L`Europa in movimento-La politica doganale dell`Unione europea

Transcript

L`Europa in movimento-La politica doganale dell`Unione europea
La politica doganale
dell’Unione europea
Sommario
L’unione doganale
4
Sviluppo dell’unione doganale
6
L’Unione europea nel mondo
12
Contributo alle altre politiche dell’Unione
16
Le amministrazioni doganali
21
Prospettive
24
Conclusioni
29
FOTO CE
Negli ultimi trent’anni l’unione
doganale della Comunità ha realizzato molti obiettivi: l’eliminazione di
tutti i dazi doganali interni, l’elaborazione di un codice doganale per
l’intera Comunità e il completamento del mercato interno. Queste realizzazioni, oggi quasi considerate
ovvie, sono il risultato di molti anni
di duro lavoro, perseveranza e impegno nella costruzione di rapporti di
fiducia tra rivali storici. Chi avrebbe
creduto che dalle ceneri della seconda guerra mondiale potesse sorgere
un’Europa unita? Lo stesso si può
dire dopo la guerra fredda, ora che
l’UE prepara la prima tornata di
adesioni dei paesi dell’Europa centrale e orientale.
Il processo finalizzato a far sì che i
quindici sistemi doganali operino in
modo unitario non è ancora terminato, ma il quadro giuridico è stato già
predisposto. Oggi la Comunità sta
regolarmente progredendo verso
un’ulteriore integrazione doganale a
vari livelli operativi. La misura del
nostro successo è data dalla crescita
di competitività che il commercio e
l’industria europei registrano grazie
ad una legislazione moderna, sempli-
ce, chiara e applicata in modo più
uniforme.
Mentre l’UE avanza verso l’unione
economica e monetaria (UEM), le
dogane hanno un ruolo importante
da svolgere per quanto riguarda la
semplificazione dell’importazione
delle merci. L’obiettivo dell’UEM
richiama alla mente la precedente
sfida dell’integrazione doganale. Le
analogie tra integrazione doganale e
integrazione monetaria sono evidenti. Come l’integrazione doganale ha
facilitato e addirittura promosso l’integrazione in altri settori, così l’unione monetaria europea servirà come
quadro e stimolo per un’ulteriore collaborazione e armonia in altri campi,
forse anche in quello fiscale.
La Commissione deve ora definire
nuovi obiettivi per la politica doganale e per la sua applicazione pratica, in modo che si possano affrontare e superare le nuove sfide. Le
dogane sono uno strumento multifunzionale e devono diventare ancora più efficienti ed efficaci nell’adempimento del loro ruolo. Qual è
esattamente tale ruolo e cosa si sta
facendo perché possa essere svolto
in modo ottimale?
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L a p o l i t i c a d o ga n a l e d e l l ’ Un i o n e e u ro p e a
L’unione doganale
Un fondamento dell’Unione
e un elemento essenziale
del mercato interno
L’unione doganale con le sue quattro
libertà fondamentali — libera circolazione delle merci, delle persone, dei
servizi e dei capitali — è un elemento
essenziale del mercato interno
dell’Unione europea. Con 370 milioni di consumatori, questo mercato
interno è il più vasto del mondo
industrializzato. Il mercato interno
senza frontiere economiche interne
funge da catalizzatore per l’integrazione economica dell’Unione europea. Pertanto gli effetti dell’unione
doganale della Comunità sono di
vasta portata.
Creare, sviluppare e gestire un mercato comune unico, dove le merci
possano circolare liberamente ovunque, è possibile soltanto nel quadro
di un’unione doganale in cui vigono
regole comuni alle frontiere esterne.
Un’unione doganale costituisce una
solida base per un’integrazione
avanzata. Senza l’unione doganale
della Comunità la politica commerciale e di sviluppo comune
dell’Unione europea, il suo mercato
comune per i prodotti agricoli e un
coordinamento efficace delle politiche economiche e monetarie non
sarebbero possibili.
Obiettivi della politica doganale comunitaria
• Promuovere il commercio mondiale
• Promuovere la reciprocità commerciale
• Aumentare l’attrattiva dell’UE come area di insediamento di attività industriali
e commerciali e contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro
• Promuovere lo sviluppo in altre parti del mondo
• Aiutare i candidati all’adesione a prepararsi al loro ruolo futuro
• Tutelare in modo chiaro, uniforme e semplice, con la massima efficienza possibile,
i cittadini e le imprese della Comunità in tutti i settori che implicano importazioni
o esportazioni
• Salvaguardare il mercato interno, garantendo che ne derivi il massimo vantaggio
per tutti
• Facilitare l’applicazione di un sistema pratico di riscossione delle entrate,
dei dazi doganali, dell’IVA e delle imposte sui consumi
• Raccogliere i dati statistici essenziali sul commercio
4
Grecia
Portogallo
Spagna
Italia
Francia
Lussemburgo
Irlanda
Regno Unito
Belgio
Paesi Bassi
Germania
Danimarca
Austria
Svezia
Finlandia
Stati membri UE *
Cipro
Malta
Turchia
Bulgaria
Romania
Slovenia
Ungheria
Repubblica slovacca
Repubblica ceca
Polonia
Lituania
Lettonia
Estonia
Paesi candidati
*Territori d’oltremare ed extracontinentali non riprodotti.
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L a p o l i t i c a d o ga n a l e d e l l ’ Un i o n e e u ro p e a
Sviluppo dell’unione doganale
I primi anni
Tutto ha avuto inizio nel 1958 quando i primi sei Stati membri crearono
la struttura che sarebbe diventata
l’Unione europea. Uno dei primi
passi da fare era creare un’unione
tariffaria in modo da poter abolire
tutti i dazi doganali sugli scambi tra
gli Stati membri. Tutti gli Stati membri hanno accettato di unificare le
loro tariffe, molto diverse l’una dall’altra, in una tariffa unica per la
Comunità europea nel suo insieme.
Prendeva forma l’unione doganale.
L’unione tariffaria è stata ultimata
nel 1968: eliminati ormai tutti i dazi
doganali e le restrizioni tra i sei Stati
6
membri fondatori della Comunità,
era introdotta la tariffa doganale
comune, una tariffa esterna applicabile alle merci dei paesi terzi. Le
«nuove opportunità di esportazione»
create dall’abolizione delle tariffe
interne diedero un grande impulso
alle economie degli Stati membri. Gli
scambi commerciali tra gli Stati
membri aumentarono suscitando
l’ottimismo dei mercati e la crescita
degli investimenti nella Comunità. I
consumatori traevano vantaggio
dalla disponibilità di una più ampia
gamma di merci e dalla riduzione dei
prezzi. Mentre tra il 1958 e il 1972 il
commercio si triplicava, gli scambi
intracomunitari aumentavano nello
stesso periodo di ben nove volte.
La fase intermedia (1968-1993)
Gradualmente è stata creata, oltre
alla normativa essenziale per un’unione tariffaria, una legislazione
doganale intesa a garantire che le
merci importate in qualsiasi parte
della Comunità fossero soggette non
soltanto alle stesse norme tariffarie
ma anche alle stesse disposizioni
doganali in modo che l’applicazione
della tariffa fosse uguale dovunque.
Si è provveduto all’elaborazione delle
regole comuni in materia di origine,
del regime del deposito doganale e
di tutti gli altri strumenti. Una tappa
fondamentale è stata l’introduzione
del documento amministrativo unico
(DAU). Nel 1988 è stato fatto un
passo decisivo per la semplificazione
delle procedure doganali. Il DAU
adottato come formulario per la
dichiarazione sostituiva i 150 documenti separati precedentemente
usati dalle amministrazioni doganali
degli Stati membri!
Nello stesso tempo sono state introdotte altre normative commerciali necessarie per passare dall’unione tariffaria
ad un’effettiva unione doganale.
Unione doganale o zona di libero scambio?
Vi sono diversi livelli di integrazione doganale e di organizzazione della cooperazione economica.
I due sistemi più comuni sono l’unione doganale e la zona di libero scambio. In cosa differiscono?
Perché scegliere l’uno e non l’altro?
Scelgono la zona di libero scambio i paesi che intendono mettere insieme le loro economie, ma
non integrarle o farne un’economia unica.
Zone di libero scambio sono ad esempio quelle costituite con lo Spazio economico europeo (SEE),
l’Associazione europea di libero scambio (EFTA), l’Accordo di libero scambio nordamericano
(NAFTA) tra USA, Canada e Messico, il Mercosur in America latina e la Caricom nei Caraibi.
•L’obiettivo è in parte, o in definitiva, quello di eliminare del tutto i dazi doganali e le restrizioni
al commercio tra i paesi partecipanti.
•Tuttavia, dato che ogni membro di una zona di libero scambio mantiene una propria tariffa
doganale e una propria politica commerciale nei confronti dei paesi esterni, occorrono regole
volte a stabilire quali merci possano circolare liberamente tra i membri della zona, ossia sostanzialmente regole relative all’origine.
•Si devono inoltre mantenere procedure doganali per le spedizioni che attraversano le frontiere
interne per verificare se le regole siano rispettate o meno.
L’unione doganale si spinge oltre; in particolare
•mira all’integrazione economica senza restrizioni alle frontiere interne (obiettivo il cui conseguimento è però ostacolato dalla diversità tra le imposte di consumo nazionali);
•tutti i membri di un’unione doganale applicano una tariffa doganale e una politica commerciale comune nei confronti delle merci dei paesi terzi. Non occorrono quindi regole volte a stabilire
quali merci possano circolare liberamente all’interno dell’unione. Non sono necessarie norme in
materia di origine delle merci;
•non occorrono dunque frontiere interne a fini doganali o per il commercio estero.
Una tariffa doganale comune consente l’applicazione di politiche comuni nei confronti dei paesi
terzi. L’integrazione economica all’interno dell’unione doganale può essere di vasta portata.
7
Il passato recente
Nel 1993 è entrato in vigore il mercato interno che garantisce realmente le quattro libertà fondamentali —
libera circolazione delle merci, delle
persone, dei servizi e dei capitali — in
un mercato interno senza frontiere.
Con il mercato interno è stata abolita la riscossione da parte delle dogane delle imposte sui consumi e
dell’IVA tra gli Stati membri e l’effettiva unione doganale alla base della
Comunità è diventata evidente per
tutti.
Nel 1994 entrava in vigore il codice
doganale, che riuniva in un testo
unico tutta la legislazione doganale
comunitaria e forniva un quadro per
le procedure comunitarie all’importazione e all’esportazione. Il principio
di fondo era che le procedure devono
evitare l’interruzione del flusso degli
scambi creando il giusto equilibrio
tra la libertà di scambio e la responsabilità degli operatori da un lato e
la necessità di un controllo dall’altro.
Crescita
del commercio
intracomunitario
Esportazioni/Spedizioni
Migliaia di milioni
di euro
Il mercato interno unico funge da stimolo per un’ulteriore armonizzazione
in diversi settori doganali e non
doganali. Grazie a questa integrazione economica la Comunità non solo
è diventata il principale partner commerciale dei paesi terzi a livello mondiale, ma ha anche registrato una
considerevole crescita degli scambi
intracomunitari. Il mercato interno,
solidamente basato sull’unione
doganale, è il fondamento su cui
possono basarsi le iniziative dell’UE
relative alle politiche per la crescita,
la competitività e l’occupazione. Esso
funge da catalizzatore nella strategia per l’espansione economica
dell’UE. Questa non sarebbe possibile se non esistessero l’unione doganale e il suo principio della libera circolazione delle merci.
1200
1000
800
600
400
Fonte: Eurostat 1997.
EU-6 dal 1958 al 1972,
EU-9 dal 1973 al 1980,
EU-10 dal 1981 al 1985,
EU-12 dal 1986 al 1995,
EU-15 dal 1995.
200
0
1960
1965
1970
8
1975
1980
1985
1990
1995 ‘97
nel momento in cui le merci attraversavano le frontiere interne. Il 1o gennaio 1993 sono stati aboliti, per la
circolazione delle merci, tutti i controlli «doganali» alle frontiere interne
compreso l’uso del documento
amministrativo unico. Si effettuano
ancora controlli saltuari per droga e
immigrazione, ma il controllo sistematico alle frontiere interne non esiste più.
Secondo uno studio
fatto da Intrastat, su
13 500 imprese
esaminate il 62 % ha
affermato di aver tratto
vantaggio dal mercato
interno; questa percentuale sarà probabilmente molto più alta con
l’attuazione di un
sistema per l’IVA basato
sull’origine.
OPOCE
Prima dell’entrata in vigore del mercato interno la libera circolazione
delle merci nella Comunità non era
una realtà. Vi erano ancora molte
formalità doganali alle frontiere, ad
esempio a causa del sistema di
riscossione dell’IVA e delle imposte
sui consumi e del modo di compilazione delle statistiche. Prima del
1993 tutti i trasportatori erano fermati alle frontiere interne della
Comunità per le pratiche doganali e
fiscali nonché per ispezioni. Le croniche code di autocarri alla dogana
ostacolavano il commercio intracomunitario, con alti costi in termini di
tempo e denaro per le imprese commerciali dell’UE. La legislazione
doganale, benché già armonizzata,
non era applicata in modo uniforme.
Nonostante l’assenza di dazi doganali nel commercio tra Stati membri,
di fatto non vi era molta differenza a
livello di oneri amministrativi o formali tra gli scambi intracomunitari e
gli scambi con i paesi terzi e sostanzialmente uguale era la situazione
per i viaggiatori. Le pratiche doganali alle frontiere interne erano complicate e richiedevano molto tempo.
L’applicazione del flusso costante di
leggi, regolamenti e norme man
mano adottati a livello nazionale e
comunitario per la tutela della salute e dei consumatori ecc., era compito dei servizi doganali delle frontiere
interne, dato che erano comunque in
funzione. Il primo passo nella realizzazione di un effettivo mercato interno è stato la sostituzione delle formalità «doganali» alle frontiere interne con nuovi sistemi di controllo
fiscale, statistico ecc., che non richiedevano controlli né documentazione
EUREKA SLIDE
Realizzazione del mercato
interno
9
La tariffa determina
i dazi doganali
Mentre la libera circolazione delle
merci all’interno dell’Unione europea
è l’aspetto interno dell’unione doganale, la tariffa doganale comune ne
è l’aspetto esterno. Essa si applica
alle importazioni di merci attraverso
le frontiere esterne dell’unione doganale. La politica commerciale comune fissa le aliquote dei dazi doganali da pagare sulle merci importate
nella Comunità e le relative deroghe,
nonché i divieti e le restrizioni. Tutte
queste misure sono oggetto di monitoraggio e controllo da parte del personale delle dogane. La tariffa doganale comune (TDC) è comune a tutti
i membri dell’Unione, ma le aliquote
di dazio differiscono da un tipo di
importazioni all’altro secondo la
natura e provenienza delle merci. Le
aliquote dipendono dalla sensibilità
economica dei prodotti e sono un
mezzo per proteggere gli interessi
economici della Comunità.
Mediante la sua tariffa doganale
comune la Comunità applica il principio secondo il quale i produttori
nazionali o interni devono poter
competere in modo leale e in condizioni di parità sul mercato comunitario con i produttori che esportano da
altri paesi.
Le materie prime e i prodotti semilavorati, che la Comunità spesso non
produce comunque e dei quali ha
bisogno per la produzione di beni,
sono in generale soggetti ad aliquote di dazio non elevate. È inoltre prevista la sospensione temporanea o
permanente del dazio se i produttori
comunitari devono usare materiali o
componenti esterni per produrre
merci comunitarie destinate all’esportazione. Grazie alla sospensione,
materie prime e semilavorati a basso
prezzo possono essere ottenuti dai
produttori dell’UE a condizioni di
parità, in termini di concorrenza,
rispetto alle imprese trasformatrici
esterne. I sistemi di esonero dal dazio
sono denominati «perfezionamento
attivo» o «sospensione del dazio»
secondo il sistema usato.
In alcuni settori economici occorre
stimolare la concorrenza mediante
tariffe basse come nel settore farmaceutico e in quello delle tecnologie
dell’informazione.
EUREKA SLIDE
La Comunità adegua costantemente
la tariffa doganale comune in quanto strumento direttivo per il commercio mondiale. Essa ha partecipato a
otto negoziati tariffari (nel quadro
dell’Accordo generale sulle tariffe
doganali e il commercio, ora passato
sotto la gestione dell’Organizzazione
10
mondiale del commercio o OMC),
che hanno portato ad una considerevole riduzione delle tariffe. L’ultimo
negoziato multilaterale, ossia
l’Uruguay Round, ha riguardato in
modo particolare l’abolizione/riduzione dei dazi per i prodotti informatici, uno dei settori strategici del
commercio mondiale; il prossimo
negoziato, il «Millennium round», è
attualmente in preparazione.
nizzazione mondiale del commercio
l’Unione europea ha dimostrato di
assumere molto seriamente le proprie responsabilità in un sistema
commerciale mondiale orientato alla
libertà degli scambi.
I dazi si possono aumentare soltanto
in conformità delle regole del GATT
che, in generale, richiedono una
compensazione sotto forma di
abbassamento di altri dazi. Questa
circostanza può verificarsi ad esempio quando un paese aderisce ad
un’unione doganale i cui dazi, per
alcuni prodotti, siano più elevati.
OPOCE
Adeguando la sua tariffa doganale
secondo le regole dell’Orga-
La nomenclatura, base delle dichiarazioni in dogana
La nomenclatura della Comunità è basata su uno strumento di classificazione internazionale, il
Sistema armonizzato, gestito dall’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD), organismo intergovernativo avente sede a Bruxelles. L’elenco sistematico delle merci ha molti usi ed è adottato
dalla maggior parte dei paesi che partecipano al commercio internazionale. Esso costituisce la
base per i negoziati commerciali internazionali, per la composizione delle controversie attinenti
alle tariffe e per le statistiche sul commercio.
Le merci importate e quelle esportate devono essere dichiarate con indicazione della corrispondente sottovoce della nomenclatura. Questa determina quale aliquota di dazio doganale si applica alle merci e come queste devono essere trattate ai fini statistici. In effetti tutto dipende da questa classificazione, in quanto tutte le misure commerciali usano la nomenclatura per indicare
quale trattamento applicare a quali merci. Si tratta di uno strumento fondamentale quando l’esatta designazione e classificazione delle merci si devono usare ai fini della legislazione commerciale. Esso si utilizza ad esempio nell’individuazione delle merci soggette a misure non tariffarie,
contingentamento all’importazione, vigilanza o divieto di importazione. Si usa inoltre nella formulazione e applicazione delle regole d’origine, in quanto queste sono in gran parte basate sulla
classificazione del prodotto finale in una voce tariffaria diversa da quella dei prodotti importati e
utilizzati nella sua fabbricazione.
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L a p o l i t i c a d o ga n a l e d e l l ’ Un i o n e e u ro p e a
L’Unione europea nel mondo
L’Unione europea è
il partner principale
nel commercio
internazionale
L’Unione europea
e il commercio mondiale
Accordi «preferenziali»
reciproci
Si può affermare che la politica commerciale comune dell’Unione europea
sembra dare risultati positivi. L’unione
doganale è stata un fattore essenziale per lo sviluppo di tale politica e ha
notevolmente contribuito alla solidità
economica dell’Unione europea, che è
ora il maggior blocco commerciale del
mondo. Anche senza contare il commercio intracomunitario, l’Unione rappresenta circa un sesto del totale
degli scambi di merci a livello mondiale, superando sia l’uno che l’altro
dei suoi due principali partner e concorrenti, ossia gli Stati Uniti e il
Giappone.
L’Unione europea tuttavia non promuove gli scambi commerciali soltanto nel contesto multilaterale
dell’Organizzazione mondiale del
commercio (OMC). Essa ha anche
concluso accordi «preferenziali» con
singoli paesi o gruppi di paesi a titolo di accordi di libero scambio e
accordi di unione doganale.
Un accordo di libero scambio è lo
Spazio economico europeo (SEE) —
tra UE, Islanda, Norvegia e
Liechtenstein — che promuove e
mantiene le relazioni commerciali tra
Importazioni
Esportazioni
Percentuale del
commercio mondiale
%
15
UE
%
16
13
USA
16
10
Giappone
5
4
Canada
4
5
Cina
2
53
Resto del mondo
57
Fonte: Eurostat 1997.
12
l’Unione europea e i paesi vicini e
comprende la maggior parte dei
paesi già appartenenti all’EFTA.
Esiste, inoltre, un accordo di libero
scambio con la Svizzera, il membro
dell’EFTA che non ha aderito al SEE.
Infine, vi sono gli accordi di libero
scambio con i paesi dell’Europa centrale e orientale, ossia Polonia,
Ungheria,
Repubblica
ceca,
Slovacchia, Slovenia, Estonia,
Lettonia, Lituania, Bulgaria e
Romania. In tale contesto le dogane
svolgono un ruolo importante, dato
che questi accordi mirano a promuovere gli scambi commerciali mediante concessioni tariffarie reciproche e
in parte aiutando i paesi in questione a prepararsi all’adesione.
Tutti questi accordi sono collegati, in
quanto le regole d’origine consentono che in un paese partner si utilizzino in ulteriori lavorazioni prodotti
degli altri partner.
unioni doganali con la Turchia, San
Marino e Andorra.
Sviluppo e scambi
preferenziali
Utilizzando la sua politica commerciale per incoraggiare lo sviluppo,
l’Unione europea è diventata a livello mondiale il partner che maggiormente promuove il commercio dei
paesi in via di sviluppo assicurando
loro un accesso «preferenziale» ai
mercati comunitari, ossia un accesso
ad aliquote di dazio doganale ridotte. Finora si è trattato in gran parte
di misure a senso unico, che non prevedono l’applicazione da parte dei
nostri partner di alcun trattamento
preferenziale alle esportazioni comunitarie. Tali misure si applicano in tre
ambiti principali, ossia la convenzione di Lomé, la serie di accordi con i
nostri partner mediterranei e il sistema delle preferenze generalizzate.
Inoltre, l’Unione europea ha concluso accordi relativi all’instaurazione di
Importazioni
nell'UE di merci
originarie dei paesi
in via di sviluppo
200
159
150
174
168
184
Migliaia di milioni
di euro
148
100
50
0
1993
1994
1995
1996
13
1997
Fonte: Eurostat 1997.
Le statistiche mostrano che le
importazioni in questione, già
pari a 148 000 milioni di euro
nel 1993, in cinque anni sono
costantemente aumentate fino
a 184 000 milioni di euro.
Gli accordi mediterranei
La convenzione di Lomé può essere
considerata un modello per la cooperazione con i paesi dell’Africa, dei
Caraibi e del Pacifico (gruppo ACP).
La maggior parte dei membri di questo gruppo ha relazioni economiche
con i membri dell’UE da lunga data.
L’Unione europea, volendo in modo
particolare promuovere il loro sviluppo, ha avviato una cooperazione che,
iniziata con le convenzioni di Arusha
e Yaoundé nel 1963, è giunta attualmente alla quarta convenzione di
Lomé. I membri della convenzione di
Lomé beneficiano dell’accesso a
dazio zero per tutti i prodotti industriali e per la maggior parte dei prodotti agricoli. I paesi ACP beneficiano delle regole d’origine più liberali
possibile in modo da potersi avvalere
al meglio delle riduzioni tariffarie e
ognuno di essi può usare i prodotti
degli altri ai fini del «cumulo» previsto dalle regole d’origine.
Nel quadro della politica mediterranea generale della Comunità sono
stati conclusi accordi con il Marocco,
l’Algeria, la Tunisia, l’Egitto, Israele,
l’Organizzazione per la liberazione
della Palestina, la Siria, il Libano,
Malta e Cipro. Alla fine del 1995 si è
convenuto a Barcellona di concludere nuovi accordi tra l’Unione europea
e i suoi partner mediterranei. Si
intende stabilire tra questi un rapporto analogo a quello esistente nell’ambito del gruppo ACP e degli
accordi europei per quanto riguarda
le regole d’origine, consentendo l’utilizzazione in ciascun paese delle
materie prime degli altri. La maggior
parte di questi partner rientra fra i
primi paesi che hanno instaurato
speciali relazioni economiche e commerciali
con
la
Comunità.
Ovviamente la regione mediterranea,
così vicina, riveste per la Comunità
un interesse particolare.
EUREKA SLIDE
I paesi ACP
14
Il sistema delle preferenze
generalizzate
Accordi di cooperazione
doganale
Il sistema delle preferenze generalizzate (SPG) per i paesi in via di sviluppo è un modo accettato a livello
internazionale di sviluppare gli scambi sulla base di agevolazioni commerciali concesse in via autonoma
dai paesi industrializzati. Per la
Comunità, la maggior parte dei
paesi in via di sviluppo che beneficiano dell’SPG a livello mondiale
rientra anche nell’ambito degli ACP
o degli accordi mediterranei. Sempre
per la Comunità, il sistema delle preferenze generalizzate consente ai
paesi asiatici e latino-americani di
effettuare
esportazioni
verso
l’Unione europea ad aliquote di
dazio doganale inferiori a quelle normali per quanto riguarda manufatti
e prodotti agricoli lavorati. L’accesso
a questo programma può essere concesso per promuovere i principi
dell’Unione europea nei paesi in via
di sviluppo. Ad esempio, sono state
offerte ulteriori riduzioni tariffarie
nel quadro del sistema delle preferenze generalizzate ai paesi in via di
sviluppo che aderiscono agli accordi
internazionali sulla protezione dell’ambiente e che vietano il lavoro dei
minori o il lavoro coatto.
Oltre all’abolizione delle tariffe tra
partner, per l’Unione europea è
molto importante creare altri rapporti di cooperazione che coinvolgano
gli altri principali partner commerciali mondiali. Ai fini di un ulteriore
miglioramento del commercio mondiale e dell’assistenza internazionale
alla lotta contro le frodi doganali,
l’Unione europea ha firmato accordi
di cooperazione doganale e di mutua
assistenza amministrativa con gli
Stati Uniti, il Canada e la Corea e
altri accordi analoghi sono in preparazione. Inoltre, l’Unione europea si è
impegnata ad attuare, insieme con
altri paesi, programmi di formazione
e informazione, in particolare per
contribuire alla modernizzazione
delle amministrazioni doganali dei
paesi terzi e dei loro metodi di lavoro, migliorando in tal modo il flusso
degli scambi.
In tutti questi sistemi preferenziali il
rispetto delle disposizioni doganali
(regole d’origine) è essenziale per
beneficiare dei vantaggi delle preferenze tariffarie. Controllando la corretta applicazione di tali disposizioni
i funzionari delle dogane tutelano la
politica esterna della Comunità.
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L a p o l i t i c a d o ga n a l e d e l l ’ Un i o n e e u ro p e a
Contributo alle altre politiche dell’Unione
Sanità e ambiente
EUREKA SLIDE
L’unione doganale, tramite i servizi
doganali degli Stati membri operanti in collaborazione con altri organismi nazionali, tutela i cittadini
dell’UE per mezzo di controlli all’importazione riguardanti:
•alimenti importati dai paesi terzi
quali carni, pollame, latte, uova, verdura, frutta e vino, che potrebbero
comportare rischi per la salute;
•i materiali radioattivi;
•l’ambiente (controllo delle importazioni di rifiuti e merci pericolose,
controllo dei prodotti che potrebbero danneggiare la fascia di
ozono);
•vigilanza o prevenzione del commercio internazionale delle specie
di flora e di fauna selvatiche
minacciate di estinzione (convenzione di Washington del 1983,
CITES).
Nel quadro della legislazione nazionale sono inoltre effettuati controlli
per impedire il traffico illecito di:
•stupefacenti,
•armi da fuoco e munizioni,
•materiale pornografico.
16
Protezione degli interessi
economici dell’UE
mediante strumenti
non tariffari
Man mano che le tariffe sono ridotte
e che la gamma dei prodotti importati si modifica, la protezione degli
interessi economici dell’Unione si
sposta sempre più verso l’uso di altri
strumenti. Le misure non tariffarie
sono di vario tipo:
Azioni contro la concorrenza
sleale
Le pratiche commerciali scorrette
generalmente consistono nel dumping o nel pagamento di sovvenzioni
illegali. Sussistono pratiche di dumping quando un esportatore di un
paese terzo vende determinate merci
sul mercato comunitario a prezzi
inferiori rispetto a quelli praticati sul
mercato interno. Per quanto riguarda
le sovvenzioni, si possono applicare
sanzioni quando determinate merci
esportate verso la Comunità beneficiano di sovvenzioni considerate illegali ai sensi dell’accordo OMC. In
entrambi i casi la Commissione può
effettuare inchieste approfondite nei
paesi interessati.
(«impegni relativi ai prezzi»). In genere le sanzioni si impongono dopo
aver esaminato la denuncia di concorrenza sleale presentata dai produttori comunitari di un particolare
prodotto. Le misure che ci è consentito adottare devono essere conformi
ai criteri stabiliti nell’accordo che istituisce l’Organizzazione mondiale del
commercio (OMC) e a quelli fissati
dalla legislazione comunitaria. Per
definire i prodotti in questione si usa
la nomenclatura doganale e tariffaria della Comunità; i termini usati
sono molto specifici e prevedono una
protezione strettamente mirata.
La portata delle misure che l’Unione
può adottare è limitata al livello del
dumping o della sovvenzione, o al
livello necessario per eliminare gli
effetti economici negativi subiti dall’industria comunitaria se esso è inferiore a quello del dumping o della
sovvenzione. Tuttavia si impongono
misure soltanto quando dall’inchiesta risulta che esse sono nell’interesse dell’Unione europea. Si tiene
OPOCE
Contro le importazioni che a causa di
pratiche commerciali scorrette provocano gravi difficoltà economiche ai
produttori dell’Unione europea si
possono applicare sanzioni commerciali sotto forma di dazi addizionali
mirati («dazi antidumping») o chiedendo agli importatori di accettare
un determinato livello di prezzo
17
gliamento (in via di eliminazione)
hanno dato all’industria comunitaria il tempo di ristrutturare la sua
produzione e di modernizzare i suoi
processi di produzione.
conto a tal fine degli effetti delle
misure sugli interessi degli utilizzatori e dei consumatori. I dazi antidumping e i dazi compensativi sono
imposti in aggiunta alle aliquote
della tariffa doganale comune. Le
regole doganali d’origine determinano se le merci importate sono considerate originarie del paese sospettato di pratiche scorrette.
Le misure di vigilanza e restrizione
sono attuate dalle amministrazioni
doganali degli Stati membri, mentre
l’Unione europea fissa le regole.
Restrizioni quantitative
all’importazione
Misure contro la contraffazione
e la pirateria
Le importazioni di prodotti originari
di paesi «a basso costo», in cui i
costi di produzione sono eccezionalmente bassi, possono essere assoggettate a restrizioni quantitative o
in un primo tempo a misure di «vigilanza» volte a controllare l’andamento della situazione. Quando si
applicano «restrizioni quantitative»
sono ammessi nella Comunità
quantitativi limitati di prodotti, sui
quali devono ovviamente essere
pagati i normali dazi doganali. Le
restrizioni quantitative all’importazione di prodotti tessili e dell’abbi-
Lo scopo in questo campo è proteggere gli interessi commerciali dei produttori comunitari e dei legittimi
importatori facendo rispettare i diritti di proprietà intellettuale. Vi è stata
una fortissima crescita del mercato
illegale di prodotti quali ad esempio
orologi da polso e articoli di abbigliamento di moda recanti indebitamente un «nome» o un marchio
(merci contraffatte), nonché di prodotti realizzati senza pagare i diritti
di proprietà intellettuale (prodotti
pirata).
Il sistema consente ai titolari dei
diritti di chiedere ai servizi doganali
di intervenire quando merci sospette
siano sottoposte a controllo doganale. Le merci possono essere tenute
per un periodo di tempo limitato,
mentre i titolari dei diritti di proprietà intellettuale o del marchio
possono adire i tribunali nazionali
secondo la legislazione nazionale per
ottenere giustizia.
18
FOTO CE.
mercati d’esportazione. Per consentire sia la protezione degli agricoltori
dell’UE contro le importazioni a
basso prezzo sia la promozione dei
loro prodotti per esportazione occorre un sistema flessibile. Nel quadro
dell’Uruguay Round l’Unione europea ha convenuto di abolire i precedenti «prelievi» agricoli specifici sulle
importazioni e di sostituirli con lo
strumento dei dazi doganali più diffusamente accettato. I dazi doganali
agricoli sono costituiti di più elementi e hanno una componente variabile, un elemento stagionale e tengono anche conto del prezzo pagato al
momento dell’importazione.
Le politiche comuni
in materia di agricoltura
e pesca
Le dogane dell’Unione europea contribuiscono all’applicazione delle
politiche comuni in materia di agricoltura e pesca nonché al loro sviluppo e alla loro modernizzazione.
Le
amministrazioni
doganali
dell’Unione europea controllano l’importazione di questi prodotti e
riscuotono i dazi doganali. Inoltre
calcolano e pagano le «restituzioni»
per le esportazioni verso i paesi terzi.
Le discrepanze tra i prezzi più bassi
vigenti sui mercati mondiali e i prezzi più elevati vigenti nell’Unione
europea potrebbero dar luogo a massicce importazioni o alla perdita di
Importazioni
Esportazioni
L’Europa è
un partner importante
negli scambi
di prodotti agricoli
Percentuale
del commercio mondiale
%
15
UE
%
13
13
USA
9
1
Giappone
11
4
Canada
2
4
Cina
1
63
Resto del mondo
64
Fonte: Eurostat 1997.
19
Il livello dei dazi doganali e delle
restituzioni è fissato mediante le
organizzazioni comuni di mercato
che mirano a garantire la stabilità
dei mercati e l’offerta dei prodotti
alimentari ai consumatori a prezzi
adeguati, nonché ad assicurare condizioni di vita accettabili agli agricoltori e ai pescatori.
Misure attinenti alle relazioni
esterne
L’unione doganale funge da meccanismo di applicazione per gli interventi di politica estera e sicurezza
comune che comportano misure
quali sanzioni e ricorso all’embargo,
delle quali sempre più ci si avvale per
esercitare pressione sui paesi che
agiscono in modo ritenuto inaccettabile dalla comunità internazionale.
Esempi recenti di paesi che indulgono a questo tipo di comportamenti
sono l’Iraq e l’ex Repubblica di
Iugoslavia.
Le dogane svolgono un ruolo rilevante nell’attuazione delle sanzioni economiche in relazione alle importazioni e intervengono anche in relazione
alle esportazioni verso i paesi soggetti a sanzioni.
Altri esempi di misure attinenti alle
relazioni esterne sono il controllo
delle esportazioni di armi e il controllo delle esportazioni di prodotti a
duplice uso, ossia prodotti fabbricati
per scopi civili che potrebbero anche
essere destinati a usi militari. Alcuni
prodotti chimici, ad esempio, si possono usare per produrre sia concimi
che esplosivi. Non vogliamo che questi prodotti finiscano nelle mani sbagliate.
20
Altri settori in cui
intervengono le dogane
Protezione del patrimonio
culturale
Le dogane contribuiscono a impedire
l’esportazione dei beni culturali protetti e a ottenere il loro ritorno nello
Stato membro cui appartengono.
Raccolta dei dati statistici
sul commercio
Le statistiche forniscono una base
indispensabile per prendere decisioni
economiche a livello sia nazionale
che aziendale.
L a p o l i t i c a d o ga n a l e d e l l ’ Un i o n e e u ro p e a
Le amministrazioni doganali
Quindici amministrazioni
operanti come una sola
Un mercato di 370 milioni di consumatori dipende dall’impegno dei
130 000 funzionari doganali dei 15
Stati membri. Si può affermare che i
funzionari doganali svolgono la funzione di guardiani dell’Unione europea. Essi controllano i prodotti
importati dai paesi terzi attraverso la
frontiera esterna comune dell’UE al
fine di riscuotere i dazi doganali,
l’imposta sul valore aggiunto e le
imposte sui consumi nonché di proteggere gli interessi della Comunità
e dei suoi cittadini in diversi modi. La
trasformazione dell’unione doganale
dell’UE in mercato interno ha comportato l’abolizione di tutte le frontiere economiche interne tra gli Stati
membri. Questa evoluzione ha
aumentato l’importanza dei controlli
alle frontiere esterne ovvero, in altre
parole, li ha posti al centro dell’attenzione. In generale non vi è una
«seconda opportunità», in quanto
non è più possibile alcun intervento
doganale tra la frontiera esterna e il
luogo di destinazione finale.
fisicamente. Il problema che adesso
si pone alle amministrazioni è come
garantire il flusso degli scambi mantenendo nel contempo, se necessario, un controllo efficace. In passato
si effettuava essenzialmente un controllo fisico, che richiedeva tempo e
fatica. Si trattava di una procedura
costosa per entrambe le parti. Ora le
procedure di controllo sono totalmente cambiate e devono continuare ad evolversi. Si applicano metodi
di lavoro moderni per semplificare e
concentrare i controlli dove sono
necessari e maggiormente efficaci. In
particolare l’informatizzazione, i controlli a posteriori, la verifica della
documentazione e l’analisi del
rischio sono tecniche che stanno
diventando sempre più diffuse e sofisticate.
Tale situazione ha messo in luce la
necessità per le quindici amministrazioni doganali di pensare e agire in
modo unitario. Ora esse sono completamente interdipendenti. La crescita degli scambi commerciali rende
ancora più necessari sistemi efficaci
per il controllo delle merci, in quanto
è sempre meno possibile intervenire
21
EUREKA SLIDE
Nuove tecniche
La tecnologia informatica è sempre
più usata tra le amministrazioni
doganali e gli operatori. La dichiarazione doganale elettronica riduce al
minimo la durata delle formalità
doganali alla frontiera. Tuttavia i
computer non si usano soltanto per
ricevere le dichiarazioni. Negli ultimi
dieci anni la Commissione ha messo
a punto sistemi informatici che consentono lo scambio di dati tra le
amministrazioni degli Stati membri e
le banche dati centralizzate della
Commissione. Essa inoltre ha sensibilmente contribuito alla creazione
di nuovi sistemi che integrano i sistemi nazionali esistenti in modo da
consentire lo scambio reciproco di
informazioni tra gli uffici doganali
degli Stati membri a livello sia nazionale che comunitario.
22
L’uso delle tecniche di analisi del
rischio consente la selezione delle
spedizioni che per natura, valore, origine o importatore possono rappresentare un certo rischio. Quando
sorge il dubbio se una dichiarazione
sia corretta o costituisca una copertura, l’analisi dei rischi consente alle
dogane di decidere in modo più
obiettivo se sia necessario o meno
visionare e controllare fisicamente
una spedizione. Essa inoltre è utile
per determinare la portata dei controlli da effettuare e dà persino
modo alle dogane di prendere alcune di queste decisioni prima che le
merci abbiano raggiunto le frontiere
dell’Unione europea. Non si tratta di
una tecnica facile; la sua validità
dipende ovviamente dagli input
usati e dalla competenza con cui è
applicata. Essa non sostituisce le persone competenti, si limita ad offrire
loro un modo diverso di impiegare le
proprie capacità.
Le dogane stanno adottando sempre
più diffusamente l’idea di effettuare i
controlli fisici dopo che le merci sono
state trasportate presso la sede dell’operatore. Ciò facilita notevolmente il
movimento delle merci riducendo
ulteriormente i ritardi nei porti e negli
aeroporti e abbassando i costi in
quanto gli imballaggi non devono
essere aperti due volte. In questo
modo, alla frontiera, è sempre più
possibile concentrare gli sforzi sulla
lotta al contrabbando e alla frode.
Dopo che le merci sono arrivate a
destinazione e sono state immesse in
libera pratica si possono applicare
metodi di verifica a posteriori. I controlli moderni saranno basati in misura sempre maggiore sulla verifica
della documentazione degli operatori.
Il ruolo della Commissione
Procedure agevoli e una normativa
doganale moderna possono essere
elementi importanti quando si tratta
di stabilire l’ubicazione di attività
commerciali e industriali. Il risparmio
di tempo e di spesa è un fattore di
competitività per l’economia dell’UE.
Non è essenziale soltanto la semplificazione delle procedure commerciali,
ma anche l’efficienza dei metodi
usati per tutelare i cittadini.
La Commissione e le amministrazioni
nazionali condividono il compito di
soddisfare le legittime aspettative al
riguardo.
La Commissione, attraverso la DG
XXI «Sistema fiscale e unione doganale», ha il compito di prendere iniziative per lo sviluppo di una politica
doganale, di formulare proposte di
legislazione doganale, promuovere il
coordinamento tra le amministrazioni degli Stati membri e chiedere
pareri e feedback alle imprese commerciali e industriali a livello
dell’Unione. Le amministrazioni
doganali nazionali sono responsabili
dell’applicazione ordinaria della normativa dell’UE: riscossione dei dazi
doganali, delle imposte sui consumi
e dell’IVA sulle merci importate e
applicazione di tutte le altre politiche sopra citate. Ovviamente provvedono anche a mantenere i contatti
con l’insieme degli operatori locali
nell’ambito nazionale.
La legislazione doganale di base è
contenuta nel codice doganale
comunitario e nella nomenclatura.
Le altre politiche applicate dalle
dogane alle frontiere sono oggetto di
altre leggi. In generale tutti questi
atti sono adottati dal Consiglio dei
ministri e approvati dal Parlamento
europeo sulla base di proposte presentate dalla Commissione. La legislazione sussidiaria, spesso chiamata
«disposizioni di applicazione», è
adottata dalla Commissione in circostanze rigorosamente delimitate e, in
genere, soltanto previa approvazione
da parte delle autorità degli Stati
membri espressa in seno al comitato
del codice doganale per la legislazione doganale o ad altri comitati per
altre normative.
23
L a p o l i t i c a d o ga n a l e d e l l ’ Un i o n e e u ro p e a
Prospettive
I nuovi Stati membri
I «paesi candidati» si stanno preparando all’adesione all’Unione europea. Le dogane sono un settore particolarmente importante in quanto
nell’Unione siamo tutti interdipendenti. Una catena è forte quanto il
suo anello più debole. Il ruolo stesso
delle dogane rende la creazione di
un’amministrazione
doganale
moderna, efficace ed efficiente una
componente indispensabile delle
condizioni per l’adesione. Il controllo
della frontiera esterna per un’UE
allargata sarà di per sé un compito
impegnativo; allo stesso tempo, il
ruolo particolare delle dogane in un
mercato interno richiede competenze
specifiche. In considerazione di tale
esigenza le dogane sono state individuate come settore prioritario nei
«partenariati di adesione» istituiti
per guidare il processo di allargamento. Di conseguenza sono stati
previsti finanziamenti nel quadro del
programma PHARE per l’assistenza
tecnica ai paesi candidati.
La stretta collaborazione tra la
Commissione, le amministrazioni
doganali dei paesi partner e quelle
degli Stati membri ha già conseguito
notevoli progressi, specialmente nell’adozione di nuove normative doganali da parte dei nostri partner.
Tuttavia il lavoro da fare è ancora
molto, soprattutto per quanto riguar-
24
da la creazione di una capacità operativa equivalente a quella esistente
nell’UE. Ciò è vero in particolare in
settori nuovi per i paesi in questione
(ad esempio, l’applicazione della
politica agricola comune).
L’applicazione della normativa
dell’UE in materia di dogane e questioni attinenti al commercio sarà di
per sé un compito impegnativo per le
amministrazioni doganali dei paesi
candidati. Svolgere tale compito consentendo nel contempo un flusso di
volumi di traffico sempre maggiori
senza indebiti impedimenti sarà
estremamente difficile.
Per tale motivo la Commissione, gli
Stati membri e i paesi candidati
hanno congiuntamente adottato
una strategia specifica di aiuto alla
preparazione. Abbiamo realizzato le
cosiddette «Road Maps», vere e proprie carte stradali per pianificare la
strada da prendere; la capacità operativa sarà esaminata usando schemi
indicanti standard o orientamenti
operativi per i diversi settori di attività delle dogane.
I progressi compiuti sono verificati
nell’ambito dei sottocomitati per le
dogane e l’imposizione istituiti nel
quadro dei vari «accordi europei».
Nello stesso ambito ha luogo un
regolare scambio di informazioni sull’evoluzione dell’allargamento.
Aspetti globali
L’Unione europea partecipa a molti
negoziati multilaterali su questioni
doganali e commerciali. In qualità di
primo partner commerciale del
mondo essa continuerà a svolgere un
ruolo sostanziale negli organismi
internazionali,
in
particolare
nell’Organizzazione mondiale del
commercio (OMC). La Commissione
partecipa in veste di negoziatore e
portavoce unico per la Comunità,
ovviamente in consultazione con gli
Stati membri.
PHOTO E.C.
L’OMC ha appena annunciato un
nuovo negoziato, il «Millennium
round», che riguarderà, tra l’altro, il
miglioramento dell’accesso ai mercati, il commercio elettronico, gli scambi preferenziali e la facilitazione
degli scambi, in particolare la semplificazione e l’armonizzazione delle
procedure doganali.
La semplificazione degli scambi e
l’armonizzazione delle procedure
doganali coinvolgeranno anche
l’Organizzazione mondiale delle
dogane (OMD, già Consiglio di cooperazione doganale), organismo di
carattere più tecnico che si occupa di
metodi e procedure doganali (spesso
operante sotto gli auspici dell’OMC),
il G 7, la Commissione economica
delle Nazioni Unite per l’Europa
(UNECE) e la conferenza Asia-Europa
(ASEM).
Programma di consolidamento: Dogana 2002
L’interoperabilità delle amministrazioni
doganali dell’Unione europea e la cooperazione tra loro sono rese più difficili dalla diversità delle loro strutture,
responsabilità, culture e tradizioni.
Questa eterogeneità offre tuttavia un
terreno fertile per la nascita di nuove
idee e sinergie. L’armonizzazione della
normativa doganale è ormai praticamente completa. Tuttavia, differenze
tra gli Stati membri nell’applicazione
pratica delle regole comuni possono
comportare effetti leggermente diversi.
L’attuazione del mercato interno quindi può non essere uguale dovunque.
Era necessario dare maggiore importanza ad un’applicazione più omogenea della normativa doganale armonizzata da parte delle amministrazioni.
A tal fine occorreva un quadro nell’ambito del quale discutere e prendere decisioni su questioni e problemi
non giuridici. Per tale motivo la
Comunità ha istituito il programma
«Dogana 2000».
Nel dicembre 1996 il Parlamento e il
Consiglio hanno adottato la proposta
della Commissione relativa ad un pro25
gramma d’azione doganale della
Comunità. L’obiettivo era quello di
concordare orientamenti espliciti
affinché i servizi doganali potessero
avere un’idea precisa del ruolo che
avrebbero dovuto svolgere nel contesto della Comunità. Tale ruolo tuttavia non deve invadere le competenze
nazionali. Il programma ha avuto
esito positivo, ma può essere migliorato. Esso sarà prorogato e aggiornato
come «Dogana 2002», con l’inserimento dei programmi attuali e futuri
in materia di informatizzazione (come
quello relativo al transito) e del programma di formazione «Matthaeus».
Dogana 2002 sarà aperto a tutti i
paesi candidati all’adesione.
Dogana 2002
Finalità
Uno dei principali obiettivi di Dogana 2002 è quello di trovare il modo per evitare divergenze
operative nelle questioni doganali a livello nazionale. Il programma d’azione riconosce che l’abolizione delle frontiere interne richiede un controllo ottimale delle frontiere esterne. L’azione individuale delle singole amministrazioni non può da sola realizzare tale obiettivo.
Criterio di attuazione
Intensificazione dello spirito di partenariato e cooperazione creato tra la Commissione e gli Stati
membri. Questo è uno dei più importanti elementi su cui deve essere basata la realizzazione degli
obiettivi di Dogana 2002.
Azioni
Dogana 2002 prevede tra l’altro quanto segue:
• «azioni di monitoraggio», ossia visite di gruppi di esperti della Commissione e degli Stati membri effettuate per osservare le procedure doganali in funzione negli Stati membri al fine di individuare le procedure ottimali, o eventualmente le carenze, nelle misure di controllo;
• intensificazione da parte della Commissione e degli Stati membri della lotta contro la frode. In
tale contesto si provvederà alla raccolta, analisi e gestione delle informazioni avvalendosi al
massimo dell’informatica e si assicurerà l’effettiva verifica dei casi di irregolarità;
• sostegno da parte della Commissione degli strumenti volti a migliorare i metodi di lavoro delle
amministrazioni doganali, ad esempio analisi del rischio, tecniche di revisione a posteriori per
la verifica della documentazione degli operatori e trattamento informatico delle procedure
doganali;
• scambi di funzionari tra le diverse amministrazioni doganali per ampliare la loro esperienza e
ulteriore sviluppo dei programmi comuni di formazione;
• svolgimento di seminari, spesso con la partecipazione degli operatori, per individuare i settori
problematici e discutere le possibili linee d’azione in merito o per individuare le pratiche migliori che potrebbero essere usate a livello generale;
• informatizzazione delle procedure doganali a livello dell’Unione.
26
Informatizzazione
Per poter operare con più efficienza
ed efficacia occorre informatizzare
ulteriormente il settore, fino a coprire l’intera gamma delle procedure
doganali. Attualmente le dogane
hanno soltanto banche dati informatiche di portata europea operative
nella Comunità, quali TARIC («tariffa
operativa» che indica per ogni prodotto l’intera aliquota del dazio, le
aliquote preferenziali e tutte le misure applicabili all’importazione), il
sistema delle Informazioni tariffarie
vincolanti, la base dati relativa alla
gestione dei contingenti ecc.
Uno specifico obiettivo per i servizi
doganali della Comunità, come pure
per i nostri partner della convenzione
relativa al transito comune, è l’informatizzazione del controllo delle operazioni di «transito». Il regime di transito comunitario è indispensabile per
il mercato interno se si vuole consentire che merci importate non soggette a dazio possano raggiungere la
loro destinazione finale senza essere
ostacolate da controlli interni.
Dalla seconda metà del 1999 un
sistema informatico sarà gradualmente esteso a tutti gli Stati membri
e ai nostri partner della convenzione
relativa al transito comune, ossia
Norvegia, Islanda, Svizzera, Polonia,
Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Ungheria.
Le spedizioni stanno diventando sensibili al fattore tempo, l’industria usa
CCN Gateway
Administration
Administration
27
sempre di più il sistema di consegna
«just in time» e si registra un crescente sviluppo della spedizione per
espresso. Questa evoluzione impone
alle dogane di elaborare nuove idee e
creare nuovi sistemi. Ma è difficile trovare il giusto equilibrio tra snellimento e controllo. La creazione del mercato interno e l’aumento del flusso degli
scambi commerciali attraverso le frontiere in seguito all’espansione del
commercio mondiale e, in particolare,
di quello con l’Europa orientale hanno
col tempo sempre più indotto le dogane a semplificare e accelerare le formalità potenzialmente a spese del
mantenimento di adeguati controlli.
Questa circostanza ha spinto la criminalità organizzata ad abusare dei
vantaggi offerti, tra l’altro, da una
procedura di transito ultrasemplificata. Dopo che sono state scoperte frodi
consistenti, è ovviamente necessario
introdurre meccanismi di controllo più
efficienti ed efficaci. Questo processo
sarà in gran parte basato sull’uso di
computer.
28
È inoltre prevista l’informatizzazione
dei «regimi doganali economici».
Sono così qualificati il regime relativo all’importazione di materie prime
e prodotti semilavorati da utilizzare
nella Comunità per la fabbricazione
di prodotti destinati all’esportazione
(perfezionamento attivo), il regime
dei depositi doganali e il regime dell’ammissione temporanea. In generale il ricorso a questi regimi è subordinato al rilascio di un’autorizzazione
da parte delle autorità doganali.
Una base centrale di dati informerà
gli Stati membri della presentazione
o autorizzazione di richieste di vincolo ad un regime economico nel resto
della Comunità. In tal modo potranno aver luogo consultazioni a livello
comunitario e le decisioni saranno
trasparenti e uniformi. Questa innovazione contribuirà a rafforzare la
competitività dell’UE sui mercati
mondiali e a semplificare ulteriormente il flusso degli scambi.
L a p o l i t i c a d o ga n a l e d e l l ’ Un i o n e e u ro p e a
Conclusioni
EUREKA SLIDE
Quali conclusioni si possono trarre
dalla storia delle dogane europee e
dall’esame dei compiti che esse
dovranno assolvere in futuro?
Indubbiamente è stata fatta molta
strada, ma non si è ancora giunti al
punto d’arrivo. In realtà non si potrà
dire di averlo raggiunto almeno fino
a quando non sarà possibile sopprimere ogni tipo di limitazione o controllo sul commercio da e verso
l’Unione europea. Si verificherà mai
una situazione del genere? Forse,
ma non in un futuro prevedibile. Le
dogane devono adeguarsi e cambiare per far fronte a nuovi compiti e
nuovi ostacoli e per arrivare all’armonizzazione e possibilmente all’unificazione delle procedure e delle
pratiche ovunque. I primi passi sono
stati compiuti, ora «15 amministrazioni doganali stanno operando
come una sola».
Nella loro evoluzione le dogane contribuiranno in modo essenziale alla
realizzazione delle aspettative dei
cittadini in molteplici campi, dalla
riscossione delle imposte alla protezione delle industrie, dell’occupazione, della salute, dell’ambiente.
29
Indicazioni bibliografiche
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Publications of the European Communities, 1991.
Commissione europea, L’Unione europea e il commercio mondiale,
Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee,
1995.
Commissione europea, Il mercato unico, Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1996.
Commissione europea, L’Europa dei Quindici: dati chiave, Lussemburgo,
Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1996.
Commissione europea, L’Europa in movimento — Domande e risposte: In che
modo l’Unione europea regolamenta l’agricoltura e la pesca? Lussemburgo,
Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1996.
Monti Mario, The single market and tomorrow’s Europe, coedizione, European
Commission, Luxembourg, Office for Official Publications of the European
Communities, 1997.
European Commission, The single market review, Subseries III, «Dismantling of
barriers: customs and fiscal formalities at frontiers», Luxembourg, Office for
Official Publications of the European Communities, 1997.
30
Commissione europea
La politica doganale dell’Unione europea
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee
1999 — 30 pagg. — 16,2 x 22,9 cm
ISBN 92-828-5880-4
L’Unione europea, con un mercato unico e senza frontiere interne, ha ancora bisogno delle dogane e di una politica doganale. Perché?