Parigi si è presa la rivincita - Antonacci Lapiccirella Fine Art
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Parigi si è presa la rivincita - Antonacci Lapiccirella Fine Art
Il Giornale dell’Economia IL GIORNALE DELL’ARTE Numero 368, ottobre 2016 79 Antiquari Biennale des Antiquaires Parigi si è presa la rivincita Parcours des Mondes Un’edizione «etica» e contemporanea Restituzioni a musei e assunzioni di impegno ecologico al 15mo anno della rassegna parigina. Vendite tra il 30 e il 50% La figura Tsogho restituita al Musée du quai Branly dalla galleria parigina Dulon in occasione dei Parcours des Mondes Parigi. L’11 settembre si è conclusa la XV edizione dei Parcours des Mondes. L’evento parigino, quindi, si avvicina alla maggiore età e come tutti gli adulti si guarda intorno, pensa anche agli altri e non solo al proprio business. In particolare, due sono gli eventi dell’edizione 2016 che sottolineano questo passaggio. Il primo è la restituzione al Mqbjc (Musée du quai Branly-Jacques Chirac) di una figura Tsogho, che negli anni Trenta faceva parte delle raccolte del Musée de l’Homme. Il bel gesto è della galleria Dulon, che ha scoperto che un pezzo di una collezione privata destinato alla mostra omonima dei Parcours proveniva dall’istituzione poi confluita nel Mqbjc. Il secondo è l’impegno per la difesa degli oceani che è stato preso dalla galleria Jacob, specializzata nell’arte degli aborigeni dell’Australia. Quest’anno, infatti, la galleria, accanto ai tradizionali quadri dei pittori nati- vi, ha presentato alcune sculture fatte con reti per la pesca abbandonate, che prima provocano la morte della fauna marina e poi arrivano a terra rovinando chilometri di spiagge. Nell’impossibilità di segnalare tutte le mostre dei Parcours, tra le esposizioni tematiche ricordiamo: «Hair» di Ferrandin (con pettini e ornamenti per capelli compresi tra mille e 100mila euro), «Songye» di Claes (con un’imponente scultura offerta a 220mila euro), «Regards d’Afrique» di Dandrieu-Giovagnoni (con maschere comprese tra 10mila e 80mila euro), «Messagers de pierre» di Dodier (sculture dell’antica America comprese tra mille e 55mila euro) e «Bakongo» di Lecomte (feticci con i chiodi compresi tra 30mila e 100mila euro). Avviandosi verso la «maggiore età» i Parcours si trasformano rapidamente. L’anno scorso è arrivata l’Asia statuale, che per certi aspetti ha contribuito a calmierare i prezzi; quest’anno ben quattro gallerie trattavano arte contemporanea etnica: la succitata Jacob, Estrangin (arte aborigena), Moisan e Vallois (arte africana). È Fiocco rosa sul set di Downton Abbey Londra. Sono 25 i partecipanti alla prima edizione della fiera Ink Ldn, un nuovo appuntamento londinese con l’antiquariato librario che si tiene dal 20 al 22 ottobre al n. 2 di Temple Place, un edificio fin-de-siècle costruito dal magnate dell’editoria e finanziere americano (dal 1899 cittadino britannico) William Waldorf Astor (18481919), un'ambientazione che di recente ha ospitato alcune scene della serie televisiva britannica «Downton Abbey», quelle del matrimonio tra Lady Rose e Atticus Aldridge. Tra gli espositori il londinese Bernard Quaritch, le librerie parigine Clavreuil, Yvinec e Coulet e la spagnola (di Barcellona) Librería Anticuaria Comellas. Partecipano anche due italiani: Fabrizio Govi di Modena (che porterà l’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, un esemplare dell’edizione di Aldo Manuzio del 1499) e Bibliopathos di Verona/Torino (che avrà nello stand tra l’altro un manoscritto seicentesco inedito, scritto dal matematico Orazio Grassi, rivale di Galileo, sulla maniera di costruire gli orologi solari, oltre a una scelta di importanti incunaboli). ne Biennale, pari a 80mila euro). Il Syndicat dovrà anche fare il punto sui progetti futuri e dare un nuovo nome alla Biennale che ora diventa annuale. È stata accolta bene la nuova «formula» con più gallerie d’arte antica (per aver assorbito la rassegna Paris Tableau) e meno gioiellieri (lo svizzero De Grisogono ha presentato un diamante di 813 carati da 63 milioni di dollari). Molti galleristi si sono detti soddisfatti. Tra gli italiani, nello stand di Antonacci Lapiccirella Fine Art (Roma), se il bel nudo di Boldini ha attirato tanti sguardi, un difficile prevedere come reagirà il mercato nei confronti di questi artisti. Per ora le loro opere hanno prezzi molto contenuti, basti dire che il pezzo più caro della galleria Vallois costava 3.500 euro. Come sempre, fare un bilancio dei Parcours è molto complicato. Si può solo registrare che tutte le gallerie con cui abbiamo parlato hanno dichiarato che l’edizione del 2016 è stata uguale o migliore di quella del 2015. Facendo la media dei dati raccolti tra le gallerie, pare che le vendite si siano aggirate tra il 30% e il 50%. q Antonio Aimi Lo stand della galleria Antonacci-Lapiccirella importante quadro di Jean Alfred Marioton, un «Ulisse e Nausicaa», è entrato nelle collezioni del Musée d’Orsay. La galleria ha anche venduto a un privato un paesaggio scandinavo al tramonto del 1910 di Hilding Werner. Francesca Antonacci ha sottolineato il «pubblico colto e di qualità» della rassegna parigina. I curatori dei musei internazionali hanno fatto tappa da Di Castro (Roma) per il «San Sebastiano» di Louis Finson. La recente scoperta in Francia di un dipinto con «Giuditta e Oloferne», presentato come un Caravaggio, ma che per alcuni esperti potrebbe essere Finson, ha acceso la curiosità per questo pittore. Ma Alberto Di Castro non si sbottona: «In questo mondo social, noi restiamo legati alla tradizione della discrezione». Da Brun Fine Art (Milano-Firenze) un privato ha acquisito una collezione di sei vedute di Venezia di Guardi. Inoltre, un museo (non italiano) sarebbe interessato ad acquisire l’intera collezione dei coralli trapanesi (XVII e XVIII secolo), di cui per ora è stato venduto uno stupefacente calamaio. Due «importanti trattative» sono in corso alla galleria milanese Robertaebasta, che ha anche venduto una scultura di Jacques Duval Brasseurs degli anni ’70 e un tappeto Leleu degli anni ’40. Tra le gallerie internazionali, la Ferrandin (Parigi) ha venduto 12 pezzi del suo stand di «arts premiers», tra cui una statua Nkisi N’Kondi dell’800 intorno ai 500mila euro. La Mayoral (Barcellona) ha venduto alcune sculture di Calder (una a più di 350mila euro). Templon (Parigi) dichiara «belle vendite», tra cui un César. La galleria De Jonckheere (Parigi e Ginevra) ha venduto una «Tentazione di sant’Antonio» e un «San Cristoforo», del pittore fiammingo Jan Mandijn, mentre Kevorkian, specializzato nelle arti d’Oriente e Islam, un «Portatore di offerte con un animale», un statua di alabastro del II-I secolo a.C. per circa 200mila euro. q Luana De Micco © Riproduzione riservata due note gallerie come Didier Aaron e Kraemer. Ma anche per la minaccia terroristica che pesa sulla capitale e che danneggia i musei e le rassegne culturali. La Biennale 2016 ha accolto poco più di 30mila visitatori. Rari gli americani. In novembre l’Sna riunirà il consiglio d’amministrazione per stilare il bilancio dell’edizione 2016, che ha introdotto tante novità, ma si chiude con un rosso di 2 milioni di euro (sono state criticate le spese eccessive per la scenografia e per la remunerazione di Henri Loyrette, presidente della nuova Commissio- © Riproduzione riservata Parigi. «Era fondamentale dimostrare che la Biennale è all’altezza di raccogliere le sfide e prendere le decisioni necessarie per riavere lo status di fiera più bella del mondo», ha dichiarato il presidente del Syndicat National des Antiquaires (Sna) Dominique Chevalier, al termine dell’edizione 2016 della Biennale des Antiquaires, che si è tenuta dal 10 al 18 settembre al Grand Palais. Il contesto generale in effetti non era tra i più favorevoli. Intanto per lo scandalo dei mobili d’epoca taroccati venduti alla Reggia di Versailles che ha portato all’esclusione di Foto di Luana De Micco A dispetto delle minacce terroristiche e degli scandali legati ai falsi, la rassegna francese (in «rosso» di 2 milioni) ha soddisfatto gli espositori, che hanno anche venduto ai musei. In calo gli americani