Appunti di Gestione Aziendale LA - Spiff1281
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Appunti di Gestione Aziendale L-A 2003-2004 del CDL Ingegneria dei Processi Gestionali e Ingegneria Gestionale scritti da Mitch&Teo [email protected] [email protected] Copyright 2003 Mitch&Teo [email protected] [email protected] Questi appunti sono stati presi a lezione da uno studente; ovviamente non ci sono garanzie né esplicite né implicite riguardo la qualità di questo materiale. Anzi, è molto probabile che ci siamo degli errori; pertanto l’autore non si ritiene responsabile in alcuno modo dell’eventualità che questi errori condizionino seppur minimamente i vostri esami, la vostra vita o qualunque cosa facciate riferendovi a questo documento. Questo documento è la rielaborazione personale degli appunti presi durante il corso di Gestione Aziendale L-A tenuto da Alessandro Grandi nell’anno accademico 2003/2004. Il docente e l’ateneo non sono in alcun modo responsabili o possono essere messi in relazione diretta con il contenuto di queste pagine. Se ho scritto delle corbellerie (grosso sproposito, sciocchezza, stupidaggine) evidentemente le mie facoltà mentali erano ottenebrate (oscurate in modo intenso e diffuso, talvolta rapido o addirittura improvviso, con un senso di tragica gravità) e ho capito male. Se trovate degli errori farete un servizio utile a me e a tutti i potenziali futuri lettori di questo documento segnalandoli all’autore, reperibile all’indirizzo [email protected] o [email protected] è possibile, ma non certo, che prima o poi produca una nuova versione del documento con tali correzioni. In tal caso il documento sarò reso disponibile all’indirizzo http://universibo.ing.unibo.it. Questo documento è rilasciato con la licenza GNU FDL, come meglio specificato nel paragrafo seguente; questo significa che chiunque può modificarlo liberamente a condizione che mantenga la stessa licenza nel suo lavoro. Se qualcuno volesse continuare lo sviluppo di questo documento. 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Esso fa riferimento ad una licenza pure espressa in lingua inglese, disponibile in rete presso http://www.gnu.org/licenses/fdl.html; per soddisfare la curiosità di coloro che fossero poco familiari con tale lingua, esiste una traduzione non ufficiale di tale licenza e tali condizioni in lingua italiana, liberamente consultabile all'indirizzo http://www.softwarelibero.it/gnudoc/fdl.it.html. Tale traduzione è "non ufficiale" nel senso che in caso di disaccordo tra il testo italiano ed il testo inglese quest'ultimo prevale. made by mitch&teo [email protected] [email protected] made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) GESTIONE AZIENDALE L-A LA GESTIONE DELL’INNOVAZIONE SVILUPPO D’INNOVAZIONE E ANALISI COMPETITIVA STRATEGIA D’IMPRESA Gli studi sulla strategia aziendale sono orientati all’individuazione dell’insieme di elementi che devono essere presi in considerazione dal management per il perseguimento degli obiettivi aziendali complessivi definizione di strategia di Henderson: “la strategia è la ricerca deliberata di un piano d’azione che sia in grado di determinare il vantaggio competitivo di un’azienda e di dargli consistenza. In qualsiasi impresa tale ricerca è un processo iterativo che implica la determinazione del proprio posizionamento e il riconoscimento delle risorse di cui si dispone. Il vostro vantaggio rispetto ai concorrenti è dato da ciò che vi differenzia da essi.” - l’attività di analisi e pianificazione strategica è diretta alla definizione di un quadro di riferimento generale nel quale i singoli elementi siano combinati in modo coerente il conseguimento di vantaggio competitivo è l’obiettivo di qualsiasi scelta strategica nella sua accezione più generale possiamo considerare il vantaggio competitivo come il conseguimento di rendimenti economici superiori a quelli della concorrenza anche se recentemente si è sempre più propensi a considerare come indicativo del successo nel perseguimento di un vantaggio competitivo l’aumento di valore dell’impresa per gli azionisti (mettere al centro dell’attenzione coloro i quali sopportano il rischio d’impresa) L’approccio che ha caratterizzato per lungo tempo l’analisi strategica si è concentrato sull’analisi esterna delle condizioni di attrattività dell’ambiente competitivo come elemento centrale per l’individuazione delle opportunità di profittabilità questo implica di esaminare due elementi fondamentali: 1) le caratteristiche del settore di riferimento 2) le diverse scelte possibili di posizionamento rispetto alla concorrenza è quindi importante concentrare la propria attenzione sull’insieme di variabili che possono essere utilizzate per descrivere un settore POSIZIONAMENTO COMPETITIVO all’interno di un settore secondo lo schema proposto da PORTER (1985) è possibile individuare 5 forze che operano in una logica di concorrenza allargata: ognuna di queste forze concorre attraverso elementi differenti ad aumentare il livello di pressione competitiva nel settore e conseguentemente ad abbassare le opportunità di redditività Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 2 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Le cinque forze competitive: potere dal lato dell’offerta: i fattori che determinano il potere dei fornitori rispetto a quello dei produttori sono uguali a quelli che determinano il potere dei produttori rispetto a quello degli acquirenti minaccia di nuove entrate: - economia di scala - vantaggi di costo assoluto - fabbisogno di capitale - differenziazione di prodotto - canali di accesso alla distribuzione - barriere governative e legali - rappresaglie tra i produttori consolidati concorrenza a livello di settore: - concentrazione - differenziazione del prodotto - capacità di accesso - rapporto costi fissi/costi variabili - aumento della domanda - mutazioni cicliche della domanda - barriere all’entrata minaccia di surrogati: - propensione degli acquirenti nei confronti di prodotti sostitutivi - caratteristiche dell’ andamento dei prezzi dei prodotti sostitutivi potere dal lato della domanda: - sensibilità al prezzo - costo degli acquisti rispetto ai costi totali - redditività degli acquirenti - importanza del prodotto per la qualità del prodotto dell’acquirente - potere contrattuale - dimensione e concentrazione degli acquirenti rispetto ai fornitori - costi di spostamento per gli acquirenti - informazioni degli acquirenti - capacità degli acquirenti di integrazione a monte L’analisi strutturale è funzionale ad una chiara e sistematica identificazione delle caratteristiche fondamentali che influenzano la competizione nell’ambiente di riferimento dell’impresa per potere mettere in atto azioni offensive e difensive orientate alla costruzione e al mantenimento di una posizione competitiva duratura e difendibile Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 3 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) per riuscire in questo intento in linea generale si può affermare che l’impresa ha a disposizione due opzioni strategiche fondamentali: 1) Leadership di costo: l’obiettivo è portare i costi sostenuti dall’impresa a un livello più basso di quello sostenuto dai concorrenti, beneficiando quindi di margini più elevati (questa strategia è finalizzata all’aumento della quota di mercato controllata) 2) Differenziazione: l’obiettivo è la creazione di caratteristiche distintive del prodotto/servizio per sviluppare un’immagine ed una reputazione differenziale nell’ambito del settore (spesso questa scelta è incompatibile con un accrescimento della quota di mercato e trova la propria fo nte di redditività differenziale nel livello di prezzi più alti che i consumatori sono disposti a riconoscere per le differenze effettive o percepite rispetto ai concorrenti) ANALISI DELLE RISORSE INTERNE Un approccio più recente all’analisi strategica ribalta completamente la prospettiva e sostiene che sia l’analisi strategica dell’ambiente interno il punto di partenza fondamentale per poter analizzare l’insieme di minacce ed opportunità presenti nell’ambiente competitivo individuato in questa prospettiva il primo compito della strategia è stabilire che cosa l’impresa sa fare, per poi individuare i settori nei quali questo insieme di conoscenze e competenze può essere sfruttato al meglio e con quali strategie competitive secondo la definizione data da GRANT (1991) questo significa concentrare la propria attenzione su quattro attività: 1) individuare e valutare le risorse e competenze possedute dall’impresa 2) selezionare le strategie coerenti con la base di competenze interne 3) utilizzare in pieno e fino in fondo le risorse possedute 4) sviluppare la base di risorse interne per creare i presupposti di una sua futura utilizzabilità una risorsa è rappresentata da una base tangibile o intangibile di know- how, beni materiali, beni immateriali e capitale umano controllata direttamente dall’impresa le competenze proprie dell’impresa derivano dall’attività di combinazione delle risorse disponibili e quindi scaturiscono dalla capacità del management di coordinare e mettere insieme gli elementi a loro disposizione una volta individuata la base di risorse e competenze proprie dell’impresa è necessario valutarne le potenzialità in funzione di un loro sfruttamento per l’ottenimento di un rendimento sostenibile di lungo periodo per far ciò quattro sono gli elementi che devono essere presi in considerazione: 1) acquisibilità: in che misura l’impresa è in grado di esercitare dei diritti di proprietà definibili in modo chiaro e facilmente esercitabili relativamente alle risorse considerate 2) durevolezza : definizione delle aspettative temporali di beneficio economico derivabile dallo sfruttamento della risorsa 3) trasferibilità: facilità e la velocità con cui i nostri concorrenti possono entrare in possesso della risorsa considerata Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 4 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 4) riproducibilità: possibilità di duplicazione della risorsa considerata (indipendentemente dalla possibilità di esercizio di un controllo anche giuridico su una specifica risorsa, può essere possibile duplicare tale risorsa senza infrangere alcuno schema legale) INNOVAZIONE TECNOLOGICA invenzione + sfruttamento commerciale E’ importante distinguere 3 diversi approcci all’analisi della variabile tecnologica: 1) il rapporto tra variabile tecnologica e progresso economico 2) tecnologia ed innovazione come manifestazione del cambiamento in artefatti fisici 3) tecnologia come conoscenza ed innovazione come processo di evoluzione delle conoscenze l’innovazione è la combinazione di un’attività di invenzione, vale a dire di generazione di una nuova idea, e di un’attività di sfruttamento commerciale, vale a dire dell’individuazione di opportunità per l’ottenimento di un guadagno dalla vendita/applicazione dell’idea generata 1) INNOVAZIONE TECNOLOGICA E PROGRESSO ECONOMICO Il cambiamento tecnologico riflette cambiamenti nella base tecnologica del settore o dell’economia osservata, che risultano da processi diffusi d’adozione di nuove e migliori alternative, processi di razionalizzazione attraverso espulsione dei soggetti caratterizzati dall’utilizzo di soluzioni meno efficienti, o ancora dall’evoluzione della stessa base tecnologica grazie a progressi scientifici, all’organizzazione della ricerca o a fenomeni di apprendimento da esperienza • demand-pull: caratterizzazione della variabile tecnologica come esogena - la direzione e la velocità dello sviluppo sono trainate dalla domanda e le imprese costruiscono la propria posizione di vantaggio competitivo attraverso l’anticipazione di queste tendenze e la loro soddisfazione - sottolinea il valore strategico della scansione dell’ambiente per la ricerca di nuove idee • technology-push: caratterizzazione della variabile tecnologica come endogena - il ruolo chiave è giocato dall’offerta, le imprese diventano il motore del progresso tecnologico e trovano negli investimenti diretti ed indiretti in attività innovative i presupposti per i profitti futuri - introduce la necessità di considerare elementi legati ad effetti di scala in ambito di attività di ricerca, all’influenza della struttura del settore sull’ammontare e sulla tipologia degli investimenti innovativi Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 5 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 2) INNOVAZIONE TECNOLOGICA E CAMBIAMENTI NEGLI ARTEFATTI FISICI Considerando le tecnologie come l’insieme degli strumenti, delle attrezzature e delle conoscenze che mettono in relazione gli input e gli output dell’attività dell’impresa o generano nuovi prodotti e servizi, l’innovazione diventa l’introduzione di modifiche ad uno qualsiasi di questi elementi 3) INNOVAZIONE TECNOLOGICA COME CAMBIAMENTI DELLA BASE DI CONOSCENZE E COMPETENZE bisogna ora collocare la tecnologia all’interno dei processi e delle azioni che caratterizzano l’attività dell’impresa possiamo definire la tecnologia come l’insieme delle tecniche, delle procedure e dei compiti attraverso i quali si sviluppa l’attività dell’impresa; lo studio della tecnologia è orientato all’analisi di come la struttura ed i comportamenti dell’impresa siano influenzati dalle caratteristiche e dalla natura delle tecniche, delle procedure e dei compiti svolti I processi innovativi sono dunque caratterizzati dalla ricerca di soluzioni a problemi attraverso la quale si generano nuove regole, nuove possibilità di applicazione per le regole esistenti, o anche nuove modalità di ricerca di soluzioni INNOVAZIONE E RISULTATI - investimenti in R&S rispetto al PIL brevetti registrati presso l’EPO spese in R&S per macro settore R&S E VALORE DI MERCATO - esiste una relazione positiva tra investimenti in R&S e valore di mercato dell’azienda esiste una relazione positiva tra annunci di nuovi programmi di ricerca e valore di mercato dell’impresa nei settore high-tech TIPI DI INNOVAZIONI di prodotto Innovazioni molte volte sono inscindibili di processo INNOVAZIONE DI PRODOTTO in coerenza con i bisogni del mercato e con la loro evoluzione - modifica i costi di produzione - migliora le prestazioni funzionali L’ANALISI DEL PROFILO l’analisi del profilo di un prodotto può essere condotta in modo quantitativo raffrontando le prestazioni del proprio prodotto: - ai bisogni espressi dal mercato - alla prestazione realizzata dal concorrente migliore per i singoli attributi Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 6 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) INNOVAZIONE DI PROCESSO è orientata ad uno o più dei seguenti obiettivi: - migliorare e/o stabilizzare la qualità - aumento di elasticità e flessibilità del processo produttivo - riduzione dei costi - miglioramento delle condizioni di esercizio unitarietà dell’innovazione tecnologica: nella realtà in quasi tutti i percorsi innovativi, l’innovazione di prodotto e quella di processo sono indissolubilmente interconnesse L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA E’ RILEVANTE SE: 1) modifica la struttura del settore 2) influenza le basi del vantaggio competitivo 3) modifica la base di risorse e competenze distintiva dell’impresa CICLO DI VITA DELLA TECNOLOGIA E SCELTE STRATEGICHE un primo passaggio per la definizione del quadro di riferimento competitivo è legato allo sviluppo di un’analisi dell’ambiente esterno che aiuti a coniugare la dimensione tecnica con quella strategica Abernathy e Utterback (1978) affrontarono questo problema definendo un modello nel quale innovazioni di prodotto e di processo evolvono in maniera interdipendente, attraverso fasi distinte alle quali corrispondono differenze nella struttura del settore e nella fonte di vantaggio competitivo: a fasi iniziali dello sviluppo della tecnologia, caratterizzate da un’intensa competizione per l’affermazione della soluzione tecnologica preferita dal mercato, fanno seguito fasi caratterizzate dalla fondamentale importanza del recupero di efficienza attraverso interventi sul processo, che consentono di ridurre i costi di produzione. Contemporaneamente cambia anche l’enfasi sull’allocazione delle risorse, che passano progressivamente dall’area del prodotto a quella del processo, con cambiamenti e progetti sempre meno radicali e sempre più finalizzati ad un miglioramento incrementale di soluzioni esistenti Osservando l’evoluzione dei processi produttivi (insieme di impianti, forza lavoro, materie prime e flussi informativi utilizzati per la produzione di beni) è possibile distinguere una traiettoria tipica di evoluzione e sviluppo nel tempo che può essere scomposta in 3 stadi distinti: 1) Non-coordinato: il processo è flessibile e si basa su una serie di lavorazioni per lo più non specifiche per le quali si utilizzano macchinari generici l’obiettivo è quello di prepararsi a rispondere ad un mercato in rapida espansione, nel quale non sono ancora emerse tendenze precise, rendendo così necessario strutturare il processo per facilitare l’introduzione rapida di cambiamenti 2) Segmentato: a seguito dell’affermazione di un disegno dominante che definisce la combinazione di tecnologia di prodotto e di processo vincenti in termini di quota e di varietà dei segmenti coperti, il processo produttivo si trova a dover fronteggiare volumi crescenti con una forte Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 7 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) riduzione nella varietà di configurazioni richieste e una maggiore necessità di riduzione dei costi di produzione la criticità fondamentale diventa la capacità di individuare soluzioni stabili sul lato della produzione, attraverso l’ottimizzazione del processo 3) Sistemico: le caratteristiche distintive delle tecnologie di processo sono legate ad un’estrema specializzazione delle singole parti del processo, che diventa quindi molto rigido e automatizzato questa spinta verso una maggiore efficienza produttiva sposta il baricentro della competizione sul costo e si riflette in processi produttivi nei quali aumenta progressivamente l’attenzione per il controllo di processo in questa fase l’innovazione di processo diventa per lo più incrementale e finalizzata all’introduzione di tanti piccoli miglioramenti in grado di moltiplicare l’effetto cumulato sul costo di produzione Concentrando l’attenzione sulla tecnologia di prodotto (innovazione di prodotto: ogni nuova tecnologia o combinazione di nuove tecnologie introdotte commercialmente per soddisfare un bisogno espresso dal mercato) è possibile individuare 3 diversi stadi corrispondenti a quelli legati alla tecnologia di processo: 1) Massimizzazione delle prestazioni: il mercato è ancora limitato e caratterizzato da una grande varietà nella tipologia di preferenze espresse relativamente alle prestazioni richieste al prodotto soprattutto per i mercati legati a tecnologie avanzate è evidente l’assenza di uno standard la competizione è elevata e focalizzata all’affermazione di una combinazione di soluzioni legate al prodotto che consenta di beneficiare rapidamente di aumenti di quota di mercato 2) Massimizzazione delle vendite: si manifestano gli effetti della competizione sullo standard tecnologico e d’uso legato al prodotto e porta ad un consolidamento della base competitiva, con un conseguente spostamento dell’attenzione sull’aumento dei volumi di vendita ed ad una contemporanea riduzione nel mix di prodotti/versioni di prodotti offerti l’innovazione di prodotto tende a concentrarsi su miglioramenti incrementali lungo le principali dimensioni d’uso 3) Minimizzazione dei costi: la varietà del prodotto è ridotta al minimo e la standardizzazione viene indirizzata verso la creazione di una domanda sostanzialmente omogenea e sensibile principalmente al costo del prodotto la conseguente riduzione dei margini e la spinta verso più elevati livelli di efficienza produttiva riducono sensibilmente gli incentivi all’allocazione di risorse ingenti sul fronte dell’innovazione di prodotto, dove i miglioramenti sono sempre di natura incrementale anche se progressivamente meno percepibili da parte del consumatore è in questo stadio che diventano critici per il recupero di redditività interventi di redesign e semplificazione del prodotto finalizzati alla riduzione della componentistica e all’eliminazione di dimensioni d’uso poco percepite o valorizzate dal consumatore, attraverso strumenti come l’analisi del valore Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 8 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Stadi di sviluppo del prodotto e del processo: tasso di cambiamento tecnologico innovazione di prodotto area guidata dai bisogni area guidata dal ritmo dell’output innovazione di processo area guidata dalla tecnologia area guidata dai costi stadio di sviluppo del settore processo non-coordinato max performance di prodotto processo standardizzato min costo del prodotto L’utilizzo di questo modello ci consente di effettuare due tipi di analisi relativamente alla struttura competitiva del settore di riferimento partendo dalle caratteristiche distintive delle tecnologie di prodotto e di processo. Da un lato è possibile analizzare l’impatto sulle caratteristiche della singola impresa (1), dall’altro l’evoluzione strategica delle diverse forze competitive nell’arco dell’intero ciclo di vita e di sviluppo delle tecnologie (2) 1) Per garantirsi una redditività positiva in fasi iniziali dello sviluppo si dovranno privilegiare gli investimenti sul prodotto, stimolati attraverso una struttura organizzativa che promuova iniziative di tipo imprenditoriale e sia rapida ad attivare sul mercato contatti diretti con gli utilizzatori per mappare l’evoluzione delle preferenze e non farsi cogliere impreparati dall’affermazione dello standard tecnologico. Una volta ridotta la varianza richiesta dal mercato lo spazio di azione sul prodotto si riduce sensibilmente e diventa necessario concentrarsi su un miglioramento di specifiche caratteristiche funzionali, nell’ambito di un’architettura ben definita. L’aumento dei volumi si riflette nella riconsiderazione della tecnologia di processo, attraverso interventi svolti a favorire la standardizzazione anche in questo ambito. Questo processo continua e si accentua nei suoi caratteri di rigidità e formalizzazione nell’ultimo stadio del modello, dove la competizione opera fondamentalmente sui costi, richiedendo pertanto un ulteriore recupero di efficienza interna. I percorsi innovativi in ambito di prodotto vengono circoscritti al recupero dei margini, mentre in ambito di processo diventa fondamentale l’ottimizzazione del ciclo ed anche l’individuazione di fonti per possibili miglioramenti incrementali. Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 9 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Stadi evolutivi e aree di criticità strategica: aree di criticità processo non coordinato/ massimizzazione delle prestazioni processo segmentato/ massimizzazione delle vendite processo sistemico/ minimizzazione dei costi Stimoli all’ innovazione informazioni circa i bisogni degli utilizzatori e input tecnici dagli stessi opportunità generate dall’ evoluzione delle competenze interne pressione per la riduzione dei costi di produzione Tipo predominante di innovazione cambiamenti radicali nel prodotto ampliamento e miglioramento delle caratteristiche funzionali del prodotto miglioramenti cumulativi di natura incrementale per lo più sul processo Tecnologia di prodotto differenziata con prevalenza di personalizzazioni una stabile architettura di prodotto con alcune eventuali variazioni modulari generalmente indifferenziata Tecnologia di processo flessibile meno flessibile e più orientata ai volumi rigida Localizzazione del controllo organizzativo informale e di tipo imprenditoriale attraverso relazioni di collegamento gruppi e strutture a progetto enfasi sulla struttura, obiettivi, ruoli e procedure Fonte del vantaggio competitivo caratteristiche distintive del prodotto varietà del prodotto riduzioni dei costi di produzione 2) Seguendo la stessa logica è possibile individuare la tipologia di minaccia concorrenziale proveniente dalle 5 possibili fonti individuate da Porter per mappare l’ambiente di riferimento. Nel primo stadio del ciclo di vita della tecnologia la frammentazione dell’offerta e la dimensione relativa dei singoli competitori rappresentano fattori critici nella prospettiva di definizione di standard di settore, piuttosto che di pressione concorrenziale sui prezzi (questo secondo aspetto tuttavia aumenta nelle fasi successive). I clienti sono importanti come fonti di informazioni tecniche nelle fasi iniziali, per trasformarsi progressivamente in gruppi di consumatori indifferenziati, caratterizzati da un aumento nel livello di sensibilità al prezzo piuttosto che alle prestazioni del prodotto. Per quanto riguarda i fornitori, nelle fasi iniziali è maggiore la tendenza ad approvvigionarsi presso fonti generiche che risultano poco incentivate a sviluppare relazioni stabili e finalizzate allo sviluppo congiunto di tecnologia, mentre nelle fasi successive diventa importante impostare un’attività di segmentazione della fornitura per isolare potenziali partner da coinvolgere sempre più nella riconfigurazione del prodotto tipica dell’ultima fase. Per quanto riguarda i nuovi entranti, i tassi di sviluppo del mercato, l’elevata frammentazione dell’offerta sono caratteristiche che rendono particolarmente interessante l’inizio di attività nel settore. Inoltre i nuovi entranti possono configurarsi come attori pericolosi nella corsa per Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 10 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) l’affermazione dello standard tecnologico. Negli stadi successivi, tuttavia, quando l’enfasi della competizione si sposta su traiettorie di tipo incrementale si liberano risorse per aumentare investimenti specifici in barriere all’entrata. I prodotti sostitutivi cominciano a diventare una minaccia sempre più rilevante quanto più la domanda diventa sensibile alla variabile prezzo. Al contrario nelle fasi iniziali è difficile parlare di prodotti sostitutivi, dal momento che non si è ancore configurato il prodotto. Stadi evolutivi e cambiamenti nello scenario competitivo : minaccia competitiva processo non coordinato/ massimizzazione delle prestazioni processo segmentato/ massimizzazione delle vendite processo sistemico/ minimizzazione dei costi Concorrenti bassa sul prodotto, elevata sulla definizione dello standard in aumento sul prodotto e soprattutto sul processo stabile sia sul prodotto che sul processo a seguito di processi di concentrazione oligopolista Nuovi entranti elevata a causa di incertezza tecnologica e difficoltà di sfruttamento di barriere all’entrata in diminuzione, a causa di standardizzazione in atto bassa sulle vecchie tecnologie, elevata per l’introduzione di nuove tecnologie Prodotti sostitutivi elevata, ma distribuita su una domanda in crescita e differenziata in diminuzione a seguito dell’ accettazione dello standard dal mercato rilevante su specifici segmenti e come fonte di discontinuità tecnologica Clienti maggiore potere negoziale individuale e rilevanza nell’indirizzo dello sviluppo tecnologico rilevante capacità di influenza del processo di definizione dello standard elevata capacità di switch a causa della standardizzaz del prodotto Fornitori basso potere contrattuale e non specializzazione per la maggior parte della componentistica aumento della criticità della differenziazione del parco fornitura polarizzazione delle fonti di approvvigionamento critiche e frammentazione dell’offerta di componentistica std Alternative strategiche focalizzazione su nicchie ben distinte, investimenti in beni complementari, uso di clienti pilota, pressione per la definizione di uno standard focalizzazione sulla differenziazione, diffusione della tecnologia per definitiva affermazione dello std, attivazione rapporti privilegiati con fornitori, barriere entrata focalizzazione sul costo, enfasi sull’ affidabilità e durata del prodotto, collaborazioni per monitorare nuove tecnologie Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 11 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Pur essendo estremamente utile per compiere un primo passo nell’analisi della variabile tecnologica, il modello discusso non consente di scendere al livello della singola impresa se non in modo indiretto. Un’altra critica che viene avanzata al modello è legata alla natura eccessivamente deterministica del processo evolutivo, che sarebbe in realtà caratterizzato da andamenti meno regolari e spesso più accelerati nel tempo. ELEMENTI COMUNI NEL CORSO DEL CICLO DI VITA DI UN SETTORE - entrata di nuove imprese nella fase iniziale del settore - concentrazione nella fase di maturità di un settore (e relativo “shake.out”) - importanza dell’affermazione del disegno dominante come spartiacque tra le diverse fasi - effetto di innovazioni radicali nella struttura del settore INNOVAZIONE TECNOLOGICA E IMPATTO SULLE COMPETENZE L’osservazione empirica di numerosi settori industriali e delle tecnologie ad esse collegati mostra traiettorie di sviluppo non così regolari come proposto dal modello di Albernathy e Utterback infatti si osservano processi caratterizzati da salti significativi, ai quali fanno seguito periodi di grande stabilità tecnica, sia dal lato del prodotto, sia dal lato del processo (andamento puntiforme dello sviluppo tecnologico, con poche innovazioni significative in grado di offrire miglioramenti tecnici sensibili rispetto a soluzioni precedenti, prima e dopo le quali sono distribuiti eventi tecnologici di assai minore portata) TUSHMAN e ANDERSON (1986) hanno utilizzato queste e altre osservazioni empiriche per approfondire ulteriormente lo strumento dell’analisi dell’ambiente esterno per riuscire a identificare le aree critiche sulle quali concentrare l’attenzione per impostare la strategia dell’impresa è necessario utilizzare 3 concetti fondamentali: 1) è necessario ragionare in termini dinamici associando allo sviluppo tecnologico un percorso evolutivo di riferimento 2) bisogna individuare in questo quadro di riferimento degli eventi critici in grado di cambiare sensibilmente le regole del gioco competitivo 3) è importante riconoscere che questi momenti critici possono avere conseguenze diverse per gli attori coinvolti, a causa delle differenze che caratterizzano questi ultimi, per esempio in termini di familiarità con la vecchia e la nuova tecnologia eventi critici del modello: I) discontinuità tecnologiche II) affermazione del disegno dominante I) A) di prodotto discontinuità tecnologiche B) di processo Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 12 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) A) La prima classe di eventi critici è rappresentata dalle discontinuità tecnologiche di prodotto, che sono definite come tipologie di prodotto fondamentalmente differenti, in grado di offrire un vantaggio significativo in termini di costo, qualità o prestazioni rispetto a prodotti già presenti sul mercato (es: motore a reazione vs motore a elica orologi al quarzo vs orologi a molla) B) Le discontinuità tecnologiche di processo sono modi fondamentalmente diversi di realizzare un prodotto che consentono di abbattere in maniera significativa i costi di produzione e di innalzare corrispondentemente la qualità del prodotto realizzato (es: forno Bessemer per acciaio e forni a rulli per piastrelle) Le discontinuità tecnologiche possono manifestarsi saltuariamente e in modo inaspettato nel settore e portano ad un periodo di instabilità nell’ambiente strategico di riferimento detto “era di fermento”, che è caratterizzato dall’emergere di competizione su due ambiti: - il cambiamento delle regole del gioco acuisce lo scontro tra potenziali nuove soluzioni - in considerazione degli sforzi già fatti nel settore dai concorrenti presenti fini a quel momento, si sviluppa un confronto aspro tra le nuove soluzioni e le vecchie tecnologie In risposta alle nuove sfide tecnologiche le imprese già presenti sul mercato tipicamente si impegnano ulteriormente nello sviluppo e nell’introduzione di miglioramenti delle tecnologie affermate, con risultati spesso sorprendenti questa reazione è giustificata dall’elevata incertezza che accompagna questo stadio evolutivo LE INCERTEZZE NELLA FASE DI NASCITA DI NUOVI SETTORI - incertezza tecnologica: le prime imprese che entrano devono scommettere sulle tecnologie migliori o su quelle che finiranno per prevalere - incertezza di mercato: è molto difficile prevedere la consistenza della domanda e i bisogni (ancora inespressi) dei consumatori - incertezza strategica: la scelta del modello di business vincente presuppone una serie di scommesse strategiche - incertezza organizzativa: quali configurazioni organizzative adottare per favorire l’imprenditorialità, l’esplorazione e la flessibilità L’era del fermento contribuisce a generare varianza nell’ambiente competitivo, sia sul lato tecnico, sia su quello commerciale, con un prolungamento delle condizioni di incertezza dovuto anche alle relazioni difensive delle imprese già presenti sul mercato Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 13 made by mitch&teo II) [email protected] [email protected] (non vendibile) Il secondo evento critico del modello è l’affermazione del disegno dominante: soluzione architetturale che stabilisce un punto di riferimento inequivocabile in una classe di prodotto o di processo (es: - configurazione QWERTY nelle tastiere - movimento a rotore negli orologi automatici - il sistema VHS nei videoregistratori) [N.B: lo std non sempre è il top tecnologico] l’affermazione di un disegno dominante sul mercato riduce l’incertezza tecnologica circoscrivendo le aree fondamentali di sviluppo futuro, stimolando gli investimenti in prodotti complementari e indirizzando gli sforzi successivi lungo traiettorie migliorative di natura essenzialmente incrementale (questi tipi di sforzi caratterizzerà il settore fino all’avvento di un’altra discontinuità tecnologica) La diminuzione dell’incertezza interna all’ambito tecnologico di riferimento sposta il baricentro dell’azione innovativa dall’architettura complessiva alle sue singole componenti Variazione Discontinuità tecnologica: - rafforzamento delle competenze - distribuzione delle competenze Ritenzione Era del cambiamento incrementale: - ritenzione - elaborazione del disegno dominante - spinta tecnologica Era del fermento: - sostituzione - competizione sul design dominante - cambiamento tecnologico guidato dalla comunità Selezione disegno dominante Gli approfondimenti proposti da questo modello ci hanno consentito di esaminare le dinamiche legate alla combinazione di minacce e opportunità poste dal regime delle 5 forze competitive, rimanendo ancora distanti tuttavia da un’analisi a livello di competenze specifiche della singola impresa Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 14 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) ogni discontinuità, sia essa di prodotto o di processo, può manifestarsi in 2 modi differenti: - rinforzo della base di competenze esistenti (1) - distruzione della base di competenze esistenti (2) 1) se i cambiamenti introdotti sul mercato utilizzano un insieme di conoscenze e risorse sedimentato e disponibile ai concorrenti già presenti sul mercato, ci troviamo di fronte ad un conseguente rinforzo delle risorse e competenze possedute 2) se la nuova traiettoria tecnologica porterà con sé la necessità di riconfigurare strutturalmente la base di risorse e conoscenze interne per poter affrontare i cambiamenti in atto, allora ci troveremo di fronte ad una distruzione della base di risorse e competenze sulla quale si è costruito il proprio vantaggio competitivo Le imprese già presenti sul mercato saranno avvantaggiate rispetto all’introduzione di discontinuità tecnologiche che rafforzano la base di competenze interne, ma saranno particolarmente vulnerabili all’introduzione da parte di nuovi entranti di tecnologie in grado di distruggere e rendere obsolete il know-how e le risorse tecnologiche già affermate COMPETENZE TECNICHE, COMPETENZE COMMERCIALI E POSIZIONAMENTO COMPETITIVO Ora analizziamo nel dettaglio la struttura e le caratteristiche della base di risorse e competenze possedute dalla singola impresa per poter articolare una strategia difensiva utile a fronteggiare momenti di turbolenza tecnologica, o una strategia offensiva finalizzata all’introduzione di discontinuità sul mercato che possano mettere in difficoltà i concorrenti ABERNATHY e CLARK (1985) propongono un modello di analisi del portafoglio tecnologico per definire in maggior dettaglio la posizione competitiva occupata da una singola impresa o da una specifica tecnologia rispetto alle evoluzioni dell’ambiente esterno distinguendo tra: - dimensione tecnica (1) - dimensione commerciale (2) delle risorse e competenze dell’impresa 1) comprende tutti gli aspetti legati alla scoperta, sviluppo e ingegnerizzazione della nuova idea di prodotto o di processo 2) comprende tutte le leve che è necessario attivare per poter beneficiare economicamente dall’introduzione di nuove idee e soluzioni di prodotto e di processo La seguente tabella riporta una lista di aree specifiche di intervento che possono essere ricondotte alla dimensione tecnica e alla dimensione commerciale dell’attività dell’impresa all’interno delle quali andare a individuare le caratteristiche delle risorse e competenze possedute rispetto ai cambiamenti introdotti sul mercato Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 15 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Innovazione e impatto sulle competenze interne Dimensione rilevante Tipologia di impatto dell’innovazione Dimensione tecnica design / incorporazione della tecnologia miglioramento del design esistente offerta di design nuovi e originali sistemi produttivi rafforzamento dei flussi e dei cicli introduzione di nuovi sistemi / lavorazioni / stazioni conoscenze tecniche ampliamento nell’ambito di applicazione di risorse esistenti obsolescenza delle risorse esistenti materie prime / fornitori ampliame nto delle opportunità di impiego delle materie prime, allargamento della base di fornitura sostituzione di materiali e fornitori impianti miglioramenti prestazioni degli impianti esistenti introduzione e utilizzo di nuovi macchinari know-how e riferimenti di base ampliamento dell’ambito di applicazione di conoscenze di base collegamenti con ambiti di conoscenza e discipline di riferimento completamente nuove relazioni con le base di clienti rafforzamento dei legami con la clientela attuale attivazione di rapporti con clienti completamente nuovi applicazioni del prodotto miglioramento delle prestazioni di prodotti esistenti introduzione di nuove possibilità di applicazione e nuove configurazioni del prodotto canali di distribuzione e servizi collegati rafforzamento dei canali distributivi e di servizio esistenti utilizzo di forme distributive nuove e di nuovi servizi alla clientela conoscenza del prodotto da parte del cliente estensione della conoscenza e familiarità del prodotto per il cliente distruzione della conoscenza del cliente relativa al prodotto modalità di comunicazione con il cliente miglioramento / rinforzo di strumenti, mezzi e stili di comunicazione ampliamento / estensione degli strumenti, mezzi e stili di comunicazione Dimensione commerciale Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 16 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Un’attenzione particolare meritano gli aspetti legati all’impatto delle nuove soluzioni introdotte in termini di familiarità della base di clientela con alcune caratteristiche base del prodotto. Bisogna infatti verificare fino a che punto le conoscenze d’uso possedute dal cliente sono rese obsolete dalle nuove soluzioni: quanto più elevato sarà l’investimento di riqualificazione attraverso il quale dovrà passare nostro cliente, tanto maggiori saranno le resistenze all’adozione delle nuove soluzioni rispetto a quelle precedenti e tanto più lento sarà il processo di diffusione Per ognuna delle aree di attenzione lungo la dimensione tecnica e la dimensione commerciale è possibile identificare degli ambiti di variazione da utilizzare per la costruzione di una check- list con la quale valutare nel dettaglio le caratteristiche di innovatività delle soluzioni tecnologiche considerate (costruzione di una scheda nella quale vengono elencati diversi parametri e a ciascuno viene associata una scala di valutazione) Il risultato finale è la mappatura delle differenze e delle similitudini evidenziate dalle alternative tecnologiche esaminate, o dai concorrenti sui quali ci siamo concentrati, oppure ancora dai diversi progetti interni considerati in uno spazio bidimensionale, dove una dimensione sarà quella tecnica e l’altra sarà quella commerciale (per entrambe le dimensioni il campo di variazione si svilupperà tra casi che rinforzano le competenze e le risorse esistenti e casi che le distruggono) questa rappresentazione grafica è definita da ABERNATHY e CLARK mappa di transilienza e può essere derivata a tre livelli: - può servire a distinguere tra diverse innovazioni tecnologiche (livello generale) - può servire a collocare le diverse innovazioni introdotte rispetto all’impatto avuto in termini tecnici e commerciali (livello di settore) - può servire a identificare tipologie differenti di progetti o innovazioni tecnologiche (livello di singola impresa) a tutti e tre i livelli la mappa può essere utilizzata come strumento di analisi statica per ottenere una fotografia di una situazione specifica in un particolare istante di tempo, o anche come strumento di analisi dinamica, per rappresentare l’evoluzione di una serie di progetti o idee innovative Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 17 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) dimensione commerciale e tecnica dell’innovazione cambiamento legami esistenti / creazione di nuovi legami Innovazioni creatrici di nicchia: limitata resistenza al cambiamento Innovazioni rivoluzionarie: massima resistenza al cambiamento es. Sony walkman es. il forno a microonde Innovazioni regolari: limitata o assente resistenza al cambiamento Innovazioni architetturali: elevata resistenza al cambiamento dimensione commerciale mantenimento / rafforzamento dei legami esistenti es. il videoregistratore es. combinati: frigo + congelatore mantenimento / rafforzame nto delle conoscenze precedenti dimensione tecnica generazione di nuove conoscenze INNOVAZIONE TECNOLOGICA E ORGANIZZATIVA: DAL PRODOTTO ALLA PIATTAFORMA DI PRODOTTI Le numerose ricerche che hanno utilizzato la distinzione tra competenze tecnologiche e competenze commerciali per esaminare quali siano le fonti principali di resistenza al cambiamento mostrano come sia più agevole per le imprese l’evoluzione lungo la dimensione mercato piuttosto che lungo la dimensione tecnologica Le cause di queste difficoltà sono da ricercarsi nell’analisi delle modalità attraverso le quali le competenze tecniche si sono sviluppate all’interno dell’impresa e come la loro combinazione si riflette nelle scelte organizzative adottate Il processo di generazione delle modalità di combinazione delle risorse disponibili fa emergere un insieme di relazioni strutturali all’interno dell’organizzazione, che risulta così essere modellata attorno a tali competenze. Ogni cambiamento nella base di risorse e competenze comporta conseguenze per l’intera organizzazione e per la sua struttura, rendendo pertanto necessaria una rifocalizzazione più ampia a causa dell’emergenza locale HENDERSON e CLARK (1990) affrontano questo aspetto proponendo di distinguere in maggiore dettaglio la dimensione del cambiamento tecnico, separando gli aspetti legati ai singoli componenti utilizzati, dagli aspetti legati alla loro integrazione Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 18 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) da un lato l’impresa ha a disposizione diverse leve per intervenire su parti distinte del prodotto (deputate a svolgere una specifica funzione), dall’altro le modalità di combinazione, ottimizzazione e integrazione delle diverse componenti così definite sono tutti aspetti sui quali è possibile far leva per modificare tecnicamente la propria offerta es. ventilatori da soffitto vs ventilatori da tavolo introduzione di possibili nuovi meccanismi specifici non comportano cambiamenti fondamentali nella base di componentistica, ma richiedono notevoli adeguamenti dell’architettura di ingegnerizzazione dell’intero prodotto Dietro modifiche apparentemente marginali della base di conoscenze e competenze sul lato tecnico si nascondono esigenze spesso profonde di riconfigurazione delle modalità di organizzazione e gestione delle interdipendenze Le innovazioni architetturali sono facilmente scambiate per innovazioni incrementali utilizzando degli schemi di classificazione tradizionali (è immediato riconoscere l’emergere di soluzioni radicali, mentre risulta più difficile comprendere la reale pericolosità di un’evoluzione delle proprie risorse ragionate in termini di ricombinazione del know- how legato alla componentistica e ai sottosistemi già noti e utilizzati) Ciò si riflette nel secondo aspetto chiave da monitorale: davanti all’emergere di queste innovazioni architetturali c’è una convinzione di adeguatezza della base di know-how interno per la risoluzione dei nuovi problemi Le innovazioni architetturali dunque generano processi di resistenza e incapacità ad affrontare il cambiamento simili a quelli registrati nel caso delle innovazioni radicali poiché si pongono anch’esse come distruttrici di competenze fondamentali per le imprese presenti sul mercato (in questo caso legate alla modalità di ingegnerizzazione del prodotto e combinazione ed assemblaggio delle componenti) In aggiunta a ciò possono rappresentare una minaccia ancora più sottile rispetto a cambiamenti sostanziali poiché risultano difficilmente distinguibili ad un’analisi superficiali Per questa ragione, utilizzando ancora una volta un approccio di analisi del portafoglio tecnologico dell’impresa, è possibile associare alla mappa di transilienza un’analisi preliminare incentrata sul lato tecnico, dove sia possibile distinguere le dimensioni delle componenti fondamentali del prodotto, dalle modalità di integrazione delle stesse Per la sua costruzione è possibile procedere come nel caso descritto nella sezione precedente , attraverso la costruzione di una check- list per la valutazione di aspetti di dettaglio legati alle singole dimensioni, da ricombinare successivamente per il posizionamento nella matrice Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 19 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) relazione tra concetti fondamentali del prodotto / servizio, sue componenti e tipologie di innovazione modificato Innovazioni architetturali: ridefinizioni delle interdipendenze Innovazioni radicali: simultanea ridefinizione di competenze e interdipendenze es. telefono analogico es. telefono digitale legame tra i componenti inalterato Innovazioni incrementali: naturale evoluzione delle competenze interne Innovazioni modulari: ridefinizione della base di competenze senza alterare le interdipendenze es. telefono portatile es. DECT rinforzato ridefinito concetto di prodotto La distinzione tra componenti / sottosistemi e legami tra gli stessi e l’importanza di considerare l’evoluzione di entrambi all’interno dell’impresa può essere affrontata in modo: 1) reattivo 2) proattivo 1) l’obiettivo è quello rincorrere eventuali adeguamenti resisi necessari da cambiamenti di natura esogena all’impresa 2) l’obiettivo è sviluppare la strategia di innovazione in maniera coerente con il quadro evolutivo Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 20 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) PROTEZIONE DELL’INNOVAZIONE E INCENTIVI ALL’INVESTIMENTO Risultati del processo innovativo vincente Sony (cd techno logy) Palm (PDA) perdente Apple (PC industry) Polaroid (tecnologia digitale) leader follower Leader d’innova zione vs Follower 1) vantaggio di costo • leader curve di esperienza costo volume cumulato diminuzione del 15-20% del costo unitario al raddoppiare dei volumi il vantaggio si accumula all’inizio (chi entra per primo) e poi se il leader riesce a mantenere la sua quota di mercato, gli inseguitori non riescono più a prenderlo nella curva di esperienza • follower evita una parte dei costi di ricerca e sviluppo, basandosi sul lavoro fatto dal leader 2) differenziazione • leader si differenzia automaticamente essendo il leader d’innovazione • follower può sfruttare la conoscenza di aver visto come il mercato ha risposto al lancio del prodotto per trovare usi diversi Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 21 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Vantaggi e svantaggi dell’innovatore 1) sostenibilità del primato tecnologico 2) vantaggi della prima mossa 3) svantaggi della prima mossa 1) Sostenibilità del primato tecnologico a) i concorrenti non possono duplicare la tecnologia b) la rapidità di innovazione del leader è maggiore di quella dei concorrenti a) dipende dal regime di protezione brevettale b) la grande impresa ha maggiori possibilità di innovare per incrementi successivi, mentre la piccola impresa ha una maggiore capacità di produzione di innovazioni radicali, perché ha minore inerzia 2) Vantaggi della prima mossa - reputazione prelazione di posizionamento costi di sostituzione scelta del canale curva di apprendimento esclusiva accesso agevolato a risorse scarse definizione dello standard profitti iniziali 3) Svantaggi della prima mossa a) costi del pioniere - approvazione delle autorità - educazione acquirenti - sviluppo infrastrutture - sviluppo input necessari - sviluppo prodotti complementari - costi elevati primi input b) risvolti specifici del pioniere - incertezza della domanda - cambiamenti dei fabbisogni degli acquirenti - specificità investimenti iniziali - discontinuità tecnologiche - imitazioni a basso costo Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 22 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) da che cosa dipende il successo dell’innovatore? - possibilità di proteggere la tecnologia natura della conoscenza tipologia di innovazione caratteristiche della tecnologia risorse complementari standard tecnologici 3 grandi problemi 1) regime di appropriabilità 2) risorse complementari 3) paradigma del progetto dominante 1) REGIME DI APPROPRIABILITA’ La possibilità per l’innovatore di garantirsi un ritorno esclusivo dallo sfruttamento dell’innovazione, rappresenta l’incentivo all’investimento di risorse economiche, finanziarie e umane in attività di R&S Per poter osservare investimenti nella ricerca di nuove tecnologie è dunque necessario disporre di un regime di appropriabilità forte, dove con appropriabilità si intende la possibilità dell’innovatore di beneficiare in via esclusiva dei ritorni economici derivanti dal nuovo prodotto o dal nuovo processo TEECE (1986) propone di affrontare il problema del regime di appropriabilità distinguendo tra due insiemi di elementi fondamentali: a) la natura della tecnologia - prodotto o processo - conoscenze tacite o conoscenze codificate b) meccanismi legali di protezione - brevetti - diritti d’autore - segreti commerciali Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 23 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) b) MECCANISMI LEGALI DI PROTEZIONE BREVETTO Per quanto riguarda gli strumenti legali, sicuramente i brevetti sono sovente indicati come la soluzione più utilizzata e più utile per la protezione di idee innovative di natura tecnologica Un brevetto è un documento rilasciato da un’agenzia governativa autorizzata, che garantisce al suo possessore il diritto di escludere qualsiasi altro soggetto dalla produzione ed uso di un nuovo specifico prodotto, apparato o processo - esiste un brevetto europeo sancito dagli accordi della Convenzione di Monaco del 1973 una volta concesso il brevetto europeo ha durata ventennale garantisce un monopolio circa lo sfruttamento commerciale dell’innovazione requisiti per brevettare: - novità e non ovvietà - frutto di un processo inventivo (non scoperte) - devono prevedere un’applicazione industriale la tutela legale ottenuta tramite il brevetto consente quindi uno sfruttamento esclusivo, sanzionabile nelle violazioni accertate secondo criteri diversi, che si configura per il potenziale investitore come il premio disponibile alla fine degli sforzi di ricerca finalità dei brevetti: - fornire incentivi allo sviluppo di invenzioni - facilitare il processo di diffusione delle invenzioni - facilitare il processo di commercializzazione delle invenzioni - facilitare il processo di controllo e coordinamento della ricerca Alcuni strumenti legali simili nella struttura degli incentivi ai brevetti sono i premi all’innovazione e i contratti di ricerca: in entrambi i casi l’obiettivo è quello di stimolare l’innovazione attraverso la disponibilità di un ritorno economico elevato, in cambio della cessione dei diritti di sfruttamento e diffusione dell’innovazione, per evitare un controllo monopolistico dei risultati nel primo caso, o per assicurarsi un diritto di sfruttamento esclusivo nel secondo ragioni per brevettare innovazioni di prodotto: - prevenire l’imitazione - bloccare il concorrente - prevenire cause legali - utile nelle negoziazioni ragioni per brevettare innovazioni di processo: le stesse di quello per le innovazioni di prodotto ma in questo ambito sono meno importanti Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 24 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) problemi del sistema brevettale: - è possibile aggirare i limiti definiti dal brevetto concentrandosi su altre soluzioni che mantengano un’originalità di forma e combinazione delle tecnologie utilizzate, pur utilizzando principi già presenti in soluzioni brevettate - l’onere della scoperta della violazione del brevetto e dell’istruzione della causa legale per il risarcimento ricade sul titolare del brevetto, che così deve affrontare i costi di controllo associati alla tutela della propria innovazione - l’efficacia della protezione brevettale risulta fortemente legata all’efficienza del sistema giudiziario di riferimento In considerazione di questi diversi elementi è interessante notare come la valutazione dell’effettiva utilità del brevetto come strumento di tutela dell’innovazione sia in molti casi limitata inoltre: - indipendentemente dai settori di riferimento i brevetti sono considerati più efficaci nel proteggere innovazioni di prodotto piuttosto che innovazioni di processo - l’efficacia dei brevetti è messa in discussione in molti settori ad elevata intensità tecnologica, con l’esclusione del chimico e del farmaceutico In molti settori i brevetti sono sostituiti da altri elementi nelle strategie di protezione dell’innovazione, fra le quali vale la pena ricordare i cosiddetti segreti commerciali, che individuano una conoscenza che viene mantenuta segreta dopo il suo sviluppo e che può successivamente essere ceduta in licenza sotto il vincolo di non divulgazione il problema fondamentale è legato alla definizione di segretezza che consente una tutela solo se si è in grado di dimostrare che la violazione è avvenuta a seguito di imitazione e non grazie ad uno sviluppo indipendente (non prevedendo alcuna registrazione, il segreto commerciale richiede a chi promuova una causa l’onere della prova della violazione della segretezza del soggetto chiamato in causa) LICENZE il brevetto può essere considerato anche una pedina strategica: - vantaggio del first mover ed esclusione dei concorrenti posizione dominante in una tecnologia negoziazione licensing e cross- licensing • la licenza può riguardare: - il brevetto - il know-how Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 25 made by mitch&teo [email protected] • può essere di vari tipi: esclusività crescente [email protected] (non vendibile) - non exclusive il licenziante può concedere la licenza a chiunque e a più imprese - limited exclusivity il licenziante concede la licenza a poter produrre solamente in determinati segmenti/mercati (in modo da evitare possibili concorrenze nel proprio mercato) - sole il licenziante concede la licenza esclusiva a produrre solamente a un'unica impresa oltre al licenziante - exclusive il licenziatario ha la licenza esclusiva a produrre • l’acquisto di una licenza può comportare: 1) down payment ossia il pagamento di una cifra iniziale tanto più alta quanto più: - rapidi e sicuri sono i risultati - inaffidabile è il licenziatario 2) royalties ossia somme proporzionali ad indicatori di attività quali: - fatturato - produzione - utile - … (può essere previsto anche un minimo fisso) 3) oneri vari gli oneri vari sono relativi ad elementi accessori quali: - assistenza - aggiornamento - opzioni d’acquisto - successo oltre le previsioni - … tuttavia le royalties raramente compensano la perdita VC Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 26 made by mitch&teo • [email protected] (non vendibile) in generale una licenza va ceduta quando: - • [email protected] vi è l’incapacità di sfruttare la tecnologia es. transistor incapacità di accesso da soli ai mercati non disponibili per agevolare una rapida standardizzazione della tecnologia es. VHS per la struttura del settore per sviluppare buoni concorrenti reciprocità la cessione di licenze tecnologiche può essere: - una scelta - un obbligo • il licenziatario va scelto tra: 1) i non concorrenti al fine di ridurre il rischio che diventino concorrenti in quanto così facendo viene bloccata la loro Ricerca & Sviluppo 2) i buoni concorrenti in modo che contribuiscano ad affermare lo standard • i rischi dovuti alla cessione della licenza possono essere: - sviluppo involontario di concorrenti svendita VC per royalties utili a breve Vs utili a lungo (es. Memorandum) • i vantaggi dell’acquisto di licenze sono: • • • • consente la crescita del patrimonio tecnologico utilizzabile con: - relativa certezza riguardo l’entità richiesta di risorse di natura finanziaria, umana, tecnologica - rischi quasi nulli - tempi certi e brevi - know how acquisibile ma raramente proprietario facilita l’iniziativa di diversificazione e l’entrata in nuovi settori può consentire di utilizzare l’immagine del licenziante può essere usata per bloccare lo sviluppo di tecnologie emergenti Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 27 made by mitch&teo • [email protected] [email protected] (non vendibile) i limiti della licenza sono: • • rischi di rapida obsolescenza presenza di vincoli: - contrattuali - commerciali - tecnologici - economici • • • difficoltà di trasferimento della tecnologia dipendenza tecnologica effetti negativi sull’organizzazione: - demotivazione dei ricercatori - sindrome del “not invented here” DIRITTI D’AUTORE protezione: - soggetto così com’è - inizia subito - 50 anni e più di protezione soggetto della protezione: - pubblicato / non pubblicato - artistico / scientifico - testo / suoni / immagini / altro lavoro intellettuale → garantisce al possessore il diritto esclusivo di (e autorizzare a) riprodurre, modificare, eseguire, distribuire il lavoro a) NATURA DELLA TECNOLOGIA Rispetto alla limitata efficacia rappresentata dagli strumenti legali, l’analisi della caratteristiche dell’innovazione sviluppata mostra aree più immediatamente interessanti sulle quali concentrare l’attenzione per investimenti dedicati alla tutela dell’innovazione • innovazione di processo Vs innovazione di prodotto le innovazioni di prodotto sono più facilmente imitabili delle innovazioni di processo → diversa efficacia della protezione brevettale - i risultati della ricerca mostrano come i metodi considerati più sicuri per proteggere un’innovazione di processo sono: vantaggio del primo entrante investimenti che anche in caso di ritardo consentano di progredire rapidamente lungo la curva di apprendimento diminuendo i costi unitari di produzione Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 28 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) - sul lato del prodotto invece i metodi considerati più sicuri per proteggere un’innovazione sono: vantaggio del primo entrante l’offerta di servizi complementari di tipo commerciale legati alla vendita o al servizio postvendita • conoscenza esplicita Vs conoscenza tacita le ragioni per l’importanza di queste forme alternative rispetto agli strumenti legali sono da ricercarsi nelle caratteristiche della conoscenza associata ai processi innovativi: - tanto più le conoscenze critiche risultano essere codificabili in una qualche forma (disegni, procedure, istruzioni, manuali) tanto più è possibile far ricorso a strumenti legali es. settore farmaceutico - in molti casi la conoscenza sviluppata può non essere codificabile per limiti oggettivi dei soggetti coinvolti o per la rilevanza del contesto di applicazione - l’impossibilità sovente di codificare la conoscenza dipende da: l’impossibilità di replicazione di caratteristiche del processo di sviluppo al di fuori del contesto specifico in cui sono state sviluppate (le condizioni operative note in un preciso contesto non possono essere replicate in un altro contesto) - la conoscenza tacita non può essere trasferita tramite brevetti • tecnologia discreta Vs tecnologia sistemica - in settori con tecnologie discrete (es. farmaceutica e chimica) è possibile acquisire il controllo della tecnologia con pochi brevetti relativi agli elementi essenziali - in settori con tecnologia sistemica (es. elettronica) le imprese spesso non dispongono di un portafoglio brevetti in grado di controllare tutti i componenti complementari essenziali della tecnologia sviluppata Da quanto abbiamo visto fin qui gli strumenti per la tutela legale dell’innovazione non sono né necessari né sufficienti a garantirsi un ritorno economico accettabile - non sono necessari perché in molti casi, oltre all’inefficienza, possono essere adeguatamente sostituiti - dall’entrata anticipata nel mercato - dalla rapida diffusione di una soluzione tecnologica che aumenta i costi di riconversione degli utilizzatori finali - non sono sufficienti perché anche nei casi in cui il risultano efficaci strumenti di protezione non garantiscono il passaggio con successo dalla fase dell’invenzione a quella dello sfruttamento commerciale Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 29 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) è quindi importante riflettere su altri due elementi chiave sui quali deve concentrarsi l’analisi strategica in chiave tecnologica: - il ruolo delle risorse complementari - il ruolo dei processi di affermazione degli standard tecnologici 2) LE RISORSE COMPLEMENTARI la nozione di beni complementari serve a identificare l’impatto di variazioni nelle quantità prodotte (e dunque nei prezzi) di un bene, a seguito di variazioni nelle quantità prodotte di un altro bene • se la variazione è negativa allora vorrà dire che i due beni sono sostitutivi, poiché soddisfano lo stesso bisogno • se la variazione è positiva allora vorrà dire che i due beni sono complementari, nel senso che concorrono in maniera differente, ma non sovrapposta, alla soddisfazione del medesimo bisogno, o alla soddisfazione di bisogni diversi, ma che si manifestano congiuntamente es. hardware e software, televisori e videoregistratori, … il punto critico, nelle risorse complementari, è nella relazione di variazione delle opportunità di reddito generate da una risorsa in presenza o in assenza di altre risorse una risorsa X diventa complementare se la redditività attesa di una risorsa Y cresce con la disponibilità della risorsa X, e viceversa le risorse complementari possono essere: risorse generiche - soddisfano necessità di tipo comune - non occorre siano finalizzate a una particolare attività innovativa risorse specializzate dipendenza diretta dell’innovazione dalla risorsa risorse cospecializzate dipendenza reciproca tra la risorsa e l’innovazione la nozione di specializzazione delle risorse complementari ha le sue radici nell’economia dei costi di transazione ed è finalizzata a identificare le aree strategiche di attenzione per lo sfruttamento delle proprie risorse e competenze • quanto più l’attività innovativa richiede la presenza di risorse complementari per un suo sfruttamento commerciale, tanto maggiore dovrà essere lo sforzo dell’innovatore per procurarsi il controllo e la disponibilità di tali risorse Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 30 made by mitch&teo • [email protected] [email protected] (non vendibile) quanto più le risorse sono specializzate, tanto più saranno vincolate nella loro capacità di produrre reddito dalla contemporanea presenza di più fattori, giustificando - interventi di integrazione - la cessione Se l’inventore non possiede le risorse complementari importanti per lo sviluppo della sua innovazione deve: • procurarsele: - collaborazioni - investimento in house • cessione dei propri risultati di ricerca a terzi • Strategie di accesso alle risorse complementari: I) relazioni contrattuali: - minori investimenti - minori rischi - minore fabbisogno di liquidità - regime di appropriabilità stretto - pericolo comportamenti opportunistici e imitazione del partner II) completa integrazione - disponibilità di risorse finanziarie - portafoglio competenze necessarie • fornitori di prodotti complementari: in alcuni settori possono appropriarsi di una parte consistente del valore creato il loro potere relativo dipende da: - livello di concentrazione relativo - costi relativi di riconversione dei clienti o fornitori - facilità di unbundling (scomposizione) - minacce relative di integrazione - tasso di crescita relativo del settore 3) PARADIGMA DEL PROGETTO DOMINANTE per quanto riguarda il concetto di standard, una prima distinzione può essere fatta tra: 1) standard di qualità essi comprendono tutte le scelte e le soluzioni richieste in ambito di processo o di prodotto affinché vengano soddisfatte le esigenze e le aspettative del cliente (semplice conseguenza delle scelte effettuate) Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 31 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 2) standard di uniformità essi identificano aree specifiche di attenzione nella formulazione delle politiche tecnologiche di valutare l’insieme delle minacce ed opportunità derivanti da investimenti finalizzati allo sfruttamento di attività di ricerca attraverso manovre di imposizione sul mercato di soluzioni tecnico-commerciali di riferimento 2.1) standard di intercambiabilità o interconnessione - finalizzati all’integrazione di prodotti o componenti differenti tra loro - la pressione competitiva si manifesta sull’affermazione delle modalità di interfaccia, ma rimane ampio spazio di differenziazione tecnologica sul lato dei componenti stessi es. TCP/IP 2.2.) standard di prodotto - finalizzati alla riduzione di varietà in una particolare classe di prodotti - la competizione avviene direttamente a livello del prodotto es. VHS e Betamax nei videoregistratori entrambe le tipologie di standard consentono a chi controlli la soluzione tecnologica ad essi collegata di beneficiare di alcuni vantaggi: 1) ripercussioni sulla struttura dei costi - possibilità di fare leva su economie di tipo produttivo, legate a fattori di scala e di esperienza possibilità di trasferire sui mercati di approvvigionamento il processo di standardizzazione, riducendo i costi di transazione sia dal lato degli acquisti sia dal lato delle vendite grazie all’effetto reputazione 2) caratteristiche dell’offerta la standardizzazione può essere sfruttata per aumentare le opportunità di differenziazione ed ampliamento della gamma di soluzioni realizzate combinando i diversi componenti es. Hi- fi l’affermazione di standard di uniformità pur riducendo la competizione sul mercato d’acquisto, aumenta la competizione sul lato dell’assistenza postvendita e garantisce i cosiddetti rischi di “orphaning” (uscita dal mercato del produttore con ricaduta negativa sui problemi di assistenza e aggiornamento del bene e dunque una variazione del costo opportunità dell’investimento) vi sono inoltre delle occasioni di ottimizzazione congiunta sia sul lato dell’offerta sia sul lato della domanda, che rappresentano aree specifiche di analisi strategica per la valutazione dell’opportunità di investimenti finalizzati all’affermazione di standard tecnologici network externalities (esternalità di rete) Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 32 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) questo termine raggruppa 3 diversi effetti: a) il primo effetto definisce il valore di un bene come funzione della numerosità dei soggetti con i quali lo stesso può essere utilizzato es. fax, modem, telefono b) il secondo effetto definisce il valore di un bene in funzione della possibilità di uso dello stesso insieme ad altri beni complementari es. Playstation e suoi accessori c) il terzo effetto è legato al miglioramento e all’ampliamento della rete di assistenza postvendita, che deriva direttamente da un effetto di penetrazione sul mercato e di aumento della base installata es. auto a benzina Vs auto a idrogeno gli standard di uniformità possono emergere a seguito di attività collettive deliberate o di iniziative strategiche di singoli competitori • nel primo caso rientrano la definizione di standard su base istituzionale da parte di organismi governativi nazionali o internazionali di riferimento e la definizione di standard da parte di un comitato settoriale attivato autonomamente da diversi produttori (numericamente limitati) • grazie alle ricadute positive indirette derivanti dall’affermazione di uno standard tecnologico, la diffusione di una soluzione proprietaria può essere conveniente anche in assenza di una tutela legale forte della stessa il primo entrante corre concretamente il rischio di vedersi sfuggire i ritorni maggiori dell’attività innovativa, derivanti dalla leadership nelle fasi successive di diffusione e affermazione su larga scala 1) il vantaggio temporale di un’introduzione anticipata può essere estremamente limitato nel caso di mercati in rapida crescita e dove l’importanza di esternalità positive sia particolarmente rilevante i followers non si limitano a processi imitativi ma investono e posso introdursi facilmente nella competizione per l’affermazione dello standard, scontando il ritardo in entrata con investimenti dedicati alla promozione di compatibilità e disponibilità di beni complementari 2) le possibili asimmetrie tra i tassi di crescita della domanda e quelli della capacità produttiva interna agiscono da incentivo per alleanze più o meno strutturate Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 33 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 3) la progettazione di una piattaforma di riferimento che consenta l’introduzione di numerose varianti del prodotto base per supportare una strategia di segmentazione anticipata del mercato risulta critica per garantirsi ampi tassi di penetrazione orizzontale, influenzando così direttamente le esternalità di rete sul lato della domanda 4) un’altra area chiave di investimenti è rappresentata dalla rete commerciale di distribuzione. La pressione verso l’internalizzazione della stessa può derivare dalla volontà di appropriazione del margine di intermediazione che può essere sensibile La rinuncia a margini più consistenti sul lato commerciale può essere più che compensata da un successivo aumento della dipendenza del canale dal prodotto, ed i conseguenti riflessi sulla struttura dei costi di commercializzazione l’obiettivo dell’impresa è quello di agire sulle dimensioni fondamentali di influenza per cercare di promuovere il processo di selezione delle alternative migliore rispetto alla propria base di risorse e competenze interne questo approccio sottovaluta l’importanza di alcune caratteristiche fondamentali dello sviluppo tecnologico che portano alla diffusione di soluzioni tecnicamente non ottimali l’introduzione di innovazione non deriva dunque né da processi endogeni né esogeni rispetto all’azione organizzativa, ma è il risultato di - alcuni eventi casuali - di interventi strategici mirati da parte di alcune organizzazioni - interazioni tra i vari soggetti influenzati direttamente o indirettamente dall’impresa è quindi importante riconoscere il ruolo dei processi di affermazione dell’uniformità attraverso coalizioni manifeste o non manifeste che possono influenzare la modifica e l’adattamento di una o più soluzioni attraverso un processo di interpretazione delle soluzioni tecnologiche Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 34 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) ANALISI STRATEGICA DELLE COLLABORAZIONI PER LO SVILUPPO D’INNOVAZIONE Le modalità di crescita la crescita può avvenire attraverso: sviluppo di nuove tecnologie acquisizione di nuove tecnologie - con investimenti diretti - commissionando all’esterno - attivando collaborazioni - acquistando licenze - acquistando imprese - acquistando laboratori la decisione dipende da: - risorse - tempi - rischi - esclusività del know-how ACQUSIZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE 1) Acquisizione di licenze (già trattato) 2) Acquisizione di imprese - risorse: tempi: rischi: know-how: risorse di natura esclusivamente finanziaria tempi brevi rischio di caduta della capacità innovativa esclusivo alternative: acquisizione quota di minoranza (non si acquisisce il controllo totalizzante di quell’attività) obiettivo: cercare di capire cosa succede su alcune tecnologie di frontiera - per non perdere la capacità innovativa futura (non comprare una scatola vuota) per preservare le condizioni di autonomia della piccola impresa (condizioni ideali pel l’innovazione) limita investimenti e rischi crea sinergie Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 35 made by mitch&teo [email protected] 3) Acquisizione di laboratori - [email protected] (non vendibile) - rami di imprese - singoli ricercatori o gruppi risorse: inferiori rispetto ad un investimento diretto di natura prevalentemente finanziaria rischi: rischi di integrazione tempi: tempi più brevi know-how esclusivo può avvenire in modo: 1) aggressivo: sottraendo a concorrenti uno o più esperti 2) consensuale: subentrando in ricerche che altri abbandonano SVILUPPO DI NUOVE TECNOLOGIE 1) Investimenti diretti sviluppare internamente dei progetti utilizzando le risorse proprie - risorse: - risorse elevate di natura finanziaria, umana, tecnologica (bisogna avere una base umana e tecnologica molto forte) tempi: lunghi rischi: elevati know-how esclusivo - necessari per avere una posizione di leader (visione di lungo periodo) consente il maggior controllo delle risorse acquisite 2) Commissionando all’esterno persegue l’obiettivo di appropriarsi di conoscenze di terzi in aree nelle quali no n si intende investire; viene effettuato: 1) commissionare in parte o in toto lo sviluppo di una nuova tecnologia ad enti esterni 2) favorendo o richiedendo l’innovazione presso i fornitori - risorse: minori risorse di natura finanziaria, umana, tecnologica tempi: lunghi rischi: inferiori know-how meno difendibile - dipendenza dai fornitori non mi approprio dell’innovazione (pone problemi di trasferibilità dell’innovazione) Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 36 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 3) Attivando collaborazioni elementi di scenario tecnologico: - accelerazione del progresso tecnologico - riduzione del ciclo di vita dei prodotti - crescente intensità scientifica - costi e rischi dell’innovazione crescenti vi sono diverse ragioni per le quali un’impresa potrebbe decidere di partecipare ad attività di ricerca collaborativa: • economie di scala: la struttura di costi legati alle attività di ricerca e sviluppo in molti settori evidenzia un aumento progressivo delle risorse necessarie per portare al successo commerciale una nuova idea, ciò dipende principalmente da due fattori - l’innalzamento della dimensione ottima minima della attività di R&S - la necessità di recuperare con i progetti di successo le risorse impiegate sull’intero portafoglio prodotti • economie di scopo: consentono di incrementare i propri margini attraverso uno sfruttamento più differenziato delle proprie risorse; in ambito tecnologico ciò significa sviluppare competenze che possano dare luogo a diverse applicazioni commerciali. Quindi i vantaggi della collaborazione derivano dalla possibilità di impostare strategie multiprodotto e multimercato grazie ad investimenti dedicati in una competenza tecnologica distintiva • ripartizione dei costi e dei rischi: dal punto di vista economico è possibile ridurre l’ammontare complessivo di risorse investite individualmente grazie alla suddivisione dell’impegno di spesa dal punto di vista finanziario è possibile ripartire su più soggetti il rischio di insuccesso e dunque di redditività nulla o addirittura negativa dell’investimento (inoltre se collaboro con un concorrente non corro il rischio che lui arrivi all’innovazione tecnologica prima di me) • eliminazione di inefficienti duplicazioni di investimenti: da un punto di vista di allocazione ottimale delle risorse nell’ambito dell’intero sistema economico di riferimento, esiste un forte rischio di replicazione da parte di soggetti economici diversi dei medesimi risultati, questo porta ad una diminuzione della produttività delle risorse investite dovuta ad un aumento delle stesse a fronte di una stabilità nei risultati ottenuti • allargamento della base di risorse e competenze interne: le collaborazioni per lo sviluppo di innovazioni sono una modalità strategica per l’accesso a risorse immateriali quali know-how e competenze tecniche • riduzioni dei tempi di sviluppo dell’innovazione • riduzione dei tempi di appropriazioni delle innovazioni • controllo dello sviluppo tecnologico: se i soggetti che collaborano sono molto forti facilmente affermano lo standard Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 37 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) • sinergie fra risorse e competenze • ottenere visibilità • attivare relazioni e canali di comunicazione • opportunità di confronto Tipologie di collaborazioni: verticale collaborazione orizzontale (spesso su problemi di natura precompetitiva, cioè quando il risultato no n comporta un vantaggio competitivo, es. liberalizzazione reti telefoniche) accordi formali equity based informali accordi contrattuali PROSPETTIVE: 1) ANALISI COMPETITIVA 2) TEORIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE ANALISI COMPETITIVA • Fonte dell’innovazione - functional switching - appropriability regime • Distribuzione degli incentivi • Natura delle risorse scambiate Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 38 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) FONTE DELL’INNOVAZIONE Il concetto di fonte dell’innovazione proposto da von Hippel (1988) contribuisce ad affrontare il problema dell’individuazione del luogo di manifestazione dell’innovazione rispetto alla sua posizione nell’ambito della catena del valore ipotesi: a) sia difficile (costoso) per gli innovatori adottare nuove relazioni funzionali rispetto alle loro innovazioni b) gli innovatori abbiano una scarsa capacità di ottenere dei profitti cedendo su licenza ad altri la conoscenza relativa all’innovazione Utilizzando un’articolazione semplificata che identifica fondamentalmente 3 ruoli, il fornitore, il produttore ed il cliente o utilizzatore fornitore produttore utilizzatore la fonte dell’innovazione si distribuisce lungo la catena del valore in funzione delle diverse aspettative di reddito che dipendono da due fattori: - la capacità di appropriarsi delle rendite dell’innovazione - le modalità attraverso le quali i diversi soggetti sono in grado di appropriarsi di tali rendite molte soluzioni innovative sono sviluppate (come prototipi) dagli utilizzatori, perché non sono disponibili sul mercato gli utilizzatori tendono a sviluppare innovazioni giudicate particolarmente rilevati dal punto di vista scientifico, i produttori sono responsabili di innovazioni caratterizzate da un elevato impatto commerciale diverso sistema degli incentivi: gli scienziati/utilizzatori beneficiano dei frutti dell’innovazione attraverso un riconoscimento ottenuto presso la comunità di riferimento, dall’altro i produttori inseguono direttamente un miglioramento della propria posizione commerciale perché utilizzatori e produttore collaborino sul fronte dell’innovazione è quindi indispensabile che: a) il regime di funtional switching sia stretto, ovvero sia molto difficile acquisire le competenze degli altri elementi della catena del valore b) sia difficile per l’innovatore vendere la propria invenzione tramite licenze (appropriability regime) Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 39 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) DISTRIBUZIONE DEGLI INCENTIVI non tutti gli utilizzatori tuttavia sono caratterizzati dalle stesse necessità di ulteriore miglioramento del prodotto: l’insieme degli utilizzatori non si presenta come omogeneo dal punto di vista della capacità di individuazione di future traiettorie innovative, ciò che rende un utilizzatore particolarmente propenso a tale sforzo è il suo grado di sofisticazione nell’uso di un prodotto l’obiettivo del produttore diventa quindi quello di strutturare il processo di generazione dei bisogni da parte di questa tipologia di consumatori per ridurre i propri costi di sviluppo dell’innovazione e favorire l’emergere di un processo dove le fasi iniziali di generazione dell’idea ed identificazione di soluzioni preliminari sono trasferite direttamente all’utilizzatore, mentre le fasi di definizione del prototipo ed ingegnerizzazione sono svolte internamente dal produttore con una diretta collaborazione nelle fasi di messa a punto attori coinvolti fasi del processo utilizzatore identificazione del bisogno collaborazione R&S prototipo industriale ingegnerizzazione produttore produzione industriale e commercializzazione tempo Diversi attori lungo la catena del valore sono dunque caratterizzati da un insieme di incentivi all’innovazione fondato sull’appropriazione di rendite non in conflitto tra loro e risultano pertanto motivati alla ripartizione dei costi dell’innovazione ed alla collaborazione come strategie di sviluppo di efficaci e più efficienti della completa autonomia cliente pilota: l’obiettivo è quello di individuare un potenziale utilizzatore, interessato allo sviluppo della tecnologia, da coinvolgere direttamente nelle fasi di definizione del prototipo industriale e del prototipo commerciale (i benefici per il cliente pilota saranno principalmente legati alla disponibilità della nuova tecnologia rispetto ai propri concorrenti) I criteri per la scelta del cliente pilota secondo Giraldoni (1988) sono i seguenti: - rappresentatività - dimensioni - grado di priorità - rapporti pregressi - localizzazione - potere contrattuale Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 40 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) rappresentatività: capacità del cliente pilota selezionato di esprimere bisogni in linea con quelli di un più ampio mercato di sbocco potenziale dimensioni: capacità d’espressione di un mercato iniziale garantito, sia elemento chiave nell’influenzare la distribuzione del potere contrattuale grado di priorità: non è detto che il coinvolgimento sia lo stesso tra imprese diverse rapporti pregressi: garanzia di minimizzare lo spill over: perdita di conoscenza insita nella collaborazione localizzazione: gran parte della collaborazione passa attraverso conoscenza tacita, la quale si scambia solamente attraverso una collaborazione diretta (distretti industriali) NATURA DELLE RISORSE SCAMBIATE La possibilità da parte di tutti gli attori coinvolti di beneficiare dello sviluppo congiunto di innovazione è una condizione necessaria ma non sufficiente per la collaborazione nella R&S oltre a ciò i singoli partecipanti devono essere in grado di contribuire in maniera differenziale al processo, affinché non sia possibile sostituire il loro ruolo attraverso l’interna lizzazione di tali attività: ogni attore deve cioè possedere un insieme di risorse complementare e non replicabile rispetto a quello degli altri partner tipi di conoscenze: conoscenza tacita conoscenza non insegnabile conoscenza non codificabile osservabile nell’uso complessa elemento di sistema - - - conoscenza esplicita conoscenza insegnabile conoscenza codificabile non osservabile nell’uso semplice oggetto indipendente considerata la non economicità del cambia mento funzionale, quanto più le conoscenze complementari risultano specifiche tanto più efficiente sarà la collaborazione tra imprese per lo sviluppo di innovazione quanto più le conoscenze complementari necessarie per lo sviluppo di innovazione sono di natura tacita, tanto più efficace risulta una collaborazione tra le parti Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 41 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Tipologie di competenze e opzioni strategiche di sviluppo bassa collaborazione codificabilità della conoscenza alta replicazione / acquisizione bassa alta specificità della conoscenza posso prendermi le conoscenze che stanno nell’utilizzatore sviluppandole internamente perché sono generali oppure comprandole perché sono codificabili Per quanto riguarda le caratteristiche ambientali diventano particolarmente importanti la presenza di asimmetrie informative e di barriere alla mobilità tra settori collegati, per giustificare la diversa capacità di sfruttamento delle rendite dell’innovazione TEORIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE Tutte le relazioni economiche possono essere gestite attraverso due forme opposte di relazione: 1) mercato 2) gerarchia mercato: scambi tra entità economiche distinte gerarchia: le imprese svolgono delle attività economiche non governate dal mercato ma dall’organizzazione insita nell’azienda (a livello micro) mercato continuum gerarchia La teoria dei costi di transazione si preoccupa di metterci a disposizione un modello teorico che cerca di spiegare perché a fronte di una concreta situazione si manifesta una certa configurazione mercato/gerarchia Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 42 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) costi totali = costi di produzione + costi di transazione CP CT obiettivo: min CT vincoli: costi di produzione dati (sia che faccia dentro o fuori) Secondo la teoria dei costi di transazione (Williamson, 1975) la funzione dei costi totali dell’impresa include 2 componenti fondamentali: i costi di produzione e i costi di transazione CP: derivano dalle attività di trasformazione degli input per la realizzazione dei prodotti o dei servizi offerti dall’impresa CT: tutti quei costi che l’impresa sostiene per organizzare ogni relazione finalizzata al trasferimento di beni e/o servizi necessari per la propria attività (costi di coordinamento fra le varie fasi) ex ante (associati alla definizione della transazione) costi di transazione ex post (associati al controllo della transazione) Un modello di analisi della teoria dei costi di transazione fattori di influenza costi di transazione struttura di governo della transazione caratteristiche della transazione: - specificità degli investimenti - incertezza - asimmetria informativa - frequenza fattori umani: gerarchia ex ante: costi di negoziazione e definizione del rapporto collaborazione nella R&S ex post: costi di controllo e costi di enforcement - opportunismo - razionalità limitata Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL mercato 43 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) I fattori che influenzano la decisione tra le possibili alternative per l’organizzazione della transazione sono legati alle caratteristiche dei soggetti coinvolti e alle caratteristiche della transazione Per quanto riguarda le caratteristiche dei soggetti coinvolti si distinguono aspetti di razionalità limitata e comportamenti opportunistici: - razionalità limitata: ogni soggetto economico prende decisioni in situazioni caratterizzate da informazioni insufficienti o incomplete, inoltre è necessario riconoscere i limiti cognitivi dei decisori - comportamenti opportunistici: propensione dei singoli individui ad agire per massimizzare la propria funzione obiettivo, indipendentemente dagli effetti che queste scelte possano avere sugli altri soggetti coinvolti Le caratteristiche della transazione rappresentano gli elementi sui quali concentrare la propria attenzione per la determinazione dei costi di transazione derivanti da diverse possibili opzioni di internalizzazione o di attivazione di collaborazioni: - specificità degli investimenti: può portare all’internalizzazione perché è difficile trovare sul mercato un terzo disposto a fare investimenti molto specifici a prezzi convenienti (se è disposto a farlo, vuole recuperare subito l’investimento e quindi alza molto il prezzo) - incertezza: quanto più è elevata l’incertezza dei risultati, della relazione e del contesto, tanto più aumentano i costi di transazione e quindi risulta più conveniente la gerarchia del mercato - asimmetria informativa: quanto più vi è asimmetria informativa tanto più aumentano i costi per regolare la transazione se si ricorre al mercato (i mercati funzionano bene se c’è simmetria informativa) - frequenza: frequenza di interazione fra le parte sia nell’ambito della stessa transazione, sia nell’ambito di transazioni diverse: nel primo caso all’aumentare delle occasioni di interazione si moltiplicano le occasioni di verifica del rispetto degli impegni concordati; nel secondo caso all’aumentare della frequenza delle transazioni tra le parti aumenta il danno economico derivante da comportamenti opportunistici rapporti spot → mercato alta frequenza → incentivo a internalizzare dal punto di vista delle asimmetrie informative tra i partner coinvolti, il problema si presenta particolarmente rilevante nel caso della R&S, generando come soluzione lo svolgimento di progetti secondo moduli separati autonomamente gestiti dai singoli partner queste soluzioni tuttavia generano elevati costi di coordinamento e non forniscono alle parti una visione globale del progetto e dei suoi stati di avanzamento, incrementando i costi di transazione quando i costi di transazione diventano elevati, la teoria individua nell’integrazione verticale (gerarchia) la struttura ottimale nella quale si realizzano le transazioni; quando tali costi risultano contenuti, il mercato rappresenta la soluzioni più conveniente per gli attori coinvolti Le caratteristiche fin qui evidenziate suggeriscono l’importanza della definizione dei costi di transazione associati all’attività di R&S per verificare se e in quali condizioni relazioni interimpresa differenti da semplici scambi sul mercato siano più efficienti rispetto allo sviluppo interno: distinguiamo i costi di transazione tra costi ex ante e costi ex post Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 44 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) COSTI EX-ANTE La definizione dell’attività di ricerca collaborativa comporta l’analisi e la discussione di diversi aspetti, la definizione dei quali può comportare ingenti costi di negoziazione, in particolare 4 sono le aree di possibili influenza sui costi di transazione ex ante legati alla collaborazione in R&S: 1) controllo della struttura di governo della collaborazione 2) distribuzione dei risultati della ricerca 3) obiettivi della collaborazione 4) protezione di tecnologie proprietarie 1) generalmente, in una relazione a due, ognuna delle parti desidera detenere il controllo della maggioranza. Nei consorzi multiimpresa, piccole e medie imprese tendono a temere posizioni di dominanza da parte di imprese più grandi o di coalizioni fra più partner 2) l’incertezza e l’asimmetria di informazioni tra le parti nel caso dell’attività R&S rende la determinazione delle regole circa la distribuzione dei risultati particolarmente ardua dal punto di vista negoziale, elevando notevolmente i costi di transazione 3) affinché la collaborazione abbia successo, gli obiettivi della stessa devono essere dichiaratamente specificati e condivisi dai partecipanti 4) la protezione del patrimonio tecnologico non coinvolto nell’attività di ricerca collaborativa è una preoccupazione che emerge con forza nell’atteggiamento delle imprese coinvolte in queste iniziative. Il rischi di negative spill over, vale a dire di perdita di informazioni e/o risorse sviluppate nel progetto, è particolarmente elevato considerata la natura stessa del bene oggetto della transazione COSTI EX-POST Le caratteristiche di incertezza dell’attività di ricerca rendono pressoché scontata la necessità di intervenire ulteriormente nel corso del progetto: Accade spesso che i partner lascino alcuni punti in sospeso e ne destinino la risoluzione a momenti successivi Al di là di queste manifestazioni differenziate nel tempo dei costi di transazione ex-ante, una volta intrapresa un’attività collaborativa i soggetti coinvolti si trovano a dover sostenere dei costi specifici relativamente a: 1) controllo del rispetto degli accordi prestabiliti 2) applicazione delle sanzioni appropriate in caso di rottura di tali accordi Relativamente all’attività di controllo ed eventuali applicazioni di sanzioni possono emergere almeno 3 tipi di problemi: - la presenza di asimmetrie informative rende difficile nel corso di svolgimento del progetto identificare se ed in quale misura i partner mantengano fede agli accordi presi - l’incertezza associata ai risultati di ricerca rende difficile valutare se il non conseguimento dei risultati dipenda dall’insorgere di difficoltà non previste e non sia piuttosto il frutto di uno scarso impegno del partner - i risultati della R&S possiedono le caratteristiche tipiche dei cosiddetti “beni pubblici”: gli accordi per la protezione del know-how derivante da progetti di R&S risultano quindi particolarmente difficili da far rispettare e, se violati, eventuali danni quasi impossibili da evitare Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 45 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) ACCORDI, COMPETENZE E ALTERNATIVE ORGANIZZATIVE 2 momenti importanti nel processo di pianificazione strategica dello sviluppo esterno: 1) l’analisi dell’ambiente esterno in chiave competitiva per ottenere una valutazione delle opportunità di collaborazione per lo sviluppo di innovazione 2) il monitoraggio delle alternative disponibili in una prospettiva transazionale nel primo caso bisogna far emergere la coerenza economica dello sviluppo in partnership nel secondo caso bisogna approfondire il problema del coordinamento istituzionale della collaborazione rimane quindi da affrontare il problema dell’identificazione della modalità organizzativa più adeguata in entrambi i casi si è assunto implicitamente che sia possibile implementare le soluzioni individuate indipendentemente dalle caratteristiche specifiche dei partner coinvolti è possibile arricchire ulteriormente l’analisi strategica delle collaborazioni per l’innovazione e ovviare a questo problema spostando l’attenzione sulla base di risorse possedute dai partner interessati obiettivo: confrontare un insieme di possibili opzioni utilizzabili per il governo della relazione rispetto alla base di risorse interne possedute, per scegliere la soluzione più adatta alla situazione specifica MODELLO DI PORTAFOGLIO DI ROBERTS E BERRY modello utile per valutare le modalità migliori per attivare processi di diversificazione esso si articola in 3 fasi: 1) identificare diverse possibili forme di collaborazione 2) valutarne limiti e potenzialità in funzione del grado di novità lungo la dimensione tecnologica e lungo la dimensione commerciale 3) individuare la soluzione potenzialmente migliore Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 46 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 1) identificare diverse possibili forme di collaborazione trascurando gli estremi (sviluppo interno e licensing in) è possibile individuare 7 diverse alternative organizzative: - acquisizioni - joint ventures/consorzi - alleanze strategiche - acquisizioni educative - internal ventures - corporate ventures capital - venture capital queste alternative differiscono per: - tipologia di apporto richiesto ai partner - grado di coinvolgimento gestionale e finanziario - collocazione rispetto all’attività ordinaria dell’impresa in ogni caso la loro valutazione è legata rispetto alla coerenza rispetto alla base di competenze interne dell’impresa ACQUISIZIONI = decisione di entrare con una quota maggioritaria nel capitale di controllo di un’altra impresa, se non addirittura di acquisirne l’intero controllo (vicina all’acquisizione di licenza) modo più rapido per entrare in mercati non familiari o arricchire rapidamente lo stock di conoscenze tecnologiche disponibili problemi: - difficoltà nel valutare l’operazione con parametri oggettivi in quanto molte volte il target dell’acquisizione è rappresentato da beni e risorse intangibili - integrazione delle due strutture o comunque il loro coordinamento per ovviare a questi problemi, normalmente si considera un periodo di transizione preacquisizione durante il quale si stringono legami di tipo informale come alleanze strategiche o forme di compartecipazione azionaria JOINT VENTURES = coinvolgimento congiunto di due o tre partner nel controllo giuridico e formale dell’iniziativa di collaborazione, attraverso la creazione di una società terza, distinta dai partner, nella quale gli stessi detengono una quota di capitale Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 47 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) si parla di consorzi quando viene coinvolto un numero maggiore di partner l’obiettivo di questo nuovo soggetto giuridico è l’oggetto stesso della collaborazione: - realizzare un progetto - industrializzare un particolare prodotto - commercializzare un’innovazione in un’area geografica - … questa forma enfatizza: 1) la finalizzazione della struttura individuata 2) la separazione rispetto alle normali attività svolte dai partner per questo motivo: - l’obiettivo individuato deve essere concreto e a termine - c’è bisogno di apporto di risorse da parte dei partner affinché l’iniziativa abbia successo è necessario che: 1) i partner assegnino alla nuova struttura risorse qualificate e motivate 2) l’obiettivo concordato deve essere chiaro e condiviso 3) l’orizzonte temporale individuato deve essere coerente con i piani di sviluppo dei singoli partner - questa alternativa organizzativa è particolarmente indicata quando vede coinvolte 2 entità (“new style Joint Venture”): una di piccole dimensioni con risorse tecnologiche innovative una di più grandi dimensioni con una forte posizione sul mercato e le competenze e risorse necessarie per impostare un piano commerciale per il lancio della nuova tecnologia ALLEANZA STRATEGICA = i partner interessati si accordano per lo svolgimento di un determinato progetto senza dare luogo ad alcun soggetto giuridico e neppure in molti casi ad uno specifico contratto di collaborazione questo tipo di collaborazione rimane a un livello di protocollo di intesa e normalmente viene considerato come una soluzione di carattere transitorio tuttavia l’assenza di un vincolo contrattuale forte non rappresenta di per sé un limite allo sviluppo congiunto di un progetto se la motivazione dei manager è supportata da iniziative organizzative specifiche, che sopperiscano all’assenza di vincoli azionari Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 48 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) ACQUISIZIONI EDUCATIVE = insieme di operazioni che si sono sviluppate negli ultimi anni come modalità di accesso privilegiato da parte di imprese di medie o grandi dimensioni al patrimonio di idee e tecnologie di imprese di piccola dimensione o di recente costituzione l’obiettivo è: - la costruzione di un legame forte attraverso l’acquisizione di una quota di minoranza - il mantenimento della separazione delle attività dell’azienda partecipata rispetto alla partecipante (uso di meccanismi di coordinamento dedicati) la ricerca di piccole realtà dinamiche e innovative è motivata - dalle difficoltà incontrate da realtà di più grandi dimensioni, costrette ad agire in una logica di consolidamento del business e di gestione di volumi elevati attraverso procedure necessariamente più rigide e burocratiche, che agiscono da freno all’introduzione di idee radicalmente nuove. - dal caso in cui si verifichi un cambiamento significativo nello scenario di riferimento in termini di competenze critiche naturalmente bisogna considerare con attenzione le differenze organizzative tra le realtà coinvolte che rappresentano la fonte principale di insuccesso dell’operazione INTERNAL VENTURE = consiste nell’apertura di una nuova divisione o una nuova unità organizzativa finalizzata allo sviluppo tecnico e commerciale dell’idea innovativa che viene così separata organizzativamente dal resto delle attività dell’impresa pur restando al suo interno (forma alternativa di sviluppo interno) obiettivo: recuperare l’imprenditorialità interna, ossia - la capacità di generare nuove idee, in grado di aprire nuove opportunità di business - la capacità di portare avanti nuove idee, tramutandole in azioni gestionali concrete dalle quali scaturiscano progetti operativi necessità di coordinamento e integrazione con le altre parti dell’organizzazione • l’Internal Venturing affronta il problema della generazione di una nuova impresa promuovendo progetti e idee interne • il Corporate Venture Capital e il Venture Capital sono alternative che vengono a supporto di queste iniziative, preoccupandosi delle fasi di selezione e supporto finanziario e manageriale delle iniziative ritenute percorribili Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 49 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) CORPORATE VENTURE CAPITAL = consiste nella definizione di un’unità interna specializzata nella valutazione e selezione di nuovi progetti e dotata di un fondo destinato al finanziamento delle stesse l’unità può essere limitata ad operazioni interne o può anche intervenire nel capitale di nuove imprese esterne alla propria organizzazione obiettivo: favorire il collegamento delle nuove iniziative con quelle aree dell’impresa che possano utilmente essere coinvolte in una logica di consulenza e di fornitura di risorse complementari VENTURE CAPITAL = corporate venture capital spostata verso una logica più finanziaria, nella quale ci si limiti ad una allocazione di fondi insieme ad altri partner ai quali demandare l’investimento di natura manageriale esse rappresentano modalità alternative di gestione di operazioni di finanza straordinaria, in grado di contribuire al processo innovativo in modo molto indiretto attraverso l’accesso ad una comunità finanziaria tipicamente attenta a nuove iniziative in settori emergenti 2) valutarne limiti e potenzialità in funzione del grado di novità lungo la dimensione tecnologica e lungo la dimensione commerciale la scelta tra alternative può essere guidata dall’impiego di una matrice di portafoglio sviluppata secondo 2 dimensioni: - tecnologia - mercato quanto più ci si allontana da ambiti noti e già affrontati, tanto più è opportuno scegliere operazioni nelle quali si rinuncia a una parte del controllo legale della collaborazione, riconoscendo il valore differenziale apportato dal partner come un elemento fondamentale, da preservare organizzativamente puntando sulla separazione della collaborazione dall’attività ordinaria dell’impresa Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 50 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Tecnologie o servizi incorporati nel prodotto Base Nuovo non familiare Mercati di riferimento Nuovo familiare Base • Joint Ventures Sviluppo interno del mercato o Acquisizioni (Joint Ventures) Sviluppo interno di base (o Acquisizioni) Nuovo familiare Nuovo non familiare Venture Capital o Corporate Venture Capital o Acquisizione educativa Venture Capital o Corporate Venture Capital o Acquisizione educativa Internal Venturing o Acquisizioni o Licensing Venture Capital o Corporate Venture Capital o Acquisizione educativa Sviluppo interno del prodotto o Acquisizioni o Licensing New Style Joint Ventures acquisizioni educative o il Corporate Venture Capital progetti innovativi su aree tecnologiche distanti dalle competenze interne e rivolte a mercati nuovi • Joint Venture la dimensione di novità è prevalente su: aspetti commerciali sugli aspetti tecnici • Internal Venturing in situazioni intermedie quando: - le competenze interne sono sufficienti per valutare l’opportunità di appoggiare o meno l’iniziativa - le competenze sviluppate lungo la dimensione commerciale possono essere utilizzate come base di partenza per fornire il necessario supporto manageriale alla nuova iniziativa • acquisizioni di impresa e acquisizioni di licenza nel caso di maggiore vicinanza sia sulla dimensione tecnica sia su quella commerciale dell’innovazione esaminata rispetto alla base di risorse interne (importanza del controllo interno) Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 51 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) L’analisi della matrice può essere sviluppata in - chiave statica - chiave dinamica • in chiave statica individua l’alternativa preferibile in un dato istante di tempo • in chiave dinamica suggerisce delle possibili traiettorie di sviluppo delle attività di collaborazione il problema è l’impostazione di una politica strutturata di gestione degli accordi nell’area di ricerca e sviluppo, improntata ad una logica evolutiva la dimensione contrattuale risulta quindi limitata nel cogliere il complesso delle problematiche di ordine strategico relativamente alla strutturazione delle relazioni di collaborazione per lo sviluppo di innovazione - Doz suggerisce di definire con precisione l’approccio strategico relativamente all’utilizzo ripetuto di collaborazioni per lo sviluppo di innovazione attraverso due dimensioni: l’obiettivo in termini di competenze l’articolazione dei legami esterni - la prima dimensione serve a distinguere i casi in cu i si punti maggiormente su: competenze interne per fare leva sulla collaborazione l’acquisizione di competenze attraverso la collaborazione - la seconda dimensione serve a distinguere tra: orientamento alla singola relazione orientamento ad un network di relazioni • • passaggio da una logica gestionale diadica (la singola collaborazione) ad una relazionale (l’insieme delle collaborazioni) Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 52 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE PER LO SVILUPPO D’INNOVAZIONE L’innovazione non è compito specifico o prerogativa solo di alcune persone o parti delle organizzazioni, bensì la coinvolge interamente e addirittura supera i confini stessi dell’organizzazione Per l’impresa la sfida si gioca contemporaneamente su due fronti: 1) deve quotidianamente operare (acquisire, produrre, vendere, ecc.) secondo condizioni di efficienza all’interno di combinazioni produttive già definite (contesto relativamente stabile e noto) 2) deve contemporaneamente lavorare per prefigurare nuove combinazioni produttive, così da rinnovare le condizioni di efficacia dell’azione organizzativa, in termini di adeguatezza della propria offerta rispetto alle richieste dei mercati di riferimento (contesto incerto e ambiguo) ogni impresa deve quindi dotarsi di due organizzazioni (Galbraith 1983): 1) organizzazione operativa: preposta e ottimizzata per la realizzazione in modo efficiente delle combinazioni produttive presenti 2) organizzazione innovativa: impegnata a sviluppare e realizzare il cambiamento delle combinazioni produttive presenti e a configurarne di nuove ORGANIZZAZIONE DUALE E ATTIVITA’ PER LO SVILUPPO D’INNOVAZIONE La difficoltà fondamentale dell’approccio duale è che non è possibile duplicare e specializzare le risorse, siano esse umane o tecniche, così da creare due organizzazioni effettivamente distinte: l’organizzazione è una, ma deve operare contemporaneamente su più fronti diversi l’affermazione che l’innovazione investe ed è impegno di tutti i membri dell’organizzazione porta a considerare l’intero sistema organizzativo come attore dei processi di innovazione tecnologica, il problema è che al medesimo tempo essi sono impegnati a mandare avanti, in modo efficiente, le attività presenti come già osservato all’interno delle organizzazioni d’impresa vi sono laboratori e unità di ricerca dedicate all’innovazione tecnologica nelle quali valgono regole organizzative diverse da quelle del resto dell’impresa poiché è diverso il mix tra attività operative e attività innovativa per questo motivo le attività di R&S necessitano di strutture organizzative ad hoc definibili solo a fronte di un’analisi multidimensionale: - dimensione orizzontale - dimensione verticale - grado di formalizzazione - grado di accentramento decisionale - … Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 53 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE DELLA R&S la R&S presenta elementi di specificità rispetto ad altri ambiti della gestione aziendale: 1) varietà di attività svolte - ricerca di base - ricerca applicata - sviluppo tecnologico 2) criticità delle informazioni e dei processi di comunicazione 3) attività labour intensive in cui il lavoro presenta valori, obiettivi, … differenziati rispetto alle altre componenti dell’organismo personale e le scelte operative hanno un diretto impatto sulle persone 4) sviluppo attorno a progetti o programmi di ricerca la R&S si trova a dover affrontare 2 contrastanti esigenze: a) le diverse discipline scientifiche, competenze tecnolo giche, ecc. devono essere indirizzate e coordinate b) i progetti d’innovazione devono poter contare su un patrimonio informazioni, conoscenze, metodologie, … “stato dell’arte” nelle varie discipline rilevanti per il loro successo tecnico e economico questo dualismo è pervasivo nella R&S: - da un lato vi è la necessità di rinnovare o rafforzare le basi di conoscenza - dall’altro lato bisogna dar peso anche alle attività di assistenza tecnica le diverse strutture organizzative che troviamo nella R&S derivano dalle scelte fatte per gestire queste due esigenze contrastanti la struttura organizzativa è lo schema di ruoli, relazioni e procedure che consentono l’azione coordinata dei membri dell’organizzazione essa permette ai membri di un’organizzazione di: - svolgere un ampio spettro di attività secondo criteri di divisione del lavoro - coordinare le loro attività attraverso meccanismi di integrazione Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 54 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) STRUTTURA FUNZIONALE la struttura funzionale prevede di riunire all’interno di una medesima struttura organizzativa i ricercatori, i tecnici, gli specialisti di una medesima disciplina (omogeneità delle tecniche) vantaggi della struttura funzionale: - evidenzia competenze tecnico-scientifiche - favorisce comunicazioni intra disciplinari - favorisce avanzamenti a livello di singola area disciplinare - favorisce raggiungimento di una massa critica in un’area disciplinare - orientamento a medio-lungo termine - elevato livello di motivazione dei ricercatori limiti della struttura funzionale: - asimmetria nella percezione di criticità di un programma di ricerca - difficoltà di integrazione con le altre discipline o gruppi di lavoro in quanto l’unità funzionale porta a sviluppare comportamenti tipici di sistemi chiusi - difficoltà a rispondere rapidamente a esigenze di cambiamento una variante della struttura funzionale è l’articolazione per fasi STRUTTURA PER PRODOTTI la struttura per prodotti è un modello organizzativo centrato sui prodotti, capace di finalizzare le competenze e le risorse scientifiche e tecnologiche alle esigenze specifiche delle singole linee di prodotto fattori di scelta in struttura per prodotto piuttosto che in struttura funzionale: - il grado di diversità dei prodotti su cui innovare - non ci sono vantaggi di costo nel condividere risorse tecniche - un basso livello tecnologico e una bassa frammentazione delle conoscenze scientifiche specialistiche STRUTTURA PER PROGETTI la struttura per progetti assume la specializzazione su uno specifico progetto come criterio di divisione del lavoro e raggruppamento in unità organizzative essa si caratterizza per: - gruppi di lavoro sotto la direzione di un responsabile unico - focalizzazione sugli obiettivi di progetto - autosufficienza in termini di competenze tecnico-scientifiche Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 55 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) condizioni per applicare la struttura per progetti: - progetti a carattere interdisciplinare - forte integrazione fra le diverse discipline - vincoli temporali stringenti - unico committente di riferimento - successo del progetto critico per l’impresa - fasi del ciclo di innovazione vicine al mercato l’output dell’attività di R&S è in questo caso il singolo progetto di innovazione ORGANIZZAZIONE A MATRICE la struttura a matrice permette di: - mantenere e sviluppare gruppi di risorse altamente professionalizzate - risorse aggiornate rispetto allo stato dell’arte degli avanzamenti nelle rispettive discipline - mobilitare e focalizzare le risorse specializzate per la realizzazione di progetti di innovazione • matrice debole prevede la creazione di una posizione di responsabilità formale sul progetto separata dai dipartimenti funzionali, solitamente posta in staff alla direzione di R&S a cui riporta la scelta precisa della matrice debole è quella di privilegiare la dimensione “discipline specialistiche” a scapito dei progetti • matrice bilanciata in questa struttura la dimensione progettuale e quella tecnica si trovano in una posizione di sostanziale equilibrio di potere • matrice per progetto l’equilibrio fra le due dimensioni è decisamente spostato verso il responsabile di progetto in definitiva le diverse forme matriciali sfumano l’una nell’altra in relazione all’equilibrio di potere fra le due dimensioni svantaggi della struttura a matrice: - difficoltà di attribuzione di responsabilità tra direttore funzionale e di prodotto - conflitto di autorità - ambiguità di ruoli Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 56 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) UN MODELLO DI ANALISI E PROGETTAZIONE DELLE STRUTTURE DI R&S variabili che influenzano l’efficacia delle diverse strutture organizzative: - dinamicità della tecnologia si pone diversamente il problema di conoscenze vic ino alla frontiera tecnologica - caratteristiche dei progetti - interdipendenza fra sottosistemi di progetto (e/o prodotto) - efficienza nell’utilizzo delle risorse Allen sviluppa un modello di analisi delle strutture di R&S che muove dalla considerazione di due sole variabili principali: - velocità di evoluzione della conoscenza - durata del progetto nel modello (pag. 23) queste due variabili sono rappresentate da: - ?K/?T dinamica della tecnologia - Ta durata dell’assegnazione l’oggetto di analisi del modello sono le caratteristiche dell’attività prestata al progetto dal singolo ricercatore: - ricercatori che partecipano a progetti di breve durata e con tecnologie stabili dovrebbero essere inseriti in strutture di progetto forti - è più opportuno invece mantenere i ricercatori nelle rispettive strutture dipartimentali a fronte di incarichi su progetti di breve durata e che riguardano discipline più dinamiche COMUNICAZIONI E DISTANZA bisogna definire dove localizzare le diverse unità che compongono una qualsiasi delle alternative di struttura organizzativa presentate naturalmente all’aumentare della distanza fisica diminuisce la probabilità di comunicazione interpersonale, quindi bisogna progettare il layout in funzione delle caratteristiche dei flussi di comunicazione desiderati recenti ricerche indicano che una buona quota delle imprese multinazionali svolge la propria attività di R&S in paesi diversi da quello di origine Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 57 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA R&S 3 principali motivazioni che possono indurre le imprese a realizzare investimenti diretti all’estero nell’area della R&S: 1) motivazione legata alla caratteristica della domanda e dei mercati di sbocco dell’impresa esigenza dell’impresa di adattare la propria offerta alle specificità locali 2) motivazione legata all’offerta dei fattori di produzione impiegati nelle attività di R&S l’obiettivo è di essere presenti in aree caratterizzate da un’elevata concentrazione di risorse e competenze scientifiche e tecnologiche avanzate, così da avere accesso a ricercatori e istituzioni eccellenti 3) motivazione legata alla natura oligopolistica o imperfetta della concorrenza nei settori spesso le decisioni di localizzazione all’estero hanno carattere imitativo, ovvero sono effettuate come risposta a investimenti diretti in un particolare paese da parte di un concorrente TIPOLOGIA DI UNITA’ DI R&S Ronstadt distingue 4 tipi di unità di R&S: 1) Technology Transfer Units (TTU) si caratterizza per la funzione di supporto alla filiale locale nel trasferimento delle tecnologie di processo o di prodotto dalla sede centrale alla filiale stessa impegnate prevalentemente in attività di sviluppo 2) Indigenous Technology Units (ITU) si caratterizza per l’impegno nello sviluppo di prodotti e processi nuovi o migliorati specificatamente per il mercato locale di riferimento impegnate prevalentemente nella ricerca applicata 3) Global Technology Units (GTU) ha la missione di sviluppare prodotti e processi per tutti i mercati principali in cui l’impresa è presente impegnate prevalentemente nella ricerca applicata 4) Corporate Technolgy Units (CTU) sono impegnati in programmi di ricerca con un orizzontale temporale lungo (ricerca di base o esplorativa) impegnate prevalentemente in attività di ricerca di base l’articolazione di R&S è vista prevalentemente in funzione di: a) specializzazione delle diverse unità lungo il ciclo dell’innovazione b) scelte di accentramento/decentramento delle responsabilità decisionali rispetto alle politiche degli investimenti di tecnologia Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 58 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) le fasi iniziali del processo innovativo, la ricerca di base e in parte la ricerca applicata richiedono un grado di controllo sulle conoscenze e presentano una rischiosità tale da consigliare una gestione accentrata attraverso un’unità di ricerca corporate proseguendo lungo il ciclo dell’innovazione verso le attività di sviluppo e ingegnerizzazione si assiste a una crescente articolazione delle unità di sviluppo, decentrate presso le filiali nazionali e/o le divisioni di prodotto il risultato è una struttura quasi gerarchica delle unità di R&S dove il core del patrimonio tecnologico è conservato e sviluppato presso le unità di ricerca centrale, attorno alla quale si sviluppa un’articolazione di unità satellite nei paesi in cui è maggiore la presenza industriale dell’impresa, impegnate in attività di sviluppo e adattamento dei prodotti LINEE DI PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DELLE RETI DI UNITA’ DI R&S la gestione di un sistema articolato e geograficamente disperso di unità di R&S comporta diversi problemi: 1) economie di scala e di scopo 2) problema di controllo strategico e operativo 3) criticità della comunicazione personale diretta nelle attività di ricerca bisogna quindi realizzare dei meccanismi che diffondano, validino e integrino a livello di tutta la rete di un’unità di R&S gli stimoli e le conoscenze prodotte localmente è opportuno classificare questi meccanismi in 3 categorie (De Meyer, 1992) a) interventi per creare e sostenere la credibilità delle unità della rete b) processo di budgeting e di pianificazione e controllo della ricerca come veicolo di comunicazione inter unità e interpersonale, e dunque di apprendimento organizzativo c) interventi che favoriscono direttamente il rafforzarsi e la funzionalità della rete di comunicazione interpersonale d) contenere il fabbisogno di informazioni attraverso la specializzazione delle unità l’analisi di casi esemplari in una logica di best practice evidenzia però alcune aree e modalità di intervento caratterizzanti: 1) mobilità del personale di ricerca visite e soggiorni prolungati all’estero presso le varie unità devono essere frequenti e incentivati 2) documentazione delle ricerche condotte e dei risultati conseguiti 3) opportunità di recupero di efficienza e di efficacia offerta dall’ICT che è un importante facilitatore del processo di decentralizzazione e internazionalizzazione della R&S 4) grande attenzione e investimenti sono posti nella selezione di gatekeeper naturali e nella creazione di ruoli di gatekeeping istituzionali per favorire il collegamento con le altre unità della rete interna Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 59 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) STAFFING E RISORSE UMANE L’attività di ricerca e sviluppo di innovazioni ha alcuni caratteri peculiari: - incertezza dei risultati - incertezza dei tempi di realizzazione - difficoltà di misurare le prestazioni - difficoltà di portare a termine progetti → è necessario analizzare anche problemi legati alla gestione delle risorse umane impegnate in attività di ricerca e sviluppo considerando la natura specifica di quest’attività in particolare sono state individuate tre componenti principali da cui dipendono gli esiti dell’attività di ricerca: le persone, i meccanismi organizzativi, l’organizzazione informale fattori critici nella gestione dell’innovazione Persone - abilità ed expertise - abilità di problem solving - abilità di creazione e guida di gruppi di ricerca Meccanismi organizzativi - meccanismi di collegamento - progetti di venture - incentivi - progettazione e rotazione delle mansioni - formazione Organizzazione informale - valori di fondo - norme - reti di comunicazione - ruoli critici - soluzione di conflitti - processi di problem solving 1) Persone saper innovare spesso significa riunire e combinare competenze diverse la ricerca non coincide con la somma di competenze tecniche, ma richiede capacità diversificate: - abilità di problem solving - abilità di comunicazione - abilità di immaginazione - abilità di persuasione - abilità di leadership Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 60 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) data la specializzazione e l’articolazione delle competenze è importante non solo sostenere lo sviluppo di abilità individuali, ma anche stimolare lo scambio di conoscenze e l’organizzazione di gruppi di ricerca il perseguimento di questo obiettivi può essere guidato attraverso la definizione e l’affermazione di meccanismi organizzativi formali e informali 2) Meccanismi organizzativi formali l’organizzazione formale fornisce una serie di strutture, di modelli, di procedure che guidano il comportamento degli individui e lo sviluppo di attività di ricerca • le imprese hanno sviluppato nel tempo un serie di meccanismi formali per il collegamento delle attività di ricerca, come ad esempio - regole per la costituzione / composizione di gruppi di ricerca - formalizzazione dei ruoli di responsabilità di progetto - strumenti di programmazione dei tempi - definizione di incontri periodici • molte imprese hanno anche messo a punto dei sistemi formali per stimolare la nascita di nuovi progetti di ricerca (cap. 3) • un altro meccanismo formale estremamente potente per indirizzare il comportamento individuale e organizzativo e stimolare la ricerca è il sistema degli incentivi; il comportamento delle persone è sensibile al modo in cui questo viene ricompensato: incentivi che riconoscono solo prestazioni a breve termine penalizzano l’innovazione • l’organizzazione del lavoro, la rotazione delle mansioni, i percorsi di carriera sono strumenti che tradizionalmente vengono impiegati nella gestione delle risorse umane: è importante disegnare dei ruoli che prevedano qualche grado di autonomia, varietà e potenzialità di sviluppo, per coinvolgere le persone ed evitare fenomeni di obsolescenza della conoscenza • i programmi di formazione inoltre costituiscono spesso un’occasione unica per conoscere e familiarizzare con persone che lavorano in altre unità organizzative della stessa impresa: occasione per stabilire dei contatti informali che possono mantenersi anche in seguito, dando vita ad una rete informale di relazioni, che favoriscono l’apprendimento e la diffusione delle esperienze e della conoscenza 3) Organizzazione informale competenze e meccanismi organizzativi formali da soli non sono spesso sufficienti a promuovere l’innovazione e sviluppare la ricerca • la condivisione dei valori di fondo generali sull’importanza che viene riconosciuta alla ricerca e il consolidarsi di norme che traducono i valori in comportamenti accettati, tollerati, Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 61 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) sanzionati, rafforzano il senso di appartenenza dei membri dell’organizzazio ne e sono determinanti per dare continuità e sostegno all’attività di ricerca • le norme hanno invece un contenuto circostanziato e riguardano ad esempio il tipo di linguaggio da usare, le abitudini sull’abbigliamento idoneo, ecc. • la comunicazione e la rete di relazioni informali all’interno di un’organizzazione favoriscono la diffusione della conoscenza tra le persone e le unità di ricerca, particolarmente importante in una impresa innovativa • la ricerca implica attività di problem solving, che richiedono la mobilitazione di risorse e competenze di diverse aree aziendali: per assicurare la circolazione e l’integrazione di competenze eterogenee, molte organizzazioni hanno introdotto ruoli informali, come ad esempio il gatekeeper, che costituiscono un ponte tra le fonti di informazioni esterne e il gruppo di ricerca, oppure il sostenitore di nuovi progetti (championing) • le innovazioni, per il contenuto di cambiamento di cui sono portatrici, sono spesso origine di conflitti: i progetti ha nno bisogno di supporto per decollare e non fallire alla prima difficoltà l’attività di ricerca può essere considerata non tanto come l’esecuzione di compiti più o meno pianificati, ma come un processo di integrazione e ricombinazione di risorse e competenze, il larga parte già sviluppate, anche se in contesti e forme diverse DUAL LADDER E SISTEMI DI CARRIERA DIFFERENZIATA L’avanzamento di carriera, con l’assegnazione di incarichi e ruoli di responsabilità, status, potere e salario crescenti, è uno degli strumenti organizzativi più incisivi per motivare nel tempo gli individui tradizionalmente l’avanzamento di carriera è stato legato all’assunzione di crescenti responsabilità manageriali, con la conseguenza di relegare i ricercatori ad una condizione di subalternità e di alimentare un forte senso di frustrazione → a partire degli anni Sessanta alcune grandi imprese hanno formalizzato una gerarchia di ruoli tecnico-professionali per specialisti, ricercatori ed ingegneri e hanno introdotto un sistema che prevede due percorsi di carriera paralleli (dual ladder system): - il percorso di carriera manageriale tradizionale un meccanismo di avanzamento su base tecnico professionale in modo da offrire per posizioni equivalenti di nelle due scale, identici livelli di remunerazione e di status questo sistema dei due percorsi di carriera paralleli risponde allo scopo di offrire ai ricercatori una prospettiva di carriera che premi le competenze specifiche della loro attività, e che motivi gli individui ad elevare la loro produttività nell’ambito della ricerca e sviluppo delle innovazioni Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 62 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) L’adozione di questo sistema, mise ben presto in luce i suoi limiti, riconducibili a 3 principali problemi: 1) è idea diffusa che le posizioni manageriali conservino comunque un prestigio superiore alle medesime posizioni tecniche (in molti casi questa percezione di disparità di status è rafforzata da effettive differenze salariali o elementi simbolici) 2) per quanto riguarda la natura degli incentivi associati alle promozioni nei due sistemi di carriera: mentre il potere associato ad un avanzamento nella carriera manageriale si manifesta tipicamente nel numero di persone di cui si è responsabili, nella carriera tecnica spesso questo si traduce in una maggior autonomia e libertà d’azione, che anzi può avere l’effetto di isolare il singolo ricercatore 3) per quanto riguarda la logica prevalente che guida le decisioni di avanzamento di carriera lungo i due sentieri: mentre nella carriera tecnica la promozione tendenzialmente risponde all’obiettivo di riconoscere meriti e risultati raggiunti, l’avanzamento nella carriera manageriale è un’occasione per far emergere un potenziale ancora inespresso la promozione lungo il percorso tecnico è stata vista come un modo per far avanzare ricercatori rimasti esclusi da una carriera manageriale → si è diffusa la sensazione che la carriera tecnica fosse un percorso secondario, rispetto a quella manageriale Tuttavia i problemi discussi possono essere almeno in parte affrontati accrescendo la visibilità e il riconoscimento della carriera tecnica e eliminando gli elementi di disparità con la carriera manageriale Problema della motivazione del personale tecnico: 1) obsolescenza tecnica del personale i ricercatori più anziani nel tempo restano intrappolati nel repertorio delle competenze accumulate, che quindi inibisce la loro attitudine ad innovare e a intraprendere nuove ricerche è possibile tuttavia interpretare diversamente il fenomeno: chi ritiene ineluttabile l’obsolescenza tecnica dei ricercatori senior tende ad affidare loro compiti e progetti meno impregnativi, creando così davvero i presupposti per un’effettiva obsolescenza tecnica → modificando la struttura gerarchica tendenzialmente piatta delle posizioni tecniche ed istituzionalizzando un percorso di carriera tecnica, completamente sganciato da assunzioni di responsabilità manageriali, si creano i presupposti per motivare anche i ricercatori senior ad aggiornare e accrescere le proprie competenze Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 63 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 2) analizzare le specificità dei tratti caratteristici degli individui che occupano posizioni tecniche è stato osservato che coloro che sono inseriti in un percorso di carriera tecnica comunicano meno con i colleghi e sono significativamente più isolati rispetto al personale che occupa posizioni manageriali - - inoltre è stata osservata una significativa correlazione tra livello di scolarità e valori di riferimento: il personale tecnico professionale con un livelli di istruzione superire tende ad assumere gli stessi valori della comunità accademica con cui è rimasto a lungo in contatto ed è particolarmente sensibile al riconoscimento da parte degli altri membri della comunità di ricerca questo fenomeno di identificazione con la comunità di ricerca prima che con la propria organizzazione è molto meno forte per individui con livelli di istruzione inferiori FUNZIONI CRITICHE E RUOLI CHIAVE NEI PROGETTI INNOVATIVI E’ possibile individuare una struttura ricorrente che si presenta in modo sistematico in ogni progetto Roberts e Fusfeld (1981) hanno identificato 6 fasi e 16 attività fondamentali che caratterizzano ogni progetto di innovazione tecnica Fasi di un progetto d’innovazione : 1) prima dell’inizio del progetto persone della divisione di R&S hanno intense discussioni e relazioni con responsabili di altre divisioni con l’obiettivo di stimolare la formulazione di possibili progetti e di individuare i principali ostacoli 2) si tende a convergere verso specifiche ipotesi di progetto, focalizzando l’attenzione su un bisogno potenziale di un nuovo prodotto 3) il progetto prende forma e vengono identificati gli aspetti tecnici e commerciali dell’innovazione problema: - fattibilità delle soluzioni proposte - capacità di soddisfare i bisogni percepiti dai potenziali clienti 4) esecuzio ne vera e propria del progetto che richiede uno sforzo di pianificazione e di gestione delle risorse 5) valutazione del progetto e dei risultati conseguiti, rispetto alle aspettative iniziali 6) trasferimento e applicazione dell’innovazione su larga scala Roberts e Fusfeld hanno anche individuato 5 funzioni critiche, corrispondenti ad altrettanti ruoli chiave, che devono essere svolte da uno o più individui durante il progetto Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 64 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Ruoli chiave : 1) Generatori di idee deve riuscire a ricombinare in modo innovativo idee, informazioni sui mercati, tecnologie, prodotti e processi con l’obiettivo di immaginare nuove soluzioni e nuovi prodotti 2) Imprenditori interni (Championing) si tratta di prendere un’idea propria o di altri ed elaborarla, immaginando sviluppi, applicazioni, potenzialità tali da giustificare l’approvazione di un progetto: è importante riuscire a stimare i rischi e le potenzialità del progetto, per creare delle aspettative condivise sui risultati attesi 3) Leader di progetto deve programmare le attività, fissare degli obiettivi intermedi e finali, coordinare l’uso delle risorse e dei componenti del gruppo (punto di riferimento per tutto il gruppo) 4) Gatekeeper è estremamente importante che i gruppi di ricerca non siano isolati, ma che stabiliscano e mantengano relazioni tra di loro, con le altre divisioni dell’impresa e con l’esterno: la mancanza di contatti con l’esterno è estremamente dannosa perché viene a mancare un punto di riferimento con cui i ricercatori possono autonomamente valutare il contenuto innovativo del progetto 5) Sponsor del gruppo di progetto un progetto ha bisogno di essere sostenuto e stimolato anche dall’esterno, ad esempio quando i risultati tardano ad arrivare e aumentano le pressioni sul gruppo di ricerca: in questi casi un sostegno anche informale da parte di dirigenti autorevoli può essere determinante per proteggere il progetto e non distogliere l’attenzione dei membri del gruppo dall’attività in cui sono impegnati Le cinque funzioni chiave individuate sono facilmente riscontrabili in ogni progetto di ricerca, tuttavia è meglio approfondirle con una serie di osservazioni che ci fanno capire meglio l’impatto dei ruoli sull’attività di tecnici e ricercatori: • non c’è una correlazione uno a uno tra individui e ruoli: spesso un ruolo è assolto da più di una persona e una stessa persona può ricoprire simultaneamente più ruoli • ciascun ruolo richiede abilità e competenze specifiche e differenti, conseguentemente è importante per un’organizzazione disporre di persone con competenze differenziate, capaci di ricoprire adeguatamente i diversi ruoli • la criticità delle cinque funzioni descritte dipende dallo stadio in cui si trova il progetto: poiché i ruoli non sono simultaneamente critici, avere un bilanciamento di tutte le competenze necessarie ad un progetto significa disporre di abilità che di fatto non vengono costantemente impiegate questo problema può essere superato facendo partecipare i ricercatori a più progetti simultaneamente, programmando e coordinando l’attività di ricerca in modo che i progetti si sviluppino in tempi diversi Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 65 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) • nell’arco della propria carriera un ricercatore ricopre periodicamente ruoli diversi; non esiste una relazione gerarchica tra le funzioni o tra i ruoli descritti • le funzioni critiche descritte rimandano a ruoli che sono informali, inoltre le attività richieste per assolvere queste funzioni tipicamente non possono essere specificate attraverso una descrizione dei compiti Spesso non è evidente che ricercatori, ingegneri e tecnici, siano consapevoli di chi e come adempie a queste funzioni: le persone molte volte sono talmente coinvolte ed immerse nella soluzione di specifici problemi legati al progetto che perdono di vista l’intero processo l’idea delle 5 funzioni critiche e dei ruoli ad esse associati può costituire uno strumento capace di stimolare i membri di un gruppo di ricerca a rappresentare se stessi e la propria attività da un punto di vista esterno, funzionale alla realizzazione dell’innovazione Un ulteriore ambito dei ruoli critici proposti riguarda la possibilità di misurare le prestazioni e quindi la ricompensa da assegnare a ciascuno: le funzioni critiche infatti definiscono delle aree omogenee di attività e per ciascuna di queste è possibile individuare delle unità di misura di risultato indici per misurare le prestazioni e le ricompense, distinti per ruolo chiave unità di misura della prestazione sistema di ricompensa adeguato generatore di idee numero o valore delle idee generate opportunità di pubblicazione e di riconoscimento da parte di altri colleghi imprenditore interno numero di idee elaborate; percentuale di progetti avviati visibilità, pubblicità, disponibilità di risorse per progetti futuri leader di progetto raggiungimenti obiettivi intermedi e finali responsabilità in progetti più impegnativi; premi di prestigio gatekeeper persone aiutate risorse a disposizione per viaggi, libertà di iniziativa sponsor personale sviluppato, grado di assistenza offerto maggiore autonomia; disponibilità di maggiori risorse Roberts e Fusfeld distinguono e contrappongono i ruoli critici, da cui dipende il contenuto innovativo di un progetto, e le attività di routine che invece non sono innovative secondo questo punto di vista il 70-80% del lavoro tecnico è attività di routine, che richiede delle competenze specifiche di problem solving, ma che non può essere considerata critica Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 66 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Profili individuali Ciascuno dei 5 ruoli chiave descritti richiede sia competenze specifiche sia attitudini e predisposizioni individuali particolari Roberts e Fusfeld hanno raccolto dati sul profilo individuale di migliaia di ingegneri e tecnici riscontrando una forte corrispondenza tra i tratti e le inclinazioni degli individui e il ruolo che questi assolvono nei progetti di innovazione a cui partecipano profilo individuale e attività organizzative ruolo caratteristiche personali attività organizzative generatori di idee esperienza in uno o due campi; abilità ad astrarre e concettualizzare; tendenza ad agire da soli; apprezzamento per il lavoro innovativo; generare nuove idee e valutarne la fattibilità; risoluzione di problemi; immaginare nuovi modi di guardare le cose; champion forte motivazione per le applicazioni; ampio spettro di interessi; scarsa passione per la conoscenza di base; determinazione; coinvolgere altri nel progetto; ottenere risorse; aggressività nella promozione di un’innovazione; stima dei rischi; leader di progetto attenzione per il decisionmaking e le informazioni; sensibilità verso i bisogni degli altri; capacità di mobilitare l’organizzazione per ottenere risultati; interesse per un vasto spettro di discipline; fornire leadership e motivazione; pianificare e coordinare il progetto; adempire all’attività amministrativa; bilanciare gli obiettivi del PRJ con i bisogni dell’organizzazione; gatekeeper elevato livello di competenza; facilità a comunicare e ad instaurare relazioni; gratificazione nell’offrire il proprio aiuto ad altri; informare su innovazioni esterne; comunicare all’esterno progressi e risultati del team; fornire informazioni ad altri dipartimenti dell’organizzazione; coordinamento informale; sponsor esperienza nello sviluppo di idee innovative; capacità di saper ascoltare e aiutare; conoscenza dell’organizzazione informale supportare i nuovi talenti; offrire assistenza e incoraggiamento; fornire un accesso all’alta direzione; legittimare e aiutare il team di progetto; Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 67 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) INTERNAL VENTURING E DIFFUSIONE DELL’IMPRENDITORIALITA’ COME VALORE ORGANIZZATIVO La capacità di innovare continuamente nel tempo costituisce una sfida per le grandi imprese affermate che non intendono solo consolidare il successo costruito su precedenti innovazioni Le imprese hanno sperimentato diverse formule organizzative per accrescere la propria capacità di innovare nel tempo, ad esempio: - partecipando e finanziando a vario titolo le innovazioni realizzate da altre imprese (venture capital) - stimolando al proprio interno la proposta di nuovi progetti, concepiti come vere e proprie iniziative imprenditoriali autonome (internal venturing) dal punto di vista delle risorse umane la seconda soluzione è particolarmente rilevante perché mira a valorizzare le competenze interne MODELLO Sulla base di un’analisi empirica, Burgelman (1983) ha proposto un modello che permette di cogliere alcuni processi fondamentali che intervengono nel corso di un’iniziativa imprenditoriale di ricerca: vengono messi in luce i ruoli dei diversi livelli manageriali, nonché le potenzialità e i limiti di un approccio alla ricerca basato su una formula di imprenditorialità diffusa Burgelman distingue 2 tipi di processo: 1) processi caratteristici a) definizione del progetto (specificazione degli aspetti tecnici ad economici) b) serie di iniziative di stimolo volte ad assicurare il sostegno dell’organizzazione allo sviluppo dell’innovazione 2) processi di contesto: riguardano la predisposizione delle condizioni strategiche e organizzative necessarie per incorporare il nuovo progetto nella strategia aziendale nella matrice di processi e livelli manageriali Burgelman distingue alcune attività fondamentali che caratterizzano lo sviluppo di progetti internal venturing le fasi e le attività indicate non sono necessariamente sequenziali e nel corso della definizione e dell’adesione ad un nuovo progetto può accedere di dover ripercorrere più volte gli stessi processi Lo spunto iniziale per una nuova idea imprenditoriale si accompagna allo sviluppo di un nuovo prodotto o di un processo; in questa fase di definizione dell’iniziativa il dipartimento di R&S e in particolare il ricercatore che guida l’iniziativa esercitano un ruolo determinante perché da loro dipende la capacità di suggerire soluzioni tecnologiche adatte al caso specifico in questa fase è prematuro considerare considerando se la nuova iniziativa sia coerente con la strategia corrente (continua dopo la matrice) Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 68 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) attività caratteristiche e di contesto di un’iniziativa imprenditoriale di ricerca processi caratteristici livelli manageriali corporate management management della divisione di progetto responsabile del progetto ideazione/ definizione stimolo/ sostegno processi di contesto contesto strategico contesto strutturale monitoraggio autorizzazione realizzazione strutturazione sostegno e assistenza definizione della strategia di sviluppo ibridazione di nuove iniziative negoziazione collegamento tra l’idea e le soluzioni tecnologiche disponibili pressione sulla crescita generazione di nuove idee individuazione di ostacoli che frenano la nuova strategia il manager responsabile del progetto spinge a far crescere rapidamente l’iniziativa, per aumentarne le probabilità di sopravvivenza questa pressione ha un duplice effetto: - focalizzare l’attenzione sugli aspetti positivi specifici dell’iniziativa - ignorare il più possibile le conseguenze negative esterne legate alla nascita del nuovo progetto in genere spetta al middle management responsabile delle nuove unità organizzative associate al progetto il compito di sostenere lo sviluppo del progetto iniziale (ad esempio immaginando altre aree di business in qualche modo collegate all’idea originaria: a tal fine può essere necessario aggregare in modo diverso risorse e unità organizzative impegnate in altri progetti) questo sforzo di ripensamento strategico delle applicazioni del progetto originario genera una nuova mappa delle aree di business, come risultato di un processo di ibridazione del nuovo con l’esistente a questo punto interviene in modo significativo l’alta direzione per: - dare riconoscimento istituzionale al progetto - creare le condizioni di contesto necessarie allo sviluppo dell’iniziativa e alla sua integrazione con la strategia e la struttura organizzativa dell’impresa Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 69 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) PROBLEMI POSTI DALL’INTERNAL VENTURING l’analisi empirica condotta da Burgelman sui progetti di ricerca sviluppati nella forma di internal venturing ha messo in evidenza alcuni importanti problemi 1) circolo vizioso nel processo di definizione coloro che hanno nuove idee si trovano nella condizione di dover convincere altri a sostenere il loro progetto e a destinare a questo delle risorse (le resistenze che le nuove idee incontrano sono in genere tanto più forti quanto più il progetto è innovativo per l’impresa) i promotori di un’innovazione per vincere le resistenze e persuadere il manage ment a sostenere l’iniziativa devono dimostrare la fattibilità e le potenzialità, tuttavia questo tipo di dimostrazione richiede una dotazione iniziale di risorse, che è esattamente ciò che i promotori non hanno + risorse sostegno al progetto + dimostrazione fattibilità + questo circolo vizioso è spesso rafforzato dalla mancanza di comunicazione nel processo di definizione tra i diversi livelli di management: - è spesso difficile per i manager operativi definire a priori, in modo chiaro e dettagliato, un progetto, specificando tempi di attuazione, costi e risultati attesi - i manager intermedi sono invece preoccupati di mantenere un sufficiente grado di integrazione tra i progetti di ricerca e preferiscono valutare attentamente estensioni di progetti esistenti e ben definiti, piuttosto che da zero idee radicalmente nuove - l’alta direzione ha una maggiore familiarità con situazioni decisionali altamente incerte e non ben definite, tuttavia difficilmente ha le competenze tecniche per giudicare adeguatamente la fattibilità di un’idea 2) obiettivi che devono essere perseguiti nello sviluppo di un nuovo progetto quando un’iniziativa imprenditoriale interna viene approvata e le vengono assegnare risorse, i responsabili del progetto si trovano ad affrontare un dilemma: - puntare sulla crescita e lo sfruttamento dell’idea - sviluppare le competenze funzionali della nuova unità organizzativa che sviluppa il progetto Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 70 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) uno degli elementi che caratterizzano il modello di ricerca secondo una logica imprenditoriale interna è la forte enfasi che viene data alla rapidità con cui un progetto è in grado di generare profitti il fatto che la competizione tra le diverse proposte avviene proprio su queste basi ha delle conseguenze non solo sul modo di definire un progetto, ma anche sulle scelte di sviluppo: enfasi con cui prematuramente si punta alla commercializzazione dell’innovazione a scapito del suo perfezionamento l’enfasi posta sulla necessità di crescere rapidamente e guadagnare ampie quote di mercato anche a scapito dell’integrazione dell’innovazione con le competenze e strategie attuali, pone dei problemi sul contesto strutturale: per sostenere la crescita si tende ad isolare le nuove unità organizzative responsabili del progetto, soprattutto se l’innovazione è estranea alle strategie complessive tuttavia quando le attività sviluppate nei progetti sono molto diverse da quelle tradizionali, l’impresa: - non è in grado di valorizzare le competenze sviluppate - è priva di un sistema di riferimento e di valutazione delle prestazioni adatto → questo isola ancora di più l’unità di progetto COME AFFRONTARE I PROBLEMI DELL’INTERNAL VENTURING l’analisi dei processi fornisce lo spunto per alcune raccomandazioni che possono ovviare in perte alle difficoltà considerate aree problematiche soluzioni e implicazioni manageriali circoli viziosi nella definizione dell’ idea/progetto favorire l’integrazione tra la prospettiva di ricerca e quella imprenditoriale; stimolare il management responsabile dell’unità organizzativa di progetto ad assumere un ruolo di “allenatore di una squadra” di progetto dilemma manageriale della crescita: sfruttamento vs accumulazione indurre il management di R&S ad elaborare strategie per l’innovazione; responsabilizzare i responsabili dei progetti sullo sviluppo delle competenze e delle risorse di R&S indeterminatezza del contesto strategico necessità di una strategia aziendale per lo sviluppo; esplicito riconoscimento delle strategie di internal venturing isolamento dal contesto strutturale progettazione organizzativa coerente con l’esistenza di unità e divisioni organizzative nate con le iniziative di internal venturing Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 71 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) LA GESTIONE DELL’INNOVAZIONE SECONDO LA TEORIA DELL’AGENZIA E’ opportuno riconsiderare alcuni aspetti in una cornice più formale, sviluppata nell’ambito della teoria economica dell’impresa Il modello dell’agenzia fornisce un modo per ripensare alla possibilità di ottenere dai ricercatori il comportamento desiderato, senza sostenere i costi di controllo della loro attività, semplicemente progettando un sistema di incentivi appropriato Il modo in cui la ricerca si svolge all’interno di un’organizzazione può essere interpretato come un rapporto di delega si individuano 2 ruoli diversi: - chi commissiona l’innovazione (principale) - chi compie il lavoro di ricerca (agente) • principale e agente hanno obiettivi diversi: - l’impresa è interessata a innovazioni che possano generare profitti - i ricercatori possono essere attratti dall’idea di progetto in sé • assimetria informativa: il principale e l’agente non hanno a disposizione le stesse informazioni - in molti casi mancano al principale le competenze necessarie per valutare se il comportamento degli agenti è funzionale al raggiungimento del suo obiettivo → il principale ha uno strumento molto potente per orientare il comportamento dell’agente: la definizione di un sistema di incentivi tale che la prestazione più conveniente per l’agente coincida con quella desiderata dal principale (gli incentivi vengono attribuiti in base ai risultati e non all’impegno profuso per conseguirli, poiché il principale non è i grado di giudicare direttamente il comportamento dell’agente) • propensione al rischio: l’agente è più avverso al rischio del principale in quanto le sue sorti dipendono unicamente dal progetto di cui si occupa, mentre il principale finanzia un portafoglio di progetti e diversificando, può accettare diversi livelli di rischio (i progetti meno rischiosi sono spesso anche meno innovativi) → un modo per attenuare questi effetti è di contenere le conseguenze negative associate al fallimento di un progetto il sistema di incentivi disegnato dal principale deve sottostare a 2 sistemi di vincoli: - assicurare la partecipazione dell’agente, ossia che non abbandoni il principale, attratto da offerte esterne - vincolo di compatibilità, ossia il comportamento ottimale per l’agente deve produrre il risultato desiderato dal principale uno degli aspetti più interessanti è lo spostamento del rischio dal principale all’agente come conseguenza dell’introduzione di un adeguato sistema di incentivi Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 72 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) LA VALUTAZIONE ECONOMICA DEI PROGETTI DI INNOVAZIONE I modelli utilizzati per attribuire un giudizio economico- finanziario possono essere un’efficace modalità di approfondimento delle dimensioni critiche di un progetto gli scopi di questi modelli sono: - rendere possibile il trattamento dell’incertezza - consentire un’adeguata valutazione delle aspettative di ritorno da parte degli investitori - incorporare nel modelli una pluralità di momenti decisionali l’oggetto della valutazione può essere: - investimenti in R&S (ricerca di base, ricerca applicata e sviluppo di nuovi prodotti) - brevetti - research partnership - imprese start- up (investimento in giovani imprese ad alta tecnologia) i motivi che portano ad una valutazione sia interna che esterna dell’investimento dell’impresa sono molteplici: • all’interno dell’impresa - determinare l’ammontare dell’investimento (decisione sul budget da allocare alla R&S) - scelte sull’orientamento della R&S - scelte fra progetti alternativi - analisi degli accordi con soggetti esterni - gestione e controllo della pipeline dei progetti (composizione e decisioni go/no go) - gestione portafoglio brevetti • all’esterno dell’impresa - decisioni dei finanziatori dell’impresa - valutazione dell’impresa - finanziamento di Venture Capital - analisi finanziaria Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 73 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) le attività di R&S hanno un effetto determinante sul vantaggio competitivo dell’azienda, in quanto porta alla riduzione dei costi oppure alla differenziazione delle caratteristiche dei prodotti offerti purtroppo vi è una sostanziale difficoltà nell’analisi economica degli investimenti in R&S a causa di: - incertezze nei risultati - difficoltà a misurare l’output - standard contabili inadeguati - regimi di appropriabilità l’incertezza nei risultati di un progetto di R&S è dovuto a: • - incertezza tecnica fattibilità - incertezza tecnologica standard tecnologico - incertezza di mercato variazioni della domanda di mercato variazioni delle preferenze dei consumatori • • gli standard contabili sono inadeguati a valutare un progetto di R&S in quanto: - gli investimenti in R&S non possono essere capitalizzati se non in condizioni particolari - l’ammontare degli investimenti in R&S non deve necessariamente essere riportato in bilancio separatamente dagli altri costi operativi valore attuale netto VAN e identificazione del profilo di rischio in tutte le situazioni in cui la spesa relativa all’acquisto di risorse o di capacità produce benefici su periodi pluriennali nasce il problema di rendere comparabili flussi di cassa dislocati su archi temporali ampi l’attualizzazione è la tecnica con cui si ottiene una tale comparabilità il VAN è tra i metodi che sfruttano questa tecnica di attualizzazione Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 74 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) il VAN richiede la disponibilità di informazioni relativamente a: - flussi positivi e negativi associati all’investimento oggetto di valutazione FCP FCN - momenti di manifestazione di tali flussi t - costo opportunità del capitale r - investimento iniziale CI N VAN = −CI + ∑ ( FC t =1 Pt − FCNt (1 + r ) ) t applicare il metodo del VAN in situazioni deterministiche significa: - poter assimilare l’investimento a una sequenza temporale di flussi di cassa di cui si conoscono entità e dislocazione temporale - scontare i flussi a un costo opportunità del capitale esente da rischio (risk free) - avere a che fare con un solo momento decisionale, quello iniziale, dal quale dipende la manifestazione di tutti i flussi successivi questi presupposti non rispecchiano la base informativa tipica di un progetto di innovazione tecnologica che è caratterizzato da elevati livelli di incertezza il problema della valutazione dell’incertezza in ambito economico è legato alla necessità di incorporare nella stima una valutazione formale del rischio nel metodo del VAN il tasso di sconto da impiegare nell’attualizzazione dei flussi monetari rappresenta tale rischio il costo opportunità del capitale deve essere pari al rendimento d’investimenti alternativi aventi rischio comparabile (è solo nel confronto che nasce la possibilità di valutazione economica) esistono 3 tipi di rischio: 1) il rischio del progetto “valutato in sé” identificabile con la specifica volatilità dei suoi flussi di cassa = stand alone risk es. rischio che si sosterrebbe investendo in titoli di una sola impresa che fosse proprietaria di quell’unico progetto Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 75 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 2) il rischio del progetto valutato in relazione all’impatto differenziale che esso ha sull’incertezza complessiva dei flussi di cassa dell’impresa = corporate risk 3) il rischio del progetto valutato in relazione all’impatto differenziale che esso ha sul rischio di un portafoglio di titoli = market risk es. sola porzione di rischio di un prodotto che non può essere eliminata tramite la diversificazione nella maggior parte dei casi i tre tipi di rischio sono correlati il rischio stand alone il punto chiave per valutare questo tipo di rischio è quello di stimare l’incertezza dei flussi di cassa attesi dal progetto 3 tecniche: - analisi di sensibilità - analisi di scenario - alberi per le decisioni analisi di sensibilità tecnica di simulazione che mostra come si modifica il valore di una variabile dipendente, ossia funzione obiettivo (VAN), al modificarsi dei valori delle variabili indipendenti (variabili che incidono sull’ammontare e sulla dislocazione dei flussi di cassa) quando l’effetto del cambiamento di una variabile è alto, allora essa è denominata determinante del valore o value driver • un’applicazione tradizionale consiste nel comporre una tabella che riporta: a) il VAN del progetto in corrispondenza ai valori attesi di tutte le variabili b) il VAN del progetto in corrispondenza ai valori attesi di tutte le variabili, fatta esclusione per una sola di esse per la quale si ipotizza l’evento pessimistico c) il VAN del progetto in corrispondenza ai valori attesi di tutte le variabili, fatta esclusione per una sola di esse per la quale si ipotizza l’evento ottimistico questo tipo di analisi non rispecchia l’interdipendenza tra le variabili, cioè la circostanza che esistono spesso legami tra esse Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 76 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) essa è utile perchè: a) riduce il rischio che un progetto venga accettato semplicemente perché il suo VAN atteso risulta positivo b) indirizza l’attenzione sulle variabili critiche • esiste anche un’applicazione della tecnica parzialmente diversa in cui l’oggetto dell’analisi è l’intero capitale economico (= valore dell’impresa ossia delle sue attività meno il valore del debito) consideriamo due imprese A e B, caratterizzate da livelli di crescita e da strutture di costo diverse altrettanto diversa è conseguentemente la loro sensibilità a medesimi cambiamenti delle variabili di input - le prime due colonne della tabella riportano i valori (in base ai value drivers) che caratterizzano le 2 imprese le altre due colonne indicano di quanto cambia il valore del capitale economico se cambia delll’1% il valore del value driver riportato in riga (vd. tabella pag. 450) lo scopo dell’analisi di sensibilità non è produrre numeri nei quali porre una fiducia acritica, bensì accrescere la consapevolezza delle decisioni attraverso una migliore comprensione di come il VAN del progetto, o quello del capitale economico, risultino influenzati dal cambiamento dei valori delle principali variabili di input analisi di scenario tecnica di simulazione in cui viene chiesto ai manager coinvolti nel processo di valutazione di specificare non solo l’ipotesi più veritiera ma anche le due ritenute estreme (ossia il campo massimo di oscillazione) non tutte le variabili sono però indipendenti sicchè le ipotesi estreme non risultano normalmente costituite da valori tutti estremi dei parametri attraverso l’analisi di scenario è possibile calcolare il VAN del progetto con riferimento alle condizioni più favorevoli e quelle più sfavorevoli, per confrontare poi questi valori con il VAN ritenuto più probabile per ottenere una stima del rischio stand alone del progetto si calcola in primo luogo il coefficiente di variazione del progetto, pari al rapporto tra la deviazione standard e il valore atteso del VAN Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 77 made by mitch&teo [email protected] Scenario [email protected] (non vendibile) Probabilità Vendite Prezzo unitario VAN ipotesi pessimistica 0,25 19.000 1.300 -7000 ipotesi di riferimento 0,50 18.000 2.000 8000 ipotesi ottimistica 0,25 25.000 2.500 24.000 VAN atteso 8.250 deviazione std 15.503 coefficiente di variazione 1,88 è necessario svolgere una seconda analisi di scenario avendo ora a riferimento l’intera impresa, ma escludendo il progetto in questione (confronto con la rischiosità del progetto medio aziendale) svolgendo un’ulteriore simulazione in cui viene incluso nel calcolo anche il progetto in esame, si potrebbe valutare l’impatto del progetto sul rischio complessivo dell’impresa (corporate risk) L’analisi di scenario considera un numero limitato di variabili e di loro combinazioni, producendo un numero ancora più limitato di risultati possibili il metodo Montecarlo invece considera un numero maggiore di variabili ma richiede un grande impegno alberi per le decisioni la decisione di investire o meno immediatamente non è la sola decisione possibile che l’opportunità d’investimento dischiude esistono possibilità alternative che derivano dalla presenza di: - un’opzione di differimento (timing option) = ritardare l’investimento aspettando maggiori informazioni - un’opzione di apprendimento (learning option) - un’opzione di ampliamento (staging option) = l’impresa ha la possibilità di incrementare con gradualità la capacità produttiva Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 78 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) la rappresentazione di un progetto complesso d’investimento si caratterizza dunque come un processo: un susseguirsi di azioni e decisioni condizionate dalla nuova disponibilità di informazioni che il passare del tempo rende via via disponibili in generale un investimento può quindi essere rappresentato come una ramificazione ipotizzata di eventi e un susseguirsi coerente di momenti decisionali (nodi) condizionati dalla crescita di conoscenza che il passare del tempo rende disponibile gli alberi per le decisioni rappresentano il processo di scelta come un albero di eventi e decisioni ove il tempo è variabile imprescindibile per ogni valutazione l’albero delle decisioni viene esaminato da destra a sinistra (roll back method) perché solo in tal modo si riescono a escludere i rami da non percorrere, cioè le decisioni irrazionali scenario ottimistico 35% stabilimento non effettuare l’investimento scenario probabile 45% scenario pessimistico 20% successo VA = 5407 60% si avvia il business VA(4) = 8715 non si avvia il business si avvia il business VA(4) = 0 VA(4) = 6894 non si avvia il business si avvia il business VA(4) = 0 VA(4) = -190 non si avvia il business VA(4) = 0 no stabilimento VA(3) = 0 effettuare l’investim insuccesso 40% 0 abbandono VA(3) = 0 3 4 t VAN = 385 VA = 3807 R&S 500 ML/anno VA = 6153 stabilimento 1600 ML rete distributiva 600 ML/anno ANNO 4 VA (ott 8715; norm 6894; pess -190; 0) VA (4) = 0,35*8715 + 0,45*6894 + 0,20*0) = 6153 ANNO 3 VA (3) = VA(4) / (1138 – 1600) =3807 ANNO 0 VAN = 0,6*VA(3) = 2284 Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 79 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) siccome il VAN atteso complessivo risulta pari a 2284 ML, mentre quello al momento iniziale è pari a 385 ML, suggerendo quindi l’opportunità di procedere con l’investimento limiti degli alberi per le decisioni: - medesimo costo opportunità del capitale per tutti i flussi di cassa che esso contempla, anche se questi hanno incertezza diversa - non tiene conto del valore della flessibilità - diventano rapidamente complessi - determinazione delle probabilità ex-ante - determinazione del tasso di attualizzazione il rischio di mercato (market risk) Una fondamentale obiezione all’utilizzo dei rischio in sé (stand alone) del progetto come proxy del costo opportunità del capitale è quella di dimenticare che il progetto è uno solo tra quelli dell’impresa e che un investitore può decidere di investire su più imprese contemporaneamente. Una tale diversificazione riduce il rischio per chi investe queste considerazioni conducono al “modello del portafoglio” e alla distinzione tra rischio specifico e sistematico CAPM in un mercato finanziario efficiente un investitore razionale acquista una pluralità (un portafoglio) di titoli, diversificando così il proprio investimento finanziario - il ritorno atteso sarà pari alla media pesata dei ritorni dei titoli che lo costituiscono il rischio sarà minore della media pesata dei rischi dei singoli titoli rischio specifico (o rischio diversificabile) = porzione di rischio eliminabile attraverso la diversificazione rischio sistematico = porzione di rischio dovuta a fenomeni di portata generale che hanno (o rischio non diversificabile) un impatto diffuso e dello stesso segno su tutti i titoli del portafoglio se le attese di ritorno da parte di chi investe in uno specifico titolo/progetto potessero essere correlate esclusivamente al rischio di quel titolo/progetto considerato stand alone, sarebbe possibile pensare di rettificare il costo opportunità del capitale esente da rischio incrementandolo di un premio in grado di riflettere la volatilità dei flussi dello specifico progetto in questione Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 80 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) rp = rf + risk-premium p dove rp = rendimento atteso dal titolo rf = rendimento atteso da titoli esenti da rischio aventi durata comparabile a quella del progetto risk-premium = premio di rendimento atteso per il rischio dell’attività poiché un attore razionale e avverso al rischio diversifica il proprio investimento, il capitale relativo a nuove attività viene a confluire all’interno di un preesistente portafoglio l’impatto differenziale in termini di rischio derivante dallo specifico investimento non è pertanto il rischio in sé di quell’investimento, ma il contributo differenziale da questo apportato al rischio sistematico complessivo del portafoglio la misura di questo rischio sistematico è calcolabile attraverso un indice ß dell’attività in questione covarianza tra i rendimenti attesi del titolo j e quelli di un portafoglio di mercato β= σ jm σ m2 varianza complessiva del portafoglio di mercato il rischio complessivo che si sopporta investendo nel titolo j è ß*(rm – rf) dove rm = rendimento medio atteso dal mercato rf = rendimento relativo a titoli esenti da rischio rp = rf + risk-premium mkt = rf + ß*(rm – rf) questa equazione può essere utilizzata per esprimere il rendimento atteso dall’acquisto di quote di capitale a rischio supponendo che l’impresa sia finanziata solo attraverso capitale di rischio si dovranno pertanto selezionare solo quei progetti che abbiano rendimenti previsti almeno pari al rendimento rp atteso dal mercato Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 81 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) • se ß = 1 contributo differenziale del titolo al portafoglio è nullo ossia esso ha lo stesso livello di rischiosità della media del mercato • se ß > 1 il titolo si dice aggressivo perché presenta una volatilità del rendimento superiore alla media • se ß < 1 viceversa volendo calcolare il costo opportunità del capitale di un progetto di innovazione e ritenendo di poter quantificare il rischio tramite i ß espressi dal mercato, sarebbe possibile fare riferimento a imprese del settore, ovvero a imprese aventi come attività solo progetti simili a quello da esaminare l’aggiunta di un nuovo progetto caratterizzato da valori di rischio diversi da quelli del progetto medio modifica il rischio del portafoglio il ß dell’impresa ha dunque un impatto sul corporate risk in presenza di adeguate informazioni è opportuno affidarsi al CAPM e utilizzare come proxy del ß del progetto il valore medio dei ß di imprese aventi caratteristiche simili a quelle del progetto (pure play method) alternativamente (certanly equivalent method) e in considerazione dei limiti del metodo, soprattutto quando un progetto ha caratteristiche diverse da quelle del progetto medio dell’impresa, è possibile abbattere soggettivamente i flussi di cassa ritenuti più rischiosi in proporzione alla loro incertezza e attualizzarli quindi al costo opportunità privo di rischio RISK ADJUSTMENT un’altra modalità usata frequentemente nella pratica è quella di aggiustare il costo opportunità del capitale dell’impresa accrescendolo o abbattendolo di qualche punto percentuale in relazione a una valutazione soggettiva del rischio del progetto tuttavia il risk adjustment si traduce spesso in incrementi arbitrari dei coefficienti di attualizzazione che crescono geometricamente, abbattendo con la stessa progressione i valori dei flussi finanziari corrispondenti decisioni di investimento e struttura finanziaria sino a questo punto i progetti di innovazione sono stati valutati dalla prospettiva dell’azionista. Il costo del capitale considerato è stato sinora un costo opportunità per l’investitore-azionista. se si ipotizza che l’azienda finanzi i propri progetti esclusivamente attraverso capitale di rischio, allora il rendimento atteso da un progetto deve essere almeno pari al costo opportunità di tale capitale Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 82 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) le decisioni di finanziamento reali influiscono però sul VAN e quindi sul rendimento atteso di un progetto il ricorso all’indebitamento origina infatti un beneficio fiscale: gli interessi corrisposti sul capitale di terzi sono fiscalmente deducibili e ciò provoca minori esborsi per i portatori di capitale • in base al metodo diretto, il VAN di un progetto è calcolato avendo a riferimento il flusso monetario disponibile per gli azionisti = dividendi + riacquisto di azioni proprie da parte dell’azienda – nuove immissioni di capitale • il metodo indiretto consiste nell’esprimere il valore attuale del flusso monetario disponibile per gli azionisti come VA del flusso di cassa operativo globale netto – VA dei flussi netti tra impresa e creditori finanziari è possibile utilizzare 3 metodi per tener conto del valore delle decisioni finanziarie sugli investimenti: 1) metodo del costo modificato o del costo medio ponderato del capitale 2) metodo del valore modificato 3) metodo del flusso di cassa disponibile per gli azionisti • i metodi 1) e 2) sono metodi indiretti che consentono di distinguere il contributo della decisione di investimento da quello della decisione di finanziamento essi calcolano valore di un progetto = valore del progetto – valore del debito corrispondente o capitale di rischio • il metodo 3) è un metodo diretto che non separa i contributi della decisione di investimento da quella di finanziamento METODO DEL COSTO MODIFICATO o WACC con questo metodo l’effetto economico della struttura finanziaria è incorporato nel tasso d’attualizzazione il costo opportunità del capitale è calcolato attraverso 3 passaggi: - definizione della struttura finanziaria obiettivo nel periodo di pianificazione - individuazione del costo di ciascuna delle fonti di finanziamento onerose (il costo del capitale di terzi va espresso al netto del beneficio fiscale) - calcolo del costo medio ponderato del capitale come media ponderata dei costi delle singole fonti di finanziamento Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 83 made by mitch&teo WACC = rd × (1 −T ) × [email protected] [email protected] (non vendibile) D N + re × N +D N+D dove N D re rd T capitale di rischio fonti onerose costo del capitale di rischio costo del capitale di terzi aliquota di imposta sul reddito il VAN del progetto risulterebbe per tanto T VAN progetto = −CI + ∑ t =1 FCNt (1 + WACC ) t dove FCN generico flusso di cassa netto t-esimo la configurazione di flusso monetario da utilizzare è il flusso operativo caratteristico al netto delle imposte corrispondenti la formula è efficacemente applicabile: - per un progetto di dimensioni modeste - per un progetto che lasci presupporre lo stesso livello di rischio dell’impresa e una copertura finanziaria avente la medesima composizione della struttura finanziaria obiettivo è inoltre implicito che sia sempre possibile appropriarsi del beneficio fiscale del debito, cioè che vi sia per l’intero periodo revisionale, un’adeguata capienza fiscale infine occorre ricordare che i valori del costo opportunità del capitale di rischio osservabili (re) variano al variare del rapporto d’indebitamento e devono quindi essere rettificati per adattarli alla struttura finanziaria target del progetto che si vuole valutare in ipotesi di assenza di indebitamento, il costo opportunità del capitale di rischio non risente, infatti, del rischio finanziario, ma solo di quello operativo, per cui deve essere ridotto Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 84 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) METODO DEL VALORE MODIFICATO (VAM) con questo metodo il valore del progetto viene calcolato come somma algebrica di due distinti contributi: - quello originato dalla decisione di investimento - quello originato dalla decisione di finanziamento VAM = VAN della decisione d’investimento + VA della decisione di finanziamento il valore attuale netto della decisione di investimento è pertanto quello che si avrebbe nell’ipotesi che il progetto fosse interamente finanziato con capitale di rischio in tali circostanze il risultato operativo caratteristico coincide con il reddito ante imposte T VANdecisione _ di _ investimento = −CI + ∑ t =1 T VAdecisione _ di _ finanziamento =∑ t =1 FCNt (1 + ra ) t BFt (1 + rd ) t ove i BFi sono calcolabili moltiplicando l’aliquota T d’imposta sul reddito per gli interessi OF che l’indebitamento genera il metodo del VAM si basa sul principio di additività del valore è così possibile valutare un investimento, o un’impresa, come se fossero finanziati interamente tramite capitale di rischio e, solo successivamente e indipendentemente, aggiungere i benefici prodotti dalla decisione di finanziamento vantaggi del VAM: - separa le decisioni di investimento da quelle di finanziamento - risulta applicabile anche nel caso in cui il rischio del progetto si discosti significativamente da quello dell’impresa - quantifica l’impatto degli effetti collaterali delle decisioni di finanziamento Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 85 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) METODO DEL FLUSSO DI CASSA DISPONIBILE PER GLI AZIONISTI (FREE CASH FLOW – FCF) consiste nell’attualizzare il flusso di cassa disponibile per gli azionisti al costo opportunità del capitale di rischio si tratta del flusso al servizio dei conferenti il capitale, costituito da: - flussi monetari positivi quali dividendi e riacquisto di azioni da parte dell’impresa - flussi monetari negativi, relativi a nuove immissioni di capitale il metodo identifica la disponibilità liquida che residua dopo aver fatto fronte anche ai movimenti monetari nei confronti dei finanziatori terzi vantaggi del FCF: - valuta un costo medio del debito - valuta il capitale di rischio dell’impresa priva di debito - ipotizza una piena utilizzazione del beneficio fiscale perché il flusso di cassa disponibile sconta le effettive imposte esso però non è un metodo per componenti, guarda unicamente dalla prospettiva dell’investitore, il quale osserva i flussi dall’esterno e non è pertanto in grado di fare distinzioni le opzioni finanziarie • un’opzione call dà il diritto (non l’obbligo) a chi la possiede di acquistare un’attività ad un certo prezzo d’esercizio e entro un determinato periodo • un’opzione put dà il diritto (non l’obbligo) a chi la possiede di vendere un’attività ad un certo prezzo d’esercizio e entro un determinato periodo possedere un’opzione significa possedere il diritto ad intraprendere una qualche azione in futuro ottenendo in tal modo: - il vantaggio di differire una decisione ad un momento successivo meno incerto - flessibilità, adattando le proprie scelte alle circostanze concrete che verranno a determinarsi (non tutti i progetti contengono opzioni) queste opportunità di cambiamento sono condizionate dall’avere preliminarmente acquistato opzioni, dall’avere cioè pagato un prezzo per poter sfruttare nel futuro forme di flessibilità di varia natura le opzioni esistono solo in presenza di incertezza e inoltre poiché è sempre possibile abbandonare un’opzione il loro valore non può mai essere minore di zero Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 86 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) molti investimenti sono costituiti da un’indivisibile congiunzione di flussi di cassa e di opzioni infatti tutti i progetti di innovazione incorporano opzioni che sono espressione delle opportunità e dell’apprendimento che un investimento iniziale rende possibile in molte circostanze queste opportunità derivano dal possesso di specifiche risorse: - brevetti - proprietà di risorse naturali - … mentre altre volte le opportunità nascono a seguito di un processo di costruzione bilanciata e graduale di risorse nel tempo: - competenza tecnologica - sistemi informativi - … limiti del VAN quando i progetti contengono opzioni le teoria delle opzioni intende portare a integrazione: - l’idea degli alberi delle decisioni (utilizzare i nodi decisionali per simulare la flessibilità) - l’idea dell’analisi tradizionale (scontare i flussi di cassa al rendimento di un investimento in titoli avente rischio comparabile a quello del progetto) • un investimento che crea un’opzione vale di più di quanto suggerito da un’applicazione tradizionale del VAN il gap si origina proprio perché l’opzione in sé ha un valore che può essere raccolto quando positivo e tralasciato in tutte le altre situazioni il VAN al contrario fa entrare in gioco anche risultati negativi perché assume implicitamente che vi sia un solo momento decisionale, quello iniziale, sicché non viene escluso dalla valutazione nessuno dei risultati ipotizzabili in quel momento • il valore delle opzioni aumenta al crescere dell’incertezza e al crescere della vita dell’opzione (contrariamente a quanto avviene nel processo di attualizzazione dei flussi di cassa) • con la teoria delle opzioni è possibile calcolare il valo re di una proposta di investimento anche in situazioni nelle quali si ipotizzi non solo una ramificazione di eventi possibili ma una molteplicità di momenti decisionali sorge il problema di trovare sul mercato finanziario un portafoglio di titoli avente rischio comparabile a quello rappresentato dall’insieme dei flussi associati a ciascun ramo Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 87 made by mitch&teo • [email protected] [email protected] (non vendibile) questa nuova tecnica richiede che tutte le dimensioni del progetto siano descrivibili quantitativamente tuttavia la qualità del processo di valutazione degli investimenti può essere migliorata facendo leva su valutazioni qualitative e affidate all’esperienza e all’informazioni del management ciò può risultare importante per decidere se realizzare un investimento con un VAN negativo ma contenente opzioni dal valore non facilmente quantificabile la teoria di creazione del valore economico lo Shareholder Value Approach si propone come strumentazione tecnica per valutare l’impatto di progetti e strategie sul valore del capitale di rischio e come modello di orientamento dei comportamenti verso un tale obiettivo • valore = valore per la proprietà questo valore viene calcolato sulla base dei flussi di cassa disponibili per i detentori del capitale del rischio ma attualizzati su un orizzonte temporale infinito • valore per la proprietà = valore stimato questo valore identifica la nozione di capitale economico: il prezzo che un investitore razionale sarebbe disposto a pagare per disporre di flussi di cassa futuri aventi importo e incertezza uguali a que lli promessi dall’impresa ai suoi azionisti con questo approccio qualunque decisione, investimento, progetto d’innovazione andrebbero giudicati esclusivamente in base alla loro capacità di accrescere o meno il valore per la proprietà la specificità nella valutazione di un progetto d’innovazione strategico da un punto di vista finanziario un progetto d’investimento strategico è interpretabile come una pluralità di investimenti e di costi, legati da un obiettivo comune, in grado di modificare la posizione competitiva dell’impresa l’innovazione strategica consente di: - produrre apprendimento - dischiudere opportunità future (opzioni) delle quali risulta difficile prevedere gli sviluppi - modificare durevolmente la posizione competitiva, producendo effetti che vanno oltre la durata economica delle risorse e dei mezzi tecnici che si sono utilizzati Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 88 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) la teoria di creazione del valore stima dunque il cambiamento di valore del capitale economico chiamando in causa un contesto di valutazione temporalmente illimitato, proiettando i risultati attesi da un progetto sull’intera vita dell’impresa qualsiasi fenomeno rilevante ha infatti una manifestazione finanziaria periodo a previsione esplicita e valore residuo dell’impresa la teoria di creazione del valore suddivide l’orizzonte temporale (illimitato) in 2 periodi: 1) il primo periodo è di durata finita denominata periodo a previsione esplicita 2) il secondo periodo è invece di durata illimitata il valore economico del capitale risulta in tal modo esprimibile come somma di due contributi: - il valore attuale dei flussi di cassa che si generano all’interno del periodo a previsione esplicita - un valore residuo • il primo periodo va interpretato come un lungo transitorio caratterizzato da specificità, cioè da una diversità dei risultati economici degli esercizi • il secondo periodo deve contenere sufficienti elementi di stabilità, equilibrio, che consentano una valutazione sintetica del valore residuo stabilità significa che la relazione tra performance di un certo anno e quella dell’anno precedente o seguente è sempre la stessa, qualunque sia il riferimento temporale scelto = struttura del cambiamento stabile 1) la prima fase, essendo a previsione esplicita, necessita di un piano prospettico dettagliato, esplicito in cui l’orizzonte temporale è di norma compreso tra i 4 e gli 8 anni essa termina comunque quando inizia la fase di stabilità 2) la seconda fase ha inizio quando nasce un equilibrio: - il progetto/impresa consegue margini costanti e ha una rotazione costante del capitale investito - il progetto/impresa si sviluppa a un tasso costante e investe ogni anno la medesima percentuale del flusso di cassa in capitale circolante e immobilizzazioni valore residuo = valore attuale dei flussi di cassa prospettici successivi al periodo a previsione esplicita quanto più lungo risulta il periodo a previsione esplicita tanto più alta è l’incidenza del VA dei flussi di cassa espliciti rispetto al valore complessivo del capitale Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 89 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) il valore residuo può rappresentare a seconda del settore di riferimento un’alta percentuale del valore totale esistono diverse tecniche di calcolo del valore residuo del business Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 90 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) METODOLOGIE E TECNICHE PER LO SVILUPPO PRODOTTO II successo commerciale di un prodotto dipende in larga misura dalla capacità di realizzare un corretto equilibrio tra il costo che l'acquirente deve sopportare e la soddisfazione data dal bene acquistato. questo principio, che sta alla base della stessa teoria economica, diventa uno dei maggiori problemi da affrontare nelle attività di ricerca e progettazione del prodotto in quanto proprio in queste fasi viene presa la maggior parte delle decisioni che condizioneranno tale equilibrio. il costo finale di un prodotto dipende dal 60-80% dalle scelte progettuali e ciò è un costo irreversibilmente impegnato in questi ultimi anni, a causa del crescente ritmo dell’innovazione imposto dall’accorciamento del ciclo di vita dei prodotti, questo problema è diventato centrale e ha imposto la messa a punto di numerosi modelli e tecniche L'approccio tecnico alla progettazione il primo approccio di significativa rilevanza nel tentare di aumentare il valore per il cliente è costituito da alcuni degli interventi progettuali che hanno contribuito a determinare il paradigma della produzione di massa L'obiettivo è que llo di diminuire i costi, così da aumentare il valore percepito dal cliente in modo indiretto, diminuendo il sacrificio economico richiesto attraverso: • riduzione della variabilità • ricerca di volumi produttivi sempre maggiori (contenimento del costo, economie di scala) questo obiettivo viene perseguito mediante la standardizzazione, intesa come attività che porta a risolvere in modo identico e definitivo un problema tecnico o organizzativo ricorrente. - nella accezione iniziale la standardizzazione venne applicata al prodotto finito, tuttavia sono emersi limiti in questo tipo di approccio. quando il mercato divenne più concorrenziale le aziende furono costrette ad adattare le proprie scelte cercando di rispondere ai bisogni in modo più puntuale. in sede di progetto l'azienda può assumere decisioni che portano alla standardizzazione : - con riferimento a caratteri definiti e realizzati al proprio interno - internalizzando scelte che sono state compiute esternamente (la progettazione di prodotti attraverso l'utilizzo di componenti definiti internamente o esternamente standard porta a un migliore prodotto perché, come vedremo poi, questo aiuta la risoluzione di problemi tecnico economici. es. le scorte possono essere in comune per molti prodotti: lo stesso tipo di bullone o lo stesso pezzo per molti prodotti/processi) Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 91 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) La standardizzazione può essere: • componenti specifici realizzati internamente • componenti commercializzati da altre aziende • standardizzazione forzata (es. ISO) Al di là del prodotto, la standardizzazione può essere effettuata su: - processi - norme - procedure - istruzioni - ... Nella fissazione e valutazione degli standard, i criteri da seguire sono : Aspetto Esempio Funzione Assicurare la mancanza di ambiguità. Orientamento Influenzare una posizione favorevole sul mercato del prodotto. Progettazione e design Ridurre le spese per materiali ed energia. Ridurre la complessità del prodotto. Migliorare e semplificare il lavoro di progettazione e facilitarne l'uso di parti di ricambio. Sicurezza Aumentare la sicurezza. Ergonomia Migliorare la chiarezza delle istruzioni. Migliorare le condizioni estetiche e psicologiche. Produzione Facilitare la movimentazione, l'immagazzinamento, la fabbricazione, e il controllo di qualità dei materiali. Semplificare l'esecuzione degli ordini; migliorare la pianificazione: aumentare la capacità produttiva. Controllo della qualità Semplificare le ispezioni e i test; migliorare la qualità. Assemblaggio Facilitare l'assemblaggio. Trasporto Semplificare il trasporto. Produzione Razionalizzare le attività. Manutenzione Migliorare la sostituzione delle parti; facilitare la manutenzione e il servizio di ricambi. Costi Ridurre i costi (e/o il tempo impiegato) di design, di preparazione del lavoro, di spostamento dei materiali Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 92 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Il processo di standardizzazione ha successo quando è: attivato solo se necessario compatibile con le norme vigenti chiaro, inequivocabile e comprensibile facilmente centrato sulle preferenze del cliente orientato a facilitare l'intercambiabilità delle parti condiviso da tutte le componenti aziendali risultati ottenibili con la standardizzazione : • contenimento dei costi e dei tempi di progettazione • riduzione dei costi di produzione • semplificazione delle attività di programmazione della produzione • limitazione delle scorte e conseguente riduzione dei costi totali di gestione delle stesse • facilitazione delle attività di approvvigionamento + risvolti anche sul livello di servizio che l'impresa è in grado di assicurare e quindi su parametri di efficacia es. - - riduzione del lead time in seguito alla gestione dei particolari e dei componenti a magazzino (elementi standardizzati) che sostituisce la gestione su ordine necessaria nel caso si piccoli quantitativi di beni speciali servizi postvendita gestione dei ricambi in stretto collegamento con la standardizzazione possono essere esaminate: le pratiche di sviluppo delle variabili dimens ionali (es. calzature, abbigliamento) la realizzazione di prodotti rispondenti a criteri di modularità Il processo di razionalizzazione garantisce la realizzazione della medesima funzione a diversi livelli dimensionali. diversa è la situazione in cui un prodotto complesso che assolve a molte funzioni, sin dalla progettazione viene concepito come combinazione di parti intercambiabili – moduli – ognuna in grado di assolvere ad una specifica funzione. le diversità tra i prodotti finali sono assicurate dalla diversa composizione di particolari o gruppi la realizzazione di un approccio modulare presenta notevoli vantaggi quando i prodotti finali complessivi devono essere realizzati in molte varianti che causerebbero un frazionamento eccessivo in fase di produzione portando a una quantità insostenibile di lotti e non sarebbe possibile rispondere alle esigenze degli acquirenti in termini di personalizzazione Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 93 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Concettualizzazione schematica dell'approccio modulare: • la scomposizione dell'insieme delle funzioni del prodotto complesso in una pluralità di funzioni di secondo livello, aventi ruoli completamente diversi, che vengo no assicurate da moduli diversi • la compresenza di moduli standardizzati, che costituiscono la parte più consistente del prodotto finale e sono realizzati con obiettivi di efficienza, e moduli che invece rispondono a specifiche esigenze della clientela • i ruoli diversi dei moduli che possono essere essenziali, quindi indispensabili in ogni prodotto, possibili, in quanto in grado di offrire finzioni aggiuntive, o speciali e quindi richiesti esplicitamente da clienti che hanno esigenze particolari • la possibilità di ottenere la varietà dei prodotti finali a seguito di aggregazione di differenti moduli. La modulazione, oltre a permettere il contenimento dei costi grazie ai maggiori volumi, offre al produttore le possibilità di: • • • • poter disporre di informazioni più attendibili e rapide in sede sia di formulazione di offerte ai clienti sia di programmazione delle attività; allocare la progettazione e la realizzazione del prodotto tra più attori, riducendo i tempi di esecuzione; produrre alcune parti per il magazzino, senza attendere l'ordine; realizzare lo sviluppo e il completamento del prodotto per stadi successivi. Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 94 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) I vantaggi si presentano anche dalla parte dei clienti: - progettazione con maggior cura - tempi di rifornimento ridotti - maggior flessibilità - agevolazione nella manutenzione e reperimento dei ricambi i limiti di questo approccio sono: - rigidità del progetto - ritardo nell’avvio di iniziative volte a rivedere il progetto Analisi del valore Il tentativo di superare i limiti di un’attenzione pressoché esclusiva agli interventi per ridurre i costi ha portato le imprese a considerare anche la componente costituita dalle caratteristiche qualitative dell’offerta giungendo così ad una definizione del concetto di valore inteso come “rapporto” tra gli aspetti qualitativi e i relativi costi (Miles) • evoluzione dell’Analisi del valore: 1) nella sua prima applicazione, l'Analisi del valore si differenza dalle attività di industrializzazione tradizionali per la sistematicità con cui, scomponendo il prodotto nelle sue parti elementari, vengono realizzati gli interventi di sostituzione di materiali e componenti, con succedanei e costo inferiore, in modo da ridurre i costi senza modificare le funzioni presenti nel progetto originale, mantenendo quindi invariata la qualità del prodotto. per ogni particolare ci cerca una soluzione più economica. 2) successivamente, invece di scomporre il prodotto finale in parti, si effettua la scomposizione della funzione globale del prodotto in un insieme di funzioni elementari: si analizzano le modalità di soddisfacimento di ciascuna di esse avendo un campo di intervento molto più ampio in cui cercare ottimizzazioni. 3) un’ulteriore evoluzione del metodo ha portato a non limitare l'azione alla diminuzione dei costi, ma rivolgendosi alla soddisfazione dei bisogni di consumatori, favorendo l' innesco di collaborazioni interfunzionali determinando un cambiamento organizzativo. Per la maggior parte dei prodotti finali non esistono solo le funzioni d'uso, ma è fondamentale individuare le funzioni accessorie che influenzano, se pur meno, i processi d'acquisto del cliente. a questo stadio evolutivo, l'Analisi del valore presuppone uno studio del mercato per comprendere le funzioni che il prodotto dovrebbe avere e definire gli obiettivi commerciali che si intende conseguire Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 95 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Tecniche da applicare in maniera sequenziale : • ricerca intuitiva • analisi dell'ambiente esterno • SAFE (analisi sequenziale degli elementi funzionali) • analisi dell'impiego e delle sollecitazioni • analisi di un prodotto di riferimento • analisi di normative e delle regolamentazioni Per prodotti della stessa categoria merceologica si possono verificare situazioni in cui diversi funzioni hanno diverso importanza, a seconda del segmento di mercato. A seconda del mercato, l'impresa dovrà enfatizzare aspetti funzionali diversi. Poiché il progetto è uno, è necessaria una soluzione di compromesso che ottimizzi gli interessi e le attenzioni degli acquirenti. Per raggiungere una soluzione ottimale è necessario coinvolgere i rappresentanti dei diversi interessi chiedendo loro di ordinare le diverse funzioni in base alle proprio preferenze. In questo modo si può ricavare per ogni funzione un indicatore dell'importanza della stessa. Si può così procedere alla ricerca delle alternative progettuali. Solo dopo aver raccolto il maggior numero di suggerimenti interverrà il momento di razionalizzazione che richiederà analisi di fattibilità in cui verranno evidenziati gli effetti delle soluzioni proposte sul soddisfacimento delle funzioni Fino a che ci si occupa di grandezze facilmente misurabili non ci sono problemi, che si riscontrano invece quando è necessario: a) esprimere una valutazione sul modo con cui un prodotto soddisfa un insieme di funzioni eterogenee; b) relativizzare la valutazione delle diverse soluzioni rispetto a un aspetto di soddisfacimento ottimale per riuscire a comprendere quanto esse si avvicinano ad un prodotto reale. queste due esigenze vengono soddisfatte riportando le grandezze fisiche a una scala numerica omogenea: si calcola in quale misura il prodotto soddisfa la funzione e si attribuisce un punteggio compreso tra 1 = pienamente soddisfatta 0 = minimo accettabile poiché il prodotto incorpora una pluralità di funzioni, ognuna delle quali ha un’importanza diversa espressa dal peso, sarà possibile ricavare un indicatore globale, chiamato appetibilità del prodotto: indicatore globale della capacità del prodotto di soddisfare le aspettative = ? pesoi * punteggioi i dove i funzioni del prodotto i = 1, … n Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 96 made by mitch&teo [email protected] Funzione [email protected] (non vendibile) Pesi Punti Appetibilità reale Capacità di sollevamento 5 0,8 4 Agilità e flessibilità di manovra 5 0,7 3,5 Facilità di manutenzione 3 0,9 2,7 Possibilità di personalizzazione 2 0,4 0,8 Protezione dell'operatore 2 0,8 1,6 Impatto ecologicoambientale 1 0,4 0,4 Appetibilità totale del prodotto 13 Per verificare quanto il prodotto si avvicina al prodotto ideale, si calcola: l’indice di appetibilità del prodotto = appetibilità reale del prodotto appetibilità teorica massima dove appetibilità teorica massima: appetibilità ricavabile attribuendo il punteggio pari a 1 a ciascuna funzione (l'appetibilità teorica indica il soddisfacimento massimo delle aspettative) a parità di altre condizioni è possibile comparare due o più prodotti verificando quale si avvicina maggiormente alle aspettative. l'Analisi del valore è l'ottimizzazione del valore inteso come rapporto qualità/costo. per raggiungere questo scopo è necessario ricavare un indice di costo con cui si rapporta il costo reale del prodotto al costo massimo sopportabile dal mercato la conoscenza di questi due valori permette: • di verificare la possibilità di commercializzare il prodotto; • di stimare i margini di incremento del costo; • di attribuire un valore al prodotto e valutare la possibilità di effettuare i cambiamenti che si stanno realizzando. Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 97 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Il valore del prodotto per il mercato può essere espresso dal quoziente che si ricava rapportando i due indici (ind. di appetibilità/ind. di costo) e sarà tanto più elevato quanto maggiore è questo indicatore. appetibilità _ reale _ del _ prodotto indice _ di _ appettibilità appetibilità _ teorica _ massima = cos to _ reale _ del _ prodotto indice _ di _cos to cos to _ teorico _ massimo un cambiamento è valido se l'appetibilità cresce più del costo Logiche seguite nell'avviare processi di Analisi del valore: • per linee verticali - si esamina il prodotto ripercorrendo le attività che si sono succedute, cogliendo gli effetti a cascata, provocati da nuove soluzioni, individuando le funzioni elementari del prodotto in modo da determinare le conseguenze dei cambiamenti - • consigliabile in imprese caratterizzate da una produzione concentrata in pochi articoli di elevata complessità e nelle quali non esiste un’esperienza consolidata e diffusa sulla metodologia per linee orizzontali - analisi dei singoli componenti, materiali, fasi di lavorazione, attività, che, interessando una pluralità di prodotti e situazioni, si presentano in impresa con frequenza molto elevata - consigliabile in imprese che hanno assortimenti molto vasti e nel cui ambito sono riscontrabili forti comunanze di processo uno studio sistematico di Analisi del valore richiede la costituzione di un gruppo di lavoro in cui siano rappresentate professionalità e competenze diverse e a cui devono essere assicurati contributi da parte degli esperti della qualità il gruppo potrebbe essere allargato ai portatori di esperienze logistiche, distributive o del servizio postvendita per contribuire con utili suggerimenti • - in sintesi gli elementi rilevanti e specifici dell’Analisi del valore sono i seguenti: la definizione di valore la sistematicità con cui vengono analizzate le funzioni del prodotto la disponibilità a mettere in discussione l’intero prodotto superando ogni preclusione l’integrazione interfunzionale richiesta dal processo Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 98 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) L'attività di sviluppo orientate alla riduzione dei tempi High speed management : schematizzazione che permette di riunire in un unico quadro di riferimento gran parte delle linee guida cui riferirsi nello sviluppo dei prodotti e delle tecniche che sono state messe a punto per gestire questa attività. il punto di partenza è la considerazione del ruolo cruciale del tempo nel garantire la competitività dell’impresa è possibile derivare poi il potenziale competitivo dell’impresa dalle sue capacità di: - accelerare le attività necessarie per immettere un prodotto sul mercato = Concurrent Engineering - intervenire contemporaneamente su una pluralità di fonti in modo da poter diffondere con maggiore rapidità le innovazioni in tutto il suo assortimento = Simultaneous Engineering 1. Concurrent Engineering (CE): approccio sistematico allo sviluppo congiunto del prodotto, del processo di produzione e del supporto logistico occorrente per mantenerlo operativo obiettivo: è di considerare fin dalle prime fasi dello sviluppo tutti gli elementi del ciclo di vita del prodotto, dalla sua concezione fino alla sua vendita, compresi qualità, costi, programmi di produzione e requisiti del cliente accorciare la distanza tra pensa – progetta – produce – distribuisce – acquista – utilizza il prodotto richiede: • interventi di tipo organizzativo: team, coinvolgimento dei fornitori; • modifiche della gestione delle attività: interventi di più attori, modelli di project management; • metodi e tecniche per guidare la progettazione verso i bisogni dei consumatori attraverso: QFD revisione del concetto di costo del prodotto inteso alle attività da svolgere durante l'esercizio e prolungato per l'intera vita (Life Cycle Cost) indirizzare la progettazione verso i bisogni della produzione e del montaggio Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 99 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 2. Simultaneous Engineering (SE): progettazione simultanea di una famiglia di prodotti, incorporando dal momento iniziale tutto lo spettro delle esigenze, riducendo i tempi di lancio dell'intera linea permette di evitare di definire inizialmente i connotati del solo prodotto di base che poi fungerà da punto di riferimento per l’intera linea alla quale verranno poi estese le sue caratteristiche mediante successivi adattamenti obiettivo: incorporare sin dal momento iniziale tutto lo spettro delle esigenze riuscendo: - a ridurre i tempi di lancio dell’intera linea - a realizzare la minimizzazione delle varietà che consentirà riduzioni dei costi di produzione (VRP) Il Quality Function Deployment Il QFD è: uno strumento di pianificazione per definire le richieste del cliente e tradurle in specifiche del prodotto, caratteristiche della produzione (processi e materiali), caratteristiche di utilizzo (affidabilità, manutenibilità, sicurezza, …) Il Quality Function Deployment agisce sui seguenti momenti caratterizzanti: - il percorso da seguire per individuare le richieste del mercato inerenti il prodotti - le modalità per tradurre le richieste relative al prodotto in caratteristiche specifiche del prodotto - le eventuali interdipendenze esistenti tra le caratteristiche per impostare miglioramenti (o ottimizzazioni) congiunte il modello è basato sull'idea che un prodotto di successo debba rispondere a bisogni e gusti dei consumatori, quindi prevede fin dall'inizio una forte integrazione tra progettisti e uomini di marketing al termine qualità in questo caso viene attribuito il significato più esteso che comprende tutte le iniziative volte al miglioramento del livello di soddisfazione dei consumatori FASE 1: L'interpretazione dei bisogni dei consumatori spesso i clienti hanno solo vaghe idee dei loro bisogni e delle caratteristiche che dovrebbero presentare i prodotti, per cui risulta necessario farli emergere attraverso: - momenti di raccolta dati - confronto delle proposte con il mercato - momenti di rielaborazione interna delle informazioni per ogni segmento potenziale vengono individuate le ragioni di soddisfazione e di insoddisfazione dei consumatori rispetto ai prodotti attualmente esistenti attraverso: - interviste - osservazioni Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 100 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) bisogna tener presente: lo scarso contenuto informativo dei suggerimenti dato dalla difficoltà da parte del consumatore ad allontanarsi dagli schemi di riferimento familiari il ruolo degli utilizzatori leader in grado di prefigurare i bisogni futuri del mercato le reazioni del consumatore al variare delle prestazioni assicurate dal prodotto a fronte delle diverse richieste possono essere: 1) di tipo lineare il livello di soddisfazione è proporzionale alle prestazioni del prodotto 2) di incremento del livello di soddisfazione con la crescita delle prestazioni ma di relativa indifferenza quando la prestazione non è assicurata 3) di insoddisfazione in caso di assenza della prestazione senza che si verifichi crescita del livello di soddisfazione quando le prestazioni superano il livello di accettabilità si cercherà di realizzare la crescita dei livelli di soddisfazione con azioni indirizzate alle prime due categorie di prestazioni, mentre non si investirà per ulteriori miglioramenti di quelle del terzo tipo dopo aver superato la soglia minima richiesta FASE 2: Traduzione delle richieste in parametri tecnici lo stadio successivo all’identificazione delle richieste del mercato è la loro espressione in un linguaggio quantitativo che sia univoco e risulti comprensibile ai tecnici Le specifiche tecniche costituiscono quindi descrizioni esatte di ciò che è/fa il prodotto e affinché siano efficaci devono essere: • elementi variabili su cui possono influire le scelte di progettazione • facilmente apprezzabili grazie a strumenti di misurazione diffusi • coerenti con i criteri utilizzati dal mercato per esprimere giudizi Per ogni richiesta si individuano le caratteristiche tecniche che influiscono sul livello di soddisfazione e le relative unità di misura in modo da renderle oggettivamente misurabili. La qualificazione delle caratteristic he del prodotto potrà presentarsi con una struttura ad albero in cui appaiono livelli di aggregazione in base a elementi di comunanza con gradi di dettaglio sempre inferiori man mano che si passa dal parametro specifico alla visione più generale questo processo è rappresentato sull'asse orizzontale nella parte superiore della schematizzazione della Casa della qualità Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 101 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 6 grado di importanza delle richieste la voce degli ingegneri Matrice di correlazione valutazione del benchmarking competitivo Caratteristiche tecniche 2 richieste dei clienti 1 la voce del cliente Matrice delle relazioni 5 3 Difficoltà tecnica 4 lo schema fa comprendere le diverse fasi di costruzione del modello e consente di apprezzare gli elementi analizzabili durante il riempimento della matrice in particolare la Casa delle Qualità: 1. costringe alla formalizzazione delle richieste e del loro relativo peso nella soddisfazione del consumatore (1) 2. obbliga ad individuare corrispondenze tra richieste che generano soddisfazione e caratteristiche del prodotto espresse con parametri quantitativi (2,3) 3. favo risce l'individuazione di relazioni multiple tra caratteristiche e parametri (3) 4. permette di riscontrare righe o colonne vuote a cui corrispondono richieste che non hanno riscontro in attributi quantificati e casi di attributi la cui realizzazione produce sforzi inutili in quanto non influenzano richieste significative (3) il riempimento della matrice con i simboli costituisce in modo per razionalizzare ed esporre esigenze di mercato che può essere completato da: a) analisi delle difficoltà che si presentano all'impresa nel caso volesse intervenire con processi di miglioramento dei parametri rappresentativi delle prestazioni (4) b) il posizionamento competitivo del prodotto (5) Lo strumento, che obbliga alla formalizzazione e alla quantificazione delle prestazioni, costringe le persone a superare le logiche funzionali innescando interazioni che appianano i problemi alla loro origine: documento in cui le richieste del consumatore sono espresse senza ambiguità e quantificate per una migliore trasmissione dell'informazione tra gli attori che ricevono chiari obiettivi e si coordinano maggiormente. Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 102 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) sulla base di queste considerazioni si è ora in grado di determinare gli obiettivi da perseguire con l’attività di sviluppo del prodotto procedendo alla fissazione del valore quantitativo che costituirà il target da conseguire nella relativa prestazione risulterà quindi essenziale verificare la coerenza tra le percezioni dei consumatori espresse dal livello di soddisfacimento delle loro richieste e i valori dei parametri quantitativi, sia i target sia quelli realizzati FASE 3: Le interdipendenze tra le caratteristiche il tetto della Casa della qualità colma 2 esigenze conoscitive (6): le relazioni tra richieste del mercato e caratteristiche del prodotto non sono solo biunivoche la modifica di una caratteristica può avere conseguenze su altre per cui diventa importante conoscere con precisione: - sia l’intensità dei legami esistenti - sia il fatto che i legami siano retti da relazione positiva o negativa l’applicazione dello strumento costituisce un importante passo avanti nelle modalità di sviluppo del prodotto in quanto: consente agli uomini del marketing di portare all’interno dell’impresa i bisogni dei consumatori consente ai progettisti di avere richieste del mercato espresse in un linguaggio a loro familiare consente alla direzione aziendale di individuare le linee di azione più opportune il modello della Casa della qualità non si esaurisce al livello della relazione tra le richieste del mercato e le caratteristiche del prodotto, infatti è possibile utilizzare le specifiche tecniche di progetto emerse dalle caratteristiche del prodotto come dati di input di una nuova Casa della qualità da cui ricavare le caratteristiche dei particolari Queste a loro volta costituiranno l’elemento di partenza per la costruzione di un nuova Casa della qualità in cui emergano le caratteristiche delle operazioni di fabbricazione e queste ultime forniranno gli elementi di riferimento per definire le specifiche di produzione Il cammino evidenzia i passaggi necessari per trasferire nelle attività produttive le richieste del mercato e fornisce un'idea delle difficoltà da superare. Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 103 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) L'adozione del metodo QFD (Quality Function Deployment) consente: • definire le caratteristiche del prodotto che rispondono alle reali esigenze del cliente; • codificare su modelli appositi tutte le informazioni necessarie allo sviluppo del nuovo prodotto o servizio; • effettuare una analisi comparativa con le prestazioni dei prodotti della concorrenza; garantire coerenza tra esigenze manifestate e caratteristiche misurabili senza trascurare alcun punto di vista; • integrazione tra i responsabili delle singole fasi del processo circa le relazioni tra qualità dell'output in ogni fase e qualità del prodotto finale; • ridurre le modifiche e le correzioni delle fasi avanzate di sviluppo; • minimizzare i tempi di interazione con i clienti; • coerenza tra progettazione del prodotto e quella del processo di produzione; • aumentare la capacità di reazione dell'azienda; • autodocumentare il progetto nel corso della sua evoluzione; • definire documenti univoci di riferimento, sia per il cliente, che per chi realizza il prodotto. Il Variety Reduction Program il punto di partenza del VRP sta nella percezione che un nuovo prodotto non deve essere innovativo in tutte le sue componenti elementari ma può essere ottenuto grazie alla combinazione originale di alcune parti contenenti novità con elementi preesistenti il Variety Reduction Program ha come obiettivo la minimizzazione della varietà dei componenti e dei processi e, quindi, la riduzione dei costi diretti e indiretti, conservando la varietà finale del prodotto. il VRP si fonda su 5 principi: 1. La scomposizione del prodotto in parti fisse e parti variabili per ogni prodotto viene identificato: - una parte fissa: insieme di parti e componenti comuni a più modelli per le quali si definiscono gli standard e si cerca l’economicità - una parte variabile: insieme di parti necessarie per rispondere in modo differenziato alle richieste dei clienti gli sforzi dell'impresa sono poi rivolti a: a) aumentare il più possibile le parti fisse; b) razionalizzare i metodi produttivi delle parti fisse; c) controllare l'economicità delle parti variabili 2. Il concetto di combinazione La combinazione, i cui principi si richiamano a quelli della modularità, consente di ottenere prodotti finali in uno dei seguenti modi: a) aggiungendo parti diverse a identici elementi di base; b) variando il numero di moduli elementari identici; c) aggregando in modo diverso moduli diversi. Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 104 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) 3. La ricerca della multifunzionalità e dell'integrazione obiettivo: pervenire a una struttura di prodotto composta dal minor numero di parti che incorporino le funzioni desiderate si caratterizzano alcuni componenti con una pluralità di funzioni 4. La definizione degli intervalli per ridurre la varietà dei componenti vengono definiti intervalli che identificano le caratteristiche di un componente di riferimento che verrà adottato in tutti i casi in cui la variabilità dei bisogni rientra nell’intervallo di riferimento 5. I criteri in base ai quali sviluppare la serie principi di riferimento da assumere nell'ordinamento dei valori al fine di evitare la proliferazione eccessiva e disordinata di parti e componenti che ris ulteranno poco utilizzati nel VRP innovativa è la sistematicità nell’approccio attraverso cui si è portati a verificare le possibilità di standardizzazione compatibili con i bisogni del mercato il VPR riesce a costruire un percorso in cui vengono valorizzati gi elementi che, in modo isolato, erano stati enfatizzati, salvo che non è finalizzato alla riduzione del numero dei componenti che formano la struttura dei prodotti e, di conseguenza, anche il numero dei processi di produzione. VPR Vs. Analisi dei valori - l'AV opera su un solo prodotto, nel cui ambito vengono ricercate le ottimizzazioni tra prestazioni e costi nel VPR l'analisi è condotta in modo trasversale a famiglie di prodotti e ciò porta a individuare elementi di comunanza e a ridurre la varietà dei componenti si dall'avvio del progetto. L'obiettivo del VPR è la minimizzazione della somma dei due gruppi di costi: ricerca del minimo VPR Costi Costi funzionali + Costi della varietà Costo della varietà Costi funzionali analisi del valore standardizza zione bassa alta Varietà Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 105 made by mitch&teo [email protected] [email protected] (non vendibile) Considerazioni: 1. tanto più le funzioni si conformano a gruppi sempre più ristretti di utenti, tanto più si riuscirà a attivare processi di Analisi del Valore che siano in grado di minimizzare il costo di tipo F 2. all’interno dell’azienda le attività di progetto relative a prodotti anche simili vengono svolte nel tempo da persone diverse e in diversi contesti per cui vengono individuati come più opportuni processi differenti 3. adattamenti di prodotto e di processo a bisogni sempre più specifici portano all'aumento dei costi causati dalla varietà che possono essere raggruppati in due categorie “V” e “C”: - i costi di tipo V sono inversamente dipendenti dall'entità dei volumi di produzione relativi a ogni prodotto e a ogni processo (numero di utensili, maschere e attrezzature, …) - i costi di tipo C sono connessi alle attività di gestione e coordinamento che crescono in misura più che proporzionale a causa della complessità Questi appunti sono disponibili gratuitamente su http://spiff1281.altervista.org su Licenza FDL 106