l`audioprotesista

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l`audioprotesista
L’AUDIOPROTESISTA
R I V I S T A
T E C N I C O - S C I E N T I F I C A
D E L L ’ U D I T O
ANNO VII – N. 22 – OTTOBRE 2010– TRIMESTRALE – Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Pescara Aut. N. 114/2008
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Prosegue con successo la campagna
“Udito è Sicurezza”
Intervista al ministro Fazio: chiarezza
sui Lea e sul nuovo Regolamento
Ipoacusia: se ne parla nel Piano
nazionale di prevenzione
Professione: le dimensioni
della formazione continua in medicina
I nuovi protagonisti: il ruolo dell’Auditory
Training nella protesizzazione acustica
Curiosità dal “mondo dei suoni”
ORGANO UFFICIALE DEGLI AUDIOPROTESISTI ITALIANI E
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUDIOPROTESISTI
PROFESSIONALI, MEMBRO DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA
DEGLI AUDIOPROTESISTI
L’AUDIOPROTESISTA
sommario
Anno IX n.22 ottobre 2010
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1,
Pescara Aut. N. 114/2008
RIVISTA TECNICO-SCIENTIFICA
DELL’UDITO
www.audioprotesista.it
Direttore editoriale
Mauro Menzietti
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EDITORIALE SULLE NUOVE REGOLE ECM
LA NOSTRA POSIZIONE AL TAVOLO
DEL COMITATO DI PRESIDENZA
Gianni Gruppioni
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ATTUALITÀ PROSEGUE CON SUCCESSO
LA CAMPAGNA “UDITO È SICUREZZA”
Redazione e marketing
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Valentina Faricelli
Corso V. Emanuele, 147
65121 Pescara
Tel. e fax 085.374293
[email protected]
INTERVISTA FAZIO, CHIAREZZA SUI LEA
E SUL NUOVO REGOLAMENTO
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FORMAZIONE CEPLIS TRAINING
WORKING GROUP. PRESENTAZIONE
DEL REPORT DI RICERCA
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SANITÀ IPOACUSIA: SE NE PARLA
NEL PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE
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PROFESSIONE PROFESSIONI SANITARIE:
AUTONOMIA, RESPONSABILITÀ,
INTEGRAZIONE E ORGANIZZAZIONE
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PROFESSIONE LE DIMENSIONI DELLA
FORMAZIONE CONTINUA IN MEDICINA
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PROFESSIONE QUANTO
CONTA L’ESPERIENZA
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I NUOVI PROTAGONISTI IL RUOLO
DELL’AUDITORY TRAINING NELLA
PROTESIZZAZIONE ACUSTICA
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SCIENZA MODELLI DI PREVISIONE PER
IL FABBISOGNO DI PROTESI ACUSTICHE
NELLE IPOACUSIE NEUROSENSORIALI
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RECENSIONE “IL PROF È SORDO”
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RUBRICA DAL MONDO DEI SUONI
Direttore responsabile
Maurizio Clerici
Progetto grafico
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Coordinamento editoriale
Virginia Gigante
Organo Ufficiale della FIA
ANAP - via Val d’Intelvi, 3
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Edito da:
Pescara
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SCHEDE PRODOTTO
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RUBRICA NEWS
TIRATURA 14.000 COPIE
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SPAZIO AZIENDA
IL PUNTO
L’AUDIOPROTESISTA
La formazione è uno dei temi centrali approfonditi in questo nuovo numero della rivista. Per un
professionista della salute essere aggiornato è un dovere e nello stesso tempo un diritto e ciò, da
sempre, è stato il punto di partenza dell’associazione.
Per questo di formazione si parla in apertura, con l’editoriale del nostro presidente, Gianni
Gruppioni, che illustra proprio la ferma posizione dell’associazione nei confronti delle nuove regole Ecm, non accettate passivamente, ma analizzate criticamente. E sarà interessante leggere la
posizione ufficiale, presentata al Comitato di Presidenza per l’Ecm. Così come sarà interessante
analizzare la presentazione del Report di Ricerca dedicato alla formazione che ha coinvolto ben
17 stati dell’Unione Europea e che abbiamo raccolto sulla nostra rivista.
Un’altra importante iniziativa, di cui tutti sarete a conoscenza e che l’associazione insieme
all’ACI sta portando avanti con successo, è il progetto “Udito è Sicurezza”, che ha l’obiettivo di dimostrare l’incidenza del deficit uditivo sulla sicurezza alla guida e di
promuovere in questo senso una modifica del Codice della Strada per rendere
obbligatorio anche l’esame audiometrico in sede di rinnovo della patente.
Un’iniziativa che ha avuto una vastissima risonanza mediatica sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza del buon udito alla guida di automezzi.
E ancora, abbiamo analizzato il nuovo Piano Nazionale della
Prevenzione, che per la prima volta entra nel merito dei disturbi uditivi.
Insomma, ce n’è abbastanza per rendersi conto che qualcosa nel comparto audioprotesico sta cambiando e che la auspicata rivoluzione culturale
di cui si discute da tempo in merito ai problemi uditivi è forse davvero
cominciata.
L’entusiasmo e la voglia di “sapere” dei giovani impegnati nei corsi di laurea in Tecniche Audioprotesiche sono una conferma. Sono sempre di più i
“neodottori” che ci inviano i loro contributi e che chiedono di partecipare
attivamente alla realizzazione della rivista. Nessuno meglio di loro, infatti,
può dare il senso della crescita e soprattutto della trasformazione della nostra
professione.
Continua, inoltre, la collaborazione con le aziende, che ci consentono di essere
costantemente aggiornati sulle novità presenti nel campo della produzione.
IL
PUN
TO
Insomma, ancora una volta un numero ricco e soprattutto utile a tutti noi professionisti dell’udito. Ma la nostra voglia di migliorare non è mai abbastanza, lo sappiamo bene. Per questo l’invito
che voglio rivolgervi è quello di dedicarvi ad una lettura consapevole della nostra rivista, che è uno
strumento fondamentale, di crescita e di evoluzione della nostra professione.
Buon lavoro.
Mauro Menzietti
Direttore editoriale
EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
> L’Associazione chiede il riconoscimento del proprio ruolo
e la garanzia della qualità della formazione
con un incarico ufficiale e trasparente <
Sulle nuove
regole Ecm
la nostra
posizione
al tavolo
del Comitato
di Presidenza
Sulle nuove regole ECM abbiamo espresso dubbi e critiche (propositive) e avanzato proposte di modifica.
Una prima audizione bilaterale ANAP - Comitato di
Presidenza della Commissione per la formazione
Continua in Medicina è avvenuta il 10 giugno scorso.
Propedeutico all’incontro di settembre abbiamo formalmente avanzato il seguente documento che riepiloga la nostra posizione ufficiale.
Ill.mo Sig. Presidente, Spett.le Commissione Ecm
Premessa
“L’Ecm è il processo attraverso il quale il professionista della
salute si mantiene aggiornato per rispondere ai bisogni dei
Pazienti, alle esigenze del SSN e al proprio sviluppo professionale”.
A seguito dell’audizione del 10.06 us, con i ringraziamenti dovuti per l’attenzione riservata ad ANAP, con la
presente nota concordata nell’incontro, si riepilogano le
problematiche peculiari che contraddistinguono lo
svolgersi delle nostre attività e particolarmente quelle
dell’Aggiornamento e della Formazione continuamente
e necessariamente aggiornate cui ogni buon audioprotesista è tenuto a praticare; naturalmente questa pratica
nel nostro sistema avveniva anche prima dell’ECM con
metodologie che, si sottolinea, hanno sempre visto
l’Associazione ANAP di categoria in prima fila svolgere
e perseguire la Formazione più efficace per i propri
associati a stretto contatto con ANA nel ruolo di committente.
Vediamo come e l’origine di questa “sensibilità”.
È un fatto che Anap nasce con un compito primario:
“formare” gli audioprotesisti necessari al nascente comparto audioprotesico. Ciò avviene nel lontano 1965 per
volere di alcuni illuminati imprenditori, oggi considerati i padri fondatori del comparto audioprotesico. In un
epoca in cui non vi erano regole di sorta, volontariamente, la categoria per mezzo di Anap si dota di un
proprio ente formatore e certificatore di un titolo professionale che già a quei tempi, con l’importante apporto tecnico e economico di ANA e delle Aziende produttrici, “abilita” e forma egregiamente gli audioprotesisti
di Gianni Gruppioni
Presidente ANAP
secondo la “quantità e qualità” che il Comparto via-via
richiedeva.
E quel ruolo, sottoposto al vaglio critico e interessato
dei committenti, Anap lo svolge egregiamente fino al
momento in cui sono istituite la figura dell’audioprotesista nel 1994 e la Formazione da svolgersi in ambito
universitario.
Sulla capacità e la “competenza” formativa espresse da
Anap parlano i Corsi di qualificazione riconosciuti
“equipollenti” ai nuovi titoli con apposito DM del
Ministero della Salute nel luglio 2000. Sull’interesse per
la nuova formazione, fiore all’occhiello della nostra
categoria, diventata universitaria e obbligatoria per le
nuove leve e non per i possessori di titolo “equipollente” parlano il ruolo ancora in prima fila di Anap volto
anche a promuovere l’università fra i propri associati,
l’alto numero degli iscritti ai Corsi di Laurea in Tecniche
audioprotesiche, per molti anni quasi esclusivamente
costituiti da coloro che avevano un titolo equipollente e
quindi che non avevano nessun obbligo di frequentare
l’università. Oggi, come provider, possiamo vantare
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EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
IL CERCHIO E LA BOTTE
Sulla “competenza” dei giovani laureati in audioprotesi e sulle nuove
leve in generale, provenienti dall’Università e che si affacciano al mondo audioprotesico (oltre 200 ogni
anno), si sentono commenti spesso
sferzanti e poco lusinghieri. Lungi
dal voler confutare i giudizi, anche
se così tranchant, è bene ragionare sull’argomento, non fosse altro
perchè la norma che ha sancito il
profilo dell’audioprotesista assegna
non solo AUTONOMIA E RESPONSABILITÁ, ma anche (e proprio per
questo) un percorso di FORMAZIONE che pone particolare cura e attenzione al suo SAPER FARE.
Appunto per garantire il saper fare
la norma, che consiglio di andare
a (ri)leggere, non lascia nulla al caso: per ogni corso universitario prevede che una figura fondamentale,
quale quella del COORDINATORE, appartenga allo specifico Profilo sanitario; il provvedimento contempla anche che le MATERIE
PROFESSIONALIZZANTI siano insegnate non da docenti qualsiasi,
ma da DOCENTI appartenenti alla professione di cui trattasi.
Ma non basta: siccome una professione non si impara sui libri, ovvero, non si impara esclusivamente
sui libri, il legislatore ha previsto,
per la laurea in audioprotesi, che
ben 2600 (duemilaseicento!) ore
su 4300 di insegnamento previste
nel triennio, siano riservate all’APPRENDIMENTO SUL CAMPO.
Nel caso degli audioprotesisti, in
perfetta coerenza con le peculiarità
di questa professione e l’orgoglio
rivendicativo della propria autonomia e specificità, in via del tutto ec-
cezionale e UNICO, il tirocinio pratico può avvenire, sotto l’egida di
TUTORS dedicati, nei CENTRI ACUSTICI che praticano la LIBERA
PROFESSIONE e non nelle strutture del SSN. In questo momento,
contati per difetto, sono all’incirca
600 (seicento!) i tirocinanti del 2°
e 3° anno che per imparare la professione e accedere all’esame abilitante debbono fare almeno 500
impronte cadauno, altrettanti fitting,
un migliaio di esami audioprotesici, ecc., ecc.
Detto ciò, ritornando alla “qualità”
espressa oggi dai giovani laureati
in audioprotesi, almeno non vi dovrebbero essere dubbi che tanto i
“meriti” quanto i “demeriti”, in ogni
caso, sono facilmente ascrivibili.
Il barone rampante
o arriva dai tecnici di queste aziende e, è un fatto che
non si può ignorare, gli uni non possono fare a meno
degli altri.
Ogni azienda produttrice “deve” imperativamente insegnare e fornire direttamente tutto il proprio know-how
nelle forme migliori affinchè le proprie tecnologie
abbiano successo e, parimenti, ogni audioprotesista sa
che questi incontri sono imprescindibili opportunità
per il proprio apprendimento in materia.
Tutto questo per arrivare ad affermare che quello che in
altri settori può essere visto o considerato come “conflitto d’interesse”, in campo audioprotesico, invece, è
sempre stato un rapporto assolutamente virtuoso e
estremamente utile in particolare per l’utilizzatore finale, ovvero il cittadino utente.
Stante che gli orecchi con i suoi organi sono “solo” due
e poi c’è il Codice deontologico e che entrambi questi
campi si studiano benissimo all’università e che per
queste materie bastano dei richiami scansionati ma che
non possono costituire argomento di formazione primaria, la vera formazione dell’audioprotesista utile per
una prestazione “appropriata” si gioca in due fasi,
a) quella che si attinge direttamente dalle aziende produttrici;
b) quella che si svolge ogni giorno, in ogni Centro acustico, mettendo a confronto e scambiando le proprie
esperienze sul “campo”.
diverse centinaia di corsi Ecm rivolti a una categoria
ormai composta per l’80% di laureati.
Dopo questa doverosa premessa è il momento di alcune precisazioni sulle specificità riguardanti il “saper
fare” di nostra pertinenza e sugli ausili uditivi.
In primis vale la pena di richiamare che l’attività dell’audioprotesista si espleta in due momenti diversi:
a) “l’attività sanitaria intellettuale, che è prevalente e si configura nella scelta dell’ausilio tramite accertamenti anamnestici e strumentali, l’individuazione del campo dinamico e
scelta dei parametri tecnici, fitting dell’ausilio scelto, adattamento, applicazione, verifiche pre-post applicazione, etc;
b) quella finale di attività commerciale che si esplica con la
fornitura dell’ausilio”.
Poi, in secundis, è notorio che tutta la tecnologia dei
dispositivi per l’udito disponibile sul mercato fa capo a
una decina di produttori mondiali i quali, tutti indistintamente, sono interessati e impegnati (e non deve meravigliare e scandalizzare) a fare conoscere i frutti della
ricerca dei loro laboratori utilizzando metodi all’avanguardia e mezzi tecnici e economici adeguati.
Rimanendo sul versante degli “interessi”, anche gli
audioprotesisti non possono prescindere da questo tipo
di apporto, perchè tutta la conoscenza e la formazione
tecnica sui nuovi dispositivi, ausili ad alta tecnologia in
continua e costante evoluzione, passa necessariamente
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EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
no di ogni centro Acustico per accrescere e per condividere le esperienze proprie e, infine, per favorire le stesse Aziende produttrici in cerca degli importanti riscontri dell’utilizzo dei propri ausili sul campo.
Fase a) il ruolo (insostituibile) delle Aziende produttrici
nella formazione degli audioprotesisti, figure sanitarie che
operano nel libero mercato.
Nel nostro contesto siamo consapevoli e sosteniamo
che il ruolo giocato dalle Aziende produttrici delle tecnologie per l’udito non può essere visto in chiave di
conflitto d’interesse quando, necessariamente, operano
per sviluppare la migliore conoscenza dell’ausilio da
loro prodotto. La continua evoluzione e complessità
degli ausili per udire fa sì che per il trasferimento delle
conoscenze e competenze legate a questi prodotti sia
non solo necessario, ma che non si possa prescindere
della competizione fra i vari brands, del loro apporto,
dei loro tecnici specializzati, dei loro laboratori d’avanguardia, dei loro metodi di formazione, dei loro specifici percorsi didattici e delle attrezzature didattiche di
ultima generazione che solo loro possiedono e possono
mettere a disposizione.
Con le premesse anzi dette deve essere chiaro che l’approccio di formazione che serve all’audioprotesista (che
si chiami oppure no ECM) non può essere considerato
con sospetto, ovvero un conflitto d’interesse.
Ovviamente con assoluta trasparenza va distinto tutto
questo che è e serve ad assicurare processi e tecniche
applicative sicure ed appropriate a beneficio dell’utente
da quelli che sono workshop, un’altra cosa quando ricadono nelle attività finalizzate alla promozione commerciale dei prodotti.
Mi limito a ciò e concludo.
Siamo tutti d’accordo, e noi più di altri ne siamo i testimoni, che la formazione continua non può identificarsi
solo con la partecipazione a eventi residenziali tradizionali (congressi, seminari, conferenze, ecc.). In ogni
caso, si badi bene, per attuare l’aggiornamento continuo
noi audioprotesisti non possiamo prescindere dalle
aziende produttrici stante le specificità dei nostri
apprendimenti, stante che non siamo figure del SSN,
stante che non disponiamo di altri canali parimenti validi di aggiornamento.
Nel nostro caso - questa è una proposta - occorre riconoscere alla scrivente Associazione quel ruolo che ha
svolto con capacità e con successo per anni: perciò
chiediamo di aggiornare il tema e il nostro ruolo di tramite fra gli obiettivi più alti dell’ECM e la garanzia della
qualità della formazione nelle forme e nei modi più trasparenti che, come Anap, siamo (tuttora) in grado di
garantire e assicurare con un incarico ufficiale e
anch’esso trasparente.
Un’altra proposta: occorre riconoscere con la trasparenza del caso che i docenti di nostro interesse sono in conflitto d’interesse particolarmente secondo le nuove
regole, ma senza di loro non ci è possibile attuare se
non limitati o ripetitivi corsi, residenziali e non, riguardanti solamente l’“orecchio” e la “deontologia”.
Una cosa è certa: nonostante questo connubio gli
audioprotesisti con tanti difetti di altro genere hanno,
però, saputo mantenere la propria indipendenza intellettuale, tecnica, professionale e su questo non ci sono
dubbi. Il garante è lo stesso utente che paga in proprio
il dispositivo.
Fase b) il ruolo del Centro acustico, ovvero, dell’apprendimento utile alle aziende produttrici dalla pratica sul campo
e dallo scambio dei saperi.
Il centro acustico, come sa bene ogni addetto ai lavori,
è il vero “luogo fisico” in cui per l’audioprotesista avviene, può e deve avvenire il proprio percorso di sviluppo
e di confronto professionale (il self-directed e l’evidencebased practice solo per citare due fra i principali strumenti di riferimento) in grado di creare quel legame virtuoso tra i bisogni professionali del singolo individuo
con la mission del gruppo di appartenenza e, parimenti, le migliori attese del paziente, contemperando (solo
così) le specificità individuali con il contesto e gli interessi generali finalizzati alla “Assistenza” più appropriata e qualificata.
Il trasferimento di conoscenze e competenze da “audioprotesista a audioprotesista” praticato ben prima dell’avvento della formazione Ecm è sempre stata una chiave fondamentale della nostra evoluzione formativa a
favore anzittutto (ma non solo) delle giovani leve e rappresenta nel contempo un feed-back praticato all’inter-
Le nostre specificità lo richiedono, la nostra storia professionale appena accennata sono una garanzia. Senza
un atto di consapevole coraggio per forzare a fin di bene
le nuove regole, la formazione e l’aggiornamento la faremo ugualmente come siamo adusi fare e bene da sempre, ma saremmo fuori dall’Ecm se quella che pratichiamo non ci viene riconosciuta. In questo caso gli audioprotesisti non avranno “crediti Ecm” e non c’è nessuna
azienda sanitaria che si porrà il problema di una categoria, quale la nostra, che non è in organico nel Ssn.
Quello che vogliamo scongiurare è proprio che ciò
accada. ■
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EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
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ATTUALITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
> Il progetto, promosso da Anap-Ana in collaborazione
con l’Aci, ha l’obiettivo di dimostrare l’importanza
delle funzioni uditive sulla capacità di guida <
Prosegue
con successo
la campagna
“Udito è
Sicurezza”
Dai telegiornali ai maggiori quotidiani. Dalle radio alle
agenzie di stampa nazionali. Difficile elencare tutti i
media - dal Tg1 a RadioUno, al Il Corriere della Sera, a
la Repubblica, a La Stampa di Torino e al Mattino, fino
alle principali agenzie di stampa, come Ansa, Agi e
AdnKronos - che hanno seguito la campagna “Udito è
sicurezza” promossa da Anap (Associazione nazionale
audioprotesisti professionali), Ana (Associazione nazionale audioprotesisti) in collaborazione con l’Aci, presieduta da Enrico Gelpi e sotto il coordinamento scientifico del professor Carlo Giordano, direttore della prima
Clinica di Otorinolaringoiatria dell’Università di Torino.
Una risonanza mediatica davvero importante per il progetto che, partito a febbraio si è concluso, nella sua
prima fase, nel giugno scorso, e si è dimostrato uno
strumento vincente di sensibilizzazione nei confronti
dei disturbi uditivi. L’obiettivo è quello di dimostrare
l’importanza dell’introduzione di un esame strumentale
delle funzioni uditive - come già avviene per la vista - in
fase di rinnovo della patente di guida. E per la prima
volta, dunque, grazie alla ricerca coordinata dal professor Carlo Giordano si è arrivati alla stesura di
dati oggettivi sulla diffusione della sordità nei
soggetti di età superiore ai 50 anni.
Da febbraio a giugno sei importanti città, come
Torino, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari e
Milano, sono state ciascuna sede di diverse
giornate interamente dedicate ai test dell’udito. Recandosi nei centri Aci, i cittadini hanno
avuto la possibilità di misurare gratuitamente
il proprio udito: a loro disposizione, infatti,
hanno trovato specialisti che hanno effettuato
un esame della funzionalità psico-uditiva.
«Il progetto - ha spiegato il segretario
dell’Anap, Corrado Canovi - vuole dimostrare
l’effettiva incidenza della funzione uditiva e di
conseguenza lo stato di vigilanza e di attenzione sulla capacità di guida. Il problema, ancora
una volta - ha sottolineato Canovi - non
riguarda tanto la disabilità uditiva, quanto la
sua rimediazione». E infatti, come evidenziato
da un articolo pubblicato sul quotidiano la
Repubblica, spesso le distrazioni alla guida
sono provocate da deficit fisici. «In Italia - evi-
di Valentina Faricelli
Giornalista
denzia l’articolo - si stima che il 12% della popolazione
sia afflitta da problemi di sordità, un deficit spesso sottovalutato. Una quota significativa di automobilisti ha pro-
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ATTUALITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
Alcuni degli articoli apparsi sui quotidiani nazionali. Da sinistra: il Corriere della Sera, la Repubblica e in basso La
Stampa. Nella foto in basso, la conferenza stampa di presentazione della Campagna con il segretario dell'Anap,
Corrado Canovi, il professor Carlo Giordano, direttore della I Clinica di Otorinolaringoiatria dell'Università di Torino
e il presidente dell'Aci, Enrico Gelpi.
blemi uditivi e l’assenza di consapevolezza di queste patologie, spesso associate ad altri deficit, causa ogni anno il 30%
degli incidenti in Italia». Sulla stessa
linea il quotidiano La Stampa di Torino
che ha definito l’iniziativa messa in
campo da Ana-Anap-Aci: «uno strumento efficace per smascherare e
dimensionare un nemico insidioso che
accompagna molti di noi in auto: il deficit uditivo. Un
deficit spesso sottovalutato con forti ripercussioni sulla
sicurezza stradale». Stessa risonanza ha avuto il progetto anche sui media pugliesi che hanno sottolineato le
osservazione del professor Giordano. «Come è noto - ha
dichiarato infatti Carlo Giordano - le cause degli incidenti stradali sono dovute all’interazione di tre fondamentali fattori: l’ambiente, il mezzo di trasporto e l’uomo. Il
fattore umano è universalmente considerato come la
causa più importante degli incidenti stradali e in questo
ambito giocano un ruolo fondamentale i deficit sensoria-
li (udito e vista) e il grado di vigilanza e attenzione alla
guida. Purtroppo - ha proseguito Giordano - a tutt’oggi,
dal punto di vista clinico-scientifico non sono stati sufficientemente approfonditi tali aspetti, fondamentali per la
sicurezza stradale». Per questo è particolarmente importante l’iniziativa promossa da ACI e ANAP e ANA, che ha
permesso di conoscere con esattezza i numeri di un
fenomeno ancora non quantificato e, fino ad oggi, sottovalutato. L’auspicio di Enrico Gelpi, presidente dell’Aci, è
che si giunga alla valutazione di un intervento normativo che introduca nuove prove di verifica delle capacità
uditive per il rilascio e il rinnovo della
patente. «Oggi - sottolinea il presidente
Gelpi - la legge pone come unica condizione la percezione di una conversazione da
non meno di due metri di distanza: sarebbe più opportuno procedere ad una misurazione dell’udito con metodologie e apparecchiature scientifiche». ■
9
INTERVISTA
L’AUDIOPROTESISTA
> Il ministro della Salute interviene sul Nomenclatore, sulle
Regioni e sull’assistenza protesica. «Ancora aperto il confronto
con i ministeri di Economia e Finanza» <
Fazio,
chiarezza
sui Lea
e sul nuovo
Regolamento
Ministro, i LEA sono fermi, nonostante le sollecitazioni ad emanarli dalle Regioni. Probabilmente per
un problema di costi?
«Il provvedimento sui nuovi LEA è stato trasmesso al ministero dell’Economia per acquisire il concerto tecnico sulla
compatibilità economico-finanziaria delle nuove disposizioni, preliminare all’invio alla Conferenza Stato Regioni.
Vogliamo evitare, infatti, ciò che è accaduto nel 1998, con i
rilievi della Corte dei Conti proprio sugli aspetti di compatibilità».
Le Regioni sostengono che l’accordo per la loro emanazione è stato raggiunto da tempo, ma il Governo
rinvia il varo. Perché?
«Come già detto, è stato raggiunto con le Regioni un accordo tecnico sul testo, mentre è ancora aperto il confronto con
il ministero Economia e Finanza».
Pubblichiamo di seguito la trascrizione integrale dell’intervista rilasciata al nostro Presidente ANAP, Gianni Gruppioni, dal ministro della Salute, Ferruccio
Fazio, su importanti temi quali i LEA e il Nomenclatore tariffario, in un particolare momento di forte
tensioni e pressioni sulla manovra economica.
Anche il nuovo “Regolamento recante le norme per
le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell’ambito del SSN” non esce perché è legato all’iter
dei Lea o per altre ragioni?
«La nuova disciplina dell’assistenza protesica rappresenta
un pezzo importante del provvedimento sui nuovi LEA e la
sua approvazione è condizionata all’approvazione del complesso della norma. In particolare, il DPCM tratta degli
aspetti più specificamente legati al diritto all’assistenza
(individuazione dei destinatari dell’assistenza ed elenchi di
dispositivi erogabili) mentre le disposizioni relative alle
modalità di acquisto e di erogazione, che investono direttamente le competenze regionali, saranno oggetto di una
Intesa in Conferenza Stato-Regioni, distinta ma contestuale
all’intesa sul DPCM».
Dall’avvento del suo Governo le associazioni professionali e dei fornitori del DM 332/99 non sono mai
stati audite da Lei ufficialmente. Ora che Lei è il ministro della Salute con tutti i poteri pensa di convocare una riunione per fare il punto?
«La messa a punto del Nomenclatore è stato un processo
molto lungo e complicato che ha visto un frequente e serrato confronto con le Società scientifiche, le associazioni dei
disabili, le associazioni professionali. Il testo emerso da questo confronto rappresenta un punto di equilibrio tra le diver-
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INTERVISTA
L’AUDIOPROTESISTA
FONDI INTEGRATIVI CRUCIALI
Come evidenzia l’intervista un ruolo
importante che può indurre la differenza nell’uso degli apparecchi acustici è quello dei fondi, che nel resto
d’Europa sono consolidati da tempo
ed intervengono soprattutto in età
lavorativa contribuendo ad incentivare la rimediazione della sordità, mentre da noi i fondi sono pochissimo sviluppati e soltanto quelli che attualmente tutelano la classe dirigente
contemplano un contributo per l’acquisto di un apparecchio acustico.
Il nostro SSN invece non riconosce
alcun contributo, ma prevede l’erogazione dell’apparecchio gratuito
per i soli “aventi diritto” soltanto
quando la perdita di udito è molto
elevata. Ad eccezione dei bambini,
dove la prevenzione secondaria è
efficace e porta alla rimediazione in
tempi precoci, per la grande massa
degli adulti e anziani che diventano
sordi con l’avanzare dell’età, l’organizzazione attuale del SSN provoca
un grave ritardo doppiamente dannoso, intervenendo soltanto su quelli
che oggi sono considerati gli aventi
diritto. Da un lato lascia spazio
all’aumento dei danni alla plasticità
cerebrale ed alle capacità cognitive
e relazionali, che diventano irreversibili. Dall’altro sposta il ricorso all’apparecchio acustico al periodo della
vita del pensionamento, in cui i redditi e la disponibilità di spesa sono
inferiori. In questa fase le persone
aventi diritto si rivolgono in prevalenza all’apparecchio che viene erogato dal SSN, aumentando le uscite
del già magro bilancio sanitario
pubblico.
Paradossalmente si deve rimpiangere il tempo passato, quando prima
del 1978 esisteva un rimborso generalizzato da parte delle mutue dell’epoca a favore di tutti coloro che
erano in età lavorativa. In tal modo
veniva incentivata la rimediazione
precoce del danno, migliorando la
prognosi e riducendo i costi a carico della collettività.
Lo scopo delle nostre azioni politiche è quello di evidenziare che alle
protesi acustiche si deve arrivare
prima della perdita dell’autosufficienza, riducendo il numero di coloro che devono considerarsi aventi
diritto come non autosufficienti
anche a causa della grave sordità e
delle sue complicanze.
Consapevoli che il quadro normativo è ancora da completare, per una
governance dell’intero sistema
abbiamo chiesto al ministro Fazio
che - in occasione del prossimo
Decreto attuativo preannunciato dal
Decreto: “Ambiti di intervento delle
prestazioni sanitarie e socio sanitarie erogate dai Fondi sanitari integrativi del Servizio sanitario nazionale e da enti e casse aventi esclusivamente fini assistenziali” pubblicato
in G.U. n. 141 del 18.06.08 -, si
se e talvolta contrapposte esigenze rappresentate dalle categorie interessate che è stato condiviso dalle Regioni e che
sembra difficile rimettere in discussione, salvo che non
emergano elementi di assoluta novità in un panorama già
esplorato in maniera approfondita».
evidenzi la protesizzazione acustica
e la si parifichi a quella odontoiatrica, modificando l’Art.1, punto b)
che ora recita “(…) prestazioni di
assistenza odontoiatrica non comprese nei livelli essenziali di assistenza per la prevenzione, cura e riabilitazione di patologie odontoiatriche” sostituendo la frase precedente
con la seguente:
“(…) prestazioni di assistenza odontoiatrica e di rimediazione dell’udito mediante ausili uditivi anche per
i casi di NON aventi diritto a prestazioni che non sono comprese nei
livelli essenziali di assistenza per la
prevenzione, cura e riabilitazione di
patologie odontoiatriche e dell’udito”.
L’apparecchio acustico, se promosso
da un contributo erogato dai Fondi
sanitari integrativi, quando l’ipoacusico è ancora in età lavorativa, così
come avviene in altri Paesi europei,
favorirebbe la prevenzione degli
aggravamenti, fra i quali il decadimento cognitivo e l’isolamento sociale. Attualmente, invece, complice,
oltre un ritardo culturale, lo stigma
della sordità, tutto in Italia contribuisce a ritardare la soluzione del problema, aumentando di conseguenza la schiera degli “aventi diritto” fra
i pensionati, ovvero quando le persone sono più “fragili” anche economicamente e gravano sul Welfare.
(G. G.)
cie quella ospedaliera, producano risparmi che possono essere
destinati al miglioramento ed all’arricchimento dell’offerta di
assistenza negli altri settori. Si ricorda, inoltre, che con il
Nuovo Patto per la salute la cornice economico-finanziaria
del Ssn è stata ampliata e ci auguriamo che questo ampliamento consenta ai nuovi Lea di vedere finalmente la luce».
Nei prossimi decenni i bisogni della popolazione
anziana, soprattutto over 80 anni, aumenteranno
enormemente e le risorse economiche per rispondere a tali bisogni saranno molto ingenti: è possibile
pensare ad un fondo specifico alimentato da tutti i
lavoratori attraverso i contratti di lavoro?
Nel nuovo Nomenclatore saranno introdotte delle
nuove tecnologie, ma come si concilia questo obiettivo con il vincolo dell’invarianza di spesa? Può
darci ragguagli in merito?
«La scommessa su cui si tiene tutto l’impianto dei nuovi LEA
è che gli interventi di razionalizzazione dell’assistenza, in spe-
11
MATERIALE IN DOTAZIONE
RISERVATO IN ESCLUSIVA
AGLI ADERENTI:
MANIFESTI 50X70;
CARTELLI DA BANCO 30X40;
VETROFANIE 20X13;
DEPLIANTS FORMATO A4.
Le aspettative dei cittadini utenti nei confronti della
qualità delle prestazioni sanitarie erogate nelle strutture pubbliche e private si sono considerevolmente
evolute. Ogni fruitore è sempre più sensibile al comportamento etico, degli operatori e della struttura
sanitaria.
tivi e che sottendono ai comportamenti professionali
nei confronti del cittadino.
- Valorizzazione e riconoscimento delle competenze
professionali.
- Lotta all'abusivismo professionale.
La finalità del progetto “Carta Etica e dei Valori” è
proprio di identificare, promuovere, diffondere e
valorizzare le strutture e i professionisti che praticano i migliori valori etici e professionali, già presenti
nei codici deontologici di ogni professione.
I codici condivisi le regole professionali sono trascritte all'interno della “Carta Etica e dei Valori”.
Quest'ultima, esposta in modo visibile all'interno dei
Centri, rappresenta la garanzia, per i cittadini, che in
quella struttura la relazione professionale e la prestazione, riflettono i contenuti della Carta.
La redazione e il rispetto del patto non sono regolati a livello normativo, avendo carattere volontaristico
e rappresentando la “summa” delle etiche comportamentali degli operatori interessati che senza imposizioni vi aderiscono. Ciò rappresenta una vera garanzia per il cittadino
- Promozione della “Carta Etica e dei Valori” come
garanzia, per i cittadini, di ricevere prestazioni eticamente certificate dagli stessi operatori che le erogano. In questo senso la Carta rappresenterà un patto
tra gli operatori, in quanto professionisti ed i cittadini, in quanto utenti.
- Esposizione della “Carta Etica e dei Valori” nei
Centri in modo da facilitarne la visione, specie nel
momento dell'accesso nella struttura sanitaria, per
consentire di confrontare ciò che viene erogato con
ciò che è trascritto.
Per gli interessati alla sottoscrizione va precisato che
l'adesione è sottoposta al rinnovo annuale: la competenza e l'etica, infatti vanno esercitate e verificate
continuamente. Il progetto gode anche dell'alto
patrocinio del ministero della Salute.
Il progetto persegue le seguenti finalità:
- Individuazione, promozione, sviluppo e diffusione dei
principi e dei valori etici all'interno dei contesti lavora-
L'elenco degli aderenti verrà pubblicato e aggiornato
sulla rivista L'Audioprotesista e sul sito:
www.audioprotesista.it
Per aderire:
Segreteria FIA,
Tel. 02.47996053 r.a.,
Fax 02.47995538
[email protected]
INTERVISTA
L’AUDIOPROTESISTA
autonomamente in questa direzione, adottando soluzioni
variegate che fanno leva su diverse combinazioni di questi
elementi. La discussione politico-istituzionale nazionale
trarrà spunti importanti da queste esperienze e si potrà
avvalere dei primi risultati raggiunti nelle Regioni e delle
soluzioni sperimentate per le principali criticità». ■
«L’istituzione di un Fondo specifico per gli interventi a favore degli anziani non autosufficienti e le modalità per alimentare questo Fondo (fiscalità generale, contributi del lavoratori, forme assicurative di varia natura,..) è una delle questioni che impegnerà la discussione politica nel corso dei
prossimi anni. Nel frattempo molte Regioni si sono mosse
DOMANDE/POSTI CORSO DI LAUREA IN TECNICHE AUDIOPROTESICHE
(ANNO ACCADEMICO 2010-11)
Al momento di andare in stampa di seguito riportiamo i
numeri ufficiosi ma veritieri delle domande riguardanti i
CdL in Tecniche Audioprotesiche.
Stante le nuove regole introdotte dalla Gelmini
solamente una sede (Firenze) non partirà e questo è da
considerare un grande risultato.
Detto ciò non guasta ricordare che nonostante le nostre
azioni messe in campo non era per niente scontato
non solo conquistare 1,5 domande per ogni posto a
bando, ma anche “spalmarle” su tutte le sedi
universitarie, una spalmatura che è riuscita anche con
150 domande delle 180 che l’anno scorso si
dispersero scegliendo Siena.
Un buon risultato va consolidato nel prossimo anno
accademico, ma è pur vero che il lavoro avviato sotto
il segno di “www.anaporienta.it” qualche segno
positivo lo ha prodotto e sono in crescita anche le
iscrizioni di seconda e terza scelta, probabilmente, per
aver meritato il rispetto delle altre professioni sanitarie
che ora ci appoggiano concretamente. Avanti così!
DOMANDE/POSTI
15
BA
CT
CZ
FE
FI
GE
ME
MI
NA Fed II
PD
PR
PI
RM Sapienza
RM T.Verg.
SI
SS
TO
41/21
16/16
ancora non disp.le
38/20
5/10
14/16
22/8
33/25
45/10
53/40
17/10
29/34
37/15
23/10
31/20
11/9
20/10
468/277
(1,7/1)
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Alla ricerca hanno partecipato 62 tra Ordini,
Collegi e Associazioni di liberi professionisti provenienti
da 17 Stati dell’Unione Europea <
CEPLIS
Training
working group
Alla ricerca hanno partecipato 62 tra Ordini, Collegi e
Associazioni di liberi professionisti provenienti da 17
stati dell’Unione Europea. L’indagine si apre con la
manifestazione di una chiara convergenza di opinioni
(88,5%) sulla definizione data di formazione intesa
come “somma delle attività di apprendimento effettuate
dopo la fine del corso di studi per l’accesso alla professione e fondamentali per l’incremento delle capacità
teoriche, pratiche e relazionali necessarie allo sviluppo
dell’attività professionale” (vedi grafico n. 1).
Presentazione
del Report di ricerca
Roma 28 maggio 2010
a cura di Antonio Zuliani
Presidente nazionale
Associazione Psicologi Liberi Professionisti
Aderente Confprofessioni
2 evidenzia come l’obbligo della formazione permanente per l’esercizio della professione sia relativamente
basso: rispettivamente del 37,7% per esercitare e del
24,2 per rimanere iscritti all’Ordine, Collegio o
Associazione professionale. Di contro il 75% dei partecipanti ha indicato la formazione permanente come un
obbligo etico per il professionista.
Ciò sta a indicare come i liberi professionisti vedano
nella formazione un principio fondamentale del loro
essere presenti nel mondo sociale e produttivo ben al di
là di quanto recepito dagli ordinamenti e dei regolamenti emanati dalle nazioni di appartenenza.
Grafico 1 Opinioni sulla definizione fornita
di formazione permanente
La prima area indagata affronta il tema dell’ordinamento della formazione permanente presente nelle varie
nazioni e nelle diverse tipologie professionali.
L’analisi delle risultanze della tabella n. 1 e nel grafico n.
ACCORDO
Numero
%
Esiste nella sua nazione un obbligo per la formazione permanete (CPD)
post universitaria per esercitare la sua professione?
23
37,7
Esiste nella sua nazione un obbligo per la formazione permanente (CPD)
post universitaria per rimanere iscritto al suo Ordine,
Collegio o Associazione professionale?
15
24,2
La formazione permanente rappresenta un obbligo etico
anche se non obbligatorio?
45
75,0
TAB. 1 Obbligo della Formazione permanente
19
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
Grafico 2 Obbligo della
Formazione permanente (dati in
percentuale)
la sua organizzazione generale.
In questo senso sono state proposte una serie di domande a
partire da quella relativa a chi
eroga tali corsi (tabella n. 2).
In sostanza gli Enti erogatori
sono
gli
stessi
Ordini,
Associazioni o Collegi (87,1%) e
le Università (80,65%). Si può
notare come anche l’iniziativa
privata sia significativamente presente (75,8%), mentre
gli Enti pubblici ricoprono un ruolo secondario
(58,1%).
Chi eroga la formazione
Se la formazione permanente non è obbligatoria è pur
interessante conoscere quali sono le fonti della stessa e
Numero
%
Università
50
80,7
Ordine, Collegio, Associazione di appartenenza
54
87,1
Enti pubblici
36
58,1
Enti Privati
47
75,8
TAB. 2 Chi eroga i corsi di Formazione permanente (si potevano fornire più risposte)
rischio di riproporre modelli e contenuti formativi già
appartenenti al curriculum pre professionale. Rilevante
(88,7%) comunque, la presenza di docenti di membri
appartenenti all’Ordine, Collegio e Associazione di
appartenenza, mentre più limitata (79%) la collaborazione tra Ordini e Associazioni diverse nel percorso formativo.
Al di là dell’Ente erogatore appare interessante sapere
chi sono le persone che insegnano in tali corsi (tabella
n. 3).
Come si può osservare tale formazione è sostanzialmente gestita dai docenti universitari (93,6%). Tale dato
sottolinea positivamente il legame esistente tra mondo
universitario e quello professionale, ma indica anche il
Numero
%
Membri esperti dell’Ordine, Collegio, Associazione di appartenenza
55
88,7
Docenti universitari
58
93,6
Docenti appartenenti ad altri Ordini, Collegi, Associazioni
49
79,0
Altri esperti
55
88,7
TAB. 3 Chi insegna nei Corsi di Formazione permanente
Le modalità organizzative di tale formazione (tabella n.
4) indicano la prevalenza dello strumento “seminari”
(92,6%) rispetto agli altri indicati. Interessante notare
come l’82,9% dei questionari indichi che esistono altre
forme organizzative per la formazione che esulano da
Dall’indagine non è stato possibile, invece, costruire
un’idea chiara sulla presenza o meno di una quantificazione di tale formazione perché le risposte sono state
poche e hanno presentato una situazione così disparata
che chiederebbe un approfondimento specifico.
20
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
quelle tradizionali che l’indagine aveva previsto. In questo settore sarebbe interessante un approfondimento
per analizzare la forza innovativa che anche in questo
campo sa esprimere il mondo delle Libere Professioni e
se vi sono delle buone pratiche in materia che sarebbe
utile diffondere in tutti i paese europei.
Numero
%
Sulla base del raggiungimento di un numero di ore prefissato
39
79,6
Su seminari
60
92,6
Master
32
72,7
Tirocini pratici
30
69,8
Altro
34
82,9
TAB. 4 Modalità organizzative della formazione
riscontro significativo tra chi li ha compilati. Ciò confermerebbe il dato sopra individuato che nel mondo delle
libere professioni sono diffuse altre modalità formative
rispetto a quelle tradizionalmente utilizzate.
Il tentativo di comprendere l’importanza che viene data
alle varie forme di apprendimento (tabella n. 5) non sembra fornire risultati certi. Pur tuttavia si può osservare che
nessuna delle forme indicate nel questionario trovino
Basso
Medio
Alto
Apprendimento sul luogo di lavoro da colleghi e mentori
27,6
39,7
32,8
Apprendimento da riflessioni sulla propria pratica,
in gruppo o individualmente
33,3
45,6
21,1
Studio individuale su nuove aree di lavoro e competenze
30,5
40,7
28,8
TAB. 5 Che importanza e riconoscimento vengono dati a (dati in percentuale)
Sistema di controllo e verifica
Successivamente si è affrontato il tema della verifica e del controllo sulla formazione.
Numero
%
Esiste un sistema di controllo o Agenzie di qualità che valutano i corsi
33
56,9
Il controllo e la verifica viene fatta dalla Pubblica Amministrazione
19
33,3
Il controllo e la verifica viene fatta dall’Associazione
o dall’Ordine di appartenenza
35
60,3
Altre forme di verifica e controllo
13
25,0
Esiste un sistema di certificazione per il CPD
19
36,5
TAB. 6 Presenza di sistemi di controllo e verifica della formazione
Emerge che tale funzione è esercitata in prevalenza
dall’Associazione o dell’Ordine di appartenenza
(60,3%), e solo marginalmente (33,3%) dalla Pubblica
amministrazione che dovrebbe, invece, dimostrare più
interesse per questa fondamentale funzione.
Ruolo degli Ordini, Collegi e Associazioni
L’ultima area esplorata riguarda il ruolo che Ordini,
Collegi e Associazioni hanno all’interno del sistema
della Formazione permanente. Come si può osservare
dalla tabella n. 7 il ruolo principale è quello di garanti-
21
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
re un’adeguata informazione agli iscritti sui corsi organizzati dagli enti stessi (91,8%), ed anche rilevante
(88,5%) la conoscenza dichiarata circa le esigenze formative degli iscritti. Scarsa la presenza di una modalità
per valutare i risultati della formazione dei propri iscritti (55%) e tutta da sviluppare la conoscenza e la partecipazione alle possibilità che l’Europa fornisce per la
formazione post universitaria (41%).
Numero
%
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una commissione
o gruppo di lavoro dedicato alla formazione permanente dei suoi associati
48
78,7
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una commissione
o gruppo di lavoro dedicato alle possibilità che l’Europa fornisce
per la formazione post universitaria?
25
41,0
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce una
informazione completa e periodica sul tema della formazione permanente?
44
72,1
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce informazioni
sui corsi che organizza?
56
91,8
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce informazioni
sui corsi che organizzano altre organizzazioni?
42
70,0
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una conoscenza
delle esigenze formative degli iscritti?
54
88,5
L’Ordine o Associazione ha una modalità per valutare i risultati
della formazione dei propri iscritti?
33
55,0
TAB. 7 Ruolo di Ordini, Collegi e Associazioni nel sistema della Formazione permanente
nario che vede l’88% dell’area Tecnica d’accodo, in linea
con il dato generale del’88,5%, mentre per l’area
Sanitaria tale accodo scende al 61,6%. Anche nei
riguardi degli obblighi formativi emergono delle interessanti differenze. Nella tabella n. 8 si può osservare
che l’obbligo per l’esercizio della professione sale dal
24% dell’area Tecnica al 42,3% di quella Sanitaria,
mentre rimane sostanzialmente uguale il dato riguardante l’obbligo etico a prescindere da quello regolamentato.
Approfondimenti
Al fine di fornire un primo approfondimento su questi
dati generali, si è inteso comparare tra loro quelli emersi da due specifiche aree professionali: sanitaria (medici, biologi, veterinari, psicologi, ecc.) e tecnica (ingegneri, architetti, periti, ecc.). La scelta è caduta su queste due are perché statisticamente più presenti in questa indagine rispettivamente con 26 e 25 questionari
compilati. Una prima differenza la si ritrova sul consenso alla definizione di formazione proposta nel questio-
ACCORDO
Sanitaria
Tecnica
Esiste nella sua nazione un obbligo per la formazione permanete (CPD)
post universitaria per esercitare la sua professione?
42,3
24,0
Esiste nella sua nazione un obbligo per la formazione permanente (CPD)
post universitaria per rimanere iscritto al suo Ordine,
Collegio o Associazione professionale?
23,1
16,0
La formazione permanente rappresenta un obbligo etico
anche se non obbligatorio?
76,9
75,0
TAB. 8 Obbligo della Formazione permanente per le aree Sanitaria e Tecnica (dati in percentuale)
maggior organizzazione di corsi (96%) di quelli gestiti
dalle organizzazioni dell’area Sanitaria (84,6%).
Per quanto riguarda la provenienza dei docenti si può
osservare (tabella n. 10) che l’area Tecnica tenda ad utilizzare meno soggetti provenienti dai propri Ordini,
Sull’erogazione dei corsi si può notare (tabella n. 9) uno
spostamento nell’area Sanitaria rispetto a quella Tecnica
a favore dell’organizzazione da parte di Enti Pubblici
(61,5% contro il 52%), mentre Ordini, Collegi e
Associazioni afferenti all’area Tecnica dichiarano una
24
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
Grafico 3 Obbligo della
Formazione permanente per le
aree Sanitaria e Tecnica (dati in
percentuale)
Collegi e Associazione rispetto a
quanto non faccia quella
Sanitaria, Per contro l’area
Tecnica utilizza di più docenti
provenienti da altri settori.
Nei riguardi delle modalità organizzative della formazione il dato
che appare più rilevante riguarda
l’utilizzo maggiore dei tirocini
pratici nell’area Sanitaria (79%)
rispetto a quanto dichiarato nell’area Tecnica (60%), Tab.11.
tica, in gruppo o individualmente.
Il maggior controllo da parte della Pubblica
Amministrazione nella formazione dichiarato dall’area
Sanitaria (tabella n. 13) sembra correlarsi con l’obbligo
evidenziato nella precedente tabella n. 8. Stessa cosa nei
riguardi delle presenza di un sistema di certificazione.
Rispetto a quanto osservato nella discussione dei dati
generali, qui sembra che l’area Sanitaria sia più interessata all’utilizzo delle formule di apprendimento proposte. In particolare la tabella n. 12 indica come l’area
Tecnica sia meno interessata all’utilizzo di forme di
apprendimenti derivate da riflessioni sulla propria pra-
Sanitaria
Tecnica
Università
80,8
84,0
Ordine, Collegio, Associazione di appartenenza
84,6
96,0
Enti pubblici
61,5
52,0
Enti Privati
73,1
72,0
TAB. 9 Chi eroga i corsi di Formazione Permanente per le aree Sanitaria e Tecnica.
Sanitaria
Tecnica
Membri esperti dell’Ordine, Collegio, Associazione di appartenenza
92,3
84,0
Docenti universitari
92,3
96,0
Docenti appartenenti ad altri Ordini,Collegi, Associazioni
77,0
80,0
Altri esperti
80,8
92,0
TAB. 10 Chi insegna nei Corsi di Formazione Permanente nelle aree Sanitaria e Tecnica (dati in percentuale).
Sanitaria
Tecnica
Sulla base del raggiungimento di un numero di ore prefissato
81,0
72,2
Su seminari
91,3
90,0
Master
72,2
75,0
Tirocini pratici
79,0
60,0
Altro
89,5
84,6
TAB. 11 Modalità organizzative della formazione nelle aree Sanitaria e Tecnica (dati in percentuale)
25
FORMAZIONE
L’AUDIOPROTESISTA
(80,8%). Anche sulle informazioni relativa ai “corsi che
organizzano altre organizzazioni” lì’area Tecnica sembra
più attiva (75%) di quella Sanitaria (64%).
Di contro l’area Sanitari sembra (56%) più attenta alle
possibilità formative offerte dall’Europa (32% nell’area
Tecnica). ■
Anche nell’area di indagine sul ruolo di Ordini, Collegi
e Associazioni vi sono delle differenze interessanti. La
tabella n. 14 evidenza che Ordini, Collegi e
Associazioni afferenti all’area Tecnica si dichiarino maggiormente a conoscenza dei bisogni formativi dei loro
iscritti (95,8%) rispetto a quelli dell’area Sanitaria
Basso
Medio
Alto
S
T
S
T
S
T
Apprendimento sul luogo di lavoro
da colleghi e mentori
20,0
26,1
44,0
43,5
36,0
30,4
Apprendimento da riflessioni sulla propria pratica,
in gruppo o individualmente
20,0
40,9
52,0
45,5
28,0
13,9
Studio individuale su nuove aree di lavoro e competenze
24,0
30,4
40,0
43,5
36,0
26,1
TAB. 12 Importanza e riconoscimento vengono dati ai vari tipi di formazione per aree professionali
(dati in percentuale)
Sanitaria
Tecnica
Esiste un sistema di controllo o Agenzie di qualità che valutano i corsi
61,5
45,5
Il controllo e la verifica viene fatta dalla Pubblica Amministrazione
46,2
23,8
Il controllo e la verifica viene fatta dall’Associazione o dall’Ordine
di appartenenza
53,9
59,1
Altre forme di verifica e controllo
31,8
23,8
Esiste un sistema di certificazione per il CPD
47,8
28,6
TAB. 13 Presenza di sistemi di controllo e verifica della formazione per le aree Sanitaria e Tecnica
(dati in percentuale).
Sanitaria
Tecnica
L’Ordine o, Associazione alla quale lei appartiene ha una commissione
o gruppo di lavoro dedicato alla formazione permanente dei suoi associati
80,0
72,0
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una commissione
o gruppo di lavoro dedicato alle possibilità che l’Europa fornisce
per la formazione post universitaria?
56,0
32,0
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce una informazione
completa e periodica sul tema della formazione permanente?
72,0
68,0
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce informazioni
sui corsi che organizza?
88,0
92,0
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene fornisce informazioni
sui corsi che organizzano altre organizzazioni?
64,0
75,0
L’Ordine o Associazione alla quale lei appartiene ha una conoscenza
delle esigenze formative degli iscritti?
80,8
95,8
L’Ordine o Associazione ha una modalità per valutare i risultati
della formazione dei propri iscritti?
54,2
48,0
TAB. 14 Ruolo di Ordini, Collegi e Associazioni nel sistema della Formazione Permanente per aree professionali
(dati in percentuale).
26
SANITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
> Per la prima volta il documento nazionale 2010-2012 entra
nel merito dei disturbi uditivi. Un successo per il settore
audioprotesico, sempre al lavoro per intervenire precocemente<
Ipoacusia:
se ne parla
nel Piano
nazionale di
prevenzione
Il Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012, approvato il 29 aprile scorso, passa ufficialmente alle Regioni
che hanno tempo sino al 30 settembre per adottarlo. Il
Piano entra per la prima volta nel merito dei disturbi uditivi e ciò è un concreto riconoscimento del nostro lavoro
sul fronte istituzionale volto ad intervenire precocemente in età infantile, adulta e avanzata.
Riportiamo direttamente da Fabrizio Oleari - Direttore
generale della prevenzione sanitaria del ministero della
Salute - che «il Piano della Prevenzione approvato di recente è innovativo per i contenuti modalità di programmazione e
governance. Gli obiettivi di salute introducono importanti
cambiamenti in particolare su quattro versanti: l’atto esplora
tutte le aree operative sanitarie coinvolte in attività di prevenzione; al centro della programmazione c’è la Persona con i
suoi problemi; maggiore evidenza viene data alla medicina
predittiva e alla prevenzione terziaria e maggiore attenzione
viene posta a patologia quali i tumori, malattie infettive,
malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie,
malattie osteoarticolari, patologie orali, disturbi psichiatrici,
malattie neurologiche, cecità e ipovisione, IPOACUSIA E
SORDITÀ, disabilità.».
Ora, l’auspicio degli audioprotesisti è che i nostri sforzi,
congiunti con Regioni e Ministero, messi in campo per
disegnare la prevenzione del terzo millennio che particolarmente per l’ipoacusia e la sordità vengano trasformati,
meglio presto che tardi, dalle Regioni in efficaci attività e
servizi per la persona, secondo quanto affermato dal
Direttore generale della Prevenzione sanitaria.
Come riporta il PNP il contributo che la prevenzione può
dare nel nostro settore assistenziale è, innanzitutto, di
tipo metodologico e persegue i seguenti obiettivi: oltre
ribadire i controlli previsti dalla normativa vigente sui
rischi professionali (Testo unico della sicurezza sul lavoro) per l’ipoacusia si tratta di:
- individuare protocolli diagnostici per le diverse età
target, per l’individuazione precoce di tali patologie,
secondo criteri e caratteristiche di appropriatezza;
- definire i percorsi diagnostico-terapeutici-riabilitativi con particolare riguardo all’appropriatezza del
ricovero o trattamento ambulatoriali, della fornitura
di ausili protesici, dei controlli di follow-up.
Alcune parole chiave del PNP meritano di essere citate
perché sono anch’esse un importante corollario al lavoro
ancora da fare “…trattasi dell’indirizzo a sostegno delle politiche di “active ageing” che si può tradurre in “invecchiamento attivo” …al fine di migliorare la qualità di vita nell’invecchiamento delle persone… oggi più che mai, l’allungamento
della vita media rappresenta “un trionfo e una sfida” per la
nostra società… gli aspetti economici prevalenti sono quelli
legati all’impatto che gli anziani hanno sulla spesa pensionistica e previdenziale “spesa sanitaria + spesa sociale”...
… promuovere la prevenzione terziaria sta allora a significare promuovere il disegno e la implementazione di percorsi che
garantiscono la continuità della presa in carico di target particolarmente fragili, quali anziani, malati cronici, portatori di
polipatologie, disabili, ecc.”.
Facciamo notare l’incipit sottostante:
4.11 IPOACUSIA E SORDITÀ
“La sordità e i disturbi uditivi ad essa legati costituiscono un serio problema medico e sociale, ancora
oggi sottovalutato, nonostante ne sia interessato oltre
il 10% della popolazione…”
perché da questo capoverso, nostro cavallo di battaglia, si
evince il marchio di fabbrica del nostro operato.
Per noi audioprotesisti tutto ciò vuole anche dire che al
punto in cui siamo giunti dobbiamo continuare a lavorare intensamente, in gergo si direbbe “per non perdere la
priorità acquisita” tanta è la concorrenza rappresentata
nel lungo elenco delle patologie sopra-riportato. Da ora,
passati gli intenti che volevamo, servono e si lavora alle
norme attuative per dare contenuti che, altrimenti, è una
gran bella cornice… senza il quadro.
G.G.
27
Organizzata da
Antonio Moretti
Presidente: Adelchi Croce
Ospite d’onore: Shan Baker
www.aicef-rcf.org
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La rinoplastica
tra certezze e controversie
IV GIORNATA DI AGGIORNAMENTO AICEFrcf
27 Novembre 2010
Auditorium del Rettorato - Chieti
Università “G. d’Annunzio” - Chieti-Pescara
PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Tutte le professioni sanitarie, già da diversi anni, sono state
protagoniste di un importante processo di trasformazione
all’interno dei propri ambiti culturali, di ricerca e di studio <
Professioni
sanitarie:
autonomia,
responsabilità,
integrazione e
organizzazione
I caratteri peculiari delle professioni sanitarie sono riassumibili nei concetti di:
• AUTONOMIA
• PROFESSIONALITÀ
• RESPONSABILITÀ
Una definizione di autonomia professionale la offre il
“Piccolo Dizionario della Qualità” di Sergio Tonelli che
la definisce come” la capacità di pensare e agire liberamente, in modo indipendente.
È una delle caratteristiche principali , con la responsabilità, delle professioni liberali…..”.
È molto indicativo che il significato di autonomia
venga legato a quello di responsabilità in un dualismo
che sottende come non ci si possa dichiarare autonomi
se, contestualmente, non si accetti la condizione di
dover rispondere, in modo completo e pertinente, del
proprio operato e viceversa non si può essere responsabili se non si può esercitare con autonomia il proprio
potere decisionale.
Il concetto di autonomia ha insito in sé la discrezionalità delle scelte operative e la relativa assunzione di
responsabilità, la competenza nella valutazione dei
bisogni, la capacità di pianificare gli interventi e di verificarne i risultati.
Tutte le professioni sanitarie, con riferimento ai recenti
profili professionali la cui definizione si è resa indispensabile per rispondere al mutato contesto socio-politicoeconomico ed all’evoluzione della domanda di salute,
già da diversi anni, sono state protagoniste di un importante processo
di trasformazione all’interno dei
propri ambiti culturali, di ricerca e
di studio.
Portare avanti questo processo ha
reso necessario una nuova definizione delle proprie identità professionali.
Si è assistito all’interno di ciascuna
professione ad una riflessione critica dello specifico agire che tenesse
conto anche dei cambiamenti dei
processi di diagnosi cura e assistenza e riabilitazione come dello stesso
(Convegno CAPS
Policlinico Modena)
di Gianluca Mezzadri
Responsabile della Consulta
delle Professioni sanitarie
concetto di salute. Il dibattito avviato su concetti quali
appropriatezza delle prestazioni, ricerca di strumenti e
tecniche innovative, soluzioni organizzative ed operative di provata efficacia, aspetti etici e deontologici, la for-
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L’AUDIOPROTESISTA
prendere decisioni da attivare in modo competente ed
efficace.
Le affermazioni di indipendenza e della correlativa
responsabilità nelle scelte relative alle modalità di esercizio delle proprie competenze consentono di impostare le relazioni con le altre figure sanitarie in termini di
collaborazione paritaria e di scambio proficuo di conoscenza, secondo le più moderne concezioni di organizzazione del lavoro.
In un ambito generale, il buon risultato di ogni intervento sanitario è condizionato in modo sempre crescen-
mazione hanno pragmaticamente sostenuto il processo
di trasformazione nei contesti di azione.
Il mutamento avvenuto all’interno delle singole professioni ha dato il via ad un processo irreversibile culminato con il decreto legislativo 502/92 e successive
modificazioni, rilevando in questa sede, l’azione di riordino delle professioni e delegando al Ministro della
Sanità l’individuazione delle figure professionali e la
descrizione dei relativi profili.
Per la prima volta non si faceva più riferimento ad un
mero elenco di compiti e mansioni a cui l’operatore
doveva attenersi ma ad ambiti definiti di attività a cui la
competenza generale e specifica del professionista
doveva rispondere nel rispetto della sua autonomia e
responsabilità.
Gli stessi vocaboli utilizzati dal legislatore per definire i
vari profili ne hanno connotano l’autonomia; alcuni di
questi, ripresi da i vari decreti: identifica i bisogni, pianifica, gestisce, valuta, elabora, garantisce, propone,
svolge, agisce sia individualmente che in collaborazione
con altri, si avvale ove necessario, ecc…
Ciò presuppone che il professionista debba possedere
conoscenze specifiche teoriche e pratiche per saper
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PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
sabilità articolato diversamente a seconda della complessità organizzativa delle aziende sanitarie pubbliche
e private (a livello di Unità operativa, di Servizio, di
Dipartimento).
Si delinea anche un 3° livello di responsabilità pr ofessionale, dove le singole figure possono esprimere, in
autonomia, le loro competenze; sono i livelli aziendali
dove vengono pianificati i programmi formativi professionali, elaborate le procedure per l’accreditamento professionale e le linee guida su processi complessi che
vedono il coinvolgimento di più articolazioni aziendali
e diverse discipline; tra questi, i gruppi di studio, di elaborazione, di ricerca, con particolare attenzione alla
Medicina dell’evidenza (EBM, EBN, EBP, ecc…)
Al recepimento dei profondi cambiamenti precedentemente descritti, la Legge 251/2000 riconosce la necessità di un nuovo modello organizzativo, con l’istituzione dei servizi infermieristici, ostetrici, riabilitativi, tecnico sanitari, della prevenzione e sociali.
L’incarico dirigenziale è riconosciuto, per Legge e
CCNL, agli operatori dei diversi profili professionali ma
risulta attuato in modo eterogeneo sul territorio, perché
condizionato da norme applicative regionali e delibere
te dalla capacità di lavorare efficacemente in squadra,
ponendo attenzione alla realizzazione e all’integrazione
fra il lavoro di molte persone, con professionalità diverse, più che alla competenza tecnica specifica del singolo operatore, per superare la parcellizzazione delle
risposte professionali verso una risposta globale ed integrata nel rispetto di un concetto filosofico che pone l’individuo e non l’organizzazione al suo centro.
Poi, l’articolo 1, comma 1, della legge 42/99 affronta un
altro nodo cruciale: la denominazione “professione
sanitarie ausiliaria” nel testo unico delle leggi sanitarie e
successive modificazioni, nonché in ogni altra disposizione di legge, è sostituita dalla denominazione “professione sanitaria”.
Con questa importante innovazione il legislatore ha
finalmente formalizzato i cambiamenti fortemente voluti e realizzati dai vari professionisti; dando piena legittimazione, ai nuova profili si abroga la denominazione di
ausiliarietà, concetto che si completa nella stessa norma
quando all’articolo 1 comma 2 viene abrogato il mansionario che ancora resisteva per alcune professioni.
I livelli di espressione di autonomia e responsabilità
professionale sono specifici e trasversali agli interventi
assistenziali: le specializzazioni
formative forniscono strumento di
approfondimento specialistico che
consentono ai è professionisti di
valutare, verificare e pianificare
l’intero processo assistenziale, riabilitativo, tecnico e di prevenzione
sul singolo o su gruppi di utenti,
assumendone la responsabilità.
Alcuni percorsi che possono consentire l’assunzione di responsabilità professionale sono quelli che
riguardano i “case manager”
attualmente presenti in unità operative dove è forte la necessità di
integrazione fra diversi livelli di
attività che compongono un intero processo.
Questi esempi, che possono essere
riferiti a tutte le aree professionali,
esprimono un 2° livello di respon-
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PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
o riabilitative, i piani di assistenza, i programmi riabilitativi, le procedure operative multi disciplinari e multi
professionali, i protocolli, i processi assistenziali, le
linee guida, ecc…
Questi devono servire a modificare ed uniformare i comportamenti di tutti i professionisti, individuando gli
obiettivi generali, le metodologie a disposizione, i tempi
necessari e gli strumenti da utilizzare per il loro raggiungimento, definendo, nelle dotazioni organiche, la presenza delle professioni a seconda della qualità e del volume
delle competenze richieste, in un’ottica di qualità ed efficienza nelle risposte ai bisogni dei cittadini.
Così facendo, in ogni specifica azione, facente parte del
progetto, devono essere individuate le specifiche responsabilità del professionista che le mette in atto e che diventa corresponsabile dell’intero progetto; questo rappresenta un valore aggiunto che rafforza l’idea stessa del servizio sanitario pubblico che risponde agli effettivi bisogni
di salute della popolazione.
L’autonomia e la responsabilità reali sono esigenze
non più rimandabili,
dopo circa quindici
anni dall’emanazione
dei profili e dopo
circa dieci anni dalle
ulteriori leggi deliberanti in ambito dell’autonomia professionale. Oggi è oltremodo evidente la
spaccatura tra il processo di trasformazione con il profondo
cambiamento dell’identità professionale,
da una parte, il perpetuarsi di modelli
organizzativi con l’operatore cristallizzato
ancora in un ruolo
subalterni, demotivanti e deresponsabilizzanti, dall’altra. ■
organizzative aziendali (che difficilmente danno risposte alle aspettative dei diversi profili professionali).
Bisogna chiarire che la piena realizzazione professionale va nella direzione di dare risposte di qualità a precisi
bisogni di salute sia individuali che collettivi.
Ad oggi, il sistema in essere presenta notevoli rischi
residui:
• non ottimale organizzazione del lavoro;
• mancata realizzazione delle risorse umane;
• difficoltà di erogazione delle prestazioni;
• contrasti interprofessionali tra medici e professioni
sanitarie ma anche tra professioni sanitarie
diverse.
Uno dei mezzi per concretizzare il cambiamento è quello di individuare ed applicare mezzi e regole condivisi e
validati (accreditati), quali:
le cartelle infermieristiche
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PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> «Bisogna considerare il senso del lavoro non come
qualcosa di meccanico e prestabilito, ma di mutevole e
variabile, proprio in virtù delle visioni soggettive dei singoli» <
Le dimensioni
della
formazione
continua
in medicina:
competenze
tecniche
di processo
e di sistema
Nell’organizzazione odierna, caratterizzata da un background altamente competitivo e ricco di incertezze, la
formazione si rivela strumento determinante poiché
pone l’attenzione su fattori tecnici, di processo e di
sistema. Se è fuori di dubbio che gli elementi tecnici
siano fondamentali, è altrettanto vero che non è possibile ottenere una buona performance se si ignorano gli
aspetti di processo e di sistema.
Ogni organizzazione, dalla più semplice alla più complessa, deve essere in grado di razionalizzare i suoi
aspetti interni. Il motivo è presto spiegato riconoscendo
la necessità di rincorrere l’efficienza nella produzione
così da stare al passo con le pressanti richieste del mercato e della concorrenza. Il pericolo portato dall’esasperazione del quadro appena descritto consiste però nella
creazione di ambienti di lavoro sempre più formali e,
insieme, impersonali. Questo modello raggiunge il suo
apice nell’imposizione ai lavoratori di azioni in campi di
competenze con procedure predeterminate.
Specializzare i compiti porta da un lato ad aumentare la
confidenza verso il lavoro, e dunque a porre nuovi standard produttivi, dall’altro frena la naturale ricerca
umana delle novità, sviluppando infatti solo poche e
superficiali capacità (condannando all’atrofia tutte le
altre). Nelle organizzazioni dunque spesso la personalità umana, che per rendere al meglio, deve essere
di Pignatto1 , P. Tiberi2
e A. Giannitrapani3
costantemente motivata e stimolata, si trova di fatto
limitata e frustrata. Svolgere compiti preordinati e ripetitivi accresce le abilità e le capacità in quello specifico
ambito, ma condanna l’uomo ad una posizione passiva
nei confronti della propria soggettività. Di fatto spesso
si subordina l’accrescimento proprio di quest’ultima ad
obiettivi organizzativi che, per essere raggiunti, hanno
bisogno di professionisti disciplinati, conformisti, poco
inclini ad assumersi responsabilità non previste. In psicologia il passaggio da uno stadio infantile della vita ad
uno adulto viene connotato proprio dalla capacità di
assumere un ruolo attivo nella propria esistenza, dalla
capacità di sorpassare la ritualità dei comportamenti
imposti in favore di una pluralità di modi, così come
dall’aumento di consapevolezza di sé e del proprio
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PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
del sistema nei suoi aspetti fondamentali, risulta spesso
di grande utilità per le motivazioni che abbiamo esposto, più di quanto non lo sia il semplice accrescimento
nozionistico.
L’impegno non deve essere rivolto all’indottrinamento
di chi si rivolge alla formazione, ma più propriamente
si deve riuscire a “consegnare” delle mappe per organizzare i saperi ed elaborare metodi che siano in grado di
fare da bussola negli itinerari personali. Orientarsi nel
mondo e permettere che gli altri si possano a loro volta
orientare. L’apprendimento ha un’importante dimensione sociale in quanto spesso il tecnicismo risulta inutile
se questo non è di aiuto alla comunità nella quale ci si
trova, se non porta cioè ad un miglioramento complessivo.
Saper contestualizzare il proprio operato, ivi comprese
le condizioni culturali e sociali che ne sono implicate,
conoscere in quale ambiente nascono e vengono posti i
problemi, anche organizzativi, che ogni professionista
contribuisce a risolvere con il proprio agire quotidiano
è una grande risorsa ed un obiettivo che la formazione
deve riuscire ad assumere su di sé, perché questo coincide, da ultimo, con l’assegnare un senso al lavoro individuale.
Nell’ambito del sistema ECM per il professionista della
salute la comprensione dell’importanza di tutto quanto
presentato è riconosciuto e rimarcato anche nei provvedimenti di più recente attuazione4 dove si sottolinea
autocontrollo, sia per ciò che concerne i propri interessi che per i propri comportamenti. Così descritto questo passaggio viene in un certo qual modo impoverito
dalla struttura del lavoro nelle organizzazioni. In realtà
però la credenza che queste modalità produttive siano
una necessità dettata dalle incombenze, dalle urgenze e
in generali dalle richieste di efficienza imposte dall’esterno si rivela un errore se si considerano le conseguenze negative che da queste derivano. Senza giungere a situazioni anche gravi, lo sviluppo di frustrazione e
di fallimento può facilitare il sorgere di rivalità e dunque di conflitti nocivi alle stesse organizzazioni ed in
generale al perseguimento degli obiettivi di lavoro.
La formazione in questo senso permette a chi tutti i
giorni vive queste situazioni, chi viene considerato, e
spesso si considera lui stesso come un mero esecutore
di azioni, di modificare la propria visione di sé in favore di una concezione che porta ad affermarsi in quanto
agente di apprendimento organizzativo e sociale. Il
principio su cui ci si deve basare consiste nel considerare il senso del lavoro non come qualcosa di meccanico e prestabilito, ma di mutevole, variabile proprio in
virtù delle visioni soggettive dei singoli. Il modo di
vedere la realtà, il senso che viene assegnato da ognuno
di noi a questa, è dato dalle scelte individuali. La formazione ha quindi il compito di lavorare sulla modificazione della visione meccanica del lavoro in favore di
una maggiore comprensione di quest’ultimo.
Maggiore comprensione del lavoro operativamente significa progettare eventi
formativi che non si limitino al miglioramento delle conoscenze tecnico professionali dell’individuo poiché, per
quanto un miglioramento nella consapevolezza nel settore specifico di attività sia necessario nello svolgimento del
lavoro, questo approccio risulterebbe
ancora schiavo della logica sopra esposta. Le competenze già in possesso dai
discenti e richieste dai rispettivi ruoli
spesso infatti riescono ad essere valorizzate proprio se contestualizzate in un
ambito più ampio. Conoscere dunque il
settore di produzione e l’organizzazione
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PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
tario deve obbligatoriamente partecipare a
diverse tipologie formative di evento.
Lo sforzo integrato tra formazione ed operatori sarà quello di costruire un sistema tale da
garantire miglioramento delle prestazioni
individuali attraverso la conoscenza proprio
del contesto, oltre che, ripetiamolo, dall’eccellenza nelle competenze tecniche. Sorpassare
questa visione isolata delle professioni sanitarie permette allora anche di sorpassare la concezione meccanica dell’organizzazione del
lavoro in favore di un approccio sistemico.
Quanto detto si pone il duplice scopo di portare l’individuo ad aumentare la propria consapevolezza rispetto al proprio ruolo, così da eliminare
l’impersonalità del modello per compiti descritto all’inizio di questo articolo, ma al tempo stesso è opportuno
riconoscere come questo sia di aiuto alle organizzazioni
stesse, ed alla gestione del lavoro in senso ampio, permettendo l’equilibrio tra risultati ed armonia interna.
Riteniamo dunque, in conclusione, che porsi questi
obiettivi debba essere di profondo stimolo per la formazione che se sarà capace di emanciparsi dal fascino esercitato dalle conoscenze meramente tecniche riuscirà a
collocarsi come leva strategica tanto per il miglioramento individuale quanto per quello organizzativo.
l’importanza del bilanciamento delle competenze della
formazione la quale deve assumere tre tipi di obiettivi:
tecnico-professionali, ovvero rivolti alla professione o alla
disciplina di appartenenza; di processo, rivolti ad operatori ed equipe che intervengono in un determinato segmento di produzione; ed infine di sistema, rivolti a tutti
gli operatori del servizio sanitario nazionale avendo quindi caratteristiche interprofessionali5. Oltre agli specifici
contenuti, che come detto dovranno essere orientati non
solo al perseguimento di obiettivi tecnici, anche le tipologie di azione formativa dovranno sapersi alternare. Per
assolvere al debito formativo infatti il professionista sani-
Bibliografia
C. Argyris, Lo sviluppo organizzativo e dei quadri direttivi, ISEDI 1972.
C. Argyris, Organization Learning: a Teory af Action Perspective, Mass. 1978.
G. Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano, 2000.
Decreto n. 3684 del 14/04/2010 della Direzione Generale Sanità “Il sistema lombardo di educazione continua in
medicina - sviluppo professionale continuo (ECM - CPD): indicazioni operative per l’anno 2010”.
J. Derrida, La disseminazione, Jaca Book, Milano, 1989.
E. Morin, La testa ben fatta, Cortina, Milano, 2000.
E. Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Cortina, Milano, 2001.
NOTE:
1 Direttore scientifico di Antiforma s.r.l. Milano, professore di Management sanitario presso la Facoltà di Medicina
e Chirurgia dell’Università degli studi di Milano.
2 Ricercatore. Direzione scientifica Antiforma s.r.l. Milano.
3 Sociologa. Formatrice junior Antiforma s.r.l..
4 Decreto n. 3684 del 14/04/2010 della Direzione Generale Sanità “Il sistema lombardo di educazione continua in medicina - sviluppo professionale continuo (ECM - CPD): indicazioni operative per l’anno 2010”
2 Allegato 1 al decreto “Dossier Formativo” cit. ■
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PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Le aziende moderne scelgono sempre più risorse umane
con minore esperienza, ma in grado di ricoprire
più ruoli all’interno del processo lavorativo <
Quanto conta
l’esperienza
Tra i vari bisogni, ogni azienda ha anche quello di uscire dagli schemi, di individuare nuove modalità, nuovi
tipi di risposta, nuovi processi o addirittura nuovi prodotti. Nasce così un dilemma classico. Da una parte
tanta esperienza aiuta a ricoprire i ruoli organizzativi, e
il “sapere come fare” favorisce efficienza ed efficacia
nelle attività realizzate. Dall’altra avere meno esperienza
e più cultura di base può garantire la ricerca di soluzioni più innovative e di esperire nuove strade nel gestire
la realtà tumultuosa che i nostri tempi ci fanno incontrare. Ciò che si osserva nel mondo aziendale è il massiccio ricorso al tentativo di rendere sempre più documentabili i comportamenti umani, per semplificarne al
massimo le operazioni, poterle classificare, documentare, riprodurre, a beneficio di chiunque si inserisca in
quel lavoro, in quell’attività. Così facendo si ritorna al
vecchio modello tayloristico che riduce l’uomo a una
macchina (esagero un po’ beninteso), rendendo possibile la richiesta di minore competenza a priori, e assicurando un processo logico e funzionante, ricopribile
appunto da chiunque. Naturalmente gli spazi per chi ha
esperienza, non più così importante, si riducono, e si
rischia di disperdere quel capitale umano che ha sempre fatto la differenza. Avviene così che in molte imprese le persone che hanno esperienza diventano “obsolete” e vengono riciclate sul mercato, con grande gioia
delle società outplacement che si ritrovano sempre più
clienti e assistiti. Peraltro, se si riduce all’osso l’esperienza e la si sostituisce con la procedura, si disperdono inevitabilmente un konw how e il suo valore, che assicurerebbero la capacità di intervenire nelle più diverse situazioni in forza di un’esperienza specifica posseduta,
mentre altrimenti le “macchine organizzative” rischiano
di fermarsi. Accade sempre più spesso nei negozi, negli
uffici, nei servizi, di ritrovarsi con giovanotti che non
hanno né arte né parte, e ai quali non è stato trasferito
il “sapere come fare”, limitando la loro azione al “fare
come è scritto”. Questa tendenza sta riducendo la qualità reale dei servizi al consumatore o ai clienti, in ogni
settore. La Sanità non è esente da questo peggioramento progressivo dell’attenzione e della cura del paziente,
che si sente sempre di più perso di fronte alla disinformazione e frustrato dall’incompetenza. È ben vero che
laddove la formazione ha fornito un supporto culturale
di Giorgio Cozzi,
Presidente ISO
di base (professionalità, servizio, qualità, relazione,
etc.), le cose vanno molto meglio. Tuttavia, sovente ciò
è solo un aspetto di facciata, e comunque avviene soltanto in certi ambienti, spesso esclusivamente perché è
un obbligo. La soluzione del dilemma sembra arrivare
da una gestione attenta al trasferimento delle competenze, alla valorizzazione dell’esperienza, a uno sviluppo culturale in cui la formazione è ritenuta strategica
dal vertice e dove i valori vengono confermati dai comportamenti di tutti, non solo sui pezzi di carta dove
vengono riportati con enfasi. È ora di muoversi, di crescere, tutti insieme. ■
43
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
> Pubblichiamo di seguito uno stralcio della tesi di laurea a cura
di Andrea Celsa. «Fondamentali i programmi di allenamento
acustico all’interno della riabilitazione protesica» <
Il ruolo
dell’Auditory
Training nella
protesizzazione
acustica:
ipotesi di
un protocollo
applicativo
IPOTESI DI UN PROTOCOLLO
APPLICATIVO
Molti studi portati avanti negli Stati Uniti per più di
mezzo secolo, hanno riconosciuto l’importanza di programmi di allenamento acustico (Auditory Training)
nella riabilitazione protesica. L’introduzione di questi
protocolli, all’interno di tutta la procedura di adattamento della protesi acustica, ha portato ad un evidente crescita della soddisfazione del paziente protesizzato, una
riduzione notevole degli storni degli apparecchi, ma
anche ad una maggiore incidenza positiva dell’applicazione audio-protesica.
La protesi acustica è un apparecchio elettronico, che ha
la funzione di elaborare e far sentire gli stimoli acustici
esterni. Tuttavia questa da sola non basta a ripristinare
una soddisfacente capacità di discriminazione vocale; l’analisi e interpretazione avviene a livello cerebrale e quindi a livello della memoria acustica, la quale dovrebbe
essere opportunamente stimolata dall’apparecchio stesso. Noi sappiamo però che questo non basta, in quanto
il cervello deve essere anche allenato come se fosse un
muscolo, evitando quindi l’atrofizzazione o l’impoverimento della codificazione degli eventi sonori. Questo è
l’obiettivo preposto dall’Auditory Training.
Importante quindi è l’allenamento, il quale fine è migliorare la discriminazione vocale e il riconoscimento degli
stimoli acustici presenti nella vita quotidiana, attraverso
training di percezione della parola e dei suoni.
Volendo avvalorare queste tesi, ho voluto personalmente
ideare un protocollo di allenamento acustico, non attraverso l’ideazione di un software, ma svolgendo un tipo di
audiometria vocale non convenzionale a pazienti nuovi
portatori di protesi acustiche.
to anni. Sono nuovi portatori di protesi acustiche.
Dieci hanno eseguito per intero le quattro settimane di
protocollo di allenamento, mentre gli altri dieci hanno
eseguito solamente la prima e l’ultima settimana.
3 Esami che hanno eseguito i pazienti
Tutti i pazienti hanno eseguito i tests di audiometria protesica previsti quali, Audiometria Tonale Liminare e Audiometria Vocale. Sono stati sottoposti anche a questionari C.O.S.I e A.P.H.A.B, volti proprio alla conoscenza di
quali erano le difficoltà di ascolto.
1 Studio dell’impatto dell’allenamento
acustico sulla discriminazione vocale
4 Quadri audiologici dei pazienti
I pazienti presentano una classica ipoacusia in caduta di
entità medio - grave sulle frequenze acute, fondamentali per quanto riguarda l’intelligibilità del messaggio verbale. Sono stati esclusi da questo studio pazienti che
presentavano ipoacusia di grado lieve,visto che in questi casi vi è ancora un buona percezione delle parole, e
profondo,dato dall’impossibilità in questo caso di eseguire il test.
Lo studio qui riportato tratta l’impatto dell’auditory training sul miglioramento della percezione della parola e il
riconoscimento di vari stimoli acustici ambientali.
2 Partecipanti al protocollo
A questo allenamento hanno partecipato venti soggetti,
che vanno da una fascia di età, dai sessanta agli ottantot-
47
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
5 Esami audiometrici dei pazienti partecipanti
FIG. 1 Dieci pazienti che hanno svolto il test,
orecchio sinistro
FIG. 2 Dieci pazienti che hanno svolto il test,
orecchio destro
Prove Vocali dei pazienti partecipanti
valori dB HL
Prove Vocali dei pazienti partecipanti
valori dB HL
SOGLIA
Paz 1
Paz 2
Paz 3
Paz 4
Paz 5
Paz 6
Paz 7
Paz 8
Paz 9
Paz 10
SOGLIA
Paz 1
Paz 2
Paz 3
Paz 4
Paz 5
Paz 6
Paz 7
Paz 8
Paz 9
Paz 10
DETEZIONE
60 db
60db
40db
30db
35db
40db
40db
60db
35db
60db
PERCEZIONE INTELLEZIONE
80 db
90db
85db
no
60db
70db
50db
65db
55db
65db
65 db
80db
55db
65db
75db
90db
60db
75db
75db
85db
Prova vocale orecchio sinistro
DETEZIONE
75db
65db
50db
70db
35db
40db
30db
60db
35db
60db
PERCEZIONE INTELLEZIONE
95db
no
80db
90db
70db
80db
90db
no
55db
65db
60db
75db
45db
60db
75db
90db
55db
70db
75db
85db
Prova vocale orecchio destro
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I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
6 Esami audiometrici dei pazienti non partecipanti
FIG. 3 Dieci pazienti che non hanno svolto il
test, orecchio sinistro
FIG. 4 Dieci pazienti che non hanno svolto il
test, orecchio destro
Prove Vocali dei pazienti non partecipanti
valori dB HL
Prove Vocali dei pazienti non partecipanti
valori dB HL
SOGLIA
Paz 1
Paz 2
Paz 3
Paz 4
Paz 5
Paz 6
Paz 7
Paz 8
Paz 9
Paz 10
SOGLIA
Paz 1
Paz 2
Paz 3
Paz 4
Paz 5
Paz 6
Paz 7
Paz 8
Paz 9
Paz 10
DETEZIONE
50db
50db
45db
40db
60db
45db
55db
55db
70db
75db
PERCEZIONE INTELLEZIONE
65db
75db
70db
85db
60 db
75db
60db
75db
80db
90db
60db
75db
70db
85db
70db
80db
90 db
no
90 db
no
Prova vocale orecchio sinistro
DETEZIONE
50db
50db
55db
55db
60db
70db
65db
60db
70db
45db
PERCEZIONE INTELLEZIONE
60db
75db
70db
85db
75db
85db
75db
85db
80db
95db
80db
95db
85db
90db
75db
85db
85db
90db
55db
75db
Prova vocale orecchio destro
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I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
7 Prova di Audiometria vocale non convenzionale
classica. Difatti le parole di una incominciano sempre
con la stessa consonante “sc”, “f”, “t”, “s” e “z”. Sono cinque liste differenti. La scelta di queste è dovuta al fatto
che sono stati scelti tutti pazienti con ipoacusie gravi in
caduta,specialmente sulle frequenze acute,e questo porta
quindi ad una non corretta percezione di queste consonanti,con un successivo decadimento dell’intelligibilità
della parola.
Tutto ciò è dovuto proprio al fatto che in questi casi le
frequenze gravi (Vocali) effettuano un effetto mascherante sulle acute (Consonanti).
Volendo svolgere un training da poter eseguire sia in studio che in casa, ho voluto formulare un tipo di Esame
audiometrico vocale “Non convenzionale”.
Non convenzionale perché differisce da un classico
esame vocale. L’esame viene svolto direttamente dall’esaminatore a voce, ad un intensità di comoda udibilità per
il paziente; ponendosi ad una distanza di circa un metro
e mezzo e di spalle, evitando quindi la lettura labiale,
mezzo con il quale altrimenti si potrebbe aiutare il
paziente. La differenza fondamentale è che le parole
bisillabiche pronunciate non sono le stesse della vocale
8 Prova di identificazione sonora
La logica di questa prova è quella di inviare lo stimolo
acustico ambientale al paziente, che dovrà dimostrare
quale immagine rappresenta il suono; quindi associare il
suono ad una determinata immagine.
Tutto ciò dovrebbe agevolare il compito del cervello nella
ricodifica dei suoni ambientali.
Questa prova è stata ideata per allenare le abilità del
paziente ad identificare i suoni ambientali, come lo
squillo del telefono, il corso di un fiume, il clacson di un
auto, lo scroscio della pioggia e la risacca del mare.
Per questo test abbiamo preparato un CD, inserendo dei
file audio, che riproducono i suoni sopra citati.
IDENTIFICAZIONE DEL SUONO AMBIENTALE
STIMOLO
fiume
risacca del mare
pioggia
clacson
telefono
CORRETTA
Essendo un training da intraprendere per un mese intero, ho voluto rendere partecipi anche i familiari dei
pazienti.Facendo allenare di fatti il paziente direttamente nella sua casa, attraverso un familiare che leggesse la
lista di parole bisillabiche.
Tutto ciò proprio con l’intento di mantenere costantemente un allenamento anche quando il soggetto non si è
recato in studio.
SBAGLIATA
Lista degli stimoli acustici ambientali comuni
51
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
TABELLE FINALI IDENTIFICAZIONE SONORA
PAZIENTI NON SOTTOPOSTI A PROTOCOLLO
% delle volte che in 2 sedute e stato riconosciuto correttamente il suono ambientale (paziente sottoposto al test 2
volte in un mese)
paziente 1
Paziente 2
Paziente 3
Paziente 4
Paziente 5
Paziente 6
Paziente 7
Paziente 8
Paziente 9
Paziente10
FIUMERISACCA DEL MARE
50%
0%
50%
50%
50%
0%
100%
100%
0%
0%
100%
0%
100%
50%
50%
0%
0%
50%
50%
50%
PIOGGIA
100%
100%
50%
0%
100%
100%
50%
100%
100%
100%
CLACSON
100%
100%
50%
50%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
TELEFONO
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
0%
50%
100%
9 Grafici dei risultati
Grafico 1: valori medi dei 10
pazienti soggetti a protocollo
Grafico 2: valori medi dei 10
pazienti non soggetti
a protocollo
53
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
Grafico 3: valori medi a confronto
tra i soggetti che hanno eseguito il
test e soggetti che non hanno
eseguito il test
non informato dei processi implicati nella sordità può
irrazionalmente porre degli obiettivi irraggiungibili
diventando così un opinion leader senza cognizione di
causa mentre il familiare coinvolto e informato dei processi, il familiare coinvolto nell’iter terapeutico, il familiare consapevole degli obiettivi ragionevoli perseguibili
diventa di fatto un collaboratore attivo e questo non può
che non avere un effetto positivo sul soggetto affetto da
sordità incentivandolo a proseguire con pazienza e disciplina nel percorso protesico.
Non è irragionevole ipotizzare che il coinvolgimento
informato dei familiari nel processo audio protesico concorre a creare una maggiore consapevolezza nel paziente sottoposto a terapia protesica ottimizzando cosi le
risorse che deve disporre per il raggiungimento più precoce dei risultati utili.
RISULTATI
Dai risultati ottenuti dal protocollo applicativo sperimentato, si evince che i soggetti che si sono sottoposti al
test, che hanno eseguito settimanalmente la prova vocale non convenzionale e la prova di identificazione sonora, sono stati in grado alla fine della quarta settimana di
identificare in media 8 fonemi su 10 (grafico 1). I soggetti invece che non si sono sottoposti alla prova, eseguendo quindi il test solo la prima settimana e direttamente la quarta, hanno mostrato un risultato diverso, di
fatti la quarta settimana sono stati in grado di identificare 7 fonemi su 10 (grafico 2).
Nel grafico 3 sono stati messi a confronto i risultati ottenuti da i due gruppi.
In tutti i soggetti vi è stato anche un miglioramento dell’identificazione sonora.
CONCLUSIONE
L’IMPORTANZA DEL FAMILIARE DURANTE
L’AUDITORY TRAINING
Considerato che i risultati osservati dall’impiego del protocollo applicativo da me proposto, cioè un miglioramento globale e più precoce della comprensione vocale
ed un efficace identificazione di suoni ambientali, sembra confermare le evidenze a base scientifica divulgate
negli articoli scientifici (Home-based Auditory and
Speechreading Training by Mark Ross; Technologic
advances raise prospects for a resurgence in use of auditory training by Sara Bloom; Software-based auditory training program found to reduce hearing aid return rate by
Il partecipare ad un protocollo così ideato, rende infatti
partecipe, il familiare, o accompagnatore del soggetto
affetto da sordità, diventando attore attivo nel percorso
protesico. E’ fatto noto che frequentemente è proprio il
familiare che incentiva e promuove la terapia protesica
nel membro di famiglia ipoacusico ma allo stesso tempo
spesso diventa l’artefice in negativo disincentivando l’acquisto dell’apparecchio quando riscontra un esito non
conforme con quanto aveva posto all’inizio. Il familiare
54
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
Melody Martin). Questi articoli vedono l’auditory training come un veicolo e strumento con il quale disciplinare e coordinare i processi coinvolti nell’applicazione
protesica, che resterebbero altrimenti in balia di un percorso casuale con esito e tempistiche che possono mettere a repentaglio un risultato soddisfacente.
La bibliografia accademica in merito sembra far intravedere il nesso fra metodiche applicative senza protocollo
ed esiti maggiormente insoddisfacenti nella protesizzazione acustica; mentre una protesizzazione supportata da un
protocollo applicativo sembra dare risultati non solo
maggiormente soddisfacenti ma anche più precoci.
L’auditory training, nella fattispecie la metodica da me
proposta, pur nella sua spartana semplicità paragonato a
metodiche ben più evolute come per esempio eARena
della Siemens, il L.A.C.E della neurotone ecc., ha permesso il coinvolgimento e la collaborazione informata del
I NUOVI PROTAGONISTI
ANDREA CELSA
Nato a Roma nel1986.
Dopo aver conseguito il
diploma di Liceo scientifico,
nel 2010 si Laurea in
Tecniche Audioprotesiche,
presso l’Università degli studi
di Roma “La Sapienza”, con
la votazione di 110 e lode.
Oggi svolge l’attività di
Tirocinante presso un centro
acustico a Roma.
familiare, un attiva e costruttiva partecipazione del
paziente protesizzato, il quale è stato in grado in tempi
più precoci di riconoscere gli indizi acustici rappresentati dalle consonanti e quelli presenti nei suoni ambientali.
BIBLIOGRAFIA
1. Journal of the American Academy of Audiology. Sweetow Robert and Palmer Catherine V. Volume 16, Number 7,
June 2005, pp. 494-504.
2. The case for LACE: Listening and auditory communication enhancement training. Sweetow Robert W.;
Henderson-Sabes Jennifer. March 2004 - Volume 57, pp 32, 35, 38, 40;
3. The hearing journal: Training the adult brain to listen. Sweetow Robert W. June 2005, Volume 58, pp 10-16;
4. The official Journal of the American Academy of Audiology: Training Auditory-Visual Speech Reception in Adults
with Moderate Sensorineural Hearing Loss. Montgomery Allen A.; Walden Brian E.; Schwartz Daniel M.; Prosek
Robert A. February 1984, Volume 5, pp 1-60;
5. The hearing journal: Software-based auditory training program found to reduce hearing aid return rate. Melody
Martin. August 2007, Volume 60, pp 32, 34, 35;
6. Journal of Speech, Language, and Hearing Research: Effects of Long-Term Training on Aided Speech-Recognition
Performance in Noise in Older Adults - Humes Larry; Burk Matthew. June 2008, volume51, pp 759-771;
7. The hearing journal: Technologic advances raise prospects for a resurgence in use of auditory training. Bloom Sara.
August 2004, volume57, pp 19, 20, 22, 23.
SITI INTERNET VISITATI:
www.infoanziani.it/ricerche/Nursing_Presbiacusia.pdf
www.audiologia.unina.it/Fisica.htm
www.studiocash.it/corso_oss/LA%20MEMORIA%20DOCUMENTO.pdf
www.audiologyonline.com/theHearingJournal/
www.audiologyonline.com/theHearingJournal/article_detail.asp?article _id=1083
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/
www.hearingresearch.org/ross/index.php
www.neurotone.com/
http://hearing.siemens.com/en/04-products/18-earena/earena.jsp
www.cochlearamericas.com/Support/2427.asp ■
55
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
> Gli esperti calcolano che il 4% della popolazione mondiale
presenta un problema di sordità. Ma a fronte di questa stima,
solo il 20% fa uso di protesi acustiche <
Modelli di
previsione per
il fabbisogno
di protesi
acustiche
nelle ipoacusie
neurosensoriali
INTRODUZIONE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (W.H.O.) stima
che circa il 4% della popolazione mondiale presenti una
sordità, con una prevalenza progressivamente più elevata nelle fasce più anziane. A fronte della elevata prevalenza dell’ipoacusia, una quota relativamente piccolo
di persone sorde, attorno al 20% fa uso di protesi acustiche.
La disparità fra persone sorde e persone che usano una
protesi acustica è in parte legato alla definizione di
ipoacusia. Secondo le più comuni linee-guida, utilizzate anche per monetizzare il danno in sede medico-legale, il criterio di ipoacusia è fissato a oltre 25 dB HL
come media per le frequenze 0, 5, 1, 2, 4 kHz. Da un
punto di vista strettamente funzionale, la maggior parte
delle persone con una perdita uditiva di 25-35 dB HL
non ha rilevanti conseguenze sulla comunicazione. Al
contrario, queste possono manifestarsi più facilmente
con perdite uditive oltre 40 dB HL, ed infatti questo è il
limite usato nelle classificazioni per separare le ipoacusie lievi (25-40 dB HL) dalle ipoacusie di grado moderato (41-60 dB HL). Poiché un tasso più elevato di persone ha una ipoacusia lieve, è logico che queste non
ricerchino un’amplificazione. Per tale motivo in uno
studio su un campione di 4.200 casi, Kochkin (2007)
prende in considerazione solo il cinquantile superiore,
vale a dire su tutti i casi, la metà con sordità più elevata. Anche con questa restrizione tuttavia, la penetrazione della protesi acustica resta molto più bassa rispetto
alle difficoltà uditive percepite soggettivamente dalle
persone, poco più del 50% nei casi di sordità severa, il
35% nelle sordità profonde e il 26% nelle moderate.
Altri studi simili, sono stati condotti in paesi dove il servizio pubblico copre anche gli aspetti riabilitativi della
sordità, finanziando in diversa misura l’acquisto di protesi acustiche (Paesi Scandinavi, Gran Bretagna, Italia).
In questi, l’interesse è focalizzato ad individuare le
migliori linee d’azione per assistere il maggior numero
di persone con la minor spesa.
Poiché può essere utile una previsione quantitativa
delle protesi da distribuire, - e l’interesse può investire
sia la parte pubblica assistenziale, che la parte privata di
commercializzazione-, lo scopo di questo lavoro era di
stimare il fabbisogno di protesi acustiche in un campio-
di Silvano Prosser, Elisa Previati
Audiologia e Foniatria, Università di Ferrara
ne di persone risultate affette da ipoacusia in seguito ad
accertamenti audiometrici di primo livello. In particolare si sono definiti tre modelli di candidatura alla protesizzazione, valutando le conseguenti variazioni sul
numero di protesi previsto.
CAMPIONE
Il campione è costituito da 500 pazienti, 242 maschi e
258 femmine, di età compresa fra 5 e 94 anni, sottoposti ad accertamenti audiometrici di primo livello in
seguito a richiesta specialistica ORL. Le cause della
richiesta erano: a) generico calo soggettivo d’udito; b)
cattiva percezione e discriminazione verbale; c) presenza e persistenza di acufeni; d) controllo audiometrico
suggerito dai famigliari. I pazienti sono stati sottoposti
ad esame impedenzometrico ed esame audiometrico
tonale per via aerea e per via ossea in cabina silente. I
criteri per definire l’ipoacusia neurosensoriale erano a)
una differenza di soglia per via aerea-ossea uguale o
inferiore a 10 dB, b) un timpanogramma di tipo “A”,
con compliance compresa tra 0.3 e 1.3 c.c. equivalenti
59
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
di aria. Dal campione sono state escluse le ipoacusie trasmissive, le ipoacusie ad insorgenza acuta, e gli esiti
otochirurgici.
La Fig. 1 riporta la distribuzione percentuale in classi di
età, con la suddivisione per ogni classe in maschi e fem-
mine. Metà del campione è costituito da soggetti con
più di 60 anni.
CARATTERISTICHE UDITIVE
E INDICAZIONI ALL’AMPLIFICAZIONE
Classi di sordità
Come parametro per descrivere la sordità è stata utilizzata la media del valore di soglia dell’orecchio migliore,
per le frequenze 0,5-1-2-4 kHz. (PTA), in accordo con
le linee guida del gruppo di studio europeo sulla sordità
genetica (Stephens e coll, 2001). I singoli casi sono stati
attribuiti alle categorie della sordità secondo i criteri
della W.H.O.: lieve 26-40 dB HL, moderata 41-60 dB
HL, severa 61-90 dB HL, profonda > 91 dB HL.
La Tab I. riporta la distribuzione dei soggetti, maschi e
femmine, ed età media, entro le categorie della classificazione.
Fig.1 Distribuzione dei soggetti (n)
per classi di età(ascissa) e sesso (m,f).
TABELLA I
normoacusia
sordità lieve
sordità moderata
sordità severa
TOT
MASCHI
138
59
37
8
242
FEMMINE
167
51
36
4
258
TOT
305
110
73
12
500
(60,5%)
(22%)
(14,6%)
(2,4%)
(100%)
ETÀ MEDIA
58
57
59
67
In totale, 195 soggetti (39,5%) sono risultati affetti da
un’ipoausia bilaterale, e ben più della metà (60,5%)
appartengono alla classe “normoudenti”. È da osservare
che con questo criterio di classificazione, nelle “normoacusie” possono rientrare casi di ipoacusia monolaterale. Degli affetti da ipoacusia (195) il 56% ha una
sordità lieve, il 37% una sordità moderata, il 6% una
sordità severa, e nessuno una sordità profonda.
disabilità uditiva, causata da una ridotta capacità delle
funzioni binaurali (Bovo e coll, 1988). Benchè nelle
ipoacusie monolaterali un’amplificazione non sia generalmente consigliata, tuttavia casi con particolari necessità uditive possono migliorare la binauralità con una
protesi acustica. In questi casi l’amplificazione raccomandata è selettiva in frequenza, usualmente con un
guadagno lineare, e con accoppiamento aperto.
Ipoacusia monolaterale
Ipoacusia bilaterale
Per identificare le ipoacusie monolaterali, nel gruppo
classificato come normoudente si è eseguito il controllo
dell’orecchio controlaterale. Dei 305 soggetti normoudenti, e cioè con PTA entro 25 dB HL) nell’orecchio
migliore, 43 (14%). presentavano un’ipoacusia di grado
variabile nell’orecchio controlaterale, con PTA fra 27,5
e 67,5 dB HL. Sommando questi 43 pazienti ai 195 con
sordità bilaterale, i casi con ipoacusia diventano 238,
pari al 47% del campione.
Osservazione: Nove casi sui 43 con ipoacusia monolaterale (20%) mostravano una soglia ad oltre 40 dBHL:
tale condizione può essere responsabile di una certa
I grafici della Fig. 2 riportano i valori medi di soglia
(± 1 d.s.) per orecchio destro e sinistro dei casi con
ipoacusia bilaterale.
Fig. 2 a) le ipoacusie di grado lieve caratterizzate da
questo profilo audiometrico generalmente non causano
difficoltà comunicative molto rilevanti. Poiché il livello
medio della voce di conversazione è di circa 60 dB SPL,
si può notare che la soglia media delle frequenze più
importanti per il riconoscimento del linguaggio (0,5-12 kHz) risulta al di sotto di questo valore.
Difficoltà di percezione del parlato sono prevedibili per
la voce sussurrata (25-35 dB SPL), e nell’ascolto in
61
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
buire a rallentare l’involuzione senile delle facoltà
cognitive (Allen et al, 2003). Le protesi acustiche consigliate per queste ipoacusie forniscono un’amplificazione selettiva sulle alte frequenze, un accoppiamento
aperto, e un dispositivo di riduzione del rumore.
Fig. 2 b): Le ipoacusie di grado moderato con questo profilo di soglia si accompagnano a rilevanti difficoltà di
ascolto nella comunicazione quotidiana. Infatti, l’innalzamento di soglia che si verifica anche sulle frequenze
medio-gravi può compromettere la percezione della
maggior parte dei fonemi consonantici. Inoltre questi
tipi di ipoacusia, essendo per lo più sostenute da disordini cocleari, sono associate a un campo uditivo ristretto
ed a distorsioni percettive di frequenza (Moore, 1995).
Ciò aumenta la probabilità che segmenti fonemici con
caratteristiche acustiche simili vengano confusi fra loro.
In questi casi è raccomandata l’amplificazione con strumenti capaci di compensare le distorsioni uditive (multibanda, guadagno non lineare) e dotati di dispositivi per
facilitare il riconoscimento del parlato nel rumore
(microfono direzionale e riduttore di rumore).
Fig. 2 c): le ipoacusie di grado severo con questa configurazione di soglia causano invariabilmente gravi problemi
alla comunicazione. Chi ne è affetto è costretto a richiedere frequentemente la ripetizione delle parole e ad utilizzare la labiolettura. Nei soggetti anziani, il rallentamento dei processamenti uditivi centrali aggrava ulteriormente le difficoltà, in quanto si riduce la capacità di
integrare le porzioni del messaggio percepite confusamente mediante l’interpolazione (memorie a breve termine) e l’informazione contestuale. Le ipoacusie di grado
severo devono essere trattate con strumenti in grado di
fornire elevati guadagni e quindi dotati di accoppiamento chiuso. Inoltre, in relazione alle necessità uditive individuali, gli strumenti possono essere dotati di tutti i
dispositivi per processare adeguatamente i segnali in
ingresso. Infine va ricordato che in base alle più recenti
linee-guida, anche fra le sordità severe vi sono casi che
possono beneficiare di un impianto cocleare.
A
B
C
Fig.2 Profili audiometrici medi (barra verticale= 1 dev. st.)
ambienti rumorosi. Infatti in soggetti con ipoacusia
neurosensoriale, un innalzamento della soglia a 4 kHz
ad oltre 40 dB HL obbliga ad un miglioramento del rapporto segnale/rumore di 4-8 dB per uguagliare le prestazioni dei normoudenti (Prosser e coll. 1997).
In queste forme di ipoacusia l’amplificazione può essere opzionale, in relazione alle necessità individuali di
ascolto. Si ritiene tuttavia, che in pazienti anziani nei
quali l’udito tenderà a peggiorare col tempo, un’amplificazione sia fortemente raccomandabile. Secondo studi
recenti, massimizzare la funzione uditiva può contri-
Simmetria di soglia
La tab.II mostra la distribuzione delle asimmetrie di
soglia, in classi di 10 dB, considerando insieme ipoacusie monolaterali (43) e bilaterali (195). Il criterio da noi
utilizzato per classificare una soglia come asimmetrica è
una differenza superiore a 10 dB fra le PTA dei due lati.
In base a tale criterio i casi con soglia asimmetrica sono
risultati pari al 18%. I sette casi con asimmetria più
marcata (30-50 dB) appartenevano alle sordità monolaterali e bilaterali lievi.
62
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
TABELLA II Asimmetrie di soglia
PTA DIFF. (DB)
NUM. SOGG
%
0-10
194
82%
11-20
28
12%
21-30
9
4%
31-40
5
2%
41-50
2
1%
totali
238
100
va, con un massino di 35 dB/ottava). Circa metà dei casi
ha una soglia pantonale o con una lieve pendenza
(entro 12,5 dB/ottava), mentre circa un terzo di casi è
caratterizzato da pendenze moderate (fra 12,5 e 25
dB/ottava).
Osservazione: Una pendenza di soglia elevata può predire difficoltà di protesizzazione determinate da uno
scarso beneficio dall’amplificazione delle frequenze più
compromesse. Inoltre può orientare sull’opportunità o
meno di un accoppiamento aperto o di un accoppiamento chiuso ventilato. In certi casi una pendenza di
soglia associata ad una elevata PTA può orientare verso
un’amplificazione che privilegia le frequenze mediogravi, escludendo le alte frequenze. Pendenze di soglia
superiori a 45 dB /ottava suggeriscono la possibilità di
una regione cocleare morta. In tali casi l’amplificazione
delle frequenze che occupano la regione cocleare morta
può essere inefficace (Moore 2004). Impianti cocleari
“corti” e protesi acustiche con trasposizione di frequenza rappresentano per questi casi delle opzioni i cui
risultati sono tutt’oggi in via di valutazione.
Osservazione: Nelle ipoacusie bilaterali, valutare il
grado di simmetria fra le soglie uditive dei due orecchi è
importante per decidere su un’applicazione protesica
mono- o binaurale. Benchè sia sempre da indicare un’applicazione binaurale, esistono tuttavia alcuni casi in cui
tale soluzione non viene accettata: questi sono di solito
rappresentati da ipoacusie con soglia uditiva asimmetrica per più di 40 dB (Sandlin, 1994). Di solito è il paziente stesso che dopo un periodo di prova decide in quale
orecchio utilizzare l’amplificazione. Sulla decisione intervengono variabili legate alle due soglie ed all’entità delle
distorsioni percettive, ma di fatto risulta difficile stabilire
a priori quale delle due orecchie protesizzare.
Un’ulteriore limitazione all’utilità di una protesizzazione
binaurale è stata ravvisata nell’età. Individui di più di 7580 anni non sembrano trarre vantaggio dalla binauralità,
probabilmente per un impoverimento delle decussazioni
del corpo calloso che rallenta il trasferimento interemisferico dei pattern neurali uditivi. (Jerger e coll, 1993).
Pendenze di soglia
La pendenza di soglia (“slope”) è definita dalla differenza di soglia fra un ottava e l’altra. Nella nostra valutazione abbiamo considerato la “slope” fra 1 e 4 kHz (due
ottave). La Fig.3 riporta la distribuzione percentuale in
classi di pendenza, per orecchio destro e sinistro.
Meno del 10% dei casi presenta una soglia lievemente
in salita (pendenza negativa), e meno del 10% presenta
una pendenza di soglia di oltre 50 dB (oltre 25 dB /otta-
IPOTESI DI PROTESIZZAZIONE E FABBISOGNO
Indicazioni generali all’amplificazione
Il livello uditivo oltre il quale è prevedibile un beneficio
dall’amplificazione è evidentemente diverso da persona a
persona. Infatti una ridotta percezione uditiva è diversamente tollerata, in relazione alle necessità uditive, strettamente individuali. I livelli uditivi (PTA) più frequentemente richiamati come criterio per applicare un’amplificazione sono attorno a 35-40 dB HL. Questi valori sono
giustificati in quanto rappresentano i livelli inferiori di
cresta del parlato pronunciato con un normale sforzo
vocale. Essi tuttavia sono soltanto orientativi, perché differenti profili di soglia, pure con uguale PTA, possono
associarsi a difficoltà uditive del tutto diverse.
Amplificazione monoaurale e binaurale (*)
In base alla perdita uditiva si possono applicare protesi
monoaurali, a un solo orecchio, o binaurali, ad entrambi gli orecchi. L’udito binaurale è superiore all’udito
monoaurale nella localizzazione della provenienza dei
Fig. 3 Distribuzione percentuale in classi di pendenza,
per orecchio destro e sinistro
63
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
preferito “monoaurale” e “binaurale”, riservando gli altri
termini alle ipoacusie.
suoni, e nella percezione del parlato in condizioni di
interferenze rumorose. Per tali motivi nelle ipoacusie
bilaterali la protesizzazione acustica dovrebbe essere
binaurale.
Secondo alcuni studi circa il 90-95% dei pazienti opterebbe per questa soluzione, a patto che le procedure di
regolazione siano ottimali. In realtà, le protesizzazioni
binaurali sono molto variabili, secondo le consuetudini
nazionali, oscillando fra 5-20% della Finlandia, e circa
80% negli Usa (Arlinger, 2006).
Applicazioni monoaurali per ipoacusie bilaterali sono
indicate in presenza di forti asimmetria di soglia, o per
l’età molto avanzata. Applicazioni monoaurali nelle
ipoacusie monolaterali sono possibili in casi molto limitati, con ipoacusie di grado lieve-medio, per persone
che hanno necessità di ascolto da entrambi i lati. Non
sono invece indicate nelle sordità monolaterali severe o
profonde.
(*) Benchè sia consigliabile l’uso di “monolaterale” e “bilaterale” riferito alle protesi acustiche, in questo contesto si è
Modello di fabbisogno per un’applicazione
protesica “ottimale”
Assunzioni:
1) criterio di indicazione: PTA superiore a 35 dBHL
nell’orecchio migliore;
2) applicazione:
b1) binaurale in tutti i casi di ipoacusia bilaterale,
eccettuati quelli con un’asimmetria di soglia superiore a 35 dB ed i casi con età superiore a 75 anni;
b2) applicazione monoaurale nelle ipoacusie monolaterali con PTA superiore a 40 dBHL;
3) protesi:
tipo “A”: capaci di un guadagno fino a 45 dB,
retroauricolari preferibilmente ad accoppiamento
aperto, o endoaurali;
tipo “B”: retroauricolari, capaci di guadagno superiore a 45 dB e di amplificazione a banda larga.
TABELLA III
APPLICAZIONI
N. CASI
PROTESI tipo A
PROTESI tipo B
NUM. PROTESI
IPOAC. BILATERALI
IPOAC MONOLAT
candidatura: orecchio migliore PTA > 35 dB HL
cand.:PTA >40dB HL
lievi n=31
mod =72
sev =12
mod=7
binau monau(*)
binau monau(*)
binau monau(*)
monau
TOT
27
4
61
11
5
7
7
122
52
2
54
4
4
46
76
122
7
4
11
7
10
10
7
7
7
116
99
215
(*) applicaz. monoaurale per sogg. > 75 aa di età
permettere la minor spesa. Criteri simili sono stati
seguiti nel passato in alcune nazioni europee (per esempio in Gran Bretagna fino a una decina di anni fa) per
la distribuzione di protesi con spesa totalmente a carico
del servizio pubblico.
a. criterio di indicazione: PTA superiore a 50 dBHL
nell’orecchio migliore;
b. applicazione : solo monoaurale;
c. protesi di tipologia A o B.
La tabella mostra i dati complessivi del modello di previsione “ottimale”. Si tratta di 122 casi-paziente, 115
provenienti dai casi con ipoacusia bilaterale e 7 dai casi
con ipoacusia monolaterale. La seconda riga riporta le
classi di ipoacusia. La quarta riga riporta il numero di
casi candidati per un applicazione di protesi binaurale
o monoaurale. Le tre ultime righe riportano il numero
di protesi suddivisi per le due tipologie A e B ed il totale. In complesso questo modello prevede che su 122
candidati andrebbero distribuite 215 protesi acustiche,
116 di tipologia A e 99 di tipologia B, per un totale di
186 protesi in applicazione binaurale e 29 in applicazione monoaurale (Fig.4).
Questo modello prevedere un fabbisogno ristretto di
protesi. Esso è inteso a fornire un’amplificazione ai casi
con un’ipoacusia di grado tale da compromettere la
comunicazione in modo rilevante, e nello stesso tempo
Con questa previsione i candidati, appartenenti solo
alle classi di ipoacusia moderata e severa si riducono a
64 ed il numero di protesi applicate monoauralmente
sono suddivise in 11 di tipo A e 53 di tipo B (Fig.4).
Con questi criteri di candidatura il fabbisogno di protesi è pari al 30% rispetto al fabbisogno previsto dal criterio ottimale.
66
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
Modello di previsione basato
sul criterio di “invalidità”
Il servizio nazionale italiano fornisce un contributo
fisso per l’acquisizione di protesi acustiche. Per averne
diritto occorre una soglia uditiva per l’orecchio migliore oltre i 65 dB mediata sulle frequenze 0,5-2 kHz.
Tuttavia il contributo viene erogato anche a soggetti con
soglia uditiva minore di 65 dB PTA, se questi soffrono
di altre patologie che concorrono al raggiungimento di
una certa percentuale di invalidità (37%). Il contributo
è previsto per una applicazione binaurale, se non
espressamente controindicato.
Per selezionare i candidati dal nostro campione quindi,
al numero di soggetti con PTA di oltre 65 dB si è
aggiunta una quota di soggetti con PTA fra 45 e 65 dB.
Tale quota è stata determinata dall’età, stimando che
soggetti con più di 75 anni avessero con probabilità
qualche patologia extrauditiva concorrente al tasso di
invalidità richiesto per la contribuzione.
a. PTA orecchio migliore superiore a 65 dB;
b. PTA fra 45 e 65 dB se età =>75 anni;
c. protesi binaurale tipologia A o B.
Con questo modello i candidati si riducono a 22.
Essendo prevista un’applicazione binaurale in tutti i
casi, il numero di protesi risulta 44, 4 di tipo A e 40 di
tipo B (Fig.4), corrispondente al 20% rispetto al numero di 215 del modello di previsione ottimale.
Osservando per confronto il numero assoluto di protesi (Fig.4) , suddivise per le due tipologie, in funzione
dei tre criteri di candidatura si evidenzia una notevole
differenza fra criterio ottimale e i due criteri più restrittivi. Passare dal criterio “invalidità” al criterio “necessità” equivale ad aumentare del 30% il numero di protesi (da 44 a 64) , ma ciò permetterebbe di triplicare le
persone protesizzate passando da 44 pazienti con
amplificazione (binaurale) a 128 pazienti (con amplificazione monoaurale).
La Fig. 5 riporta il numero di protesi previste secondo i
tre modelli, ogni 100 persone risultate affette da ipoacusia bilaterale o monolaterale. Nel modello di previsione
disegnato con i più larghi criteri di ammissione, il fabbisogno di protesi stimato è di 90 ogni cento persone affette da ipoacusia. Applicando i due criteri più ristretti
(“necessità” e “invalidità”) il numero di protesi diventa
Fig. 4 Numero assoluto di protesi suddivise per le due
tipologie, in funzione dei tre criteri di candidatura
Fig. 5 Numero di protesi previste secondo i tre modelli,
ogni 100 persone ipoacusiche.
rispettivamente 27 e 18, ogni cento persone affette. È
tuttavia da sottolineare come il criterio “necessità” che
prevede un’applicazione monoaurale copra il 27% degli
affetti, mentre il criterio “invalidità” che prevede un’applicazione binaurale copre solo il 9%. Leggendo i dati e
simulando il passaggio dal criterio “invalidità” al criterio
“necessità” si può osservare che aumentando del 50% il
numero di protesi (da 18 a 27), e quindi la spesa, si
aumenta del 300% i pazienti assistiti (da 9 a 27).
BIBLIOGRAFIA
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among adults: Data from the national health and nutrition examination survey, 1999-2004. Arch Intern Med.
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67
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L’AUDIOPROTESISTA
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Stephens D., Read A. (eds.): Definitions protocols and guidelines in genetic hearing impairment. Whurr pub., London,
2001. ■
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La competenza
che fa sentire bene
RECENSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Il romanzo di David Lodge, pur con leggerezza,
spinge il lettore a una riflessione seria
sul tema dei disturbi uditivi<
Il prof è sordo
Finalmente giunto all’età della pensione, Desmond
Bates, ex professore di linguistica, è pronto a godersi il
proprio tempo libero e tutte le piccole gioie che si
aspetta dalla sua nuova condizione.
Ben presto però si accorge che le giornate trascorse lontano dall’università e dalle sessioni d’esame non sono
poi così entusiasmanti. Il professore è un pensionato in
un mondo che lo vorrebbe iperattivo: è sposato in
seconde nozze con un’ex allieva che gestisce, insieme
ad un’amica, una galleria d’arte e d’arredamento di ottimo e crescente successo. A ciò si aggiunge l’ansia per
l’anziano padre che si rifiuta ostinatamente ad abbandonarte la propria casa londinese, nonostante la palese
incapacità di provvedere a sé in autonomia.
Ma al di là di tutto questo, c’è in realtà un’altra circostanza destinata a cogliere completamente impreparato
Desmond e che ben presto finirà per turbare i suoi, un
tempo pacifici, sonni: il professore si accorge, infatti, di
essere affetto da una grave forma di sordità progressiva.
E così, ben presto, si trova a fare i conti con l’inevitabi-
La vicenda
divertente
e provocatoria
di un uomo costretto
ad affrontare il suo
peggioramento
dell’udito
le corollario di questo problema: il peggioramento dell’udito lo confina in un isolamento sempre maggiore e
lo rende protagonista di fraintendimenti, errori e figure
ridicole e imbarazzanti in società.
«Eri totalmente perso nella conversazione con quella
tipetta», scherza la moglie. «No, non ho parlato con
l’architetto», le risponde il professore. È giocato tutto su
questi toni il romanzo, che attraverso pagine veloci e
spassose, anche se nello stesso tempo commoventi e
profonde, induce il lettore in una seria riflessione sui
dsiturbi uditivi e su come possono condizionare la vita
di ognuno di noi. Seguendo le vicende del professore, si
comprenderanno con intelligenza e sensibilità le difficoltà quotidiane di un debole di udito. Il professor
Bates, simpatico e irriverente, incarna così l’eterno contrasto di un uomo che non vuole rassegnarsi alla vecchiaia e alle sue fragilità.
DAVID LODGE
David Lodge è nato a Londra nel 1935.
Per oltre venticinque anni è stato professore emerito
di Letteratura inglese all’Università di Birmingham.
Abbandonato l’insegnamento,
dal 1987 si dedica esclusivamente alla scrittura.
Romanzo Bompiani
Euro 19,50
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H
e
x
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X
DAL MONDO DEI SUONI
L’AUDIOPROTESISTA
VIA IL MERCURIO
DALLE BATTERIE
DEGLI APPARECCHI ACUSTICI
Finalmente disponibili le nuove batterie senza mercurio,
che non solo aiutano l’ambiente, ma garantiscono ai portatori di apparecchi acustici una maggiore sensibilità.
Dunque sia i produttori di batterie che quelli di apparecchi acustici stanno lavorando per eliminare il mercurio
dalle batterie “Zinc-Air” e tra qualche tempo in alcune
aree di mercato tutte la batterie degli apparecchi acustici
saranno senza mercurio. I maggiori produttori, infatti,
hanno concordato di raggiungere questo traguardo entro
giugno 2011. L’industria della
batteria ha già fatto un notevole progresso tecnologico, ma ci
sono ancora problemi legati
all’uso di questo nuovo tipo di
batterie senza mercurio. I portatori di apparecchi acustici, però, hanno riscontrato
qualche difetto nelle nuove pile: una durata minore della
batteria e bassi toni di avviso anche quando le pile sono
quasi nuove.
lavoro. Lo ha dimostrato un recente studio sull’argomento effettuato dall’Università di Scienze Mediche di
Teheran, su 500 camionisti, messi in correlazione con il
rischio di sordità. Lo studio ha esaminato l’udito di 500
camionisti in una delle città della provincia di Fars, in
Iran. I livelli di soglia dell’udito dei soggetti sono stati
misurati in frequenze di 500Hz-8000Hz. Lo studio ha
dimostrato che attualmente il 9% e il 12,6% dei camionisti sono audiolesi rispettivamente dal lato sinistro e
destro alle medie frequenze (500, 1000, 200Hz) e il
45% alle alte frequenze ad entrambe le orecchie (4000
e 8000Hz). Da ciò, lo studio ha concluso che il danno
all’udito nei guidatori professionisti avviene prima a
4000 e 8000 Hz che a frequenze più basse.
IL TINNITO NON È EREDITARIO
Il fastidioso fenomeno del tinnito non è ereditario. Lo ha
ribadito uno studio norvegese, che però sottolinea come
questa conclusione potrebbe non essere veritiera per
tutte le diverse forme di questo disturbo. Il tinnito, infatti, è stato recentemente considerato come un fenomeno
ereditario, anche se poco si
conosce circa l’importanza
della genetica nella suscettibilità di una persona a questa
condizione. Non è una regola che la genetica abbia parte in gioco e non c’è necessariamente una connessione tra tinnito e genetica ereditaria. Sebbene i dati non abbiano distinto tra i differenti
tipi di tinnito (alcuni dei quali possono essere più ereditari di altri), la bassa correlazione globale indica che in
linea generale, il fenomeno non sia legato all’ereditarietà.
LO STATO SOCIO-ECONOMICO
PUÒ CONTRIBUIRE
ALLA PERDITA DELL’UDITO
Uno studio svedese ha dimostrato che i problemi dell’udito possono essere associati allo stato
socio-economico dei soggetti esaminati e alla
loro esposizione al rumore. La prevalenza che i
problemi dell’udito aumentino con l’età è più
alta tra gli uomini e le persone con uno stato
socio-economico più basso (posizione sociale basata su
entrate, istruzione, occupazione) e varia in concomitanza con l’esposizione al rumore durante il lavoro. Le
ricerche hanno dimostrato che seri problemi di udito
sono già presenti in uomini e donne sotto i 40 anni di
età, se sottoposti a rumori nell’ambiente di lavoro.
I CAMIONISTI
A RISCHIO SORDITÀ
La perdita dell’udito è uno degli elementi che può avere
l’impatto più significativo su un camionista nel suo
73
ee
SCHEDEPRODOTTO
L’AUDIOPROTESISTA
Oticon presenta Acto
Oticon Acto, è il nuovo apparecchio acustico ad elevate prestazioni di fascia intermedia. Disponibile anche in
versione miniRITE è supportato dalla piattaforma RISE
2. Oticon Acto permette alle persone con problemi uditivi di comunicare liberamente, interagire naturalmente
e partecipare attivamente con grande comfort e
convenienza. Questa è la promessa
della nostra filosofia People First.
Oticon Acto implementa tecnologie
e benefici che fino ad oggi erano
associati solo ad apparecchi acustici premium. Rispetta
pienamente l’impegno Oticon di offrire
la miglior qualità
sonora elevando al
contempo il livello di flessibilità e vantaggi.
Alla base delle eccezionali prestazioni di Oticon Acto c’è
la piattaforma di elaborazione RISE 2. RISE 2 è stata
realizzata per offrire superiorità sonora e potenza di elaborazione. Le capacità di connettività wireless insite in
Oticon Acto permettono all’utente di spostarsi agevolmente tra i vari dispositivi di intrattenimento e comunicazione, tutti gestiti in modo intuitivo da un unico controllo a distanza.
Oticon Acto è disponibile in una varietà di modelli che
permette di rispondere alle esigenze individuali e alle
preferenze estetiche degli utenti. Il miniRITE è estremamente piccolo e leggero e si adatta confortevolmente
dietro l’orecchio. Nonostante le ridotte dimensioni, l’ergonomico miniRITE racchiude le più avanzate capacità
in ambito wireless e con il flessibile sistema di altoparlanti RITE su 3 livelli di potenza, adatta perdite fino a
110 dB HL.
Continua la distribuzione
del kit per medici Phonak
Nell’ambito della campagna informativa sulle tematiche
dell’udito per operatori medico-sanitari, Phonak ha realizzato e distribuito, attraverso i propri clienti, il primo
kit specifico.
Il kit si propone di dare supporti informativi ai medici
generici per dare al paziente nozioni di base sull’ipoa-
75
cusia e ha l’obiettivo di facilitare il primo test dell’udito
presso lo studio medico/farmacia e l’avvicinamento al
centro acustico. Il kit per medici è composto dai
seguenti elementi:
- brochure sulle tematiche generali dell’udito;
- audiometro portatile,
- estratto di recenti studi scientifici Phonak sull’impatto sociale dell’ipoacusia;
- poster Hear the World per lo studio medico;
- cartello scrivania “guida ai suoni”;
- dummie di prodotto;
- cd demo suoni.
Il KIT è in distribuzione a: medici di
base, farmacie, medici specialisti
ed altri operatori del settore (es.
logopedisti) ed è disponibile presso Phonak.
Otolens: la nuova stella
del firmamento Starkey
Sono trascorsi solo alcuni mesi dal lancio americano,
avvenuto durante la AAA tenutasi a San Diego, e ha già
riscosso un grande interesse a livello mondiale.
Interesse che non arriva solo dal comparto audioprotesico, come ci si potrebbe normalmente aspettare.
Questo innovativo prodotto, denominato IIC (Invisible
in the Canal), si è fatto apprezzare anche dal mercato di
revisione finanziaria, tanto che nei loro rapporti annuali sia Merril Lynch, sia Morgan Stanley, parlano di
Otolens come il più innovativo prodotto presentato nel
2010. L’IIC-Otolens incomincia dove finiscono i CIC
tradizionali e come facilmente si può immaginare, con
il suo colore nero, scompare completamente all’interno
del condotto uditivo esterno. Questa sua caratteristica
estetica, risveglia l’attenzione di quei pazienti che ancor
oggi desiderano mantenere riservata la loro
debolezza di udito, ma quello di essere invisibile non è che uno dei vantaggi dell’IICOtolens:
- l’inserimento profondo, nella porzione
ossea del CUE, riduce drasticamente l’occlusione fisica e la conseguente autofonia;
- l’inserimento profondo del microfono
permette di sfruttare pienamente le
caratteristiche naturali dell’orecchio
esterno e di conseguenza ottenere una
direttività naturale senza precedenti;
- l’inserimento profondo e la conseguente riduzione drastica della cavità
residua del CUE, consentono di
migliorare l’efficienza dell’amplificazione, garantendo una qualità
sonora eccellente;
- l’inserimento profondo del
microfono inoltre lo protegge in
modo naturale dal fastidioso effetto
del vento;
Otolens infine, contiene al suo interno
SCHEDEPRODOTTO
L’AUDIOPROTESISTA
Oticon Chili, super potente
per le ipoacusie profonde
Oticon Chili Super Power è un apparecchio acustico
di super potenza dalle linee discrete realizzato per
incontrare le esigenze specifiche di utenti con perdite
uditive rilevanti, di entità da moderata-severa a profonda. Il sottile ma robusto BTE con pila 13 offre controllo immediato e indicazione visiva del volume.
Sviluppato sulla piattaforma Oticon RISE 2, Chili applica l’elaborazione del segnale Speech Guard per ottimizzare e preservare al meglio le dinamiche della voce fondamentali per la discriminazione dell’utente. Chili si
avvale di ConnectLine, il supporto wireless di seconda
generazione per telefoni, cellulari, tv e anche di connessioni più convenzionali come FM/DAI e bobina telefonica.
Comprensione vocale ineguagliabile
Lo Speech Guard è stato progettato per dare priorità alle
conversazioni, facilitare la selezione e l’ascolto del
segnale utile minimizzando lo
sforzo di ascolto. Mantiene la
fedeltà del segnale e preserva in
modo esclusivo la ricchezza
delle dinamiche della voce
rispondendo istantaneamente
ai bruschi sbalzi
dei livelli sonori
aiutando così a
mantenere l’attenzione su chi
parla.
Ascolto chiaro
senza rumore
Lo Spatial Noise
Management facilita l’ascolto in ambienti rumorosi
complessi. Chili utilizza l’analisi binaurale dell’ambiente acustico per identificare efficacemente situazioni in
cui l’utente può trarre beneficio dall’attivazione dello
Spatial Noise Management. In conversazioni con rumore dominante da un lato, viene automaticamente data
priorità all’orecchio con il segnale più chiaro per ridurre lo sforzo di ascolto.
Ascolto hi-fi di tv e telefono
ConnectLine completa Oticon Chili formando una
soluzione acustica intuitiva ed esclusiva per un’interazione naturale ed uno sforzo minore. ConnectLine offre
un’intuitiva interfaccia wireless con i moderni dispositivi di intrattenimento e comunicazione come telefoni,
cellulari e tv.
la tecnologia d’avanguardia Starkey S Series e usufruisce dell’innovativo algoritmo digitale per la cancellazione del rumore Voice iQ. Starkey Italy per abilitare gli
audioprotesisti interessati nella distribuzione di
Otolens, sta organizzando corsi Teorico-Pratici presso la
sede di Cernusco sul Naviglio (Mi).
La Serie Widex mind è
completa: arriva Mind220,
tecnologia e convenienza
Mind220 è l’ultimo apparecchio acustico nato in casa
Widex e coniuga tutta la tecnologia della serie “Widex
mind” alla convenienza di una soluzione davvero per
tutti. Per la prima volta in questo segmento Widex propone un apparecchio basato sull’esclusiva piattaforma
con Doppia elaborazione integrata del segnale, che grazie al doppio microprocessore ed all’incrementata
miniaturizzazione dei componenti ha reso possibile un
notevole incremento delle prestazioni ed una diminuzione del consumo della batteria. Widex mind220 è:
- miglior controllo - grazie ai messaggi vocali
“SmartSpeak”;
- ascolto esteso, anche sulle alte frequenze nelle perdite
in caduta grazie a “Audibility Extender”;
- maggior comfort, con il sistema di cancellazione multidirezionale sttiva del feedback e la riduzione del
rumore con Sis.
Inoltre, come tutti gli apparecchi Widex di ultima generazione, anche la serie mind220 è rivestita dall’esclusivo
Nano-strato di protezione che insieme al sistema paracerume NanoCare garantisce una notevole protezione contro impurità e umidità. La serie Mind ora è completa: tecnologia e affidabilità Widex per ogni esigenza.
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A.N.A.P.
FIA
A.N.A.
FEDERAZIONE
ITALIANA
AUDIOPROTESISTI
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE
AUDIOPROTESISTI
PROFESSIONALI
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE
AUDIOPROTESISTI
a cura di Gianni Gruppioni
AUDIOPROTESISTIAVANTI
compendio di un decennio
di comunicazione associativa,
di norme e decreti,
di attività ANA-ANAP
9
0
0
2
9
99
450 pagine
prezzo di copertina
28 euro
9
news
L’AUDIOPROTESISTA
Gn Resound:
Giacomo Gori
nuovo direttore
generale
Giacomo Gori il nuovo direttore generale dell’azienda GN ReSound
Italia. Ad annunciarlo l’amministratore delegato, Fabio Gomiero. Gori, che
negli ultimi anni ha maturato una
grande esperienza lavorativa in Italia e
all’estero, collabora a diverso titolo
con alcune primarie multinazionali
operanti nel settore farmaceutico e
medicale, quali Johnson & Johnson e
Allergan. «La scelta di Gori - fanno
sapere dalla Gn - è stata fatta con l’obiettivo di allargare ancora di più la
presenza sul mercato di GN ReSound
Italia S.r.l., ma anche per fornire un
supporto sempre più efficace ai clienti, sia a quelli che sono da lungo corso
legati all’azienda, che a quelli che
hanno un legame più recente. GN
ReSound è convinta che questa scelta,
insieme alla continua ricerca di incremento del servizio e della qualità dei
propri prodotti, proietterà ancora di
più l’azienda verso un futuro di sviluppo e crescita, ricco di soddisfazioni da condividere con coloro che le
hanno sempre concesso fiducia».
Giovanni Zuccari, quale diretto
responsabile di questa linea. Giovanni
Zuccari vanta una lunga esperienza
specifica nel settore, sia tecnica che
commerciale; sarà un grande aiuto per
aumentare la vicinanza e il supporto
che Labat intende offrire agli addetti
ai lavori nell’ambito dell’offerta della
strumentazione e dei servizi annessi,
quali calibrazioni e riparazioni delle
apparecchiature audiometriche, verifiche a norma di sicurezza e gestione
del parco medicali in genere. Labat ha
già presente nel proprio listino alcuni
prodotti ben conosciuti dai professionisti del settore: l’Audiometro
AudioLab, il Video-otoscopio wireless
e la nuova stazione di pulizia e manutenzione per le protesi acustiche
EarLab. Inoltre conta di completare la
linea per negozi di Audioprotesi entro
fine anno con nuovi prodotti per
Audiometria e Timpanometria, sia di
tipo PC based che di tipo tradizionale
Stand Alone. Giovanni Zuccari può
essere contattato all’indirizzo [email protected] o al numero di cellulare
+39 3666087686.
Per info: www.labat.it - [email protected].
Nella foto: Giovanni Zuccari (a sinistra), Responsabile della linea
Audioprotesisti Labat, assieme a
Maurizio Brugnaro (a destra),
Presidente e CEO Labat.
Nuovo Oticon
In Labat un nuovo Safari SP dedicato
ai bambini
responsabile della
linea dedicata agli La nuova linea Safari SP di Oticon, è
audioprotesisti una famiglia di apparecchi acustici
Labat, nella sua politica di espansione
del mercato con la propria linea di
prodotti e servizi per audioprotesisti,
annuncia l’arrivo nel proprio staff di
per le applicazioni pediatriche adatta
sia a bambini di pochi mesi sia agli
adolescenti con perdite uditive gravi e
profonde.
Tecnologia per l’udito a misura di
bambino. Il nuovo Oticon Safari SP è
uno tra i più piccoli e più
potenti apparecchi di
Super Potenza con pila 13
che governa segnali ad
alta fedeltà grazie all’elaborazione wireless binaurale guidata dalla piattaforma Oticon RISE 2TM.
Consente una straordinaria flessibilità di adatta-
news
79
mento con 143 dB SPL MPO,
Guadagno 82 dB, estensione di banda
a 6,5 kHz.
Un mondo più ricco e stimolante
grazie alla connettività wireless.
Il sistema Speech Guard mette a fuoco
la voce, riducendo il disturbo di sottofondo. Il sistema Spatial Noise
Management migliora la comprensione in ambienti complessi come l’aula
scolastica. Lo Streamer e ConnectLine
si collegano senza fili a PC, TV, MP3 e
telefoni inviando il segnale direttamente agli apparecchi.
Robustezza a prova di bambino.
L’affidabilità della componentistica di
alta qualità si coniuga alla discrezione
ed al comfort ottenuto dalla forma
sottile ed ergonomica che abbraccia il
contorno dell’orecchio.
Safari SP è disponibile in tre modelli
EDIZIONI
Pescara
Biblioteca FIA
Per informazioni e ordinazioni: [email protected]
I Quaderni
de l’Audioprotesista 1-2-3
Audioprotesisti Avanti
a cura di Gianni Gruppioni
l’Audioprotesista
di Maurizio Clerici
Comunicazione
e qualità della vita
di Antonio Frintino
e Giuliano Giuntoli
La Formazione è la chiave
a cura di Gianni Gruppioni
L’Audioprotesista
Rivista tecnico-scientifica
dell’udito
La Competenza è la chiave
di Gianni Gruppioni
AudioPro
L’informatore audioprotesico
La valutazione psicologica
dell’anziano ipoacusico
di Valentina Schina
a cura di Gianni Gruppioni
Sentiero Silenzioso
di Giampiero Neri
Atlante di Anatomia chirurgica
dell’orecchio medio
a cura di Massimo Balbi
La vertigine parossistica posizionale
(benigna): stato dell’arte
a cura del Gruppo Alta Italia di
Otorinolaringoiatria e Chirurgia
cervico-facciale
news
L’AUDIOPROTESISTA
diversi 900-600-300. Il safari 600 SP
dispone in più rispetto al 300 le funzioni Speech Guard, direzionalità
adattiva multibanda, direzionalità
automatica tri-mode, gestione del
rumore trifasica, otto bande di adattamento. Il Safari 900 SP dispone in
più rispetto al 600 delle funzioni
Spatial Noise Management, elaborazione binaurale veloce e nove bande
di adattamento.
Safari 300 SP è la soluzione ideale
pre-impianto cocleare.
Iniziativa Safari SP per i bambini.
Oticon si impegna nell’agevolare le famiglie di bambini audiolesi offrendo
l’accesso alla migliore tecnologia per
l’udito Oticon a condizioni vantaggiose.
Sconto del 40% sul prezzo di tutti gli
apparecchi acustici Oticon Safari SP.
visita alla sede principale della
Phonak a Zurigo. Molto interessante il
programma che ha premesso di
approfondire tematiche connesse ai
sistemi FM, wireless e di protezione
professionale dell’udito. Immancabile
la visita guidata alla città di Berna,
patrimonio dell’Unesco.
Per il 2010 non sono previste altre
viste a Berna, mentre a novembre (1113) e a dicembre (2-4) ci sarà la possibilità di visitare la rinnovata sede
principale della Phonak a Zurigo. Per
info: www.phonakacademy.it - [email protected].
Widex: a Roma
per l’attenuazione
degli acufeni e il
programma Zen
Visita alla sede
della Phonak Si è svolto lo scorso mese di giugno a
il primo corso Widex di
Communication Roma
approfondimento riguardante il
di Berna Programma Zen e il suo utilizzo sui
Per la prima volta un gruppo di
audioprotesisti italiani e alcuni medici
che collaborano con loro, ha avuto la
possibilità di visitare la sede della
Phonak Communication nei pressi di
Berna, in Svizzera.
La visita fa parte delle iniziative di
“Phonak Academy”, il fitto programma di corsi di formazione ed aggiornamento professionale che prevede
anche corsi di una e due giornate
presso la sede Phonak a Milano e la
pazienti ipoacusici con problemi di
acufene. Gli eccellenti risultati finora
ottenuti in tutto il mondo sembrano
delineare una importante svolta nelle
modalità di approccio al problema
dell’acufene, proprio come prospettato da Widex al momento della presentazione del suo apparecchio acustico
mind440. Come evidenziato anche
dall’Amministratore delegato di
Widex Italia, la dott.ssa Laura
Giannetti, che ha illustrato ai presenti
i notevoli risultati che il Programma
Zen sta riscuotendo in tutto il mondo,
news
81
riportando a questo proposito una
delle testimonianze più emblematiche
che Widex ha ricevuto. Nel corso
della giornata Widex il dott. Bruno
Lucarelli, consulente audiologico di
Widex Italia, ha illustrato ai presenti il
protocollo applicativo utilizzato nella
sua personale esperienza di successo
con Zen, proponendo ai presenti
numerosi casi pratici. Una testimonianza in più delle notevoli possibilità
che l’uso della musica frattale del
Programma Widex Zen sta aprendo
nell’approccio all’acufene nei soggetti
ipoacusici.
Entro l’anno
l’Ordine
per gli infermieri
e le professioni
sanitarie
Il disegno di legge che trasforma i collegi degli infermieri e le Associazioni
delle Professioni Sanitarie in ordini
professionali «è stato inserito tra le
priorità e sarà tra i primi ad essere
incardinato al Senato. E spero che
entro sei mesi diventi legge». Lo ha
detto il ministro della Salute,
Ferruccio Fazio, intervenendo a un
convegno dell’Ipasvi al Sanit. Per
quanto riguarda la formazione degli
infermieri che sono «in numero inferiore rispetto alle necessità perché se
ne laureano 14 mila circa ogni anno
mentre ne servirebbero almeno 22
mila». Fazio ha assicurato che «insieme al ministero dell’Università stiamo
valutando l’ipotesi di altre forme di
docenza», non più basate «sui concorsi per la ricerca ma sulla capacità
di insegnamento. Percorsi - ha detto
Fazio - nei quali saranno coinvolti gli
infermieri e tutte le professioni sanitarie riconosciute con DM del 1994».
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
INTERVISTA A BRENT EDWARDS, DIRETTORE
DELLO STARKEY HEARING RESEARCH CENTER,
il Centro di Ricerca Audiologica Starkey
di apparecchi acustici o di ipoacusia. Abbiamo saputo
coinvolgerle e focalizzarle nell’ambito della ricerca,
facendo in modo che ora siano in grado di aiutare il
nostro settore in un’ottica di lunga durata».
Brent Edwards dirige lo Starkey Hearing Research
Center (SHRC), il Centro di Ricerca Audiologica
Starkey con sede a Berkeley, in California. Il centro è
situato strategicamente a pochi passi dall’Università
della California, un luogo dove si respira innovazione e
dove si punta molto sulla ricerca. In questa intervista
Brent Edwadrs, che è anche vicepresidente della ricerca
presso gli Starkey Laboratories Inc, con sede a Eden
Praire in Minnesota,
illustra le potenzialità
di questo settore, attraverso un percorso
ideale all’interno della
prestigiosa struttura
dello SHRC.
Può illustrare brevemente quali parametri di test
Starkey utilizza per i propri prodotti e quali benchmark adotta per rapportarsi ai competitors?
Perseguiamo essenzialmente due strategie. La prima
vede una fase di test e di benchmark durante la quale
gli ingegneri esaminano i nostri apparecchi acustici o la
tecnologia, misurando in laboratorio quali sono gli
effetti reali prodotti. Esiste però anche l’aspetto umano
di tutto questo. Conduciamo, infatti, un’enorme quantità di test per valutare come e quanto le persone ipoacusiche possano trarre beneficio dalla tecnologia che
produciamo. Questo avviene non soltanto durante la
fase di ricerca, ma anche di produzione. Facciamo moltissima test alfa/beta, che considero parte integrante del
processo di benchmarking in quanto consentono di
raccogliere dati sulle prestazioni tecnologiche. A questo
segue un’altra fase di test, che si svolge nella vita di tutti
i giorni: prendiamo i prototipi dei nostri apparecchi
acustici e li portiamo fuori, nel mondo reale, facendo sì
che le persone li indossino per poterci poi riferire quella che è stata la loro esperienza d’uso concreta. Per comprendere il beneficio effettivo adottiamo una serie di
questionari abbastanza noti. È molto importante bilanciare tutte queste fasi, non bisogna dimenticare che il
laboratorio è un ambiente artificiale. È solo quando la
tecnologia fa il suo ingresso nel mondo reale che è possibile capire cosa accade. Cerchiamo di fare del nostro
meglio anche con i prodotti dei nostri competitor, perché vogliamo comprendere quali progressi stanno compiendo. Ciò ci aiuta ad orientare meglio il nostro operato e ad illustrare la nostra tecnologia alla classe medica
e agli audiologi. Stiamo per lanciare un nuovo evoluto
L’organico del Centro,
formato da un team
interdisciplinare
di
ingegneri e scienziati, studia le discipline percettivouditive e la tecnologia di elaborazione del segnale, realizzando tecnologie pensate per il mondo reale, in
grado di aiutare le persone che indossano apparecchi
acustici. Grande importanza è assegnata alla ricerca,
con la valorizzazione di ricercatori eccellenti provenienti da tutto il mondo. Tra le iniziative del Centro va
segnalata la condivisione, con il Center for New Music
and Audio Tecnology (CNMAT) di un applicativo, brevettato proprio presso l’Università. Come conferma
Edwards, si stanno gettando le basi su alcuni aspetti
fondamentali della ricerca in campo musicale, con effetti che potranno avere un impatto non soltanto per l’industria audioprotesica, ma per tutto il mondo della
musica.
«Più in generale - conferma il direttore - grazie alla collaborazione con l’Università di Berkeley si è risvegliato
l’interesse di persone che non conoscevano quasi nulla
82
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
intorno a noi viene rappresentato dal sistema cognitivo
e quali sono i riferimenti che l’apparato uditivo utilizza
per ricreare il mondo circostante. Rispetto all’enormità
di segnali acustici che entrano nel nostro orecchio il
cervello è in grado di separare tali segnali in elementi
uditivi. Permettendoci di scegliere su cosa concentrare
la nostra attenzione. Stiamo appena iniziando a capire
come il cervello riesca a fare tutto questo. Ma è importante per accertare che i riferimenti fondamentali ai
quali si affida il cervello vengano trasferiti anche alle
persone ipoacusiche. Senza correre il rischio che, attraverso gli algoritmi, si forniscano al cervello messaggi
sbagliati che diano un’interpretazione erronea dell’ambiente circostante. La relazione tra udito e funzioni
cognitive è estremamente complessa ma il lavoro che
stiamo portando avanti al Centro di Ricerca è fondamentale: creare contatti, a livello mondiale, tra i ricercatori giusti, tracciare uno scenario più ampio che ci consenta di capire realmente l’impatto che tutto questo ha
sugli apparecchi acustici e soprattutto sulle persone che
soffrono d’ipoacusia, che alla fine costituiscono la
nostra ragion d’essere.
algoritmo di riduzione del rumore, sviluppato
all’SHRC. Nokia, Motorola ed altri sono in possesso di
software capaci di misurare il suono emesso dai telefoni cellulari e di prevedere la qualità sonora prodotta dai
vari codec e dalle diverse tecnologie. Noi stiamo applicando questi principi anche per analizzare la qualità dei
nostri algoritmi ed in modo specifico stiamo lavorando
alla loro applicazione sulla riduzione del rumore.
Da dove traete le idee per i diversi aspetti dei vostri
prodotti?
C’è una citazione di Steve Jobs che trovo brillante: «La
creatività è soltanto la capacità di collegare tra loro le
cose». Mi piace perchè esprime il concetto che l’innovazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie non arrivino
per caso. La chiave, in parte, è nello sviluppare nuovi
modelli ricercando opportunità e idee che esistono
altrove, magari in altri ambiti industriali: nel mondo
delle telecomunicazioni, nell’industria audio, basta
guardare ciò che sta facendo Dolby. Osservare ciò che
avviene e collegarlo con le esigenze delle persone ipoacusiche, connettere la tecnologia dei telefoni cellulari e
quella audioprotesica. E per fare tutto ciò è indispensabile esporsi a nuovi stimoli. Un esempio è la nostra tecnologia Sweep: una tecnologia touch che già esisteva in
altri ambiti. Noi l’abbiamo applicata agli apparecchi
acustici. Sono inoltre convinto che la nascita di nuove
idee avvenga grazie all’interazione e la collaborazione
tra le persone, per questo evitiamo di costituire team di
ricercatori solitari, vogliamo persone capaci di interagire. Quando cinque anni fa abbiamo dato vita al nostro
Centro di Ricerca ogni persona proveniva da settori
diversi. Questo per creare un substrato fecondo, capace
di generare idee e penso che siamo riusciti in questo
intento.
Potrebbe illustraci gli sviluppi che si sono succeduti a partire dal Clinical Research Summit, nel 2007?
I ricercatori hanno fatto progressi nel comprendere
la discrepanza che esiste tra i benefici della protesizzazione misurati presso i centri audioprotesici e
quelli reali, sperimentati concretamente da chi poi
indossa un apparecchio?
È una domanda rilevante, in quanto il fulcro di quel
summit è stato identificare i nodi centrali che
il settore audioprotesico deve saper sciogliere, e mi riferisco non
solo all’industria, ma
anche all’audiologia.
Alla fine di ciascun
rapporto abbiamo raccolto un elenco di questioni principali. Per
fare un esempio, circa
la disparità esistente
Cosa può dirci in merito alle nuove scoperte in
campo neurologico, su come il cervello elabora il
segnale?
È una domanda importante. Siamo solo all’inizio di un
percorso che ci porterà a comprendere i meccanismi del
funzionamento cerebrale in termini di percezione acustica. Grazie alle scoperte degli scienziati in campo
audiologico stiamo iniziando a capire come il mondo
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
sia. Una procedura diagnostica vera e propria ancora
non esiste e ci vorrà molto tempo prima di poter ottenere un tipo di misurazione che riesca a comprendere
tutte le variabili individuali.
tra valutazione clinica e prestazioni reali, abbiamo stilato una lista di cinque consigli importanti. Il primo è trovare il modo di portare le condizioni del mondo reale
all’interno del proprio centro audioprotesico. Usare il
parlato ed il parlato nel rumore, non dice necessariamente cosa accade all’interno della complessa funzionalità della percezione uditiva dei pazienti. Qui, presso lo
Starkey Hearing Research Center, stiamo avviando lo
sviluppo di tecnologie innovative. Ma che si tratti di test
audiovisivi o con più voci dislocate, o ancora di adottare dialoghi veri e propri, c’è la necessità di rendere le
cose più realistiche.
Il secondo consiglio è di conferire maggior controllo al
paziente, per la regolazione ottimale del proprio apparecchio. Il terzo, è di sviluppare una comprensione
chiara dei fattori audiologici e non audiologici. È un
tema talmente vasto che suscita l’attenzione di molti,
ma verso cui è necessaria ancora molta ricerca. Il quarto consiglio riguarda la relazione tra il rapporto segnale-rumore e la soddisfazione del paziente, un tema sua
quale siamo impegnati attivamente. Abbiamo presentato alcuni risultati significativi di ricerche condotte negli
ultimi due anni sul Livello di Rumore Accettabile (ANL)
e la comprensione dei meccanismi fondamentali che lo
supportano. Infine, il quinto consiglio è di esplorare
l’impiego dei misuratori di performance, in modo da
valutare gli effetti cognitivi e l’affaticamento da ascolto,
oltre all’intelligibilità del parlato. In questo senso abbiamo collaborato con l’Università di Berkeley. Misurare le
capacità individuali fa sì che i medici siano in grado di
consigliare meglio i propri pazienti.
Stiamo quindi facendo progressi, ma c’è ancora molto
lavoro da fare.
Può parlarci dei vantaggi della tecnologia wireless?
Ci sono miglioramenti all’orizzonte?
Ritengo che la tecnologia wireless abbia un enorme
potenziale e le sfide da affrontare sono ancora molte.
Non credo occorra una gran scienza per permettere a
un apparecchio acustico di comunicare con un telefono
cellulare, eppure ancora non è possibile inviare il segnale direttamente all’apparecchio acustico. Ed è ancora
necessario indossare qualcosa intorno al collo. Sono
temi che riguardano l’utilizzo e credo siano proprio
queste le sfide che porteranno all’accettazione di questa
tecnologia e consentiranno reali benefici. Esiste un alto
contenuto scientifico che deve essere implementato
nella tecnologia wireless binaurale affinché riesca a
migliorare concretamente la vita delle persone ipoacusiche.
Cambiamenti demografici, evoluzioni tecnologiche,
mutamenti nelle aspettative del mercato. Quali sfide
si trova a dover fronteggiare il modello distributivo
del settore audioprotesico?
Soprattutto l’aspetto demografico dei pazienti. Tutti
parlano di Baby Boomers e i dati dimostrano che esiste
un enorme potenziale di persone che, nonostante abbia
problemi di udito, non ricorre agli apparecchi acustici.
E molti di loro, essendo giovani, nutrono aspettative
diverse su ciò che gli apparecchi dovrebbero essere. E
dal punto di vista tecnologico, le aspettative circa prestazioni e funzionalità stanno mutando di pari passo
con la demografia. Da parte nostra, produttori e distributori di apparecchi acustici, abbiamo la necessità di
dare il giusto peso ai diversi segmenti di mercato. La
soluzione verso cui sta convergendo quasi ogni industria è di apparecchi acustici diversi per persone diverse, in modo che ognuno possa avere quello più adatto.
Certo, avremo sempre una fascia di popolazione più
anziana che non è alla ricerca dell’ultimo ritrovato tecnico, ma sui giovani la tecnologia esercita una forte
attrazione.
In quanto alla comprensione delle differenze individuali che vi sono nell’intelligibilità del parlato,
avete scoperto nuove strategie per dotare le soluzioni audiologiche su misura di funzioni adeguate al
danno cocleare individuale, alle prestazioni psicoacustiche e alle funzioni cognitive?
In molti stiamo cercando di raggiungere questo risultato. La sfida per ora è di identificare la diagnosi cognitiva appropriata, quella psicoacusica adeguata al paziente e giungere al meccanismo vero e proprio dell’ipoacu-
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
pubblicità e proprio di recente, sia Starkey che Sonic
Innovations, hanno vinto gli Innovation Awards in
occasione del CES, la Fiera dell’Elettronica di Consumo
a Las Vegas. Noto, durante gli incontri con le aziende
hi-tech estranee al nostro settore, che le persone sono
stupite da ciò che facciamo. Questo perché ci muoviamo in spazi e ordini di grandezza che già di per sé costituiscono una sfida. Le cose stanno cambiando. Non ci
siamo ancora, ma la tecnologia stessa ci aiuterà ed il
riconoscimento pubblico dei nostri progressi, ottenuto
grazie ai media, ci sosterrà di più.
Prevede quindi che gli apparecchi acustici verranno
adottati da un numero sempre più crescente di Baby
Boomers?
Questa è la direzione che abbiamo intrapreso con le
nostre innovazioni tecnologiche. Renderle più contemporanee, attraenti, posizionandole al livello dell’elettronica di consumo. Tuttavia esistono ancora sfide da
superare a livello distributivo ed esigenze tipiche dei
Baby Boomers che la tecnologia deve ancora riuscire a
soddisfare. L’aspetto positivo, dal mio punto di vista di
ricercatore e sviluppatore, è che esistono moltissime
opportunità per migliorare.
Ci sono stati progressi significativi nel settore, sia in
un’ottica di evidenza scientifica che dal punto di
vista commerciale e di vendite?
Lo sviluppo basato sull’evidenza è da sempre molto
importante per Starkey ed è la ragione per cui esiste il
nostro Hearing Research Center. Eppure, poi, non vedo
molta di questa evidenza messa concretamente in atto.
Del resto la tecnologia si muove con una rapidità estrema. Questo spiega, in parte, perché Starkey abbia creato Starkeyevidence.com, un portale che ci aiuta internamente ad essere aggiornati in tempo reale, senza dover
attraversare le fasi si stampa. Oggi
è possibile rendere pubbliche le
informazioni sulle nuove tecnologie molto più rapidamente. Ma
questo da solo non spiega come
mai la pratica fondata sull’evidenza
sia ancora poco diffusa.
Essendo tanto vicini al cuore di Silicon Valley, come
effetto della recessione, avete riscontrato una diminuzione dei capital venture per il finanziamento
delle nuove tecnologie audioprotesiche?
La ricerca tecnologica nel nostro settore è frenata dalla
mancanza, nell’ultimo decennio, di un successo fatto in
casa a Silicon Valley che veda protagoniste le aziende
collegate all’industria audioprotesica. Gli investitori
pensano che il mercato audioprotesico non faccia fare
soldi. Tuttavia alcuni esempi più recenti, come il successo di InSound Medical e le
recente acquisizione di InSound
Medical da parte di Sonoca, può
essere considerato un gran risultato da parte degli investitori. Mi
auguro che tutti gli start-up di
apparecchi acustici presenti a
Silicon Valley abbiano successo,
supportando lo sviluppo di nuove
tecnologie e aiutando le persone
che soffrono di ipoacusia.
L’industria audioprotesica sta
facendo abbastanza per promuoversi al di fuori del settore?
Abbiamo dispiegato buone energie all’interno dell’associazione HIA (Hearning Industries Associations) e
Sergei Kochkin sta promuovendo molti aspetti cognitivi per cui sta crescendo la consapevolezza che le persone ipoacusiche possano soffrire anche di conseguenze
psicologiche. Credo, comunque, che la vera domanda
sia: cosa dovremmo fare? Siamo presenti a fiere come il
CES, ci esponiamo pubblicamente ai giornalisti. Forse
potremmo fare meglio ma non essendo un uomo di
marketing non saprei dirle con precisione cosa.
Nel suo articolo “Gli outsider parlano dell’industria
audioprotesica”, lei ha contrapposto l’apparente,
blanda percezione di una certa “inerzia” rispetto
alla reputazione del settore, con l’entusiasmo accattivante dell’iPod e le sue sempre crescenti applicazioni. Ritiene che questo gap si sia ridotto con l’avvento delle tecnologie più sofisticate e delle strategie di marketing?
Il gap si sta colmando. Le nuove tecnologie ci portano
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Su quali aspetti l’industria audioprotesica sta agendo complessivamente bene e su quali invece è fuori
rotta?
È una domanda impegnativa. Apprezzo molto il progresso tecnologico e stiamo ampliando la definizione di
cosa costituisce un beneficio per il paziente. Non è più
soltanto l’udibilità, ma l’insieme delle percezioni uditive. Altro aspetto importante è l’utilizzo. Stiamo implementando nuovi concetti che riguardano la progettazione dei nostri apparecchi acustici: il design, la gradevolezza sono fondamentali per coinvolgere l’interesse del
pubblico. Le aree di miglioramento, in quanto industria, credo siamo nell’adottare un approccio maggiormente fondato sull’evidenza. Vedo molte funzioni, associate a benefici presunti, per i quali non vi è evidenza
concreta. Vogliamo che tutto questo sia vero, ma non ne
abbiamo la certezza. Ecco, probabilmente sono solo
queste le cose che reputo prioritarie.
Ritiene che i dati del recente Merke Trak VIII muteranno la percezione del settore circa le cifre di quanti siamo realmente i candidati agli apparecchi acustici?
Lo spero. Un paio di anni fa ho pubblicato uno studio
sul numero realistico di persone che pur avendone
necessità, non ha un apparecchio acustico. La motivazione che mi ha spinto è che storicamente abbiamo sempre
detto che circa il 10% della popolazione Usa (30 milioni
di persone) ha necessità di un apparecchio acustico,
mentre sono solo 6 o 7 milioni che ne fanno uso. Sembra
quindi che siamo in grado di intercettare solo un quarto
del mercato e che non stiamo lavorando bene. Non è
così. Sono le cifre sbagliate e Kochkin, nell’ambito del
MarkeTrak VIII si è trovato d’accordo con me. Credo che
si debba ridurre in modo abbastanza drastico ( a 12 o 14
milioni) il numero delle persone che ha bisogno di un
apparecchio acustico ma non lo possiede.
86
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
SmartFocus™ CRAI
smartFocus™, un controllo semplice ed efficace, che
consente all?utente di regolare con facilità le prestazioni dell?apparecchio acustico grazie a una gamma completa di opzioni, al fine di ottenere comfort e chiarezza
nelle varie situazioni di ascolto. Esistono molte formule di adattamento collaudate che consentono di regolare un apparecchio acustico per ottenere prestazioni ottimali in ambienti silenziosi. Le più conosciute e generalmente accettate sono la DSL v51, 2 e la NAL-NL13. La
combinazione dei vantaggi offerti da queste formule di
adattamento con la flessibilità e la qualità del suono
degli attuali apparecchi digitali multi-canale garantisce
senza troppe difficoltà prestazioni eccellenti in ambienti silenziosi, con quasi tutte le regolazioni.
UNA STRATEGIA EFFICACE PER
AFFRONTARE L’ASCOLTO IN AMBIENTI
RUMOROSI
Crai ancora una volta ha messo a segno una funzionalità semplice ma efficace, “smartFocus” che consente
all?utente di regolare contemporaneamente più parametri adattivi, soprattutto in ambienti rumorosi o con
riverbero. La mancanza di una formula di adattamento
standard in questo ambito può essere attribuita a una
serie di fattori: diversa tolleranza per il rumore, obiettivi che cambiano continuamente, discordanza tra l’ambiente in cui viene effettuata la regolazione e le situazioni di ascolto vissute dai clienti quotidianamente. Le
regolazioni dei parametri sono sempre state effettuate in
base a quello che poteva essere, in teoria, il maggiore
impatto possibile sull’ascolto in ambienti rumorosi. Ora
esiste un approccio alternativo, che fornisce agli utenti
il controllo in tempo reale delle funzionalità adattive
quali innalzamento del parlato, riduzione del rumore,
strategia microfono e guadagno globale – funzionalità
che influiscono in modo significativo nelle situazioni di
ascolto difficili. Questo controllo si chiama
L’INCERTEZZA DELL’ASCOLTO IN AMBIENTI
RUMOROSI
Determinare l’intelligibilità appropriata per l’ascolto in
ambienti rumorosi è molto più impegnativo. Esistono
molti fattori sconosciuti in fase di regolazione. Le regole per il guadagno e la frequenza sono comuni, mentre
non esistono metodi definiti per la regolazione dei parametri adattivi, quali innalzamento del parlato, riduzione del rumore e strategia microfono, caratteristiche che
influiscono notevolmente in caso di ambienti rumorosi
o con riverbero. Gli audioprotesisti sono quindi costretti a fare delle ipotesi teoriche sulla regolazione dei parametri che influiscono maggiormente in undeterminato
ambiente rumoroso. In altre parole, anche se esistesse
un target per un determinato ambiente di ascolto, non
sarebbe semplice convalidare le impostazioni dei parametri adattivi per lo stesso ambiente mentre si è seduti
nello studio dell’audioprotesista. Per complicare ulteriormente le cose, ciò che per una persona rappresenta
un ascolto appropriato, potrebbe essere un rumore
inaccettabile per un’altra.
Di seguito vengono spiegati altri motivi per cui è più
complicato regolare gli apparecchi acustici per l’ascolto
in ambienti rumorosi.
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Tradizionalmente, il controllo utente è limitato alla
regolazione del volume o alla possibilità di modificare il
programma di ascolto, secondo le impostazioni che
l’audioprotesista ritiene più adatte per un determinato
ambiente di ascolto. Sono disponibili anche programmi
automatici, ma i parametri di tali programmi richiedono ipotesi da parte dell’audioprotesista che potrebbero
non soddisfare sempre le esigenze dell’utente. Al contrario, è molto più efficace consentire agli utenti di
gestire le funzioni che influiscono sull’uscita dell’apparecchio acustico, ma che non sono determinabili da formule prescrittive. Per esempio, quando l’utente si trova
in una situazione di ascolto difficile, può controllare un
gruppo di parametri tra cui: direzionalità del microfono, innalzamento del parlato, riduzione del rumore e
guadagno globale.
Utilizzando un semplice comando, l’utente può ottimizzare i quattro parametri contemporaneamente e in
tempo reale, in base all’obiettivo desiderato per ogni
ambiente di ascolto. L’utente può quindi ottenere rapidamente una regolazione ottimizzata in qualsiasi
ambiente di ascolto nel modo più efficace possibile,
migliorando soddisfazione e prestazioni e riducendo al
minimo i problemi e le lamentele, anche prima della
visita di controllo successiva.
Obiettivi che cambiano continuamente - In una
situazione di ascolto tranquilla, è ragionevole supporre
che l’obiettivo di amplificazione di una persona sia
quello di migliorare la comprensione delle conversazioni. Gli obiettivi dell’utente che indossa l’apparecchio
acustico in ambienti di ascolto più difficili, invece,
variano continuamente, dalla comprensione delle conversazioni al comfort o alla qualità del suono, a seconda della natura della situazione e del motivo della presenza della persona in tale luogo. Per esempio, se l’utente sta camminando in una strada affollata, tra i suoi
obiettivi ci sarà sicuramente la consapevolezza dei
segnali di allarme per la sua sicurezza. Lo stesso individuo potrebbe non aver bisogno della chiarezza delle
conversazioni, in particolare se tale chiarezza riduce il
comfort o la qualità del suono. Se invece la stessa persona sta camminando in compagnia del coniuge o di un
collega, potrebbe preferire un minore comfort in favore
di una maggiore chiarezza delle conversazioni.
Variazioni acustiche in ambienti di ascolto difficili - L’ascolto in un ambiente silenzioso consiste in
una serie di situazioni complessi si verificano enormi
variazioni acustiche. Tali variazioni sono dovute a
tempi di riverbero differenti e a rumori di sottofondo
provenienti da più fonti, con contenuti spettrali e livelli di segnale diversi, tutti elementi che interagiscono tra
loro e cambiano continuamente.
PIANIFICAZIONE DELL’INTERAZIONE
FRA I PARAMETRI
Affinché lo scenario illustrato in precedenza funzioni
come previsto, occorre più di un semplice controllo su
una serie di parametri adattivi. I parametri interagiscono costantemente tra loro, cambiando la prestazione del
dispositivo in tempo reale. Di conseguenza, le funzionalità sotto il controllo dell’utente devono essere coordinate per ottenere un effetto sinergico che converga su
un risultato appropriato.
Ecco un esempio che spiega questo punto. Un cliente
gioca a carte ogni giovedì sera. Questo cliente ha un
problema bidimensionale:
• L’intelligibilità deve consentire di seguire la partita e
di interagire con gli altri giocatori.
• È anche necessario mantenere il comfort, attraverso il
controllo preciso del rumore di sottofondo, del parlato o della musica.
UNA SOLUZIONE BASATA
SUL CONTROLLO UTENTE
Un’alternativa all’approccio clinico standard precedentemente descritto è basata su un controllo regolabile
dall’utente per più funzionalità adattive. L’approccio inizia con una regolazione iniziale che prevede la preimpostazione in studio degli apparecchi da parte dell’audioprotesista in base agli ambienti di ascolto desiderati
dall’utente. Le impostazioni corrispondenti, o simili,
alle impostazioni predefinite del produttore sono spesso un valido punto di partenza. In questa fase potrebbe
non essere necessario un elevato livello di precisione se
gli apparecchi acustici sono dotati di un controllo regolabile dall’utente sulle funzioni che influiranno in modo
più significativo sulle situazioni di ascolto difficili.
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
guadagno di base. Se il dispositivo non fornisce intelligibilità fin dall’inizio, le considerazioni relative alla
modalità di configurazione degli altri parametri adattivi
saranno irrilevanti.
La prestazione dell’apparecchio acustico ottenuta in
seguito alle regolazioni di questi parametri non è né
prevedibile né ripetibile nello studio dell’audioprotesista. L’unico modo per verificare l’efficacia della modifica è provare l’apparecchio in un ambiente di ascolto
reale. Tuttavia, ottimizzando le prestazioni dei tre parametri in correlazione tra loro e riunendoli tutti in un
unico controllo, l’utente potrà ottimizzare la regolazione in tempo reale.
In questo caso, il semplice aumento del volume non
soddisferebbe entrambi gli obiettivi dell’utente. Si
rischia di ottenere l’intelligibilità a scapito del comfort.
Infatti, il mancato raggiungimento di uno dei due obiettivi (comfort o chiarezza) potrebbe portare al rigetto
dell’amplificazione e al successivo isolamento sociale.
Tuttavia, offrendo al cliente il controllo diretto dei parametri coinvolti, egli può raggiungere l’equilibrio necessario, massimizzando l’intelligibilità e il comfort in ciascuna situazione specifica.
Come può un audioprotesista personalizzare i parametri chiave dell’apparecchio acustico ottimizzandolo per
questa situazione specifica?
Nella tabella 1 vengono indicati i parametri chiave e
tutte le possibili impostazioni per questo caso.
SmartFocus™: CONTROLLO UTENTE
SENZA PRECEDENTI
Il controllo utente SmartFocus offre una gamma di
regolazioni dal comfort alla chiarezza. Se si effettuano le
regolazioni nella direzione del comfort, l?obiettivo non
è massimizzare l?intelligibilità della conversazione o
migliorare la comprensione, ma aumentare il comfort
generale dell’ascolto senza perdere la percezione
ambientale. Le impostazioni dei parametri nella direzione del comfort vengono ottimizzate specificamente per
raggiungere questi obiettivi. Al contrario, quando si
effettuano le regolazioni nella direzione della chiarezza,
tutti i parametri vengono ottimizzati in modo da
migliorare la comprensione delle conversazioni, in particolare in ambienti rumorosi. Comfort e chiarezza possono essere regolati come segue.
Tabella N.1
Se consideriamo le funzioni separatamente, l’impatto di
ciascuna di esse è abbastanza prevedibile. Ma quale sarà
l’effetto globale delle tre funzionalità in esecuzione contemporaneamente in un ambiente rumoroso che cambia rapidamente? La risposta dipende in parte dalla loro
configurazione.
1. Microfoni
Figura 1
Esistono tre impostazioni per il microfono e quattro per
l’innalzamento del parlato e la riduzione del rumore. In
tutto esistono quindi 48 possibili combinazioni (3 x 4 x
4 = 48). Inoltre, ognuna di queste funzioni ha un componente adattivo che offre una serie infinita di possibilità all’interno della gamma di regolazione. In altre
parole, l’impostazione reale dell’apparecchio acustico
corrisponde alla somma di tutte le impostazioni dei
parametri sotto l’influenza della situazione di ascolto
specifica. Inoltre, l’impatto di tutte queste funzioni
varierà a seconda dell’impostazione corretta o meno del
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
questi parametri a ogni posizione del controllo.
Contribuisce a garantire che i parametri siano impostati
per raggiungere gli obiettivi desiderati senza problemi.
2. Innalzamento del parlato
Figura 2
4. Riduzione del guadagno
Un altro effetto che la maggior parte di coloro che
indossano apparecchi acustici associa al comfort è una
leggera riduzione del guadagno. Con lo spostamento
del controllo verso il comfort, il guadagno viene progressivamente ridotto fino a 8 dB.
Figura 4
3. Sistema di riduzione del rumore
Nonostante la riduzione del rumore entri in funzione
sia che il controllo venga regolato verso il comfort che
verso la chiarezza, il suo impatto è diverso in base alla
direzione. Se il controllo viene regolato nella direzione
del comfort, la riduzione del rumore è più aggressiva,
riducendo il rumore fino a 10 dB/banda. Lo scopo è
raggiungere l’obiettivo del comfort in ambienti rumorosi. Se invece il controllo viene regolato nella direzione
della chiarezza, l’impatto della riduzione del rumore è
limitato a 6 dB/banda. La riduzione del rumore è meno
aggressiva nella direzione della chiarezza rispetto a
quella del comfort perché il suo scopo è migliorare la
chiarezza dei segnali vocali.
Se la riduzione del rumore funzionasse in modo troppo
aggressivo in combinazione con l’innalzamento del parlato, la chiarezza potrebbe risentirne. Questo è uno dei
vantaggi del pre-configurare la combinazione relativa di
L’effetto combinato di tutti i parametri in regolazione sul
modello di guadagno viene mostrato nella figura 5.
Figura 5
Figura 3
FARE LA DIFFERENZA PER LE
CONVERSAZIONI IN AMBIENTI RUMOROSI
Molti utenti desiderano un apparecchio acustico per
migliorare la comprensione delle conversazioni in
ambienti rumorosi. Tuttavia, esistono molti ambienti
rumorosi in cui il cliente preferirebbe decisamente il
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
di fronte all’utente, viene migliorata notevolmente grazie all’innalzamento del parlato. Il controllo fornisce
quindi all’utente un semplice ma efficace strumento per
ottimizzare le prestazioni dell’apparecchio acustico.
comfort alla chiarezza. L’incapacità di realizzare in modo
preciso i loro obiettivi per quanto riguarda le conversazioni in ambienti rumorosi è uno dei motivi principali
per cui alla fine molti utenti si rifiutano di utilizzare gli
apparecchi acustici. Sarebbe molto utile se queste persone disponessero di un controllo che riuscisse a risolvere
questi problemi pre e post-regolazione.
Qual è l’impatto potenziale del controllo smartFocus in
un ambiente di “parlato in ambienti rumorosi”?
Quando il controllo smartFocus si avvicina al comfort,
l’ampiezza di tutti i segnali, parlato e rumore, viene
ridotta a causa della diminuzione generale del guadagno. Al rumore viene applicata una riduzione maggiore
grazie all’applicazione intelligente della riduzione del
rumore nelle bande in cui questo è presente.
UTILIZZO MINIMO PER MASSIMI RISULTATI
Esiste il rischio che la costante necessità di regolazione
di un controllo da parte dell’utente in diverse situazioni di ascolto diventi rapidamente fastidiosa. Di conseguenza, la qualità che rende il controllo smartFocus
così efficace è la sua disponibilità quando serve.
Inoltre, con il passare del tempo l’apparecchio memorizza le impostazioni preferite dell’utente per
smartFocus e VC nei diversi ambienti di ascolto, grazie
all’autoapprendimento e a learnNow, riducendo così al
minimo la necessità di utilizzare il controllo.
Con lo spostamento del controllo smartFocus nella
direzione della chiarezza, i rumori di sottofondo vengono ridotti dall’impatto combinato dei microfoni direzionali e della riduzione del rumore. Al contrario, l’uscita
per il parlato, in particolare per quello proveniente da
Insomma, con smartFocus gli audioprotesisti possono
fornire finalmente all’utente un semplice ma efficace
controllo che consente di regolare contemporaneamente più parametri adattivi. In Crai, l’innovazione continua a farsi sentire!
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
La nostra passione al servizio
delle aziende audioprotesiche
Un passo lungo circa 20 anni in Sicilia ci porta nel
momento in cui alcuni giovani tecnici audioprotesici
decidono di sfruttare le loro conoscenze tecniche acquisite per mettere su una società al servizio degli audioprotesisti: “Audiotecnica”.
I primi anni vedono i soci impegnati personalmente
nello sviluppo della azienda dividendosi i compiti per
quanto riguarda: costruzione di apparecchi acustici e
rete commerciale.
Sin dall’inizio l’obiettivo è stato offrire la consulenza agli
audioprotesisti presenti a Palermo. Ben presto
Audiotecnica acquisisce l’esclusiva Starkey diventando
invece concessionaria unica per la Sicilia e la Calabria
nella produzione e la commercializzazione delle protesi
Starkey. La società amplia i propri orizzonti commerciali
e si sviluppa in termini di esperienza e organizzazione.
Audiotecnica si impone nella distribuzione delle audioprotesi e come punto di riferimento per gli audioprotesisti siciliani in particolare.
A rendere il servizio offerto qualitativamente superiore e
celere è l’organizzazione perfezionata negli anni distribuendo il flusso lavorativo tra rete commerciale, servizio
clienti, laboratorio produzione ed elettronico.
L’impegno costante e crescente dei rappresentanti ha
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
consentito loro di inaugurare nel
2009 i nuovi locali produttivi. Su
una superficie di circa 500 mq
trovano spazio un laboratorio per
la produzione di chiocciole e
gusci, un laboratorio elettronico
per il collaudo e la diagnosi sul
prodotto finito. Un’area “shipping” dove giungono gli ordini e
da dove vengono smistati rispettivamente alle varie aree di lavorazione.
La continua analisi dei processi
produttivi con l’eliminazione dei
“colli di bottiglia” a tutti i livelli
del servizio, permette oggi ad
Audiotecnica la possibilità di offrire un servizio celere.
Inoltre l’esperienza accumulata e la disponibilità di infrastrutture adeguate con apparecchiature produttive di
ultima generazione dà la possibilità di offrire il proprio
servizio in Italia grazie alla collaborazione, da giugno
2010, con Microson, società spagnola, con sede a
Barcellona, del gruppo Gaes leader nell’applicazione protesica.
Un laboratorio specializzato nella produzione di protesi
acustiche dal 1958, che oggi copre una superficie di circa
2.000 mq e dove lavorano oltre
100 tecnici specializzati.
Le protesi Microson, vengono
prodotte con la tecnologia SMT
(Tecnologia
a
Montaggio
Superficiale) per l’assemblaggio
del circuito stampato con l’applicazione diretta dei componenti
elettronici. Da marzo 1999
Microson possiede una propria
“camera Bianca” di classe
10.000. All’interno di questa
camera l’aria viene mantenuta a
un livello di purezza molto elevato a seguito di filtrazioni successive,al fine di evitare la contaminazione dei circuiti.
Il processo produttivo Microson
e le tecnologie adottate sono state ottimizzate al fine di
offrire un prodotto ad alta prestazione con il miglior rapporto qualità/prezzo. Il confronto continuo con i nostri
clienti e la professionalità maturata negli anni, ci consente di individuare le necessità soggettive e riuscire, quindi, ad offrire la soluzione più adeguata.
«Il servizio è il nostro punto di forza - dice il manager
Pietro Corrao - e lo dimostra l’obiettivo raggiunto, per i
tempi di consegna in tutta Italia, che è di tre giorni lavorativi».
93
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
COCHLEAR BAHA BP100:
il nuovo Processore del suono Baha
a confronto con la generazione precedente
FIG. 2 Funzione BC Direct con BP100
Sono più di 5000 i pazienti che beneficiano delle performance superiori che Cochlear™ Baha® BP100 fornisce
da quando è stato introdotto sui mercati di tutto il
mondo. Il Freeman Hospital di Newcastle upon Tyne,
uno dei centri Baha più importanti al mondo, ha presentato recentemente uno studio clinico indipendente1 che
mette a confronto il Baha Divino con il
nuovo Baha BP100.
Lo studio è stato condotto su 30
pazienti adulti già portatori di
Baha Divino da almeno un anno e
selezionati in modo casuale. Tutti
avevano una soglia ossea PTA
inferiore o uguale a 45 dB HL.
Il programma Baha di Newcastle,
in ottica di riabilitazione uditiva,
FIG. 1 Cochlear™ compara le performance attraverso la misurazione diretta (guadaBaha® BP100
gno funzionale e soglie aided)
della comprensione del parlato in
condizioni di rumore di sottofondo (BKB-SIN) e della
percezione qualitativa del paziente (questionari GBI,
APHAB, SSQ).
Il campione rappresentava i tre principali gruppi di indicazione: ipoacusia trasmissiva o mista monolaterale con
applicazione del Baha solo da un lato (N=10); ipoacusia
trasmissiva o mista con applicazione bilaterale (N=10); e
sordità neurosensoriale monolaterale (SSD) (N=10).
Le misurazioni e la predisposizione dei test utilizzati in
questo studio sono stati pensati per essere facilmente
replicabili nella maggioranza delle strutture ospedaliere.
Il processore in uso (Divino) era regolato secondo le preferenze del paziente, il Cochlear Baha BP100 è stato
regolato utilizzando la funzione BC Direct (Fig.2).
La comprensione del parlato verificata mediante il BKBSIN test è stata misurata mantenendo il rumore costante
e variando il parlato, sia il parlato che il rumore sono
stati presentati frontalmente al paziente.
Tutte le misurazioni sono state effettuate con i processori in modalità omnidirezionale e con la funzionalità di
riduzione automatica del rumore spenta.
Le performance sono state valutate fino a dodici settimane per determinare il grado di miglioramento nel tempo.
I risultati hanno dimostrato che questo nuovo processore digitale multicanale completamente automatico
(BP100) fornisce eccellenti performance di comprensione del parlato nel rumore se confrontato con la generazione precedente di processori Baha (Divino).
FIG. 3
94
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Tutti i gruppi (Monolaterale, bilaterale, SSD) hanno
mostrato un miglioramento nella comprensione del parlato con il BP100 rispetto al Divino (fig.3); il miglioramento era immediatamente percepito e aumentava nel
tempo poichè i pazienti si adattavano al tipo di amplificazione con WDRC (Wide Band Dynamic Range
Compression) del BP100.
Dei tre gruppi quello del bilaterale ha dimostrato il
miglioramento più significativo. Tutti e tre i gruppi
hanno dimostrato miglioramenti nella facilità di comunicazione in condizioni normali e di rumore.
I miglioramenti del Baha BP100 derivano principalmente dall’elevato livello tecnologico della piattaforma digitale programmabile per il fitting audiologico, dall’implementazione del WDRC e dalle avanzate caratteristiche di
processazione del segnale.
Per i pazienti affetti da ipoacusia trasmissiva o mista la
processazione automatica del segnale migliora la comprensione del parlato in tutte le situazioni del parlato.
I pazienti con SSD possono beneficiare di un programma
dedicato che agisce sulle frequenze acute compensando
l’effetto ombra della testa e della riduzione automatica
del rumore che riduce l’impatto dell’amplificazione del
rumore verso la coclea funzionante.
Per i pazienti con applicazione bilaterale il Cochlear
Baha Fitting Software ottimizza il fitting mediante la funzione BC Direct bilanciando la loudness tra i due processori.
interpellati mediante una ricerca di mercato. Gli obiettivi dei progettisti sono stati chiari: garantire l’affidabilità
del sistema fornendo il massimo della tecnologia disponibile in tutte le condizioni di utilizzo quotidiano.
Affidabilità e durevolezza sono garantiti da un assemblaggio ermetico in silicone a prova di liquidi che permette al BP100 di funzionare anche nelle condizioni di
umidità e bagnato più difficili. Le membrane in Goretex® proteggono i microfoni dagli agenti atmosferici.
Il trasduttore è la componente più sollecitata del sistema
a causa delle vibrazioni che genera pertanto si è provveduto a progettarlo creando una nuova sospensione e
degli stop meccanici per ridurre le sollecitazioni derivanti dal continuo attacco e stacco dall’impianto.
La base in titaFIG. 5
nio (Fig. 5)
garantisce robustezza e resistenza dell’involucro oltre ad
essere assolutamente sicura
per la pelle del
portatore riducendo il rischio
di irritazioni e allergie.
Il BP100 garantisce ottime performance in condizioni di
vento rispetto al Divino in quanto risulta acusticamente
trasparente e consente alle onde sonore di passare attraverso i microfoni senza distorsione. Le performance sono
state misurate nella galleria del vento della Chalmers
University of Technology a Goteborg, Svezia.
La geometria dello sportello batteria e delle membrane in
Gore-tex® riducono il rumore del vento di 5 dB rispetto
al Baha Divino.
Le performance audiologiche e le caratteristiche tecniche
e di design fanno del Baha BP100 il processore a conduzione ossea più avanzato presente sul mercato.
Caratterisitiche tecniche e innovazioni
di design del Cochlear Baha BP100
Il Baha BP100 rappresenta un nuovo standard nel settore dei dispositivi a conduzione ossea diretta, il suo design rappresenta la sintesi delle esperienze e necessità di
professionisti e pazienti di tutto il mondo che sono stati
FIG. 4
1. Davison T, Leese D, Marley S, Johnson IJ. Clinical
impressions of a new Bone Anchored Hearing Aid processor.
In: 2nd International symposium on bone conduction hearing craniofacial osseointegration; 2009 11-13 June 2009;
Göteborg, Sweden; 2009.
95
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
A colloquio con il nuovo direttore generale
della Maico, Peter William Lloyd
da un elevato livello di competitività e a mio avviso uno
dei più importanti fattori di successo è, e sarà sempre
rappresentato dal livello di servizio che si è in grado di
garantire, sia agli audioprotesisti che ai pazienti. Di fronte a questo stato di cose, credo di poter affermare che il
gruppo Maico si trovi in una posizione di vantaggio.
E a quali fattori attribuisce questa posizione?
Insieme alle rete dei nostri concessionari esclusivi, alcuni dei quali sono presenti sul mercato da oltre cinquanta anni, disponiamo di una distribuzione capillare e di
un patrimonio di “persone” qualificate e dedicate.
Quali sono le sfide di Maico per il futuro?
Fra gli obiettivi di Maico in Italia, vi è senza dubbio il
rafforzamento e lo sviluppo di questo patrimonio esclusivo che ci rappresenta e caratterizza e che è tenuto in
grande considerazione dai nostri concorrenti.
Anche la professione dell’audioprotesista negli ultimi anni ha subito una profonda trasformazione.
Cosa ne pensa?
A mio avviso c’è un aspetto da sottolineare: oggi l’audioprotesista ha davanti a sé una figura interlocutrice molto
complessa, perché se è vero che è cambiata la professione, lo stesso discorso vale per il paziente.
Il paziente è più informato, esigente, attento agli aspetti
economici ed è consapevole dei propri diritti e l’audioprotesista deve saper gestire questo cambiamento.
Quali strumenti ha a disposizione?
L’audioprotesista deve continuamente allargare ed affinare
le proprie competenze, anticipando le richieste dei
pazienti. Il gruppo Maico è già impegnato in questo senso
e sta lavorando con i propri concessionari esclusivi.
Distinguersi oggi è più che mai importante, in quanto nel mercato si sta verificando un consolidamento
dei vari concorrenti.
È esatto, ma questo trend non ci coglie impreparati. In
più il gruppo Maico ha il vantaggio di poter usufruire
delle risorse della William Demand Holding, fra i più
importanti gruppi del settore al livello mondiale.
Vive in Italia da sempre, ma prima ancora del suo nome
è l’aspetto elegante a tradirne le origini inglesi. Peter
William Lloyd è il nuovo direttore generale della Maico.
Nel suo curriculum dopo la laurea in legge, una lunga
esperienza in aziende multinazionali, che si è esplicata
in vari settori, soprattutto quello medicale, e che ha toccato tutti i livelli, fino a giungere a posizioni di vertice.
Dopo diverse esperienze a livello internazionale, non
solo in Europa ma anche in Asia, nel 2002 Peter William
Lloyd entra a contatto con il mondo Maico, ricoprendo
il ruolo di consulente di direzione e collaborando su vari
fronti, dalla formazione alle strategie aziendali. Fino a
quando, nel marzo scorso, non è stato chiamato alla
direzione generale.
In occasione di questo cambio di vertice abbiamo
approfondito con il neo direttore generale alcune questioni relative al futuro del settore audioprotesico e alle
nuove sfide che attendono la Maico.
Dottor Peter William Lloyd come è cambiato il mercato audioprotesico negli ultimi anni?
Credo che oggi questo settore in Italia sia caratterizzato
96
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Phonak Academy, grande successo per
il convegno sulla sordità nel bambino e nell’adulto
Professor Alessandro Martini, che ha visto alternarsi
interventi da parte di diciannove esperti, di cui otto
importanti studiosi internazionali.
La prima giornata di lavori è stata aperta dalla prestigiosa presenza del Prof.
Richard
Seewald
dell’Università
Western Ontario (Canada), che ha
salutato la platea all’inizio dei lavori ed
ha presenziato durante tutto il congresso, complimentandosi per il livello dei
contenuti e degli interventi. La giornata ha quindi visto interventi che hanno
affrontato il tema della sordità infantile
partendo dalla diagnosi, passando alle
modalità d’intervento, con approfondimenti sulla tematica degli impianti cocleari e su altri temi di grande interesse come il rapporto tra
sordità e autismo.
La seconda giornata di
lavori ha approfondito
ancora il tema dell’ipoacusia nel bambino e ha sviluppato temi inerenti le
problematiche nell’adulto.
Il programma completo
degli interventi con i relativi abstract è disponibile sul sito:
www.phonakacademy.it.
Molto gradita è stata la presenza dello stand “Hear the
Word”, l’iniziativa a livello mondiale di Phonak, volta a
sviluppare consapevolezza sulle problematiche collegate all’udito e alle perdite uditive. L’obiettivo è di richiamare l’attenzione sulle conseguenze sociali ed emotive
delle perdite uditive e fornire informazioni sulla prevenzione e sulle soluzioni di un problema che affligge il
16% della popolazione mondiale. Tra gli ambasciatori
del progetto, personalità come Placido Domingo, Annie
Lennox, Bryan Adams.
Straordinario successo per il Convegno “Metodiche e
tecnologie per la diagnosi ed il trattamento della sordità
nel bambino e nell’adulto” organizzato da Phonak Italia,
con la collaborazione di
Advanced Bionics Italia,
che si è svolto nell’elegante cornice del Centro
Congressi del NHow design hotel di Milano nelle
giornate dell’11 e 12 giugno 2010.
L’evento ha rappresentato
un momento importante
del nutrito programma di
formazione e aggiornamento professionale, denominato
Phonak Academy, che Phonak ha sviluppato nel corso
degli ultimi anni, ed ha ottenuto uno
straordinario successo, non solo in termini di partecipazione, grazie soprattutto al
carattere innovativo e originale dei temi
trattati e alla qualità dei relatori, accolti
in una location inconsueta e stimolante.
L’impegno profuso da Phonak Italia è
stato ben ripagato dai numeri: sono stati
ben trecentottanta, infatti, i partecipanti
al Congresso, tra i quali un gran numero
di appartenenti alla classe medica (40%).
Cruciale per il successo del Convegno è stato il programma scientifico, sapientemente sviluppato dal
97
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
MED-EL Concerto from adagio to rock and roll
L’impegno nella ricerca scientifica e l’apporto costante
di innovazioni nell’ambito dei sistemi uditivi impiantabili sono stati alla base del successo di MED-EL fin dai
suoi esordi. Nata infatti grazie agli studi sulla stimolazione elettrica del nervo acustico dei coniugi Ingeborg
ed Erwin Hochmair presso l’università di Innsbruck,
MED-EL ha contribuito, nel corso degli anni, a definire molti degli standard odierni nell’ambito degli
impianti uditivi, introducendo per prima numerose
innovazioni fra cui l’impianto cocleare microelettronico multicanale, il processore retroauricolare, l’array per
realizzare la copertura completa della coclea, il sistema
di stimolazione elettroacustica (EAS) e la prima strategia in sincronia di fase in grado di fornire agli utilizzatori i dettagli più fini del suono (FineHearing™).
Oggi MED-EL è lieta di presentare il nuovo impianto
Concerto, frutto delle più avanzate riceche nel settore e
che definisce nuovi standarddi tecnologia e performance per gli impianti cocleari!
Concerto è l’impianto in titanio con la superficie più
piccola sul mercato. Inoltre grazie ai suoi
4,5 mm di spessore ed all’elettrodo
di riferimento integrato sul case,
è adatto ad una chirurgia
rapida e mininvasiva,
anche nei bambini.
Grazie ai 12
generatori di
corrente indipendenti,
Concerto riesce
a realizzare la stimolazione parallela di più elettrodi, focalizzando così lo
stimolo di corrente con un’elevata precisione.
Il suo elettrodo lungo 31,7 cm permette di coprire
anche la zona apicale della coclea, che viene stimolata
con la nuova strategia FS4, realizzata per presentare
alla persona le basse frequenze nel modo più naturale e
dettagliato possibile.
Come tutti gli impianti MED-EL, Concerto è compatibile con la risonanza magnetica fino ad 1,5 T, senza
bisogno di rimuovere chirurgicamente il magnete
interno, caratteristica unica sul mercato.
Infine il nuovo processore esterno Opus2-D
garantisce una durata delle batterie più
lunga del 50% rispetto alla precedente
generazione di impianti.
MED-EL inoltre si prende cura di quanti
abbiano già ricevuto un suo impianto, cercando costantemente di migliorare la loro
qualità di ascolto: è per questo che il nuovo
processore Opus2-D, è compatibile con i vecchi
impianti fino a tre generazioni precedenti a Concerto
e che le nuove strategie FS4 ed FS4-P (con stimolazione parallela di più elettrodi) possano essere utilizzate da
pazienti con impianti fino a due generazioni precedenti.
MED-EL Concerto:
il nuovo standard per gli impianti cocleari.
A cura dell’Ing. Gionata Conni
98
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
ReSound Alera e ReSound Unite:
una coppia vincente
ReSound Range, che è dotato di una funzionalità dedicata a fornire una qualità del suono senza pari, oltre ad
una chiara percezione della provenienza dell’emissione
sonora. Inoltre, per affrontare al meglio anche gli
ambienti di ascolto complessi, Surround Sound by
ReSound è in grado di elaborare, le basse ed alte frequenze separatamente, ricreando così i modelli di direzionalità naturali dell’orecchio umano. Per descrivere
come ReSound Alera sia un concentrato incredibile di
altissima tecnologia, si potrebbe continuare parlando
della sua funzionalità ReSound DFS Ultra, che consente di isolare e rimuovere soltanto il feedback e non gli
altri suoni alle alte frequenze. Questo consente di preservare i suoni quotidiani, importantissimi, da una
rimozione generica che li confonde con il feedback,
come può accadere con lo squillo di un telefono o la
musica, che i normali apparecchi cercano di ridurre
Il salto di qualità compiuto da ReSound Alera nel
campo delle soluzioni ai problemi di ipoacusia, si
potrebbe riassumere con una semplice constatazione: è
ciò che oggi più avvicina una persona con problemi di
udito agli altri. ReSound Alera e il sistema di connessioni wireless ReSound Unite, creano la possibilità di
percezione della scena uditiva a
360°, tenendo costantemente in
contatto chi li utilizza all’ambiente circostante. Lo fanno innanzitutto a partire da una qualità tecnologica fuori dal comune, che è
stata raggiunta perseguendo un obiettivo preciso: eliminare qualsiasi barriera, uditiva e materiale, per permettere una migliore qualità della vita. Gli ostacoli dell’ipoacusia vengono eliminati grazie a dispositivi interni,
come ad esempio il nuovo chip per apparecchi acustici
99
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
provocando un fastidioso effetto di distorsione. E poi
ancora Noise Tracker II e l’Ottimizzatore Ambientale II,
che anche in presenza di rumori di sottofondo in
costante evoluzione, consentono a ReSound Alera di
impostare automaticamente la riduzione del rumore
ambientale indesiderato, mantenendo la connessione
ed il comfort acustico necessario a vivere con piena partecipazione ogni momento.
ReSound Alera utilizza in maniera innovativa le tecnologie wireless comprovate più affidabili per connettersi
a dispositivi indispensabili, come la televisione, lo stereo, il telefono cellulare. Tutto questo senza l’ingombro,
grazie al sistema ReSound Unite, di nessuno streamer
o simile, scomodo ed antiestetico. È un sistema intelligente, che trasmette il suono direttamente dai dispositivi all’apparecchio acustico, non ingombra o intralcia
con fili o cose da indossare, è di facile ed immediato uti-
lizzo: una volta installato si dimentica. Inoltre come
ogni particolare di ReSound Alera, anche il sistema
ReSound Unite è basato su una tecnologia affidabile,
sicura, comprovata: la migliore già in uso in tastiere e
mouse wireless.
È d’obbligo concludere con un’ultima riflessione sul
design: non occorre citare i premi vinti da ReSound
Alera per dire che è anche bello: basta guardarlo. Come
basta osservare le forme dei dispositivi wireless di
ReSound Unite, dalla clip ReSound Unite Phone Clip
a ReSound Unite Remote Control con cui avere tutto
sotto controllo, o al dispositivo ReSound Unite TV.
Sono l’esempio di come si può essere efficaci, duraturi,
capaci di contenere tecnologia ad altissimo livello, e
anche visivamente gradevoli. ReSound Alera e
ReSound Unite ci parlano di futuro. Anzi, ce lo fanno
ascoltare.
100
APPENDICE
L’AUDIOPROTESISTA
Ministero, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Consiglio Universitario Nazionale
Prot. n. 1084
Spedito il 14 giugno 2010
All’On.le MINISTRO
SEDE
MOZIONE: Figure docenti non universitarie per la didattica tecnico-professionalizzante.
Adunanza del 9/6/2010
Il CUN
Premesso che
- il sistema Universitario interagisce con la società civile, con il mondo delle professioni, delle imprese e della pubblica
amministrazione, in quanto il trasferimento continuo dei saperi e delle competenze dal mondo dell’accademia a quello
del lavoro e viceversa è momento indispensabile allo sviluppo di una società basata sulla conoscenza;
- l’accesso alla posizione accademica nelle Università richiede un percorso di approfondimento scientifico e didattico che
comporta una valutazione qualitativa e comparativa e che tale ineludibile percorso è peculiare dell’istituzione universitaria;
100
Constatato che
- a fianco del personale di ruolo della docenza universitaria esistono altre figure non accademiche anche provenienti dalle
amministrazioni pubbliche, che possono esercitare temporaneamente attività di docenza nell’ambito di specifiche competenze desunte da ruoli ad alta professionalità;
- queste figure sono generalmente presenti ad oggi negli atenei con la qualifica di “docenti a contratto” (retribuito o a titolo gratuito).
Osserva che
- alcuni percorsi formativi, per la loro specificità culturale e/o il loro carattere fortemente professionalizzante, possono
richiedere competenze professionali non accademiche prevedendo, in questi casi, requisiti necessari di docenza differenziati, senza ipotizzare nuove figure nei ruoli universitari.
Ritiene che
- al fine di mantenere comunque livelli complessivamente elevati dell’alta formazione, sia necessario, affidare
all’Università il compito di:
a) selezionare le figure cui assegnare incarichi di docenza di tipo tecnico-professionalizzante, utilizzando logiche e criteri trasparenti di valutazione;
b) prevedere per l’affidamento di incarichi di docenza a personale non accademico una durata limitata e rinnovabile, previa valutazione favorevole da parte dell’Ateneo dell’attività svolta.
IL SEGRETARIO
(firmato Valeo)
IL PRESIDENTE
(firmato Lenzi)
101
APPENDICE
L’AUDIOPROTESISTA
D.M. Definizione posti disponibili per immatricolazioni
corsi di laurea delle Professioni Sanitarie a.a. 2010/2011
Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
VISTA la legge 14 luglio 2008, n. 121 “Conversione in
legge del decreto legge 16 maggio 2008, n.85 recante
disposizioni urgenti per l’adeguamento delle strutture di
Governo in applicazione dell’art.1, commi 376 e 377,
della legge 24 dicembre 2007, n. 244” e, in particolare,
l’art.1, comma 5;
VISTA la legge 2 agosto 1999, n.264 recante norme in
materia di accessi ai corsi universitari ed, in particolare,
l’articolo 3, comma 1, lettera a) ;
VISTO il decreto 22 ottobre 2004, n.270 “ Modifiche al
regolamento recante norme in materia di autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3
novembre 1999, n.509;
VISTO il decreto ministeriale 2 aprile 2001 con il quale si
è provveduto alla determinazione delle classi delle lauree
delle professioni sanitarie;
VISTO il D.M. 31 ottobre 2007, n.544 “Requisiti necessari per l’attivazione dei corsi di studio” e, in particolare la
tabella n.7 che ne fa parte integrante, in cui viene stabilita
la numerosità minima per gruppi di classi di laurea;
VISTO l’art.6 del D.L.gs. 30 dicembre 1992 in cui viene
disposto che la formazione del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione avviene in sede
ospedaliera, ovvero presso altre strutture del Servizio sanitario nazionale e istituzioni private accreditate;
VISTO il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e, in
particolare l’art.39, comma 5, così come sostituito dall’art.26 della legge 30 luglio 2002, n. 189;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n.334 “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n.394 in materia di immigrazione”;
VISTE le disposizioni ministeriali in data 16 maggio 2008
con le quali sono state regolamentate le immatricolazioni
degli studenti stranieri ai corsi universitari per il triennio
2008-2011;
VISTO il contingente riservato agli studenti stranieri per
l’anno accademico 2010-2011, riferito alle predette disposizioni;
VISTA la rilevazione relativa al fabbisogno delle professioni sanitarie per l’anno accademico 2010-2011 che il
Ministero della Salute ha effettuato ai sensi dell’art.6 ter
del D.L.gs. n.502/1992 e trasmesso in data 1 giugno
2010.alla Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni
e le Province Autonome in vista dell’Accordo formale;
CONSIDERATA tuttavia la necessità di emanare il presente decreto per consentire la pubblicazione del bando di
concorso da parte degli Atenei nel rispetto di quanto
disposto dall’art.4, comma 1, della richiamata legge
n.264/1999;
VISTA la potenziale offerta formativa così come deliberata dagli Atenei con espresso riferimento ai parametri di cui
all’articolo 3, comma 2, lettere a), b), c) della richiamata
legge n.264;
TENUTO CONTO delle osservazioni e delle proposte formulate dal Gruppo tecnico insediato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai fini della programmazione dei corsi universitari per il prossimo anno
accademico, di cui fanno parte i rappresentanti del Ministero della Salute, della Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, del Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario, dell’Osservatorio
delle Professioni sanitarie, della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia, della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, nonché il Presidente della Conferenza permanente dei Presidenti
dei corsi di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria;
RITENUTO che, ai sensi dell’art.3, comma 1, lettera a)
della legge n.264/1999 sopra citato, la programmazione va
definita tenendo anche conto del fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo;
RITENUTO di condividere i criteri stabiliti dal predetto
Gruppo tecnico, ovvero: di accogliere l’offerta potenziale
formativa definita da tutte le Università, qualora risulti a
livello nazionale al di sotto del fabbisogno professionale;
di definire in riduzione la stessa offerta qualora risulti
complessivamente al di sopra del fabbisogno professionale, riconducendola ai fabbisogni dei rispettivi ambiti regionali o di quelli limitrofi; di non disporre la programmazione nei casi in cui non sia rispettata la numerosità minima
di cui alla richiamata tabella n.7, parte integrante del D.M.
n.544/2007; di non accogliere l’offerta potenziale in caso
di formazione con sistema in teledidattica;
VISTO il parere del Comitato nazionale di valutazione del
sistema universitario, espresso in data 23 giugno 2010;
RITENUTO di definire la programmazione anche con
riguardo alle esigenze delle Regioni e delle Province Autonome sul cui territorio non sono attivati i corsi di laurea;
RITENUTO, pertanto, di determinare per l’anno accademico 2010/2011 il numero dei posti disponibili a livello nazionale per l’ammissione ai corsi di laurea delle professioni sanitarie e di disporre la ripartizione degli stessi fra le università;
102
APPENDICE
L’AUDIOPROTESISTA
D E C R E T A:
Art.1
1. Limitatamente all’anno accademico 2010/2011, il numero dei posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie degli studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia di cui all’articolo 26 della legge 30 luglio 2002, n.189 è definito, come di seguito indicato per ciascuna classe di afferenza e tipologia di corso, secondo la ripartizione di cui alle tabelle allegate che costituiscono parte integrante del presente decreto.
Classe SNT/1
Corsi di laurea in
Infermieristica
Ostetricia
Infermieristica pediatrica
Classe SNT/2
Corsi di laurea in
Podologia
Fisioterapia
Logopedia
Ortottica e Assistenza Oftalmologica
Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva
Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica
Terapia occupazionale
Educazione professionale
Classe SNT/3
Corsi di laurea in
Tecniche audiometriche
Tecniche di laboratorio biomedico
Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia
Tecniche di neurofisiopatologia
Tecniche ortopediche
Tecniche audioprotesiche
Tecniche in fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare
Igiene Dentale
Dietistica
Classe SNT/4
Corsi di laurea in
Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro
Assistenza sanitaria
n.
n.
n.
16.336
1.042
343
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
119
2.192
548
231
317
315
245
827
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
114
1.177
1.466
161
127
282
205
588
358
n.
n.
883
259
2. Agli studenti stranieri residenti all’estero sono destinati i posti secondo la riserva contenuta nel contingente di cui alle
disposizioni ministeriali in data 16 maggio 2008 citate in premesse.
Art.2
1. Ciascuna università dispone l’ammissione degli studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia in base alla
graduatoria di merito nei limiti dei corrispondenti posti di cui alle tabelle allegate al presente decreto.
2. Ciascuna università dispone l’ammissione degli studenti non comunitari residenti all’estero in base ad apposita graduatoria di merito nel limite del contingente ad essi riservato definito nelle ricordate disposizioni in data 16 maggio 2008.
Il presente decreto è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Roma, 9 luglio 2010
f.to IL MINISTRO
Mariastella Gelmini
103
L’AUDIOPROTESISTA
www.audioprotesista.it
IL PORTALE
DEL MODERNO
PROFESSIONISTA
SANITARIO
Record di accessi da tutta Europa per il nostro sito
www.audioprotesista.it, uno strumento completo e innovativo, in grado di garantire ai lettori informazioni più tempestive
e la possibilità di sfogliare tutte le nostre iniziative editoriali,
oltre che offrire agli inserzionisti una comunicazione più completa e integrata.
Il portale contiene tutte le sezioni utili alla nostra professione,
con approfondimenti sulla vita associativa, sulla formazione e
sull’università, spunti di riflessione sui problemi di udito, sull’aggiornamento normativo e, naturalmente, sugli sviluppi tecnologici e le notizie sui prodotti e sulle aziende di produzione.
Sul portale, tra le altre funzionalità, trovate una piccola biblioteca audioprotesica scaricabile gratuitamente. Disponibili in
questa sezione, il libro di Maurizio Clerici “L’Audioprotesista”
(l’unico manuale italiano sulla nostra professione), Le linee
guida Sio 2007, Le linee guida Inail 2007, tutti gli arretrati
della rivista e i quaderni allegati e le nuove pubblicazioni.
Pubblicato online l’Annuario 2009, l’archivio
di tutti gli Audioprotesisti italiani regolarmente iscritti all’Associazione nell’anno 2009.
Questo archivio verrà
aggiornato ogni anno
in base al dato iscrizioni al 28 febbraio.
Molto interessante e
innovativa la sezione
“Centri
Acustici
Italiani” che rappresenta l’offerta distributiva nazionale. A
tutti gli utenti registra-
ti è data la possibilità di inserire il proprio centro acustico e le proprie filiali mentre a tutti i
visitatori è accessibile l’archivio, regione per
regione, di tutte le aziende registrate.
L’elenco dei professionisti è inserito automaticamente dalla nostra segreteria mentre
quello dei centri acustici deve essere aggiornato dall’utente in regola con la quota associativa aziende e filiali 2009.
Tutto converge sulla prima pagina con due
link fondamentali “Archivio Audioprotesisti”
e “Cerca il tuo Centro acustico” che permetteranno ai colleghi, ai medici e ai semplici visitatori di conoscere meglio chi siamo e
dove siamo. Vi aspettiamo!
AUDIOPRO
L'Informatore
Audioprotesico
AudioPRO
per un’informazione
sempre più veloce ed efficace
Prosegue con successo questa nuova iniziativa editoriale che
ha arricchito e confermato la grande crescita culturale che
sta accompagnando negli ultimi anni la professione dell’audioprotesista. AudioPRO è una nuova rivista che ha uno
scopo ben preciso, quello di valorizzare ancora di più la professionalità della categoria, il suo spirito propositivo, la sua
voglia di guardare ad un futuro di rinnovamento. In questo
contesto l’informazione riveste un ruolo fondamentale, di
stimolo e di riconoscimento reciproco, rinforzando e rendendo sempre più stretto il contatto tra gli associati.
AudioPRO affianca l’ormai più che consolidata realtà de
“L’Audioprotesista”, e si caratterizza in particolare per
l’attenzione alle vicende associative, promuovendo
un’informazione veloce, precisa e mirata. Una comunicazione sempre più puntuale grazie ad una periodicità
alternata rispetto a “L’Audioprotesista”.
AudioPRO, inoltre, è a disposizione degli associati con delle
uscite “extra”, in occasione di notizie e avvenimenti importanti per la professione. Ed è anche uno strumento di servizio, su cui è possibile pubblicare annunci di lavoro o di ricerca di personale. L’obiettivo della nuova rivista, infatti, è quello di rappresentare
uno strumento più agile riservato ai soli audioprotesisti associati per affrontare in maniera approfondita tutte le tematiche professionali.
Appare chiaro, dunque, che il processo di miglioramento è in continua evoluzione e che la
professione si dimostra sempre più attenta a cogliere le esigenze di una società che cambia. L’audioprotesista è oggi sempre di più un “professionista della salute”, attento alla sua
preparazione, consapevole del proprio ruolo e della propria responsabilità nei confronti del
paziente. Non è stato semplice, ma finalmente quella dell’audioprotesista è una professionalità rispettata e soprattutto autonoma, protagonista a pieno titolo di una rivoluzione che
lo chiama a dialogare e collaborare con la figura del medico, di cui condivide l’obiettivo finale: il benessere del paziente. Tutto questo è stato possibile perché gli audioprotesisti hanno
saputo fare squadra; dialogando, confrontandosi, aggiornandosi continuamente. AudioPRO
arricchisce e completa questa esigenza, fornendo agli associati uno nuovo strumento.
Come per ogni inizio, la strada appare lunga a piena di incognite, ma la volontà e l’impegno per far crescere anche questa nuova rivista, ancora una volta non mancheranno.
AUDIOPRO
L'Informatore
Audioprotesico
L’AUDIOPR
R I V I S T A
T E C N I C O - S C I E N T I F I C A
D E L L ’ U D I T O
CHE COS’È “L’AUDIOPROTESISTA”
È una rivista che parla di professione, di aggiornamento tecnologico, di ricerca scientifica e problemi di udito e sue soluzioni e da oltre trent’anni è l’organo ufficiale degli Audioprotesisti Italiani
dell’Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali, membro dell’Associazione Europea
degli Audioprotesisti.
Vuole dare risalto alle figure professionali coinvolte nella protesizzazione, agli apparecchi acustici
e lo stato dell’arte della tecnologia, alle normative di riferimento e l’integrazione europea, agli
eventi e manifestazioni del settore, all’aggiornamento professionale e scientifico, alle informative
dell’associazione ANA-ANAP con l’obiettivo di “reintegrare al meglio le facoltà uditive di chi si rivolge all’Audioprotesista”, ponendo “il bene del soggetto ipoacusico come unico traguardo
dell’Audioprotesista” (dall’ editoriale del numero 1, anno 1979).
Una linea editoriale aperta
È una rivista fatta da noi audioprotesisti per gli audioprotesisti e tutti gli operatori del “sistema
sordità”: se hai voglia di scrivere e “dirci la tua”, invia il tuo articolo alla nostra redazione. Senza
censure né favoritismi, il tuo lavoro verrà pubblicato sulla rivista oppure sul nostro sito
www.audioprotesista.it.
Sei il benvenuto!
L’abbonamento è gratuito per tutti
Puoi ricevere “l’Audioprotesista” gratis direttamente a casa tua semplicemente inviando un’e-mail
([email protected]) con i tuoi dati postali (Cognome, Nome, Indirizzo, Cap,
Città, Prov.).
I lettori
Sono oltre tredicimila gli abbonati che ricevono gratuitamente la rivista.
AUDIOPROTESISTI
3.224
FILIALI E CENTRI ACUSTICI
1.400
DIRETTORI CATTEDRE E SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE ORL,
AUDIOLOGIA E FONIATRIA, PRIMARI DEI REPARTI ORL DEGLI OSPEDALI,
MEDICI SPECIALISTI ORL E AUDIOLOGI
6.844
MINISTERI, ALTRE FEDERAZIONI/ASSOCIAZIONI, ALTRI INDIRIZZI
1.770
AEA
TOTALI
58
13.296
ROTESISTA
ORGANO UFFICIALE DEGLI AUDIOPROTESISTI
ITALIANI E DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE
AUDIOPROTESISTI PROFESSIONALI, MEMBRO
DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA DEGLI
AUDIOPROTESISTI
L’Audioprotesista entra nelle case…
…ed è questa la sua forza: è una rivista trimestrale distribuita gratuitamente mediante spedizione in abbonamento postale. non si trova in edicola, nè in libreria, ma chiunque può riceverla a casa facendone richiesta.
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Per questo motivo, comunica alla nostra
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Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CAP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Città . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Professione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tel. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e-mail
..................................................
L’AUDIOPROTESISTA
Nuovo Nomenclatore tariffario
Avviso importante:
uscirà con l’elenco delle aziende ANA
e degli audioprotesisti ANAP
Con l’insediamento del nuovo
governo e la nomina del sottosegretario con delega per la “Salute”,
riprendono gli incontri per il completamento delle norme concernenti le “Nuove prestazioni di assistenza protesica erogabili nell’ambito del SSN” per la parte ancora
da definire con le regioni riguardanti “i requisiti generali e specifici per
l’accreditamento dei fornitori e i contratti con gli erogatori, il sistema tariffario, le modalità di collaudo, di fatturazione, di pagamento, ecc., ecc..”.
Con l’entrata in vigore del DPCM
comprendente l’assistenza protesica,
dobbiamo essere già pronti per la
stampa del prossimo NOMENCLATORE TARIFFARIO.
FIA, così come in passato, divulgherà celermente IL NUOVO
REGOLAMENTO presso tutti gli
enti e istituzioni interessate (Regioni, AASSLL, Associazioni
delle persone con disabilità,
Associazioni e ordini professionali, Cliniche e reparti
ORL, Medici specialisti, Corsi
ECM.
Si avverte per tempo - affinchè chiunque possa regolarizzare la propria posizione che il regolamento delle
“Nuove prestazioni di assistenza protesica” comprenderà - diviso per regioni l’elenco di tutte le aziende
iscritte all’ANA e i nomina-
tivi degli audioprotesisti abilitati
e iscritti all’ANAP, in regola con le
quote associative ANA e/o ANAP
per l’anno 2009 e 2010.
LA PUBBLICITÀ SU “L’AUDIOPROTESISTA”
LISTINO 2010
Pagina Intera SX
Pagina Intera DX
DOPPIA pagina
Mezza pagina SX
Mezza pagina DX
Un Quarto di pagina SX
Un Quarto di pagina DX
Quarta di copertina
Terza di copertina
Seconda di copertina
Spazio AZIENDA a pag (max 6 pag)
inserto centrale a pag (multipli di 4 facciate)
Schede Prodotto
News
news per non inserzionisti
Inserto nella cellofanatura
Generale
Preferenziale
(minimo 3 uscite)
ANIFA Contract
1400
1100
1550
1250
2850
2250
750
575
850
675
400
300
480
400
4000
3000
1850
1475
2150
1600
1050
750
950
850
gratuite per gli inserzionisti
gratuite per gli inserzionisti
900
700
59 cent cad
53 cent cad
900
1100
1950
475
600
265
350
2000
1250
1350
550
700
400
49 cent cad
NB: Le pagine destre sono su prenotazione e devono essere confermate in base alla disponibilità
AVVISO AI LETTORI
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