Afasia-ictus - Polispecialistica Roma Quattro

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Afasia-ictus
L'ictus cerebrale ( letteralmente ‘colpo’ ) è una lesione cerebro-vascolare causata dall'interruzione del
flusso di sangue al cervello dovuta a ostruzione o a rottura di un’arteria. Quando un'arteria nel cervello
scoppia o si ostruisce, fermando o interrompendo il flusso di sangue, i neuroni, privati dell'ossigeno e dei
nutrimenti necessari anche solo per pochi minuti, cominciano a morire.
Come un attacco di cuore, l'ictus può colpire improvvisamente, spesso senza preavviso e senza dolore.
È la terza causa di morte e la prima causa di invalidità al mondo.
Riconoscere i segni del, ictus è fondamentale perché bisogna intervenire il più velocemente possibile .
Infatti esiste una terapia, chiamata rTPA, ch, se somministrata entro 4.5 ore dall’ esordio dei sintomi, può
ridurre la disabilità di molti tra i più comuni tipi di ictus. L’rTPA ( attivatore del plasminogeno tissutale ) è
la sola terapia approvata per la cura dell’ ictus in acuto.
Gli ictus sono causati da ischemia (ictus ischemico) o da emorragia (ictus emorragico).
Quali sono le forme più frequenti di ictus e quali sono i soggetti più colpiti?
•
l'ictus ischemico rappresenta la forma più frequente di ictus ( 80% circa ) ed è più frequente nei
maschi con età media ampiamente superiore ai 70 anni;
•
le emorragie intraparenchimali riguardano il 15%-20% e si pongono in una posizione intermedia
tra la prima e la terza forma.
•
le emorragie subaracnoidee il 3% circa e colpiscono soprattutto le donne in età più giovanili ( età
media tra 48 e 50 anni ).
1. Ictus ischemico
L’ ictus ischemico si verifica in circa l’ 80% dei casi.
Noto anche come ictus trombotico o trombosi cerebrale, si genera quando, all'interno di una arteria
cerebrale si forma un coagulo di sangue, il trombo, che restringe il vaso sanguigno. Questo processo può
interrompere completamente il rifornimento nutritivo all'area cerebrale irrorata dall'arteria che si è
occlusa. I trombi si formano molto spesso in vasi sanguigni danneggiati dall'aterosclerosi, una patologia
nella quale le sostanze grasse si depositano sulle pareti arteriose riducendo gradualmente il flusso
ematico. In altri casi un coagulo di sangue, l'embolo, che si è formato in un'altra parte del corpo,
solitamente nel cuore, può immettersi nel flusso sanguigno e arrivare a ostruire un’arteria cerebrale di
calibro leggermente inferiore alle dimensioni dell’embolo stesso.
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L infarto cerebrale silente o “ ictus silenzioso” è una lesione cerebrale causata probabilmente da un
coagulo che interrompe il flusso di sangue nel cervello . E’ un fattore di rischio per un ictus futuro perché
potrebbe portare ad un danno progressivo del cervello dovuto a questi piccoli ictus (demenza vascolare).
2. Ictus emorragico
L’ictus emorragico è il risultato della rottura della parte di un vaso “ debole” che si rompe e sanguigna
nel cervello circostante. Il sangue si accumula e comprime il tessuto cerebrale intorno. Rappresenta solo
il 15% di tutti gli ictus, ma è il più grave e potenzialmente fatale, perché si verifica quando appunto
un’arteria cerebrale si rompe.
Le cause possono essere diverse:
•
brusco aumento della pressione arteriosa (in questo caso si verifica spesso un’emorragia
cerebrale);
•
rottura di un aneurisma, cioè di una porzione della parete di un'arteria malformata;
•
alterata coagulazione del sangue, per esempio in seguito a trattamento con farmaci
anticoagulanti.
Ci sono due tipi di ictus emorragici: l’ emorragia intracerebrale e l'emorragia subaracnoidea
L’emorragia intracerebrale non traumatica è abitualmente causata dall'ipertensione arteriosa o
dall'angiopatia amiloide (malattia della parete dei vasi), ha un esordio acuto e si manifesta con gravi
disturbi neurologici focali, spesso associati a perdita di coscienza.
L’emorragia subaracnoidea (ESA) è la presenza di sangue nello spazio subaracnoideo (spazio tra il
cervello ed il suo rivestimento esterno). L'ESA spontanea (non traumatica) è dovuta nell'85% dei casi alla
rottura di un aneurisma (cioè la dilatazione di un vaso arterioso).
I sintomi che permettono di sospettare la diagnosi di ESA, che va comunque confermata con gli esami
strumentali, sono:
•
cefalea: improvvisa (a "scoppio", o con acme in pochi secondi), intensa, mai sperimentata in
precedenza, diffusa;
•
vomito: accompagna l'inizio della cefalee, rigidità nucale, fotofobia, spesso presente per alcuni
giorni, associata a facile irritabilità,
•
perdita di coscienza, che si verifica in circa il 60% dei pazienti all'esordio o poco dopo l'esordio
dell'ESA.
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L'ictus emorragico capita quando la parete di un vaso si rompe. Ci sono due tipi di “ debolezza della parte
del vaso” che possono rompersi e dare emorragia:
•
gli aneurismi
•
le malformazioni arteriovenose (MAV)
3. TIA , attacco ischemico transitorio
Spesso chiamati “ mini stroke “ questi segni di ictus , sono dei “ campanelli d’ allarme” e devono essere
presi molto seriamente.
Il TIA è causato da un “ coagulo temporaneo”che ostruisce un arteria, la sola differenza tra ictus e TIA è
che il “ blocco dell’ arteria ” è temporaneo.
I sintomi del TIA si verificano molto velocemente e durano un tempo breve. ( da pochi minuti ad un ora ).
Contrariamente all’ ictus il TIA non lascia danni al cervello
I segni e sintomi del TIA sono gli stessi dell’ ictus:
Sebbene la maggior parte degli ictus non sia preceduto da un TIA , circa 1/3 dei pazienti che ha avuto un
TIA ha un ictus entro un anno. Il TIA è un campanello d allarme e dà la possibilità di prevenire un eventuale
ictus .
Riconoscendo i segni di un TIA e raggiungendo l’ospedale in tempi brevi, il paziente potrà essere valutato
dai medici , si può identificare la causa del TIA ed iniziare un trattamento adeguato, medico o chirurgico
(esempio una stenosi critica della carotide) che può prevenire un ictus più severo.
Intervento logopedico nell'ictus
Nell'ictus i centri del linguaggio subiscono un danno quando vi è una lesione delle aree deputate alla
produzione e alla comprensione linguistica, per cui si parla di afasia. I centri del linguaggio sono
localizzati nell'emisfero cerebrale sinistro e questa funzione cognitiva, specie specifica dell'uomo, è in
assoluto la più complessa. Per questo il logopedista dovrebbe intervenire in tempi molto brevi per iniziare
un trattamento riabilitativo delle funzioni comunicative .
Esistono molti tipi di afasia, a seconda del tipo di danno rilevato: il linguaggio lo possiamo suddividere in
due macro-categorie, la produzione e la comprensione, a loro volta scomponibili in altre funzioni, che
possono subire danni di entità diverse e in modo selettivo.
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Per molti anni si è creduto che il sistema nervoso, una volta leso, non potesse più rigenerarsi e che le
conseguenze di un evento patologico fossero definitive. Oggi, invece, sappiamo che il nostro cervello è
dotato di una plasticità che rende possibile un certo recupero, variabile da persona a persona. La
plasticità cerebrale è massima in età pediatrica, e diminuisce nel tempo.
Proprio per questo è importante che ogni paziente afasico abbia la possibilità di effettuare riabilitazione
logopedica, cercando di recuperare parte delle abilità perse e di trovare strategie che gli consentano di
comunicare efficacemente con qualsiasi interlocutore, nonostante la presenza di un deficit.
Oltre al problema del linguaggio da non sottovalutare i problemi alimentari come ad esempio la disfagia: il
logopedista in questo tipo di trattamenti deve necessariamente tenere conto di tutti e due questi ambiti
di lavoro: comunicazione e competenze alimentari.
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