Un calcio a misura di bambino

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Un calcio a misura di bambino
Un calcio a misura di bambino Stefano D’Ottavio Da svariati anni il Settore Giovanile della Federcalcio cerca di promuovere proposte didattiche, tipologie di gare e di confronti che siano adeguati alle caratteristiche fisiologiche e cognitivo-­‐motorie del giovane calciatore (D’Ottavio, Russo, 1993). La proposta di “un calcio a misura di bambino” nasce dall’ipotesi che il campo di gioco ridotto favorisce i contatti con la palla, e quindi, facilita l’acquisizione di abilità tecnico-­‐tattiche in situazioni di gara. Nel campo di dimensioni ridotte diminuiscono i rapporti spazio-­‐tempo di cui ciascun ragazzo dispone per il controllo tecnico della situazione; tale aspetto può essere ritenuto positivo poiché una maggiore complessità di situazione, ma soprattutto uno spazio più facilmente controllabile, può stimolare il ragazzo ad anticipare l’elaborazione delle informazioni, ricercando più rapidamente l’appoggio dei compagni di squadra (D’Ottavio, Castagna, 1999). Una didattica così impostata solleciterà la percezione sensoriale, in particolar modo quella dell’analizzatore visivo che rappresenta l’elemento funzionale fondamentale per ricevere informazioni dal gioco in svolgimento. I risultati ottenuti da una ricerca condotta su 22 “esordienti” (Figura 1) confermano che in campi di dimensioni ridotte aumenta l’indice di partecipazione al gioco (numero dei contatti con la palla/unità di tempo) (D’Ottavio, Russo, 1993). I risultati ottenuti da questo studio indicano che durante un partita di calcio giovanile (2 tempi da 20 minuti), a parità di giocatori coinvolti (11c11), vengono effettuati in media 19,68 contatti al minuto giocando su un campo di dimensioni regolamentari mentre la media dei contatti su campo ridotto (metà campo regolamentare) è di 24,04 pari ad un incremento percentuale del 22%. Figura 1. Comparazione tra il modello del calcio a 11 su campo regolamentare e su campo ridotto in bambini di 11 anni (D’Ottavio, Russo, 1993) Sul piano della prestazione fisica è opportuno ricordare che i limiti di forza muscolare e la relativa integrazione delle qualità di forza con i fattori tecnico-­‐coordinativi non consento al piccolo calciatore di 1 esprimere il proprio potenziale prestativo: incapacità fisica e tecnica di calciare e quindi “dialogare” con compagni che si trovano relativamente distanti (>20-­‐25 m). Ciò si rileva anche nei calci d’angolo, nelle punizioni, nei calci di rinvio ecc.). In pratica, il piccolo calciatore, anche se disponesse delle necessarie potenzialità cognitive per individuare l’obiettivo tattico da realizzare (p.e. cambio di gioco), i limiti di forza muscolare e della relativa integrazione delle qualità di forza con i fattori tecnico-­‐coordinativi, non gli permettono di esprimersi come invece avrebbe voluto. A tal scopo qualche anno fa il Settore Giovanile condusse uno studio con lo scopo di individuare le misure del campo di gioco ideali per il calcio di base. Partendo dai dati riportati in letteratura i quali indicano che un giocatore adulto riesce ad imprimere, durante un tiro, una forza tale da far raggiungere una velocità massima alla palla (valori medi) superiore ai 100 km/h. Comparando tali valori con bambini di 11 anni, che è pari di 58 km/h, utilizzando la procedura matematica della proporzione abbiamo potuto ottenere delle ipotetiche misure del campo attuale di gioco per bambini, partendo dalle misure del campo regolamentare che approssimativamente sono 110x70m: • Per la lunghezza → Velocità palla adulto:lunghezza campo regolamentare = velocità palla bambino:x o 100:110=58:x → x=110x58/100 → 63,8m • Per la larghezza → Velocità palla adulto:larghezza campo regolamentare = velocità palla bambino:x o 100:70=58:y → y=70x58/100 → 40,6m (D’Ottavio, 2004) Tali misure(65x40m), che corrispondono all’incirca alle dimensioni del campo utilizzate per la categoria pulcini (1/2 campo in senso trasversale), possono essere proposte, almeno fino alla fase iniziale della categoria esordienti, continuando a giocare 7 contro 7 giocatori. Occorre tuttavia tener presente un altro aspetto, che condiziona non poco lo svolgersi delle azioni durante la partita. Ci riferiamo al parametro densità di gioco che rappresenta il rapporto fra lo spazio di gioco ed il numero dei giocatori in campo: • se la densità è maggiore, e le distanze fra compagni e avversari sono quindi più ravvicinate, il giocatore durante il gioco è maggiormente sollecitato sul piano cognitivo e tecnico (anticipazione, decisioni, esecuzioni tecniche ecc.). In pratica si vengono a restringere i tempi d’azione • se la densità è minore invece, il giocatore avrà teoricamente più facilitata la sua azione sul piano spazio-­‐temporale sia in fase elaborativa che in fase esecutiva. L’ideale a nostro avviso, sostenendo una didattica che tenda promuovere sia la varietà che la qualità delle esperienze, dovrebbe essere di potersi esercitare attraverso entrambe le situazioni didattiche. Se calcoliamo le due densità di gioco riscontrate sul campo regolamentare e con 11 giocatori per squadra, e quella relativa alla situazione ridotta (65x40 m. con 7giocatori per squadra) avremo: densità nella situazione regolamentare 110x70=7700/22=350 m2 per giocatore (quindi minore densità) densità nella situazione ridotta 65x40=2600/14 =186 m2 per giocatore (quindi maggiore densità). La prima situazione si articola attraverso un gioco più lento in generale, e favorisce lo sviluppo e soprattutto l’applicazione delle tecniche di base in situazione di gara. La seconda, predispone invece maggiormente al gioco di prima, rende contemporaneamente i giocatori tutti più “attivi” compreso il portiere, e si avvicina molto di più alle prestazioni di livello superiore. 2 Tenendo conto della capacità fisiche dei bambini e le proporzioni fin qui elencate, è stato possibile ridimensionare il terreno di gioco e il numero di bambini coinvolti durante un incontro di calcio per le diverse categorie (“Pulcini” ed “Esordienti”). Dai risultati ottenuti è emerso che il modello di gara a ranghi (numero giocatori coinvolti) e dimensioni ridotte favorisce un miglioramento tecnico-­‐tattico e aumenta l’indice di partecipazione al gioco sia nella categoria pulcini (Figura 2) che nella categoria esordienti (figura 3). Figura 2. Comparazioni tra i modelli di gioco del 7c7 e 5c5 in bambini di 8 anni. (Furia, 2001) Figura 3. Il 9c9 a confronto con l’11c11 (D’Ottavio, 1996) 3 Il passo successivo è stato quello di ridisegnare le porte per i giovani calciatori in questa fascia di età. Tenendo conto della statura dei bambini e delle capacità di salto verticale, attraverso procedure matematiche di comparazione fra bambini ed adulti relativamente a tali fattori ed alle dimensioni ufficiali delle porte (2,44 x7,32 m.), fu possibile ipotizzare tre dimensioni diverse, sicuramente più vicine alle caratteristiche morfologiche e funzionali del giovane calciatore di questa fascia d’età (D’Ottavio, 1996). La tabella riportata in figura 4, riporta lo schema riassuntivo delle modalità di svolgimento delle gare nelle categorie Pulcini ed Esordienti. Figura 4. Modalità di svolgimento delle gare nelle categorie Pulcini ed Esordienti. Categoria Anno di nascita Confronto Tempi di gioco Dimensioni campo (mt.) Dimensioni porte (mt.) Tipologia e Dimensioni del pallone Pulcini 1° anno 2001 5:5 3x15' 30÷45x20÷2
5 4,50x1,60
In alternativa
3÷5x1,60÷2 4 gomma doppio o
triplo strato o cuoio Pulcini 2° anno 2000 6:6 3x15'
40÷50x25÷30 5x1,80
In alternativa
4÷6x1,60÷2 4 gomma doppio o
triplo strato o cuoio Pulcini 3° anno 1999 7:7 3x15'
55÷65x40÷45 5x1,80
In alternativa
4÷6x1,80÷2 4 gomma doppio o
triplo strato o cuoio 5,50x2
In alternativa
5÷6x1,80÷2 4 gomma doppio o
triplo strato o cuoio Esordienti 1° anno 1998 7:7 o 9:9 3x20'
60÷65x40÷4
5
o
65÷75x45÷5
0 Esordienti 2° anno 1997 9:9 3x20' 65÷75x45÷5
0 5,50x2
In alternativa
5÷6x1,80÷2 4 cuoio Esordienti 2° anno 1997 11:11 3x20' 85÷95x55÷6
0 5,50x2
In alternativa
5÷6x1,80÷2 4 cuoio (F.i.g.c, Settore Giovanile e Scolastico-­‐ Comunicato Ufficiale n°1, 2009-­‐‘10) Alla luce dei risultati ottenuti da queste ricerche possiamo dire che il campo ridotto consente di incrementare una migliore visione di gioco in quanto il giocatore deve rapidamente ricercare la soluzione più opportuna. Anche i compagni senza palla saranno inevitabilmente sollecitati a muoversi con maggiore continuità (azioni di smarcamento) e da tutto ciò scaturirà un maggior dinamismo del gioco e si favoriranno le relazioni tecniche necessarie allo sviluppo di un gioco collettivo (Castagna et al., 2003). Inevitabilmente l’aumentata complessità del gioco determina anche un aumento della frequenza degli errori. L’analisi dei dati ha permesso di calcolare un aumento percentuale degli errori dell’8% rispetto a quanto accaduto durante le gare su campo a misure regolamentari (D’Ottavio, Russo, 1993). L’errore tecnico, tuttavia, rappresenta, nella didattica, un’opportunità sia per il tecnico che per il giovane calciatore di constatare l’effetto di determinate esecuzioni con una presa di coscienza che passa attraverso un’esperienza reale. 4 Bibliografia
1. Castagna C., D’Ottavio S., and Abt G.: Activity Profile of Young Soccer Players During Actual Match
Play. Journal of Strength and Conditioning Research, 17(4), 775-780. 2003.
2. D'Ottavio S.: Quattro contro quattro: una situazione di gioco a carattere polivalente. Notiziario settore tecnico
figc.Settembre – ottobre 1992.
3. D'Ottavio S., Russo V.:Il campo ridotto aiuta a crescere il giovane calciatore. Notiziario settore tecnico figc.
Novembre – dicembre 1993.
4. D'Ottavio S.: Le porte da calcio nella pratica giovanile. Notiziario settore tecnico figc Settembre – ottobre
1996.
5. D’Ottavio S. and Castagna C.: Activity Profile of young soccer players during actual match-play. Journal
of Sport Science (17):826.1999.
6. D'Ottavio S.: Quando cambiano le dimensioni. Notiziario settore tecnico figc Novembre – dicembre 1996.
7. D'Ottavio S.: A misura di bambino. Il Nuovo calcio. Aprile 2004.
8. Furia G. B., Analisi comparativa dei modelli di prestazione nell’avviamento al calcio. Tesi di Laurea IUSM Roma,
Anno Accademico 2000/2001.
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