Pasqua,festa della speranza - Settimanale della diocesi di Vittorio
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Pasqua,festa della speranza - Settimanale della diocesi di Vittorio
CMYN 2 e L’AZiON Domenica 11 aprile 2004 C arissimi fedeli, consacrati, presbiteri della Chiesa che è in Vittorio Veneto! È la mia prima Pasqua che trascorro, anzi celebro e vivo, con voi. Che cosa dice a me, pastore di questa Chiesa? È il dono della vita del Pastore per il suo gregge, perché abbia vita in abbondanza. Di conseguenza, per me vescovo, pastore nel Pastore, è appello, stimolo e grazia per far dono della mia vita per il gregge che Lui si è acquistato a prezzo del suo sangue e che, per mezzo della Chiesa, ha affidato a me perché lo ami con il suo amore e lo aiuti a lasciarsi raggiungere dal flusso di grazie che sgorga dal suo cuore di Crocifisso Risorto, in definitiva, dal flusso del suo Spirito. Se una grazia chiedo per tutti i fedeli, i consacrati e i presbiteri della mia diocesi e, ovviamente, prima di tutto per me, è che nessuna goccia del suo sangue venga sprecata, o rimanga infruttuosa e frustrata. Che Cristo non sia morto invano! La tragedia allora avrebbe raggiunto il suo epilogo. La tragedia infatti non sta nella morte, ma nel morire invano. Noi tutti ci siamo predisposti alla celebrazione della Pasqua con un adeguato itinerario quaresimale. Vorrei dire che siamo ormai pronti a celebrarne la Liturgia, che non solo ci fa contemplare il volto del Crocifisso Risorto, ma ce ne comunica l’intero mistero. Sicché, grazie alla celebrazione della Liturgia tutto il contenuto salvifico della Pasqua di Cristo viene messo a nostra disposizione. Con particolare effluvio nella celebrazione della Veglia pasquale. È di lì che scaturisce la novità assoluta; che irrompe nella storia dell’uomo la vita da risorti. Nei limiti del possibile, vorremmo esserci tutti. Per cogliere le primizie del dono pasquale, proprio nell’atto del loro sgorgare dalla scaturigine. Amo pensare che le nostre chiese, a cominciare dalla Cattedrale, siano gremite ancor più della notte del Natale. Il Natale, infatti, ha senso unicamente nella Pasqua di morte e risurrezione. Nella celebrazione della Pasqua rinascerà in noi o, almeno, si rinverdirà, come la natura a primavera dopo le piogge salutari, la speranza cristiana. La speranza cristiana! È il vero motore che consente di at- “Alla Veglia di Pasqua tutti presenti per raccogliere le primizie” traversare, sostenuti dalla fede e alimentati dall’amore, il percorso della vita terrena da vincitori, pur sperimentandone il complesso travaglio. La Pasqua di Cristo ne è la ragione fondante. Per cui il cristiano può essere ben definito “l’uomo della speranza”. Il volto più solare e luminoso, meno cupo e tirato, ne diventa il segno. Non ci passerà allora dalla mente che la Pasqua è “l’uovo di cioccolato”, con le sue efflorescenze. Nessuno di noi è alla ricerca di surrogati anestetizzanti, ma di ragioni di vivere. La Pasqua di Risurrezione è la prima e più radicale. Per tutti. Credenti o dubbiosi e scettici, nel cui animo, in profondità, vi è forse un anelito a incontrarsi con il Senso del vivere. Auguro buona Pasqua a tutti, dai più giovani ai più anziani, da chi gode salute a chi ne è carente, da chi è animato dalla speranza a chi si sente demotivato; alle autorità civili e militari; ai medici e al personale ospedaliero; agli ospiti delle case di riposo con i dirigenti e personale; ai dirigenti scolastici e ai docenti; agli alunni e alle loro famiglie; al volontariato nelle sue molteplici espressioni; al Seminario e ai consacrati; agli autoctoni e agli stranieri. A tutti, indistintamente. Con affetto. + Giuseppe Zenti ESPERIENZE PASTORALI Com’è sentita la Veglia a Campolongo! È il cuore della liturgia pasquale ma nella considerazione popolare la Veglia della notte del Sabato santo è un’appendice, una celebrazione che sarà anche ricca di significati ma è tanto tanto lunga, quasi riservata ai più assidui frequentatori della chiesa... E così, ogni anno, parroci, consiglieri pastorali, animatori liturgici di tutta la diocesi si interrogano sul come accrescere la comprensione (e la partecipazione...) alla Veglia. «Non penso esistano formule magiche ma un paziente lavoro pastorale – spiega don Carlo Salvador, parroco di Campolongo dove da anni la Veglia è non solo curata ma anche partecipata –. Per noi è il momento culminante di tutto il cammino di catechesi sia dei ragazzi che degli adulti. Tutta l’attività pastorale ruota intorno alla Pasqua; anche i sacramenti vengono celebrati nel tempo pasquale». Dicevamo della cura dei segni. La Veglia inizia alle 21.30 all’esterno della chiesa, nel campo sportivo. Viene acceso e benedetto un piccolo falò. «Abbiamo voluto dare rilievo a questo primo segno e per questo abbiamo scelto di accendere un fuoco vero e proprio» spiega don Carlo. Poi viene acceso il cero e segue la processione alla chiesa. Il momento successivo è la proclamazione dell’annuncio pasquale con il canto dell’Exultet, cui presta la voce un corista. La liturgia della Parola, che ri- propone la storia della salvezza, viene eseguita in forma “integrale”: sette letture intervallate da altrettanti salmi tutti rigorosamente cantati dal coro. «Ogni lettura viene introdotta da una presentazione curata da un gruppo di laici. Sono loro a preparare il libretto della Veglia e a curare la preparazione della liturgia. Anche il coro ormai è in grado di scegliere i canti più appropriati sempre tenendo conto della necessità di “dialogo” con l’assemblea». Dopo il Gloria vengono celebrati i batte- Pasqua 2004 Domenica 11 aprile 2004 FELICI COME UNA PASQUA! Il messaggio del vescovo Giuseppe Zenti Pasqua, festa della speranza e L’AZiON simi che quest’anno sono solo tre: «Ormai è una tradizione consolidata. Un anno abbiamo celebrato l’iniziazione cristiana di un ghanese e un’altra volta il battesimo di una bambina di terza elementare. Queste sono occasioni particolari per sottolineare il rilievo del Sacramento che ci rende figli di Dio». Al battesimo segue la liturgia eucaristica che conclude la Veglia. Dopo due ore e mezza in cui la comunità ha celebrato, dopo i giorni del dolore e della morte, il volto di Cristo risorto. (FC) F elice come una pasqua, si dice, quando uno è proprio felice, pieno fino all’orlo di felicità. Ma esiste qualcuno che sia così pienamente felice? Abbiamo tentato di sondare il grado di felicità di alcune persone proprio in questo tempo di Pasqua che è sempre abbinato alla gioia. Tutti puntiamo alla felicità. Ma c’è chi dispera di trovarla e prova un gusto maligno nello smontare i momenti in cui qualcuno dice di essere felice. Avete presente Leopardi? Lui era uno di questi. Ricordate la poesia “Il sabato del villaggio”? Che bello la sera del sabato quando tutti ritornano dal lavoro, felici perché il giorno dopo è festa. Ma è una felicità senza consistenza: “diman tristezza e noia \ recheran l’ore”, perché si pensa che il giorno dopo incomincerà un’altra settimana di lavoro. Allora addio anche felicità del sabato. Oppure ricordate “La quiete dopo la tempesta”? Tutto sembra sprizzare felicità dopo l’uragano, ma è una felicità fasulla, solamente uno scampato pericolo: “Piacer figlio d’af fanno; \ gioia vana, che è frutto \ del passato timore”. Non è felicità questa. Sono solamente giochini che facciamo per illuderci di essere felici. In realtà la vita è solo pena, fatica e dolore, si è felici solo perché cessa un dolore più grande. Dice la persona di buon senso: insomma, bisogna anche accontentarsi. Chi si accontenta gode. Questo Leopardi, tutto intento a distruggere i nostri pupazzi di felicità, butta via quelle pagliuzze d’oro che pur ci sono nella vita e che messe tutte insieme fanno un bel gruzzolo di felicità che non è niente male. Ma il buon senso ci salva fino ad un certo punto. Forse ha ragione proprio il triste Leopardi: come si fa ad accontentarsi di queste piccolezze quando si sente un immenso bisogno di felicità? Perché se guardiamo in fondo al desiderio, è questo che troviamo: un abisso senza fondo. Allora anche i piccoli appigli, cui ci aggrappiamo e che ci danno una certa sicurezza, franano e piombiamo nel baratro dell’infelicità. C’è qualcosa o qualcuno che ci può salvare da questa deriva verso l’infelicità? Bisognerebbe trovare chi ci assicuri che le piccole gioie della vita sono segnali che ci avviano verso la grande felicità alla quale aspiriamo. Allora si potrebbero gustare, come sorsi d’acqua fresca che ci sostengono nel cammino. Felici come una pasqua, dice il proverbio. Lo si può interpretare alla Leopardi: si è felici a Pasqua semplicemente perché è finito il rigore della Quaresima (quando questa era una cosa seria). Ma si può anche interpretare e vivere secondo la fede: uno squarcio che ti fa intravedere quel mare infinito di felicità che la risurrezione di Gesù ci ha aperto. Mi hanno colpito le parole che il vescovo di Belluno, Vincenzo Savio, ha scritto quando la sua vita era ormai segnata inesorabilmente dalla mor te: «Ad ogni buon conto la cosa più importante è dire a tutti che io sono senza misura contento di Dio. Una meraviglia. Una sorpresa continua, tale da poter dire a me, con convinzione, che in ogni istante la sua misura era piena e pigiata». Questo sì è essere felici come una pasqua. Qualcuno riesce ad esserlo. Anche se immerso nella sofferenza. (GpM) La Pasqua, “quel mare infinito di felicità che la risurrezione di Gesù ci ha aperto” Elio Poloni, “Resurrezione”, 1981, per il Santuario della Madonna di Ramoncello, a Santa Lucia di Piave LA PICCOLA VITTIMA DI LA GIOIA DI UN PARROCO UNABOMBER “Dopo le croci della missione prevalgono fiducia e speranza” La gioia di Francesca È in Burundi che don Giuseppe Nadal, oggi arciprete di Pieve di Soligo, ha imparato a pensare positivo. E a guardare alle vicende della vita con serenità. «Quell’esperienza mi ha segnato profondamente – racconta don Giuseppe –. Ho visto susseguirsi un eccidio dopo l’altro. E ho visto, dopo ogni eccidio, i sopravvissuti rimettersi in cammino con forza e coraggio. Da quando sono rientrato in Italia, confrontandomi con le nostre fatiche quotidiane, mi viene da dire: ma cosa sono le nostre croci di fronte a quelle che devono portare le genti Mons. Giuseppe Nadal, arciprete di Pieve di Soligo dell’Africa? Per questo in me prevale sempre la fiducia e la speranza, per quanto sia apparentemente buia la situazione in cui mi trovo a vivere ed eser- ALLA VIGILIA DEL BATTESIMO “Sabato il mio primo incontro con Dio” F arebbe certamente bene a tanti credenti da lunga data incontrare qualcuno dei catecumeni che sabato sera durante la Veglia pasquale in cattedrale riceveranno il battesimo. Sentir raccontare la loro gioia di abbracciare la fede cristiana, infatti, potrebbe essere una benefica “scossa” per il modo magari un po’ abitudinario e tiepido di essere cristiani che in tanti abbiamo. Una dei 17 battezzandi di sabato è Miriam, una mamma che era musulmana e sarà cristiana. A spingerla alla fede nel Cristo Risorto, racconta Miriam, ci sono anche due sogni. Il primo: «Ho sognato padre Pio che mi diceva “Avanti, figlia mia!”. Solo queste parole, nient’altro». Però importanti, perché da lì è iniziato il suo personale, impegnativo cammino di ricerca, lungo il quale ci sono la presenza preziosa di una suora, la richiesta a un sacerdote, infine l’incontro – da lei fortissimamente voluto – con l’allora vescovo di Vittorio Veneto Alfredo Magarotto, durante una visita pastorale: «Mi ascoltò con attenzione. E nel suo ascolto, anche nel suo silenzio ho avvertito l’incoraggiamento a continuare per questa strada. Così ho fatto la domanda di ammissione al catecumenato». Nel secondo sogno a Miriam è apparso «un vangelo aperto, con un’àncora blu e, scritta in italiano, la preghiera del “Padre nostro”, che io ancora non conoscevo». Di qui la scelta decisiva alla conversione. «Ora – racconta commossa – aspetto con ansia la celebrazione di sabato. Sto provando una gioia così grande che non si può descrivere. È una sensazione talmente grande per me, perché questo avvenimento sta dando una svolta totale alla mia vita. Pen- citare il mio ministero». La speranza, una virtù di cui paiono essersi dissecate le sorgenti in questi tempi dove sembrano prevalere i figli del crepuscolo e della paura sui profeti dell’avvento. «Stiamo coltivando poco la speranza – sottolinea don Giuseppe –. Insistiamo molto sulle altre due virtù teologali – fede e carità – ma della speranza si parla poco. Il tempo pasquale, con l’annuncio sconvolgente della Risurrezione, dovrebbe invece aprirci alla speranza, quasi dovremmo lasciarci allagare da una marea di speranza». (FC) si che io ho fatto pace con tutte le persone, anche quelle che mi hanno fatto del male. Gesù è stato messo in croce per i nostri peccati: anche noi dobbiamo fare la nostra parte, che è sempre poca cosa rispetto a quello che ha fatto Lui». Per arrivare al battesimo, Miriam ha compiuto un cammino di preparazione di due anni e mezzo durante i quali ha pregato, ha studiato, ha voluto capire «per arrivare ad essere veramente “in Cristo”». «Per me e per gli altri catecumeni – conclude Miriam – sabato sarà l’incontro con Dio. Ed entrare a far parte dei seguaci di Dio è la cosa più bella che possa accadere». A Pasqua 2004, Miriam felice come una pasqua! Franco Pozzebon U na Pasqua felice anche per Francesca, la bambina di Fratta di Oderzo, ancora per fortuna l’ultima vittima dello sconosciuto Unabomber, che però la scorsa settimana a Portogruaro ha dimostrato di non averne ancora abbastanza, questa volta però facendo cilecca. Certo, Francesca sarebbe molto più felice se in quel maledetto giorno di San Marco del 2003 a Fagarè non fosse successo nulla. Ma può comunque ritenersi fortunata per la straordinaria reazione che ha avuto. A distanza di un anno può ritenersi psicologicamente recuperata. Lo ha affermato “La vita è sempre un dono prezioso” D amiano Lorenzi di Barbisano, 42 anni, impiegato part-time in una ditta di Conegliano, volontario a La Nostra Famiglia, collaboratore del parroco nella stesura del “Seme” e del “Germoglio”, i fogli con gli impegni settimanali della parrocchia di Barbisano e Collalto. Segni particolari? Una sedia a rotelle. Ti ritieni una persona felice? «Direi di sì. Sono riuscito ad arrivare dove non avrei mai immaginato. Lavorare in una ditta, assunto regolar- “È in arrivo... Casa Maria Adelaide” er Udino Buso, di Vidor, la Pasqua 2004 sarà più felice di altre. A pochi giorni dall’appuntamento con il Cristo risorto, quando lo raggiungiamo, ha appena ricevuto l’ultima “tranche” del contributo finanziario della Regione Veneto. Con questi soldi lui e numerosi altri genitori potranno completare la realizzazione di Casa Maria Adelaide, la struttura che accoglierà due comunità-alloggio per portatori di handicap. Dopo anni di corse, ora proprio intravede il traguardo dell’apertura: «Inaugurazione e apertura saranno possibili a settembre, ottobre... Sicuramente entro il 2004!». È per lui la realizzazione di un sogno sbocciato nell’ormai lontano 1998: dare speranza di un “dopo di noi” sereno a tante famiglie coinvolte in piccole-grandi “viecrucis” vissute con coraggio e dignità, ma anche con fatiche e sofferenze. Buso è felice anche perché in questi anni il progetto Casa Maria Adelaide Da Francesca poi ha ricevuto un grosso pacco regalo pieno di materiale scolastico da Silver, il famoso disegnatore di Lupo Alberto, il quale non ha minimamente cercato di reclamizzare il fatto. Un regalo semplice e discreto ma che è bastato a regalare un altro scampolo di gioia alla bambina. Un ulteriore passo verso la normalità Francesca lo ha fatto proprio a Monza nei giorni scorsi, dove ha potuto vedere mani in lattice su misura per lei, preparate in collaborazione con una industria di San Marino: delle vere opere d’arte e di ingegno che gli permetteranno di riacquistare una certa funzionalità della mano, ma soprattutto di poter rapportarsi con gli altri senza essere subito riconosciuta. Una felicità contagiosa. Anche Lanzetta e, ovviamente, i genitori sono veramente contenti per come stanno andando le cose e, d’accordo con la stessa Francesca, hanno deciso di accantonare per il momento l’intervento chirurgico di ricostruzione dell’arto. La piccola, interiore resurrezione di Francesca, dopo quel terribile giorno è già avvenuta. (AP) LA FELICITÀ DI DAMIANO UN VOLONTARIO FELICE P due settimane fa a Monza l’insigne microchirurgo Marco Lanzetta, celebre per essere stato il primo in Italia ad effettuare un trapianto di mano sei anni fa. A dirlo, anche i suoi compagni di classe di quarta elementare a Oderzo. In questo anno la bambina ha dimostrato una volontà e un carattere davvero non comuni, non solo per la sua età, superando brillantemente viaggi estenuanti, visite, interventi chirurgici, riabilitazioni, senza contare appunto il suo impressionante recupero psicologico che ora gli permette di relazionarsi con i compagni quasi come se nulla fosse successo. In questo ultimo periodo 3 Udino Buso, di Vidor Sacco è stato l’occasione per tante e tante manifestazioni di solidarietà, da parte di associazioni, amministrazioni pubbliche e privati. E Udino non è per niente pentito dell’enorme, rischioso impegno sostenuto: «Certo è stato faticoso; e le cose non vanno sempre per il verso giusto». E se tornasse indietro? «Cambierei mente è un traguardo davvero importante». A cosa devi la tua felicità? «Alla mia famiglia e agli amici che mi hanno sempre sostenuto. Penso alla compagnia di Barbisano con cui ho condiviso momenti indimenticabili: campeggi, ferie e perfino arrampicate in montagna! E poi al mio carattere forte e determinato. Sono riuscito ad accettare i miei limiti e a non sentirli troppo vincolanti. Io credo che l’accettazione di sé sia la carta vincente per chiunque, il punto qualcosa, ma rifarei tutto». Udino Buso, allora, felice come una pasqua! E, chissà, lo sarà ancora di più in quella del 2005, quando casa Maria Adelaide sarà in attività, dando una “famiglia oltre la propria famiglia” ad un bel gruppo di ragazzi, che altrimenti rischiano il ricovero in strutture mastodontiche quanto inadatte. «Certo – spiega l’instancabile Udino Buso – non è finita. Adesso siamo alle finiture. Ma stiamo lavorando come Fondazione “Il Nostro Domani” per individuare la formula migliore per la gestione della casa. E soprattutto c’è da pagare il mutuo che abbiamo dovuto contrarre: 700 mila euro, che significano ancora un lungo cammino… Ma il più è fatto!». (FP) Damiano Lorenzi, di Barbisano di partenza per potersi realizzare in modo pieno». C’è una cosa che ti ha cambiato la vita? «Sì, il computer. Ho trovato in questo strumento un compagno di lavoro e di svago. Passo molte ore a scrivere e a ricercare». Hai qualche rammarico, qualcosa che non mandi giù? «Beh... sì, come tutti penso. Mi capita di prendermela soprattutto con me stesso! Mi dà fastidio l’imbarazzo che provo quando mi sento tagliato fuori dalle conversazioni, quando avverto una certa difficoltà a capire e a gestire le situazioni. Mi piacerebbe avere una base di studi più solida, questo sì». E cominciare a studiare adesso? «No, è troppo tardi. Sono felice così, anche se mia mamma ha sempre insistito perché leggessi qualche libro, ma non fa per me, non mi piace. Preferisco prendere la sedia a rotelle e uscire a fare un giro all’aria aperta». Che messaggio vogliamo dare a conclusione di questa nostra chiacchierata? «Semplicemente questo: che la vita è sempre e comunque un dono prezioso e vale la pena di viverla fino in fondo!». (EP) 4 e L’AZiON Pasqua 2004 Domenica 11 aprile 2004 FELICI COME UNA PASQUA! IL “SEGRETO” DELLA FELICITÀ FAMILIARE La ricchezza della vita semplice Q ual è il segreto della felicità familiare? A vedere Roberto e Stefania, giovane coppia di Ceggia con due figli, si direbbe che la “formula” è racchiusa nelle cose quotidiane, nei piccoli riti con cui si rinnova ogni giorno l’unità, certo non nelle fantasie. Davide e Giovanni, di 3 anni e 11 mesi, rotolano nel divano tra mamma e papà reclamando continuamente attenzione, soprattutto quando avvertono che lo sguardo dei genitori si allontana da loro, anche solo per un momento. Ed è con pazienza, ma soprattutto con infinito amore che Roberto e Stefania si rendono presenti e rispondono al loro biso- gno di incontro affettuoso. Li osservo e non c’è bisogno di molte parole per capire che nell’intimità della loro casa stanno davvero bene. Insieme hanno realizzato la missione della loro vita, diventare una famiglia, e questo li rende felici. «L’arrivo dei figli – spiega Roberto – ha aumentato il bisogno di trascorrere il tempo tra di noi. Questo non significa che dopo la loro nascita non usciamo più, ma che cerchiamo di sfruttare ogni momento per stare con loro, facendo anche delle scelte “scomode” e anticonformiste sul lavoro e sul tempo libero». Rinunciare ad un’occupazione che tiene troppe ore al giorno lontano da casa, tagliare qual- che impegno con associazioni e gruppi (anche parrocchiali) che portano a trascorrere fuori la sera, preferire il proprio giardino alla vacanza al mare a tutti i costi: non è da tutti affrontare con serenità certe decisioni. Eppure Stefania e Roberto non si sentono privati di nulla, anzi, la loro è la testimonianza di una coppia che trova ricchezza nella vita semplice, nella sveglia mattutina tutti insieme, nel rito del dolce preparato con Davide ogni fine settimana, nella messa della domenica. Quale messaggio lasciare allora ai giovani che temono il matrimonio? Stefania non ha dubbi: «La vita con marito e figli comporta grandi sacrifici, ma la gioia che ti dà la famiglia è così grande che, col senno di poi e avendo potuto, mi sarei sposata prima. Per questo dico alle coppie di fidanzati che conosco di “buttarsi” in questa avventura con consapevolezza, ma a braccia aperte». Beatrice Doretto LA SIGNORA BELLIN, MINISTRO DELL’EUCARISTIA La gioia di portare il Signore ai malati A lessandra Bellin di Oderzo, insegnante di lettere in pensione, vive una grande felicità da trent’anni. Da quando, cioè, monsignor Paride Artico le chiese di divenire ministro straordinario dell’eucaristia. «Ricordo bene, ci misi dei mesi per dargli conferma, ma alla fine ruppi ogni indugio. Valeva la pena vivere quella straordinaria opportunità». Da allora la signora Bellin non è mai venuta meno a quell’impegno. Che per lei fu motivo di crescita personale e, come dicevamo, di gioia intima e autentica. «È la gioia di portare il Signore agli ammalati nelle loro abitazioni, è la gioia di poterli incontrare, di riannodare, volta dopo volta, rapporti di stima e di amicizia. È la gioia della preghiera al Signore che porto con me e che sento così “mio”. Ma questo sentimento cresce ancor più nel momento in cui percepisco la serenità, la gioia altrui che nasce dal ricevere l’eucaristia». Ma essere uno dei diciassette ministri straordinari dell’eucaristia di Oderzo vuol dire, anche, conoscere la felicità che dona il poter distribuire la comunione in chiesa. «La gioia più grande, infatti, l’ho vissuta due anni fa, il Giovedì santo, quando ho potuto cominciare a dare l’eucaristia durante la messa. E credo di poter tranquillamente parlare anche per le altre persone che con me condividono questo nostro essere “ministri LA PASQUA SECONDO L’ABBÉ PIERRE CHI È L’ABBÉ PIERRE “L’occasione per divulgare il mistero della gioia” enri Groués nasce 92 anni fa in una famiglia ricca e cristiana, quinto di otto figli. A 16 anni incontra l’esperienza di san Francesco durante una visita all’Eremo delle carceri ad Assisi. Per sette anni vive da religioso tra i Cappuccini di Lione, che deve però lasciare per motivi di salute. Divenuto prete, partecipa alla Resistenza portando in salvo in Svizzera ebrei, polacchi e altri ricercati; a sua volta deve fuggire in Algeria nascosto in un sacco postale per evitare l’arresto. Dopo la guerra viene eletto all’assemblea nazionale per tre legislature e con la sua indennità parlamentare affitta una vecchia casa alla periferia di Parigi, dove nel 1949, dopo aver conosciuto Georges, un ex galeotto senza dimora, fonda il Movimento dei compagni stracciaioli di Emmaus, oggi diffuso a livello mondiale. L’ abbé Pierre, sacerdote francese di 92 anni, con un passato da partigiano e da parlamentare, coraggioso difensore dei senzatetto e degli esclusi, è una delle inconfondibili icone del nostro tempo. Parla una lingua universale che unisce, oltre ogni frontiera, e che si esprime con l’esercizio della carità. L’abbé Pierre vive, al momento, a Neully-Plaisance, sede della prima comunità Emmaus da lui fondata nel 1949. È molto stanco, dicono le persone che vivono intorno a lui, ma parla volentieri con i giornalisti. Ha la voce sottile, resa ancora più flebile dall’età; quando alza il tono, è per sottolineare l’importanza delle cose che racconta. L’incontro con l’abbé Pierre parte dall’attualità, in particolare dalla sua riflessione sugli attentati terroristici che stanno sconvolgendo il mondo: «Tutte le guerre, anche quelle a difesa della causa più nobile, non possono essere che una porcheria per l’umanità. La terra è di tutti. La solidarietà è il valore essenziale della società, è la sua ragione di vita, affinché essa non ritorni ad essere un mero assembramento di individui opposti da conflitti di interessi. È dovere di ciascuno stato farsi carico di una nuova forma di solidarietà nazionale come espressione della lotta alla povertà e alla precarietà. Dovere degli stati è inoltre favorire, attraverso la solidarietà nazionale, quella internazionale a difesa degli interessi superiori dell’umanità tutta». E continua: «Come possiamo far finta di nulla continuando a vivere nella convinzione che la crescita e il benessere possano aumentare all’infinito; continuando a voler vivere sprecando tempo, risorse, energie, intelligenze per produrre e consumare beni che non sono essenziali. Vivendo così, non solo questa crisi continuerà, ma si estenderà, coinvolgendo anche noi, oltre alla moltitudine di fratelli che nel mondo soffrono a causa del nostro egoismo, dell’economia selvaggia che abbiamo instaurato, dello sperpero di risorse, dello scempio che abbiamo fatto della terra». Abbé Pierre, esiste un rime- “La medicina è una sola: l’amore. Occorre trovare tempo per l’altro” H dio per questi mali? «La medicina è una sola: l’amore. Occorre trovare il tempo per l’altro. Occorre sentire su di sé la ferita della sofferenza dell’altro. Ogni giorno abbiamo occasione di incontrare persone che chiedono aiuto, che tendono una mano. Dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che non abbiamo tempo da condividere con loro. Perché la condivisione sia più vera, occorre iniziare dal più piccolo, dagli ultimi. Essere caritatevole non significa solo dare: significa essere ferito della ferita dell’altro, significa soffrire della sofferenza dell’altro, significa unire le nostre forze, le nostre capacità alle sue, per guarire insieme del suo male, che è diventato il nostro». E la politica? Se non include il concetto di carità, resta indifferente rispetto ai bisogni delle persone. «Se la politica non include la carità, la politica resta malata, zoppa, inefficace. E quel parlamento che trascura gli ultimi, i più poveri, si rende responsabile, colpevole di aprire la strada alla dittatura. Perché la condivisione sia più vera, occorre iniziare dal più piccolo, dagli ultimi. Se riusciremo, nella ripartizione degli utili, a salire verso l’alto, sono sicuro che ce ne sarà sempre per tutti. Non vorrei essere frainteso. Non credo nell’egalitarismo: non ci credo, perché non esiste. Anche tra i poveri, non esiste l’egalitarismo. Tutto è ineguale, ma queste diseguaglianze fanno parte della scuola della vita, sono altrettante occasioni che ci vengono date per imparare ad amare. La mia certezza è che occorre mettere un po’ più di umanità ovunque. La vita è imparare ad amare». Come vivere allora la Pasqua? «Come l’occasione per penetrare, sciogliere, divulgare il mistero della gioia. L’uomo, con la Pasqua, si fa nuovo, attraverso la rivelazione e l’accettazione della sua condizione di creatura libera per il bene e per il male. Dio, creando l’uomo libero, non poteva poi non rispettare questa sua libertà. Guardando il Cristo in croce, si vede l’umanità sofferente; nelle sue mani trafitte si vede l’onnipotente, volontariamente prigioniero per amore della libertà che, per altrettanto per amore, ci ha donato. Ora, alla chiamata straordinari”». Nel corso di questi trent’anni – prosegue la signora Bellin – «abbiamo potuto veramente constatare come muta ed evolve la pratica religiosa. C’è un certo ritorno alla pratica dell’eucaristia, anche da parte dei giovani, e ciò indubbiamente dà gioia, è motivo di speranza. Attorno al banchetto eucaristico c’è inoltre il ricomporsi della famiglia, e il crescere della comunità». Un pensiero particolare agli anziani, agli infermi. Momento di felicità, di gioia profonda è anche suscitare in loro la ricerca della fede. «Per questo, dico sempre che ricevere il Signore in casa per le mani di noi ministri straordinari dell’eucaristia è cosa ben diversa dall’assistere alla messa in tivù. Il contatto umano, ispirato a gentilezza e delicatezza, credo possa fare molto, anche rimuovere certe ritrosie, certe forme di “rispetto umano” talvolta legate al ricevere la comunione in casa. Anche questo dona felicità». (VC) di un Dio che, per umiltà, non si impone mai, siamo liberi di rispondere oppure no. La gioia quindi è il frutto della consacrazione all’apprendimento della capacità di amare. La gioia dell’amore, nonostante tutte le prove che comporta, ci insegna che la vita non è un sentiero a fondo cieco: la salvezza è la mèta di questo cammino, l’incontro con l’essenziale. Ecco il mistero della Pasqua: l’abbandono alla vera gioia di donare. Il giorno di Pasqua è il momento più importante della storia dell’umanità, il momento in cui la morte, che sembra imporsi quotidianamente, in modo irresistibile, è sconfitta. Il verbo di Dio si dona all’umanità per riscattarla, liberandola dalla servitù nella quale l’umanità si è relegata nel momento in cui ha voluto far da padrona a se stessa. La resurrezione sfugge all’immaginazione, ma dopo la Pasqua è diventata certezza, perché si è manifestata ai testimoni in maniera eclatante, generando una fede che, malgrado le debolezze umane, attraversa i secoli. La resurrezione è la speranza che trabocca lungo il tempo attraverso la disperazione. Uno dei segni di speranza del nostro tempo è certamente veder perseguire una risalita verso il ricongiungimento dell’unità degli uomini attraverso delle manifestazioni democratiche: là è la speranza. Lo si è notato durante gli avvenimenti di Madrid, dove il terrorismo cieco si è visto contrastare dalla lunga marcia di un popolo ferito e sconvolto davanti a tanta assurdità. La vita è servire in primo luogo i più deboli, allora c’è la speranza, malgrado ogni imperfezione degli uomini. Bisogna che i genitori insegnino ogni giorno ai propri bambini a svegliarsi con questo pensiero». Alessandra Canella e L’AZiON Pasqua 2004 MISSIONI / ANTONIA SIMIONATO DAL CONGO Una “Chiesa fraternità” per un Paese di fraternità e giustizia M onsignor Philippe Nkiere Kena, vescovo di Bondo, in Congo-ex Zaire ha scritto una letterà pastorale intitolata “Una Chiesa fraternità per un Paese di fraternità e giustizia”, che comincia così: «Pace, gioia e speranza a voi tutti in nome di Gesù Cristo, Fratello e Signore nostro! Fratelli carissimi, l’opzione che prendemmo nel 1993 ci ha aiutato molto a crescere nella consapevolezza che in Cristo siamo tutti fratelli. In questi undici anni abbiamo imparato a pensare, lavorare, mangiare, soffrire, sperare insieme, ad andare incontro agli altri, ad essere Chiesa che cerca di servire tutti nella dimensione della diaconia. Oggi siamo chiamati ad andare avanti nel nostro essere Chiesa. Siamo chiamati a vivere la Chiesa fraternità non per una questione di prestigio, ma perché la giustizia e la fraternità, cioè il Regno di Dio cresca nel nostro Paese… Non ci hanno uccisi, la nostra terra è ancora fertile e la pioggia cade regolarmente, i nostri figli nascono e crescono. Ma ora a guerra finita, in questo periodo di transizione, dobbiamo tenere d’occhio coloro che stanno conducendo il nostro Paese, affinché non facciano come in passato, fino a privare le persone della loro dignità. Se pur lavorando giorno e notte non riusciamo a far crescere i nostri figli dignitosamente, dobbiamo porci delle domande, riflettere sul nostro modo di vivere, fare attenzione a L giustizia. In tutto ciò che facciamo non dimentichiamo gli ultimi. Se lasciamo in parte i piccoli, coloro che non contano, non stiamo seguendo la strada di Gesù…. Che la giustizia e la fraternità Il vescovo di Bondo, Philippe Nkiere Kena, tra la sua gente vengano!» non privare gli altri della loro dignità, specie gli ammalati, le donne, gli anziani. Per costruire una terra nuova dobbiamo entrare nella lotta che fu di Gesù… Come si deve fare? Il Signore Dio, nella sua sapienza e misericordia, ci ha riuniti nelle comunità di base. È là che dobbiamo portare la lotta che fu di Gesù… Nella comunità, quando siamo riuniti, il Signore risorto verrà a consumare le nostre paure, la mancanza di speranza, il dubbio. Ci riempirà della sua forza per inviarci a costruire questo nostro Paese. Nella comunità cerchiamo di comprendere ciò che impedisce di vivere in pienezza la propria dignità: il problema della casa, del cibo, dell’acqua, delle cure mediche, delle scuole. Scegliamo ciò che possiamo fare adesso. Ciò che può sembrare impossibile a una persona, nella comunità può trovare la soluzione… Cerchiamo il modo di denunciare ciò che è male, affinché i suoi fautori escano alla luce e siano costretti ad agire con a Quaresima è un tempo in cui siamo invitati a fare un decisivo passo in avanti nel nostro cammino di crescita, tanto personale quanto comunitaria, per sigillare con la Pasqua delle scelte che ci confermino nella vita nuova del Cristo risorto. In Brasile il tempo quaresimale è caratterizzato, da 40 anni a questa parte, dalla “Campanha da fraternidade” che sviluppa la dimensione comunitaria del cammino di conversione. L’obiettivo è rispondere all’appello del Dio “Abbà-papà” che vuole una società e un mondo dove gli uomini e le donne possano sentirsi fratelli e sorelle. Il tema scelto per quest’anno è “Acqua fonte di vita”. La Chiesa in Brasile vuole che si prenda coscienza che l’acqua sta diventando un bene sempre più ambito da chi detiene il potere. Se nel secolo passato il bene più ambito per far soldi era il petrolio, in quello che abbiamo appena iniziato sarà l’acqua ad avere la stessa funzione, con la differenza che senza petrolio si può vivere, senza acqua è impossibile. La conseguenza sarà un mondo dove i poveri cresceranno con un ritmo più accelerato: basta solo un dato, segnalato all’inizio del documento con cui i vescovi spiegano la situazione, per illustrare il tutto: secondo un calcolo dell’Onu, nel 2025 il 40 per cento circa della popolazione mondiale soffrirà mancanza di acqua potabile. U- Il Congo sta vivendo un tempo di transizione dopo una lunga guerra preceduta da trent’anni di dittatura. La situazione di miseria è indescrivibile; lo confermo direttamente vivendoci dentro da tanti anni. Ogni giorno mi domando per quale miracolo la gente sia ancora in vita. Le colpe internazionali e le diverse cupidigie hanno un grande peso, ma non sono l’unica causa della situazione fratricida. Si ha, a volte, la sensazione che il gelo della morte paralizzi l’Africa. Il gelo della miseria che ben oltre la povertà si infiltra come un tumore in tutte le forze vitali, impedendo lo sguardo verso il futuro. Anche la Chiesa nazionale attraversa una crisi, soprattutto da parte di molti del clero che attendono da questa appartenenza una emancipazione quasi magica dalla miseria. Ma potrà esserci emancipazione che non sia insieme al popolo? In questo momento non è più sufficiente predicare, indicare, è giunto il tempo di situarsi concretamente, prendere parte alla vita di chi, finora, ha solo sopportato privazioni, umiliazioni, morte. In questo momento non è più sufficiente predicare, indicare, è giunto il tempo di situarsi concretamente, prendere parte alla vita di chi, finora, ha solo sopportato privazioni, umiliazioni, morte. In questa lotta per la sopravvivenza le diversità ancestrali, culturali ed etniche fanno sentire il loro peso. Anche nella Chiesa di Bondo esse provocano distruzione e morte. È tempo di uscire da quella parte di tradizione che impedisce la vita. Per noi che ci professiamo credenti nel Cristo risorto, vivo oggi in mezzo a noi, la sfida di trovare nella fede la forza di spezzare tutte queste schiavitù interne, vincere l’ipocrisia e l’attendismo, in altre parole, metterci al lavoro per ricostruire il Paese, costruire il Regno. È questo il messaggio della lettera pastorale del nostro Vescovo che vede nella Chiesa fraternità un passo ulteriore della Chiesa famiglia, il superamento dei legami di sangue del clan. Chiesa fraternità vissuta nella comunità di base, con la Parola a darci luce e forza. Realtà che acquista un’altra dimensione se vissuta a partire da coloro che non contano. La lettera indica il percorso di una Chiesa attraverso la dittatura, la guerra e la paziente pedagogia di un Pastore che conduce il suo popolo disperso all’acqua e alla forza della Parola. Di questo percorso sono testimone, per questo scrivo alla nostra Chiesa che sta in Vittorio Veneto: essere missionaria oggi significa essere pronta, relazione intercontinentale, perché la vita abbia il sopravvento sulla cultura di morte. Questa è la Pasqua! Antonia Simionato Bondo, Congo MISSIONI / DA GUANAMBÌ, BRASILE Campagna di fraternità sull’acqua, fonte di vita na delle regioni che più risentirà del problema sarà il “Sertão”, dove si trova anche la diocesi di Caetité, caratterizzata da un basso indice di piovosità. Chiaro che l’acqua non è evaporata: da 500 milioni di anni l’acqua è sempre la stessa facendo il suo ciclo naturale di evaporazione, pioggia, infiltrazione nel sottosuolo e formazione di sorgenti, fiumi, laghi e “lençoes” (=lenzuola) sotterranei. Ma, nel secolo appena concluso, l’acqua cominciò a perdere la sua purezza, a causa dell’inquinamento in generale e del modo sregolato con cui l’uomo la usa. Distruzione delle sorgenti, distruzione delle foreste, inquinamento con sostanze chimiche, scarichi industriali, scarichi urbani, aumento dell’uso nell’agricoltura e nell’industria, sono le forme principali dell’agire umano che provoca la riduzione della quantità d’acqua potabile. Ciò costituisce una grave minaccia per l’umanità, segnata sempre più dal domino di pochi alle spe- se di tanti, dall’arroganza di qui si sente superiore solo perché ha la sua sicurezza nel “dio” che distrugge le relazioni. La Chiesa brasiliana vuole far riflettere su questa situazione di ingiustizia, generata dall’egoismo e dal peccato umano, richiamando tutta la società a ricuperare il valore originario dell’acqua e il valore originario del nostro essere persone. L’acqua è una creatura di Dio, è uscita dalle sue mani, e come tale è un bene di tutti e non esclusiva di pochi: san Francesco, nel suo stupendo “cantico delle creature” la chiamò “sorella”, comprendendone appieno il significato. Il nostro essere persone si caratterizza per il fatto di essere fratelli e sorelle, modellati dalle mani del Dio-Abbà, secondo il cuore di Gesù. Il Domenica 11 aprile 2004 5 MISSIONI / AFRICA “Harambee” per l’Angola S ul servizio missionario in Angola, il dottor Rinaldo Bonadio, di Conegliano, ha fatto pervenire al Centro missionario diocesano un resoconto dell’impegno portato avanti da “Africa Chiama” e Cuamm nel Paese africano, tra l’altro funestato di recente dalla morte in un incidente stradale dell’infermiera volontaria Marisa Ferrari. Tra le iniziative di solidarietà citate c’è il progetto di Cooperazione decentrata nel quale tutti i Comuni e le Ulss della Provincia di Treviso si sono impegnati a versare un quota triennale pari a 0,19 euro per abitante, per sostenere il programma della tubercolosi; inoltre c’è il progetto nell’ambito della “Quaresima di fraternità”, l’appuntamento quaresimale “La giornata del riso”, che ha visto il coinvolgimento di numerose parrocchie della nostra diocesi, con un ricavato complessivo di 21 mila euro. Ma, scrive Rinaldo Bonadio: «Dobbiamo ammettere che i bisogni sono immensi. Di fronte a tale scenario sorge spontaneo chiedersi: siamo all’altezza di questa sfida che si fa ogni giorno più difficile? Ce la sentiamo di accettare un impegno sempre più gravoso e di proporlo anche a quelli che avviciniamo? E per quanto ci riguarda più da vicino: possiamo e dobbiamo parlare ancora di missionarietà, di testimonianza evangelica, di valori morali, di gratuità, e in che senso? Abbiamo paura di scelte forti? Il campo che abbiamo davanti è talmente ampio che ognuno può gettare il suo seme e offrire il suo dono, piccolo o grande che sia, per far cultura, per promuovere il diritto alla salute, per affermare i valori in cui crediamo, della cooperazione internazionale e della solidarietà, della giustizia e della pace, per difendere la causa dei poveri e migliorare le condizioni di vita dei Paesi africani, che vogliamo servire. Essere fedeli alle scelte e agli impegni è un processo e uno sforzo continuo che coinvolge tutti: sia coloro che operano sul campo, in Africa, come noi che ci sentiamo impegnati qui, in Italia. Loro e noi, insieme, facendo Harambee (ciascuno la propria parte), vogliamo ribadire la missione, la volontà di esserci e la consapevolezza che “l’aiutarsi l’un l’altro” è possibile». peccato ci pone in condizione di dimenticare queste verità fondamentali della nostra fede e della vita in generale e perciò ci troviamo nella condizione di non riconoscere più neanche il valore della semplicissima acqua. La via di uscita è quella di sempre: “Morire al peccato per risorgere con Cristo”. Tutti noi dobbiamo riconoscere il peccato nel quale la società si è strutturata, peccato che acceca le nostre coscienze, e risorgere con Cristo per aprire gli occhi e riconoscere il Bene che la Pasqua ci ha consegnato: lo Spirito Santo attraverso il quale noi, come veri fratelli e sorelle, possiamo gridare al mondo intero il Dio vivo e vero, chiamandolo “Abbà-papà”. Don Massimo Bazzichetto e L’AZiON Pasqua 2004 RIGHEA, ESCURSIONI, FESTE, MERCATINI... Dieci idee per Pasquetta S e non avete già deciso dove e come trascorrere il giorno di Pasquetta, questa pagina può esservi di aiuto. Abbiamo raccolto dieci proposte di varia natura: righea, gite, escursioni, picnic, concorsi di pittura, mostre di antiquariato. Alcune rispettano rigorosamente la tradizione, altre innestano qualche innovazione. Le buone idee ci sono, e sono tante. La voglia di trascorrere qualche ora serena immersi in una natura che sta rinascendo pure. Non ci resta che sperare che anche il tempo si metta al bello e ci regali una giornata di caldo e sole. CAMMINATE: Marcia della colomba a Sant’Andrea FOLLINA: Benedizione delle auto a S. Clemente prile 1972: Toni Canal e sua moglie a Sant’Andrea, nord di Vittorio, fecero nascere la prima edizione della Marcia della colomba. A Pasquetta 2004 saranno ancora lì, come organizzatori della trentaduesima edizione della irrinunciabile marcia. Si parte alle 9 da Sant’Andrea: percorso non competitivo ma molto attraente: Madonna della Salute, grotte del Calieron, Piadera, borgo Vinera, Sant’Augusta. Sono 12 km, 6 per il percorso baby. L’anno scorso erano più di mille i partecipanti. Informazioni allo 0438-57615. A U n tempo la parrocchia di San Pietro di Feletto organizzava, per Pasquetta, un’uscita per famiglie sui prati di Refrontolo. Poi la tradizione, anche per motivi organizzativi, è andata scomparendo ma la voglia di fare qualcosa per le famiglie del paese è rimasta. E così da quest’anno la neo-costituita associazione degli Amici della pieve di San Pietro di Feletto, sorta nell’ambito della parrocchia, ha A Follina il giorno di Pasquetta vengono benedette le autovetture. Succede dopo la messa delle 11 celebrata nella chiesetta di San Clemente (vi si arriva prendendo la prima strada a sinistra – in direzione Follina-Miane – dopo la scuola media). Al termine della celebrazione la Pro loco di Follina propone un piccolo rinfresco: uova pasquali, focacce, vino e bibite. S. PIETRO Festa al parco con churrasco e ludoroulotte CAMMINATA PER FAMIGLIE DA SAVASSA A S.AUGUSTA P er chi ama scarpinare senza troppo impegno, segnaliamo l’escursione organizzata dal Gruppo Natura Prealpi sulle colline di Vittorio Veneto. Partenza da Savassa in direzione del santuario di Santa Augusta. Lungo il tragitto il gruppone di escursionisti troverà alcuni casali abbandonati, altri ristrutturati, con pochi residenti che hanno rinunciato alle comodità dei nostri tempi per continuare a dare vita a questi luoghi a- meni. Dopo la sosta al santuario, il gruppone riprenderà il cammino con direzione borgo Maren, discesa a San Floriano e, costeggiando i laghetti, ritornerà al punto di partenza. La partenza è prevista alle 8.30 da piazza Vittorio Emanuele II a Pieve di Soligo. La gita è raccomandata alle famiglie. Il dislivello è di 200 metri. Per informazioni rivolgersi a Domenico Ronchi (347-8123789) o Piero Marchesin (0438-82505). deciso di promuovere – per il Lunedì dell’Angelo – la prima “Festa di primavera al parco”. Il parco è quello recentemente realizzato a lato della pieve: si tratta di un ampio spazio verde attrezzato con panchine, tavolini e giochi per bambini. La festa di primavera inizia alle 11 dopo la messa, segue il pranzo con churrasco e nel pomeriggio arrivano gli animatori dello Spazio VerdeBlu con le loro Ludoroulotte. Escursione con il gruppo Nino Lot N on si fermano neppure il giorno di Pasquetta gli amici della montagna del gruppo “Nino Lot” di Cordignano. Per il Lunedì dell’Angelo hanno organizzato un’escursione a Casere Collon, Forcella Zoppei, Monte Cor e Pian dei Grassi. Dislivello: 750 metri. L’accesso è previsto da Fais. Partenza alle 8.30 dalla sede dell’associazione (presso l’asilo). Guide: Lino Della Libera e Carlo Favero. Per ulteriori informazioni telefonare allo 0438-999111. Domenica 11 aprile 2004 VITTORIO: PASQUETA L’È PI BEA CO’A RIGHEA P asqueta l’è pi bea co’a righea, dice lo slogan. L’anno scorso ci hanno creduto almeno in cinquemila: tra anziani che riscoprono il gioco tradizionale, bambini che lo scoprono, adulti che li accompagnano, curiosi che gironzolano, turisti che si appassionano alla nostra localissima tradizione. E ora ci risiamo: alacri volontari mentre voi leggete stanno dando gli ultimi ritocchi ai quindici campi sparsi per il Vitto- riese. Vai e giochi, oppure vai e guardi: non si paga, puoi stare quanto vuoi, ti porti le tue uova o le prendi in loco. Già il giorno di Pasqua si comincerà a giocare (non è mica peccato!): al patronato La Tenda della parrocchia di Santi Pietro e Paolo, ad esempio, l’appuntamento è dalle 16. Altra novità 2004 delle righee è quella di Costa, al campo sportivo: grazie all’Up Costa la righea sarà una delle protagoniste di UNA GITA FUORI PORTA FINO A SAN LORENZO U n dejeuner sur l’herbe di sapore ottocentesco è la proposta per Pasquetta della Pro Vittorio: tutto nel segno della tradizione della gita fuori porta. E allora si parte alle 14 in piazza della Cattedrale, e per San Fris e via dei S pazio all’associazionismo al “Saluto alla primavera” che la Pro loco di Soligo organizza per il Lunedì dell’Angelo sul colle di San Gallo. Per la prima volta, infatti, la festa sarà anche occasione di presentazione delle associazioni di volontariato operanti in paese (Avis, San Vincenzo, Viezzer e Zikomo). Il resto del programma segue l’impostazione tradizionale: messa alle 11 nella chiesetta, pranzo alle 12.30; nel pomeriggio concorso di pit- Posocon si arriva a borgo Castagnè, nella parte più alta di San Lorenzo. Lì si può giocare alla righea, e fare un pasqualissimo picnic con uova sode e focaccia, affettati e vino, allietato da canti e fisarmonica. E al calar del sole, spaghettata per un’intera “Giornata dello sport” a Pasquetta, con giochi paesani e grigliata collettiva. I pulmini gratuiti faranno la spola dalle 14 di lunedì per le righee. Entrambi partiranno da piazza della Cattedrale, seguendo i percorsi indicati nella tabella qui sotto. Escluse dai pulmini restano borgo Castagnè a San Lorenzo (dove andrà in gita la comitiva della Pro Vittorio, vedi sotto) e il Col di Stella, tra le Perdonanze e Tarzo. Beh, ci sarebbe un’altra righea che nemmeno la miglior organizzazione di Insieme per Ceneda riesce a raggiungere. Si trova a nel museo del bambino di Hull, Quebec, Canada. I laboratori che il museo organizza per Pasqua comprendono anche il gioco definito vagamente “tipico del Nord Italia”. Per informazioni sulla righea alla canadese: www.civilization.ca/mce_ccm/evente.asp. tutti sul piazzale della chiesa di San Lorenzo: si può prenotare anche il giorno stesso di Pasquetta. L’iniziativa è in collaborazione con il comitato festeggiamenti di San Lorenzo e con Insieme per Ceneda. È possibile partecipare anche raggiungendo San Lorenzo in auto. Informazioni: Pro Vittorio, 0438-556097, [email protected] SOLIGO A San Gallo disegni rodolet e associazioni tura per i ragazzi di elementari e medie, esposizione dei lavori realizzati dai bambini della scuola materna, rodolet, freccette, lancio dei palloncini con i messaggi scritti dai più piccoli. Conclusione intorno alle 18. MORIAGO: Lungo il Piave con gli Alpini L 7 e rive sassose del fiume sacro alla Patria sono una mèta classica del Lunedì di Pasqua, specie se il sole regala qualche ora di caldo. E allora gli Alpini di Moriago hanno pensato bene di organizzare un ritrovo alla Casermetta dell’Isola dei Morti con pranzo e lotteria con ricchi premi. Seguirà un torneo di bocce. Prenotazioni al capogruppo Michelangelo Ferracin (telefono 0438-892246). In caso di cattivo tempo pranzo e lotteria si faranno nella sede degli Alpini. COLLALTO: Antiquariato, prodotti tipici, visite alla rocca C resce l’offerta del Mercatino dell’antiquariato di Collalto che apre i battenti il Lunedì di Pasqua. Quest’anno, l’organizzazione del locale Gruppo festeggiamenti – che fa forza soprattutto sul lavoro di Sergio Soldan, Dario Daltin e Giorgio Zambon – arrischia un’edizione in più e introduce qualche significativa novità. Innanzitutto il mercatino si ripeterà ogni seconda domenica del mese, agosto escluso, fino al mese di ottobre. Ci saranno degli artigiani all’opera e continuerà l’offerta dei prodotti tipici e dell’editoria legata alla storia medievale del borgo. Sulla scorta del successo ottenuto lo scorso anno ci saranno anche nel 2004 le visite guidate alla rocca e alla chiesa di San Giorgio. Le visite sono state programmate alle 10 del mattino, alle 14.30, alle 16 e alle 17.30 del pomeriggio per saperne di più dell’antico castello di Collalto e del nobile casato che l’ha fondato quasi mille anni fa. 8 Domenica 11 aprile 2004 Votata al Senato la riforma dello Stato Una nuova Repubblica? C on 156 sì, 110 voti contrari e un astenuto, giovedì 25 marzo, il Senato ha approvato in prima lettura la riforma dell’ordinamento della Repubblica. L’iter accelerato del progetto è sembrato procedere soprattutto sulla spinta delle esigenze elettorali della Lega Nord, in ordine alla cosiddetta “devolution”. I fuochi del progetto sono almeno due: oltre alla riforma della forma di Stato, che con il federalismo pone nuovamente la questione dell’unità nazionale, c’è una rilevante riforma della forma di governo, che passerebbe dal sistema parlamentare a un regime di primo ministro dai contorni assai poco definiti. L’attuale governo – che sta per superare tutti i record di durata nella storia della Repubblica – si propone di introdurre in Costituzione una serie di meccanismi che garantiscano prima di tutto il primo ministro rispetto alla sua stessa maggioranza, in forme talmente rigide, che non hanno corrispettivo nelle democrazie avanzate. Pare che il testo sarà emendato, per iniziativa della stessa maggioranza di governo, nel passaggio alla Camera. Il provvedimento, che riscrive il larga misura la parte seconda della Costituzione, approvato dal Senato passa ora all’esame di Montecitorio, ma saranno necessari altri due passaggi parlamentari prima della sua approvazione definitiva, proprio perché si tratta di una riforma costituzionale. Cosa ne pensano i parlamentari diocesani? Abbiamo intervistato l’onorevole Guido Dussin (Lega Nord) e l’onorevole Gianclaudio Breda (Margherita). LUIGI D’AGRÒ (UDC) ri del premier. Cosa risponde? «Le garanzie del Presidente della Repubblica ci sono. Il parlamentarismo non viene inficiato. Guardiamo a quanto sta succedendo a livello comunale: il sindaco può revocare gli assessori eppure non è considerato un podestà». Però molti criticano i troppi poteri dei sindaci... «È vero. Allora diamo più poteri al consiglio comunale. La stessa cosa vale per il Parlamento: va aumentato il suo potere di controllo e di interdizione sull’Esecutivo». Però il Premier potrà sciogliere il Parlamento... «Su questo c’è da ragionarci perché, a mio parere e del mio gruppo, lo scioglimento dovrà essere legato a un voto di sfiducia e non ad una decisione autonoma del premier. Non bisogna svuotare di poteri il Parlamento. D’altro canto ritengo necessario armonizzare le norme sul governo dello Stato con quelle che regolano i rapporti tra gli organi comunali e regionali». Quante sono le probabilità che la riforma venga approvata prima della fine della legislatura? «Direi cinquanta e cinquanta. Riformare la Costituzione richiede concertazione non solo tra opposizione e maggioranza ma anche con i corpi intermedi dello Stato». Federico Citron Bene il premierato dubbi sulla devolution L uigi D’Agrò, bassanese, è stato eletto deputato alle ultime elezioni politiche nel collegio di Vittorio Veneto. È iscritto al gruppo parlamentare dell’Udc che sostiene il Governo Berlusconi. È componente della X Commissione -Attività produttive, commercio e turismo -. Onorevole D’Agrò, quali i motivi di questa riforma costituzionale? «Perché il sistema-Paese deve cambiare se vuol essere più competitivo. Per 50 anni ha funzionato il principio del “piccolo è bello”. Oggi il mondo è cambiato e qui rischiamo di competere tra di noi piuttosto che con gli altri: quindi c’è la necessità di cambiare l’architrave dello Stato. Questo è un Paese di tanti doppioni, di tanti poteri che governano lo stesso territorio, con possibilità anche di interdizione vicendevole, sicché la decisione arriva sempre quando il problema è superato. Collocare alcune decisioni il più vicino possibile alla gente significa dare responsabilità a chi, qualche volta, ha solo l’urlo dell’indignazione». A suo avviso quali sono i punti più rilevanti della riforma? «La dimuzione di fatto dei parlamentari: dopo la nascita delle Regioni e l’istituzione del Parlamento europeo è una cosa sacrosanta; la modifica del bicameralismo perfetto: con la riforma il Senato federale diventa l’“orecchio” delle istituzioni locali e consente la nascita di un rapporto organico tra legislazione nazionale e regionale che oggi sono spesso in conflitto (basti pensare alle tante controversie che la Corte Costituzionale si trova oggi a dirimere); il conferimento di più poteri al premier: questa è una riforma che risponde alla logica del “premierato alla tedesca”, con uno spostamento di potere dal Presidente della Repubblica al Governo». Poi c’è la cosiddetta “devolution”. Cosa ne pensa? «Sul trasferimento totale di competenze, in capo alle Regioni, di sicurezza, sanità e polizia locale si dovrà ancora ragionare. Vorrei capire che cosa si intenda per polizia locale? Se è la polizia di Stato, l’idea non mi trova d’accordo. Nell’ambito della pubblica istruzione va mantenuto un senso unificante di fondo dei programmi. La sanità la vedo già regionalizzata; ora va trasferita per intero alle Regioni anche la responsabilità finanziaria». L’opposizione, ma anche studiosi come il prof. Giovanni Sartori, sostengono l’assenza di contrappesi ai pote- e L’AZiON Attualità LE NOVITÀ: Devolution, premierato forte, Senato delle Regioni E cco in sintesi le novità più significative del testo sul federalismo approvato dal Senato. DEVOLUTION - Le Regioni si vedono riconosciute dalla Costituzione, in via esclusiva, le competenze relative all’assistenza e all’organizzazione sanitaria, all’organizzazione scolastica, alla gestione degli istituti scolastici e di formazione, ai programmi scolastici di interesse regionale, alla polizia locale. PREMIERATO FORTE - La figura del primo ministro sostituisce il presidente del Consiglio. Il primo ministro dirige la politica del governo e nomina e revoca direttamente i ministri. La candidatura a premier avviene con collegamento alle candidature per la Camera. Quando la Camera non approva una richiesta di fiducia del primo ministro, si deve dimettere e può chiedere al Quirinale lo scioglimento della Camera. LA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI - I deputati alla Camera sono ridotti da 630 a 400. I senatori elettivi scendono da 315 a 200. IL SENATO FEDERALE - Viene eletto su base regionale a suffragio universale. La sua elezione è contestuale a quella dei consigli regionali e dura in carica cinque anni. In caso di scioglimento anticipato dei consigli regionali, i nuovi avranno una durata tale da far coincidere le nuove elezioni del Senato con il rinnovo dei consigli. Sono eleggibili a senatori coloro che ricoprono o hanno ricoperto cariche elettive regionali o sono stati eletti parlamentari in quella Regione. FINE DEL BICAMERALISMO PERFETTO Camera e Senato avranno funzioni distinte. La Camera dei deputati si occuperà delle materie riservate allo Stato Il Senato si occuperà delle cosiddette materie concorrenti, cioè riservate sia allo Stato che alle Regioni. Ma se il Governo pone la fiducia alla Camer, il Senato perde l’ultima parola. Il Senato avrà competenza anche su leggi di bilancio e sulla Finanziaria, sui rapporti con le Regioni. NORMA ANTIRIBALTONE - La Camera può evitare il suo scioglimento anticipato chiesto dal premier al capo dello stato approvando, con i voti della stessa maggioranza a cui è legato il premier uscente, una mozione di fiducia che indichi il nome di un nuovo primo ministro della stessa maggioranza che si impegni a portare a compimento il programma illustrato a inizio legislatura. Il testo approvato dal Senato tocca anche vari altri aspetti: composizione e nomina della Corte Costituzionale; composizione e nomina del Consiglio Superiore della Magistratura; Roma capitale; referendum costituzionali; potere di grazia al Capo dello Stato; leggi regionali e interesse nazionale; Statuto dell’opposizione alla Camera dei deputati. BRESSA (MARGHERITA) “Un vestito di Arlecchino” G ianclaudio Bressa (Margherita), bellunese di Mel, nella precedente legislatura è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e anche membro della Commissione Bicamerale. Onorevole Bressa, quale giudizio dà della riforma approvata dal Senato? «È un giudizio fortissimamente negativo perché non siamo di fronte a una riforma della Costituzione, ma a uno strumento di mediazione dei partiti della maggioranza. Qui non c’è la volontà di definire un complesso di valori, ma solo un baratto di interessi». Questo è il Bressa politico. E il Bressa “tecnico”, che cosa ne dice? «Ripeto ciò che ho detto. In questi cinquant’anni la Costituzione italiana ha registrato due grosse novità: l’introduzione del sistema maggioritario e la riforma del Titolo quinto approvata nella scorsa legislatura. Si sarebbe dovuto lavorare su queste due innovazioni per dare senso compiuto al percorso iniziato. Qui, invece, nessuno dei due problemi è stato affrontato per quello che è. Si sono seguiti soltanto istinti politici primordiali». È vero che i più grossi problemi della riforma stanno nel nuovo Senato? «No, i veri grossi problemi sono dappertutto. Le costituzioni hanno un loro senso complessivo, non sono un vestito di arlecchino in cui se cambi il blu e ci metti il rosso va bene comunque. Bisogna vedere se il rosso sta bene con i colori che ci sono attorno. Per esempio, sul piano delle garanzie il disegno di riforma è carente, non c’è niente. C’è solo che la maggioranza assoluta fa quello che vuole e ciò, in un sistema maggioritario che premia il vincitore delle elezioni, è pericoloso. Il “premierato forte” rafforza il premier, non il governo, e l’elezione diretta del presidente del Consiglio non ha tutti gli elementi di bilanciamento che sono presenti nel sistema americano, per fare un esempio. Negli Usa il presidente non può mica sciogliere il parlamento. Il “Senato federale”, poi, è il guazzabuglio più grosso. Con la coincidenza delle elezioni regionali finisce per “nazionalizzare” le competizioni regionali, perché è impossibile che la corsa Berlusco- ni-Prodi, per esempio, non abbia un riflesso sulle contemporanee elezioni regionali. Siamo lontani dal modello del Bundesrat tedesco ed è un pasticcio solenne perché i poteri regionali non saranno rappresentati in Senato. E poi c’è la questione dell’interesse nazionale: che cos’è? C’è il rischio che interpretazioni soggettive del Senato blocchino iniziative di legge regionali sulla base di questo indefinito “interesse nazionale”, così il Senato diventa una specie di comitato di controllo delle leggi regionali». L’opposizione si lamenta di non essere stata coinvolta, ma è pur vero che la modifica del Titolo quinto, nella precedente legislatura, è stata approvata dal Centrosinistra “a colpi di maggioranza”. «Questa è una colossale stupidaggine. Il testo da noi approvato era al 95% quello uscito dalla Bicamerale e poi approvato dalla Camera a stragrande maggioranza, con il solo voto contrario della Lega. Poi Berlusconi ha cambiato strategia e ha fatto saltare tutto. Dirò di più: su quel testo c’era il consenso delle Regioni, che invece oggi criticano duramente il disegno approvato dal Senato, con la sola eccezione di Giancarlo Galan». La riforma varata dal Centrosinistra, però, aveva oggettivamente lasciato delle pagine da scrivere. «Certo, la parte fatta da noi avrebbe dovuto essere rivista e completata, il problema è proprio qui: occorre completare il cammino già iniziato». e L’AZiON Attualità Due dibattiti sui danni dell’attività estrattiva Paesaggi feriti dalle troppe cave C ave ancora in primo piano. Se ne è parlato in un incontro a livello internazionale – “Che fare dei paesaggi feriti? Una ricerca approfondita e possibili vie di soluzione” – a palazzo Bomben sede della fondazione Benetton a Treviso, e in un altro, a respiro territoriale meno ampio ma altrettanto importante per il futuro profilo ambientale della nostra provincia e della regione, vista l’imminente presentazione delle osservazioni al Prac. A promuoverlo il Comitato Colonna, a Santa Lucia di Piave. Il problema cave è stato il fil rouge tra i due momenti. Si è avvertito un sentimento diffuso di insofferenza per l’eccessivo prezzo pagato dall’ambiente ad uno sviluppo economico febbricitante e non calibrato, ma miope e appiattito su una logica di profitto. La cultura dell’ambiente sempre più si afferma, politica e istituzioni non possono più non tenerne conto, e altrettanto forte è la pressione di un’élite culturale che si interroga sul come ricucire gli strappi ai paesaggi martoriati. Mercoledì 31 marzo alla tavola rotonda condotta dall’architetto Domenico Luciani, l’ex magistrato Gianfranco Candiani è intervenuto in I l conflitto in Irak si sta aggravando. La svolta dell’ultima settimana è particolarmente preoccupante. Contro le forze della coalizione che occupano militarmente l’Irak si sono infatti scatenati attacchi non solo da parte dei gruppi terroristici che fanno capo ad al Qaeda, non solo da parte dei gruppi – per lo più sunniti – legati al vecchio regime, ma anche da parte di milizie organizzate sciite. La situazione sembra essere sfuggita di mano agli americani e ai loro alleati. Naturalmente l’auspicio è che, magari anche grazie ai militari della coalizione, l’ordine possa essere riportato a Najaf, a Falluja, a Baghadad, a Nassiryia, a Bas- E il Piano regionale cave del Veneto ha un vizio di fondo: manca una legge che lo sostenga modo radicale: «Non è possibile tentare di sanare un malato se si continua ad inoculargli germi mortali». Ed è lo stesso concetto più volte ripetuto il 2 aprile a Santa Lucia: «Non vogliamo più cave». Sul piano giuridico l’avvocato Michele Steccanella ha dimostrato come il Prac abbia un vizio di fondo: «Una procedura inaudita: il piano estrattivo dovrebbe essere in attuazione di una legge che a tutt’oggi è ancora solamente disegno di legge». Una situazione talmente assurda da rendere estremamente difficile la stessa lettura del Prac ai fini di una sora e nelle altre città del Paese. Non è questo il momento di riprendere le polemiche sulla legalità o meno della guerra e della successiva occupazione militare. Tutti ora riconoscono, più o meno apertamente, che la guerra in Irak è stata un errore, se non altro per come è stato gestito il dopoguerra. Un errore difficile da scusare, perché commesso in violazione del diritto, oltre che della saggezza politica. Ma i problemi di oggi sono altri. Siamo di fronte infatti a tre possibili scenari, due disastrosi, il terzo più ottimistico. Un primo esito è rappresentato dalla saldatura tra le varie e diversificate forze sunnite, sciite, islamiste, in funzione antiamericana. corretta formulazione delle osservazioni. Anche le organizzazioni di categoria sono intervenute, con GianPaolo Casarin, direttore dell’Unione provinciale agricoltori: «L’insieme estrattivo IE2 si colloca in una zona di alto valore produttivo, basti pensare ai vigneti Doc, alla presenza di insediamenti produttivi come cantine, stalle, agriturismo… Non possiamo permettere che tutto questo venga messo a rischio dalle cave». Carlo Manfrenuzzi, responsabile provinciale di An, ha auspicato un cambiamento del Prac, e invitato a trovare altre soluzioni. Moltissimi gli interventi di comitati nati sull’onda della protesta e sempre più determinati a proteggere i loro territori. A singolare conferma di quanto affermato dall’architetto Luciani mercoledì a Treviso: «La Convezione europea del paesaggio recita nel primo articolo: la comunità insediata in uno spazio fisico è la sua responsabile». Due momenti di pubblico dibattito, dunque, al quale ha fatto eco una ineludibile presa di coscienza che parte dal basso, instaura un processo politico e si consolida sempre più in un’ampia, condivisa esigenza di rispetto dell’ambiente. Loretta Bellussi 9 CON LA RIFORMA MORATTI intellettiva, «per non alterare i dati richiesti». «Le intese fra Miur e Regioni – scrive il presidente della Fish alla Moratti – mostrano palesemente come il Ministero da lei retto, dopo un’apparente mantenimento della precedente normativa sull’integrazione scolastica, abbia ormai posto in essere le condizioni perché tali alunni vengano definitivamente e formalmente cancellati dal novero dei coetanei, con buona pace del principio di “pari opportunità e non discriminazione”, sancito dalla Carta costituzionale e dalle Direttive dell’Unione europea». «Ciò – aggiunge Barbieri – rende ancora più attendibili le preoccupazioni sollevate da più parti (e da noi sino ad oggi non pienamente condivise) circa i danni che dalla sua riforma, basata sull’aziendalizzazione e la selezione, deriveranno al pluridecennale processo di qualità dell’integrazione scolastica… Dobbiamo constatare che per gli alunni con disabilità è miseramente finita l’era dei diritti di inclusione scolastica che hanno fatto sì che il nostro Paese fosse al primo posto nel mondo». La lettera della Fish non è, però, di rottura definitiva col Ministro. Lascia aperto uno spiraglio al dialogo, purché il Ministro voglia aprire un momento di confronto nella sede propria dell’Osservatorio permanente sull’integrazione, istituito dal ministero, che però non viene convocato da quasi un anno. I disabili a scuola: diventati invisibili? A lunni disabili? Invisibili! Una dura presa di posizione contro la Riforma Moratti è venuta nei giorni scorsi dalla Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap. Già dall’“oggetto” la lettera del presidente della Fish Pietro Vittorio Barbieri al ministro Moratti è eloquente: “Invisibilità degli alunni con disabilità nei provvedimenti applicativi della riforma della scuola approvata con legge 53/03”. Sino ad oggi dalla Fish erano venute prese di posizione su aspetti specifici di una non sempre corretta integrazione scolastica; ma non si era mai pronunciata in modo fortemente critico sul complesso della riforma della scuola. Due sono le contestazioni della Fish. Una riguarda l’impossibilità di adempiere all’obbligo di formazione professionale per gli alunni che non sono in possesso di diploma di licenza media, a causa di intese firmate dal Ministero e dalle Regioni. L’altra riguarda la sperimentazione della valutazione degli apprendimenti, rilevata tramite la somministrazione di questionari a tutti gli alunni, nella quale però si prevede che vengano scartate le risposte degli alunni con disabilità, specie CONDONO EDILIZIO: Poche domande, proroga al 31 luglio S littano i termini per il condono edilizio. Venerdì scorso, 30 marzo, è stato deciso che non sarebbe stato più il 31 marzo, bensì il 31 luglio il termine ultimo per la presentazione della domanda con l’attestazione del pagamento dell’oblazione e dell’anticipazione degli oneri accessori. A stabilirlo è stato il Consiglio dei Ministri, che ha approvato un apposito decreto-legge, a seguito della limitatezza delle adesioni. Rispetto ai 3-7 miliardi di euro previsti dal ministro dell’Economia, SITUAZIONE AGGRAVATA Tre possibili scenari per il “caldo” Irak Ne scaturirebbe un’estesa rivolta contro la coalizione internazionale e contro gli irakeni “collaborazionisti”. Si tratta di una prospettiva terribile, simile a quello che è stato il Vietnam negli anni Sessanta-Settanta per gli americani o l’Afghanistan, negli anni Ottanta, per i sovietici. E l’Italia vi sarebbe coinvolta in pieno. Un secondo scenario è quello di una guerra civile tra le varie fazioni irakene, incapaci però di coalizzarsi Domenica 11 aprile 2004 contro gli stranieri. In questo caso potrebbe essere praticabile un discreto, graduale disimpegno americano dall’Irak. Gli irakeni sarebbero lasciati soli a fronteggiare la guerra intestina, e non è detto che se la cavino peggio di quanto non stiano facendo oggi con gli americani in casa. Potrebbe, però, andare come in Somalia, “liberata” dagli eserciti stranieri, ma tutt’oggi in preda al caos. Il terzo scenario vede la finora nelle casse dello Stato sarebbero entrati appena 400 milioni, circa il 10%. E c’è uno stato di incertezza normativa e amministrativa causato dai ricorsi di otto Regioni (Campania, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Lazio) alla Corte Costituzionale. Si è verificato così che gran parte dei cittadini interessati al condono non hanno presentato domanda in attesa della pronuncia della Consulta, prevista per l’11 maggio. Alla proroga del termine è abbinato anche il differimento dei termini per alcuni pagamenti previsti. conferma di una forte presenza militare internazionale, ma non più rappresentata dagli Usa e dai loro alleati, bensì da forze militari di altri Paesi, preferibilmente musulmani (ma potrebbe esserci anche il coinvolgimento di componenti occidentali, come è per la missione Onu-Nato in Afghanistan), chiaramente collocate sotto la responsabilità politica del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il mandato potrà prevedere un uso “robusto” della forza, ma deve essere spezzata l’identificazione della presenza militare internazionale con quella di una potenza occupante. Questa diversa qualificazione militare e politica potrebbe dare maggiori chances ai contingenti internazionali di realizzare quello che le forze occupanti non sono a quanto pa- re riuscite a fare, pur essendo loro preciso dovere: riportare e difendere la sicurezza e la legalità nel Paese. Anche questa terza prospettiva è tutt’altro che allegra e non è affatto detto che funzioni. Ma la comunità internazionale – e soprattutto i Paesi arabi e islamici “moderati” – ha il dovere di percorrerla. Certo, gli americani non potranno lasciare da un giorno all’altro il Paese, anche per ragioni strettamente tecnico-militari; ma è indispensabile ridimensionare il loro ruolo. Per noi italiani, protagonisti disgraziati di una guerra e di un’occupazione iniziata tra le fanfare ma finita tra i fischi, sarebbe consigliabile una rapida uscita di scena. Senza tante fisime sull’“onore” della nazione. Paolo De Stefani e L’AZiON Veneto Sociale NUOVO SERVIZIO DELL’ISAVICO Uno psicologo come a i u t o alla dura vita da s t o m i z z a t o L’ Isavico, associazione incontinenti e stomizzati Vittorio Veneto e Conegliano è un istituto composto da stomizzati, incontinenti e loro familiari volto ad attività di sensibilizzazione, informazione e supporto. Essere stomizzati significa essere incontinenti 24 ore su 24 e vivere con apposite sacche adesive per la raccolta di feci e urine. Dopo l’intervento chirurgico effettuato per rimuovere un tumore o per fermare malattie infiammatorie che hanno colpito la zona vescicale o intestinale, al rientro a casa, convivere con una stomia (urostomia, se riguarda la vescica, e colostomia, se concerne l’intestino) non è semplice. «Si verifica uno sconvolgimento dello schema corporeo che si ripercuote nella mente, arrivando a indurre una regressione psicologica con conseguenti insicurezza, perdita di autostima e di autonomia, difficoltà nelle relazioni interpersonali, stato ansiosodepressivo» spiega Giancarlo Cancian, presidente dell’associazione, che informa anche che «nei 28 comuni dell’Ulss 7 si sono registrati 402 stomizzati, la cui età media è sui 60 an- ni». Incontriamo Nausicaa Busiol, psicologa del reparto di oncologia di Vittorio coinvolta nell’associazione. Quali iniziative organizzate? «Da riunioni tra stomizzati e famigliari a gite volte all’inserimento sociale di queste persone che dopo l’intervento tendono all’isolamento. Inoltre i pazienti possono incontrare in ambulatorio una volta alla settimana un chirurgo e un enterostomista per le visite mediche e il cambio della sacca. Abbiamo istituito anche un punto di ascolto psicologico per sostenere gli stomizzati e aiutarli a riacquisire autonomia». Di quale supporto psicologico abbisognano gli stomizzati? «Sicuramente di essere rassicurati sul cambio della loro vita e sul fatto che non sono diversi come persone. I gruppi degli stomizzati più efficaci sono quelli nei quali è stata riscontrata una maggiore solidarietà tra i componenti, soprattutto se c’è qualcuno che ha già accettato la propria condizione e funge da modello per gli altri». Informazioni - Il punto di ascolto psicologico per i portatori di stomia è frutto di un progetto di Isavico in collaborazione con altre associazioni di stomizzati ed è finanziato dal Centro di servizi al volontariato di Treviso. È stato illustrato nel corso di un convegno cui hanno preso parte Natalino Bedin e Giuseppe Trentin, primario e medico del re- parto di chirurgia a Vittorio, e l’enterostomista Silvano Padovan, oltre a Busiol. Il punto di ascolto sarà attivo nella sede dell’Isavico all’interno dell’ospedale di Vittorio ogni 15 giorni il martedì dalle 14.30 alle 17.30. Per saperne di più chiamare lo 0438-665439. Angela Deganis Domenica 11 aprile 2004 11 CONEGLIANO- MOSTRA CONTRO LE DIPENDENZE L’arte di non farsi S abato 17 aprile, alle 17 all’auditorium Dina Orsi di Parè si inaugura la mostra “Un minuto da re. La dipendenza” organizzata da Amico Do (Amici Mansuè insieme contro la droga), Cic e Auser Sinistra Piave. I diciotto artisti che partecipano propongono attraverso le loro pitture e sculture un percorso di riflessione e formazione sulla droga e le altre dipendenze. Per i ragazzi di terza media è stato pensato uno specifico iti- nerario di visita e di interazione con la mostra, assieme a un questionario di indagine sulle loro conoscenze in materia. Nei mesi scorsi l’iniziativa si è svolta a Oderzo, con oltre 700 visitatori. La mostra rimarrà aperta dal 19 aprile al 2 maggio, i giorni feriali e sabato dalle 16 alle 19, domenica e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Per gruppi e scolaresche è possibile prenotare: 333-6933383, 0422-741607. SERVIZI SOCIALI: CEGGIA SI LAMENTA, MEL È CONTENTA L’ immagine, nitida, è quella di una Regione spaccata in due. E la nostra diocesi comprende entrambi gli estremi. Questo emerge dall’analisi presentata a Padova sulla percezione dei servizi sociali da parte dei cittadini veneti, realizzata dal dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova. Nella parte orientale e sud orientale del Veneto i cittadini hanno un’immagine piuttosto mediocre della qualità dei servizi sociali. Il Veneto occidentale e nord occidentale è caratterizzato invece da cittadini tutto sommato soddisfatti: sia in merito agli aspetti strutturali (“trovo quello che mi serve?”) sia a quelli relazionali ed eti- ci (“le persone sono disponibili? sono preparate?”). In particolare, in base alla media dei voti degli inter vistati, l’Ulss di San Donà, che comprende anche Torre di Mosto e Ceggia, è al terzultimo posto in Veneto per il giudizio dato dei propri servizi sociali. In parte ciò è riferibile alla qualità dei servizi (carenze strutturali o funzionali dell’offerta), ma in parte l’insoddisfazione dipende da quello che il cittadino di una zona si aspetta dai ser vizi sociali. Le tre Ulss del Veneziano (Mirano, San Donà e Venezia), che evidenziano i più bassi livelli di qualità percepita, sono le uniche che manifestano una propensione all’affermazione del principio di sussidiarietà. Al contrario, le Ulss dove i cittadini manifestano un buon gradimento per la qualità dei ser vizi sociali, come quella di Feltre che comprende anche Lentiai, Mel e Trichiana, sono quelle in cui prevale l’opinione liberista, per cui l’individuo è responsabile del proprio benessere. Daniele Duso e L’AZiON Q uesta 38ª edizione resterà nella storia del Vinitaly come quella che ha visto consumarsi la “battaglia dei prezzi del vino”. A dispetto di un’esplosione di positività – come ha rilevato Paolo Massobrio, giornalista di punta del settore – l’accento è caduto, pesante come una clava, sul ventilato “declino” del vino d’Italia di fronte alle bordate offensive dei viticoltori del resto del mondo. Conclusioni che corrispondono al vero o non piuttosto affrettate esagerazioni solo perché le aziende di casa hanno perso quote di mercato, per i prezzi più alti? È nettamente di questa seconda opinione Valerio Cescon, presidente del Consorzio cantine “La Marca” di Oderzo (che s’è portato a casa, tra l’altro, una Gran Medaglia d’Oro col suo Rosso San Nicola 1997, sbaragliando avversari blasonatissimi). «D’accordo, il problema esiste, ed è indubbio che qualche riflessione la meriti. Ma nulla di più: la viticoltura italiana ha risorse, tipicità, professionalità da vendere. I medesimi elementi che possono apparire come lacci e lacciuoli sul mercato sono anche potenti elementi a garanzia dell’assoluta superiorità dei nostri vini, quindi, in definitiva, a garanzia degli intenditori di tutto il mondo». Ma come stanno le cose? «Finita la rendita di posizione di Francia e Italia – spiega Cescon – sul mercato vitivinicolo si sono affacciati altri soggetti, molto Economia Una testimonianza a margine del 38º Vinitaly Il “caro prezzi” dei nostri vini agguerriti: dalla Spagna, al Sud America (Argentina, Cile), all’Australia, alla Nuova Zelanda... Certamente influisce sulla contrazione delle vendite di vino anche la non favorevole congiuntura economica (e il vino non è bene di primaria necessità). Nel 2003 c’è stata una forte contrazione dell’export verso il centro Europa soprattutto dei vini con un prezzo unitario più alto (in primis il Prosecco). Sull’altro piatto della bilancia – poiché non possiamo né vogliamo ammainare la bandiera – pesano molto qualità e prestigio dei nostri prodotti nel mondo, una lunga tradizione enologica, una capacità di penetrazione commerciale ottima, e una legislazione che se per un verso è pesante da ge- QUANTO AL PROSECCO... E parliamo di Prosecco, vino allegro giovane, beverino dalle bollicine più trendy del momento. Al Vinitaly questo nostro conterraneo ambasciatore di colline, dolci declivi vitati, ha resistito all’onda d’urto di allarme per prezzi eccessivamente considerevoli? Lo chiediamo all’enologo Bernardo Piazza. «Dobbiamo puntualizzare che l’appuntamento di Verona arriva a distanza di poco più di un mese dalla fiera di Dusseldorf, dove già si avvertono i mutamenti del mercato. Il Prosecco si vendeva solo a prezzi bassi». La Germania è un ottimo bacino di clienti, si attesta sui 40 mi- lioni di bottiglie all’anno. Piazza continua: «Non dobbiamo però farci sfiorare dal pessimismo, il Prosecco è sempre una punta di diamante, è sempre sulla cresta dell’onda e nel nazionale di fronte agli altri spumanti sta ancora crescendo». Conclude invitando a una riflessione: «La carta vincente per il prosecco rimane il suo territorio al quale deve sempre rimanere legato, se non strettamente al Trevigiano, alla regione Veneto, altrimenti “spalmato” in modo eccessivo rischia di naufragare, di svilirsi e non essere più quel prodotto che anche commercialmente ogni azienda vuole avere in catalogo». (LoBe) Sportello del CITTADINO A cura dell’Avvocato NICOLA TODESCHINI SI LITIGA SULL’INDICAZIONE D’ORIGINE DEI PRODOTTI... M ade in Ue o made in Italy? Si apre la diatriba tra Comunità europea e Governo italiano dopo la diffusione del documento di lavoro preparato dalla Direzione generale del commercio facente capo al commissario europeo Pascal Lamy sulla creazione di un marchio di origine dei prodotti Ue. Lo scopo del marchio, secondo l’idea del Commissario, è quello di tutelare qualità, valore aggiunto ed immagine dei prodotti dei Paesi europei rafforzando la competitività dei prodotti comunitari. Il Governo italiano, sottolinea l’Unione nazionale consumatori, preoccupato per una ricaduta negativa sulle esportazioni a seguito dell’oscuramento del marchio nazionale, prende le sue contromisure annunciando la nascita ufficiale del marchio made in Italy. Nella legge finanziaria 2004 sono state, infatti, previste misure per tutelare e promuovere il made in Italy con interventi legislativi e risorse da destinare al sistema produttivo. Dovrebbero vedere la luce, a breve, il “Fondo per la promozione straordinaria del made in Italy”, “l’Esposizione permanente del design italiano e del made in Italy” e il Comitato nazionale anticontraffazione. Mette tutti d’accordo, almeno a parole, invece, la necessità di tutelare il consumatore e le imprese da importazioni di prodotti contraffatti o provenienti da Paesi che non rispettano le regole del mercato, introducendo l’obbligo di un marchio d’origine così come avviene negli Stati Uniti e in Giappone. La legislazione italiana e comunitaria non prevedono al momento disposizioni specifiche circa l’indicazione di provenienza geografica delle merci immesse sul mercato. Esistono invece sia norme italiane sia norme internazionali che vietano l’apposizione sui prodotti di indicazioni d’origine non veritiere. Sembrano comunque tutti concordi, per non fare torto a nessuno, nel ritenere una buona soluzione quella di apporre sulle merci il marchio di provenienza Ue accanto a quello della nazione produttrice: made in Ue-Italy. Avv. Nicola Todeschini Studio Legale www.Consumerlaw.it stire, dall’altro è una garanzia di qualità, di genuinità che lega i nostri prodotti al nostro territorio». Cescon fa una considerazione provocatoria: «Il fatto che i vini tradizionalmente più conosciuti e apprezzati della nostra zona abbiano avuto un aumento, anche eccessivo se si vuole, delle quotazioni, da sé è una dimostrazione che que- Domenica 11 aprile 2004 sti prodotti hanno un grande futuro. Dovremo certo darci da fare, lavorare sulle economie di scala, sulla riorganizzazione della filiera, si dovrà cercare un migliore equilibrio, tuttavia esistono i presupposti – direi, anzi, la certezza – che il futuro non ci riserverà momenti bui e difficili ma prospettive di tutto rispetto». Conclude Cescon: le punte di diamante della viticoltura trevigiana (il Prosecco, il Pinot Grigio, il Raboso) non hanno perciò nulla da temere. Qualità e produzioni di nicchia sono, insomma, i veri assi nella manica. Ai quali abbinare, comunque, anche la capacità di produrre bene e in termini di competitività gli altri vini, di più diffuso consumo. Un doppio binario, in un’unica strategia. Valerio Cupidi GRANDI VINI D’ISRAELE A l 38º Vinitaly di Verona, belli e soprattutto inaspettati i vini della terra di Gesù. Dall’antica, biblica Palestina, da Israele, dove le viti sono qui da millenni e millenni, la sorpresa per il naso e il palato è stata davvero grande. Quasi da non crederci. Straordinari i vini di Galilea, Giudea e inimmaginabili quelli dal deserto del Negev! Insomma un trionfo di Cabernet Sauvignon, Sauvignon Blanc, new Moscato, Merlot, Syrah & Chardonnay. Uno su tutti, per profumi nobilissimi, persistenti, inequivocabili, l’“Emerald Riesling-Chenin Blanc” della “Carmel Winery” (che attualmente esporta in 40 paesi del mondo). (MS) Vinitaly ’04: Gran Menzione al Raboso di Cecchetto P rosecco ancora uber alles. Anche al 38º Vinitaly di Verona, la rassegna del meglio del meglio dell’enologia mondiale, che ha calato il sipario lo scorso 5 aprile. Del Prosecco su L’Azione ne parliamo da almeno 20 anni. Ed è tuttavia, indomabile, ancora sulla breccia, alla ribalta, nel mondo, alla faccia di sinistre profezie che lo davano e lo danno spacciato ad ogni vendemmia. Dunque sempre Prosecco, senza dubbio “vino-miracolo”, ma per scienza&sapienza dei viticultori, in primis quelli della Doc Conegliano&Valdobbiadene. Ma la “trevigianità enoica” è stata parimenti alta anche in virtù del sempre più sorprendente Raboso Piave. Qui, il re incontrastato resta e rimane la famiglia Cecchetto di Tezze. A cominciare da papà, nonno, Sante per continuare col figlio Giorgio e la nuora Cristina (nella foto: la premizione). A Verona, in questi ultimi anni di Vinitaly, i Cecchetto si sono portati a casa, ed è record davvero!, 7 “Gran Menzioni” su 7 loro “rabosi” in concorso, di cui 2 quest’anno col Piave Doc Raboso “Gelsaia” 2000 e Piave Doc Raboso 2000. Bravi dunque i Cecchetto, ma bravi pure i Peruzzetto di “Casa Roma” di San Polo, che hanno sbancato, sempre a quest’ultimo Vinitaly, con la stupefacente novità del “Callarghe Raboso Passito Igt” dal colore rosso rubino intenso e di sapore ampio, potente, con ricordo di frutta e gradevolmente tannico. (MS) 13 PREZZI Cereali (alla tonnellata + Iva) Frumento tenero nazionale Fino da 187,00 a 190,00 Buono mercantile da 185,00 a 187,00 Granoturco in granella nazionale (umidità 14%) Ibrido giallo Veneto da 182,00 a 184,00 Ibrido giallo Friuli da 179,00 a 180,00 Estero giallo tenero Orzo nazionale (p.s. 60/62 - 14% um.) da 163,00 a 165,00 Semi oleosi Seme di soia nazionale (um. 14% - imp. 2%) da 325,00 a 330,00 Prodotti della macinazione Prodotti del grano tenero a) farine con caratteristiche di legge: tipo 00 (ceneri 0,50 - glut. 7) da 315,00 a 320,00 tipo 0 (ceneri 0,60 - glut. 9) da 310,00 a 315,00 b) farine da pasticceria da 474,00 a 484,00 Prodotti del granoturco (franco partenza - imballato) farina bianca granita da 390,00 a 395,00 farina gialla nostrana (nazionale) da 303,00 a 308,00 spezzato di granoturco degerminato tenero da 245,00 a 250,00 Vini (alla produzione, lire per ettogrado) Merlot del Veneto gr. 10-12 da 4,00 a 5,50 Merlot colli trevigiani gr. 10,5/12,5 da 5,20 a 6,20 Cabernet del Veneto gr. 11-13 da 4,50 a 7,50 Raboso rosso del Veneto gr. 9-11 da 4,80 a 5,50 Verduzzo del Veneto gr. 10/12 da 5,00 a 5,50 Pinot bianco del Veneto gr. 9,5-12,5 da 6,20 a 7,20 Pinot grigio del Veneto gr. 9,5/12,5 da 13,80 a 15,00 Chardonnay del Veneto gr. 9,5/10,5 da 6,20 a 7,20 Prosecco colli trevigiani gr. 9,5-10,5 da 11,50 a 12,50 Prodotti avicoli - conigli pollame Uova fresche di gallina (100 pezzi) cat. L grammi 63/73 a 8,40 cat. M grammi 53/63 a 8,00 Pulcini da carne misti (cadauno) da 0,30 a 0,32 Pulcini femmine per uova (cadauno) da 0,60 a 0,64 (prezzi al chilogrammo) Polli allevamento intensivo a terra a pigmentazione gialla - leggeri da 0,90 a 0,92 - pesanti da 0,92 a 0,94 Galline allevamento intensivo a terra - medie da 0,14 a 0,16 - pesanti da 0,28 a 0,33 Galline allevamento intensivo in batteria - medie da 0,10 a 0,12 Anatre mute femmine da 1,76 a 1,80 Faraone all. tradizionale “di voliera” da 2,15 a 2,19 Tacchini pesanti - femmine da 0,76 a 0,78 - maschi da 0,86 a 0,88 Galletti - polli a collo nudo da 1,40 a 1,45 - galletti livornesi da 1,94 a 1,98 Conigli - oltre kg. 2,5 da 1,72 a 1,78 Bestiame suino (prezzi al chilogrammo) Grassi da kg. 90-115 fino a 1,10 Grassi da kg. 145-160 fino a 1,09 Oltre 180 kg. fino a 0,97 Magroni da kg. 40 fino a 1,95 Magroni da kg. 50 fino a 1,70 Magroni da kg. 65 fino a 1,51 Lattonzoli da kg. 25 fino a 2,57 Lattonzoli da kg. 30 fino a 2,26 Prezzi aggiornati a martedì 6 aprile 2004 e L’AZiON e L’AZiON Chiesa Cinquanta diocesani a Livramento, in Brasile Bucciol vescovo nel “sertao” A Motta 800 giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù Giovani non destinati al naufragio... S tupenda quella celebrazione della 19a Giornata Mondiale della Gioventù, a Motta di Livenza, la sera di sabato 4 aprile! Anche il tempo, da anni poco sereno o piovoso, si è mantenuto bello, primaverile, quasi a celebrare anch’esso il primo incontro del Vescovo Zenti con i giovani di tutta la diocesi. Si respirava la stessa aria dei grandi incontri con il Papa. Il Vescovo stesso in Duomo ha detto pressappoco: adesso capisco perché il Papa è tanto contento quando incontra i giovani! Ed è stata subito comunicazione forte, empatica. Lo hanno sottolineato certi applausi lunghi, calorosi, fatti col cuore prima che con le mani. Parole, quelle del Vescovo, che scendono be- L’Azione a dare debito risalto a questo avvenimento (...). Perché questi sono avvenimenti che non vanno perduti, fanno parte della storia (...)». Il Vescovo ha proseguito sottolineando che incontri come questo offrono davvero la possibilità di contemplare il volto del Cristo risorto. “Vogliamo vedere Gesù” era il tema della giornata. Ma cosa vuol dire vedere? «È un’assimilazione il vedere!», come quella della mamma o della persona innamorata, che, contemplando il volto del suo amore, si vorrebbe fondere con lui. Quei greci del Vangelo avevano intuito che Gesù era la vera risposta ai grandi interrogativi della vita. «Io ho 57 anni e più lo considero, più lo guardo e più lo ammiro, più me ne sento conquistato. Ed è giusto che abbiamo il coraggio di dirlo. (...) Oggi di tutto si può parlare, anche delle più brutte porcherie, ma non si deve parlare di Gesù! Come se la persona di Cristo desse fastidio a qualcuno. Certo che dà fastidio!... Al mondo del male! Ed è quel mondo che sta rovinando le nuove generazioni (...)». E così il Vescovo ha messo in guardia i giovani da certo laicismo presuntuoso e ridut- Zenti:“Un miracolo è il fatto che oggi si radunino insieme tanti giovani per testimoniare a tutti l’alba di una umanità rinnovata, nuova, carica di valori” nefiche nelle profondità dell’animo: «Momento di grande valore quello di questa sera: una schiera di giovani che hanno il coraggio di partire dalle loro abitazioni (...) Un miracolo è il fatto che oggi si radunino insieme tanti giovani, non certo per compiere atti vandalici, ma per testimoniare a tutti l’alba di una umanità rinnovata, nuova, carica di valori. Noi vorremmo che anche chi ha la possibilità di dare risonanza a questi avvenimenti (...) li divulgasse come buona notizia, come segnale che la Pasqua del Signore sta operando attraverso quella gioventù sulla quale spesso si è molto critici (...). Io invito il nostro giornale tivo, per cui la stessa Pasqua tutto diventa, meno quello che è: la risurrezione del Cristo. Ma questo vale anche per il Natale e la Domenica, non più “giorno del Signore”, ma solo “week-end”. «So la vostra sete di ve- rità. (...). La laicità prima di tutto è rispetto della verità delle cose. Se il Natale è la nascita di Cristo, a scuola, scuola laica, si deve dire che il Natale è legato alla nascita di Gesù Cristo. Questo è rispetto della verità. Il resto è contraf fazione... La Pasqua è nata con la morte in croce della persona più innocente. E con la sua risurrezione». Il Vescovo ha poi invitato ad un risveglio da quella apatia per la quale di Gesù Cristo più non si parla. «Ma di Gesù Cristo ha bisogno l’uomo! Ed è l’unico che dà gioia... È lui che ti dà il motivo del tuo esistere». E ha detto la sua gioia di incontrare i giovani nelle loro comunità parrocchiali: «Quando vengo e vi incontro mi si apre il cuore. E dico allora: Non è vero che tutti i giovani sono già rovinati, già travolti dal vizio. No. Si va avanti. C’è una parte, e forse anche cospicua, di giovani che hanno retta intenzione. Su di voi la Chiesa deve investire, la società deve investire, la scuola deve investire; la famiglia deve investire su di voi. Perché voi siete il domani della società. Voi oggi siete il tessuto sano della società del domani». (...) «Io, come vostro vescovo vi sono vicino. E con- Ottocento giovani attratti dal volto di Gesù A nche quest’anno, come ormai di consuetudine, l’appuntamento diocesano della Giornata Mondiale della Gioventù è stato a Motta di Livenza, dove circa 800 giovani, quasi senza accorgersene, sono stati in preghiera per quasi tre ore, tra Duomo e Basilica, dalle 19 fino alle 22. La serata si è svolta in quattro tempi diversi: il primo in Duomo, dove è stato declamato il Vangelo della Giornata Mondiale della Gioventù, quello del “Vogliamo vedere il volto di Gesù”, il motto di questa diciannovesima edizione. Ad accompagnare i giovani in Duomo e durante la seconda parte della serata è stato il coro dei giovani di Motta, che poi in Basilica ha pas- sato il testimone all’ormai mitico coro giovani di Cavalier e Fossalta. La seconda parte della serata ha simboleggiato il cammino quaresimale, ed è concisa con il trasferimento a piedi dal Duomo alla Basilica. In questo momento è stato letto il messaggio scritto da Giovanni Paolo II per l’occasione, nel quale ancora una volta é esternata la grande fiducia che il Papa ripone nella gioventù. Nel messaggio i giovani sono invitati al silenzio e a seguire la croce, chiamandoli all’Eucaristia, concepita come “scuola di libertà e verità”, e ad “essere missionari” nella vita di ogni giorno tra i propri coetanei. Sia all’uscita dal Duomo che all’entrata in Basilica un festosissimo scampanio ha accompagnato il corteo. È stato all’inizio del terzo momento, la celebrazione penitenziale che il vescovo monsignor Zenti, al suo primo incontro ufficiale con la gioventù diocesana, ha invitato i giovani a «distribuirsi in gruppetti» e «uscire a spaccare le veAlcuni momenti dell’appuntamento diocesano della Giornata Mondiale della Gioventù, sabato scorso a Motta di Livenza tate su di me, sempre. Stiamo insieme, sulla stessa barca. L’attraversata è ancora dif ficile..., ma non siamo destinati al naufragio. Tutt’altro! Con noi c’è il Signore, Gesù, che vogliamo sempre più conoscere». Il Vescovo ha concluso invitando i giovani a fare nella vita quello che ha visto all’uscita del Duomo, quando loro si accendevano il flambeau l’un l’altro. Così, se la candela della fede si spegne, hai sempre accanto qualcuno che te la riaccende. Insieme! Perché da soli è molto difficile. Ha invitato a guardare al futuro con più speranza, perché la Pasqua del Signore già sta attuando i suoi migliori frutti. Anche se è difficile raccontare le emozioni che si vivono “in situazione” (resta sempre importante “esserci”...) penso che tutti siano tornati a casa con il cuore colmo della speranza che viene dal Risorto. don Pierino Bortolini Pastorale Giovanile trate». In questo modo il giorno dopo sarebbero tutti finiti sul giornale perché, ha continuato, «I giovani compaiono nei mass-media solo per fatti violenti di cronaca, e mai perché partecipano ad un incontro di preghiera». Una provocazione che certamente ha lasciato il segno, ed anche, purtroppo, una sacrosanta verità, visto che ad eccezione di questa pagina nessuna testata ha parlato dell’evento. Grande è stato l’afflusso dei giovani ai confessionali, e notevole è stato l’aiuto a questa causa dei frati francescani e dei sacerdoti presenti, in tutto una trentina. Al termine della celebrazione è stato consegnato a tutti i partecipanti un piccolo ricordo che consisteva in una collana con una medaglia in vetro-cristallo recante il motto della serata, tutte fatte a mano, di colori differenti e quindi diverse tra di loro. Una scelta non casuale, perché rappresentano l’unicità e l’originalità del giovane. La serata è terminata nel piazzale della Basilica con il concerto dei “Mama Mettimi Giù”, che ha interpretato una serie di famosi brani scritti tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta. Anche questo ultimo momento ha avuto un significato simbolico: la parabola del Padre misericordioso infatti si conclude con la festa per il “figlio ritrovato”, e quindi anche questa celebrazione doveva terminare con un momento di gioia, che quest’anno a differenza degli anni scorsi è stato anche favorito dal bel tempo. Andrea Pizzinat S aranno oltre cinquanta i diocesani che faranno da corona alla consacrazione episcopale del neo vescovo Armando Bucciol. Tra questi una decina di sacerdoti e tre vescovi: mons. Giuseppe Zenti, mons. Alfredo Magarotto e mons. Ovidio Poletto. Quello sperduto angolo della terra non ha mai visto tanti italiani in una sola volta. La diocesi di Caetité, dove don Armando sta lavorando da tredici ani e la nuova diocesi dove eserciterà il suo ministero pastorale, Livramento, confinante con Caetité, si trovano proprio in un luogo sperduto. Da Salvador, dove arriva il volo dal- molta fatica e dà quasi niente: una delle zone più povere del Brasile. Dove si riesce a far arrivare l’acqua si possono ottenere buoni frutti, ma è scarsissima perché piove solamente un mese l’anno. Non sarà un viaggio turistico, perché, al di fuori di Salvador, c’è ben po“Dom” Armando Bucciol, da domenica prossima vescovo di co da vedere, Livramento de Nossa Senhora, in Brasile ma sarà certamente un’esperienza straordinaria per i della diocesi, dove lavorapartecipanti in quanto po- no i nostri preti, mentre la tranno vivere a celebrazione dell’ingresso diretto contatto nella nuova diocesi si svolcon la gente del gerà nella piazza della Catposto e condivi- tedrale di Livramento. Insieme a questi avvedere con loro la festa per il nuo- nimenti i brasiliani non vo vescovo. Così mancheranno di offrire ai potranno speri- loro ospiti qualche altro mentare anche momento di festa e di aquel modo tutto micizia. Il soggiorno dei proprio di vivere partecipanti sarà breve, la fede, fatto di solamente una settimana, molto calore, di un piccolo gruppo rimarrà molta allegria e con par- per quindici giorni. Tutto tecipazione totale di ani- questo servirà a stringere legami più stretti con la ma e corpo. La consacrazione sarà diocesi di Caetité alla quafatta sul sagrato della chie- le si aggiungerà ora natusa parrocchiale di Gua- ralmente anche quella di nambì, la città più abitata Livramento. Sabato 17 aprile la consacrazione episcopale, domenica 18 l’ingresso a nella nuova diocesi l’Europa, bisogna percorrere oltre 800 chilometri di pullman per arrivarci, con strade spesso difficili. Questa terra è chiamata il sertao: terra arida, quasi deserto, che domanda A Ponte di Priula l’incontro interdiocesano dei sacristi V enerdì 23 aprile l’Unione diocesana sacristi di Vittorio Veneto accoglierà ai colleghi delle diocesi di Belluno, Pordenone, Treviso, in occasione della Giornata di ritiro in programma a Ponte della Priula, Tempio votivo. Il programma: alle 9 arrivi e accoglienza; alle 9.30 inizio del ritiro guidato da don Adriano Dall’Asta, teologo liturgista; alle 11.15 preparazione della santa messa; alle 11.30 celebrazione della santa messa presieduta dal nostro Vescovo. Alle 13 pranzo comunitario in un’antica trattoria a Tezze. Le adesioni si ricevono ai seguenti indirizzi: Signor Dassie Antonio, tel. 0438.758515 (ore pasti). Signor Maset Antonio, tel. 0438.73566 (ore pasti). IN BREVE AD AMMAN, IN GIORDANIA IL NUOVO CENTRO NOSTRA SIGNORA DELLA PACE Ad Amman, in Giordania, una nuova struttura per l’accoglienza di persone in difficoltà. È il Centro Nostra Signora della Pace, della cui inaugurazione giunge notizia a Vittorio Veneto tramite il vescovo di Nazareth monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, dopo che a suo tempo anche la diocesi e il nostro giornale avevano portato il loro contributo. La cerimonia inaugurale avverrà giovedì 15 aprile, mentre il giorno dopo, venerdì 16, si sarà la solenne benedi- zione presieduta dal Patriarca di Gerusalemme Michel Sabbah. CELLEGHIN, PRESIDENTE DELL’MCL PROVINCIALE Carlo Celleghin è il nuovo presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori. Nei giorni scorsi si è riunito il nuovo consiglio provinciale dell’Mcl per l’elezione del nuovo Comitato esecutivo provinciale, che ora è così composto: presidente Carlo Celleghin, vicepresidente Gardenal Girolamo, componenti: Giampaolo Castellan, Renato Mattiuzzo, Maria Vittoria Bolis Nervo, Giuseppe Bisetto. Domenica 11 aprile 2004 MORTO ALL’ETÀ DI 90 ANNI Don Alfonso Donadel, prete “tuttofare” I più anziani lo ricordano ancora bene a Stabie, uno sperduto borgo di case tra le montagne, in quella parte della nostra diocesi che si incunea in quella di Belluno. Don Alfonso Donadel era stato mandato lassù a 36 anni, era nato a Soligo nel 1914 come parroco dopo la inevitabile gavetta di cappellano. Era diventato un prete tuttofare. Prima prete, s’intende, ma poi, siccome la guida pastorale delle 300 anime gli lasciava tempo libero, si offriva per qualsiasi necessità della gente: vecchi soli per i quali provvedere, malati da accompagnare dal medico, ragazzi da seguire nel doposcuola. Ma si impegnava anche in lavori materiali. Si era specializzato come stagnino: pentole, secchie, caldaie per il formaggio, ovunque c’erano buchi nel metallo don Alfonso riparava con abilità. Proprio per questa sua passione egli rivendicava il titolo di “prete operaio”. Poi il trasferimento: dai monti alla campagna di Arzeri. Non è stato un gran progresso nella carriera ecclesiastica, perché questa parrocchia non era molto «Q Don Alfonso Donadel, deceduto martedì, era stato parroco a Stabie ed Arzeri più grande di quella che aveva lasciato. Ma lui vi si buttò con altrettanto zelo e disponibilità, e senza lamentarsi. Non faceva gran colpo a prima vista con il modo piuttosto trasandato di vestire, la parola impacciata, ma sotto questa scorza ruvida c’era una persona amabile, simpatica, e intelligente anche. Nelle riunioni dei preti era sempre il primo a porre domande per niente ingenue, mentre con le sue arguzie rendeva allegro l’ambiente. «Era un uomo trasparente, - dice don Alfonso Antoniazzi, suo compaesano - senza malizia, distaccato dalle cose, senza ambizioni personali e tutto dedito agli altri, con una bella vita spirituale, tanto che diversi preti lo avevano scelto come confessore». Anche ad Arzeri continuò con il suo stile e la gente incominciò subito a volergli bene. Era molto attento ai problemi sociali, soprattutto nei primi anni quando lo sviluppo non era ancora arrivato e le condizioni di lavoro nelle campagne, possedute da pochi, era penoso. Negli ultimi anni, invece, il benessere aveva provocato la fuga dai campi e la denatalità e allora don Alfonso mise in piedi una specie di fondazione che assegnava un milione ad ogni nuova nascita, anticipando così soluzioni di cui soltanto in questi tempi si sta parlando. E non trascurò il lavoro materiale, ad Arzeri gli era offerta una nuova possibilità: la cantina ed egli, memore della tradizione del suo paese nativo, diventò un produttore di vino (e di grappa) di tutto rispetto. Non c’era incontro o riunione, per quanto spirituale, che lui, al momento opportuno, non tirasse fuori le sue specialità. Da Arzeri non è stato più cambiato. Vi rimase 42 anni e quando l’età e gli acciacchi lo costrinsero a ritirarsi, soffrì moltissimo e con lui la sua gente. Fu accolto nella casa di riposo di Santa Lucia e lì si è spento, martedì 6 aprile. I funerali sono stati celebrati Venerdì Santo nella chiesa parrocchiale di Arzeri ed è stato sepolto a Campodipietra. (GpM) TESTIMONIANZA uanto a me io sono già versato in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede. Per il resto, è già in serbo per me la corona della giustizia, che mi consegnerà in quel giorno il Signore» (2 Tim 4). Questa l’epigrafe davvero realistica per don Alfonso Donadel una vita per il Signore, donata (come recita il cognome) al servizio dei fratelli. E proprio così egli leggeva se stesso: nato la Domenica delle Palme del 1914, miracolosamente salvato durante la prima guerra mondiale, sacerdote per 64 anni, totalmente consacrato per il Ministero. “Nella bassa” – prima come cappellano a Campo di Pietra e poi come parroco ad Arzeri per oltre 40 anni – era il confessore e il direttore spirituale di tutti, ricercato soprattutto come uomo di Dio, testimone dell’invisibile, ministro del perdono e della consolazione: «Mi chiamano quello delle benedizioni» ripeteva, «e io ne approfitto per aiutare le persone a crescere nella fede e ad incontrare il Signore». E il suo ministero era reso credibile da una sorta di radicalità evangelica portata davvero al limite: in una povertà gioiosa ed esemplare, in una fedeltà incrollabile, in quel “farsi tutto a tutti” che lo vedeva profondamente incarnato e coinvolto nella vita concreta della sua gente, fin nelle cose più quotidiane, ordinarie, quasi banali. Ti rendeva Dio “Uno di casa”, incarnando gioiosamente il Vangelo, senza peraltro concedere sconti di alcun genere, né 15 a se stesso, né agli altri. E le molte battute, con le quali argutamente riassumeva la sapienza umana e la fede cristiana, erano sempre profondamente efficaci e incisive. Ma non si può comprendere don Alfonso, se non si conoscono le lunghe ore di preghiera al mattino presto e la sera, prima della Messa, trascorse in chiesa, accanto all’ Eucaristia in quell’angolino vicino all’altare del Santissimo: l’“Ufficio divino” era la priorità assoluta! E quel libro “Dio è amore” – la cui copertina aveva cambiato colore – sul quale costruiva la meditazione quotidiana per dieci anni! E quel modo di celebrare la Messa (dispiaciuto con se stesso per quella pronuncia delle parole che gli sembrava così inadeguata). E la sua più grande cattedra era l’umiltà: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i torti. Dio ha scelto ciò che nel mondo è disprezzato e ciò che è nulla, per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1 Cor 1, 27ss); questo era il suo biglietto da visita. «Non capisco perché vengano da me, che non so né parlar né taser» mi diceva spesso. E si commoveva per ogni più piccola attenzione nei suoi confronti, ritenendosene indegno. Un prete d’antico stampo... ma che mostrava il vangelo nella sua vita, e insieme trasmetteva la gioia della fede e il gusto della fedeltà! E la nostra Chiesa, insieme ai moltissimi che egli ha confermato nella fede con la parola e l’esempio, ne custodiscano la memoria in benedizione! Don Roberto Battistin La povertà gioiosa ed esemplare di don Alfonso Un prete d’antico stampo... che mostrava il vangelo nella sua vita 16 IL COMMOSSO SALUTO DEI BELLUNESI AL LORO VESCOVO VINCENZO SAVIO “Un’esistenza riuscita” «E ra un amico di cui condividevo tutto, in particolare l’entusiasmo per i giovani, la sua serenità. Il suo esempio è stato davvero singolare perché ha accettato che la sua vita fosse un lento prepararsi alla vita vera». Così mons. Eugenio Ravignani, vescovo di Trieste. E mons. Ovidio Poletto, vescovo di Concordia-Pordenone: «È stata la figura ideale del vescovo dei giovani. Era pieno di una capacità di rapporto umano e di calore che non poteva non contagiare. Questa morte resta un mistero, solo dentro i disegni di Dio può trovare una spiegazione, sono convinto che lascia un segno di speranza e di ottimismo. I giovani che l’hanno conosciuto non possono non consentire che la chiesa è giovane».«Con mons. Savio – testimonia il nostro vescovo, mons. Giuseppe Zenti - - ci eravamo telefonati 10 giorni fa, successivamente avevo desiderato incontrarlo ma non era più possibile». «La cosa più bella è che sia stato un testimone della risurrezione e L’AZiON Chiesa Domenica 11 aprile 2004 passando per il travaglio del calvario». Ravignani, Poletto, Zenti sono soltanto tre dei 30 vescovi che hanno partecipato, con il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, al funerale di mons. Vincenzo Savio, vescovo di Belluno-Feltre, morto di tumore dopo 17 mesi di malattia. Un trapasso che ha commosso molti, come testimoniavano la cattedrale e la piazza antistante stracolme di gente per rendere l’ultimo omaggio a “don Vincenzo”, come il vescovo si faceva chiamare. “Un’esistenza riuscita”: così l’ha definita, in modo significativo, il patriarca Scola, richia- Dal suo testamento:“La cosa più importante è dire a tutti che io sono senza misura contento di Dio” mandosi anche al testamento spirituale di Savio letto a conclusione del rito funebre. «Una caparra della certa speranza della sua resurrezione e della nostra ce l’ha donata, ancora una volta, l’amato Vincenzo, con la splendida affermazione del suo testamento spirituale: “Ad ogni buon conto, la co- sa più importante è dire a tutti che io sono senza misura contento di Dio. Una meraviglia! Una sorpresa continua…”. Come non intravedere in queste parole – ha proposto Scola - che la sua morte altro non è se non la manifestazione di un’esistenza riuscita ed ora consegnata al Padre?». Una vita esemplare, quella di Savio, come appunto è stata la sua malattia e la sua morte. Una malattia segnata da un’angoscia. Per il Sinodo il vescovo aveva voluto un’indagine socio-religiosa. L’ha condotta l’Università Cattolica di Milano. Di un risultato non si capacitava Savio. L’ha testimoniato lo stesso patriarca: «Non era forse la nostra tiepidezza nell’annunciare il Risorto che tanto tormentava il nostro amato Vincenzo? Mi scriveva il 24 di febbraio 2004 invitandomi per una meditazione sullo stupefacente “Volto di Cristo” del Beato Angelico, col quale si è voluto in santa solitudine immedesimare poche ore prima della sua morte: «Il nostro mondo, quello che abbiamo chiamato “la città”, come può essere raggiunto e quasi colpito dall’annuncio di Gesù che l’inchiesta socio-religiosa ha documentato così dolorosamente lontano? C’è un sentiero per entrare in questa “città” con il nome di Gesù?». La risposta l’ha anticipata lo stesso patriarca: «Carissimi, il nostro amato Vescovo ci ha indicato questo sentiero lungo tutta la sua vita. Fin da bimbo ha aderito alla chiamata del Signore, nelle varie modalità e nelle varie città con cui ha esplicato la sua missione di educatore, ma soprattutto nella testimonianza che ci ha dato nel modo di portare la malattia e di affrontare la morte, ci ha indicato la via dell’avventura cristiana. Con una vita segnata certo, come quella di ogni uomo, da fragilità e da limiti, ma ancor più attraversata dal desiderio indomito di immedesimarsi alla croce e alla Resurrezione di Gesù». Croce e risurrezione sintetizzati in quel volto di Cristo del Beato Angelico che Savio ha voluto, prima di morire, portare in contemplazione a Belluno. Aveva previsto che lo guardassero in tremila in tre giorni. Straordinaria, invece, la risposta. Più di mille al giorno, tanto che l’esposizione è stata prolungata. Mons. Savio riposa nel cimitero di Osio Sotto, il paese della provincia di Bergamo dov’era nato giusto 60 anni fa. Francesco Dal Mas SABATO 10 IN CATTEDRALE Diciassette nuovi cristiani della notte di Pasqua D iventare cristiani nella notte di Pasqua. È quel che accadrà a 17 catecumeni sabato sera nella cattedrale di Vittorio Veneto, nel corso della solenne Veglia pasquale presieduta dal vescovo Giuseppe Zenti, che avrà inizio alle 22. A ricevere il battesimo saranno stavolta tutti stranieri, di età che vanno dagli 8 ai 40 anni. L’etnia più cospicua è quella degli albanesi, in undici. E tra di essi c’è un’intera famiglia – papà, mamma e tre figli – di Revine. Ci sono poi due catecumeni del Burkina Faso, un rappresentante ciascuno di Algeria, Cuba, Moldavia, Santo Domingo. G SACILE iovedì 1 aprile, su invito del Centro Studi Biblici, il professor Giorgio Fossaluzza ha tenuto a Sacile una relazione dal titolo: “Davanti all’immagine di Cristo risorto: un percorso iconografico e stilistico su alcune raffigurazioni della resurrezione, con qualche nota sui fondamenti teologici”. Noto docente di storia dell’arte all’università di Verona, il professore ha curato il catalogo delle opere di Pino Casarini, in occasione della mostra del 1992. Recentemente, su incarico della Fondazione Cassamarca di Treviso, ha realizzato il corpus degli affreschi nelle chiese della Marca Trevigiana dal Duecento al Quattrocento. Il relatore ha sviluppato quindi la delicata problematica dell’origine dell’immagine di Gesù che si è affermata in Occidente: un volto bello, ovale, con la barba, dai capelli lunghi e divisi nel mezzo, con fattezze occidentali e non ebraiche. A questo punto, ha affrontato più direttamente il tema della rappresentazione artistica della resurrezione, che compare relativamente tardi ed in relazione a cappelle funerarie o all’ascensione di Gesù. Generalmente l’iconografia della resurrezione comprende la rappresentazione delle donne al sepolcro e solo poco alla volta al centro viene posto il Cristo che risorge da morte. Fossaluzza ha dato infine un rapido sguardo al Cristo risorto e agli affreschi dell’abside del Duomo di Sacile, realizzati da Pino Casarini, ed ha concluso accennando al dibattito in corso tra autori di opere d’arte sacra su ispirazione artistica e canoni teologici. Alessio Magoga Il volto del Risorto nell’arte secondo Fossaluzza I sacerdoti aiutano tutti. Aiuta tutti i sacerdoti. Ogni giorno 38.000 sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite tra tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti. Se vuoi sapere come fare la tua offerta, telefona al numero verde 800.01.01.01 Offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Un sostegno a molti per il bene di tutti. Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalità: • Conto corrente postale n° 57803009 • Carte di credito: circuito CartaSi chiamando il numero verde 800.82.50.00 oppure via internet www.sovvenire.it • Bonifico bancario presso le principali banche italiane. • Direttamente presso l’Istituto Sostentamento Clero della tua diocesi. Per chi vuole, le offerte versate a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero sono deducibili fino ad un massimo di 1032,91 euro annui dal proprio reddito complessivo ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali. Per dettagli sulle modalità chiama il numero verde informativo 800.01.01.01 Scegli la modalità che preferisci. Ti ringraziamo per la tua offerta. CHIESA CATTOLICA - CEI Conferenza Episcopale Italiana e L’AZiON Chiesa Domenica 11 aprile 2004 17 L’AGENDA del Vescovo G iorno dopo giorno la luce si fa più intensa e duratura. I nuovi colori si saturano piano piano e il ritorno dei profumi allontana la sensazione del freddo. Il verde sempre più vigoroso consegna al ricordo il pallore della neve e i toni più vaghi del paesaggio invernale. È straordinario osservare come la natura in questa stagione sia fortemente rappresentativa della simbologia pasquale. La grande svolta primaverile, che allontana le lunghe ombre dell’inverno, prepara e accompagna la piena rivelazione del Signore che l’alba del nuovo giorno contempla risorto. Il Signore dell’alba è il nome dato a Dio nella penultima, breve sura (o capitolo) del Corano, la 113, che il dialogo fra le religioni monoteiste ha consegnato alla nostra meditazione. Nei tempi della contrapposizione culturale, della violenza e del terrorismo diventa ancora più doloroso scoprire quanto numerose siano le parole comuni usate dai Domenica 11 aprile: Alle 11 in cattedrale celebra la Messa solenne del giorno di Pasqua e impartisce la benedizione apostolica. Lunedì 12: Celebra Messa e cresime: alle 10.30 a Parè e alle 17 a San Vincenzo di Oderzo. Alle 19 a Rustignè presenzia alla posa della prima pietra della canonica. Martedì 13: Al mattino incontra i sacerdoti della forania di Vittorio Veneto a Pralongo di Zoldo. Alle 20 a Sernaglia della Battaglia incontra i cresimandi con genitori, padrini e madrine. Dal 14 al 21: È in Brasile per partecipare all’ordinazione episcopale di monsignor Armando Bucciol e visitare i missionari della diocesi operanti in quei luoghi. “Chiarità è carità” credenti. Ed è proprio nelle prime ore del mattino il momento in cui il Signore consegnerà alle donne la propria verità rendendole prime annunciatrici della Pasqua. È toccato a loro aprire questa catena perché grande era la loro povertà, ma ancor più grande era il loro amore. È sorprendente ri- scoprire ogni volta che sono sempre gli ultimi della terra a incontrare il Signore per primi e ad amarlo più degli altri. Il giardino fiorito, il cielo terso delle costellazioni, il librare leggero degli uccelli con i loro canti del primo mattino, diventano ormai la parabola della speranza di Gesù risorto. Come la primavera allontana il buio dell’inverno, così la Risurrezione ora rischiara tutto con la sua nuova luce. Il biblista Luìs Alonso Shökel era solito dire che “chiarità è carità” e così non possiamo scordare che il cristiano è un uomo del futuro, di una speranza proiettata in avanti ma sostenuta da una fede storica, incarnata, destinata a salvare il tempo, a redimerlo e a farlo sbocciare nell’eterno. È per questo che il cristiano non vive disprezzando il corpo, le cose, il mondo, le gioie quotidia- ne, il lavoro. Egli non decolla dall’orizzonte della sua famiglia, della sua città e del suo impegno verso cieli inesistenti, verso illusioni, perché il Regno di Dio è seminato nella storia e vuole trasformare la storia in eternità. È per questo che si proclama la fedeltà e l’amore concreto nei confronti della propria sposa o sposo, nei confronti dei poveri, nei confronti della società. È per questo che il sacramento del matrimonio santifica tutto l’essere dei coniugi, corpo e spirito, e ha nell’abbraccio dell’uomo e della donna il suo sigillo. È per questo che noi non professiamo la nostra fede nell’immortalità dell’anima, ma nella “risurrezione della carne” e attendiamo “nuovi cieli e nuova terra”. Gian Antonio e Daniela Dei Tos l gruppo di preghiera Pa- PELLEGRINAGGIO: Da Sacile un sacerdote della parrocchia dre Pio di Sacile organizza del Duomo di Sacile. Per preai luoghi di padre Pio un pellegrinaggio a San Gionotazioni e versamento della vanni Rotondo e Pietrelcina (luo- Lanciano, nei giorni 28-29-30 apri- quota di partecipazione rivolgersi ghi di padre Pio) con sosta a Lore- le e 1 maggio. alle suore di Maria Bambina, piazto, Castelpetroso, Sant’Angelo e Il gruppo sarà accompagnato da za Duomo, Sacile. I OGGI Domenica Domenica 11 aprile – Pasqua di Risurrezione At 10, 34. 37-43; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9 Prima Settimana del Salterio I quadri pasquali che ci vengono presentati dai vangeli esprimono il cuore della fede dei discepoli: Dio ha dato vita nuova a Gesù. La tomba sigillata non ha l’ultima parola perché Dio interviene con la sua potenza e rende vivo il profeta crocifisso e che tutti pensavano sconfitto. Per questo noi, sulla testimonianza delle Scritture e della Chiesa, proclamiamo con gioia grande che Gesù è il Risorto, e che il suo cammino e la sua opera continuano nella storia. Ma che cosa significa questo per noi? Significa che, com’è avvenuto per la persona di Gesù, Dio può far rotolare via anche le pietre più pesanti, può rompere anche le catene più potenti, può farci superare anche le oppressioni più gravi. Dio può fare entrare la sua luce nel buio del nostro sepolcro. Quante volte oggi siamo tentati di rassegnarci a situazioni personali o collettive che ci sembrano prive di una via d’uscita! Pensiamo alla crisi della famiglia, della fede, alle ingiustizie, alle nuove e antiche povertà, alla mancanza di speranza nel futu- ro, alle guerre grandi e piccole… Ma se ci soffermiamo un momento sulla realtà della morte di Gesù, ci accorgiamo che anche quella era una situazione disperata, e tutto sembrava concludersi nel buio di quel sepolcro. Lentamente e con fatica i discepoli hanno però capito che il Dio fedele, come non aveva abbandonato Gesù nella morte, così non avrebbe abbandonato nessuno dei suoi figli. In questa Pasqua 2004 vogliamo pregare il Signore perché il nostro cuore non ceda mai alla rassegnazione, all’accettazione passiva del male che tanto facilmente si può insinuare dentro di noi. Il Dio della Bibbia è da sempre colui che “fa uscire” Israele dalla casa di schiavitù: “Aprirò i vostri sepolcri e vi farò venire fuori dalle vostre tombe…” (Ez 37, 12). Anche in questo nostro tempo non manca la tracotanza e la prepotenza di chi ha raggiunto una forte capacità di persuasione sui popoli: come non rassegnarsi di fronte a questa dolce e seducente riduzione in schiavitù? Se non avessimo fiducia nel Dio che ha cambiato la morte in vita, potremmo archiviare la nostra speranza di cambiamento e liberazione. Probabilmente dovremmo assomigliare un po’ di più ai personaggi incontrati nel Vangelo e che colpiscono per il loro comportamento: corrono tutti e tre, Maria, Pietro e l’altro discepolo. Corrono in tempi diversi e in modi diversi, ma li accomuna una grande passione. Ognuno di loro ha certamente avuto i propri limiti, ma sono persone che hanno buttato il loro cuore nella direzione dell’amore. Le origini cristiane non sono popolate di eroi, ma sono ricche di donne e uomini appassionati. Attorno a Gesù e alla sua forza liberatrice esiste tuttora molta indifferenza e molta ostilità, ma non manca, anche oggi, una grande quantità di persone pronte a scommettere la vita per il Vangelo e ad incarnarlo nella vita quotidiana. E noi? E io? L’umanità, questa umanità, si aspetta che noi credenti nella vita senza fine ci facciamo collaboratori fiduciosi del Dio che libera. Il compito è immane e può spaventare. Anche la pietra del sepolcro sembrava un ostacolo insormontabile. Don Fabrizio Mariani SACILE: Conferenza sull’Apocalisse G iovedì 15 aprile nel palazzo della biblioteca comunale “Romano Della Valentina”, alle 16.30, terzo appuntamento con “Imago Mundi - Viaggio attraverso i Grandi Libri: Apocalisse”. Renzo Mulato, filosofo, interviene su “Il pensiero apocalittico tra Umanesimo e Modernità”. Il 22 aprile relatore sarà don Rinaldo Fabris, teologo e biblista, sul tema “Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questo libro (Apocalisse 1, 3)”. I “maestri del lavoro” dal vescovo Zenti I l 19 marzo, festa di san Giuseppe, un numeroso gruppo di “Maestri del lavoro” della diocesi di Vittorio Veneto, accompagnati dal vice console provinciale Gino Toffoli e da Severino Marcuzzo, ha fatto visita al nuovo vescovo monsignor Giuseppe Zenti, per dargli il benvenuto e porgergli auguri di buon onomastico. Dopo un breve saluto, Marcuzzo ha presentato il gruppo, illustrando la figura del “Maestro del lavoro”, per quello che ha fatto nella sua lunga vita operativa e per quello che è chiamato a collaborare, da pensionato, nel sociale. Il Vescovo ha poi rivolto ai presenti un cordiale e significativo saluto di circostanza, analizzando le tematiche del lavoro, il valore della famiglia e augurandosi che le nuove generazioni sappiano fare tesoro dell’esperienza del gruppo. È stato un simpatico incontro con il nuovo Pastore che si è subito dimostrato non solo Padre, ma amico di tutti. Ucid Ferro, nuovo presidente nazionale I l padovano Angelo Ferro è il nuovo presidente nazionale dell’Ucid, l’Unione cristiana imprenditori dirigenti, nata nel lontano 1947. A designarlo, mercoledì scorso a Roma, è stato il Consiglio direttivo nazionale dell’Ucid che ha rivolto un vivo ringraziamento al presidente uscente Francesco Merloni. Angelo Ferro, sino ad ora presidente del gruppo interregionale Ucid Veneto Trentino, è presidente di Pavan Spa, una società leader a livello mondiale per la produzione di macchine e impianti per paste alimentari e lavorazione di cereali. È anche presidente dell’Opera Immacolata Concezione, società non profit che dà ospitalità e cura – a Padova e in altri sette centri del Veneto – a circa mille persone non autosufficienti. Ferro è anche autore di diverse pubblicazioni di carattere economico e insegna Politica economica internazionale alla facoltà di Economia dell’Università di Verona. Domenica 11 aprile 2004 IN OCCASIONE DI ANTENNACINEMA DAL 16 A FOSSALTA MAGGIORE Editoria di Marca, casoni e pergamene “E ditoria di Marca”: questa la prima edizione di un’iniziativa di spessore, proposta per il mese di aprile, e organizzata dalla Pro loco di Fossalta Maggiore, patrocinata dal Comune di Chiarano e dalla provincia di Treviso. “Editoria di Marca” sarà un salone dell’editoria veneta sulla storia, l’ambiente, le tradizioni, la letteratura della Marca trevigiana e del Veneto. All’iniziativa, che prende il via venerdì 16 aprile alle 20 nella sala “Monsignor Costantino Stella” in piazza San Marco a Fossalta (contestualmente all’inaugurazione della 33ª edizione della festa di San Marco), hanno già dato la loro adesione le maggiori case editrici del Trevigiano, e oltre: ci saranno E- dizioni Biblioteca dell’Immagine, Canova, Giacobino Editore, Kellermann Editore, Biblos Edizioni, Santi Quaranta, Zanetti, Dario De Bastiani, Libreria dell’Immagine di Bepi Barbarotto, Editoria Universitaria Venezia, DiAdamoEditore, Edicicloeditore, Antilia, Piazza Editore, Vianello Libri, Marsilio Editori. «Hanno aderito le maggiori case editrici del Veneto – osserva con soddisfazione il segretario della Pro loco Giannino Sandre –. Oltre a quelle già citate si è aggiunta anche la Fondazione Benetton Studi e Ricerche. Una presenza notevole per questa prima edizione; si sentono gratificati gli organizzatori che stanno già allestendo una tensostruttura che ospiterà più di duemila titoli». Nell’ambito della manifestazione sono previsti altri momenti di spessore culturale, quali la mostra fotografica “I casoni veneti”, con materiale raccolto dal maestro G. Girelli e altro preparato dagli alunni delle scuole di Chiarano. Ci sarà l’esposizione delle pergamene antiche del “Da Fossalta” nel Fondo Onigo (1216-1383). Il 28 aprile ci sarà l’incontro con l’autore Mario Bernardi che parlerà della cultura e della storia del nostro comprensorio, e presenterà il suo ultimo lavoro “Oderzo tra Ottocento e Novecento”. Nei locali della Pro loco ci saranno, inoltre, esposizioni d’arte con mostre personali e collettive di pittura. Giuseppina Piovesana “STELLA SPLENDENS”,QUARTO CD DELLA CORALE S.SALVATORE A pplausi e consensi per la Corale San Salvatore che dedica alla Madonna il suo quarto cd presentato domenica 4 aprile nella parrocchiale di Susegana. Pubblico in piedi dopo l’esecuzione dell’ultimo brano della raccolta mariana “Stella splendens” e per il direttore Gianni Bortoli è stata di certo anche una meritata vittoria personale. Se il canto del XIV secolo “Cuncti Simus Concanentes” che chiude il cd, o “Stella splendens” che dà il titolo al disco, si prestano al facile recepimento e alla condivisione popolare anche per l’accompagnamento di flauto e percussioni, non è così per l’Ave Maria di Riccardo Giavina, presente al concerto, un brano che, come numerosi altri, si presenta impegnativo per il pubblico, ma soprattutto per i coristi. Registrato nella chiesa di San Martino di Colle Umberto, “Stella splendens” raccoglie 16 canti dedicati o ispirati alla Vergine e presenta anche un libretto con un’introduzione esplicativa per ogni brano e, quando ne- “VOCI DA GALERA” RACCOLTE DA CARLO MOLINARI “V oci da galera” è un titolo dal suono sinistro. Dalla galera, infatti, sembra che possano venir fuori solo voci cattive. Invece questo libro raccoglie voci ricche di umanità. A volte di denuncia, di rabbia per le condizioni disumane, di proclamazione della propria innocenza, ma più spesso di speranza, di voglia di vivere, di ricominciare daccapo. Storie dolorose di degradazione nel male, ma anche di volontà di riscatto. Come sono potute finire in un libro queste voci? È una bella storia che il curatore, Carlo Molinari di Conegliano, racconta nell’introduzione. Aveva ascoltato a Radio Maria la lettera di un carcerato che chiedeva conforto e d’impulso gli scrisse. L’effetto sul detenuto fu straordinario. Da qui gli venne l’idea di creare una rete di persone che mantengano un contatto epistole con qualche carcerato. La proposta ebbe subito un seguito e sfociò nell’associazione Amica (Amici dei carcerati), che attualmente conta cessario, testo originale e traduzione a fronte. Dopo una serie di esibizioni previste a breve in provincia di Treviso, la corale suseganese sarà a Venezia il 18 aprile e dal 5 al 9 maggio sarà impegnata in una tournée in Ungheria, per ospitare poi, dal 2 al 6 luglio il coro Gaudium Pratense di Praga (Repubblica Ceca). Antonio Menegon Libri circa 80 soci. Il primo aiuto che queste persone offrono a chi vive segregato in carcere è proprio il poter comunicare, perché molti di loro sono stati abbandonati da tutti e vivono nella totale solitudine e il poter parlare con qualcuno che cerca di capire, che non giudica, ma ascolta con attenzione e partecipazione, è ciò di cui hanno innanzitutto bisogno. Scrivere poi è più che parlare: costringe a mettere ordine nei propri pensieri e a rivedere con calma la propria vita: ha un effetto purificatorio. Era giusto che queste voci fiorite in un clima di amicizia non rimanessero solamente nell’ambito dell’associazione. È nato così questo libro dove Carlo Molinari ha raccolto non solo alcune di queste lettere, ma anche poesie, articoli e qualche fatto di cronaca per far conoscere questa realtà che resta pur sempre una parte della vita umana che ha bisogno di solidarietà e di comprensione superando il disprezzo che spesso pesa su di essa. “Conegliano Tv”, nuova Lo Stabat Mater di Santin e Convito rete televisiva sperimentale Q Il film di Mel Gibson sulla Passione ripropone il tema del rapporto tra il Vangelo e la sua trasposizione artistica S A ll’indomani dell’uscita nelle sale cinematografiche del film di Mel Gibson sulla Passione di Gesù uno scrittore cattolico chiede, provocatoriamente, il silenzio dell’arte su Cristo. Tacciano dunque i poeti e i narratori, si astengano i pittori dal metter mano al colore, gettino lo scalpello gli scultori, zittiscano i loro strumenti i musicisti, oscurino i registi l’occhio della cinepresa. Non intromettiamoci nel Mistero che l’arte non riuscirà comunque ad interpretare; non traduciamo la memoria che ognuno di noi ha per lettura e meditazione del Vangelo con altre letture e meditazioni artistiche, per non incorrere nel tradimento dei contenuti originali; asteniamoci dal produrre e dal fruire parafrasi sacre; atteniamoci alla forma e alla sostanza dei riti liturgici. Possibile? Direi di no. Il ricordo è di per se stesso un commento, la memoria è filtrata dalle emozioni, la meditazione è percorsa da ellissi e troncamenti. Qualsiasi operazione intellettuale è segnata e mediata dall’esperienza personale, il gesto culturale avviene come frutto di un’identità, il tentativo di rappresentazione contiene il dubbio; ma non per questo questi debbono essere a priori considerati negativi. Allo stesso modo chi guarda, ascolta e legge l’arte sa di essere di fronte ad un evento soggettivo, universalizzabile sì, ma in qualche modo parziale, comunque degno di interlocuzione. Il principe Myskin, ne “L’idiota di Dostoevskij”, davanti a un quadro della Deposizione, esclama: «Quel quadro! Quel quadro a più d’uno potrebbe far perdere la fede». Certo, ma solo se quella fede è dalla sua già fragile e tremolante. Potrebbe ugualmente accadere nel sentire il rabbrividente “Confutatis” mozartiano, nel contemplare lo struggente cadavere del “Cristo morto” del Mantegna o la “Pietà Rondinini”, APPREZZATA ESECUZIONE Irresistibilmente attratti da Gesù potrebbe succedere davanti alle didascaliche formelle che compongono la Via Crucis nelle nostre chiese o addirittura davanti a un qualunque crocifisso. Non sono il quadro, il bozzetto, il saggio o le note i protagonisti; siamo noi. La Passione di Cristo raccontata nei Vangeli si chiude in poche righe: gli elementi del dolore sono narrati in modo ermetico, le scene di sofferenza si aprono e si chiudono immediatamente, viene quasi lasciato alla natura e alle cose esprimere la tragedia con il buio improvviso, le scosse della terra, le rocce spezzate, lo squarcio del velo del tempio. Il grido finale sembra stemperarsi nel cambiamento repentino e opprimente dello scenario. Del resto quello che conta è il dopo; la chiave di lettura è dentro il sepolcro vuoto; questo è l’epilogo necessario, che ha però il proprio prologo altrettanto necessario nei giorni drammatici degli insulti e dello scempio. Ciò che accade prima è la misura del dopo, la sua spiegazione. Lo strazio provato nello stare accanto alla persona cara irreparabilmente malata e agonizzante e il rammento di questo ci dicono di quanto l’abbiamo amata; il legame con essa si esprime nell’intensità con la quale abbiamo accompagnato il suo patimento e ne ricordiamo la reciproca afflizione. Nella Passione di Cristo c’è un di più: il tormento fisico e la morte sono voluti. La consapevolezza e la volontarietà del dolore sono la dimostrazione di un amore che viene prima del nostro e che nel nostro cerca un successivo possibile compendio, la sua realizzazione. Entrare in quel dolore, capendolo, significa anche cercare di conoscere l’efferatezza e la violenza che l’hanno provocato. In questo senso vanno molte opere filmiche dei percorsi cinematografici composte sulla storia di Gesù, storia divina umanizzata perché destinata a uomini che potrebbero così meglio intuirne la trama soprannaturale lungo tutte le sequenze di quella vita e di quella morte straordinarie (da “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini a “Jesus Christ Superstar” di Jewison a “Il Re dei re” di Ray a “L’ultima tentazione di Cristo” di Scorsese… per finire all’ul- Non possiamo negare all’arte di rappresentare la vita,la morte e la risurrezione di Cristo tima “The Passion of The Christ” di Gibson). Tutte opere imperfette, quindi passibili di tentennamenti critici, ma importanti perché ci inducono a ripensarci come primi partecipanti di un lutto che prelude a una vita nuova, totalmente inedita. Chiedere il silenzio al regista sarebbe oltretutto perdere un’occasione di riflessione e di riflessione collettiva; chiederlo all’arte in generale sarebbe inoltre un pericoloso attentato alla libertà di pensiero che impoverirebbe il dibattito e l’approfondimento personale. La sceneggiatura, i contenuti, le modalità estetiche, le scelte di regia, passibili di obiezioni, risultano di per sé accettabili quando si avverte in essi una tensione spirituale profonda e il bisogno di ricercare l’essenza del fatto interpretato. Sappiamo come gli effetti di un lavoro artistico siano carichi di rischio e di difficoltà: possono essere superficiali, eccelsi o mediocri; abbiamo la facoltà di valutare. Non possiamo però, a causa del rischio e della difficoltà connaturate alle elaborazioni artistiche, dire no all’arte che si avventura nella trasposizione di fatti sublimi; le negheremmo il compito che le è proprio di rappresentare tutto ciò che appartiene agli uomini, comprese la vita, la morte e la risurrezione di Cristo. Elvira Fantin e n’è parlato per anni. Ma adesso il sogno è davvero pronto a decollare: la città del Cima sarà la prima, nel Veneto Orientale, ad avere una televisione di città. Si tratta di “Conegliano Tv”, nata da una partnership fra AntennaCinema Media 2004, Asco Tlc, i Comuni di Conegliano e Pordenone, il Progetto Giovani del Coneglianese e il Consorzio universitario di Udine e Pordenone. Le trasmissioni cominceranno lunedì 19 aprile, in concomitanza con l’apertura della manifestazione coneglianese, che fino a domenica 25 aprile ospiterà decine di eventi dedicati alla riflessione, alle sperimentazioni e allo spettacolo attorno alle nuove forme di comunicazione. La programmazione televisiva sarà sperimentata per tutta quella settimana, ma non è escluso che il canale possa diventare stabile. Le redazione Alla concretizzazione del progetto lavorano, ormai da due settimane, una quarantina di giovani di Co- negliano e dell’hinterland. Si tratta di allievi del corso di laurea in sistemi multimediali di Pordenone, ma anche di altri studenti, appassionati di editing, multimedia, programmazione informatica, teatro, scrittura creativa. Ragazzi che in questi giorni, videocamera in spalla, è già possibile vedere in giro per la città. I programmi Il palinsesto sarà fortemente collegato alla realtà locale. In particolare sono previste circa 12 ore al giorno di trasmissione, per metà autoprodotte dai giovani (in diretta e in differita) e per il resto provenienti da un archivio. All’interno del teatro Accademia sarà allestito un vero studio televisivo. Il set sarà aperto anche al pubblico, che potrà andare davanti alle telecamere per parlare alla città e al comprensorio. Alcune fasce orarie saranno inoltre dedicate ai format ideati dai ragazzi della redazione, in particolare fra le 7.30 e le 9.30, le 14.30 e le CONEGLIANO: Il 14 all’Accademia la “Cenerentola” di Procofiev I n Russia è una delle fiabe più amate e non solo dai bambini. La storia di Cenerentola, la povera servetta “umiliata e offesa” che diventa una principessa dopo aver trovato il suo principe azzurro, fu interpretata nel 1945 dal musicista Sergiej Procofiev come la metafora delle sofferenze che il popolo sovietico aveva vissuto durante la guerra e, nel contempo, delle speranze seguite alla MOSTRE PIEVE DI SOLIGO È aperta fino al 12 aprile, all’hotel Contà, la mostra di opere di Angelo Bressan “Paesaggio tra realtà e visione”. Orari di apertura: da mercoledì a venerdì 1620; sabato e domenica 10-12 e 15-21. PIAVON Sempre il 12 aprile chiude a Cà Lozzio Incontri la personale di Otello Mamprin. Orario: 10-12 e 15-24, chiuso lunedì e martedì. TRICHIANA Fino al 13 aprile personale del pittore Fiorenzo Bonetta. fine del terribile conflitto. Così nacque uno dei più famosi balletti della storia della musica e del teatro. A quasi sessant’anni dalla sua prima rappresentazione (al Bolshoy di Mosca), liberato col tempo da ogni sovrastruttura ideologica, oggi “Cenerentola” mantiene intatto il fascino musicale e coreografico delle sue origini. La compagnia del “Teatro Accademico di Stato del Balletto Classico di CONEGLIANO Mercoledì 14 è l’ultimo giorno per visitare, all’oratorio dell’Assunta, la mostra di ceramica artistica contemporanea dal titolo:“Terra, acqua, aria, fuoco: evocazioni, la forma di un’idea” proposta dalla cooperativa sociale Kalamita. Orari: feriali 16-19.30; venerdì e festivi 10-13 e 15-19.30. VITTORIO VENETO Fino al 18 aprile, a palazzo Piazzoni Parravicini, è possibile ammirare la mostra fotografica “Il Vittoriese di Giulio Marino fotografo (1860-1962)”. Apertura: ogni giorno (escluso il lunedì) dalle 15 alle 19. 16.30 e dalle 20.30 in avanti. Eccone una carrellata: una sit-com giovanile; un programma dedicato alle osterie della città; una trasmissione comica, con gag e candid camera; un programma che dà voce agli immigrati, agli anziani e ai portatori di handicap; un format dedicato alla cucina, che vedrà delle vere e proprie incursioni nelle abitazioni delle casalinghe coneglianesi; una trasmissione di informazione locale. Le tecnologie Le trasmissioni avverranno in due modalità. Innanzi tutto via etere, sfruttando un cono d’ombra, per cui basterà sintonizzarsi sul canale Uhf compreso tra 67 e 69; in questo caso la diffusione del segnale coprirà un’area con un raggio di circa tre chilometri e mezzo. Inoltre via cavo, grazie alla collaborazione tecnologica di Asco Tlc, attraverso un mega-schermo che verrà posizionato in centro città. Mosca” proporrà la versione integrale di questo spettacolo mercoledì 14 aprile al Teatro Accademia di Conegliano, con inizio alle ore 21. La serata è organizzata da Arteven e dall’ Associazione "Amici del Burkina", in collaborazione con le amministrazioni di Comune, Provincia e Regione. Ingressi: posti numerati euro 20 (primi posti), euro 16 (secondi posti). I biglietti potranno essere acquistati in prevendita presso la libreria Canova. (ATa) uando la musica sacra d’ispirazione medievale si sposa con la poesia e la prosa dei giorni nostri e ne nasce una serata ricca di suggestioni. L’occasione è data dallo splendido concerto “Stabat Mater”, tenutosi venerdì 2 aprile nel Tempio votivo di Ponte della Priula. Che ci ha regalato, fin dalle prime battute, un connubio perfetto e molto fluido, tra le esecuzioni in canto e in musica, affidate ai 9 componenti del “Convito musicale” e, gli intermezzi recitati, per voce degli attori Francesco Santin e Mariateresa Dalla Vedova del gruppo teatrale “Orazero”. Durante la serata scivola via, in un crescendo di sensazioni, quasi un’ora e mezza di melodie espressive e raffinate. Canti liturgici dal forte carattere lirico; “laudi” antiche intrise di devozione popolare; brani solo strumentali che evocano atmosfere dal sapore “trobadorico” (è un trionfo di flauti, ghironde, vielle, salterii, virginali, liuti…). Tutto costruito su un repertorio accurato, in grado di conferire alla tematica della Passione una solennità dallo spiccato impatto emotivo. Emozioni che scandire l’alto senso del sacrificio di Cristo anche i versi di padre David Maria Turoldo e l’impeto narrativo de “La Passione III” di Pier Paolo Pasolini. Un’iniziativa, quella del concerto Stabat Mater, pregevole e ben riuscita, che ha suscitato apprezzamento nella comunità pontepriulese. Tant’è che al termine Andrea, un ragazzo venticinquenne, mi confessa con entusiasmo: «Per me è stata un’esperienza profonda e bellissima, davvero non credevo che la musica sacra potesse coinvolgermi così tanto». Elena Pilato CONEGLIANO: Giovedì 15 serata con Beppe Braida G iovedì 15 aprile torna la rassegna “Conegliano sotto le stelle del cabaret”. Ospite della serata Beppe Braida. Alle 18 è alla libreria Quartiere Latino per presentare il suo ultimo libro (ingresso libero). Alle 21, invece, è al teatro Accademia con “Informashow”, uno spettacolo dedicato al mondo dei mass media. Ingresso a pagamento. Informazioni www.cavalieridelletere.it. Organizzano Radio Club Cavalieri dell’Etere e Amministrazione comunale. CONEGLIANO Fino al 2 maggio alla Scuola di enologia di Conegliano (edificio liberty),“La forza della materia e l’eleganza della forma”, mostra antologica di opere scultoree in legno e bronzo, ceramiche e disegni preparatori di Augusto Murer, uno dei grandi del Novecento italiano. Apertura: tutti i giorni (15.30-19.30 feriali, 10-12 e 15.30-19.30 festivi). partenenti alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, realizzate tra gli anni Venti e la fine degli anni Quaranta. Opere di Balla, De Pisis, De Chirico, Manzù. Orari: da martedì a venerdì 9.3013 e 15-19, sabato e domenica 10-19, lunedì chiuso. Ingresso: intero 5 euro, ridotto 3, studenti 1. Per informazioni e prenotazioni: 0438-423317. REFRONTOLO E fino al 16 maggio al Molinetto della Croda è aperta la personale di Elio Poloni “Le mie stagioni”. Orari di apertura: sabato e prefestivo 14.3018.30; festivo 10-12 e 14.3018.30. MONTEBELLUNA Fino al 31 maggio è aperta la mostra “Abracadabra, magie della natura” allestita al Museo di storia naturale e archeologia di via Piave 15. CONEGLIANO Chiude il 18 maggio a palazzo Sarcinelli la mostra “Italia Quotidiana” che propone 45 dipinti e 20 sculture ap- raggiungono i momenti più palpitanti, senza dubbio, nelle esibizioni della soprano Lucia Valentini (basti citare i canti “Perspice Cristicola”, “Conductus” per la domenica delle Palme, “Voi ch’amate”), capace di commuovere per la limpidezza e il timbro intenso della sua voce. A CONEGLIANO Chiude il 2 giugno la seconda edizione della mostra “Strumenti musicali antichi” promossa dalla Fondazione Cima con il patrocinio del Comune di Conegliano. Allestita sempre alla Casa del Cima, quest’anno è dedicata agli strumenti ad arco. Orari di apertura: da martedì a venerdì 16-19.30, sabato e festivi 10.30-12.30 e 16-19.30. MUSICA E DANZA PREGANZIOL Una primavera a ritmo di jazz e blues e accompagnata dal suono del sax e dalle più famose colonne sonore cinematografiche, con un’incursione nel mondo degli Indiani d’America: è questa l’originale proposta di “Preganziol suona: soul, blues, classico, jazz, etnico”. Si comincia venerdì 16 aprile con Vincent W. Williams and Organ Beat, Soul Blues Project. La manifestazione prosegue fino al 4 maggio. Tutti gli appuntamenti si tengono nella sala consiliare con inizio alle 21. e L’AZiON Spettacoli CISON Mercoledì 14, alle 20.15, al teatro La Loggia proiezione del film “Il pianista”. Penultimo appuntamento con la rassegna “Cinema... ricerca il tuo spazio” a cura del Gruppo Giovani e del Comune di Cison. 12 aprile TEATRO PER BAMBINI CONEGLIANO Mercoledì 14 e lunedì 19 aprile, alle 14, all’auditorium Dina Orsi la compagnia “I costretti” e le Direzioni didattiche di Conegliano propongono lo spettacolo teatrale “Tra il dire e... il fare... l’acqua non buttare”. Regia di Antonella Caniato. CINEFORUM VITTORIO VENETO Venerdì 9 al patronato Co- “Il pianista”, mercoledì 14 a Cison sabato 10 aprile stantini-Fiorentini di Ceneda, alle 20.45, proiezione del film “Malli - La terrorista” di Santosh Sivan (India). Nell’ambito della rassegna “Altri popoli, altre culture, altri film” organizzata dall’associazione “Senza frontiere”. Ingresso libero. mercoledì giovedì venerdì 15 aprile T 16 aprile elechiara segue i riti del Triduo pasquale: sabato 10 alle 19 trasmette la Veglia pasquale, e domenica alle 10.30 la Messa del Papa da San Pietro. Domenica pomeriggio musicale, con il “Concerto pasquale” in due parti, dalle 15 e poi all’insegna del buonumore: alle 18 “Il paradiso può attendere”, alle 20 “Una sera all’opera” con i fratelli Marx e alle 22.15 “Arsenico e vecchi merletti” di Frank Capra con Cary Grant. Lunedì 12, alle 21, “Gollum” concede i bis delle discussioni più accese e significative. Mentre venerdì alle 21, i giovani, con un teologo, uno storico del cinema, e un sociologo, discuteranno del controverso “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, che rievoca in modo molto crudo e violento, le ultime dodici ore di vita di Gesù. 14 aprile TELECHIARA 21 La tivù e la testa ... nel pallone ti se le squadre che un po’ di udi devono manteda parte Gianfranco Da Re miltà nere circa 30 dei calciatori. giocatori da “prima squadra”, Non vogliamo più sentir dire e se i guadagni hanno rag- che i paragoni con gli operai e giunto cifre astronomiche, non i loro stipendi (di una vita) non sarebbe giusto che fossero so- reggono perché gli operai non lo le più deboli a pagare con il attirano le sponsorizzazioni cofallimento (come è già acca- me i calciatori. L’affermazione duto alla Fiorentina). E allora si commenta da sé. Voglio sosi trovi pure un meccanismo lo ricordare, rimanendo su un che consenta di rateizzare i de- piano utilitaristico, che dei probiti anche con il fisco, ma non dotti dell’industria non poscon un condono che prenda in siamo fare a meno, del calcio giro chi paga le tasse fino al- sì. l’ultimo centesimo: sì agli inInfine troppo calcio in teleteressi sulle rate, e sì anche al- visione fa male ai telespettatole pene di legge per chi non ha ri, soprattutto ai giovani. Il serversato l’Irpef, come era suo vizio pubblico credo che dodovere. E non ci sta male an- vrebbe rendere più popolari anche gli sport meno spettacolari, in particolare quelli in cui la tifoseria non coincide con il fanatismo, e in cui gli atleti sanno gareggiare lealmente, riconoscendo i meriti a chi li ha. Non so quanti ragazzi (e genitori) si chiedono quante sono le probabilità di diventare un grande campione, e se vale la pena di sacrificare tutto a questa eventualità. Se le reti nazionali trasmettono solo sport spettacolo però è difficile convincere i giovani che iniziano una disciplina sportiva che l’importante è partecipare, non vincere a tutti i costi davanti alle telecamere. PROGRAMMI SCELTI PER VOI da GdR 11 aprile TEATRO CONEGLIANO Mercoledì 14, alle 21, al teatro Accademia “Cenerentola”, spettacolo di danza con il Balletto Classico del Teatro Accademico di Stato di Mosca. Musica di S. Prokofiev, coreografie di N. Kasatkina e V. Vasiliov. Ingressi: posti numerati 20 euro (I posti), 16 euro (II posti). Organizzano: Provincia di Treviso, Amministrazione comunale, Arteven - Circuito Teatrale Regionale, associazione “Amici del Burkina” con il patrocinio della Regione Veneto. T eatro 13 aprile C inema & domenica In questa Pasqua color cremisi, i fiumi di sangue non sono esclusivo appannaggio della Passione di Mel Gibson: anche il film di Olivier Dahan versa un bel po’ di emoglobina, però il suo fine è totalmente diverso visto che è necessaria per dare un po’ di colore al ritorno sulle scene dell’ispettore Niémans (Jean Reno) e delle sue indagini mistico-poliziesche. Il nostro eroe, coadiuvato da un giovane collega esperto in arti marziali, deve confrontarsi con una setta che vuole dominare il mondo e che per farlo ha bisogno di un libro scritto dallo stesso Gesù, che secondo alcune scritture rappresenterebbe il settimo sigillo, rotto il quale non ci sarebbe più nessuna speranza di fermare il tanto strombazzato avvento dell’apocalisse. Come nel precedente episodio i fiumi scorrono piacevolmente nel primo tratto per poi trovare inaspettati ostacoli, rappresentati da una faciloneria troppo accentuata nella non risoluzione finale, che li fanno deviare verso un giudizio piuttosto critico. La regia è sincopata nel modo giusto e talvolta è così frenetica da trascinare lo spettatore nel suo vortice anche grazie ad un uso mai banale della macchina da presa. Gli scricchiolii maggiori si avvertono nell’intelaiatura di Luc Besson (produttore e sceneggiatore) che ha il difetto di non trovare il bandolo della matassa e il pregio di alcune trovate divertenti, come il gruppo di persone che si credono i dodici apostoli con tanto di esaltato che si spaccia per il redentore e finisce in ospedale, pagando così la sua blasfema interpretazione. (IDL) lunedì Regia: Olivier Dahan Cast: Jean Renò, Benoît Magimel martedì I FIUMI DI PORPORA 2 Q uello che sta avvenendo nel mondo del calcio credo che dovrebbe farci riflettere. Con i canali satellitari a pagamento e le partite trasmesse dalle reti generaliste, il calcio è sempre più un fenomeno televisivo: ogni settimana ci sono circa sei partite oltre a quelle di campionato e agli impegni delle nazionali. Ricordate il pupazzo simbolo del campionato Italia ’90? Era un omino con la testa a forma di pallone. Qualcuno disse già allora che non era una buona immagine da dare al mondo: oggi, se consideriamo gli ascolti delle partite, potrebbe rappresentare il telespettatore tipo. Le squadre accettano questa situazione da overdose nella speranza di ammortizzare gli astronomici ingaggi dei calciatori con i diritti di trasmissione. E dato che è colpa di tut- Domenica 11 aprile 2004 TV P revoli su Raitre alle 17.35. io... Revolution. Su Italia Su Raitre alle 20.50, Al1 c’è il film d’animazione berto Angela presenta ULa grande storia di Dalisse: il piacere della vide e Golia. Su Retescoperta, “San Pietro: i sequattro alle 23.25 va in ongreti della basilica”. da La stanza di Marvin Su Raiuno, alle 21 torna di Jerry Zacks con Meryl Fiorello con il varietà Stasera pago Streep e Diane Keaton (foto). L ce Kasdan su Retequattro alle 14; il thriller classico La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock su La 7 alle 16.20. Alle 15.30, su Raitre c’è una nuova tappa della Coppa del mondo di ciclismo, la ParigiRoubaix. In serata, alle 20.30 su Italia 1 la commedia Rat Race con Rowan Atkinson e John Cleese; il western Il cavaliere della valle solitaria di George Stevens su La 7 alle 20.45; la prima parte di Ben Hur di William Wyler con Charlton Heston alle 21 su Retequattro. I Alle 14 La 7 presenta il classico Luci della ribalta di Charlie Chaplin, in cui compare anche Buster Keaton. In serata, alle 21, Raiuno presenta la commedia La carica dei 102 con Glenn Close e Gérard Depardieu; su Canale 5 c’è invece il drammatico Un sogno per domani di Mimi Leder con Kevin Spacey e Ratequattro trasmette la seconda parte di Ben Hur. Più tardi, alle 23.15, per Appuntamento con la storia, Alessandro Cecchi Paone presenta “La fine dei Romanov” e “La caduta del muro di Berlino”. A alle 15.50 Federico Taddia presenta i video girati dagli studenti in Screen Saver, alle 16.10 è la volta delle Storie del Fantabosco e alle 16.30 c’è La melevisione. In serata, alle 21, Rai- due trasmette il film d’azione per adulti Il quarto angelo di John Irvin con Jeremy Irons; mentre su Retequattro Sylvester Stallone è Rambo nel dramma di Ted Kotcheff, e su Raitre Giovanni Floris guida il dibattito di Ballarò. L Telefilm anche su Retequattro alle 21, “Un delitto inutile” e “Un cadavere sconosciuto” della serie Siska. Su Raiuno Pippo Baudo presenta il Premio David di Donatello, l’equivalente italiano degli Oscar. Mentre Raidue presenta il film fantastico Al di là dei sogni con Robin Williams. Alle 21.30 su La 7 Valerio Massimo Manfredi si occupa della storia di “Enigma”, la macchina usata dai tedeschi per criptare i messaggi segreti in Stargate. Nella notte, all’1.45, Retequattro presenta l’opera prima di George Lucas, L’uomo che fuggì dal futuro. U Avventura classica anche nel film del pomeriggio, alle 16.20, su Retequattro, Scaramouche di George Sidney con Steward Granger. In serata, alle 21, su Raiuno Terence Hill, Nino Frassica e Flavio Insinna indagano in “Merce preziosa” e “Il dono” in Don Matteo 4. Carlo Lucarel- li si occupa del “Mostro di Firenze” in Blu notte su Raitre; Liam Neeson e Ewan McGregor sono cavalieri Jedi in Star Wars - La minaccia fantasma di George Lucas su Raidue; e Fernandel e Gino Cervi si fronteggiano per l’ultima volta in Il compagno Don Camillo di Luigi Comencini del 1965. G Passaparola alle 18.20 su Cana- die Murphy, mentre su Italia 1 gli le 5. In prima serata, sulinvestigatori di C.S.I. la stessa rete va in onda Scena del crimine indail varietà Zelig Circus gano su “È un omicidio?” alle 21. Alla stessa ora su e “Assassini per caso”. Raitre si può vedere il Alle 23.40 su Raitre, la film poliziesco Uno rubrica Sfide racconta sbirro tuttofare con Edle storie dello sport. er i mattinieri Rai Educational offre il film “Bellissima” di Luchino Visconti. Susan Sarandon e Wynona Ryder sono fra le protagoniste di Piccole donne di Gillian Armstrong su Canale 5 alle 16.05. Mentre Totò e Franca Valeri interpretano Gli onoa Messa dalla basilica di San Pietro con il messaggio pasquale del Papa e la benedizione “urbi et orbi” va in onda su Raiuno alle 10.20. In caso di pioggia, Pasqua ha buone offerte cinematografiche: il western Wyatt Earp di Lawrenn mattinata Raitre presenta due film per tutta la famiglia, Totò cerca casa di Steno e Mario Monicelli alle 9.15 e il fantascientifico Navigator di Randal Kleiser alle 10.35. Alle 10.30 su Italia 1 c’è Elijah Wood (Frodo) in Genitori cercasi di Rob Reiner. lessandro Di Pietro (foto) si occupa dell’andamento dei prezzi del mercato in Occhio alla spesa su Raiuno alle 13. Il pomeriggio di Raitre è dedicato ai più piccoli: a carriera di un sindaco di New York degli anni Venti è ricostruita in Giacomo il bello di Melville Stevenson, con Bob Hope e Vera Miles, su La 7 alle 14. Nel pomeriggio di Raitre ci sono i documentari di Geo & Geo, dalle 17, presentati da Sveva Sagramola. n’indagine di Sherlock Holmes, chiamato dalla famiglia reale, in Senza indizio di Thom Eberhardt, con Micheal Caine, su La 7 alle 14. Alla stessa ora su Italia 1 c’è il cartone “La corona di Gengis Khan” per le avventure di Lupin III. rergory Peck è un pilota inglese nel film di guerra Pianura rossa di Robert Parrish del 1954, su La 7 alle 14. Alle 16 su Retequattro, Frank Sinatra è Il colonnello Von Ryan, diretto da Mark Robson. Gerry Scotti (foto) presenta Schegge di Storia Curiosando I consigli del medico a cura della dottoressa Caterina Bisol Le uova, una valida fonte nutrizionale L a tradizione vuole che nel periodo pasquale non manchino le uova sopra le nostre tavole, uova di cioccolato dalla carta variopinta e dalle misteriose sorprese. Ma io preferisco quelle sode che da bambina dipingevo con gli acquerelli o che la mamma colorava cuocendole con la parte esterna delle cipolle rosse. La consuetudine di mangiarne o di offrirne come augurio risale ad antichi riti pagani propiziatori che consideravano l’uovo simbolo di fertilità e di risveglio della natura. L’uovo come alimento rappresenta una valida fonte nutrizionale essendo ricco di molti principi ben bilanciati tra di loro. Ci sono lipidi, proteine, vitamine e sali minerali mentre mancano del tutto i carboidrati. Le uova sode rispetto alla frittata sono più digeribili, meno caloriche e conservano meglio le proprietà degli elementi utili come le vitamine che vengono denaturati in misura minore. Per il ricco apporto di aminoacidi sono consigliate agli sportivi, ai bambini ed agli anziani. Le uova sono indicate inoltre per chi soffre di piaghe o ulcere perché favoriscono la riparazione dei tessuti. Fanno bene al fegato e stimolano la contrazione della cistifellea che libera la bile utile alla digestione con l’avvertenza, per chi soffre di calcoli biliari, che tale contrazione potrebbe scatenare una dolorosa colica. Merita segnalare, infine, come anche i soggetti con elevati valori di colesterolo possano consumare uova, naturalmente con moderazione e alternandone l’uso con altri alimenti contenenti grassi animali come i formaggi o la carne. C. S. Martino: 1971 l’incendio della chiesa L a chiesa di Col San Martino sta festeggiando in questi giorni il centenario della sua esistenza. La sua storia però non è stata affatto tranquilla: dopo le vicissitudini delle due guerre, infatti, l’edificio fu vittima di un incendio che lo distrusse quasi per intero. La notte del 19 novembre 1971, in tarda serata, era scoppiato un violento temporale accompagnato dal suo tradizionale corollario di raffiche impetuose, tuoni e fulmini. Pochi minuti prima di mezzanotte un fulmine si abbatté sul tetto della chiesa, colpendo la cresta del tetto proprio sopra l’abside: si scatenò l’inferno. Il tetto, coevo alla chiesa stessa, che era stata costruita nel 1904, era costituito da travature, cornicioni, impalcature e coperture rea- lizzate interamente in legno impregnato, rese ancora più infiammabili da un lungo periodo di siccità. Il fuoco si propagò con una rapidità impressionante: in breve l’intera copertura della chiesa era in fiamme. In uno dei muri perimetrali era inoltre infissa una coppia di granate risalenti alla prima guerra mondiale, che aveva colpito la chiesa senza però scoppiare; chiaramente le fiamme dell’incendio ne provocarono il brillamento, che venne così ad incrementare l’entità già grave dei danni. Non appena i residenti si accorsero dell’incendio venne fatta suonare la campana come segnale di allarme e vennero allertati i Vigili del fuoco, che inviarono a Col San Martino le unità di Montebelluna, Conegliano e Treviso. Poco dopo l’arrivo dei pompieri la porzione di tetto che sovrasta- va il coro, già danneggiata dal fulmine, rovinò all’interno della chiesa in una nuvola ardente, cosa che complicò ulteriormente le operazioni di spegnimento; finalmente in tarda mattinata del giorno seguente le fiamme vennero domate, senza danni per gli edifici circostanti. L’immediata stima dei danni parlava di 100 milioni di lire di allora, somma che presto venne aggiornata considerando il valore della decorazione, degli arredi e dell’organo della chiesa, che erano stati distrutti al momento del crollo del coro. Tuttavia, grazie a quanto raccolto negli anni successivi, i danni vennero riparati e ora la chiesa si presenta nuovamente in tutto il suo splendore. Andrea Santorio L’atlante dei sapori Il capretto di Piol «P otevano essere le sette di sera quando fu di ritorno a Refrontolo. Attigua all’Ortskommando era l’osteria che portava il nome di “Antica Trattoria Piol” e sulla porta dell’osteria poi, era stata attaccata una tabella di cartone coll’iscrizione ungherese: “Orszoba” (Corpo di guardia). L’umore gaio, ridente e rumoroso del piccolo villaggio italiano s’era fatto rigido, ostile, per le innumerevoli iscrizioni militari in lingua straniera, per le armi immagazzinate nei locali del corpo di guardia. Era il 10 giugno del 1918». Così Lajos Zilahy ne “Il disertore”, il più celebre romanzo ungherese sulla Grande Guerra. Si sussurra che proprio in virtù di questo libro sia giunto dai Piol addirittura Ernest Hemingway. La presenza, qui a Refrontolo, del grande americano sarebbe documentata da una rara fotografia che ora si va cercando in polverosi bauli abbandonati sulla soffitta del vecchio locale, oggi “Antica Osteria al Forno”. Trattoria, oggi come ieri, ancora dei Piol, nella fattispecie di Mario, che consapevole d’essere su ed entro un luogo della sto- ria, mantiene salda anche la tradizione in cucina, tanto da seguire, come gli avi, rigorosamente i ritmi delle stagioni. Onde per cui a Pasqua, ieri come oggi, fa e ripropone, fra il diverso altro, il “capretto al tarassaco” con carni del luogo e l’erbaggio (“radicèe”) dei vicini colli. Un bel piatto, ma che in quegli ormai lontani giorni di guerra, se c’era, si serviva sicuramente solo e soltanto all’alto comando! Ecco ricetta e segreti. Si cominci col fare a pezzi un capretto già pulito, marinando poi la carne per una notte intera in vino bianco e secco, con spicchi d’aglio, alloro, rosmarino e qualche chiodo di garofano. «Una volta sgocciolati e conditi con olio d’oliva, burro e gli aromi della marinatura, i pezzi di capretto vanno infornati per un paio d’ore a 180°, e a cottura quasi completa – commenta Mario – metterci sopra il tarassaco, già lessato e saltato in padella con burro e cipolla». Il piatto va servito con polenta gialla, ben calda, anzi fumante, ma morbida, meglio se di Marano Vicentino, e ancor meglio se macinato grosso. (MS) CENEDA: Carmelo Dalla Torre da 35 anni portinaio del Seminario È in Seminario, a Ceneda, da ben 35 anni. Non ha però ancora messo veste, eppure è amato, conosciuto, stimato. A lui si confida più che volentieri anche qualche intimo segreto, qualche speranza. Ma non è confessore, è semplicemente l’ormai mitico Carmelo, portinaio storico, ma anche custode, e all’occorrenza factotum. Carmelo nasce il 19 luglio del 1928 a Fontanelle in casa Dalla Torre, famiglia di semplice, ma robusta fede, che ha dato a Dio e alla Chiesa due figlie (sorelle gemelle del nostro caro Carmelo), oggi all’Istituto del Santo Volto di San Fior, rispettivamente suor Celinia, che è pure superiora, e suor Placidia. Con Carmelo ancor piccolo, la famiglia si trasferisce a Tempio di Ormelle, e qui il nostro resta per 40 anni, imparando il mestiere di agricoltore e mettendo su famiglia con Luigia Gardenal, che gli ha dato quattro figli (Domitilla, Luciana, Angelo e Giovanni), oggi tutti sposati, onde per cui è nonno felice di ben 7 nipoti. Carmelo Dalla Torre approda in Seminario per assistere nella malattia il vescovo Fortunato Zoppas di Scomigo, e alla morte del presule, VITTORIO VENETO / SAN MAMANTE Vittorio: la chiesetta di San Mamante I n località Piadera sulla collina sovrastante l’antica pieve di Sant’Andrea svetta la piccola chiesa dedicata a San Mamante. Le sue origini affondano in tempi lontanissimi, così come la devozione locale che risale ai tempi del Medioevo. Per molti secoli il santuario fu l’unico della diocesi e per questo mèta di numerosi pellegrini. Al Santo ricorrevano genitori per chiedere la protezione dei loro bambini e la difesa dai rettili velenosi. Ancor oggi, molte sono le gestanti e le nutrici che salgono sul colle per chiedere la grazia di una maternità sicura e serena. San Mama (questo è il suo nome originale) è tra i santi più popolari dell’Oriente Bizantino che morì decapitato nel 275 sotto l’imperatore Aureliano, per essere stato uno strenuo difensore della fede cristiana. Se in Oriente è soprattutto invocato come protettore del bestiame, in occidente è stato eletto patrono delle gestanti e delle nutrici (la tradizione vuole che sia stato allattato da bestie feroci che, ammansite, sostavano all’ingresso della sua grotta). San Mamante, mèta del turismo devozionale popolare, è invocato dal 1975 anche come patrono dell’ecologia. Un tempo veniva festeggiato il 1º settembre, poi nell’ottava di Pasqua, negli ultimi tempi la sua festa è stata spostata la prima domenica di maggio quando nella parrocchia di Sant’Andrea viene celebrata la festa della famiglia. In questa occasione, salgono su uno dei più bei colli della città moltissime famiglie per pregare insieme e rimanere in contemplazione della natura. La chiesetta seicentesca, visibile da tutta la città (anche se una fitta vegetazione la nasconde parzialmente allo resasi vacante la portineria, ne assume l’incarico, che tuttora mantiene e che oggi condivide col figlio Giovanni, giacché si va continuativamente dalle 7.30 alle 20. In tutti questi tanti anni, Carmelo ha visto crescere oltre 200 preti novelli, e ha conosciuto ben 5 vescovi: dall’indimenticato e indimenticabile Albino Luciani (poi papa) ad Antonio Cunial, Eugenio Ravignani, Alfredo Magarotto fino all’attuale Giuseppe Zenti. Carmelo di ricordi ne ha tanti, anzi tantissimi, ma ama ritornare su un episodio vissuto in vescovado, quando c’era Luciani in partenza come patriarca di Venezia, e a cui aveva predetto fra il serio e il faceto che avrebbe messo pure la veste bianca di Pontefice. Luciani, altrettanto faceto, annuì sorridendo, precisando che dovendo recarsi di lì a breve in Africa si sarebbe senz’altro vestito di bianco! Le cose poi andarono come ben sappiamo, e Carmelo proprio non scorda, non dimentica! La storia potrebbe chiudersi qui, ma Carmelo vuole salutare con affetto dalle colonne de L’Azione l’altra sua grande famiglia ovvero il Seminario. Mario Sanson sguardo), si presenta ancora in buono stato. La sua ubicazione tuttavia non è quella originale. Alcune fonti storiche la indicavano a qualche centinaio di metri più a nord. Monsignor Augusto Campo Dell’Orto nel libro: “La chiesa di San Mamante” scrive che “andata in rovina, fu ricostruita e probabilmente ampliata sul posto attuale nel 1673 dal nobile abbate Rocco Laurenti, arciprete della prima e principal pieve di Sant’Andrea”. L’interno, sobrio, si presenta decorato da numerosi dipinti. Sulla parete di fondo “l’albero della Croce” con il volto di Cristo è opera di monsignor Campo Dell’Orto parroco per trentasei anni della pieve. Nelle pareti laterali invece alcune rappresentazioni bibliche e grafie sulla flora e sulla fauna locali completano il ciclo di dipinti dell’autore vittoriese Luigi Cillo. Francesca Gallo CMYN CMYN 24 e IN CHIESA NELLA VEGLIA PASQUALE V iene acceso in un braciere fuori dalla chiesa all’inizio della Veglia pasquale, la “madre di tutte le veglie”, nella quale si celebra la Risurrezione di Gesù. Nella preghiera di benedizione viene detto “fuoco nuovo”. Sarebbe da accendere con la pietra focaia. Fuoco è segno di calore e di vita: la vita nuova di Gesù risorto che sconfigge il freddo della morte. “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e vorrei che si accendesse”, ha detto Gesù. Il fuoco L’alfa e l’omega S ul cero pasquale vengono incise le due lettere greche alfa e omega, la prima e l’ultima di quell’alfabeto, poste sopra e sotto l’incisione della croce e il numero dell’anno in corso. Questo vuole significare che Cristo è il principio e il compimento della storia umana: “A lui appartengono il tempo e i secoli”, dice il celebrante mentre traccia le due lettere. Il colore bianco È il colore tipico della Pasqua ed esprime gioia e luce. Bianchi sono i paramenti del tempo pasquale e bianche le vesti dei battezzati, segno della vita nuova e santa di cui sono rivestiti. La seconda domenica di Pasqua, cioè la prima dopo la festività, è detta “in albis (depositis)”, ossia nelle (vesti) bianche deposte, perché quel giorno i neo battezzati deponevano la veste battesimale che avevano ricevuto durante il battesimo nella notte di Pasqua e che da allora tenevano indosso. e L’AZiON Domenica 11 aprile 2004 La processione dei fedeli con i ceri I l cero pasquale è portato dal celebrante in chiesa cantando “Cristo, luce del mondo” e dietro ad esso si raccolgono i fedeli che a mano a mano che il cero avanza accendono da esso i loro ceri. Cristo risorto, luce del mondo chiama tutti alla sua sequela perché solo con lui è possibile affrontare le tenebre del mondo. L’AZiON Domenica 11 aprile 2004 I simboli della nostra Pasqua tra fede e tradizione A Pasqua la liturgia è assai ricca di simboli. Li vediamo sempre. Ma qual è il loro significato? Perché a Pasqua colomba e uovo dominano sulle tavole e nelle decorazioni? Guida alle nostre tradizioni Il cero pasquale La colomba di pace PASQUA NELLE CASE E NELL’ARTE È il simbolo per eccellenza della Pasqua. Viene acceso dal fuoco nuovo. È portato all’interno della chiesa mentre tutte le luci sono spente. Ci riporta a Gesù, che è la luce del mondo e “splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”, come dice Giovanni nel prologo del suo Vangelo. Gesù stesso si definisce luce del mondo. Il cero verrà tenuto acceso in tutte le celebrazioni dei 50 giorni della Pasqua. Si accende anche durante le celebrazioni di battesimi e funerali nell’intero arco dell’anno. L’acqua La bandiera bianca e rossa D urante la Veglia è benedetta l’acqua del fonte battesimale (oppure di un recipiente posto nel presbiterio) con la quale viene celebrato il sacramento del battesimo. Ci dovrebbero essere, infatti, sempre dei battezzandi in questa celebrazione pasquale. L’immersione nell’acqua indica la partecipazione alla morte e alla risurrezione di Gesù attraverso la quale anche il credente rinasce a vita nuova. Con quest’acqua sono aspersi anche i partecipanti alla celebrazione i quali sono invitati poi a portarne nelle proprie case. F u una colomba a uscire dall’arca di Noè al termine del diluvio universale e a farvi ritorno, incolume, perché il diluvio era finito e tornava la pace tra Dio e gli uomini. Da allora la colomba, insieme all’ulivo, è simbolo di pace. Ma la colomba è anche immagine dello Spirito Santo che Gesù Risorto dona ai suoi apostoli la sera di Pasqua. L’unico momento in cui le campane tacciono... al “gloria” della messa “cena del Signore” del Giovedì santo fino al “gloria” della Veglia pasquale le campane delle chiese tacciono, in segno di lutto e di dolore. In Russia il giorno di Pasqua le torri campanarie sono aperte e tutti possono entrare e suonare le campane. L’agnello Particolare dalla “Risurrezione” di Piero Della Francesca L’ L a bandiera bianca o argento con una croce rossa sopra si trova talvolta nelle immagini della risurrezione, portata dall’Agnello o da Gesù che esce dal sepolcro. Questa bandiera rappresenta la crocifissione di Cristo (la croce, e il rosso che riporta al sangue), ma anche la sua risurrezione con la vittoria sulla morte (il bianco dello sfondo, colore della Pasqua). L’ulivo D Particolare dalla “Madonna con l’Agnello” di Raffaello agnello è il grande segno pasquale degli ebrei legato alla notte dell’esodo. In quella notte ogni famiglia sgozzò un agnello, con il suo sangue segnò la porta, in modo che l’angelo sterminatore non entrasse, e lo mangiò prima di partire. Per i cristiani quell’agnello è la prefigurazione di Gesù. Così lo chiamò Giovanni Battista quando lo vide la prima volta e così continuiamo a chiamarlo noi. L’agnello arrosto è il piatto tipico della Pasqua anche per i cristiani. Perché il Lunedì dell’Angelo si chiama così? L unedì dell’Angelo: si chiama così il lunedì successivo alla Pasqua, per ricordare l’incontro dell’angelo con le donne accorse al sepolcro di Gesù, quando disse loro: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto” (Mt 28, 5-6). L’ ulivo è legato alla celebrazione della domenica “delle palme”, ma il suo significato va oltre quella circostanza ed è simbolo di pace e quindi simbolo pasquale. Una leggenda narra che sulla tomba di Adamo sia nato un ulivo dal quale la colomba, uscita dall’arca di Noè dopo il diluvio, aveva staccato un ramo per indicare la fine del castigo divino. Inoltre si tramanda anche che la croce di Gesù fosse fatta di ulivo. L’uovo L’ uovo è simbolo di nascita, vita e fecondità e in questo senso è entrato nella tradizione della Pasqua cristiana. Ma è anteriore ad essa: veniva, infatti, usato nelle celebrazioni della primavera, rinascita della natura, già nell’antico Egitto. In Europa orientale, come da noi in passato, le uova vengono benedette in chiesa. In passato le uova erano assai frequenti sulle tavole a Pasqua anche perché durante la Quaresima la Chiesa ne vietava il consumo, al pari della carne. Si ravvisa nell’uovo l’origine, ma forse anche l’unione dei quattro elementi fondamentali della natura: il guscio per la terra; la membrana per l’aria; l’albume per l’acqua; il tuorlo per il fuoco. La colomba ...dolce S i racconta che il primo a preparare un pane dolce a forma di colomba sarebbe stato un pasticciere di Pavia, nel giorno di Pasqua del 750 d.C. Voleva donarlo, in segno di pace, al re longobardo Alboino, che si stava accanendo sulla città. L’animo del re longobardo sarebbe stato commosso a tal punto dall’umile gesto da desistere dai propri bellicosi propositi. Il coniglietto P erché il coniglietto compare in tante decorazioni pasquali? In realtà dovrebbe essere una lepre, che già dai primi tempi del cristianesimo era simbolo di Cristo. Egli, infatti, di sé aveva detto “le volpi hanno una tana e gli uccelli un nido, ma il Figlio dell’uomo non ha un posto dove poter riposare” (Lc 9, 58); allo stesso modo, anche la lepre non ha una tana né una casa. Inoltre la lepre cambia il colore del suo manto con la bella stagione: questa immagine fu indicata da sant’Ambrogio come simbolo della risurrezione. Ma il coniglio è associato alla rinascita della natura e alla primavera anche al di fuori della cultura cristiana. dai Nostri Paesi Vittorio V. ANCHE IL COMUNE SI CANDIDA AD ACQUISTARE OPERATORI & FORANIA Carmelitani: trattative per cedere a Prepariamo i corsi una realtà cattolica attiva nel sociale per animatori Grest L C hi abiterà l’ex convento dei Carmelitani? Già da mesi, infatti, è stato deciso dai frati, ormai in numero assai ridotto, di lasciare Vittorio, abbandonando quindi sia la chiesa di San Giovanni Battista che l’attiguo grande stabile del convento. Che fine faranno? tuto alberghiero occuperà con le sue classi una porzione del complesso almeno fino al giugno 2005. Una realtà del mondo della chiesa e del sociale - I Carmelitani hanno La chiesa di San Giovanni - La chiesa sarà curata dalle parrocchie vittoriesi. La Curia avrebbe anche diritto di prelazione sull’acquisto dello stabile, ma ha già dichiarato di non essere interessata, anche per l’entità notevole della spesa da sostenere. Il Comune - Il sindaco Scottà aveva inizialmente detto che il Comune era interessato all’acquisto del convento per realizzarci le nuove scuole elementari e materne di cui il quartiere avrebbe bisogno. Ma successivamente ha cambiato orientamento: ora pare che la nuova scuola sorgerebbe a Forcal, su un terreno da acquistare da privati. E il convento? «Potremmo destinarlo a sede LITURGIE La Via Crucis storica e la Via Crucis giovane L a tradizione e la novità. Spiccano questi due estremi nel programma di celebrazioni del triduo pasquale che tutte le parrocchie vittoriesi celebreranno. La tradizione è la Via Crucis che salirà a San Paolo, ripercorrendo nella preghiera delle quattordici stazioni i quattordici capitelli che dai Pala- VENERDÌ 9 APRILE In tutte le parrocchie celebrazioni della Passione del Signore e della Via Crucis. In particolare: - alle 20.30 Via Crucis a San Paolo della parrocchia della Cattedrale, e nella chiesa di Meschio “Immagini della Passione di Gesù 2004”, Via Crucis a cura dei giovani di Carpesica (Vedi articolo sopra). - alle 20.30 a Santi Pietro e Paolo Via Crucis dei testimoni, con l’animazione dei giovani. si salgono alla chiesa in cima al colle (nella foto sotto). La Via Crucis sarà presieduta per la prima volta dal vescovo Giuseppe; presteranno come sempre servizio gli Alpini vittoriesi. Tradizione è anche la Veglia pasquale in cattedrale, guidata dal Vescovo e con la celebrazione del In patronato della Cattedrale, alle 20.45, “Malli - La terrorista” film indiano per il ciclo “Altri popoli, altre culture, altri film”. Ingresso gratuito. SABATO 10 Veglie di Pasqua in tutte le parrocchie. Alle 22 il Vescovo presiede in cattedrale la Veglia pasquale con il conferimento del sacramento del battesimo a 17 adulti. delle associazioni o del quartiere» ha azzardato Scottà al Gazzettino. I destinatari certamente apprezzerebbero. Inevitabile però un certo scetticismo sulla fattibilità dell’operazione, sintetizzabile in: il Comune ha la disponibilità economica necessaria? In ogni caso, stando agli accordi vigenti l’isti- battesimo di sette adulti. Si inizia alle 22 di sabato. Novità è invece la Via Crucis che si svolgerà il Venerdì santo alle 20.30 a Meschio. Si tratta della rappresentazione curata dai giovani di Carpesica di cui abbiamo parlato nello scorso numero: una Via Crucis in cui alle sofferenze di Gesù si alternano le immagini a raffica delle sofferenze di oggi, e scritte e musica che ci immergono nella riflessione. Nella foto a sinistra, il disegno di Claudia Scottà che fa da logo a questa originale Via Crucis. DOMENICA 11 È Pasqua. Alle 11 in cattedrale messa solenne. Nel pomeriggio, gioco della righea nei campi a Vittorio e dintorni. Gioco e ristoro al patronato la Tenda della parrocchia di Santi Pietro e Paolo. (Vedi articolo a pag. 7) LUNEDÌ 12 Pasquetta. Per tutte le iniziative a Vittorio e dintorni, vedi lo speciale a pag. 7. Partenza alle 14 per la passeggiata di Pasquetta a San Lorenzo in borgo Castagnè organizzata dalla Pro Vittorio. “Andar per borghi a visitar righee”: due pulmini parto- già fatto capire che vorrebbero che il loro convento rimanesse di proprietà e di impiego ecclesiale-pastorale. Quale realtà legata alla Chiesa o comunque di ispirazione cattolica, anche attiva nel sociale, potrebbe esservi interessata? Sono stati contattati diversi potenziali acquirenti, non solo nelle immediate vicinanze di Vittorio, con cui sono in corso trattative riservatissime, il cui sbocco potrebbe però non essere lontanissimo. Tommaso Bisagno 105 ANNI: complimenti, zia Catina! V ittorio ha avuto per un giorno il sindaco più vecchio d’Italia. È accaduto domenica 4 quando sullo scranno del municipio si è seduta Caterina Nadai, per tutti zia Catina. Questo è stato il regalo di Vittorio alla sua cittadina più anziana: domenica 4 la Catina di via Sabotino a San Giacomo ha compiuto 105 anni. Nel pomeriggio ha ricevuto anche la visita del suo parroco, don Gabriele e del vescovo Giuseppe. Per otto anni Catina ha lavorato come custode alla Casa Esercizi del Castello, avendo quindi la possibilità di conoscere da vicino due illustri predecessori di Zenti: Giuseppe Zaffonato e il futuro papa Albino Luciani. no alle 14 da piazza Giovanni Paolo I ed effettuano il giro gratuito di tutte le righee. Alle 8.30 parte da piazza Pieve di Bigonzo la “Marcia della colomba”. MARTEDÌ 13 Alle 20.30 nella sede del Coordinamento delle associazioni di volontariato di via Carducci inizia l’itinerario formativo sulla comunicazione & il volontariato. Tema della serata:“Una straordinaria voglia di comunicare. Le basi della comunicazione interpersonale”. MERCOLEDÌ 14 A palazzo Piazzoni è possibile visitare la mostra fotografica “Il Vitto- e parrocchie della città hanno deciso di rinnovare il rapporto con gli operatori: ovvero Mirco Zambon, Benedetta Talon e Serena Gheller, che coordinano il progetto “Giovani nella comunità”. È però calato il monte ore impegnato dagli operatori, mentre la parrocchia di Costa ha deciso di ritirarsi dal progetto, anche se comunque le iniziative in programma si rivolgeranno a tutta Vittorio. È in particolare sui giovani che cercherà di focalizzarsi in questa seconda fase il progetto. Anche per questo il terzetto di operatori sta incontrando tutti i gruppi giovani per raccogliere le loro indicazioni (il Progetto non è mai “calato dall’alto!”) e per dir loro di chiedere aiuto. Gli operatori cioè sono a disposizione dei giovani per aiutarli a organizzare e pensare iniziative: dal progetto artistico del “Limite” di Carpesica, alla festa “Notte in Tenda” di Santi Pietro e Paolo, al week-end assieme dei giovani di Costa e San Giacomo… fino Mirco Zambon, uno degli operatori alle esperienze estive da programmare, come gli amatissimi “campeggi”. Ma anche, naturalmente, i Grest! A questo scopo, venerdì 16 alle 20.30 al patronato della Cattedrale gli operatori vogliono incontrare tutti i responsabili e gli animatori dei Grest parrocchiali, oltre ai referenti per il progetto di ogni parrocchia. L’obiettivo è quello di replicare i corsi per animatori svolti l’anno scorso con grande successo di partecipanti, in particolare il corso per i più giovani, fino ai 18 anni. Per informazioni mandate un e-mail a [email protected] o a [email protected]. (TB) SUORE FIGLIE DI SAN GIUSEPPE: festa per il Caburlotto a Venezia D omenica 18 le suore “Figlie di San Giuseppe”, fra cui quelle che a Vittorio gestiscono il collegio San Giuseppe-scuola Santa Giovanna d’Arco, sono in festa. Celebrano, infatti, il decennale del riconoscimento di papa Giovanni Paolo II: nel 1984 affermò solennemente che don Luigi Caburlotto, fondatore delle “Figlie di San Giuseppe” aveva “vissuto in modo eroico tutte le virtù cristiane”.Tutte le suore del Caburlotto e amici, collaboratori, ex alunni e alunni d’oggi s’incontreranno a Venezia nella basilica di San Marco. Lì alle 15 verrà ricordata la figura del venerabile Luigi Caburlotto con proiezioni, spettacoli e il concerto, tra gli altri, della scuola di musica del collegio vittoriese; alle 16 la messa guidata dal cardinale Scola; poi il momento di festa in piazza San Marco. (TB) riese di Giulio Marino”. Fino al 18 aprile, ogni giorno escluso il lunedì dalle 15 alle 19. Alle 21, nella sede del Cai a San Giacomo, presentazione della gita alla “Risina di Coltura” di domenica 18. GIOVEDÌ 15 Alle 20.30, in biblioteca, conferenza dal tema: “La sicurezza dell’acqua dell’acquedotto comunale e la buona prassi della razionalizzazione dei consumi” nell’ambito della campagna “La vita è un… bidone” organizzata dal Comune. VENERDÌ 16 Alle 20.45, al patronato di Ceneda per la rassegna “Altri popoli, altre culture, altri film”, proiezione di “Kikujiro Nonatsu - L’estate di Kikujiro” (Giappone). L’ingresso è libero. Organizza l’associazione Senza frontiere. SABATO 17 Per le passeggiate di “Anziani al passo con i tempi”, è prevista un’uscita con partenza alle 14.30 da piazza Giovanni Paolo I con percorso alle Perdonanze, Col dea Stea, San Lorenzo, Posocon. Accompagnatore il professor Guido Tonon. Farmacia di turno: Costa, via Forlanini, telefono 0438-556628. e L’AZiON Vittorio Veneto Via Saccardo, Ceneda: un affresco va in degrado Un capitello da salvare I l cancello in legno sbiadito, consumato, quasi rosicchiato in qualche punto fa intuire la presenza di uno spazio all’interno, che farebbe pensare a tutt’altro che a un piccolo luogo sacro. Un malconcio deposito attrezzi? Tuttavia aprendo quel malmesso cancello ci si ritrova ad osser vare una struttura che può essere considerata un sacello data la presenza di una parte che fuoriesce dalla muratura e che doveva essere un altare. A terra un acciottolato ancora originario, anch’esso dissestato. Osser vando le pareti ciò che subito colpisce è la mano di un devoto o buontempone: ha rifatto alcune parti di decorazione, nonché il trucco o ha modificato la capigliatura alle immagini sacre con moderni colori a cera. L’affresco in estinzione - Dell’affresco quanto rimane? Sulle pareti laterali ben poco. A sinistra solamente una parte della fascia color rosso vinaccia che incornicia la parte alta della parete, mentre si nota il volto di una Madonna incorniciato da un resto di velo bianco grigiastro. Al di sopra la stessa fascia color vinaccia. Nella parte centrale tre immagini sacre incorniciate in un lu- IL FILOSOFO VITTORIESE: QUI LA POLITICA NON HA IL CORAGGIO DI AFFRONTARE I PROBLEMI Perissinotto ci striglia I ncontriamo Luigi Perissinotto, docente di filosofia del linguaggio all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il professore abita a Vittorio dall’84, ha cominciato a frequentarla dal ’73 e si sente vittoriese a tutti gli effetti. Da lui un’istantanea... filosofica di Vittorio Veneto. Vittorio Veneto, mentalità chiusa? «Luogo comune. Non certo peculiarità vittoriese. Vittorio rispecchia piuttosto la mentalità del nord». Per i ser vizi Vittorio è un po’ la bella addormentata? «I trasporti! Ad esempio, la metropolitana di superficie è una scelta regionale, al di là di Vittorio, ma le amministrazioni cittadine hanno spinto poco. Un limite delle gestioni locali è che si è più preoccupati del consenso centrato sulla città che di vedere la città inserita in un contesto più alto. Ci si preoccupa di più della stradina asfaltata che del ser vizio ferroviario funzionante». Ha percepito un cambiamento della gente e dei costumi? «Ho vissuto con sofferenza il passaggio dalle rivendicazioni di potenzialità locali, culturali ed economiche alla trasformazione di tutto questo in elementi di rifiuto e di chiusura. Di fronte a un problema, per esempio quello degli immigrati, non si fa politica positiva, non si affronta la questione. Si fa rimozione». Allude al caso del gruppo islamico a San Giacomo? «Sì! L’Amministrazione avrebbe dovuto attivarsi per trovare una soluzione alternativa e individuare uno spazio per i musulmani di San Giacomo, non rimuoverli e basta. A Vittorio qualsiasi questione diventa un problema di sicurezza, di polizia, di più controlli. Non nego questi aspetti, ma vanno accompagnati da azioni preventive. Altrimenti sono fallimentari e miopi». E la politica di questi anni? «Manca la politica intesa come tentativo di risolvere i problemi». Quale futuro per Vittorio? «Vittorio ha molte potenzialità. A livello culturale il problema non è far venire a Vittorio grandi personaggi. Ci sono vittoriesi con competenze e conoscenze. Bisognerebbe puntare su queste persone e su quello che possono dare alla città. Scommettere, rischiare! Smettiamola di amministrare avendo in vista solo il consenso degli amministrati, di farci condizionare dal breve termine, di percepire le critiche immediatamente come attacco politico». Di che cosa ha bisogno Vittorio? «Di politica nel senso forte della parola, come capacità di progettare un modo di convivenza, di rischiare su questo e di vedere nei problemi una sfida e non semplicemente una minaccia». Angela Deganis Domenica 11 aprile 2004 tronco a cui era legato il martire. L’altare sottostante presenta solo nella parte finale, a ridosso quasi del pavimento, alcuni resti di decorazione, essendosi scrostato tutto il resto. Al di sotto di queste pitture parietali si Il degradato capitello di via Saccardo. vede ben evidente la Sotto, particolare dell’affresco nell’interno. muratura, in sassi cementati. Il tetto (fortunatanotto circondato da una fa- mente) è stato rifatto in escia color giallo ocra con poca recente in agglomeuna decorazione orna- rato di cemento e ghiaino, mentale. e andrebbe realmente riAl centro la Madonna, fatto per rientrare nella tidalle forme rotondeggian- pologia. ti, vestita con un abito coCome tutto il resto, d’allor vinaccia e da un velo tro canto, prima che si perbianco (annerito) che da definitivamente. scende ad incorniciare il Eppure non è un temvolto. In braccio il bambi- pietto abbandonato in una no Gesù che tiene nella landa desolata. È un capimano sinistra un fiore ros- tello in via Saccardo, traso, forse una rosa. A sini- versa della trafficatissima stra un santo in tunica co- via del Lavoro-Nievo-Gralor giallo spento e mantel- zioli, a Ceneda. Un capilo bianco, che ha in mano tello a cui migliaia di vitun bastone. toriesi sono passati daA destra un robusto san vanti nel tempo... assiSebastiano trafitto dalle stendo impassibili al suo frecce, ben visibili, e nel degrado. La stessa sorte punto in cui sono confic- capitata (e da noi segnalacate scende un piccolo ri- ta) anche al capitello di via volo di sangue. Dietro a San Fris. san Sebastiano alcune foInter veniamo o attenglie verdi e una parte co- diamo che si sbriciolino? lor marrone che in origine È solo questione di tempo. potrebbe essere stato il Isabella Mariotto 29 SERRAVALLE I giovani s’inventano la “Colombola” A tutto gas! Proseguono di slancio le attività del Gruppo animatori Serravalle. Anche a Pasqua, come a Natale, scelgono di dedicarsi agli anziani. E se c’era stata la “Panettombola”, ora – domenica 18 – tocca alla “Colombola”. L’idea è sempre la stessa: tutti invitati in patronato per un pomeriggio di festa. I giovani del Gas estraggono i numeri della tombola: dagli ambi ai tombolini, i premi sono opere realizzate dalle mani (e dalle capacità artistiche) degli stessi animatori. E di contorno, il dolce di stagione (panettone o colomba), i goti de vin, e ancor di più i canti e la compagnia. E i fondi per organizzare la Colombola? Anch’essi frutto delle mani del Gas: li hanno raccolti vendendo fuori dalla chiesa, domenica 22 febbraio, le torte da loro confezionate. Tommaso Bisagno 30 LA RICHIESTA IN UN DOCUMENTO UNITARIO La Comunità Montana vuole maggiori poteri D ate più competenze alle Comunità Montane! La richiesta, sottoscritta da tutti i consiglieri della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane e dai sindaci, verrà spedita nei prossimi giorni a Venezia e a Roma. A sollecitare questa presa di posizione il capogruppo di opposizione Luigi Meneghin subito sostenuto dai colleghi di maggioranza. «Nel consiglio della Comunità siedono 49 consiglieri in rappresentanza di 16 Comuni: nessuno meglio di questa assise può conoscere il territorio. Partendo da questa considerazione abbiamo deciso di muoverci per chiedere agli enti sovraordinati maggiori poteri – spiega il presidente dell’ente Giampiero Possamai –. Penso, in particolare, ad alcuni settori in cui già siamo molto attivi: gli interventi oggi delegati ai servizi forestali, le attività tipiche di nicchia, il turismo». «La Comunità Montana con le attuali risorse a di- S ono giunte a quota undici le edizioni del torneo benefico di Pasqua che dal 7 al 10 aprile si gioca nella palestra della scuola media di Cordignano. Protagonista sarà il calcetto a cinque e le squadre della categoria esordienti dai 10 ai 12 anni. Le formazioni che si sfideranno in campo saranno il Cordignano, San Michele Salsa, Costa, Cappella Maggiore, San Fior, Cavolano, Liventina, San MartinoC. Le otto squadre giocheranno in due gironi. A curare la regia sarà l’assessorato alla sport in collaborazione con l’associazione Calcio Cordignano e l’associazione “Amici di Roncada”. Quest’ul- sposizione non ha senso di esistere – sostiene Meneghin –: il suo bilancio si aggira sui 4 miliardi di vecchie lire, vale a dire meno del più piccolo Comune rientrante nel territorio della Comunità stessa. E buona parte dei soldi se ne vanno per far funzionare la struttura! Oltre alle deleghe qui servono soldi. Dobbiamo chiederli allo Stato, cco gli ultimi provvedimenti approvati dalla Giunta della Comunità Montana delle Prealpi: approvazione del progetto Agri on Tour 2004 predisposto dalla Comunità Montana delle Prealpi e dalla Comunità Montana del Grappa per una spesa complessiva di 162 mila 293 euro ammissibile a finanziamento nella misura massima dell’80%; finanziamento, in concorso con la Provincia, dell’intervento di miglioramento boschivo dell’area in località Case Todesco in Comune di Tarzo (importo complessivo: 21 mila 167 euro); pubblicazione del diario del soldato austriaco Hans Oberhuer curato da Paolo Martorel, presidente della Commissione cultura della Comunità Montana, e Tatiana Santin (spesa complessiva 3 mila 825 euro): stanziamento di 5 mila euro per i lavori di sistemazione della strada silvo-pastorale Drio Corghe (spesa complessiva 13 mila 885 euro) a Fregona. E CALCETTO Otto squadre partecipano al torneo di Pasqua ELETTRODOTTO E ANTENNE, I RISCHI PER LA SALUTE I l rischio di trovarsi con un potente elettrodotto a un passo da casa e la proliferazione di antenne per telefonini hanno creato non poco allarme tra la gente di Cordignano. Ecco allora il motivo della serata per saperne di più su elettrodotto e antenne per telefonini promossa dall’assessorato all’Ambiente e dalla Biblioteca di Cordignano. Dei possibili effetti dei campi elettromagnetici sulla sa- alla Regione e alla Provincia». Meneghin se la prende con gli assessori regionale e provinciale al Turismo: «Floriano Prà dirotta gran parte dei soldi Luigi Meneghin della Regione sulla “sua” Belluno mentre Marzio Favaro ha annunciato di avere 5 miliardi di vecchie lire a disposizione per iniziative turistiche: perché non ne dà una parte alla Comunità Montana?». (FC) Le ultime decisioni della Giunta tima devolverà parte dei proventi del torneo all’Associazione italiana leucemie (Ail) e a Cordignano sarà presente proprio la responsabile provinciale Teresa Pelos. Sabato 10 aprile, durante la cerimonia di premiazione che avrà luogo alle 17, l’Amministrazione comunale di Cordignano premierà chi pratica lo sport con impe- lute e sull’ambiente parleranno, giovedì 15 aprile alle 20.30 al teatro comunale di Cordignano, Livio Giuliani, direttore Ispel Veneto, Gennaro Digiovannantonio, medico responsabile Conacem, e Michele Boato, direttore dell’Ecoistituto Veneto. L’iniziativa è legata all’istituzione del Distretto per l’eccellenza ambientale (Dea) promosso dai Comuni di Cordignano, Orsago e Godega. Dibattito a Cordignano giovedì 15 aprile e L’AZiON Vittoriese Domenica 11 aprile 2004 gno, con senso agonistico ottenendo risultati non solo a livello giovanile, ma anche amatoriale, nel rispetto delle regole sportive. Verrà inoltre premiato il volontariato e in particolar modo quelle persone che operano nell’ambito sociale mettendo a disposizione il loro tempo libero. CORDIGNANO: Due serate sul Petrarca P er “Incontri di letteratura 2004”, assessorato alla Cultura e Biblioteca civica di Cordignano presentano “Francesco Petrarca nel VII centenario della nascita”. Due gli incontri nella sala teatrale E. Francesconi, alle 20.30: venerdì 16 aprile “Petrarca e la pace”, relatrice Daniela Goldin della facoltà di Lettere e Filosofia di Padova; venerdì 23 aprile “Immagini della natura in Petrarca”, relatore Adriano Calzavara del liceo scientifico “G. Berto” di Mogliano. Ingresso libero. CAPPELLA: SEI INCONTRI SU SICUREZZA E SALUTE CAPPELLA Giovane padre muore a 46 anni A ncora una volta un male incurabile ha spezzato una giovane vita: quella di Valerio Casagrande di 46 anni di Cappella Maggiore, scomparso sabato 3 aprile. Originario della frazione di Anzano, Valerio Casagrande era giunto a Cappella Maggiore negli anni Ottanta, allorché aveva fatto edificare la residenza di famiglia in via Crispi, frutto di tanti anni di lavoro all’estero come gelatiere, professione che aveva intrapreso sin da giovane e che ha continuato a condurre finché non è stato travolto da una patologia molto rara. Valerio Casagrande lascia la moglie Giuseppina e la figlia Silvia. (RP) L’ assessorato alla Cultura e la Biblioteca civica di Cappella Maggiore organizza una serie di incontri sul tema “Sicurezza e salute”. Il primo appuntamento è per giovedì 15 aprile con l’intervento di professor Pierluigi Piai su “La sicurezza in casa”; saranno analizzati gli eventi calamitosi che si possono verificare entro le mura di casa e verranno dati degli utili suggerimenti per gestire le emergenze in ambito familiare. Giovedì 22 aprile Nello Bacchin si soffermerà su “Il buon dormire alimenta una buona salute”. Giovedì 29 aprile, 6 e 13 maggio corso di pronto soccorso con Luciano Bortolamiol (età minima per la partecipazione 16 anni). Giovedì 20 maggio Luigi Lucchese, responsabile della Polizia municipale di Cappella, espone le nuove norme del Codice della strada. Gli incontri si terranno al centro sociale di Anzano alle 20.45 con ingresso libero. SARMEDE: Novità per la raccolta rifiuti e problemi alla Fondazione Zavrel S i è svolto lunedì scorso, 5 aprile, il consiglio comunale di Sarmede. Di rilievo l’annuncio del sindaco Pierina Dal Cin di ricorrere a nuove metodologie nell’ambito della raccolta dei rifiuti: «Rispetto al passato occorre effettuare delle scelte nuove alla luce anche del fatto che il sistema proposto dal Cit risulta per i cittadini troppo oneroso. Ecco perché insieme ai Comuni contermini, che ancora non sono passati al porta a porta, formuleremo un nuovo capitolato con gara di appalto ad evidenza pubblica». Altro argomento all’ordine la situazione della Fondazione Zavrel. Illustrando il programma della prossima edizione della Mostra di illustrazione per l’infanzia, il presidente della Fondazione Zavrel, Leo Pizzol, ha sottolineato che nonostante il numero crescente di visitatori, nel 2003 sono stati registrati minori introiti. e L’AZiON Vallata / Bellunese Domenica 11 aprile 2004 SUL LAVORO QUALCHE VOCE CRITICA ZUMELLESE Inaugurato il recupero dell’antico lavatoio di Rolle Premi alla carriera per Bepi Zanfron e Tina Merlin D a domenica scorsa c’è un motivo in più per fare un giro a Rolle. È stato, infatti, inaugurato il recupero dell’antico abbeveratoio e lavatoio, in pietrame e pietra rossa, posto a poche centinaia di metri dalla chiesa parrocchiale, lungo la provinciale che porta ad Arfanta. Il sito è noto come la “Rosada” e prende il nome dall’omoni- mo torrente che qui forma una piccola cascata. È l’acqua del torrente, che nasce in Val de Mole per poi dirigersi verso il Molinetto della Croda, ad alimentare le fontane del lavatoio. Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte i rappresentanti degli enti che hanno contribuito al restauro del manufatto: Comune di Cison di Valmarino, Fondazione Cassamar- ca, Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane e Gal 3. Anche il vicepresidente della Regione, Fabio Gava, ha voluto prendere parte al taglio del nastro. Complessivamente i lavori sono costati 125 mila euro e si sono protratti dal 2002 al 2004. Ricordiamo che a monte della cascatella c’è una piccola fornace da calce, ancor oggi discretamente conservata e visibile, fatta costruire dai Brandolini per la produzione della calce necessaria ai loro numerosi fabbricati rurali e agli edifici che possedevano in Valle (come ricordato nel volume “Rolle” di Danilo Gasparini e Gianpier Nicoletti). La gente di Rolle ha salutato con favore il restauro della Rosada pur sollevando osservazioni sul carattere “non” conservativo dell’intervento. Insomma: un bel lavoro ma l’“originale” era un po’ differente. (FP) MIANE:IL SERVIZIO FORESTALE SISTEMA IL SENTIERO DEL LANDREL L’ arrivo sempre più numeroso di pellegrini, sia dalla diocesi che da fuori diocesi, ha indotto la parrocchia di Miane ad attivarsi per migliorare ulteriormente l’accoglienza al santuario del Carmine. E così, grazie alla collaborazione dei Servizi forestali regionali verrà sistemato il sentiero di 7 chilometri che dal santuario porta alla grotta Landrel (cioè piccolo antro). Qui, secondo la tradizione, venne inizialmente conservato il simulacro in legno della Madonna del Monte Carmelo che un vecchio viandante, pellegrino della Terra Santa, donò ad alcuni pastori. L’intervento di miglioria, finalizzato anche a rendere più agevoli gli interventi della Protezione civile in caso di incendi, avrà un costo di 10 mila euro. I Servizi forestali copriranno la spesa relativa alla manodopera mentre la parrocchia conta sull’aiuto della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane e del Comune di Miane per coprire la restante spesa di 2 mila euro rela- tiva ai materiali. Dal canto suo la parrocchia finanzierà anche quest’anno la promozione del santuario con una campagna su diversi settimanali diocesani del Veneto e provvederà ad incrementare la segnaletica. SUL PRADERADEGO CON IL CARRO ROMANO T re intrepidi sono partiti il 3 aprile, per un viaggio d’altri tempi, su un carro trainato da cavalli, ricostruzione di una carruba dormitoria romana (ma con ruote di gomma anziché di legno). In 36 giorni risaliranno l’intera Via Claudia, da Altino al Danubio. Un evento sorretto dalla Società archeologica Claudia Augusta di Cesiomaggiore, vissuto da Francesco Zuccarello, 25 anni, di Biancade, Eros Pertosa, 34 anni, di Casale sul Sile, Guillaume Blanchard, 22 anni, francese. E due cavalli: Spartacus e Burcius. Martedì 6 la grande salita: da Valmareno a Praderadego. I cavalli protestano. Gli intrepidi faticano. La neve è ancora al bordo della strada. Dopo quattro ore, esausti, giungono a Praderadego: accolti all’osteria di Giovanni Pellizzari. E per una notte dormono nell’odoroso fienile. Mercoledì il riposo; giovedì la discesa nel Bellunese passando verso il Castello di Zumelle. E all’orizzonte la nuova dura salita del passo Croce d’Aune. S ono andati a Bepi Zanfron e alla memoria di Tina Merlin i “Premi alla carriera 2004” conferiti dall’Ordine dei giornalisti del Veneto. Zanfron è nato a Villa di Villa (Mel) nel 1932 e dal 1961 è fotoreporter, lavorando dapprima per il Corriere della Sera e per il Gazzettino, poi è stato corrispondente per il Nord Italia della Associated Press. Ha documento con i suoi servizi fotografici gli avvenimenti più rilevanti della provincia di Belluno. Tra questi la tragedia del Vajont. L’Ordine ha voluto ricordare anche la collega Tina Merlin. Nata a Trichiana nel 1926, fu staffetta partigiana e scrittrice. Come corrispondente de L’Unità ha TARZO: ROBERTA TOMASI È RIENTRATA DA BAGDAD D opo 50 giorni di servizio nel reparto dell’ospedale di Bagdad (Iraq) gestito dalla Croce rossa italiana, Roberta Tomasi è rientrata a Nogarolo di Tarzo. Roberta – 32 anni, dal 1992 in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale di Conegliano come infermiera professionale – era partita alla volta di Bagdad lo scorso 10 febbraio insieme a una quarantina di operatori della Croce rossa (tra questi il medico coneglianese Giorgio Mazzarolo). La giovane volontaria tarzese aveva già prestato servizio in altre situazioni di emergenza quali il terremoto in Umbria e la guerra in Kossovo. 31 raccontato quanto stava avvenendo sulla diga del Vajont prima e dopo la catastrofe. Nel 1970 si trasferì alla redazione dell’Unità a Milano e nel 1975 a Venezia iniziò a dirigere le pagine regionali del quotidiano. È scomparsa il 22 dicembre 1991. Il premio alla sua memoria è stato consegnato al figlio Toni Sirena anch’egli giornalista. MEL: Incontri sui prodotti tipici L’ associazione “Mele a Mel” e il Comune di Mel organizzano due serate dedicate a prodotti tipici della Val Belluna. Martedì 13 Daniela Gazzi e Stefano Sanson illustrano le caratteristiche del granoturco da polenta, mentre martedì 20 Gianpaolo Sommaria terrà un incontro sul fagiolo di Lamon. Sede dell’iniziativa: palazzo delle Contesse di Mel. Inizio alle 20.30. 34 e L’AZiON Quartier del Piave Domenica 11 aprile 2004 SI VIAGGIA VERSO LE 60 MILA PRESENZE C.S. MARTINO VERRÀ POSTO UN VINCOLO La Mostra di Col S. Martino resta la numero uno! Raccolta di firme di “Cittadini per il QdP” contro l’ampliamento del Pip Vigneti nei Palù, denuncia di Breda D ifficile l’imitazione. Quarantotto anni pesano, ma valgono. Alla Mostra del vino di Col San Martino capita pure che si facciano i turni per un calice! Anche in questa primavera si sta ripetendo il “rito” che vede flotte di visitatori affluire presso la casa colonica Paccanoni che da 35 anni ospita la più importante e frequentata delle sedici esposizioni che compongono la “Primavera del Prosecco” della Marca. Lo dicono i numeri: l’anno scorso circa 60 mila persone hanno varcato il portone dell’esposizione, portandosi a casa la bellezza di 22 mila bottiglie dei 150 espositori presenti. Quest’anno il trend della mostra, aperta dal 27 marzo al 18 aprile, sembra ripetersi, come spiega Alberto Follador, neo-presidente della Pro loco del paese, che praticamente da sempre organizza l’evento. «Il successo della nostra mostra ha diversi segreti – Alberto Follador spiega Follador –: è la più vecchia e importante di quelle organizzate in zona, gode certamente della serietà del lavoro fatto negli anni precedenti, della qualità degli espositori, della cordialità e dell’accoglienza del personale, dell’offerta di piatti tipici e soprattut- E il 12 camminata su per le rive l giorno di Pasquetta, lunedì 12 aprile, la Pro loco di Col San Martino porta gli appassionati di natura “su per le rive” alla scoperta dei processi e delle difficoltà che si nascondono dietro la produzione del Prosecco. Si parte da piazza Rovere alle 9 e si scarpina, in tutta tranquillità, per tre ore sotto la guida di Galileo Zamai. A metà percorso è previsto uno spuntino. Il percorso è facile, adatto alle famiglie. I CONSORZIO PRO LOCO QDP: In un bel libretto le proposte 2004 Q uesta volta il Consorzio Pro loco del Quartier del Piave ha fatto le cose davvero in grande. Ci riferiamo al libretto in formato tascabile che raccoglie le attività e le proposte annuali promosse dalle 18 Pro loco che aderiscono al Consorzio. Il libretto è ricco di informazioni ed estremamente curato nella grafica. «Questo strumento – spiega il presidente del Consorzio Roberto Franceschet – ha tre obiettivi: fare una doverosa pubblicità alle attività delle Pro to dell’ambiente in cui è inserita, in questa bella casa ai piedi delle colline. Dietro a questa esposizione c’è un grande lavoro, tutto volontario». Tutto bene dunque, ma non ci saranno troppe mostre del vino? «Non direi – osserva Follador –, tutti gli eventi, collegati alla Primavera del Prosecco, da marzo a maggio hanno il comune intento di far conoscere questo prodotto e il territorio che lo produce». Sembrano riuscirci: se non ci credete provate a parcheggiare o entrare alla mostra senza fare code nelle serate del fine settimana... Andrea Zampieri loco; dare informazioni utili sulla struttura del Consorzio e delle Pro loco; dimostrare qual è il vero ruolo di queste associazioni». Nella parte centrale vi è un pieghevole che fornisce indirizzi di ristoranti, trattorie, agriturismo e bed and breakfast nonché 36 itinerari nel Quartier del Piave e Vallata proposti da Gianni Marciano. Il libretto è stato stampato in 10 mila copie, sarà presente in tutte le manifestazioni delle Pro loco e verrà distribuito anche dagli uffici turistici della Provincia. N o, no e ancora no! L’associazione “Cittadini per il Quartier del Piave - Territorio, salute, cultura” prende posizione contro l’ampliamento della zona industriale “Pip” di Col San Martino. E avvia una raccolta di firme in calce a una petizione contro la decisione assunta dalla giunta Arman. Secondo l’associazione, oggi come oggi non “c’è bisogno di altri capannoni nel Quartier del Piave, l’area individuata (a ridosso dei Palù) non è idonea perché il terreno è di natura argillosa (con conseguenti problemi di deflusso delle acque in caso di impermeabilizzazione) ed è priva di una viabilità adeguata. Con la petizione viene chiesto all’amministrazione di Farra di Soligo di verificare il corretto e completo utilizzo delle aree industriali già esistenti nel Quartier del Piave per indirizzare eventualmente le ditte richiedenti verso i lotti ancora non utilizzati o verso i capannoni sfitti. a terza edizione del concorso canoro per bambini “Città di Pieve di Soligo” si avvia alla sua fase conclusiva. La finalissima è in programma il prossimo 27 maggio, dopo le selezioni dei cinquanta partecipanti iscritti alla manifestazione, per la prima volta non solo residenti a Pieve ma provenienti anche dalle scuole elementari di Istituti comprensivi del Quartier del Piave e della Vallata. Questi i “magnifici 15” selezionati dalla giuria, presieduta da Silvia Da Ros: Anna Gabrel (Miane), Francesca Costella (Pieve), Nicol Soldan (Miane), Jessica Campodall’Orto (Pieve), Stefania Chiappinotto (Pieve), Martina Collodo (Farra), Jessica Buso (Miane), Serena De Osti (Pieve), Sara De Nardo (Pieve), Valentina Bottega (Pieve), Simone Bortolin (Farra), Nicola Bigolin (Farra), Valentina Parisi (Moriago), Miriam Giacomin (Pieve), Federica Balliana (Sernaglia). Il concorso è organizzato dalla Pro loco di Pieve di Soligo, in collaborazione con il gruppo Flic Floc e con il patrocinio del Comune di Pieve e della Provincia di Treviso. ergentino Breda pensava di averle viste tutte nella sua vita. E invece la nequizia dell’animo umana è riuscita a combinarne una di nuova: l’impianto di vigneti nei Palù. Quando è venuto a conoscenza del fatto, Breda ha preso carta e penna, e ha denunciato a chi di dovere l’ennesima devastazione del delicato ecosistema dei Palù, causata da “continui tagli di piante autoctone in forza, rimozioni di filari di alberi e di secolari siepi, sistemazioni agrarie tese al successivo impianto di vigneti”. La denuncia non è caduta, come spesso accade nel nostro Paese, nel vuoto. Mercoledì 7 aprile i rappresentanti di Servizio forestale, Corpo forestale e Regione Veneto hanno in- contrato Pergentino Breda nel municipio di Moriago. Insieme hanno convenuto una misura d’urgenza per porre un freno allo scempio: l’apposizione, con procedura sollecita, di un “vincolo ambientale” sul territorio dei Palù ricadente nel territorio di Moriago. «Purtroppo il Piano ambientale approvato nel 2001 dalla Regione si sta rivelando non idoneo a tutelare i Palù – spiega Breda –. Per questo ho deciso di correre ai ripari con l’apposizione del vincolo. Naturalmente mi adopererò, con i Comuni di Sernaglia e Vidor, anche per una revisione del Piano ambientale al fine di salvaguardare tutto l’ambito dei Palù: ma per questo i tempi sono lunghi». (FC) MORIAGO: Tagli non autorizzati di piante autoctone nell’ambito dei Palù SOLIGO: LA PRO LOCO RACCOGLIE FOTO D’EPOCA I selezionati del concorso “Città di Pieve di Soligo” L P C om’erano Soligo e i solighesi tra fine Ottocento e la seconda guerra mondiale? Alla domanda vuole rispondere la Pro loco, che ha inviato a tutti i residenti una lettera in cui si annuncia la raccolta, ai fini della pubblicazione, di foto antecedenti gli anni Quaranta. «Cerchiamo foto di persone singole (bambini, militari, sposi, artigiani, contadini al lavoro...), gruppi, manifestazioni civili e religiose – spiega Ornella De Conto che è tra i curatori dell’iniziativa –. Una volta ricevuta la segnalazione – e alcune già iniziano ad arrivare – alcuni incaricati passano a raccogliere e catalogare il materiale gentilmente concesso». L’obiettivo è quello di realizzare un libro che tramandi alle future generazioni (e faccia conoscere alle attuali...) come si viveva un tempo a Soligo. «Con il ricavato della vendita di questo libro si intende contribuire alle migliorie che verranno effettuate alla struttura della Pro loco» spiega ancora De Conto. Visto l’impegno richiesto, i tempi che la Pro loco si è data, per arrivare a imbastire il libro, sono medio-lunghi (almeno un anno). Nella pubblicazione dovrebbe finire un estratto della tesi di laurea sul dialetto solighese che una ragazza del paese sta completando. SOLIGO: L’incrocio della Madonnetta a inizio secolo SPECIALE SPOSI 2004 Per la vostra LISTA NOZZE Vi offriamo: con l’aiuto di un esperto, l’opportunità di alcune soluzioniproposte per l’arredamento della vostra casa. 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Proprio di questa malattia e della sua capillare diffusione si è parlato lo scorso 31 marzo presso la sede dell’Ulss 7 a Pieve di Soligo. Il dottor Sergio Peruzza, primario del reparto di Geriatria dell’ospedale di Conegliano, e il dottor Andrea Portello, direttore del Distretto socio-sanitario Sud, hanno fatto un dettagliato punto della situazione, illustrando le iniziative che l’Ulss 7 sta prendendo per contrastare il fenomeno. Per chiarire le dimensioni del problema, è bene ricordare come quasi il 20 % (40 mila persone) della popolazione dell’Ulss 7 supera i 65 anni d’età: statisticamente si stima che l’1 % della popolazione sopra i 60 anni e il 3 % di quella sopra gli 80 anni sia affetto dal morbo di Alzheimer. Sono cifre considerevoli, che meritano una risposta quanto mai forte da parte dell’Ulss. «Dal punto di vista terapeutico ancora non esiste una soluzione definitiva al problema - spiega il dottor Peruzza -: i farmaci utilizzati possono certo rallentare la malattia ma non riescono a fermarla». Dal 1999 presso il reparto di geriatria a Conegliano opera il “Centro di approfondimento diagnostico per le demenze” (Coadd), che collabora con l’Ambulatorio specialistico distrettua- DINA ORSI SANITÀ “Un minuto da re” mostra sulle dipendenze abato 17 aprile, alle 17, all’auditorium “Dina Orsi” si inaugura la mostra: “Un minuto da re. La dipendenza” organizzata da A.m.i.c.o. “Do” (Amici Mansuè Insieme Contro la Droga), C.i.c. e Auser Sinistra Piave. L’iniziativa propone un percorso formativo sulle problematiche legate alle dipendenze attraverso il linguaggio alternativo della pittura e della scultura. Espongono gli artisti: Enzo Barbon, Franco Batacchi, Maria Nives Cais, Fernanda Cardè, Giorgio Celiberti, Sergio Collutti, Luciano De Nicolo, Paolo Delponte, Guido Fantuz, Paola Gamba, Giorgio Igne, Luigina Mazzocca, Sergio Perini, Domenico Peruzzi, Loris Reschiotto, Maria Pia Stiz, Dante Turchetto, Pio Vittorio Vidotto. Ma l’iniziativa non si limita alla mostra. Vengono anche portati avanti un percorso dedicato agli studenti di terza media e un’indagine statistica sulle conoscenze dei ragazzi. La mostra rimarrà aperta dal 19 aprile al 2 maggio, i giorni feriali e sabato dalle 16 alle 19, domenica e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Per i gruppi e le scolaresche è possibile prenotare telefonando ai numeri 333. 6933383 oppure allo 0422. 741607. Un premio di Rotary, De Gironcoli e Comune a ricordo di Giancarlo Donati S I l Rotary Club di Conegliano, l’Ospedale De Gironcoli e il Comune di Conegliano bandiscono un concorso, intitolato alla memoria di Giancarlo Donati, per l’assegnazione di due premi ad altrettanti progetti che abbiano contribuito in modo significativo allo sviluppo della cultura sanitaria. Le segnalazioni devono essere effettuate da terze persone entro venerdì 28 maggio via posta o internet (sito www.premiodonati.com). Come premio sono previsti due assegni da 3 mila 500 euro ciascuno. Giancarlo Donati (nella foto), scomparso nel 2001, è stato primario medico dell’Ospedale De Gironcoli di Conegliano dal 1978. Persona stimata per gli elevati valori morali, per l’umanità e la dedizione professionale, ha dato notevole impulso con le sue idee innovative allo sviluppo e all’umanizzazione della cultura sanitaria. le del Distretto Sud e con il Nucleo Alzheimer della casa di riposo Padre Pio di Tarzo. Presso il reparto di geriatria, dal 1999, sono stati seguiti mille 250 soggetti tra i 49 ed i 95 anni, il 73 % di sesso femminile e il 27 % di sesso maschile. Le visite eseguite sono circa 800 l’anno. Molto lavoro anche per l’Ambulatorio distrettuale, che finora ha prodotto oltre 600 valutazioni, la metà delle quali eseguite a domicilio. Proprio queste valutazioni hanno permesso, nel 2002 e nel 2003, di concedere a più di 50 famiglie un contributo economico di 513 euro mensili, che nel 2004 dovrebbero estendersi a circa 80 famiglie. Ma accanto ai soldi, le famiglie necessitano di aiuti psicologici: «Il supporto psicologico alle famiglie è molto importante» ha precisato il dottor Peruzza spiegando come sia auspicabile l’estensione alle visite domiciliari del supporto psicologico ora svolto presso il laboratorio ospedaliero. Infatti, come spiega Mauro Mantovani, presidente dell’Associazione familiari malati di Alzheimer, «l’assistenza domiciliare ha un rapporto stretto con la famiglia del malato, che ha sempre bisogno di sostegno, tanto che diventa difficile trovare una famiglia senza che non ricorra a una badante». Da qui la decisione dell’Ulss 7 di avviare un progetto sperimentale di supporto psicologico domiciliare. In programma ci sono anche dei corsi di formazione organizzati per chi deve assistere i malati, volti a creare la figura del caregiver, colui che cura e accudisce, e ad accrescere le capacità assistenziali della famiglia, in linea con le direttive regionali che incoraggiano il mantenimento delle persone malate nel proprio ambiente familiare debitamente supportato. Prova di questo fatto è l’assottigliamento della lista d’attesa delle case di riposo, che oggi conta solamente 50 nomi rispetto ai 200 di due anni fa. Andrea Zampieri COROCASTEL: ZENO SECH NUOVO PRESIDENTE S abato 27 marzo l’as- al 2006. sociazione CorocaZeno Sech è stato, per stel, che da anni si esibi- diversi anni, presidente sce in concerti con la fi- della sezione del Cai di nalità di tramanPieve di Soligo. dare la tradizioAssieme al prene coral popolasidente sono re delle nostre state rinnovate terre, ha rinnoanche le altre vato i suoi verticariche: consici. Zeno Sech, reglieri: Andrea sidente a BarbiLiessi, Andrea Zeno Sech sano, dopo una Possamai, Gianmilitanza più che ni Mulotto, Reventennale nelle file del- nato Fighera. Probiviri: la compagine coneglia- Aurelio Mosele, Lauro nese, è stato eletto suo Piaia, Arcangelo Dorigo. presidente, subentrando Commissione artistica: ad Alberto Gava. Resterà Sirio Zanoni, Renzo Dain carica per tre anni, fino rio, Tiziano Sech. Domenica 11 aprile 2004 INIZIATIVA DEL LIONS Raddoppia la mensa dei Cappuccini I l 4 maggio, il Lions di Conegliano, presieduto da Pierluigi Sossai, donerà ai frati cappuccini un contributo per la costruzione della nuova mensa. Insieme a Pierluigi Sossai saranno presenti alla consegna del regalo i soci e gli altri membri del direttivo Lions: Giuseppe Losego, past president, Pietro Scudeller, Paolo Gava, Luca Aggio, Luigi Colombo, Attilio Fumo, Sergio Grillo, Roberto Marin, Salvatore Minardo, Franco Pilli, Giorgio Serena, Aldo Vitello. L’iniziativa completa il primo semestre di attività dell’associazione, contraddistinto dagli incontri con il naturalista Michele Zanetti e il dottor Roberto Mazzer, il premio cultura a Giuseppe Palugan, medico e straordinario conoscitore della storia coneglianese, e il convegno su “Biotecnologie e Ogm” del 27 aprile. Con il sostegno del Lions i frati cappuccini potranno raddoppiare la mensa dei poveri. «È un segno dei SABATO 10 Con partenza alle 14 davanti al Bar Time di Parè, il Conegliano Bike Team propone un’uscita breve in Mountain Bike di circa un’ora e mezza. Si richiedono casco, occhiali e bici in buone condizioni. È prevista una quota di partecipazione. Prosegue fino a domenica 2 maggio, nei locali liberty dell’Enoteca permanente della Scuola Enologica, la mostra “La forza della materia e l’eleganza della forma”, opere scultoree in legno e bronzo di Augusto Murer. Orari: tutti i giorni 15.30-19.30, festivi anche 1012. Ingresso libero. DOMENICA 11 Pasqua di Risurrezione. Oggi e domani, in orario diurno, si potrà giocare alla tradizionale “Righèa” pasquale negli spazi dell’area ricreativa di Scomigo. LUNEDÌ 12 Con partenza dalla parrocchia dei SS. Martino e Rosa (per orari e altre informazioni tel. 0438.22145) si svolge oggi la tradizionale escursione di Pasquetta in località Framos di Villa di Villa. A cura di Circolo Anspi “San Leonardo Mu- tempi - commenta fra Giovanni -. Da venti persone al giorno si è passati negli ultimi mesi a quaranta. Sono sempre di più. Fino all’estate scorsa i nostri ospiti erano marocchini, ghanesi, camerunensi, nigeriani, e alcuni italiani. Ma negli ultimi mesi il gruppo si è modificato ed è cresciuto. Sono arrivati albanesi, moldavi, macedoni. Molte le donne dell’Est che cercano di mantenere la loro famiglia lavorando come badanti. Ma c’è anche Maria che ha 27 anni, viene dalla Moldavia ed è un medico pediatra, ma per ora il suo titolo non è riconosciuto in Italia. Io ho ottant’anni e provengo da una generazione che non era abituata alla convivenza di tanti popoli. Durante il pranzo gomito a gomito ci sono otto etnie diverse e almeno tre confessioni religiose: cattolici, ortodossi e mussulmani. In ogni persona c’è un dramma, e la fame non è solo fame di pane, ma soprattutto di amore e di dialogo». VENERDÌ SANTO: Due “Via Crucis” in città V enerdì 9 aprile, alle 20.30, due “Via Crucis” in città. Dalla chiesa dei Santi Martino e Rosa parte la celebrazione cittadina che si concluderà in Duomo. Da via del Marsiglion, invece, parte la Via Crucis della parrocchia di Parè che arriverà nella chiesa di Collalbrigo. rialdo” e Amici Sportivi di San Martino. La partecipazione è libera. VENERDÌ 9 Da questa sera e per una settimana è di turno la farmacia del Dr. Modenese, in viale Venezia 34/f. 35 MERCOLEDÌ 14 Oggi alle 14 e lunedì 19 aprile alla stessa ora, all’Auditorium Dina Orsi, le direzioni didattiche di Conegliano, l’amministrazione comunale e la compagnia teatrale “I costretti” di Conegliano portano in scena lo spettacolo “Tra il dire e… il fare… l’acqua non buttare”, per la regia di Antonella Caniato. Informazioni al numero 348. 2663573. Alle 21, al Teatro Accademia, va in scena lo spettacolo di danza “Cenerentola”, su musiche di S. Prokofiev con il Balletto Classico di Mosca (Russia). A cura di Provincia di Treviso, amministrazione comunale, Arteven, Circuito teatrale regionale e associazione “Amici del Burkina Faso” e con il patrocinio della Regione Veneto. Ingresso a pagamento. Oggi è l’ultimo giorno utile per visitare, all’Oratorio dell’Assunta di piazza Cima, la mostra di ceramiche “Terra, acqua, aria, fuoco. Emozioni, la forma di un’idea”, a cura di Terra Magnetica. Orari di apertura: giorni feriali 16-19.30, venerdì e festivi 10-13 e 15-19.30. Ingresso libero. GIOVEDÌ 15 Alle 18, alla libreria Quartiere Latino, per la rassegna “Conegliano sotto le stelle del cabaret” il cabarettista Beppe Braida presenta il suo ultimo libro (ingresso libero). Alle 21, per la stessa manifestazione, l’artista porta sulla scena del Teatro Accademia lo spettacolo “InformaShow” (ingresso a pagamento). Informazioni al sito www.cavalieridelletere.it. e L’AZiON Conegliano Domenica 11 aprile 2004 Il 16 L’ASSEMBLEA. PIZZORNI LASCIA E il Cai raggiunge quota 1.511! Tommaso Pizzorni Q uota 1.511. Parlando di montagna può sembrare poca cosa. Invece è un ottimo risultato, poiché è il numero dei soci del Cai di Conegliano a fine 2003 (inclusi i 212 della sottosezione di San Polo di Piave), cioè il numero massimo di soci mai raggiunto dalla sezione coneglianese nei quasi 80 anni della sua storia. Con un incremento dell’1,5 per cento rispetto al 2002, in positiva controtendenza, quindi, rispetto al livello nazionale, dove le adesioni al Cai sono in calo. Con questo bel risultato il Cai di Conegliano va all’assemblea annuale, in programma venerdì prossimo 16 aprile nella sede sociale di via Rossini. E l’appuntamento assemblea stavolta è più importante poiché c’è la scadenza e- lettiva per il rinnovo delle varie cariche. Non si riproporrà – «per lasciar posto a qualcuno di più giovane» – Tommaso Pizzorni, dopo sette anni di presidenza in due riprese. Un arco di tempo, quello della reggenza di Pizzorni, in cui la vita del Cai ha subito un’evoluzione rilevante: «In questi anni c’è stato uno spezzettamento, una moltiplicazione delle attività. Mentre fino a un po’ di anni fa c’erano solo le escursioni, le gite sociali, ora l’offerta è molto variegata: il calendario delle escursioni invernali; l’alpinismo giovanile; lo sci-alpinismo con la scuola “Messer”; l’alpinismo con la scuola “Le Maisandre”; lo sci-escursionismo con la scuola “O. Rosolen”; le attività culturali in primavera e autunno; ora anche la riproposizione della foto- grafia, attraverso il concorso per adulti e quello per ragazzi». E il 2004 per il Cai di Conegliano è anno speciale perché c’è il 75º anniversario della costruzione del rifugio Vazzoler, nel Gruppo del Civetta. Un anniversario che verrà onorato con un ritrovo al rifugio domenica 4 luglio, dove si terrà un concerto del Corocastel. Ma il Vazzoler sarà prima mèta anche di un raduno intersezionale dell’Alpinismo giovanile, domenica 20 giugno. Al riguardo, la presidenza-Pizzorni è stata caratterizzata da una grande attenzione nei confronti dei ragazzi in montagna. Il Cai coneglianese propone In sala Venturin due serate sulla catena sudamericana delle Ande ontagne nel mondo. Avventure in rilievo” è il titolo scelto per presentare due serate culturali proposte dal Cai di Conegliano, entrambe dedicate alla catena sudamericana delle Ande. Venerdì 23 aprile il tema della proiezione sarà “Dalle Alpi alle Ande - Cerro Aconcagua” a cura di Germano Oliana, presidente dello Sci Cai Conegliano. Venerdì 30 aprile sarà la volta di “Cordillera di Huayhuash” con l’intervento di Paolo Civera, che presenta immagini e un libro dedicati a un trekking nella catena andina. Entrambe le serate si terranno nella sala “Venturin” della parrocchia di Lourdes a Conegliano, con inizio alle 21. “M ogni anno un calendario di una decina di uscite dell’Alpinismo giovanile, mentre, in luglio, ci sono la settimana in montagna e il trekking. Vanno aggiunte le lezioni e le uscite che la sezione cura nelle scuole della zona, attività per la quale è stata stipulata un’apposita convenzione con il Comune di Conegliano. Ma come si caratterizza l’approccio alla montagna oggi? «Sempre tanta gente va in montagna – spiega Pizzorni – ma in modo più individualistico. C’è meno ricerca del gruppo numeroso. E va riconosciuto che c’è più rispetto per l’ambiente montano, anche se l’accesso oggi è più agevolato dalla sistemazione di tante strade e dalla diffusione dei fuoristrada. Si registra poi un incremento delle uscite scialpinistiche o con le “ciaspe”, mentre c’è un calo dell’utilizzo dei rifugi». Tutti cambiamenti che appariranno quasi stranezze agli occhi di tre soci storici che verranno festeggiati quest’anno: da 75 anni iscritti al Cai coneglianese sono il cavalier Antonio Carpenè e il professor Benedetto De Bernard; da 71 Ettore Calissoni. Franco Pozzebon Speranza g i o i e l l i La leggenda Speedmaster continua via Lioni, 17 - Vittorio Veneto - tel. 0438/57250 37 TEATRO Tra il dire... e il fare... l’acqua non buttare M ercoledì 14 e lunedì 19 aprile all’auditorium Dina Orsi, alle 14, le Direzioni didattiche del 1º, 2º e 3º Circolo, l’Amministrazione comunale e la compagnia teatrale “I Costretti” di Conegliano propongono lo spettacolo teatrale “Tra il dire e... il fare... l’acqua non buttare”. Lo spettacolo si propone di far riflettere sull’importanza dell’acqua come fonte di benessere e di vita per l’uomo, gli animali e le piante della terra, affrontando un tema che è stato inserito nella programmazione didattica nelle scuole statali, materne ed elementari. Per informazioni: telefono 348-2663573; sito web.tiscali.it/costretti. 38 AL VIA UNA MASSICCIA SERIE DI INTERVENTI A Vazzola priorità alle strade: l’obbiettivo è maggiore sicurezza F inalmente è stata aggiudicata la gara d’appalto per i lavori di allargamento del tratto da Tezze a Vazzola della strada 44 “del Cer varo”. L’opera comprende la messa in sicurezza della provinciale, con un pista ciclopedonale protetta. Sarà ricalibrata e allargata questa strada che in passato è stata teatro di molti incidenti, anche mortali. Nel piano triennale è stato contemplato un finanziamento con fondi comunali di circa 180 mila euro, ma l’opera costerà circa 725 mila euro, comprensivi dei contributi provinciali e regionali. L’assessore ai lavori pubblici di Vazzola, Giuseppe Freschi, sottolinea come sia davvero una priorità porre un freno al problema del traffico e mettere in sicurezza le strade del Comune. Un altro cantiere sta per essere avviato, nel A Godega di Sant’Urbano si stanno muovendo i primi passi in vista della realizzazione di una compagnia teatrale comunale. Per questo l’assessorato alla Cultura in collaborazione con la Biblioteca e la Pro loco, organizza un corso breve di introduzione alla conoscenza della parola. L’iniziativa dal titolo “Pronuncia-lettura-comunicazione” si snoderà in sei lezioni settimanali di due ore che avranno luogo nei mesi di maggio e giugno. Il tutto in preparazione al corso di recitazione previsto per settembre e finalizzato per l’appunto alla costituzione di una compagnia teatrale. La presentazione del corso avrà luogo lunedì 26 a- VAZZOLA Soggiorni estivi per anziani L’assessorato ai Servizi sociali di Vazzola organizza per l’anno 2004 i soggiorni estivi per anziani al mare e in montagna. I soggiorni marini si svolgeranno a Jesolo Lido dal 29 maggio al 19 giugno al costo di 735 euro a persona e quelli montani a Laggio di Cadore dal 3 al 23 luglio al costo di 680 euro a persona. Le iscrizioni sono aperte fino al 10 aprile e le domande devono essere presentate all’assistente sociale o all’Ufficio anagrafe corredate di certificato medico. GAIARINE Genieri e trasmettitori I Genieri e trasmettitori della sezione di Gaiarine, intitolata al geniere Rodolfo Rosada, si sono riuniti in assemblea per il rinnovo delle cariche sociali, riconfermando presidente il cavalier ufficia- tratto tra Vazzola e Cimetta, lungo la stessa strada provinciale. Saranno poi investiti circa 440 mila euro, finanziati dai vari enti, per la realizzazione di una seconda pista ciclabile, che attraverserà il fiume Monticano con una passerella. La pista sarà realizzata con le intersezioni di via Callonga e via Toniolo, per un tratto di circa 800 metri e all’altezza di via Callonga sarà realizzata anche una rotatoria. Da via Toniolo, i lottizzanti dell’area industriale “Vazzola est” saranno tenuti ad eseguire un’altra pista ciclabile, che condurrà fino al confine di Codognè. Infine, un’altra novità di rilievo è senz’altro il progetto esecutivo, in via di approvazione da parte della Provincia, per la realizzazione di una rotatoria al posto dell’attuale incrocio semaforico nei pressi del cimitero di Tezze tra le provinciali 44, 34 e 92 a cui probabilmente seguirà una rotatoria che sorgerà a Borgo Malanotte sul bivio per Conegliano e la strada della Colonna. Alberta Bellussi GODEGA 9.30 l’incontro con le guide e l’inizio delle visite che riguarderanno la basilica di Sant’Apollinare in Classe, il Mausoleo di Teodorico (esterno), Battistero degli Ariani, la basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il battistero degli Ortodossi, il museo arcivescovile, la basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia e la Domus dei Tappeti di Pietra. È previsto tempo libero per il pranzo e al termine delle visite. Alle 18 partenza da Ravenna e rientro a Godega alle 21. Quota di partecipazione 26 euro. Le prenotazioni si ricevono in biblioteca il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 19 e il martedì dalle 10 alle 12. (GDN) Con la Biblioteca cultura a tutto campo: compagnia teatrale e visite guidate... prile alle 20.30 alla biblioteca comunale. Per adesioni e informazioni rivolgersi in biblioteca (0438-430545) oppure alla Pro loco (0438430509). Il corso è gratuito. La Biblioteca di Godega di Sant’Urbano organizza poi per domenica 6 giugno una visita guidata a Ravenna. Il programma prevede alle 6.30 la partenza in pullman dalla sede della biblioteca. Alle IN BREVE le Cesare Busetto, il quale – dopo aver tenuto il discorso di circostanza – ha consegnato degli attestati di benemerenza con medaglia di bronzo ai soci: Silvano Carli, Angelo Carnelos, Giorgio Fracassi, Bruno Rossetto, Pietro Rossetto,“per la fedeltà all’associazione con oltre trent’anni di iscrizione”. Tra i numerosi partecipanti si contavano i rappresentanti delle associazioni d’arma locali e dell’Avis. ORSAGO Tempo di primavera E’ davvero “Tempo di Primavera” a Orsago dove le diverse associazioni si sono unite all’amministrazione comunale e alla biblioteca per offrire alla cittadinanza momenti di festa e di aggregazione. Sabato 17 aprile prende così il via la Bibliofesta. Alle 10.30 i bambini delle scuole elementari assisteran- e L’AZiON Coneglianese Domenica 11 aprile 2004 no allo spettacolo “Armadi e coccodrilli” liberamente ispirato da “Il Coccodrillo enorme” di Roald Dahal. Sul palco del teatro Cristallo ci sarà il Collettivo di Ricerca Teatrale di Vittorio Veneto. Dalle 15 alle 18 sarà possibile visitare la mostra mercato del libro e alle 20.45 prenderà il via la serata di lettura animata della Morte di Ettore (canto XXII dell’Illiade), proposta da Scenari – Progetti per lo spettacolo di Vittorio veneto con Livio Vianello e il percussionista Riccardo Casagrande.L’appuntamento è presso la sala consigliare, l’ingresso è libero. Domenica 18, sabato 24 e domenica 25 aprile sempre dalle 15 alle 18 rimarrà aperta la mostra mercato con la possibilità di acquistare libri con lo sconto del 15 per cento sul prezzo di copertina. La fornitura viene fatta presso le librerie Il Treno di Bogotà e Pove (Libreria del Seminario) di Vittorio Veneto e il Centro Biblioteche di Villorba. GAIARINE A villa Altan di Campomolino saranno di scena i fumetti di qualità D a venerdì 16 a domenica 18 aprile villa Altan di Campomolino ospita l’iniziativa “Fumetti a Gaiarine”. La rassegna si apre venerdì alle 18 con l’inaugurazione della mostra “I grandi del fumetto”. Ovvero esposizione di tavole originali dei più grandi fumettisti italiani di sempre. Sabato 17, alle 16 inaugurazione della mostra “Fumetto: cos’è, come si fa” a cura dell’associazione culturale FaMelComiczl. I visitatori potranno scoprire, attraverso un apposito percorso, i vari passaggi tecnici e creativi di come si disegna una storia a fumetti. Domenica 18 dalle 10 alle 19 “Prima mostra mercato del fumetto” con bancarelle dove trovare fumetti sia nuovi che usati, gadget, possibilità di scambi e tutto quanto riguarda il fumetto. Interverranno inoltre gli autori di FaMel e Auagnamagnagna e il disegnatore Paolo Cossi, che presenteranno le loro produzioni e disegneranno dal vivo. (GDN) SE N’È PARLATO A GODEGA: LA CARICA DEI CINGHIALI S ulla Pedemontana trevigiana, in special modo alle falde del Cansiglio c’è, sussiste il grave “problema del cinghiale”. Lo ha segnalato a Godega, domenica scorsa, 4 aprile, in un apposito convegno nell’ambito della 26ª “Fiera primaverile degli uccelli”, il dottor Marco Golfetto della CIA/Confederazione Italiana Agricoltori. Il cinghiale, che è bestia molto prolifica (ha, se non controllato, un incremento annuo dal 90 al 180 % ), è specie onnivora, spazzolando via dal suolo anche carogne, ma pure uova e nidiacei di selvaggina nobile come i galliformi. Inoltre per sua natura, grufola, scava, ara, innescando sui pendii erbosi più obliqui fenomeni erosivi( “rill-erosion”). «Di notte, sui campi di mais, a Sarmede , Cordignano , Fregona, e dintorni - ha raccontato Golfetto sembravano una mietitrebbia». Da qui inoltre il problema del risarcimento del danno, che ha tempi lunghi e non è del tutto compensa- to ( ad esempio da 100 mila delle vecchie lire a 5 milioni viene liquidato il 55 %, e poi a scendere ). «I cinghiali costituiscono poi anche un notevole rischio per la salute pubblica - ha ribadito il dottor Renzo De Battisti della Forestaleper possibili introduzioni di tubercolosi, pseudorabbia e peste suina». Non resterebbe dunque che armarci di doppietta, e fare fuoco a volontà. Ma sarebbe errore grave, ha messo in guardia il veterinario e faunista Mauro Ferri, perché il cinghiale è soprattutto animale notturno, poi vive in comunità matriarcali, di cui non bisogna mai abbattere i più grossi , ma per gran parte i piccoli, i sub adulti e le femmine gravide. E questo in un contesto d’una gestione scientifica del problema.(MS) e L’AZiON A l complesso storico di villa Varda, il gioiello architettonico e ambientale di Brugnera, si è aggiunta una nuova perla col restauro dell’ex cantina, che è stata inaugurata sabato 3 aprile. L’ex cantina fa parte degli originari edifici settecenteschi, precedente quindi all’inter vento dei Morpurgo; in essa venivano conser vate le granaglie e le botti con il vino. Successivamente fu rimaneggiata e ampliata, venendo adibita a stalla. Friuli BRUGNERA Villa Varda: inaugurato anche il restauro della ex cantina L’inter vento di restauro l’ha riportata alle sue originali dimensioni, prevedendo anche il ripristino dell’annesso “giardino delle rose”, come documentato in immagini fotografiche degli anni Trenta. Così restau- rata diventerà un luogo ideale per esposizioni temporanee, convegni, mostre e concerti. Il restauro si inserisce in un più vasto progetto di recupero di villa Varda che, sulla base dello studio di fattibilità redatto dall’architetto Renzo Carniello e dall’ingegner Cesare Ruzzene vedrà recuperati tutti gli edifici. La cerimonia di inaugurazionee, dopo i momenti ufficiali, ha visto un concerto dell’Ensemble goriziano Polivox. Domenica 11 aprile 2004 CROCE ROSSA: CORSO DI PRIMO SOCCORSO “N on importa quello che sai fare o quanto tempo hai a disposizione. Ci sono persone che hanno bisogno anche di quel poco che puoi dare”. Con questo spirito il gruppo dei Volontari del soccorso della Croce rossa di Sacile organizza un corso di primo soccorso. L’obiettivo è far conoscere la Croce rossa e trovare volontari, ma anche diffondere tra i cittadini le competenze sul primo soccorso, così da saper intervenire prontamente evitando comportamenti errati: i primi minuti sono spesso decisivi. Il corso, tenuto da medici e istruttori Cri, inizia giovedì 15 aprile e termina il 3 giugno: ogni martedì e giovedì alle 21 all’ospedale di Sacile. Informazioni sul corso: 0434-71605 (lunedì 21-23, martedì e giovedì 20-22), [email protected], www.crifvg.it. Tommaso Bisagno SACILE/IL BALLETTO DELLE CANDIDATURE SAN GIOVANNI DEL TEMPIO Tiraemolla a centrosinistra, Lega da sola, e la Cdl poi... R L’esperienza forte della “missione” imane ingarbugliata la situazione politica a Sacile. In vista della prossima scadenza amministrativa del 12 e 13 giugno ribaltoni e controribaltoni nelle candidature e nelle alleanze si ripetono a cadenza quasi quotidiana. Evidentemente in riva al Livenza, dopo la lunga era Fasan, c’è fermento per la successione e ognuno, da posizioni proprie, sventola la bandiera del rinnovamento. A centrosinistra si è assistito al balletto inedito attorno al nome di Roberto Cappuzzo. Imprenditore quarantaduenne molto noto nel mondo del volontariato locale per la sua lunga militanza negli scout, Cappuzzo a più riprese è stato indicato quale candidato di Intesa democratica. Il cartello dei partiti di centrosinistra (Democratici di Sinistra, Italia dei valori, Margherita, Rifondazione comunista, Socialisti democratici italiani e gli ultimi arrivati della lista Cittadini per il presidente), che intende ripetere nel Giar- dino della Serenissima la positiva esperienza elettorale che ha condotto Riccardo Illy alla presidenza della Regione, aveva indicato in Cappuzzo il suo candidato a sindaco. L’interessato, tuttavia, aveva declinato una prima volta l’invito, salvo poi accettare la candidatura. A quel punto, quando finalmente Intesa democratica sembrava pronta a lanciare il suo campione, la Margherita ha sollevato delle riserve su Cappuzzo a conferenza stampa di presentazione già programmata. Da registrare che Intesa democratica ha incassato il sostegno del primario Siro Carniello, responsabile della struttura ospedaliera di Sacile, ed è corteggiato da Guido Galet, consigliere comunale degli Azzurri per Sacile, già rotto ad esperienze politiche diverse. Le cose non sembrano andare bene anche a centrode- stra. Se l’obiettivo era quello di candidare un nome unitario, sostenuto cioè dall’intero spettro delle forze che compongono la Casa delle libertà, infatti, il progetto pare tramontato definitivamente. La Lega Nord, anche in seguito al congresso federale, a Sacile ha scelto di correre da sola, analogamente a quanto intende fare negli altri Comuni e in Provincia. Piuttosto incerta è la situazione dell’Udc. Mentre alla corsa per le provinciali il partito di Follini si presenterà da solo in prima battuta, a Sacile la situazione è ancora fluida. Si va, insomma, verso un candidato sostenuto da Forza Italia e Alleanza Nazionale, con un ultimo tentativo da farsi nei prossimi giorni con l’Udc. Il candidato a sindaco dovrebbe appartenere a Forza Italia. In questo caso in pole position è l’ex assessore Roberto Ceraolo. (GB) VOLONTARIATO A SACILE no previste esercitazioni di evacuazione, ricerche di personale con unità cinofile, discese in cordata da palazzi e ponti. Domenica, in mattinata, è prevista un’esercitazione con un gruppo nautico di soccorso, unitamente a Sogit e Croce rossa italiana. Si svilupperà nella zona della Livenza a Ponte della Vittoria, anche con recupero di persone in difficoltà o “annegate”. In totale saranno una ventina le squadre che giungeranno dal Nord-Est e circa un centinaio i volontari». Il presidente, infine, invita fin d’ora la popolazione a seguire le manifestazioni, in particolare il campo base al PalaMicheletto e alla manifestazione di chiusura, con sfilata in piazza del Popolo, il pomeriggio di domenica 25 aprile. Dalla “Sacellum”: “fatevi avanti!” P rosegue intensa l’attività della Sacellum Volontari di Sacile, il cui comitato esecutivo (provvisorio) sarà operativo fino a giugno, vale a dire fino all’assemblea costituente. Da qui ad allora il presidente Paolo De Vellis si augura di continuare nell’opera di “reclutamento”, forte anche dei consensi fino a oggi manifestatigli sia dalle istituzioni sia dalle associazioni che vi hanno aderito. «L’entusiasmo con il quale si è fino a oggi operato – ha commentato De Vellis – ci induce a rivolgere l’invito a tutte le as- sociazioni di volontariato operanti in città a entrare nell’organismo. In ogni caso tutte le associazioni saranno contattate. Nessuno avrà diritto di progenitura e tutti dovranno sentirsi partecipi a un progetto di grande rilievo». Frattanto continuano ad arrivare le adesioni per la due giorni di esercitazione e manifestazioni pubbliche che la Sacellum Volontari ha in programma il 24 e 25 aprile in città. Saranno due i momenti salienti. Ne parla dettagliatamente De Vellis. «Nel pomeriggio di sabato – dice il presidente – so- 39 S i è conclusa domenica 4 aprile la missione parrocchiale a San Giovanni del Tempio; lo scopo di questa esperienza era anche quello di aiutare i fedeli a riscoprire rapporti interpersonali per ricostruire una comunità cristiana; ora la volontà è che si mantengano vivi questi rapporti affinché la missione porti i suoi frutti. A conclusione dell’esperienza, parliamo della missione con Roberto e Donatella dal Fabbro che hanno accolto i missionari e presso la cui casa si è organizzato un centro di ascolto. Come avete accolto la missione quando vi è stata proposta? Donatella: «Inizialmente non avevamo capito bene di cosa si trattasse; quando poi ci è stata fatta la proposta di accogliere un missionario e ci hanno spiegato meglio in cosa consisteva, abbiamo capito e accettato. Sono convinta però che avrebbero aderito sicuramente più persone se avessero capito su- bito in cosa consisteva veramente la missione». Roberto: «Io la penso in maniera un po’ diversa perché la gente che non ha capito è quella che non è venuta; all’inizio era una novità poco chiara ma sarebbe bastato chiedere e informarsi per capire di cosa si trattava. Questa esperienza alla fine ha rafforzato chi già c’era e frequentava la Chiesa». Come è stata per voi questa esperienza? Roberto: «È stata molto positiva, è servita a capire che il modo in cui vengono proposte le celebrazioni serve a coinvolgere profondamente la comunità. Ora, però, senza i missionari che facciano da trascinatori, sarà difficile mantenere questo entusiasmo, dovremmo sentirci tutti impegnati». Donatella: «Ci ha fatto riflettere su problemi che ci sono in tutte le famiglie, i rapporti con i figli con il proprio marito e la propria moglie e anche a creare legami nuovi tra di noi». Quali sono i momenti che vi hanno colpito maggiormente della missione? Roberto: «Una delle sere più forti è stata la Via Crucis della domenica della Famiglia; sembrava di essere tornati indietro nel tempo, a quel giorno in cui Gesù è stato crocifisso». Qual è l’insegnamento che vi portate più vivo dalla missione? Donatella: «Io da questa missione cercavo delle risposte a molte delle domande che certe disgrazie avevano suscitato in me. È stata importante per capire come noi stessi, nella nostra quotidianità e con il nostro dolore, possiamo “fare missione” portando la nostra esperienza alla gente». (LM) MARON U VENERDÌ 9 APRILE Alle 20.30, in duomo a Sacile, solenne celebrazione della Passione del Signore e processione. Dalle 16 alle 19 nell’ex chiesa di San Gregorio a Sacile è aperta la mostra Parole e musica, dedicata ai 20 anni di attività della compagnia teatrale L’iniziativa. ai 20 anni di attività della compagnia teatrale L’iniziativa. MERCOLEDÌ 14 Dalle 15.30 alle 18 in via Mazzini 22 a Sacile è aperto il Centro di ascolto Caritas. Dalle 17 alle 19 a palazzo Carli di Sacile è aperto il Centro di consulenza familiare. SABATO 10 Alle 21, in duomo a Sacile, Veglia pasquale. Dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 nell’ex chiesa di San Gregorio a Sacile è aperta la mostra Parole e musica, dedicata ai 20 anni di attività della compagnia teatrale L’iniziativa. DOMENICA 11 Dalle 16 alle 19 all’ex chiesa di San Gregorio a Sacile è aperta la mostra Parole e musica, dedicata GIOVEDÌ 15 Dalle 17, a palazzo Ovio Gobbi di Sacile, si tengono i seminari di lingua ebraica a cura del professor Marco Grusovin. Dalle 16.30, alla biblioteca civica in viale Trieste a Sacile, si tiene il terzo seminario del ciclo di incontri dedicato all’Apocalisse. Tema del giorno “Il pensiero apocalittico tra Umanesimo e Modernità”, a cura del filosofo Renzo Mulato. n altro tassello si aggiunge alla riqualificazione del territorio di Brugnera: la piazza di Maron. Un importante intervento di risistemazione e arredo ha dato un nuovo volto al centro della frazione. L’operazione si è concentrata sullo spazio antistante la chiesa parrocchiale e sulla via IV Novembre e fa parte di un più vasto progetto che ha già visto la sistemazione dell’area adibita a mercato settimanale. Con questo ulteriore intervento è stato risistemato il sagrato della chiesa, raccordandolo con lo spazio circostante, decorandolo con fioraie, fornendolo di panchine e provvedendo a un’adeguata illuminazione. La sistemazione dello spazio retrostante ha inoltre consentito di ricavare altro spazio da adibire a parcheggio. e L’AZiON Opitergino Domenica 11 aprile 2004 CAVALIER/INAUGURATO L’ASILO“L’ISOLA DEL TESORO” E ra il sogno del sindaco uscente Giampaolo Vallardi: riuscire a trasformare in una struttura utile alla comunità le ex scuole elementari di Cavalier. Vi è riuscito, domenica scorsa è stato inaugurato “L’isola del tesoro”, l’asilo-nido pronto ad ospitare bambini gorghensi, di Chiarano, di Motta di Livenza. «Era anche questo uno dei motivi per i quali, di- versi anni fa, mi ero candidato» ha ricordato Vallardi. La struttura è molto semplice, funzionale, così come deve esserlo un servizio a misura di bambino. In modo che la pulizia possa essere la più frequente e la più rigorosa possibile, lasciando nel contempo ampio spazio al gioco e alla vita dei piccoli. L’isola del tesoro è stato chiamato il nuovo servizio, pensando a UNABOMBER G Un momento dell’inaugurazione dell’asilo nido a Cavalier quei “tesori” che sono i bambini per le famiglie e per la comunità tutta. L’investimento è stato di quasi 300 mi- la euro e la Regione Veneto ha dato un suo contributo; la gestione è stata affidata alla cooperativa “Insieme si può”. li inquirenti non sembrano più nutrire alcun dubbio: è stato il famigerato Unabomber, autore di dieci anni di attentati terroristici nel Triveneto, a collocare un piccolo ma pericolosissimo ordigno sotto un inginocchiatoio della quattrocentesca chiesetta di sant’Agnese a Portogruaro. Lo dimostrerebbero le modalità dell’azione, la tecnica elaborativa della bomba, in una parola la “firma” del misterioso personaggio. Per puro caso si è evitata l’esplosione che - affermano gli inquirenti - avrebbe sicuramente provocato danni e ferite serie. L’ ordigno era caricato alla nitroglicerina. Un esplosivo instabile, e dalla grande forza detonante. IN ZONA SI MOLTIPLICANO GLI EPISODI Microcriminalità: ormai è una vera emergenza Un autentico successo il musical rappresentato a Fratta di Oderzo S tavolta è davvero emergenza microcriminalità. Furti a raffica si sono succeduti nello spazio di due settimane nell’Opitergino. Agli episodi che fanno notizia, vanno aggiunti quelli che non vengono neppure denunciati. Dapprima furti nelle abitazioni a Camino, quindi il negozio di abbigliamento intimo di Donatella Pedron in via Umberto I svaligiato di tutto. In successione il furto al negozio “And” sempre in via Umberto I, con il magazzino ripulito di tutte le nuove collezioni di abbigliamento, la razzìa di profumi di gran marca avvenuta al “Tulipano” in via Verdi, i televisori a schermo piatto sgraffignati al negozio di Irnerio Momesso a Faè, la cassaforte fatta ruzzolare dalle scale al mobilificio Mab di Meduna di Livenza. Cosa sta accadendo? La gente è davvero preoccupata, le forze politiche invocano maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine. «Posso dire che nella mia relazione di fine anno l’avevo un po’ previsto – commenta il sindaco Elio Pujatti –. Vedo sempre più gente in giro senza lavoro. Per certuni, piuttosto che cercarsi un’altra occupazione è forse più semplice delinquere». Lo stesso primo cittadino, tre anni fa, si è ritrovato con i ladri in casa. «Era notte, ho sentito un rumore dalla mia camera e sono sceso al pianterreno. I malviventi avevano addirittura acceso la luce, stavano frugando nei cassetti. Quando mi hanno sentito sono scappati. È un’esperienza che ti segna per sempre. Oggi, scatta sempre dentro di me un allarme quando odo un rumore diverso in casa». Già, la ma gente si chiede cosa poter fare. «Adottare il più possibile sistemi di difesa passivi – consiglia Pujatti –. Sprangare le porte dall’interno, bloccare le serrande, installare se è possibile un allarme. Sono sistemi che possono aiutare molto». Non aprire mai a sconosciuti, aggiungiamo noi, non lasciare in vista gioielli e denaro contante. Denunciare sempre i furti. Purtroppo la delinquenza spicciola sembra essere una piaga con la quale si è destinati a convivere. (AF) APERTURE DOMENICALI, CHE MALVEZZO! A perture domenicali dei negozi: non era mai accaduto, eppure nell’Opitergino domenica 28 marzo c’è stato chi ha pensato di andar contro le regole, tenendo aperto senza avere l’autorizzazione del Comune. La ditta in questione è la Smart, che gestisce un grande magazzino di abbigliamento in via Verdi, nella zona commerciale. Pensare che c’è pure un Comandamento, è il “ricordati di santificare le feste”, eppure c’è chi oltre che delle regole della società civile, non tiene in minimo conto neppure quelle cristiane. E dire che quella delle aperture domenicali è un malvezzo tutto italiano. Provate un po’ a girare in qualche paese europeo. A Norimberga (Germania), ad esempio, i negozi addirittura anticipano la chiusura del sabato pomeriggio, la gente lo sa e si organizza di conseguenza. Forse che aprendo di domenica si spera di vendere di più? Il punto interrogativo è d’obbligo, pensando agli attuali tempi di caro-euro. Se i soldi nel borsellino scarseggiano, ebbene ciò accade sia di lunedì che di domenica. Per prassi commerciale, non è che le domeniche dedicate allo shopping manchino durante l’anno nella città opitergina; ce ne sono all’incirca sei. È perciò allibito Bruno Andreetta, il presidente dell’Ascom opitergino-mottense, di fronte al comportamento della Smart spa. «Posso dire che se le regole ci sono vanno rispettate. Personalmente 41 sono contrario alle aperture domenicali» è il suo pensiero. Nel frattempo in municipio stanno esaminando a fondo il caso. «Quest’apertura domenicale avvenuta senza autorizzazione – taglia corto il sindaco Elio Pujatti – è un malvezzo che va stroncato sul nascere. Questa era la prima volta per cui abbiamo deciso di non andare oltre la multa di mille euro. Ma se dovesse ripetersi non esiterò a chiedere la chiusura del punto vendita. Senza dubbio domenica hanno fatto una “furbata”, considerando che siamo sotto UN SUCCESSO A FRATTA Il duello in musical tra Morte e Vita P ienone in chiesa domenica 4 aprile a Fratta di Oderzo per la rappresentazione di “Morte e vita a duello”, dramma musicale sulla passione di Gesù scritto da Giosy Cento. Un musical particolare, dove spicca la presenza della Morte, protagonista-antagonista quasi sempre presente con la sua tipica veste tetra e la sua falce, nel ruolo di “cattiva consigliera”, come una specie di grillo parlante al contrario, e che alla fine viene inevitabilmente sconfitta da Gesù risorto, che rappresenta la vita. Un “duello” Pasqua e che la gente poteva essere invogliata a fare qualche acquisto». Mai come in questi tempi le società commerciali cercano di invogliare il cliente all’acquisto. Proprio per questo motivo, consapevole di questo potere, il consumatore dovrebbe essere ben attento e operare delle scelte. Il mercato è vasto, la scelta ampissima. Perché dunque non incamminarsi verso un consumo consapevole, guardando a chi rispetta le regole e lascia che la domenica sia quel giorno dedicato al riposo e alla riflessione che dovrebbe essere? (AF) che prende ispirazione dalla Sequentia dell’XI secolo. Una rappresentazione che ha richiesto mesi di preparazione e che ha coinvolto una quarantina di persone tra attori e comparse, un centinaio contando anche musicisti, costumiste, staff e tecnici di scena. Tanti giovani, alcuni con i genitori, provenienti da Fratta ma anche da alcuni paesi vicini. E non è esagerato affermare che in particolare a Fratta si è mosso un paese: in tanti, anche dietro le quinte, hanno lavorato preparando i costumi e le attrezzature tecniche e L musicali, concedendo generosamente il proprio tempo e i propri mezzi per tante sere anche fino all’una di notte. Chiesa piena già mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Tanta gente è rimasta in piedi, ed anche fuori dell’edificio, tanto che è stato deciso di concedere il bis la sera successiva. Al termine il pubblico ha premiato gli attori con un’ovazione. «Questa sera abbiamo assistito ad un miracolo: questi esistono ancora, anche se la televisione e la stampa non ne parlano, mostrandoci solo morte, polemica, stupidità, frivolezza» ha detto subito dopo un commosso don Piero Bortolini, nel duplice ruolo di parroco e responsabile diocesano per la pastorale giovanile. «Non è stato il parroco a dire a questi ragazzi “fate”: sono stati loro a lanciare questa proposta, contagiando presto tanti loro coetanei». Ha lodato la costanza di tutte queste persone che per molte ore già ancor prima di Natale si sono trovate a provare: «in quelle sere davvero si respirava profumo di miracolo». Non solo un musical, ma anche un «incontro di preghiera ad altissimo livello, che aiuterà a vivere meglio la Settimana Santa», tenendo conto anche della sacralità del luogo in cui si è svolta.(AP) FOSSALTA a sagra di San Marco a Fossalta Maggiore anticipa. Il Lunedì di Pasqua ci sarà il taglio del nastro, con l’inaugurazione dei nuovi spogliatoi sportivi che andranno a completare il centro polivalente parrocchiale fossaltino. È un appuntamento atteso da tutta la comunità per un’opera frutto del volontariato dei tanti collaboratori della Pro loco, la quale aggiunge un altro tassello alla sua storia iniziata 33 anni fa, con tante opere realizzate, in ossequio allo slogan “Non solo una festa ma qualcosa che resta!”. La Festa di San Marco aprirà poi i battenti venerdì 16 alle 21. È rilevante la novità di questo 2004, si tratta della rassegna “Editoria di Mar- ca”. È un salone dell’editoria veneta sulla storia, l’ambiente, le tradizioni, la letteratura della Marca trevigiana e del Veneto, patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Treviso. Hanno aderito le maggiori case editrici, del Trevigiano e non, con l’aggiunta della Fondazione Benetton studi e ricerche. La tenso struttura che ospiterà la rassegna dà spazio ad oltre 2000 opere. Eppoi ci saranno la mostra fotografica “I casoni veneti”, la tradizionale “Arte in vetrina”, “Bicicultura” la pedalata organizzata per il 25 aprile. Insomma tante proposte ideate e realizzate da una Pro loco vulcanica ed efficiente, per uno svago sano e sereno, da vivere con la propria famiglia. Anticipa di due settimane la tradizionalissima sagra di S. Marco e L’AZiON Mottense/Ve/Memorie Domenica 11 aprile 2004 43 PREOCCUPAZIONE A CESSALTO E A CEGGIA SCUOLA OSPEDALE DI MOTTA La Fillattice chiude a giugno, e quei cento posti di lavoro? L “Lepido Rocco”: Comuni e Provincia diano una mano, invita Panighel Nominati due nuovi primari a Fillattice di Cessalto, azienda che produce filati elasticizzati per l’abbigliamento sportivo, chiuderà a giugno: cento lavoratori saranno licenziati. Questa è la prima vistosa crepa, sul fronte dell’occupazione, che si apre nell’OpiterginoMottense. Quel che fino a tre-quattro anni fa era considerato un bacino ad altissima produttività, sta mostrando falle pericolose. Anche perché già si parla di una situazione critica anche per i dipendenti della De Longhi di Gorgo. Tornando a Cessalto, cento lavoratori tutti italiani, quasi tutti capifamiglia di Cessalto, Chiarano e Ceggia, la scorsa settimana hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti al municipio di Cessalto; attendevano con pazienza, mentre il sindaco Giovanni Artico e i dirigenti dell’azienda discutevano sulla sorte della fabbrica e dei lavoratori. «Esprimo rammarico, perché qui non si tratta di un piano di ristrutturazione, ma di una chiusura dell’azienda – ha detto il sindaco alla conclusione dell’incontro –. L’azienda afferma che da quattro anni chiude con i bilanci in rosso; ha già chiuso una fabbrica in Francia, ridimensionerà anche l’azienda madre di Capriate a Bergamo, perché deve rispettare accordi presi con le banche. A Cessalto il 50 per cento dei dipendenti sarà licenziato a giugno – prosegue Artico –, il rimanente sarà oggetto di accordi in base alla disponibilità; entro sette giorni sarà aperto un tavolo di trattative, per trovare un accordo per la cassa integrazione. Chiederò aiuti in Provincia e in Regione: la situazione – conclude Artico – non dico che è buia, ma grigia sì». Rammarico anche da parte del sindaco di Ceggia, Rodolfo Viola, altro comune interessato ai licenziamenti: «Una decisione improvvisa e pericolosa – dice Viola –: noi qualche anno fa abbiamo affrontato la chiu- A MOTTA LA NONA MOSTRA “Un libro conquista il mondo”... “U n libro conquista il mondo”: al via la IX edizione della mostra del libro per ragazzi e non. Dal 15 al 24 aprile, la mostra si terrà in Loggia ed è organizzata dall’assessorato alla Cultura di Motta in collaborazione con la Biblioteca civica. Per l’occasione si terrà ORARI NECROLOGIE un ciclo di incontri con autori vari, dalla narratrice per ragazzi Paola Zannonner al poeta del bosco Mauro Corona. Con loro anche gli autori Tiziano Brogliato, Carmen Menon e Guido Quarzo, oltre alle esperte di letteratura per bambini Fabiana Costa e Attilia Cauduro. Iniziativa di primo piano per- sura dello zuccherificio, ma allora le condizioni erano diverse, i lavoratori avevano possibilità di reinserimento immediato in altre aziende: ora la situazione è cambiata, il clima non è buono: sono preoccupato». Le organizzazioni sindacali della Cisl e della Uil del Veneto Orientale e di Treviso dicono: «Il sito produttivo di Cessalto è nato 30 anni fa e si è specializzato nella produzione di filati elasticizzati, attualmente occupa un centinaio di persone. Da tre anni, con l’ingresso nel mercato del filo elastico dei produttori coreani, i prezzi sono crollati ed è cominciata la crisi. Improvvisamente il 31 marzo l’azienda ha comunicato che da venerdì 2 aprile avrebbe aperto la procedura di mobilità: altro che concertazione! Noi crediamo che attraverso una ristrutturazione, l’azienda di Cessalto possa essere mantenuta» afferma Vincenzo Rosso della Uil. Giuseppina Piovesana ché oltre alla tradizionale mostra di libri è stato appositamente creato un ciclo di incontri per invogliare alla lettura e per far comprendere ai più giovani che il libro non è oggetto astratto ma inserito in un contesto preciso e spesso testimone prezioso della vita di ciascuno. Orario apertura mostra: giorni feriali 15.3018.30; sabato e festivi 912 e 15.30-18.30. Per informazioni biblioteca civica, da lunedì a venerdì (14.4518.45), telefono 0422861013. T I utti i comuni vicini a Motta di Livenza e la Provincia di Treviso devono contribuire a sostenere le attività del centro professionale “Lepido Rocco”. Questo l’invito che il sindaco mottense Graziano Panighel ha rivolto con una lettera a 16 colleghi della Sinistra Piave ma anche del Pordenonese e del Veneziano. «Abbiamo avuto di recente un incontro in cui i sindaci hanno sottolineato l’importanza che la scuola “Lepido Rocco” ha per il nostro territorio» ha dichiarato Panighel. Nel corso dell’incontro è stato quindi stabilito di presentare alla Provincia una relazione sull’attività della scuola nella quale viene formulata la richiesta di sostegno; di mettere a carico dei propri bilanci comunali una somma a favore del centro professionale; di interessare alla questione le associazioni di categoria e gli operatori economici presenti sul territorio. l Consiglio di amministrazione dell’ospedale di Motta ha nominato i nuovi primari dell’Unità operativa di cardiologia riabilitativa e preventiva e di Medicina generale. Ciò si è reso necessario in relazione alla costituzione di una unità autonoma di Cardiologia e per sostituire il primario Giovanni Castorina in quiescenza. Giuseppe Favretto avrà la responsabilità dell’area cardiologicoriabilitativa e Quirino Messina dirigerà il reparto di Medicina generale. Lo stesso Consiglio di amministrazione ha confermato nella carica di direttore sanitario Marco Cadamuro Morgante, dirigente di primo livello in servizio alla Direzione sanitaria dell’ospedale di Treviso. Alberto Prandin, direttore dell’ospedale mottense: «Il dot- MOTTA DI LIVENZA La morte di Augusto De Faveri IN BREVE Non si spegne in città il cordoglio per Augusto De Faveri, il mottense di 56 anni morto a Luxor, in Egitto. L’uomo, infatti, è deceduto durante uno dei suoi tanti viaggi di studio: Augusto De Faveri era “egittologo” molto conosciuto a Motta per questa sua grande passione ed è stato colpito dal malore fatale durante un’escursione. De Faveri curiosamente è morto proprio nella terra che amava così tanto e alla quale ha dedicato una vita intera di studi. Era, infatti, uno studioso assai stimato per quanto riguarda l’Egittologia, di cui seguiva un corso di laurea. Mancavano pochi esami e si sarebbe laureato in Lettere e Religioni orientali a Bologna. Laboratorio teatrale Parte a maggio il laboratorio teatrale per le classi 1ª A e 1ª B della scuola elementare Aleandro. Hanno collaborato: Banca S. Biagio, Piccola libreria dietro l’angolo, Banca Treviso, Kumiai Vaggi, Le meraviglie, Centro danza e movimento, Bi-Look, Divino pane, F.lli Bianco, Sbp di Sandro Battistella e C., Piva Calzature e Fioreria Sandy. La 1ª A partecipa anche a un corso di nuoto sponsorizzato da Thermoconfort. tor Castorina su sollecitazione del dottor Claudio Dario, direttore generale dell’Ulss 9 Treviso e mia personale, ha aderito con entusiasmo alla collaborazione con il dottor Favretto in qualità di consulente dell’attività di degenza del progetto di Cardiologia riabilitativa e preventiva». Dal 1º gennaio scorso ha preso avvio l’attività del nuovo ospedale riabilitativo a livello interregionale. Secondo i piani della dirigenza, la struttura nell’arco di un triennio di sperimentazione dovrebbe essere in funzione di un’area che oltrepassa i confini regionali. Il presidente Domenico Stellini e il direttore Alberto Prandin, insieme al dirigente generale dell’Ulss 9, erano presenti qualche giorno fa a Motta, per presentare il progetto alla cittadinanza. (GR) CEGGIA Margherita Hack a Ceggia Sabato 17 aprile alle 17 in sala Toniolo, via Duca D’Aosta, l’astronoma Margherita Hack presenta il suo ultimo libro “Vi racconto l’astronomia”, introdotta dal professor Mariano Beltrame. L’incontro è promosso dall’associazione “Casa aperta” con il patrocinio del Comune. A Padova con Casa Aperta In duomo domenica 18 aprile alle 11 unzione degli infermi per ammalati e anziani della parrocchia mottense, come segno di fede e di speranza. Sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare alla visita a Cappella degli Scrovegni, museo degli Eremitani e Orto botanico di Padova, il pomeriggio di sabato 8 maggio. Per informazioni: Associazione Casa Aperta, telefono 0421 329658. Unzione degli infermi SAN PIETRO DI FELETTO VALLONTO SAN VENDEMIANO RUA DI FELETTO ANZANO PIETRO BATTISTON (Bocci) n. 26.6.1905 - m.15.4.1992 GIULIA FOLTRAN n. 9.8.1905 - m. 18.5.1987 Caro papà, in occasione del dodicesimo anniversario della tua scomparsa vogliamo ricordarti insieme alla mamma Giulia, sempre con immutato affetto. I vostri cari GIOACCHINO ZANELLA n. 27.3.1920 - m. 11.4.2002 Nel secondo anniversario della tua scomparsa viviamo nell’eredità dei tuoi insegnamenti e del tuo amore. Con affetto e nostalgia, i tuoi cari. ANGELO DARIO n. 11.7.1911 - m. 11.4.2003 Nel primo anniversario della tua morte ti ricordano i tuoi cari con una Messa in suffragio che sarà celebrata domenica 11 aprile alle 9 nella chiesa di San Vendemiano. CECILIA POL in VAZZOLA n. 20.11.1919 - m. 11.4.2001 Nel terzo anniversario della tua scomparsa ti ricordano con l’affetto di sempre il marito Luigi, le figlie, i generi, i nipoti e i tutti i tuoi cari. Una messa in suffragio sarà celebrata sabato 17 aprile alle 19 nella chiesa parrocchiale di Rua di Feletto. CARLO DA RUOS di anni 17 Nel quindicesimo anniversario ti ricordano con immutato affetto genitori, fratello, nonni e quanti ti hanno voluto bene. Sarà celebrata una Messa nella chiesa di Anzano martedì 13 aprile alle 18. da lunedì a venerdì ore 8-12 e 14-18 I necrologi vanno consegnati entro gli otto giorni prima della loro pubblicazione. L’Azione: tel. 0438 940249 fax 0438 555437 PREZZI: Necrologi: Normali €40 Fuori box €60 Anniversari: compleanni e matrimoni €60 ma comunque ce ne sono ancora piloti di una “certa età” come me, voglio dire, trentenni…». È stato scongiurato il pericolo, per voi ultraventottenni, di trovarvi le porte della categoria chiuse per regolamento... «Quest’anno non ci sono riusciti, ma dal prossimo sembra proprio che la classe 125 sarà vietata ai piloti sopra i 28 anni». Chi sono i favoriti per quest’anno? Pensate di riuscire a bissare il secondo posto del vostro team (con De Angelis) dell’anno scorso? «Favoriti ce ne sono tanti, per primi gli spagnoli Barbera e Batista… Raggiungere di nuovo il secondo posto sarà sicuramente difficile, se non difficilissimo. Puntiamo a fare una bella stagione, comunque Mike Di Meglio, il nostro pilota, è andato fortissimo nei primi test». Parlaci un po’ di lui. «Mike Di Meglio è un francese, abita vicino a Lione e ha lontane origini italiane. Ha sostituito Gianlu- Sarà manager e copilota del giovane Di Meglio Gino Borsoi la chioccia I l 18 aprile comincia la stagione del motomondiale: per questo siamo tornati a trovare il pilota Gino Borsoi nel negozio di suo padre a Camino. Allora Gino, a novembre avevi detto che nella nuova stagione speravi di passare in 250 con una moto del team di cui sei socio. Ma le cose non sono andate come speravi. «Volevamo avere una moto in classe 250, che avrei guidato io, e due in 125 guidate da due ragazzi giovani, un francese e uno spagnolo, ma poi abbiamo avuto dei problemi, non ci hanno accettato l’iscrizione dello spagnolo e ci avreb- PULCINO E CHIOCCIA - Qui sopra Mike Di Meglio; a destra Gino Borsoi, suo manager, ma anche compagno di pista. bero accettato solo una moto in 125 e una in 250. Per questo ho preferito restare in 125 per dare una mano al francese. Avere la terza moto resta obiettivo della prossima stagione». JUDO VITTORIO BICAMPIONE Con il ritiro di Cecchinello ora tu sei uno dei “grandi vecchi” della categoria… «Effettivamente negli ultimi due anni sono entrati tanti giovanissimi nella 125, ca De Angelis che è passato di categoria. È nato nel 1988 e ha debuttato nel mondiale già l’anno scorso, ma ha passato una stagione molto travagliata, metà con l’Aprilia e metà con l’Honda: una grande confusione». E così tu ti ritroverai a fare da chioccia... «Sì, l’intenzione è portare la mia esperienza per dargli una mano, anche se nei primi test ha già mostrato grandi potenzialità anche senza i miei consigli». Possiamo considerare il tuo come un team “veneto”? «In un certo senso sì, perché l’altro socio è dalle parti di Bassano, un ragazzo che lavora con noi è da Padova, anche se l’altro socio è svizzero e anche la sede del team in realtà è in Svizzera: diciamo che il team è metà veneto e metà svizzero». Come vedi la situazione nelle altre due categorie? «La 250 sarà sicuramente migliore di quella dell’anno scorso, visto che il suo livello era calato tan- PATTINAGGIO, CHE SPETTACOLO: Skating Motta campione d’Italia; ma ora dove si allenerà? S Vittoriesi trionfanti sul podio A Genova, nella finale nazionale del Campionato italiano juniores, il Judo Vittorio ha ottenuto un ennesimo successo: doppio, questa volta. I judoka vittoriesi hanno, infatti, vinto medaglia d’oro e quindi titolo italiano individuale con Marta Pinotti, mentre nella classifica finale per società sono arrivati terzi. Con quest’ultimo sono già tre i titoli italiani conquistati dalla Pinotti: a Genova per trionfare ha dovuto superare anche l’attuale campionessa europea. Con la medaglia d’oro ha guadagnato anche il secondo dan della cintura nera, e la terza convocazione in nazionale.Ugualmente bravi i rimanenti judoka della squadra vittoriese: Maria Nicole Frare, Marisa Celletti, Andrea Posocco, Isabella De Stefani, Cinzia Valle; ovviamente soddisfatti il maestro Gianpietro Vascellari e l’istruttore Sergio Posocco. (GV) kating club mottense ai vertici dei Campionati italiani di pattinaggio spettacolo da poco conclusi a Bassano. La squadra Italian Show, categoria Gruppi Cadetti, coordinata da Martina Sottosanti, si è riconfermata campione d’Italia. Il titolo ottenuto è il lasciapassare per i Campionati europei che si svolgeranno dal 29 aprile al 1º maggio a Firenze. Nella categoria Grandi Gruppi hanno vinto le trevigiane della Rollercircus, ma l’Italian Show, diretto dalla stessa Sottosanti con la collaborazione tecnica di Giuseppe Marchet e le coreografie di Andrea Cammoranesi, ha guadagnato un prezioso argento che le qualifica non solo agli Eu- S P O R T Le campionesse italiane cadetti dell’Italian Show: Margherita Battistella, Laura Biancotto,Anna Bragato,Alessia Casonato, Marta e Irene d’Incau, Jasmine Furlanetto, Giulia e Mariana Moreira, Sara Moretto, Diletta Pavan, Lucia Poli, Alessandra Pozza, Johara Zaccariotto, Chiara Zanutto. ropei di Firenze ma altresì ai Mondiali che si terranno verso metà novembre a Fresno in California. Il problema ora è contestuale al capannone utilizzato in precedenza per gli allena- & menti e ora non più disponibile: si sta cercando febbrilmente una nuova sede per un’adeguata preparazione al sogno d’oltre oceano. Norman Zoia tissimo. Ma la categoria col punto di domanda più grosso sarà la Gp1, perché bisognerà vedere cosa farà Valentino Rossi con la Yamaha». Riusciremo anche a vederti vincere una gara? «Beh, io come ogni anno ci proverò. Lo spero tanto». Andrea Pizzinat RUGBY Europei under 18 anche a Oderzo e San Donà O ltre 700 giovani rugbisti di 24 squadre nazionali provenienti da tutta Europa suddivise in 3 gironi da 8 si disputano, in Veneto e Friuli, il Campionato europeo di rugby under 18. Protagoniste le fortissime Francia e Inghilterra, nazionali ancora poco conosciute come Georgia, Moldavia, Israele e Lettonia ma anche una nazionale azzurra di grandi speranze. In prima linea la Marca trevigiana (23 società sportive, 2 mila 500 tesserati) non solo con propri atleti ma anche con un’ingente macchina organizzativa che metterà a punto la finalissima per il titolo europeo assoluto sabato 10 aprile alle 17 a Monigo. Coinvolta anche la nostra diocesi: due semifinali di due dei gironi dell’Europeo si sono disputate a Oderzo; in tutto 8 match a San Donà, fra cui, il Venerdì santo, tutte le finali dal primo all’ottavo posto del girone di Bulgaria, Croazia, Danimarca, Israele, Lettonia, Moldavia, Svizzera e Ungheria. Un lungo pomeriggio di rugby, con quattro partite di seguito dalle 14 alle 18.30. Paola Fantin B A N C A Castello Roganzuolo · Cimavilla · Conegliano · Cordignano · Crocetta del Montello · Falzé di Piave Fontanelle · Francenigo · Maron di Brugnera · Orsago · Pianzano · Ponte della Priula · Povegliano Sacile · San Giacomo di Veglia · San Vendemiano · Santa Lucia di Piave · Selva del Montello Soligo · Spresiano · Tezze di Piave · Valdobbiadene · Vidor · Villorba Janna 46 Domenica 11 aprile 2004 OFFERTA LAVORO Albergo di prima categoria a Jesolo cerca chef capopartita. Tel. 043828578 ore pasti. Per informazioni sulle seguenti offerte di lavoro rivolgersi all’Informagiovani di Vittorio Veneto, telefono 0438-940371. Cooperativa Itaca cerca animatori per i punti verdi estivi 2004 in tutto il Friuli Venezia Giulia. Richiedesi: diploma quinquennale + esperienza nel settore, pat. B, auto propria. Offresi: contratto naz. coop. soc. a tempo indeterminato (rif. 16567). Cooperativa Itaca cerca per casa di riposo ad Aviano (PN): addetti all’assistenza con qualifica, patente B e auto propria. Offresi: contratto naz. coop. soc. a tempo indeterminato, incentivi (rif. 16566). Cooperativa cerca urgentemente animatori e/o coordinatori per centri ricreativi estivi situati in Regione. Garantiamo e richiediamo massima serietà e professionalità. Requisiti: diploma o laurea. Per il ruolo di coordinatore, esperienza documentata di 2 anni (rif. 16559). Cooperativa sociale cerca animatori per centri estivi per minori in zona Vittorio Veneto-Conegliano. Richiedesi età minima 22 anni, possesso di diploma di scuola media superiore o laurea, esperienza educativa ed animazione (rif. 16538). Azienda veneta operante nel settore pubblicità cerca apprendista per allestimento di impianti pubblicitari massimo 23enne (rif. 16535). Azienda veneta operante nel settore pubblicità cerca apprendista stampatore digitale anche senza esperienza. Richiesta minima conoscenza programmi di Illustrator e Photoshop. Massimo 23enne (rif. 16534). Impresa di fondazioni speciali cerca diplomato milite assolto/esente. Richiedesi: massimo 25 anni, diploma di ragioneria, utilizzo Pc (Windows, Word, Excel) (rif. 16533). Cercasi urgentemente ragazza 1830 anni da impiegarsi come cameriera/banconiera in gelateria in Germania, zona Amburgo. Disponibilità immediata (rif. 16532). DOMANDA LAVORO Assistenze notturne ospedaliere e/o domiciliari (esperienza professionale): contattare per fissare giorni e orari il 347-0465271 (massima serietà). Ragazza italiana di 18 anni cerca lavoro come baby-sitter, assistenza anziani o disabili in zona Cordignano e limitrofi durante i mesi di luglio e agosto e si rende disponibile anche durante i pomeriggi infrasettimanali dei mesi prossimi. Possiedo qualifica di operatore dei servizi sociali, già con esperienza. Tel. 328-9422974. Cerco lavoro come cameriera o operaia generica o apprendista commessa, zona Veneziano. Tel. 3490884541. Ragazzo 24enne, in possesso di pat. B, C, E, con esperienza come autista, carrellista, imbianchino, realizzazione bancali cerca lavoro anche in altri settori. Zona: Conegliano, Pieve di Soligo, Vittorio Veneto e limitrofi. Tel. 340-1221328. Ragazzo 26enne, con esperienza nel settore legno e metalmeccanico, cerca lavoro come operaio in qualsiasi settore. Zona: Conegliano, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo e limitrofi. Tel. 340-1221328. Signora con esperienza si rende disponibile come baby-sitter in Vittorio Veneto. Disponibile in orario diurno. Tel. 340-9662161. Ragazzo 23enne con esperienza nel settore agricoltura, vivaistico, vetro e come manovale cerca lavoro in qualsiasi settore. Tel. 347-4955748. Signora cerca lavoro come collaboratrice domestica, pulizie uffici. Zona:Vittorio Veneto. Tel. 338-1024501. Signora cerca lavoro come collaboratrice domestica, addetta alle pulizie, baby-sitter, stiro. Zona: Vittorio Veneto e limitrofi. Tel. 347-5236497. Ragazza 16enne cerca lavoro come addetta alle pulizie, collaboratrice domestica, lavapiatti, baby-sitter, assistenza anziani. Zona: Vittorio Veneto. Tel. 338-1024501. Signora italiana, seria, referenziata, con esperienza offresi come babysitter in Vittorio Veneto e dintorni. Tel. 339-4318500, 0438-550143. Signora con esperienza cerca lavoro come addetta alle pulizie o come collaboratrice domestica al mattino in Vittorio Veneto. Tel. 3281446635. Ragazzo 16enne con esperienza come meccanico d’auto, cerca lavoro come operaio apprendista in qualsiasi settore. Zona: Follina, Miane, Cison, Pieve di Soligo. Tel. 0438-971369. Signora con pluriennale esperienza come addetta alle pulizie, cerca lavoro. Disponibile anche per assistenza anziani/disabili o come collaboratrice domestica. Zona: Follina, Miane, Cison, Pieve di Soligo, Conegliano e limitrofi. Tel. 338-9539575. Signora volenterosa con esperienza come direttrice supermercato, operaia settore maglieria, cameriera, collaboratrice domestica, cerca lavoro anche in altri settori purché serio e a tempo pieno. Disponibile anche a lavoro a turni, anche notturni. Tel. 340-5619307. Signora rumena in possesso di pat. B, cerca lavoro come collaboratrice domestica, badante, baby-sitter, addetta alle pulizie o altro. Zona: Follina e limitrofi. Tel. 340-5619307. Signora con esperienza cerca lavoro come collaboratrice domestica in Vittorio Veneto. Disponibile in orario pomeridiano. Tel. 0438-555701. Signore con esperienza come imbianchino cerca lavoro part-time in zona Cordignano-Sacile. Tel. 3473166988. 38enne con esperienza come operaio metalmeccanico e come magazziniere, con uso muletto, cerca lavoro anche in altri settori. Tel. 3495080966. Signora automunita, con buona conoscenza della lingua tedesca, con esperienza come operaia metalmeccanica, cucitrice, addetta alle pulizie, cerca lavoro. Disponibile anche per lavoro in alberghi o altro. Zona: Vittorio Veneto, Cordignano e limitrofi. Tel. 347-1297139. Ragazza 28enne cerca lavoro come collaboratrice domestica, pulizia uffici, baby-sitter. Disponibile al mattino (fino alle 14). Zona: Conegliano. Tel. 349-2891905. Signora 50enne con esperienza cerca lavoro come collaboratrice domestica, pulizie uffici. Zona: Conegliano. Tel. 338-8177873. Signore con esperienza come muratore, piastrellista e imbianchino, cerca lavoro. Tel. 338-4856343. Signora con esperienza cerca lavoro di pulizie uffici o collaboratrice domestica per tre volte a settimana in Vittorio Veneto e dintorni. Tel. 338-1675425. Ragazza 21enne diplomata istituto turistico e qualifica di operatore commerciale con l’estero, cerca lavoro come impiegata commerciale Italia o estero, segretaria o altro. Ottima conoscenza del Pc, delle lingue spagnola, tedesca e inglese. Tel. 0438580533, 349-4006771. Ragazza 21enne cerca lavoro come cameriera dal lunedì al venerdì. Tel. 0438-580533, 349-4006771. Signora cerca lavoro come collaboratrice domestica, pulizie uffici per 3-4 ore al giorno in Vittorio Veneto. Tel. 347-7173124. Studente universitario cerca lavoro serale. Esperienza discreta come cameriera e barista. Valuta inoltre offerte di lavoro part-time in qualsiasi settore. Telefonare in orario serale al 349-6963788. e L’AZ iON Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto (Iscritto al n. 11 del Registro stampa del Tribunale di Treviso il 21-9-1948 e al Reg. Naz. della Stampa con il n. 3382 vol. 34 f. 649 del 5-9-91 - Iscr. ROC n. 1730) Direttore responsabile GIAMPIERO MORET Redazione e amministrazione Tel. 0438 940249 e-mail: [email protected] www.lazione.it Via J. Stella, 8 - Fax 0438 555437 TIPSE - Tel. 0438 53638 - 31029 VITTORIO V. Signora con esperienza come assistenza anziani, addetta alle pulizie, collaboratrice domestica, cerca lavoro. Disponibile anche come operaia, lavapiatti, commessa o altro. Zona:Vittorio Veneto, Cordignano, Conegliano e limitrofi. Tel. 328-5411736. Signore con esperienza cerca lavoro come muratore e/o maiolicaro. Zona: Conegliano, Vittorio Veneto e dintorni. Disponibile a trasferte in Nord-centro Italia. Tel. 348-8929894. Ragazza 30enne, con esperienza nel settore, cerca lavoro come impiegata/segretaria in azienda seria e professionale. Conoscenza Pc, prima nota, bollettazione, fatturazione e predisposizione ai contatti. Tel. 3484937252. Ragazza 30enne, con esperienza nel settore, cerca lavoro come barista nel Vittoriese e dintorni. Bella presenza, buona dialettica e predisposizione ai contatti umani. Tel. 3484937252. Baby-sitter 30enne esperta e referenziata offresi anche per piccolissimi, part-time o anche saltuariamente, in zona Vittorio Veneto. Telefonare orario ufficio al 3284762743 Cinzia. 25enne neolaureata in economia aziendale, cerca lavoro nel settore amministrativo e/o commerciale. Tel. 0438-552901, 347-8460303. Signora 41enne, seria e responsabile, referenziata, da 3 anni in Italia, cerca lavoro come badante, assistenza anziani, collaboratrice domestica, baby-sitter. Tel. 328-1512853, 329-2020816. Signora con esperienza cerca lavoro come baby-sitter, collaboratrice domestica, pulizie, operaia comune o assistenza anziani domiciliare od ospedaliera anche in orario notturno. Zona Vittorio Veneto e dintorni. Tel. 329-4747448. Ragazza russa cerca lavoro come baby-sitter o assistenza malati disabili. Massima serietà. Stipendio da concordare. Zona Vittorio Veneto e li- ABBONAMENTI 2004: Annuale (50 numeri) 40 Semestrale 22 Sostenitore 80 Per l’estero chiedere in amministrazione. Conto corrente postale n. 130310 “I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente nell’ambito della nostra attività e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.” mitrofi. Tel. 348-2112742. Ragazza 23enne con esperienza cerca lavoro nel settore assicurativo in zona Vittorio Veneto e limitrofi. Tel. 380-2928672. Signora con esperienza come collaboratrice domestica cerca lavoro per 2 mattine a settimana in centro Vittorio Veneto. Telefonare nelle ore pomeridiane al 389-8197558, 0422-554266. Ragazza cerca lavoro come collaboratrice domestica, aiuto cuoca, lavapiatti, operaia comune, pulizia uffici, stiratura. Tel. 328-4738221. Massaggiatrice professionale shiatzu cerca lavoro stagionale con vitto e alloggio in alberghi, hotel, centri benessere, fitness o centri termali. Tel. 333-4510524. VENDESI Vendo 20 quintali di fieno e 20 damigiane. Tel. 0438-501377 ore pasti. Cedo a miglior offerente, scopo beneficenza, la mia favolosa enciclopedia in 12 volumi “Il Milione. Enciclopedia di tutti i paesi del mondo”, dell’Istituto geografico De Agostini. Tel. 0438-28578 ore pasti. Vendo Fiat Punto 55S, 3 porte, del 1997, 65000 km, buona occasione. Tel. 0438-38491 ore pasti. Vendo rete pieghevole con materassino per letto singolo, come nuovi, a 15 euro, e tappeto in lana per studio 1,60x1,50 m a 20 euro. Tel. 0438-53251. Vendo Stilo Jtd 1900 anno 2002, km 35.000, come nuova, affare finanziamento possibile 13.000 euro trattabili. Tel. 339-3740968. REGALO Regalo TV color 24 pollici e macchina per cucire Necchi. Tel. 0434624970. Questo settimanale è iscritto alla FISC Federazione Italiana Settimanali Cattolici ed associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Socio del CONSIS CONSORZIO NAZIONALE SETTIMANALI SOC. COOP. a r.l. - ROMA