2|2013 - OMCeOMI
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Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 DCB Milano) Ordine Provinciale Medici Chirurghi e Odontoiatri Milano 2|2013 ANNO LXVI CHIRURGIA AMBULATORIALE Tavolo tecnico subito • Un aiuto per districarsi nel labirinto della professione • Il linguaggio dei suoni per produrre salute e benessere • Una dimostrazione dell’ingegno umano www.omceomi.it Collegati con l’Ordine Ricordiamo che, ai sensi dell’art. 16 comma 7 D.P.R. 185/2008, sei tenuto a comunicarci il tuo indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC). Se non lo hai già fatto, segnalalo inviandolo a: [email protected]. Grazie. I telefoni dell’Ordine Dirigente Gabriella SARTONI tel. 02.86471403 Commissione Odontoiatri - Aggiornamento/ECM Dott.sa Marina CASERTA tel. 02.86471405 Segreteria del Presidente Segreteria Consigliere Medicina Generale Giusy PECORARO tel. 02.86471410 Segreteria del Vice Presidente Segreteria del Consigliere Segretario Segreteria commissioni Laura CAZZOLI tel. 02.86471413 Area giuridica amministrativa Avv. Mariateresa GARBARINI tel. 02.86471414 ENPAM - Pratiche pensioni Gabriella BANFI tel. 02.86471404 Ufficio iscrizioni, cancellazioni, certificati Alessandra GUALTIERI Lorena COLOMBO Maria FLORIS Stefania PARROTTA tel. 02.86471402 tel. 02.86471412 tel. 02.86471417 tel. 02.86471448 Contabilità/Economato Antonio FERRARI Fernanda MELIS Ufficio Stampa Cinzia PARLANTI tel. 02.86471407 tel. 02.86471409 tel. 02.86471400 [email protected] Aggiornamento ECM Sarah BALLARÈ tel. 02.86471401 Segreteria Commissione Odontoiatri Silvana BALLAN tel. 02.86471448 Pubblicità sanitaria e Psicoterapeuti Laura LAI tel. 02.86471420 CED Rossana RAVASIO Lucrezia CANTONI [email protected] tel. 02.86471419 tel. 02.86471424 Centralino tel. 02.864711 Si prega chiamare direttamente i numeri degli uffici per evitare intasamenti sulla linea principale. Organo ufficiale di stampa dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Inviato agli Iscritti e ai Consiglieri degli Ordini d’Italia Autorizzazione Tribunale di Milano n° 366 del 14 agosto 1948 Iscritta al ROC Registro degli Operatori di Comunicazione al n. 20573 (delibera AGCOM n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008). Sommario Anno LXVI - 2/2013 Aprile-Giugno Direttore Responsabile: Roberto Carlo Rossi Comitato di Redazione: Valerio Brucoli, Costanzo Gala, Ugo Garbarini, Dalila Patrizia Greco, Maria Grazia Manfredi, Luigi Paglia, Alberto Scanni, Martino Trapani Redazione e realizzazione Tecniche Nuove SPA Via Eritrea 21 20157 Milano - Italy Redazione: Cristiana Bernini - 02 39090689 Impaginazione: Alessandra Loiodice Grafica: Grafica Quadrifoglio S.r.l., via Eritrea 21, 20157 Milano e-mail [email protected] Segreteria Cinzia Parlanti Via Lanzone 31 – 20123 Milano Tel 02 86471400 e-mail: [email protected] Gli articoli e la relativa iconografia impegnano esclusivamente la responsabilità degli autori. I materiali inviati non verranno restituiti. Il Comitato di Redazione si riserva il diritto di apportare modifiche a titoli, testi e immagini degli articoli pubblicati. I testi dovranno pervenire in redazione in formato word, le illustrazioni su supporto elettronico dovranno essere separate dal testo in formato TIFF, EPS o JPG, con risoluzione non inferiore a 300 dpi. Stampa: Arti Grafiche Boccia, Salerno (SA) Trimestrale Poste Italiane SpA – Spediz. In abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2, DCB Milano Dati generali relativi all’Ordine Consiglio Direttivo Presidente Roberto Carlo Rossi Vice Presidente Giuseppe Bonfiglio Segretario Ugo Giovanni Tamborini Tesoriere Luigi Di Caprio Presidenti Onorari Roberto Anzalone, Ugo Garbarini Consiglieri Nicola Balduzzi, Luciana Maria Bovone, Giacinto Valerio Brucoli, Giovanni Campolongo, Giovanni Canto, Dino Dini, Costanzo Gala, Claudio Gatti, Maria Grazia Manfredi, Pietro Marino, Arnaldo Stanislao Migliorini, Massimo Parise, Giordano Pietro Pochintesta, Alberto Scanni, Maria Teresa Zocchi Commissione Albo Odontoiatri Presidente Giacinto Valerio Brucoli Segretario Ercole Romagnoli Componenti Nicola Balduzzi, Dino Dini, Claudio Gatti Collegio Revisori dei Conti Presidente Martino Trapani Revisori Giuseppe Brundusino, Maria Elena Pallaroni Revisore Supplente Tito Pignedoli Editoriale Angelina e la colpa medica 2 Inchiesta Chirurgia ambulatoriale, tavolo tecnico subito 4 Attualità Un aiuto per districarsi nel labirinto della professione 8 L’intervista Politiche regionali e società 12 Sanità lombarda se… 14 Attualità “Perchè ci vuole orecchio” 16 L’esperienza Mettersi alla prova 20 Roberto Carlo Rossi Tiziana Azzani Roberto Carminati Maria Cristina Parravicini Maria Cristina Parravicini Fulvio Muzio Maria Cristina Parravicini Storia Saluti fascisti Ugo Garbarini 22 Luoghi simbolo Una villa liberty donata alla sanità 24 L’intervista Una dimostrazione dell’ingegno umano 28 Attività dell’Ordine L’intensa attività dell’Ordine 31 Corsi ECM 39 Notizie 48 Aldo Sachero Maria Cristina Parravicini [bollettino OMCeOMI] 2/2013 1 EDITORIALE Roberto Carlo Rossi Angelina e la colpa medica A Angelina Jolie ha fatto una “scelta” (la stampa infatti titola “La scelta di Angelina” – non c’è che dire, un titolo accattivante): ha deciso di farsi asportare il tessuto ghiandolare mammario dopo aver saputo di essere portatrice di un gene mutato che l’avrebbe messa ad alto rischio di ammalarsi di un cancro al seno. Subito si è saputo che Miss Maine 2013, l’aspirante Miss America, una ventiquattrenne che scoppia di salute, ha fatto la stessa scelta, pur non essendo a rischio elevato di ammalarsi. Si è anche appreso che la moda si sta diffondendo e molte ragazze e giovani donne d’oltre oceano sono ora in lista d’attesa per eseguire (ovviamente a pagamento) la medesima operazione al fine di eliminare alla radice il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella. Non voglio esprimere giudizi e comunque rispetto la volontà altrui in una materia così delicata. Tuttavia, mi pare indubitabile la considerazione che sia un atto piuttosto sprovveduto il pensare che una certa parte del nostro organismo possa essere asportata evitando o allontanando la possibilità di morire e/o di ammalarsi. Il nostro corpo, che oltretutto non è sempre uguale ma varia (fisiologicamente) in funzione del tempo e del luogo [bollettino OMCeOMI] 2/2013 2 ove soggiorniamo, non è un insieme di molecole, ma, ovviamente, un sistema molto più complesso. Ma qui “il cor mi si spaura”, come diceva Giacomo… Che cosa caratterizza, al di là delle spiegazioni della Biologia, un essere vivente, animato, da un identico cumulo di atomi di carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto? Che cosa caratterizza, al di là delle spiegazioni della Neurologia, un essere pensante, intelligente e autocosciente? Molti filosofi ne hanno scritto e molti artisti ne hanno trattato: come non ricordare il guizzo (divino?) che EDITORIALE 2001 Odissea nello Spazio accompagna la salita di uno scalino nell’evoluzione umana alla comparsa del monolite nero della coppia Clarke/Kubrick? Eppure, nonostante fosse un’impresa disperata ed ingenua, anche nel passato l’uomo ha sempre tentato di riprodurre artificialmente la vita. Jacques de Vaucanson costruiva straordinari automi nella Francia del Settecento. C’era qualche trucco, ma la sua maestria di geniale orologiaio era comunque notevole. Ma l’anatra, il flautista e gli altri automi che egli creava erano anche lontanamente davvero paragonabili agli esseri viventi? La risposta è fin troppo ovvia, ma è altrettanto ovvio che, anche e soprattutto nel presente, l’uomo spesso si illude di controllare il corpo, di eliminare la bruttezza e l’invecchiamento, di elidere le malattie e di essere immortale. Il medico, allora, perde la sua nobile connotazione di terapeuta e diventa un tecnico qualificato, che deve assicurare il risultato: “il risultato positivo è una conseguenza «statisticamente fisiologica» della prestazione professionale diligente” arrivava ad affermare una (incredibile) sentenza di Cassazione del 2007! Il pullulare di cause contro i medici [bollettino OMCeOMI] 2/2013 3 viene anche da questo malintendere il nostro corpo, la nostra corporeità, in senso meccanicistico, automatico, abiologico. Forse l’unico modo per invertire questa tendenza è essere al fianco dei propri pazienti, spiegare loro, prendendosi il giusto tempo, che, invece che farsi mutilare per evitare l’insorgenza di malattie, si potrebbe fare della sana prevenzione negli stili di vita, nel fare emergere le patologie e poi nell’impedire che queste recidivino. A meno che, in futuro, per evitare di sbagliare non si proponga l’asportazione della corteccia cerebrale! inchiesta Chirurgia ambulatoriale, tavolo tecnico subito Tiziana Azzani Se confermato, dal mese di giugno diversi interventi possono essere eseguiti in ambulatorio da un solo chirurgo. Le società scientifiche, preoccupate, chiedono un tavolo per dialogare con la Regione “U na proroga alla sospensiva e l’apertura immediata di un tavolo tecnico per definire sulla base delle evidenze scientifiche il reale elenco delle procedure trasferibili in Chirurgia Ambulatoriale e l’elenco delle procedure che possono essere eseguite da un solo chirurgo”. È la richiesta inviata lo scorso 8 maggio all’Assessore alla Salute della Regione Lombardia dal Collegio Italiano dei Chirurghi e le società scientifiche rappresentate in risposta alla delibera IX-4605 pubblicata lo scorso dicembre proprio sulla Chirurgia Ambulatoriale e aggiornata a gennaio con la delibera IX-4716. Con l’entrata in vigore della delibera dal 1° giugno (nel momento in cui scriviamo questo articolo) diversi interventi potranno essere eseguiti in ambulatorio, comprese le ernie. Sono diversi i punti criticati dai chirurghi che giudicano questa mossa puramente amministrativa e in nessun modo migliorativa per il sistema, tanto meno per il paziente, esposto a maggiori rischi per la sua sicurezza e a spese più elevate per l’introduzione del ticket. «In regime di spending review comprendiamo la necessità di ridurre gli sprechi e i ricoveri inappropriati – afferma Paolo Dionigi, presidente della Società Lombarda di Chirurgia. – Ma questo è un passo che gli ospedali della Lombardia hanno già fatto negli ultimi anni riducendo il più possibile i tempi di ricovero». L’avanzamento della tecnologia ha consentito di ridurre l’invasività di alcuni interventi e l’utilizzo di anestesie locali o loco-regionali con un effetto significativo sui tempi di degenza. E così sono numerosi gli interventi tipici della week-surgery che si sono trasformati in day-surgery. In quasi tutti gli ambiti della chirurgia nel 2007 su 4,6 milioni di pazienti che si sono sottoposti a un intervento chirurgico, ben 1,6 milioni si sono fermati solo una notte in ospedale. Ora viene chiesto di fare un passo avanti: passare molti interventi dal regime daysurgery a “chirurgia ambulatoriale”, senza però tener conto della rapida evoluzione della tecnica chirurgica e dell’assistenza al paziente, con il rischio di ridurre notevolmente la sicurezza che è stata finora garantita sia durante l’intervento, sia nell’immediato periodo [bollettino OMCeOMI] 2/2013 4 post-operatorio. «Per questo la delibera appare solo una mossa artificiosa per tagliare in modo lineare i posti letto accreditati sostituendoli con dei letti tecnici che vengono computati in modo diverso», commenta Dionigi. Letti tecnici, ovvero? Quello dei letti tecnici è uno dei punti caldi della delibera, a proposito dei quali i chirurghi chiedono spiegazioni. «Non sappiamo cosa siano; non sono stati definiti e in nessun modo è stato indicato il tipo di assistenza e il personale medico-infermieristico che si deve garantire a questi letti tecnici» critica Dalila Greco, responsabile del gruppo di studio chirurgia a degenza breve, Società Lombarda di Chirurgia. Il dubbio che si fa largo tra gli esponenti delle diverse società scientifiche intervistati per questa inchiesta è che non vi sia stata una piena comprensione dei termini utilizzati nella letteratura internazionale. Per chirurgia ambulatoriale viene tradizionalmente intesa la possibilità di trattare pazienti che possono essere dimessi entro poche ore; la parola ambulatory deriva infatti inchiesta dal latino ambulans, colui che cammina. «L’essere dimesso entro poche ore non significa però che questi pazienti non debbano seguire il percorso chirurgico che comprende pre-ricovero, giornata di degenza comprensiva dell’intervento e dell’assistenza, controlli a distanza. Ovvero il percorso che garantisce una chirurgia di qualità e sicura, guarda caso il percorso di day-surgery come viene attuato nei nostri ospedali italiani – precisa Dalila Greco. – La chirurgia ambulatoriale, oltretutto definita a bassa complessità assistenziale nell’immaginario dei pazienti diviene assimilabile a quanto è definito dagli anglosassoni office-based surgery. Per il cittadino italiano l’ambulatorio è notoriamente quello del del Medico di Medicina Generale o il poliambulatorio dell’Ospedale. Allora perché ingenerare questa confusione? Perché utilizzare il termine di letti tecnici ove, al contrario della day-surgery è possibile fermarsi una notte, ma assistiti da chi se sono solo letti tecnici? Se si tratta solo di cambiare denominazione, come sono state selezionate le patologie? Dov’è il risparmio?» si interroga Dalila Greco. La gestione delle complicanze potrebbe essere difficile, se non impossibile, nelle strutture che fanno solo chirurgia “ambulatoriale” per le quali, secondo la delibera, sono previsti soli letti tecnici sorvegliati da un personale non ben definito in numero, competenze e ruoli. In questi casi, probabilmente, il paziente dovrà essere spostato o si rivolgerà autonomamente in un altro ospedale attrezzato con una rianimazione e un reparto di chirurgia pronto per un eventuale re-intervento. «La decisione di dimettere un paziente non può prescindere dal suo stato di salute e anche dal servizio di assistenza spostare l’assistenza sul territorio? Sono d’accordo, ma allora prima bisogna fare in modo che il territorio sia in grado di assistere i pazienti. Come posso, allo stato attuale, dimettere un paziente che abita in una zona di provincia, lontano dall’ospedale, affidandolo al solo medico di base che sappiamo benissimo non fornire l’assistenza notturna. Se succede qualcosa, ne va della salute del paziente e la colpa ricade direttamente sul chirurgo», conclude Scandroglio. Abbattimento della qualità C’è un altro punto della delibera che preoccupa molto ed è quello che prevede che la chirurgia ambulatoriale, come chirurgia minore, sia eseguita da un unico chirurgo assistito da un infermiere strumentista, in assenza di un anestesista in sala, che deve però essere reperibile. Esprime il suo dissenso Andrea Coda, presidente dell’Italian Society of Abdominal Hernia Surgery: «Un punto non accettabile. L’esclusione del secondo chirurgo è una prova che questo elenco è stato stilato unicamente da “amministrativi” senza alcun confronto con le società scientifiche». A preoccupare sono in particolare gli interventi di riparazione delle ernie che gli si può garantire» precisa ombelicali e inguinali. Molto spesso Ildo Scandroglio (Coordinatore le ernie inguinali sono operate per via Regionale dell’Associazione Chirurghi laparoscopica, una tecnica che richiede Ospedalieri Italiani) e sottolinea quanto obbligatoriamente la collaborazione sia importante considerare ogni di due chirurghi. «Le possibilità sono intervento un caso a sé. Il tempo per due, o non si faranno più laparoscopie la dimissione non dovrebbe essere oppure viene implicitamente stabilito a priori, ma dovrebbe basarsi su autorizzato dalla delibera l’aiuto da diversi parametri capaci di interpretare parte dell’infermiere su competenze le singole storie dei pazienti, e quindi non proprie, con un evidente rischio gli score ottenuti nelle ore successive legale. In un ottica di risparmio si all’intervento, al grado di autonomia, poteva prevedere piuttosto un chirurgo il tipo di assistenza famigliare e strutturato e uno in formazione». territoriale garantito. «Vogliamo Un altro fattore che ostacola l’esecuzione [bollettino OMCeOMI] 2/2013 5 inchiesta La preoccupazione degli infermieri Anche gli infermieri di sala operatoria non condividono la delibera regionale e chiedono una tavolo tecnico per discutere. Il punto più caldo è l’elevato rischio professionale, in caso di contenziosi medico-legali, a cui gli infermieri di sala rischiano di esporsi svolgendo attività non autorizzate. «Non possiamo accettare la presenza di un solo chirurgo in sala.» si oppone Maria Caputo, presidente dell’Associazione Infermieri Sala Operatoria, «Se il chirurgo opera, chi apre il campo operatorio e allarga la ferita? Solitamente se ne occupa l’aiuto chirurgo. L’infermiere strumentista anche se ben preparato non è autorizzato a sostituirsi al chirurgo. L’unico caso in cui l’infermiere può agire in questo modo è in caso di urgenza, quando la vita del paziente dipende dalla rapidità dell’intervento, ma non è il caso degli interventi di cui si parla in questa delibera». Anche l’IPAVSI si mostra preoccupata e chiede un tavolo per dialogare con l’assessorato in un contesto multidisciplinare: «Non vogliamo chiuderci di fronte alla necessità di riorganizzare la chirurgia. Siamo aperti ai nuovi ruoli e competenze che questo cambiamento può richiedere agli infermieri, ma è fondamentale che vengano chiariti e riconosciuti a livello professionale i ruoli, le responsabilità e organizzato un percorso formativo appropriato», dichiara Giovanni Muttillo (presidente IPAVSI Milano Lodi Monza Brianza). «È necessario delineare i protocolli di lavoro per garantire la salute del paziente e la sicurezza di chi opera» continua Muttillo preoccupato anche dell’effetto Decreto Balduzzi sulla responsabilità professionale «Il Decreto Balduzzi ha depenalizzato i reati di colpa lieve con il rischio di deresponsabilizzazione professionale. È vero che bisogna rifarsi a protocolli e linee guida, ma non è ancora stato chiarito quali sono gli organismi deputati alla loro validazione». ambulatoriale di un intervento d’ernia è costituito dalla qualità dell’ambiente, la cui asetticità, fondamentale per l’elevato rischio di peritonite, non può essere garantita in ambulatorio, che per definizione è un luogo “sporco”. Infine l’assenza dell’anestesista in sala e i tempi rapidi di dimissione sottintendono il ricorso alla sola anestesia locale, nella maggior parte dei casi poco efficace e non indicata nelle ernie ombelicali. «È difficile che l’anestesia si propaghi in modo efficace attraverso un tessuto cicatriziale come l’ombelico. Ci sono poi casi di ernie importanti, di 5 cm e oltre, che richiedono 1-2 ore di intervento. Infine il dolore. Dobbiamo far soffrire il paziente solo per motivi amministrativi?» si chiede Coda. Il timore è un abbattimento significativo della qualità degli interventi, con una retrocessione dei sistemi e dell’uso della Giovanni Muttillo, presidente IPAVSI Milano Lodi Monza Brianza Maria Caputo, presidente dell’Associazione Infermieri Sala Operatoria [bollettino OMCeOMI] 2/2013 6 tecnologia oggi disponibile, e quindi una riduzione importante dei risultati e un aumento dei rischi di complicanze o generali per la salute del paziente. Con l’ambulatoriale si corre il rischio di minimizzare alcuni interventi, e di creare delle false aspettative nei pazienti, che se tradite possono condurre al contenzioso medico legale e quindi aumentare il calderone che già ogni anno conta circa 32mila richieste di risarcimento correlate ad atti chirurgici. «Il chirurgo viene ulteriormente caricato di responsabilità, a fronte però di un sistema che non garantisce il suo operato. Quale chirurgo deciderà di esporsi a tali rischi?» si chiede Giorgio De Toma, Presidente della Società Italiana di Chirurgia, palesando anche la possibilità che alcuni chirurghi, e quindi alcuni centri decidano di non proporre più alcuni tipi di interventi. inchiesta La Delibera IX-4605 (28/12/2012) in breve Paolo Dionigi, presidente della Società Lombarda di Chirurgia Dalila Greco, responsabile del gruppo di studio chirurgia a degenza breve, Società Lombarda di Chirurgia Ildo Scandroglio, coordinatore regionale dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani Flusso informativo Maurizio Verga, consiglio direttivo della Società Italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery Andrea Coda, presidente dell’Italian Society of Abdominal Hernia Surgery E con l’ambulatoriale cambia anche la cartella clinica, che si snellisce di diversi dati del paziente sia nel pre- che nel post-operatorio. Il paziente teoricamente potrà essere dimesso dall’infermiere, senza visita da parte del chirurgo e dell’anestesista e quindi senza registrazione di dati di salute molto importanti. L’archiviazione differente dei dati produrrà inoltre un’interruzione del flusso informativo rendendo impossibile la valutazione statistica e qualitativa degli interventi effettuati. «Non so quale chirurgo si adeguerà a tali cambiamenti ed accetterà di compilare cartelle cliniche ambulatoriali così scarne. Probabilmente assisteremo ad un mantenimento dell’attuale cartella di day-surgery rinominata ad ambulatoriale; E allora ancora una volta ci chiediamo dov’è il risparmio» domanda Maurizio Verga, del consiglio direttivo della Società Italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery e ipotizza «Il vero risparmio non sta dietro un taglio lineare amministrativo che comporta una retrocessione qualitativa del lavoro e un [bollettino OMCeOMI] 2/2013 7 Stabilisce un elenco di interventi chirurgici da eseguire a partire dal 1° giugno - in bassa intensità operativa e assistenziale (chirurgia ambulatoriale). - alla presenza di un solo operatore medico chirurgo e di un infermiere professionale anche in regime di ricovero ordinario. È prevista la “pronta reperibilità” di un secondo chirurgo, che deve quindi essere presente nella struttura (non in sala). - l’anestesista deve essere “prontamente reperibile” in caso di ricorso ad anestesia locale (non loco-regionale). - viene specificato che la disposizione è applicabile solo alle prestazioni non urgenti. aumento di costi indiretti, per il rischio di incremento di possibili complicanze e di oneri derivanti da contenziosi medicolegali. Il vero risparmio si ottiene favorendo il miglioramento dell’attività chirurgica, incentivando sia modalità organizzative che l’uso di tecniche e strumenti che possano realmente abbattere i costi, riducendo così i tempi di intervento e velocizzando il recupero dei pazienti, ma garantendo al tempo stesso un elevato standard qualitativo e di sicurezza». Dialogo Sono dunque molte le perplessità sollevate dalle società scientifiche di chirurgia di fronte alla delibera regionale IX-4605. «Non vogliamo esprimere un NO assoluto, ma alla Regione chiediamo una possibilità di dialogo e confronto con l’apertura di un tavolo tecnico. Siamo disponibili a rivedere l’organizzazione della chirurgia in ospedale, ma solo se non si perde di vista la salute e sicurezza del paziente, in un’ottica di medicina personalizzata» conclude Dalila Greco. n attualità Un aiuto per districarsi nel labirinto della professione I giovani medici vogliono più Ordine Roberto Carminati Fra quanti formulano il giuramento d’Ippocrate è forte il desiderio di una maggior comunicazione con l’Istituzione cui fanno capo L’ Ordine dei Medici di Milano visto dalla parte di chi ha formulato il giuramento d’Ippocrate all’inizio di quest’anno resta un’Istituzione in grado di assolvere a compiti importanti. Ma fra i neo medici e l’Ente permane una certa distanza determinata sia dal troppo recente approccio dei giovani alla Professione sia da lacune nella comunicazione che Università e Odm non riescono a colmare. C’è però su entrambi i fronti voglia di un riavvicinamento. In tempi di cambiamenti vistosi e incertezze i nuovi eredi di Esculapio chiedono uno sforzo ulteriore verso un incremento delle informazioni circa la tutela legale e le evoluzioni del sistema previdenziale. Ma talora anche una maggiore apertura nei riguardi di discipline e culture che paiono trascurate dall’organo di categoria. Il presidente Roberto Carlo Rossi apre al confronto, risponde alla critica costruttiva e chiede una mano agli atenei per riuscire a trasmettere messaggi più forti e calzanti in materia di deontologia: «Credo che i giovani medici siano preparati a 360 gradi e in particolare sugli aspetti clinici e della medicina legale ma ancora molto bisogna fare per insegnare loro alcuni aspetti deontologici, teorici e pratici della professione». Rossi non nega che «a volte l’Istituzione sia vista come uno sportello cui pagare una tassa necessaria per lavorare» e che questo generi «una certa indifferenza». E se l’aspetto deontologico risulta talvolta trascurato «è anche perché nessuno ha mai istituito corsi specifici a tale proposito». Si tratta di un’istanza dominante nella quotidianità della medicina «ma è certamente difficile darle il giusto peso se essa non [bollettino OMCeOMI] 2/2013 8 assume un ruolo centrale anche nell’insegnamento», ha dichiarato Rossi. «L’Ordine», ha detto, «è il luogo di elezione della deontologia e dei suoi giudici che si esprimono sull’osservanza ai doveri che deve caratterizzare il comportamento e l’azione di ciascuno iscritto. Si pensi solo alle incongrue richieste che il medico riceve ogni giorno, alle problematiche del rapporto con le Aziende sanitarie e con gli Ospedali. È una tematica che bisogna saper declinare nella vita di tutti i giorni». Rossi ha ricordato che l’Ordine offre servizi di qualità come l’assistenza su tributi, previdenza e giurisprudenza, che come si vedrà suscitano presso gli iscritti curiosità e interesse: «Ritengo la nostra offerta molto variegata e grazie a impiegati preparati e al lavoro di molti consiglieri possiamo garantire consulenze d’indirizzo piuttosto dettagliate. Non siamo la soluzione a ogni problema ma in linea generale credo si riesca a venire incontro a parecchie esigenze». In linea con l’ultima revisione del Codice un forte accento viene posto nel giuramento sull’Alleanza terapeutica che come si leggerà è percepita in tutta la sua importanza dai giovani, in pieno accordo con Rossi: «Non posso che rallegrarmi dell’importanza in cui è tenuta», ha detto, «sia perché è un attualità Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine di Milano punto essenziale e sia perché l’Ordine di Milano ha chiesto esplicitamente che ne venisse sottolineata la rilevanza nel giuramento». L’Ordine di Milano ha poi promosso da diversi anni un registro delle Medicine non convenzionali verso le quali nel segno del rinnovamento alcuni degli interpellati dopo il giuramento hanno richiesto una maggiore apertura e attenzione: «L’istituzione di un registro per queste pratiche è un passaggio in cui abbiamo sempre creduto molto», ha detto Rossi, ricordando che pur se con valenza soltanto informativa, «l’Ordine di Milano è stato fra i primissimi a provvedervi. Per accedervi il requisito è una preparazione approfondita in linea con quella tutela della qualità dell’atto medico che in futuro l’Istituzione ordinistica dovrà sempre più tutelare», ha concluso Rossi. siano i primi conservatori dello status quo di un dialogo che talora stenta a decollare e rendersi più fruttuosamente frequente: «Di fatto non potrei dare un giudizio definitivo circa il supporto che l’Ordine dei medici è in grado di dare ai suoi iscritti», ha esordito il 26enne Levi, «perché sino a questo momento le relazioni che ho intrattenuto con l’istituzione sono state abbastanza rade. Ma il momento storico è critico per la nostra professione come per altre e si annunciano o si sono verificati tagli delle retribuzioni e aumenti d’imposta. Su questo vorremmo esser più informati; e dovremmo pure informarci di più». Impiegato presso il Policlinico di Milano Vincenzo Levi si iscrive d’ufficio insomma al partito di quanti assegnano all’Ente prerogative eminenti di tramite e guida nella giungla della burocrazia. E anche di quanti ammettono che un parziale disinteresse in materia legislativa e normativa stia serpeggiando soprattutto fra le nuove leve della professione medica. Il tempo è però dalla loro parte: «Ritengo che il contatto con gli organismi associativi vada costruito passo dopo passo», ha detto Levi, «e che con la volontà da parte nostra e la disponibilità della sede «Voglio un ordine trasparente con cui dialogare di più» Come altri dei suoi colleghi freschi del giuramento d’Ippocrate anche lo specializzando neurochirurgo di origine siciliana Vincenzo Levi chiede all’Ordine del quale fa parte maggiore trasparenza e un infittirsi delle comunicazioni. Ma si rende conto di come talora i giovani medici Vincenzo Levi, 26 anni, specializzando in neurochirurgia al Policlinico di Milano [bollettino OMCeOMI] 2/2013 9 il desiderio possa avverarsi». La formula del giuramento recitata all’inizio dello scorso febbraio ha tuttavia portato in luce istanze che sembrano stargli particolarmente a cuore a cominciare dai passaggi riguardanti la consulenza legale a beneficio degli iscritti: «Si tratta certamente di un aspetto molto importante e in particolare nella specialità cui mi sono indirizzato», ha detto il neurochirurgo, «nella quale l’aspettativa per veri miracoli è piuttosto alta da parte dei pazienti e familiari, spesso a causa di informazioni sbagliate». Ed è anche per mantenere le speranze di tutti incanalate in uno stretto realismo senza venir meno ai doveri della professione che Levi ha invece accolto di buon grado gli incoraggiamenti rivolti all’alleanza terapeutica coi pazienti: «È un tema fondamentale», ha detto Levi, «soprattutto nel mio campo e in genere per i giovani che agiscono a stretto contatto con i pazienti. Perché è nostro dovere e componente essenziale dell’attività l’attento ascolto del malato; ma pure dei suoi parenti». E a stimolarlo non può che essere un valore eminentemente umano ancor prima che scientifico e deontologico: «La passione è decisiva», ha detto il nuovo erede di Esculapio, «e dal mio canto ho fatto della sentenza tutto ciò che può fare l’uomo è muovere le cose una vera e propria guida. La motivazione personale è il carburante di una specialità che almeno agli inizi è remunerata meno di altre. Devo dire però che un identico e immutato amore per la neurochirurgia lo ritrovo anche nei colleghi più anziani da cui rubo parte del mestiere ma che sono anche disponibilissimi a insegnare». attualità reale e valida formazione in proposito». Questo non significa che ci si trovi dinanzi a un donchisciottesco cavaliere solitario perché per sua stessa ammissione Daniele Biasini ha fatto della cooperazione in rete con altri specialisti uno fra i cardini della sua attività: «Trovo che l’idea di medicina propugnata dall’Ordine e dalla concezione occidentale contemporanea Daniele Biasini, 32 anni, esercita la libera della terapia sia», ha detto al Bollettino professione ed è laureato in Psicologia e in dell’Ordine dei Medici antiquata, Medicina e chirurgia parcellizzata, troppo analitica. Sembra «Un’istituzione per la quale sono spesso scordare che dietro ogni patologia c’è un essere umano, questa una specie di Ufo» è fra le critiche più importanti rivolteci Rinnovamento e apertura. In due dalla medicina tradizionale cinese». parole è questo che Daniele Biasini Biasini opera nel campo della medicina chiede all’Ordine presso il quale ha non convenzionale che altrove in giurato fedeltà ai dettami ippocratici al Europa ottiene dignità e riconoscimenti principio dello scorso febbraio. E dal ben superiori a quanto accade nella quale non ritiene che il suo modo di Penisola. Ma se è il cambiamento concepire la medicina sia pienamente che va cercando egli preferisce compreso. Tutt’altro. «Non credo che conquistarlo in Patria e all’interno l’ultra-specializzazione del sapere della medesima struttura dell’Ordine. medico sia la soluzione a una domanda clinica sempre più complessa», ha detto «Chiedo apertura al mondo con la cessazione degli sguardi di sospetto che il 32enne Biasini che è laureato sia in ancora accompagnano chi come me Psicologia sia in Medicina e chirurgia si occupa di agopuntura ossia di una e svolge la libera professione, «ed è pratica riconosciuta dall’Organizzazione una modalità che tende a far smarrire mondiale della sanità dagli anni la visione d’insieme, ossia la Persona Settanta. Auspico il ritorno al cardine nella sua interezza e unicità. Ritengo originario della medicina, primum non invece fondamentale abbattere le barriere tipicamente occidentali elevate nocere. Un input che l’Ordine dovrebbe tornare a far suo in toto sapendo che fra corpo e mente, fra psiche e soma». l’etimo della parola farmaco rimanda Cura gli anziani, Biasini, senza essere a veleno: il pharmakon è una bomba geriatra. E i bambini pur essendo che non colpisce solo i cattivi». Va da sé pediatra; «o ancora gli ulcerosi senza dirmi gastroenterologo. Curo le persone che rammentando di essere stato «un paziente prima ancora che un medico» perseguendo l’obiettivo di dare dignità Biasini pone un deciso accento sull’idea e qualità di vita ai malati. Espressioni dell’alleanza terapeutica: «È tutto», usate anche da chi di fatto si dedica ha dichiarato, «purché si coniughi poi solo all’uno o all’altro orticello. a percorsi di crescita personale del In dubbio non è la buona fede dei malato e il medico non si limiti a essere colleghi che per lo più si occupano prescrittore di farmaci. Il feeling con spassionatamente e altruisticamente l’assistito è decisivo e non si crea a suon del malato. Credo solo che manchi una [bollettino OMCeOMI] 2/2013 10 di pastiglie che non risolvono i problemi alla radice ma generano persone ugualmente problematiche e fornite di pasticche anziché d’empatia». Biasini punta all’eliminazione del disturbo come fonte della qualità esistenziale che ha messo al centro della sua attività in un mondo in cui «si vedono ancora troppi occhi puntati sulle cartelle cliniche piuttosto che sull’individuo bisognoso». Ma perché il suo percorso possa progredire sino al compimento entro un alveo istituzionale il dialogo è essenziale: «All’interno dell’Ordine e posti la volontà e l’impegno di molti forse non transita sufficiente cultura», ha concluso, «né abbastanza innovazione. Troppa è invece la burocrazia. Per questo forse tuttora medici come me non risultano catalogabili. Auspico un intensificarsi del dialogo con professionisti di qualsiasi estrazione e specialità interessati a condividere esperienze e attività con il sottoscritto». «La capacità di comunicare è innata e non si impara» 27 anni e un percorso di specializzazione da anestesista iniziato da circa un anno presso le strutture del San Raffaele di Milano, la lombarda Isabella Savia sembra tuttavia avere scorza, grinta e una dose di disincanto tipici dei veterani. E sulle qualità personali punta parecchio: «Certamente è corretto introdurre passaggi che nel giuramento di Ippocrate sottolineino il ruolo dell’alleanza terapeutica», ha detto Isabella al Bollettino, «e anzi ritengo che in seno all’Ordine il tema debba e possa essere ulteriormente sviluppato. È in primo luogo una questione di civiltà. Nel mio piccolo ritengo di aver costruito sempre una relazione buona coi pazienti nel momento critico dell’anestesia ma anche che questo dipenda più dalle mie qualità personali che dalla formazione». INCHIESTA Quanto alle aspettative che Isabella Savia nutre nei confronti dell’Ordine presso il quale ha giurato a inizio febbraio, in cima alla lista c’è il desiderio di ottenere assistenza e informazioni dettagliate: «Spero e voglio credere che l’Istituzione voglia dimostrarsi attenta soprattutto alle esigenze dei neo iscritti, degli specializzandi e di chi da minor tempo ha giurata fedeltà ai principi deontologici che ispirano la professione. L’impressione», ha proseguito ancora Isabella Savia, «è che molto si debba ancora fare per intensificare le comunicazioni fra l’Ente e i medici. Ma è altrettanto corretto dire che il mio percorso è ancora agli inizi e che a mia volta debba ancora scoprirne parecchi aspetti». Dal lato più puramente terreno la specializzanda che considera l’impiego da anestesista e il percorso seguito per giungervi come un «ottimo mix di teoria e pratica» desidererebbe una mappa per orientarsi nel bailamme dei mutamenti normativi: «Anche se fino a questo momento non ne ho avuto bisogno credo sia importante la possibilità di discutere collegialmente degli aspetti legali della professione», ha detto Savia, «anche al fine di evitare o fronteggiare l’insorgere di problemi. Eventualità tutt’altro che remota in una specialità qual è la mia. E allo stesso tempo Isabella Savia, 27 anni, specializzanda anestesista presso l’Ospedale San Raffaele di Milano confido di poter contare un adeguato aiuto in materia previdenziale e gestione pensionistica, materia spesso oscura». «Per il momento mi sento ancora in un limbo» Proprio nel segno di una maggiore attenzione al tema dell’alleanza terapeutica, lo specializzando in radiodiagnostica 27enne Carmelo Messina ha ammesso fra le righe di avere sin qui ricevuto un buon supporto sia dall’Ordine dei medici di Milano sia dall’ospedale di San Donato Milanese, ove agisce. Siciliano di nascita e ormai meneghino d’adozione ha infatti goduto, durante il corso di laurea, della possibilità di accedere a corsi specifici centrati sul rapporto fra medico e paziente e più che all’Ente rivolge una costruttiva critica ai colleghi più grandi: «Vedo attorno a me giovani molto motivati e appassionati», ha detto Messina, «e credo sia molto importante condividere con chi ha più esperienza tutti gli aspetti dell’attività lavorativa, anche quelli legati al relazionarsi col paziente». Carmelo è giunto a scegliere la radiodiagnostica ormai al termine del percorso di studi e dopo un anno di Erasmus in Spagna, giudicandola «la più affascinante» e sentendosi meno attratto dalle altre discipline mediche. Ma è proprio sulla relazione con gli assistiti che trova si manifestino le più evidenti lacune della sua categoria: «Nel nostro caso l’alleanza andrebbe potenziata», ha detto Messina, «perché esiste un buon numero di casi in cui uno specialista in radiodiagnostica e il malato rischiano di non incontrarsi mai, se si escludono ad esempio metodiche come l’ecografia. È in questo campo che un buon radiologo deve giocare le sue carte al meglio e far valere le sue qualità personali e lavorative, visto altrimenti il rarefarsi delle occasioni di [bollettino OMCeOMI] 2/2013 11 Carmelo Messina, 27 anni, si sta specializzando in radiodiagnostica all’Ospedale di San Donato Milanese contatto». Nel suo rapporto con l’Ordine dei Medici Carmelo Messina si sente «in un limbo». «Talora i neolaureati e coloro che da poco hanno giurato sono figure di confine», ha detto Messina, «il cui vissuto a contatto con l’Istituzione è ancora troppo limitato se si eccettua l’esame di Stato. Una situazione che riguarda in misura maggiore gli specializzandi perché presso colleghi che hanno invece optato per la libera professione vedo che il legame con l’Odm è decisamente più percepito». E anche se fino a oggi non ha avvertito un forte peso della responsabilità gravare sulle sue spalle di medico men che 30enne Carmelo Messina ha considerato che cosa in prospettiva vorrebbe dall’Ordine in futuro: «Ora per esempio non sento un forte bisogno di assistenza legale, dal momento che in quanto specializzandi abbiamo responsabilità limitate per contratto», ha detto, «ma la tutela giuridica del professionista è sicuramente un elemento da sviluppare. Allo stesso tempo», ha concluso, «ritengo importante la possibilità di accedere a informazioni complete sul nostro trattamento economico e pensionistico, data la costante evoluzione dei regolamenti in materia. Voglio un Ordine dei medici capace in sostanza di fornirmi un orientamento adeguato». n L’ intervista Politica regionale e sanità Maria Cristina Parravicini Le priorità per Maria Teresa Baldini, chirurgo specialista in microchirurgia laser, eletta al Consiglio della Regione nella lista Maroni Presidente “L a politica – racconta Maria Teresa Baldini – mi ha sempre attirato sia in generale, che per diffondere il concetto di benessere psico-fisico del cittadino basato sull’educazione alla nozione di salute, stile di vita, prevenzione e diagnosi precoce. Sono convinta che un sistema sanitario efficiente debba rispettare le esigenze del cittadino e aiutarlo a vivere bene. La politica potrebbe fare molto in tale ambito. Per molti anni ho seguito la politica da “esterna”, senza tessere di partito. La Lega Nord mi ha da sempre attratta. Mi interessava capire il modello di identità da essa proposto e mi sentivo in sintonia con molte delle sue idee. Lo scorso anno mi sono candidata Sindaco a Forte dei Marmi con un movimento culturale che ho ideato, “Fuxia People”, legato al valore della bellezza. Quest’anno mi è stato chiesto di candidarmi nella lista Maroni Presidente. E ora eccomi in Regione dove spero di riuscire ad aiutare i cittadini sia nell’ambito della salute sia in ambiti a essa collegati. La bellezza è anche un valore identitario che si sta perdendo a ogni livello. Uno dei tanti problemi di oggi, a mio avviso, è che le persone non comprendono spesso la propria identità. Anche la salute è un problema di identità. Ma anche nell’ambito della salute la confusione regna a tutti i livelli. Il medico deve riappropriarsi del proprio ruolo e dalla propria dignità professionale. Con internet e mille altri sistemi di diffusione mediatica, peraltro preziosi in altri ambiti, tutti si sentono in dovere di dire la propria in campo sanitario. Sono molti i pazienti che mi arrivano con una diagnosi già fatta da loro e che mi richiedono solo un intervento che assecondi delle idee spesso del tutto irrealistiche ed erronee. La metodologia medica è molto importante e si impara solo con lo studio e con il tempo, con l’osservazione dei bisogni dell’altro e con il farsi carico di quei bisogni. Il benessere psicofisico non viene dall’omologazione, ma dall’identità e conseguentemente dalla specificità della terapia. Purtroppo molti medici sono ormai diventati dei meri erogatori di prestazioni di cui magari non sono neppure convinti. Ed è proprio dal bisogno di ridare dignità e identità al medico e di conseguenza anche al paziente, che nasce la mia scelta di entrare nel sociale». Sanità pubblica e privata convenzionata: quale equilibrio? «Per distinguere cosa sia il pubblico, il privato convenzionato e il privato [bollettino OMCeOMI] 2/2013 12 puro e per cercare di trovare un giusto equilibrio, il primo passo è quello di lavorare con i medici. Si è invece dato sempre più spazio ai burocrati, a degli imprenditori che non vedono il paziente, ma purtroppo a volte solo il profitto e il guadagno. Personalmente, intendo dare più spazio ai medici e alla metodologia medica. Questo significa anche un’attenta revisione di equilibri economici, con compensi adeguati a chi si occupa direttamente di un bene primario come la salute del cittadino. Attualmente la maggior parte dei medici che lavora nel settore pubblico è sotto-pagata. Il modello del privato accreditato è certamente interessante. In Lombardia ha portato ad alcuni “poli” di eccellenza, ma probabilmente si è esagerato anche in questo ambito. Nei cosiddetti “poli di eccellenza” il medico viene sempre più trattato come un dipendente di un’azienda. La realtà ospedaliera non è mai aziendale. Le scelte che ho fatto personalmente decidendo di lasciare l’Istituto dei Tumori erano dovute anche al fatto che mi sentivo spesso trattata non più come un soggetto, ma come un anello di una catena di montaggio. Ho quindi riflettuto e pensato: “Se azienda deve essere, allora io mi faccio la mia azienda!”, cioè lavoro privatamente. È L’ intervista vero che un’impresa anche pubblica deve funzionare e far tornare i conti. A livello imprenditoriale chi investe del denaro si aspetta giustamente un riscontro economico. Bisogna però tener conto di quelle che sono le entità in gioco. Se, per così dire, noi togliamo la testa al medico che sa decidere e organizzare il meglio per il paziente, salta la realtà intrinseca dell’ospedale e restano solo i numeri, le cifre che poi a ben vedere non tornano mai». Sostenibilità del SSR «Come medico ritengo che le cure non vadano negate a nessuno. Ma aiutando tutti e curando tutti nel modo in cui lo si fa ora – anche i pazienti sempre più numerosi che in Lombardia vengono da altre Regioni o da territori extra UE – purtroppo ormai ci rimette chi al territorio appartiene effettivamente avendolo costruito pagando le tasse. Oggi la Macroregione è una mediazione tra un federalismo vero e proprio e una concezione dello Stato che è fallita. Si deve quindi lavorare sul territorio e su un determinato modo di agire per recuperare risorse locali e dare priorità a chi rispetta la legge e paga regolarmente le tasse. A mio avviso sarebbe anche importante valutare le patologie e le loro diversità a livello regionale. Per esempio il favismo è molto presente in certe regioni, ma a cosa servirebbe in Lombardia un ospedale per il favismo? Non avrebbe sicuramente un interesse regionale rispetto a una Sanità che deve essere sempre più vicina, a Km 0 come adesso si dice, anche se – da medico – il così detto Km 0 non mi pare fondamentale». Da dove ripartire? «Il settore della Sanità, e quindi della Salute, è decisamente prioritario, ma non è casuale che io abbia accettato anche l’incarico per l’Assessorato all’Agricoltura che, solo apparentemente, è lontano dalla mia formazione medica, infatti l’agricoltura rientra nel discorso più generale del benessere. Dobbiamo ripartire da una sorta di “Rinascimento” della figura umana che va rimessa al centro delle nostre preoccupazioni. Il mio impegno sarà quello di cercare di erogare benessere per il cittadino, ma anche per il medico che deve essere in grado di agire in condizioni di benessere piscologico ed economico. Non parlo di un ritorno ai così detti “baroni” del passato, ma di retribuzioni economiche adeguate alle responsabilità che ogni medico si assume». Per quanto attiene i potenziamenti che andrebbero fatti, Baldini dichiara: «Ci si dimentica troppo spesso delle persone anziane e non ci si sofferma sufficientemente sulla necessità di offrire loro trattamenti adeguati, anche in termini innovativi. D’altra parte si fa anche molto poco per i giovani in termini di prevenzione, per garantire la loro salute e benessere. Un altro grosso problema di oggi è la depressione che trae origine da situazioni diverse tra cui la carenza di cura e di cultura. Sarebbe quindi necessario che nelle diagnosi e nelle indicazioni – soprattutto da parte dei MMG – ci fosse una maggiore attenzione a questi aspetti umani». Il ruolo della politica nelle nomine verticistiche «La Politica dovrebbe mettersi un po’ da parte. Le nomine politiche all’interno degli ospedali – almeno per quello che io ho vissuto personalmente – hanno distrutto entità che imprimevano la forza del gruppo, la forza e l’entusiasmo di curare. La nostra è una di quelle professioni in cui, se manca l’aspetto umano manca tutto, innanzi tutto la capacità di ascoltare. Già con il semplice ascolto, si risolvono tanti problemi e quesiti diagnostici. Pensiamo solo [bollettino OMCeOMI] 2/2013 13 ai costi investiti in esami strumentali e visite specialistiche in eccesso. La politica in campo medico dovrebbe riportare al centro i veri tecnici, cioè i medici capaci di agire nell’ambito del loro settore». «Il mio impegno in qualità di Consigliere – conclude Maria Teresa Baldini – sarà, come medico, quello di analizzare le problematiche più propriamente legate alla Medicina e alla Chirurgia. Per esempio cercherò di analizzare in che misura e in che modo debbano interagire il privato (pensiamo anche solo a quanti oggi dispongono di assicurazioni supplementari), il pubblico e il privato accreditato il cui rapporto reciproco deve essere riequilibrato in un discorso generale. Altrimenti corriamo il pericolo di trovarci nuovamente di fronte a un settore pubblico mal gestito». n L’ intervista Sanità lombarda se… Maria Cristina Parravicini Quali sarebbero state le priorità se le elezioni in Regione Lombardia avessero avuto un altro corso: l’opinione di Alessandra Kustermann D irigente medico specialista in Ostetricia e Ginecologia, direttore UOC Pronto Soccorso e Accettazione Ostetrico Ginecologico, Clinica Mangiagalli, Fondazione IRCCS Cà Granda, candidata alle primarie per il Partito Democratico per le scorse elezioni regionali, Alessandra Kustermann osserva: «Le cose che andrebbero fatte urgentemente nella Sanità sia in Lombardia che a livello nazionale riguardano essenzialmente il maggior costo della Sanità per una popolazione che invecchia e che, di conseguenza, presenta molte patologie croniche, finendo con l’investire il sociale che ha risorse sempre più ridotte. A mio modo di vedere, il primo grande errore che ha fatto il presidente della regione Roberto Maroni consiste nel non aver rispettato il programma che si era dato in corso di campagna elettorale, cioè l’unificazione dei due Assessorati (politiche sociali e sanità) perché solo in questo modo si poteva dare una risposta ai bisogni sociali e di salute dei cittadini che finiscono per intersecarsi tra di loro. Ci troviamo con la vecchia divisione che separa i due Assessorati, con pochissime risorse sul Sociale e risorse maggiori, ma comunque insufficienti, sulla Sanità. Dall’altra parte Maroni ha dichiarato di essere disponibile a rivedere la Legge 31 di riforma della Sanità approvata dal primo Governo Formigoni, che da un lato ha portato qualche vantaggio sotto il profilo dell’equiparazione tra il pubblico e il privato accreditato, aumentando l’offerta per favorire una teorica libera scelta dei cittadini; ma dall’altro ha determinato – in assenza di una programmazione su cosa serve veramente al territorio e ai cittadini – un aumento della Sanità erogata dai privati accreditati e una diminuzione percentuale della Sanità erogata dai soggetti pubblici. In contemporanea però non ha chiuso i soggetti pubblici, [bollettino OMCeOMI] 2/2013 14 o comunque ha chiuso sempre troppo pochi ospedali rispetto alla riduzione dei posti letto prevista dalla Legge Balduzzi. Per riuscire a tenere in piedi un sistema sanitario complesso come quello lombardo, è necessario arrivare a una riduzione dei posti letto, ma soprattutto a una ripartizione diversa delle risorse tra pubblico e privato, tenuto conto anche del fatto che la voce più consistente nella Sanità è quella degli stipendi, che ovviamente vanno corrisposti nel pubblico (fondi erogati dalla Regione); a sua volta la sanità privata convenzionata è in crisi perché il sistema dei finanziamenti su progetti e funzioni speciali messa in piedi da Formigoni, alla luce di una serie di scandali, è stata rivista da Maroni. Ci saranno quindi ancora più strutture private (S. Raffaele, Multimedica ecc.), ma anche piccole cliniche accreditate che di fatto appartenegono al SSR, che in questo momento non trovano le risorse per andare avanti. Questo significa che se verrà rivista la Legge 31, si dovrà dare una maggior rilevanza al territorio, su cui vanno sviluppate le risposte sanitarie e la prevenzione per determinare salute ai cittadini. Ma per questo servono risorse che possono essere trovate solo razionalizzando la rete ospedaliera e quella privata L’ intervista accreditata». «In concreto – prosegue Kustermann – se si desidera potenziare la sanità territoriale e dare delle risposte globali di salute ai cittadini, si dovrà pensare a un luogo, una Casa della Salute, in cui si concentrino il punto prelievo, la specialistica ambulatoriale, ma anche un certo numero di MMG che godrebbero di una serie di vantaggi (dall’affitto, agli orari ecc.); ma per arrivare a questo, ci dovrebbe essere la volontà da parte dei MMG e tale possibilità dovrebbe essere prevista nel Contratto Collettivo di lavoro. In parallelo, deve esistere la possibilità per i MMG di mantenere i propri ambulatori come sono adesso. Ci saranno poi MMG più giovani, o che non hanno uno studio avviato, che desidereranno lavorare all’interno della Casa della Salute ove ci sia la possibilità di trovare la fisioterapia, la psicoterapia e molte altre specialità necessarie ai loro pazienti. Nel momento in cui si rivede questa legge, se si vuol dare alle ASL un ruolo di programmazione e di controllo ma non un ruolo gestionale, a chi si affiderebbe la responsabilità del settore sociale? Non è pensabile che possa essere affidata a qualcuno che dipende dall’Assessorato alla Sanità. Si continuerà quindi ad avere un ibrido perché la ASL che dovrebbe fare programmazione e controllo, in realtà è anche quella che si occupa del sociale che invece dovrebbe essere gestito d’accordo con i Comuni». Nomine dei dirigenti e politica «Io credo che le nomine – prosegue Kustermann – non debbano essere politiche perché si deve ragionare sulla competenza. Allo stato degli atti, procederei a una proroga per un anno degli attuali dirigenti e, solo dopo aver rivisto la legge 31, procederei con le nomine: facendo delle nomine quando ancora non si è proceduto sulla legge 31, si correrebbe il rischio di nominare una quota di direttori generali molto superiore rispetto a quelli che alla fine dovrebbero restare. La mia idea è che vada concentrata nelle mani di pochi direttori generali una quota di ospedali e di territori sufficienti per fare una programmazione seria, valutando quale sia tra il privato accreditato e il pubblico quello che funziona meglio per giungere a scelte manageriali serie, che evitino doppioni e sprechi. Procedendo con tutte le 45 nomine (in quota Lega piuttosto che PDL, ma anche Centro Sinistra), non si risolve il problema. I Direttori generali non vano scelti dalla politica ma da una società esperta di cacciatori di teste, a cui viene dato un mandato ben preciso rispetto a che cosa si deve richiedere loro e, sulla base di questo e attraverso colloqui di selezione, deve essere fatta una cernita di una rosa più ristretta di nomi su cui poi competerà alla politica decidere in via definitiva. Inoltre la scelta dei nomi andrebbe fatta anche su persone che al momento non lavorano in Lombardia. A mio avviso il ruolo dei politici è quello di essere gli amministratori delegati scelti dall’assemblea degli azionisti, cioè i cittadini, e l’amministratore delegato deve avere chiaro che deve rispondere all’assemblea degli azionisti. Quindi non sceglierà il direttore generale che gli è più vicino politicamente, ma quello che è più in grado di portare avanti il programma che gli è stato dato». È corretto equiparare Sanità e “Azienda”? «Io non credo che la parola “azienda” in sé abbia determinato l’errore della riforma della sanità fatta ai tempi da De [bollettino OMCeOMI] 2/2013 15 Lorenzo, ma è sbagliato il significato economicistico che si è dato alla parola. Personalmente credo che in Sanità non ci sia guadagno: se i criteri di accreditamento sono veramente uguali per tutti, qualunque privato decida di investire denaro nella Sanità accreditata non potrà guadagnare. La parola “azienda” deve significare buona gestione, che parta con l’idea di fondo che si devono dare le migliori prestazioni possibili, le più efficaci, al numero maggiore possibile di popolazione che ne ha bisogno. I Pronto Soccorso costano più di quello che rendono, anche se ci si inventa, come in Lombardia, di far pagare il ticket ai codici verdi; scelta che non condivido perché significa far pagare un bisogno serio di salute e si rischia che pazienti senza disponibilità economica, per risparmiare, non ricorrano al PS anche in presenza di sintomi gravi, con un maggior rischio per la salute e un maggiore impegno per i medici che si troveranno a intervenire su una patologia che si è aggravata proprio per la mancanza di un primo soccorso tempestivo. La scelta della parola “azienda” è di per sé irrilevante; il punto piuttosto doveva essere quello di non imporre il pareggio di bilancio, perché è questo che ha determinato l’errore. D’altronde il pareggio di bilancio lo Stato se lo è già proposto quando ha aderito all’Europa. Questo significa che la parola risparmio deve entrare nella mentalità di un amministratore pubblico, quale anche il medico è. Ma risparmiare sugli sprechi e sulla corruzione è una cosa, un’altra è risparmiare sulla salute. Non ci può essere risparmio sul farmaco, sul ricovero, sulla radioterapia perché il primo diritto costituzionalmente garantito ai cittadini è quello alla salute». n Attualità “Perché ci vuole orecchio!” Fulvio Muzio Medico nutrizionista e musicoterapeuta Responsabile Servizio di Dietologia e Nutrizione Clinica - A.O. Polo Universitario “Luigi Sacco” Il linguaggio dei suoni per produrre salute e benessere L a Medicina e la Musica sono arti differenti, ma accomunate dalla stessa finalità: il benessere dell’uomo. Con la recente scomparsa di Enzo Jannacci se ne è andato il più autorevole rappresentante italiano della categoria dei medici-musicisti. È quindi impossibile scrivere qualcosa sul rapporto musica- medicina se non partendo da Jannacci. Dal 29 marzo, giorno della sua scomparsa, ad oggi la sua la vita e le sue canzoni sono state passate al setaccio, commentate e celebrate come a voler recuperare tutte le occasioni in cui la sua opera è stata poco compresa, o valutata come “surrealista” o più sommariamente “ strampalata”. Ma la realtà è assai differente: già negli anni cinquanta, all’inizio della sua carriera di musicista, mentre al festival di Sanremo imperversavano canzoni ad alto tasso glicemico, Jannacci si legava ai personaggi più anticonformisti del panorama milanese come Gaber, Fo, Celentano e Ricky Gianco per sperimentare il binomio della canzonetta con l’umorismo, la satira e l’ironia. Solo molto tempo dopo la critica osserverà come ogni sua canzone, anche quella apparentemente più demenziale, racchiuda un valore aggiunto, una sorta di firma dell’autore che ne qualifica il senso e ne trasforma il contenuto. Ecco allora che “ Vengo anch’io, no tu no” è l’impareggiabile tormentone che ha accompagnato la vita di molti di noi e al contempo è il ritratto di una parte di umanità destinata [bollettino OMCeOMI] 2/2013 16 sempre e comunque a rimanere esclusa. Ecco che, una serie di personaggi, protagonisti di sue indimenticabili canzoni come “ Veronica”, “L’Armando”, “Giovanni telegrafista” ci rimangono impressi per la loro carica vitale, capaci di farci commuovere o schiattare dalle risate come sketch di cabaret e subito dopo darci da pensare, richiamando i ritratti struggenti, vividi e impietosi delle poesie di Carlo Porta. In tutte le sue canzoni sono presenti scorci di umanità, e come tali, contenenti la giusta dose di tristezza e di felicità, di fragilità e di forza, di follia e di saggezza. Eppure Jannacci, anche se descrisse lo stesso mondo e fosse affine alle tematiche di altri grandi artisti come Gaber o De Andrè, non ebbe mai, né comunicò lo stesso sguardo disperato o sfiduciato. Forse fu la consapevolezza in quanto medico della antica funzione guaritrice della musica, utilizzata per secoli allo scopo di contribuire alla guarigione dei malati e per ridurre il dolore e la sofferenza, o forse fu la sua personalità versatile e piena di vitalità. Il suo eclettismo del resto non si limitava solo alla musica e alla medicina: per esempio ho conosciuto personalmente Jannacci quando, a quindici anni, avevo deciso di imparare il karate iscrivendomi in una palestra di Milano; era un novembre nebbioso dei primi anni ’70 e alla lezione di inizio corso, tra gli allievi c’era anche lui. Fu buffo, perché me lo ritrovai nello spogliatoio, in mutande, ma subito lo riconobbi e attualità non potevo credere ai miei occhi: mi tornò in mente la prima volta che, pochi anni prima, lo avevo visto in televisione, a “Chissà chi lo sa”, una trasmissione per ragazzi della fascia pomeridiana della RAI. In quell’occasione Jannacci si presentò per promuovere la sua nuova canzone “Vengo anch’io, no tu no” in compagnia di un enorme basso-tuba che quasi lo sovrastava, e tra il testo ironico e innovativo della canzone e quel look improbabile, ne fui subito conquistato. Così quando, quel primo giorno di karate, il maestro Hiroshi Shirai fece l’appello e scandì il suo nome, la mia certezza ebbe ulteriore conferma e l’emozione fu grandissima. In seguito Jannacci si appassionò di karate a tal punto che divenne cintura nera e di ciò ne era molto orgoglioso. A questo punto dovrei inserire anche il karate in questa dissertazione su musica e medicina ma non sono troppo sicuro che la sua finalità sia il benessere dell’uomo, per cui non ne farò menzione. Effetti terapeutici della musica La musica è definibile in vari modi; è una scienza, dato che risponde a ben precise leggi della fisica; ma è anche un’arte, dato che proprio attraverso la combinazione di parametri fisici è possibile esprimere stati d’animo e comunicare emozioni e sentimenti. E proprio per il fatto che con la musica si possa comunicare, essa può essere considerata a pieno titolo un linguaggio, alternativo a quello verbale, ma non meno potente. Ma la musica è stata utilizzata fino dall’antichità anche allo scopo di produrre processi di guarigione. Le origini di questo utilizzo sono affascinanti: come risulta dallo studio delle mitologie e delle cosmogonie più antiche, la musica e il suono in genere è sempre stata posta all’origine di tutto l’universo, e quindi considerata per millenni il canale privilegiato di collegamento con le divinità e rimedio per eccellenza dei mali. E proprio la nascita dell’universo, come noi la interpretiamo oggi, a partire dal famoso Big Bang, si collega in modo sorprendente a queste antichissime interpretazioni della genesi del mondo. La convinzione che la musica avesse effetti terapeutici deriva in sostanza dall’idea dell’unità vibratoria dell’universo, una concezione sostanzialmente univoca che trascende le singole religioni, culture, filosofie. Secondo queste antiche teorie anche gli organi interni vibrano a frequenze specifiche e ogni malattia è espressione di un disordine interno: con l’utilizzo della musica era quindi possibile riportare l’organismo alle frequenze originarie, ristabilendo l’equilibrio. Musicoterapia… Solo con la nascita della musicoterapia, come oggi la conosciamo, è iniziato lo studio degli effetti della musica sulla salute attraverso interventi basati sull’evidenza scientifica. L’origine della musicoterapia, così come oggi la conosciamo, è fatta risalire al termine [bollettino OMCeOMI] 2/2013 17 della prima guerra mondiale quando alcuni musicisti iniziarono a girare per i “Veteran Hospitals” della nazione americana suonando per i reduci che soffrivano di forme sia fisiche che psichiche di trauma post-bellico. Dato che fu subito evidente una risposta positiva di questi pazienti alla musica, i medici e gli infermieri iniziarono a richiedere alle amministrazioni degli ospedali di formalizzare questi interventi, così da fornire questo servizio in modo continuativo. Successivamente gli ospedali stabilirono l’obbligo di un training formale nell’utilizzo della musica a scopo terapeutico, concetto che si è evoluto in veri e propri diplomi di studio. Il primo corso per diploma in musicoterapia al mondo fu tenuto alla Università Statale del Michigan nel 1944; attualmente negli Stati Uniti più di 5 mila musicoterapisti lavorano in ospedali, reparti di riabilitazione, istituzioni mediche e scolastiche, cliniche, case di riposo, carceri, scuole, nidi e case private, e una gran mole di ricerca clinica viene condotta allo scopo di approfondire il legame tra musica e processi di guarigione dalla malattia. Si è così dimostrato che la musica è in grado di produrre benefici fisiologici, attraverso il sistema nervoso vegetativo influenzando ad esempio la pressione sanguigna, il battito cardiaco, AttuAlità la respirazione, la tensione muscolare; e psicologici attraverso la sua attività sul sistema limbico, riducendo il livello di ansia e migliorando il tono dell’umore. Inoltre la musica, stimola indirettamente la produzione di beta-endorfine, che, grazie alla loro azione calmante e anestetica, regalano uno stato di benessere a tutto l’organismo. I campi di applicazione della musicoterapia spaziano da quello della salute, in termini di prevenzione (ad esempio musicoterapia in gravidanza; infanzia; scuola; anti-stress), terapia (musicoterapia per l’autismo, psicosi, nevrosi, disturbi psico-somatici), riabilitazione (nei deficit mentali e motori e handicap di vario tipo) e sostegno (pazienti anziani nelle RSU, pazienti terminali negli hospice, in coma nelle rianimazioni ecc.), a quelli del benessere con lo scopo di raggiungere semplicemente un migliore equilibrio e armonia psico-fisica. …e musicoterapie Oggi vi sono diversi modelli di musicoterapia, diverse scuole, che hanno prodotto diverse musicoterapie, con un ampio spettro che va dall’approccio pedagogico, a quello psicoterapeutico a quello psicoacustico. Di questi modelli, almeno 5 sono riconosciuti a livello mondiale. I modelli spaziano da quelli più sbilanciati sul versante “psichico” a quelli più rivolti al versante “organico”, con tutte le possibili collocazioni intermedie; alcuni pongono maggiormente l’accento sui processi psicodinamici, altri su quelli biologiconeurofisiologici, altri ancora fanno riferimento a visioni comportamentiste, cognitiviste, umanistiche. Una importante distinzione esiste poi tra musicoterapia passiva o recettiva, che si basa sull’ascolto musicale guidato e musicoterapia attiva, che prevede l’esecuzione e la produzione musicale. Il modello Benenzon è uno dei più apprezzati e diffusi, e si rifà al metodo dello studioso sudamericano Rolando Benenzon. Alla base delle teorie legate a questo modello c’è il concetto dell’ISO che si riferisce all’identità sonora individuale, ossia l’insieme degli archetipi sonori propri dell’individuo e le esperienze sonore a lui familiari. Dobbiamo pensare che da ancor prima della nascita si sedimentano in noi dei suoni che costituiranno poi il nostro “Io sonoro” che verrà nel tempo arricchito dalle ulteriori esperienze sonore [bollettino OMCeOMI] 2/2013 18 Secondo questo modello che è di tipo psicoterapico, gli operatori di musicoterapia utilizzano dei codici alternativi rispetto a quelli verbali per cercare di aprire attraverso il suono, la musica, e il movimento, dei canali di comunicazione nel mondo interno dell’individuo. Il modello di Musicoterapia Umanistica arricchisce questo approccio fondandolo sulla RELAZIONE, sull’ascolto empatico e sull’utilizzo della musica come mezzo per sviluppare le risorse insite nella persona, partendo dal presupposto che ognuno ha già in sé tutte le potenzialità per superare le difficoltà nelle quali si trova. Vi sono poi altri approcci, molto diversi da quello appena descritto: uno dei più interessanti è quello che fa riferimento alle teorie psicoacustiche. La psicoacustica è lo studio della psicologia della percezione acustica, che si basa sulle caratteristiche del nostro apparato uditivo. Bisogna partire dal concetto che un suono, quando arriva alla nostra coscienza, non è lo stesso che è entrato nelle nostre orecchie, ma una forma elaborata dal nostro sistema nervoso e dalle funzioni psichiche ad esso connesse. Ad esempio un grido quando entra nelle nostre orecchie è un semplice suono, ma quando raggiunge la corteccia cerebrale è stato rielaborato in un segnale di allarme. Dobbiamo quindi distinguere una fase legata all’orecchio e al nervo acustico, una fase che si collega soprattutto a funzioni talamiche, dove il suono viene elaborato ed infine una fase in cui il suono giunge alla corteccia cerebrale (in centri che si trovano in prossimità dell’area del linguaggio), e qui si verifica finalmente il processo dell’ascolto, AttuAlità con un coinvolgimento globale del nostro sistema nervoso e delle funzioni psichiche ad esso connesse. Qui il suono viene caricato di connotazioni esperienziali, viene cioè intellettualizzato. La psicoacustica sfrutta anche le limitazioni del nostro apparato uditivo. In questo senso, un esempio di applicazione basata su questi limiti è rappresentata dalla tecnologia MP3, che sacrifica parte dell’informazione audio originale per risparmiare memoria. Sacrifica però solo quella parte dell’informazione sonora che non verrebbe comunque percepita dall’ascoltatore, in quanto fuori dalla soglia di udibilità dell’orecchio umano, ottenendo così grande risparmio di dati con qualità percepibile quasi invariata. Un’altra tecnica che fa capo alla psicoacustica è quella dei “battiti binaurali” meglio noti come “binaural beats”: si tratta di una tecnica elaborata nel 1973 da Gerald Oster, un ricercatore del Mount Sinai School of Medicine di New York, che consiste nel somministrare sequenze di toni leggermente sfasati tra loro attraverso ad una cuffia stereofonica. Presto si vide che i campi di applicazione di questa metodologia erano molteplici: oltre ad avere una particolare influenza sul rilassamento, essa era in grado di sviluppare capacità creative, e poteva risultare utile nella terapia delle emicranie, per la cura dell’insonnia, per il controllo di ansia e depressione. l’ascolto terapeutico La musica appare quindi in grado di influire sulla nostra attività cerebrale e anche sulle nostre funzioni cognitive: a questo proposito un famoso e controverso esperimento pubblicato sulla rivista scientifica “Nature” ha evidenziato come la musica di Mozart sia in grado di migliorare la percezione spaziale e la capacità di espressione. Ma perché proprio la musica di Mozart? L’ipotesi formulata da Gordon Shaw, uno degli autori dell’esperimento appena citato, è che oltre alle incredibili doti logiche, mnestiche, e musicali di cui era dotato Mozart, il musicista componeva in giovane età, sfruttando al massimo le capacità di fissazione spazio-temporale di una corteccia cerebrale in fase evolutiva, cioè al culmine delle sue potenzialità percettive e creative. Alfred Tomatis, uno dei maggiori studiosi del suono dal punto di vista medico, sostiene che l’ascolto della musica mozartiana è in grado di favorire l’organizzazione dei circuiti neuronali, rafforzando i processi cognitivi e creativi dell’emisfero destro. A questo punto potremmo domandarci se, per un ascolto terapeutico, abbia senso ascoltare solo la musica di Mozart. Ovviamente no. Ma allora, volendosi avvicinare ad un ascolto terapeutico, che tipo di musica dovremmo privilegiare? Consultando delle pubblicazioni di musicoterapia si possono ricavare le indicazioni più disparate: c’è chi ritiene che la musica più adatta sia quella classica, chi sostiene che il genere più indicato è invece il jazz, chi propende per la new-age, e così via. In realtà è probabile che quasi tutta la musica sia indicata e che contenga in sé delle valenze terapeutiche. È quindi difficile elencare quali siano i brani in assoluto più terapeutici, anche perché ci sono musiche che, per motivi in parte misteriosi, appartengono [bollettino OMCeOMI] 2/2013 19 esclusivamente a noi, e producono solo in noi effetti fisici e soprattutto psichici, che difficilmente possiamo condividere con qualcun altro. Esemplificativo è a questo proposito il caso di un diciottenne che pochi anni or sono si è risvegliato dal coma ascoltando una canzone del suo cantante preferito, Antonello Venditti. Come possiamo negare che in questo caso la musica di Venditti abbia esplicato importanti effetti terapeutici? Tornado al tema di quale musica ascoltare, probabilmente la cosa migliore è quella di lasciarsi inizialmente andare al proprio intuito, e solo in un secondo momento mettere a fuoco una ricerca più mirata. Sicuramente l’aiuto di un musicoterapeuta esperto potrebbe essere inizialmente di aiuto per guidare alla scoperta della propria “musica terapeutica”, ma come criterio generico è consigliabile utilizzare inizialmente musica mai ascoltata prima, e di carattere strumentale. In definitiva la musica risulta essere un mezzo efficace, oltreché molto gradevole, per contribuire alla nostra salute e al nostro benessere. Oggi tutti abbiamo la possibilità di ascoltare musica e quindi di beneficiarne anche se, il più delle volte, il nostro ascolto avviene in modo distratto, durante lo svolgimento di altre attività. Al contrario, beneficiare in profondità della musica significa soprattutto saperla ascoltare e per un ascolto terapeutico è di fondamentale importanza trovarsi in uno stato di predisposizione fisica e psichica: la migliore preparazione all’ascolto è quindi fatta di respirazione, tranquillità, e soprattutto atteggiamento non-critico nei confronti del suono. ■ esperienza Mettersi alla prova Maria Cristina Parravicini Afghanistan, valle del Panjshir. L’esperienza di Monica Moneta con Emergency M onica Moneta, neo specializzata in Ostetricia e Ginecologia, ha sempre svolto la sua attività presso l’Ospedale San Paolo e, come ricorda nel corso del nostro incontro, «con un paio di interruzioni dovute a esperienze all’estero: una alla fine del 2009 in Senegal e l’altra a cavallo tra il 2011 e il 2012 in Afghanistan». Quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a una scelta – come l’ultima in ordine di tempo – per molti versi così estrema? «In entrambi i casi era la ricerca di una medicina diversa rispetto a quella che vivo nella quotidianità, così impregnata di burocrazia e così in antitesi con la mia scarsa propensione alla routine. A questo va aggiunta la curiosità di vivere il mio lavoro in un ambiente diverso e di mettermi alla prova. La scelta dei luoghi è stata casuale nel senso che il Senegal mi è stato proposto da una collega che a sua volta aveva fatto un esperienza in quel paese, mentre l’esperienza presso Emergency, in Afghanistan, mi è stata proposta dalla professoressa Annamaria Marconi a cui avevo manifestato il mio desiderio di partire nuovamente. In entrambi i casi la mia permanenza è stata di circa sei mesi». Ma al di là del desiderio di evadere dalla burocrazia e dalla routine, quale è stata l’esigenza più intima che l’ha spinta a partire? «Certamente il desiderio di mettermi alla prova in condizioni estreme. Non si tratta di «buonismo» o di tentativi di risolvere situazioni irrisolvibili, per di più in sei mesi, ma certamente – anche se può apparire un paradosso – una scelta un po’ egoistica. Mi infastidiva e mi infastidisce anche oggi quando, chi conosce le mie scelte, le loda nel senso di «bontà e coraggio» perché, paradossalmente, è proprio il contrario; infatti ne ho tratto vantaggio innanzi tutto io che, da queste esperienze, sono tornata molto arricchita e anche con la speranza di avere lasciato qualcosa, soprattutto nel periodo trascorso in Afghanistan, in termini di formazione». L’esperienza in Afghanistan «L’ospedale (uno dei tre che Emergency ha creato in Afghanistan) – racconta Moneta – era nella valle del Panjsheer a Nord di Kabul ed è l’unico tra questi che dispone del reparto di maternità; a questo reparto afferiscono un enorme numero di donne e questo comporta un’intensa attività clinica. In quel periodo ero l’unica ginecologa – non c’erano senior e l’unica era rimasta meno di un mese – e questo comportava una reperibilità sette giorni su sette e 24 ore su 24. L’attività di emergenza era prevalente, quella elettiva cercavamo di limarla il più possibile per evitare di non poter sopperire all’emergenza. In questa struttura, il reparto di maternità dispone [bollettino OMCeOMI] 2/2013 20 della sala parto, sala operatoria e un ambulatorio per i controlli in gravidanza e per controlli ginecologici. Ovviamente c’è molta attività di emergenza, in parte dovuta a una cultura che ancora non ha messo grandi radici nella consuetudine a periodiche visite di controllo durante la gravidanza, e in parte dovuta al fatto che queste donne vivono in villaggi sperduti nelle valli, per cui diventa difficile la visita mensile o altri controlli. Questo fa sì che arrivino quando si trovano in condizioni spesso drammatiche. Quello di Emergency è soprattutto un centro di riferimento in quanto spesso queste donne decidono di rivolgersi al centro più vicino, salvo poi essere mandate da noi». «L’esperienza clinica – sottolinea Moneta – è decisamente formativa ma, esperienza nello stesso tempo, è pura adrenalina per tutto il periodo di permanenza salvo poi, quando si ritorna, non averne più; E questo rende il ritorno complicato. Mi è stato infatti difficile ritornare alla routine». Venendo al tessuto sociale della società afgana, chiediamo a Monica Moneta quale fosse l’approccio con le pazienti e le loro famiglie: «Le donne in generale – racconta – si dimostrano particolarmente riconoscenti, ma quello che certamente è più interessante è l’approccio di un medico donna giovane con il marito. Infatti ogni decisione, quale che sia, deve essere accettata dal marito o dal parente maschio più prossimo; questo ha comportato che spesso mi sia trovata a scontrarmi con i mariti, anche se l’autorità di un medico viene in ogni caso riconosciuta, anche se donna. È anche vero però che ci si deve far rispettare e saper gestire le situazioni in maniera diversa. Aggiungo che gli uomini medici in maternità non possono neanche entrare e, nel caso di necessità per un consulto, si deve chiedere il permesso all’uomo di famiglia (marito, padre, fratello ecc.)». Quali tra le esperienze vissute laggiù resteranno vive per sempre nella sua memoria? «Sono state tante – ricorda Moneta – ma due ne ricordo in particolare. Una riguarda l’unica donna ricoverata e morta durante il ricovero. Questo caso ha rappresentato per me un cruccio perché è arrivata con un distacco di placenta; aveva perso molto sangue a casa, il feto era morto e abbiamo dovuto fare un cesareo per ragioni cliniche. Dopo l’intervento si sono manifestate complicanze post operatorie (anuria) e, nonostante gli sforzi congiunti con altri colleghi, non c’è stato più nulla da fare e l’abbiamo trasferita a Kabul con la speranza che lì riuscissero a gestire la situazione. Durante il trasporto purtroppo la donna è morta. Ho vissuto quell’episodio come un fallimento, ma soprattutto è stato il tempo passato al fianco della donna durante la notte a rendere il nostro rapporto particolarmente empatico. L’altro episodio riguarda una donna giovane, a sua volta con una situazione ostetrica un po’ difficile: doveva partorire il feto a 24 settimane, con placenta previa centrale e frequenti emorragie che avevano comportato diversi ricoveri. Poiché il feto era vivo, si preferiva tenere la donna sotto osservazione con la speranza che l’emorragia cessasse. Iniziato il travaglio abbiamo deciso di [bollettino OMCeOMI] 2/2013 21 farla partorire evitando il cesareo data la dimensione dell’utero; durante tutto il tempo del travaglio, si è venuto a creare un rapporto molto stretto tra me e la donna che richiedeva la mia presenza costantemente. Un fatto abbastanza atipico perché, normalmente, la partoriente ha un rapporto preferenziale con l’ostetrica più che con il medico che interviene solo in determinati casi. Sono quindi rimasta con lei fino al parto: un giorno e mezzo emotivamente molto complesso da gestire che ha stretto il rapporto tra me e la paziente tanto che, dopo la dimissione, questa donna è venuta a trovarmi altre due volte accompagnata dal marito». Lei vede la possibilità di ripetere in futuro esperienze analoghe? «È una domanda a cui fatico a dare una risposta» conclude Monica Moneta e aggiunge: «Una volta tornata alla routine, l’inquietudine rimane, come pure il desiderio di realizzarsi altrove. È un momento un po’ particolare della mia vita in cui sento la necessità di piantare delle radici, e partire adesso sarebbe un po’ come scappare, resta però un’opportunità da riprendere in considerazione una volta trovati i propri punti cardine, il proprio ubi consistam». n storia Saluti fascisti Ugo Garbarini Antichi documenti, testimonianza di tempi andati, ma anche specchio di un’Italia che sembra non cambiare mai A differenza di molti Ordini della penisola che, per diversi motivi, hanno saputo conservare i documenti della propria esistenza ormai ultracentenaria, quello di Milano ben poco ha salvato: la guerra, l’incuria forse, i frequenti traslochi, la mancanza del piacere di conoscere le proprie radici, anche il difetto di un sano provincialismo, hanno fatto sì che, rovistando tra vecchie carte salvate da un alluvione delle cantine, si siano trovati solo vecchi registri, enormi per grandezza (42 x 47 cm) scritti con penna e pennino con una calligrafia che, ricca di svolazzi, spesso ha reso faticoso il riconoscimento dei nostri antichi iscritti: come nei codici conservati nei conventi, il culto della prima lettera, quasi miniata, con svolazzi e codazzi, ha reso talora faticoso il riconoscimento del casato di appartenenza del medico. Nell’attuale fase di smaterializzazione informatica della documentazione ordinistica, capita ogni tanto di trovare ancora qualche carta del tempo che fu e piace al curioso, qual è il sottoscritto, leggere e rivivere le vicende e i comportamenti dei colleghi dei tempi passati, dei reggitori dell’Ordine prima, del Sindacato Nazionale Medici Fascisti poi. Per alcuni versi, nel bene e nel male, nihil novi… e questo non è che lo specchio di un’Italia che non cambia mai, anche dopo una guerra che ne causò la pressoché totale distruzione. Sacra auri fames Siamo nel 1939, la guerra è lontanavicina, il “sottoscritto fascista (tessera 1921) F.B.” espone, alla Federazione dei Fasci di Combattimento di Milano nella persona di un componente del direttorio, una triste storia: ricoverato al Granelli nel 1938 per “una violenta polmonite”, tanto bene fu curato dal primario e dall’assistente G.A., che, dopo la dimissione, “ancora bisognoso di cure” si recò da quest’ultimo, nel suo studio a Porta Genova perché sapeva che era “anche dottore della mutua” (quale non è dato di sapere posto che l’INAM ebbe il suo battesimo di legge nel 1943). Il professore non ne volle sapere e l’esponente dovette “pagare numerosissime visite”. Ma il giustiziere delle sue finanze proseguì la spremitura, ordinando ben quindici iniezioni endovenose da “egli stesso eseguite” al termine delle quali gli consigliò la terapia più idonea (due settimane in montagna). Il conto fu di £ 150 (le medicine le portava il convalescente) che F.B. promise di fargli avere al ritorno dalla cura montana. Promessa non mantenuta perché dissanguato (metaforicamente) dalla malattia e dalla necessità di mantenere moglie e tre figlioletti. Preceduta da una minacciosa (?) visita della sorella del medico, giunse l’ingiunzione di pagamento della Regia Pretura per una cifra ormai di £ 256. Il medico non si [bollettino OMCeOMI] 2/2013 22 commosse neppure per le preghiere della madre del convalescente che aveva tentato un accomodamento. Seguì il sequestro di “tutti i mobili” della sua abitazione che, di lì a pochi giorni, sarebbero stati messi all’asta. “È umano tutto ciò?” si chiedeva angosciato l’ex convalescente ora ancor più malato, pur disposto a pagare frazionatamente il suo debito con versamenti mensili. Per questo si rivolgeva alla “giustizia fascista”. Ringraziando “Mi permetta salutare fascisticamente”, concludeva il disperato camerata. L’esposto era datato 5 maggio 1939. Nella quarta del foglio tipo protocollo, la scrittura obliqua, (con matita rossa: forse un resistente ante litteram?) con tratti decisi alla “Dux”, firmata da un membro certamente influente del direttorio della succitata Federazione, chiedeva imperativamente che si sospendessero gli atti giudiziari. L’11 maggio, XVII E.F, la giustizia fascista si mosse: lettera al prof. A.C, raccomandante, nella quale il segretario storia DOTT. Gigolò del Sindacato Provinciale Medici (piazza Duomo 20) comunicava che il sequestro era stato evitato per rinuncia al pignoramento dietro promessa di rateizzazione del debito. Seguiva, il 17 maggio 1939, lettera del raccomandante che ringraziava il Segretario per quello che aveva potuto fare per l’operaio F.B. da me segnalato”. Nel fascicolo personale del nostro iscritto, salvatosi dall’alluvione delle cantine, il cui casato ha dato molti e anche illustri medici, si hanno ancora notizie relative a delle richieste, tramite sindacato fascista, per “potere usufruire di qualunque treno” di una certa linea per svolgere il proprio lavoro (?) e per avere il permesso, avendone necessità, di acquistare una bicicletta per l’espletamento del servizio sanitario (!). Il credito forzosamente pagatogli a rate, le inspiegabili successive richieste (siamo nel 1943 in piena guerra) ci fanno porre il quesito, che rimarrà senza risposta, se lo stesso dopo il ’45 sia stato considerato vittima del regime. n È il 22 aprile 1939. Venti di guerra soffiano anche in Italia. Mussolini tentenna, vorrebbe ma non vuole. Il popolo non può esprimersi, anche se, poco più di un anno dopo, il 10 giugno 1940, piazza Venezia è piena di folle(i) urlanti che plaudono alla guerra. L’opinione generale e quella che, dopo la “blitzkrieg” e con gli otto milioni di baionette, la guerra sarà una guerricciola e si limiterà ad una passeggiata al di là delle Alpi occidentali. In questo clima guerresco, la vita continua e l’amore ha sempre la sua parte anche quando è sbagliato. Giovanna P. prende coraggio e penna e, con bella grafia, dal profondo sud, scrive e invia una lettera alla Spettabile Federazione Fascista dei Medici di Milano. Intinto il pennino nelle sue lacrime, espone la sua triste storia. Nel dicembre 1926, ebbe la sventura di conoscere il signor Luigi M. che “apparteneva ad umile famiglia di contadini che non aveva la possibilità finanziaria di fargli proseguire gli studi intrapresi. Egli avvicina l’esponente e facendo dichiarazioni d’amore e promesse di matrimonio, riuscì a farsi sostenere decorosamente presso la Regia Università di Siena fino a completare gli studi e a conseguire la laurea in medicina e chirurgia”. La poveretta, di cui sarebbe malignamente interessante conoscere l’aspetto, possiede, pronta a metterle a disposizione, tutte le lettere di amore con le promesse di matrimonio assieme alle continue richieste di lirette per poter “far fronte alle esigenze dei suoi studi”. Tra un bacetto (fisico o solo epistolare?) e altro, la pecunia sborsata ammonta alla fine a £ 38.000 delle quali solo 11.000 (forse cominciava ad avvertire qualche dubbio circa l’intensità dell’amore) coperte da cambiali. Luigi si laurea ma ecco che, non solo dimentica le promesse di matrimonio ma “rivelandosi un volgare truffaldino” non accenna neppure lontanamente alla restituzione del malloppo che Giovanna aveva racimolato, frutto delle sue economie “con una vita di privazioni, di stenti e di sacrifici enormi privandosi della proprietà paterna e materna”. A questo punto la storia assume un aspetto doloroso e non possiamo non simpatizzare per questa povera, infelice e ingenua ragazza. E come risponde il “truffaldino”? Ostentando con “spudoratezza e sfrontatezza… il distintivo del P.N.F” e fuggendo, con la scusa di arruolarsi per la guerra nell’Africa Orientale, alla conquista, questa volta, non del cuore di una ragazza, ma dell’Abissinia. Nel 1934, tramite la Federazione Fascista di Foggia, il lamento dell’abbandonata arriva a quella di Siena che risponde, con grande soddisfazione della Giovanna, che il “truffaldino” ha riconosciuto il proprio debito ma, consiglia la Federazione senese, è opportuno non infastidirlo ora che sta compiendo il proprio dovere in Africa Orientale. Al suo ritorno in Patria, Giovanna riprende il suo tiro al bersaglio: il “collega” riconosce il proprio debito, anzi cerca di risolverlo “per la sua moralità e per la sua posizione sociale”, facendo intervenire un amico conterraneo della “sposa mancata”, scomparendo poi del tutto quando viene a conoscenza dell’ammontare del debito stesso nel frattempo cresciuto per gli interessi. Giovanna Holmes non demorde e tramite la Federazione della sua città, quindi del Sindacato Fascista di Siena, viene a conoscenza che il fedifrago si trova ora iscritto a quello di Milano e risiede anche in una via centrale della città. Chiede quindi giustizia e la punizione del medico. Il 27 aprile 1939, il medico viene convocato per il 1° maggio (allora non era festa) dal segretario provinciale. Sempre per comunicazioni che lo riguardano, è riconvocato, non essendosi presentato, per l’8 maggio seguente. C’è un intervallo di tempo considerevole perché la corrispondenza si interrompe fino al 16 febbraio 1941 quando il medico “truffaldino” invia un succinto biglietto al Sindacato “Informo codesto sindacato medico che in data 13 c.m. sono stato mobilitato ed assegnato al 1°treno ospedale in qualità di ufficiale medico”. Decisamente un medico guerriero oltre che disonesto. Avrà in qualche modo riscattato il suo riprovevole comportamento? Di lui non si ha più alcuna notizia. Si spera solo che il riscatto, se mai ottenuto, non lo sia stato con il non essere più ritornato dai fronti di guerra. Due vicende negative oggi sicuramente fuori moda: un medico che arrivasse a pignorare i mobili per un credito non soddisfatto avrebbe gli onori (meglio i disonori) dei famosi media e finirebbe alla pena della gogna e della reprimenda del proprio Ordine. Una signorina come la Giovanna credo sia introvabile nel clima attuale in cui la figura del medico è socialmente declassata. Se esistesse ancora, lei finirebbe in mano allo psichiatra ma il medico forse, chissà, a San Vittore. [bollettino OMCeOMI] 2/2013 23 luoghi simbolo Una villa liberty donata alla sanità Aldo Sachero L’Istituto Villa Marelli, storica struttura di sanità pubblica milanese L’ imprenditore Ercole Marelli, alla fine del primo decennio del 1900, vuole una prestigiosa abitazione in prossimità di Milano e acquista un lotto di terreno di oltre 7.000 mq a nord della città, non lontano dal borgo di Niguarda. venne rilasciata la licenza di abitabilità a casa finita. L’edificio è composto dalla villa padronale di 3 piani, la cui facciata, orientata a sud-est, si alza al culmine di una piccola collina artificiale, dall’abitazione del custode a lato del cancello di entrata, da un piccolo parco Figura 1: Villa Marelli che si eleva dalla campagna circostante Il toponimo dell’epoca era “vialone per Monza”: sarebbe, poi, divenuto via Abbadesse e successivamente viale Zara. Il progetto della villa, a firma dell’architetto Cesare Mazzocchi, allora trentacinquenne, ottenne la licenza edilizia nel 1911 e già nel 1913 nel retro a nord-ovest in cui vi era un rustico di servizio, abbattuto negli anni ‘70. Un viale che circonda il giardino anteriore, ellittico, e due scale laterali che scendono fino al piano stradale dell’entrata consentono di accedere all’imponente ingresso. Lo stile Liberty [bollettino OMCeOMI] 2/2013 24 della Villa è sobrio ed elegante. I motivi delle decorazioni architettoniche sono ripetuti in tutte le opere accessorie (finestre, porte, finestroni delle verande, ferri battuti e colonne del muro di cinta, cancelli, ringhiere dello scalone interno e delle balaustre), dando una piacevole sensazione di armonia estetica. L’Architetto Mazzocchi, morto nel 1945, ha lasciato altre opere notevoli in Milano: casa Barelli in corso Venezia 7, l’edificio della Società Gondrand in via Pontaccio 21, della Ditta Cusini (oggi Ufficio Postale) in via Dell’Orso 11 e il Teatro del Popolo della Società Umanitaria. Nel 1919 Ercole Marelli dona la Villa all’Istituto Pro Feriti Cerebrali di Guerra con la finalità di dare assistenza ai reduci con interventi di cura e riabilitazione. Lo dirige, dal 1918, il prof. Carlo Besta e diverrà, alcuni anni dopo, sede del primo Istituto di Neurologia dell’Università di Milano con il nome di “Istituto Neurologico Vittorio Emanuele III”. A seguito della costruzione, all’inizio degli anni ‘30, dell’attuale Istituto Besta in via Celoria, Villa Marelli fu acquistata dalla Provincia di Milano il 31/7/1931 per la cifra di £. 2.000.000. Affittata al Comune di Milano e al Consorzio Provinciale Antitubercolare, il 23/4/1937 fu venduta dalla Provincia allo stesso Consorzio (presidente Gr.Uff.Ing. Mario Belloni) per la medesima cifra dell’ acquisto. Da luoghi simbolo Figura 2. Un gruppo di Medici davanti all’ingresso padronale tra i quali si riconosce il direttore, prof. Carlo Besta allora ha svolto e svolge tutt’ora attività di diagnosi e cura della tubercolosi e delle malattie cronico-degenerative del torace quale Presidio extra-ospedaliero. Le immagini, tratte da una pubblicazione dell’Istituto Neurologico Nazionale “Carlo Besta” del 1993, rappresentano Villa Marelli che si eleva dalla campagna circostante (figura 1), un gruppo di Medici davanti all’ingresso padronale tra i quali si riconosce il direttore, prof. Carlo Besta (figura 2), il Re Vittorio Emanuele III (figura 3) che scende la scalinata antistante la villa, tutt’ora esistente e in uso, dopo una visita ai ricoverati e, l’allora Capo del Governo Benito Mussolini (figura 4). Centro Diagnostico Provinciale Antitubercolare Va ricordato che, dopo la prima guerra mondiale e nei decenni successivi, la tubercolosi polmonare ed extrapolmonare fu uno dei problemi sanitari più importanti in Italia definito di rilevanza sociale per la diffusione epidemica della malattia, ad andamento lento e prolungato, gravata da una alta mortalità in assenza di terapie efficaci. Come in altri Paesi del mondo Occidentale, il Governo Italiano predispose quella che oggi di direbbe una “task – force” per contrastare l’epidemia. L’atto più significativo a livello sociale fu la costituzione, nel 1927, dei “Consorzi Provinciali Antitubercolari” con l’obbligo per tutte le Provincie e i Comuni di consorziarsi, unitamente ad altri Soggetti pubblici e privati che desiderassero aderire con atto volontario, versando ciascuno una quota annuale per abitante a formare il fondo economico (oggi diremmo il budget) necessario per il funzionamento della Struttura. L’ articolazione organizzativa fu innovativa e, almeno nei territori in cui le Amministrazioni vollero impegnarsi per il buon funzionamento della Istituzione, si dimostrò efficace nel ridurre i tassi di incidenza della tubercolosi, e della mortalità conseguente, ed efficiente nel contenere i costi entro i limiti del finanziamento erogato. La “carta vincente” era rappresentata da un modello operativo costituito da una rete [bollettino OMCeOMI] 2/2013 25 di ambulatori di primo livello distribuiti sul territorio Cittadino e Provinciale (i Dispensari Antitubercolari), dotati di una strumentazione e di una èquipe minime ed essenziali (un apparecchio per radioscopia del torace, poi schermografia, un medico tisiologo, una assistente sanitaria e un tecnico) e collegati funzionalmente con un Centro Diagnostico Provinciale, di regola allocato nel capoluogo (per Milano la Villa Marelli), dotato di un consistente organico Medico e Infermieristico nonché di strumentazione di secondo livello, completa e complessa in grado di esaminare quotidianamente tutti i pazienti inviati dai vari Dispensari e accertare in modo esaustivo il sospetto diagnostico. A sua volta il Centro Diagnostico attivava canali privilegiati con gli Ospedali Sanatoriali od Ordinari in tutti i pazienti il cui problema clinico fosse tale da richiedere interventi di terzo livello diagnostico o terapeutico in regime di degenza. L’efficacia della Struttura era determinata dal suo primo livello che raggiungeva capillarmente tutta la popolazione, sia per la facilità di accesso dovuta alla vicinanza del Dispensario alla abitazione degli Utenti sia per la attività di prevenzione primaria e secondaria che le Assistenti Sanitarie svolgevano non solo presso le collettività (scuole, luoghi di lavoro, luoghi di cura e di assistenza) ma anche tramite visite domiciliari per la verifica delle condizioni igieniche e sociali degli esposti a rischio, convincendoli ad aderire agli interventi profilattici, aiutando le famiglie dei malati agli adempimenti burocratici per ottenere i sussidi economici previsti dalla normativa, svolgendo opera di educazione sanitaria e di miglioramento luoghi simbolo Figura 3. Re Vittorio Emanuele III che scende la scalinata antistante la villa dopo una visita ai ricoverati delle condizioni di vita. L’efficienza della Struttura era garantita da una parte dalla funzione di “filtro” esercitata dagli ambulatori di primo livello, con bassi costi, e dall’altra grazie alla distribuzione dei maggiori costi del Centro Diagnostico Provinciale su un numero sufficientemente elevato di pazienti che quotidianamente vi pervenivano e per un bacino di utenza molto ampio (il territorio di tutta la Provincia). Il risultato fu la progressiva riduzione dei malati e dei contagiati, ulteriormente accelerata, dopo il 1950, dall’avvento degli antibiotici antitubercolari e delle conseguenti procedure di cura e chemioprofilassi. Per contro, la attività diagnostica e di osservazione capillare della popolazione evidenziava il suo invecchiamento e il rapido aumento delle malattie del torace di tipo degenerativo e neoplastico, che divenne imponente a partire dagli anni ’60. Tali patologie, assai diffuse, ad andamento cronico ed evolutivo, a lenta progressione verso la morte o stati più o meno severi di invalidità, con scarse o nulle possibilità di cura efficace, ricalcano il profilo che aveva la Tubercolosi in era pre-antibiotica tanto da essere definite (come lo era stata la Tbc) “malattie di rilevanza sociale”. Il modello organizzativo e operativo dei vecchi “Consorzi Provinciali Antitubercolari” si è presto rivelato appropriato per le funzioni di prevenzione primaria e secondaria di questa “nuova” epidemia, nonché per la diagnosi precoce, la cura dei malati e il loro mantenimento in controllo periodico programmato (followup). A questo compito le Strutture antitubercolari erano particolarmente preparate, dovendo tenere sotto costante monitoraggio clinico e radiologico i “guariti” dalla Tbc, per i quali il rischio di recidive (e conseguente diffusione del contagio) era sempre in agguato. La “riconversione” Alcuni Consorzi Antitubercolari, in particolare quello di Milano, si “riconvertirono” verso il trattamento di tutte le malattie cronico-degenerative del torace nel corso della seconda metà degli anni ’60 e prima metà degli anni ’70. Ne derivò lo sviluppo di una metodologia di approccio dei pazienti di tipo integrato e multidisciplinare, con la disponibilità e messa in campo “in tempo reale” di diverse metodiche strumentali e pareri clinici per garantire al paziente un unico percorso diagnostico rapido, privo di barriere “burocratiche” e in grado (in [bollettino OMCeOMI] 2/2012 26 tutti i casi in cui ciò è possibile) di fornire la risposta diagnostica e terapeutica esaustiva. La progressiva crescita della domanda assistenziale e la necessità di adeguarvi gli spazi e la strumentazione, indusse l’Ente all’ampliamento della Struttura utilizzando un’area adiacente alla Villa Storica e di proprietà provinciale. Nel 1975 venne terminato il nuovo corpo di fabbricato, progettato e costruito dall’architetto Osvaldo Fantini. Il metodo operativo sopra descritto e tutt’ora adottato a Villa Marelli e incontra notevole apprezzamento sia da parte dei pazienti sia dei loro Medici di Medicina Generale che trovano con tempestività la risposta al quesito diagnostico e la pratica indicazione di cura. La bontà di questa modalità organizzativa e operativa, fortemente difesa dagli Operatori della Struttura, è stata sempre salvaguardata nei vari passaggi istituzionali che sono avvenuti a partire dal 1980: afferimento dei Dispensari periferici alle USSL, secondo il dettato della Legge 833 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Trasformazione del Centro Diagnostico Provinciale in Presidio Specialistico Multizonale Extrasospedaliero sede, dal 1993 e sotto la Direzione del Dr. Paolo Mantellini, del Centro Regionale di Riferimento per il controllo della Tubercolosi. Afferimento alla Azienda USSL 37 nel 1995. Afferimento alla Azienda Ospedaliera Niguarda dal 1/1/1988 in ottemperanza alla Legge Regionale 31 del 11/7/1997. A metà degli anni ’60, l’allora direttore del Consorzio Provinciale Antitubercolare prof. Aldo Giobbi, con straordinaria lungimiranza, intuì che lo studio della patologia del torace, in particolare se condotto con metodica radiologica, avrebbe fatto emergere luoghi simbolo anomalie e malattie cardiache, sia nei bambini sia negli adulti. Va ricordato che in quegli anni erano usati, a scopo di prevenzione secondaria per la Tbc, screening di massa schermografici presso le comunità scolastiche e lavorative. Attivò una collaborazione con la già prestigiosa Scuola Cardiologica di Niguarda chiedendo e ottenendo che il prof. Fausto Rovelli lavorasse a Villa Marelli come Consulente Cardiologo per Pazienti, bambini e adulti, selezionati dalla metodica schermografica in quanto portatori di anomalie della forma o del volume dell’ombra cardiaca. Alcuni di questi casi furono operati dal prof. Angelo De Gasperis e, dopo di lui, dagli altri Cardiochirurghi di Niguarda. Alla fine degli anni ’60 la casistica cardiologica emergente dagli screening schermografici e dalla attività diagnostica pneumologica divenne di tale rilievo da indurre il prof. Giobbi a istituire, in accordo con gli Organi Amministrativi del Consorzio, un vero e proprio Servizio di Cardiologia, operante con Medici Dipendenti e con una attività quotidiana e non più limitata a consulenze settimanali. Dopo l’accorpamento di Villa Marelli alla Azienda Ospedaliera Niguarda, attuale “proprietaria” anche degli edifici, avvenuto nel 1998, la Direzione Ospedaliera ha inserito il Servizio di Cardiologia nel Dipartimento “De Gasperis” con la denominazione di Struttura Complessa Cardiologia 5 (ora Struttura Semplice Dipartimentale Cardiologia 5) affidandole il compito di rispondere a tutta la domanda cardiologica ambulatoriale proveniente dal Territorio. L’ attività Pneumologica, di grande rilevanza sia per la quantità di Figura 4. Benito Mussolini, allora Capo del Governo, scende la scalinata antistante la villa Pazienti esaminati sia per la complessità del loro impegno clinico, si avvale della ricca dotazione radiologica e del Servizio di fisiopatologia e allergologia respiratoria, operanti nella Sede di Viale Zara, nonché dell’integrazione in rete con le strutture diagnostiche e di degenza intraospedaliere. Il Centro di Riferimento Regionale per la Tubercolosi ha assunto sempre maggiore importanza con il progressivo aumento del numero di Cittadini Stranieri Immigrati, alcuni dei quali particolarmente suscettibili all’infezione tubercolare per le caratteristiche epidemiologiche della malattia nei Paesi di origine. Oggi rappresenta il più importante Presidio di sanità pubblica per garantire il controllo della malattia e impedirne la [bollettino OMCeOMI] 2/2012 27 diffusione nel territorio lombardo. Come si vede, il modello che aveva determinato e determina tutt’ora il successo della lotta alla malattia tubercolare, continua a dimostrarsi utile e moderno per la prevenzione e la cura di molte delle malattie croniche su base degenerativa, ivi comprese le cardiopatie, che hanno oggi i caratteri di una vera e propria “epidemia”. Peraltro i cambiamenti organizzati e istituzionali, avvenuti nel tempo, sono stati spesso interpretati opportunità per realizzare una rete di continuità assistenziale garantendo ai pazienti il passaggio “guidato” dall’approccio più semplice del primo livello ambulatoriale a quello, quando necessario, più complesso del terzo livello di ricovero ordinario e viceversa. n L’ intervista Una dimostrazione dell’ingegno umano Maria Cristina Parravicini Il chirurgo vascolare deve essere il più dotato di fantasia e deve avere molte frecce al proprio arco così da saper adoperare quelle giuste al momento giusto Piergiorgio Settembrini, direttore dal 2005 della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare dell’Università degli Studi di Milano e direttore della Divisione di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale S. Carlo Borromeo dal 1997, si laurea con lode in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Padova a 24 anni. Nel 1970, entra a far parte dell’Istituto di Patologia Chirurgica dell’Università di Padova diretto da Giuseppe Pezzuoli, che seguirà nel 1979 come aiuto alla Clinica Chirugica dell’Università di Milano. Nel 1990 vince il concorso per professore ordinario. Ma come è nata la scelta della Chirurgia Vascolare? Settembrini ricorda che «nel 1968, quando mi sono laureato, si faceva Chirurgia Generale perché ancora non c’erano tutte le specialità e sub-specialità come la vascolare, toracica, maxillofacciale, plastica. Poiché il periodo era molto fervido e in evoluzione, andai dal prof. Pezzuoli, mio maestro, che, avendo un reparto di 110 letti, aveva organizzato delle sezioni di giovani medici che dovevano occuparsi dei nuovi aspetti della Chirurgia: Chirurgia vita. Questa aterosclerosi porta inesorabilmente all’ostruzione delle arterie e alla comparsa di quadri ischemici agli arti inferiori. La malattia viene “potenziata” a livello vasale dalla coesistenza di diabete e insufficienza renale cronica. Quarant’anni fa non si vedevano dializzati ottantenni, mentre oggi vediamo pazienti che vivono discretamente anche dopo venti/trenta anni di dialisi. Purtroppo questa insufficienza renale e la stessa dialisi comportano l’alterazione del metabolismo del calcio, che va a depositarsi nelle pareti delle arterie, in particolare nelle coronarie, con conseguenze facilmente immaginabili (infarto miocardico). Da circa dieci anni sono state introdotte le protesi endovascolari per l’aneurisma dell’aorta. Traguardi raggiunti Relativamente semplici da inserire Quali sono oggi i traguardi della (attraverso l’arteria femorale), possono Chirurgia Vascolare? «Oggi riviviamo una situazione di guerra con gli incidenti tuttavia deteriorarsi nel giro di pochi anni: in tal caso si rende necessario stradali – osserva Settembrini – ma un ulteriore intervento tradizionale. soprattutto abbiamo a che fare con Ovviamente dietro a questi progetti la malattia aterosclerotica, che si c’è l’industria che spinge perché le manifesta sempre più pesantemente endoprotesi vengano usate in maniera con il sensibile allungamento della Polmonare, Vascolare, dell’ipertensione portale. Quest’ultima era allora assai frequente in seguito all’ampia diffusione dell’etilismo e conseguente cirrosi epatica. «Personalmente mi posso vantare – all’epoca avevo 24 anni – di essere stato uno dei primi in Italia ad avere il coraggio di toccare le arterie. Non dimentichiamo che la paura atavica del chirurgo è l’emorragia, tanto che gran parte degli strumenti chirurgici erano stati ideati e sono ancora utilizzati per fermare l’emorragia. La Chirurgia Vascolare mi ha affascinato in primo luogo come storia, perché è la classica dimostrazione dell’ingegno umano, cioè di dove esso può arrivare pur in mancanza di strumenti tecnici». [bollettino OMCeOMI] 2/2013 28 L’ intervista estensiva. Bisogna tuttavia tener presente che il loro costo è elevato (da 7mila a 12mila euro), soprattutto quando vengono realizzate per il singolo paziente “su misura”, arrivando intorno a 30-35mila euro. Personalmente ritengo che vada utilizzato il buon senso; avendo io vissuto la Chirurgia Vascolare dall’inizio, ritengo che il chirurgo vascolare debba essere il più dotato di fantasia e avere molte frecce al proprio arco così da sapere adoperare quella giusta al momento giusto». Sostenibilità del welfare I costi del welfare così come sono, continueranno a essere sostenibili? Settembrini sottolinea che «In Chirurgia è importante fare una corretta selezione dei pazienti così che tutti possano avere il meglio. Se per esempio abbiamo di fronte una persona di sessant’anni, in ottime condizioni generali ma con un aneurisma della aorta, è consigliabile eseguire l’intervento tradizionale, in primo luogo perché ha un costo minimo e, secondariamente, perché la sua durata nel tempo è assicurata per sempre poiché la protesi viene suturata con ago e filo (l’unico rischio è l’infezione, assai rara). Infatti vedo pazienti in follow up dopo venticinque anni. Se invece ho un paziente ultraottuagenario con un grandissimo aneurisma, quindi con un’aspettativa di vita breve, sarà consigliabile ricorrere a una endoprotesi. Ma non bisogna generalizzare; io credo infatti che quello che si sta perdendo oggi è la cura della persona: non ci troviamo infatti all’interno di una catena di montaggio e questo significa che ogni volta va fatta una valutazione su ciò che è meglio per il singolo paziente, senza perderne di vista anche gli aspetti più propriamente caratteriali che, notoriamente, possono influenzare in negativo il decorso post operatorio». Scuole di specialità: tra teoria e pratica Quale messaggio affiderebbe oggi a un giovane neo laureato in Medicina che manifesti la volontà di diventare Chirurgo Vascolare? «Và dove ti porta il cuore, per rifarsi a un libro di Susanna Tamaro. Quello che io dico ai giovani è di frequentare la sala anatomica perché la comprensione dell’anatomia come si ha quando si apre un cadavere non è rappresentabile in nessun libro. In secondo luogo gli consiglierei di frequentare un reparto in cui si pratica un certo tipo di chirurgia. Perché io dico che la chirurgia vascolare è in assoluto la più bella? In primo luogo perché il sangue va in tutti i distretti corporei e quindi il chirurgo vascolare dovrà essere in grado di mettere mano al collo, nel torace, nell’addome e negli arti. Ed è [bollettino OMCeOMI] 2/2013 29 importante osservare, perché assistere a come viene ripristinato il flusso del sangue che in un tratto si è interrotto è esaltante, è il senso della vita che procede. La mia piccola soddisfazione è che, occupandomi anche della Scuola di Specialità, constato che aver “confidenza” con le arterie è un aspetto della chirurgia vascolare molto richiesto. Al momento ho un notevole numero di giovani che vogliono venire a frequentare e io questi ragazzi li porto rapidamente in sala operatoria. Quest’anno se ne sono presentati due, rispettivamente da Roma e da Bari, e devo dire che sono entusiasti perché non solo assistono, ma lavorano anche». Se è vero che gli specializzandi in genere lamentano la scarsa preparazione pratica a fronte di un’ottima preparazione teorica, alla Scuola di Specialità di Settembrini le cose vanno in tutt’altra direzione: «Qui la pratica la fanno e sono io che li aiuto. La cosa più bella per un Professore non consiste solo nel professare la propria dottrina, L’ intervista ma nell’aiutare a crescere. Infatti se si aiuta in modo da plasmare bravi chirurghi, si è adempiuto non solo il proprio dovere, ma anche il proprio compito istituzionale. Quando sedici anni fa ho messo in piedi questo reparto, ho trovato alcuni collaboratori di scarso livello, mentre adesso ne ho almeno quattro che mi possono sostituire a tutti i livelli. Questa è la vera soddisfazione perché quando si sono fatte migliaia di interventi è ora di insegnare agli altri». A questo proposito Erika, neolaureata in Medicina e Chirurgia e attualmente presso il Dipartimento di Settembrini ricorda: «Sono venuta qui perché cercavo un posto in cui ci fosse maggiore attenzione nei confronti dei giovani medici, un posto in cui le giovani donne fossero introdotte alla chirurgia senza discriminazioni e per il momento l’ho trovato qui (Erika è in lista d’attesa per la Scuola di Specialità)». Settembrini aggiunge che: «Ci sono sempre più donne che si iscrivono alla specialità e, rispetto ai maschi, sono determinatissime. Arrivano dove hanno programmato di arrivare. Infatti una donna che decide di fare Chirurgia, deve avere una determinazione notevole. Va poi anche aggiunto che queste giovani donne sono molto interessate alla ricerca. Il mio vanto è di non lasciarle abbandonate a se stesse a compilare cartelle cliniche, ma dare loro del lavoro da svolgere». «A questo contribuisce anche la conoscenza personale», sottolinea Settembrini e aggiunge: «Questi ragazzi vengono da realtà dove il Direttore “svolazza” e, prima di essere ammessi alla sua presenza, devono fare una lunga anticamera». Settembrini ricorda poi come «non solo questi giovani medici, ma anche molti pazienti si rivolgono a noi dopo aver letto il nostro sito internet (www.chirurgiavascolaremilano.it) in cui è riportato il mio e nostro lavoro: la descrizione degli interventi, i risultati, i nomi e le fotografie con cenni biografici del direttore e dei medici. È importante oggi saper trasmettere anche il senso dell’appartenenza che ho cercato di fare con i miei molti allievi. Ma se si accentra tutto intorno alla propria figura, non ci sarà nessuno che ti rimpiangerà». Venendo alla ricerca, alle biotecnologie, ai farmaci e al bilancio in termini di SSN, Settembrini osserva che: «O si fa come in Inghilterra dove dopo gli ottant’anni non si può più praticare nessuna terapia che abbia meno del 20% di probabilità di riuscita, o gli interventi e le terapie si praticano a pagamento. Poiché noi siamo sull’altro [bollettino OMCeOMI] 2/2013 30 versante, per cui tutti possono avere una speranza, questo comporta costi ingenti. Oggi infatti, trattare chirurgicamente un anziano, o anche il grande anziano, e poi riabilitarlo, ha un costo enorme; si tratta di una decisione politica. Siamo d’accordo perché una vita vale più di qualsiasi cosa ma, più la medicina progredisce, più aumenta il numero degli anziani. Se non si prendono dei provvedimenti seri, corriamo il rischio di avere una medicina di serie A per chi ha disponibilità economiche buone, e una di serie B o C per gli altri, e questo non è giusto. In Lombardia, per esempio, l’aver aperto i cordoni della borsa a tutti e senza nessun controllo, ha portato a commettere grossi errori come la mancanza di controllo sui ricoveri, sugli interventi eseguiti, con quale indice di mortalità ecc. È vero che partorire alla Mangiagalli dove avvengono 7/8mila parti l’anno dà una maggiore sicurezza, però si incorre nell’altro rischio della catena di montaggio, dove l’errore può capitare per l’eccessiva sicurezza. Il mio maestro diceva che gli errori si commettono all’inizio della carriera, poi segue un periodo di stabilizzazione in cui si è padroni del proprio lavoro, ma arrivati alla fine si possono rifare degli errori per un eccesso di sicurezza. E non bisogna mai essere troppo sicuri perché ci si deve sempre aspettare la sorpresa: quando si apre il corpo umano non c’è un’anomalia, ci sono delle variabili. Da qui l’importanza della sala anatomica e dell’autopsia per il medico; infatti quando muore un paziente, andare a vedere cosa è successo è fondamentale. E questa è l’eterna curiosità che muove la ricerca e che fa sì che non ci si possa mai accontentare della spiegazione più banale». n attività dell’Ordine l’intensa attività dell’Ordine Un breve resoconto delle molteplici iniziative intraprese dall’OMCeO di Milano nel 2012 • BOllettinO richiesta di trasparenza da parte dell’ENPAM e dimissioni di Parodi, sulla situazione lavorativa dei giovani medici, sulle precarietà del Decreto Balduzzi e sul SISS. Sui quotidiani milanesi sono stati pubblicati articoli sull’area C. Queste notizie sono state riprese e pubblicate anche su siti di informazione online come Quotidianosanità.it, Doctor33 e affaritaliani.it. Anche nel 2012 sono stati pubblicati quattro numeri del Bollettino per un totale di 44 articoli. Sono state pubblicate interviste a Silvio Scarone, ordinario di Psichiatria dell’Università di Milano, a Luigi Tesio, professore ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università degli Studi di Milano, a Roberto Carlo Rossi sull’abolizione dei concorsi pubblici, a Giuseppe Genduso sulle Macro Attività Ambulatoriali ad Alta Complessità(MAC), a suor Annamaria Villa che da 15 anni dirige la struttura San Francesco per i Poveri di Milano e a Massimo Cugno docente presso l’Università di Milano – Dipartimento di Medicina Interna sui test relativi al superamento dell’Esame di Stato. Sono stati pubblicati 4 articoli sui luoghi simbolo della sanità milanese, 3 articoli nella finestra sull’odontoiatria. È stato dato ampio spazio agli ECM dell’Ordine. Sono stati pubblicati i primi 4 racconti classificati al concorso letterario bandito dall’ Ordine. Sei consiglieri hanno fornito contributi pubblicati nel corso dell’anno. Sono stati recensiti 6 libri. • GiUraMentO neO iSCritti Hanno prestato Giuramento 370 Medici Chirurghi e 38 Odontoiatri in 10 diverse riunioni presso la sede dell’Ordine durante le quali il Presidente, dopo aver illustrato gli aspetti peculiari della professione e aver fatto leggere ad uno degli astanti il giuramento consegna il tesserino di appartenenza all’Ordine e copia del Codice Deontologico. • 50° di laUrea La cerimonia di consegna della medaglia d’oro a tutti i Colleghi che hanno raggiunto i 50 anni di laurea si è tenuta l’ 8 giugno presso la Sala Convegni dell’Ospedale Militare. Sono stati premiati 136 Colleghi che, accompagnati dai familiari, hanno poi festeggiato con un brindisi con i componenti il Consiglio questa tappa importante della professione. L’attuale Consiglio, ha valutato l’opportunità della consegna della medaglia, che rappresenta un riconoscimento di attività professionale correttamente svolta, anche a chi, nel corso degli anni di iscrizione, ha avuto procedimenti disciplinari. Si è deliberato che, al momento della stesura dell’elenco dei laureati da 50 anni, verranno esclusi coloro che hanno subito un provvedimento disciplinare definitivo di sospensione dall’esercizio professionale o di radiazione, verranno invece inclusi coloro i cui procedimenti disciplinari si sono conclusi con l’irrogazione della sanzione dell’avvertimento o della censura. • neWSletter Nel corso del 2012 sono state inviate 44 newsletter per un totale di 175 notizie. Gli argomenti più trattati sono stati: Legge Balduzzi, ENPAM, Pec, ECM. Durante l’anno si è provveduto, a seguito di mancato recapito delle newsletter, ad individuare ed eliminare gli indirizzi mail errati o non più utilizzati. Ogni iscritto poi è stato contattato e messo in grado di fornire l’indirizzo esatto al quale ricevere le comunicazioni e l’indirizzario ad oggi è aggiornato. • StaMPa d’inFOrMaZiOne Nel Corso del 2012 sono state pubblicate su diversi quotidiani (Repubblica, Corriere della Sera, Giornale) interviste rilasciate dal presidente in tema di concorsi pubblici, sulla [bollettino OMCeOMI] 2/2013 31 attività dell’Ordine • COnvenZiOne tra l’UniverSità deGli StUdi di MilanO e l’OMCeO professionale espletate. Questo perché il Direttore Generale, in una lettera ai dipendenti, aveva comunicato che l’Azienda avrebbe provveduto ad una specie di “autoassicurazione” per porre rimedio al sempre più esoso costo delle polizze delle compagnie di assicurazione. Il CCNL impone alle aziende una adeguata copertura assicurativa di responsabilità civile e l’Ordine paventa che questo sistema di autoassicurazione venga attuato anche da altre direzioni di Aziende ospedaliere della Lombardia con la conseguente perdita, per i medici, della copertura assicurativa sul rischio professionale. I vertici dell’Azienda milanese hanno precisato che l’Ente ha dovuto percorrere tale strada per ragioni oggettive quali il recesso della Compagnia di assicurazione, il divieto normativo di affidare o prorogare i contratti senza gara e l’espletamento di una gara regionale aggregata. I responsabili dell’Ente hanno altresì assicurato l’Ordine sulla loro volontà di attivare tutte le loro risorse umane e professionali per trovare adeguate soluzioni. Il Preside dell’Università degli Studi di Milano ha fatto pervenire all’Ente la bozza dell’accordo convenzionale per l’attuazione del tirocinio pratico valutativo di Medicina Generale, parte integrante dell’Esame di Stato di abilitazione all’esercizio di Medico Chirurgo. L’accordo firmato nel 2008 era scaduto il 31/12/2011. Considerato che non ci sono stati ostacoli nell’attuazione di quanto a suo tempo sottoscritto e che è interesse comune dei due Enti interessati che la formazione e l’accesso alla professione di Medico Chirurgo avvengano secondo standard di qualità sempre più elevati, l’accordo convenzionale con l’Università è stato rinnovato nello stesso schema del precedente. • COMUniCaZiOne ai PaZienti del COStO Per PreStaZiOni erOGate Una delibera Regionale ha stabilito che dal 1° marzo, terminato il ricovero o la prestazione specialistica, ai pazienti debba essere consegnato un attestato che contenga il valore, espresso in euro, del “rimborso corrisposto mediamente agli ospedali lombardi per il costo sostenuto per tipologie di attività e di prestazioni simili a quelle di cui il paziente ha usufruito durante il ricovero”. Il Consiglio dell’Ordine, nella seduta del 13 marzo, ha rilevato in tale delibera aspetti di conflitto con l’attuale Codice di Deontologia Medica in quanto, pur ritenendo in linea di massima corretto che il Medico utilizzi nella maniera più appropriata le risorse a disposizione,il Consiglio ha voluto puntualizzare che quello che deve sempre prevalere è l’interesse primario di cura che costituisce la base dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente. Il Consiglio ha ritenuto non etico che venga esposto al cittadino/paziente il costo delle singole prestazioni erogate, questo anche per ragioni di umanità e di opportunità ed ha esposto alle Istituzioni regionali le proprie perplessità. Successivamente, il Comitato Etico Nazionale, con una sua delibera, ha sostanzialmente dato ragione alle osservazioni avanzate dall’Ordine di Milano. • COnveGnO enPaM L’Ordine ha organizzato sabato 12 maggio un meeting sulla previdenza che ha visto una vasta partecipazione di medici interessati alle problematiche previdenziali anche alla luce dei nuovi Regolamenti attuati a seguito di recenti normative. L’evento dal titolo “ENPAM a domanda risponde” ha visto la partecipazione, in qualità di relatori, del presidente dell’ENPAM Oliveti e del vice presidente Malagnino e l’intervento di numerosi iscritti che hanno avuto modo di esprimere ai vertici dell’Ente le criticità rilevate nella risoluzione dei loro quesiti pensionistici da parte degli uffici centrali. Sono stati mossi rilievi alla conduzione dell’Ente, in particolar modo sui fatti che hanno portato all’apertura di una indagine della Magistratura. Il presidente Oliveti ha offerto la massima collaborazione dell’Ente per la risoluzione dei problemi pratici degli iscritti che hanno ribadito la necessità di un ufficio ENPAM decentrato a Milano e ha risposto alle richieste di chiarimenti sulla gestione dell’Ente. • SPOrtellO Maternità • PrOBleMa aUtOaSSiCUraZiOne aZiende OSPedaliere MilanO e PrOvinCia È proseguita nel corso del 2012 l’attività dello sportello maternità a cura della Commissione Pari Opportunità. Tale servizio, che ha la finalità di fornire comunicazioni e informazioni sulla normativa inerente la maternità in relazione alla professione medica e odontoiatrica, ha incontrato l’interesse e il favore delle iscritte: sono state infatti numerose le richieste di informazioni alla quali si è provveduto a fornire L’Ordine ha indirizzato ai vertici di una Azienda Ospedaliera di Milano una lettera chiedendo un sollecito intervento sul grave problema segnalato dagli iscritti in merito ad accordi stipulati contro i danni da responsabilità professionale e verso terzi e contro gli infortuni subiti a causa e in occasione dell’attività [bollettino OMCeOMI] 2/2013 32 attività dell’Ordine saper compilare un certificato medico, alla segnalazione di problemi di scarsa formazione pratica durante i corsi di specializzazione, soprattutto quelli di area chirurgica ma anche del corso triennale di Medicina Generale. Rilevante è stata la sollecitazione in ambito di ricerca/offerta di lavoro per chi è in attesa del concorso di specializzazione, e per chi è già specialista ma in attesa di concorsi pubblici o di selezione in ambito libero professionale. I neo-laureati richiedono spesso supporto in ambito assicurativo per una corretta tutela legale in ambito professionale. È inoltre alto il numero di richieste di orientamento per la scelta oculata di un corso di specializzazione o di formazione post-laurea correlata alle possibilità attuali di trovare un lavoro in Italia o all’estero, vista la crisi che ha investito il nostro Paese. risposte via mail e telefoniche. Tali informazioni si rendono spesso necessarie in quanto gli Enti Previdenziali preposti alla tutela della maternità e la relativa normative sono diversi a seconda delle diversi tipologie di attività medica svolta (medico dipendente di struttura pubblica o privata, medico convenzionato, specialista ambulatoriale, libera professionista, specializzanda, medico iscritto alla scuola di formazione in medicina generale). La richiesta di informazioni può essere inoltrata tramite e-mail, indicando oltre al quesito dettagliato, l’attività svolta, la sede o l’ente presso il quale questa viene svolta, un recapito telefonico oppure è possibile fissare un appuntamento presso la sede dell’Ordine. • SPOrtellO Per il CittadinO L’attività svolta dallo sportello del cittadino, il servizio offerto da qualche anno ai cittadini da parte dell’Ordine dei Medici di Milano, ha visto nel corso del 2012 un notevole incremento dei contatti. Da qualche decina del 2011 si è passato a 167 contatti telefonici del 2012. Le consulenze hanno riguardato principalmente problematiche relative: A) prescrivibilità a carico del SSR di alcuni farmaci soggetti a prescrizioni limitative (noteAIFA) B) normativa riguardante la certificazione dell’assenza per malattia per le sue modalità telematiche andate a regime C) trascrivibilità di prestazioni consigliate dai Medici Specialisti da parte dei Medici di Base D) invalidità civile. Proprio la frequenza con la quale vengono poste questioni inerenti l’invalidità civile ha indotto l’Ordine a incontrare i Patronati per chiarire alcune modalità tecniche relative alla presentazione della domanda per l’invalidità civile che ancora sembrano ingenerare problemi. È allo studio la possibilità di produrre un evento ECM (quindi, ovviamente, diretto ai Medici certificatori) e un opuscolo informativo in formato elettronico diretto a Medici (ed operatori del settore). Si ritiene che il Servizio offerto per quanto ancora poco noto ai Cittadini sarà sempre più utilizzato data la complessità delle problematiche connesse con il SS regionale lombardo. • COntinUità aSSiStenZiale Lo sportello Continuità assistenziale ha offerto ai colleghi consulenza sulle possibilità occupazionali, le procedure contrattuali e ha offerto collaborazione nella gestione delle problematiche che possono insorgere tra Azienda e operatori sanitari. Sono stati richiesti pareri riguardo alla stesura di certificazioni di buona salute per operatori scolastici, attività sportiva agonistica e non e sulle problematiche legate agli orari di apertura degli studi, alle visite domiciliari e all’eventuale loro obbligatorietà. • MediCi OSPedalieri Nell’anno 2012 è stata effettuata dalla vicepresidenza un’attività’ rivolta prevalentemente verso i medici ospedalieri del servizio sanitario nazionale, della medicina ospedaliera accreditata,degli IRCCS, di strutture IPAB,di strutture RSA; I medici che si sono rivolti al nostro Ordine hanno posto problemi che riguardavano tematiche contrattuali e di consulenza a vario titolo, anche su argomenti non strettamente connessi al rapporto di lavoro. I temi affrontati possono essere così riassunti: 1. chiarimenti e spiegazioni su particolari argomenti riguardanti alcuni capitoli del contratto collettivo di lavoro; 2. concorsi e mobilità. In particolare questa tematica ha riguardato una fascia di età compresa tra i 30/35- 45 anni (30-35%); 3. problemi relativi alla problematica assicurativa per la responsabilità professionale (40-45%); 4. rapporto e, talvolta, contenzioso con le amministrazioni ospedaliere (30%). Quest’ultimo aspetto ha registrato un aumento dovuto • SPOrtellO GiOvani MediCi Consapevoli delle difficoltà che i neo-laureati incontrano all’inizio della loro carriera professionale, il Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano ha attivato uno “SPORTELLO dedicato ai Giovani Medici”. Nel corso del 2012 si sono rivolti circa un centinaio di giovani colleghi per consulti svariati e di ogni tipo, da come [bollettino OMCeOMI] 2/2013 33 attività dell’Ordine sui problemi della famiglia del malato e della interazione tra questa e il medico, l’altra sui bisogni più generali della comunità cittadina in rapporto alla malattia e alla sofferenza. Quest’ultimo percorso ha già visto la interlocuzione dell’Ordine con componenti amministrative della città (Assessore alla sicurezza e Assessore al welfare) con le quali costruire momenti ad hoc. Si è in attesa di riscontri e incontri per poterli realizzare entro l’anno prossimo. ad una maggiore precarietà nel settore sia pubblico che privato convenzionato. In merito è stato riscontrato che una elevata percentuale di medici spesso ignora la normativa che regolamenta il rapporto di lavoro ed i propri diritti. Un gran numero di medici si è rivolto al nostro ordine lamentando conflittualità con i colleghi sul posto di lavoro. Un possibile dato percentuale, approssimativo, può essere stimato nella misura del 25% di coloro che hanno avuto accesso ai nostri uffici. Un fenomeno preoccupante:circa di 50-60% dei medici che hanno richiesto una consulenza o un chiarimento hanno dichiarato insoddisfazione e disaffezione ambientale sul luogo di lavoro e intravedono il raggiungimento dell’età pensionabile come una “liberazione”. Altri quesiti e chiarimenti sono stati posti in merito alle seguenti problematiche: - norme che regolamentano il periodo di aspettativa per maternità o per interruzione del lavoro per cause diverse; - norme che regolamentano i periodi di ferie e recuperi di ore lavorative effettuate oltre il normale orario di lavoro; - norme che regolamentano i concorsi; - spiegazioni e chiarimenti in merito agli ultimi provvedimenti legislativi (vedi decreto Monti e Fornero). Nell’ultimo trimestre del 2012 sono state moltiplici le richieste di chiarimento in merito alla legge Balduzzi per quanto riguarda il problema assicurativo e,in modo particolare, le nuove norme che regolamentano l’attività’ liberoprofessionale dei medici ospedalieri del SSN. • COMMiSSiOne aGGiOrnaMentO PrOFeSSiOnale e FOrMaZiOne Il lavoro della Commissione si è sviluppato su tre precise direttive: - attività routinaria relativa alla verifica di Convegni di aggiornamento coordinati e presentati da alcuni Iscritti su tematiche di vario genere - istituzione di un gruppo di lavoro sulla Comunicazione e sul rapporto Medico-Paziente - creazione di un gruppo di lavoro per l’istituzione di una Scuola di Deontologia Medica ed Etica Comportamentale. Relativamente al primo punto si è cercato di verificare i contenuti, di adattarli al meglio per il perseguimento dell’attività formativa, di incontrare alcuni Coordinatori e concordare modalità di presentazione. Si è inoltre operato perché alcuni Convegni si realizzassero all’interno di strutture ospedaliere o assistenziali nell’obiettivo di coinvolgere gli operatori delle stesse. Si è svolta inoltre un’attività di tipo propositivo superando le consuetudini che vedevano l’Ordine come semplice organo di ratifica delle iniziative, suggerendo argomenti e modalità nuove di formazione (presentazione di casi clinici, tematiche di carattere legale e amministrativo, responsabilità delle Direzioni Sanitarie, valore e limite della prognosi, ecc). Abbiamo incontrato Direttori Generali di Aziende Ospedaliere, di Istituti di carattere scientifico e realtà universitarie per aprire dialoghi collaborativi. Il Gruppo di Lavoro sulla comunicazione e sul rapporto medico-paziente ha formulato una proposta di aggiornamento e di educazione della popolazione su tematiche di prevenzione in fase di organizzazione e di verifica presso le Istituzioni comunali. • COMMiSSiOne CUre Palliative e teraPia del dOlOre La Commissione Cure Palliative e Terapia del Dolore si è concentrata soprattutto su quest’ultimo aspetto partendo dal presupposto che il problema dell’impiego di oppioidi e la traduzione nella pratica della legge 38 presentano ancora delle criticità. Il lavoro svolto attraverso approfonditi incontri della commissione con esperti del settore, già impegnati da tempo in attività formative sull’argomento, ha portato alla elaborazione di due eventi: il primo per focalizzare i principali articoli della legge 38, approfondire la costituzione di reti antidolore, presentare i risultati di recenti indagini; il secondo sull’uso ragionato dell’impiego di oppioidi in casi clinici particolari. Qui la interattività su alcuni casi clinici, è parsa strumento idoneo di formazione. Tra gli obiettivi futuri della commissione vi è l’approfondimento di varie tematiche relative alla palliazione oltre al tema dolore. A tale proposito due sono le strade che la commissione vorrebbe aprire: una • SCUOla di deOntOlOGia MediCa ed etiCa del COMPOrtaMentO PrOFeSSiOnale L’esigenza che i medici riprendano in mano la consapevolezza delle radici della loro professione, unita alla profondità del [bollettino OMCeOMI] 2/2013 34 attività dell’Ordine vuoi informatici vuoi fisico/materiali, ai dati ed ai locali dell’Ente. dibattito sulle problematiche etiche e culturali che sottendono alle loro scelte cliniche, si prefigura ormai come una necessità inderogabile. La preparazione culturale interdisciplinare su argomenti di filosofia e bioetica, logica diagnostica e scienze umane applicate alla medicina, consente di affrontare con una migliore comprensione del proprio ruolo le problematiche di lavoro e di immaginare soluzioni appropriate per gli interrogativi e le criticità del presente e del futuro prossimi. Da qui la opportunità di creare una Scuola con corsi serali della durata di quattro mesi presso questo Ordine. La durata delle lezioni, la complessità degli argomenti trattati, l’interdisciplinarietà degli stessi, potrebbero essere in grado di soddisfare con un solo Corso tutto il debito formativo annuale. La Scuola si rivolge a tutti i Medici e gli Odontoiatri iscritti all’Ordine di Milano (non più di 30 per corso inseriti con criterio cronologico di presentazione delle domande). • reGOlaMentO COnCeSSiOne aGevOlaZiOni iSCritti Per venire incontro alle numerose richieste avanzate dagli iscritti, oltre che per offrir loro servizi ed opportunità seppur senza coinvolgere direttamente l’Ente, che resta estraneo quindi da qualsivoglia transazione e quindi da responsabilità e oneri economici, sono state definite dal Consiglio alcune linee guida di indirizzo e coordinamento che aziende e società fornitrici di beni e/o servizi devono adottare per poter presentare offerte commerciali che siano vantaggiose per gli iscritti agli Albi. La delibera, trasmessa alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ex art. 35 D.P.R. 221/1950, non ha trovato opposizione alcuna divenendo così esecutiva. • 9° CenSiMentO Generale dell’indUStria e dei ServiZi iStat • reCeSSO COnvenZiOne iStitUtO BanCariO L’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano è stato individuato da ISTAT tra i destinatari del 9° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi, la cui rilevazione si è svolta in due fasi con la compilazione di tre questionari. Le domande erano per la maggior parte volte a conoscere in merito agli aspetti procedurali adottati dall’Ente per l’evasione delle pratiche amministrative, senza comunque che ciò potesse comportare responsabilità alcuna in capo all’incaricato individuato o al Legale Rappresentante dell’Istituzione ove ciò non fosse pienamente conforme a quanto previsto dalla normativa vigente (come specificato nel corso di un incontro con un Funzionario Istat tenutosi a Milano in Prefettura il 29 ottobre 2012). L’avvicendamento, a far data dal 1° gennaio 2012, del nuovo Consiglio Direttivo, le difficoltà riscontrate nella gestione e rendicontazione dei bollettini MAV utilizzati per permettere agli iscritti di versare la dovuta quota annuale nonché le nuove e conseguenti esigenze emerse nella riscossione del tributo hanno comportato la necessità di interfacciarsi, in modo più proficuo per una corretta gestione amministrativa, con l’Istituto bancario in allora incaricato. Le numerose riunioni svoltesi in tal senso non hanno portato, però, a soluzioni gestionali adeguate. Per tale motivo il Consiglio ha ritenuto opportuno avvalersi di una clausola risolutiva inserita nella Convenzione firmata a suo tempo con l’Istituto, concedendosi così l’opportunità, altrimenti preclusa, di vagliare altre proposte gestionali avanzate da altri Istituti Bancari che sono stati invitati a presentare offerte di gestione dei fondi e contabilità ed invio dei MAV. Il Consiglio, dopo aver analiticamente valutato oltre ai rapporti costi-benefici anche la qualità dei servizi offerti nelle proposte presentate, ha deliberato di sottoscrivere nuova Convenzione con altro Istituto. • dPS In forza dell’art. 45, comma 1, lett. c) del D.L. 5/2012 intitolato “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”, che prevede l’eliminazione dell’obbligo di predisporre ed aggiornare il Documento Programmatico sulla Sicurezza entro il 31 marzo di ogni anno nonché l’abrogazione, ai sensi della lettera d), di alcune delle disposizioni inerenti il disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza, si è emessa delibera in tal senso pur decidendo di mantenere il Documento già in precedenza redatto e proseguire nei suoi aggiornamenti, là ove necessario. E infatti nel corso dell’anno si è provveduto ad apportare modifiche in merito agli accessi, • deCertiFiCaZiOne L’emissione da parte del Ministro della Pubblica amministrazione e della Semplificazione della Direttiva n. 14/2011 (in tema di “decertificazione” nei rapporti tra PP.AA.) ha visto l’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano impegnato a migliorare ulteriormente [bollettino OMCeOMI] 2/2013 35 attività dell’ordine ha spinto l’Ente a cercare un contatto diretto con il Tribunale di Milano e con l’Ufficio competente, per poter velocizzare le procedure di controllo richieste dal legislatore. In accoglimento alla nostra richiesta, il Tribunale ha inviato un’applicazione informatica scaricata la quale l’Ente sarà in grado di procedere alla richiesta massiva dei Certificati del Casellario Giudiziale (al momento la procedura esclude i Certificati dei Carichi Pendenti) ottenendo veloce riscontro (max 2 giorni lavorativi). gli scambi di informazioni già in essere con Pubbliche Amministrazioni richiedenti: è stato individuato un ufficio responsabile per tutte le attività volte a gestire la trasmissione di dati o l’accesso agli stessi da parte della P.A. ed inserito sul sito istituzionale un nuovo settore dedicato esclusivamente alle PP.AA. bisognose di verifiche e conferme, e ciò anche in ossequio all’art. 15, comma 1, L. 183/2011 che ha introdotto tali innovazioni a far data dal 1° gennaio 2012. • ATTIVAZIONE PROCEDURA MASSIVA PER RICHIESTA CERTIFICAZIONE • AZIONI RISARCITORIE ANCHE IN SEDE PENALE La necessità di verificare autocertificazioni rese da iscritti o da iscrivendi, in ossequio alla L. 183/2011 sopra richiamata, Come già accaduto in passato l’ente allorché soggetti iscritti e anche non iscritti nel loro operare determinano con PROGETTI OBIETTIVO ASSEGNATI AL PERSONALE NEL CORSO DELL’ANNO 2012 RAZIONALIZZAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE CARTACEA Questo progetto obiettivo assegnato al personale, annunciato nella seduta di Consiglio del 21/2/2012, costituisce la prima fase nella pianificazione della dematerializzazione dell’archivio cartaceo dell’Ordine. Ciò in ossequio a quanto stabilito dal legislatore che ha previsto il progressivo incremento della gestione documentale informatizzata all’interno della Pubblica Amministrazione e la sostituzione dei supporti tradizionali della documentazione amministrativa in favore del documento informatico (Codice della Amministrazione Digitale D.Lgs 7/3/2005 n. 82). L’Ente infatti dovrà essere in grado di fornire servizi di certificazione e di gestione dei documenti a livello informatico garantendo la sicurezza e l’integrità dei dati, e l’accesso diretto ai soli soggetti che ne hanno diritto, in modo da non In primo luogo sono state considerate n. 3.479 posizioni afferenti a iscritti deceduti o cancellati e la relativa documentazione è stata valutata e risolta. Si è passati poi a valutare le altre circa 18.000 cartelle nominative e la documentazione contenuta, diversa per formato, natura e contenuto, è stata analizzata e catalogata per potere, in seguito, attribuendo a ciascun documento dei codici di riferimento che lo identificheranno e lo assoceranno agli altri documenti che formano la stessa pratica, arrivare alla costituzione di un fascicolo informatico relativo ad ogni iscritto. Tutto il lavoro svolto dal personale in questa fase ha inoltre rappresentato un significativo allegerimento delle masse documentali afferenti alla numerosità degli iscritti rendendo infinitamente più agevole l’accesso alle posizioni vive e vitali eliminando le violare la legge sulla privacy. In questa prima fase l’Ente ha proceduto alla valutazione dei documenti e degli atti cartacei dei quali è obbligatoria o opportuna la conservazione per potere poi procedere in una seconda fase, al loro recupero su supporto informatico e alla predisposizione dei conseguenti piani di sostituzione degli archivi cartacei con archivi informatici. Il progetto obiettivo ha riguardato la valutazione di tutta la documentazione cartacea esistente per arrivare alla sua sostituzione con opportune registrazioni informatiche scartando la documentazione non soggetta a tutela per il suo interesse storico-culturale. I partecipanti al progetto hanno proceduto al dettagliato esame di 22.000 cartelle nominative contenenti documentazione varia (in media 15 fogli per cartella), riferite ad altrettanti iscritti all’Ordine, distribuite in 21 armadi. [bollettino OMCeOMI] 2/2013 36 duplicazioni. Questo progetto obiettivo, iniziato nel mese di aprile e concluso nella prima decade del mese di gennaio 2013, ha visto la partecipazione di n. 8 dipendenti: Ballan, Colombo, Ferrari, Floris, Garbarini, Gualtieri, Lai, Parrotta Tutto il personale interessato ha svolto gli incarichi affidati con diligenza e precisione utilizzando un esiguo numero di ore di lavoro straordinario. SOLLECITI QUOTA ISCRIZIONE Nel corso del mese giugno sono stati fatti controlli sullo stato di pagamento delle quote di iscrizione per l’anno 2012 inviate tramite MAV nel mese di febbraio. Risultavano non pagate circa 1700 quote perciò da sollecitare entro il 30/6; Si è proceduto al controllo di quanti iscritti potevano essere invitati al pagamento tramite e-mail e si è provveduto ad inviarne circa 800, i rimanenti inviti sono stati stampati, attività dell’ordine sanitari per omicidio volontario per dolo eventuale. Si è deliberato di agire nei confronti di un soggetto imputato di avere per moltissimi anni recitato professione di medico specialista in cardiologia senza neppure aver conseguito la laurea in medicina e chirurgia. comportamenti di penale rilievo danni di natura patrimoniale e non patrimoniale delibera di promuovere azione risarcitoria nei loro confronti costituendosi parte civile nel procedimento penale a carico degli stessi. In particolare si è deliberato di agire nei confronti di numerosi soggetti imputati per comportamenti dannosi per l’ente per incrementato lavoro amministrativo e per danni all’immagine dell’ente stesso. Trattasi di una complessa vicenda ancora sub judice relativa all’iscrizione all’Albo Odontoiatri di soggetti sprovvisti di validi titoli di studio. Si è deliberato di agire nei confronti dei responsabili nel processo cosiddetto Santa Rita bis che vede imputati alcuni imbustati e consegnati per il recapito tramite posta celere. Il 27/6 è stata convocata una riunione del personale nel corso della quale sono state individuate le modalità per una efficace organizzazione delle procedure derivanti dall’invio di detti solleciti e in dettaglio: - Risposte telefoniche alle richieste di chiarimento degli iscritti destinatari di sollecito, - Invio sollecito per posta ordinaria qualora la mail non avesse raggiunto il destinatario o non fosse stata letta - Rimozione dal data base dell’indirizzo mail non valido e richiesta all’iscritto tramite posta di aggiornamento dell’indirizzo mail e, al contempo, segnalazione dell’obbligatorietà del della comunicazione dell’indirizzo PEC - In caso di restituzione della lettera, invio richiesta al Comune per accertamento di eventuale cambio di residenza dell’iscritto per poi rinviare il sollecito pagamento quota e la richiesta aggiornamento dati per l’anagrafica - Aggiornamento delle variazioni • PROBLEMATICHE SUL DIRITTO ALL’ACCESSO L’Ordine ha deliberato di resistere al ricorso proposto al TAR da un soggetto avverso il diniego opposto dall’Ente alla richiesta di accesso su atti contenenti dati sensibilissimi di natura sanitaria detenuti nell’ambito della prima fase prodromica ad una eventuale apertura di procedimento disciplinare. n per essere gestiti con le stese modalità implementate con la gestione dell’ufficio amministrazione. Gestione dei rendicontati, attualmente non registrata nel sistema, con dati forniti da Equitalia o in caso contrario modificando la gestione de pagamenti per consentire manualmente le rendicontazioni. Generazione automatica delle lettere di sollecito bonario per tutti gli iscritti che presentano almeno una morosità protocollandole direttamente ed inviandole tramite e mail o PEC Gestione dei fascicoli degli iscritti morosi: registrazione in uno storico di tutte le comunicazioni e le azioni intraprese per la gestione della morosità dell’iscritto con collegamento diretto in Anagrafica. Il programma informatico derivato da questo studio di fattibilità è stato prima testato e poi reso operativo dal 9/11/2012. Per poter procedere alla cancellazione per morosità nel pagamento del contributo di iscrizione si devono osservare delle procedure di comunicate (nuovi indirizzi e-mail, di recapito postale o trascrizione dei numeri telefonici) su IAM. Si è stabilito di monitorare l’effettiva congrua ripartizione delle procedure tra tutto il personale che, in relazione alle mansioni svolte, si è dichiarato disponibile a fornire il proprio contributo all’aggiornamento dei dati. Dal mese di giugno si è altresì proceduto, nel corso di riunioni tra il personale addetto e i consulenti informatici, ad analizzare tutte le correlazioni di interfaccia con il controllo e la gestione delle morosità allo scopo di implementare, nell’anagrafica IAM, un nuovo programma informatico con le seguenti modifiche e nuove funzioni: Gestione dei pagamenti delle quote - aggiunta di ulteriori informazioni nella visualizzazione delle morosità anche pregresse con link diretto alla scheda anagrafica Gestione storico pre 2010 – modifica in anagrafica dello stato dei pagamenti relativi agli anni precedenti al 2010 [bollettino OMCeOMI] 2/2013 37 ricerca della validità attuale dell’indirizzo attraverso richiesta di conferma ai Comuni interessati, per poi procedere alla convocazione dell’iscritto tramite Raccomandata A.R. (la cancellazione non può essere pronunciata se non dopo aver sentito l’interessato. - art. 11 D.Lgs. 13/9/1946 n.233). In caso l’iscritto non si presenti, si procederà alla sua convocazione tramite ufficiale giudiziario che potrà essere reiterata se la prima notifica non viene ritirata da alcuno e solo dopo la notifica mediante affissione alla casa comunale si potrà procedere alla cancellazione dell’iscritto per morosità e irreperibilità. Attualmente sono in corso di convocazione ex art. 11 tramite ufficiale giudiziario n. 14 Colleghi e tramite Racc. A.R. a n. 122, tutti hanno in carico più annualità non pagate. Dal gennaio di quest’anno ad oggi sono stati cancellati per morosità e/o irreperibilità n. 12 iscritti. Totale degli iscritti morosi (persone fisiche) dall’anno 2000 all’anno 2012 n. 831 pari al 3,45%. attività dell’ordine QUALCHE NUMERO SU ATTIVITà SVOLTE nell’ANNO 2012 Iscrizioni Albo Medici n. 452 di cui 314 di prima iscrizione (tra cui n.13 cittadini comunitari e n. 4 extracomunitari) e n.137 di provenienti da altri Ordini provinciali. Iscrizioni Albo Odontoiatri n. 77 di cui 42 di prima iscrizione (tra cui 2 di cittadini comunitari e n. 1 cittadino extracomunitario con reciprocità) ; n 15 di provenienti da altri Ordini provinciali e n. 20 doppie iscrizioni. Cancellazioni Albo Medici n.338 di cui n.148 per decesso – n. 88 trasferimento ad altro Ordine provinciale – n. 22 trasferimento residenza all’estero – n.73 rinunce all’iscrizione – n. 7 morosità e irreperibilità Cancellazioni Albo Odontoiatri n. 55 di cui n. 13 per decesso – n.14 trasferimento ad altro Ordine provinciale – n. 1 trasferimento residenza all’estero – n. 24 rinunce all’iscrizione n. 3 morosità e irreperibilità Iscrizioni Elenco Psicoterapeuti n. 15 Dati protocollo in entrata n. 12.352 Dati protocollo in uscita n. 8.131 E-Mail pervenute n. 20.789 E-Mail inviate n. 12.219 PEC pervenute n. 8.474 PEC inviate n. 1.252 Portal-feedback entrata n. 541 Totale generale e mail + pec +feedback in entrata in uscita 10.267 Comunicazioni Cambi indirizzo n. 833 Tesserini di iscrizione emessi (compresi i duplicati) n. 877 Certificati di iscrizione emessi (compresi Good Standing) n. 3.747 Certificati on line richiesti tramite sito web n. 1.499 Pass auto e vetrofanie rilasciati Generale in sede n. 98 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Consigliere Medicina Generale n. 360 (n. 340 esposti + n. 20 varie). Accessi del Tesoriere in sede n. 133 Procedimenti disciplinari celebrati Albo Medici : n. 39 Ricorsi presentati dai medici alla CCEPSS al termine del procedimento n. 9 Procedimenti disciplinari celebrati Albo Odontoiatri n.29 Ricorsi presentati dagli odontoiatri alla CCEPSS al termine del procedimento n. 5 Medici convocati a seguito di esposti pervenuti n. 180 di cui n. 40 ex art. 39 Odontoiatri convocati a seguito di esposti pervenuti n. 110 di cui n. 34 ex art. 39 Patrocini concessi dal Consiglio per Corsi o Manifestazioni n. 78 Il Presidente o un Consigliere dell’Ordine è sempre presente all’inaugurazione dei Convegni patrocinati dall’Ordine. Convegni residenziali ECM n. 22 per n. 88,4 crediti assegnati e un totale di n. 1.887 partecipanti ENPAM Domande di pensione presentate e/o sussidi e/ o invalidità n. 614 Risposte a richieste informazioni protocollate in uscita n. 607 Casi esaminati dalla Commissione Invalidità n. 19 Area giuridica–amministrativa Documentazione protocollata ed evasa n. 293 comprese e-mail riguardanti vari quesiti: Accesso agli atti amministrativi, Direzione Sanitaria, PEC, Problematiche generali inerenti la professione, procedimenti disciplinari. L’area giuridica assiste la Commissione Medica in n. 1.451 Riunioni di Consiglio n. 14 Riunioni di Commissione Medica n. 16 Riunioni Commissione Odontoiatri n. 18 (oltre n. 40 riunioni del mercoledì in cui i componenti la Commissione sono a disposizione dei Colleghi o del pubblico e all’esame della documentazione assegnata) Riunione Collegio dei revisori dei Conti n. 6 Riunioni Commissioni ordinistiche n. 32 Accessi del Presidente in sede n. 173 – Appuntamenti fissati con il Presidente n. 200. Presenze del Presidente a Convegni, Congressi, Riunioni istituzionali n. 66 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Presidente n. 460- convocazioni ex art. 39 n. 34) Accessi del Presidente CAO in sede n. 120 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Presidente e alla Commissione Odontoiatri n. 516 (n. 102 esposti + n. 414 varie) Accessi del Vice Presidente in sede n. 92 Presenze del Vice Presidente a convegni e Congressi n. 18 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Vice Presidente n.137 (n. 37 esposti + n. 100 varie e di consulenza ospedaliera) Accessi del Consigliere Segretario in sede n. 63 Presenze del Consigliere Segretario a Convegni e riunioni in Regione Lombardia n. 15 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Consigliere Segretario n. 268 (n. 200 esposti + 68 varie) Accessi Consigliere Medicina [bollettino OMCeOMI] 2/2013 38 ogni fase del procedimento disciplinare. Pubblicità Sanitaria Documentazione protocollata ed evasa n. 261 di cui 204 richieste di pareri preventivi ed esposti, n. 57 varie. Convocazioni a seguito esposto n. 24 Presenze Consigliere Segretario per consulenze in materia di pubblicità sanitaria ai Colleghi n. 50 Iscrizione Registri Medicine non convenzionali Omotossiciologia n. 18; Omeopatia n. 18; Agopuntura n.24; Ayurvedica n.2; Medicina ad indirizzo Estetico n. 14; Fitoterapia n. 8; Medicina Antroposofica n. 3. Consulenti esterni: appuntamenti fissati dal centralino dell’Ordine Legale: n. 197 (oltre alle consulenze telefoniche) Fiscale: n. 259 (oltre alle consulenze telefoniche) Previdenziale e Contratti: n. 22 – Giovani Medici n. 57 Contabilità gestione quote iscritti Quote iscritte a Mav n. 23.661, n. 84 pagate in sede, n. n. 29 altre modalità di pagamento Solleciti inviati a seguito di controllo pagamenti non effettuati: giugno 2012 n. 1.640 (n. 835 per posta e n. 805 e-mail) settembre 2012 n.280 mail e n.55 PEC ottobre 2012 n. 539 per posta Posizioni di morosità risultanti per la quota 2012 n. 354 Posizioni di morosità risultanti per la quota 2011 n. 143 Posizioni di morosità risultanti per la quota 2010 n. 66 Sgravi quote n. 95 Visti equità rilasciati n. 57 corsi ECM Avvertenza per le iscrizioni agli eventi ECM dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Milano AVVISO IMPORTANTE Da lunedì 18 marzo 2013, l’iscrizione agli eventi ECM dell’Ordine si realizza unicamente attraverso la procedura informatica. Pertanto non potranno più essere accettate iscrizioni tramite l’invio di schede a mezzo fax o via e-mail. La nuova procedura pertanto si articola come segue: è necessario accedere all’area riservata del sito www.omceomi.it Per chi non fosse ancora registrato all’area riservata riportiamo il link con la procedura di registrazione: http://www.omceomi.it/Home/Security/RegisterAutomatic.aspx. I Medici e gli Odontoiatri così registrati al sito potranno entrare nell’area riservata con le proprie credenziali (codice fiscale e password) e cliccare su “Eventi ECM disponibili” all’interno della sezione “Servizi personali” e seguire le istruzioni riportate. ruoli, responsabilità ed esperienze Sabato 5 ottobre 2013 - ore 9.00-13.00 Sabato 12 ottobre 2013 - ore 9.00-14.00 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 1. La professione medica: ricerca di senso e bisogno di cura Aperto alle associazioni di volontariato e famigliari di pazienti Sabato 15 giugno 2013 - ore 8.30-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 6. Gli accertamenti sanitari e le valutazioni nel settore dell’invalidità civile a tre anni dalle modifiche legislative: operatori a confronto Sabato 19 ottobre 2013 - ore 8.30-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 2. I disturbi del comportamento alimentare Sabato 14 settembre 2013 - ore 8.15-14.00 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 3. Carcinoma polmonare: come cambia l’approccio al paziente nell’era della diagnosi precoce Nuove acquisizioni in tema di valutazione del caso clinico e strategie terapeutiche innovative Sabato 21 settembre 2013 - ore 8.30-13.30 Istituto Clinico Humanitas Via Manzoni, 56 - Rozzano (Milano) • 7. Osteoporosi: prevenzione e rischio frattura Sabato 26 ottobre 2013 - ore 8.30-13.45 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 4. Le Strutture Intermedie a supporto del paziente anziano e fragile Sabato 28 Settembre 2013 - 8.15 -13.30 Istituto Palazzolo via Don Luigi Palazzolo, 21 - Milano • 5. Continuità Ospedale e Territorio: [bollettino OMCeOMI] 2/2013 39 corsi ECM 1 La professione medica: ricerca di senso e bisogno di cura Aperto alle associazioni di volontariato e famigliari di pazienti Sabato 15 giugno 2013 - ore 8.30-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORI Dott. Alberto Cozzi MMG a Milano Responsabile Nazionale Medici OFTAL Consigliere AMCI Milano Dott. Alberto Scanni Primario Emerito di Oncologia - A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano Consigliere Ordine dei Medici di Milano PROGRAMMA 8.30-9.00 Registrazione Partecipanti 10.45-11.00 Intervallo 9.00-9.15 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 11.00-11.30 Suor Annamaria Villa Responsabile Poliambulatorio Opera San Francesco - Milano Un poliambulatorio a servizio degli ultimi MODERATORE Dott. Francesco Ognibene Giornalista di “Avvenire” 9.15-9.45 11.30-12.00 Dott. Angelo Mantovani Coordinatore Scientifico progetto DAMA Accanto al malato nelle corsie dell’ospedale Prof. Daniele Bruzzone Docente di Scienze della Formazione Università Cattolica di Milano Presidente Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana Tecnici della vita o esperti di umanità? 12.00-12.30 Dott. Alberto Cozzi La Medicina Generale: da cura primaria a osservatorio privilegiato dell’uomo 9.45-10.15 Prof. Giorgio Lambertenghi Deliliers Ematologo - Università degli Studi di Milano Past President AMCI Milano “Prendersi cura”: il medico fra competenza e sensibilità 10.15-10.45 Dott.ssa Francesca Manera Consulente - Chirurgia Endocrino-senologica A.O. San Paolo - Milano Medico OFTAL Milano L’esperienza di una “buona medicina”: il pellegrinaggio a Lourdes con i malati 12.30-13.00 Dibattito 13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo • ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA • [bollettino OMCeOMI] 2/2013 40 corsi ECM 2 I disturbi del comportamento alimentare Sabato 14 settembre 2013 - ore 8.15-14.00 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORE Dott.ssa Maria Gabriella Gentile Primario Emerito Centro per la Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano PROGRAMMA 8.15-8.45 Registrazione Partecipanti 8.45-9.00 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato MODERATORI Dott.ssa Maria Gabriella Gentile Dott.ssa Maria Grazia Manfredi MMG a Milano - Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano 9.00-9.45 Dott.ssa Maria Gabriella Gentile L’importanza dell’identificazione precoce Criteri diagnostici e strategie terapeutiche Discussione 9.45-10.30 Dott.ssa Maria Enrica Bettinelli Responsabile Settore Materno Infantile - Asl di Milano Il ruolo del pediatra nella prevenzione dei disturbi alimentari Discussione 10.30-11.45 Prof.ssa Valeria Ugazio Docente di Psicoterapia - Università degli Studi di Bergamo Direttore Scientifico European Institute of Systemic Relational Therapies - Milano La famiglia nel percorso di cura Discussione 11.45-12.00 Intervallo 12.00-13.15 Dott.ssa Maria Gabriella Gentile Dott.ssa Maria Giulia Manna S.C. di Dietetica e Nutrizione Clinica - Centro per la Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano Presentazione e discussione di casi clinici 13.15-14.00 Discussione e compilazione schede di valutazione e di verifica n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo • ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA • [bollettino OMCeOMI] 2/2013 41 corsi ECM 3 Carcinoma polmonare: come cambia l’approccio al paziente nell’era della diagnosi precoce Nuove acquisizioni in tema di valutazione del caso clinico e strategie terapeutiche innovative COORDINATORE Dott. Maurizio Infante Responsabile Sezione Ricerca Clinica in Oncologia Toracica - U.O. di Chirurgia Toracica Istituto Clinico Humanitas - Milano PARTE I - ore 9.25-10.10 DISTINGUERE UN NODULO INNOCENTE DA UN TUMORE POLMONARE PROGRAMMA 8.30-9.00 Registrazione Partecipanti 9.00-9.10 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 9.10-9.15 Dott. Armando Santoro Responsabile U.O. di Oncologia Medica Direttore Cancer Center - I.C.H. - Milano Introduzione al tema Dott. Maurizio Infante Cosa ci hanno insegnato gli studi sulla diagnosi precoce 9.15-9.25 Dott. Marco Alloisio Responsabile U.O. di Chirurgia Toracica - I.C.H. - Milano Prognosi del paziente con carcinoma polmonare: quello che si sa Dott. Fabio Lutman Responsabile Sezione TC - U.O. di Radiologia TC - I.C.H. - Milano Biopsia percutanea TAC-guidata: strumento affidabile in mani esperte MODERATORI Dott. Giorgio Brambilla Senior Consultant Dipartimento Diagnostica per Immagini - I.C.H. - Milano Dott. Marco Alloisio Dott. Giorgio Ferraroli Dirigente Medico U.O. di Chirurgia Toracica - I.C.H. - Milano Dott. Edoardo Bottoni Specializzando U.O. di Chirurgia Toracica - I.C.H. - Milano Biopsia endoscopica e chirurgica: come, quando, perché Discussione [bollettino OMCeOMI] 2/2013 42 corsi ECM Sabato 21 settembre 2013 - ore 8.30-13.30 Istituto Clinico Humanitas Via Manzoni, 56 - Rozzano (Milano) PARTE III - ore 11.30-12.45 MANAGEMENT MODERNO DEL PAZIENTE CON TUMORE POLMONARE PARTE II - ore 10.10-11.15 TUMORI POLMONARI LENTI E AGGRESSIVI MODERATORI Dott. Marco Alloisio Dott. Armando Santoro MODERATORI Dott. Michele Ciccarelli Responsabile U.O. di Pneumologia - I.C.H. - Milano Dott.ssa Maddalena Lettino Responsabile U.O. di Cardiologia Clinica-I.C.H. -Milano Dott. Daoud Rahal Responsabile Sezione di Diagnostica Istocitopatologica Ambulatoriale U.O. di Anatomia Patologica - I.C.H. - Milano Istologia e comportamento biologico Dott.ssa Maddalena Lettino Introduzione Dott. Alfonso Marchianó Responsabile U.O. di Diagnostica Radiologica 2 - Istituto Nazionale dei Tumori di Milano Noduli polmonari: analisi TAC in 2D e 3D Dott.ssa Daniela Pini Dirigente Medico U.O. di Cardiologia Clinica - I.C.H. - Milano Stimare i rischi e i benefici Dott. Arturo Chiti Responsabile U.O. di Medicina Nucleare - I.C.H. - Milano Il valore aggiunto della PET nella valutazione dei noduli polmonari isolati Dott. Maurizio Infante Management chirurgico del paziente con tumore polmonare nell’era moderna Dott.ssa Marta Scorsetti Responsabile U.O. di Radioterapia - I.C.H. - Milano Terapie alternative per il carcinoma polmonare operabile? Dott. Armando Santoro Aree di incertezza e conclusioni Discussione 11.15-11.30 Intervallo Dott.ssa Emanuela Mencaglia Psicologa U.O. di Oncologia - I.C.H. - Milano Profili psicologici del paziente e del medico Discussione 12.45-13.00 Conclusioni 13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo • ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA • [bollettino OMCeOMI] 2/2013 43 corsi ECM 4 Le Strutture Intermedie a supporto del paziente anziano e fragile Sabato 28 Settembre 2013 - 8.15 -13.30 Istituto Palazzolo via Don Luigi Palazzolo, 21 - Milano COORDINATORI Dott. Renzo Augusto Bagarolo Direttore Sanitario Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2 Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano Dott.ssa Maria Teresa Zocchi Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Referente Commissione Pari Opportunità OMCeO Milano 11.00-11.20Dott. Pierluigi Gnocchi Responsabile Medicina e Sub-Acuti Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2 Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano 1° caso: paziente in cure Sub - Acute PROGRAMMA 8.15-8.45 Registrazione dei Partecipanti 8.45-9.00 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 9.00-9.45 Dott. Renzo Augusto Bagarolo Le Strutture Intermedie fra Ospedale e Territorio 9.45-10.15 Dott. Roberto Caprioli Responsabile Attività Sanitarie e Socio-Sanitarie - Polo Lombardia 2 Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano La Struttura Intermedia in ambito sanitario 11.20-11.40 Dott. Geremia Giordano Responsabile Riabilitazione Intensiva Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2 Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano 2° caso: paziente in Riabilitazione Specialistica 11.40-12.00Dott.ssa Giovanna Spannocchi Responsabile Riabilitazione Estensiva Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2 Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano 3° caso: paziente in Riabilitazione Generale e Geriatrica 10.15-10.45 Dott.ssa Jolanda Bisceglia Responsabile Struttura Complessa Fragilità - Asl di Milano La Struttura Intermedia in ambito socio-sanitario 12.00-12.20Dott. Paolo Innocente Banfi Responsabile Nucleo SLA e Servizio di Fisiopatologia Respiratoria Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2 Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano 4° caso: paziente affetto da SLA in lungo assistenza 10.45-11.00Intervallo CASI CLINICI 12.20-13.00Discussione dei casi presentati MODERATORI Dott. Renzo Augusto Bagarolo Dott.ssa Maria Teresa Zocchi 13.00-13.30Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 80 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo • ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA • [bollettino OMCeOMI] 2/2013 44 corsi ECM 5 Continuità Ospedale e Territorio: ruoli, responsabilità ed esperienze Sabato 5 ottobre 2013 - ore 9.00-13.00 Sabato 12 ottobre 2013 - ore 9.00-14.00 Sala Girardi - PIME - Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORE SCIENTIFICO Dott.ssa Patricia Crollari Direttore Sanitario Aziendale - A.O. Ospedale di Circolo di Melegnano SABATO 5 OTTOBRE 2013 SABATO 12 OTTOBRE 2013 MODERATORE Prof. Paolo Moroni Direttore Generale - A.O. Ospedale di Circolo di Melegnano MODERATORE Dott.ssa Daniela Troiano Direttore Generale A.O. di Pavia PROGRAMMA 9.00-9.30 Registrazione Partecipanti PROGRAMMA 9.00-9.30 Registrazione Partecipanti 9.30-9.45 TRATTARE L’EMERGENZA/URGENZA Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 9.30-10.00 IL DIRETTORE SANITARIO NEL SISTEMA PUBBLICO IN REGIONE LOMBARDIA 9.45-10.30 10.00-10.30 Dott.ssa Patricia Crollari Un nuovo modello di integrazione Ospedale e Territorio: Ambulatorio “Codici Bianchi” Dott. Marco Bosio Direttore Sanitario - A.O. di Desio e Vimercate Funzioni del DSA e del DMP delle A.O. IL PASSAGGIO DELLE CURE TRA OSPEDALE E TERRITORIO 10.30-10.45 Intervallo 10.45-11.30 10.30-11.00 Dott.ssa Emanuela Marinello Direttore Sanitario - A.O. Ospedale San Carlo Borromeo - Milano Funzioni del DSA di ASL IL DIRETTORE SANITARIO DELLE STRUTTURE PRIVATE IN REGIONE LOMBARDIA 11.30-12.00 Dott. Giovanni Sesana Responsabile AAT 118 Milano Il Sistema dell’Emergenza/Urgenza in Milano e Provincia Dott. Francesco Rossi Direttore del Dipartimento di Medicina - P.O. di Melegnano A.O. Ospedale di Circolo di Melegnano Dott.ssa Cristina Papetti Direttore Medico di Presidio P.O. Vizzolo Predabissi - A.O. Ospedale di Circolo di Melegnano Il punto di vista dell’Azienda Ospedaliera: le cure sub-acute 11.00-11.15Intervallo Dott. Francesco Della Croce Direttore Sanitario - IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi - Milano Funzioni dei Direttori Sanitari delle Strutture private accreditate e non 12.00-13.00Discussione 11.15-11.45 Dott.ssa Emanuela Marinello Il punto di vista della ASL: l’esperienza sui CreG 11.45-12.15 Dott. Luigi Di Caprio MMG a Milano Tesoriere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Il punto di vista del Medico di famiglia: le Associazioni 12.15-13.15Discussione 13.15-14.00 Compilazione schede di valutazione e di verifica n.100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo PER OTTENERE I CREDITI ECM È NECESSARIO PARTECIPARE AD ENTRAMBE LE GIORNATE • ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA • [bollettino OMCeOMI] 2/2013 45 corsi ECM 6 Gli accertamenti sanitari e le valutazioni nel settore dell’invalidità civile a tre anni dalle modifiche legislative: operatori a confronto Sabato 19 ottobre 2013 - ore 8.30-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORE Dott. Luigi Di Caprio Tesoriere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano MMG a Milano 10.40-11.00 Dott.ssa Simona Calabrese Vice Presidente – Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus Sezione Provinciale di Milano PROGRAMMA 8.30-9.00 Registrazione Partecipanti 9.00-9.20 Dott. Roberto Carlo Rossi Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano Introduzione e saluto Disabilità monotematiche (cecità, sordità): quanti problemi interpretativi! 11.00-11.15Intervallo MODERATORE Dott. Ugo Tamburini Consigliere Segretario dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano MMG a Milano 9.20-9.40 11.15-13.00 TAVOLA ROTONDA È POSSIBILE UNA SINERGIA FRA I DIVERSI ATTORI? Dott. Remo Guerrini Direttore Patronato INAS CISL Milano Metropoli Il Ruolo degli Enti di patronato tra sinergie ed incomprensioni MODERATORI Dott.ssa Nadia Polimeni Coordinatore Medico Legale Regionale INPS Dott. Luigi Di Caprio 9.40-10.00 Dott. Silvio Vagnarelli Responsabile U.O.C. INPS Milano 2 L’attività dell’INPS tra verifiche, revisioni e controlli INTERVENGONO: Dott.ssa Maria Maddalena Farruggia Responsabile S.S. Invalidità Civile e Handicap – ASL Città di Milano Dott. Roberto Fontana Direttore Patronato ITALUIL per la Provincia di Milano Dott. Alberto Lastrico EPACA Milano Dott. Oreste Manzi Direttore Distretto 3 – ASL Milano 2 Avv. Maria Cristina Alemanno Presidente Anmic Milano Sig.ra Paola Zacchetti Direttore Patronato 10.00-10.20 Dott. Domenico Castaldo Direttore U.O.C. di Medicina Legale e Risk Management – ASL Milano 1 Criticità nelle relazioni fra i diversi attori coinvolti 10.20-10.40 Dott.ssa Luciana Bovone Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano MMG a Milano Il ruolo del MMG tra doveri d’informazione e corretta compilazione del certificato 13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo • ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA • [bollettino OMCeOMI] 2/2013 46 corsi ECM 7 Osteoporosi: prevenzione e rischio frattura Sabato 26 ottobre 2013 - ore 8.30-13.45 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORI Dott. Roberto Capelli Direttore S.C. di Ortopedia e Traumatologia - A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano Dott. Valter Galmarini S.C. di Ortopedia e Traumatologia - Responsabile centro di osteoporosi e delle malattie metaboliche dell’osso A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano PROGRAMMA 8.30-9.00 9.00-9.15 Registrazione Partecipanti Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici e Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano 9.15-9.30 Dott. Roberto Capelli - Dott. Valter Galmarini 10.30-10.50 Dott. Giorgio Gandolini Il trattamento farmacologico: cenni di terapia secondo EBM 10.50-11.20 Dott. Giovanni Arioli Direttore U.O. di Riabilitazione specialistica e Reumatologia A.O. “C. Poma” - Mantova Osteoporosi: possibili sinergie tra terapia farmacologica ed esercizio fisico Introduzione PRIMA SESSIONE OSTEOPOROSI: CENNI DI EPIDEMIOLOGIA E FISIOPATOLOGIA 11.20-11.40Discussione 11.40-12.00Intervallo TERZA SESSIONE LA GESTIONE CHIRURGICA E RIABILITATIVA DEL PAZIENTE CON FRATTURE OSTEOPOROTICHE MODERATORE Dott. Giorgio Gandolini Responsabile Centro di Reumatologia e malattie del metabolismo minerale ed osseo IRCCS S. Maria Nascente Don Gnocchi - Milano 9.30-9.50 Dott.ssa Emanuela Raimondo S.C. di Ortopedia e Traumatologia Responsabile Ambulatorio malattie metaboliche dell’osso A.O. San Paolo - Milano Epidemiologia dell’osteoporosi e della frattura osteoporotica: l’importanza della prevenzione delle fratture nella riduzione dei costi economici dell’osteoporosi 9.50-10.10 Dott. Maurizio Bevilacqua Direttore U.O. di Endocrinologia A.O. Sacco - Milano Fisiopatologia del tessuto osseo e biomeccanica dell’osso e della frattura da osteoporosi Tecniche diagnostiche radiologiche, BMD e markers del metabolismo osseo nella diagnosi e nel follow up MODERATORE Prof. Luca Pietrogrande Direttore S.C. di Ortopedia e Traumatologia - A.O. San Paolo - Milano 12.00-12.20Dott. Stefano Guerrasio S.C. di Ortopedia e Traumatologia Università degli Studi Milano Bicocca Trattamento chirurgico della frattura del femore osteoporotico: quali opzioni? 12.20-12.40 Dott. Valter Galmarini Rapporto ortopedico osteoporosi 12.40-13.00Dott.ssa Franca Coppadoro Direttore S.C. di Medicina Riabilitativa - A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano Fattori predittivi di caduta nel paziente osteoporotico e trattamento riabilitativo delle fratture del femore SECONDA SESSIONE OSTEOPOROSI: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA MODERATORE 13.00-13.15 Dott. Roberto Capelli - Dott. Valter Galmarini Dott. Maurizio Bevilacqua Discussione interattiva con tutti i relatori 10.10-10.30 Dott. Matteo Longhi Direttore U.O. di Reumatologia - Istituto 13.15-13.45 Conclusioni e compilazione schede di valutazione Ortopedico Galeazzi - Milano e di verifica n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo • ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA • [bollettino OMCeOMI] 2/2013 47 Notizie ENPAM-Bilancio previsione 2013: ancora perplessità! CONCORSO FOTOGRAFICO È stato presentato alle Consulte il bilancio di previsione 2013 del nostro Ente pensionistico. Purtroppo anche stavolta non possiamo fare a meno di manifestare qualche perplessità che nasce come sempre da quelle che da sempre abbiamo denunciato come note dolenti della gestione del nostro patrimonio. Non si può infatti fare a meno di notare la solita scarsa redditività del patrimonio che anche stavolta, fatte tutte le dovute valutazioni, si attesta complessivamente attorno all’uno per cento, riferito a un patrimonio di circa 13,5 miliardi. Lascia inoltre senza parole la lentezza con cui si sta mettendo in atto la new governance deliberata dal CdA nel giugno 2011 sulle indicazioni di Mario Monti. Questa prevedeva una netta separazione tra gli organi preposti agli investimenti (tra i quali l’investor advisor ovvero il consulente finanziario) e quelli preposti alla valutazione del rischio (tra cui il Risk advisor). Dopo quasi 2 anni da quella delibera il bando di gara per l’individuazione dell’investor advisor è ancora in fase di studio! Questo per la discutibile scelta di effettuare prima il bando di gara per la ricerca del Risk advisor, ricerca che peraltro fino ad adesso è stata vana poiché nel bando effettuato un solo consulente ha presentato i documenti necessari in maniera corretta: Mangusta Risk. Si proprio Mangusta Risk, ovvero quell’Advisor che dal 2001 ci ha assistito come consulente finanziario, anche quando sono stati acquistati circa 3 miliardi di titoli strutturati. Essendosi pertanto presentato un solo concorrente, il bando è stato annullato e reindetto (per fortuna!), ma nel frattempo il mandato di Risk Advisor in prorogatio per tutto il 2013 è stato rinnovato indovinate a chi? Mangusta Il concorso fotografico è gratuito e riservato gli iscritti dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Milano. Temi del concorso sono: a) MEDICO, PAZIENTE, MALATTIA Immagini che si riferiscono al mondo professionale, tecnico e relazionale del medico e dei vissuti dell’ammalato. b) L’ATTESA Come esperienza che può essere vissuta con numerosi stati mentali e fisici (la pazienza, la tensione, la trepidazione, la rassegnazione, l’irrequietezza) in numerose circostanze della vita. c) LA CITTÀ OGGI Luoghi, scene di vita, abitanti, paesaggi urbani della città che cambia. Ogni concorrente può partecipare con un massimo di due stampe fotografiche (non presentate a precedenti concorsi) a colori o in bianco e nero nel formato 20x30 appartenenti allo stesso tema o a due temi differenti, senza pesanti interventi in post/produzione, e non incollate su alcun supporto. Sul retro di ogni stampa sarà apposto un adesivo sul quale saranno indicati il tema proposto, nome e cognome dell’autore, recapito, telefono e indirizzo mail, ed eventuali titoli o commenti di stretta sintesi. E infine, fondamentale, la firma dell’autore, come accettazione di quanto contenuto nel presente bando. Le fotografie devono essere fatte pervenire all’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Milano, Via Lanzone 31, 20123 Milano con la dicitura “concorso fotografico” entro il 31 luglio 2013. Le fotografie giudicate meritevoli verranno esposte nella sede dell’Ordine dove verrà installata una Mostra Fotografica. Le opere vincitrici verranno premiate nel corso della inaugurazione della mostra fotografica la cui data verrà comunicata entro il 30 settembre 2013. Saranno premiati i primi tre classificati per ciascuno dei tre temi. Al termine della premiazione, tutti gli intervenuti, concorrenti e ospiti, potranno dialogare con i membri della Giuria. La giuria sarà coordinata da Filippo Crea, Redattore per Progresso Fotografico Editore e composta da: Renato Canal, Costanzo Gala, Dino Re, Roberto Carlo Rossi, Mauro Tripiciano. Ogni partecipante è responsabile di quanto è oggetto delle proprie opere e cede il diritto d’uso non esclusivo all’Ordine dei Medici, che potrà provvedere alla pubblicazione, senza fini di lucro, delle fotografie su qualsivoglia supporto, digitale o cartaceo, per redazionali o documentari vari, e senza l’obbligo del consenso dell’autore, e comunque con il vincolo di precisare il nome dello stesso. Nel rispetto del D.L. 30 giugno 2003 n.196, i dati forniti dai concorrenti, trattati con mezzi informatici, saranno utilizzabili per l’identificazione degli autori nell’occasione di utilizzo delle immagini. Il concorrente può accedere ai dati che lo riguardano, richiedendoli all’Ordine dei Medici di Milano, Titolare del Trattamento Dati, ed esercitare il diritto di integrazione, rettifica, cancellazione ecc. nel rispetto dell’art. 13 della legge sopra citata. [bollettino OMCeOMI] 2/2013 48 Risk. Sta di fatto che comunque da circa 2 anni, a parte le strutture di valutazione interna, ENPAM di fatto non ha un consulente finanziario per gli investimenti e probabilmente anche a causa di questo nel 2012 ci è rimasto nel cassetto circa un miliardo di liquidità non investita, ma forse, anche se il fatto in se stesso pare incredibile, visti i risultati dei precedenti investimenti finanziari, è meglio così. Da ultimo, ma non ultimo, dobbiamo segnalare il continuo aumento delle spese generali di amministrazione previste per il 2013 in crescita di circa il 40% rispetto al preconsuntivo 2012 e pertanto non in linea con quanto previsto dalla legge 122/30 luglio 2010, fatto sicuramente rilevante, segnalato anche nella relazione del Collegio dei Sindaci della Fondazione. Ce n’è abbastanza per manifestare anche stavolta tutte le nostre perplessità. Ugo Tamborini Collegati con il bollettino per lanciare le tue idee, le tue proposte, i tuoi suggerimenti [email protected] Per un bollettino più “grande” e più “vivo” abbiamo bisogno anche di te. Aspettiamo i tuoi contributi per farne uno strumento sempre più utile per la nostra professione. Il Comitato di Redazione www.omceomi.it Collegati con l’Ordine per avere tutte le notizie, le informazioni e i servizi riservati agli iscritti Abbiamo bisogno di conoscere il tuo indirizzo e-mail per completare il nostro archivio informatico e permetterci di contattarti con maggior tempestività. Se non lo hai già fatto, invia un’e-mail a [email protected] con l’indirizzo di posta elettronica a cui desideri ricevere le nostre comunicazioni. Grazie.