di Prost che fanno capire le difficoltà che ha trovato Button. I tifosi McLaren che stanno criticando Jenson sono gli stessi che l’anno scorso si preoccupavano dell’arrivo di un pilota che potesse infastidire Lewis, cosa già di per se esecrabile, in quanto una scuderia come la McLaren è sempre stata impegnata ad avere 2 piloti forti nel team.Malgrado tutto pare che questa sia la soluzione che dovrebbe mettere d’accordo tutti.Un pilota come Lewis che dovrebbe essere la punta di diamante ed un pilota come Jenson che dovrebbe fare da scudiero.Uso il condizionale perchè io non sono convinto che sia proprio così.Jenson lo vedo un pilota determinato con una gestione del proprio valore molto intelligente, non arrivato per fare da 2° a nessuno, questo lo deciderà la pista. Certo , non ha le caratteristiche di Lewis, ma quelle non sono di molti,ciò non toglie che a me paia più efficace di un Coulthard, al quale data l’opportunità di vin- cere un mondiale se lo lasciò scappare per una cronica mancanza di continuità, cosa che invece trovo abbia Button. Quello che dovrebbe fare riflettere è che in condizioni di gara particolari come quelle che si sono verificate nei primi GP , Jenson è davanti a Lewis a soli 4 punti dal leader.I numeri sono quelli che parlano, gli stessi che hanno fatto diventare campione del mondo Hill jr, Rosberg,il tedesco quando buttò fuori lo stesso Hill. Io trovo che dopo anni finalmente si abbia una coppia di piloti complementare e in grado di dare parecchie soddisfazioni alla scuderia ed ai suoi tifosi, quindi trovo naturale supportarli. Al momento Jenson ci ha già ripagato con una vittoria di intelligenza , ma una vittoria per la McLaren. Pagina 4 McLaren Automotive: un cambio epocale di Frenkoz www.mondomclaren.it - il forum italiano dei tifosi McLaren R on Dennis è andato in pensione. Ron Dennis si è ritirato dal mondo dei motori. Ron Dennis lascia la McLaren. Niente di più falso: Ron Dennis oltre a rimanere a capo del McLaren Group è a capo di una “nuova” società che si occuperà di automobili stradali marcate McLaren. Automotive in realtà non è una società costruita ex-novo. L'embrione di McLaren stradali era già presente già nel 1964 quando la McLaren strinse accordi con la Lambretta-Trojan (Elva) da cui nacquero le McLaren-Elva Mark 1, 2 e 3: la 1 fu protagonista del film SpinOut con Elvis. La stessa McLaren a metà degli anni '70 vende alcuni suoi modelli per la Indycar e alcune monoposto di F1 alla squadra privata “B&S Fabrication”. E' però nel 1989 che vede la luce McLaren Cars con sede a Guiford, come società del Tag McLaren Group. L'obiettivo primario di questa società è semplicemente scrivere la storia, imponendo un nuovo concetto di supercar: è la base del Project P1, nome in codice per quella che sarà ricordata da tutti come la McLaren F1. Il principio era quello di introdurre in questa supercar i concetti caratteristici della Formula1: prestazioni, innovazioni e passione. A cominciare dalla scelta della location per la presentazione nel 1992, Montecarlo, dalla monoscocca in fibra di carbonio, dalla disposizione dei 3 posti con guida centrale, e dalle portiere ad ali di gabbiano, la McLaren F1 stupisce tutto il mondo ed entra nella storia delle auto stradali più prestazionali di tutti i tempi. Il padre esecutivo del progetto fu Gordon Murray che curò la produzione della stessa terminata nel 1998, non prima che la stessa vettura stabilì la velocità di 386,7 km/h su circuito Ehra-Lessien: record per molto tempo imbattuto. La storia di questa vettura diventò definitivamente leggenda quando tre anni prima, la versione GTR vinse la 24 di Le Mans e permise alla McLaren di essere ancora oggi l'unico costruttore al mondo, oltre alla Mercedes, ad aver ottenuto almeno una vittoria in ciascuna delle tre più prestigiose competizioni automobilistiche (campionato di F1, 500 miglia di Indianapolis e appunto 24 ore di Le Mans). Il mondo non sarebbe stato più lo stesso, e nemmeno la McLaren. Infatti la fine degli anni'90 e i primi del 2000 coincidono con l'esaltazione del marchio McLaren grazie agli ac- Ron Dennis e la MP4-12C, la nuova supercar firmata McLaren Foto: autoexpress.co.uk cordi con Mercedes, già entrata nel pacchetto azionario di McLaren Group, per la realizzazione delle Mercedes SLR McLaren, SLR McLaren 722 Edition e Slr McLaren Stirling Moss. A partire dalla metà del 2007, indiscrezioni della stampa inglese riportano una ripresa dei progetti di McLaren Automotive, sotto la sigla P9, P10 e P11, si aggiungono poi nei mesi successivi filmati e foto spia dei prototipi McLaren, su vari circuiti e varie strade in Europa. Nel 2009 termina la partnership con Mercedes, coincidente con la progressiva vendita del 40% delle azioni detenute da Mercedes nel McLaren Group (oggi 11%) e in settembre viene presentato al mondo il Project 11: è la McLaren Mp4-12C la prima auto completamente concepita e progettata da mani McLaren compreso il primo motore McLaren della storia chiamato M838T, un V8 a 90°,con 3800 cc. La presentazione viene appena dopo la riorganizzazione del McLaren Group e l'uscita di Automotive dallo stesso, per avere un budget e capitali autonomi con a capo Ron Dennis. La nuova società oggi ancora ospitata all'interno dell' MTC di Woking verrà presto trasferita lì vicino dove verrà creato il McLaren Production Center che a regime permetterà di assemblare le nuove vetture. Mclaren non si ferma qui e nuove indiscrezioni giornalistiche portano il nome di P12 e P13. P12 dovrebbe essere una vettura dal costo di circa 600.000 sterline (mentre per la 12C si parla di 150.000 sterline) e P13 prevista per il 2012-2015 con un costo di 60-80.000 sterline. L'obiettivo dichiarato è quello di costruire un'intera gamma di vetture, quello sottinteso di scrivere, ancora una volta, la storia. Pagina 5 Il “Conte” di Biella “Conte, e se non vi avessimo atteso? Se la gara fosse iniziata senza di voi?” di Elio11 www.mondomclaren.it - il forum italiano dei tifosi McLaren T re Giugno 1934. Nel cantone di Vaud, in terra elvetica, fra La Tour-de-Peilz, Villeneuve, Clarens e Territe, si snoda una strada che porta a Vevey. Lungo tutto il percorso si può ammirare in una sola giornata questa parte del lungolago ginevrino. Quel giorno di fine primavera un cielo terso ed un aria resa piacevolmente fresca da una brezza leggera, avevano preso il posto di nuvole minacciose e pioggia fine, caduta poche ore prima, durante la mattinata. I giochi di luce prodotti dai riflessi dei raggi di un sole che ormai stava per intraprendere il cammino verso occidente, per poi scomparire dietro le montagne limitrofe, producevano l'effetto, sul vasto specchio d'acqua, di cangiarne i tenui freddi colori, rendendoli brillanti. Proprio all'inizio della "passeggiata", si colloca la cittadina di Montreaux, una cittadina mondana, che in molti vorrebbero essere una piccola Montecarlo. Qui si corre per la prima volta un evento motoristico importante, il Gran Premio di Montreux. Già è vero... dettaglio di non poco conto, Montreaux aveva già conosciuto i "motori",con alterne fasi fin dal 1908: però si era sempre disputato fin ad allora una gara di "salita", denominata "Montreaux-Caux", proprio perchè i due borghi erano segnalati rispettivamente come punto di partenza e punto di arrivo. In una di queste edizioni vinse anche il compianto Campari. Tuttavia, allora fu qualcosa di diverso. Si correva tra le strade del centro abitato, un tracciato stretto, insidioso, di circa tre chilometri nel complessivo, che faceva capolino fra le case degli abitanti. Una novità assoluta che, a posteriori, non si ripeterà mai più, perchè l'evento, tra l'altro uno dei tanti non inserito a pieno titolo tra i “grandi eventi” del millenovecentotrentaquattro, non si correrà più. Novanta i giri che i piloti avrebbero dovuto percorrere nel circuito "round-thehouses", come venne definito dagli anglo-sassoni. Per un totale di quasi duecentonovantanove chilometri. Soltanto dodici piloti presero parte alla gara, tra questi anche il "Conte". Ci furono infatti dei disguidi dovuti all'organizzazione, e solo all'ultimo momento fu annunciato l'evento. Aveva iniziato a gareggiare a ventitrè anni, la prima volta con una vettura del costruttore Mercedes-Benz, una corsa di montagna, Biella-Oropa. Nell'anno che seguì avrebbe poi, dovuto procurarsi una Alfa Romeo, perchè la Auto Union e la Mercedes avrebbe adottato una linea politica ben precisa, quella di non procurare auto da corsa a piloti non facenti parte della squadra ufficiale. Fu allora che decise di concentrarsi sulle corse di montagne e su quelle delle "VoiturretteKlasse". Tra le tante vittorie, quella dell'ambita "Coppa Ciano", a Livorno, e la frase con cui inizia quest'articolo, fu rivolta a lui, vincitore dell'edizione 1936, in data del 7 Luglio 1938, appena scese dalla macchina, dopo appena otto giri di gara, quando fu costretto a ritirarsi per un guasto al motore Mercedes. Comunque, la "sporca dozzina" fu capace di rappresentare tre delle scuderie più importanti del momento, le Alfa Romeo Tipo B da 2.9 litri, le Maserati 8CM 3L, le Bugatti T51 da 2.3 litri. Tra i tanti, le Alfa di Moll, Trossi e Varzi tenevano alto il nome della Scuderia Ferrari; la Maserati di Zehender appartenente alle "Officine A Maserati"; la "Whitney Straight Ltd" con Straight ed Hamilton,; infine Falchetto e Braillard rispettivamente con una Maserati ed una Bugatti dell' "Ecurie Braillard". Per non dimenticare il temibile Etancelin con una Maserati ufficiale. Un pubblico di circa trentamila astanti era comunque accorso nonostante il temporale scatenatosi durante le prime ore del giorno, e gli spettatori – ed i piloti!- non furono però immuni dall'essere vittime di un nuovo repentino scroscio d'acqua nel corso delle ultime tornate della gara. In virtù dei suoi veloci giri in prova, la n.16 di Etancelin si trova davanti a tutti nello schieramento di partenza, dove i piloti sono disposti in coppia, l'uno accanto all'altro. Dietro il francese, distaccato di circa tre secondi (1'57') Straight, poi il franco-algerino Guy Moll, vera rivelazione di quell'anno per lui apice e tragedia; dietro in terza fila Hamilton e Trossi ; poi Soffietti- Varzi, Veyron-Sommer, Braillard-Zehender, gli ultimi quattro senza tempo, Varzi e Soffietti con un tempo entrambi di due minuti. All'abbassarsi della bandiera, Etancelin scatta per pri- mo perentoriamente ed alla fine del primo giro, è ancora al comando, seguito da Straight. Invece le Alfa Romeo di Moll,Varzi e Trossi, si trovano a battagliare per le posizioni con le altre vetture più lente. Appena si creano i primi distacchi si congelano le posizioni, e dal muretto Ferrari arriva l'ordine per Moll di fiondarsi all'inseguimento della testa della corsa. Superare Straight prima di arrivare ad Etancelin si mostra più difficile del previsto. Là davanti, lo scaltro francese si è nel frattempo costruito poco a poco un vantaggio considerevole, guidando con quell’ autorevolezza e carisma che lo hanno reso celebre e famoso fra le folle degli appassionati nel Continente. Quando la tattica ed il modo di condurre la corsa di Moll sembra dare i suoi primi frutti ed il distacco si assottiglia, l'algerino è forzato a fermarsi ai box per un rifornimento. Non andrà meglio però, perchè sarà forzato al ritiro, poche tornate dopo l'aver calcato di nuovo l'asfalto delle strade del circuito cittadino, dove la competizione è nel pieno del suo svolgimento. Una perdita d'olio al quarantaduesimo giro lo emargina e lo mette fuori gioco. Il quarto ed ultimo ritirato della corsa dopo Braillard (15esimo giro), Falchetto (21esimo) e Soffietti (27esimo), una Bugatti,una Maserati ed un’ Alfa. Allora i nuovi ordini della scuderia giungono ad Achille Varzi. E' lui a dover portare l'attacco ai primi due della classe. Straight gli tiene arduamente testa, ma darà il via libera al pilota di Galliate (vicino Novara), in virtù di un problema al motore sofferto dalla sua Maserati (il suo viso sarà addirittura inondato di olio). Un incidente di percorso che gli costerà caro, perchè il valido pilota di New York, al termine della corsa sarà classificato ad un giro dal primo, nonostante il comportamento stoico di voler finire la gara - si Pagina 6 www.mondomclaren.it - il forum italiano dei tifosi McLaren (Continua da pagina 5) dovrà però fermare ogni tre giri per pulire i suoi occhiali! In Ferrari invece la corsa di Varzi continua a far sorridere il muretto, fino a quando il campione italiano è costretto anche lui a fermarsi denunciando uno strano rumore all'assale posteriore. Ora l'onore e l'onere di salvare l'onore - si scusi il gioco di parole, che però non è effimero - ricade sulle spalle del nostro protagonista: il pilota gentleman, appartenente all'elite aristocratica, che ha ereditato per nascita il titolo di "conte". A soli sessantacinque chilometri dal termine dei giochi, circa venti giri, la rossa "Tipo B" è tristemente lontana dalla vetta, ad un minuto e venti secondi dietro il "nobile" blu della carrozzeria della Maserati. Etancelin sarebbe anche stato capace di tener testa al Conte, lui un pilota che in molti ritenevano fra i migliori del momento. Un aneddoto ricorrente del tempo, era il pensiero secondo cui Etancelin amasse operare sul cambio, senza prestare attenzione al contatore, ma solo al rumore prodotto dal motore. "Ogni uomo è causa del suo male" si direbbe, oppure si potrebbe incolpare la “Provvidenza” facendo ricorso all'immagine della "sorte avversa". Tuttavia nulla di tutto questo accade quel giorno, e la vettura non si ammutolisce per colpa del cambio. La beffa arriva invece dai freni della Maserati, noti per essere il punto debole della ‘8CM’, e le migliorie apportate dopo Monaco - che gara da parte di Moll ! - non erano bastate perchè il circuito sinuoso di Montreaux li stava mettendo a dura prova. Ora deve curare la manegevolezza della vettura, e limitarsi ad amministrare. Questo significa andare più lenti, proprio in prossimità delle curve, punti in cui il Conte recupera vertiginosamente. Suoi sono i giri veloci della giornata, ed il crono si abbassa con l’avanzare del numero totale delle tornate percorse, fino a stabilizzarsi a 1'52''. Inutile proseguire nel resoconto di gara, perchè l'epilogo dovrebbe essere ormai noto, a seguito dei fatti finora raccontati. Fatto sta che la gara termina dopo quasi tre ore di gara (2h57'25''), tempo piuttosto consono negli eventi Grand Prix degli anni Trenta, ed Etancelin taglia il traguardo in seconda posizione, ad otto secondi dalla Ferrari-Alfa. Questa fu la prima vittoria ottenuta dal "Conte" a circa 101 km/h di media oraria. Il conte Carlo Felice Trossi si dedicava alle corse in maniera non professionale, considerandole un brioso passatempo. Tuttavia univa questo atteggiamento, permessogli dal tenore di vita, ad una volontà non comune di fare bene anche "professionalmente" parlando, e non fu alieno dal possedere grande talento, soprattutto se confrontato a quello degli altri suoi altolocati colleghi. Dopo la guerra venne chiamato nuovamente dalla squadra-corse dell’Alfa Romeo, scuderia imbattibile nel periodo del secondo dopoguerra. Vinse due eventi ufficiali, il Gran Premio d'Italia, nel 1947, e poi un Gran Premio di Europa, nel 1948, entrambe con l'Alfa 158. La sua carriera iridata terminò proprio nello stesso stato dove era aveva conosciuto il primo successo quasi tre lustri prima, in Svizzera, stavolta in un tempio della velocità quale è stato Bremgarten. All’epoca dell' ultimo trionfo, sopra citato, il "Conte" era già affetto da un male irreversibile, un tumore all'organo cerebrale. Il suo cuore smise di battere a soli quarantun anni. Era il 1949. Un anno dopo avrebbe preso formalmente il via il nuovo campionato di Formula Uno, e per molti addetti del settore, avrebbe potuto essere un protagonista della “nuova” serie. Pagina 7 Ultime discussioni nel forum: Sezione Team & Piloti: Dennis spiega l’uscita di Mercedes “Si parte, si arriva e non ci sono sorpassi” Briatore Returns! Massa vicino al rinnovo e tanto altro... Sezione Tecnica: Arrivano le versioni B Sospensioni intelligenti La pinna/vela della MP4/25 e tanto altro... Sezione Formula1 del passato: Bruce Leslie McLaren: il fondatore La F1 degli anni ‘80 Mika Hakkinen Senna e Prost: gli eterni rivali e tanto altro... Ed inoltre, non perdere l’appuntamento con: La Formula Quiz; I Sondaggi di MondoMcLaren Direttore: BOSS ([email protected]) Redattori: Elio11 Frenkoz Mika85 riccardo MondoMcLaren Magazine è una newsletter nel formato di un magazine diffusa dal forum MondoMcLaren www.mondomclaren.it Delle opinioni espresse negli articoli firmati sono responsabili i singoli autori, dei quali si intende rispettare la piena libertà di giudizio Il Magazine può essere stampato per un uso personale e non commerciale: pertanto è vietata la riproduzione e l'utilizzo, anche parziale, dei contenuti dello stesso per fini di lucro e senza espressa autorizzazione. Per informazioni: [email protected]
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