Olbia e Dinamo, è amore: «Ora venite a trovarci
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Olbia e Dinamo, è amore: «Ora venite a trovarci
Olbia e Dinamo, è amore: «Ora venite a trovarci» Il gruppo biancoblù da ieri si allena al Geovillage e apre le porte ai tifosi Piscina, palestra e una passeggiata a Pittulongu per cominciare la preparazione Brian Sacchetti e Drake Diener in azione Docche, Sardara, Thomas e Sacchetti durante la conferenza stampa di Guido Piga » OLBIA «Non basta essere carina, devi essere anche simpatica». Slogan di Stefano Sardara. Farebbe bene a chiedere il copyright, il presidente della Dinamo, pri- ma che glielo scippino. Lui lo lancia a Olbia, al Geovillage, nella location che definisce unica e che da ieri ospita la preparazione della squadra di basket che, come dice il titolale della struttura, Gavino Docche, «ha un seguito, oggi, che supera an- che quello del Cagliari calcio». «Vedete - spiega Sardara ai giornalisti -: noi siamo qui per fare sport, ma anche perché, grazie al basket, alle nostre amichevoli con squadre italiane ed estere, diamo un conttibuto all'allungamento della stagione turistica. E sapete che cosa è importante? Che, oltre alla bellezza della Sardegna, le altre squadre sono state attratte dai servizi, dall'offerta complessiva del Geovillage. Anche in Sardegna si possono fare grandi cose». I ragazzi della Dinamo ne sanno già qualcosa: ieri mattina, alle 8,30, allenamento in piscina; poi tutti in palestra sul nuovo parquet; infine ima sgambata in spiaggia a Pittulongu«Oh, mi raccomando: fate sapere che i nostti allenamenti sono pubblici, che ci farebbe piacere avere tanti bambini in palestra» dice Meo Sacchetti. Il coach è bello preciso: «Dalle 17,30, ogni giorno, le nostre porte sono aperte». È l'operazione simpatia che la Dinamo porta avanti da anni, con la sua quadra trasformata in globetrotter, dal nord al sud dell'Isola. Per dire: che il basket sia un altro mondo rispetto al calcio nel bene e nel male - lo dimostra proprio la presenza di una squadra sassarese a Olbia, in piena amicizia. Qualcuno riuscirebbe a immaginale la Torres che fa il ritiro a Olbia? Impossibile. E infatti la musica è tutta un'altra. Quando a Sardara viene fatta una domanda su Datarne, olbiese della Nba, lui coglie la palla al balzo: «Gigi è più di un giocatore di pallacanestro - spiega il patron -. Tecnicamente è fortissimo, e non è un caso che sia andato in America: l'hanno voluto non per fare una scommessa, ma perché lui è una certezza. Ma Gigi è molto di più. In lui l'aspetto umano è qualcosa di unico, soprattutto per il modo straordinario che ha di porsi verso i problemi sociali». «Sì, ma non è di Olbia: è nato in Veneto» provoca Sacchetti. E per un momento la rivalità Olbia-Sassari sembra rivivere. Un decimo di secondo dopo, manco fossimo in FI, Sardara lo stoppa: «Coach, sai bene che è di Olbia...». Non è l'unico siparietto, in questa palla a due tra presidente e allenatore, con il primo che rimprovera bonoriamente il se- Linton Johnson in allenamento e dietro di lui Caleb Green condo per le sue uscite, spesso assai ironiche. Un bel modo per cominciare una stagione che, vista quella passata (ottima) e la campagna acquisti (altrettanto ottima), autorizza la Dinamo a sognare. Lo scudetto? Nessuno ne palla, perché la scaramanzia, nello sport, ha il suo peso. Però la Dinamo vuole fare sul serio, questo sì. Si capirà il 9 settembre, data in cui i sassaressi se la vedranno con la Virtus Roma, finalista la stagione scorsa. «È quella la nostra prima, vera amichevole» spiega Sacchetti, prima di dare la parola a uno dei nuovi, Omar Thomas. «Parla in italiano» gli fa il coach. Ma l'ala piccola si esprime in inglese. Poco importa: si capisce che il posto gli piace e che lui, nella Dinamo, crede.