il dialogo nella coppia - Comunità "Dio Vivente"

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il dialogo nella coppia - Comunità "Dio Vivente"
“IL DIALOGO NELLA COPPIA”
Il primo aspetto importante e fondamentale, per continuare in questo cammino formativo, è il dialogo
nella coppia.
Il dialogo non è semplicemente dire delle parole, scambiandosi dei sentimenti senza un
coinvolgimento reciproco. Il dialogo è la prima via regale della coppia, e questo ci porta a conoscere
l’altro perché il dialogo è :
 comunicare se stessi all’altro ;
 sapere ascoltare ;
 essere attenti all’altro ;
 essere premurosi ;
 essere delicati ;
 essere pazienti.
Attraverso il dialogo c’è un’attenzione maggiore dell’altro, di ciò che vive, di cosa sperimenta, ci si
rende presente all’altro e quali siano i suoi bisogni.
Il dialogo rappresenta ciò che il respiro è per la vita dell’uomo, quando il respiro si blocca il corpo
muore. Quando non c’è il dialogo, il rapporto di coppia si indebolisce e può morire.
Il dialogo è comunicazione di se stesso. Nel dialogo vediamo l’altro e l’altro vede noi. Il matrimonio
deve essere essenzialmente comunicazione e dialogo. Dio stesso si è fatto parola, si è fatto dialogo per
noi. Se manca la parola non ci si rende presenti all’altro, non ci si mette in relazione con l’altro, non si
comunica. Attraverso l’Eucarestia, Cristo si rende presente, vicino, palpabile a noi. E noi attraverso il
dialogo ci rendiamo presenti, vicini, palpabili all’altro. E anche quando si litiga è importante non
interrompere il dialogo, ma è importante comunicare le cose con schiettezza, dirsele e poi riconciliarsi.
Allora è essenziale che ci sia la comunicazione all’interno della coppia. Comunicare non è conversare,
è cercare di esprimere ciò che si è sperimentato giorno per giorno, è esternare non solo la gioia, ma anche
le proprie tristezze, le proprie amarezze, la propria solitudine.
Attraverso la comunicazione ci si apre all’altro, facendolo partecipe di tutto ciò che si vive. E’ rendersi
poveri, nudi l’uno all’altro.
Tutto questo non si improvvisa, ma si costruisce giorno per giorno, evitando alcune trappole che
possono rendere la vita della coppia una tragedia. Bisogna evitare alcuni elementi del tipo :
- leggere nella mente dell’altro, avendo la presunzione di conoscere l’altro ;
- credersi trasparenti, credere di poter condividere i sentimenti, invece questo non avviene ;
- il comunicare in maniera confusa, generalizzando nella comunicazione come “voi donne siete tutte
uguali” oppure “voi uomini siete tutti disordinati”.
Questi purtroppo influiscono nel nostro cammino: sono da ostacolo soprattutto per iniziare un vero
dialogo. Bisogna avere la possibilità di poter esprimere i propri sentimenti, i propri bisogni, i propri
progetti. Soffocare i propri sentimenti non è equilibrante né nutritivo, perché ci si può rimanere
schiacciati. I sentimenti sono la linfa, l’energia di cui la coppia ha bisogno per vivere. Di fronte ad una
persona, una situazione, i sentimenti sono reazioni che ci fanno esprimere gioia, tristezza, rabbia, serenità
ecc... Allora per poterli esternare è bene che noi prendiamo contatto con i nostri sentimenti, senza
ripudiarli, ma condividiamoli e permettiamo che escano fuori. Questo è crescere nel dialogo. Attraverso il
dialogo si impara a perdonare perché il perdono è accoglienza dell’altro. Perdonare è amare , è accettare
l’altro, non perché sia cambiato, ma perché è lui. Rendiamoci nudi, poveri all’altro, e l’amore diventerà
l’incontro di due povertà.
Allora dialogare è incontrarsi per stabilire un contatto profondo per accogliersi e accettarsi così come
siamo. Dialogare è parlare di noi stessi, è condividere i nostri sentimenti, i nostri bisogni, le nostre
speranze, le nostre delusioni e tristezze. E’ partecipare noi stessi all’altro per farci conoscere, non tanto
per risolvere i problemi. Dialogare è mostrare interesse, attenzione e partecipazione al mondo dell’altro.
Allora il dialogo è :
- un chiedere e un dare ;
- un comunicare insieme ;
- un riscoprirsi bisognosi per poter raggiungere insieme Dio.
“L’ASCOLTO”
Il primo dovere dell’amore è saper ascoltare.
Se vogliamo instaurare il dialogo tra noi ; dobbiamo fare il vuoto davanti a noi e dentro di noi. Se
vogliamo entrare in contatto con l’altro dobbiamo ascoltarlo, e ascoltarlo non è cambiarlo, ma creare il
vuoto affinché egli possa raccontarci di se stesso.
Allora è necessario creare questo vuoto dentro di noi per accogliere l’altro.
- “Fin quando tu sarai colmo di te, non c’è posto per me” ;
- “Se vuoi che io entri in te, devi vuotare te stesso” ;
- “Se io voglio ascoltarti, devo rendermi vuoto” ;
- “Fin quando io sarò pieno di me, incatenato dalle mie paure, prigioniero dei miei pregiudizi, non c’è
posto per te”.
Se l’altro vuole raccontarci di se, delle sue delusioni, delle sue rabbie, noi dobbiamo fare il vuoto.
Ci siamo mai chiesti perché abbiamo una bocca e due orecchie nei nostri volti ? Siamo chiamati a
parlare una volta ed ascoltare due volte. Se vogliamo comunicare con l’altro non dobbiamo soltanto
parlare, parlare, parlare.......; noi possiamo parlare se sappiamo ascoltare. Ascoltare non è soltanto
udire. Udire e sentire i suoni con la testa ; ascoltare è fare entrare l’altro nella propria vita.
- Ascoltare è fare un viaggio con il cuore ;
- Ascoltare è prendersi cura dell’altro ;
- Ascoltare è vedere, capire ciò che succede all’altro.
- Ascoltare è dare importanza all’altro, è accoglierlo e comprenderlo, possibilmente guardandolo negli
occhi e standogli fisicamente vicino.
Se parlare è un bisogno, ascoltare è un talento, perché saper ascoltare è sintonizzarsi con l’altro.
Quali sono i motivi che ci conducono all’ascolto :
- La necessità dell’ascolto ci porta ad incontrarci, facendoci posto l’un l’altro senza controbattere o
contraddire l’altro ;
- La necessità dell’ascolto è per accettare l’altro, anche se sicuramente ci ha ferito contrariando e
dibattendo ogni nostro anche se ci ha fatto soffrire ;
- E accettarlo vuol dire che siamo disposti a chiarire quelle situazioni lasciate in sospeso, per ripartire
sicuramente verso una nuova e meravigliosa avventura.
- Certamente l’accettare l’altro non significa che io pretendi di cambiarlo, ma è sicuramente riscoprire
le eventuali discrepanze e sofferenze.
- Ascoltare è volere esprimere anche i nostri sentimenti, senza aver paura di mostrarci deboli, senza
timore che l’altro ne approfitti, perché questi sentimenti che noi esprimiamo sono vie per incontrare
l’altro. Allora oggi diciamo quel “TI AMO” che sentiamo nel profondo del nostro cuore senza rinviare al
futuro, perché la persona amata potrebbe non esserci più e rimarrebbe dentro di noi solamente il
rammarico di non averlo pronunciato prima.
Per poter attualizzare l’ascolto vi sono alcune regole, che non possiamo sorvolare :
2) Bisogna avere tanta fiducia perché solo così si può instaurare un dialogo vivendo in ascolto con la
persona amata nonostante i limiti di ognuno ;
3) Evitare di interrompersi dimostrando all’altro che non esiste per noi ;
4) Che questo ascoltare sia non soltanto far silenzio, ma che sia un ascoltare veramente dimostrando
interesse all’altro e considerarlo presente nella nostra vita ;
5) Stare attenti all’altro per cogliere il significato delle sue parole, perché se diamo un significato
diverso possiamo andare incontro alla rottura ; allora mettersi nei panni dell’altro, cercando di
capire o di immedesimarsi dello stato d’animo dell’altro ;
6) Dimostrargli attenzione con l’ascolto attraverso il linguaggio del corpo, attraverso l’espressione dei
nostri occhi, con il tono della voce, raggiungendo il cuore dell’altro. Il nostro crescere come coppia
parte iniziando a dialogare, ascoltandoci. E questo però può avvenire se dedichiamo più tempo,
isolandoci come coppia sedendoci e mettendoci insieme con atteggiamento di ascolto.
7) Spesso non sentiamo ciò che l’altro vuole comunicarci e da questo può nascere una vera difficoltà di
ascoltarci.
8) Allora ascoltare non soltanto ciò che l’altro ci dice, ma ciò che vorrebbe veramente dirci, e questo
avviene se dentro il nostro cuore c’è vuoto e silenzio per far posto all’altro, con una calorosa
accoglienza.
9) Ascoltare quindi è mostrare interesse e protenderci verso l’altro, è guardare l’altro.
Volendo passare alla conclusione vogliamo riflettere cos’è la preghiera.
La preghiera è un ascolto amoroso di Dio, ed è un lasciarsi amare da Lui. Per poter realizzare questa
relazione occorre far silenzio, un silenzio profondo ed accogliente. Incontrare Dio è incontrare lo sposo, e
l’Amore di Dio ha bisogno, per poterlo accogliere e conoscere, che il nostro cuore sappia fare silenzio.
Tutti siamo chiamati a creare un silenzio attorno a noi e solo così potremmo avviarci ad un cammino
vero, lo stesso cammino che ha percorso Gesù. E’ attraverso questo silenzio, che siamo chiamati a
crescere per diventare sempre più belli e più affascinanti come coppia.
Tutti siamo chiamati a creare un silenzio attorno a noi e solo così potremmo avviarci ad un cammino
vero, lo stesso cammino che ha percorso Gesù. E’ attraverso questo silenzio, che siamo chiamati a
crescere per diventare sempre più belli e più affascinanti come coppia.
Bisogna imparare non soltanto a camminare, ma a riprendere la strada insieme con costanza e
perseveranza, perché la cosa più grave non è cadere, ma è restare a terra.
Quindi anche se in certi periodi saremo presi dalle situazioni difficili, sommersi dallo stress, non
dispensiamoci, cerchiamo sempre di stabilire un contatto con l’altro, questo ci aiuterà a superare i
momenti più bui della vita, ricevendo sicuramente forza per continuare il nostro cammino.
Domande di riflessione.
1) Quando non c’è dialogo, il rapporto di coppia si indebolisce, cosa facciamo per evitare l’isolamento e
la rottura ?
2) Impegno il meglio di me stesso per stare vicino all’altro nel dialogo facendo crescere la comunione
della coppia ?
3) Quanto tempo diamo al dialogo ?
4) Dentro di me c’è il vuoto per ascoltare l’altro ?
5) Siamo coscienti che ascoltare è fare un viaggio insieme con il cuore verso l’altro/a ?
6) Ascoltare è fare entrare l’altro nella propria vita per accoglierlo e comprenderlo : a che punto è la
nostra strada verso l’altro ? Ci sentiamo incamminati verso una comunione piena e matura ?
Rossella e Franco Greco