TURISMO RESPONSABILE:

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TURISMO RESPONSABILE:
TURISMO RESPONSABILE:
un contributo allo sviluppo del Nicaragua e del
Centro America
Atti del seminario
Managua, 28-30 aprile 2003
Con il sostegno del Ministero Affari Esteri italiano – DGCS
In collaborazione con UCA – Università centro Americana
A cura di Matteo Beretta e Giordano Golinelli
ACRA (Associazione di cooperazione Rurale in Africa e America latina)
Via E. Breda, 54 – 20126 Milano
www.acra.it
MARTINO MELLI
Direttore della Cooperazione italiana
in Centro America e Caraibi
Cooperazione internazionale e turismo in Nicaragua
Buon pomeriggio a tutti e a tutte. Vorrei dedicare qualche parola per presentare la Cooperazione italiana.
La Cooperazione italiana è presente in America Centrale e in Nicaragua. È principalmente impegnata nella
lotta alla povertà tramite una visione trasversale che include temi importanti come l’educazione, la salute, lo
sviluppo delle economie locali, la tutela ambientale, il rispetto dei diritti delle donne e dei bambini, la lotta
contro lo sfruttamento minorile, lo sviluppo della piccola e media impresa, il rispetto dell’ambiente nel piano
di controllo per la conservazione ambientale.
Con questa visione abbiamo accompagnato e finanziato iniziative ed eventi come questo e cioè utili a uno
sviluppo sostenibile nel rispetto dei Paesi e delle popolazioni locali.
Tutti sappiamo quanto siano importanti per il Nicaragua il turismo e l’ambiente. Il Nicaragua è un Paese che
possiede grandi potenzialità nell’ambito delle risorse naturali che possono trovare una felice applicazione
nello sviluppo turistico; lo sviluppo economico derivante da una crescita del turismo potrebbe essere
incredibile.
Questa iniziativa è promossa dalla Cooperazione italiana grazie ai nostri amici di ACRA, i quali hanno la
capacità di coinvolgere le popolazioni, gli attori locali, per cercare opinioni e suggerimenti in modo tale da
poter dirigere e sviluppare attività economiche, in questo caso turistiche. Prendendo in considerazione non
solo discussioni teoriche, che possono avere luogo in qualsiasi Paese in Europa, ma giungendo direttamente
nei Paesi interessati e coinvolgendo tutti gli attori per ricercare ulteriori elementi.
Senza prendere molto tempo agli amici presenti a questa iniziativa, mi piacerebbe approfittare del fatto che ci
troviamo in un ambiente universitario, un luogo di pensiero, di riflessione, di studio, per sottolineare alcuni
punti che considero molto importanti: alcuni spunti di riflessione, perché questo evento è un incontro tra
persone che riflettono, pensano e offrono suggerimenti.
Penso che un discorso sullo sviluppo turistico sostenibile deve considerare certi elementi: il primo, che
considero importantissimo per il Nicaragua, è lo sviluppo economico locale; il secondo è il rispetto e la
conservazione dell’ambiente; il terzo elemento riguarda l’ordinamento territoriale, la gestione del territorio
in relazione all’ambiente. Un altro elemento importante per il Nicaragua è la conservazione delle risorse
culturali. I nicaraguensi sono ricchi dal punto di vista culturale, archeologico e storico.
Dunque, concludendo l’intervento, mi piacerebbe mettere sul tavolo questi quattro o cinque punti molto
interessanti sopra i quali vi invito a riflettere e a considerare tutti gli elementi presenti, in modo tale che gli
amici che ci accompagnano possano elaborare una strategia di sviluppo sostenibile relativa al turismo.
Grazie.
GOLINELLI GIORDANO
ACRA Italia
Turismo responsabile e educazione allo sviluppo
Tendenze costruttive nella globalizzazione: spunti dal Sud del mondo (Ecotrends) è un progetto di
educazione allo sviluppo (o di global education) di ACRA – e altre sette organizzazioni non governative
italiane – che affronta i temi del turismo responsabile e delle medicine tradizionali nelle loro interrelazioni al
tema del commercio equo e solidale.
Il progetto è cofinanziato dal ministero Affari Esteri italiano, Direzione generale cooperazione allo sviluppo
Il progetto si svolge in Italia dal giugno 2002 con azioni in tutti i settori nei quali lavoriamo nel Nord del
mondo: formazione nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli istituti di ricerca. Convegni,
seminari pubblici e di settore, pubblicazioni divulgative e di carattere scientifico.
Il dibattito è aperto e ogni attore relazionato al progetto sta dando il suo contributo.
Il principio al quale facciamo riferimento è che ci sono possibilità di usare gli strumenti della globalizzazione
in un modo eticamente responsabile, che non discrimini nessuno e che non sia fonte di nuove esclusioni o
peggio di nuova povertà. Si tratta di promuovere nuove forme di interrelazione tra Nord e Sud del mondo che
possano fondarsi sul rispetto reciproco (garantendo, per esempio, diritti umani e di cittadinanza), su una
gestione sostenibile delle risorse naturali e con una redditività a lungo termine che si distribuisca in tutti i
settori della società civile. La partecipazione responsabile di tutti gli attori di sviluppo (dalle istituzioni alle
comunità locali) è una condizione imprescindibile per lo sviluppo sostenibile, in qualsiasi settore dell’attività
umana.
Abbiamo individuato i temi turismo responsabile e medicine tradizionali perché c’è un interesse e un
dibattito aperto sulle possibilità concrete che questi due settori possano contribuire a risolvere i problemi di
povertà e di “sottosviluppo” che riguardano molte aree del mondo, che possano quindi essere ragione di
sviluppo sostenibile in alternativa ad altri modelli che non lo sono.
Per le medicine tradizionali abbiamo individuato come area di approfondimento i Paesi dell’Africa
occidentale, in particolare il Senegal, e per il turismo responsabile il Centro america, in particolare il
Nicaragua. Questo anche perché ACRA già lavora nelle aree geografiche e nei due Paesi in particolare.
Normalmente i progetti di educazione allo sviluppo si sviluppano solo al Nord del mondo. Si cerca di
approfondire il dibattito sui temi dello sviluppo e di sensibilizzare le persone ai problemi del “sottosviluppo”
del Sud del mondo, per esempio promuovendo un consumo critico dei prodotti e dei servizi che propone il
mercato. Noi invece cerchiamo di estendere il dibattito, ecco perché il progetto Ecotrends, tra le sue attività,
vuole lasciare spazio alla voce del Sud del mondo: promuovendo due seminari nei Paesi che abbiamo
individuato. Oggi siamo qui per iniziare quello del Nicaragua. Vogliamo ascoltare quello che il Sud del mondo
vuole dire rispetto ai due temi del progetto, partendo dalle istituzioni fino alle comunità locali; chiediamo il
vostro contributo.
In conclusione voglio ringraziare tutte le persone che hanno partecipato all’organizzazione di questo
seminario e tutti voi che siete qui presenti, oggi e nei prossimi giorni, portando un’ultima considerazione.
Parliamo di turismo, dei differenti modelli possibili per un suo sviluppo in relazione all’ambiente naturale e
alle comunità locali, questo è vero, però invito tutti voi a non dimenticare che siamo qui perché crediamo che
un certo modello di turismo possa contribuire a risolvere il problema della povertà e dell’ingiustizia nel
mondo. Questo non possiamo dimenticarlo. Grazie di cuore.
BRUNA STORNAIOLO
Terra Nuova - Progetto ECOTRENDS
È il turismo uno strumento per lo sviluppo sostenibile?
Vorrei iniziare il mio intervento parlandovi di Terra Nuova, di quello che fa e della sua filosofia riguardo al
tema che oggi affrontiamo. La nostra missione nell’ambito del progetto Ecotrends, di cui Terra Nuova è
partner, è stata quella di organizzare due convegni a Roma: questo sul turismo responsabile è uno sulle
medicine tradizionali che si svolgerà il prossimo19 maggio.
Terra Nuova è un’associazione di volontariato che opera sin dal 1969 promovendo progetti di cooperazione
nei paesi in via di sviluppo. I nostri interventi si caratterizzano per la piena partecipazione delle comunità
locali e per la promozione di processi di sviluppo che mirano all’auto-sostenibilità di queste comunità.
In questo contesto, alcune delle richieste delle comunità locali negli ultimi tempi sottolineano l’importanza
dell’avvio di attività turistiche nei propri territori. Infatti, in un modo o nell’altro la componente turistica è
stata parte dei progetti di sviluppo proposti da tutti i coordinamenti di Terra Nuova.
Non è compito facile definire le modalità di partecipazione delle comunità locali in turismo. Nella maggior
parte dei casi, i progetti di sviluppo prevedono programmi di formazione di guide turistiche, in altri casi si
parte dall’analisi di potenziale turistico della zona per arrivare alla pianificazione di vere e proprie strutture
turistiche. Ciò nonostante, siamo convinti che, date le caratteristiche devastanti degli impatti in ambito
economico, socio-culturale e ambientale del turismo, il problema deve essere analizzato in modo integrale,
complessivo, senza tralasciare, per futuri interventi, quei rischi e vantaggi che lo sviluppo di quest’attività
potrebbe arrecare alle comunità locali nei PVS.
Il dibattito su questa tematica è appena agli inizi e la risposta a la domanda che ci poniamo in
quest’intervento non è facile. Da un lato conosciamo il deterioro di intere zone per colpa del turismo, d’altro
lato capiamo che quest’attività può migliorare la qualità della vita di intere comunità nei PVS.
Molti di noi, impegnati da anni nel settore della solidarietà, sensibili al malcontento di intere popolazioni
allontanate da zone che sono diventate meta turistica; di pescatori che, per la stessa ragione, non hanno più
accesso alle coste della loro terra o di comunità che hanno visto calpestata la loro dignità e la loro cultura, ci
siamo sentiti in dovere di studiare il modo in cui poteva il turismo essere compatibile con lo sviluppo
sostenibile. La nascita in Italia dell'AITR è una mostra di questo impegno, la volontà di molte ONG di
integrare il turismo con lo sviluppo economico locale ne è un altro, per non parlare poi del lavoro che portano
avanti le associazioni di tutela ambientale, i circoli turistici alternativi, le associazioni culturali,
naturalistiche, le università, alcuni mezzi di comunicazione di massa, e via dicendo.... Attualmente la
maggior parte di queste strutture fanno parte dell'AITR.
Siamo quindi tutti coinvolti, in un modo o nell'altro, nel processo di valutazione del turismo come strumento
per lo sviluppo sostenibile. Al momento verifichiamo, ognuno nella propria realtà, il contributo di
quest'attività alla sostenibilità globale. Analizziamo due concetti fondamentali.
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
IL TURISMO SOSTENIBILE
“Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni
delle generazioni presenti senza compromettere le
possibilità per le generazioni future di soddisfare i
propri bisogni”
“Lo sviluppo turistico è sostenibile se è capace di
soddisfare le esigenze dei turisti di oggi e delle
regioni ospitanti prevedendo e accrescendo le
opportunità per il futuro”
(Brundtland Commission – 1987)
World Tourism Organization – 1995)
Questi concetti, scaturiti da forum e da conferenze internazionali, come riferisce la Carta d'identità per viaggi
sostenibili, conducono a ulteriori documenti, carte e piani d'azione per l'adozione di misure specifiche che
permettano di superare gli ostacoli e promuovere l'integrazione del turismo in una strategia di sviluppo
sostenibile più ampia.
Le raccomandazioni nella Carta d'identità per viaggi sostenibili, sono indirizzate all'utente (turista
viaggiatore individuale o di gruppo), all'organizzatore (tour operator, agenzia, associazione culturale, ecc. del
paese di partenza) e alle comunità locali ospitanti (settori dell'industria turistica, autorità, istituzioni
turistiche e governi locali e gruppi di cittadini non direttamente coinvolti nel business turistico).
Questo concetto, raffigurato nel prossimo slide, presenta tutti gli attori che, in un modo o nell’altro, sono
coinvolti nell'operazione turistica sostenibile.
Il turismo è un’attività complessa, dove ognuno di questi attori dovrà giocare un ruolo fondamentale se si
vuole che il turismo contribuisca alla sostenibilità globale, compresa la lotta contro la povertà.
Però, ci domandiamo: hanno tutti questi attori a loro disposizione una carta d'identità del turismo
responsabile, o un piano d'azione del turismo sostenibile pienamente accettata e in vigore, o per lo meno la
sensibilità necessaria per agire in modo coordinato e rispettoso? Come agire in senso alternativo rispetto al
gigantesco ingranaggio costituito dalle leggi del mercato?
Per quanto riguarda il mercato turistico italiano, i viaggiatori responsabili sono in costante crescita, come è
costante il lavoro di educazione allo sviluppo che realizzano alcune ONG su tutto il territorio nazionale.
Esiste, d’altro canto, un’offerta turistica alternativa rispetto all'offerta turistica tradizionale (basta vedere il
numero di soci dell'AITR per rendersene conto). In più la Carta d'identità per viaggi sostenibile costituisce
ormai un documento indispensabile di consultazione per la programmazione dei viaggi.
Ciò nonostante, per quanto riguarda gli altri attori, non è facile l’individuazione di piani d’azione che
puntualizzino la necessità di agire in modo sostenibile per quanto riguarda l’attività turistica, così come non
sono chiari gli obiettivi o la volontà di avviare delle alleanze strategiche per questo fine. Andrebbe, per
esempio, consolidato il rapporto con l'industria turistica cosiddetta “tradizionale”, con le istituzioni, con le
università, con gli istituti di formazione professionale. Andrebbero, insieme ai mezzi di comunicazione,
rafforzate le campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, dei potenziali viaggiatori.
Per quanto riguarda le destinazioni, le ONG assumerebbero un ruolo preponderante per la propria
condizione di fautori della sensibilizzazione delle comunità di base e delle amministrazioni locali. Infatti, in
teoria, alcuni governi dei Paesi in via di sviluppo hanno adottato ufficialmente come politica di Stato i
principi stabiliti dal Codice globale di etica per il turismo (OMT 1999).
CODICE GLOBALE DI ETICA PER IL TURISMO
1.
Contribuire alla mutua comprensione tra popoli e società
2. Essere motore della realizzazione individuale e collettiva
3. Essere un valore di sviluppo sostenibile
4. Contribuire ad aumentare l’eredità culturale della specie umana
5.
Essere un’attività benefica per ospiti, paesi, comunità
6. Riservare fondi cauzionali per lo sviluppo turistico
7.
Attuare i diritti del turismo
8. Contribuire alla libertà di movimento turistico
9. Operare per i diritti dei lavoratori e degli imprenditori dell’industria turistica
10. Mettere in opera i principi del Codice globale di etica per il turismo (so propone la costituzione
di un (Comitato Mondiale per il Turismo Etico)
Questo significa che anche se esiste la volontà dei governi, questa non garantisce che ci sia un impegno
sincero nell’adozione di pratiche sostenibili di turismo. Anzi, il più delle volte si assiste a vere e proprie
“svendite” all’investimento straniero dei territori più pregiati, facendo passare in un secondo piano la
necessità di salvaguardare e valorizzare il patrimonio sociale, culturale o ambientale che sia.
Inoltre, per capire se il turismo può diventare uno strumento di sviluppo sostenibile, dovremmo prima
conoscere la posizione dei donatori, per i quali il turismo solo recentemente comincia ad essere preso in
considerazione nelle politiche di sviluppo, più precisamente dopo il recente summit mondiale di
Johannesburg dove specificamente si definisce il turismo come:
“uno strumento per lo sviluppo sostenibile dei Paesi del Sud del mondo e come attività
economica produttiva volta ad alleviare la povertà nei Paesi in via di sviluppo”
D'altro lato, di fronte a necessità vitali più immediate delle comunità locali nei PVS, non esiste da parte loro
una precisa definizione sui livelli di partecipazione richiesti perché questa attività sia considerata sostenibile,
così come non esiste ancora un'esperienza affermata della cooperazione allo sviluppo su progetti di questa
portata. Inutile ribadire che la sostenibilità nel turismo richiede una chiara presa di posizione da parte delle
comunità locali, alle quali appartiene il territorio e le risorse.
Andrebbero valutati i rischi che l'attività turistica può recare alle comunità locali e che vanno studiati di volta
in volta; così come vano studiati i vantaggi dell'attività se la si gestisce in modo organizzato, secondo criteri di
sostenibilità e comunque partecipato.
FORME DI COINVOLGIMENTO COMUNITARIO IN TURISMO:
DALLA FORMA PASSIVA A QUELLA ATTIVA, DAL MODO INDIVIDUALE A QUELLO COLLETTIVO
Natura del coinvolgimento
Coinvolgimento passivo
Coinvolgimento attivo
INDIVIDUI
Individui delle comunità locali
impiegati in imprese turistiche e
coinvolti nella
commercializzazione delle risorse
Imprese gestite da imprenditori
locali
Il cambiamento richiede
Formazione, crediti, accesso ai mercati, politiche ufficiali di appoggio
ISTITUZIONI COMUNITARIE
LIDER
Ricevono entrate collettive
Ottengono ingressi diretti
Per esempio, donativi o
sovvenzioni dagli operatori privati
per eseguire le regole
Per esempio, ottenendo in
concessione risorse,
compromettendo la collaborazione.
Partecipazione piena
Rete di industrie locali
somministrando la maggior parte dei
beni e servizi
Decidono sui guadagni e le
modalità operative
Hanno voce e voto nelle decisioni
prese dalla pianificazione territoriale
Possiedono imprese comunitarie e
approvano le decisioni dei
pianificatori territoriali
Gestiscono collettivamente le risorse
comunitarie
Il cambiamento richiede:
Le comunità decidono su: diritti e proprietà sulle risorse e sulla presenza nei mercati; si richiedono competenze
per esercitare pienamente quiesti diritti.
TUTTI I MEMBRI DELLA
COMUNITA’
Imparare dalle decisioni
comunitarie
Il cambiamento richiede:
Processi partecipativi che coinvolgano gli individui nei processi decisionali
Ricevere in modo equo le entrate
comunitarie
Sono consultati sulle decisioni
comunitarie nella pianificazione
territoriale
Partecipazione collettiva nelle
decisioni sull’uso delle risorse, sulle
entrate e sui conflitti
Queste sono solo alcune riflessioni sulla sostenibilità e il turismo, sul ruolo delle ONG e la necessità di
approfondire la tematica con tutti gli attori coinvolti in un’attività che da sola non può rappresentare uno
strumento di sviluppo sostenibile, ma un complemento ad altre attività produttive locali. E’ inoltre nostro
compito non far diventare il turismo un’altra utopia di benessere per le popolazioni dei paesi in via di
sviluppo.
Non si può parlare di turismo soltanto dal punto di vista della domanda, anche se responsabile, ma è preciso
affrontare il fenomeno integralmente attraverso indicatori sugli impatti economici, socio-culturali e
ambientali dell’attività sui territori e le comunità locali nei PVS.
Sono convinta che il dibattito che si aprirà nel presente Convegno, ci servirà da spunto per l’inizio di un
dialogo ora più che mai necessario sulla tematica in questione.
Grazie.
MIGUEL TORRES
Progetto Araucaria Rio San Juan
Turismo e aree protette
Buona sera a tutti. Ringrazio innanzi tutti ACRA e UCA (Università Centroamericana) per avermi invitato a
partecipare a questo evento.
Quando mi informarono della possibilità di partecipare a questa serata, dissi chiaramente agli organizzatori
che io non sono uno specialista nel settore turistico. In questo senso non vengo a fare una lezione o una
conferenza su questo tema. Mi sembrava però interessante che questo evento potesse avvalersi in qualche
misura dell’esperienza che stiamo portando avanti nel Rio San Juan da un anno, e cioè non un progetto
esclusivamente di turismo, ma che comunque possiede alcuni aspetti che si riferiscono a questo settore.
Dunque, mi sembrava opportuno presentare questa esperienza come studio di un caso particolare e che
poteva quindi servire come termine di paragone per il dibattito tra voi.
La relazione si divide in due parti; una è per introdurvi nel contesto in cui stiamo lavorando, e cioè il
programma Araucaria. Successivamente verrà espresso cosa è il “Proyecto Integral Araucaria – Rio San
Juan” così che sarà possibile condividere con voi tutta la serie di attività che porteremo a termine nei
prossimi anni nell’ambito specifico del turismo.
Il programma Araucaria è un programma della Cooperazione spagnola a livello ispanoamericano che ha
come obiettivo la conservazione della biodiversità e l’applicazione dello sviluppo sostenibile in America
latina. Questo programma ha tre principi di base: conservazione della biodiversità, sviluppo umano e
rafforzamento delle istituzioni locali o delle capacità locali. Esistono undici progetti con caratteristiche molto
speciali in tutta l’America latina; sono progetti in aree molto rappresentative dal punto di vista ecologico, in
ecosistemi molto ben conservati con alto potenziale di sviluppo e dove si può intravedere uno stretto legame
con lo sviluppo nazionale. Tutti questi elementi si incontrano nel territorio del Rio San Juan, che fu scelto per
questo programma per la implementazione di un progetto integrale. Gli ultimi progetti che si sono aggiunti al
programma sono un progetto in Argentina e un altro progetto in Nicaragua. Il progetto integrale inizia
mediante un convegno di collaborazione tra i governi di Spagna e Nicaragua: è una cooperazione tra Paesi,
ma la nomina come ente esecutore è affidata al ministero dell’Ambiente nicaraguense. L’obiettivo del
progetto è la conservazione di ecosistemi chiave per il mantenimento dell’equilibrio ecologico, lo sviluppo
umano e il progresso economico del Nicaragua. Il preventivo di investimento su cui confidiamo per gli anni
2002-2006, si aggira attorno ai due milioni e mezzo di dollari (non è un progetto supermilionario) ma la
cosa interessante da commentare qui, è che è un progetto integrale che – come vedremo – lavora con attori
delle piccole e medie imprese, nell’ambito della gestione dei rifiuti, dell’ecoturismo, del patrimonio storico, i
quali sono gestiti dal ministero dell’Ambiente e delle risorse naturali (Marena).
L’ambito geografico nel quale stiamo lavorando è l’area di confine della Reserva biosfera del Sureste. Come
voi sapete, la Reserva biosfera del Sureste viene a sostituire il vecchio SI-A-PAZ e ne aumenta il territorio;
infatti è formata da sette aree protette: Solentiname, Guatuzos, El Castillo, Rio San Juan (dove il progetto
agisce direttamente), e poi la riserva Indio Maiz, Punta Gorda e Cerro Silva. Noi operiamo lungo tutta la
linea di frontiera. Le componenti specifiche del progetto si riferiscono alla conservazione della biodiversità,
che poi si declina in tutto il sistema di vigilanza, controllo, gestione delle risorse naturali (cosa che compete al
ministero dell’Ambiente) e dei musei nazionali.
Stiamo parlando di un progetto che dovrebbe durare cinque anni: a tutt’ora non abbiamo ancora incorporato
questi nuovi ambiti né alcuno di quelli che ora commenterò, ma l’ idea è di andare ad aggiungerli nello
sviluppo del progetto. Evidentemente le università sono inserite in tutto ciò che concerne la ricerca relativa
alla biodiversità e sfruttamento delle risorse naturali.
La fase successiva è quella che riguarda lo sviluppo di tutto il tessuto economico e che ha a che vedere con
tutte le attività e facilitazioni che dal progetto si rivolgono al sistema produttivo e al tessuto economico locale.
Il progetto è diviso in tre componenti: la prima di appoggio alla media e piccola impresa, la seconda di
appoggio allo sfruttamento delle risorse naturali, la terza è specifica per il settore turistico. La terza
componente, quella turistica, si riferisce più specificatamente al rafforzamento istituzionale locale e alla
partecipazione sociale per la gestione ambientale. In cosa appoggiamo le municipalità? Appoggiamo i
comuni nell’applicazione delle leggi nell’ambito della gestione ambientale. Stiamo parlando di acqua
potabile, acque nere, rifiuti, ordinamento territoriale1. Il progetto ha una tendenza chiaramente ambientale e
in questa direzione va l’appoggio rivolto alle municipalità.
Quale è il contesto di lavoro che trovò il gruppo che formulò questo progetto in rapporto all’aspetto
organizzativo e di promozione turistica? Ci troviamo davanti a un alto valore patrimoniale del territorio.
Valore patrimoniale altro perché è un territorio dall’alto valore ecologico con una grande bellezza
paesaggistica, con un alto potenziale di biodiversità e di risorse naturali (in questo caso stiamo parlando del
patrimonio naturale). Esiste un altro patrimonio di enorme rilevanza e che personalmente a me sembra
molto più interessante dell’aspetto precedente perché ha a che vedere con tutto il patrimonio storico
custodito da questo territorio, che praticamente è uno degli assi della storia del Nicaragua negli ultimi secoli.
Abbiamo moltissimi resti e residui ancora legati alla rotta di passaggio (transito), esistono molte
imbarcazioni affondate e disseminate lungo la riva del fiume. Il territorio racchiude una grande quantità di
resti archeologici. Sappiamo che ci sono due fortezze identificate come tali, ma secondo gli studi, esistono
altre quattro fortezze interrate che non resistettero al passare dei tempi, è certo però che i resti devono
essere ancora presenti.
Quando parliamo di patrimonio, parliamo di cose semplici come la gastronomia – cosa che adoro provare
ogni volta che mi reco in loco – abbiamo il robalo, i gamberi di fiume, il sabalo reale, sostanzialmente è un
tipo di gastronomia molto legata al fiume e al mare. Tutto questo è un valore patrimoniale aggiunto al
territorio. Inoltre gli abitanti di questo territorio possiedono tutti una cultura affascinante, un interessante
stile di vita. Il patrimonio territoriale è ciò che permette a quest’area di avere ottime potenzialità. È forse per
questi motivi e non per altri, che il territorio è considerato dalla INTUR come una delle zone di speciale
rilevanza per lo sviluppo del turismo in Nicaragua.
Questo fatto mi sembra molto importante, perché secondo me un elevato valore patrimoniale tende ad
attrarre un turismo di livello medio e alto. Un turismo che in generale tende a essere molto rispettoso della
identità locale e attento alla conservazione ecologica del patrimonio. Credo che questa sia una delle grandi
potenzialità che possiede questo territorio. Il turismo che si sta approntando lì, è un turismo che
probabilmente è molto interessato a tutto ciò che è ecologia, storia, identità locale. Per me questo è il più
grande potenziale dell’area.
Francamente, quando ci caliamo nel territorio riscontriamo diverse difficoltà. Le più evidenti riguardano il
fatto che tutto questo patrimonio non viene posto al servizio dei turisti. Non esiste nel territorio la sufficiente
capacità di ospitalità per trattenere un turista per più di una sola notte. È evidente che nel territorio del Rio
San Juan il turista arriva, dorme e il giorno dopo riparte perché realmente non ha nulla da fare, non c’è nulla
che gli si possa offrire. Insomma, non esiste un prodotto turistico consolidato.
Quando parliamo di capacità di accoglienza, non stiamo parlando della capacità di carico, che è una cosa
diversa, ci riferiamo alla capacità di ricezione turistica; abbiamo poche infrastrutture legate al turismo, una
scarsa diversità di offerte e poi – evidentemente – abbiamo poche risorse umane locali e poco preparate,
poco formate in questo ambito, molto empirico nella maggior parte dei casi. Ma abbiamo molta volontà e
molte informazioni sul fatto che il turismo – realmente – in questo momento può rivelarsi come l’alternativa
più fruttuosa per quest’area. Evidentemente, quando non si ha nulla da offrire, la vendita e la promozione
turistica risultano molto condizionate. Pensiamo quindi che per il progetto si deve realizzare un grande
sforzo e un grande investimento per migliorare i livelli di capacità di accoglienza turistica, perché stiamo
lavorando nella promozione e nella vendita di un prodotto turistico che ancora non esiste. Il nostro modo di
vedere le cose è che dapprima si dovrà fare uno sforzo in questa direzione e successivamente si entrerà in
dettagli più specifici.
Per concludere, noi intendiamo appoggiare con il progetto soprattutto la realizzazione di infrastrutture,
quelle direttamente relazionate al turismo e quelle non direttamente interessate ma che sono altrettanto
importanti.
A proposito di infrastrutture direttamente relazionate: riabiliteremo il centro di interpretazione di El Castillo,
migliorandone le esposizioni. Si prevede a lunga distanza (due o tre anni) la costruzione del Centro di
interpretazione della natura a San Juan del Norte e c’è un’altra serie di investimenti che si otterranno e che
1
Molti progetti di Cooperazione internazionale si focalizzano sulla tutela ambientale di territori fragili, ponendo in
secondo piano gli altrettanto delicati sistemi sociali. Questo è dovuto al fatto che la discussione internazionale trascina
con sé uno storico retaggio ambientalista, frutto della “rivoluzione verde” scoppiata nei primi anni Settanta. La più
generale riflessione relativa al turismo responsabile, abbraccia la totalità delle tematiche che caratterizzano una località
passibile di riqualificazione turistica, si parlerà quindi di un aspetto sociale, un aspetto ambientale e, ovviamente, un
aspetto ambientale (N.d.R.).
hanno a che vedere con la realizzazione di sentieri ecoturistici, uffici di informazione, diffusione delle
informazioni relative agli insediamenti presenti sul territorio.
Avete osservato che tutti gli ambiti qui considerati sono rivolti all’iniziativa turistica e a ciò che faremo nel
settore turistico. In questo senso il progetto appoggerà l’apporto dell’acqua potabile a San Juan del Norte, un
elemento fondamentale e vitale per tutti, popolazione locale e turisti. Si lavorerà negli ambiti delle acque nere
a El Castillo e nella gestione dei residui solidi. Quest’anno inizieremo gli studi di pre-investimento e l’anno
prossimo incominceremo l’investimento per tutto l’aspetto della gestione, includendo i depositi dei rifiuti e
tutto ciò che riguarda l’infrastruttura urbana, parchi, arredo urbano ecc.
In quanto al tema del miglioramento dei servizi, esiste tutto un programma di attenzione e di assistenza
tecnica permanente, c’è uno specialista per le medie e piccole imprese che ne curerà l’andamento dal
principio alla fine del progetto, includendo l’artigianato e il turismo; ci sono inoltre due specialisti nel settore
turistico che si sono aggiunti quest’anno e che nello stesso modo vanno ad accompagnare e organizzare tutti i
servizi che adesso si stanno promovendo nel territorio.
Esiste anche una nostra particolare attenzione per promuovere e diversificare l’offerta turistica. Ci troviamo
in un territorio dove molta gente pagherebbe per pescare, tuttavia, non c’è nessuno che porta il turista a
pescare, così come nessuno porta il turista a vedere la grande quantità di reperti storici presenti sul territorio.
Tra le altre cose tutto ciò permane perché coloro che oggi offrono i servizi turistici sono all’oscuro di tutte le
possibilità che ci sono e non percepiscono l’importanza che può avere per un turista questo tipo di servizio.
Allora proponiamo un grande sforzo in direzione di questo tema.
Anche per quanto riguarda la promozione turistica abbiamo attività dirette e indirette.
Le attività indirette sono quelle che hanno un alta valenza strategico. L’idea è di valorizzare il territorio
nell’ambito mondiale nel modo seguente: includere la riserva nella Rete mondiale della riserva di biosfera. La
riserva è certificata a livello nazionale, ma non è ancora incorporata nella rete mondiale di riferimento. Il
mese prossimo presenteremo la scheda tecnica alla UNESCO. È una pratica praticamente conclusa, ci
abbiamo lavorato per otto mesi. La Reserva biosfera del Sureste era nella lista indicativa che il governo del
Nicaragua presentò all’UNESCO, ma non ebbe l’opportunità di sviluppare la scheda tecnica necessaria per
analizzare la proposta. Il problema dell’Istituto di cultura (INC) è che non sanno come affrontare la parte
naturale di questa scheda ed è lì che noi li appoggeremo con il nostro progetto.
Le azioni dirette che stiamo approntando ora devono dare i loro risultati a lungo termine e hanno molto a che
vedere con l’offerta turistica. Tutto quello che si sta offrendo in questo momento è decisamente
disorganizzato – secondo la mia opinione – e così è più difficile la vendita del prodotto turistico.
Evidentemente noi non vogliamo sostituirci agli organismi regionali o nazionali incaricati di queste cose,
bensì vogliamo affiancarci a loro e mettere in campo la nostra esperienza che deriva da tanti anni di lavoro in
questo territorio.
Nell’ambito della protezione e promozione del patrimonio, quest’anno si è incominciato con la dichiarazione
a Patrimonio nazionale del cimitero di San Juan del Norte. Una nuova attrattiva da conoscere purtroppo
sottoposta a tanti anni di saccheggio. Evidentemente non si può proteggere ma esiste uno sfondo legale che
definisce questa tutela e in questo periodo, rappresentanti dell’INC hanno realizzato tre viaggi a San Juan del
Norte per dei rivelamenti archeologici, per inventariare tutto il registro dei beni storici del luogo, il tutto in
coordinazione con il comune. Di fatto l’inventario del registro storico (compiuto da una settimana) è stato
realizzato tramite la popolazione la quale è stata coinvolta nel raccogliere dati. I rappresentanti dell’INC e il
comune hanno una buona strategia per coinvolgere la popolazione e per renderli partecipi in tutte le
prossime azioni di protezione.
Esiste un grande finanziamento per appoggiare il corpo di guardia forestale del MARENA (Ministero
dell’ambiente e delle risorse naturali) per i mezzi di comunicazione, per i mezzi di trasporto, per le strutture
di controllo che devono in sostanza contribuire alla protezione delle risorse naturali.
Si lavorerà al programma di miglioramento delle abitazioni tradizionali a El Castillo, un programma di
appoggio della Cooperazione spagnola che fu molto importante nella seconda metà degli anni Novanta2 e che
restò abbandonato perché si ritirò la cooperazione; noi però intendiamo riprenderla e affiancarla con una
ricerca archeologica in collaborazione con l’INC.
2
Molti finanziamenti giunsero in America latina dalla Spagna in occasione dei cinquecento anni dalla scoperta
dell’America. Molti, dietro a tanta profusione, vollero scorgere un pericoloso richiamo al neocolonialismo spagnolo.
(N.d.R.)
Altre azioni hanno a che vedere con l’ordinamento territoriale e urbano e in questo ci riferiamo al contesto
legale. Non solo come progetto, ma come Cooperazione spagnola, che negli ultimi quattro o cinque anni ha
appoggiato progetti di gestione nelle quattro aree dove interveniamo. Questo ha a che vedere con le
disposizioni per l’uso e lo sviluppo dell’attività turistica. Si allaccia a un processo di zonificazione, cioè,
proporre aree (zone) nelle quali si può o meno sviluppare l’attività turistica: per esempio il rifugio del Rio San
Juan è un luogo destinato a un turismo di medio impatto.
Il piano di gestione segna con precisione e ci consiglia come dobbiamo costruire, come dobbiamo trattare i
nostri rifiuti, come dobbiamo trattare flora e fauna che ci circonda, quali attività sono permesse e quali no.
Per esempio, la lancia a motore o le moto d’acqua non sono permesse. Da qui, cominciamo a definire, in
funzione della fragilità e delle realtà ecologiche dei territori, l’attività turistica.
D’altra parte lavoriamo sui piani di ordinamento urbano di San Juan del Norte, di Sabalos e di El Castillo con
una idea sul fatto che queste città non hanno una crescita accelerata e spontanea, cosa che nel lungo periodo
può pregiudicare lo sviluppo dell’attività turistica.
Nel dibattito tra MARENA e INTUR (Istituto nicaraguense del turismo) per lo sviluppo del turismo
sostenibile nella Repubblica di Nicaragua si definiscono regole che disciplinano l’attività turistica nelle aree
protette. Per molti anni INTUR ha definito tutte le normative ma mancano ancora alcune disposizioni. Lì è
dove noi intendiamo appoggiare la sua azione, che non solo riguarda il Rio San Juan ma tutto il territorio
nazionale.
Un nostro socio è l’Istituto di Cultura (INC) con il quale abbiamo un dibattito costante (ed esiste anche un
programma di lavoro congiunto) e aspettiamo per questo mese di maggio che si definisca un accordo di
collaborazione tra le parti. Loro dovrebbero lavorare nell’ambito del recupero, conservazione e promozione
del valore del patrimonio storico. Il nostro progetto si offre di coprire il territorio che l’INC non riesce a
coprire. Chi realmente sta portando avanti tutto il lavoro è l’INC e quando il lavoro sarà terminato buona
parte dei meriti saranno loro. Chiaramente questa è la proposta che presentiamo a tutte le istituzioni che non
hanno la capacità di coprire tutto il territorio, questo è ciò che offriamo.
I comuni con i quali abbiamo un accordo firmato sono: El Castillo, Sabalos e San Juan del Norte. Loro, tra le
atre cose, devono intervenire nello sviluppo urbano, nella gestione ambientale del territorio e dei propri
paesi. Ma hanno le capacità praticamente per tutto, per esempio: la conservazione del patrimonio storico.
Ci sono vari soci locali, mi riferisco a varie ONG, che stanno lavorando nel territorio. Molte delle cose che vi
sono state dette si stanno realizzando tramite le ONG o i gruppi con i quali stiamo lavorando.
Uno di questi soci è la fondazione FUNDAR (ONG), che è la “Fundacion Amigos de Rio San Juan”, che ha
fatto tutti i progetti di gestione del territorio. Noi semplicemente come Cooperazione spagnola abbiamo
finanziato progetti e associazioni come la Camera del turismo locale, l’Associazione di ecoturismo municipale
di El Castillo, l’Associazione di artigiani di El Castillo, l’Unione di pittori e artigiani di Solentiname, con tutti
questi gruppi dobbiamo lavorare.
Per finalizzare i progetti siamo molto attenti e interessati a incorporare o finanziare la maggior parte delle
attività che possiamo. La scheda dell’UNESCO della Riserva della Biosfera a livello Mondiale è co-finanziata
da due o tre donatori e lo stesso avviene con l’acqua potabile a San Juan del Norte, finanziate dal FISE, da
DANIDA e da progetto ARAUCARIA.
YELBA VALENZUELA
“Finca Esperanza Verde”
San Ramon, Matagalpa
Ecoturismo in Nicaragua
Buona sera, il mio nome è Yelba Valenzuela e lavoro sviluppando un progetto di ecoturismo a San Ramon,
Matagalpa. Il progetto è un scambio tra una ONG degli Stati Uniti e un gruppo di persone di San Ramon.
L’idea è sviluppare l’economia locale del comune di San Ramon tramite l’attività turistica.
Iniziammo comprando il terreno e osservando che aveva un gran potenziale, quindi ci rendemmo conto che
potevamo fare ecoturismo. Cominciammo costruendo una piantagione di agricoltura sostenibile con camere
e stanze singole per alloggiare in un ambiente salutare e pulito i turisti che desideravano visitare il comune di
San Ramon.
La proprietà è posta a 1.200 m di altezza sopra il livello del mare, presenta una temperatura che va dai 24°
del giorno ai 12° della notte. È una proprietà con un ecosistema molto salutare, è un luogo molto sicuro, non
abbiamo delinquenza nelle vicinanze. Abbiamo accordi con la polizia nazionale in modo tale che ci
controllino per qualsiasi situazione che si possa presentare.
Il terreno si trova a 30 km da Matagalpa. Esperanza Verde è un’iniziativa dove l’obiettivo fondamentale è lo
sviluppo economico del comune di San Ramon tramite l’uso delle risorse naturali esistenti e la cultura della
popolazione. Abbiamo iniziato quattro anni fa con la costruzione di tutta la proprietà visto che non c’era
niente di costruito. Abbiamo predisposto anche una piantagione di caffè, costruito edifici e una strada per
poter iniziare il progetto. I padroni del terreno – come dissi precedentemente – sono una ONG straniera,
senza scopo di lucro, che si chiama, San Ramon Sister Communities. All’inizio eravamo due gruppi non
ufficiali, ma oggi siamo legalmente riconosciuti in Nicaragua e negli Stati Uniti. Nella proprietà esistono le
condizioni di base perché i turisti si trovino a loro agio. Abbiamo strutture di alloggio, di ristorazione (su
prenotazione), energia rinnovabile, servizi vari e sentieri di montagna. Pensando sempre a offrire un buon
servizio di qualità, abbiamo esaminato l’acqua e abbiamo ottenuto un certificato che dichiara la nostra acqua
potabile per l’essere umano e inoltre dividiamo la spazzatura. Tutti i rifiuti organici li convertiamo in
compost che successivamente usiamo nella lavorazione del caffè; separiamo plastica e carta e la portiamo in
un posto autorizzato dal comune e dal MINSA (ministero della Salute). Abbiamo un’assicurazione per i turisti
che visitano la proprietà. Questa assicurazione è per qualsiasi incidente che occorre per colpa nostra a un
turista locale o straniero.
Siamo otto impiegati, quattro nell’amministrazione (io inclusa), un autista, una signora delle pulizie e i
contadini che coltivano il caffè. Gli impiegati ricevono un trattamento corretto, a parte il salario (il doppio di
ciò che riceve un comune campesino), ricevono una parte integrativa per l’assicurazione. I contadini, come gli
impiegati, hanno diritto alla salute per qualsiasi rischio sul lavoro, come alla pensione. Ricevono tutte le
prestazioni sociali corrispondenti secondo la legge di questo Paese e condizioni dignitose nelle loro
abitazioni.
Abbiamo due settori di intervento: l’ecoturismo, di cui vi sto parlando e la coltivazione del caffè; il nostro
caffè è classificato gourmet di altitudine e lo vendiamo in Carolina del Nord negli Stati Uniti, certificato come
biologico, sotto ombra e amico degli uccelli. Le compagnie di lavoratori che tagliano il caffè ricevono da noi il
triplo di ciò che prende un contadino in una proprietà tradizionale. Anche queste compagnie ricevono
un’assicurazione antinfortunistica mentre lavorano nella proprietà.
Anche la ONG ha promosso l’acquisto di caffè biologico negli Stati Uniti a diversi compratori e molti sono
giunti a San Ramon a comprare caffè proprio tramite noi, si sono rivolti anche a piccoli produttori a San
Ramoneños dove la qualità del caffè è paragonabile a quella di Esperanza Verde.
La proprietà è inserita nella Ruta del café tramite CANTUR (Camera delle piccole e medie imprese turistiche)
e INTUR, abbiamo promosso l’attività e paghiamo la relativa quota.
Inoltre stiamo cercando di entrare nella più generale Iniciativa Verde Centroamericana nel quadro del
Progetto de promozione dello sviluppo sostenibile per mezzo del turismo (FODESTUR-GTZ).
Una delle attività ecoturistiche che realizziamo è la presentazione al turista del mondo del caffè. I lavoratori
introducono il turista nel mondo del caffè, gli mostrano come si taglia, come si lava, come si spolpa, come si
sceglie e come lo inviamo alla vendita. Abbiamo anche un allevamento per il commercio di larve di farfalla, in
collaborazione con MARENA e con il ministero dell’Agricoltura dove loro ci danno tutti i requisiti o i tips
corrispondenti in modo che i nostri prodotti possano raggiungere gli Stati Uniti
I servizi che offriamo sono:
•
Alloggiamento in camere;
•
Camere private con energia rinnovabile;
•
Strutture di ristoro;
•
Acqua potabile;
•
Sentieri interpretativi in montagna;
•
Servizi di guida locale;
•
Escursioni a cavallo;
•
Altri tipi di escursione.
Per gli interscambi culturali avviciniamo il turista con i nativi del paese tramite diverse attività, una delle
quali potrebbe essere la consegna di materiale didattico da parte dei turisti ai bambini, esiste infatti una
vicinanza tra il maestro, i bambini e i turisti. È un aspetto molto educativo e il turista può vivere con la gente
del luogo. Questo lo realizziamo tramite i fondi che otteniamo con il turismo, accumuliamo una sufficiente
quantità di denaro per comprare il materiale necessario. Inoltre, nei due anni precedenti, abbiamo costruito
una scuola nella comunità vicina alla nostra con una spesa di cinque mila dollari e dove oggi 68 bambini
stanno studiando dal livello prescolare fino al quarto grado. Inoltre portiamo i turisti ai campi di baseball
campesinos e raccogliamo soldi in modo tale che si possano comprare equipaggiamenti sportivi. Facciamo
escursioni nel territorio circostante come lungo il Rio Wuabule che si trova in una riserva nazionale di bosco
secco. Durante le serate organizziamo interscambi culturali tra i contadini e i turisti.
Parlare di turismo sostenibile e di turismo responsabile significa avere coscienza. Questo progetto ha preso
sul serio la comunità in generale, ma anche la responsabilità e la qualità turistica. La proprietà è rustica, ma
voi vi trovereste in un luogo pulito e comodo dove passare una buona vacanza, senza la necessità di troppo
lusso e cose inutili che noi non vi possiamo offrire. Cerchiamo di spiegare al turista prima di arrivare alla
proprietà ciò che realmente gli stiamo offrendo in modo tale che non si crei aspettative sbagliate.
Il MINSA ha fornito indicazioni alle nostre cuoche su come preparare i cibi. Inoltre sono stati fatti esami per
verificare la presenza di parassiti all’interno delle vie respiratorie. Sono state formate a riguardo
dell’accoglienza dei turisti. Sono persone che vivono nella comunità.
Nel comune il progetto ha stretti legami con le autorità locali e nel paese di San Ramon abbiamo predisposto
case – alloggio educando i proprietari su come accogliere eventuali turisti. A volte, abbiamo fatto dei prestiti
a queste persone in modo da migliorare le condizioni delle camere dove ricevere i turisti.
In base a tutto quello che vi ho detto, posso affermare che stiamo facendo un turismo responsabile,
sostenibile, educativo e scientifico. Per questo ci azzardiamo a dire che stiamo facendo un ecoturismo
responsabile.
Molte grazie.
FRANCISCO ZAMORANO CASAL
Istituto del Turismo (INTUR)
Analisi istituzionale e turismo sostenibile
Buona sera, il mio nome è Francisco Zamorano e vengo a rappresentare il governo.
Responsabilità nel settore turistico significa molte altre cose. Nel turismo si corrono molti pericoli; pericoli di
dire cose che vanno fuori dal contesto, soprattutto in un’attività civile, economica, legale e giovane, come è il
turismo.
Il turismo è giovane, ha una cinquantina d’anni, è un prodotto che nacque dalla società post-bellica e postindustriale. Quando parliamo di turismo non dobbiamo perdere di vista la parola responsabilità. In questo
senso, desidero essere un poco responsabile con voi.
Chi di voi conosce qualcosa che si chiama Piano di governo per il turismo 2002-2006? Chi lo conosce? È
molto importante, (credo che non si sono alzate più di dieci mani) perché non si può parlare del futuro del
turismo in Nicaragua senza conoscerlo.
Per questo dovrò mettere in gioco diversi documenti, da un lato rappresenterò – ovviamente – la parte
istituzionale che riguarda la proposta del governo, in questo caso l’INTUR, ma sono anche un professionista
del turismo e anche un esperto di sviluppo – ho tre cappelli da pormi – e inoltre me ne aggiungo un altro:
sono anche un amministratore del tempo libero. Questa è la mia professione, ricordate che per fare turismo
servono soldi e competenza, e se una di queste due condizioni viene a mancare non possiamo discutere se
avere o fare turismo. Ho quindici anni di esperienza nel settore turistico e ancora non so niente del turismo,
nonostante abbia pubblicato anche libri sul turismo. Dico questo perché penso uno conosce meno l’attività di
quanto possa credere.
Fortunatamente i tagli preventivati alla INTUR non vi colpiscono, perché è un istituto. Abbiamo capitali
nostri, viviamo di altri fattori e questo è importante saperlo, in modo che quando ci tocca parlare di qualche
attività, lo facciamo con conoscenza di causa ed effetto.
Questo ha a che vedere con il Piano di sviluppo 2002-2006, che è stato elaborato in prospettiva. Sempre ci
sono state lamentele su come i latinoamericani abbiano affrontato differenti momenti per lo sviluppo delle
attività in differenti Paesi perché i governi non hanno una visione prospettica. Vi voglio dire che questo Piano
di sviluppo 2002- 2006 del turismo ha una prospettiva di 25 anni. È stato realizzato tramite un’analisi
corretta di studi con consulenti internazionali.
Esiste un’inquietudine relativa all’atteggiamento dell’istituzione: dove va il turismo? Cosa sta facendo il
Nicaragua dal punto di vista del settore turistico? Il mio primo invito è di conoscere il Piano di sviluppo e se
qualcuno di voi ci viene a trovare alla INTUR, sarà ben ricevuto, vi daremo le informazioni o ve le potremo
inviare via Internet.
Il primo punto della strategia per lo sviluppo del turismo, riguarda la creazione di un clima di vendita
adeguato e il governo, in questo caso l’INTUR, è un ente che facilita l’attività turistica. Successivamente si ha
l’identificazione degli attori del turismo. Chi c’è in questo gioco? È molto importante la partecipazione degli
imprenditori in questa fase, ma devono avere rappresentatività anche le camere come nel caso del Rio San
Juan con Henri Sandino (il rappresentante di CANTUR per la regione del Rio San Juan, N.d.R.), ma devono
esserci anche le ONG che aiutano lo sviluppo come nel caso di MEDA (Mennonite Economic Development
Associates).
Dobbiamo avere l’appoggio di tutte le istanze del governo ed è importante che la polizia sia con noi, ecco
perché quando abbiamo sviluppato certe politiche per facilitare il turismo abbiamo anche creato una polizia
turistica che nel corso di questi due anni e mezzo ha lavorato con noi. Abbiamo lavorato per sapere chi sono
coloro che stanno promovendo l’attività turistica, in modo tale da migliorarne la formazione.
Non è molto lo spazio ed è molto poco il tempo per dirvi ciò che tante volte ho ripetuto: è incredibile che un
Paese che ha 3.482 camere d’albergo, abbia più di 6.000 studenti di turismo con un solo tipo di carriera
universitaria relativa al turismo sostenibile, quella della UNAN (Universidad Nacional Autonoma de
Nicaragua).
Un altro punto che tocco riguarda il miglioramento e il rafforzamento della legge sul turismo, perché è
incredibile che non abbiamo una legge sul turismo. Non avendo una legge sul turismo è difficile avere una
regolamentazione. Il libero mercato, la libera impresa è importante e lo è più ancora quando parliamo di
governo liberale. In questo senso, si deve avere una proposta di legge che aiuti la regolazione dell’attività
turistica. Che non la faccia il governo – e io mi includo in esso – ma che la facciate voi impresari e
rappresentanti di attività economiche.
All’interno di ciò che riguarda il clima delle vendite esiste qualcosa di importante che si chiama:
decentralizzazione. Noi non promuoviamo attività e tanto meno dal centro. Parliamo di sviluppo locale.
Questo è uno dei punti strategici del turismo. Ritorno a invitarvi a leggere il Piano di sviluppo perché vediate
dove stiamo andando.
Il secondo punto strategico riguarda l’ambito in cui mi trovo più a mio agio, l’area della pianificazione
strategica della creazione di prodotti. È molto importante l’identificazione dei siti con un potenziale turistico,
non solo per caratteristiche storiche, culturali o ambientali, ma anche relativamente a tutti gli elementi che
sono necessari alla infrastruttura, struttura e soprastruttura turistica, che integrano l’attività e che formano
un settore economico molto importante.
In questo secondo luogo comune dello sviluppo del prodotto, abbiamo un asse trasversale che è precisamente
ciò che riguarda tutta l’attività presente nell’offerta principale che il Nicaragua può possedere attraverso le
sue attrazioni culturali e naturali; deve esistere questa trasversalità e si chiama sostenibilità.
Questo termine è stato coniato nel 1982 e in quel periodo, ancora attuale, si diceva: cercare lo sviluppo
sostenibile, ma si erano dimenticati di una piccola parola importante per questa attività. La parola che oggi si
maneggia è: umano. Per chi è lo sviluppo? Ma per l’essere umano, grazie all’essere umano e attraverso
l’essere umano. Finalmente questo ci porta alla responsabilità. Turismo responsabile o turismo sostenibile, in
buona sostanza possiamo dire che sono due sinonimi.
Chiaro che per fare in modo che si abbiano le condizioni della sostenibilità, non è importante la forma, bensì
la base di questi contenuti, che devono avere certe condizioni. Spero che in questi venti minuti mi seguiate
per poterveli passare.
A proposito dello sviluppo del prodotto segnaliamo le dieci macro regioni dell’istituto. Macro regioni in cui il
Paese è stato diviso a causa delle sue caratteristiche e dove a volte sono uniti due o tre dipartimenti, per
poter, secondo le sue caratteristiche, trasferire sviluppo locale. Dalle caratteristiche particolari, macro,
scendiamo alle zone speciali di sviluppo che all’inizio furono 87. Adesso parliamo di 142 zone speciali di
sviluppo turistico. Da qui passiamo ai punti strategici che sono studi di sviluppo e progettazione; ce ne sono
tre: abbiamo il porto di Corinto, San Juan del Sur e supponiamo il triangolo formato da: la Laguna de Perlas,
Blufields e Corn Island. Sono punti strategici di sviluppo. Successivamente segnaliamo sette itinerari
turistici.
L’ultimo dei tre punti di cui stiamo parlando, si chiama: Promozione turistica con la creazione di una
immagine turistica. A proposito di questo, domani ascolterete gente di FODESTUR – GTZ, ascolterete cose
relative al territorio centroamericano, tanto piccolo, tanto grande.
Nell’attualità si parla di alleanze strategiche. Alcuni chiamano queste alleanze, “cluster” (parola americana),
che significa agglomerato. Finalmente parliamo della stessa cosa. Le alleanze strategiche, per essere oggi più
competitive, non si devono limitare ai vantaggi del confronto. Per questo abbiamo da ottenere vantaggi
competitivi. La parola “cluster” è tanto vecchia quanto l’uomo. “Quando due fabbri si unirono per produrre
formarono i loro piccoli “clusters”, seicento anni fa. Ma successe già mille anni fa, è semplicemente una
questione di moda delle parole. Queste sono alleanze strategiche per facilitare l’essere competitivo, creare le
condizioni migliori. Questo corrisponde alla parte istituzionale, in qualità di istituto offriamo un progetto
interessante che è stato creato in accordo e armonia con le necessità nazionali, fedeli al mandato
dell’istituzione di traslare la proprietà e le attività economiche a coloro cui corrispondono.
L’educazione turistica in Nicaragua è molto interessante, quattro anni, cinque anni e mezzo, quando la
tendenza è di ridurre, qui si va aumentando in molte università e questo lo dico con cognizione di causa.
Nell’istituto abbiamo lavorato per inserirci nel Consiglio Interuniversitario del Turismo (CITUR) che
comprende 20 delle 22 università che studiano turismo. Abbiamo un contatto con la Sorbona di Parigi e
siamo impegnati in altre attività.
Ciò a cui voglio arrivare è questo: abbiamo 540 materie di studio differenti a cui si rivolgono gli studenti in
Nicaragua per una carriera pressoché identica, che ha due sbocchi: la progettazione o la gestione, niente più,
non ci sono altre opportunità. Fortunatamente stiamo lavorando su questo e si stanno realizzando azioni
rivolte alla correzione di questa situazione, perché abbiamo deciso di prenderci puntualmente la
responsabilità. La responsabilità verso un turismo sostenibile o sostentabile. No, non combattiamo per la
terminologia. La traduzione diretta sarebbe: “turismo mantenido”.
E’ importante parlare della responsabilità che riguarda ognuno di coloro che sono qui. Quale è la
responsabilità che abbiamo verso questa attività in qualità di professore, cattedratico, studente? Quale è la
responsabilità degli studenti verso lo sviluppo del turismo sostenibile?
L’attore principale è un turista, è un essere umano, non importa se italiano, ecuadoriano, messicano o
nicaraguense. Sono esseri umani coloro che fanno turismo e questo implica una responsabilità. L’equità
sociale è per l’uomo e la sostenibilità nell’ambiente è ancora per l’uomo.
Per poter arrivare fino a questa sostenibilità dobbiamo considerare diversi fattori che qui, attraverso i
programmi dell’UNESCO, (mi metto il cappello di esperto di sviluppo), chiameremo fattori di tolleranza.
Gli esseri umani sono complessi e ci costa fatica metterci d’accordo e il turismo è un veicolo di pacificazione,
è un veicolo di acculturazione, è un veicolo che aiuta a migliorare le condizioni dell’essere umano. Per parlare
di un turismo responsabile si deve prendere in considerazione la giustizia sociale, l’equità per poter
partecipare nella presa delle decisioni sia nello sviluppo locale sia nello sviluppo macro economico. Questo è
il vero turismo responsabile.
Un terzo fattore molto importante: l’adattabilità. Ricordate che l’unica cosa veramente permanente è ciò che
cambia. Ciò che oggi è valido qui, può non esserlo domani. Se non esiste o non si ha questa adattabilità al
cambiamento e questa responsabilità, non otterremo assolutamente niente. La sostenibilità, nuovamente, si
deve perseguire da subito.
Se non esistono queste caratteristiche all’interno dell’attività turistica, sarà molto difficile che potremo
realizzare un turismo responsabile. Innanzitutto come esseri umani. Risulta che il turismo è un diritto umano
e come diritto proviene dalle necessità più elementari. Per questo devo avere questa responsabilità verso il
turismo, verso l’essere umano per migliorare le sue condizioni generando certi presupposti che a volte non si
possono misurare in maniera macro economica. I sostenitori della sostenibilità non sono economici ma sono
rivolti alla qualità della vita.
Come può il turismo arrivare a misurare queste condizioni? Casualmente tutta la necessità umana ha un
diritto che la sostiene. Per esempio: il diritto all’alimentazione, il diritto all’educazione, il diritto alla cultura,
il diritto al tempo libero e a una vita dignitosa.
Il turismo è un elemento di progettazione, di cultura. Nel parlarvi di tutto questo, desidero che voi abbiate
una responsabilità, voglio principalmente che siate molto coscienti di questo, per esempio: la responsabilità
di Henry nel Rio San Juan come rappresentante della CANTUR, della polizia quando arrivano i turisti, di
ognuno di noi specialisti del turismo, come cattedratici, come cooperanti esterni.
Per migliorare queste condizioni dobbiamo responsabilizzarci tutti noi qui presenti.
Chi sa quale è lo slogan di quest’anno per la Organizzazione mondiale del turismo (OMT)? Che giorno
festeggiamo il giorno mondiale del turismo?
E’ il 27 di settembre e lo slogan di quest’anno dice: “Il turismo diminuisce la povertà”. E’ un veicolo di
sviluppo e di protezione dell’ambiente. In cui tutta la società civile, organismi di governo, accademie e noi
come governo, abbiamo qualcosa che si chiama responsabilità per lo sviluppo umano sostenibile del
Nicaragua e del mondo intero.
Grazie.
JUAN IVAN BUGNA
Presidente della Camera nicaraguense di turismo – CANTUR
Turismo e capacità imprenditoriale
Buona sera, sono Ivan Bugna presidente di CANTUR.
Questa sera andiamo a presentare un lavoro che facemmo insieme alla società civile e grazie al quale
vogliamo che voi vi rendiate conto dell’importanza che ha l’università all’interno di qualsiasi progetto
turistico nell’ambito locale. Ciò che presenterò oggi è il seguito della struttura che dovemmo costruire per
realizzare questo prodotto. Questo prodotto è indirizzato verso il turismo rurale, l’ecoturismo, il turismo di
avventura e l’agriturismo. Per poter realizzare questo lavoro dovemmo convocare la società civile e per
questo ci avvicinammo alle autorità municipali e insieme (il comune, la Camera e la INTUR) potemmo
riunire la società civile.
In questa società civile ci riflettiamo immediatamente: l’università è uno degli attori principali dello sviluppo.
Poi le ONG, i proprietari terrieri, i promotori di servizi (albergatori, ristoratori, tour operator, etc.).
La cosa più importante che desideriamo esplicare oggi è che per creare un clima di vendita nel nuovo
turismo, che è il turismo locale, il turismo di avventura e l’agriturismo, necessitiamo della partecipazione di
tutto il mondo, non è la responsabilità dei soli tour operator o dei prestatori di servizi, adesso necessitiamo
della partecipazione di tutta la società civile.
La situazione attuale del Nicaragua prevede che alcune delle attrazioni principali siano le bellezze naturali, il
grande parco di attrazioni turistiche, la riserva privata, il vulcano, il lago e in particolare il sole e la spiaggia
sulla Costa Atlantica. Presenteremo quelle che sono le attrattive rurali che normalmente non siamo abituati a
vedere in una presentazione turistica.
Adesso vedremo la parte dedicata alla “Ruta del cafè”, poi presenteremo l’offerta virtuale delle imprese
turistiche, quella che permise la creazione di un pacchetto e poi presenteremo un prodotto finito e cioè la
“Ruta de Jinotega” dove vedrete un prodotto certificato da un tour operator durante la vendita. La mappa
della “Ruta del cafè” passa per Carazo, Matagalpa, Jinotega e Nuova Segovia.
Siamo orgogliosi di aver raggiunto il miglioramento dell’offerta imprenditoriale che fu preparata in forma
virtuale esplicando come funziona una offerta commerciale e cioè: ognuna delle persone che lavora
nell’ambito turistico – dal proprietario terriero, all’albergatore passando per l’autista, etc. – possiede una
relazione commerciale.
E’ importante, semplicemente, perché se non riusciamo a convincere il proprietario terriero o l’allevatore,
che sono le persone che vivono all’interno della proprietà, che il denaro si trova lì di fronte a loro, che il
denaro è negli uccelli e nelle piante che sono lì, ma anche che non si devono lanciare le pietre agli uccelli o
tagliare le piante e gli alberi, se non riusciamo a creare questo clima di vantaggio commerciale proprio nella
persona che più aggredisce la natura, non potremo mai creare un clima di vantaggio economico, ne fare di
questa gente, imprenditori. Ma non possiamo nemmeno arrivare alla proprietà e dire alle persone che ci
vivono: signore, smetta di tagliare legna, smetta di seminare fagioli, perché la natura è bella. Il contadino non
capisce che può commercializzare ciò che ha all’interno del suo terreno e se nessuno gli va a spiegare come
farlo, allora non otterremo niente.
In questo lavoro, noi, siamo riusciti a convincere il contadino a lavorare con noi in modo che riceva una
formazione, che realizzi un inventario della sua proprietà e che inizi a vendere il prodotto che possiede.
Cerchiamo di convincere il padrone del terreno e l’allevatore. Il risultato è ciò che abbiamo raggiunto a
Jinotega.
Dobbiamo prendere in considerazione che è più facile convincere le persone che posseggono coltivazioni di
caffè e i contadini che non devono tagliare gli alberi e che si deve rispettare la natura per un beneficio
personale. Così facendo si rendono immediatamente più attenti verso la vegetazione.
Vorrei presentarvi (dopo aver presentato un prodotto virtuale), un prodotto reale che è già in vendita e che i
tour operator tengono ben presente e inserito all’interno della loro offerta commerciale. Significa che il
contadino ha capito che i tre dollari che otterrà per l’ingresso nella sua proprietà lo aiuteranno un poco.
Capirà che lo aiuterà a sopravvivere e potrà evitare di tagliare e vendere legna all’interno della sua proprietà.
Questo è un lavoro della gente di Jinotega che vi presentiamo oggi, per questo dobbiamo riconoscere che
questa gente sta imparando ad amare ciò che possiede la loro terra.
Qualcosa di importante che dovete sapere voi studenti, che decideste di studiare turismo, che decideste di
studiare biologia, perché aveste l’opportunità di decidere tra dieci, quindici o venti carriere, è che un
allevatore di una finca o molti dei proprietari terrieri, devono inevitabilmente produrre, loro forse non
scelsero questo lavoro ma lo dovettero fare per vivere e sopravvivere. Per questo è molto importante
riconoscere il passo che fecero. Questo compromesso che fecero con l’impresa privata all’interno del “cluster”
del turismo per essere parte di un itinerario turistico, attribuendosi il dovere di curare ciò che hanno. Perché
alla fine loro ne guadagneranno.
All’interno di questa offerta turistica loro guadagnano sempre perché sono tre dollari per ogni persona che
entra nella proprietà. Il turista è accolto meravigliosamente. Recentemente fummo a visitare la proprietà di
Jinotega per vedere se al turista necessitava una “tortilla”, un uovo con fagioli, riso e formaggio fatti
all’interno della proprietà stessa. Tutto ciò possiede un grande potenziale.
Questa offerta commerciale rappresenta i programmi che possono venir offerti a livello mondiale. Ogni
programma sarà interpretato tramite l’operatore che vuole venderlo. Questo lo stiamo promovendo tramite
la Cancelleria, INTUR, a tutti i tour operator. In questo lavoro l’università partecipò attivamente e fu svolto
tramite un’opera di decentramento. Ogni destinazione ha un dipartimento. Recentemente visitammo
Matagalpa, Jinotega e il 16 e 17 andremo a Ocotal.
Con questo è terminato il tempo della mia relazione. Se desiderate, potete visitarci, il nostro ufficio si trova
presso l’Hotel Cesar e lì voi potrete vedere e ricevere un CD di ogni itinerario turistico. Potete parlare con la
signora Ninoska che è qui presente. Potremmo offrirvi le informazioni che desiderate, dati, fotografie, tutto
questo è a vostra disposizione. Perché CANTUR desidera che l’Università continui a partecipare così come ha
partecipato nei dipartimenti.
Molte grazie a tutti, è stato un piacere stare con voi.
Momento di domande e risposte.
Domanda:
Buona sera, il mio nome è Mariluz Baltodano e ho una perplessità che forse lei mi può chiarire. Vediamo che
il Nicaragua è pieno di risorse naturali bellissime, preziose, divine, vedo la “Ruta del cafè” e credo anche di
aver letto tabacco. La mia domanda è: se CANATUR, INTUR, altre organizzazioni, ONG, si stanno
incaricando di aiutare questa popolazione, che staranno ricevendo i turisti, staranno pensando di venire in
Nicaragua? Perché, non solo necessitiamo essere tutti professionisti, penso che la parte operativa è quella che
necessita di maggior importanza.
Risposta:
Ha ragione, la società civile è molto importante ed è rappresentata nelle destinazioni turistiche. Noi non
possiamo inventare un’altra società civile. Noi speriamo che poco a poco la società civile si ampli e si ampli la
partecipazione di tutte le organizzazioni, tutta la gente, in modo tale che realmente prendiamo a cuore la
capacità di ricevere una grande quantità di turismo, imparare lingue. Tutto questo è un lavoro di lungo
periodo. So che si sta realizzando un lavoro di formazione che so essere realizzato con INTUR, INATEC e noi
di CANTUR.
Domanda:
Esiste qualche brochure dove la CANTUR a rivolto al pubblico i suoi obiettivi, le sue mete e le differenti
attività? Ha dei rappresentanti nei diversi dipartimenti del Nicaragua? E se esiste ciò, è molto importante che
si divulghi soprattutto a tutte le municipalità.
Grazie.
Risposta:
Si, abbiamo un CD che si chiama: la “Ruta turistica de Nicaragua”; contiene otto itinerari turistici: spiaggia,
sole, ecoturismo, la “Ruta de cafè”, etc. A parte questo, abbiamo una pagina web: www.cantur.com nella
quale per il momento trova spazio solo la parte dedicata al caffè, ma in una quindicina di giorni sarà abilitato
completamente e inoltre si potranno visionare 25.000 diapositive.
Inoltre, nella nostra pagina web troverà tutta la lista dei nostri soci, ci sono tutti i nomi dei presidenti
dipartimentali, tutte le località dove hanno sede i nostri uffici in tutto il Paese, sempre per contattarci. Tutto
questo è a sua disposizione. Esiste anche un CD dove è possibile visionare il lavoro della CANTUR, questo
però ha un costo di 5 dollari.
Domanda:
Buona sera, il mio nome è Hans Palacios e vengo in qualità di rappresentante degli studenti di turismo della
UNAN, Managua. Noi vogliamo sapere cosa aspettate (come CANTUR) da noi studenti di turismo.
Risposta:
Noi vogliamo che prendiate in considerazione:
1. Il turismo ha cambiato il mondo (dopo l’11 settembre è cambiato ancora di più);
2. Adesso c’è un turismo intelligente, adesso il turista vuole sapere, vuole conoscere la cultura
nicaraguense, la sua gastronomia, la sua storia, etc.
Questi turisti vengono in piccoli gruppi da 20 o 30 persone e molti sono indirizzati al settore ecoturistico. Il
turista paga e va cercando camminate da tre o quattro ore di seguito all’interno di una coltivazione evitando
di trovare veicoli, niente di artificiale.
Questo è il messaggio che vi vogliamo dare. Smettiamo di cercare investitori da 500 milioni di dollari per fare
hotel da 2.000 camere, cerchiamo un investimento poco aggressivo, da uno o due milioni di dollari che
permetta la protezione del valore che possiede il Nicaragua e cioè le sue risorse naturali.
CARLOS IVAN TORRES
Universidad Americana – UAM
Turismo sostenibile
“Formazione tecnica significa: qualità nei servizi turistici”
Buona sera, voglio ringraziare prima di tutto la UCA per darci questa opportunità.
Il tema che affronteremo è: Formazione tecnica uguale a qualità dei servizi turistici. Questa uguaglianza la
otteniamo tramite la relazione integrale dei processi per sviluppare tutte queste attività turistiche che ci ha
segnalato Juan Ivan Bugna. Noi abbiamo avuto l’opportunità durante gli ultimi tre anni di fornire formazione
e competenza alle piccole e medie imprese ed è stata un’esperienza molto positiva. Le nostre azioni hanno
contribuito da un punto di vista di breve periodo a elevare la qualità del servizio. Allo stesso modo abbiamo
avuto la possibilità di visitare la Costa Rica e fondamentalmente la nostra esperienza si rivolse alla
formazione tecnica.
In Costa Rica un cuoco per prepararsi riceve 781 ore di lezione più un periodo di pratica e alle volte entra in
relazione con diverse imprese prima di lavorare formalmente, in modo tale che quando comincia a lavorare
formalmente ha tutta la competenza tecnica necessaria.
Qui ci sono alcuni dati statistici molto importanti che mostrano come l’attività turistica va crescendo.
Comunque nelle statistiche del 2002 c’è una breve variazione in senso opposto. Si deve iniziare ad analizzare
questa discesa perché è la prova che il turismo si sta facendo definitivamente intelligente e selettivo. Se
osservate il secondo quadro relativo alla provenienza dei nostri turisti, notate che principalmente vengono
da: Honduras, Stati Uniti, Salvador e Costa Rica. Ciò che ci mostra è che non siamo legati al mercato
europeo. Tutto questo influisce sulla formazione tecnica. Queste analisi dimostrano che si deve studiare la
domanda. Il turismo vuole competenza tecnica da parte del personale operativo che è quello che garantisce il
servizio.
Portiamo questo fattore sulla domanda e su qualche altro fattore che sta incidendo. Per esempio: i turisti che
ci richiedono servizi hanno una educazione migliore, conoscono in modo migliore l’ambiente. Esiste un
interesse crescente verso la conoscenza delle comunità autonome, indigene. I mezzi di trasporto si sono
sviluppati maggiormente e questo ci permette di visitare luoghi in cui prima era impossibile arrivare. I mezzi
di comunicazione hanno giocato un ruolo molto importante nella divulgazione del turismo. Esiste un’infinità
di programmi dei mezzi di comunicazione che promuovono le nostre località storiche, i nostri itinerari
turistici e il potenziale turistico che il Nicaragua possiede. Questo crea una domanda turistica relativa a
coloro che desiderano conoscere l’ecologia e l’ambiente.
Come stiamo analizzando la formazione tecnica, cosa si può pensare, quali sono i servizi del turista? Per
rispondere a tutto ciò vi presenteremo un’esperienza concreta effettuata in Perù. Si tratta di circa 3.000
interviste realizzate all’aeroporto di Lima nel corso di due anni. L’obiettivo di questa inchiesta consistette nel
domandare ai turisti quali fossero i loro servizi richiesti. Valutando questa inchiesta peruviana in relazione al
Nicaragua, ci troviamo aspetti interessanti da prendere in considerazione. Per esempio, il turista da molta
importanza al comportamento del personale, è un punto chiave. Per raggiungere la perfezione i nicaraguensi
necessitano di affinare la tecnica, non è sufficiente che il nicaraguense sia amichevole, deve avere tecnica per
ricevere dei turisti. Altri punti interessanti: alloggiamento di scala inferiore, trasporto e guide turistiche. Il
prezzo è posto in secondo piano per il fatto che se si è in presenza di una piacevole località turistica, con un
buon trattamento e un adeguato alloggiamento, il turista è disposto a spendere. Da queste analisi si evince
ciò che viene denominato turismo intelligente.
Una domanda fondamentale per il turista straniero riguarda la sicurezza personale, la pulizia e la sicurezza
nel trasporto. Per loro è fondamentale che la guida turistica sia esperta del luogo, che sia puntuale e ben
educata.
In buona sostanza, queste sono le richieste del turista straniero. L’importanza di porsi nei panni del turista è
fondamentale perché ci permette di fornire le adeguate competenze al nostro personale.
Tornando al caso del Nicaragua, voi potrete osservare nella mia presentazione virtuale alcune lamentele e
reclami che qualche imprenditore ci rivolge. E’ qui dove si deve lavorare per risolvere questi problemi
ricordando che nelle lamentele e nei reclami è presente lo sviluppo della impresa.
Tutto questo ci indica dove abbiamo le nostre difficoltà di fronte al servizio. Per esempio: la perdita di tempo,
onestà nell’offerta, guide non all’altezza e prive di conoscenza storica e dell’inglese, etc., si offrono cose che
non ci sono. Dobbiamo essere etici nell’informazione. Tutto ciò riguarda le competenze che dobbiamo
sviluppare.
L’occasione che avemmo nell’INA in Costa Rica mi permise di dire che i costaricensi furono abbastanza
gentili e ci mostrarono tutto ciò che facevano, ci mostrarono tutte le possibilità concrete. Loro non fanno
formazione a nessuno che non si trovi in una situazione concreta. Se vogliono insegnare come si fa il
cameriere, lo faranno in un bar, in qualche ristorante o in una scuola specifica. Fu un’esperienza molto
interessante, che non significa seguirli pedissequamente loro, da prendere in considerazione.
Chi volesse affrontare la scuola alberghiera in Costa Rica dovrà effettuare 911 ore di lezione più il periodo di
pratica, un addetto alla sicurezza per l’impresa turistica necessiterà di 774 ore, cuoco professionale 740 ore e
guida turistica 1.042 ore (incluso lo studio dell’inglese). Forse questo potrà sembrare una fantasia, qualcosa
di irreale. Ma è positivo esserne a conoscenza e iniziare a lavorare in questa direzione.
Faremo una proposta alle imprese e questi seminari servono proprio per discutere e per passare delle
informazioni. Noi crediamo che nella formazione tecnica è possibile migliorare il livello di qualità del
personale specializzato nei ristoranti. Abbiamo cuochi professionisti, pasticceri professionisti, camerieri
professionisti. Esiste una serie di tecniche che vanno al di là di saper maneggiare un menù; i piatti, che il
cameriere deve conoscere, regole di cortesia, una certa formalità. Tutto questo ci da competitività. C’è
formazione tecnica nel nostro Paese, ma è di breve durata. Non esiste ancora una formazione di lunga durata
che ci permetta di formare il capitale umano per il settore turistico. E’ necessario iniziare a lavorare per
arrivare ad avere questo tipo di risorsa umana. Noi speriamo che con questa formazione (se si realizzerà)
raggiungeremo una miglior efficienza, risparmio di tempo, meno dispersioni, lavori di manutenzione, meno
spese e rischi per il personale e aumento dell’autostima nei lavoratori.
Concludendo, se si ottiene lo sviluppo di questa formazione tecnica, evidentemente avremo maggior qualità
nei servizi, avremo imprese più competitive. Non bisogna perdere di vista l’essere competitivi. Peculiare il
caso dell’Honduras che pur non possedendo tutte le caratteristiche attrattive del Nicaragua, ha visto il suo
settore turistico crescere del 20%. Noi non solo vogliamo che i turisti vengano in Nicaragua, noi vogliamo che
il turista venga a spendere e per ottenere questo dobbiamo essere preparati. La spesa media di un turista per
visitare il Nicaragua è di 280$; in Costa Rica questo valore è cinque volte superiore, in Guatemala tre e in
Honduras due.
La riflessione che vogliamo fare è che bisogna lavorare sulla formazione tecnica, fondamentalmente relativa
al personale operativo. Sono loro che offrono il servizio, che sono in contatto con il turista che si riterrà
soddisfatto nella misura in cui il personale sarà preparato e fornito delle adeguate competenze. È possibile
che questo spinga il turista a far girare la voce, aiutando l’incremento del flusso turistico nel nostro Paese.
JOSHY CASTILLO
Canal 23
Turismo e comunicazione
Buona sera.
Molto spesso mi capitò di andare con la mia famiglia in diverse località del Nicaragua. In questi viaggi che
facevo, filmavo con la mia telecamera gli stupendi paesi che andavo incontrando. Un buon amico impresario
turistico, Enrique Zamora, tra i pionieri in questo Paese, un giorno mi disse: Joshy Maria, perché non fai un
programma turistico con le immagini che possiedi?
Mi disse questo perché tutti i venerdì uscivo con la mia telecamera e realizzavo le mie riprese; e fu in questo
modo che due anni fa iniziò una sorta di programma turistico. L’obiettivo del programma per me è stato sin
dall’inizio (e continua a essere) cercare di motivare i nicaraguensi e le nicaraguensi affinché conoscano il
nostro Paese. Noi non conosciamo il nostro Paese.
Il mio programma iniziò con l’unico obiettivo di far conoscere al nicaraguense il suo Paese. Per questo ho
percorso gran parte del Nicaragua (ma ne manca ancora molto), mi manca abbastanza la zona del nord:
Matagalpa, Jinotega. Conosco la zona del Caribe, la Segovia, Granada, etc., tutto bellissimo.
Ho incontrato molte persone che mi hanno detto che il mio programma televisivo a loro piace molto. Ho
subito chiesto a queste persone se conoscevano Ometepe e sorprendentemente in molti mi hanno risposto di
no. E’ vicina Ometepe! Ci possiamo arrivare in autobus, scendiamo a San Jorge, lì prendiamo una barca che
costa venti cordoba e siamo a Ometepe. La gente di Ometepe ha la peculiarità di essere amichevole. Gli
isolani sono amichevoli.
Per gli studenti di turismo dovrebbe essere obbligatorio effettuare esplorazioni turistiche. Conoscere,
indagare, scoprire luoghi, siti, località turistiche e siti turistici (magari sconosciuti) che successivamente si
possono trasformare in località turistiche.
Con tutto ciò che si dice intorno al turismo, sfortunatamente per questioni politiche, non si è raggiunta
un’alleanza, un progetto internazionale relativo al turismo. Siamo chiari, la gran parte dei nicaraguensi e
soprattutto gli attori del settore turistico, le istituzioni e coloro che gestiscono il futuro del Paese, pensano
che il turismo è ciò che leverà il Paese dal fosso in cui si trova.
Dimentichiamoci del caffè, dimentichiamoci della carne, etc. Il mondo ha preso un’altra direzione e adesso
sembra che possiamo vivere con il turismo. Per questo credo che dobbiamo seguire i buoni esempi come la
Costa Rica. Quel Paese è un esempio. I costaricensi sono un esempio di come vogliono il loro Paese e di como
sono andati avanti con il turismo.
In Costa Rica, per esempio, l’impresa privata, gli imprenditori turistici e i mezzi di comunicazione sono
riuniti in alleanza in modo tale che nessuna notizia che potrebbe danneggiare l’immagine turistica trova
spazio sui mezzi di comunicazione. Questo è un accordo tra mezzi di comunicazione e imprenditori. I mezzi
di comunicazione non danno notizie brutte del Costa Rica. Invece in Nicaragua avviene il contrario, la notizia
più brutta, più allarmante, più scandalosa, è quella migliore per essere pubblicata! L’anno scorso, per
esempio, la notizia più scandalosa fu quella per cui il Nicaragua era ammorbato dal dengue3. Questa notizia
fu divulgata tramite un funzionario del MINSA. A causa di questo i turisti se ne andarono e 40 navi da
crociera evitarono di attraccare in Nicaragua. Mercoledì scorso, sul Nuevo Diario4, uscì una notizia intitolata:
quarantena per polmonite atipica. Il mondo è scandalizzato per questa polmonite e che dire a proposito del
fatto che il Nicaragua è in quarantena; i turisti dovrebbero lasciare il Paese ed evitare di venirci, proprio
durante l’alta stagione nel resto del mondo.
Sono le irresponsabilità del mezzo di comunicazione, del funzionario del MINSA, perché fu proprio quello
stesso funzionario che l’anno precedente lanciò l’allarme del dengue. Questo avviene perché non esiste
un’alleanza tra INTUR, MINSA, comuni, MARENA, i mezzi di comunicazione e l’impresa privata, per fare in
modo che tutti insieme evitino queste cose. Sottolineo, deve esserci un’alleanza. Fortunatamente, oggi, i
media sono più credibili e quasi ci siamo convertiti in un potere. Dobbiamo approfittare di questo grande
3
4
Il dengue è una febbre di tipo malarico che si trasmette attraverso un tipo particolare di zanzara (N.d.R.).
Il Nuevo diario è il secondo periodico del Paese dopo La Prensa (N.d.R.).
vantaggio che abbiamo per appoggiare e spingere le diverse Camere del turismo, che non si sono potute
mettere d’accordo a causa di interessi differenti, verso un progetto nazionale comune relativo al turismo.
Penso che le cose possono iniziare dagli studenti di turismo. Se le scuole di comunicazione sociale, le scuole
di giornalismo includessero la materia turistica nei loro piani di studio o se il MECD includesse nei suoi piani
di studio la materia turistica per la primaria e la secondaria, un altro gallo canterebbe per noi. Potrebbe
avvenire anche il contrario se nelle scuole di turismo preparassero gli studenti perché possano fare un
programma di televisione e radio. Inoltre si potrebbe insegnare loro come realizzare pagine di opinione sui
giornali, articoli sul turismo, etc., nel nostro Paese avverrebbero cose migliori.
E’ ciò che credo, come vi dissi non sono un’esperta.
Invito gli studenti di turismo affinché escano e conoscano il loro Paese. In autobus, con amici. Inizino con
località vicine, con le spiagge di Managua, continuino verso il sud, viaggino a Granada, a Rivas e poi vadano
salendo verso nord, etc. La cosa più bella che possiede questo Paese è la sua gente e se i mezzi di
comunicazione potessero divulgare le risorse umane che possiede questo Paese, sicuramente attrarremmo
più turisti. La prima cosa che piace ai turisti, è la gente. Quando il nicaraguense conosce qualcuno, è come se
lo conoscesse da tutta la vita. Questo, insieme alle località, è la risorsa migliore che possediamo.
Se viaggiamo ed esploriamo il nostro Paese, conosceremo luoghi, gente, abitudini, tradizioni, cibi, etc.
Due anni fa feci un viaggio alla Laguna de Perlas passando per le sue 18 comunità, ricordo che camminando,
passai di fronte a una casa dove c’era una povertà incredibile. Un signore che stava lì, con un fuocherello e un
mestolo mentre cucinava .
Gli chiesi che stava facendo?
Ah, - mi disse – sto cucinando rondon, vuole mangiare rondon?
Certo, grazie, gli risposi.
La ragazza che viaggiava con me rimase perplessa e mi chiese che cosa mi passasse per la mente. Il mestolo
era sporco, il cucchiaio era sporco, la forchetta era sporca e il signore sembrava che non si lavasse da
vent’anni.
A che ora sarà pronto questo rondon? Gli chiesi.
Dove sei diretta? Mi disse.
Vado alla polizia.
Quando ritorni, puoi passare a mangiarlo. Ma passa! Guarda che mi stai dando la tua parola.
Naturalmente. Gli risposi.
Di fronte alla telecamera presi il rondon e lo mangiai con il cucchiaio … buonissimo.
Le persone che mi vedono nel filmato chiedono sempre come ho potuto mangiare in un posto tanto sporco.
Ma questa è la maniera di conoscere la gente, così sperimentiamo cose che servono per conoscere il Paese. Il
mio motto è: “Più conosceremo il nostro Paese e più lo ameremo”.
Grazie.
Momento di domande e risposte
Commento:
Buona sera, il mio nome è Karla Vallejos e rappresento la UCC (Università di scienze commerciali).
Sinceramente non vengo a fare una domanda, ma voglio appoggiare e avvalorare il suo intervento. A
proposito di ciò che si diceva sulla educazione. Sono d’accordo con lei nel dire che dalla primaria alla
secondaria dovrebbe esserci una materia che ci parli del turismo in Nicaragua. E’ necessario che si dica ai
bambini: questo è un albero; è verde, è vita. Questo è il primo passo che gli si deve dare, la prima educazione.
Il nicaraguense ha una ricchezza culturale e sociale, ma abbiamo anche leggende, cibi tipici, cos’altro
potremmo chiedere? Invece esistiamo ancora solo per grazia di Dio. Sapete perché lo dico? Perché non solo il
governo ma tutti noi non siamo interessati a proteggere e curare ciò che ci circonda. Se noi come genitori,
come amici, come fratelli non insegniamo a questo bambino che deve curare tutto ciò che lo circonda, allora
saremo sempre un Paese che si fa del male, quando invece potrebbe sfruttare tante ricchezze preziose.
Personalmente vedo il Nicaragua così come lo descrive Carlo Mejia Godoy5 nella sua canzone intitolata: “
Sono i tuoi profumi donna”, se qualcuno dice il contrario, può alzarsi. Può alzarsi e dirmi se non è bellezza
tutto ciò che vediamo?
Adesso vi invito affinché in qualità di maestri, aiutiamo i nostri alunni nella creazione di una coscienza
turistica; che non significa raccontare un episodio in classe, bensì progettare la materia perché come maestri
stiamo formando i nuovi professionisti del nostro Paese. Non ci saranno sempre le stesse persone che
governano oggi. La responsabilità è di voi professori che dovete insegnarci e guidarci affinché amiamo il
Nicaragua.
Ringrazio tutti i professori per essere stati qui, aver partecipato è per me un onore.
Grazie.
Commento:
Approfitto dello spazio che ci concede Joshy Castillo, visto che ha detto che non desidera domande. Il mio
nome è Maria Amparo Mendoza, coordinatrice della carriera di turismo presso la UPOLI. A proposito della
formazione studentesca, voglio porvi a conoscenza che la UPOLI ha due livelli, non solo lauree, non si
formano solo amministratori, ma anche tecnici del settore turistico e albergatori. Ci sono dieci livelli di
lingua inglese e al terzo anno si realizza un progetto di vendita. Inoltre dal primo anno c’è una parte dedicata
alla pratica, per un totale di 120 ore ogni anno in diverse imprese. Inoltre si inizieranno presto escursioni
turistiche. Proprio oggi ho ricevuto un preoccupato padre di famiglia perché sua figlia deve fare un viaggio al
vulcano Mombacho. Mi ha chiesto: “Perché mia figlia che studia turismo, deve andare al vulcano
Mombacho?”. Gli ho risposto che nella carriera di turismo non si fanno passeggiate, bensì ispezioni sul
campo con obiettivi specifici. Uno studente di turismo non può evitare di conoscere il suo Paese. Nessuno
può insegnare ciò che non conosce. Nessuno può riferirsi a qualcosa che non conosce. Dunque – gli dissi – se
lei non vuole che sua figlia faccia ispezioni turistiche, può anche iscriverla a un altro corso di studio.
Questo è perché voi sappiate che i nostri studenti fanno tutte queste cose, ricevono un orientamento
scientifico e tecnico attraverso la formazione turistica e che sempre siamo soggetti all’apprendimento, al
miglioramento.
Molte grazie, buona sera.
LUIS GUSTAVO MURILLO OROZOCO
Docente della Facoltà di scienze economiche e impresariali – UCA
Sviluppo economico locale e settore turistico in Nicaragua
5
Carlos Mejia Godoy è uno dei cantautori colti della musica nicaraguense (N.d.T.).
Partiamo da due concetti chiave che hanno a che vedere con il tema che ci interessa primariamente, lo
sviluppo economico locale e successivamente, il settore turistico.
Per sviluppo economico locale intenderemo quel processo di crescita e cambio strutturale che l’utilizzo di un
potenziale di sviluppo esistente in un territorio, conduce al miglioramento del benessere della popolazione di
una località o di una regione, sempre e quando detta comunità, sia capace di perseguire il processo di cambio
strutturale.
Comunque bisogna essere coscienti del fatto che lo sviluppo economico locale non dipende esclusivamente
dalle attività economiche grazie alle quali una comunità riesce a soddisfare le necessità della sua popolazione
e relazionarsi con altre aree, ma inoltre richiede anche un tessuto istituzionale forte e relazionato allo
sviluppo della località, capace di approfittare dei vantaggi e delle opportunità che l’intorno globalizzante e
globalizzabile offre, così come isolare le minacce e gli svantaggi che si presentano, cosa che si potrà fare
sempre ogni volta che esiste la capacità di identificare e mantenere il suo inserimento per mezzo di attività
con potenzialità di sviluppo endogeno, proprio come può essere il settore turistico.
L’altro concetto a cui ci riferiamo è quello relativo al settore turistico; considero questo come quell’attività
multisettoriale che richiede la compresenza di diverse aree produttive: agricoltura, edilizia, industria, etc., e
dei settori pubblici e privati per proporzionare i beni e i servizi utilizzati dai turisti. Tuttavia avanziamo un
poco ancora in questo concetto e aggiungiamogli l’aggettivo sostenibile, che possiamo definire come un
processo che sviluppa una località senza degradare o esaurire le risorse che rendono possibile tale sviluppo.
Ma anche in questa definizione dobbiamo essere più chiari sul fatto che la sostenibilità di un’attività turistica
in una località, non dipende solo esclusivamente dal risultato economico prodotto dal settore turistico, bensì
dallo sforzo tendente a costruire delle alleanze che facilitano l’elaborazione di un’agenda di sviluppo delle
territorialità, che permette di pianificare e prevedere i diversi scenari che potrebbero minacciare o favorire i
membri della comunità.
Quando ci riferiamo al settore turistico quale motore di sviluppo, non lo possiamo generalizzare a tutti i
contesti e gli scenari di una nazione, ma è in effetti più equilibrato focalizzare la nostra analisi sulle località
che presentano le condizioni e le potenzialità adeguate a una radicazione, prendendo in considerazione
differenti elementi delle località che possono riconvertire gli attivi con cui hanno a che fare (ambiente,
capitale sociale, tradizioni culturali autoctone) in strategie chiave che possono inserire le località nel circuito
della globalizzazione.
Dall’altro lato, il flusso del settore turistico attrae clienti di diverse nazionalità e con altre percezioni culturali,
che cercano qualcosa di nuovo che li faccia uscire dalla monotonia dei loro Paesi di origine, è qui che località
come quelle nicaraguensi possono creare e attrarre nicchie di mercato, prendendo come riferimento le
diverse tipologie di turismo che si presentano nell’attualità: turismo ecologico, turismo d’avventura,
archeologico, da spiaggia, etc. Tipologie che le nostre caratteristiche territoriali possono sviluppare
perfettamente, ma comunque non basta contare unicamente sulle risorse naturali adatte all’attività turistica,
ma è necessario creare vantaggi competitivi, basati sul capitale umano e sociale che si può sviluppare nelle
località sempre e quando si genera un processo sinergico tra gli attori locali ed esterni, che sono convinti
delle potenzialità che ha il settore turistico in qualità di motore per lo sviluppo delle località in questione e
non come una opportunità grazie alla quale fare un buon affare per poi esportare le risorse provenienti dai
benefici fuori della località così come avviene nei turismi da “pacchetto”.
Stabiliamo ora una tipologia di modelli turistici che si possono sviluppare dalla prospettiva del processo di
sviluppo economico locale:
1. “Modelo segregado” (o turismo ingannevole): è quello gestito dalle multinazionali turistiche e pertanto le
comunità locali non vengono considerate.
2.“Modelo de integracion relativa”: si ha quando il turismo di inganno avanza fino a una relativa
integrazione con l’economia nazionale e locale, fatto dovuto all’evoluzione delle tendenze nei gusti
turistici o per l’influenza di una determinata azione statale.
3.“Modelo de turismo integrado” ( o sociale): in questo predominano le piccole attività famigliari e
comunali, generando benefici turistici all’interno delle località e inoltre si ha una scarsa influenza delle
grandi imprese turistiche e statali.
E’ ora che ci poniamo la seguente domanda: “Il settore turistico del Nicaragua, a quale di questi
modelli sottende?”. La risposta risulta impegnativa. Si potrebbe pensare che in certe aree esiste il predominio
del “modelo segregado”, per esempio a Montelimar, la cui ricaduta sulla località è relativamente bassa; ma si
potrebbe anche pensare che esistono indizi di un incipiente modello di turismo sociale principalmente in
alcune località come Masachapa, Pochomil, San Juan del Sur, etc. e sottolineo, a proposito di queste località,
che non si sono sviluppate le sufficienti relazioni interindustriali, in modo tale da creare alleanze strategiche
che mettono in relazione progetti di sviluppo locale capace di generare uno sviluppo endogeno in queste
località.
Ho toccato due punti nevralgici per raggiungere l’obiettivo di un processo di sviluppo economico locale
utilizzando il settore turistico, mi sto riferendo alle relazioni interindustriali e alle alleanze strategiche che
devono armonizzare gli attori locali, due categorie che sono molte volte il tallone di Achille per raggiungere
uno sviluppo economico locale mediante il turismo.
Se si riuscisse a relazionare le attività turistiche con il resto delle attività industriali all’interno delle
dinamiche locali, prendendo come punti di riferimento reali piani strategici locali, si genererà un reale
processo di sviluppo economico locale, capace di inserire le aree territoriali nella globalizzazione; questo non
richiede grandi processi di investimento in infrastrutture di ricezione o tanto meno in ristoranti dalla cucina
sofisticata, ma solo avere una visione un poco più imprenditoriale, per sapere captare le opportunità e isolare
le difficoltà che l’intorno globale e più specificatamente le nicchie di mercato turistico stanno richiedendo.
Per ottenere ciò si richiedono vari elementi basici come:
1. Poter contare su un piano di sviluppo strategico a livello degli attori locali.
2. Realizzare alleanze strategiche nell’ambito degli attori locali ed esterni.
3. Incentivare la ricerca verso le nicchie di mercato reale e potenziale.
4. Considerare come primaria la ricchezza ambientale e culturale della località.
5. Creare, perseguire e migliorare criteri che aiutino a rendere più efficienti i servizi turistici offerti nella
località.
6. Mantenere un ambiente di sicurezza fisica in modo che il turista si senta sicuro e possa raccomandare la
località ad altri.
Stabilire alcune forme preliminari che possono venir utilizzate dalle località con potenziale turistico con lo
scopo di allacciarsi al mercato globale:
1. Commercializzazione diretta: dove la relazione si ha direttamente tra il cliente e il micro-impresario
turistico, senza la
partecipazione di intermediari; bisogna far notare che questa forma di
commercializzazione è il primo passo che hanno adottato località come Fortuna e Cahuita in Costa Rica,
per poi avanzare verso altri processi di maggior sviluppo.
2.Agenzie di viaggio esterne: queste vendono pacchetti turistici nei quali si include la partecipazione di
micro-impresari locali.
3.Grandi hotel della zona: si tratta di escursioni che includono tappe nei paraggi delle località più attrattive.
4.Catene formate da piccoli alberghi e tour operator: entrambi ubicati nelle località.
Parliamo ora dei fattori che restringono lo sviluppo della località, danneggiando seriamente la sua
sostenibilità; tra questi fattori abbiamo:
1. Mancanza di reali politiche di fomento del settore, principalmente verso i piccoli e medi impresari
turistici delle località.
2. Possibilità di istallazione di catene alberghiere transnazionali, che generano “non luoghi6” e che
mandano all’esterno i guadagni generati7.
3. Mancanza di azione collettiva tra gli attori locali legati al settore turistico.
4. Deterioramento dell’ambiente.
5. Perdita di identità culturale autoctona della località.
6. Eterogeneità del mercato lavorativo delle località, che ancora non considerano il fatto di dover possedere
sufficiente manodopera per offrire servizi turistici di qualità.
7. Tali fattori, cospirano per la sopravvivenza e l’evoluzione di uno stile particolare di sviluppo economico
locale avente come strumento il settore turistico.
A questo va aggiunta la presenza di allarmanti livelli di povertà e mancanza di investimenti in infrastrutture e
promozione, cosa che impedisce di “piazzare” le località come destinazioni turistiche.
6
Questa espressione, nell’ambito turistico rappresenta soprattutto le grandi infrastrutture di accoglienza che ricalcano
modelli prestabiliti (molto spesso paesaggisticamente impattanti) e che ledono l’identità culturale di una comunità
locale (N.d.T.).
7
Si calcola che mediamente più del 60% delle entrate di una struttura turistica convenzionale fa ritorno nel Paese di
origine della struttura stessa. In Nicaragua esiste l’esempio del villaggio turistico di proprietà spagnola: Barcelò, in
località Montelimar (N.d.T.).
Per ora in Nicaragua si identificano molte località con un’importante potenziale turistico, capaci di generare
un processo di sviluppo economico locale, nonostante l’esistenza di fattori avversi come quelli già menzionati
nel paragrafo precedente, i quali non hanno permesso un soddisfacente giovamento, significando anzi per
queste località un’attività economica di sussistenza, che non permette l’inserimento delle località nel
processo di globalizzazione; più precisamente ci sono tre fattori di maggior rilevanza:
1. Nei luoghi: le famiglie vedono alterata in una maniera o in un’altra la propria vita e il proprio
comportamento quotidiano, essendo la località progressivamente esposta a un flusso rapido di turisti che
recano con loro nuovo modelli di comportamento, nuovi valori, nuovi problemi, etc., influendo
soprattutto sulle giovani generazioni che sono esposte a una relativa perdita dell’identità culturale
autoctona, tendendo nel medio e lungo periodo a perdere o ledere l’identità autoctona della località;
anche questo non dovrebbe essere un problema sempre e quando gli attori locali sono coscienti che
grazie ai loro valori tradizionali possono creare attrazioni di nicchia per il mercato turistico, per mezzo
del rafforzamento del capitale sociale, per offrire e sapere commercializzare la località. Questo processo
di recupero della tradizione, non è sinonimo di uno Status Quo, né di utopia verso una fantomatica
macchina del tempo per tornare e restare nel passato. No! Ciò che si vuole dire è identificare questi valori
caratterizzanti la località e che sarebbero un’attrazione di nicchia del mercato turistico, in modo tale che
con una visione moderna dello sviluppo, dalle località si generino processi di inserimento verso il
processo della globalizzazione del settore turistico.
2.Nell’impiego: quando una località si incammina sul sentiero dello sviluppo economico locale, prendendo
come catalizzatore il settore turistico, si vede esposta a una riconversione e a un adattamento di un
mercato del lavoro eterogeneo e completamente privo di esperienza in questo tipo di attività economica
estremamente esigente.Dietro tali circostanze si possono generare due tipi di reazione nel mercato del
lavoro; la prima si ha quando la località concepisce un proprio piano di sviluppo, che stabilisce strategie
competitive nel settore turistico e dietro il quale si genera un processo di reale riconversione e
adeguamento al settore turistico da parte della popolazione che compone il mercato lavorativo della
località. La seconda situazione si ha quando il mercato del lavoro è tanto eterogeneo e poco qualificato,
non esiste un piano strategico proprio della località, le attività non turistiche sono in una fase depressiva
che potrebbe generare un fenomeno di disoccupazione, creando per questo un doppio fattore negativo:
da una parte un aumento della disoccupazione locale e dall’altro una proliferazione della povertà,
indigenza ed esclusione sociale.
3.Nel benessere della località: se gli attori locali, il mercato del lavoro, le istituzioni di appoggio al settore
turistico, non promuovono lo sviluppo economico locale, prendendo come riferimento il settore turistico,
detta attività si può radicare perfettamente nelle località, ma i benefici non verranno approfittati dalla
stessa, ma da attori esterni, che cercheranno di creare un settore turistico omologato (quello che genera i
“non luoghi”), danneggiando la cultura, l’ambiente, la distribuzione del reddito nazionale e locale, etc.,
deteriorando in questo modo la situazione di benessere che possedevano le popolazioni locali, anche
rispetto a prima che si generasse il processo di riqualificazione turistica.
Continuerei questa piccola riflessione, con due punti importanti: le sfide e le opportunità che si pongono di
fronte alle località all’interno del settore turistico.
Le sfide:
Elaborare e prendere come punto di riferimento un piano strategico, generato dalla località, capace di
articolare lo sviluppo economico locale con il settore turistico propriamente detto.
Superare le debolezze dovute all’assenza dell’apparato istituzionale, soprattutto in località dall’alto
potenziale turistico.
Rafforzare il capitale sociale e umano delle località.
Tutelare la ricchezza ambientale e i valori autoctoni nelle località.
Superare l’eterogeneità del mercato del lavoro esistente nelle località.
Raggiungere accordi propositivi tra gli attori locali.
Superare le difficoltà per il trasferimento di tecnologia verso il settore turistico delle località.
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Opportunità:
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Approfittare delle nicchie di mercato turistico prendendo come punto di riferimento le potenzialità e i
vantaggi che hanno le località.
Inserirsi in un mercato globale con il settore turistico, una delle attività dalla maggiore possibilità di
generare entrate e sviluppo endogeno nelle località.
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Approfittare dei legami esistenti nel settore turistico alla fine di raggiungere potenziali alleanze
strategiche con attori locali ed esterni.
Fomentare nuove attività economiche connesse al turismo, che generino dinamiche di vantaggio per la
località (trasporto, prodotti alimentari biologici, guide turistiche, etc.).
Migliorare i livelli di benessere delle popolazioni nelle località.
Raggiungere una specializzazione del mercato del lavoro in modo tale che sia funzionale al settore
turistico.
Per concludere, sono convinto che il Nicaragua possiede ineguagliabili vantaggi competitivi, disseminati nelle
località, che perfettamente potranno inserirsi nel settore turistico, tuttavia, tale circostanza non viene
approfittata, fatto dovuto alla mancanza di un accordo tra gli attori locali, così come, per la mancanza di
appoggio istituzionale che non propone politiche di fomento per il settore. Dobbiamo però ricordare che si è
fatto un passo avanti grazie al governo, agli organismi multilaterali (come Banca mondiale e Fondo
monetario internazionale), nonché grazie al massimo esperto in strategie e competitività, Michael Porter, i
quali hanno riconosciuto che, il nostro Paese, possiede chiaramente almeno sette agglomerati
interindustriali; uno di questi è proprio nel settore turistico. Ma ciò che ci deve far riflettere maggiormente su
questo argomento è il fatto che esistono anche piani strategici generati dalle località per cogliere questo
agglomerato interindustriale turistico, utilizzandolo per raggiungere uno sviluppo economico locale e
nazionale.
Credo che per poter ottenere che una località prenda come bandiera per il suo sviluppo endogeno il settore
turistico, si devono generare due processi paralleli che raggiungeranno il loro effetto nel medio e lungo
periodo:
1)
Elaborazione di un piano di sviluppo strategico locale, che utilizza come componente base, la
potenzialità che ha una località nell’offrire servizi turistici di qualità, capace di competere
efficientemente in questo settore globalizzato.
2)
Presenza di una vera politica di sviluppo, che appoggi gli attori nelle località e non direttrici
generiche che favoriscono solo il turismo da pacchetto, che genera “non luoghi” e che gestisce e
controlla bene i suoi rapporti interindustriali, ma che non genera impatto positivo nelle località dove
si radica.
Si rende necessaria l’articolazione tra i piani locali, nazionali, regionali e internazionali che hanno a che
vedere con il settore turistico e per il Nicaragua, con le sue risorse e potenzialità, riscontrabili nelle varie
località, può generare un processo sinergico capace di rendere il turismo il motore dello sviluppo.
Molte grazie per la vostra attenzione.