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La gastronomia promuove il made in Italy | 1
lunedì 12 ottobre 2015, 16:30
Il racconto
La gastronomia promuove il made in Italy
Proporre un modello di business capace di imporsi sui mercati esteri per competere con i grandi marchi
di Francesco Fravolini
Il made in Italy è una componente fondamentale nella storia di Cioccolatitaliani, brillante esempio italiano di abile sviluppo e
della conferma di quanto sia ricercato all’estero il binomio food e made in Italy. Vincenzo Ferrieri, amministratore unico
e terza generazione al timone dell’azienda, è un ragazzo di trentun anni nato in una famiglia di piccoli
imprenditori dove zii, cugini e persino i nonni sono impegnati in attività commerciali e piccolo industriali. Una
famiglia con una grande cultura del lavoro, sagacia e coraggio; caratteristiche tipiche solo di chi ha dovuto sopravvivere in
contesti impossibili. Il contesto impossibile? La sua città di origine, Napoli, e a seguire, senza soluzioni di continuità, l’Italia
intera senza alcuna eccezione. La vita di Vincenzo trascorre relativamente tranquilla fino all’estate del 2002,
subito dopo aver terminato il quarto anno del liceo Classico, scuola in cui non brilla certamente per voti e
pagelle. Parlando con suo cugino Geppy del suo futuro, dei suoi sogni, del lavoro che avrebbe dovuto e potuto fare
nell'azienda di famiglia gli giunge un consiglio inaspettato: «Trasferisciti a Milano: impara a vivere da solo, iscriviti alla
Bocconi e inizia un percorso di studi che ti consenta di crescere professionalmente e culturalmente». Vincenzo accetta il
consiglio del cugino e sfida il mercato italiano. Il lavoro è lungo e complesso ma non si arrende e cerca di organizzare al
meglio la produzione individuando i migliori professionisti del settore food. Vincenzo Ferrieri racconta con emozione la
sua storia aziendale per chiarire il valore aggiunto del made in Italy nella visione imprenditoriale, al fine di
assicurare una migliore internazionalizzazione dei prodotti del Paese e delle eccellenze da valorizzare. Come nasce l'idea
della sua impresa basata su una grande ricchezza italiana come la gastronomia? L'idea nasce dalla volontà di
entrare nel settore della gelateria. Il 2008 era l'anno in cui questo asset economico stava esplodendo, nascevano tante
realtà dedicate a questo prodotto e inizialmente il nostro pensiero era quello di cavalcare bene questo trend dei consumi.
Analizzando i vari scenari possibili, però, ci spaventava molto la stagionalità legata a questo modello di business. Da lì nasce
la ricerca di un prodotto che ci permettesse di specializzarci nel gelato e che ci consentisse la possibilità di vendere altri
prodotti tipici della somministrazione italiana (il caffè , la pasticceria), i quali avrebbero reso il nostro modello di business
produttivo non solo nei mesi estivi. Questo bene sul quale concentrare la nostra azione imprenditoriale era il cioccolato,
come se fosse un cappello sotto il quale declinare gelateria, caffetteria, pasticceria, cucina e design. Perché sceglie la
sfida economica sui mercati esteri? Perché l'idea alla base del nostro progetto era quella di creare una catena di negozi
dedicati al mondo del cioccolato, che potesse svilupparsi non solo in Italia ma in tutto il resto del mondo. Cioccolatitaliani
nasce fin da subito (dal momento in cui è stato disegnato il marchio) con la volontà di approdare nei mercati stranieri e di
volere esportare prodotti di eccellenza del nostro Paese. Può raccontare i motivi alla base della sua iniziativa
economica? Mi sono sempre chiesto il motivo per il quale l'Italia non riuscisse a sviluppare delle catene di negozi, capaci di
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/la-gastronomia-promuove-il-made-in-italy/
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esaltare e di valorizzare il made in Italy. Se pensi alla pizza e al caffè voli con la mente subito all'Italia. Senza dubbio. Eppure
le catene più grandi al mondo riferite a questi due prodotti sono pizza hut e starbucks, entrambi americane. Perché l'Italia
non è in grado di sviluppare catene dove valorizzare i propri prodotti di eccellenza? Abbiamo provato a rispondere a questa
domanda proprio mediante la nostra iniziativa imprenditoriale. Quale identità particolare ha voluto conferire alla sua
impresa? Cioccolatitaliani è il mondo del cioccolato declinato in gelateria, caffetteria, pasticceria e design. La nostra mission
è quella di creare un nuovo modo di vivere il cioccolato in un ambiente fortemente esperienziale e sensoriale. Il know-how
italiano ha grandi potenzialità. Le eccellenze sono una realtà del made in Italy. Le imprese come devono
proporre i prodotti all'estero per imporsi opportunamente sul mercato? Le imprese devono innanzitutto capire che
l'Italia deve essere la nostra palestra ma il mondo il nostro mercato principale. Sicuramente proporre solo i prodotti non
basta, bisogna esportare una cultura del brand che in molti mercati è ancora sconosciuta. Solo se portiamo all'estero una
buona conoscenza rivolta esclusivamente al prodotto italiano, si potrà creare una domanda delle diverse eccellenze del
Paese. La sua famiglia ha un ruolo attivo nella vita economica dell'Italia. Cosa consiglia per valorizzare il made
in Italy e per creare occasioni di scambio con altri mercati? Bisogna managerializzare le aziende perché è necessario
passare dalle botteghe alle aziende strutturate. Chi ha un business di famiglia deve comprendere l'importanza di
competenze esterne, di logiche meritocratiche e di una metodologia di lavoro che non sempre, purtroppo, è presente nelle
aziende familiari. L'imprenditore ha la visione del business ma rappresenta solo il 3% del successo dell'azienda; il restante
97% è dato dall'implementazione della stessa visione d'impresa, e questa può venire solo con un team di persone motivate
e qualificate. L'espansione della sua impresa è basata soprattutto all'estero. C'è un motivo preciso che rientra
nella sua strategia di impresa? Oggi viviamo e competiamo in un grande mercato globale. L'Italia è solo una piccola
porzione di questo mercato. La strategia di fondo è quella di imitare i grandi leader di mercato internazionali (starbucks,
pizza hut, costa cafe). Come giudica il mercato italiano. C'è un consiglio in particolare che vuole suggerire a chi
volesse aprire una nuova impresa sulla base della sua esperienza? Il mercato italiano è senza alcun dubbio il
mercato più difficile su cui oggi competiamo. Il sistema Paese ha delle difficoltà oggettive legate al carico fiscale e
all'incapacità di servizi da offrire al mondo dell'impresa. La competizione è altissima e fortemente diversificata, a seconda
della regione e della cultura culinaria che la caratterizza. Il consiglio che posso dare è quello di pensare a un'azienda che
possa esportare i propri valori all'estero, in modo da sfruttare il mercato italiano come trampolino di lancio verso un mercato
più ampio e un sistema Paese più a supporto delle imprese. La valorizzazione del made in Italy avviene mediante
l'eccellenza dei prodotti? Può bastare? Oppure è necessario un lavoro di promozione che deve assecondare la
presenza all'estero? E' fondamentale creare due cose per far sì che il made in Italy abbia successo all'estero: creare una
cultura di prodotto per spianare la strada ai nostri prodotti; dare alle aziende italiane una metodologia di gestione più
internazionale per passare da aziende familiari ad aziende strutturate, in grado di competere su mercati stranieri.
di Francesco Fravolini
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/la-gastronomia-promuove-il-made-in-italy/
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