Grazie ai nonni ogni tanto un po` di relax
Transcript
Grazie ai nonni ogni tanto un po` di relax
Un mio caro e fidato collaboratore, che da oltre trent’anni viene ogni giorno a Locarno da Verbania, entra nel mio ufficio con gli occhi lucidi. Nel corso delle ultime settimane lo vedevo preoccupato perché suo figlio, geometra diplomato in Italia, ha terminato il percorso formativo e ora si trova senza lavoro. Conoscendo la serietà della famiglia da cui proviene il ragazzo, avevo proposto di pubblicare su questa testata un annuncio per aiutarlo a trovare un’occupazione in Svizzera. L’inserzione di ricerca di lavoro è apparsa un paio di domeniche fa ed è appunto il lunedì successivo che il mio dipendente entra in ufficio e con le parole rotte dall’emozione di un padre ferito mi racconta che suo figlio ha ricevuto una telefonata dopo l’inserzione: non per un’offerta di lavoro, ma di insulti. Il messaggio era: “Stai lontano dalla Svizzera! Non venire a rubarci il lavoro!”. “Stai lontano dalla Svizzera! Non venire a rubarci il lavoro!” GIÒ REZZONICO ladomenica tra noi In quel momento mi sono vergognato di essere ticinese. Incuriosito, ho voluto parlare con il ragazzo che ha ricevuto lo sgradevole messaggio. Mi ha confermato il contenuto del colloquio, riferendolo con parole molto educate, ma aggiungendo che l’autore della telefonata gli era sembrato molto aggressivo. “Mi spiace che lei la pensi così - gli ha risposto il giovane – ma io non ho fatto niente di male. Sto solamente cercando un posto di lavoro”. Questo episodio ci deve fare riflettere. Da due anni i frontalieri, sulla cui attività si fonda una buona parte del benessere del Ticino e della nostra economia, sono oggetto di critiche offensive. Chi non ricorda il cattivo gusto del messaggio con cui l’Unione Democratica di Centro (Udc) si era presentata alle elezioni cantonali di due anni fa? Ricordate quei cartelloni con i ratti, cioè i frontalieri, che mangiavano il formaggio dei ticinesi? D’altra parte quasi settimanalmente dalle colonne de “il Mattino” si tuona contro questi lavoratori che giornalmente si sobbarcano ore in auto per guadagnarsi la pagnotta. Una campagna sistematica e vergognosa. Naturalmente solo a parole, perché le ditte dei leghisti - famiglia Bignasca compresa - contano frontalieri tra i loro dipendenti. E anche loro sanno benissimo che la nostra economia non può fare a meno del- l’apporto lavorativo dei frontalieri. Questa campagna denigratoria sta creando un clima sgradevole. C’è, così, chi si prende la briga di telefonare a un ragazzino alla ricerca del suo primo posto di lavoro per dirgli in tono minaccioso di stare lontano dalla Svizzera. Ma ci rendiamo conto che noi siamo stati una terra di emigranti? Quasi ogni famiglia ticinese conta un antenato che nell’Ottocento-inizio Novecento è stato costretto ad emigrare perché in Ticino non trovava lavoro. Immaginatevi che cosa avrebbero provato i genitori di quei giovani ticinesi costretti ad emigrare se una volta giunti in America gli avessero detto: stai lontano dal nostro Paese! La storia ci insegna che chi soffia sul fuoco seminando pregiudizi e odio razziale rischia di raccogliere frutti violenti a cui magari non aveva pensato. Tocca a tutti noi opporci affinché questo non avvenga! Domenica 12 maggio 2013 [email protected] www.caffe.ch Secondo noi... Il Paese nel racconto popolare leggi così il futuro su tutti i tablet Tutti i santi giorni della famiglia Gilardi “L’acqua gratis al ristorante è un servizio doveroso” “Grazie ai nonni ogni tanto un po’ di relax” PATRIZIA GUENZI B envengano i nonni. Una mano santa per mamme e papà che, ogni tanto, desiderano tirare un po’ il fiato e prendersi almeno una serata tutta per loro. E allora, cosa c’è di meglio, ad esempio, che mandare a dormire i pargoli dai nonni? Così fanno Jacopo e Sheila Gilardi, la famiglia di Morbio Superiore che da tre settimane si racconta sul Caffè. “Ne approfittiamo raramente, ma è vero, grazie ai nonni ogni tanto riusciamo a ritagliarci una serata di relax, magari uscire a cena e chiacchierare tranquillamente”, dice Sheila. Insomma, una bella comodità questo salvagente brizzolato che consente una breve pausa all’impe- ANGELO ROSSI nalmente anche l’Uefa, a cui non preme ovviamente il futuro dell’AcB, ma quello di squadre come Chelsea, Malaga, Manchester City, Paris St. Germain, per non parlare di club più esotici come lo Zenit San Pietroburgo o l’Anschi Machatschkala. Tutte squadre in difficoltà finanziarie perché, per risolvere i problemi del loro finanziamento, hanno applicato il modello del padrone-investitore. Si, proprio come hanno fatto il Servette, il Neuchâtel Xamax e, da ultimo, anche il Bellinzona. Applicare questo modello significa affidare l’equilibrio finanziario di è un vero nottambulo. Quindi la sera per me diventa difficile tenere gli occhi aperti oltre un certo orario”. Comunque, ogni tanto, un’uscita se la concede e lascia casa, figli e marito. Solo una volta, i bimbi erano ancora piccoli, Sheila ha approfittato dell’invito di un’amica: due giorni ad Andeer. Un’eccezione. “Sto molto bene a casa con la mia famiglia - ribadisce -. Mi serve poco per avere una grande carica e una grande gioia addosso: una bella canzone che ascolto in auto, ad esempio. Non ho bisogno di andare via o di uscire la sera per stare bene. Essendo introversa, mi basta mezz’ora di solitudine per ritrovare la pace interiore. Oppure, mi diverto ad ascoltare la musica in bagno, mentre mi preparo. Piccolissime cose, ma mi bastano”. [email protected] Q@PatriziaGuenzi Dal calcio dei sogni ad occhi aperti a quello con i piedi piantati per terra i conti della domenica A proposito di conti della domenica. Perché non si parla dei conti delle squadre di calcio che quando le stesse sono sull’orlo del fallimento? Vivessimo in un mondo nel quale non si fosse ancora perso il contatto con la realtà, ci saremmo già da un paio di decenni accorti che nel mondo del calcio si sogna di frequente ad occhi aperti. Il caso del Bellinzona è lì a dimostrarcelo. Ma a questo caso ne potremo aggiungere numerosi altri e non solo in Ticino. Che nel gioco del calcio non esista ormai più un rapporto sano tra entrate e uscite l’ha capito fi- nativo tran tran di tutti i giorni. E i due ragazzi, Otto e Francesco, ci vanno molto volentieri. “E noi siamo super tranquilli, anche sul fronte alimentazione sottolinea Sheila -. Si sa, spesso i nonni tendono a rimpinzare di dolci i nipotini. Invece, per fortuna i genitori di Jacopo sono molto radicali nel bandire ogni tipo di dolciume sulla loro tavola. Idem per le bibite gasate, come a casa nostra”. Altrimenti, anche singolarmente, la coppia cerca, quando può, di ritagliarsi qualche piccolo spazio. Jacopo, ex dj, quindi appassionato di musica, l’altra sera è andato a Mendrisio ad ascoltare un dj che gli piace molto. “Le ho detto di venire anche lei, ma non ha voluto”, replica Jacopo. “È vero, il fatto è che siamo due tipi molto diversi quanto a ritmi sonno veglia - dice Sheila -. Io sono mattiniera, mentre lui una squadra alla Divina Provvidenza. Quando l’economia tira, il padrone-investitore è felice di poter coprire con i suoi soldi i deficit d’esercizio annuali, senza tirare neanche un moccolo. Perché lo faccia è una domanda a cui, nel maggior numero dei casi, può rispondere solo uno psichiatra. Il problema, ci dice l’Uefa, si presenta quando arrivano recessione e crisi. Allora, molti padroni-investitori-presidenti accusano problemi di liquidità e non riescono più a far fronte ai buchi milionari. Che cosa si può fare per rimediare a questa situazione che sembra non solo diffusa, ma addirittura in grado di minacciare il futuro a medio termine di diversi campionati di calcio europeo? L’Uefa propone un nuovo model- Il padrone-investitore dovrà rispettare le nuove regole del gioco lo di finanziamento, l’Ffp, il Financial Fair Play. Si tratterebbe di buttare i sogni nella spazzatura e ritornare con i piedi per terra. Le squadre di calcio non potrebbero spendere di più di quello che in- Ti-Press C i ha lasciato allibiti la presa di posizione dei Gastro Ticino sull’acqua che, secondo l’articolo 24 della legge sugli esercizi pubblici, dovrebbe essere messa a disposizione gratuitamente agli avventori dei ristoranti durante i pasti principali. In particolare, non riusciamo a capire le motivazioni addotte dal segretario generale dell’associazione, Gabriele Beltrami, che sembra quasi voler giustificare gli affiliati che violano la legge rifiutandosi di mettere sul tavolo una semplice caraffa d’acqua (di rubinetto sottolineiamo), con delle motivazioni che ci paiono francamente assolutamente fuori luogo. Considerando che le bottiglie di acqua minerale vengono servite negli esercizi fino ad oltre 20 volte il loro prezzo di acquisto, pur non comportando chissà quale costo aggiuntivo, non c’è da stupirsi se i turisti stranieri disertano i nostri bar e ristoranti. Non solo. Ci sembra fuorviante e demagogica l’affermazione che “un lavapiatti in Svizzera guadagna più di un medico della mutua in Italia”. E allora, è preferibile la perdita di clienti piuttosto che la fornitura di un servizio ormai consueto e diventato realtà in molti luoghi? Vorremmo tanto ottenere una risposta esauriente. Inoltre, volendone fare anche un discorso di salute, allora vale la pena aggiungere che da anni si ripete quanto l’acqua del rubinetto sia generalmente migliore di quella in bottiglia. cassano. Al massimo si arriverebbe a concedere loro, annualmente, sorpassi di spesa che, tradotti in percento, rappresentano un’inezia della spesa totale. Queste briciole - che, nel caso delle squadre svizzere, potrebbero rappresentare, secondo noi, al massimo mezzo milione o un milione di franchi - potrebbero essere coperte dal padrone-investitore. Di massima però, il budget delle squadre europee dovrebbe in futuro essere coperto dai contributi dello sponsoring, dai mezzi che le stesse possono procurarsi vendendo i giocatori, da introiti da pubblicità e marketing, dai contributi della tv per la ritrasmissione delle partite e dal biglietto pagato dagli spettatori. Le squadre che non dovessero rispettare questo modello e ricorressero ai contributi del padrone-investitore-risanatore verrebbero escluse dalla Coppa dei campioni e della Coppa Uefa. Dura lex, sed lex! C’è chi, tuttavia, già anticipa che non saranno poche le squadre che troveranno il modo di aggirare le regole, magari costituendo un club esclusivissimo di sostenitori, del quale può far parte una persona sola.