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L’AUDIOPROTESISTA R I V I S T A T E C N I C O - S C I E N T I F I C A D E L L ’ U D I T O ANNO VII – N. 22 – OTTOBRE 2010– TRIMESTRALE – Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Pescara Aut. N. 114/2008 22 Prosegue con successo la campagna “Udito è Sicurezza” Intervista al ministro Fazio: chiarezza sui Lea e sul nuovo Regolamento Ipoacusia: se ne parla nel Piano nazionale di prevenzione Professione: le dimensioni della formazione continua in medicina I nuovi protagonisti: il ruolo dell’Auditory Training nella protesizzazione acustica Curiosità dal “mondo dei suoni” ORGANO UFFICIALE DEGLI AUDIOPROTESISTI ITALIANI E DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUDIOPROTESISTI PROFESSIONALI, MEMBRO DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA DEGLI AUDIOPROTESISTI L’AUDIOPROTESISTA sommario Anno IX n.22 ottobre 2010 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Pescara Aut. N. 114/2008 RIVISTA TECNICO-SCIENTIFICA DELL’UDITO www.audioprotesista.it Direttore editoriale Mauro Menzietti 3 EDITORIALE SULLE NUOVE REGOLE ECM LA NOSTRA POSIZIONE AL TAVOLO DEL COMITATO DI PRESIDENZA Gianni Gruppioni 7 ATTUALITÀ PROSEGUE CON SUCCESSO LA CAMPAGNA “UDITO È SICUREZZA” Redazione e marketing 10 Valentina Faricelli Corso V. Emanuele, 147 65121 Pescara Tel. e fax 085.374293 [email protected] INTERVISTA FAZIO, CHIAREZZA SUI LEA E SUL NUOVO REGOLAMENTO 19 FORMAZIONE CEPLIS TRAINING WORKING GROUP. PRESENTAZIONE DEL REPORT DI RICERCA 27 SANITÀ IPOACUSIA: SE NE PARLA NEL PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE 33 PROFESSIONE PROFESSIONI SANITARIE: AUTONOMIA, RESPONSABILITÀ, INTEGRAZIONE E ORGANIZZAZIONE 37 PROFESSIONE LE DIMENSIONI DELLA FORMAZIONE CONTINUA IN MEDICINA 43 PROFESSIONE QUANTO CONTA L’ESPERIENZA 47 I NUOVI PROTAGONISTI IL RUOLO DELL’AUDITORY TRAINING NELLA PROTESIZZAZIONE ACUSTICA 59 SCIENZA MODELLI DI PREVISIONE PER IL FABBISOGNO DI PROTESI ACUSTICHE NELLE IPOACUSIE NEUROSENSORIALI 71 RECENSIONE “IL PROF È SORDO” 73 RUBRICA DAL MONDO DEI SUONI Direttore responsabile Maurizio Clerici Progetto grafico Lara D’Onofrio Coordinamento editoriale Virginia Gigante Organo Ufficiale della FIA ANAP - via Val d’Intelvi, 3 20152 MILANO Tel. 02.47996053 Fax 02.47995538 www.fnaai.it [email protected] Edito da: Pescara Stampa Artigrafiche Galvan - Chieti Scalo questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana L'abbonamento alla rivista è gratuito: per abbonarsi telefonare alla segreteria tel.02.47996053 oppure inviare una e-mail a [email protected] indicando i propri recapiti postali. © Copyright 2010 Tutti i diritti riservati. Testi, foto e supporti magnetici non richiesti espressamente non vengono restituiti. 75 SCHEDE PRODOTTO 79 RUBRICA NEWS TIRATURA 14.000 COPIE 82 SPAZIO AZIENDA IL PUNTO L’AUDIOPROTESISTA La formazione è uno dei temi centrali approfonditi in questo nuovo numero della rivista. Per un professionista della salute essere aggiornato è un dovere e nello stesso tempo un diritto e ciò, da sempre, è stato il punto di partenza dell’associazione. Per questo di formazione si parla in apertura, con l’editoriale del nostro presidente, Gianni Gruppioni, che illustra proprio la ferma posizione dell’associazione nei confronti delle nuove regole Ecm, non accettate passivamente, ma analizzate criticamente. E sarà interessante leggere la posizione ufficiale, presentata al Comitato di Presidenza per l’Ecm. Così come sarà interessante analizzare la presentazione del Report di Ricerca dedicato alla formazione che ha coinvolto ben 17 stati dell’Unione Europea e che abbiamo raccolto sulla nostra rivista. Un’altra importante iniziativa, di cui tutti sarete a conoscenza e che l’associazione insieme all’ACI sta portando avanti con successo, è il progetto “Udito è Sicurezza”, che ha l’obiettivo di dimostrare l’incidenza del deficit uditivo sulla sicurezza alla guida e di promuovere in questo senso una modifica del Codice della Strada per rendere obbligatorio anche l’esame audiometrico in sede di rinnovo della patente. Un’iniziativa che ha avuto una vastissima risonanza mediatica sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza del buon udito alla guida di automezzi. E ancora, abbiamo analizzato il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione, che per la prima volta entra nel merito dei disturbi uditivi. Insomma, ce n’è abbastanza per rendersi conto che qualcosa nel comparto audioprotesico sta cambiando e che la auspicata rivoluzione culturale di cui si discute da tempo in merito ai problemi uditivi è forse davvero cominciata. L’entusiasmo e la voglia di “sapere” dei giovani impegnati nei corsi di laurea in Tecniche Audioprotesiche sono una conferma. Sono sempre di più i “neodottori” che ci inviano i loro contributi e che chiedono di partecipare attivamente alla realizzazione della rivista. Nessuno meglio di loro, infatti, può dare il senso della crescita e soprattutto della trasformazione della nostra professione. Continua, inoltre, la collaborazione con le aziende, che ci consentono di essere costantemente aggiornati sulle novità presenti nel campo della produzione. IL PUN TO Insomma, ancora una volta un numero ricco e soprattutto utile a tutti noi professionisti dell’udito. Ma la nostra voglia di migliorare non è mai abbastanza, lo sappiamo bene. Per questo l’invito che voglio rivolgervi è quello di dedicarvi ad una lettura consapevole della nostra rivista, che è uno strumento fondamentale, di crescita e di evoluzione della nostra professione. Buon lavoro. Mauro Menzietti Direttore editoriale EDITORIALE L’AUDIOPROTESISTA > L’Associazione chiede il riconoscimento del proprio ruolo e la garanzia della qualità della formazione con un incarico ufficiale e trasparente < Sulle nuove regole Ecm la nostra posizione al tavolo del Comitato di Presidenza Sulle nuove regole ECM abbiamo espresso dubbi e critiche (propositive) e avanzato proposte di modifica. Una prima audizione bilaterale ANAP - Comitato di Presidenza della Commissione per la formazione Continua in Medicina è avvenuta il 10 giugno scorso. Propedeutico all’incontro di settembre abbiamo formalmente avanzato il seguente documento che riepiloga la nostra posizione ufficiale. Ill.mo Sig. Presidente, Spett.le Commissione Ecm Premessa “L’Ecm è il processo attraverso il quale il professionista della salute si mantiene aggiornato per rispondere ai bisogni dei Pazienti, alle esigenze del SSN e al proprio sviluppo professionale”. A seguito dell’audizione del 10.06 us, con i ringraziamenti dovuti per l’attenzione riservata ad ANAP, con la presente nota concordata nell’incontro, si riepilogano le problematiche peculiari che contraddistinguono lo svolgersi delle nostre attività e particolarmente quelle dell’Aggiornamento e della Formazione continuamente e necessariamente aggiornate cui ogni buon audioprotesista è tenuto a praticare; naturalmente questa pratica nel nostro sistema avveniva anche prima dell’ECM con metodologie che, si sottolinea, hanno sempre visto l’Associazione ANAP di categoria in prima fila svolgere e perseguire la Formazione più efficace per i propri associati a stretto contatto con ANA nel ruolo di committente. Vediamo come e l’origine di questa “sensibilità”. È un fatto che Anap nasce con un compito primario: “formare” gli audioprotesisti necessari al nascente comparto audioprotesico. Ciò avviene nel lontano 1965 per volere di alcuni illuminati imprenditori, oggi considerati i padri fondatori del comparto audioprotesico. In un epoca in cui non vi erano regole di sorta, volontariamente, la categoria per mezzo di Anap si dota di un proprio ente formatore e certificatore di un titolo professionale che già a quei tempi, con l’importante apporto tecnico e economico di ANA e delle Aziende produttrici, “abilita” e forma egregiamente gli audioprotesisti di Gianni Gruppioni Presidente ANAP secondo la “quantità e qualità” che il Comparto via-via richiedeva. E quel ruolo, sottoposto al vaglio critico e interessato dei committenti, Anap lo svolge egregiamente fino al momento in cui sono istituite la figura dell’audioprotesista nel 1994 e la Formazione da svolgersi in ambito universitario. Sulla capacità e la “competenza” formativa espresse da Anap parlano i Corsi di qualificazione riconosciuti “equipollenti” ai nuovi titoli con apposito DM del Ministero della Salute nel luglio 2000. Sull’interesse per la nuova formazione, fiore all’occhiello della nostra categoria, diventata universitaria e obbligatoria per le nuove leve e non per i possessori di titolo “equipollente” parlano il ruolo ancora in prima fila di Anap volto anche a promuovere l’università fra i propri associati, l’alto numero degli iscritti ai Corsi di Laurea in Tecniche audioprotesiche, per molti anni quasi esclusivamente costituiti da coloro che avevano un titolo equipollente e quindi che non avevano nessun obbligo di frequentare l’università. Oggi, come provider, possiamo vantare 3 EDITORIALE L’AUDIOPROTESISTA IL CERCHIO E LA BOTTE Sulla “competenza” dei giovani laureati in audioprotesi e sulle nuove leve in generale, provenienti dall’Università e che si affacciano al mondo audioprotesico (oltre 200 ogni anno), si sentono commenti spesso sferzanti e poco lusinghieri. Lungi dal voler confutare i giudizi, anche se così tranchant, è bene ragionare sull’argomento, non fosse altro perchè la norma che ha sancito il profilo dell’audioprotesista assegna non solo AUTONOMIA E RESPONSABILITÁ, ma anche (e proprio per questo) un percorso di FORMAZIONE che pone particolare cura e attenzione al suo SAPER FARE. Appunto per garantire il saper fare la norma, che consiglio di andare a (ri)leggere, non lascia nulla al caso: per ogni corso universitario prevede che una figura fondamentale, quale quella del COORDINATORE, appartenga allo specifico Profilo sanitario; il provvedimento contempla anche che le MATERIE PROFESSIONALIZZANTI siano insegnate non da docenti qualsiasi, ma da DOCENTI appartenenti alla professione di cui trattasi. Ma non basta: siccome una professione non si impara sui libri, ovvero, non si impara esclusivamente sui libri, il legislatore ha previsto, per la laurea in audioprotesi, che ben 2600 (duemilaseicento!) ore su 4300 di insegnamento previste nel triennio, siano riservate all’APPRENDIMENTO SUL CAMPO. Nel caso degli audioprotesisti, in perfetta coerenza con le peculiarità di questa professione e l’orgoglio rivendicativo della propria autonomia e specificità, in via del tutto ec- cezionale e UNICO, il tirocinio pratico può avvenire, sotto l’egida di TUTORS dedicati, nei CENTRI ACUSTICI che praticano la LIBERA PROFESSIONE e non nelle strutture del SSN. In questo momento, contati per difetto, sono all’incirca 600 (seicento!) i tirocinanti del 2° e 3° anno che per imparare la professione e accedere all’esame abilitante debbono fare almeno 500 impronte cadauno, altrettanti fitting, un migliaio di esami audioprotesici, ecc., ecc. Detto ciò, ritornando alla “qualità” espressa oggi dai giovani laureati in audioprotesi, almeno non vi dovrebbero essere dubbi che tanto i “meriti” quanto i “demeriti”, in ogni caso, sono facilmente ascrivibili. Il barone rampante o arriva dai tecnici di queste aziende e, è un fatto che non si può ignorare, gli uni non possono fare a meno degli altri. Ogni azienda produttrice “deve” imperativamente insegnare e fornire direttamente tutto il proprio know-how nelle forme migliori affinchè le proprie tecnologie abbiano successo e, parimenti, ogni audioprotesista sa che questi incontri sono imprescindibili opportunità per il proprio apprendimento in materia. Tutto questo per arrivare ad affermare che quello che in altri settori può essere visto o considerato come “conflitto d’interesse”, in campo audioprotesico, invece, è sempre stato un rapporto assolutamente virtuoso e estremamente utile in particolare per l’utilizzatore finale, ovvero il cittadino utente. Stante che gli orecchi con i suoi organi sono “solo” due e poi c’è il Codice deontologico e che entrambi questi campi si studiano benissimo all’università e che per queste materie bastano dei richiami scansionati ma che non possono costituire argomento di formazione primaria, la vera formazione dell’audioprotesista utile per una prestazione “appropriata” si gioca in due fasi, a) quella che si attinge direttamente dalle aziende produttrici; b) quella che si svolge ogni giorno, in ogni Centro acustico, mettendo a confronto e scambiando le proprie esperienze sul “campo”. diverse centinaia di corsi Ecm rivolti a una categoria ormai composta per l’80% di laureati. Dopo questa doverosa premessa è il momento di alcune precisazioni sulle specificità riguardanti il “saper fare” di nostra pertinenza e sugli ausili uditivi. In primis vale la pena di richiamare che l’attività dell’audioprotesista si espleta in due momenti diversi: a) “l’attività sanitaria intellettuale, che è prevalente e si configura nella scelta dell’ausilio tramite accertamenti anamnestici e strumentali, l’individuazione del campo dinamico e scelta dei parametri tecnici, fitting dell’ausilio scelto, adattamento, applicazione, verifiche pre-post applicazione, etc; b) quella finale di attività commerciale che si esplica con la fornitura dell’ausilio”. Poi, in secundis, è notorio che tutta la tecnologia dei dispositivi per l’udito disponibile sul mercato fa capo a una decina di produttori mondiali i quali, tutti indistintamente, sono interessati e impegnati (e non deve meravigliare e scandalizzare) a fare conoscere i frutti della ricerca dei loro laboratori utilizzando metodi all’avanguardia e mezzi tecnici e economici adeguati. Rimanendo sul versante degli “interessi”, anche gli audioprotesisti non possono prescindere da questo tipo di apporto, perchè tutta la conoscenza e la formazione tecnica sui nuovi dispositivi, ausili ad alta tecnologia in continua e costante evoluzione, passa necessariamente 4 EDITORIALE L’AUDIOPROTESISTA no di ogni centro Acustico per accrescere e per condividere le esperienze proprie e, infine, per favorire le stesse Aziende produttrici in cerca degli importanti riscontri dell’utilizzo dei propri ausili sul campo. Fase a) il ruolo (insostituibile) delle Aziende produttrici nella formazione degli audioprotesisti, figure sanitarie che operano nel libero mercato. Nel nostro contesto siamo consapevoli e sosteniamo che il ruolo giocato dalle Aziende produttrici delle tecnologie per l’udito non può essere visto in chiave di conflitto d’interesse quando, necessariamente, operano per sviluppare la migliore conoscenza dell’ausilio da loro prodotto. La continua evoluzione e complessità degli ausili per udire fa sì che per il trasferimento delle conoscenze e competenze legate a questi prodotti sia non solo necessario, ma che non si possa prescindere della competizione fra i vari brands, del loro apporto, dei loro tecnici specializzati, dei loro laboratori d’avanguardia, dei loro metodi di formazione, dei loro specifici percorsi didattici e delle attrezzature didattiche di ultima generazione che solo loro possiedono e possono mettere a disposizione. Con le premesse anzi dette deve essere chiaro che l’approccio di formazione che serve all’audioprotesista (che si chiami oppure no ECM) non può essere considerato con sospetto, ovvero un conflitto d’interesse. Ovviamente con assoluta trasparenza va distinto tutto questo che è e serve ad assicurare processi e tecniche applicative sicure ed appropriate a beneficio dell’utente da quelli che sono workshop, un’altra cosa quando ricadono nelle attività finalizzate alla promozione commerciale dei prodotti. Mi limito a ciò e concludo. Siamo tutti d’accordo, e noi più di altri ne siamo i testimoni, che la formazione continua non può identificarsi solo con la partecipazione a eventi residenziali tradizionali (congressi, seminari, conferenze, ecc.). In ogni caso, si badi bene, per attuare l’aggiornamento continuo noi audioprotesisti non possiamo prescindere dalle aziende produttrici stante le specificità dei nostri apprendimenti, stante che non siamo figure del SSN, stante che non disponiamo di altri canali parimenti validi di aggiornamento. Nel nostro caso - questa è una proposta - occorre riconoscere alla scrivente Associazione quel ruolo che ha svolto con capacità e con successo per anni: perciò chiediamo di aggiornare il tema e il nostro ruolo di tramite fra gli obiettivi più alti dell’ECM e la garanzia della qualità della formazione nelle forme e nei modi più trasparenti che, come Anap, siamo (tuttora) in grado di garantire e assicurare con un incarico ufficiale e anch’esso trasparente. Un’altra proposta: occorre riconoscere con la trasparenza del caso che i docenti di nostro interesse sono in conflitto d’interesse particolarmente secondo le nuove regole, ma senza di loro non ci è possibile attuare se non limitati o ripetitivi corsi, residenziali e non, riguardanti solamente l’“orecchio” e la “deontologia”. Una cosa è certa: nonostante questo connubio gli audioprotesisti con tanti difetti di altro genere hanno, però, saputo mantenere la propria indipendenza intellettuale, tecnica, professionale e su questo non ci sono dubbi. Il garante è lo stesso utente che paga in proprio il dispositivo. Fase b) il ruolo del Centro acustico, ovvero, dell’apprendimento utile alle aziende produttrici dalla pratica sul campo e dallo scambio dei saperi. Il centro acustico, come sa bene ogni addetto ai lavori, è il vero “luogo fisico” in cui per l’audioprotesista avviene, può e deve avvenire il proprio percorso di sviluppo e di confronto professionale (il self-directed e l’evidencebased practice solo per citare due fra i principali strumenti di riferimento) in grado di creare quel legame virtuoso tra i bisogni professionali del singolo individuo con la mission del gruppo di appartenenza e, parimenti, le migliori attese del paziente, contemperando (solo così) le specificità individuali con il contesto e gli interessi generali finalizzati alla “Assistenza” più appropriata e qualificata. Il trasferimento di conoscenze e competenze da “audioprotesista a audioprotesista” praticato ben prima dell’avvento della formazione Ecm è sempre stata una chiave fondamentale della nostra evoluzione formativa a favore anzittutto (ma non solo) delle giovani leve e rappresenta nel contempo un feed-back praticato all’inter- Le nostre specificità lo richiedono, la nostra storia professionale appena accennata sono una garanzia. Senza un atto di consapevole coraggio per forzare a fin di bene le nuove regole, la formazione e l’aggiornamento la faremo ugualmente come siamo adusi fare e bene da sempre, ma saremmo fuori dall’Ecm se quella che pratichiamo non ci viene riconosciuta. In questo caso gli audioprotesisti non avranno “crediti Ecm” e non c’è nessuna azienda sanitaria che si porrà il problema di una categoria, quale la nostra, che non è in organico nel Ssn. Quello che vogliamo scongiurare è proprio che ciò accada. ■ 5 EDITORIALE L’AUDIOPROTESISTA 6 ATTUALITÀ L’AUDIOPROTESISTA > Il progetto, promosso da Anap-Ana in collaborazione con l’Aci, ha l’obiettivo di dimostrare l’importanza delle funzioni uditive sulla capacità di guida < Prosegue con successo la campagna “Udito è Sicurezza” Dai telegiornali ai maggiori quotidiani. Dalle radio alle agenzie di stampa nazionali. Difficile elencare tutti i media - dal Tg1 a RadioUno, al Il Corriere della Sera, a la Repubblica, a La Stampa di Torino e al Mattino, fino alle principali agenzie di stampa, come Ansa, Agi e AdnKronos - che hanno seguito la campagna “Udito è sicurezza” promossa da Anap (Associazione nazionale audioprotesisti professionali), Ana (Associazione nazionale audioprotesisti) in collaborazione con l’Aci, presieduta da Enrico Gelpi e sotto il coordinamento scientifico del professor Carlo Giordano, direttore della prima Clinica di Otorinolaringoiatria dell’Università di Torino. Una risonanza mediatica davvero importante per il progetto che, partito a febbraio si è concluso, nella sua prima fase, nel giugno scorso, e si è dimostrato uno strumento vincente di sensibilizzazione nei confronti dei disturbi uditivi. L’obiettivo è quello di dimostrare l’importanza dell’introduzione di un esame strumentale delle funzioni uditive - come già avviene per la vista - in fase di rinnovo della patente di guida. E per la prima volta, dunque, grazie alla ricerca coordinata dal professor Carlo Giordano si è arrivati alla stesura di dati oggettivi sulla diffusione della sordità nei soggetti di età superiore ai 50 anni. Da febbraio a giugno sei importanti città, come Torino, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Milano, sono state ciascuna sede di diverse giornate interamente dedicate ai test dell’udito. Recandosi nei centri Aci, i cittadini hanno avuto la possibilità di misurare gratuitamente il proprio udito: a loro disposizione, infatti, hanno trovato specialisti che hanno effettuato un esame della funzionalità psico-uditiva. «Il progetto - ha spiegato il segretario dell’Anap, Corrado Canovi - vuole dimostrare l’effettiva incidenza della funzione uditiva e di conseguenza lo stato di vigilanza e di attenzione sulla capacità di guida. Il problema, ancora una volta - ha sottolineato Canovi - non riguarda tanto la disabilità uditiva, quanto la sua rimediazione». E infatti, come evidenziato da un articolo pubblicato sul quotidiano la Repubblica, spesso le distrazioni alla guida sono provocate da deficit fisici. «In Italia - evi- di Valentina Faricelli Giornalista denzia l’articolo - si stima che il 12% della popolazione sia afflitta da problemi di sordità, un deficit spesso sottovalutato. Una quota significativa di automobilisti ha pro- 7 ATTUALITÀ L’AUDIOPROTESISTA Alcuni degli articoli apparsi sui quotidiani nazionali. Da sinistra: il Corriere della Sera, la Repubblica e in basso La Stampa. Nella foto in basso, la conferenza stampa di presentazione della Campagna con il segretario dell'Anap, Corrado Canovi, il professor Carlo Giordano, direttore della I Clinica di Otorinolaringoiatria dell'Università di Torino e il presidente dell'Aci, Enrico Gelpi. blemi uditivi e l’assenza di consapevolezza di queste patologie, spesso associate ad altri deficit, causa ogni anno il 30% degli incidenti in Italia». Sulla stessa linea il quotidiano La Stampa di Torino che ha definito l’iniziativa messa in campo da Ana-Anap-Aci: «uno strumento efficace per smascherare e dimensionare un nemico insidioso che accompagna molti di noi in auto: il deficit uditivo. Un deficit spesso sottovalutato con forti ripercussioni sulla sicurezza stradale». Stessa risonanza ha avuto il progetto anche sui media pugliesi che hanno sottolineato le osservazione del professor Giordano. «Come è noto - ha dichiarato infatti Carlo Giordano - le cause degli incidenti stradali sono dovute all’interazione di tre fondamentali fattori: l’ambiente, il mezzo di trasporto e l’uomo. Il fattore umano è universalmente considerato come la causa più importante degli incidenti stradali e in questo ambito giocano un ruolo fondamentale i deficit sensoria- li (udito e vista) e il grado di vigilanza e attenzione alla guida. Purtroppo - ha proseguito Giordano - a tutt’oggi, dal punto di vista clinico-scientifico non sono stati sufficientemente approfonditi tali aspetti, fondamentali per la sicurezza stradale». Per questo è particolarmente importante l’iniziativa promossa da ACI e ANAP e ANA, che ha permesso di conoscere con esattezza i numeri di un fenomeno ancora non quantificato e, fino ad oggi, sottovalutato. L’auspicio di Enrico Gelpi, presidente dell’Aci, è che si giunga alla valutazione di un intervento normativo che introduca nuove prove di verifica delle capacità uditive per il rilascio e il rinnovo della patente. «Oggi - sottolinea il presidente Gelpi - la legge pone come unica condizione la percezione di una conversazione da non meno di due metri di distanza: sarebbe più opportuno procedere ad una misurazione dell’udito con metodologie e apparecchiature scientifiche». ■ 9 INTERVISTA L’AUDIOPROTESISTA > Il ministro della Salute interviene sul Nomenclatore, sulle Regioni e sull’assistenza protesica. «Ancora aperto il confronto con i ministeri di Economia e Finanza» < Fazio, chiarezza sui Lea e sul nuovo Regolamento Ministro, i LEA sono fermi, nonostante le sollecitazioni ad emanarli dalle Regioni. Probabilmente per un problema di costi? «Il provvedimento sui nuovi LEA è stato trasmesso al ministero dell’Economia per acquisire il concerto tecnico sulla compatibilità economico-finanziaria delle nuove disposizioni, preliminare all’invio alla Conferenza Stato Regioni. Vogliamo evitare, infatti, ciò che è accaduto nel 1998, con i rilievi della Corte dei Conti proprio sugli aspetti di compatibilità». Le Regioni sostengono che l’accordo per la loro emanazione è stato raggiunto da tempo, ma il Governo rinvia il varo. Perché? «Come già detto, è stato raggiunto con le Regioni un accordo tecnico sul testo, mentre è ancora aperto il confronto con il ministero Economia e Finanza». Pubblichiamo di seguito la trascrizione integrale dell’intervista rilasciata al nostro Presidente ANAP, Gianni Gruppioni, dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, su importanti temi quali i LEA e il Nomenclatore tariffario, in un particolare momento di forte tensioni e pressioni sulla manovra economica. Anche il nuovo “Regolamento recante le norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell’ambito del SSN” non esce perché è legato all’iter dei Lea o per altre ragioni? «La nuova disciplina dell’assistenza protesica rappresenta un pezzo importante del provvedimento sui nuovi LEA e la sua approvazione è condizionata all’approvazione del complesso della norma. In particolare, il DPCM tratta degli aspetti più specificamente legati al diritto all’assistenza (individuazione dei destinatari dell’assistenza ed elenchi di dispositivi erogabili) mentre le disposizioni relative alle modalità di acquisto e di erogazione, che investono direttamente le competenze regionali, saranno oggetto di una Intesa in Conferenza Stato-Regioni, distinta ma contestuale all’intesa sul DPCM». Dall’avvento del suo Governo le associazioni professionali e dei fornitori del DM 332/99 non sono mai stati audite da Lei ufficialmente. Ora che Lei è il ministro della Salute con tutti i poteri pensa di convocare una riunione per fare il punto? «La messa a punto del Nomenclatore è stato un processo molto lungo e complicato che ha visto un frequente e serrato confronto con le Società scientifiche, le associazioni dei disabili, le associazioni professionali. Il testo emerso da questo confronto rappresenta un punto di equilibrio tra le diver- 10 INTERVISTA L’AUDIOPROTESISTA FONDI INTEGRATIVI CRUCIALI Come evidenzia l’intervista un ruolo importante che può indurre la differenza nell’uso degli apparecchi acustici è quello dei fondi, che nel resto d’Europa sono consolidati da tempo ed intervengono soprattutto in età lavorativa contribuendo ad incentivare la rimediazione della sordità, mentre da noi i fondi sono pochissimo sviluppati e soltanto quelli che attualmente tutelano la classe dirigente contemplano un contributo per l’acquisto di un apparecchio acustico. Il nostro SSN invece non riconosce alcun contributo, ma prevede l’erogazione dell’apparecchio gratuito per i soli “aventi diritto” soltanto quando la perdita di udito è molto elevata. Ad eccezione dei bambini, dove la prevenzione secondaria è efficace e porta alla rimediazione in tempi precoci, per la grande massa degli adulti e anziani che diventano sordi con l’avanzare dell’età, l’organizzazione attuale del SSN provoca un grave ritardo doppiamente dannoso, intervenendo soltanto su quelli che oggi sono considerati gli aventi diritto. Da un lato lascia spazio all’aumento dei danni alla plasticità cerebrale ed alle capacità cognitive e relazionali, che diventano irreversibili. Dall’altro sposta il ricorso all’apparecchio acustico al periodo della vita del pensionamento, in cui i redditi e la disponibilità di spesa sono inferiori. In questa fase le persone aventi diritto si rivolgono in prevalenza all’apparecchio che viene erogato dal SSN, aumentando le uscite del già magro bilancio sanitario pubblico. Paradossalmente si deve rimpiangere il tempo passato, quando prima del 1978 esisteva un rimborso generalizzato da parte delle mutue dell’epoca a favore di tutti coloro che erano in età lavorativa. In tal modo veniva incentivata la rimediazione precoce del danno, migliorando la prognosi e riducendo i costi a carico della collettività. Lo scopo delle nostre azioni politiche è quello di evidenziare che alle protesi acustiche si deve arrivare prima della perdita dell’autosufficienza, riducendo il numero di coloro che devono considerarsi aventi diritto come non autosufficienti anche a causa della grave sordità e delle sue complicanze. Consapevoli che il quadro normativo è ancora da completare, per una governance dell’intero sistema abbiamo chiesto al ministro Fazio che - in occasione del prossimo Decreto attuativo preannunciato dal Decreto: “Ambiti di intervento delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie erogate dai Fondi sanitari integrativi del Servizio sanitario nazionale e da enti e casse aventi esclusivamente fini assistenziali” pubblicato in G.U. n. 141 del 18.06.08 -, si se e talvolta contrapposte esigenze rappresentate dalle categorie interessate che è stato condiviso dalle Regioni e che sembra difficile rimettere in discussione, salvo che non emergano elementi di assoluta novità in un panorama già esplorato in maniera approfondita». evidenzi la protesizzazione acustica e la si parifichi a quella odontoiatrica, modificando l’Art.1, punto b) che ora recita “(…) prestazioni di assistenza odontoiatrica non comprese nei livelli essenziali di assistenza per la prevenzione, cura e riabilitazione di patologie odontoiatriche” sostituendo la frase precedente con la seguente: “(…) prestazioni di assistenza odontoiatrica e di rimediazione dell’udito mediante ausili uditivi anche per i casi di NON aventi diritto a prestazioni che non sono comprese nei livelli essenziali di assistenza per la prevenzione, cura e riabilitazione di patologie odontoiatriche e dell’udito”. L’apparecchio acustico, se promosso da un contributo erogato dai Fondi sanitari integrativi, quando l’ipoacusico è ancora in età lavorativa, così come avviene in altri Paesi europei, favorirebbe la prevenzione degli aggravamenti, fra i quali il decadimento cognitivo e l’isolamento sociale. Attualmente, invece, complice, oltre un ritardo culturale, lo stigma della sordità, tutto in Italia contribuisce a ritardare la soluzione del problema, aumentando di conseguenza la schiera degli “aventi diritto” fra i pensionati, ovvero quando le persone sono più “fragili” anche economicamente e gravano sul Welfare. (G. G.) cie quella ospedaliera, producano risparmi che possono essere destinati al miglioramento ed all’arricchimento dell’offerta di assistenza negli altri settori. Si ricorda, inoltre, che con il Nuovo Patto per la salute la cornice economico-finanziaria del Ssn è stata ampliata e ci auguriamo che questo ampliamento consenta ai nuovi Lea di vedere finalmente la luce». Nei prossimi decenni i bisogni della popolazione anziana, soprattutto over 80 anni, aumenteranno enormemente e le risorse economiche per rispondere a tali bisogni saranno molto ingenti: è possibile pensare ad un fondo specifico alimentato da tutti i lavoratori attraverso i contratti di lavoro? Nel nuovo Nomenclatore saranno introdotte delle nuove tecnologie, ma come si concilia questo obiettivo con il vincolo dell’invarianza di spesa? Può darci ragguagli in merito? «La scommessa su cui si tiene tutto l’impianto dei nuovi LEA è che gli interventi di razionalizzazione dell’assistenza, in spe- 11 MATERIALE IN DOTAZIONE RISERVATO IN ESCLUSIVA AGLI ADERENTI: MANIFESTI 50X70; CARTELLI DA BANCO 30X40; VETROFANIE 20X13; DEPLIANTS FORMATO A4. Le aspettative dei cittadini utenti nei confronti della qualità delle prestazioni sanitarie erogate nelle strutture pubbliche e private si sono considerevolmente evolute. Ogni fruitore è sempre più sensibile al comportamento etico, degli operatori e della struttura sanitaria. tivi e che sottendono ai comportamenti professionali nei confronti del cittadino. - Valorizzazione e riconoscimento delle competenze professionali. - Lotta all'abusivismo professionale. La finalità del progetto “Carta Etica e dei Valori” è proprio di identificare, promuovere, diffondere e valorizzare le strutture e i professionisti che praticano i migliori valori etici e professionali, già presenti nei codici deontologici di ogni professione. I codici condivisi le regole professionali sono trascritte all'interno della “Carta Etica e dei Valori”. Quest'ultima, esposta in modo visibile all'interno dei Centri, rappresenta la garanzia, per i cittadini, che in quella struttura la relazione professionale e la prestazione, riflettono i contenuti della Carta. La redazione e il rispetto del patto non sono regolati a livello normativo, avendo carattere volontaristico e rappresentando la “summa” delle etiche comportamentali degli operatori interessati che senza imposizioni vi aderiscono. Ciò rappresenta una vera garanzia per il cittadino - Promozione della “Carta Etica e dei Valori” come garanzia, per i cittadini, di ricevere prestazioni eticamente certificate dagli stessi operatori che le erogano. In questo senso la Carta rappresenterà un patto tra gli operatori, in quanto professionisti ed i cittadini, in quanto utenti. - Esposizione della “Carta Etica e dei Valori” nei Centri in modo da facilitarne la visione, specie nel momento dell'accesso nella struttura sanitaria, per consentire di confrontare ciò che viene erogato con ciò che è trascritto. Per gli interessati alla sottoscrizione va precisato che l'adesione è sottoposta al rinnovo annuale: la competenza e l'etica, infatti vanno esercitate e verificate continuamente. Il progetto gode anche dell'alto patrocinio del ministero della Salute. Il progetto persegue le seguenti finalità: - Individuazione, promozione, sviluppo e diffusione dei principi e dei valori etici all'interno dei contesti lavora- L'elenco degli aderenti verrà pubblicato e aggiornato sulla rivista L'Audioprotesista e sul sito: www.audioprotesista.it Per aderire: Segreteria FIA, Tel. 02.47996053 r.a., Fax 02.47995538 [email protected] INTERVISTA L’AUDIOPROTESISTA autonomamente in questa direzione, adottando soluzioni variegate che fanno leva su diverse combinazioni di questi elementi. La discussione politico-istituzionale nazionale trarrà spunti importanti da queste esperienze e si potrà avvalere dei primi risultati raggiunti nelle Regioni e delle soluzioni sperimentate per le principali criticità». ■ «L’istituzione di un Fondo specifico per gli interventi a favore degli anziani non autosufficienti e le modalità per alimentare questo Fondo (fiscalità generale, contributi del lavoratori, forme assicurative di varia natura,..) è una delle questioni che impegnerà la discussione politica nel corso dei prossimi anni. Nel frattempo molte Regioni si sono mosse DOMANDE/POSTI CORSO DI LAUREA IN TECNICHE AUDIOPROTESICHE (ANNO ACCADEMICO 2010-11) Al momento di andare in stampa di seguito riportiamo i numeri ufficiosi ma veritieri delle domande riguardanti i CdL in Tecniche Audioprotesiche. Stante le nuove regole introdotte dalla Gelmini solamente una sede (Firenze) non partirà e questo è da considerare un grande risultato. Detto ciò non guasta ricordare che nonostante le nostre azioni messe in campo non era per niente scontato non solo conquistare 1,5 domande per ogni posto a bando, ma anche “spalmarle” su tutte le sedi universitarie, una spalmatura che è riuscita anche con 150 domande delle 180 che l’anno scorso si dispersero scegliendo Siena. Un buon risultato va consolidato nel prossimo anno accademico, ma è pur vero che il lavoro avviato sotto il segno di “www.anaporienta.it” qualche segno positivo lo ha prodotto e sono in crescita anche le iscrizioni di seconda e terza scelta, probabilmente, per aver meritato il rispetto delle altre professioni sanitarie che ora ci appoggiano concretamente. Avanti così! DOMANDE/POSTI 15 BA CT CZ FE FI GE ME MI NA Fed II PD PR PI RM Sapienza RM T.Verg. SI SS TO 41/21 16/16 ancora non disp.le 38/20 5/10 14/16 22/8 33/25 45/10 53/40 17/10 29/34 37/15 23/10 31/20 11/9 20/10 468/277 (1,7/1) FORMAZIONE L’AUDIOPROTESISTA > Alla ricerca hanno partecipato 62 tra Ordini, Collegi e Associazioni di liberi professionisti provenienti da 17 Stati dell’Unione Europea < CEPLIS Training working group Alla ricerca hanno partecipato 62 tra Ordini, Collegi e Associazioni di liberi professionisti provenienti da 17 stati dell’Unione Europea. L’indagine si apre con la manifestazione di una chiara convergenza di opinioni (88,5%) sulla definizione data di formazione intesa come “somma delle attività di apprendimento effettuate dopo la fine del corso di studi per l’accesso alla professione e fondamentali per l’incremento delle capacità teoriche, pratiche e relazionali necessarie allo sviluppo dell’attività professionale” (vedi grafico n. 1). Presentazione del Report di ricerca Roma 28 maggio 2010 a cura di Antonio Zuliani Presidente nazionale Associazione Psicologi Liberi Professionisti Aderente Confprofessioni 2 evidenzia come l’obbligo della formazione permanente per l’esercizio della professione sia relativamente basso: rispettivamente del 37,7% per esercitare e del 24,2 per rimanere iscritti all’Ordine, Collegio o Associazione professionale. Di contro il 75% dei partecipanti ha indicato la formazione permanente come un obbligo etico per il professionista. Ciò sta a indicare come i liberi professionisti vedano nella formazione un principio fondamentale del loro essere presenti nel mondo sociale e produttivo ben al di là di quanto recepito dagli ordinamenti e dei regolamenti emanati dalle nazioni di appartenenza. Grafico 1 Opinioni sulla definizione fornita di formazione permanente La prima area indagata affronta il tema dell’ordinamento della formazione permanente presente nelle varie nazioni e nelle diverse tipologie professionali. L’analisi delle risultanze della tabella n. 1 e nel grafico n. ACCORDO Numero % Esiste nella sua nazione un obbligo per la formazione permanete (CPD) post universitaria per esercitare la sua professione? 23 37,7 Esiste nella sua nazione un obbligo per la formazione permanente (CPD) post universitaria per rimanere iscritto al suo Ordine, Collegio o Associazione professionale? 15 24,2 La formazione permanente rappresenta un obbligo etico anche se non obbligatorio? 45 75,0 TAB. 1 Obbligo della Formazione permanente 19 FORMAZIONE L’AUDIOPROTESISTA Grafico 2 Obbligo della Formazione permanente (dati in percentuale) la sua organizzazione generale. In questo senso sono state proposte una serie di domande a partire da quella relativa a chi eroga tali corsi (tabella n. 2). In sostanza gli Enti erogatori sono gli stessi Ordini, Associazioni o Collegi (87,1%) e le Università (80,65%). Si può notare come anche l’iniziativa privata sia significativamente presente (75,8%), mentre gli Enti pubblici ricoprono un ruolo secondario (58,1%). Chi eroga la formazione Se la formazione permanente non è obbligatoria è pur interessante conoscere quali sono le fonti della stessa e Numero % Università 50 80,7 Ordine, Collegio, Associazione di appartenenza 54 87,1 Enti pubblici 36 58,1 Enti Privati 47 75,8 TAB. 2 Chi eroga i corsi di Formazione permanente (si potevano fornire più risposte) rischio di riproporre modelli e contenuti formativi già appartenenti al curriculum pre professionale. Rilevante (88,7%) comunque, la presenza di docenti di membri appartenenti all’Ordine, Collegio e Associazione di appartenenza, mentre più limitata (79%) la collaborazione tra Ordini e Associazioni diverse nel percorso formativo. Al di là dell’Ente erogatore appare interessante sapere chi sono le persone che insegnano in tali corsi (tabella n. 3). Come si può osservare tale formazione è sostanzialmente gestita dai docenti universitari (93,6%). Tale dato sottolinea positivamente il legame esistente tra mondo universitario e quello professionale, ma indica anche il Numero % Membri esperti dell’Ordine, Collegio, Associazione di appartenenza 55 88,7 Docenti universitari 58 93,6 Docenti appartenenti ad altri Ordini, Collegi, Associazioni 49 79,0 Altri esperti 55 88,7 TAB. 3 Chi insegna nei Corsi di Formazione permanente Le modalità organizzative di tale formazione (tabella n. 4) indicano la prevalenza dello strumento “seminari” (92,6%) rispetto agli altri indicati. Interessante notare come l’82,9% dei questionari indichi che esistono altre forme organizzative per la formazione che esulano da Dall’indagine non è stato possibile, invece, costruire un’idea chiara sulla presenza o meno di una quantificazione di tale formazione perché le risposte sono state poche e hanno presentato una situazione così disparata che chiederebbe un approfondimento specifico. 20 FORMAZIONE L’AUDIOPROTESISTA quelle tradizionali che l’indagine aveva previsto. In questo settore sarebbe interessante un approfondimento per analizzare la forza innovativa che anche in questo campo sa esprimere il mondo delle Libere Professioni e se vi sono delle buone pratiche in materia che sarebbe utile diffondere in tutti i paese europei. Numero % Sulla base del raggiungimento di un numero di ore prefissato 39 79,6 Su seminari 60 92,6 Master 32 72,7 Tirocini pratici 30 69,8 Altro 34 82,9 TAB. 4 Modalità organizzative della formazione riscontro significativo tra chi li ha compilati. Ciò confermerebbe il dato sopra individuato che nel mondo delle libere professioni sono diffuse altre modalità formative rispetto a quelle tradizionalmente utilizzate. Il tentativo di comprendere l’importanza che viene data alle varie forme di apprendimento (tabella n. 5) non sembra fornire risultati certi. Pur tuttavia si può osservare che nessuna delle forme indicate nel questionario trovino Basso Medio Alto Apprendimento sul luogo di lavoro da colleghi e mentori 27,6 39,7 32,8 Apprendimento da riflessioni sulla propria pratica, in gruppo o individualmente 33,3 45,6 21,1 Studio individuale su nuove aree di lavoro e competenze 30,5 40,7 28,8 TAB. 5 Che importanza e riconoscimento vengono dati a (dati in percentuale) Sistema di controllo e verifica Successivamente si è affrontato il tema della verifica e del controllo sulla formazione. Numero % Esiste un sistema di controllo o Agenzie di qualità che valutano i corsi 33 56,9 Il controllo e la verifica viene fatta dalla Pubblica Amministrazione 19 33,3 Il controllo e la verifica viene fatta dall’Associazione o dall’Ordine di appartenenza 35 60,3 Altre forme di verifica e controllo 13 25,0 Esiste un sistema di certificazione per il CPD 19 36,5 TAB. 6 Presenza di sistemi di controllo e verifica della formazione Emerge che tale funzione è esercitata in prevalenza dall’Associazione o dell’Ordine di appartenenza (60,3%), e solo marginalmente (33,3%) dalla Pubblica amministrazione che dovrebbe, invece, dimostrare più interesse per questa fondamentale funzione. Ruolo degli Ordini, Collegi e Associazioni L’ultima area esplorata riguarda il ruolo che Ordini, Collegi e Associazioni hanno all’interno del sistema della Formazione permanente. Come si può osservare dalla tabella n. 7 il ruolo principale è quello di garanti- 21 FORMAZIONE L’AUDIOPROTESISTA re un’adeguata informazione agli iscritti sui corsi organizzati dagli enti stessi (91,8%), ed anche rilevante (88,5%) la conoscenza dichiarata circa le esigenze formative degli iscritti. Scarsa la presenza di una modalità per valutare i risultati della formazione dei propri iscritti (55%) e tutta da sviluppare la conoscenza e la partecipazione alle possibilità che l’Europa fornisce per la formazione post universitaria (41%). Numero % L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una commissione o gruppo di lavoro dedicato alla formazione permanente dei suoi associati 48 78,7 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una commissione o gruppo di lavoro dedicato alle possibilità che l’Europa fornisce per la formazione post universitaria? 25 41,0 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce una informazione completa e periodica sul tema della formazione permanente? 44 72,1 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce informazioni sui corsi che organizza? 56 91,8 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce informazioni sui corsi che organizzano altre organizzazioni? 42 70,0 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una conoscenza delle esigenze formative degli iscritti? 54 88,5 L’Ordine o Associazione ha una modalità per valutare i risultati della formazione dei propri iscritti? 33 55,0 TAB. 7 Ruolo di Ordini, Collegi e Associazioni nel sistema della Formazione permanente nario che vede l’88% dell’area Tecnica d’accodo, in linea con il dato generale del’88,5%, mentre per l’area Sanitaria tale accodo scende al 61,6%. Anche nei riguardi degli obblighi formativi emergono delle interessanti differenze. Nella tabella n. 8 si può osservare che l’obbligo per l’esercizio della professione sale dal 24% dell’area Tecnica al 42,3% di quella Sanitaria, mentre rimane sostanzialmente uguale il dato riguardante l’obbligo etico a prescindere da quello regolamentato. Approfondimenti Al fine di fornire un primo approfondimento su questi dati generali, si è inteso comparare tra loro quelli emersi da due specifiche aree professionali: sanitaria (medici, biologi, veterinari, psicologi, ecc.) e tecnica (ingegneri, architetti, periti, ecc.). La scelta è caduta su queste due are perché statisticamente più presenti in questa indagine rispettivamente con 26 e 25 questionari compilati. Una prima differenza la si ritrova sul consenso alla definizione di formazione proposta nel questio- ACCORDO Sanitaria Tecnica Esiste nella sua nazione un obbligo per la formazione permanete (CPD) post universitaria per esercitare la sua professione? 42,3 24,0 Esiste nella sua nazione un obbligo per la formazione permanente (CPD) post universitaria per rimanere iscritto al suo Ordine, Collegio o Associazione professionale? 23,1 16,0 La formazione permanente rappresenta un obbligo etico anche se non obbligatorio? 76,9 75,0 TAB. 8 Obbligo della Formazione permanente per le aree Sanitaria e Tecnica (dati in percentuale) maggior organizzazione di corsi (96%) di quelli gestiti dalle organizzazioni dell’area Sanitaria (84,6%). Per quanto riguarda la provenienza dei docenti si può osservare (tabella n. 10) che l’area Tecnica tenda ad utilizzare meno soggetti provenienti dai propri Ordini, Sull’erogazione dei corsi si può notare (tabella n. 9) uno spostamento nell’area Sanitaria rispetto a quella Tecnica a favore dell’organizzazione da parte di Enti Pubblici (61,5% contro il 52%), mentre Ordini, Collegi e Associazioni afferenti all’area Tecnica dichiarano una 24 FORMAZIONE L’AUDIOPROTESISTA Grafico 3 Obbligo della Formazione permanente per le aree Sanitaria e Tecnica (dati in percentuale) Collegi e Associazione rispetto a quanto non faccia quella Sanitaria, Per contro l’area Tecnica utilizza di più docenti provenienti da altri settori. Nei riguardi delle modalità organizzative della formazione il dato che appare più rilevante riguarda l’utilizzo maggiore dei tirocini pratici nell’area Sanitaria (79%) rispetto a quanto dichiarato nell’area Tecnica (60%), Tab.11. tica, in gruppo o individualmente. Il maggior controllo da parte della Pubblica Amministrazione nella formazione dichiarato dall’area Sanitaria (tabella n. 13) sembra correlarsi con l’obbligo evidenziato nella precedente tabella n. 8. Stessa cosa nei riguardi delle presenza di un sistema di certificazione. Rispetto a quanto osservato nella discussione dei dati generali, qui sembra che l’area Sanitaria sia più interessata all’utilizzo delle formule di apprendimento proposte. In particolare la tabella n. 12 indica come l’area Tecnica sia meno interessata all’utilizzo di forme di apprendimenti derivate da riflessioni sulla propria pra- Sanitaria Tecnica Università 80,8 84,0 Ordine, Collegio, Associazione di appartenenza 84,6 96,0 Enti pubblici 61,5 52,0 Enti Privati 73,1 72,0 TAB. 9 Chi eroga i corsi di Formazione Permanente per le aree Sanitaria e Tecnica. Sanitaria Tecnica Membri esperti dell’Ordine, Collegio, Associazione di appartenenza 92,3 84,0 Docenti universitari 92,3 96,0 Docenti appartenenti ad altri Ordini,Collegi, Associazioni 77,0 80,0 Altri esperti 80,8 92,0 TAB. 10 Chi insegna nei Corsi di Formazione Permanente nelle aree Sanitaria e Tecnica (dati in percentuale). Sanitaria Tecnica Sulla base del raggiungimento di un numero di ore prefissato 81,0 72,2 Su seminari 91,3 90,0 Master 72,2 75,0 Tirocini pratici 79,0 60,0 Altro 89,5 84,6 TAB. 11 Modalità organizzative della formazione nelle aree Sanitaria e Tecnica (dati in percentuale) 25 FORMAZIONE L’AUDIOPROTESISTA (80,8%). Anche sulle informazioni relativa ai “corsi che organizzano altre organizzazioni” lì’area Tecnica sembra più attiva (75%) di quella Sanitaria (64%). Di contro l’area Sanitari sembra (56%) più attenta alle possibilità formative offerte dall’Europa (32% nell’area Tecnica). ■ Anche nell’area di indagine sul ruolo di Ordini, Collegi e Associazioni vi sono delle differenze interessanti. La tabella n. 14 evidenza che Ordini, Collegi e Associazioni afferenti all’area Tecnica si dichiarino maggiormente a conoscenza dei bisogni formativi dei loro iscritti (95,8%) rispetto a quelli dell’area Sanitaria Basso Medio Alto S T S T S T Apprendimento sul luogo di lavoro da colleghi e mentori 20,0 26,1 44,0 43,5 36,0 30,4 Apprendimento da riflessioni sulla propria pratica, in gruppo o individualmente 20,0 40,9 52,0 45,5 28,0 13,9 Studio individuale su nuove aree di lavoro e competenze 24,0 30,4 40,0 43,5 36,0 26,1 TAB. 12 Importanza e riconoscimento vengono dati ai vari tipi di formazione per aree professionali (dati in percentuale) Sanitaria Tecnica Esiste un sistema di controllo o Agenzie di qualità che valutano i corsi 61,5 45,5 Il controllo e la verifica viene fatta dalla Pubblica Amministrazione 46,2 23,8 Il controllo e la verifica viene fatta dall’Associazione o dall’Ordine di appartenenza 53,9 59,1 Altre forme di verifica e controllo 31,8 23,8 Esiste un sistema di certificazione per il CPD 47,8 28,6 TAB. 13 Presenza di sistemi di controllo e verifica della formazione per le aree Sanitaria e Tecnica (dati in percentuale). Sanitaria Tecnica L’Ordine o, Associazione alla quale lei appartiene ha una commissione o gruppo di lavoro dedicato alla formazione permanente dei suoi associati 80,0 72,0 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una commissione o gruppo di lavoro dedicato alle possibilità che l’Europa fornisce per la formazione post universitaria? 56,0 32,0 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce una informazione completa e periodica sul tema della formazione permanente? 72,0 68,0 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce informazioni sui corsi che organizza? 88,0 92,0 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce informazioni sui corsi che organizzano altre organizzazioni? 64,0 75,0 L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una conoscenza delle esigenze formative degli iscritti? 80,8 95,8 L’Ordine o Associazione ha una modalità per valutare i risultati della formazione dei propri iscritti? 54,2 48,0 TAB. 14 Ruolo di Ordini, Collegi e Associazioni nel sistema della Formazione Permanente per aree professionali (dati in percentuale). 26 SANITÀ L’AUDIOPROTESISTA > Per la prima volta il documento nazionale 2010-2012 entra nel merito dei disturbi uditivi. Un successo per il settore audioprotesico, sempre al lavoro per intervenire precocemente< Ipoacusia: se ne parla nel Piano nazionale di prevenzione Il Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012, approvato il 29 aprile scorso, passa ufficialmente alle Regioni che hanno tempo sino al 30 settembre per adottarlo. Il Piano entra per la prima volta nel merito dei disturbi uditivi e ciò è un concreto riconoscimento del nostro lavoro sul fronte istituzionale volto ad intervenire precocemente in età infantile, adulta e avanzata. Riportiamo direttamente da Fabrizio Oleari - Direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute - che «il Piano della Prevenzione approvato di recente è innovativo per i contenuti modalità di programmazione e governance. Gli obiettivi di salute introducono importanti cambiamenti in particolare su quattro versanti: l’atto esplora tutte le aree operative sanitarie coinvolte in attività di prevenzione; al centro della programmazione c’è la Persona con i suoi problemi; maggiore evidenza viene data alla medicina predittiva e alla prevenzione terziaria e maggiore attenzione viene posta a patologia quali i tumori, malattie infettive, malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie, malattie osteoarticolari, patologie orali, disturbi psichiatrici, malattie neurologiche, cecità e ipovisione, IPOACUSIA E SORDITÀ, disabilità.». Ora, l’auspicio degli audioprotesisti è che i nostri sforzi, congiunti con Regioni e Ministero, messi in campo per disegnare la prevenzione del terzo millennio che particolarmente per l’ipoacusia e la sordità vengano trasformati, meglio presto che tardi, dalle Regioni in efficaci attività e servizi per la persona, secondo quanto affermato dal Direttore generale della Prevenzione sanitaria. Come riporta il PNP il contributo che la prevenzione può dare nel nostro settore assistenziale è, innanzitutto, di tipo metodologico e persegue i seguenti obiettivi: oltre ribadire i controlli previsti dalla normativa vigente sui rischi professionali (Testo unico della sicurezza sul lavoro) per l’ipoacusia si tratta di: - individuare protocolli diagnostici per le diverse età target, per l’individuazione precoce di tali patologie, secondo criteri e caratteristiche di appropriatezza; - definire i percorsi diagnostico-terapeutici-riabilitativi con particolare riguardo all’appropriatezza del ricovero o trattamento ambulatoriali, della fornitura di ausili protesici, dei controlli di follow-up. Alcune parole chiave del PNP meritano di essere citate perché sono anch’esse un importante corollario al lavoro ancora da fare “…trattasi dell’indirizzo a sostegno delle politiche di “active ageing” che si può tradurre in “invecchiamento attivo” …al fine di migliorare la qualità di vita nell’invecchiamento delle persone… oggi più che mai, l’allungamento della vita media rappresenta “un trionfo e una sfida” per la nostra società… gli aspetti economici prevalenti sono quelli legati all’impatto che gli anziani hanno sulla spesa pensionistica e previdenziale “spesa sanitaria + spesa sociale”... … promuovere la prevenzione terziaria sta allora a significare promuovere il disegno e la implementazione di percorsi che garantiscono la continuità della presa in carico di target particolarmente fragili, quali anziani, malati cronici, portatori di polipatologie, disabili, ecc.”. Facciamo notare l’incipit sottostante: 4.11 IPOACUSIA E SORDITÀ “La sordità e i disturbi uditivi ad essa legati costituiscono un serio problema medico e sociale, ancora oggi sottovalutato, nonostante ne sia interessato oltre il 10% della popolazione…” perché da questo capoverso, nostro cavallo di battaglia, si evince il marchio di fabbrica del nostro operato. Per noi audioprotesisti tutto ciò vuole anche dire che al punto in cui siamo giunti dobbiamo continuare a lavorare intensamente, in gergo si direbbe “per non perdere la priorità acquisita” tanta è la concorrenza rappresentata nel lungo elenco delle patologie sopra-riportato. Da ora, passati gli intenti che volevamo, servono e si lavora alle norme attuative per dare contenuti che, altrimenti, è una gran bella cornice… senza il quadro. G.G. 27 Organizzata da Antonio Moretti Presidente: Adelchi Croce Ospite d’onore: Shan Baker www.aicef-rcf.org SEGRETERIA SCIENTIFICA Castriotta Adriano Citraro Leonardo De Rosa Marilina Francesca Vitullo [email protected] SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Via Cesare Battisti, 31 - Pescara Tel. 085295166 Fax 085295162 [email protected] - www.nsmcongressi.it Lembi locali nelle ricostruzioni facciali La rinoplastica tra certezze e controversie IV GIORNATA DI AGGIORNAMENTO AICEFrcf 27 Novembre 2010 Auditorium del Rettorato - Chieti Università “G. d’Annunzio” - Chieti-Pescara PROFESSIONE L’AUDIOPROTESISTA > Tutte le professioni sanitarie, già da diversi anni, sono state protagoniste di un importante processo di trasformazione all’interno dei propri ambiti culturali, di ricerca e di studio < Professioni sanitarie: autonomia, responsabilità, integrazione e organizzazione I caratteri peculiari delle professioni sanitarie sono riassumibili nei concetti di: • AUTONOMIA • PROFESSIONALITÀ • RESPONSABILITÀ Una definizione di autonomia professionale la offre il “Piccolo Dizionario della Qualità” di Sergio Tonelli che la definisce come” la capacità di pensare e agire liberamente, in modo indipendente. È una delle caratteristiche principali , con la responsabilità, delle professioni liberali…..”. È molto indicativo che il significato di autonomia venga legato a quello di responsabilità in un dualismo che sottende come non ci si possa dichiarare autonomi se, contestualmente, non si accetti la condizione di dover rispondere, in modo completo e pertinente, del proprio operato e viceversa non si può essere responsabili se non si può esercitare con autonomia il proprio potere decisionale. Il concetto di autonomia ha insito in sé la discrezionalità delle scelte operative e la relativa assunzione di responsabilità, la competenza nella valutazione dei bisogni, la capacità di pianificare gli interventi e di verificarne i risultati. Tutte le professioni sanitarie, con riferimento ai recenti profili professionali la cui definizione si è resa indispensabile per rispondere al mutato contesto socio-politicoeconomico ed all’evoluzione della domanda di salute, già da diversi anni, sono state protagoniste di un importante processo di trasformazione all’interno dei propri ambiti culturali, di ricerca e di studio. Portare avanti questo processo ha reso necessario una nuova definizione delle proprie identità professionali. Si è assistito all’interno di ciascuna professione ad una riflessione critica dello specifico agire che tenesse conto anche dei cambiamenti dei processi di diagnosi cura e assistenza e riabilitazione come dello stesso (Convegno CAPS Policlinico Modena) di Gianluca Mezzadri Responsabile della Consulta delle Professioni sanitarie concetto di salute. Il dibattito avviato su concetti quali appropriatezza delle prestazioni, ricerca di strumenti e tecniche innovative, soluzioni organizzative ed operative di provata efficacia, aspetti etici e deontologici, la for- 33 PROFESSIONE L’AUDIOPROTESISTA prendere decisioni da attivare in modo competente ed efficace. Le affermazioni di indipendenza e della correlativa responsabilità nelle scelte relative alle modalità di esercizio delle proprie competenze consentono di impostare le relazioni con le altre figure sanitarie in termini di collaborazione paritaria e di scambio proficuo di conoscenza, secondo le più moderne concezioni di organizzazione del lavoro. In un ambito generale, il buon risultato di ogni intervento sanitario è condizionato in modo sempre crescen- mazione hanno pragmaticamente sostenuto il processo di trasformazione nei contesti di azione. Il mutamento avvenuto all’interno delle singole professioni ha dato il via ad un processo irreversibile culminato con il decreto legislativo 502/92 e successive modificazioni, rilevando in questa sede, l’azione di riordino delle professioni e delegando al Ministro della Sanità l’individuazione delle figure professionali e la descrizione dei relativi profili. Per la prima volta non si faceva più riferimento ad un mero elenco di compiti e mansioni a cui l’operatore doveva attenersi ma ad ambiti definiti di attività a cui la competenza generale e specifica del professionista doveva rispondere nel rispetto della sua autonomia e responsabilità. Gli stessi vocaboli utilizzati dal legislatore per definire i vari profili ne hanno connotano l’autonomia; alcuni di questi, ripresi da i vari decreti: identifica i bisogni, pianifica, gestisce, valuta, elabora, garantisce, propone, svolge, agisce sia individualmente che in collaborazione con altri, si avvale ove necessario, ecc… Ciò presuppone che il professionista debba possedere conoscenze specifiche teoriche e pratiche per saper 34 PROFESSIONE L’AUDIOPROTESISTA sabilità articolato diversamente a seconda della complessità organizzativa delle aziende sanitarie pubbliche e private (a livello di Unità operativa, di Servizio, di Dipartimento). Si delinea anche un 3° livello di responsabilità pr ofessionale, dove le singole figure possono esprimere, in autonomia, le loro competenze; sono i livelli aziendali dove vengono pianificati i programmi formativi professionali, elaborate le procedure per l’accreditamento professionale e le linee guida su processi complessi che vedono il coinvolgimento di più articolazioni aziendali e diverse discipline; tra questi, i gruppi di studio, di elaborazione, di ricerca, con particolare attenzione alla Medicina dell’evidenza (EBM, EBN, EBP, ecc…) Al recepimento dei profondi cambiamenti precedentemente descritti, la Legge 251/2000 riconosce la necessità di un nuovo modello organizzativo, con l’istituzione dei servizi infermieristici, ostetrici, riabilitativi, tecnico sanitari, della prevenzione e sociali. L’incarico dirigenziale è riconosciuto, per Legge e CCNL, agli operatori dei diversi profili professionali ma risulta attuato in modo eterogeneo sul territorio, perché condizionato da norme applicative regionali e delibere te dalla capacità di lavorare efficacemente in squadra, ponendo attenzione alla realizzazione e all’integrazione fra il lavoro di molte persone, con professionalità diverse, più che alla competenza tecnica specifica del singolo operatore, per superare la parcellizzazione delle risposte professionali verso una risposta globale ed integrata nel rispetto di un concetto filosofico che pone l’individuo e non l’organizzazione al suo centro. Poi, l’articolo 1, comma 1, della legge 42/99 affronta un altro nodo cruciale: la denominazione “professione sanitarie ausiliaria” nel testo unico delle leggi sanitarie e successive modificazioni, nonché in ogni altra disposizione di legge, è sostituita dalla denominazione “professione sanitaria”. Con questa importante innovazione il legislatore ha finalmente formalizzato i cambiamenti fortemente voluti e realizzati dai vari professionisti; dando piena legittimazione, ai nuova profili si abroga la denominazione di ausiliarietà, concetto che si completa nella stessa norma quando all’articolo 1 comma 2 viene abrogato il mansionario che ancora resisteva per alcune professioni. I livelli di espressione di autonomia e responsabilità professionale sono specifici e trasversali agli interventi assistenziali: le specializzazioni formative forniscono strumento di approfondimento specialistico che consentono ai è professionisti di valutare, verificare e pianificare l’intero processo assistenziale, riabilitativo, tecnico e di prevenzione sul singolo o su gruppi di utenti, assumendone la responsabilità. Alcuni percorsi che possono consentire l’assunzione di responsabilità professionale sono quelli che riguardano i “case manager” attualmente presenti in unità operative dove è forte la necessità di integrazione fra diversi livelli di attività che compongono un intero processo. Questi esempi, che possono essere riferiti a tutte le aree professionali, esprimono un 2° livello di respon- 35 PROFESSIONE L’AUDIOPROTESISTA o riabilitative, i piani di assistenza, i programmi riabilitativi, le procedure operative multi disciplinari e multi professionali, i protocolli, i processi assistenziali, le linee guida, ecc… Questi devono servire a modificare ed uniformare i comportamenti di tutti i professionisti, individuando gli obiettivi generali, le metodologie a disposizione, i tempi necessari e gli strumenti da utilizzare per il loro raggiungimento, definendo, nelle dotazioni organiche, la presenza delle professioni a seconda della qualità e del volume delle competenze richieste, in un’ottica di qualità ed efficienza nelle risposte ai bisogni dei cittadini. Così facendo, in ogni specifica azione, facente parte del progetto, devono essere individuate le specifiche responsabilità del professionista che le mette in atto e che diventa corresponsabile dell’intero progetto; questo rappresenta un valore aggiunto che rafforza l’idea stessa del servizio sanitario pubblico che risponde agli effettivi bisogni di salute della popolazione. L’autonomia e la responsabilità reali sono esigenze non più rimandabili, dopo circa quindici anni dall’emanazione dei profili e dopo circa dieci anni dalle ulteriori leggi deliberanti in ambito dell’autonomia professionale. Oggi è oltremodo evidente la spaccatura tra il processo di trasformazione con il profondo cambiamento dell’identità professionale, da una parte, il perpetuarsi di modelli organizzativi con l’operatore cristallizzato ancora in un ruolo subalterni, demotivanti e deresponsabilizzanti, dall’altra. ■ organizzative aziendali (che difficilmente danno risposte alle aspettative dei diversi profili professionali). Bisogna chiarire che la piena realizzazione professionale va nella direzione di dare risposte di qualità a precisi bisogni di salute sia individuali che collettivi. Ad oggi, il sistema in essere presenta notevoli rischi residui: • non ottimale organizzazione del lavoro; • mancata realizzazione delle risorse umane; • difficoltà di erogazione delle prestazioni; • contrasti interprofessionali tra medici e professioni sanitarie ma anche tra professioni sanitarie diverse. Uno dei mezzi per concretizzare il cambiamento è quello di individuare ed applicare mezzi e regole condivisi e validati (accreditati), quali: le cartelle infermieristiche 36 PROFESSIONE L’AUDIOPROTESISTA > «Bisogna considerare il senso del lavoro non come qualcosa di meccanico e prestabilito, ma di mutevole e variabile, proprio in virtù delle visioni soggettive dei singoli» < Le dimensioni della formazione continua in medicina: competenze tecniche di processo e di sistema Nell’organizzazione odierna, caratterizzata da un background altamente competitivo e ricco di incertezze, la formazione si rivela strumento determinante poiché pone l’attenzione su fattori tecnici, di processo e di sistema. Se è fuori di dubbio che gli elementi tecnici siano fondamentali, è altrettanto vero che non è possibile ottenere una buona performance se si ignorano gli aspetti di processo e di sistema. Ogni organizzazione, dalla più semplice alla più complessa, deve essere in grado di razionalizzare i suoi aspetti interni. Il motivo è presto spiegato riconoscendo la necessità di rincorrere l’efficienza nella produzione così da stare al passo con le pressanti richieste del mercato e della concorrenza. Il pericolo portato dall’esasperazione del quadro appena descritto consiste però nella creazione di ambienti di lavoro sempre più formali e, insieme, impersonali. Questo modello raggiunge il suo apice nell’imposizione ai lavoratori di azioni in campi di competenze con procedure predeterminate. Specializzare i compiti porta da un lato ad aumentare la confidenza verso il lavoro, e dunque a porre nuovi standard produttivi, dall’altro frena la naturale ricerca umana delle novità, sviluppando infatti solo poche e superficiali capacità (condannando all’atrofia tutte le altre). Nelle organizzazioni dunque spesso la personalità umana, che per rendere al meglio, deve essere di Pignatto1 , P. Tiberi2 e A. Giannitrapani3 costantemente motivata e stimolata, si trova di fatto limitata e frustrata. Svolgere compiti preordinati e ripetitivi accresce le abilità e le capacità in quello specifico ambito, ma condanna l’uomo ad una posizione passiva nei confronti della propria soggettività. Di fatto spesso si subordina l’accrescimento proprio di quest’ultima ad obiettivi organizzativi che, per essere raggiunti, hanno bisogno di professionisti disciplinati, conformisti, poco inclini ad assumersi responsabilità non previste. In psicologia il passaggio da uno stadio infantile della vita ad uno adulto viene connotato proprio dalla capacità di assumere un ruolo attivo nella propria esistenza, dalla capacità di sorpassare la ritualità dei comportamenti imposti in favore di una pluralità di modi, così come dall’aumento di consapevolezza di sé e del proprio 37 PROFESSIONE L’AUDIOPROTESISTA del sistema nei suoi aspetti fondamentali, risulta spesso di grande utilità per le motivazioni che abbiamo esposto, più di quanto non lo sia il semplice accrescimento nozionistico. L’impegno non deve essere rivolto all’indottrinamento di chi si rivolge alla formazione, ma più propriamente si deve riuscire a “consegnare” delle mappe per organizzare i saperi ed elaborare metodi che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali. Orientarsi nel mondo e permettere che gli altri si possano a loro volta orientare. L’apprendimento ha un’importante dimensione sociale in quanto spesso il tecnicismo risulta inutile se questo non è di aiuto alla comunità nella quale ci si trova, se non porta cioè ad un miglioramento complessivo. Saper contestualizzare il proprio operato, ivi comprese le condizioni culturali e sociali che ne sono implicate, conoscere in quale ambiente nascono e vengono posti i problemi, anche organizzativi, che ogni professionista contribuisce a risolvere con il proprio agire quotidiano è una grande risorsa ed un obiettivo che la formazione deve riuscire ad assumere su di sé, perché questo coincide, da ultimo, con l’assegnare un senso al lavoro individuale. Nell’ambito del sistema ECM per il professionista della salute la comprensione dell’importanza di tutto quanto presentato è riconosciuto e rimarcato anche nei provvedimenti di più recente attuazione4 dove si sottolinea autocontrollo, sia per ciò che concerne i propri interessi che per i propri comportamenti. Così descritto questo passaggio viene in un certo qual modo impoverito dalla struttura del lavoro nelle organizzazioni. In realtà però la credenza che queste modalità produttive siano una necessità dettata dalle incombenze, dalle urgenze e in generali dalle richieste di efficienza imposte dall’esterno si rivela un errore se si considerano le conseguenze negative che da queste derivano. Senza giungere a situazioni anche gravi, lo sviluppo di frustrazione e di fallimento può facilitare il sorgere di rivalità e dunque di conflitti nocivi alle stesse organizzazioni ed in generale al perseguimento degli obiettivi di lavoro. La formazione in questo senso permette a chi tutti i giorni vive queste situazioni, chi viene considerato, e spesso si considera lui stesso come un mero esecutore di azioni, di modificare la propria visione di sé in favore di una concezione che porta ad affermarsi in quanto agente di apprendimento organizzativo e sociale. Il principio su cui ci si deve basare consiste nel considerare il senso del lavoro non come qualcosa di meccanico e prestabilito, ma di mutevole, variabile proprio in virtù delle visioni soggettive dei singoli. Il modo di vedere la realtà, il senso che viene assegnato da ognuno di noi a questa, è dato dalle scelte individuali. La formazione ha quindi il compito di lavorare sulla modificazione della visione meccanica del lavoro in favore di una maggiore comprensione di quest’ultimo. Maggiore comprensione del lavoro operativamente significa progettare eventi formativi che non si limitino al miglioramento delle conoscenze tecnico professionali dell’individuo poiché, per quanto un miglioramento nella consapevolezza nel settore specifico di attività sia necessario nello svolgimento del lavoro, questo approccio risulterebbe ancora schiavo della logica sopra esposta. Le competenze già in possesso dai discenti e richieste dai rispettivi ruoli spesso infatti riescono ad essere valorizzate proprio se contestualizzate in un ambito più ampio. Conoscere dunque il settore di produzione e l’organizzazione 39 PROFESSIONE L’AUDIOPROTESISTA tario deve obbligatoriamente partecipare a diverse tipologie formative di evento. Lo sforzo integrato tra formazione ed operatori sarà quello di costruire un sistema tale da garantire miglioramento delle prestazioni individuali attraverso la conoscenza proprio del contesto, oltre che, ripetiamolo, dall’eccellenza nelle competenze tecniche. Sorpassare questa visione isolata delle professioni sanitarie permette allora anche di sorpassare la concezione meccanica dell’organizzazione del lavoro in favore di un approccio sistemico. Quanto detto si pone il duplice scopo di portare l’individuo ad aumentare la propria consapevolezza rispetto al proprio ruolo, così da eliminare l’impersonalità del modello per compiti descritto all’inizio di questo articolo, ma al tempo stesso è opportuno riconoscere come questo sia di aiuto alle organizzazioni stesse, ed alla gestione del lavoro in senso ampio, permettendo l’equilibrio tra risultati ed armonia interna. Riteniamo dunque, in conclusione, che porsi questi obiettivi debba essere di profondo stimolo per la formazione che se sarà capace di emanciparsi dal fascino esercitato dalle conoscenze meramente tecniche riuscirà a collocarsi come leva strategica tanto per il miglioramento individuale quanto per quello organizzativo. l’importanza del bilanciamento delle competenze della formazione la quale deve assumere tre tipi di obiettivi: tecnico-professionali, ovvero rivolti alla professione o alla disciplina di appartenenza; di processo, rivolti ad operatori ed equipe che intervengono in un determinato segmento di produzione; ed infine di sistema, rivolti a tutti gli operatori del servizio sanitario nazionale avendo quindi caratteristiche interprofessionali5. Oltre agli specifici contenuti, che come detto dovranno essere orientati non solo al perseguimento di obiettivi tecnici, anche le tipologie di azione formativa dovranno sapersi alternare. Per assolvere al debito formativo infatti il professionista sani- Bibliografia C. Argyris, Lo sviluppo organizzativo e dei quadri direttivi, ISEDI 1972. C. Argyris, Organization Learning: a Teory af Action Perspective, Mass. 1978. G. Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano, 2000. Decreto n. 3684 del 14/04/2010 della Direzione Generale Sanità “Il sistema lombardo di educazione continua in medicina - sviluppo professionale continuo (ECM - CPD): indicazioni operative per l’anno 2010”. J. Derrida, La disseminazione, Jaca Book, Milano, 1989. E. Morin, La testa ben fatta, Cortina, Milano, 2000. E. Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Cortina, Milano, 2001. NOTE: 1 Direttore scientifico di Antiforma s.r.l. Milano, professore di Management sanitario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Milano. 2 Ricercatore. Direzione scientifica Antiforma s.r.l. Milano. 3 Sociologa. Formatrice junior Antiforma s.r.l.. 4 Decreto n. 3684 del 14/04/2010 della Direzione Generale Sanità “Il sistema lombardo di educazione continua in medicina - sviluppo professionale continuo (ECM - CPD): indicazioni operative per l’anno 2010” 2 Allegato 1 al decreto “Dossier Formativo” cit. ■ 40 PROFESSIONE L’AUDIOPROTESISTA > Le aziende moderne scelgono sempre più risorse umane con minore esperienza, ma in grado di ricoprire più ruoli all’interno del processo lavorativo < Quanto conta l’esperienza Tra i vari bisogni, ogni azienda ha anche quello di uscire dagli schemi, di individuare nuove modalità, nuovi tipi di risposta, nuovi processi o addirittura nuovi prodotti. Nasce così un dilemma classico. Da una parte tanta esperienza aiuta a ricoprire i ruoli organizzativi, e il “sapere come fare” favorisce efficienza ed efficacia nelle attività realizzate. Dall’altra avere meno esperienza e più cultura di base può garantire la ricerca di soluzioni più innovative e di esperire nuove strade nel gestire la realtà tumultuosa che i nostri tempi ci fanno incontrare. Ciò che si osserva nel mondo aziendale è il massiccio ricorso al tentativo di rendere sempre più documentabili i comportamenti umani, per semplificarne al massimo le operazioni, poterle classificare, documentare, riprodurre, a beneficio di chiunque si inserisca in quel lavoro, in quell’attività. Così facendo si ritorna al vecchio modello tayloristico che riduce l’uomo a una macchina (esagero un po’ beninteso), rendendo possibile la richiesta di minore competenza a priori, e assicurando un processo logico e funzionante, ricopribile appunto da chiunque. Naturalmente gli spazi per chi ha esperienza, non più così importante, si riducono, e si rischia di disperdere quel capitale umano che ha sempre fatto la differenza. Avviene così che in molte imprese le persone che hanno esperienza diventano “obsolete” e vengono riciclate sul mercato, con grande gioia delle società outplacement che si ritrovano sempre più clienti e assistiti. Peraltro, se si riduce all’osso l’esperienza e la si sostituisce con la procedura, si disperdono inevitabilmente un konw how e il suo valore, che assicurerebbero la capacità di intervenire nelle più diverse situazioni in forza di un’esperienza specifica posseduta, mentre altrimenti le “macchine organizzative” rischiano di fermarsi. Accade sempre più spesso nei negozi, negli uffici, nei servizi, di ritrovarsi con giovanotti che non hanno né arte né parte, e ai quali non è stato trasferito il “sapere come fare”, limitando la loro azione al “fare come è scritto”. Questa tendenza sta riducendo la qualità reale dei servizi al consumatore o ai clienti, in ogni settore. La Sanità non è esente da questo peggioramento progressivo dell’attenzione e della cura del paziente, che si sente sempre di più perso di fronte alla disinformazione e frustrato dall’incompetenza. È ben vero che laddove la formazione ha fornito un supporto culturale di Giorgio Cozzi, Presidente ISO di base (professionalità, servizio, qualità, relazione, etc.), le cose vanno molto meglio. Tuttavia, sovente ciò è solo un aspetto di facciata, e comunque avviene soltanto in certi ambienti, spesso esclusivamente perché è un obbligo. La soluzione del dilemma sembra arrivare da una gestione attenta al trasferimento delle competenze, alla valorizzazione dell’esperienza, a uno sviluppo culturale in cui la formazione è ritenuta strategica dal vertice e dove i valori vengono confermati dai comportamenti di tutti, non solo sui pezzi di carta dove vengono riportati con enfasi. È ora di muoversi, di crescere, tutti insieme. ■ 43 I NUOVI PROTAGONISTI L’AUDIOPROTESISTA > Pubblichiamo di seguito uno stralcio della tesi di laurea a cura di Andrea Celsa. «Fondamentali i programmi di allenamento acustico all’interno della riabilitazione protesica» < Il ruolo dell’Auditory Training nella protesizzazione acustica: ipotesi di un protocollo applicativo IPOTESI DI UN PROTOCOLLO APPLICATIVO Molti studi portati avanti negli Stati Uniti per più di mezzo secolo, hanno riconosciuto l’importanza di programmi di allenamento acustico (Auditory Training) nella riabilitazione protesica. L’introduzione di questi protocolli, all’interno di tutta la procedura di adattamento della protesi acustica, ha portato ad un evidente crescita della soddisfazione del paziente protesizzato, una riduzione notevole degli storni degli apparecchi, ma anche ad una maggiore incidenza positiva dell’applicazione audio-protesica. La protesi acustica è un apparecchio elettronico, che ha la funzione di elaborare e far sentire gli stimoli acustici esterni. Tuttavia questa da sola non basta a ripristinare una soddisfacente capacità di discriminazione vocale; l’analisi e interpretazione avviene a livello cerebrale e quindi a livello della memoria acustica, la quale dovrebbe essere opportunamente stimolata dall’apparecchio stesso. Noi sappiamo però che questo non basta, in quanto il cervello deve essere anche allenato come se fosse un muscolo, evitando quindi l’atrofizzazione o l’impoverimento della codificazione degli eventi sonori. Questo è l’obiettivo preposto dall’Auditory Training. Importante quindi è l’allenamento, il quale fine è migliorare la discriminazione vocale e il riconoscimento degli stimoli acustici presenti nella vita quotidiana, attraverso training di percezione della parola e dei suoni. Volendo avvalorare queste tesi, ho voluto personalmente ideare un protocollo di allenamento acustico, non attraverso l’ideazione di un software, ma svolgendo un tipo di audiometria vocale non convenzionale a pazienti nuovi portatori di protesi acustiche. to anni. Sono nuovi portatori di protesi acustiche. Dieci hanno eseguito per intero le quattro settimane di protocollo di allenamento, mentre gli altri dieci hanno eseguito solamente la prima e l’ultima settimana. 3 Esami che hanno eseguito i pazienti Tutti i pazienti hanno eseguito i tests di audiometria protesica previsti quali, Audiometria Tonale Liminare e Audiometria Vocale. Sono stati sottoposti anche a questionari C.O.S.I e A.P.H.A.B, volti proprio alla conoscenza di quali erano le difficoltà di ascolto. 1 Studio dell’impatto dell’allenamento acustico sulla discriminazione vocale 4 Quadri audiologici dei pazienti I pazienti presentano una classica ipoacusia in caduta di entità medio - grave sulle frequenze acute, fondamentali per quanto riguarda l’intelligibilità del messaggio verbale. Sono stati esclusi da questo studio pazienti che presentavano ipoacusia di grado lieve,visto che in questi casi vi è ancora un buona percezione delle parole, e profondo,dato dall’impossibilità in questo caso di eseguire il test. Lo studio qui riportato tratta l’impatto dell’auditory training sul miglioramento della percezione della parola e il riconoscimento di vari stimoli acustici ambientali. 2 Partecipanti al protocollo A questo allenamento hanno partecipato venti soggetti, che vanno da una fascia di età, dai sessanta agli ottantot- 47 I NUOVI PROTAGONISTI L’AUDIOPROTESISTA 5 Esami audiometrici dei pazienti partecipanti FIG. 1 Dieci pazienti che hanno svolto il test, orecchio sinistro FIG. 2 Dieci pazienti che hanno svolto il test, orecchio destro Prove Vocali dei pazienti partecipanti valori dB HL Prove Vocali dei pazienti partecipanti valori dB HL SOGLIA Paz 1 Paz 2 Paz 3 Paz 4 Paz 5 Paz 6 Paz 7 Paz 8 Paz 9 Paz 10 SOGLIA Paz 1 Paz 2 Paz 3 Paz 4 Paz 5 Paz 6 Paz 7 Paz 8 Paz 9 Paz 10 DETEZIONE 60 db 60db 40db 30db 35db 40db 40db 60db 35db 60db PERCEZIONE INTELLEZIONE 80 db 90db 85db no 60db 70db 50db 65db 55db 65db 65 db 80db 55db 65db 75db 90db 60db 75db 75db 85db Prova vocale orecchio sinistro DETEZIONE 75db 65db 50db 70db 35db 40db 30db 60db 35db 60db PERCEZIONE INTELLEZIONE 95db no 80db 90db 70db 80db 90db no 55db 65db 60db 75db 45db 60db 75db 90db 55db 70db 75db 85db Prova vocale orecchio destro 48 I NUOVI PROTAGONISTI L’AUDIOPROTESISTA 6 Esami audiometrici dei pazienti non partecipanti FIG. 3 Dieci pazienti che non hanno svolto il test, orecchio sinistro FIG. 4 Dieci pazienti che non hanno svolto il test, orecchio destro Prove Vocali dei pazienti non partecipanti valori dB HL Prove Vocali dei pazienti non partecipanti valori dB HL SOGLIA Paz 1 Paz 2 Paz 3 Paz 4 Paz 5 Paz 6 Paz 7 Paz 8 Paz 9 Paz 10 SOGLIA Paz 1 Paz 2 Paz 3 Paz 4 Paz 5 Paz 6 Paz 7 Paz 8 Paz 9 Paz 10 DETEZIONE 50db 50db 45db 40db 60db 45db 55db 55db 70db 75db PERCEZIONE INTELLEZIONE 65db 75db 70db 85db 60 db 75db 60db 75db 80db 90db 60db 75db 70db 85db 70db 80db 90 db no 90 db no Prova vocale orecchio sinistro DETEZIONE 50db 50db 55db 55db 60db 70db 65db 60db 70db 45db PERCEZIONE INTELLEZIONE 60db 75db 70db 85db 75db 85db 75db 85db 80db 95db 80db 95db 85db 90db 75db 85db 85db 90db 55db 75db Prova vocale orecchio destro 49 I NUOVI PROTAGONISTI L’AUDIOPROTESISTA 7 Prova di Audiometria vocale non convenzionale classica. Difatti le parole di una incominciano sempre con la stessa consonante “sc”, “f”, “t”, “s” e “z”. Sono cinque liste differenti. La scelta di queste è dovuta al fatto che sono stati scelti tutti pazienti con ipoacusie gravi in caduta,specialmente sulle frequenze acute,e questo porta quindi ad una non corretta percezione di queste consonanti,con un successivo decadimento dell’intelligibilità della parola. Tutto ciò è dovuto proprio al fatto che in questi casi le frequenze gravi (Vocali) effettuano un effetto mascherante sulle acute (Consonanti). Volendo svolgere un training da poter eseguire sia in studio che in casa, ho voluto formulare un tipo di Esame audiometrico vocale “Non convenzionale”. Non convenzionale perché differisce da un classico esame vocale. L’esame viene svolto direttamente dall’esaminatore a voce, ad un intensità di comoda udibilità per il paziente; ponendosi ad una distanza di circa un metro e mezzo e di spalle, evitando quindi la lettura labiale, mezzo con il quale altrimenti si potrebbe aiutare il paziente. La differenza fondamentale è che le parole bisillabiche pronunciate non sono le stesse della vocale 8 Prova di identificazione sonora La logica di questa prova è quella di inviare lo stimolo acustico ambientale al paziente, che dovrà dimostrare quale immagine rappresenta il suono; quindi associare il suono ad una determinata immagine. Tutto ciò dovrebbe agevolare il compito del cervello nella ricodifica dei suoni ambientali. Questa prova è stata ideata per allenare le abilità del paziente ad identificare i suoni ambientali, come lo squillo del telefono, il corso di un fiume, il clacson di un auto, lo scroscio della pioggia e la risacca del mare. Per questo test abbiamo preparato un CD, inserendo dei file audio, che riproducono i suoni sopra citati. IDENTIFICAZIONE DEL SUONO AMBIENTALE STIMOLO fiume risacca del mare pioggia clacson telefono CORRETTA Essendo un training da intraprendere per un mese intero, ho voluto rendere partecipi anche i familiari dei pazienti.Facendo allenare di fatti il paziente direttamente nella sua casa, attraverso un familiare che leggesse la lista di parole bisillabiche. Tutto ciò proprio con l’intento di mantenere costantemente un allenamento anche quando il soggetto non si è recato in studio. SBAGLIATA Lista degli stimoli acustici ambientali comuni 51 I NUOVI PROTAGONISTI L’AUDIOPROTESISTA TABELLE FINALI IDENTIFICAZIONE SONORA PAZIENTI NON SOTTOPOSTI A PROTOCOLLO % delle volte che in 2 sedute e stato riconosciuto correttamente il suono ambientale (paziente sottoposto al test 2 volte in un mese) paziente 1 Paziente 2 Paziente 3 Paziente 4 Paziente 5 Paziente 6 Paziente 7 Paziente 8 Paziente 9 Paziente10 FIUMERISACCA DEL MARE 50% 0% 50% 50% 50% 0% 100% 100% 0% 0% 100% 0% 100% 50% 50% 0% 0% 50% 50% 50% PIOGGIA 100% 100% 50% 0% 100% 100% 50% 100% 100% 100% CLACSON 100% 100% 50% 50% 100% 100% 100% 100% 100% 100% TELEFONO 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 0% 50% 100% 9 Grafici dei risultati Grafico 1: valori medi dei 10 pazienti soggetti a protocollo Grafico 2: valori medi dei 10 pazienti non soggetti a protocollo 53 I NUOVI PROTAGONISTI L’AUDIOPROTESISTA Grafico 3: valori medi a confronto tra i soggetti che hanno eseguito il test e soggetti che non hanno eseguito il test non informato dei processi implicati nella sordità può irrazionalmente porre degli obiettivi irraggiungibili diventando così un opinion leader senza cognizione di causa mentre il familiare coinvolto e informato dei processi, il familiare coinvolto nell’iter terapeutico, il familiare consapevole degli obiettivi ragionevoli perseguibili diventa di fatto un collaboratore attivo e questo non può che non avere un effetto positivo sul soggetto affetto da sordità incentivandolo a proseguire con pazienza e disciplina nel percorso protesico. Non è irragionevole ipotizzare che il coinvolgimento informato dei familiari nel processo audio protesico concorre a creare una maggiore consapevolezza nel paziente sottoposto a terapia protesica ottimizzando cosi le risorse che deve disporre per il raggiungimento più precoce dei risultati utili. RISULTATI Dai risultati ottenuti dal protocollo applicativo sperimentato, si evince che i soggetti che si sono sottoposti al test, che hanno eseguito settimanalmente la prova vocale non convenzionale e la prova di identificazione sonora, sono stati in grado alla fine della quarta settimana di identificare in media 8 fonemi su 10 (grafico 1). I soggetti invece che non si sono sottoposti alla prova, eseguendo quindi il test solo la prima settimana e direttamente la quarta, hanno mostrato un risultato diverso, di fatti la quarta settimana sono stati in grado di identificare 7 fonemi su 10 (grafico 2). Nel grafico 3 sono stati messi a confronto i risultati ottenuti da i due gruppi. In tutti i soggetti vi è stato anche un miglioramento dell’identificazione sonora. CONCLUSIONE L’IMPORTANZA DEL FAMILIARE DURANTE L’AUDITORY TRAINING Considerato che i risultati osservati dall’impiego del protocollo applicativo da me proposto, cioè un miglioramento globale e più precoce della comprensione vocale ed un efficace identificazione di suoni ambientali, sembra confermare le evidenze a base scientifica divulgate negli articoli scientifici (Home-based Auditory and Speechreading Training by Mark Ross; Technologic advances raise prospects for a resurgence in use of auditory training by Sara Bloom; Software-based auditory training program found to reduce hearing aid return rate by Il partecipare ad un protocollo così ideato, rende infatti partecipe, il familiare, o accompagnatore del soggetto affetto da sordità, diventando attore attivo nel percorso protesico. E’ fatto noto che frequentemente è proprio il familiare che incentiva e promuove la terapia protesica nel membro di famiglia ipoacusico ma allo stesso tempo spesso diventa l’artefice in negativo disincentivando l’acquisto dell’apparecchio quando riscontra un esito non conforme con quanto aveva posto all’inizio. Il familiare 54 I NUOVI PROTAGONISTI L’AUDIOPROTESISTA Melody Martin). Questi articoli vedono l’auditory training come un veicolo e strumento con il quale disciplinare e coordinare i processi coinvolti nell’applicazione protesica, che resterebbero altrimenti in balia di un percorso casuale con esito e tempistiche che possono mettere a repentaglio un risultato soddisfacente. La bibliografia accademica in merito sembra far intravedere il nesso fra metodiche applicative senza protocollo ed esiti maggiormente insoddisfacenti nella protesizzazione acustica; mentre una protesizzazione supportata da un protocollo applicativo sembra dare risultati non solo maggiormente soddisfacenti ma anche più precoci. L’auditory training, nella fattispecie la metodica da me proposta, pur nella sua spartana semplicità paragonato a metodiche ben più evolute come per esempio eARena della Siemens, il L.A.C.E della neurotone ecc., ha permesso il coinvolgimento e la collaborazione informata del I NUOVI PROTAGONISTI ANDREA CELSA Nato a Roma nel1986. Dopo aver conseguito il diploma di Liceo scientifico, nel 2010 si Laurea in Tecniche Audioprotesiche, presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, con la votazione di 110 e lode. Oggi svolge l’attività di Tirocinante presso un centro acustico a Roma. familiare, un attiva e costruttiva partecipazione del paziente protesizzato, il quale è stato in grado in tempi più precoci di riconoscere gli indizi acustici rappresentati dalle consonanti e quelli presenti nei suoni ambientali. BIBLIOGRAFIA 1. Journal of the American Academy of Audiology. Sweetow Robert and Palmer Catherine V. Volume 16, Number 7, June 2005, pp. 494-504. 2. The case for LACE: Listening and auditory communication enhancement training. Sweetow Robert W.; Henderson-Sabes Jennifer. March 2004 - Volume 57, pp 32, 35, 38, 40; 3. The hearing journal: Training the adult brain to listen. Sweetow Robert W. June 2005, Volume 58, pp 10-16; 4. The official Journal of the American Academy of Audiology: Training Auditory-Visual Speech Reception in Adults with Moderate Sensorineural Hearing Loss. Montgomery Allen A.; Walden Brian E.; Schwartz Daniel M.; Prosek Robert A. February 1984, Volume 5, pp 1-60; 5. The hearing journal: Software-based auditory training program found to reduce hearing aid return rate. Melody Martin. August 2007, Volume 60, pp 32, 34, 35; 6. Journal of Speech, Language, and Hearing Research: Effects of Long-Term Training on Aided Speech-Recognition Performance in Noise in Older Adults - Humes Larry; Burk Matthew. June 2008, volume51, pp 759-771; 7. The hearing journal: Technologic advances raise prospects for a resurgence in use of auditory training. Bloom Sara. August 2004, volume57, pp 19, 20, 22, 23. SITI INTERNET VISITATI: www.infoanziani.it/ricerche/Nursing_Presbiacusia.pdf www.audiologia.unina.it/Fisica.htm www.studiocash.it/corso_oss/LA%20MEMORIA%20DOCUMENTO.pdf www.audiologyonline.com/theHearingJournal/ www.audiologyonline.com/theHearingJournal/article_detail.asp?article _id=1083 www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/ www.hearingresearch.org/ross/index.php www.neurotone.com/ http://hearing.siemens.com/en/04-products/18-earena/earena.jsp www.cochlearamericas.com/Support/2427.asp ■ 55 SCIENZA L’AUDIOPROTESISTA > Gli esperti calcolano che il 4% della popolazione mondiale presenta un problema di sordità. Ma a fronte di questa stima, solo il 20% fa uso di protesi acustiche < Modelli di previsione per il fabbisogno di protesi acustiche nelle ipoacusie neurosensoriali INTRODUZIONE L’Organizzazione Mondiale della Sanità (W.H.O.) stima che circa il 4% della popolazione mondiale presenti una sordità, con una prevalenza progressivamente più elevata nelle fasce più anziane. A fronte della elevata prevalenza dell’ipoacusia, una quota relativamente piccolo di persone sorde, attorno al 20% fa uso di protesi acustiche. La disparità fra persone sorde e persone che usano una protesi acustica è in parte legato alla definizione di ipoacusia. Secondo le più comuni linee-guida, utilizzate anche per monetizzare il danno in sede medico-legale, il criterio di ipoacusia è fissato a oltre 25 dB HL come media per le frequenze 0, 5, 1, 2, 4 kHz. Da un punto di vista strettamente funzionale, la maggior parte delle persone con una perdita uditiva di 25-35 dB HL non ha rilevanti conseguenze sulla comunicazione. Al contrario, queste possono manifestarsi più facilmente con perdite uditive oltre 40 dB HL, ed infatti questo è il limite usato nelle classificazioni per separare le ipoacusie lievi (25-40 dB HL) dalle ipoacusie di grado moderato (41-60 dB HL). Poiché un tasso più elevato di persone ha una ipoacusia lieve, è logico che queste non ricerchino un’amplificazione. Per tale motivo in uno studio su un campione di 4.200 casi, Kochkin (2007) prende in considerazione solo il cinquantile superiore, vale a dire su tutti i casi, la metà con sordità più elevata. Anche con questa restrizione tuttavia, la penetrazione della protesi acustica resta molto più bassa rispetto alle difficoltà uditive percepite soggettivamente dalle persone, poco più del 50% nei casi di sordità severa, il 35% nelle sordità profonde e il 26% nelle moderate. Altri studi simili, sono stati condotti in paesi dove il servizio pubblico copre anche gli aspetti riabilitativi della sordità, finanziando in diversa misura l’acquisto di protesi acustiche (Paesi Scandinavi, Gran Bretagna, Italia). In questi, l’interesse è focalizzato ad individuare le migliori linee d’azione per assistere il maggior numero di persone con la minor spesa. Poiché può essere utile una previsione quantitativa delle protesi da distribuire, - e l’interesse può investire sia la parte pubblica assistenziale, che la parte privata di commercializzazione-, lo scopo di questo lavoro era di stimare il fabbisogno di protesi acustiche in un campio- di Silvano Prosser, Elisa Previati Audiologia e Foniatria, Università di Ferrara ne di persone risultate affette da ipoacusia in seguito ad accertamenti audiometrici di primo livello. In particolare si sono definiti tre modelli di candidatura alla protesizzazione, valutando le conseguenti variazioni sul numero di protesi previsto. CAMPIONE Il campione è costituito da 500 pazienti, 242 maschi e 258 femmine, di età compresa fra 5 e 94 anni, sottoposti ad accertamenti audiometrici di primo livello in seguito a richiesta specialistica ORL. Le cause della richiesta erano: a) generico calo soggettivo d’udito; b) cattiva percezione e discriminazione verbale; c) presenza e persistenza di acufeni; d) controllo audiometrico suggerito dai famigliari. I pazienti sono stati sottoposti ad esame impedenzometrico ed esame audiometrico tonale per via aerea e per via ossea in cabina silente. I criteri per definire l’ipoacusia neurosensoriale erano a) una differenza di soglia per via aerea-ossea uguale o inferiore a 10 dB, b) un timpanogramma di tipo “A”, con compliance compresa tra 0.3 e 1.3 c.c. equivalenti 59 SCIENZA L’AUDIOPROTESISTA di aria. Dal campione sono state escluse le ipoacusie trasmissive, le ipoacusie ad insorgenza acuta, e gli esiti otochirurgici. La Fig. 1 riporta la distribuzione percentuale in classi di età, con la suddivisione per ogni classe in maschi e fem- mine. Metà del campione è costituito da soggetti con più di 60 anni. CARATTERISTICHE UDITIVE E INDICAZIONI ALL’AMPLIFICAZIONE Classi di sordità Come parametro per descrivere la sordità è stata utilizzata la media del valore di soglia dell’orecchio migliore, per le frequenze 0,5-1-2-4 kHz. (PTA), in accordo con le linee guida del gruppo di studio europeo sulla sordità genetica (Stephens e coll, 2001). I singoli casi sono stati attribuiti alle categorie della sordità secondo i criteri della W.H.O.: lieve 26-40 dB HL, moderata 41-60 dB HL, severa 61-90 dB HL, profonda > 91 dB HL. La Tab I. riporta la distribuzione dei soggetti, maschi e femmine, ed età media, entro le categorie della classificazione. Fig.1 Distribuzione dei soggetti (n) per classi di età(ascissa) e sesso (m,f). TABELLA I normoacusia sordità lieve sordità moderata sordità severa TOT MASCHI 138 59 37 8 242 FEMMINE 167 51 36 4 258 TOT 305 110 73 12 500 (60,5%) (22%) (14,6%) (2,4%) (100%) ETÀ MEDIA 58 57 59 67 In totale, 195 soggetti (39,5%) sono risultati affetti da un’ipoausia bilaterale, e ben più della metà (60,5%) appartengono alla classe “normoudenti”. È da osservare che con questo criterio di classificazione, nelle “normoacusie” possono rientrare casi di ipoacusia monolaterale. Degli affetti da ipoacusia (195) il 56% ha una sordità lieve, il 37% una sordità moderata, il 6% una sordità severa, e nessuno una sordità profonda. disabilità uditiva, causata da una ridotta capacità delle funzioni binaurali (Bovo e coll, 1988). Benchè nelle ipoacusie monolaterali un’amplificazione non sia generalmente consigliata, tuttavia casi con particolari necessità uditive possono migliorare la binauralità con una protesi acustica. In questi casi l’amplificazione raccomandata è selettiva in frequenza, usualmente con un guadagno lineare, e con accoppiamento aperto. Ipoacusia monolaterale Ipoacusia bilaterale Per identificare le ipoacusie monolaterali, nel gruppo classificato come normoudente si è eseguito il controllo dell’orecchio controlaterale. Dei 305 soggetti normoudenti, e cioè con PTA entro 25 dB HL) nell’orecchio migliore, 43 (14%). presentavano un’ipoacusia di grado variabile nell’orecchio controlaterale, con PTA fra 27,5 e 67,5 dB HL. Sommando questi 43 pazienti ai 195 con sordità bilaterale, i casi con ipoacusia diventano 238, pari al 47% del campione. Osservazione: Nove casi sui 43 con ipoacusia monolaterale (20%) mostravano una soglia ad oltre 40 dBHL: tale condizione può essere responsabile di una certa I grafici della Fig. 2 riportano i valori medi di soglia (± 1 d.s.) per orecchio destro e sinistro dei casi con ipoacusia bilaterale. Fig. 2 a) le ipoacusie di grado lieve caratterizzate da questo profilo audiometrico generalmente non causano difficoltà comunicative molto rilevanti. Poiché il livello medio della voce di conversazione è di circa 60 dB SPL, si può notare che la soglia media delle frequenze più importanti per il riconoscimento del linguaggio (0,5-12 kHz) risulta al di sotto di questo valore. Difficoltà di percezione del parlato sono prevedibili per la voce sussurrata (25-35 dB SPL), e nell’ascolto in 61 SCIENZA L’AUDIOPROTESISTA buire a rallentare l’involuzione senile delle facoltà cognitive (Allen et al, 2003). Le protesi acustiche consigliate per queste ipoacusie forniscono un’amplificazione selettiva sulle alte frequenze, un accoppiamento aperto, e un dispositivo di riduzione del rumore. Fig. 2 b): Le ipoacusie di grado moderato con questo profilo di soglia si accompagnano a rilevanti difficoltà di ascolto nella comunicazione quotidiana. Infatti, l’innalzamento di soglia che si verifica anche sulle frequenze medio-gravi può compromettere la percezione della maggior parte dei fonemi consonantici. Inoltre questi tipi di ipoacusia, essendo per lo più sostenute da disordini cocleari, sono associate a un campo uditivo ristretto ed a distorsioni percettive di frequenza (Moore, 1995). Ciò aumenta la probabilità che segmenti fonemici con caratteristiche acustiche simili vengano confusi fra loro. In questi casi è raccomandata l’amplificazione con strumenti capaci di compensare le distorsioni uditive (multibanda, guadagno non lineare) e dotati di dispositivi per facilitare il riconoscimento del parlato nel rumore (microfono direzionale e riduttore di rumore). Fig. 2 c): le ipoacusie di grado severo con questa configurazione di soglia causano invariabilmente gravi problemi alla comunicazione. Chi ne è affetto è costretto a richiedere frequentemente la ripetizione delle parole e ad utilizzare la labiolettura. Nei soggetti anziani, il rallentamento dei processamenti uditivi centrali aggrava ulteriormente le difficoltà, in quanto si riduce la capacità di integrare le porzioni del messaggio percepite confusamente mediante l’interpolazione (memorie a breve termine) e l’informazione contestuale. Le ipoacusie di grado severo devono essere trattate con strumenti in grado di fornire elevati guadagni e quindi dotati di accoppiamento chiuso. Inoltre, in relazione alle necessità uditive individuali, gli strumenti possono essere dotati di tutti i dispositivi per processare adeguatamente i segnali in ingresso. Infine va ricordato che in base alle più recenti linee-guida, anche fra le sordità severe vi sono casi che possono beneficiare di un impianto cocleare. A B C Fig.2 Profili audiometrici medi (barra verticale= 1 dev. st.) ambienti rumorosi. Infatti in soggetti con ipoacusia neurosensoriale, un innalzamento della soglia a 4 kHz ad oltre 40 dB HL obbliga ad un miglioramento del rapporto segnale/rumore di 4-8 dB per uguagliare le prestazioni dei normoudenti (Prosser e coll. 1997). In queste forme di ipoacusia l’amplificazione può essere opzionale, in relazione alle necessità individuali di ascolto. Si ritiene tuttavia, che in pazienti anziani nei quali l’udito tenderà a peggiorare col tempo, un’amplificazione sia fortemente raccomandabile. Secondo studi recenti, massimizzare la funzione uditiva può contri- Simmetria di soglia La tab.II mostra la distribuzione delle asimmetrie di soglia, in classi di 10 dB, considerando insieme ipoacusie monolaterali (43) e bilaterali (195). Il criterio da noi utilizzato per classificare una soglia come asimmetrica è una differenza superiore a 10 dB fra le PTA dei due lati. In base a tale criterio i casi con soglia asimmetrica sono risultati pari al 18%. I sette casi con asimmetria più marcata (30-50 dB) appartenevano alle sordità monolaterali e bilaterali lievi. 62 SCIENZA L’AUDIOPROTESISTA TABELLA II Asimmetrie di soglia PTA DIFF. (DB) NUM. SOGG % 0-10 194 82% 11-20 28 12% 21-30 9 4% 31-40 5 2% 41-50 2 1% totali 238 100 va, con un massino di 35 dB/ottava). Circa metà dei casi ha una soglia pantonale o con una lieve pendenza (entro 12,5 dB/ottava), mentre circa un terzo di casi è caratterizzato da pendenze moderate (fra 12,5 e 25 dB/ottava). Osservazione: Una pendenza di soglia elevata può predire difficoltà di protesizzazione determinate da uno scarso beneficio dall’amplificazione delle frequenze più compromesse. Inoltre può orientare sull’opportunità o meno di un accoppiamento aperto o di un accoppiamento chiuso ventilato. In certi casi una pendenza di soglia associata ad una elevata PTA può orientare verso un’amplificazione che privilegia le frequenze mediogravi, escludendo le alte frequenze. Pendenze di soglia superiori a 45 dB /ottava suggeriscono la possibilità di una regione cocleare morta. In tali casi l’amplificazione delle frequenze che occupano la regione cocleare morta può essere inefficace (Moore 2004). Impianti cocleari “corti” e protesi acustiche con trasposizione di frequenza rappresentano per questi casi delle opzioni i cui risultati sono tutt’oggi in via di valutazione. Osservazione: Nelle ipoacusie bilaterali, valutare il grado di simmetria fra le soglie uditive dei due orecchi è importante per decidere su un’applicazione protesica mono- o binaurale. Benchè sia sempre da indicare un’applicazione binaurale, esistono tuttavia alcuni casi in cui tale soluzione non viene accettata: questi sono di solito rappresentati da ipoacusie con soglia uditiva asimmetrica per più di 40 dB (Sandlin, 1994). Di solito è il paziente stesso che dopo un periodo di prova decide in quale orecchio utilizzare l’amplificazione. Sulla decisione intervengono variabili legate alle due soglie ed all’entità delle distorsioni percettive, ma di fatto risulta difficile stabilire a priori quale delle due orecchie protesizzare. Un’ulteriore limitazione all’utilità di una protesizzazione binaurale è stata ravvisata nell’età. Individui di più di 7580 anni non sembrano trarre vantaggio dalla binauralità, probabilmente per un impoverimento delle decussazioni del corpo calloso che rallenta il trasferimento interemisferico dei pattern neurali uditivi. (Jerger e coll, 1993). Pendenze di soglia La pendenza di soglia (“slope”) è definita dalla differenza di soglia fra un ottava e l’altra. Nella nostra valutazione abbiamo considerato la “slope” fra 1 e 4 kHz (due ottave). La Fig.3 riporta la distribuzione percentuale in classi di pendenza, per orecchio destro e sinistro. Meno del 10% dei casi presenta una soglia lievemente in salita (pendenza negativa), e meno del 10% presenta una pendenza di soglia di oltre 50 dB (oltre 25 dB /otta- IPOTESI DI PROTESIZZAZIONE E FABBISOGNO Indicazioni generali all’amplificazione Il livello uditivo oltre il quale è prevedibile un beneficio dall’amplificazione è evidentemente diverso da persona a persona. Infatti una ridotta percezione uditiva è diversamente tollerata, in relazione alle necessità uditive, strettamente individuali. I livelli uditivi (PTA) più frequentemente richiamati come criterio per applicare un’amplificazione sono attorno a 35-40 dB HL. Questi valori sono giustificati in quanto rappresentano i livelli inferiori di cresta del parlato pronunciato con un normale sforzo vocale. Essi tuttavia sono soltanto orientativi, perché differenti profili di soglia, pure con uguale PTA, possono associarsi a difficoltà uditive del tutto diverse. Amplificazione monoaurale e binaurale (*) In base alla perdita uditiva si possono applicare protesi monoaurali, a un solo orecchio, o binaurali, ad entrambi gli orecchi. L’udito binaurale è superiore all’udito monoaurale nella localizzazione della provenienza dei Fig. 3 Distribuzione percentuale in classi di pendenza, per orecchio destro e sinistro 63 SCIENZA L’AUDIOPROTESISTA preferito “monoaurale” e “binaurale”, riservando gli altri termini alle ipoacusie. suoni, e nella percezione del parlato in condizioni di interferenze rumorose. Per tali motivi nelle ipoacusie bilaterali la protesizzazione acustica dovrebbe essere binaurale. Secondo alcuni studi circa il 90-95% dei pazienti opterebbe per questa soluzione, a patto che le procedure di regolazione siano ottimali. In realtà, le protesizzazioni binaurali sono molto variabili, secondo le consuetudini nazionali, oscillando fra 5-20% della Finlandia, e circa 80% negli Usa (Arlinger, 2006). Applicazioni monoaurali per ipoacusie bilaterali sono indicate in presenza di forti asimmetria di soglia, o per l’età molto avanzata. Applicazioni monoaurali nelle ipoacusie monolaterali sono possibili in casi molto limitati, con ipoacusie di grado lieve-medio, per persone che hanno necessità di ascolto da entrambi i lati. Non sono invece indicate nelle sordità monolaterali severe o profonde. (*) Benchè sia consigliabile l’uso di “monolaterale” e “bilaterale” riferito alle protesi acustiche, in questo contesto si è Modello di fabbisogno per un’applicazione protesica “ottimale” Assunzioni: 1) criterio di indicazione: PTA superiore a 35 dBHL nell’orecchio migliore; 2) applicazione: b1) binaurale in tutti i casi di ipoacusia bilaterale, eccettuati quelli con un’asimmetria di soglia superiore a 35 dB ed i casi con età superiore a 75 anni; b2) applicazione monoaurale nelle ipoacusie monolaterali con PTA superiore a 40 dBHL; 3) protesi: tipo “A”: capaci di un guadagno fino a 45 dB, retroauricolari preferibilmente ad accoppiamento aperto, o endoaurali; tipo “B”: retroauricolari, capaci di guadagno superiore a 45 dB e di amplificazione a banda larga. TABELLA III APPLICAZIONI N. CASI PROTESI tipo A PROTESI tipo B NUM. PROTESI IPOAC. BILATERALI IPOAC MONOLAT candidatura: orecchio migliore PTA > 35 dB HL cand.:PTA >40dB HL lievi n=31 mod =72 sev =12 mod=7 binau monau(*) binau monau(*) binau monau(*) monau TOT 27 4 61 11 5 7 7 122 52 2 54 4 4 46 76 122 7 4 11 7 10 10 7 7 7 116 99 215 (*) applicaz. monoaurale per sogg. > 75 aa di età permettere la minor spesa. Criteri simili sono stati seguiti nel passato in alcune nazioni europee (per esempio in Gran Bretagna fino a una decina di anni fa) per la distribuzione di protesi con spesa totalmente a carico del servizio pubblico. a. criterio di indicazione: PTA superiore a 50 dBHL nell’orecchio migliore; b. applicazione : solo monoaurale; c. protesi di tipologia A o B. La tabella mostra i dati complessivi del modello di previsione “ottimale”. Si tratta di 122 casi-paziente, 115 provenienti dai casi con ipoacusia bilaterale e 7 dai casi con ipoacusia monolaterale. La seconda riga riporta le classi di ipoacusia. La quarta riga riporta il numero di casi candidati per un applicazione di protesi binaurale o monoaurale. Le tre ultime righe riportano il numero di protesi suddivisi per le due tipologie A e B ed il totale. In complesso questo modello prevede che su 122 candidati andrebbero distribuite 215 protesi acustiche, 116 di tipologia A e 99 di tipologia B, per un totale di 186 protesi in applicazione binaurale e 29 in applicazione monoaurale (Fig.4). Questo modello prevedere un fabbisogno ristretto di protesi. Esso è inteso a fornire un’amplificazione ai casi con un’ipoacusia di grado tale da compromettere la comunicazione in modo rilevante, e nello stesso tempo Con questa previsione i candidati, appartenenti solo alle classi di ipoacusia moderata e severa si riducono a 64 ed il numero di protesi applicate monoauralmente sono suddivise in 11 di tipo A e 53 di tipo B (Fig.4). Con questi criteri di candidatura il fabbisogno di protesi è pari al 30% rispetto al fabbisogno previsto dal criterio ottimale. 66 SCIENZA L’AUDIOPROTESISTA Modello di previsione basato sul criterio di “invalidità” Il servizio nazionale italiano fornisce un contributo fisso per l’acquisizione di protesi acustiche. Per averne diritto occorre una soglia uditiva per l’orecchio migliore oltre i 65 dB mediata sulle frequenze 0,5-2 kHz. Tuttavia il contributo viene erogato anche a soggetti con soglia uditiva minore di 65 dB PTA, se questi soffrono di altre patologie che concorrono al raggiungimento di una certa percentuale di invalidità (37%). Il contributo è previsto per una applicazione binaurale, se non espressamente controindicato. Per selezionare i candidati dal nostro campione quindi, al numero di soggetti con PTA di oltre 65 dB si è aggiunta una quota di soggetti con PTA fra 45 e 65 dB. Tale quota è stata determinata dall’età, stimando che soggetti con più di 75 anni avessero con probabilità qualche patologia extrauditiva concorrente al tasso di invalidità richiesto per la contribuzione. a. PTA orecchio migliore superiore a 65 dB; b. PTA fra 45 e 65 dB se età =>75 anni; c. protesi binaurale tipologia A o B. Con questo modello i candidati si riducono a 22. Essendo prevista un’applicazione binaurale in tutti i casi, il numero di protesi risulta 44, 4 di tipo A e 40 di tipo B (Fig.4), corrispondente al 20% rispetto al numero di 215 del modello di previsione ottimale. Osservando per confronto il numero assoluto di protesi (Fig.4) , suddivise per le due tipologie, in funzione dei tre criteri di candidatura si evidenzia una notevole differenza fra criterio ottimale e i due criteri più restrittivi. Passare dal criterio “invalidità” al criterio “necessità” equivale ad aumentare del 30% il numero di protesi (da 44 a 64) , ma ciò permetterebbe di triplicare le persone protesizzate passando da 44 pazienti con amplificazione (binaurale) a 128 pazienti (con amplificazione monoaurale). La Fig. 5 riporta il numero di protesi previste secondo i tre modelli, ogni 100 persone risultate affette da ipoacusia bilaterale o monolaterale. Nel modello di previsione disegnato con i più larghi criteri di ammissione, il fabbisogno di protesi stimato è di 90 ogni cento persone affette da ipoacusia. Applicando i due criteri più ristretti (“necessità” e “invalidità”) il numero di protesi diventa Fig. 4 Numero assoluto di protesi suddivise per le due tipologie, in funzione dei tre criteri di candidatura Fig. 5 Numero di protesi previste secondo i tre modelli, ogni 100 persone ipoacusiche. rispettivamente 27 e 18, ogni cento persone affette. È tuttavia da sottolineare come il criterio “necessità” che prevede un’applicazione monoaurale copra il 27% degli affetti, mentre il criterio “invalidità” che prevede un’applicazione binaurale copre solo il 9%. Leggendo i dati e simulando il passaggio dal criterio “invalidità” al criterio “necessità” si può osservare che aumentando del 50% il numero di protesi (da 18 a 27), e quindi la spesa, si aumenta del 300% i pazienti assistiti (da 9 a 27). BIBLIOGRAFIA Agrawal, Y; Platz, E A.; John MPH. Niparko K, Prevalence of hearing loss and differences by demographic characteristics among adults: Data from the national health and nutrition examination survey, 1999-2004. Arch Intern Med. 168(14):1522-1530, 2008. 67 SCIENZA L’AUDIOPROTESISTA Allen NH, Burns A, Newton V., Hickson F. et al: The effects of improving hearing in dementia. Age and Ageing, 32, 189193, 2003. Arlinger S. 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Ben presto però si accorge che le giornate trascorse lontano dall’università e dalle sessioni d’esame non sono poi così entusiasmanti. Il professore è un pensionato in un mondo che lo vorrebbe iperattivo: è sposato in seconde nozze con un’ex allieva che gestisce, insieme ad un’amica, una galleria d’arte e d’arredamento di ottimo e crescente successo. A ciò si aggiunge l’ansia per l’anziano padre che si rifiuta ostinatamente ad abbandonarte la propria casa londinese, nonostante la palese incapacità di provvedere a sé in autonomia. Ma al di là di tutto questo, c’è in realtà un’altra circostanza destinata a cogliere completamente impreparato Desmond e che ben presto finirà per turbare i suoi, un tempo pacifici, sonni: il professore si accorge, infatti, di essere affetto da una grave forma di sordità progressiva. E così, ben presto, si trova a fare i conti con l’inevitabi- La vicenda divertente e provocatoria di un uomo costretto ad affrontare il suo peggioramento dell’udito le corollario di questo problema: il peggioramento dell’udito lo confina in un isolamento sempre maggiore e lo rende protagonista di fraintendimenti, errori e figure ridicole e imbarazzanti in società. «Eri totalmente perso nella conversazione con quella tipetta», scherza la moglie. «No, non ho parlato con l’architetto», le risponde il professore. È giocato tutto su questi toni il romanzo, che attraverso pagine veloci e spassose, anche se nello stesso tempo commoventi e profonde, induce il lettore in una seria riflessione sui dsiturbi uditivi e su come possono condizionare la vita di ognuno di noi. Seguendo le vicende del professore, si comprenderanno con intelligenza e sensibilità le difficoltà quotidiane di un debole di udito. Il professor Bates, simpatico e irriverente, incarna così l’eterno contrasto di un uomo che non vuole rassegnarsi alla vecchiaia e alle sue fragilità. DAVID LODGE David Lodge è nato a Londra nel 1935. Per oltre venticinque anni è stato professore emerito di Letteratura inglese all’Università di Birmingham. Abbandonato l’insegnamento, dal 1987 si dedica esclusivamente alla scrittura. Romanzo Bompiani Euro 19,50 71 H e x x X DAL MONDO DEI SUONI L’AUDIOPROTESISTA VIA IL MERCURIO DALLE BATTERIE DEGLI APPARECCHI ACUSTICI Finalmente disponibili le nuove batterie senza mercurio, che non solo aiutano l’ambiente, ma garantiscono ai portatori di apparecchi acustici una maggiore sensibilità. Dunque sia i produttori di batterie che quelli di apparecchi acustici stanno lavorando per eliminare il mercurio dalle batterie “Zinc-Air” e tra qualche tempo in alcune aree di mercato tutte la batterie degli apparecchi acustici saranno senza mercurio. I maggiori produttori, infatti, hanno concordato di raggiungere questo traguardo entro giugno 2011. L’industria della batteria ha già fatto un notevole progresso tecnologico, ma ci sono ancora problemi legati all’uso di questo nuovo tipo di batterie senza mercurio. I portatori di apparecchi acustici, però, hanno riscontrato qualche difetto nelle nuove pile: una durata minore della batteria e bassi toni di avviso anche quando le pile sono quasi nuove. lavoro. Lo ha dimostrato un recente studio sull’argomento effettuato dall’Università di Scienze Mediche di Teheran, su 500 camionisti, messi in correlazione con il rischio di sordità. Lo studio ha esaminato l’udito di 500 camionisti in una delle città della provincia di Fars, in Iran. I livelli di soglia dell’udito dei soggetti sono stati misurati in frequenze di 500Hz-8000Hz. Lo studio ha dimostrato che attualmente il 9% e il 12,6% dei camionisti sono audiolesi rispettivamente dal lato sinistro e destro alle medie frequenze (500, 1000, 200Hz) e il 45% alle alte frequenze ad entrambe le orecchie (4000 e 8000Hz). Da ciò, lo studio ha concluso che il danno all’udito nei guidatori professionisti avviene prima a 4000 e 8000 Hz che a frequenze più basse. IL TINNITO NON È EREDITARIO Il fastidioso fenomeno del tinnito non è ereditario. Lo ha ribadito uno studio norvegese, che però sottolinea come questa conclusione potrebbe non essere veritiera per tutte le diverse forme di questo disturbo. Il tinnito, infatti, è stato recentemente considerato come un fenomeno ereditario, anche se poco si conosce circa l’importanza della genetica nella suscettibilità di una persona a questa condizione. Non è una regola che la genetica abbia parte in gioco e non c’è necessariamente una connessione tra tinnito e genetica ereditaria. Sebbene i dati non abbiano distinto tra i differenti tipi di tinnito (alcuni dei quali possono essere più ereditari di altri), la bassa correlazione globale indica che in linea generale, il fenomeno non sia legato all’ereditarietà. LO STATO SOCIO-ECONOMICO PUÒ CONTRIBUIRE ALLA PERDITA DELL’UDITO Uno studio svedese ha dimostrato che i problemi dell’udito possono essere associati allo stato socio-economico dei soggetti esaminati e alla loro esposizione al rumore. La prevalenza che i problemi dell’udito aumentino con l’età è più alta tra gli uomini e le persone con uno stato socio-economico più basso (posizione sociale basata su entrate, istruzione, occupazione) e varia in concomitanza con l’esposizione al rumore durante il lavoro. Le ricerche hanno dimostrato che seri problemi di udito sono già presenti in uomini e donne sotto i 40 anni di età, se sottoposti a rumori nell’ambiente di lavoro. I CAMIONISTI A RISCHIO SORDITÀ La perdita dell’udito è uno degli elementi che può avere l’impatto più significativo su un camionista nel suo 73 ee SCHEDEPRODOTTO L’AUDIOPROTESISTA Oticon presenta Acto Oticon Acto, è il nuovo apparecchio acustico ad elevate prestazioni di fascia intermedia. Disponibile anche in versione miniRITE è supportato dalla piattaforma RISE 2. Oticon Acto permette alle persone con problemi uditivi di comunicare liberamente, interagire naturalmente e partecipare attivamente con grande comfort e convenienza. Questa è la promessa della nostra filosofia People First. Oticon Acto implementa tecnologie e benefici che fino ad oggi erano associati solo ad apparecchi acustici premium. Rispetta pienamente l’impegno Oticon di offrire la miglior qualità sonora elevando al contempo il livello di flessibilità e vantaggi. Alla base delle eccezionali prestazioni di Oticon Acto c’è la piattaforma di elaborazione RISE 2. RISE 2 è stata realizzata per offrire superiorità sonora e potenza di elaborazione. Le capacità di connettività wireless insite in Oticon Acto permettono all’utente di spostarsi agevolmente tra i vari dispositivi di intrattenimento e comunicazione, tutti gestiti in modo intuitivo da un unico controllo a distanza. Oticon Acto è disponibile in una varietà di modelli che permette di rispondere alle esigenze individuali e alle preferenze estetiche degli utenti. Il miniRITE è estremamente piccolo e leggero e si adatta confortevolmente dietro l’orecchio. Nonostante le ridotte dimensioni, l’ergonomico miniRITE racchiude le più avanzate capacità in ambito wireless e con il flessibile sistema di altoparlanti RITE su 3 livelli di potenza, adatta perdite fino a 110 dB HL. Continua la distribuzione del kit per medici Phonak Nell’ambito della campagna informativa sulle tematiche dell’udito per operatori medico-sanitari, Phonak ha realizzato e distribuito, attraverso i propri clienti, il primo kit specifico. Il kit si propone di dare supporti informativi ai medici generici per dare al paziente nozioni di base sull’ipoa- 75 cusia e ha l’obiettivo di facilitare il primo test dell’udito presso lo studio medico/farmacia e l’avvicinamento al centro acustico. Il kit per medici è composto dai seguenti elementi: - brochure sulle tematiche generali dell’udito; - audiometro portatile, - estratto di recenti studi scientifici Phonak sull’impatto sociale dell’ipoacusia; - poster Hear the World per lo studio medico; - cartello scrivania “guida ai suoni”; - dummie di prodotto; - cd demo suoni. Il KIT è in distribuzione a: medici di base, farmacie, medici specialisti ed altri operatori del settore (es. logopedisti) ed è disponibile presso Phonak. Otolens: la nuova stella del firmamento Starkey Sono trascorsi solo alcuni mesi dal lancio americano, avvenuto durante la AAA tenutasi a San Diego, e ha già riscosso un grande interesse a livello mondiale. Interesse che non arriva solo dal comparto audioprotesico, come ci si potrebbe normalmente aspettare. Questo innovativo prodotto, denominato IIC (Invisible in the Canal), si è fatto apprezzare anche dal mercato di revisione finanziaria, tanto che nei loro rapporti annuali sia Merril Lynch, sia Morgan Stanley, parlano di Otolens come il più innovativo prodotto presentato nel 2010. L’IIC-Otolens incomincia dove finiscono i CIC tradizionali e come facilmente si può immaginare, con il suo colore nero, scompare completamente all’interno del condotto uditivo esterno. Questa sua caratteristica estetica, risveglia l’attenzione di quei pazienti che ancor oggi desiderano mantenere riservata la loro debolezza di udito, ma quello di essere invisibile non è che uno dei vantaggi dell’IICOtolens: - l’inserimento profondo, nella porzione ossea del CUE, riduce drasticamente l’occlusione fisica e la conseguente autofonia; - l’inserimento profondo del microfono permette di sfruttare pienamente le caratteristiche naturali dell’orecchio esterno e di conseguenza ottenere una direttività naturale senza precedenti; - l’inserimento profondo e la conseguente riduzione drastica della cavità residua del CUE, consentono di migliorare l’efficienza dell’amplificazione, garantendo una qualità sonora eccellente; - l’inserimento profondo del microfono inoltre lo protegge in modo naturale dal fastidioso effetto del vento; Otolens infine, contiene al suo interno SCHEDEPRODOTTO L’AUDIOPROTESISTA Oticon Chili, super potente per le ipoacusie profonde Oticon Chili Super Power è un apparecchio acustico di super potenza dalle linee discrete realizzato per incontrare le esigenze specifiche di utenti con perdite uditive rilevanti, di entità da moderata-severa a profonda. Il sottile ma robusto BTE con pila 13 offre controllo immediato e indicazione visiva del volume. Sviluppato sulla piattaforma Oticon RISE 2, Chili applica l’elaborazione del segnale Speech Guard per ottimizzare e preservare al meglio le dinamiche della voce fondamentali per la discriminazione dell’utente. Chili si avvale di ConnectLine, il supporto wireless di seconda generazione per telefoni, cellulari, tv e anche di connessioni più convenzionali come FM/DAI e bobina telefonica. Comprensione vocale ineguagliabile Lo Speech Guard è stato progettato per dare priorità alle conversazioni, facilitare la selezione e l’ascolto del segnale utile minimizzando lo sforzo di ascolto. Mantiene la fedeltà del segnale e preserva in modo esclusivo la ricchezza delle dinamiche della voce rispondendo istantaneamente ai bruschi sbalzi dei livelli sonori aiutando così a mantenere l’attenzione su chi parla. Ascolto chiaro senza rumore Lo Spatial Noise Management facilita l’ascolto in ambienti rumorosi complessi. Chili utilizza l’analisi binaurale dell’ambiente acustico per identificare efficacemente situazioni in cui l’utente può trarre beneficio dall’attivazione dello Spatial Noise Management. In conversazioni con rumore dominante da un lato, viene automaticamente data priorità all’orecchio con il segnale più chiaro per ridurre lo sforzo di ascolto. Ascolto hi-fi di tv e telefono ConnectLine completa Oticon Chili formando una soluzione acustica intuitiva ed esclusiva per un’interazione naturale ed uno sforzo minore. ConnectLine offre un’intuitiva interfaccia wireless con i moderni dispositivi di intrattenimento e comunicazione come telefoni, cellulari e tv. la tecnologia d’avanguardia Starkey S Series e usufruisce dell’innovativo algoritmo digitale per la cancellazione del rumore Voice iQ. Starkey Italy per abilitare gli audioprotesisti interessati nella distribuzione di Otolens, sta organizzando corsi Teorico-Pratici presso la sede di Cernusco sul Naviglio (Mi). La Serie Widex mind è completa: arriva Mind220, tecnologia e convenienza Mind220 è l’ultimo apparecchio acustico nato in casa Widex e coniuga tutta la tecnologia della serie “Widex mind” alla convenienza di una soluzione davvero per tutti. Per la prima volta in questo segmento Widex propone un apparecchio basato sull’esclusiva piattaforma con Doppia elaborazione integrata del segnale, che grazie al doppio microprocessore ed all’incrementata miniaturizzazione dei componenti ha reso possibile un notevole incremento delle prestazioni ed una diminuzione del consumo della batteria. Widex mind220 è: - miglior controllo - grazie ai messaggi vocali “SmartSpeak”; - ascolto esteso, anche sulle alte frequenze nelle perdite in caduta grazie a “Audibility Extender”; - maggior comfort, con il sistema di cancellazione multidirezionale sttiva del feedback e la riduzione del rumore con Sis. Inoltre, come tutti gli apparecchi Widex di ultima generazione, anche la serie mind220 è rivestita dall’esclusivo Nano-strato di protezione che insieme al sistema paracerume NanoCare garantisce una notevole protezione contro impurità e umidità. La serie Mind ora è completa: tecnologia e affidabilità Widex per ogni esigenza. 77 A.N.A.P. FIA A.N.A. FEDERAZIONE ITALIANA AUDIOPROTESISTI ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUDIOPROTESISTI PROFESSIONALI ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUDIOPROTESISTI a cura di Gianni Gruppioni AUDIOPROTESISTIAVANTI compendio di un decennio di comunicazione associativa, di norme e decreti, di attività ANA-ANAP 9 0 0 2 9 99 450 pagine prezzo di copertina 28 euro 9 news L’AUDIOPROTESISTA Gn Resound: Giacomo Gori nuovo direttore generale Giacomo Gori il nuovo direttore generale dell’azienda GN ReSound Italia. Ad annunciarlo l’amministratore delegato, Fabio Gomiero. Gori, che negli ultimi anni ha maturato una grande esperienza lavorativa in Italia e all’estero, collabora a diverso titolo con alcune primarie multinazionali operanti nel settore farmaceutico e medicale, quali Johnson & Johnson e Allergan. «La scelta di Gori - fanno sapere dalla Gn - è stata fatta con l’obiettivo di allargare ancora di più la presenza sul mercato di GN ReSound Italia S.r.l., ma anche per fornire un supporto sempre più efficace ai clienti, sia a quelli che sono da lungo corso legati all’azienda, che a quelli che hanno un legame più recente. GN ReSound è convinta che questa scelta, insieme alla continua ricerca di incremento del servizio e della qualità dei propri prodotti, proietterà ancora di più l’azienda verso un futuro di sviluppo e crescita, ricco di soddisfazioni da condividere con coloro che le hanno sempre concesso fiducia». Giovanni Zuccari, quale diretto responsabile di questa linea. Giovanni Zuccari vanta una lunga esperienza specifica nel settore, sia tecnica che commerciale; sarà un grande aiuto per aumentare la vicinanza e il supporto che Labat intende offrire agli addetti ai lavori nell’ambito dell’offerta della strumentazione e dei servizi annessi, quali calibrazioni e riparazioni delle apparecchiature audiometriche, verifiche a norma di sicurezza e gestione del parco medicali in genere. Labat ha già presente nel proprio listino alcuni prodotti ben conosciuti dai professionisti del settore: l’Audiometro AudioLab, il Video-otoscopio wireless e la nuova stazione di pulizia e manutenzione per le protesi acustiche EarLab. Inoltre conta di completare la linea per negozi di Audioprotesi entro fine anno con nuovi prodotti per Audiometria e Timpanometria, sia di tipo PC based che di tipo tradizionale Stand Alone. Giovanni Zuccari può essere contattato all’indirizzo [email protected] o al numero di cellulare +39 3666087686. Per info: www.labat.it - [email protected]. Nella foto: Giovanni Zuccari (a sinistra), Responsabile della linea Audioprotesisti Labat, assieme a Maurizio Brugnaro (a destra), Presidente e CEO Labat. Nuovo Oticon In Labat un nuovo Safari SP dedicato ai bambini responsabile della linea dedicata agli La nuova linea Safari SP di Oticon, è audioprotesisti una famiglia di apparecchi acustici Labat, nella sua politica di espansione del mercato con la propria linea di prodotti e servizi per audioprotesisti, annuncia l’arrivo nel proprio staff di per le applicazioni pediatriche adatta sia a bambini di pochi mesi sia agli adolescenti con perdite uditive gravi e profonde. Tecnologia per l’udito a misura di bambino. Il nuovo Oticon Safari SP è uno tra i più piccoli e più potenti apparecchi di Super Potenza con pila 13 che governa segnali ad alta fedeltà grazie all’elaborazione wireless binaurale guidata dalla piattaforma Oticon RISE 2TM. Consente una straordinaria flessibilità di adatta- news 79 mento con 143 dB SPL MPO, Guadagno 82 dB, estensione di banda a 6,5 kHz. Un mondo più ricco e stimolante grazie alla connettività wireless. Il sistema Speech Guard mette a fuoco la voce, riducendo il disturbo di sottofondo. Il sistema Spatial Noise Management migliora la comprensione in ambienti complessi come l’aula scolastica. Lo Streamer e ConnectLine si collegano senza fili a PC, TV, MP3 e telefoni inviando il segnale direttamente agli apparecchi. Robustezza a prova di bambino. L’affidabilità della componentistica di alta qualità si coniuga alla discrezione ed al comfort ottenuto dalla forma sottile ed ergonomica che abbraccia il contorno dell’orecchio. Safari SP è disponibile in tre modelli EDIZIONI Pescara Biblioteca FIA Per informazioni e ordinazioni: [email protected] I Quaderni de l’Audioprotesista 1-2-3 Audioprotesisti Avanti a cura di Gianni Gruppioni l’Audioprotesista di Maurizio Clerici Comunicazione e qualità della vita di Antonio Frintino e Giuliano Giuntoli La Formazione è la chiave a cura di Gianni Gruppioni L’Audioprotesista Rivista tecnico-scientifica dell’udito La Competenza è la chiave di Gianni Gruppioni AudioPro L’informatore audioprotesico La valutazione psicologica dell’anziano ipoacusico di Valentina Schina a cura di Gianni Gruppioni Sentiero Silenzioso di Giampiero Neri Atlante di Anatomia chirurgica dell’orecchio medio a cura di Massimo Balbi La vertigine parossistica posizionale (benigna): stato dell’arte a cura del Gruppo Alta Italia di Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-facciale news L’AUDIOPROTESISTA diversi 900-600-300. Il safari 600 SP dispone in più rispetto al 300 le funzioni Speech Guard, direzionalità adattiva multibanda, direzionalità automatica tri-mode, gestione del rumore trifasica, otto bande di adattamento. Il Safari 900 SP dispone in più rispetto al 600 delle funzioni Spatial Noise Management, elaborazione binaurale veloce e nove bande di adattamento. Safari 300 SP è la soluzione ideale pre-impianto cocleare. Iniziativa Safari SP per i bambini. Oticon si impegna nell’agevolare le famiglie di bambini audiolesi offrendo l’accesso alla migliore tecnologia per l’udito Oticon a condizioni vantaggiose. Sconto del 40% sul prezzo di tutti gli apparecchi acustici Oticon Safari SP. visita alla sede principale della Phonak a Zurigo. Molto interessante il programma che ha premesso di approfondire tematiche connesse ai sistemi FM, wireless e di protezione professionale dell’udito. Immancabile la visita guidata alla città di Berna, patrimonio dell’Unesco. Per il 2010 non sono previste altre viste a Berna, mentre a novembre (1113) e a dicembre (2-4) ci sarà la possibilità di visitare la rinnovata sede principale della Phonak a Zurigo. Per info: www.phonakacademy.it - [email protected]. Widex: a Roma per l’attenuazione degli acufeni e il programma Zen Visita alla sede della Phonak Si è svolto lo scorso mese di giugno a il primo corso Widex di Communication Roma approfondimento riguardante il di Berna Programma Zen e il suo utilizzo sui Per la prima volta un gruppo di audioprotesisti italiani e alcuni medici che collaborano con loro, ha avuto la possibilità di visitare la sede della Phonak Communication nei pressi di Berna, in Svizzera. La visita fa parte delle iniziative di “Phonak Academy”, il fitto programma di corsi di formazione ed aggiornamento professionale che prevede anche corsi di una e due giornate presso la sede Phonak a Milano e la pazienti ipoacusici con problemi di acufene. Gli eccellenti risultati finora ottenuti in tutto il mondo sembrano delineare una importante svolta nelle modalità di approccio al problema dell’acufene, proprio come prospettato da Widex al momento della presentazione del suo apparecchio acustico mind440. Come evidenziato anche dall’Amministratore delegato di Widex Italia, la dott.ssa Laura Giannetti, che ha illustrato ai presenti i notevoli risultati che il Programma Zen sta riscuotendo in tutto il mondo, news 81 riportando a questo proposito una delle testimonianze più emblematiche che Widex ha ricevuto. Nel corso della giornata Widex il dott. Bruno Lucarelli, consulente audiologico di Widex Italia, ha illustrato ai presenti il protocollo applicativo utilizzato nella sua personale esperienza di successo con Zen, proponendo ai presenti numerosi casi pratici. Una testimonianza in più delle notevoli possibilità che l’uso della musica frattale del Programma Widex Zen sta aprendo nell’approccio all’acufene nei soggetti ipoacusici. Entro l’anno l’Ordine per gli infermieri e le professioni sanitarie Il disegno di legge che trasforma i collegi degli infermieri e le Associazioni delle Professioni Sanitarie in ordini professionali «è stato inserito tra le priorità e sarà tra i primi ad essere incardinato al Senato. E spero che entro sei mesi diventi legge». Lo ha detto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenendo a un convegno dell’Ipasvi al Sanit. Per quanto riguarda la formazione degli infermieri che sono «in numero inferiore rispetto alle necessità perché se ne laureano 14 mila circa ogni anno mentre ne servirebbero almeno 22 mila». Fazio ha assicurato che «insieme al ministero dell’Università stiamo valutando l’ipotesi di altre forme di docenza», non più basate «sui concorsi per la ricerca ma sulla capacità di insegnamento. Percorsi - ha detto Fazio - nei quali saranno coinvolti gli infermieri e tutte le professioni sanitarie riconosciute con DM del 1994». SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA INTERVISTA A BRENT EDWARDS, DIRETTORE DELLO STARKEY HEARING RESEARCH CENTER, il Centro di Ricerca Audiologica Starkey di apparecchi acustici o di ipoacusia. Abbiamo saputo coinvolgerle e focalizzarle nell’ambito della ricerca, facendo in modo che ora siano in grado di aiutare il nostro settore in un’ottica di lunga durata». Brent Edwards dirige lo Starkey Hearing Research Center (SHRC), il Centro di Ricerca Audiologica Starkey con sede a Berkeley, in California. Il centro è situato strategicamente a pochi passi dall’Università della California, un luogo dove si respira innovazione e dove si punta molto sulla ricerca. In questa intervista Brent Edwadrs, che è anche vicepresidente della ricerca presso gli Starkey Laboratories Inc, con sede a Eden Praire in Minnesota, illustra le potenzialità di questo settore, attraverso un percorso ideale all’interno della prestigiosa struttura dello SHRC. Può illustrare brevemente quali parametri di test Starkey utilizza per i propri prodotti e quali benchmark adotta per rapportarsi ai competitors? Perseguiamo essenzialmente due strategie. La prima vede una fase di test e di benchmark durante la quale gli ingegneri esaminano i nostri apparecchi acustici o la tecnologia, misurando in laboratorio quali sono gli effetti reali prodotti. Esiste però anche l’aspetto umano di tutto questo. Conduciamo, infatti, un’enorme quantità di test per valutare come e quanto le persone ipoacusiche possano trarre beneficio dalla tecnologia che produciamo. Questo avviene non soltanto durante la fase di ricerca, ma anche di produzione. Facciamo moltissima test alfa/beta, che considero parte integrante del processo di benchmarking in quanto consentono di raccogliere dati sulle prestazioni tecnologiche. A questo segue un’altra fase di test, che si svolge nella vita di tutti i giorni: prendiamo i prototipi dei nostri apparecchi acustici e li portiamo fuori, nel mondo reale, facendo sì che le persone li indossino per poterci poi riferire quella che è stata la loro esperienza d’uso concreta. Per comprendere il beneficio effettivo adottiamo una serie di questionari abbastanza noti. È molto importante bilanciare tutte queste fasi, non bisogna dimenticare che il laboratorio è un ambiente artificiale. È solo quando la tecnologia fa il suo ingresso nel mondo reale che è possibile capire cosa accade. Cerchiamo di fare del nostro meglio anche con i prodotti dei nostri competitor, perché vogliamo comprendere quali progressi stanno compiendo. Ciò ci aiuta ad orientare meglio il nostro operato e ad illustrare la nostra tecnologia alla classe medica e agli audiologi. Stiamo per lanciare un nuovo evoluto L’organico del Centro, formato da un team interdisciplinare di ingegneri e scienziati, studia le discipline percettivouditive e la tecnologia di elaborazione del segnale, realizzando tecnologie pensate per il mondo reale, in grado di aiutare le persone che indossano apparecchi acustici. Grande importanza è assegnata alla ricerca, con la valorizzazione di ricercatori eccellenti provenienti da tutto il mondo. Tra le iniziative del Centro va segnalata la condivisione, con il Center for New Music and Audio Tecnology (CNMAT) di un applicativo, brevettato proprio presso l’Università. Come conferma Edwards, si stanno gettando le basi su alcuni aspetti fondamentali della ricerca in campo musicale, con effetti che potranno avere un impatto non soltanto per l’industria audioprotesica, ma per tutto il mondo della musica. «Più in generale - conferma il direttore - grazie alla collaborazione con l’Università di Berkeley si è risvegliato l’interesse di persone che non conoscevano quasi nulla 82 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA intorno a noi viene rappresentato dal sistema cognitivo e quali sono i riferimenti che l’apparato uditivo utilizza per ricreare il mondo circostante. Rispetto all’enormità di segnali acustici che entrano nel nostro orecchio il cervello è in grado di separare tali segnali in elementi uditivi. Permettendoci di scegliere su cosa concentrare la nostra attenzione. Stiamo appena iniziando a capire come il cervello riesca a fare tutto questo. Ma è importante per accertare che i riferimenti fondamentali ai quali si affida il cervello vengano trasferiti anche alle persone ipoacusiche. Senza correre il rischio che, attraverso gli algoritmi, si forniscano al cervello messaggi sbagliati che diano un’interpretazione erronea dell’ambiente circostante. La relazione tra udito e funzioni cognitive è estremamente complessa ma il lavoro che stiamo portando avanti al Centro di Ricerca è fondamentale: creare contatti, a livello mondiale, tra i ricercatori giusti, tracciare uno scenario più ampio che ci consenta di capire realmente l’impatto che tutto questo ha sugli apparecchi acustici e soprattutto sulle persone che soffrono d’ipoacusia, che alla fine costituiscono la nostra ragion d’essere. algoritmo di riduzione del rumore, sviluppato all’SHRC. Nokia, Motorola ed altri sono in possesso di software capaci di misurare il suono emesso dai telefoni cellulari e di prevedere la qualità sonora prodotta dai vari codec e dalle diverse tecnologie. Noi stiamo applicando questi principi anche per analizzare la qualità dei nostri algoritmi ed in modo specifico stiamo lavorando alla loro applicazione sulla riduzione del rumore. Da dove traete le idee per i diversi aspetti dei vostri prodotti? C’è una citazione di Steve Jobs che trovo brillante: «La creatività è soltanto la capacità di collegare tra loro le cose». Mi piace perchè esprime il concetto che l’innovazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie non arrivino per caso. La chiave, in parte, è nello sviluppare nuovi modelli ricercando opportunità e idee che esistono altrove, magari in altri ambiti industriali: nel mondo delle telecomunicazioni, nell’industria audio, basta guardare ciò che sta facendo Dolby. Osservare ciò che avviene e collegarlo con le esigenze delle persone ipoacusiche, connettere la tecnologia dei telefoni cellulari e quella audioprotesica. E per fare tutto ciò è indispensabile esporsi a nuovi stimoli. Un esempio è la nostra tecnologia Sweep: una tecnologia touch che già esisteva in altri ambiti. Noi l’abbiamo applicata agli apparecchi acustici. Sono inoltre convinto che la nascita di nuove idee avvenga grazie all’interazione e la collaborazione tra le persone, per questo evitiamo di costituire team di ricercatori solitari, vogliamo persone capaci di interagire. Quando cinque anni fa abbiamo dato vita al nostro Centro di Ricerca ogni persona proveniva da settori diversi. Questo per creare un substrato fecondo, capace di generare idee e penso che siamo riusciti in questo intento. Potrebbe illustraci gli sviluppi che si sono succeduti a partire dal Clinical Research Summit, nel 2007? I ricercatori hanno fatto progressi nel comprendere la discrepanza che esiste tra i benefici della protesizzazione misurati presso i centri audioprotesici e quelli reali, sperimentati concretamente da chi poi indossa un apparecchio? È una domanda rilevante, in quanto il fulcro di quel summit è stato identificare i nodi centrali che il settore audioprotesico deve saper sciogliere, e mi riferisco non solo all’industria, ma anche all’audiologia. Alla fine di ciascun rapporto abbiamo raccolto un elenco di questioni principali. Per fare un esempio, circa la disparità esistente Cosa può dirci in merito alle nuove scoperte in campo neurologico, su come il cervello elabora il segnale? È una domanda importante. Siamo solo all’inizio di un percorso che ci porterà a comprendere i meccanismi del funzionamento cerebrale in termini di percezione acustica. Grazie alle scoperte degli scienziati in campo audiologico stiamo iniziando a capire come il mondo 83 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA sia. Una procedura diagnostica vera e propria ancora non esiste e ci vorrà molto tempo prima di poter ottenere un tipo di misurazione che riesca a comprendere tutte le variabili individuali. tra valutazione clinica e prestazioni reali, abbiamo stilato una lista di cinque consigli importanti. Il primo è trovare il modo di portare le condizioni del mondo reale all’interno del proprio centro audioprotesico. Usare il parlato ed il parlato nel rumore, non dice necessariamente cosa accade all’interno della complessa funzionalità della percezione uditiva dei pazienti. Qui, presso lo Starkey Hearing Research Center, stiamo avviando lo sviluppo di tecnologie innovative. Ma che si tratti di test audiovisivi o con più voci dislocate, o ancora di adottare dialoghi veri e propri, c’è la necessità di rendere le cose più realistiche. Il secondo consiglio è di conferire maggior controllo al paziente, per la regolazione ottimale del proprio apparecchio. Il terzo, è di sviluppare una comprensione chiara dei fattori audiologici e non audiologici. È un tema talmente vasto che suscita l’attenzione di molti, ma verso cui è necessaria ancora molta ricerca. Il quarto consiglio riguarda la relazione tra il rapporto segnale-rumore e la soddisfazione del paziente, un tema sua quale siamo impegnati attivamente. Abbiamo presentato alcuni risultati significativi di ricerche condotte negli ultimi due anni sul Livello di Rumore Accettabile (ANL) e la comprensione dei meccanismi fondamentali che lo supportano. Infine, il quinto consiglio è di esplorare l’impiego dei misuratori di performance, in modo da valutare gli effetti cognitivi e l’affaticamento da ascolto, oltre all’intelligibilità del parlato. In questo senso abbiamo collaborato con l’Università di Berkeley. Misurare le capacità individuali fa sì che i medici siano in grado di consigliare meglio i propri pazienti. Stiamo quindi facendo progressi, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Può parlarci dei vantaggi della tecnologia wireless? Ci sono miglioramenti all’orizzonte? Ritengo che la tecnologia wireless abbia un enorme potenziale e le sfide da affrontare sono ancora molte. Non credo occorra una gran scienza per permettere a un apparecchio acustico di comunicare con un telefono cellulare, eppure ancora non è possibile inviare il segnale direttamente all’apparecchio acustico. Ed è ancora necessario indossare qualcosa intorno al collo. Sono temi che riguardano l’utilizzo e credo siano proprio queste le sfide che porteranno all’accettazione di questa tecnologia e consentiranno reali benefici. Esiste un alto contenuto scientifico che deve essere implementato nella tecnologia wireless binaurale affinché riesca a migliorare concretamente la vita delle persone ipoacusiche. Cambiamenti demografici, evoluzioni tecnologiche, mutamenti nelle aspettative del mercato. Quali sfide si trova a dover fronteggiare il modello distributivo del settore audioprotesico? Soprattutto l’aspetto demografico dei pazienti. Tutti parlano di Baby Boomers e i dati dimostrano che esiste un enorme potenziale di persone che, nonostante abbia problemi di udito, non ricorre agli apparecchi acustici. E molti di loro, essendo giovani, nutrono aspettative diverse su ciò che gli apparecchi dovrebbero essere. E dal punto di vista tecnologico, le aspettative circa prestazioni e funzionalità stanno mutando di pari passo con la demografia. Da parte nostra, produttori e distributori di apparecchi acustici, abbiamo la necessità di dare il giusto peso ai diversi segmenti di mercato. La soluzione verso cui sta convergendo quasi ogni industria è di apparecchi acustici diversi per persone diverse, in modo che ognuno possa avere quello più adatto. Certo, avremo sempre una fascia di popolazione più anziana che non è alla ricerca dell’ultimo ritrovato tecnico, ma sui giovani la tecnologia esercita una forte attrazione. In quanto alla comprensione delle differenze individuali che vi sono nell’intelligibilità del parlato, avete scoperto nuove strategie per dotare le soluzioni audiologiche su misura di funzioni adeguate al danno cocleare individuale, alle prestazioni psicoacustiche e alle funzioni cognitive? In molti stiamo cercando di raggiungere questo risultato. La sfida per ora è di identificare la diagnosi cognitiva appropriata, quella psicoacusica adeguata al paziente e giungere al meccanismo vero e proprio dell’ipoacu- 84 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA pubblicità e proprio di recente, sia Starkey che Sonic Innovations, hanno vinto gli Innovation Awards in occasione del CES, la Fiera dell’Elettronica di Consumo a Las Vegas. Noto, durante gli incontri con le aziende hi-tech estranee al nostro settore, che le persone sono stupite da ciò che facciamo. Questo perché ci muoviamo in spazi e ordini di grandezza che già di per sé costituiscono una sfida. Le cose stanno cambiando. Non ci siamo ancora, ma la tecnologia stessa ci aiuterà ed il riconoscimento pubblico dei nostri progressi, ottenuto grazie ai media, ci sosterrà di più. Prevede quindi che gli apparecchi acustici verranno adottati da un numero sempre più crescente di Baby Boomers? Questa è la direzione che abbiamo intrapreso con le nostre innovazioni tecnologiche. Renderle più contemporanee, attraenti, posizionandole al livello dell’elettronica di consumo. Tuttavia esistono ancora sfide da superare a livello distributivo ed esigenze tipiche dei Baby Boomers che la tecnologia deve ancora riuscire a soddisfare. L’aspetto positivo, dal mio punto di vista di ricercatore e sviluppatore, è che esistono moltissime opportunità per migliorare. Ci sono stati progressi significativi nel settore, sia in un’ottica di evidenza scientifica che dal punto di vista commerciale e di vendite? Lo sviluppo basato sull’evidenza è da sempre molto importante per Starkey ed è la ragione per cui esiste il nostro Hearing Research Center. Eppure, poi, non vedo molta di questa evidenza messa concretamente in atto. Del resto la tecnologia si muove con una rapidità estrema. Questo spiega, in parte, perché Starkey abbia creato Starkeyevidence.com, un portale che ci aiuta internamente ad essere aggiornati in tempo reale, senza dover attraversare le fasi si stampa. Oggi è possibile rendere pubbliche le informazioni sulle nuove tecnologie molto più rapidamente. Ma questo da solo non spiega come mai la pratica fondata sull’evidenza sia ancora poco diffusa. Essendo tanto vicini al cuore di Silicon Valley, come effetto della recessione, avete riscontrato una diminuzione dei capital venture per il finanziamento delle nuove tecnologie audioprotesiche? La ricerca tecnologica nel nostro settore è frenata dalla mancanza, nell’ultimo decennio, di un successo fatto in casa a Silicon Valley che veda protagoniste le aziende collegate all’industria audioprotesica. Gli investitori pensano che il mercato audioprotesico non faccia fare soldi. Tuttavia alcuni esempi più recenti, come il successo di InSound Medical e le recente acquisizione di InSound Medical da parte di Sonoca, può essere considerato un gran risultato da parte degli investitori. Mi auguro che tutti gli start-up di apparecchi acustici presenti a Silicon Valley abbiano successo, supportando lo sviluppo di nuove tecnologie e aiutando le persone che soffrono di ipoacusia. L’industria audioprotesica sta facendo abbastanza per promuoversi al di fuori del settore? Abbiamo dispiegato buone energie all’interno dell’associazione HIA (Hearning Industries Associations) e Sergei Kochkin sta promuovendo molti aspetti cognitivi per cui sta crescendo la consapevolezza che le persone ipoacusiche possano soffrire anche di conseguenze psicologiche. Credo, comunque, che la vera domanda sia: cosa dovremmo fare? Siamo presenti a fiere come il CES, ci esponiamo pubblicamente ai giornalisti. Forse potremmo fare meglio ma non essendo un uomo di marketing non saprei dirle con precisione cosa. Nel suo articolo “Gli outsider parlano dell’industria audioprotesica”, lei ha contrapposto l’apparente, blanda percezione di una certa “inerzia” rispetto alla reputazione del settore, con l’entusiasmo accattivante dell’iPod e le sue sempre crescenti applicazioni. Ritiene che questo gap si sia ridotto con l’avvento delle tecnologie più sofisticate e delle strategie di marketing? Il gap si sta colmando. Le nuove tecnologie ci portano 85 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA Su quali aspetti l’industria audioprotesica sta agendo complessivamente bene e su quali invece è fuori rotta? È una domanda impegnativa. Apprezzo molto il progresso tecnologico e stiamo ampliando la definizione di cosa costituisce un beneficio per il paziente. Non è più soltanto l’udibilità, ma l’insieme delle percezioni uditive. Altro aspetto importante è l’utilizzo. Stiamo implementando nuovi concetti che riguardano la progettazione dei nostri apparecchi acustici: il design, la gradevolezza sono fondamentali per coinvolgere l’interesse del pubblico. Le aree di miglioramento, in quanto industria, credo siamo nell’adottare un approccio maggiormente fondato sull’evidenza. Vedo molte funzioni, associate a benefici presunti, per i quali non vi è evidenza concreta. Vogliamo che tutto questo sia vero, ma non ne abbiamo la certezza. Ecco, probabilmente sono solo queste le cose che reputo prioritarie. Ritiene che i dati del recente Merke Trak VIII muteranno la percezione del settore circa le cifre di quanti siamo realmente i candidati agli apparecchi acustici? Lo spero. Un paio di anni fa ho pubblicato uno studio sul numero realistico di persone che pur avendone necessità, non ha un apparecchio acustico. La motivazione che mi ha spinto è che storicamente abbiamo sempre detto che circa il 10% della popolazione Usa (30 milioni di persone) ha necessità di un apparecchio acustico, mentre sono solo 6 o 7 milioni che ne fanno uso. Sembra quindi che siamo in grado di intercettare solo un quarto del mercato e che non stiamo lavorando bene. Non è così. Sono le cifre sbagliate e Kochkin, nell’ambito del MarkeTrak VIII si è trovato d’accordo con me. Credo che si debba ridurre in modo abbastanza drastico ( a 12 o 14 milioni) il numero delle persone che ha bisogno di un apparecchio acustico ma non lo possiede. 86 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA SmartFocus™ CRAI smartFocus™, un controllo semplice ed efficace, che consente all?utente di regolare con facilità le prestazioni dell?apparecchio acustico grazie a una gamma completa di opzioni, al fine di ottenere comfort e chiarezza nelle varie situazioni di ascolto. Esistono molte formule di adattamento collaudate che consentono di regolare un apparecchio acustico per ottenere prestazioni ottimali in ambienti silenziosi. Le più conosciute e generalmente accettate sono la DSL v51, 2 e la NAL-NL13. La combinazione dei vantaggi offerti da queste formule di adattamento con la flessibilità e la qualità del suono degli attuali apparecchi digitali multi-canale garantisce senza troppe difficoltà prestazioni eccellenti in ambienti silenziosi, con quasi tutte le regolazioni. UNA STRATEGIA EFFICACE PER AFFRONTARE L’ASCOLTO IN AMBIENTI RUMOROSI Crai ancora una volta ha messo a segno una funzionalità semplice ma efficace, “smartFocus” che consente all?utente di regolare contemporaneamente più parametri adattivi, soprattutto in ambienti rumorosi o con riverbero. La mancanza di una formula di adattamento standard in questo ambito può essere attribuita a una serie di fattori: diversa tolleranza per il rumore, obiettivi che cambiano continuamente, discordanza tra l’ambiente in cui viene effettuata la regolazione e le situazioni di ascolto vissute dai clienti quotidianamente. Le regolazioni dei parametri sono sempre state effettuate in base a quello che poteva essere, in teoria, il maggiore impatto possibile sull’ascolto in ambienti rumorosi. Ora esiste un approccio alternativo, che fornisce agli utenti il controllo in tempo reale delle funzionalità adattive quali innalzamento del parlato, riduzione del rumore, strategia microfono e guadagno globale – funzionalità che influiscono in modo significativo nelle situazioni di ascolto difficili. Questo controllo si chiama L’INCERTEZZA DELL’ASCOLTO IN AMBIENTI RUMOROSI Determinare l’intelligibilità appropriata per l’ascolto in ambienti rumorosi è molto più impegnativo. Esistono molti fattori sconosciuti in fase di regolazione. Le regole per il guadagno e la frequenza sono comuni, mentre non esistono metodi definiti per la regolazione dei parametri adattivi, quali innalzamento del parlato, riduzione del rumore e strategia microfono, caratteristiche che influiscono notevolmente in caso di ambienti rumorosi o con riverbero. Gli audioprotesisti sono quindi costretti a fare delle ipotesi teoriche sulla regolazione dei parametri che influiscono maggiormente in undeterminato ambiente rumoroso. In altre parole, anche se esistesse un target per un determinato ambiente di ascolto, non sarebbe semplice convalidare le impostazioni dei parametri adattivi per lo stesso ambiente mentre si è seduti nello studio dell’audioprotesista. Per complicare ulteriormente le cose, ciò che per una persona rappresenta un ascolto appropriato, potrebbe essere un rumore inaccettabile per un’altra. Di seguito vengono spiegati altri motivi per cui è più complicato regolare gli apparecchi acustici per l’ascolto in ambienti rumorosi. 87 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA Tradizionalmente, il controllo utente è limitato alla regolazione del volume o alla possibilità di modificare il programma di ascolto, secondo le impostazioni che l’audioprotesista ritiene più adatte per un determinato ambiente di ascolto. Sono disponibili anche programmi automatici, ma i parametri di tali programmi richiedono ipotesi da parte dell’audioprotesista che potrebbero non soddisfare sempre le esigenze dell’utente. Al contrario, è molto più efficace consentire agli utenti di gestire le funzioni che influiscono sull’uscita dell’apparecchio acustico, ma che non sono determinabili da formule prescrittive. Per esempio, quando l’utente si trova in una situazione di ascolto difficile, può controllare un gruppo di parametri tra cui: direzionalità del microfono, innalzamento del parlato, riduzione del rumore e guadagno globale. Utilizzando un semplice comando, l’utente può ottimizzare i quattro parametri contemporaneamente e in tempo reale, in base all’obiettivo desiderato per ogni ambiente di ascolto. L’utente può quindi ottenere rapidamente una regolazione ottimizzata in qualsiasi ambiente di ascolto nel modo più efficace possibile, migliorando soddisfazione e prestazioni e riducendo al minimo i problemi e le lamentele, anche prima della visita di controllo successiva. Obiettivi che cambiano continuamente - In una situazione di ascolto tranquilla, è ragionevole supporre che l’obiettivo di amplificazione di una persona sia quello di migliorare la comprensione delle conversazioni. Gli obiettivi dell’utente che indossa l’apparecchio acustico in ambienti di ascolto più difficili, invece, variano continuamente, dalla comprensione delle conversazioni al comfort o alla qualità del suono, a seconda della natura della situazione e del motivo della presenza della persona in tale luogo. Per esempio, se l’utente sta camminando in una strada affollata, tra i suoi obiettivi ci sarà sicuramente la consapevolezza dei segnali di allarme per la sua sicurezza. Lo stesso individuo potrebbe non aver bisogno della chiarezza delle conversazioni, in particolare se tale chiarezza riduce il comfort o la qualità del suono. Se invece la stessa persona sta camminando in compagnia del coniuge o di un collega, potrebbe preferire un minore comfort in favore di una maggiore chiarezza delle conversazioni. Variazioni acustiche in ambienti di ascolto difficili - L’ascolto in un ambiente silenzioso consiste in una serie di situazioni complessi si verificano enormi variazioni acustiche. Tali variazioni sono dovute a tempi di riverbero differenti e a rumori di sottofondo provenienti da più fonti, con contenuti spettrali e livelli di segnale diversi, tutti elementi che interagiscono tra loro e cambiano continuamente. PIANIFICAZIONE DELL’INTERAZIONE FRA I PARAMETRI Affinché lo scenario illustrato in precedenza funzioni come previsto, occorre più di un semplice controllo su una serie di parametri adattivi. I parametri interagiscono costantemente tra loro, cambiando la prestazione del dispositivo in tempo reale. Di conseguenza, le funzionalità sotto il controllo dell’utente devono essere coordinate per ottenere un effetto sinergico che converga su un risultato appropriato. Ecco un esempio che spiega questo punto. Un cliente gioca a carte ogni giovedì sera. Questo cliente ha un problema bidimensionale: • L’intelligibilità deve consentire di seguire la partita e di interagire con gli altri giocatori. • È anche necessario mantenere il comfort, attraverso il controllo preciso del rumore di sottofondo, del parlato o della musica. UNA SOLUZIONE BASATA SUL CONTROLLO UTENTE Un’alternativa all’approccio clinico standard precedentemente descritto è basata su un controllo regolabile dall’utente per più funzionalità adattive. L’approccio inizia con una regolazione iniziale che prevede la preimpostazione in studio degli apparecchi da parte dell’audioprotesista in base agli ambienti di ascolto desiderati dall’utente. Le impostazioni corrispondenti, o simili, alle impostazioni predefinite del produttore sono spesso un valido punto di partenza. In questa fase potrebbe non essere necessario un elevato livello di precisione se gli apparecchi acustici sono dotati di un controllo regolabile dall’utente sulle funzioni che influiranno in modo più significativo sulle situazioni di ascolto difficili. 88 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA guadagno di base. Se il dispositivo non fornisce intelligibilità fin dall’inizio, le considerazioni relative alla modalità di configurazione degli altri parametri adattivi saranno irrilevanti. La prestazione dell’apparecchio acustico ottenuta in seguito alle regolazioni di questi parametri non è né prevedibile né ripetibile nello studio dell’audioprotesista. L’unico modo per verificare l’efficacia della modifica è provare l’apparecchio in un ambiente di ascolto reale. Tuttavia, ottimizzando le prestazioni dei tre parametri in correlazione tra loro e riunendoli tutti in un unico controllo, l’utente potrà ottimizzare la regolazione in tempo reale. In questo caso, il semplice aumento del volume non soddisferebbe entrambi gli obiettivi dell’utente. Si rischia di ottenere l’intelligibilità a scapito del comfort. Infatti, il mancato raggiungimento di uno dei due obiettivi (comfort o chiarezza) potrebbe portare al rigetto dell’amplificazione e al successivo isolamento sociale. Tuttavia, offrendo al cliente il controllo diretto dei parametri coinvolti, egli può raggiungere l’equilibrio necessario, massimizzando l’intelligibilità e il comfort in ciascuna situazione specifica. Come può un audioprotesista personalizzare i parametri chiave dell’apparecchio acustico ottimizzandolo per questa situazione specifica? Nella tabella 1 vengono indicati i parametri chiave e tutte le possibili impostazioni per questo caso. SmartFocus™: CONTROLLO UTENTE SENZA PRECEDENTI Il controllo utente SmartFocus offre una gamma di regolazioni dal comfort alla chiarezza. Se si effettuano le regolazioni nella direzione del comfort, l?obiettivo non è massimizzare l?intelligibilità della conversazione o migliorare la comprensione, ma aumentare il comfort generale dell’ascolto senza perdere la percezione ambientale. Le impostazioni dei parametri nella direzione del comfort vengono ottimizzate specificamente per raggiungere questi obiettivi. Al contrario, quando si effettuano le regolazioni nella direzione della chiarezza, tutti i parametri vengono ottimizzati in modo da migliorare la comprensione delle conversazioni, in particolare in ambienti rumorosi. Comfort e chiarezza possono essere regolati come segue. Tabella N.1 Se consideriamo le funzioni separatamente, l’impatto di ciascuna di esse è abbastanza prevedibile. Ma quale sarà l’effetto globale delle tre funzionalità in esecuzione contemporaneamente in un ambiente rumoroso che cambia rapidamente? La risposta dipende in parte dalla loro configurazione. 1. Microfoni Figura 1 Esistono tre impostazioni per il microfono e quattro per l’innalzamento del parlato e la riduzione del rumore. In tutto esistono quindi 48 possibili combinazioni (3 x 4 x 4 = 48). Inoltre, ognuna di queste funzioni ha un componente adattivo che offre una serie infinita di possibilità all’interno della gamma di regolazione. In altre parole, l’impostazione reale dell’apparecchio acustico corrisponde alla somma di tutte le impostazioni dei parametri sotto l’influenza della situazione di ascolto specifica. Inoltre, l’impatto di tutte queste funzioni varierà a seconda dell’impostazione corretta o meno del 89 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA questi parametri a ogni posizione del controllo. Contribuisce a garantire che i parametri siano impostati per raggiungere gli obiettivi desiderati senza problemi. 2. Innalzamento del parlato Figura 2 4. Riduzione del guadagno Un altro effetto che la maggior parte di coloro che indossano apparecchi acustici associa al comfort è una leggera riduzione del guadagno. Con lo spostamento del controllo verso il comfort, il guadagno viene progressivamente ridotto fino a 8 dB. Figura 4 3. Sistema di riduzione del rumore Nonostante la riduzione del rumore entri in funzione sia che il controllo venga regolato verso il comfort che verso la chiarezza, il suo impatto è diverso in base alla direzione. Se il controllo viene regolato nella direzione del comfort, la riduzione del rumore è più aggressiva, riducendo il rumore fino a 10 dB/banda. Lo scopo è raggiungere l’obiettivo del comfort in ambienti rumorosi. Se invece il controllo viene regolato nella direzione della chiarezza, l’impatto della riduzione del rumore è limitato a 6 dB/banda. La riduzione del rumore è meno aggressiva nella direzione della chiarezza rispetto a quella del comfort perché il suo scopo è migliorare la chiarezza dei segnali vocali. Se la riduzione del rumore funzionasse in modo troppo aggressivo in combinazione con l’innalzamento del parlato, la chiarezza potrebbe risentirne. Questo è uno dei vantaggi del pre-configurare la combinazione relativa di L’effetto combinato di tutti i parametri in regolazione sul modello di guadagno viene mostrato nella figura 5. Figura 5 Figura 3 FARE LA DIFFERENZA PER LE CONVERSAZIONI IN AMBIENTI RUMOROSI Molti utenti desiderano un apparecchio acustico per migliorare la comprensione delle conversazioni in ambienti rumorosi. Tuttavia, esistono molti ambienti rumorosi in cui il cliente preferirebbe decisamente il 90 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA di fronte all’utente, viene migliorata notevolmente grazie all’innalzamento del parlato. Il controllo fornisce quindi all’utente un semplice ma efficace strumento per ottimizzare le prestazioni dell’apparecchio acustico. comfort alla chiarezza. L’incapacità di realizzare in modo preciso i loro obiettivi per quanto riguarda le conversazioni in ambienti rumorosi è uno dei motivi principali per cui alla fine molti utenti si rifiutano di utilizzare gli apparecchi acustici. Sarebbe molto utile se queste persone disponessero di un controllo che riuscisse a risolvere questi problemi pre e post-regolazione. Qual è l’impatto potenziale del controllo smartFocus in un ambiente di “parlato in ambienti rumorosi”? Quando il controllo smartFocus si avvicina al comfort, l’ampiezza di tutti i segnali, parlato e rumore, viene ridotta a causa della diminuzione generale del guadagno. Al rumore viene applicata una riduzione maggiore grazie all’applicazione intelligente della riduzione del rumore nelle bande in cui questo è presente. UTILIZZO MINIMO PER MASSIMI RISULTATI Esiste il rischio che la costante necessità di regolazione di un controllo da parte dell’utente in diverse situazioni di ascolto diventi rapidamente fastidiosa. Di conseguenza, la qualità che rende il controllo smartFocus così efficace è la sua disponibilità quando serve. Inoltre, con il passare del tempo l’apparecchio memorizza le impostazioni preferite dell’utente per smartFocus e VC nei diversi ambienti di ascolto, grazie all’autoapprendimento e a learnNow, riducendo così al minimo la necessità di utilizzare il controllo. Con lo spostamento del controllo smartFocus nella direzione della chiarezza, i rumori di sottofondo vengono ridotti dall’impatto combinato dei microfoni direzionali e della riduzione del rumore. Al contrario, l’uscita per il parlato, in particolare per quello proveniente da Insomma, con smartFocus gli audioprotesisti possono fornire finalmente all’utente un semplice ma efficace controllo che consente di regolare contemporaneamente più parametri adattivi. In Crai, l’innovazione continua a farsi sentire! 91 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA La nostra passione al servizio delle aziende audioprotesiche Un passo lungo circa 20 anni in Sicilia ci porta nel momento in cui alcuni giovani tecnici audioprotesici decidono di sfruttare le loro conoscenze tecniche acquisite per mettere su una società al servizio degli audioprotesisti: “Audiotecnica”. I primi anni vedono i soci impegnati personalmente nello sviluppo della azienda dividendosi i compiti per quanto riguarda: costruzione di apparecchi acustici e rete commerciale. Sin dall’inizio l’obiettivo è stato offrire la consulenza agli audioprotesisti presenti a Palermo. Ben presto Audiotecnica acquisisce l’esclusiva Starkey diventando invece concessionaria unica per la Sicilia e la Calabria nella produzione e la commercializzazione delle protesi Starkey. La società amplia i propri orizzonti commerciali e si sviluppa in termini di esperienza e organizzazione. Audiotecnica si impone nella distribuzione delle audioprotesi e come punto di riferimento per gli audioprotesisti siciliani in particolare. A rendere il servizio offerto qualitativamente superiore e celere è l’organizzazione perfezionata negli anni distribuendo il flusso lavorativo tra rete commerciale, servizio clienti, laboratorio produzione ed elettronico. L’impegno costante e crescente dei rappresentanti ha SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA consentito loro di inaugurare nel 2009 i nuovi locali produttivi. Su una superficie di circa 500 mq trovano spazio un laboratorio per la produzione di chiocciole e gusci, un laboratorio elettronico per il collaudo e la diagnosi sul prodotto finito. Un’area “shipping” dove giungono gli ordini e da dove vengono smistati rispettivamente alle varie aree di lavorazione. La continua analisi dei processi produttivi con l’eliminazione dei “colli di bottiglia” a tutti i livelli del servizio, permette oggi ad Audiotecnica la possibilità di offrire un servizio celere. Inoltre l’esperienza accumulata e la disponibilità di infrastrutture adeguate con apparecchiature produttive di ultima generazione dà la possibilità di offrire il proprio servizio in Italia grazie alla collaborazione, da giugno 2010, con Microson, società spagnola, con sede a Barcellona, del gruppo Gaes leader nell’applicazione protesica. Un laboratorio specializzato nella produzione di protesi acustiche dal 1958, che oggi copre una superficie di circa 2.000 mq e dove lavorano oltre 100 tecnici specializzati. Le protesi Microson, vengono prodotte con la tecnologia SMT (Tecnologia a Montaggio Superficiale) per l’assemblaggio del circuito stampato con l’applicazione diretta dei componenti elettronici. Da marzo 1999 Microson possiede una propria “camera Bianca” di classe 10.000. All’interno di questa camera l’aria viene mantenuta a un livello di purezza molto elevato a seguito di filtrazioni successive,al fine di evitare la contaminazione dei circuiti. Il processo produttivo Microson e le tecnologie adottate sono state ottimizzate al fine di offrire un prodotto ad alta prestazione con il miglior rapporto qualità/prezzo. Il confronto continuo con i nostri clienti e la professionalità maturata negli anni, ci consente di individuare le necessità soggettive e riuscire, quindi, ad offrire la soluzione più adeguata. «Il servizio è il nostro punto di forza - dice il manager Pietro Corrao - e lo dimostra l’obiettivo raggiunto, per i tempi di consegna in tutta Italia, che è di tre giorni lavorativi». 93 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA COCHLEAR BAHA BP100: il nuovo Processore del suono Baha a confronto con la generazione precedente FIG. 2 Funzione BC Direct con BP100 Sono più di 5000 i pazienti che beneficiano delle performance superiori che Cochlear™ Baha® BP100 fornisce da quando è stato introdotto sui mercati di tutto il mondo. Il Freeman Hospital di Newcastle upon Tyne, uno dei centri Baha più importanti al mondo, ha presentato recentemente uno studio clinico indipendente1 che mette a confronto il Baha Divino con il nuovo Baha BP100. Lo studio è stato condotto su 30 pazienti adulti già portatori di Baha Divino da almeno un anno e selezionati in modo casuale. Tutti avevano una soglia ossea PTA inferiore o uguale a 45 dB HL. Il programma Baha di Newcastle, in ottica di riabilitazione uditiva, FIG. 1 Cochlear™ compara le performance attraverso la misurazione diretta (guadaBaha® BP100 gno funzionale e soglie aided) della comprensione del parlato in condizioni di rumore di sottofondo (BKB-SIN) e della percezione qualitativa del paziente (questionari GBI, APHAB, SSQ). Il campione rappresentava i tre principali gruppi di indicazione: ipoacusia trasmissiva o mista monolaterale con applicazione del Baha solo da un lato (N=10); ipoacusia trasmissiva o mista con applicazione bilaterale (N=10); e sordità neurosensoriale monolaterale (SSD) (N=10). Le misurazioni e la predisposizione dei test utilizzati in questo studio sono stati pensati per essere facilmente replicabili nella maggioranza delle strutture ospedaliere. Il processore in uso (Divino) era regolato secondo le preferenze del paziente, il Cochlear Baha BP100 è stato regolato utilizzando la funzione BC Direct (Fig.2). La comprensione del parlato verificata mediante il BKBSIN test è stata misurata mantenendo il rumore costante e variando il parlato, sia il parlato che il rumore sono stati presentati frontalmente al paziente. Tutte le misurazioni sono state effettuate con i processori in modalità omnidirezionale e con la funzionalità di riduzione automatica del rumore spenta. Le performance sono state valutate fino a dodici settimane per determinare il grado di miglioramento nel tempo. I risultati hanno dimostrato che questo nuovo processore digitale multicanale completamente automatico (BP100) fornisce eccellenti performance di comprensione del parlato nel rumore se confrontato con la generazione precedente di processori Baha (Divino). FIG. 3 94 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA Tutti i gruppi (Monolaterale, bilaterale, SSD) hanno mostrato un miglioramento nella comprensione del parlato con il BP100 rispetto al Divino (fig.3); il miglioramento era immediatamente percepito e aumentava nel tempo poichè i pazienti si adattavano al tipo di amplificazione con WDRC (Wide Band Dynamic Range Compression) del BP100. Dei tre gruppi quello del bilaterale ha dimostrato il miglioramento più significativo. Tutti e tre i gruppi hanno dimostrato miglioramenti nella facilità di comunicazione in condizioni normali e di rumore. I miglioramenti del Baha BP100 derivano principalmente dall’elevato livello tecnologico della piattaforma digitale programmabile per il fitting audiologico, dall’implementazione del WDRC e dalle avanzate caratteristiche di processazione del segnale. Per i pazienti affetti da ipoacusia trasmissiva o mista la processazione automatica del segnale migliora la comprensione del parlato in tutte le situazioni del parlato. I pazienti con SSD possono beneficiare di un programma dedicato che agisce sulle frequenze acute compensando l’effetto ombra della testa e della riduzione automatica del rumore che riduce l’impatto dell’amplificazione del rumore verso la coclea funzionante. Per i pazienti con applicazione bilaterale il Cochlear Baha Fitting Software ottimizza il fitting mediante la funzione BC Direct bilanciando la loudness tra i due processori. interpellati mediante una ricerca di mercato. Gli obiettivi dei progettisti sono stati chiari: garantire l’affidabilità del sistema fornendo il massimo della tecnologia disponibile in tutte le condizioni di utilizzo quotidiano. Affidabilità e durevolezza sono garantiti da un assemblaggio ermetico in silicone a prova di liquidi che permette al BP100 di funzionare anche nelle condizioni di umidità e bagnato più difficili. Le membrane in Goretex® proteggono i microfoni dagli agenti atmosferici. Il trasduttore è la componente più sollecitata del sistema a causa delle vibrazioni che genera pertanto si è provveduto a progettarlo creando una nuova sospensione e degli stop meccanici per ridurre le sollecitazioni derivanti dal continuo attacco e stacco dall’impianto. La base in titaFIG. 5 nio (Fig. 5) garantisce robustezza e resistenza dell’involucro oltre ad essere assolutamente sicura per la pelle del portatore riducendo il rischio di irritazioni e allergie. Il BP100 garantisce ottime performance in condizioni di vento rispetto al Divino in quanto risulta acusticamente trasparente e consente alle onde sonore di passare attraverso i microfoni senza distorsione. Le performance sono state misurate nella galleria del vento della Chalmers University of Technology a Goteborg, Svezia. La geometria dello sportello batteria e delle membrane in Gore-tex® riducono il rumore del vento di 5 dB rispetto al Baha Divino. Le performance audiologiche e le caratteristiche tecniche e di design fanno del Baha BP100 il processore a conduzione ossea più avanzato presente sul mercato. Caratterisitiche tecniche e innovazioni di design del Cochlear Baha BP100 Il Baha BP100 rappresenta un nuovo standard nel settore dei dispositivi a conduzione ossea diretta, il suo design rappresenta la sintesi delle esperienze e necessità di professionisti e pazienti di tutto il mondo che sono stati FIG. 4 1. Davison T, Leese D, Marley S, Johnson IJ. Clinical impressions of a new Bone Anchored Hearing Aid processor. In: 2nd International symposium on bone conduction hearing craniofacial osseointegration; 2009 11-13 June 2009; Göteborg, Sweden; 2009. 95 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA A colloquio con il nuovo direttore generale della Maico, Peter William Lloyd da un elevato livello di competitività e a mio avviso uno dei più importanti fattori di successo è, e sarà sempre rappresentato dal livello di servizio che si è in grado di garantire, sia agli audioprotesisti che ai pazienti. Di fronte a questo stato di cose, credo di poter affermare che il gruppo Maico si trovi in una posizione di vantaggio. E a quali fattori attribuisce questa posizione? Insieme alle rete dei nostri concessionari esclusivi, alcuni dei quali sono presenti sul mercato da oltre cinquanta anni, disponiamo di una distribuzione capillare e di un patrimonio di “persone” qualificate e dedicate. Quali sono le sfide di Maico per il futuro? Fra gli obiettivi di Maico in Italia, vi è senza dubbio il rafforzamento e lo sviluppo di questo patrimonio esclusivo che ci rappresenta e caratterizza e che è tenuto in grande considerazione dai nostri concorrenti. Anche la professione dell’audioprotesista negli ultimi anni ha subito una profonda trasformazione. Cosa ne pensa? A mio avviso c’è un aspetto da sottolineare: oggi l’audioprotesista ha davanti a sé una figura interlocutrice molto complessa, perché se è vero che è cambiata la professione, lo stesso discorso vale per il paziente. Il paziente è più informato, esigente, attento agli aspetti economici ed è consapevole dei propri diritti e l’audioprotesista deve saper gestire questo cambiamento. Quali strumenti ha a disposizione? L’audioprotesista deve continuamente allargare ed affinare le proprie competenze, anticipando le richieste dei pazienti. Il gruppo Maico è già impegnato in questo senso e sta lavorando con i propri concessionari esclusivi. Distinguersi oggi è più che mai importante, in quanto nel mercato si sta verificando un consolidamento dei vari concorrenti. È esatto, ma questo trend non ci coglie impreparati. In più il gruppo Maico ha il vantaggio di poter usufruire delle risorse della William Demand Holding, fra i più importanti gruppi del settore al livello mondiale. Vive in Italia da sempre, ma prima ancora del suo nome è l’aspetto elegante a tradirne le origini inglesi. Peter William Lloyd è il nuovo direttore generale della Maico. Nel suo curriculum dopo la laurea in legge, una lunga esperienza in aziende multinazionali, che si è esplicata in vari settori, soprattutto quello medicale, e che ha toccato tutti i livelli, fino a giungere a posizioni di vertice. Dopo diverse esperienze a livello internazionale, non solo in Europa ma anche in Asia, nel 2002 Peter William Lloyd entra a contatto con il mondo Maico, ricoprendo il ruolo di consulente di direzione e collaborando su vari fronti, dalla formazione alle strategie aziendali. Fino a quando, nel marzo scorso, non è stato chiamato alla direzione generale. In occasione di questo cambio di vertice abbiamo approfondito con il neo direttore generale alcune questioni relative al futuro del settore audioprotesico e alle nuove sfide che attendono la Maico. Dottor Peter William Lloyd come è cambiato il mercato audioprotesico negli ultimi anni? Credo che oggi questo settore in Italia sia caratterizzato 96 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA Phonak Academy, grande successo per il convegno sulla sordità nel bambino e nell’adulto Professor Alessandro Martini, che ha visto alternarsi interventi da parte di diciannove esperti, di cui otto importanti studiosi internazionali. La prima giornata di lavori è stata aperta dalla prestigiosa presenza del Prof. Richard Seewald dell’Università Western Ontario (Canada), che ha salutato la platea all’inizio dei lavori ed ha presenziato durante tutto il congresso, complimentandosi per il livello dei contenuti e degli interventi. La giornata ha quindi visto interventi che hanno affrontato il tema della sordità infantile partendo dalla diagnosi, passando alle modalità d’intervento, con approfondimenti sulla tematica degli impianti cocleari e su altri temi di grande interesse come il rapporto tra sordità e autismo. La seconda giornata di lavori ha approfondito ancora il tema dell’ipoacusia nel bambino e ha sviluppato temi inerenti le problematiche nell’adulto. Il programma completo degli interventi con i relativi abstract è disponibile sul sito: www.phonakacademy.it. Molto gradita è stata la presenza dello stand “Hear the Word”, l’iniziativa a livello mondiale di Phonak, volta a sviluppare consapevolezza sulle problematiche collegate all’udito e alle perdite uditive. L’obiettivo è di richiamare l’attenzione sulle conseguenze sociali ed emotive delle perdite uditive e fornire informazioni sulla prevenzione e sulle soluzioni di un problema che affligge il 16% della popolazione mondiale. Tra gli ambasciatori del progetto, personalità come Placido Domingo, Annie Lennox, Bryan Adams. Straordinario successo per il Convegno “Metodiche e tecnologie per la diagnosi ed il trattamento della sordità nel bambino e nell’adulto” organizzato da Phonak Italia, con la collaborazione di Advanced Bionics Italia, che si è svolto nell’elegante cornice del Centro Congressi del NHow design hotel di Milano nelle giornate dell’11 e 12 giugno 2010. L’evento ha rappresentato un momento importante del nutrito programma di formazione e aggiornamento professionale, denominato Phonak Academy, che Phonak ha sviluppato nel corso degli ultimi anni, ed ha ottenuto uno straordinario successo, non solo in termini di partecipazione, grazie soprattutto al carattere innovativo e originale dei temi trattati e alla qualità dei relatori, accolti in una location inconsueta e stimolante. L’impegno profuso da Phonak Italia è stato ben ripagato dai numeri: sono stati ben trecentottanta, infatti, i partecipanti al Congresso, tra i quali un gran numero di appartenenti alla classe medica (40%). Cruciale per il successo del Convegno è stato il programma scientifico, sapientemente sviluppato dal 97 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA MED-EL Concerto from adagio to rock and roll L’impegno nella ricerca scientifica e l’apporto costante di innovazioni nell’ambito dei sistemi uditivi impiantabili sono stati alla base del successo di MED-EL fin dai suoi esordi. Nata infatti grazie agli studi sulla stimolazione elettrica del nervo acustico dei coniugi Ingeborg ed Erwin Hochmair presso l’università di Innsbruck, MED-EL ha contribuito, nel corso degli anni, a definire molti degli standard odierni nell’ambito degli impianti uditivi, introducendo per prima numerose innovazioni fra cui l’impianto cocleare microelettronico multicanale, il processore retroauricolare, l’array per realizzare la copertura completa della coclea, il sistema di stimolazione elettroacustica (EAS) e la prima strategia in sincronia di fase in grado di fornire agli utilizzatori i dettagli più fini del suono (FineHearing™). Oggi MED-EL è lieta di presentare il nuovo impianto Concerto, frutto delle più avanzate riceche nel settore e che definisce nuovi standarddi tecnologia e performance per gli impianti cocleari! Concerto è l’impianto in titanio con la superficie più piccola sul mercato. Inoltre grazie ai suoi 4,5 mm di spessore ed all’elettrodo di riferimento integrato sul case, è adatto ad una chirurgia rapida e mininvasiva, anche nei bambini. Grazie ai 12 generatori di corrente indipendenti, Concerto riesce a realizzare la stimolazione parallela di più elettrodi, focalizzando così lo stimolo di corrente con un’elevata precisione. Il suo elettrodo lungo 31,7 cm permette di coprire anche la zona apicale della coclea, che viene stimolata con la nuova strategia FS4, realizzata per presentare alla persona le basse frequenze nel modo più naturale e dettagliato possibile. Come tutti gli impianti MED-EL, Concerto è compatibile con la risonanza magnetica fino ad 1,5 T, senza bisogno di rimuovere chirurgicamente il magnete interno, caratteristica unica sul mercato. Infine il nuovo processore esterno Opus2-D garantisce una durata delle batterie più lunga del 50% rispetto alla precedente generazione di impianti. MED-EL inoltre si prende cura di quanti abbiano già ricevuto un suo impianto, cercando costantemente di migliorare la loro qualità di ascolto: è per questo che il nuovo processore Opus2-D, è compatibile con i vecchi impianti fino a tre generazioni precedenti a Concerto e che le nuove strategie FS4 ed FS4-P (con stimolazione parallela di più elettrodi) possano essere utilizzate da pazienti con impianti fino a due generazioni precedenti. MED-EL Concerto: il nuovo standard per gli impianti cocleari. A cura dell’Ing. Gionata Conni 98 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA ReSound Alera e ReSound Unite: una coppia vincente ReSound Range, che è dotato di una funzionalità dedicata a fornire una qualità del suono senza pari, oltre ad una chiara percezione della provenienza dell’emissione sonora. Inoltre, per affrontare al meglio anche gli ambienti di ascolto complessi, Surround Sound by ReSound è in grado di elaborare, le basse ed alte frequenze separatamente, ricreando così i modelli di direzionalità naturali dell’orecchio umano. Per descrivere come ReSound Alera sia un concentrato incredibile di altissima tecnologia, si potrebbe continuare parlando della sua funzionalità ReSound DFS Ultra, che consente di isolare e rimuovere soltanto il feedback e non gli altri suoni alle alte frequenze. Questo consente di preservare i suoni quotidiani, importantissimi, da una rimozione generica che li confonde con il feedback, come può accadere con lo squillo di un telefono o la musica, che i normali apparecchi cercano di ridurre Il salto di qualità compiuto da ReSound Alera nel campo delle soluzioni ai problemi di ipoacusia, si potrebbe riassumere con una semplice constatazione: è ciò che oggi più avvicina una persona con problemi di udito agli altri. ReSound Alera e il sistema di connessioni wireless ReSound Unite, creano la possibilità di percezione della scena uditiva a 360°, tenendo costantemente in contatto chi li utilizza all’ambiente circostante. Lo fanno innanzitutto a partire da una qualità tecnologica fuori dal comune, che è stata raggiunta perseguendo un obiettivo preciso: eliminare qualsiasi barriera, uditiva e materiale, per permettere una migliore qualità della vita. Gli ostacoli dell’ipoacusia vengono eliminati grazie a dispositivi interni, come ad esempio il nuovo chip per apparecchi acustici 99 SPAZIO AZIENDA L’AUDIOPROTESISTA provocando un fastidioso effetto di distorsione. E poi ancora Noise Tracker II e l’Ottimizzatore Ambientale II, che anche in presenza di rumori di sottofondo in costante evoluzione, consentono a ReSound Alera di impostare automaticamente la riduzione del rumore ambientale indesiderato, mantenendo la connessione ed il comfort acustico necessario a vivere con piena partecipazione ogni momento. ReSound Alera utilizza in maniera innovativa le tecnologie wireless comprovate più affidabili per connettersi a dispositivi indispensabili, come la televisione, lo stereo, il telefono cellulare. Tutto questo senza l’ingombro, grazie al sistema ReSound Unite, di nessuno streamer o simile, scomodo ed antiestetico. È un sistema intelligente, che trasmette il suono direttamente dai dispositivi all’apparecchio acustico, non ingombra o intralcia con fili o cose da indossare, è di facile ed immediato uti- lizzo: una volta installato si dimentica. Inoltre come ogni particolare di ReSound Alera, anche il sistema ReSound Unite è basato su una tecnologia affidabile, sicura, comprovata: la migliore già in uso in tastiere e mouse wireless. È d’obbligo concludere con un’ultima riflessione sul design: non occorre citare i premi vinti da ReSound Alera per dire che è anche bello: basta guardarlo. Come basta osservare le forme dei dispositivi wireless di ReSound Unite, dalla clip ReSound Unite Phone Clip a ReSound Unite Remote Control con cui avere tutto sotto controllo, o al dispositivo ReSound Unite TV. Sono l’esempio di come si può essere efficaci, duraturi, capaci di contenere tecnologia ad altissimo livello, e anche visivamente gradevoli. ReSound Alera e ReSound Unite ci parlano di futuro. Anzi, ce lo fanno ascoltare. 100 APPENDICE L’AUDIOPROTESISTA Ministero, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Consiglio Universitario Nazionale Prot. n. 1084 Spedito il 14 giugno 2010 All’On.le MINISTRO SEDE MOZIONE: Figure docenti non universitarie per la didattica tecnico-professionalizzante. Adunanza del 9/6/2010 Il CUN Premesso che - il sistema Universitario interagisce con la società civile, con il mondo delle professioni, delle imprese e della pubblica amministrazione, in quanto il trasferimento continuo dei saperi e delle competenze dal mondo dell’accademia a quello del lavoro e viceversa è momento indispensabile allo sviluppo di una società basata sulla conoscenza; - l’accesso alla posizione accademica nelle Università richiede un percorso di approfondimento scientifico e didattico che comporta una valutazione qualitativa e comparativa e che tale ineludibile percorso è peculiare dell’istituzione universitaria; 100 Constatato che - a fianco del personale di ruolo della docenza universitaria esistono altre figure non accademiche anche provenienti dalle amministrazioni pubbliche, che possono esercitare temporaneamente attività di docenza nell’ambito di specifiche competenze desunte da ruoli ad alta professionalità; - queste figure sono generalmente presenti ad oggi negli atenei con la qualifica di “docenti a contratto” (retribuito o a titolo gratuito). Osserva che - alcuni percorsi formativi, per la loro specificità culturale e/o il loro carattere fortemente professionalizzante, possono richiedere competenze professionali non accademiche prevedendo, in questi casi, requisiti necessari di docenza differenziati, senza ipotizzare nuove figure nei ruoli universitari. Ritiene che - al fine di mantenere comunque livelli complessivamente elevati dell’alta formazione, sia necessario, affidare all’Università il compito di: a) selezionare le figure cui assegnare incarichi di docenza di tipo tecnico-professionalizzante, utilizzando logiche e criteri trasparenti di valutazione; b) prevedere per l’affidamento di incarichi di docenza a personale non accademico una durata limitata e rinnovabile, previa valutazione favorevole da parte dell’Ateneo dell’attività svolta. IL SEGRETARIO (firmato Valeo) IL PRESIDENTE (firmato Lenzi) 101 APPENDICE L’AUDIOPROTESISTA D.M. Definizione posti disponibili per immatricolazioni corsi di laurea delle Professioni Sanitarie a.a. 2010/2011 Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca VISTA la legge 14 luglio 2008, n. 121 “Conversione in legge del decreto legge 16 maggio 2008, n.85 recante disposizioni urgenti per l’adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell’art.1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244” e, in particolare, l’art.1, comma 5; VISTA la legge 2 agosto 1999, n.264 recante norme in materia di accessi ai corsi universitari ed, in particolare, l’articolo 3, comma 1, lettera a) ; VISTO il decreto 22 ottobre 2004, n.270 “ Modifiche al regolamento recante norme in materia di autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n.509; VISTO il decreto ministeriale 2 aprile 2001 con il quale si è provveduto alla determinazione delle classi delle lauree delle professioni sanitarie; VISTO il D.M. 31 ottobre 2007, n.544 “Requisiti necessari per l’attivazione dei corsi di studio” e, in particolare la tabella n.7 che ne fa parte integrante, in cui viene stabilita la numerosità minima per gruppi di classi di laurea; VISTO l’art.6 del D.L.gs. 30 dicembre 1992 in cui viene disposto che la formazione del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione avviene in sede ospedaliera, ovvero presso altre strutture del Servizio sanitario nazionale e istituzioni private accreditate; VISTO il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e, in particolare l’art.39, comma 5, così come sostituito dall’art.26 della legge 30 luglio 2002, n. 189; VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n.334 “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n.394 in materia di immigrazione”; VISTE le disposizioni ministeriali in data 16 maggio 2008 con le quali sono state regolamentate le immatricolazioni degli studenti stranieri ai corsi universitari per il triennio 2008-2011; VISTO il contingente riservato agli studenti stranieri per l’anno accademico 2010-2011, riferito alle predette disposizioni; VISTA la rilevazione relativa al fabbisogno delle professioni sanitarie per l’anno accademico 2010-2011 che il Ministero della Salute ha effettuato ai sensi dell’art.6 ter del D.L.gs. n.502/1992 e trasmesso in data 1 giugno 2010.alla Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome in vista dell’Accordo formale; CONSIDERATA tuttavia la necessità di emanare il presente decreto per consentire la pubblicazione del bando di concorso da parte degli Atenei nel rispetto di quanto disposto dall’art.4, comma 1, della richiamata legge n.264/1999; VISTA la potenziale offerta formativa così come deliberata dagli Atenei con espresso riferimento ai parametri di cui all’articolo 3, comma 2, lettere a), b), c) della richiamata legge n.264; TENUTO CONTO delle osservazioni e delle proposte formulate dal Gruppo tecnico insediato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai fini della programmazione dei corsi universitari per il prossimo anno accademico, di cui fanno parte i rappresentanti del Ministero della Salute, della Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, del Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario, dell’Osservatorio delle Professioni sanitarie, della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia, della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, nonché il Presidente della Conferenza permanente dei Presidenti dei corsi di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria; RITENUTO che, ai sensi dell’art.3, comma 1, lettera a) della legge n.264/1999 sopra citato, la programmazione va definita tenendo anche conto del fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo; RITENUTO di condividere i criteri stabiliti dal predetto Gruppo tecnico, ovvero: di accogliere l’offerta potenziale formativa definita da tutte le Università, qualora risulti a livello nazionale al di sotto del fabbisogno professionale; di definire in riduzione la stessa offerta qualora risulti complessivamente al di sopra del fabbisogno professionale, riconducendola ai fabbisogni dei rispettivi ambiti regionali o di quelli limitrofi; di non disporre la programmazione nei casi in cui non sia rispettata la numerosità minima di cui alla richiamata tabella n.7, parte integrante del D.M. n.544/2007; di non accogliere l’offerta potenziale in caso di formazione con sistema in teledidattica; VISTO il parere del Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario, espresso in data 23 giugno 2010; RITENUTO di definire la programmazione anche con riguardo alle esigenze delle Regioni e delle Province Autonome sul cui territorio non sono attivati i corsi di laurea; RITENUTO, pertanto, di determinare per l’anno accademico 2010/2011 il numero dei posti disponibili a livello nazionale per l’ammissione ai corsi di laurea delle professioni sanitarie e di disporre la ripartizione degli stessi fra le università; 102 APPENDICE L’AUDIOPROTESISTA D E C R E T A: Art.1 1. Limitatamente all’anno accademico 2010/2011, il numero dei posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie degli studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia di cui all’articolo 26 della legge 30 luglio 2002, n.189 è definito, come di seguito indicato per ciascuna classe di afferenza e tipologia di corso, secondo la ripartizione di cui alle tabelle allegate che costituiscono parte integrante del presente decreto. Classe SNT/1 Corsi di laurea in Infermieristica Ostetricia Infermieristica pediatrica Classe SNT/2 Corsi di laurea in Podologia Fisioterapia Logopedia Ortottica e Assistenza Oftalmologica Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica Terapia occupazionale Educazione professionale Classe SNT/3 Corsi di laurea in Tecniche audiometriche Tecniche di laboratorio biomedico Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia Tecniche di neurofisiopatologia Tecniche ortopediche Tecniche audioprotesiche Tecniche in fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare Igiene Dentale Dietistica Classe SNT/4 Corsi di laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro Assistenza sanitaria n. n. n. 16.336 1.042 343 n. n. n. n. n. n. n. n. 119 2.192 548 231 317 315 245 827 n. n. n. n. n. n. n. n. n. 114 1.177 1.466 161 127 282 205 588 358 n. n. 883 259 2. Agli studenti stranieri residenti all’estero sono destinati i posti secondo la riserva contenuta nel contingente di cui alle disposizioni ministeriali in data 16 maggio 2008 citate in premesse. Art.2 1. Ciascuna università dispone l’ammissione degli studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia in base alla graduatoria di merito nei limiti dei corrispondenti posti di cui alle tabelle allegate al presente decreto. 2. Ciascuna università dispone l’ammissione degli studenti non comunitari residenti all’estero in base ad apposita graduatoria di merito nel limite del contingente ad essi riservato definito nelle ricordate disposizioni in data 16 maggio 2008. Il presente decreto è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Roma, 9 luglio 2010 f.to IL MINISTRO Mariastella Gelmini 103 L’AUDIOPROTESISTA www.audioprotesista.it IL PORTALE DEL MODERNO PROFESSIONISTA SANITARIO Record di accessi da tutta Europa per il nostro sito www.audioprotesista.it, uno strumento completo e innovativo, in grado di garantire ai lettori informazioni più tempestive e la possibilità di sfogliare tutte le nostre iniziative editoriali, oltre che offrire agli inserzionisti una comunicazione più completa e integrata. Il portale contiene tutte le sezioni utili alla nostra professione, con approfondimenti sulla vita associativa, sulla formazione e sull’università, spunti di riflessione sui problemi di udito, sull’aggiornamento normativo e, naturalmente, sugli sviluppi tecnologici e le notizie sui prodotti e sulle aziende di produzione. Sul portale, tra le altre funzionalità, trovate una piccola biblioteca audioprotesica scaricabile gratuitamente. Disponibili in questa sezione, il libro di Maurizio Clerici “L’Audioprotesista” (l’unico manuale italiano sulla nostra professione), Le linee guida Sio 2007, Le linee guida Inail 2007, tutti gli arretrati della rivista e i quaderni allegati e le nuove pubblicazioni. Pubblicato online l’Annuario 2009, l’archivio di tutti gli Audioprotesisti italiani regolarmente iscritti all’Associazione nell’anno 2009. Questo archivio verrà aggiornato ogni anno in base al dato iscrizioni al 28 febbraio. Molto interessante e innovativa la sezione “Centri Acustici Italiani” che rappresenta l’offerta distributiva nazionale. A tutti gli utenti registra- ti è data la possibilità di inserire il proprio centro acustico e le proprie filiali mentre a tutti i visitatori è accessibile l’archivio, regione per regione, di tutte le aziende registrate. L’elenco dei professionisti è inserito automaticamente dalla nostra segreteria mentre quello dei centri acustici deve essere aggiornato dall’utente in regola con la quota associativa aziende e filiali 2009. Tutto converge sulla prima pagina con due link fondamentali “Archivio Audioprotesisti” e “Cerca il tuo Centro acustico” che permetteranno ai colleghi, ai medici e ai semplici visitatori di conoscere meglio chi siamo e dove siamo. Vi aspettiamo! AUDIOPRO L'Informatore Audioprotesico AudioPRO per un’informazione sempre più veloce ed efficace Prosegue con successo questa nuova iniziativa editoriale che ha arricchito e confermato la grande crescita culturale che sta accompagnando negli ultimi anni la professione dell’audioprotesista. AudioPRO è una nuova rivista che ha uno scopo ben preciso, quello di valorizzare ancora di più la professionalità della categoria, il suo spirito propositivo, la sua voglia di guardare ad un futuro di rinnovamento. In questo contesto l’informazione riveste un ruolo fondamentale, di stimolo e di riconoscimento reciproco, rinforzando e rendendo sempre più stretto il contatto tra gli associati. AudioPRO affianca l’ormai più che consolidata realtà de “L’Audioprotesista”, e si caratterizza in particolare per l’attenzione alle vicende associative, promuovendo un’informazione veloce, precisa e mirata. Una comunicazione sempre più puntuale grazie ad una periodicità alternata rispetto a “L’Audioprotesista”. AudioPRO, inoltre, è a disposizione degli associati con delle uscite “extra”, in occasione di notizie e avvenimenti importanti per la professione. Ed è anche uno strumento di servizio, su cui è possibile pubblicare annunci di lavoro o di ricerca di personale. L’obiettivo della nuova rivista, infatti, è quello di rappresentare uno strumento più agile riservato ai soli audioprotesisti associati per affrontare in maniera approfondita tutte le tematiche professionali. Appare chiaro, dunque, che il processo di miglioramento è in continua evoluzione e che la professione si dimostra sempre più attenta a cogliere le esigenze di una società che cambia. L’audioprotesista è oggi sempre di più un “professionista della salute”, attento alla sua preparazione, consapevole del proprio ruolo e della propria responsabilità nei confronti del paziente. Non è stato semplice, ma finalmente quella dell’audioprotesista è una professionalità rispettata e soprattutto autonoma, protagonista a pieno titolo di una rivoluzione che lo chiama a dialogare e collaborare con la figura del medico, di cui condivide l’obiettivo finale: il benessere del paziente. Tutto questo è stato possibile perché gli audioprotesisti hanno saputo fare squadra; dialogando, confrontandosi, aggiornandosi continuamente. AudioPRO arricchisce e completa questa esigenza, fornendo agli associati uno nuovo strumento. Come per ogni inizio, la strada appare lunga a piena di incognite, ma la volontà e l’impegno per far crescere anche questa nuova rivista, ancora una volta non mancheranno. AUDIOPRO L'Informatore Audioprotesico L’AUDIOPR R I V I S T A T E C N I C O - S C I E N T I F I C A D E L L ’ U D I T O CHE COS’È “L’AUDIOPROTESISTA” È una rivista che parla di professione, di aggiornamento tecnologico, di ricerca scientifica e problemi di udito e sue soluzioni e da oltre trent’anni è l’organo ufficiale degli Audioprotesisti Italiani dell’Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali, membro dell’Associazione Europea degli Audioprotesisti. Vuole dare risalto alle figure professionali coinvolte nella protesizzazione, agli apparecchi acustici e lo stato dell’arte della tecnologia, alle normative di riferimento e l’integrazione europea, agli eventi e manifestazioni del settore, all’aggiornamento professionale e scientifico, alle informative dell’associazione ANA-ANAP con l’obiettivo di “reintegrare al meglio le facoltà uditive di chi si rivolge all’Audioprotesista”, ponendo “il bene del soggetto ipoacusico come unico traguardo dell’Audioprotesista” (dall’ editoriale del numero 1, anno 1979). Una linea editoriale aperta È una rivista fatta da noi audioprotesisti per gli audioprotesisti e tutti gli operatori del “sistema sordità”: se hai voglia di scrivere e “dirci la tua”, invia il tuo articolo alla nostra redazione. Senza censure né favoritismi, il tuo lavoro verrà pubblicato sulla rivista oppure sul nostro sito www.audioprotesista.it. Sei il benvenuto! L’abbonamento è gratuito per tutti Puoi ricevere “l’Audioprotesista” gratis direttamente a casa tua semplicemente inviando un’e-mail ([email protected]) con i tuoi dati postali (Cognome, Nome, Indirizzo, Cap, Città, Prov.). I lettori Sono oltre tredicimila gli abbonati che ricevono gratuitamente la rivista. AUDIOPROTESISTI 3.224 FILIALI E CENTRI ACUSTICI 1.400 DIRETTORI CATTEDRE E SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE ORL, AUDIOLOGIA E FONIATRIA, PRIMARI DEI REPARTI ORL DEGLI OSPEDALI, MEDICI SPECIALISTI ORL E AUDIOLOGI 6.844 MINISTERI, ALTRE FEDERAZIONI/ASSOCIAZIONI, ALTRI INDIRIZZI 1.770 AEA TOTALI 58 13.296 ROTESISTA ORGANO UFFICIALE DEGLI AUDIOPROTESISTI ITALIANI E DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUDIOPROTESISTI PROFESSIONALI, MEMBRO DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA DEGLI AUDIOPROTESISTI L’Audioprotesista entra nelle case… …ed è questa la sua forza: è una rivista trimestrale distribuita gratuitamente mediante spedizione in abbonamento postale. non si trova in edicola, nè in libreria, ma chiunque può riceverla a casa facendone richiesta. SONO AGGIORNATI I TUOI DATI? Per offrirti servizi sempre validi, è necessario che il nostro archivio sia sempre aggiornato e completo. Per questo motivo, comunica alla nostra redazione eventuali cambiamenti nei tuoi recapiti inviando una e-mail all’indirizzo: [email protected] Calendario uscite Maggio, Settembre, Dicembre-Gennaio La redazione e l’Associazione sono a tua completa disposizione all’indirizzo [email protected] oppure un fax al numero 02.47995538 Richiesta abbonamento a ”L’AUDIOPROTESISTA” Per ricevere gratuitamente la rivista o prenotare la tua copia del manuale “l’Audioprotesista” invia un fax al numero 02 47995538 o una e-mail a [email protected] indicando i seguenti dati: ■ ■ per ricevere la rivista gratis per prenotare la tua copia del manuale “l’Audioprotesista” (25,00 euro) Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . CAP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Città . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Professione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tel. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e-mail .................................................. L’AUDIOPROTESISTA Nuovo Nomenclatore tariffario Avviso importante: uscirà con l’elenco delle aziende ANA e degli audioprotesisti ANAP Con l’insediamento del nuovo governo e la nomina del sottosegretario con delega per la “Salute”, riprendono gli incontri per il completamento delle norme concernenti le “Nuove prestazioni di assistenza protesica erogabili nell’ambito del SSN” per la parte ancora da definire con le regioni riguardanti “i requisiti generali e specifici per l’accreditamento dei fornitori e i contratti con gli erogatori, il sistema tariffario, le modalità di collaudo, di fatturazione, di pagamento, ecc., ecc..”. Con l’entrata in vigore del DPCM comprendente l’assistenza protesica, dobbiamo essere già pronti per la stampa del prossimo NOMENCLATORE TARIFFARIO. FIA, così come in passato, divulgherà celermente IL NUOVO REGOLAMENTO presso tutti gli enti e istituzioni interessate (Regioni, AASSLL, Associazioni delle persone con disabilità, Associazioni e ordini professionali, Cliniche e reparti ORL, Medici specialisti, Corsi ECM. Si avverte per tempo - affinchè chiunque possa regolarizzare la propria posizione che il regolamento delle “Nuove prestazioni di assistenza protesica” comprenderà - diviso per regioni l’elenco di tutte le aziende iscritte all’ANA e i nomina- tivi degli audioprotesisti abilitati e iscritti all’ANAP, in regola con le quote associative ANA e/o ANAP per l’anno 2009 e 2010. LA PUBBLICITÀ SU “L’AUDIOPROTESISTA” LISTINO 2010 Pagina Intera SX Pagina Intera DX DOPPIA pagina Mezza pagina SX Mezza pagina DX Un Quarto di pagina SX Un Quarto di pagina DX Quarta di copertina Terza di copertina Seconda di copertina Spazio AZIENDA a pag (max 6 pag) inserto centrale a pag (multipli di 4 facciate) Schede Prodotto News news per non inserzionisti Inserto nella cellofanatura Generale Preferenziale (minimo 3 uscite) ANIFA Contract 1400 1100 1550 1250 2850 2250 750 575 850 675 400 300 480 400 4000 3000 1850 1475 2150 1600 1050 750 950 850 gratuite per gli inserzionisti gratuite per gli inserzionisti 900 700 59 cent cad 53 cent cad 900 1100 1950 475 600 265 350 2000 1250 1350 550 700 400 49 cent cad NB: Le pagine destre sono su prenotazione e devono essere confermate in base alla disponibilità AVVISO AI LETTORI Gentili Lettori, i vostri nominativi fanno parte dell’indirizzario della nostra Rivista. Nel rispetto di quanto stabilito dalla Legge n.675/1996 per la tutela dei dati personali (privacy), comunichiamo che tale archivio è esclusivamente gestito dall’ANAP, Associazione Nazionale Audioprotesisti, con sede a Milano in via Val D' Intelvi 3. I vostri dati, pertanto, non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi Voi potrete chiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti, integrazioni o cancellazione, scrivendo all’ Associazione: fnaai@fnaai.