Il patrimonio delle pietre a secco in Sicilia

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Il patrimonio delle pietre a secco in Sicilia
L’esperienza Grundtvig 2008-2010
Indice
Premessa. La ricerca per la salvaguardia del patrimonio culturale
in pietra a secco in Sicilia.
di Renata Prescia..........................................................................................................
pag. 3
Contributi, a cura di Maria Pennino, Annamaria Petruso, Alba Scaffidi
Lexicon materiali..........................................................................................................
Tecniche costruttive....................................................................................................
Testimonianze, a cura di Peppino La Placa,
Salvo Provenzano, Francesco Scaffidi......................................................................
pag.12
Bibliografia...................................................................................................................
pag.15
pag. 7
pag.10
Gruppo di lavoro di Palermo
Responsabile scientifico del progetto: Arch. Renata Prescia
Contributo al coordinamento del progetto: Dott. Marco Sambataro
Curatori dei materiali informativi: Arch. Maria Pennino, Arch. AnnaMaria Petruso, Arch. Alba Scaffidi
Partecipanti ai workshop: Peppino La Placa, Arch. Salvatore Provenzano, Arch. Francesco Scaffidi Abbate
Ringraziamenti
Prof. Cesare Ajroldi e Prof.ssa Marcella Aprile, nella qualità di Direttori del Dipartimento
Arch. Giancarlo Lo Curzio per la Panormedil
Arch. Michele Di Rosa
Prof. Santi Inguaggiato, Sindaco di Petralia Sottana e Dott. Lorenzo Neglia, Assessore alla Cultura
Sig. Calogero Profita, maestro del workshop a Petralia
Il Comune di Caltavuturo
Gulotta Editore
via della Cera 33, 90139 Palermo
tel.091.9821391 - fax 091.9821401
www.gulottacube.com
Copyright: Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo
É STATO EDITO CON I FONDI DEL PROGETTO GRUNDTVIG
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Premessa. La ricerca per la salvaguardia
del patrimonio culturale in pietra a secco in Sicilia
di Renata Prescia
Le costruzioni in pietra a secco sono realizzate utilizzando la pietra come unico elemento
costruttivo, senza aggiunta di materiali leganti. Le opere in pietra a secco (ripari, terrazzamenti, strade, muretti, piccoli edifici), sono il frutto di un lavoro secolare, di una conoscenza e di una cultura della pietra che si è sviluppata in relazione alla peculiarità delle risorse
naturali e socio-economiche e alle differenti circostanze storiche, maturando pertanto
espressioni formali strettamente legate al luogo.
In Sicilia le costruzioni in pietra a secco sono un patrimonio culturale in avanzata fase di
abbandono e degrado, a causa di condizioni di uso del suolo, di sviluppo socio-economico, di cultura del costruire, molto mutate rispetto a quelle che ne costituivano la motivazione. Merita invece che tale patrimonio venga conservato nella sua forma ed efficienza,
non solo per motivi di recupero culturale ma anche perché alcune sue funzioni sussistono tutt’ora: un esempio è il ruolo dei muri a secco nella difesa del suolo nel drenaggio
delle acque piovane.
Questo volume racconta la partecipazione del Dipartimento di Storia e Progetto (oggi
Dipartimento di Architettura) dell’Università di Palermo, al Partenariato per l’apprendimento Grundtvig 2008-2010 (Lifelong Learning Programme, Prog. N. 2008-1-FR1-GRU0600276-9) sul tema La préservation du patrimoine architectural bati en pierre sèche. Al programma hanno partecipato enti, associazioni locali e istituti universitari provenienti da
diversi paesi dell’area mediterranea: la Corsica (Office environnement de la Corse) come
capofila, il Portogallo (Associacao para a valorizacao do ambiente, cultura, patrimonio e
lazer, Castelo de Vide), le Isole Baleari (Conseil de Majorque Palma-Mallorca), la Cornovaglia
(Cornish hedge research and education group (CHREG Truro), la Provenza (L’isle sur la Sorgue),
la Scozia (Solway Heritage-Dumfries), le isole Cicladi (Development Corporation of local
authorities of Cyclades s.a. Hermoupolis-Syros), e la Sicilia con la partecipazione del
Dipartimento e della società di servizi catanese Medoro.
Il tema, che è molto avvertito in Europa, è stato sviluppato realizzando incontri periodici
di scambio delle conoscenze e brevi work-shop di apprendimento manuale sulle regole
costruttive dei muri a secco per i beneficiari del progetto, esclusivamente rivolto a discenti adulti, di cui qui si pubblicano delle brevi testimonianze. Si è prodotta una prima schedatura/glossario relativa a fontane, muri e strade comparativa tra le varie regioni, si è
redatto un sito (www.edsi.it) aggiornato con newsletter relative agli incontri tenutisi in
Corsica, in Portogallo (Castelo de Vide), in Cornovaglia (Truro), in Sicilia (Petralia nel parco
delle Madonie) e a Palma di Maiorca. Infine si è redatto un Report comparativo sul sistema
di qualificazione dell’esperienza professionale che ha rivelato come tale professionalità di
“Maitre en pierres séches” (maestro specializzato in pietra a secco) sia riconosciuta nelle
Baleari, in Inghilterra e in Provenza, mentre non esiste tale figura, o una simile in
Portogallo e Sicilia. Le Baleari risultano il governo più attento a questa realtà poiché riconosce tale profilo negli organici dell’amministrazione comunale, ed ha anche emanato
una Charte de maitre artisan (Carta del maestro artigiano) all’interno del Consiglio
Regionale del Commercio e dell’Industria del Governo Regionale; in Grecia da poco è
stato costituito un Centro Nazionale di Certificazione di Formazione Professionale
Continua (EKEPIS) che ha identificato finora 57 profili professionali, tra cui quello di
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“macon en pierres séches” (muratore specializzato in pietra a secco) il cui titolo si consegue
al termine di un corso professionale. In Sicilia tale attività dovrebbe essere amministrata
dall’Assessorato Regionale alla Formazione ed esperita attraverso le Scuole provinciali
professionali, ma ancora di fatto non esiste una norma a riguardo, e chi si occupa dei muri
a secco sono prevalentemente gli operai della Azienda Forestale. Un cenno a parte merita l’area del Ragusano dove possono ancora trovarsi delle maestranze (murassiccari), che
però sono rapidamente in estinzione.
L’esigenza di salvaguardare queste testimonianze, alle quali fin dagli anni ‘30 la cultura
disciplinare del restauro ha posto attenzione, è stata formalizzata recentemente dagli
organi istituzionali di tutela poiché con il Codice dei beni culturali (2004) “le architetture
rurali aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell’economia rurale
tradizionale” sono state riconosciute come beni culturali, mentre la loro salvaguardia rientra nelle nuove politiche di paesaggio inaugurate dalla Convenzione Europea del
Paesaggio (2004) e dalla Direttiva del 30.10.08 emanata dal Ministero dei BB. CC. che prevede interventi in materia di tutela e valorizzazione dell’architettura rurale.
La salvaguardia del patrimonio rurale siciliano, come componente importante del paesaggio, sempre più risponde ad un’allargata domanda di fruizione del patrimonio culturale, anche alternativo e/o complementare a quello, più tradizionale, delle “città d’arte” e
si caratterizza da un lato, per la crescita della dimensione immateriale, dell’apprezzamento dei fattori estetici, dell’aspirazione ad una migliore qualità della vita, dall’altro, ad una
crescita di soggettività che si traduce nella ricerca di un’esperienza emozionale individuale. Si fa presente che, nel recepire la Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale espressa dall’UNESCO nel 2003, l’Assessorato dei beni culturali della
Regione Siciliana ha mutato, dal 1° gennaio 2010, la sua intitolazione in Assessorato dei
beni culturali e dell’identità siciliana e ha istruito un “Registro delle eredità immateriali” in
cui compare “Il paesaggio e i saperi della pietra vivente degli Iblei – muretti a secco”.
L’occasione del Grundtvig pone le basi per lo sviluppo di una ricerca sulle costruzioni in
pietra a secco in Sicilia, al fine di realizzare un progetto integrato di conoscenza, recupero e valorizzazione, strutturato secondo i seguenti filoni di intervento: a) azione conoscitiva (redazione di censimenti per la costituzione di una banca-dati, anche bibliografica, sull’argomento, costituzione di un Glossario regionale, preparazione di un Manuale di recupero per le costruzioni in pietra a secco, sul modello di quello esperito dal Parco nazionale delle Cinque terre in Liguria; b) azione di recupero da esperire attraverso corsi di formazione per il conseguimento della professionalità richiesta per realizzare e/o riparare strutture in muratura in pietra a secco e stimolando le amministrazioni locali e regionale a
porre le condizioni per iniziative formative e/o imprenditoriali per la conservazione dei
beni ; c) azione di valorizzazione, attraverso la strutturazione, sulla base dei censimenti
effettuati, di itinerari turistico-naturalistici.
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Introduction - The search for the Protection
of the cultural heritage of dry stone in Sicily
by Renata Prescia
The use of dry-stone to build settlements is one of the oldest techniques devised by man
for the creation of habitats because he needed to protect himself from the primordial
environment and from the climate and also to transform the land using all the available
resources to answer its basic needs including protection from the environment.
The buildings were made of dry stone using stone as a single construction element,
without the addition of alloying materials. Dry stone work (shelters, terraces, roads, stone
walls, small buildings), is the result of a secular work of a knowledge and a culture of
stone that has been developed in relation to the peculiarities of natural resources and
socio- different economic and historical circumstances, thus gaining formal expressions
closely related to the site.
In Sicily dry stone constructions are a cultural heritage but they are in an advanced stage
of neglect and decay, due to the fact that the conditions of land use, socio-economic
development, culture of building are different from the original ones.
It’s important that this legacy is preserved in its form and efficiency, not only for cultural
renewal but also because some of its functions still exist: for example the role of walls in
dry soil in the drainage of rainwater.
This book deals with the participation of the Department of History and Design (now the
Department of Architecture) University of Palermo, to the Grundtvig partnership
(Lifelong Learning Programme, Grundtvig Learning Partnership for 2008-2010. Prog. No.
2008-1-FR1 -GRU06-00276-9) on “ La préservation du patrimoine architectural bati en
pierre sèche”..
Agencies took part in the program, and also local associations and universities from different countries of the Mediterranean: Corsica (Office environnement de la Corse) leading
the way, Portugal (Associacao para to give valorizacao environment, culture, heritage and
lazer, Castelo de Vide), the Balearic Islands (Mallorca-Palma , Cornwall (Cornish Hedge
Research and Education Group (CHREG Truro), Provence (L'isle sur la Sorgue), Scotland
(Dumfries-Solway Heritage), the Cyclades islands (Development Corporation of Local
Authorities of Cyclades-Syros Hermoupolis know), and Sicily, with the participation of the
Department and service companies Medoro from Catania.
This theme is considered important in Europe and it has been developed through periodic meetings in which information was exchanged and through short learning workshop
on rules of manual construction of dry stone walls for the beneficiaries of the project,
addressed to adults only, of which we publish brief testimonials from learners.
A first indexing / glossary on fountains, walls and roads has been produced with comparisons between the various regions, a site has been drawn up (www.edsi.it) updated with
newsletters relating to meetings held in Corsica, Portugal (Castelo de Vide) in Cornwall
(Truro), Sicily (Madonie Park in Petralia) and Palma de Mallorca.
Finally, we prepared a comparative report on the professional qualification system which
revealed that the professionalism of "Maitre en pierres Seches" (teacher specializing in
dry-stone) is recognized in the Balearic Islands, in England and in Provence, while there
is no such figure, or a similar one in Portugal or Sicily.
The Balearic Islands government is the closest to this reality and it recognizes that profi5
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le in organic municipal administrations; it has also issued a Charte de maitre artisan
(Charter of the master craftsman) within the Regional Council of Trade and Industry
Regional Government; in Greece a National Center for Certification of Continuing
Professional Education (EKEPIS) has recently been created that has so far identified 57
professional profiles including that of "en pierres macon seches" (mason specialized in
dry stone) whose title is obtained at the end of a vocational course.
In Sicily this work should be administered by the Sicilian Government (Assessorato
Regionale) , vocational training courses should be carried out by Professional Schools ,
but there are still no rules about it, so dry stone walls are mostly taken care of by the
workers of the company Foresters. A special mention deserves the Ragusa area where dry
stone workers (murassiccari) can be found , but they are rapidly becoming extinct.
The need to preserve these records, that have been considered relevant since the 30s by
the disciplinary culture of restoration, was recently formalized by institutional agencies
for the protection of cultural heritage with the Code (2004) ," historic rural and ethnoanthropological architecture that are evidence of a traditional rural economy" have
been recognized as cultural heritage, while their preservation is the object of the new
political landscape rules inaugurated by the European Landscape Convention (2004) and
by the Directive issued by the Ministry of BB.CC 30.10.08 that deals with the interventions for the protection and enhancement of rural architecture.
Preservation of the Sicilian rural heritage, as an important component of the landscape,
increasingly responds to an increasing demand for a major use of the Sicilian cultural
heritage; ilt could be alternative and / or complementary to the more traditional usage
that we find in the 'art cities' and which is characterized ,on the one hand, by the growth
of the immaterial dimension, the appreciation of aesthetic factors and their aspiration to
a better quality of life, on the other hand by an increase of subjectivity which results in
the search for individual emotional experience.
Please note that, in implementing the Convention for the Safeguarding of the Intangible
Cultural Heritage by UNESCO expressed in 2003, the Department of Cultural Heritage of
the Sicilian Region has changed, since 1 January 2010, its title in the Department of
Cultural Heritage and Sicilian identity and a 'Register of intangible heritage' has been
created in which "The landscape and knowledge of the”Iblei” living stone - dry stone
walls." can be found.
The occasion of the Grundtvig leads the way to the development of the research on the
dry stone constructions in Sicily, in order to achieve an integrated project of knowledge,
recovery and development, structured along the following lines of action: a) cognitive
action ( preparation of surveys for the establishment of a database (including bibliography) on the subject, the establishment of a regional Glossary, preparation of a restoration
Manual on dry stone construction, modeled on the one experienced by the National Park
of Cinque Terre Liguria b) recovery action through training courses aiming at gaining the
necessary expertise required to create and / or to repair dry stone masonry, and stimulating local and regional initiatives to lay the conditions for training and / or for business initiatives for the storage of goods, c) action of improvement through natural tourist routes
based on censuses.
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Lexicon Materiali
Contributi a cura di Maria Pennino, Annamaria Petruso e Alba Scaffidi
Cefalù (Pa)
V century a.C.
Archeological pre-existing
Megalithic walls
The ancient fortifications of Cefalù, known
megalithic walls and dated no earlier than
the fifth century. BC, are made with large
blocks set dry the impressive thickness of
three meters.
Materials
Large limestone blocks
Contrada Cozzo
Freddo (Rg)
The end of XIX century
Walls
La Mannira with Paralupo
La mannira was used as refuge for cows
and sheep, with a middle wall with several
points of access. Horizontal stones were
inserted perpendicular in the walls, the
horizzontal stones were called paralupi,
and were preventing the entrance of wild
animals in the Mannera where domestic
animals were pastured.
Materials
Compact limestone blocks
Con.da Chiusa
Cavallo, Avola, (Sr)
The end of XIX century
Walls
The cuccumeddi and the walls
In the Iblei to protect the newly planted
trees from pastured animals or fire constructions surrounded the trunks, called
“mannaruni” in Ragusa and “cuccumeddi”
in Siracusa.
Materials
Tender limestone blocks
San Corrado Fuori le
Mura a Noto (Sr)
Beginning of XX century
Terracing
Monumental walls with staircases
Large terraces of dry stack stone had the
function of stabilization and for agricultural purpose. Every level is connected to the
one above through staircases used to facilitate mobility between different levels. One
finds this architectural scheme often in the
terracing of the Monte Alveria Park and in
the Ibleis.
Materials
Tender limestone blocks
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Etna
Beginning of XX century
Terracing
Monumental walls with staircases
The landscapes of Etna have the characteristic of the regularization of land by dry
stone walls that allowed the centuries to
create a flat surface suitable for agriculture
even in the most rugged morphologies
that give life to vineyards and pistachio
orchards.
Materials
Volcanic Stone
Contrada Piana ,
Buccheri (Sr)
Buildings
The “neviere”
Were used to accumulate the snow during
the winter. The internal walls were lined
with brickwork of mud and dung, the roof
is closed with a cupola or a vault, the only
structural element which is above ground.
One the north facing side a small entrance
used for removing the snow in the summer. A wall of dry stack stone surrounds
every “neviera”.
Materials
Volcanic stone of Monte Lauro.
Isle of Pantelleria (Tp)
Buildings
The Dammuso: Is a small one-rome building
for agricultural use, with a rectangular or
square plan, a vaulted covering and earthen
floor.The walling is usually composed by drystone walls roughly finished; it can be realised
between the natural inlet of the rocks.
Located mainly in isolated rural areas, it's used
as deposit for agricultural tools and as a refreshment point or occasional overnight staying
during the cultivation and harvest time.
Materials: Sodic-ryolithic lava or dark pantellerite.
Capanno with a cap
of stones: Bronte (Ct)
Protostorico Buildings
The Pagliaio
“U Pagghiaru” is a primitive form of agricultural construction typical of the area
which served as a shelter for the farmers
during the day or night. It is always constructed in a circular plan with a single
point of access and covered with a cap of
stones disposed in concentric circles which
decrease in diameter to the summit.
Materials
Volcanic Stone
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Piano Cervi nel Parco
delle Madonie (Pa)
Protostorico
Buildings
The Pagliaio
“U Pagghiaru” is a primitive form of agricultural construction typical of the area
which served as a shelter for the farmers
during the day or night. Rises almost
always on a circular plan consists of stones
arranged in concentric circles and in some
cases, the summit is in straw.
Materials
Siliceous sandstone quarzarenitica
Valle
dell’Alcantara (Me)
XVIII e il XIX century
Buildings
The Watch Towers
These watch towers present the form of a
stepped pyramid with a height of 5-10
meters constructed in a simple but well
thought out manner of dry stack stone.
Most of them were raised in locations
where it was possible to constantly observe a good portion of the Valley of
Alcantara.
Materials
Volcanic Stone
S.Giacomo (RG)
XV e XVI secolo
Another element of agricultural heritage
Il Murragghio of the Feudo
The Muragghi are conical towers, often terraced, and sometimes built of materials
found or reused from destruction of feudal
strongholds. It is possible to find both linear stepped and spiral examples. This
muragghio come to be created during
reclamation of fields. The peculiarity of the
muragghi is that, observed from a distance, the true size is not easily determined.
Materials
Compact limestone blocks
Contrada Villa Vela
a Noto (Sr)
The end of XIX century
Another element
of agricultural heritage
Mangiatoia da Muro sagomato
Rare example of manger in dry stack stone,
set within the boundary wall marking the
area of an ancient farm. On close observation it is possible to admire within the
walls how some alcoves served as storage
for fodder.
Materials
Tender limestone blocks
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Tecniche costruttive
Contributi a cura di Maria Pennino, Annamaria Petruso e Alba Scaffidi.
The technique of dry-stack stone construction is based on the use of stone as the only element
of construction that is, with the utilization of any mastic material. In the material culture, construction without mortar, with fitted flakes, signifies a commitment to build in a manner low in
cost, but intelligent and with minimum input of energy and resources.
The Department of History and Design of the
University of Palermo proposed to make a
strong contribution to maintaining the historical memory of the landscape and native
construction techniques of Sicily.
Sicily has the Manufactures of construction
technique in "dry stone", these works are the
result of a huge work and a secular culture of
stone that has developed in several areas in
relation to the peculiarities of natural resources and socio-economic and to different
historical circumstances.This maturing formal expressions closely tied to the place are the spontaneous expression of an architecture that involves the whole of the farming system, including
the construction of infrastructure and buildings. In this view we can distinguish the following
categories morphological: 1) Pre-existing archaeological; 2) walls or walls; 3) Buildings.
Construction technology of the wall constructed of“dry stone”
The muro a secco (“dry wall”or dry stacked stone) is so called because it is only constructed with
stones in the natural state, dry, and embedded without mortar or
other mastic. For the construction, the master mason of this structure,“u mastru”, prepares the foundation, digging a bank of earth and
rock,“u forti”, which will support the weight of the wall. In the event
the native soil does not permit this, he buries the largest stones available to function as the foundation.
The master mason will begin to take from the dry stone, previously
amassed in the yard, the larger ones and will arrange two rows, in
parallel, making it so that the two external flanks of the wall turn out
disposed on a perfect plane, slightly tilted towards the center of gravity of the same wall.
The foundations finished,“u funnamientu”, he proceeds to fill up the
void left between one row and the other, that is so-called “cascia”,
with filling material made of till, small stones, earth, and residual
stony scrap derived from working the stones for the wall. The construction of the wall will continue in the same way arranging the
successive stone rows one above the other, filling one at a time the
“cascia”formed until they reach the intended height - that generalDisegni di Zaira Barone
ly is one meter to about 120 cm. At the top, the two sides (“filari”) of
the wall and the center “cascia” are joined and closed by transversely laid caps “i traversi”. These
generally are of semi-circular cross-section and are all equal in height and width, varying only in
thickness. When the wall is complete “u mastru” will retouch by inserting in the fissures and
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obvious holes, with light hammer
blows, the so-called “leffi”- splinters of
stone in wedge form. In the Ragusano
there are two schools for the construction of the dry stacked stone walls: the
modicana and the ragusana.
The first one is notable for an alignment
of stones on overlapping and ordered
rows in the horizontal sense, the
second for a random placement with a
total lack of the alignment described for
the modicano wall.The simplest type of
dry-stone wall, which best explains the
basic rules of its construction, is the one
Elevations of a dry-stone wall built on a stony ground
used for enclosures: it consists of a wall
that is around one metre high and has
two inclined faces.
The percentage of the slope which
ensures that the wall is well-made must
not exceed 15- 20%. The dry-stone
Sections and elevations of dry-stone walls
walls are divided in two constructive
(with straight or curved capstones)
Disegni di Zaira Barone
typologies: the ones which have both
faces tilted and the ones which have only one face tilted and the other, not visible, leaning
against the logies use the same constructive technique, but the form of the wall changes in relation to its use: the first type of wall, which takes the name of“ciusa”,“naca”or“siddaca”according
to the zone, is exclusively used to enclose the fields, whereas the other type is used as a terrace
wall to retain the ground and also to drain rain water.
Section of a dry-stone terrace wal
The dry stone wall in the territory of the Etna
The dry stone wall of the island of Filicudi. Disegni di K. Muscarella
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Testimonianze. Cornovaglia, di Francesco Scaffidi Abbate
Nell’ambito del programma europeo denominato Grundtvig, il progetto EDSI si è posto
l’obiettivo di portare a conoscenza le tecniche costruttive delle murature a secco alle
diverse persone di diverse nazionalità europee, che hanno aderito.
La Cornovaglia, una regione, la più estrema ad occidente della Gran Bretagna, conserva
un territorio per molti versi ancorato ad un forte passato, che lega le sue fattezze a quelle che furono dell’impero romano e, nello stesso tempo, ad un pre-medioevo, segnato da
vicende pseudo storiche, come quelle Arturiane. Per questo suo forte retaggio culturale,
ancorato ad un passato storico ancora molto evidente, in questo luogo le tracce e le tecniche costruttive, sono tenute in grande considerazione da parte sia della popolazione,
che da parte degli enti preposti alla salvaguardia ambientale e culturale.
Questa esperienza in Cornovaglia, durata cinque giorni, ha visto il suo inizio nella città
centro amministrativo della regione, Truro. Nei pressi di questa città, gli organizzatori ci
hanno guidato lungo un percorso ricco di insediamenti preistorici e presenze di manufatti in pietra a secco, facendoci inoltrare all’interno di un territorio, in cui è estremamente
difficile assistere a episodi di trascuratezza del loro parco ambientale.
In questi luoghi si continua a tutt’oggi, ad incentivare la formazione di maestranze abilitate alle tecniche di costruzione a secco, tecniche che hanno influenzato e che quindi
ancora influenzano il territorio.
In primo luogo, i paesaggi che abbiamo osservato erano segnati e regolati da questa presenza continuativa ma perfettamente integrata nel territorio, dei muri in pietra a secco.
Muri utilizzati prevalentemente per delimitare possedimenti e, in minor parte, utilizzati
come muri di contenimento, per via della natura poco scoscesa del terreno.
Un giorno è stato dedicato alla visita dei luoghi di notevole interesse storico e archeologico come insediamenti preistorici con rilevanti tracce di manufatti in pietra (tombe neolitiche, cerchi di pietra e menhir dell’età del Bronzo), ed edifici di archeologia industriale e
mineraria facenti parte di un vero e proprio parco archeologico a tema, ovvero il parco
minerario di Geevor and Levant. Successivamente la nostra visita si è spostata al sud della
regione, nei pressi del piccolo insediamento di Boswinger, lungo la costa che si affaccia
sulla manica, sponda opposta alla Normandia. Qui abbiamo trascorso gli ultimi due giorni della nostra esperienza.
Il primo giorno abbiamo partecipato alla costruzione ex novo, sotto la guida di una maestranza esperta, di un muro a secco. Siamo partiti dal tracciamento nel terreno della giacitura del muro tramite un piccolo scavo, guidati da picchetti e fili di delimitazione.
Successivamente siamo passati alla selezione in loco del materiale di costruzione, pietra
calcarea sedimentaria, e alla sua lavorazione. Tramite piccozze, abbiamo reso i blocchi calcarei più regolari, in maniera da poterli poi assemblare in due superfici verticali compatte tendenti a convergere l’una verso l’altra. Tra queste due superfici, abbiamo effettuato
un riempimento costante di terra, sino a chiudere tutti gli spazi e le intercapedini, rendendo la struttura solidale.
Il secondo giorno invece, ci siamo cimentati nel restauro vero e proprio di alcuni brani
murari già esistenti, secondo le tecniche spiegate in situ da altre maestranze. Qui abbiamo utilizzato diverse metodologie di approccio, usando sia le pietre provenienti da parti
di muro crollato, sia cercando nel terreno pietre che potessero adattarsi al meglio all’intervento, avendo variato anche la tipologia di posa muraria a secco, a seconda delle
necessità e del tipo di orditura preesistente.
L’esperienza complessiva, oltre ad aver contribuito all’accrescimento delle conoscenze in
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merito a queste tecniche, ha permesso a tutti noi di cimentarci in un’ opera molto importante di confronto con persone di diversa provenienza. E’ stato davvero interessante notare come l’incontro tra tanti gruppi abbia generato un gruppo unico, un po’ come se fossimo diventati, alla fine di questo incontro, diverse parti di un unico muro a secco, gruppi
diversi in un’unica struttura solidale.
Testimonianze. Cornovaglia, di Salvo Provenzano
L’esperienza maturata all’interno del progetto Grundtvig in Cornovaglia (GB) nel settembre del 2009, mi ha permesso di approcciare ai meccanismi del partenariato educativo
EDSI, in qualità di apprendista.
L’organizzazione è stata curata dal C.H.R.E.G. e si è svolta principalmente nella città di
Truro e dintorni. Si trovavano a relazionarsi diversi partners europei, di cui la maggior
parte facenti parte di associazioni e organizzazioni per lo
sviluppo del territorio delle singole realtà locali. Questo fattore è determinante nell’ottica di perseguire uno dei più
importanti obiettivi del progetto stesso, ovvero quello di
promuovere la conoscenza delle tecniche di lavorazione
della pietra a secco e di valorizzare il territorio che custodisce la concretizzazione di queste tecniche. L’Università di
Palermo ha la grande opportunità, in quanto ente accademico, di fungere da anello di congiunzione tra lo studio
delle suddette tecniche nelle diverse realtà locali, viste non
solo dal punto di vista costruttivo e tecnologico, ma anche
socio-culturale e paesaggistico, e la creazione di strutture
volte alla salvaguardia del paesaggio rurale ed incentivanti una più consapevole coscienza delle tecniche costruttive
in pietra a secco, delle manifestazioni di architettura spontanea e di modellazione del suolo. In Cornovaglia l’espeFoto 1, foto 2.
rienza inerente le murature a secco riguardava quelle
manifestazioni di architettura spontanea rurale, per lo più muretti di divisione tra un
campo e l’altro o tra una proprietà e l’altra, siepi (“the hedges”), muri sul ciglio stradale e
di contenimento; nello stesso tempo interessante è stata anche la visita e l’osservazione
di quei manufatti legati a manifestazioni di età preistorica, di cui il sud dell’Inghilterra è
ricco, come nel caso della zona attorno alla miniera di ferro di Geevor and Levant, vero e
proprio parco archeologico, comprendente anche manufatti di archeologia industriale
mineraria. Interessanti sono i muretti di contenimento degli imbocchi delle gallerie, realizzati con le pietre derivanti dallo scavo delle gallerie stesse (Foto 1).
L’attività di apprendistato è consistita nella realizzazione di un muro basso con pietre
facilmente lavorabili, probabilmente rocce scistose, che venivano sbozzate, quando era
necessario, o ridotte in pezzi più piccoli, per tessere il paramento murario esterno,
seguendo le lenze disposte su dei paletti metallici che simulavano la sagoma del muro
stesso, mentre il riempimento interno veniva eseguito con della terra (Foto 2).
L’esperienza è stata parecchio interessante, anche perché la maestranza che ci guidava
nella costruzione era esauriente, professionale e consapevole dell’importanza dell’uso di
questa tecnica all’interno della salvaguardia del paesaggio. L’altra attività pratica si è svolta all’interno di un parco naturalistico e consisteva nella riparazione di un antico muro,
con un paramento costituito da pietre dalla forma piatta disposte a lisca di pesce (Foto 3).
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Il fatto che i partecipanti alle attività fossero di diversi paesi
europei ha permesso uno scambio socio-culturale notevole sotto tutti i punti di vista, da quello più legato alle tradizioni ed usi dei rispettivi paesi, a quello più tecnico. In questo il progetto Grundtvig dimostra tutta la sua validità, cosa
che a me personalmente è servita moltissimo, non solo
come esperienza vissuta, ma anche nell’apprendimento di
tecniche e consapevolezze che spero possano portare dei
risultati anche nelle realtà a me più vicine.
Testimonianze. Sicilia, Petralia Sottana di Peppino La Placa
Il workshop sulle murature a secco nel marzo 2010, svolto nel comune di Petralia Sottana,
piccola località dell’entroterra della provincia palermitana, mi ha permesso ancor più da
vicino di conoscere una realtà come quella del parco delle Madonie, che ha una notevole
importanza paesaggistica e culturale nel contesto isolano. L’organizzazione è stata curata
dal Dipartimento di Storia e Progetto dell’Università degli studi di Palermo; città in cui si è
svolta la prima parte del meeting, con conferenze e attività di pre-formazione.
Anche in questa occasione i diversi partners europei del progetto hanno partecipato
numerosi ed entusiasti. L' avere come location le Madonie, ed in particolare la cittadina di
Petralia Sottana, ha permesso di studiare da vicino tracce d’architettura rurale e tecniche
costruttive in un contesto non del tutto conosciuto e analizzato. D’altro canto quello del
meeting Madonita è diventato anche un pretesto per far prender coscienza ai più, delle
potenzialità di un territorio che caratterizza parte della provincia palermitana. Per l’appunto l’organizzazione del workshop ha programmato una giornata dedicata alla visita guidata di edifici presenti nella zona di notevole rilevanza storico-architettonica: la centrale
idroelettrica Cataratti (1908), gli archi di Gerace a Savochella, la mannara di Piano Farina, e
le mannare di Terravecchia nel comune di Caltavuturo. Una serata molto apprezzata dai
diversi partecipanti esteri, e non solo, è stata quella dedicata alla tradizionale festa locale
di S. Giuseppe. Anche in questa occasione il meeting prevedeva uno stage formativo in
loco con l’ausilio di maestranze locali. L’esperienza pratica di apprendista è risultata molto
interessante. La maestranza, che ci guidava, era molto esperta e si è dimostrata esauriente
e professionale nel mostrarci le locali tecniche costruttive. Nel momento del workshop pratico non sono mancate interessanti discussioni riguardanti il tema di studio, per lo più legate al confronto tra tradizioni costruttive e tecniche di messa in posa dei diversi apprendisti.
L’attività pratica si è svolta all’interno del parco naturalistico e consisteva nella costruzione
di un piccolo muro e nella riparazione di un preesistente muro di sostegno danneggiato. A
parte l’aspetto prettamente teorico-tecnico, il progetto Grundtvig anche in questo caso si
è dimostrato un eccellente promotore di realtà locali, e tende sempre più a sviluppare con
notevole successo operazioni di scambio socio-culturale tra i diversi partenariati.
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