RECOIL linee guida

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RECOIL linee guida
Con il contributo
dello strumento
finanziario LIFE+
della Comunità Europea
RECovered waste cooking OIL for combined
heat and power production
RECOIL: come recuperare l’olio vegetale esausto
e trasformarlo in energia elettrica e termica
LINEE GUIDA sulle migliori pratiche
per lo sfruttamento dell’olio vegetale esausto
1. L’OLIO ESAUSTO VEGETALE
1.1 Cosa dice la legge
Il rifiuto olio e grasso commestibile (codice CER 200125) è considerato un rifiuto non
pericoloso eppure può essere altamente dannoso per l’ambiente.
Gli esercizi commerciali di ristorazione sono obbligati alla raccolta differenziata a
seguito del Dlgs 3 Aprile 2006 n. 152 che prescrive l’obbligo di raccolta, recupero
e riciclaggio degli oli e grassi vegetali e animali esausti. I produttori di oli esausti
possono adempiere alla norma direttamente o tramite il Consorzio Obbligatorio.
(Dlgs 152/06 art 233, comma 12).
Il Consorzio Nazionale di Raccolta e Trattamento Oli Vegetali e Grassi Animali (CONOE) si è costituito il 1 ottobre 1998 recependo lo statuto pubblicato con decreto
interministeriale il 15 luglio 1998, in seguito modificato con D.M. 5 aprile 2004 e
tutt’oggi in vigore. La normativa ha subito modifiche nel tempo e attualmente il
Codice ambientale è il Dlgs 152/06, parzialmente modificato dal Dlgs 205/2010. Il
CONOE è nato da un accordo tra aziende raccoglitrici e aziende rigeneratrici di olio
vegetale usato, al fine di ottimizzare la raccolta su tutto il territorio nazionale e
fornire alla propria clientela da un lato un servizio capillare ed efficiente, dall’altro
la garanzia di assoluto rispetto della legislazione vigente. Oggi il Consorzio conta 39
aziende di recupero e riciclo e 273 aziende raccoglitrici e 10 Confederazioni e Associazioni Nazionali di settore che rappresentano oltre 300.000 produttori di oli e grassi esausti settore industriale – artigianale e commerciale. A ciascuna delle aziende
servite, i raccoglitori aderenti al Consorzio forniscono un contenitore adatto alla raccolta e allo stoccaggio dell’olio usato di dimensioni adeguate ai volumi prodotti da
ciascun cliente e, se richiesta, la denuncia al catasto rifiuti, cioè il M.U.D. (modello
unico di dichiarazione ambientale).
Il Consorzio è in grado di redigere le statistiche dell’andamento annuale in quantità
e valore e monitorare il mercato. La normativa prevede l’obbligo di partecipazione
e di conferimento al Consorzio o a suoi incaricati. L’art. 256 prevede le sanzioni amministrative per le aziende che non ottemperano
1.2 Analisi ambientale e socioeconomica dell’olio esausto
vegetale in Italia
Una delle principali criticità legate alla gestione dell’olio esausto vegetale si ricollega
alla sua dispersione nell’ambiente. Si considera che il costo di tale dispersione è globalmente valutabile in oltre 10 milioni di euro annui, secondo le stime del CONOE.
Nell’ambito del progetto Recoil-Life è stata condotta l’analisi ambientale e socio economica dovuta al non corretto smaltimento del residuo oleoso, che può provocare
inconvenienti anche laddove esistono impianti fognari adeguati per la depurazione
delle acque; la presenza di olio nei reflui acquosi, infatti, può pregiudicare il corretto
funzionamento dei depuratori, influenzando negativamente i trattamenti biologici,
2
oltre a fare aumentare i costi di esercizio. Per questi motivi, è necessario eliminare la
presenza di grasso ed utilizzare altri metodi nella fase preliminare del trattamento
di depurazione, come l’utilizzo di appositi separatori per liquidi leggeri (oli e idrocarburi). I rischi di danno ambientale interessano in modo particolare l’acqua e i terreni. L’olio ha una densità specifica minore dell’acqua e, se raggiunge lo specchio della
falda freatica, forma sopra l’acqua una pellicola più o meno sottile che si allarga nel
tempo. Si stima che un chilo di olio è sufficiente per coprire con questa pellicola una
superficie di 1000 metri quadrati. In questo modo non permette lo scambio dell’ossigeno fra aria e acqua provocando danno all’ecosistema, contaminando i bacini e
corsi d’acqua, compromettendo l’esistenza della flora e della fauna e portando al
soffocamento degli organismi viventi. Se l’olio vegetale raggiunge le falde acquifere, le rende inutilizzabili in quanto un litro d’olio mescolato a un milione di litri
d’acqua ne altera il gusto in limiti incompatibili con la potabilità. Il costo di questo
danno ambientale è globalmente valutabile in oltre 1 milione di euro annui. L’olio
può formare un film attorno alle particelle di terra costituendo uno sbarramento tra
particelle, acqua e radici, impedendo così l’assunzione dei nutrienti.
Molteplici lavori sperimentali italiani e stranieri1 sono stati dedicati allo studio delle
reazioni termiche e ossidative che avvengono nell’olio a causa delle alte temperature raggiunte durante la frittura dei cibi e la determinazione della qualità e quantità
delle sostanze tossiche che si generano come prodotti di ossidazione e di decomposizione sia volatili che non volatili. I prodotti volatili vengono perduti durante la
frittura, mentre quelli non volatili si accumulano nell’olio; per questo motivo, dopo
un certo numero di riscaldamenti l’olio viene considerato deteriorato con effetti percettibili nell’odore e nel sapore, imbrunimento del colore, aumento della viscosità,
abbassamento del punto di fumo, formazione di schiuma, direttamente in rapporto
con lo stato di degradazione dell’olio stesso che deve essere eliminato. In aggiunta
alle degradazioni dell’olio stesso, nell’olio esausto sono presenti i residui dei cibi fritti e le sostanze derivanti dalla carbonizzazione degli stessi. Recenti studi condotti da
biochimici nutrizionisti dell’Università del Minnesota2 hanno dimostrato che durante la frittura effettuata con oli vegetali altamente insaturi, alle temperature elevate
necessarie per friggere (185°C) e per periodi estesi di tempo (è sufficiente mezz’ora),
dall’ossidazione dell’acido linoleico si forma l’HNE (4-idrossi-trans-2-nonenale) altamente tossico. Questo composto passa nei cibi fritti e potrebbe essere responsabile
di gravi malattie. La tossicità è dovuta al fatto che la molecola è molto reattiva con
le proteine, gli acidi nucleici (DNA e RNA) e altre biomolecole. Nell’olio di soia, si
formano altri composti simili all’HNE che portano il nome di HHE, HOE e HDE, altrettanto tossici.
Dal prolungato riscaldamento degli oli vegetali deriva quindi una miscela di sostanze
che ha praticamente perso tutto della originale purezza e genuinità, e che è diventata un grave pericolo per la salute umana se ingerita e per l’ambiente se dispersa.
1 Cfr:.:Han, InHwa and A. Saari Csallany. (2009) Formation of toxic alpha,beta-unsaturated 4-hydroxy aldehydes in thermally oxidized fatty acid methyl esters. J. Am. Oil Chem. Soc. 86:253-260; Han, InHwa and A. Saari
Csallany. (2008) Temperature dependence of HNE formation in vegetable oils and butter oil. J. Am. Oil Chem.
Soc. 85: 777-782.
2 Cfr: Seppanen, C.M. and A.S. Csallany. (2004) Incorporation of the toxic aldehyde 4-hydroxy-2-trans-nonenal
into food fried in thermally oxidized soybean oil. J. Am. Oil Chem. Soc. 81(12):1137-1141.
3
Sempre in questi studi internazionali si evince che, analogamente agli oli minerali,
le proprietà degli oli vegetali esausti possono variare significativamente in relazione
alla loro composizione originale e ai trattamenti subiti; unitamente alle condizioni
ambientali, questi fattori ne influenzano i comportamenti e le conseguenze del rilascio in ambienti naturali. In molti casi gli oli vegetali esausti si comportano in modo
simile agli oli minerali, ma essendo stati meno studiati come inquinanti, talvolta è
più difficile predirne le conseguenze ed agire tempestivamente. In alcuni studi scientifici internazionali3 si può apprendere che gli oli vegetali esausti possono presentare
livelli di solubilità in acqua anche minori degli oli minerali, creando inizialmente larghe chiazze sulla superficie, che nel tempo si possono aggregare e successivamente
degradarsi, formare peci, precipitare e accumularsi sui fondali; in questo caso gli oli
vegetali non riescono più ad essere attaccati dai batteri, e quindi essere decomposti
in molecole più semplici, ma polimerizzano formando delle gomme persistenti nel
tempo impermeabili all’ossigeno e che portano all’anossia dell’ambiente circostante. Inoltre, analogamente agli oli sintetici e ai prodotti petroliferi sversati in ambienti
acquatici, gli oli vegetali esausti possono ricoprire le superfici di organismi viventi
con una pellicola isolante (come uccelli, piante), diminuendo anche la loro capacità
di scambio termico, andando incontro all’ipotermia o l’immobilità. I danni prodotti
dalla cattiva gestione dell’olio vegetale esausto si aggira intorno ai 16 milioni di euro.
Analogamente agli oli lubrificanti esausti, la raccolta degli oli vegetali usati è estremamente importante per il notevole impatto ambientale associato alla dispersione
di questi componenti in ambiente in relazione a tutte le matrici ambientali interessate e con particolare riferimento ai terreni ed alle acque.
Solamente un corretto e controllato smaltimento dell’olio vegetale usato può quindi
garantire la salvaguardia dell’ambiente.
In Italia vengono immessi ogni anno al consumo (direttamente come olio alimentare o perché presente in altri alimenti) 1,4 Milioni di tonnellate di olio vegetale
per un consumo medio pro capite di circa 25 kg annui (fonte Ministero della Sanità). Di questa quantità si stima un residuo non utilizzato pari a circa il 20%. Ci
troviamo quindi di fronte ad oltre 280.000 ton di olio vegetale usato, presente in gran
parte sotto forma di residuo di fritture. In particolare, il CONOE stima circa 65.000
tonnellate di olio usato prodotto dalla ristorazione, 45.000 tonnellate dalle attività
commerciali e industriali e il rimanente 170.000 tonnellate da consumi domestici;
solo una parte di questo olio vegetale esausto è stato correttamente raccolto e smaltito.
Secondo i dati del CONOE, nel 2009 sono stati raccolti 42.000 tonnellate di olio e grassi vegetali e animali esausti; nel 2010 la raccolta è aumentata a 44.000 tonnellate e
per il 2013 la raccolta si è assestata a 50.000 tonnellate, confermando il trend in continua crescita negli ultimi anni. La previsione per il 2014 è di circa 52.000 tonnellate
in aumento nei prossimi anni; ci si attende di raccogliere 80.000 tonnellate nel 2016.
3 Cfr.: Demian E. Wincele1; Brian A. Wrenn; Albert D. Venosa; Sedimentation of Oil-Mineral Aggregates for
Remediation of Vegetable Oil Spills;Marine-spills; about-veg/. www.itopf.com
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90.000
previsti
80.000
70.000
previsti
60.000
50.000
40.000
30.000
20.000
10.000
0
2002
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Quantità (tonnellate)
Allo stato attuale, il consorzio CONOE non è nelle condizioni di monitorare la tracciabilità delle quantità che provengono dalle utenze domestiche perché tale settore
non rientra nell’attività consortile prevista dalla vigente normativa.
Qui di seguito si indica il valore di mercato della produzione e riutilizzo di queste
quantità. Da un punto di vista previsionale, i prezzi sono variabili sulla base del
mercato dell’offerta e della richiesta per cui è stato previsto che negli anni 2014-2015
rimarranno mediamente stabili con oscillazioni contenute:
Anno
Raccolto e riciclati (tonnellate)
Raccolto e riciclati (tonnellate)
Totale (euro)
2005
31.000
550,00
17.050.000
2006
36.000
550,00
19.800.000
2007
42.000
500,00
21.000.000
2008
42.000
600,00
25.200.000
2009
43.000
600,00
25.800.000
2010
43.000
650,00
27.950.000
2011
46.000
750,00
34.500.000
2012
47.000
720,00
33.840.000
2013
50.000
650,00
32.500.000
2014
54.000
600,00 (previsione)
32.400.000
Si può fare una stima del danno economico derivante dal mancato riutilizzo dell’
olio vegetale usato. Mantenendo costanti le 280.000 tonnellate annue di olio vegetale usato teoricamente prodotto in Italia e considerando i dati del CONOE per il 2013,
si può asserire che sono sfuggiti al sistema di tracciabilità circa 230.000 tonnellate
di olio vegetale esausto, soprattutto afferente all’ambito domestico, con una stima
della corrispettiva perdita economica pari a circa 150 milioni di euro. È evidente il
grosso potenziale del settore domestico, la cui raccolta stenta ancora a decollare
poiché implica il coinvolgimento nell’iniziativa di circa 8.000 Comuni Italiani e di 22
milioni di famiglie.
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1.3 Buone pratiche in Europa
Il progetto Life+ Recoil ci ha permesso di conoscere una serie di buone pratiche di
settore della raccolta di olio vegetale esausto in ambito domestico. Molti progetti
tendono a coinvolgere i bambini con il preciso intento di educare le nuove generazione ad una stile di vita più consapevole, incoraggiando quei piccoli gesti quotidiani
fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente, e stimolando comportamenti ecocompatibili. Di seguito alcuni esempi nati grazie al cofinanziamento della Comunità
Europea (Life+ e Intelligent Energy Europe- IEE).
Life+ Oilprodiesel LIFE05 ENV/P/000369:
Un progetto di raccolta dell’olio vegetale esausto di provenienza domestica si è svolto a Oeiras in Portogallo tra il 2005 e il 2009 grazie al cofinanziamento della commissione europea; la raccolta è stata effettuata grazie a campane posizionate per le
strade in vari punti della città; inizialmente l’olio esausto veniva versato nelle campane come liquido, riportando a casa il contenitore domestico. In 8 mesi di progetto
pilota sono stati raccolti circa 11 tonnellate di olio vegetale esausto, che è stato trasformato in biodiesel e utilizzato come carburante per la flotta macchine dell’azienda di raccolta, con un risparmio dichiarato di circa 4000 euro.
Il progetto ha evidenziato alcune problematiche emerse durante la raccolta: il furto
di olio vegetale esausto dai bidoni stradali, la bassa qualità dell’olio raccolto e le superfici stradali rese scivolose da residui di olio sversato. Queste difficoltà sono state
superate con il posizionamento dei bidoni di raccolta in punti controllati e la variazione della raccolta da olio “liquido libero” a olio dentro bottiglie di plastica.
IEE- RECOIL4:
Il progetto IEE- Recoil, iniziato a maggio del 2012 con termine previsto per il 2015,
ha come obiettivo l’aumento della produzione sostenibile di biodiesel e la sua diffusione nel mercato locale incentivando la raccolta e la trasformazione dell’olio da
cucina usato. Nell’ambito di RECOIL-IEE sono state valutate le migliori esperienze di
“filiera corta” per la raccolta e la trasformazione dell’olio da cucina, effettuate indagini sulle famiglie e sull’esperienza già consolidate nel settore, coinvolte le autorità
locali per procedere ad una revisione della normativa ed a una dettagliata analisi di
mercato e delle opportunità. Le informazioni raccolte sono state utilizzate per la creazione di linee guida per supportare coloro i quali saranno interessati a sviluppare
modelli di “filiera corta” per la produzione di biodiesel da olio usato nel rispetto della
normativa nazionale e locale.
Civitas - Trendsetter5
Progetto sviluppato a Graz in Austria a partire del 2002; L’obiettivo di CIVITAS TRENDSETTER, cofinanziato dalla comunità europea, è stato quello di studiare come le
campagne di sensibilizzazione sull’olio vegetale esausto avrebbero potuto raddoppiare il volume di olio raccolto dalle famiglie e ristoranti; l’olio raccolto è stato tra-
4 www.recoilproject.eu
5 www.civitas.eu/content/optimising-collection-used-cooking-oil
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sformato in biodiesel e utilizzato in autobus e flotte di taxi della città. Tre campagne
sono state realizzate, coinvolgendo i ristoranti, i cittadini e i tassisti; in particolare
autobus sono stati diffusi alcuni volantini sulle opportunità di riciclo dell’olio vegetale e distribuiti contenitori per la raccolta; i tassisti sono stati addestrati a fornire
ai propri clienti informazioni sulla mobilità sostenibile in generale, e il biodiesel da
olio vegetale in particolare. Più di 250 ristoranti hanno partecipato al progetto (risparmiando circa 0,30 euro per kg per i costi di smaltimento). 180 tonnellate di olio
da cucina usato dai ristoranti (stimato il 45% del potenziale) e 80 tonnellate di olio
da cucina usato dai nuclei domestici (stimato circa il 16 % del potenziale), con un
risparmio di 30.000 euro per il mantenimento del sistema fognario e di trattamento
delle acque reflue.
Life+ Riciclolio6:
A Genova e Savona il progetto Life+ Riciclolio si è rivolto principalmente agli studenti: a ciascun alunno è stata fornita una tanichetta per l’olio e nei cortili scolastici
sono stati posti dei contenitori per la raccolta. L’attività si è poi allargata al pubblico
con attività di promozione e comunicazione del progetto ai cittadini. Le 35 scuole
interessate e le 23 postazioni aperte al pubblico per la raccolta dell’olio esausto di
origine alimentare in tre anni di progetto hanno permesso di raccogliere circa 17
tonnellate di olio.
LIFE+ EDUCO7:
Anche il progetto LIFE+ EDUCO, partito nel luglio 2012 e tutt’ora in corso, ha come
obiettivo la dimostrazione della fattibilità della raccolta dell’olio vegetale usato per
la produzione di biodiesel. Tra le attività più importanti portate avanti da EDUCO c’è
la realizzazione di un contenitore pensato per la raccolta dell’olio vegetale esausto
fatta dai bambini e di un impianto pilota di produzione di biodiesel.
6 www.riciclolio-life.it
7 http://educo.ctm.com.es/ca
7
2. PROPOSTE E STRUMENTI PER LA GESTIONE
DELLA RACCOLTA DELL’OLIO ESAUSTO
2.1 La raccolta dell’olio vegetale esausto
Per progettare la raccolta dell’olio vegetale usato di provenienza domestica, possono
essere utilizzate metodologie differenti, ma le seguenti operazioni preliminari sono
comuni in molti casi:
a. Analisi territoriale iniziale: per avere i dati relativi alla popolazione e la suddivisione in nuclei familiari, per stimare il numero di imbuti o taniche da acquistare
e da distribuire, per decidere la frequenza della raccolta, gli spostamenti necessari dovuti alla conformazione del comune, la grandezza e la percorribilità delle
strade, la vicinanza a strade statali.
b. Analisi dei vari fornitori di servizio (raccoglitori di olio, autorizzati per il codice
CER 200125 nel territorio e regolarmente iscritti al CONOE): occorre contattare
molteplici raccoglitori del territorio per valutare le diverse offerte economiche
e l’effettiva capacità e autorizzazione alla raccolta; talvolta alcuni raccoglitori
danno lavoro a soggetti svantaggiati o utilizzano mezzi per la raccolta particolarmente ecologici, o ancora, hanno particolari certificazioni ambientali, e questo
può essere un fattore discriminante nella scelta.
c. Stipula del contratto con il raccoglitore: a seguito della scelta del raccoglitore
viene stipulato un accordo dove sono specificati i seguenti punti:
-- Modalità della raccolta (mezzi, tempistica, eventuale posizionamento delle
stazioni di raccolta);
-- Comunicazioni tra le parti (quantità di olio raccolta, modalità e tempistica
della comunicazione);
-- Eventuali campioni di olio per effettuare test per successive trasformazioni e
indagini
-- Quantitativo di olio vegetale usato raccolto previsto totale;
-- Eventuale % del quantitativo di olio vegetale usato raccolto trattenuto dal raccoglitore;
-- Eventuale corrispettivo economico tra le parti;
-- Percorso temporale dell’accordo (conferenze stampa, inizio raccolta);
-- Riservatezza;
-- Durata del contratto;
-- Inadempienze
La stipula del contratto con il raccoglitore avviene successivamente alla firma degli
accordi istituzionali.
d. Analisi territoriale finale: coinvolgendo il raccoglitore e l’amministrazione locale,
si ottengono le mappe stradali, il percorso e la frequenza della raccolta, l’eventuale posizionamento dei bidoni e altri dettagli per poter costruire le attività di
comunicazione efficaci per i cittadini coinvolti.
e. Attività di sensibilizzazione: le attività di sensibilizzazione rivolte ai cittadini devono essere organizzate in collaborazione con il Comune. Anche in questo caso
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è opportuno sottolineare che il coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni
locali è importante per ottenere le autorizzazioni per lo svolgimento di iniziative,
per le attività di diffusione e affissione di locandine, per lo svolgimento di percorsi di educazione ambientale nelle scuole; è necessario prevedere la stampa di
materiale cartaceo oltre a quello elettronico.
f. Ulteriori strumenti per il coinvolgimento: possono essere previsti ulteriori e specifici strumenti, come quello sviluppato nel progetto Recoil; i raccoglitori sono
stati contattati per l’istallazione sui loro mezzi del sistema di monitoraggio e,
quindi, gli operatori sono stati formati rispetto alle modalità di gestione dei dispositivi. (Ulteriori informazioni nel paragrafo successivo).
In generale, i fattori critici e di successo per la raccolta dell’olio vegetale esausto
possono essere riassunti nei punti successivi:
-- supporto delle amministrazioni locali
-- largo coinvolgimento dei raccoglitori locali, dei consumatori, cittadini, supermercati, NGO, scuole
-- molteplici attività di comunicazione
-- posizionamento strategico degli eventuali punti di raccolta
-- organizzazione di metodologie premiali
2.2 Comunicazione ambientale e sensibilizzazione sulla
raccolta dell’olio esausto vegetale
Come abbiamo indicato sopra, le attività di comunicazione sono fattori importanti
per facilitare la raccolta dell’olio vegetale esausto in un comune. Per questo motivo,
le attività di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sono state strutturate su
tre livelli strategici:
1. 1. “Individuazione delle attività e obiettivi del progetto” con annessa individuazione dei canali e delle modalità di comunicazione:
-- Sviluppo del sito web di progetto
-- Banchetti informativi nei comuni pilota
-- Conferenze stampa di presentazione del progetto e delle attività
-- Convegni a tema
-- Sviluppo, ideazione e diffusione del materiale informativo basato sui contenuti delle attività di tutti i partner di progetto
2. “Sensibilizzazione e creazione del consenso” con:
-- Organizzazione di iniziative locali volte ad attirare l’interesse di un vasto gruppo di interlocutori sui temi e sulle attività del progetto
-- Partecipazione ad iniziative pubbliche anche di altri soggetti istituzionali per
la presentazione del progetto (Fiere, Seminari, Workshop, Eventi specifici)
3. “Trasferimento del modello” ossia il trasferimento effettivo delle conoscenze sviluppate alle istituzioni locali e regionali con:
-- Sviluppo di una piattaforma di e-learning per far conoscere e condividere il
plus di progetto sul piano dell’innovazione tecnologia, normativo e ambientale con i referenti delle istituzioni locali, in prevalenza comuni, province e
regioni.
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Nello specifico, la parte di comunicazione di progetto ha previsto una conferenza
inziale di presentazione alla stampa, ai media nazionali e agli operatori del settore
del progetto Life Recoil che è avvenuta in occasione di un evento nazionale “Ecomondo di Rimini” interamente dedicato alla sostenibilità e all’innovazione in campo
ambientale e che ancora oggi coinvolge i principali attori del settore ivi incluse le
pubbliche amministrazioni. La comunicazione ha evidenziato l’importanza di realizzare una serie di appuntamenti programmati nei Comuni sperimentali di progetto, Ariano Irpino in provincia di Avellino e Castell’Azzara in provincia di Grosseto.
L’incontro con le amministrazioni locali ha permesso di conoscere il sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani e di misurare anche l’atteggiamento verso l’adozione di
nuovi standard di raccolta e in particolare quelli per la raccolta domiciliare porta a
porta sviluppati nell’ambito di RECOIL.
Una fase fondamentale di progetto è stata la somministrazione agli abitanti dei due
comuni pilota di un questionario che è servito a misurare la propensione dei cittadini alla raccolta dell’olio esausto vegetale. La fase di audit e analisi del contesto ha
permesso infatti di declinare il tipo di attività di comunicazione, il tipo di target su
cui mirare per la diffusione delle informazioni e delle attività di sensibilizzazione nei
mesi successivi. Il target specifico è stato individuato nei bambini ovvero i ragazzi
delle scuole di primo e secondo grado, ovviamente quelle presenti nei due comuni.
Le iniziative di presentazione al pubblico e alla stampa hanno interessato la prima parte di comunicazione istituzionale ed è stata realizzata da Legambiente di
concerto con le amministrazioni comunali. Fin da subito è stato allestito un corner
dedicato al progetto presso la sede dei due Comuni (Ariano Irpino e Castell’Azzara)
e, d’accordo con le rispettive amministrazioni, è stata programmata la conferenza
stampa di presentazione al pubblico, cittadini e stampa. In totale sono state realizzati 5 eventi istituzionali di piazza che hanno previsto il coinvolgimento dei cittadini,
a cui come prima cosa sono stati distribuiti gli imbuti per la raccolta a casa dell’olio
esausto vegetale e un volantino indicante le date, ora e modalità della raccolta domiciliare porta a porta. Le conferenze stampa sono state affiancate sempre da banchetti informativi nelle piazze principali dei due comuni alla presenza dei volontari
di Legambiente.
I secondi incontri hanno visto un coinvolgimento di pubblico sempre più specifico e
individuato prevalentemente nelle scuole dove infatti sono state svolte giornate di
formazione ambientale con gli educatori di Legambiente. In particolare, l’attività ha
previsto percorsi tematici legati alla sostenibilità ambientale, alla tutela e valorizzazione della biodiversità e alla gestione dei rifiuti in base alla riduzione, al recupero e
al riciclaggio degli stessi.
Un punto di forza nella strategia di comunicazione è stato il costante feedback con
le pubbliche amministrazioni dei due comuni pilota con cui è stata definitiva una
strategia puntuale, mirata a stabilire con precisione le azioni, la tempistica e gli
obiettivi della comunicazione.
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Uno strumento rilevante per la diffusione della comunicazione è il sito Web di progetto che è stato programmato per contenere tutte le informazioni su temi, attività,
risultati raggiunti da tutti i partner di progetto che hanno via via fornito i contributi
divulgativi del progetto.
Altro aspetto specifico nell’implementazione di progetto è stata la presenza del Progetto RECOIL in numerosi appuntamenti sul piano nazionale e locale. Alcune delle iniziative pubbliche a cui Recoil ha partecipato sono state: Ecomondo di Rimini
nell’edizione 2011 e 2014, Forum Rifiuti 2014, Festambiente Legalità 2014, Festambiente Grosseto 2014, Fai La cosa Giusta 2014, Green Week 2014 e altri convegni/
tavoli tematici a livello nazionale e internazionale a cura dei partner di progetto.
2.3 Un software di monitoraggio per la raccolta dell’olio
vegetale esausto
Peculiarità del progetto Recoil è stato lo sviluppo di un innovativo software per
la tracciabilità e il monitoraggio del sistema di raccolta dell’olio vegetale esausto.
Obiettivo del software è quello di seguire tutte le fasi dell’intera filiera di raccolta domiciliare e dello stoccaggio dell’olio vegetale esausto fino alla rigenerazione dell’olio
stesso. In tal modo, è possibile seguire costantemente l’andamento della raccolta e
valutarne i risultati.
Il sistema rappresenta una soluzione volta alla realizzazione di strumenti per la
tracciabilità e il monitoraggio dei dati relativi alle operazioni di carico e di scarico
effettuate durante la raccolta e il trasporto degli oli vegetali esausti. In particolare,
tale sistema consente:
-- di gestire i dati relativi alle operazioni di carico e di scarico degli oli vegetali esausti (abbreviato in OVE);
-- di effettuare il monitoraggio dei percorsi seguiti dai trasportatori in seguito alle
operazioni di carico;
-- di visualizzare report relativi alle operazioni di carico e di scarico effettuate;
-- la registrazione al sistema, mediante console web, da parte dei diversi utenti del
sistema stesso;
-- l’accesso alla visualizzazione cartografica dei percorsi seguiti.
Il sistema è disegnato in modo tale che i dati registrati confluiscano nella componente centrale del sistema appena possibile, garantendo il tracciamento diretto ed il
monitoraggio continuo delle attività. I dati vengono trasferiti in automatico al sistema centrale, per cui sono subito disponibili per la consultazione ed il monitoraggio
delle attività di raccolta.
La figura sottostante riporta in maniera semplificata l’architettura del sistema.
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Il sistema è costituito da tre moduli software:
-- Applicazione Android (App), installata sui dispositivi mobili in dotazione ai veicoli che effettuano la raccolta porta a porta degli OVE;
-- Server Web Service, servizio web responsabile della memorizzazione dei dati inviati dai singoli dispositivi mobili; fornisce dati relativi alla configurazione degli
stessi. Si tratta di un servizio che viene eseguito in background ad intervalli regolari e configurabili, quindi, in maniera del tutto trasparente all’utente e senza
comportare perdite di performance al dispositivo mobile.
-- Web Application: applicazione web accessibile a diversi utenti (cittadini, trasportatori, impianti di trattamento e siti di stoccaggio). Per accedere al software per il
tracciamento della raccolta dell’olio usato, occorre cliccare sul link “http://track.
recoveringoil.eu” presente nella sezione “Raccolta” presente sul portale pubblico
dedicato al progetto RECOIL (http://www.recoveringoil.eu/).
Avendo previsto come attori del sistema diverse tipologie, ovvero cittadino, trasportatore, sito di raccolta, impianto di trattamento, viene offerta la possibilità di aggiornare i dati relativi agli OVE in qualsiasi momento collegandosi direttamente al
Portale Web.
Infatti, previa registrazione, ogni utente può inserire dati relativi ad un movimento.
Per gli utenti di tipo trasportatore si deve distinguere tra movimento di carico e movimento di scarico.
I dati che possono essere inseriti sono:
-- Comune di raccolta;
-- Sito di destinazione;
-- Quantità in Kg;
-- Modalità raccolta;
-- Impurità presenti;
-- Presenza di acqua.
Ciò permette poi di avere dei risultati migliori con il DSS (Decision Support System)
in quanto ci saranno a disposizione diverse tipologie di dati da mettere a confronto
(analisi multidimensionale), con la possibilità di salvare le analisi effettuate e di
estrapolare i relativi grafici e tabelle.
Di seguito sono riportati tre esempi di analisi che possono essere effettuate attraverso il software:
-- dal confronto delle quantità di OVE raccolti nei comuni è possibile risalire alle località dove le quantità sono minori, la percentuale di raccolta è inferiore rispetto
a quella attesa, e quindi intervenire con campagne di comunicazione per cercare
di sensibilizzare le famiglie coinvolte;
-- dallo studio dei dati legati alla composizione degli OVE (ad es: impurità presenti,
presenza di acqua, ecc.) incrociati con le località in cui gli stessi sono stati raccolti
si può verificare se la raccolta è stata fatta in maniera efficiente ed in caso contrario intervenire in maniera mirata per sensibilizzare le famiglie, formarle sulla
modalità di raccolta e, quindi, orientarle ad ottimizzare la raccolta stessa;
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-- dallo studio delle traiettorie degli automezzi si può verificare, innanzitutto, se
viene rispettato il giro stabilito, i tempi impiegati ed il tragitto e quindi valutare
eventualmente anche con i responsabili del comune, se il tragitto è quello ottimale.
Un sistema così puntuale, in grado di tracciare e registrare carichi e scarichi, di valutare i percorsi della raccolta e di mettere a confronto i dati raccolti, rappresenta
uno strumento importante nella gestione dell’intera filiera di raccolta porta a porta
dell’olio vegetale usato.
L’utilizzo dell’infrastruttura informatica, così pensata, sarà uno strumento a supporto dei decisori nell’ottimizzazione della gestione del ciclo di raccolta degli OVE
con l’obiettivo di evitarne la dispersione nell’ambiente e di sfruttarne il grande potenziale energetico.
2.4 Risultati del progetto Recoil
La raccolta nei due comuni pilota è stata organizzata come descritto precedentemente. In particolare la raccolta ha coinvolto due comuni Ariano Irpino in provincia
di Avellino e Castell’Azzara in provincia di Grosseto.
Inizialmente è stato stipulato l’accordo con le regioni di interesse, e successivamente con i comuni, a seguito di incontri con i sindaci che hanno manifestato l’interessa
alla raccolta.
I raccoglitori hanno firmato gli accordi e hanno collaborato con continui scambi di
informazioni e suggerimenti per il miglioramento del servizio.
I cittadini hanno ricevuto degli imbuti8 idonei alla raccolta dell’olio vegetale esausto
durante i molteplici incontri di sensibilizzazione organizzati da Legambiente. L’olio
vegetale, infatti, è stato raccolto dentro delle comuni bottiglie di plastica che venivano lasciate davanti alla porta di casa nei giorni prestabiliti.
La raccolta è stata organizzata porta a porta con appuntamenti mensili fissi, pubblicizzati attraverso locandine affisse sui muri del comune, sui siti web dei partner
interessati e in brochure distribuite sul luogo.
L’andamento della raccolta nei due comuni ha portato a raccogliere circa 2 tonnellate di olio vegetale esausto in 12 mesi. L’olio raccolto veniva analizzato visivamente
dai raccoglitori per scartare eventualmente liquidi troppo scuri o sospetti (nella realtà non è avvenuto alcuno scarto) e successivamente analizzati in laboratorio per
valutare i parametri basilari.
Nel comune di Castell’Azzara la raccolta è stata più efficace, questo probabilmente
è dovuto al fatto che il comune ha una minore estensione e la comunicazione si è
8 www.ekofunnel.com
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propagata velocemente. Inoltre, nel comune era stata da poco introdotta la raccolta
differenziata di varie altre frazioni, sempre porta a porta, quindi i cittadini hanno reagito positivamente a questa nuova iniziativa integrandola perfettamente nelle loro
abitudini. I cittadini di Castell’Azzara hanno evidenziato fin dalla somministrazione
del questionario iniziale di avere una buona propensione al tema della raccolta dei
rifiuti solidi urbani. La conferma è arrivata anche dal livello di adesione alle iniziative di educazione ambientale, in particolare nelle scuole.
I due comuni hanno continuato ad effettuare la raccolta anche senza il sostegno
del progetto Recoil, in particolare Castell’Azzara ha mobilitato i propri dipendenti
comunali per la raccolta porta a porta con l’accumulo delle bottiglie in un bidone
posizionato in un ecocentro che viene mensilmente svuotato dal raccoglitore autorizzato, riuscendo così a contenere i costi del servizio.
2.5 Conclusioni e raccomandazioni tratte dall’esperienza del
progetto Recoil
La raccolta dell’olio vegetale esausto è importante dal punto di vista sia ecologico sia
economico; in oltre si può asserire che:
-- la raccolta domestica porta a porta è più efficace per la qualità dell’olio conferito
rispetto al posizionamento di bidoni stradali, elimina o riduce rischi di furti, vandalismo e pericolosi sversamenti, ma contemporaneamente è più costosa.
-- le campagne di sensibilizzazione e il coinvolgimento delle scuole porta ad un aumento della quantità raccolta;
-- per abbattere i costi e l’impatto ambientale della raccolta porta a porta, dovuto
ad un uso maggiore di mezzi di trasporto del raccoglitore per raggiungere tutti i
domicili coinvolti, si dovrebbero unire varie frazioni della raccolta differenziata
(non sempre possibile a causa di autorizzazioni dei raccoglitori).
-- la raccolta in ecocentri è più controllata, ma il cittadino è meno invogliato ad effettuarla, a meno che non siano previste delle modalità premiali.
-- la raccolta all’interno delle scuole e/o di supermercati sembra essere il miglior
compromesso, anche se vi è minore controllo sulla qualità dell’olio conferito.
-- La raccolta di olio in piccole bottiglie rispetto al solo liquido riduce il rischio di
contaminazioni e permette ai raccoglitori di utilizzare camion per solidi invece
che per liquidi (maggiore semplicità e quindi minore costi), riduce la necessità di
pulizia dei bidoni stradali, ma aumenta la raccolta di plastica contaminata di olio
che necessita trattamenti speciali.
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3. LOGO DI PROGETTO
Per lo sviluppo del progetto, nell’ambito della comunicazione, è stata realizzata un’immagine coordinata di progetto che è stata condivisa e utilizzata nel corso
dell’intero progetto. Qui di seguito si allega un esempio di volantino usato per dare
informazione ai cittadini sui tempi e modi del ritiro dell’olio esausto vegetale nel
Comune di Castell’Azzara (Gr). Si rimanda al sito web: www.recoveringoil.eu per
ulteriori approfondimenti
Con il contributo
dello strumento
finanziario Life +
della Comunità Europea
www.recoveringoil.eu
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AzzeroCO2
È una società di consulenza energetico-ambientale che offre a imprese, enti pubblici
e cittadini la possibilità di ridurre le emissioni climalteranti ottimizzando i costi di
gestione e le risorse a disposizione. Accreditata come ESCo (Energy Service Company), fornisce consulenza tecnico scientifica, definisce strategie di efficienza energetica, promuove l’utilizzo di fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, la gestione
virtuosa dei rifiuti e offre supporto nella scelta dei materiali con la finalità di raggiungere gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto.
www.azzeroco2.com
Legambiente
È la più diffusa associazione ambientalista che, da oltre 30 anni, si batte per migliorare la qualità ambientale, garantire la salute della collettività e salvaguardare il
patrimonio artistico italiano. Con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale ha aperto
la strada a un forte volontariato ambientale. Legambiente fa parte dell’Ufficio Europeo dell’Ambiente e dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN) ed è
riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri come Ong di sviluppo.
www.legambiente.it
Kyoto Club
È un’organizzazione no profit costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali impegnati nella riduzione delle emissioni di gas serra. Promuove iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione nei campi dell’efficienza energetica, fonti rinnovabili, agricoltura e foreste, corretta gestione dei rifiuti e mobilità
sostenibile. Fa parte del Consiglio di amministrazione dell’ECEEE - European Council
for an Energy Efficient Economy e della European Alliance to Save Energy.
www.kyotoclub.org
CID Software Studio
Rivolge particolare attenzione all’applicazione delle tecnologie informatiche per tutti i settori delle ITC dal 1984. Per rispondere alle crescenti richieste del mercato ha
ampliato le proprie esperienze e i propri servizi fino a creare un network di competenze nei settori dell’ambiente e della sanità avvalendosi di esperti qualificati. Le
attività sono focalizzate su servizi tecnici specialistici quali progettazione, sviluppo
hardware e software, integrazione e conduzione di sistemi ad altissimi livelli di prestazioni operative.
www.cidsoftware.it
CONOE
È un’organizzazione senza scopo di lucro che assicura sul territorio nazionale la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e il riutilizzo di oli e grassi vegetali e
animali esausti; lo smaltimento per gli oli e i grassi esausti di cui non è possibile o
conveniente la rigenerazione. Svolge studi di settore e iniziative di sensibilizzazione
per la raccolta e il recupero degli oli e grassi vegetali ed animali usati.
www.conoe.it
www.recoveringoil.eu