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NEWSLETTER 29-2012 ________________________________________________ NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO PRESCRIZIONE PER IL PROCESSO "C&C" Il processo di II grado per la ex C&C di Malcontenta e di Pernumia finisce in prescrizione: doveva iniziare a Venezia in prima udienza il 25 giugno 2012 ma è stato rinviato al gennaio 2013 per omessa notifica agli imputati degli appelli presentati dalle parti civili. Poiché il termine per la prescrizione scadrà ad agosto 2012, il processo è di fatto cancellato. A nulla sono serviti gli appelli fatti con largo anticipo dall’avvocato Zaffalon, legale del Comune di Monselice, parte civile insieme ad altri soggetti, affinché si desse una corsia preferenziale a uno dei più clamorosi processi per traffico di rifiuti pericolosi nel Nordest. Questa beffa oltretutto vanifica l’ottimo lavoro svolto nel procedimento di primo grado dall’allora P.M. Giorgio Gava e dal Corpo Forestale, conclusosi il 10 settembre 2009 con la condanna di undici persone a un totale di 40 anni di carcere e oltre 2 milioni di risarcimento. Un processo celebrato in tempi record, utilizzando anche la pausa feriale proprio per evitare la prescrizione dei reati, a dimostrazione del fatto che una ferrea volontà di fare può superare le difficoltà strutturali della giustizia italiana (in quel procedimento, solo il titolare della ditta Fabrizio Cappelletto aveva patteggiato ottenendo appena due anni di carcere, ovviamente già scontati, e nessun risarcimento in solido in quanto nullatenente). La popolazione, le associazioni e i comitati sono sconcertati di fronte a questi fatti. Risulta difficile alla gente comune comprendere ma soprattutto accettare come la lentezza strutturale della giustizia, unita a grossolani vizi di forma procedurale, possa cancellare di fatto un processo di questa portata. Risulta inaccettabile che i responsabili di una delle più gravi truffe nel nostro territorio legate ai rifiuti, e in particolare a rifiuti tossico-nocivi, non solo non pagheranno per la bonifica, ma resteranno penalmente impuniti. Come spesso succede per i reati ambientali, nessuno pagherà, né penalmente né in solido per l’inquinamento che la ex C&C ha già prodotto e per quello che sta continuando a produrre, oltre che per eventuali disastri che dovessero succedere. La patata bollente rimane in carico alla collettività, in tutti i sensi. Ricordiamo brevemente di cosa stiamo parlando: 52.000 tonnellate di rifiuti tossico-nocivi sono stipati in cumuli all’interno di un capannone di circa 10.000 mq, tra i comuni di Pernumia, Battaglia Terme e Due Carrare. La struttura è in stato di abbandono dal 2007 (data del sequestro) e presenta numerose emergenze strutturali: il tetto presenta delle falle da cui entra l’acqua meteorica, le pareti sono ‘spanciate’ a causa della spinta degli enormi cumuli, alcune porte sono divelte, il materiale insomma è a contatto con l’ambiente esterno. La fabbrica ex-C&C è inserita in una zona artigianale e a pochi passi da quartieri residenziali e da campagne coltivate, a ridosso del Canale Vigenzone utilizzato per l’irrigazione. Data la gravità della situazione e il contesto antropizzato, la fabbrica presenta numerosi rischi da incidente industriale, qualora venisse colpita da incendio (già successo nel 2007!), da alluvione, da trombe d’aria o da sisma, tutti eventi probabili, oltre che possibili. Nel frattempo si attendono i lavori di caratterizzazione da parte della Provincia di Padova e successivamente i lavori di messa in sicurezza, per i quali la Regione Veneto ha stanziato 500.000 euro da utilizzare entro gennaio 2013, ma non si parla ancora di bonifica, per la quale invece sono stati ipotizzati 12 milioni di euro. Per informarti visita i siti: www.ortosociale.org e www.lavespa.org Contatti: [email protected] Comitato Popolare Intercomunale "SOS C&C” (da Ecopolis Newsletter - luglio 2012) AGRICOLTURA BIOLOGICA E GRANDE DISTRIBUZIONE L’agricoltura biologica è una evoluzione dell’agricoltura moderna, che punta a un minore impatto ambientale e a salvaguardare i sistemi agricoli dal deterioramento. Essa trae le sue origini dal movimento di ritorno alla “natura” e ai suoi ritmi diffuso nel ceto alto borghese tedesco verso la fine del diciannovesimo secolo, che vedeva la fattoria come un unico organismo “vivente” in armonia con tutte le sue parti e al cui centro si pone l’essere umano. Il biologico di oggi è quindi figlio di alcuni principi dell’agricoltura biodinamica e delle profonde influenze dell’agricoltura intensiva del secondo dopoguerra. Dalla lettura dei manuali di agricoltura biologica si capisce quanto possa essere influente sulla qualità dei prodotti e, nel lungo periodo, sulla qualità dei suoli, l’adozione di certe pratiche e tecniche di lavorazione. Tutto ciò è inconfutabilmente vero. Biologico vuol dire “relativo alla biologia”. La biologia è la scienza che studia le manifestazioni della vita. La vita è una “proprietà della materia animata che la distingue da quella inanimata”. Scendendo nel particolare arriviamo a trattare concezioni filosofiche che per quanto interessanti non trovano spazio in questo articolo. Ma questa piccola digressione semantica ci può far ragionare su un punto. L’agricoltura non è di per sé una applicazione pratica di alcuni principi della biologia? Perchè è stato scelto il termine “biologica” per differenziare questo tipo di agricoltura dall’agricoltura moderna? Possiamo pensare che il legislatore, utilizzando come base la lingua inglese, abbia tradotto il termine “organic” in “biologico”. In inglese ci si riferisce a questo tipo di agricoltura con il termine “sustainable”, sostenibile, e sui prodotti sta scritto “organic”. E questo può in parte spiegare perché in Spagna si parli di “agricultura ecològica”. É interessante studiare le origini di una parola, si capisce molto del suo significato e questo purtroppo la dice lunga sul termine Agricoltura Biologica. Certo, riportare sulle etichette “prodotto ottenuto utilizzando esclusivamente coadiuvanti legati al ciclo del carbonio” sarebbe più sgradevole, ma di sicuro più vicino all’inglese “organic” di quanto possa essere “biologico” in questo contesto. Se si considera l’applicazione delle pratiche “biologiche” nella produzione su larga scala emergono una serie di problematiche, sia di controllo delle colture sia di costanza produttiva. Come detto sopra si tratta di una “evoluzione” dell’agricoltura tradizionale, questo vuol dire che, per il modo in cui viene espressa da leggi e regolamenti europei (Regolamento CE n°2092/91, 404/2007, 834/2007, e altri) l’agricoltura biologica rappresenta una variante delle pratiche agricole moderne. Questo vuol dire che per fare agricoltura biologica bisogna rispettare un disciplinare, che implica restrizioni sull’utilizzo di fertilizzanti e antiparassitari, e obbligatorietà dei controlli da parte di enti certificatori. La legge, come al solito per motivi di comodità, enuncia ciò che è proibito e non ciò che è lecito fare; non sono presenti indicazioni o obblighi ad attenersi a certe specifiche pratiche e metodologie di coltivazione o allevamento, solo vaghi richiami a “benessere” e “compatibilità”, che di per sé non vogliono dire nulla. Dai regolamenti apprendiamo cosa è vietato, dai manuali apprendiamo come possiamo fare per compensare a questi divieti. Qualche testo spende anche delle parole sugli aspetti più poetici dell’agricoltura biologica, l’equilibrio, la bontà, la salubrità. Il problema fondamentale sta nella grandezza, intesa come superficie e come fatturato, di chi applica questi suggerimenti colturali. Un conto è fare un orto biologico, un altro è una coltivazione di cinquecento ettari di grano o un vigneto di dieci ettari. Per fare un esempio: nella lavorazione di una piccola porzione terreno (venti-trenta metri quadrati) per prepararlo alla coltivazione di ortaggi si consiglia di utilizzare un attrezzo chiamato coltivatore o un’altro simile a un forcone. Questi attrezzi, diversamente dalla consueta vanga, hanno la funzione di sbriciolare il suolo e ossigenarlo, non ribaltano le zolle di terra mantenendola compatta come fa la vanga. E questo è fondamentale per la creazione di humus, senza il quale si è costretti a ricorrere alle concimazioni. I risultati sono innegabili, la terra si frammenta con facilità, trattiene di più l’umidità, si riempie di insetti ed è più morbida da attraversare per le radici di pomodori e patate. Il problema fondamentale è che la gente purtroppo non ha sempre un appezzamento di terra da coltivare, e chi ce l’ha molto spesso si rifiuta di farlo. Quindi le persone vanno al mercato o al supermercato alla ricerca di cavoli patate e cipolle “bio”. Li trovano e li comprano…..continua QUI la lettura (da Promiseland and Veganblog News - luglio 2012) Ciao, la nostra campagna per fermare la corsa all'oro nero nel Canale di Sicilia ha due testimonial… siciliani DOC: Ficarra e Picone. In questo video appello spiegano, a modo loro, perché "U mari nun si spirtusa": le trivelle sono buchi nell'acqua! "U mari nun si spirtusa" è il nome del Tour, partito da meno di una settimana, che visiterà molte città della costa meridionale della Sicilia, per informare i cittadini e convincere i Sindaci a firmare l'Appello contro le trivellazioni petrolifere nel Canale, una delle zone più ricche di biodiversità del Mediterraneo. L'estrazione dell'oro nero porterà profitti solo alle compagnie petrolifere mentre rappresenta un rischio inaccettabile per l'ambiente, l'economia e il benessere delle comunità costiere. Dobbiamo fermarli! Dobbiamo convincere tutti gli amministratori locali a difendere il proprio territorio dalle trivelle. Con il tuo aiuto possiamo riuscirci: firma l'Appello e "Diccillu 'o Sinnacu". (da Greenpeace Italia - luglio 2012) MARCHIO GARANZIA AIAB PER BIO SÜEDTIROL Più di 27 mila tonnellate di mele 100% biologiche e 100% italiane sono pronte a entrare nel mercato nazionale e in quello europeo: grazie all’accordo siglato tra AIAB e Bio Südtirol, la produzione degli oltre 800 ettari gestiti dai 187 produttori biologici soci della Cooperativa dell’Alto Adige sarà commercializzata con il marchio 'garanzia AIAB Italia'. “Questo è un importante risultato per chi come AIAB da sempre promuove un biologico di alta qualità come lo è appunto quello di Bio Südtirol e siamo sicuri che questo primo passo porterà ad una proficua collaborazione tra le nostre due strutture”, afferma Alessandro Triantafyllidis, presidente di AIAB. L’AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, da anni promuove la produzione ed il consumo di prodotti biologici con caratteristiche più rigide e rigorose del regolamento comunitario; il disciplinare 'garanzia AIAB Italia' tra le sue restrizioni annovera l’utilizzo di materia prima interamente italiana ed una conduzione aziendale esclusivamente con metodo di produzione biologico. La Cooperativa Bio Südtirol é il maggior produttore di mele biologiche in Italia ed Europa, con una produzione di 37 diverse varietà (le più rappresentate sono le Royal Gala, Braeburn, Pink Lady®, Golden Delicious e Red Delicious). In continua crescita le nuove varietà come la Evelina®, Jazz® e Kanzi®: sono presenti anche varietà tipiche per la produzione biologica come la Topaz, Pilot o Florina. Bio Südtirol, inoltre, produce in esclusiva europea la Evelina Bio®. Le aree di coltivazione vanno da 200 fino a 800 metri di altitudine, con dimensioni medie aziendali di 3/4 ettari. “Proprio grazie alle dimensioni ridotte, le aziende riescono ad essere condotte a livello familiare permettendo agli agricoltori di prestare attenzione massima alla qualità delle mele prodotte”, dichiara Caterina Santori, responsabile del settore promozione e servizi di AIAB. üGran parte dei produttori associati alla Cooperativa Bio Südtirol hanno più di 20 anni di esperienza nella coltivazione biologica, pionieri nella sperimentazione e sviluppo di questa filiera cosi importante; grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni, le mele prodotte sono diventate un’eccellenza del biologico italiano. L’esperienza maturata da Bio Südtirol ha portato la stessa a richiedere l’utilizzo del marchio più prestigioso del biologico made in Italy. (dal Bollettino Bio di Greenplanet - luglio 2012) MARCIA IN DIFESA DELLA VALLE DEL MIS E DELLE DOLOMITI Stanno distruggendo la Valle del Mis. Una bellezza senza tempo. Quello che la natura e l’acqua hanno creato in migliaia di anni, rischia di essere distrutto per sempre. Dove prima c’era un torrente, con i suoi salti, i suoi rivoli, le sue pozze, ora stanno mettendo un tubo, diritto, sempre uguale a se stesso. Freddo, artificiale. Dove prima c’erano sassi, oggi c’è cemento. Un’intera valle ingannata, da uomini in giacca e cravatta. Valigette piene di interessi in cambio di un Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un’intera valle svenduta, umiliata, derubata. Predatori senza scrupoli ce la stanno portando via. Con violenza. Armati di braccia meccaniche. Dove dovrebbe esserci un Parco, il parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, oggi c’è la Valsabbia spa di Brescia. Recinta, scava, martella, espropria. Ma non è il rumore delle ruspe che cancella il suono dell’acqua. Non sono i cingolati che calpestano quella valle. Quello che fa più rabbia sono le menzogne, gli inganni che fan parte di questa vicenda. L’abuso su terreni che per secoli erano di uso civico, ora sfruttati ad uso privato. Funzionari insensibili che sventolano permessi e autorizzazioni. Imprese che scavano dove non dovrebbero. Ma soprattutto la codardia di chi potrebbe intervenire e non lo fa. Di una politica che con una mano getta la spugna e con l’altra incassa come già in passato. Semplicemente una brutta storia. Uno schifo che va riempito d’amore, della gioia di una comunità che non si arrende, che vuole riprendersi quella valle, che vuole riprendersi quel bene comune. Che vuole difendere le Dolomiti e i suoi fiumi da centinaia di storie come questa. Tante sono le richieste per nuove centrali idroelettriche. Però di acqua, non ce n’è più. 200km di tubi se la sono già bevuta quasi tutta. Un 10% resiste, come noi. Ma ora la partita si fa decisiva, non solo in Valle del Mis. Proprio in questo periodo in Regione si sta discutendo un disciplinare sulle richieste per le nuove centraline. Una moratoria sarebbe il giusto, il blocco per le centrali in zone di interesse comunitario e di alto valore naturalistico, il minimo. Una partita da vincere. Per questo ci appelliamo a tutti voi, a tutte le associazioni, movimenti, comitati, gruppi, singoli cittadini e cittadine che lottano per i beni comuni, che vogliono difendere le Dolomiti Patrimonio Mondiale dell’Umanità, che vogliono fermare lo sfruttamento irrazionale e privatistico dei fiumi. Il 22 luglio venite in Valle del Mis, vi aspettiamo! Per adesione-partecipazione: [email protected] – Comitato Bellunese acqua bene comune Info utili: Partenza marcia: ore 11 da località “La Soffia”; arrivo località “Pote Titele”, nella zona del cantiere. Ritrovo: in località “Pian Falcina” a partire dalle ore 9:00. Distanza: circa 5 km – strada asfaltata, percorso alla portata di tutti, consigliate scarpe comode e cappellino; sarà disponibile un servizio navetta fino alle ore 10:45 che porterà i partecipanti al concentramento della marcia in località La Soffia. È importante giungere in valle il prima possibile (dalle ore 9:00) per consentire il trasferimento con le navette; Aiutaci a ridurre il numero delle macchine; Organizzatevi per riempire le macchine, meglio in bici! Porta la tua bicicletta così puoi lasciare la tua macchina fuori dalla valle, per esempio in piazza a Sospirolo; Possibilità di rientro in navetta alla fine della marcia; Munirsi di acqua e pranzo al sacco; Vi sarà un piccolo ristoro all’arrivo della marcia. Come arrivare in Val del Mis: da Belluno: segui per Agordo – in località Mas di Sedico segui per Val del Mis; da Feltre: segui per Sospirolo poi per Val del Mis; da uscita A27: uscita Belluno – da Belluno segui per Agordo – in località Mas di Sedico segui per Val del Mis. (da Informazione Sostenibile - luglio 2012) MARTHA E LA MENSA SCOLASTICA …ed è subito censura…! Martha Payne, una bambina scozzese di soli nove anni, ha aperto un blog NeversSeconds, nel quale posta quotidianamente i pasti serviti nella mensa della sua scuola, corredati di commenti in merito al gradimento generale del pasto, valori nutrizionali apportati dai cibi. Le immagini del blog parlano chiaro: porzioni ridotte, nutrizionalmente scompensate, e non adatte per bambini che trascorrono fino a nove ore sui banchi di scuola. Quantità ridotte (per non dire ridottissime) di frutta e verdura, snack non salutari, condizioni igienico-sanitarie non tollerabili (in una foto si nota un commento che accenna alla presenza di capelli nel vassoio). L’iniziativa ha riscosso grande successo, incontrando il consenso generale di genitori, alunni ed insegnanti e persino Jamie Oliver (celebre Chef televisivo che si batte per sconfiggere l’obesità infantile) ha apprezzato la sua intraprendenza, evidenziando come il cibo di qualità scadente somministrato agli studenti della sua scuola stesse facendo il giro del mondo, denunciando cosi una situazione che a ben guardare dai commenti ed interventi, riguarderebbe studenti di molte scuole non solo inglesi. Ed infatti Martha comincia a ricevere - e a pubblicare - foto di pasti delle mense scolastiche di tutto il mondo: ne riceve da bambini e insegnanti, da studenti universitari, dalla Cina, dal Giappone, da Taiwan, dalla Finlandia, dalla Spagna, dagli Stati Uniti: si crea cosi una solida rete di lettori, e Martha decide di avviare una raccolta fondi a favore di Mary’s Meals, una campagna internazionale che sviluppa progetti di distribuzione di pasti per le comunità in cui la povertà rappresenta un forte ostacolo all’istruzione. L’obiettivo è raccogliere denaro sufficiente per costruire una vera cucina scolastica in Africa Orientale. L’iniziativa fa schizzare alle stelle la visibilità del blog di Martha e l’Argyll and Bute Council (il distretto scolastico di Martha) si sente sotto pressione, e nel panico generalizzato il 14 giugno la Preside comunica a Martha il divieto di scattare nuove immagini ai suoi pasti. Viene cosi pubblicato un post d’addio da Martha, che ringrazia comunque la scuola per il sostegno e comunica che l’importo raccolto fino a quel momento per Mary’s Meals ammonta a 2000 sterline (circa 2500 euro). Scatta la mobilitazione generale!!! Questo post riceve 2000 commenti in brevissimo tempo ed in tutto il mondo siti, altri blog, giornali si mobilitano per sostenere la bambina e il suo blog. Il quotidiano britannico Guardian lancia una campagna su twitter #MyLunchforMartha. Lo chef Jamie Olivier, interviene nuovamente a favore di Martha, chiedendo ai suoi followers su Twitter di rilanciare il messaggio di sostegno «Stay strong Martha». Ed intanto la raccolta fondi supera le 80.000 sterline: la mensa in Malawi che Mary’s Meals costruirà con i soldi di Martha si chiamerà Friends of Never Seconds in suo onore. Il 18 giugno 2012 - dopo una valanga di proteste dal popolo di internet - l’autorità locale ha fatto marcia indietro, e Martha è tornata a scuola con la macchina fotografica per interrogarsi ancora sulla qualità degli alimenti serviti, a lei ed ai suoi compagni, dalle autorità scolastiche che dovrebbero tutelare i bambini anche sotto questo aspetto. E la scuola ha finalmente modificato i pasti serviti nella mensa, inserendo un quantitativo di frutta e verdura libero (non più limitato come prima ad una sola porzione al giorno) e puntando sulla qualità degli alimenti. Martha (e tutto il popolo internet di giovani studenti che con lei si è mosso) ha dimostrato di non essere una generazione che prende la scuola come un luogo in cui farsi solo riempire la testa di teoria, storia e matematica, ma un luogo dove imparare ad esercitare attivamente i propri diritti, oltre che a sviluppare un senso di responsabilità e cura per se stessi e per chi ci sta attorno… Ancora una volta le generazioni future ci dimostrano quanto ancora abbiamo da imparare! (da Promiseland and Veganblog News - luglio 2012) ALLA RISCOPERTA DELLA RISATA PERDUTA La modernità ha portato al nostro saper ridere degli incredibili cambiamenti. Prima, e non parlo di galassie fa, quando scappava da ridere: scappava. Non ci tenevamo e l’unica cosa inevitabile era dar suono e inizio a gustose e genuine risate. Ridere, d’altronde in molti lo dicono, fa bene. Fa bene e a sostenerlo è anche il parere della medicina. Sono diverse, infatti, le ricerche scientifiche che indicano la risata come fonte di salute e benessere. Gli sforzi muscolari nell’emmetterla provocherebbero infatti un aumento delle endorfine (le sostanze chimiche del cervello note per l’effetto di procurare una sensazione di benessere). La risata è un vero e proprio farmaco del cuore (a detta della cardiologia moderna), allontanerebbe lo stress e sembrerebbe addirittura propedeutica ad un’ottimale attività sessuale. Nel corso degli anni sono stati, perciò, molteplici gli studi che ci spingevano a ridere in virtù degli innumerevoli vantaggi. Ad oggi, però, la risata ha perso sfortunatamente parte della sua essenza. Se vi facessi leggere l’acronimo “Lol” oppure la locuzione “ajajaja” e il grande classico “ahahah” voi capireste perfettamente di cosa sto parlando. Vedendo, invece, i miliardi di emoticon che esistono per rappresentarla? Sicuramente anche. Con l’avvento dei social network, e della massiccia diffusione del web, è infatti verosimile quanto i veri “rapporti sociali” (quelli fatti di calore umano e non virtuale) vengano meno. Sfido chiunque a non avere una programma di chat o un iscrizione ad un social installato nel proprio computer dell’ufficio (o nella vostra postazione lavorativa). Anche io (e non me ne vogliano miei datori o ex datori di lavoro) alterno spesso le mie mansioni lavorative con relazioni virtuali on line con persone e conoscenti. E in queste conversazioni capita mai di ridere? Certamente, ma in modo tristissimo. Quello che un tempo era qualcosa di irrefrenabile, di esplosivo e incontrollabile (quante volte, quando più adolescenti, non riuscivamo a fermarci in classe ed essere oggetto di rimprovero da parte del professore di turno?), in questo momento storico sta diventando come un fenomeno di routine. I social network hanno gambizzato il nostro spirito. La risata non si fa più, ma si digita. Si digita con acronimi di dubbio richiamo e con fastidiose facce gialle che si sganasciano al posto nostro. Niente più mani sulla pancia per trattenere le risate e niente più massaggio degli zigomi per riprendersi dall’eccesso di riso. Dubito che la maggior parte di voi, quando in chat con un amico, di fronte ad una bella e geniale gag comica inizi a ridere fraudolentemente. Dubito sul serio e, sono quasi certo, che opporrete al suo posto una combo di lettere che sulla carta dovrebbero far ridere ma in realtà riescono al massimo a rendervi per qualche istante compiaciuto. E’ un appello questo, niente di più. Un appello alla riscoperta del nostro istinto nauturale. Un appello all’uso della tecnologia, ma con intelligenza. Utilizzate la potenza del web per tutto ciò che di bello regala ed omaggia. Ma non usatelo in modo limitante, rinunciando a una delle cose più esilaranti della vita: ridere. Ridere si può, si deve, si fa. (da www.greenme.it - luglio 2012) 'INCREDIBILMENTE COMMESTIBILE': LA RIVOLUZIONE ALIMENTARE DI TODMORDEN Da quando due donne hanno pensato di piantare le verdure nelle aiuole, nei parchi locali e lungo i bordi del cimitero a Todmorden, nello Yorkshire, è partita una vera rivoluzione alimentare. e donne hanno iniziato a piantare bietole e altre verdure nella scuola, fuori dagli uffici, alle fermate degli autobus con l'obiettivo di ispirare gli altri cittadini a coltivare verdure dove potevano: nei giardini, sui balconi, fuori dai luoghi di lavoro. Mary Clear, 56enne e nonna di ben dieci nipoti, e Pam Warhurst, ex proprietaria del “Bear Cafe” della città, hanno lanciato quindi l'organizzazione Todmorden Incredible Edible (Todmorden Incredibilmente Commestibile) con l'obiettivo di aumentare la quantità di cibo locale coltivato e mangiato in città: la risposta dei cittadini è stata straordinaria. Da parte sua il consiglio comunale ha dato il permesso di piantare 500 alberi da frutto intorno ai campi da gioco e locali. Todmorden Incredible Edible è nata quando i suoi fondatori hanno iniziato a discutere dello stato del mondo e a domandarsi cosa avrebbero potuto fare partendo a livello locale. Imprese, cittadini e scuole sono ora coinvolti e impegnati per fare in modo che entro il 2018 la città diventi autosufficiente dal punto di vista alimentare: ad esempio la scuola primaria ha un piccolo frutteto mentre gli studenti stanno costruendo delle aiuole sollevate utilizzando legname proveniente da alcune case demolite. Tutti aiutano tutti a coltivare e tutti liberamente colgono i frutti di questo lavoro collettivo, nelle quantità necessarie ed evitando gli sprechi. Il progetto Incredible Edible prevede anche un’educazione al cibo, stimola l’economia locale, organizza lezioni su come raccogliere e conservare la frutta, corsi su come farsi il pane ed il college locale offre dei corsi specifici in orticoltura, affinché i giovani cresciuti in campagna possano lavorare nell’agricoltura. (dalla Newsletter de Il Cambiamento - luglio 2012) COMMISSIONE D'INCHIESTA PARLAMENTARE SUL DEBITO La prima misura che il MoVimento 5 Stelle chiederà dopo le elezioni politiche sarà l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare per accertare le cause del debito pubblico sia a livello nazionale che a livello amministrativo. La Commissione dovrà verificare eventuali episodi di corruzione, di mala gestione del bene pubblico, di favoreggiamento di lobby vicine ai governi che si sono succeduti negli ultimi anni e agli amministratori locali. I responsabili dovranno motivare ogni spesa effettuata senza disporre della copertura finanziaria, dovranno spiegare l'acquisto di derivati e di altre forme di investimento che si sono rivelate fallimentari, spesso operate per aggirare il patto di stabilità. La Commissione dovrà predisporre misure legislative per evitare che i cittadini siano indebitati senza il loro consenso e, in presenza di reati, denunciare i responsabili alla magistratura. La Commissione dovrà agire in totale trasparenza, i suoi lavori saranno seguiti via Rete. Il debito caricato sulle spalle della popolazione italiana dai partiti, come un somaro che accetta di sopportare qualunque peso, deve avere fine. La Regione Sicilia è un esempio emblematico della fabbrica del debito a carico dei contribuenti ignari. La Sicilia è virtualmente fallita e si prospetta un commissariamento, forse con Bondi. Tutti sapevano della situazione siciliana da decenni. I potentati locali sono stati foraggiati da un'enormità di denaro pubblico in cambio della golden share per i partiti, dalla Democrazia Cristiana di Andreotti con Lima, alla UDC di Casini con Cuffaro, a Forza Italia di Berlusconi con Dell'Utri (mitico il 61 a 0 di seggi del 2001). In cambio la Sicilia ha oggi il 40% di disoccupazione giovanile, e lo spettro del ritorno dell'emigrazione di massa. Chi ci ha guadagnato? Questo dovrà essere il compito della Commissione. In Sicilia come in tutta Italia. Il debito delle amministrazioni locali, molte già commissariate come Alessandria, è di 113 miliardi di euro, escluse però la quasi totalità delle partecipate: il debito potrebbe quindi raddoppiare. Il debito pubblico dello Stato ha intanto superato i 1.966 miliardi. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere. (dal Blog di Beppe Grillo - luglio 2012) LETTERA DI ADESIONE ALL'ALLEANZA GLOBALE "SALVIAMO I NOSTRI SEMI" Caro amico, cara amica, vorrei chiederti di aderire ad un'Alleanza per promuovere la Campagna mondiale “Salviamo i nostri semi”, e per lanciare l'allarme ai cittadini ed ai governi di tutto il mondo su quanto stia diventando precario l'approvvigionamento dei semi e di conseguenza quanto sia a rischio la nostra sicurezza alimentare. I semi sono il primo anello della catena alimentare. La libertà dei semi è la base di tutte le nostre libertà. Oggi questa libertà è seriamente minacciata. Siamo testimoni di un'emergenza dei semi a livello globale. Molti di noi hanno creato movimenti per rispondere all'emergenza sui semi. Ovunque, a livello locale e con diverse modalità, le persone e le comunità locali reagiscono all'appropriazione dei loro semi da parte delle multinazionali. Dobbiamo creare una migliore sinergia tra le diverse parti dei nostri movimenti e tenerci informati su quello a cui stiamo assistendo in termini di minacce e a ciò che stiamo facendo per proteggere i nostri Semi. La campagna mondiale per la libertà dei Semi vuole dare forza a tutti i movimenti esistenti, di custodi e difensori dei semi, nati dal basso e creare un'alleanza più forte, più ampia e con profondi legami di solidarietà. Essa mira a unire le voci in giro per il mondo per dare forza al movimento che vuole mantenere i semi liberi come “beni comuni”. Sono sicura che percepirai la profondità dell'emergenza in atto e sentirai il bisogno di unire le forze per proteggere la Libertà e la Diversità dei Nostri Semi. Aderisci all'Alleanza Globale. Clicca QUI per sottoscrivere la “Dichiarazione per la libertà dei semi”. Troviamo insieme strategie ed azioni comuni per rendere più forti le nostre voci. In solidarietà, Vandana Shiva (da Navdanya International - luglio 2012) MANUALE PER DIFENDERSI DAI PESTICIDI Ovvero: "Consigli utili per tutelare la nostra salute e quella dei nostri figli". Lo spargimento di migliaia di tonnellate di pesticidi tossico-nocivi è un problema che coinvolge grossi interessi economici, soprattutto delle multinazionali chimico-farmaceutiche. Al fine di fornire ai cittadini un'informazione trasparente, alcune associazioni e medici hanno realizzato un manuale su come difendersi dai pesticidi. Scarica QUI il "MANUALE PER DIFENDERSI DAI PESTICIDI" (da Federconsumatori Veneto – segnalato da La Terra e Il Cielo - luglio 2012) I SEGNALI INQUIETANTI DELL'ESTATE CALDA Gli studiosi stanno analizzando la calda estate, non solo italiana, non solo europea ma un po' di tutto l'emisfero settentrionale. E lo zampino del cambiamento climatico globale è considerato un po' da tutti il motivo principale di temperature e di fenomeni atmosferici sempre più estremi. Alla base c'è quel riscaldamento dell'atmosfera che ha portato in pochi decenni alla riduzione di un buon 40% dei ghiacci della calotta artica. Giovanni Caprara ha, domenica 15 luglio su una pagina del Corriere della Sera, sintetizzato il dibattito in corso in tutto il mondo tra gli scienziati. Il calo dei ghiacci al Polo Nord ha comportato modifiche importanti in una corrente atmosferica chiamata jetstream polare che influisce sul clima delle fasce sottostanti in modo anche considerevole. Il governo americano e quello britannico tengono sotto controllo l'atmosfera e gli oceani. Il cambiamento climatico, nella direzione di un riscaldamento progressivo dell'atmosfera e della temperatura delle acque dei mari e degli oceani, può avere più cause ma non vi è dubbio che una di queste, se non la principale, sia il fattore uomo: un modello economico che consuma troppo di tutto, anche di energia, e invia in atmosfera troppe sostanze inquinanti e... riscaldanti. La corsa al cambiamento di questo modello, il suo approdo a una economia più sostenibile dal punto di vista ambientale, avviene a un ritmo molto diverso da Paese a Paese e purtroppo i Paesi più grandi non sono tra i Paesi più virtuosi. Rispetto a Svezia e Austria, le politiche ambientaliste di colossi come Stati Uniti e Cina sono molto indietro e questo rende il cammino della nuova economia estremamente lento e incerto, così come più incerte diventano le possibilità di controllare fenomeni che abbiamo sicuramente partecipato a generare e che ora potrebbero renderci la vita difficile, una sorta di vendetta del grande organismo che ci ospita nei confronti dei suoi più fastidiosi parassiti. Nella partita aperta, il peso delle pubbliche opinioni può essere importante per orientare le classi politiche verso scelte adeguate e responsabili, in questa fase di terribile crisi economica di alcuni Paesi tra i quali l'Italia. (Editoriale dal Bollettino Bio di Greenplanet - luglio 2012) I GIOVANI AGRICOLTORI PROTESTANO: GIÙ LE MANI DALLE TERRE DEMANIALI A Roma un flash mob di ragazzi si oppone alla svendita delle terre pubbliche. I manifestanti dichiarano di essere amareggiati dall'atteggiamento del Ministero delle Politiche Agricole per la mancata approvazione dell decreto di legge n. 1, che prevede la pubblicazione di una lista delle terre demaniali assegnate ai giovani. Un gruppo di ragazzi ha dato vita ad un “flash mob” a Roma per supportare il decreto di legge n. 1, che prevede la pubblicazione di una lista delle terre pubbliche da assegnare ai giovani. Sta succedendo proprio davanti al Ministero delle politiche agricole: i ragazzi si sono ritrovati questa mattina e con l’appoggio di Sinistra Ecologica Libertà, AIAB, ALPA-CGIL e dell’Associazione Internazionale Crocevia e del “Coordinamento romano terre pubbliche” hanno incominciato a protestare contro la possibile svendita del patrimonio demaniale. Il ministero si è già reso disponibile ad accogliere i manifestanti e affrontarli “faccia-a-faccia” invitandoli al suo interno. I MANIFESTANTI – I giovani agricoltori si sono travestiti da vecchi “per evidenziare che l’Italia è il Paese con i conduttori agricoli di età media più alta in Europa e che le promesse non mantenute sulle terre pubbliche contribuiscono a rallentare il ricambio generazionale in agricoltura” spiegano gli organizzatori della mobilita. I manifestanti dichiarano che il loro obiettivo è proprio quello di convincere il Ministero delle politiche agricole di non mettere all’asta le terre demaniali. Il responsabile agricoltura nazionale di SEL, Loredana De Petris, dice: “Chiediamo al ministro l’immediata pubblicazione del primo decreto attuativo con l’elenco delle terre pubbliche da assegnare ai giovani. Intendiamo inoltre ribadire con forza che deve essere data priorità all’assegnazione in affitto, come previsto dalla modifica alla legge introdotta alla Camera, e che deve essere diramata dal Ministero una circolare attuativa per le Regioni e i Comuni, detentori di gran parte del patrimonio pubblico a vocazione agricola”. IL FLASH MOB – La scintilla che ha fatto scatenare il “flash mob” é stata la scadenza del termine previsto dall’articolo 66 del decreto legge n. 1, che prevede l’approvazione immediata da parte del Ministero delle politiche agricole insieme al Ministero dell’economia, del decreto con la lista delle terre pubbliche da assegnare ai giovani. Nel manifesto contro i ministeri, i ragazzi scrivono che: “Dopo tre anni di promesse e gli annunci ripetuti da tre diversi ministri, ad oggi non un solo metro quadro di terra dei 380.000 ettari a vocazione agricola di proprietà dello Stato è uscito dai cassetti dell’Agenzia del Demanio”. (da Il Vostro Quotidiano - luglio 2012) ….questa però è da non perdere: UN PAESE SENZA MEMORIA – da Il Cambiamento …ancora una volta: Buone Vacanze a tutti i nostri lettori!!