Rivoluzione per i laboratori di analisi
Transcript
Rivoluzione per i laboratori di analisi
ATTUALITÀ | SANITÀ I Rivoluzione per i laboratori di analisi DOPO I PUNTI NASCITA, L’ASSESSORATO REGIONALE ALLA SALUTE LAVORA AL TAGLIO DEI CENTRI CHE NON SUPERANO LE 100 MILA PRESTAZIONI ANNUE. ECCO LE NUOVE REGOLE IN ARRIVO di Antonio Condorelli 50 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA l provvedimento entrerà in vigore l’anno prossimo. Obiettivo, il taglio di tutti i laboratori di analisi convenzionati esterni alle strutture pubbliche che effettuano meno di 100 mila prestazioni all’anno. Con una via d’uscita, l’unica percorribile: consorziarsi, rinunciando alla convenzione nominale con la Regione. L’assessore alla Salute Massimo Russo lavora al taglio dei laboratori di analisi siciliani: una vera e propria rivoluzione, quella che sta arrivando, che potrebbe costare la chiusura di moltissimi centri. L’assessorato regionale alla Salute lavora al progetto dal 2009, quando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il piano regionale di riorganizzazione della diagnostica di laboratorio. Quattrocento strutture private sul piede di guerra, migliaia di posti di lavoro a rischio e un “risparmio economico inesistente”, sono il bilancio dell’operazione secondo Pietro Miraglia, presidente siciliano di Federlab. “Con questa riforma – spiega – ci sono grandi gruppi pronti a spartirsi la torta della gestione dell’80% delle forniture sanitarie siciliane: un affare milionario che prolifera nel totale silenzio”. Dopo la cancellazione degli ospedali con meno di 500 parti all’anno la mannaia di Russo è pronta alla fase due, quella che riguarda i laboratori d’analisi, spesso unico presidio sanitario nei Comuni siciliani. Controllare la glicemia, effettuare un’analisi del sangue ottenendo il risultato in poche ore, effettuare le analisi il giorno prima di un ciclo di chemioterapia, potrebbero diventare soltanto un lontano ricordo visto che mancano pochi mesi al 2013 e il 70% dei laboratori di analisi è contrario a questo modello di aggregazione forzata. La rete “Il punto di forza anche dei piccoli laboratori d’analisi - spiega a ‘S’ CONVENZIONATI ESTERNI, ECCO QUANTO SPENDE LA REGIONE AZIENDA IMPORTO 2011 Asp Agrigento € 35.687.000,00 Asp Caltanissetta € 8.365.000,00 Asp Catania € 69.487.000,00 Asp Enna € 4.564.000,00 Asp Messina € 37.535.000,00 Asp Palermo € 88.162.000,00 Asp Ragusa € 10.998.000,00 Asp Siracusa € 23.729.000,00 Asp Trapani € 29.371.000,00 Totale € 307.898.000,00 CONVENZIONATI ESTERNI, SPESE SANITARIE PER ABITANTE AZIENDA SPESA PER ABITANTE 2009 Asp Agrigento € 32,75 Asp Caltanissetta € 19,49 Asp Catania € 27,74 Asp Enna € 11,86 Asp Messina € 32,30 Asp Palermo € 25,94 Asp Ragusa € 19,91 Asp Siracusa € 28,52 Asp Trapani € 25,58 Media € 26,71 NEL 2014 LA SOGLIA MINIMA DI PRESTAZIONI DOVREBBE SALIRE A 200 MILA ANNUE. L’UNICA VIA D’USCITA PER I PRIVATI CONVENZIONATI È QUELLA DI CONSORZIARSI PERDENDO, PERÒ, IL CODICE NOMINALE DI CONVENZIONE CON IL SISTEMA SANITARIO REGIONALE Pietro Miraglia - è che prelievo e analisi vengono effettuati all’interno della stessa struttura”. In questo modo, per esempio in un piccolo centro come Agira, chi deve effettuare un’analisi del sangue si affida al laboratorio convenzionato, l’unico presente in paese, effettua il prelievo IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 51 ATTUALITÀ | SANITÀ A RISCHIO CHIUSURA QUATTROCENTO STRUTTURE. E LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA SONO SUL PIEDE DI GUERRA: “COSÌ SI PERDEREBBERO MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO” e in giornata ritira il risultato. Agira, in provincia di Enna, è solo un tipico esempio che rispecchia la realtà di centinaia di altri piccoli comuni. Per fare un altro esempio, a Cesarò, in provincia di Messina, c’è un altro laboratorio d’analisi: “Non guadagna tanto - insiste Miraglia - ma assicura un servizio ogni giorno a tutti gli abitanti che si sentono confortati dalla presenza nel piccolo centro di quel piccolo presidio sanitario”. La riforma in discussione prevede che nel 2013 verranno eliminati i laboratori cche effettuano meno di 100 mila pres prestazioni all’anno. La media è di circa 30 mila, ma il colpo più duro è previsto p nel 2014, quando l’asticella delle prestazioni da effettuare ogn ogni anno per non incappare nei tagli ssi alzerà a quota 200 mila all’anno. Per questo, secondo i diktat del go governo Lombardo, i labo- ratori sono obbligati ad accorparsi. E qui nasce la protesta di Ferderlab e Fenasp, organismi rappresentativi dei convenzionati esterni. “L’accorpamento comporta numerosi rischi - spiega Miraglia -. I laboratori periferici effettuano soltanto i prelievi, poi un furgoncino dovrebbe far confluire migliaia di campioni di urine, sangue e altro, ogni giorno, presso un laboratorio centrale, che dovrebbe effettuare le analisi e spedire il risultato. Provate a immaginare questo furgoncino che ritira i campioni di urina passando di paese in paese nella provincia di Enna o Messina, o Agrigento, per arrivare, con i 40 gradi estivi, sino a un laboratorio centrale. Peggio ancora con la neve e la pioggia invernale e le strade dissestate o allagate”. Ci sono tipologie di analisi che devono essere effettuate subito dopo il prelievo, a L’intervista con l’assessore alla Salute L’inter “La riforma rif garantirà maggiore qualità alle prestazioni” qualit “Seicentotta “Seicentottantatre laboratori di analisi convenzionati, molti dei quali al di sotto delle centomila imposte dall’accordo Stato-Regioni, è un numero sproporzionato rispetto prestazioni annue a L’aggregazione delle strutture più piccole per raggiungere le soglie imposte al trend nazionale. naz dalla legge è la più logica e funzionale. Sono certo che porterà benefici in termini di qualità del servizio offeerto ai pazienti”. Questo in sintesi il pensiero dell’assessore regionale alla Salute, che spiega a S la ratio della rivoluzione che dal 2013 coinvolgerà i laboratori di Massimo Russo, Ru analisi. “L’aggreg “L’aggregazione dei laboratori al di sotto delle 100 mila prestazioni annue log E il 30 per cento delle strutture si è già allineato alle nuove regole” è la più logica. quale situazione ha trovato, nel settore dei laboratori convenzionati esterni, al momento del suo Assessore, qua insediamento? insediamento “Sicuramente troppe strutture (683), anche nelle città dove c’è una buona copertura del “Sicurament pubblico, bassa produttività, basso livello tecnologico-strutturale e limitate verifiche servizio pub sui controlli di qualità. E, inoltre, procedure per la definizione dei budget annuali di spesa non in previsto dal Piano di rientro”. linea con quanto qu Quali sono, a ssuo avviso, i punti di criticità del sistema? “La maggiore maggior criticità è rappresentata dalla presenza sul territorio di troppe strutture e non sempre con adeguata qualità. La soluzione dell’aggregazione tra piccoli laboratori è la più logica 52 S --IL IL IL MAGAZINE MAG M MAGAZI AGGAZ AZI A ZZIINE NECHE NE E CHE CHE GUARDA GU GUA GUARD ARD AR RRD DAD A DENTRO DENT ENTTRO EN ROLA O LA LA CRONACA CCRO R NACA questo si aggiunge la difficoltà che il campione non può subire sbalzi di temperatura. Ad ogni modo, secondo il progetto di riorganizzazione dell’assessore Russo, tutto dovrebbe confluire in un grande laboratorio centrale frutto della fusione tra i laboratori che non effettuano le 100 o 200 mila prestazioni all’anno. “Vogliono applicare - aggiunge ancora Miraglia - il sistema degli ipermercati ai prelievi di sangue, come se i campioni fossero salami o scatolette di tonno. Ma c’è di più: vogliono cancellare la categoria dei professionisti convenzionati, non c’è altra spiegazione. Il biologo che si consorzia con altri colleghi perderà per sempre il codice di convenzione nominale con la Regione e non può tornare indietro. Il laboratorio del biologo X scomparirà e diventerà una struttura satellite di un mega centro Y”. “Avvoltoi pronti a investire” Le strutture convenzionate esterne, che garantiscono l’80 per cento delle prestazioni sanitarie regionali, provengono da un quadriennio di “salasso”, che ha comportato tagli per il 40 per cento. A questo si aggiunge, leggendo i dossier Federlab, che circa il 20 per cento dei rimborsi per le prestazioni effettuate finisce nelle tasche dello Stato. Carte alla mano, a settembre i budget delle strutture convenzionate si esauriscono. Qualunque prestazione dopo il mese di settembre viene effettuata “extrabudget”, cioè senza rimborso. Per fare quadrare i conti, numerosi laboratori sono costretti a lavorare soltanto 3 o 4 giorni a settimana. Aumentano i periodi di ferie e i licenziamenti. In questo contesto, il taglio delle strutture che non raggiungono le prestazioni previste e funzionale: dopo l’ostilità iniziale gli operatori hanno capito e apprezzato. Si è già aggregato circa il 30 per cento dei laboratori”. Quando entrerà in vigore il piano di rimodulazione scaturito dall’accordo StatoRegione? “Fin dal 2013. Stiamo discutendo e analizzando tutte le proposte con i vari attori del sistema per arrivare pronti all’appuntamento con la migliore soluzione possibile”. Il tetto sarà di centomila prestazioni annue fino al 2013 e 200 mila entro il 2014, pena il recesso della convenzione: come valuta questi livelli? “C’è un accordo nazionale da rispettare che vale per tutte le regioni. Comprendo certe ragioni storiche ma non possiamo nasconderci che in Sicilia sono ancora troppe le strutture sotto le 100.000 prestazioni. Nelle Regioni più virtuose sono molte di meno. L’aggregazione è la migliore soluzione per ridurre le spese di gestione ed effettuare i necessari investimenti. Abbiamo avviato una politica di ascolto e di comunicazione con il territorio, siamo vicini alle strutture offrendo il massimo della collaborazione possibile: è allo studio un sistema per valutare la produttività dei laboratori, non solo con il semplice numero delle prestazioni ma con la valutazione di alcuni parametri quali la complessità dell’organizzazione interna, il valore delle prestazioni (carattere specialistico, esami salvavita, metodologie utilizzate, eccetera), il contesto in cui i laboratori devono operare, i sistemi di garanzia e della qualità che vengono utilizzati. In definitiva potremmo parlare di 100.000 prestazioni ‘pesate’”. L’obbligatorietà per i laboratori d’analisi di aggregarsi può essere sostituita con la discrezionalità degli stessi? Come risponde ai laboratori d’analisi che non vedono di buon occhio l’obbligo di consorziarsi? “Fisseremo i criteri per l’accreditamento al sistema sanitario sulla base per il 2013 e non si consorziano, rappresenta il colpo di grazia. “In questo momento - dice Miraglia - ci sono potentati politici ed economici pronti ad acquistare i laboratori a basso prezzo. Stiamo parlando della gestione dell’80% delle prestazioni sanitarie siciliane nel settore delle analisi, un affare incalcolabile al costo di un piatto di pasta asciutta. L’unica soluzione è sostituire l’obbligatorietà con la discrezionalità, cioè chi si vuole unire deve essere libero di farlo ma non può rinunciare alla propria convenzione con la Regione. Io sto raccogliendo centinaia di firme di strutture contrarie a queste regole di accorpamento”. “No ai consorzi secondo il modello Russo” Felice Merotto, presidente nazionale del Fenasp, il sindacato che raggrup- delle indicazioni ministeriali e dopo un ampio confronto con i rappresentanti del settore. Sono certo che prevarrà il buon senso. Del resto, quasi tutti quelli che si sono già aggregati hanno avuto evidenti benefici. Il sistema offrirà più qualità, più sicurezza e più efficienza nell’erogazione ai pazienti delle prestazioni. Gli operatori sanitari potranno ottimizzare i costi di gestione. Inoltre chi si aggregherà avrà anche un incentivo economico. È anche il caso di ricordare che l’ultima manovra del governo Berlusconi prevede tagli imponenti nel settore della sanità che quindi è costretta a una profonda riorganizzazione per trovare le risorse al proprio interno”. LABORATORI DI ANALISI CONVENZIONATI IN SICILIA PROVINCIA NUMERO AG 84 CL 29 CT 131 EN 14 ME 96 PA 187 RG 28 SR 57 TP 57 TOTALE 683 IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 53 ATTUALITÀ | SANITÀ SECONDO PIETRO MIRAGLIA, PRESIDENTE SICILIANO DI FEDERLAB, “GRANDI GRUPPI SONO PRONTI A SPARTIRSI LA TORTA DELLA GESTIONE DELL’80 PER CENTO DELLE FORNITURE SANITARIE SICILIANE: UN AFFARE MILIONARIO CHE PROLIFERA NEL SILENZIO GENERALE” pa migliaia di convenzionati esterni in tutt’Italia, ha fondato nel 2002 il primo consorzio tra strutture sanitarie convenzionate. Si chiama Consorzio Servizi Medici, comprende 27 strutture e garantisce 1,2 milioni di prestazioni ogni anno. Non per questo, però, Felice Merotto è favorevole al modello delineato dalla riforma dell’assessore Massimo Russo. “Siamo contrari - spiega Merotto - all’obbligatorietà dell’accorpamento. Nessuno, nello 54 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA PIETRO MIRAGLIA, PRESIDENTE SICILIANO DI FEDERLAB svolgimento della propria professione, può essere obbligato a una scelta irreversibile perdendo il proprio codice di convenzione con la Regione. I Consorzi sono ben altra cosa”. È possibile coniugare efficienza e qualità senza penalizzare i centri minori e i Comuni montani? “Assolutamente sì e noi lo abbiamo dimostrato - risponde Merotto -. Il procedimento avviene sotto l’occhio vigile di un software. I punti di accesso della Sicilia orientale sono collegati con la struttura centrale, alla quale arrivano i campioni prelevati ogni giorno massimo alle 14. Tre ore dopo i campioni sono stati già analizzati e rientrano nelle strutture. Ogni spostamento avviene con autisti formati e specializzati, all’interno di contenitori ad altissima protezione, ogni provetta ha un codice a barre e abbiamo ricevuto la certificazione di eccellenza per la nostra procedura. Obbligare i convenzionati esterni ad abbandonare la propria identità per consorziarsi rappresenta una scelta politica rischiosa. Nessun obbligo può esistere. La grande scommessa che Russo non ha affrontato è quella di assicurare le prestazioni sanitarie che vengono richieste dai cittadini. I privati investono e rischiano, i cittadini scelgono a quale struttura rivolgersi ed è inconcepibile che finito il budget i laboratori devono chiudere la saracinesca”.