La gabbianella e il gatto

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La gabbianella e il gatto
PROGETTO ACCOGLIENZA – ANNO SCOLASTICO 2015/2016
DRAMMATIZZAZIONE DELLA STORIA TRATTA DA
“LA GABBIANELLA E IL GATTO CHE LE INSEGNO’ A VOLARE”
Da ore volavano senza interruzione e ora sentivano il bisogno
di rimettersi in forze.
Cosa c’era di meglio di una buona scorpacciata di aringhe?
Lo stormo di gabbiani imboccò una corrente d’aria fredda e si
lanciò in picchiata sul banco di aringhe.
Kengah infilò la testa sott’acqua e non sentì il grido d’allarme:
“Pericolo a dritta! Decollo d’emergenza!
Il gatto nero grande e grosso prendeva il sole sul balcone e
fece appena in tempo a scansarsi per schivare la gabbiana.
“Voglio deporre un uovo” disse la gabbiana
“Promettimi che te ne prenderai cura e che quando nascerà il
piccolo gli insegnerai a volare!”
Che storia terribile! Povera gabbiana! Dobbiamo consultare
l’enciclopedia: P di petrolio!
I problemi di un gatto del porto sono i problemi di tutti i gatti
del porto.
I quattro gatti balzarono sul balcone e capirono di essere
arrivati troppo tardi….
“L’uovo, la gabbiana è riuscita a deporre l’uovo!”
“Bisogna sdraiarsi sull’uovo ma senza romperlo.
Consiglio calore corporeo, molto calore corporeo!”
Ogni sera facevano visita a Zorba per esaminare l’uovo e per
vedere se si verificavano gli attesi progressi.
La sera del ventunesimo giorno Zorba stava dormicchiando
quando sentì un solletichio alla pancia: da una crepa nel
guscio, appariva e scompariva una puntina gialla.
Era un bellissimo pulcino, bianco come il latte e delle piume
sottili, rade e corte, gli coprivano il corpo.
“Mamma!” stridette il piccolo gabbiano.
Il capitano Sopravento allungò le zampe, gli esaminò la testa,
e poi sollevò le piume che iniziavano a crescergli sulla coda.
“ Per le zampe del granchioè una bellissima pulcina!”
“Ti salutiamo Fortunata, amica dei gatti!”
“Fermi, topi schifosi! “ li minacciò Zorba
“ Va bene negoziamo. Niente purè di pulcino, in
cambio…passo libero nel cortile!” dissero i topi.
“Sei una gabbiana. ed è tempo che tu spicchi il volo
Devi seguire il tuo destino di gabbiana”
Dal campanile di S. Michele si vedeva tutta la città.
La pioggia cadeva.
L’umano prese la gabbiana fra le mani.
“Vola Fortuna , Vola”
Fortunata volò solitaria nella notte, girò più volte intorno al
campanile.
I gatti rimasero a contemplarla finchè non seppero se erano
gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i loro occhi di nobili
gatti del porto.
Siamo gatti! Siamo noi!
Siamo gatti! Beati noi!
Per le strade tutti insieme
Ci sentiamo così bene.
Siamo gatti! Siamo noi!
Siamo gatti! Beati noi!