Il diario di una scrittrice

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Il diario di una scrittrice
5 Tracce di sé – Il diario
Katherine Mansfield
Il diario di una scrittrice
1. angustie: angosce,
affanni.
2. J.: si tratta di John
Murry, il marito dell’autrice.
1915
1° gennaio.
Piccolo diario e meschino! Ma ho deciso di tenerlo anche quest’anno. Abbiamo visto finire l’anno vecchio e cominciare il nuovo. Notte deliziosa, azzurra e dorata.
Per quest’anno ho due desideri: scrivere e far denari. Pensa un po’:
col denaro potremmo andarcene a nostra volontà; avere una camera
a Londra, essere liberi e indipendenti, orgogliosi con le persone comuni.
Soltanto la povertà ci tiene in angustie1. Eppure J.2 non desidera denaro e non vuol guadagnare. E allora tocca a me. Come? Prima di
tutto finire questo libro. Ecco il punto di partenza. Quando? Alla fine di gennaio. Se lo fai, sarà la salvezza. Scrivendo giorno e notte,
potrei farlo. Sì, lo potrei. Coraggio!
Sento avvicinarsi la nuova vita. Credo, come ho sempre creduto. Sì,
riuscirò, tutto andrà bene.
2 gennaio.
Mattina e pomeriggio orribili. Non mi sento capace di nulla, e nello
stesso tempo, per l’appunto, non riesco a scriver bene. Per domani
devo finire il mio racconto. Dovrei lavorare tutto il giorno… sì, tutto il giorno, e anche la notte, se occorre. Brutta giornata.
4 gennaio.
Svegliandomi presto, ho visto un ramo carico di neve attraverso la
finestra. Fa freddo, ha nevicato e ora sgela. Le siepi e gli alberi sono
punteggiati di ghiaccioli. È buio, anche, e si sente di quando in
quando un colpo di vento. Desidero stare un poco sola.
Faccio voto di finire un libro entro il mese. Scriverò tutto il giorno
e anche la notte, e lo finirò. Lo giuro.
5 gennaio.
Ho visto il levar del sole. Il cielo, prima di un delizioso color albicocca solcato da fiamme, si fece poi d’un rosa intenso. Il firmamento, che bellezza! Ho udito dei tonfi di sotto e sono scesa. Era Benny
che stava tagliando l’edera. Sul sentiero c’erano i nidi caduti… ciuffetti di paglia e piume. Pareva egli stesso un cespuglio d’edera. Ho
preparato il tè assai per tempo e l’ho portato di sopra a J. che se ne
stava a letto mezzo sveglio, con gli occhi socchiusi. Oggi, dopo aver
visto il levar del sole, mi sento in cuore come un’estasi d’amore.
A sera. Ho scritto molto.
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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5 Tracce di sé – Il diario
9 gennaio.
J. è andato in città. Io ho lavorato un po’… ho dato la caccia alle galline. Una gallina scura non voleva andarsene dal giardino. Sapeva da
tanto tempo che non vi erano aperture nella rete metallica, eppure
continuava a correre su e giù.
11 gennaio.
Mi sono levata ch’era ancora buio, per essere pronta ad aprire la
porta alla ragazza di servizio e attendere l’alba. Ma l’alba mi lasciò,
invece, alquanto delusa. Mi sento meschina. È una giornata luminosa, scintillante. Oh, Dio, Dio mio, fatemi lavorare!
Ho sprecato, ho sciupato il mio tempo anche oggi!
12 gennaio.
Ho conseguito più di un merito, oggi. Ho finito davvero il racconto
«Coraggio amore», ma ancora non so che fare. L’ho letto a J., che ne
è rimasto pure colpito. Violento mal di capo, ma son piuttosto soddisfatta.
3. brama: desiderio in-
tenso.
22 gennaio.
Il tempo è peggiore del solito. All’ora del tè sono stata colta da un
improvviso abbattimento. Scioccamente, per un istante, mi sono
sentita sopraffare dall’angoscia; son salita al primo piano e ho
affondato la testa nel cuscino nero. La brama3 di vivere in città mi
ossessiona.
(da Diario, Dall’Oglio, Milano, rid.)
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Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education