tutte le norme

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tutte le norme
LA RIVISTA DELLA NORMAZIONE
TECNICA
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Poste Italiane-Spa Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1-DCB Milano - In caso di mancato recapito si restituisca al CMP Roserio per la consegna al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa
U&C_CoverNovDic_progetto 27/12/10 17:29 Pagina AA
DOSSIER:
GESTIONE RIFIUTI
L’Assemblea Generale dell’ISO 2010
A L'Aquila esperti a confronto
sul restauro dei beni culturali
Responsabilità sociale: una novità assoluta
nel panorama delle norme ISO
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Novembre/Dicembre 2010
Anno LV
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U&C_CoverNovDic_progetto 27/12/10 17:29 Pagina AB
La normazione tecnica
a supporto dell’innovazione e
della competitività sostenibile
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editoriale
The technical standards to support
innovation and sustainable
competitiveness
Lara Comi
Vice Presidente della Commissione
per il mercato interno e la protezione
dei consumatori
a Commissione Europea ha dato l'avvio ai lavori che porteranno alla pubblicazione della
proposta di revisione del sistema di standardizzazione europea, prevista per aprile 2011.
In questo ambito, assume particolare importanza la Relazione di iniziativa che il Parlamento Europeo ha adottato sul tema il 21 ottobre u.s.
Il Parlamento, infatti, ha voluto anticipare i
lavori della Commissione, inviandole dei suggerimenti e delle proposte, in vista della revisione.
In qualità di Vice Presidente della Commissione Mercato Interno, ho lavorato molto sulla
Relazione di iniziativa, in qualità di Relatore
Ombra per il Gruppo politico del PPE.
La piena realizzazione del mercato interno ha
bisogno della standardizzazione.
Il passaggio dal vecchio al “nuovo approccio”, l’alleanza cioè tra legislazione comunitaria e normazione, si è rivelata decisiva per la
libera circolazione delle merci e ha contribuito
all’eliminazione delle barriere per il libero
commercio, all’interno del mercato unico europeo, armonizzando le norme tecniche.
Sebbene la Commissione Europea riferisca
ogni due anni sui risultati dell’applicazione
della direttiva 98/34/CE, la revisione del sistema oggi acquista particolare importanza alla
luce dell’attuale crisi economica e in vista
dell’elaborazione della Strategia EU 2020.
Il sistema europeo di standardizzazione oggi
deve essere all'altezza dei bisogni economici
e sociali dell'Europa e, allo stesso tempo, assicurare innovazione, crescita e competitività.
Il sistema attuale funziona abbastanza bene e
non necessita di grandi trasformazioni.
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L
I tre principi, quello della delegazione nazionale, della natura privata e volontaria del sistema devono restare alla base del sistema
di standardizzazione, come lo sviluppo di un
nuovo standard dovrebbe avere luogo solo di
fronte a un reale beneficio che possa essere
dimostrato.
In particolare, il principio della delegazione
nazionale assicura il buon funzionamento del
sistema, consentendo l’accesso e la partecipazione a livello nazionale a tutti gli stakeholders interessati. É quindi un pilastro importante del sistema non solo perché consente la
partecipazione di esperti nazionali, ma anche
perché assicura l’armonizzazione tecnica in
Europa, attraverso l’adozione a livello interno
degli standard europei e, di conseguenza, l’eliminazione degli standard nazionali non in linea con quelli europei.
Ciò avviene in 31 paesi membri (più 19 membri affiliati) ed è quindi indiscutibile l’apporto
alla creazione di un mercato unico più consolidato.
Lo stesso apprezzamento è rivolto anche al
carattere volontario e privato del sistema.
Gli standard sono individuati con il fine di rispondere alle esigenze delle compagnie private interessate che supportano il 95% del
costo dell’intero sistema (mentre il restante
5% è coperto da fondi pubblici di cui il 2% dalla Commissione Europea ed EFTA).
Il carattere privato quindi rispetta l’approccio
ascendente, cd. "bottom up approach" e consente l’incontro dei bisogni delle industrie.
Rebus sic stantibus, il sistema deve restare
dunque privato, ma ciò non toglie che è importante che gli interessi pubblici siano presi
in considerazione all'interno del processo.
Il riferimento è alle "societal stakeholders"
che rappresentano la salute, la sicurezza, i
consumatori e l'ambiente. Esse devono poter
partecipare ai lavori, esprimere le loro posizioni e cercare di creare il consenso sulle loro
opinioni, ma la decisione dello standard deve
restare essenzialmente del settore privato.
La Relazione di iniziativa del Parlamento Europeo pone l'attenzione sulla "effettiva partecipazione" delle societal stakeholders negli organismi europei, che è un concetto molto più importante rispetto a quello del "voto simbolico",
proposto inizialmente da alcuni gruppi politici.
Un altro aspetto importante riguarda la partecipazione delle PMI.
In primo luogo, trattare le societal stakeholders e le PMI allo stesso modo non sembrava
la soluzione migliore, come si prospettava in
una prima stesura della relazione.
La recente Relazione Monti, sul futuro del
mercato interno europeo, sottolinea con
molta enfasi la necessità di intervenire per
rendere il clima imprenditoriale più consono
per le PMI.
Afferma anche che "la standardizzazione è la
chiave di volta della governance del mercato
unico", esortando a riesaminare il processo di
standardizzazione a livello europeo, conservando i vantaggi del sistema attuale e trovando al tempo stesso il giusto equilibrio tra dimensione europea e dimensione nazionale.
Le PMI, sebbene siano parte del settore privato e non rappresentino un interesse pubblico, sono parte essenziale del mercato eurocontinua a pag. 4
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
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1
editoriale
La normazione tecnica a supporto dell’innovazione e
della competitività sostenibile
The technical standards to support innovation and
sustainable competitiveness
L. Comi
Direttore responsabile
Alessandro Santoro
Comitato scientifico
Corrado Bertelli, Sergio Bracco, Giancarlo Coccia,
4
Notizie e avvenimenti
Giacomo Elias, Domenico Pierucci, Marco Fabio Sartori,
sommario
attualità
News and events
Piero Torretta, Ugo Tramutoli
Comitato di redazione
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articoli
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Silvia Berri, Elio Bianchi, Fabio Galbiati,
Alberto Galeotto, Ruggero Lensi, Carlo Masetti,
Alberto Monteverdi, Gian Luca Salerio, Stefano Sibilio
Segreteria di redazione
Valentina Pompa, Sara Rossetti
Direzione e redazione
UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione
Via Sannio, 2 - 20137 Milano
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Editore
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Grafica e impaginazione
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Pubblicità
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Stampatore
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L’Assemblea Generale dell’ISO 2010
ISO General Assembly 2010
8 Volontaria, privata, nazionale ...
Voluntary, private, national...
10 Made in Italy alimentare, il ruolo di ACCREDIA
The agrofood made in Italy, the role of ACCREDIA
13 A L’Aquila esperti a confronto sul restauro dei beni
culturali
Experts debate at L'Aquila on the restoration of cultural
heritage
G. Alessandrini
17 Responsabilità sociale: una novità assoluta nel
panorama delle norme ISO
Social responsibility: an important news through the ISO
standards
S. Sibilio
Autorizzazione del tribunale di Milano nº 3574 del 1 dicembre 1954
Il Direttore responsabile e l’Editore declinano
ogni responsabilità in merito agli articoli pubblicati,
per i quali rispondono i singoli Autori.
ISSN 0394-9605
21 Sicurezza dei giocattoli: le norme internazionali per
Spedizione in A.P. 45% - Art 2 comma 20/b legge 662/96
Filiale di Milano
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Finito di stampare nel mese di dicembre 2010.
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22 La sicurezza funzionale: la nuova edizione della IEC
giocare e divertirsi senza rischi
ISO toughens toy safety for hazard-free and fun play
61508
Functional safety: the new edition of IEC 61508
F. Andreolli, A. Brunelli, E. Ciapessoni
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Ente Nazionale Italiano di Unificazione
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CEI
Comitato Elettrotecnico Italiano
Via Saccardo 9 - 20134 Milano
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010
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pag. 10
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formazione
Formazione al servizio delle nuove figure professionali
TIS: una nuova sede per i corsi CEI a Bolzano
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vita quotidiana
Ci aiutano le norme a mantenere sani denti e gengive
Simboli per comandi, indicatori e spie: quando il
cruscotto è a norma
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dossier
GESTIONE DEI RIFIUTI
WASTE MANAGEMENT
A cura di Stefano Sibilio – Responsabile
Divisione Organizzazione, processi,
servizi e società UNI
30 La normativa CEN su contenitori
e servizi: un contributo italiano
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recensioni
31 Il lavoro di normazione nel
CEN/TC183 Waste management:
un vantaggio competitivo nello
sviluppo dei prodotti
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Collana Costruzioni: in CD-Rom le raccolte di norme
UNI per l’edilizia
Nuova edizione della Guida tecnica CEI 82-25: novità
per il settore fotovoltaico
sommario
G. Baiano
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focus norma
Le nuove norme più importanti
F. Mondini
33 La standardizzazione dei colori e
degli elementi visivi per la
raccolta differenziata dei rifiuti
G. Bragadina
pag. 4
49
tutte le norme
37 Revisione della norma UNI 10802
alla luce dei nuovi rapporti
tecnici del CEN
S. Balzamo
39 Una norma nazionale per la
gestione dei veicoli fuori uso
C. Dozio
42 Dal waste management alle
norme tecniche per il recupero
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E. A. Savi
pag. 21
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
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continua da pag. 1
Prestazioni delle barriere di
sicurezza stradali
a cura della Comunicazione UNI
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attualità
peo e meritano di essere incoraggiate e supportate all'interno del processo, ma non necessariamente con lo stesso trattamento riservato alle organizzazioni rappresentative di
interessi pubblici.
Data la loro natura di imprese di piccola e media dimensione e considerati i problemi da essi incontrati che dipendono molto dal settore
di appartenenza e dall'area geografica dove
si trovano a operare, il migliore livello per loro
è quello nazionale, nei comitati tecnici.
La Commissione Europea può quindi intervenire e supportare finanziariamente il loro accesso e la loro partecipazione a livello nazionale.
Inoltre, è altresì importante preservare la diversità degli organismi nazionali di standardizzazione e diffondere le migliori prassi per far sì
che le organizzazioni meno efficienti possano
migliorarsi. In particolare, l'Italia ha un ottimo
sistema interno di standardizzazione che puó
senza dubbio rappresentare un modello.
Per quanto riguarda, invece, l'introduzione di
nuove procedure per l'adozione degli standard, è importante che la Commissione Europea valuti attentamente questa possibilità con
gli organismi europei CEN e CENELEC.
Infine, vale la pena porre l'accento sul link essenziale tra normazione da una parte e innovazione e competitività sostenibile dall'altra,
che deve assolutamente essere rafforzato e
che sarà preso in debita considerazione nella
prossima revisione.
Valutazione ambientale
di siti e organizzazioni
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L’UNI ha recentemente recepito, per ora in
lingua inglese, una importante norma sulla
valutazione ambientale di siti e di organizzazioni.
Si tratta della UNI EN ISO 14015:2010 che
fornisce una guida su come condurre appunto una valutazione ambientale di siti e di
organizzazioni (attività anche conosciuta
con l’acronimo inglese di EASO, Environmental Assessment of Sites And Organizations) tramite un processo sistematico di
identificazione degli aspetti e delle questioni
ambientali.
E’ una attività che, per quanto riguarda
un’impresa, può essere effettuata in particolari momenti - nel caso di acquisizioni o cessioni, ad esempio - o rientrare in una normale verifica periodica.
La norma si occupa, nel particolare, di definire i ruoli e le responsabilità delle parti coinvolte nella valutazione (cliente, valutatore,
rappresentante del valutato) nonché le fasi
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010
Onorevole Lara Comi
Deputato al Parlamento Europeo
Vice Presidente della Commissione
per il mercato interno e la protezione
dei consumatori
del processo di valutazione (pianificazione,
raccolta e validazione delle informazioni, valutazione e rendicontazione).
La norma non si occupa di altre tipologie di
valutazione ambientale quali le analisi ambientali iniziali, gli audit ambientali, le valutazioni di impatto ambientale o le valutazioni
delle prestazioni ambientali.
E’ stata inoltre pubblicata, in lingua inglese
e francese come recepimento della norma
europea, la nuova edizione della UNI EN ISO
14050 che definisce i termini e i concetti fondamentali relativi alla gestione ambientale
pubblicati nelle norme della serie ISO 14000.
Avere un linguaggio comune e principi perfettamente condivisi può aiutare una più efficace e puntuale applicazione dei sistemi di
gestione ambientale a livello europeo e internazionale.
Entrambe le norme sono state elaborate in
seno al comitato ISO/TC 207, Environmental management. In ambito UNI i lavori sono stati seguiti dalla Commissione tecnica
“Ambiente”.
L’aumento del traffico diventa sempre più una
sfida per la sicurezza stradale. Nel solo 2009
l’Europa ha contato 1.150.000 incidenti, 35.000
decessi e 1,5 milioni di feriti. Un costo per la
società europea di circa 160 miliardi di euro, il
10% delle risorse stanziate in campo medicosanitario. Infrastrutture stradali inadeguate
possono poi peggiorare ulteriormente la situazione, rivelando l’impatto con le barriere di sicurezza stradali (RRS-Road Restraint Systems)
ancor più pericoloso.
A questo proposito, sono state pubblicate le
nuove edizioni delle parti 1, 2 e 3 della norma
UNI EN 1317 “Barriere di sicurezza stradali” la
cui applicazione promuove una maggiore sicurezza - in caso di impatto - per gli utenti più
vulnerabili della strada come passeggeri, motociclisti e ciclisti.
La Parte 1 fornisce disposizioni per la misurazione della prestazione dei prodotti per barriere di sicurezza stradali sottoposti a urto e livelli
di severità di urto. La norma include i dati del
luogo di prova, le definizioni delle barriere di
sicurezza stradali, le specifiche del veicolo (inclusi i requisiti di carico) per i veicoli utilizzati
nelle prove d’urto, la strumentazione dei veicoli, le procedure di calcolo e i metodi di registrazione dei dati della prova d’urto, inclusi i livelli di severità d’urto e l’indice di deformazione dell’abitacolo del veicolo (VCDI).
La Parte 2 specifica i requisiti riguardanti la
prestazione all’urto delle barriere di sicurezza
inclusi i parapetti veicolari, le classi di contenimento, la larghezza operativa, l’intrusione
del veicolo e i livelli di severità dell’urto.
Infine, la Parte 3 descrive i requisiti per la prestazione di attenuatori d’urto sottoposti ad impatto da parte di veicoli, le classi di prestazione
e i criteri di accettabilità per prove di impatto.
Si informa che, come da Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
del 5 ottobre 2010 pubblicata sul sito
www.mit.gov.it, è necessario un formale
atto, da parte di tale Ministero, affinché le
parti 1, 2 e 3 (edizione agosto 2010) della
UNI EN 1317 entrino in vigore nel quadro
regolamentare nazionale.
Con il termine “IV Gamma” si indicano tutti gli
alimenti vegetali freschi (orticoli e frutticoli)
sottoposti a minime lavorazioni che, mantenendo invariate le caratteristiche sensoriali,
consentono di ottenere un prodotto pronto al
consumo e semplice da utilizzare.
Questi prodotti, che troviamo nei banchi refrigerati già tagliati, lavati, asciugati e imballati
in buste o vaschette di plastica, sono oggetto
della norma UNI 11350 “Prodotti ortofrutticoli
freschi pronti per il consumo (IV Gamma) –
Definizione, requisiti e principi generali”, che
fornisce gli elementi per delineare il processo produttivo, dall’accettazione della materia
prima alla cessione all’utilizzatore finale.
I prodotti ortofrutticoli freschi pronti per il
consumo costituiscono una delle novità più
rilevanti degli ultimi anni e rappresentano un
significativo sviluppo nel mercato ortofrutticolo perché incontrano le esigenze dei consumatori che hanno sempre meno tempo da
dedicare alla lavorazione delle materie prime.
Il mondo scientifico, i tecnici e gli operatori
del settore, dal canto loro, concordano sul
fatto che il successo di mercato degli ortofrutticoli di IV Gamma nonché la soddisfazione dei consumatori non possano prescindere
dalla presenza di indicazioni univoche e precise in merito alle procedure che conducono
dalla materia prima al prodotto finale.
Dalle nuove applicazioni mediche agli ultimi ritrovati per il mercato e i consumatori, le nanotecnologie sembrano spingere sempre più
avanti i limiti di quanto pensavamo fosse possibile. Ma per fare in modo che questa tecnologia dispieghi appieno le sue potenzialità – e si
sviluppi meglio e più velocemente – è necessaria un’opera di razionalizzazione e di classificazione logica dei nanomateriali.
A presentare una possibile soluzione a questo
problema ci ha pensato l’ISO che, mediante un
rapporto tecnico pubblicato recentemente, offre ora una metodologia di classificazione
complessiva dei nanomateriali. Si tratta del documento ISO/TR 11360:2010 “Nanotechnologies – Methodology for the classification and
categorization of nanomaterials”.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito
UNI www.uni.com
attualità
Mettiamo ordine
nei nano materiali
Industrie del petrolio e del gas
naturale e interventi d’urgenza
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L’emergenza ambientale dello scorso aprile,
generata a seguito dell’esplosione di una piattaforma petrolifera al largo delle coste della
Louisiana, ha causato un disastro ambientale ed economico - senza precedenti.
L’ampia diffusione degli impianti in mare aperto per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi
ha portato a uno sviluppo tecnologico innovativo e all’avanguardia nell'ingegneria offshore.
E nell’eventualità di una emergenza? Tutti i sistemi di sicurezza devono fornire una efficace
risposta: da qui la necessità della messa a
a cura della Comunicazione UNI
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Prodotti ortofrutticoli freschi
per il consumo
L’edificio è affidabile? Risponde
una norma internazionale
Catastrofi naturali, danni accidentali, modifiche
o deterioramenti come la corrosione, possono
mettere a dura prova, nel corso della loro esistenza, edifici, ponti e altre strutture.
Per accertarsi che queste costruzioni rimangano affidabili con il passare del tempo, l’ISO ha
pubblicato una norma internazionale per verificare la sicurezza e la funzionalità delle struttu-
punto di un sistema di gestione per coprire gli
aspetti di salute e sicurezza nelle attività di
estrazione.
La norma UNI EN ISO 15544:2010 “Industrie
del petrolio e del gas naturale - Impianti di
produzione offshore - Requisiti e linee guida
per la risposta alle emergenze” descrive gli
obiettivi, i requisiti funzionali e le linee guida
per le misure di risposta alle emergenze (ER)
su strutture utilizzate per lo sviluppo di risorse di idrocarburi offshore. Il documento si
applica a strutture offshore fisse o a sistemi
galleggianti di produzione, stoccaggio e trasporto.
re esistenti. La norma ISO 13822:2010 “Bases
for design of structures - Assessment of existing structures” è stata elaborata come una
guida pratica per gli ingegneri strutturali e i loro clienti. Giunta alla sua seconda edizione, la
ISO 13822 comprende ora specifiche raccomandazioni sulla valutazione delle costruzioni
che costituiscono il patrimonio artistico di un
territorio.
I requisiti e le procedure formulate nella ISO
13822 si basano sui principi di affidabilità strutturale e delle conseguenze derivanti da un cedimento. Applicabile a ogni tipo di struttura
esistente, la norma sarà utile per:
• anticipare i cambiamenti, in termini di utilizzo
o di ampliamento, di una costruzione;
• effettuare dei controlli di affidabilità (in rapporto ad azioni come i terremoti o l’aumento
del traffico, per esempio) come richiesti dalle autorità, dalle compagnie di assicurazione, dai proprietari, ecc.;
• valutare il deterioramento strutturale causato da azioni dipendenti dal tempo (la corrosione, la fatica);
• verificare il danno strutturale risultante dall’azione accidentale (per es., un incendio).
A conferma della sua rilevanza, anche a livello
europeo ci si sta occupando della tematica.
Infatti, il CEN/TC 250 “Structural Eurocodes”
ha recentamente attivato un apposito Working
Group su “Assessment and retrofitting of existing structures”, con l'obiettivo di pervenire
alla pubblicazione di uno specifico Eurocodice.
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
5
E’ la stessa fiducia che traspare anche nelle parole di Rob Steele,
l’attuale Segretario Generale, che punta sul concetto di globalità in
termini di soluzioni, processi e risultati che si possono ottenere solo
attraverso l’utilizzo delle norme, tanto più in quelle aree in cui le sfide
sono più urgenti, dal cambiamento climatico all’efficienza energetica,
dalle nanotecnologie all’uso dell’IT.
Non a caso, proprio a quest’ultimo argomento era dedicata l’Open
Session di quest’anno, la giornata volutamente posta tra i due giorni
di riunione dell’AG, al fine di approfondire una tematica di specifico
interesse.
In questo caso il “focus” era l’applicazione dell’IT in alcuni settori di
rilevanza sociale, da quello sanitario - esaminato sia negli aspetti di
gestione amministrativa che in quelli legati all’industria degli
apparecchi medicali - , a quello dell’edilizia.
In quest’ultimo ambito, citando l’esempio concreto del Museo
Nazionale di Oslo, si è parlato dell’utilizzo innovativo di ciò
che è noto come BIM (Open Building Information Modelling),
ovvero uno strumento che consente la visualizzazione di modelli, il
calcolo delle emissioni, l’eventuale dispendio energetico in eccesso,
allo scopo ultimo di garantire ad un campo primario ed indispensabile
come quello delle costruzioni un più alto livello qualitativo ed un maggiore rispetto dell’ambiente.
Anche nel cosiddetto “IT@Green”, infatti, il ricorso all’IT si sta rivelando di grande efficacia, per esempio nel settore delle fonti di energia rinnovabile - idrica e solare in particolare -, così come in quello
delle “smart grids”, utili al comune cittadino per una misurazione ed
un’informazione più attendibili del consumo energetico della propria
abitazione, allo scopo, in ultima analisi, di assicurare un impatto meno dannoso sull’ambiente anche da parte del singolo.
L’invito che è stato esplicitamente rivolto all’ISO non è solo quello di
procedere in questa direzione, ma di continuare sempre più nell’opera di supporto ai paesi in via di sviluppo, quelli in cui l’uso dell’IT è ancora meno diffuso, ma per i quali è potenzialmente ancora più auspicabile.
Tornando, invece, ai temi trattati nell’AG, due sono stati i punti di
maggiore interesse.
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articoli
L’Assemblea Generale
dell’ISO 2010
nche quest’anno, a settembre, precisamente nella settimana dal 13 al 18, si è rinnovato l’appuntamento che vede riunirsi tutti i Membri della grande “famiglia” ISO per la loro
annuale Assemblea Generale, in uno scenario che, dopo qualche tempo, é tornato a noi più familiare perché nella vecchia Europa.
E’ stata, infatti, la Norvegia, patria del Premio Nobel per la Pace e nota per la magia dei suoi fiordi, ad ospitare, ad Oslo, questa affollatissima manifestazione, di cui la normazione e chi la realizza sono i protagonisti assoluti.
Anzi, come sottolineato, in apertura dei lavori, dal Ministro dell’Industria e del Commercio norvegese, Trond Giske, la normazione internazionale ha e deve continuare ad avere un ruolo vitale ed un respiro
globale e rappresentare un potenziale di cambiamento e di miglioramento a beneficio e a vantaggio dell’intera umanità.
Un pensiero, questo, condiviso anche dal Presidente dell’ISO, l’australiano Alan Morrison, che ha mostrato grande fiducia nel potere
della normazione e nella capacità di quest’ultima di adeguarsi ai bisogni, dichiarando che “….omissis …il primo passo comincia con un
bisogno. Un mercato ha un bisogno, un consumatore ha un bisogno,
un regolatore ha un bisogno.
Tali bisogni prendono voce attraverso i Membri dell’ISO, rappresentanti di oltre il 97% della popolazione mondiale”.
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A
Da sinistra: Robert Steele - Segretario Generale ISO, Alan Morrison - Presidente ISO, Trond Giske - Ministro dei Trasporti e dell’Industria Norvegese,
Trine Tveter - Direttore Gestionale Standards Norway, Jan A. Oksum - Presidente Standards Norway.
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L’Assemblea Generale dell’ISO 2010
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articoli
Il primo è certamente l’approvazione del Piano Strategico ISO 2011-2015, che ha visto un
grande lavoro di preparazione da parte del
Segretario Generale, ma anche di coinvolgimento diretto di tutti i membri, chiamati ad
una consultazione su tutti i punti che costituiscono il Piano.
Molti e variegati sono stati i commenti raccolti, debitamente presi in considerazione
dalla Segreteria Centrale di Ginevra, fino alla
messa a punto della versione attuale che, a
Il tavolo dei relatori
seguito di un’accurata valutazione da parte
dei Membri di Consiglio, compreso il nostro
rappresentante, il Presidente UNI, ha ottenuto il benestare anche di tutti i membri.
L’altro aspetto significativo riguarda la rivisitazione del documento relativo all’uso e alla
protezione del marchio ISO.
La diffusione dei sistemi informatici, delle
nuove piattaforme e dei social networks ha
reso più forte la necessità di salvaguardare
il marchio e la proprietà intellettuale dell’ISO, rendendo più restrittive le clausole del
documento già in vigore, in particolare sull’utilizzo a titolo gratuito di norme o parti di
La delegazione UNI da sinistra: Alessandro Santoro - Direttore Generale, Fulvia Petrini - Ufficio
norme, un rischio, questo, da cui salvaguarSegreteria di Presidenza e Direzione Generale
darsi, visto che le norme sono e restano un
“patrimonio” dell’Organizzazione.
L’ultima parte dell’AG, invece, come da copione ormai consolidato, è
stata dedicata alle questioni più istituzionali, ovvero la nomina dei
nuovi Membri di Consiglio e quella del Presidente.
Durante il biennio 2011-2012 faranno parte del Consiglio il Sudafrica,
l’Arabia Saudita, la Turchia e la Colombia, che, in fase di votazione,
cosa quasi del tutto inedita, é giunta ex-aequo con la Nuova Zelanda.
Quest’ultima, tuttavia, quando i membri già si apprestavano ad una
nuova votazione, ha deciso di lasciare cavallerescamente il posto al
paese sudamericano, per consentire anche a quest’area del mondo di
essere rappresentata nell’organo decisionale più importante dell’ISO.
L’AG ha chiuso il sipario con due tributi: il primo al Presidente uscente, l’australiano Alan Morrison, ringraziato per l’apporto fornito in
questi due anni, che sarà sostituito, per i prossimi due, dal russo Boris Aleshin ed il secondo all’SN, l’ente norvegese, per l’efficienza e la
professionalità con cui ha ospitato l’evento.
Nel 2011, invece, la vecchia Europa verrà abbandonata di nuovo, a
favore di un grande paese in via di sviluppo, l’India, che, per la prima
volta, a New Delhi, la sua capitale, farà da padrone di casa ad una
manifestazione che, ormai, ha acquisito il buon sapore della tradizione e di un auspicato arrivederci tra coloro che vi partecipano.
Ufficio Programmi Internazionali
a
ISO GENERAL ASSEMBLY 2010
This year again, in September, in the week from 13 to 18, the ISO AG
2010 took place, hosted by the Norwegian Standards Body, SN, in Oslo.
Great emphasis was placed, even by the Norwegian Trade and
Industry Minister, Trond Giske, on the vital role that the international
standardization is expected and willing to play, in order to be a
potential factor, at global level, for changes and improvements for the
whole humanity's benefit. Let’s see more details in this article.
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articoli
Volontaria, privata,
nazionale
ueste le tre caratteristiche sulle quali è basato il futuro della normazione tecnica secondo la Relazione IMCO illustrata il 5 novembre scorso all’UNI dall’Europarlamentare Lara Comi.
Negli ultimi anni l’attuazione del mercato unico europeo ha avuto il
successo che conosciamo (in termini di qualità e sicurezza dei prodotti) grazie all'uso delle direttive di “nuovo approccio” (cioè la strategia che regola il processo di armonizzazione legislativa tra i vari
Stati membri dell’Unione Europea) in sinergia con il sistema europeo
di normazione tecnica volontaria. Proprio per questo la Commissione
per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento
Europeo - IMCO - ha previsto un’opera di rafforzamento della normazione tecnica che
verrà avviata con le
proposte della Commissione Europea.
L’Onorevole Lara
Comi, vicepresidente della Commissione IMCO del Parlamento Europeo e
relatore Ombra per
il Gruppo Politico
del PPE, ha illustrato il 5 novembre
scorso nella sede
dell’UNI le principali innovazioni che ri-
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010
guarderanno il settore, in particolare la necessità di insistere sul principio della “rappresentanza adeguata” con valenza consultiva degli attori del mercato negli organi tecnici, in
quanto è di fondamentale importanza, ogni volta che è in
gioco l’interesse pubblico, includere le posizioni di tutti i
soggetti interessati in maniera appropriata. Inoltre, il futuro
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della normazione tecnica si fonda – secondo la Relazione IMCO – su tre postulati: la normazione deve essere volontaria, gestita da istituzioni private (ma riconosciute) e basata sulla rappresentanza nazionale.
L’Ononorevole Lara Comi, in occasione
dell’adozione della Relazione sul “Futuro
della standardizzazione europea” in
Sessione Plenaria, commenta cosi l’incontro del 5 novembre: “Sono lieta di
aver preso parte a questa giornata di ulteriore confronto in quanto ho estremamente a cuore la tematica, ragion per cui ho introdotto rispetto alla Relazione proposte di modifica
soprattutto in merito alla governance del sistema di standardizzazione,
vale a dire cambiamenti relativi alla partecipazione di tutti gli attori interessati. Le 'societal stakeholders' che rappresentano interessi pubblici quali la salute e la sicurezza pubblica e i consumatori, devono poter partecipare ai lavori degli organismi europei di standardizzazione
in maniera più efficace, mentre le PMI devono poter prendere parte al
processo principalmente a livello nazionale, nei comitati tecnici.
Ritengo quanto da me fatto fino ad oggi solo l'inizio, continuerò a lavorare nei prossimi mesi per rendere la standardizzazione europea
all'altezza dei bisogni economici e sociali dell'Europa e, allo stesso
tempo per assicurare innovazione, crescita e competitività”.
L’aspetto più importante è rappresentato dalla forte attenzione dell’Unione Europea nei confronti delle PMI, quali strategici utilizzatori del-
Volontaria, privata, nazionale
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articoli
le norme. Un settore, quello delle piccole e medie imprese, molto forte anche in Italia, dove la struttura produttiva è caratterizzata dalla
presenza di micro-imprese per il 94,7% del totale delle imprese attive,
con il 47,2% degli addetti e il 33,3% del valore aggiunto.
Grande attenzione anche per l’istruzione, la ricerca e l’innovazione: il
Parlamento Europeo ritiene importante dare inizio ad una operazione
di “education”, promovendo l’inclusione della normazione nei curriculum accademici, nei programmi scolastici, nei programmi di apprendimento permanente e nelle campagne di informazione, al fine di
sensibilizzare gli operatori economici attuali e futuri e i responsabili
politici circa l’importanza delle norme. E’ necessario migliorare la conoscenza e la cooperazione reciproca tra gli autori delle norme, gli
innovatori, la comunità accademica e della ricerca, includendo nelle
norme il nuovo sapere, frutto in particolare dei programmi di innovazione e della ricerca finanziati dal settore pubblico.
“Siamo particolarmente soddisfatti del giudizio espresso dalla Commissione IMCO - ha commentato Piero Torretta, presidente dell’UNI
al quale si è associato il presidente del CEI, Ugo Nicola Tramutoli –
sull’attività di normazione, alla quale l’UNI contribuisce sia a livello
nazionale sia attraverso il CEN a livello europeo. Su alcuni degli
obiettivi individuati dalla Relazione siamo già avanti rispetto ad altri
Stati membri (ad esempio, l’accesso libero e gratuito alla conoscenza
delle norme in oltre 40 centri di informazione nelle principali città, l’estremo contenimento dei costi di acquisto delle norme tecniche, la
trasparenza di informazione sui lavori di normazione…). Si può e si
deve migliorare; attendiamo le misure
che proporrà la Commissione Europea
sulla base degli indirizzi del Parlamento
e poi ci attiveremo immediatamente per
rendere il nostro lavoro ancora più utile
all’economia nazionale in un’ottica europea”.
I rappresentanti delle PMI (CNA, Confartigianato e CONFAPI) hanno accolto
positivamente la Relazione IMCO, evidenziando però che l’accesso alla normazione – nonostante gli sforzi di UNI e
CEI – è ancora problematico per le microimprese. Inoltre gli oneri derivanti
dall’applicazione delle norme per rendere i prodotti sicuri e di maggiore qualità corrono il rischio di essere vanificati
dalla presenza sul mercato di prodotti
non conformi, contraffatti e persino pericolosi, che non vengono intercettati
da adeguati controlli.
VOLUNTARY, PRIVATE, NATIONAL…
These are the three characteristics which it is based on the future of
standardization in accordance with the IMCO report on November 5
last in UNI illustrated by MEP Lara Comi.
In recent years the implementation of the Single European Market has
had the success that we know through the use of guidelines for "new
approach" in synergy with the European system of voluntary technical
standards. That is why the Committee on Internal Market and
Consumer Protection of the European Parliament - IMCO - has
provided a work by strengthening the technical standards that will be
launched with the European Commission's proposals.
More details in this article.
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
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comparto agroalimetare (1.497), seguito dal sud e dalle isole (1.427) e
dal nord-ovest (848); a chiudere il centro Italia, con 660 imprese certificate.
Nel computo regionale, l’Emilia Romagna registra il numero più alto di
aziende certificate, ben 819; a seguire, Veneto (542 imprese), Lombardia (522) e Sicilia (334).
L'agroalimentare italiano ha quantificato 172 accreditamenti. Ma quali
e quanti sono gli strumenti di controllo e verifica da parete di ACCREDIA su prodotti e aziende dell’agroalimentare italiano? Ad oggi, sono
88 gli Organismi accreditati a rilasciare certificazioni di sistema per le
aziende del settore agricolo e agroindustriale. Mentre 84 gli accreditamenti rilasciati per le certificazioni di prodotto. Nel dettaglio, 30 “coprono” il settore regolamentato (Bio, Dop, Igp, Stg, Doc, Docg e Igt) e
54 quello volontario, tra norme sulla rintracciabilità di filiera (ISO
22005) e i più diffusi disciplinari volontari di prodotto (BRC, IFS, GLOBALGAP, NO OGM, BRC/IOP).
ACCREDIA svolge anche per il settore agroalimentare una intensa attività di verifica affinché il comportamento di tutti gli operatori del mercato, aziende, consulenti, Organismi, ispettori, garantisca l’affidabilità
delle certificazioni. Dal settembre 2009 all’agosto 2010, le visite ispettive presso gli Organismi di certificazione e le aziende certificate hanno
impegnato gli ispettori ed esperti ACCREDIA per 470 giorni uomo.
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volta “epocale” per la sicurezza e la rintracciabilità del made in Italy
alimentare.
Dal 1° maggio scorso gli organismi di certificazione per il rilascio dei
marchi BIO (prodotto biologico), DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta), STG (Specialità Tradizionale Garantita), DOC (Denominazione di Origine Controllata), DOCG
(Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e IGT (Indicazione
Geografica Tipica) possono essere autorizzati ad operare dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (il cosiddetto MIPAAF)
solo dopo aver ottenuto l'accreditamento di ACCREDIA. Si chiude così
un percorso la cui ultima tappa era stata l'istituzione, ad aprile scorso,
di un dipartimento ACCREDIA dedicato proprio alla sicurezza alimentare.
Quella dei prodotti alimentari italiani certificati costituisce
una componente sempre più significativa della produzione
agroalimentare nazionale.
Secondo gli ultimi dati ISTAT e Ismea, le 194 Dop e Igp italiane registrate nel 2009 coinvolgono 82mila operatori e
realizzano un fatturato al consumo che ha toccato i 9,3
miliardi di euro. Le vendite all'estero – una rilevante voce
della produzione agroalimentare nostrana - hanno toccato la cifra consistente di 1,3 miliardi di euro, segnando
un +15% rispetto al 2008.
Vale 3 miliardi, invece, il mercato “bio” italiano, con un
incremento del +9% nel primo semestre 2010, a confermare una leadership europea per numero di operatori (oltre 45mila) e superficie dedicata (circa 1,1 milioni di ettari).
Una indagine svolta da ACCREDIA nel 2007 dimostrava che
erano proprio le certificazioni del settore alimentare le più
conosciute e apprezzate dal cittadino comune. Un risultato che
ora dà la misura dell’importanza della svolta in atto.
“L’affidamento dal MIPAAF dell’accreditamento degli organismi di
controllo che operano per l’agricoltura biologica, i vini di qualità ed i
prodotti tipici - commenta Federico Grazioli, Presidente di ACCREDIA rappresenta una sfida che noi intendiamo onorare con il massimo impegno verso i consumatori, le istituzioni e le nostre imprese”.
In accordo con i dati più recenti (maggio 2010) di ACCREDIA, nel settore alimentare le certificazioni di sistema di gestione continuano ad essere le più richieste dall’utente-azienda. Il computo totale della qualità
certificata nell'agroalimentare italiano - tra aziende agricole e ittiche
e altre realtà del comparto industriale della produzione, trasformazione e distribuzione di prodotti alimentari - tocca le 4.666 unità.
La certificazione più richiesta è la ISO 9001 (sistema di gestione per la
qualità), adottata da 3794 realtà. A seguire, 821 sono le aziende che si
fregiano della ISO 14001 per la gestione ambientale e, infine, 51 a norma BS OHSAS 18001 (salute e sicurezza sul lavoro).
Ma quali sono le aziende più certificate? Quelle del nord-est. Al nordest italiano va la palma del maggior numero di aziende certificate nel
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articoli
Made in Italy
alimentare,
il ruolo di ACCREDIA
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
THE AGROFOOD MADE IN ITALY, THE ROLE OF ACCREDIA
An important turning point for security and traceability of Italian food.
From 1 May this year the certification bodies for issuing trademarks
BIO, PDO, PGI, TSG DOC and DOCG and IGT can be authorized to
operate by the Ministry of Agriculture and Forestry (MIPAAF) only after
obtaining the accreditation by ACCREDIA.
Ended, in this way, a course that expected the establishment in April
last year an Accredia department dedicated to the food security.
More details in this article.
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A L'Aquila esperti a
confronto sul restauro
dei beni culturali
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i
articoli
di Giovanna Alessandrini
l futuro e la “rinascita” del patrimonio artistico e architettonico dell'Aquila, danneggiato dal terremoto. Questo il tema della Giornata
di studio e aggiornamento, organizzata il 23 settembre scorso a L'Aquila, da Assorestauro, l'Associazione italiana per il restauro architettonico, e con il patrocinio, tra gli altri, del Vice commissario per la
messa in sicurezza dei Beni Culturali, del Ministero per i Beni e le Attività culturali Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici
per l’Abruzzo e dell'UNI (Luciano Marchetti).
Obiettivo: fare il punto con gli addetti ai lavori, sulla normativa tecnica per la conservazione dei beni culturali,
"per evitare che i restauri delle opere d'arte
e architettoniche della città abruzzese possano essere più distruttivi del terremoto". Da
qui la necessità di eseguire attività diagnostiche, di progettazione degli interventi, di
recupero e di restauro fatte davvero a regola d’arte”.
Da qui l'iniziativa di oggi. "L'idea del Ministero dei Beni Culturali, insieme ad Assorestauro - spiega Luciano Marchetti - è quella
di informare e aggiornare i professionisti
sulle tecniche e le metodologie frutto di
sperimentazione e normativa ad hoc, e allo stesso tempo dibattere e
confrontarsi sui problemi che pongono il restauro e la conservazione
nel territorio aquilano, confrontandosi anche su eventuali critiche ai
metodi di gestione della ricostruzione nel post-terremoto. Contestazioni che sono sicuramente costruttive perché - sottolinea - forniscono elementi di dibattito, di conoscenza e di crescita anche per le
strutture amministrative che devono gestire questa situazione".
"Il primo passo in un intervento di restauro - spiega Caterina Giovannini, presidente di Assorestauro - è il cosiddetto “progetto di conoscenza” ovvero un rilevamento dello stato del bene, con attività diagnostiche di rilievo per verificare le condizioni del manufatto da re-
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staurare. Ciò fornirà indicazioni per realizzare il
progetto conservativo vero e proprio, nell'ambito
del quale sono contenute tutte le operazioni necessarie al progetto esecutivo con gli interventi da
eseguire". Come dire: dalla diagnosi della malattia
che ha colpito un bene architettonico e artistico fino alla cura e al monitoraggio del suo stato di salute. Di questo - aggiunge - le nostre aziende associate sono chiamate a occuparsi a 360 gradi, dal
recupero e conservazione della struttura alle finiture". "Dunque - conclude - è necessario informarsi e aggiornarsi,
creare sinergia, in modo da valorizzare le competenze specifiche di
ciascuna azienda, che deve poi fare riferimento a normative tarate
su ogni specifico intervento. E siccome questi protocolli operativi sono in continua evoluzione, vanno conosciuti e condivisi da tutti, per
essere applicati al meglio".
“L’esigenza di protocolli operativi da adottarsi nella progettazione di
un intervento conservativo e di metodi standard per l’esecuzione
delle analisi richieste dalla Diagnostica”, afferma Giovanna Alessandrini, presidente della Commissione UNI Beni Culturali – NorMaL, “si
è fatta prepotentemente sentire fin dagli anni ’70, ai ricercatori coinvolti nelle problematiche conservative del patrimonio storico-architettonico del Paese. Risale infatti al 1978, su proposta di ricercatori
del Consiglio Nazionale delle Ricerche, del Ministero competente,
dell’Università di Firenze, il primo Decreto del Ministero dei Beni Culturali relativo all’istituzione della Commissione NorMaL (Normativa
Materiali Lapidei) con la finalità di procedere ad una normativa di
metodi di studio e controllo di manufatti artistici in pietra, finalità ulteriormente ampliata nel 1984 inserendo nuove classi di materiali oggetto di normativa (malte, intonaci, laterizi e terrecotte, legno). Nel
1996 la Commissione NorMal confluisce in ambito UNI con l’attivazione della Commissione Tecnica UNI Beni Culturali - NorMaL (per
semplicità indicata come Commissione UNI-NorMaL). L’attività ad
oggi svolta ha portato alla pubblicazione di 44 Raccomandazioni
NorMaL e 34 norme UNI classificabili come norme metodologiche
(spesso elaborate sulla base di un’ampia sperimentazione tra i diverU&C n.10 novembre/dicembre 2010
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LE NORME PIÙ RECENTI DELLA COMMISSIONE BENI CULTURALI – NorMaL
Norma numero
UNI EN 15801:2010
Titolo in inglese
Conservation of cultural
property - Test methods
- Determination of
water absorption by
capillarity
Conservazione dei beni
culturali - Metodi di
prova - Determinazione
della permeabilità al
vapore d'acqua (dp)
Conservation of cultural
property - Test methods
- Determination of
water vapour
permeability (dp)
Conservation of cultural
property - Test methods
- Determination of static
contact angle
Sommario
La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma
europea EN 15801 (edizione dicembre 2009). La norma specifica un
metodo per determinare l'assorbimento dell'acqua per capillarità di
materiali inorganici porosi utilizzati per, e che costituiscono, i beni
culturali. Il metodo può essere applicato a materiali inorganici porosi
sia non trattati che sottoposti a qualsiasi trattamento o invecchiamento.
La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma
europea EN 15802 (edizione dicembre 2009). La norma specifica un
metodo per la misurazione dell'angolo di contatto statico di una goccia
d'acqua su materiali inorganici porosi utilizzati per, e che costituiscono,
i beni culturali. Il metodo può essere applicato a materiali inorganici
porosi sia non trattati che sottoposti a qualsiasi trattamento o
invecchiamento.
La presente norma è la versione ufficiale in lingua inglese della norma
europea EN 15803 (edizione dicembre 2009). La norma specifica un
metodo per determinare la permeabilità al vapore d'acqua (WVP) di
materiali inorganici porosi utilizzati per, e che costituiscono, i beni
culturali. Il metodo può essere applicato a materiali inorganici porosi
sia non trattati che sottoposti a qualsiasi trattamento o invecchiamento.
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A L’Aquila esperti a confronto
articoli
UNI EN 15802:2010
Titolo
Conservazione dei beni
culturali - Metodi di
prova - Determinazione
dell'assorbimento
dell'acqua per
capillarità
Conservazione dei beni
culturali - Metodi di
prova - Determinazione
dell'angolo di contatto
statico
UNI EN 15803:2010
si laboratori attivi in ambito normativo) che costituiscono il riferimento per il ricercatore al fine di giungere a risultati analitici caratterizzati da alta significatività, attendibilità, riproducibilità, confrontabilità
e linee guida per il progettista all’atto della stesura dei progetto di intervento conservativo (progetto preliminare, definitivo, esecutivo). I
documenti elaborati dalla Commissione operante in ambito nazionale
vengono trasmessi alla Commissione CEN TC 346 per la loro adozione in ambito europeo.
L''Italia in questo settore occupa un ruolo di primo piano, essendo
stata "la prima, ormai 30 anni fa, a dotarsi di raccomandazioni e poi
di normative specifiche", ricorda Vasco Fassina, presidente del Comitato tecnico europeo CEN/TC 346 per la conservazione dei beni
culturali. "Le norme però hanno tutte un carattere di volontarietà, nel
senso che non vengono imposte ma nascono proprio dal confronto
su una metodologia che deve essere condivisa fra gli addetti ai lavori, architetti, restauratori, storici dell'arte ed esperti scientifici coinvolti nel processo di conservazione di un bene. Per questo il lavoro
della commissione che presiedo è proprio quello di mettere a punto
le norme, farle conoscere e condividerle, affinché il produttore di un
materiale di restauro, per esempio una malta o una resina, possa seguire i giusti protocolli nella sperimentazione e offrire così un pro-
dotto sicuro ed efficace. Nel caso dell'Aquila - conclude - una parte
di queste norme possono già essere utilizzate e altre sono da costruire, perché sul rischio terremoto c'è ancora da lavorare. Non a
caso oggi siamo qui".
"A L'Aquila dopo il terremoto hanno lavorato quasi tutte le università
italiane - spiega Claudio Modena, del Dipartimento di Costruzione e
Trasporti dell'Università di Padova - attraverso il consorzio Reluis,
specializzato in ingegneria sismica, anche applicata ai Beni Culturali, e che ha coordinato la presenza degli atenei nell'emergenza post
terremoto, con ispezioni, messa in sicurezza e corsi di aggiornamento con l'università dell'Aquila e con gli Ordini professionali locali coinvolti nella ricostruzione. Dunque, indubbiamente c'è stato un training a tappe forzate, perché negli ultimi anni si e' avuta una forte innovazione della normativa, un'espansione nell'uso delle tecnologie
più avanzate e dei materiali, per cui un aggiornamento era più che
necessario. Oggi, quindi, anche grazie alle ultime decisioni sui finanziamenti, la situazione, per quanto oggettivamente difficile, lascia
ben sperare che il patrimonio storico e artistico torni a rivivere".
Giovanna Alessandrini
Presidente della Commissione Beni Culturali-NorMal UNI
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EXPERTS DEBATE AT L'AQUILA ON THE RESTORATION OF
CULTURAL HERITAGE
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010
The future and the rebirth of artistic and architectural heritage of
L’Aquila, damaged by the earthquake, is the theme of the Workshop,
organized last September 23 in L'Aquila, by Assorestauro and - among
others - by the auspices of the Ministry of Cultural Heritage and
Activities (Regional Directorate for Cultural Heritage and Landscape
for Abruzzo) and by UNI.
The goal is to make the point with those who work on technical
standards for the conservation of cultural heritage in order to prevent
the restoration of works of art and culture of this city that can be more
destructive than the earthquake. Hence the need to perform
diagnostics, the design of interventions, recovery and restoration
really made in a workmanlike manner. More details in this article.
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di Stefano Sibilio
“standard” tecnico non punta a definire caratteristiche di prodotti, processi o servizi ma va ad impattare direttamente al cuore del mercato
globale, trattando temi esclusivamente sociali.
Il documento è il risultato di un ampio consenso internazionale raggiunto tra circa 100 Paesi del mondo, tenendo conto delle enormi differenze
di approccio tra Paesi sviluppati, in via di sviluppo o del terzo mondo, e
più di 40 organizzazioni internazionali, ed in rappresentanza di 6 categorie di interessi diversi, i cosiddetti stakeholder: governi, imprese, lavoratori, consumatori, organizzazioni non governative e mondo della ricerca e dei servizi alle imprese. Circa 500 persone hanno preso parte ai lavori, rendendo il Working Group ISO sulla responsabilità sociale (WG
“SR”) il più grande mai attivato nel mondo della normazione tecnica.
Al di là dei contenuti specifici, la ISO 26000 rappresenta quindi il miglior
compromesso tra esigenze anche molto diverse e soprattutto
rappresenta il primo documento riconosciuto da una platea così ampia e variegata, che tratta tutti insieme temi
come il riconoscimento delle convenzioni internazionali sul lavoro, lo sviluppo delle comunità locali, i
diritti umani, la tutela ambientale, la concorrenza
leale, la lotta alla corruzione, ecc..
La norma raccoglie i frutti dell’accordo generale
su sette principi di responsabilità sociale:
• la responsabilità di ogni organizzazione (accountability) di rendere conto degli impatti ambientali e
sociali delle proprie decisioni e delle proprie azioni;
• la trasparenza nel fornire informazioni su tali decisioni e
tali impatti;
• il comportamento etico in termini di onestà, integrità, equità;
articoli
Responsabilità sociale:
una novità assoluta
nel panorama
delle norme ISO
opo un lungo e intenso lavoro durato più di cinque
anni, la ISO 26000 sulla responsabilità sociale ha
terminato con successo il suo complesso iter di elaborazione ed è finalmente stata pubblicata, come
norma tecnica internazionale, lo scorso 1° novembre. “La ISO 26000 aiuterà quelle organizzazioni per le quali operare in maniera socialmente responsabile è più che una buona idea ma un
modo efficace per svolgere la propria attività.
Sarà quindi un potente strumento per muovere le
organizzazioni dall’universo delle ‘buone intenzioni’
a quello delle ‘buone azioni’,” come ha dichiarato Robert Steele, Segretario Generale dell’ISO.
Per la prima volta nella lunga storia degli Organismi di Normazione, uno
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010
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I LEADER DEL WORKING GROUP “SR”
Commentando il voto finale che ha spianato la strada alla definitiva
pubblicazione della ISO 26000, Jorge E.R. Cajazeira, presidente brasiliano del WG, ha dichiarato: “Un giorno le organizzazioni guarderanno
alla ISO 26000 e diranno: ‘come avremmo potuto sopravvivere sui
mercati senza la responsabilità sociale?’ Questo perché un giorno un
gruppo di sognatori ha cercato di immaginare come poteva essere il
futuro e ha lavorato duramente per cinque anni per realizzare questo
obbiettivo. Sono fiero - ha aggiunto Cajazeira - di essere stato alla
guida di un sogno così grande”.
Analoga soddisfazione ha espresso il vice-presidente Staffan Söderberg, svedese, il quale ha voluto sottolineare come la maggiore qualità della ISO 26000 risieda nel processo collegiale che l’ha elaborata,
fatto di impegno e collaborazione fattiva di tutti gli stakeholder. “Ora”
– ha aggiunto – “consegniamo questo importante documento ai veri
agenti del cambiamento: coloro che le norme le usano quotidianamente”.
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articoli
Responsabilità sociale: una novità assoluta
• il rispetto degli interessi degli stakeholder dell’organizzazione stessa,
cioè di coloro che hanno un interesse diretto o indiretto verso le decisioni, le azioni, le attività dell’organizzazione;
• il rispetto del principio di legalità, tenendo presente che la responsabilità sociale è un concetto che si propone di andare al di là del mero rispetto delle leggi, ma che fonda le proprie basi proprio sulla legalità e
sull’obbligo di rispettare le leggi;
• il riconoscimento delle norme internazionali di comportamento, anche
in luoghi e Paesi in cui tali norme non sono riconosciute dalla legislazione locale;
• il rispetto dei diritti umani in ogni loro forma ed il riconoscimento della
loro universalità.
Per trovare la giusta concretizzazione, tali principi vanno poi a correlarsi con i sette temi fondamentali della responsabilità sociale, ciascuno
declinato in numerosi aspetti specifici:
• la governance, cioè il sistema di governo dell’organizzazione attraverso il quale vengono prese le decisioni e che garantisce la costante
applicazione della necessaria diligenza;
• i diritti umani in termini di lotta alle discriminazioni, rispetto dei diritti
civili, politici, economici, sociali, culturali, diritti fondamentali sul lavoro, no a qualsiasi forma di complicità, ecc.;
• i rapporti di lavoro, i nodi dell’occupazione, il dialogo sociale e le relazioni sindacali, le tutele e le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, ecc.;
• la salvaguardia ambientale e la prevenzione dell’inquinamento, comprese la lotta ai cambiamenti climatici, la protezione delle biodiversità,
ecc.;
• le corrette prassi gestionali, cioè una concorrenza leale, la lotta alla
corruzione, il coinvolgimento della catena del valore, ecc.;
• tutti gli aspetti relativi ai consumatori, a partire da un marketing onesto, fino alla promozione di consumi sostenibili, di scelte di acquisto
informate, di risoluzione di reclami e dispute, ecc.;
• il coinvolgimento e lo sviluppo della comunità, cioè rapporti positivi
con il territorio e le comunità locali, improntati al rispetto ed alla valorizzazione, alla cultura, alla creazione di occupazione e ricchezza sul
territorio, all’accesso alla tecnologia.
Un aspetto va ulteriormente sottolineato: la norma ISO 26000 è una guida volontaria che chiarisce il significato e l’ampiezza di un tema così
delicato, che costituisce un grande contenitore in cui far rientrare ini-
ziative e strumenti già esistenti sul mercato e riconosciuti, e che come
tale non fornisce requisiti specifici a fronte dei quali ottenere una certificazione o altra forma di valutazione di conformità.
Un'ultima nota sul contributo italiano ai lavori si rende doverosa alla luce del coinvolgimento attivo ai lavori UNI ed ISO da parte di settori strategici del Paese.
Al tavolo dell’UNI si sono confrontati infatti le rappresentanze dell’industria, delle PMI, del mondo dei servizi, dei sindacati confederali,
dei Ministeri coinvolti, di Regioni e di importanti soggetti della Pubblica Amministrazione, dei consumatori, delle Università, del mondo
assicurativo e bancario, e tanti altri. Grazie alla nutrita delegazione
dell'UNI in campo internazionale, in cui per ognuna delle sei categorie di stakeholder identificate dall’ISO, l’UNI ha espresso almeno un
rappresentante italiano, l'Italia è stata sempre tra i Paesi più presenti e più attivi alle riunioni ISO e nelle attività tra una riunione e l’altra.
In sede nazionale la Commissione UNI "Responsabilità sociale delle
organizzazioni" è riuscita sempre a definire posizioni nazionali condivise da tutti i partecipanti nelle varie fasi di voto, fino all’approvazione finale dell’ultimo draft (FDIS 26000) nella riunione dello scorso 7
settembre, in cui la Commissione UNI ha anche deliberato l'adozione
nazionale della ISO 26000 come norma nazionale e dato il via ai lavori di traduzione del testo in italiano, ipotizzando iniziative di diffusione
e divulgazione.
Stefano Sibilio
Responsabile Divisione Organizzazione, processi, servizi e società
UNI e membro della delegazione italiana ai lavori ISO SR
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SOCIAL RESPONSIBILITY: AN IMPORTANT NEWS THROUGH THE
ISO STANDARDS
Figura tratta dalla norma ISO 26000: I sette argomenti chiave
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010
After a long and intense work lasted more than five years, the ISO
26000 on social responsibility has successfully completed the whole
process of setting up and has finally been published as international
standards, last November 1.
For the first time in the long history of standardization bodies, a
"standard" does not aim to define the technical characteristics of
products, processes or services, but goes directly to the heart to
impact the global market, addressing social issues only.
Let’s see more details in this article.
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sponsabile dello sviluppo delle norme ISO 8124 “La serie di norme ISO
8124 tratta l’aspetto della sicurezza pertanto è molto importante perché
la sua applicazione può realmente ridurre il rischio di danni derivanti
dall’utilizzo di giocattoli non conformi, e contestualmente può diminuire
le probabilità d’incorrere in un pericolo oppure, nel caso più sfortunato
in cui comunque ci sia stato un danno, di ridurre la gravità di una ferita.”
"Ci auguriamo che tutte le categorie di produttori di giocattoli in tutto il
mondo si rendono conto dell'importanza della serie ISO 8124. La sicurezza dei nostri figli dipende anche da questo!"
Con lo scopo di aumentare sempre più la sicurezza dei giocattoli, il
Comitato Tecnico ISO/TC 181 Safety of toys (ndr Sicurezza dei giocattoli) ha anche aggiornato e migliorato le prime due parti della serie
ISO 8124 cioè la Parte 1 - Safety aspects related to mechanical and
physical properties (ndr aspetti di sicurezza relativi alle proprietà
meccaniche e fisiche) nel 2009 e la Parte 2 - Flammability (ndr infiammabilità) nel 2007.
Il Presidente dell’ISO/TC 181 ha inoltre confermato che è in previsione
l’ampliamento della serie con l’aggiunta di altri nuovi argomenti. Nello
specifico tali tematiche tratteranno:
• la concentrazione totale di alcuni elementi nei materiali componenti
il giocattolo;
• la determinazione di ftalati plastificanti dei materiali plastici;
• le pitture con le mani.
Insieme alle norme ISO, a livello nazionale, come nel resto d’Europa, è
in vigore la nuova direttiva 2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli che
abroga la precedente 88/378/CEE. Per i tempi di attuazione la nuova direttiva prevede che gli Stati membri dovranno adottarla entro il 20 gennaio 2011 e applicarla entro il 20 luglio 2011. Inoltre, in adeguamento a
tale direttiva alcune delle norme EN 71 sono attualmente in revisione.
Maggiori dettagli riguardo alle norme inerenti i giocattoli attualmente
in vigore sono disponibili sul catalogo UNI al seguente indirizzo:
http://webstore.uni.com/unistore/public/searchproducts?action=sear
ch&usecache=false&deliveryType=ALL&statusDisabled=0&productN
umber=71&productNumberModifier=01
articoli
Sicurezza dei
giocattoli:
le norme internazionali
per giocare e divertirsi
senza rischi
ilioni di giocattoli in tutto il mondo sono stati ritirati dalle autorità
competenti a causa degli eccessivi livelli di piombo e cadmio presenti nei materiali utilizzati, del rischio di soffocamento causato dalle piccole parti che compongono i giochi, da magneti pericolosi e da altri rischi
ancora.
Due norme ISO appartenenti alla serie ISO 8124 che riguardano la sicurezza dei giocattoli sono state studiate con l’obiettivo di ridurre i rischi nei quali può incorrere un bambino divertendosi con dei giochi
che nascondono insidie a causa delle sostanze tossiche con cui vengono fabbricati.
“Non c’è dubbio che la serie di norme ISO 8124 rappresenta la base
grazie alla quale sono state sviluppate le diverse norme inerenti la sicurezza dei giocattoli” ha dichiarato Arnie Rubin Amministratore Delegato della Funrise Toys Ltd e Presidente del Consiglio Internazionale
delle Industrie di giocattoli, in una recente intervista pubblicata sulla
rivista ISO Focus dal titolo “Garantire la sicurezza dei bambini rappresenta la priorità della nostra industria”.
Pubblicata con il titolo generico “Sicurezza dei giocattoli” la serie di
norme ISO 8124 è stata pensata per minimizzare i potenziali rischi di
un giocattolo derivanti dal suo utilizzo, in funzione della modalità di
gioco a cui è destinato, cioè, ad un normale uso che però consideri
anche delle modalità di gioco non intenzionali (cioè un eventuale abuso ragionevolmente prevedibile).
L’ultima nata della serie è la norma ISO 8124-4:2010 Safety of toys –
Part 4: Swings, slides and similar activity toys for indoor and outdoor
family domestic use (ndr Sicurezza dei giocattoli – Parte 4: Altalene,
scivoli e giocattoli per attività similari ad uso familiare per interno ed
esterno). La nuova norma definisce i requisiti e i metodi di prova per
altalene scivoli e altri giochi similari che vengono utilizzati dai bambini
assicurando loro una protezione efficace durante il divertimento. La
norma si applica a giocattoli usati nel solo contesto familiare per attività sia in casa che all’aperto ed è rivolta ai minori di 14 anni.
I dati inerenti gli incidenti, nonché le analisi dei rischi, sono stati la base di partenza per il miglioramento di una nuova versione di un’altra
norma della serie cioè la ISO 8124-3: 2010 Safety of toys – Part 3: Migration of certain elements (ndr Sicurezza dei giocattoli – Parte 3: Migrazione di alcuni elementi).
Questa norma, che persegue e massimizza le sue finalità, minimizza il
rischio di esposizione dei bambini a eventuali danni causati da elementi parzialmente tossici e all’eventualità che alcune parti piccole
dei giochi vengano inghiottite. Inoltre, la norma fornisce i livelli massimi accettabili delle sostanze pericolose presenti nei giocattoli come
ad esempio l'arsenico, il cadmio, il piombo, il mercurio e altri componenti chimici riscontrati nei giocattoli. Questa versione della norma
ISO 8124-3:2010 sostituisce la precedente edizione 1997.
“Negli ultimi anni si sono diffusi largamente numerosi timori in merito
alla commercializzazione di giocattoli poco sicuri e non conformi” ha dichiarato Christian Wetterberg Presidente del comitato tecnico ISO re-
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ISO TOUGHENS TOY SAFETY FOR HAZARD-FREE AND FUN PLAY
Millions of toys have been recalled around the world because of
hazardous levels of lead or cadmium, choking hazards, dangerous
magnets and other safety hazards. Two new standards in the ISO 8124
toy safety series aim to reduce the risk of a child being injured by unsafe
equipment or dangerous substances.
"There is no question that ISO 8124 is a cornerstone of the global toy
safety network," said Arnie Rubin, CEO of Funrise and President of the
International Council of Toy Industries, in a recent interview in ISO's
magazine. "Assuring the safety of children has been our industry's
priority." Published under the generic title, Safety of toys, the ISO 8124
series of standards are designed to minimize potential toy hazards
arising from their use in intended play modes (normal use), as well as
unintended play modes (reasonably foreseeable abuse).
More details in this article.
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di F. Andreolli, A. Brunelli, E. Ciapessoni
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articoli
La sicurezza funzionale:
la nuova edizione della
IEC 61508
stata pubblicata da IEC (International Electrotechnical Commission), la nuova edizione di uno degli standard più importanti e di
maggiore impatto applicativo in ambito industriale: si tratta della serie
di norme IEC 61508 dedicate alla sicurezza funzionale.
La nuova edizione subentra alla prima edizione del 1998 citata all’interno di Direttive Europee e testo di riferimento trasversale e generale
sulla sicurezza funzionale per molti settori tecnologici che a loro volta
sviluppano le norme applicative specifiche per il loro settore: per il
controllo di processo (serie 61511), le macchine (serie 62061), gli azionamenti (61800-5-2), l’EMC (61326-3-X), le comunicazioni (61784-3), il
ferroviario (serie 50126/8/9), il nucleare (serie 61513), ecc.
Nei prossimi mesi, tutti questi comitati IEC oltre a quelli CEN, CENELEC
e ISO che fanno riferimento alla sicurezza funzionale, saranno impegnati nel valutare il recepimento degli aggiornamenti e l’eventuale revisione dei propri documenti normativi, che l’ACOS (IEC - Advisory Committee On Safety) ha stimato in oltre 170 documenti.
La nuova versione della norma, ricalca il formato della versione 1 precedente, suddiviso in sette parti:
1. requisiti generali
2. requisiti per sistemi elettrici, elettronici ed elettronici programmabili
per applicazioni di sicurezza
3. requisiti del software
4. definizioni ed abbreviazioni
5. esempi di metodi per la determinazione dei livelli di integrità di sicurezza
6. guida all'applicazione delle IEC 61508-2 e IEC 61508-3
7. panorama delle tecnologie e delle misure tecniche.
A tal proposito, la figura 1 evidenzia, in termini di requisiti tecnici ed altri, l’applicazione delle varie parti della IEC 61508, allo scopo di indirizzare l’utilizzatore ad una corretta applicazione delle varie parti normative (1, 2, 3, 4) seguendo anche le esemplificazioni e le linee guida riportate nelle rimanenti parti informative (5, 6, 7).
La nuova norma Internazionale IEC 61508 sarà presto recepita dal CENELEC come norma europea EN 61508 e, successivamente, dal CEI come norma nazionale CEI EN 61508, abrogando così la norma attualmente in vigore.
È
Novità principali
a
Le novità principali introdotte dalla seconda edizione della IEC 61508
(emessa nel 2010) sono essenzialmente le seguenti:
• sono aggiornati i requisiti di sicurezza;
• viene modificato il ciclo di vita in sicurezza;
• viene introdotto il concetto di integrità di sicurezza anche ai sottosistemi;
• viene introdotto anche il requisito di “security” (antintrusione informatica e non);
• il manuale di sicurezza diventa obbligatorio e ne vengono definiti i requisiti sia per HW che SW;
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010
Figura 1 - Guida all’applicazione delle parti normative e informative
(Figura 1: IEC 61508-1)
• viene fornita una seconda via per determinare la ridondanza in applicazioni con componenti “proven use”;
• viene rivisto il calcolo della frazione di guasti sicuri dei componenti
SFF (Safe Failure Fraction);
• viene considerato l’impiego di tecnologia ASICS (Appilcation Specific
Integrated Circuits);
• vengono maggiormente esplicitati i metodi per definire i SIL (Safety
Integrity Level);
• sono meglio dettagliati i software, i tools e la programmazione a oggetti;
• sono descritte nuove possibili architetture dei sistemi di sicurezza;
• sono state aggiunte e rivisitate le definizioni alcune delle quali verranno evidenziate e dettagliate nel prosieguo.
Ciclo di vita in sicurezza (Parte 1)
Il nuovo ciclo di vita in sicurezza, illustrato in figura 2, diviso in 16 fasi
come nell’edizione precedente, è stato rivisto:
• nelle fasi di realizzazione dei SrS (Safety related System), ed in particolar modo nelle fasi di specificazione dei requisiti e di realizzazione
dei sistemi E/E/PE (Elettrici / Elettronici / Elettronici Programmabili),
fasi 9 e 10, precedentemente svolti nella fase 9,
• mentre le fasi 9 e 10 dell’edizione 1, dedicate rispettivamente ai Sistemi relativi alla Sicurezza (SrS) realizzati con altre tecnologie
(valvole di sicurezza, dischi di rottura,ecc.) e con altri mezzi di riduzione del rischio (serbatoi di convogliamento, vasche di contenimento, ecc.), sono state raggruppate nella nuova fase 11, che è diventata il riferimento per la specificazione e realizzazione di tutti gli
altri sistemi di riduzione del rischio, diversi dai SIS (Safety Instrumented System), oggetto principale della normativa in esame.
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La sicurezza funzionale
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• 10: Realizzazione dei sistemi E/E/PE
• 11: Specificazione e realizzazione degli altri
sistemi di riduzione dei rischi.
Gli scopi e gli obiettivi della fase, corredati
degli input e degli output necessari e richiesti
per soddisfare i requisiti di tutti i sistemi relativi alla sicurezza, sia strumentati (SIS), sia
non strumentati, sebbene non oggetto diretto
della IEC 61508.
Inoltre, nella IEC 61508-2 (hardware), i requisiti delle diverse fasi del ciclo di vita in sicurezza relativi alla realizzazione dell’Hardware
dei sistemi E/E/PE, sono ulteriormente approfonditi nell’articolo 7, e la fase 10 di realizzazione e dettagliata nella figura 2, con ulteriori
dettagli realizzativi riportati nella relativa tabella 1.
Similarmente, nella IEC 61508-3 (software), i
requisiti delle diverse fasi del ciclo di vita in
sicurezza relativi alla realizzazione del software dei sistemi E/E/PE, sono ulteriormente
approfonditi nell’articolo 7, e la fase 10 di realizzazione e dettagliata nella figura 3, con ulteriori dettagli realizzativi riportati nella relativa tabella 1.
In entrambe le parti 2 e 3 della IEC 61508, l’articolo 7, esamina e approfondisce i requisiti
relativi all’integrazione, validazione, modificazione dei sistemi E/E/PE, mentre l’ultimo articolo normativo 8 dettaglia sulla valutazione
della sicurezza funzionale che riferendosi ai
requisiti dell’analogo articolo 8 della IEC
Figura 2 - Nuovo schema di flusso del ciclo di vita in sicurezza (Figura 2: IEC 61508-1)
61508-1, deve sempre rispondere ai requisiti
di pianificazione, esecuzione, completezza,
correttezza e precisione, ovvero quello che è
stato specificato, sia stato realizzato e sia
stato anche validato per l’applicazione in sicurezza richiesta.
Introduzione di nuovi concetti di sicurezza
(Parte 1)
La sicurezza funzionale (safety) finora considerata solo nei confronti dei pericoli dell’EUC
(Equipment Under Control) è stata estesa anche alla sicurezza antintrusione (security)
contro pericoli provocati da azioni non autorizzate e male volenti (Punto 7.4.2.3: IEC
61508-1), che possono portare e/o provocare
rischi di pericolo per il personale, l’ambiente
e l’impianto industriale.
Competenza e indipendenza del personale
(Parte 1)
Le competenze del personale coinvolto nei
progetti della funzione sicurezza, dapprima
relegate come informative nell’allegato A della vecchia IEC 61508-1, ora sono state riportate e ridefinite nell’articolo 8 della nuova IEC
61508-1.
Tabella 1 - Stralcio dei requisiti del ciclo di vita in sicurezza (Tabella 1: IEC 61508-1)
A titolo di esempio si riporta in tabella 2, la tabella 5: IEC 61508-1, che definisce in funzione del richiesto livello di inPer far chiarezza a tal proposito sono stati rivisti i contenuti della tabeltegrità di sicurezza SIL, l’indipendenza del personale coinvolto nella
la 1: IEC 61508-1, che evidenzia a fronte delle nuove fasi del ciclo di vita
in sicurezza (Safety Life Cycle):
valutazione della sicurezza funzionale rispetto l’organizzazione che
• 9: Specificazione dei requisiti dei sistemi E/E/PE
realizza il sistema strumentato di sicurezza SIS.
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In particolare, secondo la “nota” riportata in tabella 2, in relazione al richiesto SIL (1, 2, 3, 4), l’indipendenza del personale di valutazione della
sicurezza funzionale è:
•X
: sufficiente;
• X1, X2 : sufficiente in alternativa;
: X2 appropriato per sistemi a maggior grado di complessità,
novità o tecnologia;
•Y
: insufficiente.
Determinazione della tolleranza ai guasti hardware (Parte 2)
La tolleranza ai guasti hardware HFT (Hardware Fault Tolerance) oltre
che col classico metodo della frazione dei guasti sicuri SFF (Safe Failure Fraction) denominata Route 1H, si può ora determinare, anche attraverso la nuova Route 2H (Punto 7.4.4.3: IEC 61508-2) sia per i componenti ad alta complessità tipo B (purché con copertura diagnostica DC
maggiore del 60%), sia per i componenti a bassa complessità tipo A,
che sono stati selezionati sulla base di utilizzazioni precedenti - “proven use” (analogamente all’attuale IEC 61511).
In queste situazioni di Route 2H, è richiesto un HFT minore:
a) 2 per SIL 4
b) 1 per SIL 3
c) 0 per SIL 2
d) 0 per SIL 1
Inoltre, i componenti a bassa complessità tipo A, sono considerati
”proven in use” se la quantificazione dei guasti hardware casuali sono
stati:
a) rilevati dall’utilizzo in campo in similari applicazioni di processo e
ambientali;
b) elaborati statisticamente secondo norme Internazionali IEC 20300-32 o ISO 14224;
c) valutati in accordo alle quantità di dati di ritorno dall’utilizzazione, da
test e da giudizi.
Requisiti normativi del manuale di sicurezza (Parte 2 e 3)
Il manuale di sicurezza deve definire gli attributi di ogni componente
dei sottosistemi di sicurezza, i vincoli HW e SW che l’integratore deve
considerare e le proprietà principali, le caratteristiche funzionali ed i
comportamenti in caso di guasto.
Il manuale è ora normativo sia per HW e SW (rispettivamente allegati
D della parte 2 e 3), e deve contenere almeno i seguenti elementi:
a) la specifica funzionale delle funzioni realizzate;
b) l’identificazione dell’HW e SW per consentire l’integrazione;
c) le istruzioni ed i vincoli da rispettare per evitare guasti sistematici.
Poi per ogni funzione si deve almeno specificare:
• i modi di guasto casuali della funzione (rilevati e non rilevati dalla diagnostica);
• i tassi di guasto relativi (rilevati e non rilevati dalla diagnostica);
• i requisiti e gli intervalli della diagnostica;
• gli stati delle uscite in caso di guasto;
• la configurazione HW (& SW);
• la fault tolerance HW (& SW);
• la classificazione in tipo A e tipo B;
• la configurazione raccomandata;
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La sicurezza funzionale
articoli
Tabella 2 - Indipendenza del personale coinvolto nella valutazione della sicurezza funzionale
24
• le istruzioni per l’installazione;
• ecc..
Altri dettagli sulle altre Parti della IEC 61508:2010
La parte 4 “Termini e Definizioni” introduce i concetti di element safety
function, overall safety function, systematic capability, ecc.
Nella parte 5 “Esempi di metodi per la determinazione del SIL” sono
state estesi gli esempi di metodologie di determinazione del SIL.
Nella parte 6 “Linee guida di applicazione della IEC 61508-2 &I EC
61508-3” sono state riportate maggiori informazioni sul calcolo della
probabilità e miglior descrizione sulle tecniche di modellazione probabilistica: Reliability block, Fault tree, Markov, ecc.
Infine, è stata aggiornata la parte 7 ”Bibliografia”.
Conclusioni
Si tratta, dunque, di una revisione sostanziale: le novità riguardano da
un lato, metodologie alternative per la determinazione della tolleranza
ai guasti hardware HFT (Route 2H, già contemplata in qualche maniera
anche dalla IEC 61511:2003 rivolta alla sicurezza funzionale nell’industria di processo) e dall’altro lato, le richieste normative essenzialmente per la competenza e indipendenza del personale che conduce la valutazione della sicurezza funzionale e per la redazione del manuale di
sicurezza. Pertanto si può ritenere che la nuova edizione 2 della IEC
61508:2010 avrà un l’impatto industriale favorevole, sia per la maggiore
facilità di interpretazione e la maggiore generalità e completezza, sia
perché in applicazioni che prevedono funzioni strumentate di sicurezza
SIF, realizzate con componenti provati e/o utilizzati precedentemente,
si può avere un credito di ridondanza rispetto SIF realizzate con componenti con ratei di guasto non documentati.
Sebbene le novità introdotte dalla nuova norma basilare sulla sicurezza funzionale IEC 61508:2010 non siano sostanziali per l’esperto, per il
neofita che si avvicina alla sicurezza funzionale nell’industria di processo sono abbastanza rilevanti, perché dovendo seguire la norma
specifica sull’industria di processo IEC 61511:2003 che fa spesso riferimenti trasversali con la IEC 61508, talvolta con corpo normativo articolato in ben 10 parti si potrebbe anche smarrire.
Per questo motivo il CEI ha messo a calendario un corso sui sistemi
strumenti di sicurezza SIS, che partendo dalla linea guida nazionale di
applicazione della IEC 61511, delinea una corretta implementazione
della IEC 61511 e degli articoli normativi di riferimento trasversali della
IEC 61508 con esempi applicativi di determinazione dei livelli di integrità di sicurezza SIL, attraverso un pratica modellistica consolidata mediante i grafici e le matrici di rischio, al fine di far rientrare il processo
entro i limiti di rischio consentiti dalla regolamentazione legale e societaria, nei confronti dei possibili danni all’ambiente, alle persone e alle
cose.
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
Fabio Andreolli
Membro CEI SC65A
Alessandro Brunelli
Segretario CEI SC65B
Emanuele Ciapessoni
Membro CEI SC65A
FUNCTIONAL SAFETY: THE NEW EDITION OF IEC 61508
The International Electrotechnical Commission (IEC) has recently
published a new edition of one of the most important applicative
standard affecting the industry: the IEC 61508 series, dedicated to
Functional Safety, that also has multiple links with many other
standards in several sectors. This brief article aims to illustrate the
relevant news regarding the revision of the IEC 61508 Ed. 2 and the
consequences of this update on the Process Industry.
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zione del cibo e trasmettono informazioni sulle condizioni dei prodotti, ma anche del comportamento da tenere all’interno della filiera
alimentare indicando che cosa occorra realizzare a livello di sistema qualità, controllo
qualità e conformità dei prodotti.
Ambiente
Anche per il 2011 saranno attive proposte formative finalizzate a fornire una buona conoscenza di base in materia, a preparare chi si
occupa di gestione ambientale nelle aziende,
ad aggiornare coloro che operano nel campo
della consulenza e/o della formazione sullo
stato evolutivo delle normative del settore. In
particolare il corso per Auditor/Responsabili
gruppo di Audit di Sistemi di Gestione Ambientale ANGQ Qualificato CEPAS della durata di
40 ore, propedeutico per tutti gli operatori impegnati in tale attività, permetterà di approfondire la conoscenza delle metodologie per la
conduzione degli audit migliorando le competenze per una corretta gestione, pianificazione, organizzazione e chiusura degli stessi. Il
corso propone un primo livello di formazione
specifica sugli audit interni di SGA (della durata di 24 ore) e la possibilità di altre due giornate di approfondimento con esame finale e rilascio dell’attestato di superamento corso.
Costruzioni
Con la pubblicazione della norma UNI
11367:2010, importante tassello messo a disposizione degli operatori per affrontare le sfide
del costruire a regola d’arte nell’interesse del
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Numerosi i corsi organizzati dal Centro Formazione UNI nel 2010: hanno infatti superato il
centinaio con più di 1000 presenze, oltre naturalmente, ai corsi organizzati presso le aziende.
Questi dati confermano che, anche in un periodo di crisi economica, la formazione è uno
strumento indispensabile per la competitività.
Inoltre, in un periodo di continua evoluzione e
globalizzazione, quale è quello in cui stiamo
vivendo, il compito della formazione è anche
quello di preparare le nuove figure professionali da inserire nel mondo del lavoro o di trasformare professionalità preesistenti per adeguarle a nuove esigenze.
Il Centro Formazione dell'UNI, che ormai da
anni propone corsi, seminari, giornate informative sui temi di maggior attualità, è diventato pertanto un punto di riferimento per tutti
coloro che desiderano sia migliorare la propria professionalità, sia contribuire, alla competitività dell'organizzazione di appartenenza.
Nel 2010, oltre ai corsi sui temi tradizionali,
quali ambiente, qualità, sicurezza, si è pensato di ampliare l’offerta progettando nuovi corsi anche in quei campi, nei quali si riteneva vi
fossero delle esigenze formative come, ad
esempio l’agroalimentare, l’energia.
Cosciente dell’importanza del suo ruolo, il
Centro Formazione dell'UNI, proporrà, anche
per l’anno prossimo, un fitto calendario di incontri. Fra i principali settori che verranno
toccati segnaliamo:
Agroalimentare
Si arricchirà di nuove proposte formative il
calendario relativo a questo importante settore. Le problematiche relative alla sicurezza
alimentare sono infatti un argomento più che
mai attuale e rappresentano un punto fondamentale nella tutela della salute pubblica. La
globalizzazione dei mercati e la notevole complessità dei processi produttivi impongono la
regolamentazione di tutti gli aspetti sia dell'organizzazione degli interscambi, sia delle metodologie di produzione: si parlerà dunque
non solo dei cosiddetti imballaggi “attivi” e
“intelligenti”, che vanno oltre la semplice funzione di contenimento e, interagendo con i
prodotti alimentari partecipano alla conserva-
a cura delle aree Formazione UNI e CEI
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Formazione al servizio delle
nuove figure professionali
cittadino-consumatore, visto che si tratta della
classificazione acustica delle unità immobiliari, sono stati attivati e verranno riproposti anche il prossimo anno, corsi su tale argomento
che non solo presentano la norma, ma spiegano anche i requisiti acustici cui essa fa riferimento, i loro ambiti di applicazione e di esclusione, le metodologie di misurazione.
Energia
La riduzione dei consumi è un primo passo
per minimizzare gli effetti negativi dell'attività
umana sull'ambiente, rendendo il nostro sviluppo sostenibile. Tale riduzione può essere
messa in atto attraverso un insieme di comportamenti, processi e interventi volti al risparmio energetico ogni giorno, in ogni nostra
attività. Le attività umane e i bisogni delle popolazioni aumentano sempre più con il conseguente incremento della richiesta di energia e
con un costo della stessa sempre maggiore.
Un importante strumento di politica nazionale
per il miglioramento dell’efficienza energetica
è sicuramente la norma UNI CEI EN 16001 "Sistemi di gestione dell'energia - Requisiti e linee guida per l'uso", recentemente pubblicata. Data l'estrema attualità del tema - uso razionale e gestione complessiva dell'energia che coinvolge in termini più generali l'intera
politica ambientale dell'Unione europea e la
competitività delle imprese, il Centro Formazione UNI continuerà la sua attività formativa
volta ad informare tutti i soggetti civili ed industriali sulle potenzialità offerte da tale norma.
Qualità
In un mondo in continua evoluzione la qualità
rimane uno degli elementi chiave attraverso
cui il mercato seleziona l’offerta: per tale motivo verranno proposti, anche nel 2011, vari corsi
su tale tema, che spazieranno dal “corso base”, momento formativo, propedeutico alla conoscenza del sistema di gestione per la qualità
secondo le norme della serie UNI EN ISO 9000,
alle novità introdotte dalla norma UNI EN ISO
9004, una norma per interagire in modo sempre
rubriche
Formazione
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
27
CORSI CEI DICEMBRE 2010/GENNAIO 2011
Corso
11-27
31Polveri
11-27
28
Città
Milano - CEI
10/01/2011
Treviso Tecnologia
Lancenigo di Villorba (TV)
Milano - CEI
12/01/2011
13-01-2011
Milano - CEI
Milano - CEI
17/01/2011
18/01/2011
21/01/2011
24/01/2011
Milano - CEI
Milano - CEI
Milano - CEI
Milano - CEI
26/01/2011
Milano - CEI
31-01-2011
Milano - CEI
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82-25
PROIMP
LED
11-27
Lavori in prossimità di impianti elettrici e Lavori elettrici sotto tensione in BT e fuori tensione in AT
e BT in conformità al Testo Unico sulla Sicurezza
Manutenzione di cabine elettriche MT/BT del cliente finale
Sistemi di protezione e interfacciamento con impianti utente delle reti elettriche di distribuzione in
MT
Impianti fotovoltaici collegati alle reti elettriche in BT e MT: progettazione e realizzazione
Progettazione degli impianti elettrici a bassa tensione
Apparecchi di illuminazione a LED
Lavori in prossimità di impianti elettrici e Lavori elettrici sotto tensione in BT e fuori tensione in AT
e BT in conformità al Testo Unico sulla Sicurezza
Progettazione esecutiva dell'equipaggiamento elettrico delle macchine: Normativa ed esempi
pratici
I quadri elettrici di bassa tensione
44-5
QuadriBT
più efficiente con il contesto economico-produttivo e per raggiungere e mantenere i risultati desiderati fornendo una risposta equilibrata a tali aspettative. Saranno trattati anche i temi relativi a come redigere una procedura, affinché sia chiara e semplice da applicare o a
come gestire i reclami così da indirizzare l’organizzazione ad una gestione del reclamo finalizzata a fornire indicazioni concrete per l’avvio
di azioni di fidelizzazione del cliente e di miglioramento interno nonché molti altri aspetti che
aiutano a fornire servizi di “qualità”.
Sanità
Le problematiche relative ai dispositivi medici
sono non solo di grande interesse, ma anche
assai complesse. Infatti, tutti i dispositivi medici, per poter circolare all’interno del unione
europea devono, non solo rispondere alla
nuova direttiva 2007/47/CE, ma bisogna che
siano caratterizzati in funzione della propria
destinazione d’uso. Anche la gestione dei rischi ha un ruolo essenziale nella fabbricazione e nella distribuzione dei dispositivi medici
ed è questo argomento assai difficile, perché
ogni interlocutore attribuisce un valore diverso alla probabilità che si verifichi un danno e
al detrimento che potrebbe derivare dall’esposizione ad un pericolo.
Gli aspetti da analizzare in questo settore sono dunque assai vari e continueranno ad essere oggetto dei corsi proposti in tale campo.
Sicurezza
Nell’ambito sicurezza protagonisti saranno,
anche per il 2011, i corsi sulle principali Direttive, ATEX, PED e Macchine, tematiche verso
le quali è sempre alto l’interesse: anche se
sono ormai passati diversi anni dal recepimento di queste Direttive UNI ha ritenuto opportuno proporre sia corsi di base, per dare
una formazione completa ed esaustiva a tutte
a
a cura delle aree Formazione UNI e CEI
rubriche
0-15
Protezioni
Descrizione
Data
Lavori in prossimità di impianti elettrici e Lavori elettrici sotto tensione in BT e fuori tensione in AT 15/12/2010
e BT in conformità al Testo Unico sulla Sicurezza
Luoghi con pericolo d'esplosione in presenza di polveri; Norme CEI e direttive ATEX
16/12/2010
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le persone che, in azienda, a livello operativo,
si trovano ad affrontare, per la prima volta, le
problematiche relative all’applicazione di tali
Direttive, sia di approfondimento rivolti a coloro che vogliono migliorare le proprie competenze e la propria professionalità. A questi si
aggiungeranno i corsi che prenderanno in
considerazione altri due temi di particolare rilievo e interesse: gli impianti termici e quelli
antincendio.
Con questa breve e sintetica panoramica abbiamo voluto dare un’indicazione di massima
di quanto verrà offerto nel corso del prossimo
anno ma, per chi volesse avere il quadro completo delle attività del Centro di Formazione
UNI, è disponibile sul nostro sito il calendario
delle varie manifestazioni, frequentemente aggiornato con nuove proposte volte a rispondere sempre meglio alle esigenze del mercato.
TIS: una nuova sede
per i corsi CEI a Bolzano
Il CEI arricchisce la propria offerta formativa
allargando la collaborazione con nuovi distributori per l’erogazione di corsi di formazione.
Recentemente è stato stipulato un accordo
con TIS Innovation Park, centro promotore
per l’innovazione, la cooperazione e il trasferimento di tecnologie per tutti gli attori del sistema innovazione altoatesino, che si prefigge lo scopo di creare una rete di imprenditori,
ricercatori ed esperti. I collaboratori del TIS
forniscono consulenza e assistenza ai giovani
imprenditori che intendono fondare una propria azienda, aiutano le piccole imprese a instaurare tra loro una rete di rapporti collaborativi e mettono in contatto la scienza e la ricerca con il mondo dell’economia.
TIS, che ha sede a Bolzano, in Via Siemens
19, è posto in un punto nevralgico della città a
pochi chilometri dall’uscita autostradale del
Brennero e non lontano dall’aeroporto.
Il corso d’apertura della stagione, CEI 64-14
“Verifiche degli impianti elettrici”, ha ottenuto
molto successo richiamando l’attenzione e
l’interesse di elettricisti e manutentori elettrici, principali destinatari del corso.
La giornata di studio informa circa gli obblighi
di verifica e le loro modalità di esecuzione
previste dalla Norma CEI 64-8 sugli impianti
elettrici, approfondendo gli obblighi normativi
e legislativi, la protezione contro i contatti diretti e indiretti, le caratteristiche essenziali
degli impianti di terra, gli esami a vista dell’impianto elettrico, nonché le misure e le prove.
Il secondo appuntamento formativo, CEI 11-27
“Lavori in prossimità di impianti elettrici e Lavori elettrici sotto tensione in BT e fuori tensione in AT e BT in conformità al Testo Unico
sulla Sicurezza”, ha avuto luogo a metà novembre, presso la sede di TIS.
Il corso, conforme al livello 1A e 2A della Norma CEI 11-27, per l’attestazione delle qualifiche PES o PAV, fornisce gli elementi di completamento alla preparazione del personale
che svolge lavori elettrici, con particolare riguardo all’acquisizione delle necessarie conoscenze teoriche e delle modalità di organizzazione e conduzione dei lavori, anche con
esempi descrittivi di lavori riconducibili a situazioni impiantistiche reali.
Per visionare il calendario completo di tutti i
corsi CEI e i programmi per il 2010-2011 e per
avere tutte le informazioni è possibile consultare il sito CEI all’indirizzo http://www.ceiweb.
it alla voce “CEI Formazione” oppure contattare direttamente CEI Formazione ai recapiti
sotto riportati:
Tel. 02.21006.280 - 281 - 286 - Fax 02.21006.316
e-mail: [email protected]
Gestione dei rifiuti
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dossier
A cura di Stefano Sibilio – Responsabile Divisione UNI Organizzazione, processi, servizi e società
a
Non c’è dubbio: il tema della gestione dei rifiuti è sempre molto “caldo” e quindi molto
delicato da trattare. Proviamo a farlo con
questo dossier sugli aspetti di normazione
della gestione dei rifiuti in quanto la percezione comune sul tema è che in Italia ci sia
tanto da fare, eppure in ambito normativo l’Italia riesce spesso a trovare soluzioni che
vengono accolte in modo entusiastico in Europa e talvolta prese a modello.
Infatti, sono numerosi i temi di questo dossier
che raccontano esperienze di leadership italiana in sede CEN, a partire dalla conduzione
dei lavori del principale gruppo del Comitato
europeo CEN/TC 183 “Waste management”
(articolo di Gianmaria Baiano, che apre questo dossier), e dalle testimonianze dei delegati
italiani in tale comitato, che negli anni sono riusciti a dare peso e forza alle proposte normative definite in UNI fino a far andare di pari
passo l’evoluzione della produzione delle loro
aziende con l’evoluzione della normativa,
sempre in linea con l’evoluzione dei mercati
(articolo di Francesco Mondini). Tale evoluzione ha portato questo Comitato, quasi in modo
naturale, ad affrontare finalmente il tema più
interessante per gli utenti finali: i livelli di prestazione dei servizi di raccolta rifiuti e in genere di igiene urbana. Non è stato facile in sede europea far passare l’importanza e la necessità di approvare l’attivazione di questi
nuovi lavori normativi, in un contesto che si
era fin qui dedicato ai soli prodotti (cassonetti, camion, sistemi, ecc.), ed il passaggio è talmente significativo da comportare anche modifiche nelle stesse delegazioni nazionali e
quindi negli interlocutori coinvolti. Non a caso
in UNI sono stati maggiormente coinvolti numerosi nuovi soggetti, di provenienza Federambiente (con Hera e AMSA in prima linea),
Fise Assoambiente, CONAI tra gli altri.
Nell’ambito di questi lavori merita un cenno
particolare una nuova proposta italiana (articolo Giovanni Bragadina) che a maggior ragione inquadra certamente le necessità del
cittadino consumatore: quella di definire degli elementi visivi per l’identificazione delle
diverse frazioni di rifiuto. Stiamo parlando
della situazione imbarazzante, dal punto di vista normativo, per cui in ogni Regione di Italia, e ancor di più in ogni Provincia fino a
scendere al livello comunale, i contenitori per
la raccolta dei diversi materiali (carta, vetro,
plastica) sono di colori diversi. Quale migliore
occasione per la normazione di affrontare un
tema così sentito, apparentemente così semplice, ma che nasconde delle insidie e degli
interessi fortissimi?
E sempre in tema di leadership italiana in Europa, il dossier si chiude con un’esperienza
completamente diversa ma altrettanto di successo: la normazione delle caratteristiche dei
materiali provenienti da pneumatici fuori uso
(articolo di Elio A. Savi). Su questo tema in
UNI avevamo a fatica raccolto un’esperienza
non felice condotta in passato con leadership
svedese, che non aveva portato al consenso
tra i vari Paesi sui contenuti normativi proposti. L’idea di ampliare la base dei partecipanti,
di realizzare una norma di carattere sperimentale (UNI CEN/TS14243) e di mediare tra
posizioni molto diverse provenienti da produttori di pneumatici, operatori della raccolta,
distributori, recuperatori e riciclatori dei materiali, utilizzatori degli stessi, ha portato ad
un successo (all’inizio insperato) con approvazione all’unanimità di un testo che certamente aprirà la strada per l’ulteriore evoluzione di un mercato nuovo e particolarmente
significativo.
E tra queste due esperienze di leadership italiana in Europa, si dipana il fil rouge del dossier, tra i tanti diversi aspetti della gestione
dei rifiuti: dalla raccolta dei rifiuti urbani e relativo trasporto, al campionamento dei rifiuti
per le analisi di laboratorio sugli stessi (articolo di Stefania Balzamo sulla norma UNI 10802
richiamata in dispositivi legislativi), fino al recupero, riutilizzo e/o riciclo dei materiali, dove
oltre agli pneumatici, un’esperienza di normazione nazionale ha individuato nei veicoli dismessi (vedere articolo di Claudio Dozio) un’altra importante fonte di materiali riutilizzabili.
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FISE ASSOAMBIENTE
FISE Assoambiente, l’Associazione che rappresenta, a livello
nazionale, le imprese private che svolgono servizi ambientali, ha da
sempre ribadito l’importanza, per il settore, di disporre di adeguati
e aggiornati standard per un omogeneo livello autorizzativo sul territorio che assicurino soluzioni tecnico-gestionali in grado di rendere sempre più efficiente ed efficace l’operatività in questo
campo, garantendo al contempo il rispetto per l’ambientale.
Coerentemente con questo obiettivo, acquista un ruolo fondamentale la partecipazione ed il supporto fornito ai lavori dei tavoli tecnici dell’UNI e del CEN. La collaborazione tra l’Associazione e i citati Enti di normazione, nazionale
ed europeo, ha permesso e permette tutt’oggi la definizione di soluzioni concrete a vantaggio non
solo delle imprese ma anche dell’efficienza del sistema nel suo complesso.
Pietro Colucci - Presidente FISE Assoambiente
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Nell’ottobre 1989 – poche settimane prima
della caduta del muro – fu costituito a Berlino
presso il DIN, che ne assunse la segreteria, il
Comitato tecnico europeo CEN/TC 183, ambiziosamente finalizzato al “Waste Management”, e contestualmente nel suo ambito anche il gruppo di lavoro WG1 per la normalizzazione dei contenitori per la raccolta dei rifiuti,
la cui segreteria fu affidata ad un delegato
italiano e quindi all’UNI, dopo aspri contrasti:
questa era infatti disputata fra un rappresentante dei costruttori francesi ed uno dell’Austria, supportato dalla Delegazione tedesca,
senza possibilità di coagulare una significativa maggioranza a favore di uno o dell’altro
candidato.
Per superare lo stallo si verificò la disponibilità dei responsabili operativi dei servizi comunali al momento presenti, il cui profilo di pubblici funzionari assicurava maggiore indipendenza di giudizio: fra il Direttore del forno di
incenerimento di Copenhagen e quello dell’Azienda Municipalizzata di Igiene Urbana di
Genova fu “provvisoriamente” designato quest’ultimo, in quanto professionalmente più vicino ai problemi della raccolta. Dopo un ventennio, malgrado il variare degli incarichi successivamente assunti nel settore, il medesimo
delegato presiede ancora il WG1.
Qualche anno dopo fu costituito un secondo
gruppo di lavoro, relativo ai compattatori usati
per la raccolta, con segreteria francese e, nel
nuovo millennio, un terzo gruppo per la normazione dei sistemi di riconoscimento dei
contenitori e di rilevazione dei rifiuti contenuti
mediante dispositivi installati sui mezzi, con
segreteria olandese.
Al momento dell’avvio dell’attività del TC erano state approvate norme nazionali relative ai
soli cassonetti e solamente in 3 Paesi, Germania, Francia e Italia, vale a dire da parte del
DIN, di AFNOR e dell’UNI: in vari altri Paesi
europei – e segnatamente in Olanda, Irlanda,
Gran Bretagna e Spagna – c’era poi un grande interesse per ottenere l’inclusione nelle
nuove norme dei propri prodotti per cui il
WG1, oltre a svolgere un complesso lavoro di
armonizzazione degli standard già consolidati
(circa gli elementi dimensionali ed i metodi di
prova), dovette compiere scelte difficili e talvolta dolorose al fine di limitare per quanto
possibile le variabili tipologiche che avrebbero ostacolato la compatibilità dei diversi contenitori rispetto a sistemi unificati di sollevamento e di svuotamento.
Fra le alternative tecnologiche non incluse
nelle norme basta ricordare i sistemi di sollevamento di contenitori “Hook and Hold” (Irlanda), “Diamond” (Germania), “Bologna” ed
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Gestione dei rifiuti
dossier
La normativa CEN su contenitori
e servizi: un contributo italiano
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“Europa” (Italia): anche se non sono del tutto
usciti di scena nei Paesi di origine, la loro presenza si è progressivamente ridotta e, soprattutto, non si sono ulteriormente diffusi in ambito europeo, che oggi utilizza 3 soli sistemi. In
questo senso l’elaborazione della norma ha
senz’altro esercitato una forte azione di orientamento del mercato.
Inoltre all’epoca non esisteva in Europa alcuno standard relativo ai cassonetti per raccolta differenziata, alle “campane” sollevabili
con gru, ai contenitori “underground” ossia
collocati del tutto o in parte al di sotto del
suolo calpestabile; neppure erano disponibili
norme circa i veicoli di raccolta o l’elettronica
da installare su di essi per verificare in tempo
reale lo svolgimento del servizio.
In vent’anni il TC ha svolto un lavoro imponente, colmando tutte queste lacune, ed inoltre
elaborando, senza potersi riferire ad esperienze precedenti, una complessa normativa
concernente i compattatori a caricamento
posteriore, laterale e frontale, nonché i sistemi di rilevazione dei contenitori svuotati e del
loro contenuto, con protocolli unificati di trasmissione dei dati alla centrale operativa del
servizio.
In particolare il WG1 ha normato, e in qualche
caso anche già più volte aggiornato, gli standard relativi a:
• contenitori mobili (bidoni e cassonetti) per
raccolte ordinarie e differenziate, con le EN
840-1/-6;
• contenitori stazionari: EN 12574-1/-3;
• contenitori sollevati dall’alto e svuotati dal
basso: EN 13071-1/-3;
• ricoveri per cassonetti: EN 15132.
Un notevole impegno è seguito all’adozione
della Direttiva Macchine, che ha ovviamente
comportato una rivisitazione di molti contenuti delle norme relative ai compattatori, più volte osservate e rimandate per chiarimenti al
WG2 dal Ministero della Sanità Francese e
dal Bureau Technique del CEN. Anche il WG1
ha speso approfondite discussioni al riguar-
do, al fine di acclarare e far assentire agli organi tecnici di controllo il fatto che i contenitori NON sono macchine, e pertanto ad essi
non si applica la direttiva in questione.
Mentre prosegue il continuo adeguamento alle nuove esigenze di questo corpus, da cui dipende il regolare svolgimento dei servizi basilari di igiene urbana, negli ultimi anni l’attività
del WG1 si è sempre più orientata a normalizzare la prestazione dei servizi, oltre che le attrezzature impiegate, estendendosi fortemente in altri settori fra cui:
• le toilette mobili ed i relativi standard di impiego (inchiesta pubblica in fase di lancio);
• la definizione degli elementi visuali di riconoscimento dei contenitori per raccolte differenziate: il progetto è in fase avanzata di
sviluppo;
• la definizione delle prestazioni richieste o
fornite nonché la verifica e l’accettazione
dei servizi di gestione dei rifiuti quali la pulizia delle strade, la raccolta dei rifiuti urbani, la pulizia e la manutenzione dei contenitori, la raccolta dei rifiuti abbandonati,
la vuotatura dei pozzi neri, la rimozione dei
graffiti dagli spazi pubblici, la raccolta
pneumatica, le condizioni generali di appalto di questi servizi.
Quest’ultimo gruppo di norme è senz’altro il
progetto più ambizioso affrontato dal Gruppo
di Lavoro per mole (sono previsti testi per oltre un milione di battute), complessità e contenuto innovativo dei documenti previsti, considerando l’assenza di precedenti norme nazionali in tutte queste materie e che per la
maggior parte degli argomenti affrontati non
esistono neppure disciplinari tecnici predisposti da associazioni di categoria nazionali.
Tre parti sono già state redatte e sono in corso di verifica tecnica in vista dell’inchiesta
pubblica, mentre altre cinque sono previste
nel prossimo triennio. Una certa apatia al riguardo da parte delle delegazioni di taluni
Paesi lascia supporre che in alcune aree sarebbe preferita l’assenza di regolamentazioni
(aggiornamento ottobre 2010)
Contenitori per la raccolta dei rifiuti (CEN/TC 183/WG1)
Titolo
Contenitori mobili per rifiuti - Parte 1: Contenitori a 2 ruote, con capacità fino a
400 l, per dispositivi di sollevamento a pettine - Dimensioni e progettazione
UNI EN 840-2:2004
Contenitori mobili per rifiuti - Parte 2: Contenitori a 4 ruote e coperchio(i) piatto(i), con capacità fino a 1 300 l, per dispositivi di sollevamento a perno
(maschio) e/o a pettine - Dimensioni e progettazione
UNI EN 840-3:2004
Contenitori mobili per rifiuti - Parte 3: Contenitori a 4 ruote e coperchio(i)
basculante(i), con capacità fino a 1 300 l, per dispositivi di sollevamento a
perno (maschio) e/o a pettine - Dimensioni e progettazione
UNI EN 840-4:2004
Contenitori mobili per rifiuti - Parte 4: Contenitori a 4 ruote e coperchio(i) piatto(i), con capacità fino a 1 700 l, per dispositivi di sollevamento a perno
(maschio) largo o BG e/o a pettine largo - Dimensioni e progettazione
Contenitori mobili per rifiuti - Parte 5: Requisiti prestazionali e metodi di
UNI EN 840-5:2004
prova
UNI EN 840-6:2009
Contenitori mobili per rifiuti - Parte 6: Requisiti di igiene e sicurezza
UNI EN 12574-1:2006
Contenitori stazionari per rifiuti - Parte 1: Contenitori con capacità fino a
10 000 l con coperchio/i piatto/i o basculante/i, per dispositivo di sollevamento a perno, a doppio perno o a tasca - Dimensioni e progettazione
UNI EN 12574-2:2006
Contenitori stazionari per rifiuti - Parte 2: Requisiti prestazionali e metodi di
prova
UNI EN 12574-3:2006
Contenitori stazionari per rifiuti - Parte 3: Requisiti di igiene e di sicurezza
UNI EN 13071-1:2008
Contenitori stazionari per rifiuti con capacità fino a 5 000 l, sollevati dall'alto e
svuotati dal basso - Parte 1: Requisiti generali
UNI EN 13071-2:2008
Contenitori stazionari per rifiuti con capacità fino a 5 000 l, sollevati dall'alto e
svuotati dal basso - Parte 2: Requisiti addizionali specifici per sistemi interrati
o semi-interrati
prEN 13071-3 allo studio Contenitori stazionari per rifiuti con capacità fino a 5 000 l, sollevati dall'alto e
svuotati dal basso - Parte 3: Connessioni raccomandate per il sollevamento
UNI EN 15132:2006
prEN 16194 allo studio
UNI EN 1501-1:2010
UNI EN 1501-2:2010
UNI EN 1501-3:2008
UNI EN 1501-4:2008
prEN 1501-5 allo studio
Veicoli per la raccolta dei rifiuti (CEN/TC 183/WG2)
Veicoli raccolta rifiuti e relativi dispositivi di sollevamento - Requisiti generali
e di sicurezza - Parte 1: Veicoli raccolta rifiuti a caricamento posteriore
Veicoli raccolta rifiuti e relativi dispositivi di sollevamento - Requisiti generali
e di sicurezza - Parte 2: Veicoli raccolta rifiuti a caricamento laterale
Veicoli raccolta rifiuti e relativi dispositivi di sollevamento - Requisiti generali
e di sicurezza - Parte 3: Veicoli raccolta rifiuti a caricamento frontale
Veicoli raccolta rifiuti e relativi dispositivi di sollevamento - Requisiti generali
e di sicurezza - Parte 4: Codice di prova dell'emissione acustica per veicoli
raccolta rifiuti
Veicoli raccolta rifiuti e relativi dispositivi di sollevamento - Requisiti generali
e di sicurezza - Parte 5: Dispositivi di sollevamento dei veicoli raccolta rifiuti
Sistemi di identificazione (CEN/TC 183/WG3)
Identificazione e/o determinazione della quantità di rifiuti
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UNI EN 14803:2006
Altri prodotti (CEN/TC 183/WG1)
Ricoveri per contenitori mobili per rifiuti con capacità fino a 1 700 l - Requisiti
prestazionali e metodi di prova
Mobile non-sewer-connected toilet cabins - Requirements of services and
products relating to the deployment of cabins and sanitary products
L’elenco completo delle norme UNI è disponibile attraverso il catalogo on-line all’indirizzo: www.uni.com
in questo settore, ma la partecipazione vivace
ed in qualche caso conflittuale di altre delegazioni, fra cui quelle di Germania, Italia, Spagna, Portogallo e Finlandia, assicura invece un
alto livello di interesse ed una probabile con-
clusione condivisa.
Guardando agli oltre vent’anni di conduzione
italiana dei lavori in questo settore risulta evidente il ruolo trainante e determinante del
WG1 nell’ambito del TC 183, grazie all’inappun-
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Riferimento
UNI EN 840-1:2004
tabile servizio di segreteria assicurato dai Funzionari dell’UNI che si sono succeduti in questo lungo arco di tempo, come pure alla continuità di azione assicurata dal fatto di aver fruito del contributo di uno stesso Convenor per
tutto il periodo ed al sostegno costante degli
operatori che hanno supportato l’iniziativa.
Tuttavia, ad una riflessione più complessiva,
gli elementi determinanti di questo successo
appaiono, al di là degli indubbi contributi di
singole persone o imprese, l’inventiva, l’adattabilità, l’attenzione tecnica ed il rispetto delle
regole che spesso caratterizzano l’impegno
dei nostri rappresentanti negli organismi internazionali.
dossier
NORME E PROGETTI DEL COMITATO CEN/TC 183
Gianmaria Baiano
FISE Assoambiente
Convenor del CEN/TC 183/WG1 e Coordinatore
del GL8 Attrezzature e macchine per la
raccolta dei rifiuti della Commissione Tecnica
Ambiente UNI
Il lavoro di normazione nel
CEN/TC183 Waste management:
un vantaggio competitivo nello
sviluppo dei prodotti
All’interno del CEN/TC 183 “Waste management” opera, fin dal 1988, il gruppo di lavoro
“WG1”, incaricato della redazione delle norme
relative ai contenitori per i rifiuti, che spazia, in
pratica, dalle pattumiere che abbiamo sul terrazzo ai bidoni a due ruote, dai contenitori
stradali a quattro ruote ai contenitori stazionari (cosiddetti “a Casetta”) , fino ai grandi
contenitori interrati ed alle campane stradali.
Il gruppo di lavoro è stato diretto, sin dall’inizio, da un coordinatore italiano, Gianmaria
Baiano, e da una segreteria italiana presso
l’UNI, che, in questi vent’anni e più, ha redatto
norme spesso considerate inizialmente ‘impossibili’, unificando progressivamente standard tra loro estremamente differenziati, originati da storia e tradizioni molto diverse tra loro, che si presentavano a volte come assolutamente inconciliabili.
Per di più, i prodotti che erano oggetto della
normativa (i contenitori per rifiuti) si sono nel
frattempo evoluti in modo rapidissimo (proprio nel periodo in cui li stavamo normando
…!).
Quando il nostro lavoro ha preso il via, infatti,
alla fine degli anni 80, i rifiuti erano raccolti in
Italia per oltre il 90% in modo indifferenziato, e
i contenitori stradali (sia a due che a quattro
ruote e stazionari) erano destinati prevalentemente alla raccolta del rifiuto indifferenziato, il
cosiddetto “tal quale”, mentre alla raccolta
differenziata, soprattutto di vetro e carta, raramente plastica, erano per lo più destinate le
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CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi – è il consorzio privato
senza fini di lucro costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi
con la finalità di perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo dei
materiali di imballaggio previsti dalla legislazione europea e recepiti in Italia attraverso il Decreto Ronchi (ora Dlgs. 152/06).
In un quadro di responsabilità condivisa in cui si chiedono a tutti i
soggetti coinvolti - imprese, Pubblica Amministrazione, cittadini nuovi comportamenti che permettano di far fronte a nuove responsabilità, i Ministeri dell'Ambiente e delle Attività Produttive hanno definito obiettivi lasciando alle
imprese la libertà di decidere come raggiungerli. La politica definisce il cosa, le imprese il come.
CONAI è il perno di uno dei sistemi europei più efficaci ed efficienti di recupero e valorizzazione
dei materiali di imballaggio basato sul principio della responsabilità condivisa fra i cittadini che
sono chiamati a separare i rifiuti in casa, i comuni che organizzano la raccolta differenziata e il
mondo delle imprese che provvede al loro riciclo/recupero.
Sulla base di tali presupposti CONAI partecipa alle attività di normazione UNI, EN e ISO sia nell’ambito della progettazione ecoefficiente degli imballaggi sia nell’ambito delle migliori pratiche di
gestione a fine vita.
Walter Facciotto - Direttore Generale CONAI
I PROGETTI INNOVATIVI ALLO STUDIO PRESSO IL CEN/TC 183
a
Titolo principale
Waste management Levels of performance
and acceptance for
street cleaning and
municipal waste
management services
Waste management –
Waste visual elements
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sole campane stradali.
Come tutti sanno, oggi il rifiuto indifferenziato
non esiste praticamente più e, di solito, i contenitori sono disponibili in tutte le versioni destinate alla raccolta delle singole frazioni di rifiuto, dalla versione per la raccolta della carta
a quella della plastica, dall’organico all’indifferenziato, che oggi si chiama “frazione residua”.
Personalmente, io mi sono accostato al lavoro
della normativa, a metà degli anni ’90, spinto
molto dalla curiosità, oltre che dalla necessità
di comprendere meglio le norme relative ai
prodotti di cui dovevo occuparmi in azienda.
Muovendomi con cautela, mi chiedevo se mi
sarebbe toccato di passare le notti davanti al
mio pc per portare avanti anche questo ennesimo lavoro (cioè la redazione delle bozze per
lo sviluppo della normativa) che mi sarei dovuto accollare, gratuitamente, per il noto meccanismo che opera nei comitati formati da poche persone, dove i volontari sono identificati
in automatico…..
Il lavoro sviluppava mediante riunioni successive, nelle quali i partecipanti esaminavano la
bozza di norma in fase di elaborazione, proponendo varianti, aggiunte, nuove parti.
Alla prima riunione a cui ho preso parte, infatti, abbiamo passato quasi tutto il tempo ad
analizzare i contenitori per rifiuti focalizzando
l’attenzione anche su dettagli (il sistema di sollevamento, gli interassi delle ruote, le maniglie, etc ..) e discutendo animatamente le varie
soluzioni. Ognuno illustrava gli standard esistenti nel proprio Paese evidenziandone i vantaggi e gli svantaggi e proponendo spesso il
proprio standard come il candidato migliore
da inserire nella norma.
Sembravamo quasi un gruppo di lavoro incaricato di sviluppare qualche nuovo contenitore.
Riguardando gli appunti, al ritorno, mi sembrava di aver appreso di più, su certi problemi, in
questa prima riunione che in mesi di lavoro nel
mio ufficio tecnico. Mah, sarà un’eccezione,
mi sono detto.
Ma poi, man mano che il lavoro si sviluppava,
mi sono accorto che il gruppo di lavoro era in
realtà una eccellente finestra aperta sul settore di mia competenza, che mi consentiva una
visione privilegiata del mercato europeo dei
contenitori per rifiuti e mi mostrava sia lo stato
di fatto dei prodotti più diffusi, sia le tendenze
più rilevanti e le probabili future evoluzioni.
Ciò significa, in pratica, passare in rassegna i
prodotti esistenti sul mercato esaminandoli ed
evidenziando anche il gradimento o la bocciatura riscontrata dalle varie soluzioni presso la
clientela.
Significava, in sintesi, avere accesso ad una
grande quantità di informazioni ed esperienze
messe gratuitamente a disposizione dai vari
partecipanti, analizzando in anticipo le soluzio-
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Gestione dei rifiuti
dossier
CONAI
(aggiornamento ottobre 2010)
Parte specifica
Part 1: General requirements
(in approvazione)
Part 2: Ways to measure the levels of performance and to settle the
acceptance, to draw up and to operate contracts for general or separate collection services of municipal waste
(allo studio)
Part 3: Ways to measure the levels of performance and to settle the
acceptance, to draw up and to operate contracts for manual and mechanical street and sidewalk cleaning and washing
(di prossima stesura)
Part 4: Ways to measure the levels of performance and to settle the
acceptance, to draw up and to operate contracts for containers cleaning
and maintenance
(di prossima stesura)
Part 5: Ways to measure the levels of performance and to settle the
acceptance, to draw up and to operate contracts for abandoned waste
removal
(da mettere allo studio in futuro)
Part 6: Ways to measure the levels of performance and to settle the
acceptance, to draw up and to operate contracts for street pit cleaning
(da mettere allo studio in futuro)
Part 7: Ways to measure the levels of performance and to settle the
acceptance, to draw up and to operate contracts for graffiti removal services
(da mettere allo studio in futuro)
Part 8: Ways to measure the levels of performance and to settle the
acceptance, to draw up and to operate contracts for pneumatic waste
collection
(da mettere allo studio in futuro)
This European Standard specifies a way to identify the various fractions
of municipal waste by a set of visual elements, including colours,
symbols, text, etc.
This standard is intended to create a unique operative model to easily
identify the waste from visual elements thereby facilitating collection and
recycling services for both consumers and collectors.
(allo studio)
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
Ci sono più tipologie di rifiuto che colori nell’arcobaleno.
Stabilire i colori per ogni materiale rappresenta un sogno per ogni “Normatore del rifiuto” che si rispetti. Se da un lato appare
quanto mai logico ed opportuno standardizzare i colori dei rifiuti, dall’altro le abitudini
ed i localismi impediscono spesso il concretizzarsi di una unificazione.
Dal 1989 ad oggi il CEN/TC 183 ha normato
contenitori (Waste Container) gruppo WG1,
automezzi (Refuse Collection Vehicles RCV)
gruppo WG2, dispositivi per l’identificazione
e pesatura (Identification Systems and Determination of the Quantity of Waste) gruppo
WG3.
Il successo delle norme è assolutamente visibile: la scelta di solo cinque tipi di attacchi
per i contenitori contribuisce ogni giorno in
Europa a garantire la sicurezza di persone e
operatori, anche grazie alla compatibilità di
container e mezzi di raccolta.
Il 7 settembre 2009 durante il meeting WG1
meeting in Colonia presso la sede del RAL
(ottima occasione per una proposta fulcrata
sui colori!), la delegazione italiana ha proposto di standardizzare a livello CEN gli elementi visivi che possano caratterizzare le
singole tipologie di rifiuti urbani oggetto della raccolta differenziata. Nasce così il concetto di “Waste Visual Elements”.
Mi piace ricordare che lo spunto nacque da
una vista al Museo Egizio di Torino nel luglio
dello stesso anno.
A livello UE ed altresì in tutti i 31 Paesi del
CEN, esiste una forte differenza di colori ed
aspetti estetici per ogni tipologia di rifiuto;
esistono norme nazionali, regionali e locali
molto diverse fra loro. Molto spesso una
persona che si sposta per lavoro incontra in
strada contenitori di colore diverso fra dove
abita e dove lavora. Per esempio in Lombardia il contenitore della carta è identificato
con il bianco e la plastica con il giallo; in
Piemonte è il contrario; ed ancora la carta è
blu in Emilia Romagna ed in Catalunya, ma è
rossa in Austria.
I colori non sono un elemento sufficiente:
sembrano tanti, ma i rifiuti sono di più!
Non è possibile fare differenze troppo esigue, ad esempio con sfumature e toni dello
stesso colore: il colore utilizzato per verniciare un contenitore in metallo (inox, alluminio, ferro zincato a caldo) sarà sempre diverso dal materiale plastico stampato ad
iniezione o in rotazionale!
Inoltre, nel tempo, i colori virano riducendo
progressivamente la loro intensità in funzio-
ne dei raggi solari.
Anche la lingua non è più sufficiente: nella
città di Brescia che conta circa 200.000 abitanti, coesistono 151 razze di uomini con
moltissime lingue diverse.
Le immagini possono non essere sufficienti
per identificare in modo univoco i materiali,
sebbene le tecnologie moderne consentono
elevati livelli di qualità di stampa.
Altri fattori quali la pericolosità o la fonte/origine di provenienza dei rifiuti generano
la necessità di dare chiare ed univoche informazioni agli utenti/cittadini/studenti.
L’uso di pittogrammi consente di usare supporti in bianco e nero e permette di stilizzare
l’aspetto grafico; il difetto consiste nella difficoltà di cogliere immediatamente il “buco
giusto”.
A peggiorare la situazione, entrano in gioco
le raccolte multi-materiali: Vetro + Alluminio;
Plastica + Metalli; Vetro + Plastica + Alluminio. O ancora tutti i materiali riciclabili in un
unico contenitore.
Un altro caso è la raccolta dello stesso materiale ma suddiviso per colore (ad esempio
Vetro verde, bianco e marrone) ovvero RAEE
(diviso in 5 categorie).
Si ritiene quindi necessaria una standardizzazione che consenta una progressiva formazione scolastica e porti, nel tempo, a
creare “elementi visivi caratteristici” che diventeranno ovvi e naturali.
Le sagome dei cartelli stradali STOP e DIVIETO DI SOSTA sono subito riconoscibili anche
senza colori e scritte. Come si va a “Scuola
guida” così si potrà andare a “Scuola di ecologia”!
dossier
La standardizzazione dei colori
e degli elementi visivi per la
raccolta differenziata dei rifiuti
a
Francesco Mondini
SINTERPLAST SpA
Membro del GL8 Attrezzature e macchine
per la raccolta dei rifiuti della Commissione
Tecnica Ambiente UNI
e delegato italiano presso il CEN/TC 183
Gestione dei rifiuti
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ni tecniche ritenute migliori, ed applicabili
senza grandi aggravi di costo, che si vogliono
proporre come standard per la normativa man
mano che viene completata ed estesa a tutte
le famiglie di prodotti.
Nel mondo delle industrie italiane, in generale, la normativa tecnica è stata spesso considerata come un vincolo aggiuntivo, un laccio
costrittivo che si aggiunge a tutti gli altri ed alle richieste e prescrizioni già imposte da leggi e decreti più o meno necessari.
E così noi, spesso (per fortuna non sempre) ci
interessiamo alle norme solo dopo che sono
state già approvate, adeguandoci lentamente,
quasi contro voglia, come se il nuovo requisito normativo aggiuntivo non fosse compensato da nulla (nessun vantaggio né tecnico né
commerciale, solo costi…)
Con il lavoro nel TC 183 ho invece scoperto il
grande vantaggio competitivo che ci deriva
dal vivere la norma durante tutto l‘iter della
sua redazione. Questo ci consente non solo di
essere pronti per primi, precedendo la concorrenza, (il che comunque non è cosa da poco), ma ci permette soprattutto di avere informazioni sulle soluzioni migliori già studiate o
realizzate in qualche mercato più all’avanguardia, inserendole nei nostri prodotti e risparmiando in tal modo una grande quantità
di tempo e denaro nella fase di sviluppo prodotti.
Con il tempo, comunque, la norma pian piano
si va affermando anche nei segmenti di mercato più ‘lenti’; i clienti si adeguano e spingono i fornitori e tutto il settore a fare altrettanto.
Ciò tende a diluire il vantaggio competitivo
acquisito, ma l’evoluzione continua del mercato e dei prodotti pone sempre nuovi obbiettivi all’attività della normazione, che non termina mai, perché questi nuovi prodotti, nati da
poco e con poca storia pregressa alle spalle,
sono ancora in evoluzione e ciò rende necessario un conseguente adeguamento della
norma.
Inoltre, il campo operativo della normativa si
sta estendendo dal settore di lavoro tradizionale dei prodotti, con le loro specifiche costruttive e prestazionali, ad un settore relativamente nuovo: i servizi.
La norma inizia in tal modo a standardizzare
non più soltanto il prodotto, ma anche l’applicazione e l’utilizzo dello stesso, entrando più
efficacemente a regolare il fine effettivo, il vero scopo a cui è destinato il prodotto : il servizio operativo.
Per poter stampare libri di testo per le scuole è necessario unificare gli “elementi visivi
caratteristici” per ogni materiale che viene
raccolto in modo differenziato.
L’attività seguita alla proposta italiana a Colonia del 7 settembre 2009 ha visto una Analisi di Mercato nell’area CEN al fine di conoscere l’attuale situazione di abbinamento fra
materiali e colori/simboli/scritte. La ricerca
ha avuto l’obiettivo di acquisire standard nazionali e regionali esistenti. L’analisi di mercato è stata sintetizzata in una “Tabella Arlecchino” comprendente colori e denominazioni assai eterogenei e contradditori. Da
qui emerse una chiara indicazione: qualsivoglia standardizzazione avrebbe generato
molti scontenti quantomeno iniziali!
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
33
La gestione del ciclo integrato dei rifiuti è un insieme complesso
d’attività che, oggi più che mai, presuppone strutture e organizzazione di tipo industriale, e quindi normative chiare e standardizzazioni e
tipizzazioni universalmente riconosciute.
A maggior ragione oggi, in un quadro di liberalizzazione del settore
che vedrà a breve il confronto concorrenziale per la gestione del
ciclo dei rifiuti.
Gli obiettivi di standardizzazione risulteranno pertanto importanti
per garantire che questo confronto avvenga in un sistema di regole e modelli certi.
In un settore che sempre più tende a costruire e irrobustire un moderno sistema industriale, economicamente forte e tecnologicamente aggiornato allo stato dell’arte, gli aspetti normativi, già
oggi fondamentali, tenderanno ad assumere un ruolo sempre più centrale.
Daniele Fortini - Presidente Federambiente
a
Il 28 settembre 2010 durante un meeting del
WG1 la delegazione italiana ha presentato a
Milano la prima Proposta di norma “WASTE
VISUAL ELEMENTS” contenente un’innovativa e strutturata soluzione con indicazione
degli “elementi visivi caratteristici” di ogni
frazione di rifiuto urbano oggetto di raccolta
differenziata e soprattutto con i criteri di base finalizzati ad una adesione giustificata e
consapevole da parte di oltre 500 milioni di
abitanti. La proposta è stata approvata all’unanimità consentendo il successivo passaggio al meeting CEN TC/183 di novembre in
Olanda per l’avvio formale della standardizzazione.
La logica introdotta nella proposta di norma
si basa su alcuni criteri fondamentali:
• colori riservati per la creazione del pannello e per la identificazione immediata di
ogni forma di pericolo;
34
LA POSIZIONE ITALIANA SUI LIVELLI DI PRESTAZIONE DE
Qui di seguito pubblichiamo, a beneficio dei lettori
del presente dossier, esclusivamente a titolo esemplificativo, uno dei contributi presentati dalla delegazione italiana nell’ambito dei lavori del CEN/TC
183. Si tratta di un contributo realizzato da HERA
che ha proposto l’inserimento di un’apposita appendice alla parte 2 della norma sui servizi di igiene
urbana allo studio, nello specifico alla parte relativa
ai livelli di servizio di raccolta rifiuti. Tale appendice
propone, proprio in relazione agli indicatori sui livelli di prestazione e sugli standard di qualità dei servizi ambientali, di mettere in relazione, per ogni frazione merceologica del rifiuto considerato e fissato
un obiettivo percentuale di raccolta differenziata, la
tipologia di area territoriale omogenea in cui viene
effettuata la raccolta (in modo da distinguere per
esempio tra grandi centri urbani e piccoli centri rurali) e la tipologia di sistema di raccolta adottato o
prescelto (stradale con contenitori statici o carrellati di diversa volumetria, di prossimità con piccoli
contenitori e sacchi).
Tale contributo è attualmente in discussione e pertanto deve essere letto esclusivamente come una
possibile esemplificazione del lavoro in corso. Si ringrazia HERA e tutti gli altri membri della delegazione
italiana al CEN/TC183 per la cortese disponibilità.
Proposta di Appendice sui livelli di servizio e di
qualità
Valori di riferimento per le principali frazioni merceologiche/tipologie di rifiuto e correlazione con la
% di Raccolta Differenziata, l’area territoriale omogenea ed il sistema di raccolta implementato
La fase di analisi e progettazione dei servizi ambientali, in particolare di quelli di gestione dei rifiuti
urbani, finalizzata alla loro implementazione operativa, è di norma composta, in estrema sintesi, da:
1. un’analisi delle informazioni relative al contesto
territoriale (distribuzione popolazione, morfologia
del territorio, vincoli paesaggistici ed urbanistici,
ecc.);
2. un’analisi dei dati relativi al flusso dei rifiuti prodotti (totale e per filiera) nell’area considerata;
3. un’analisi del numero e tipologia delle utenze
presenti (domestiche e non domestiche, loro distribuzione, eventuali variazioni stagionali, ecc.);
4. un’analisi dei servizi erogati o erogabili (a livello
tecnico ed economico – produttività attesa, compatibilità dei sistemi di raccolta con il territorio,
parametri di costo elementari/di sistema/di struttura relativi all’area considerata, ecc.);
5. una definizione delle strategie di raccolta in funzione:
a. del modello territoriale ed organizzativo;
b. delle produzioni attese per filiera/territorio/utenza;
c. degli obiettivi di raccolta separata che si vogliono perseguire;
d. della disponibilità e copertura impiantistica;
e. della sostenibilità economica, sociale ed am-
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Gestione dei rifiuti
dossier
FEDERAMBIENTE
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
• colori definiti con precisione per alcune
frazioni merceologiche che coprono circa
il 75% in peso dei materiali;
• concetto del Materiale Prevalente in volume all’interno di un contenitore;
• pannelli standard con
una parte obbligatoria ed
un’area libera;
• elementi grafici obbligatori quali cornici, geometrie e posizioni da rispettare;
• varie tipologie di elementi visivi che coesistono su un pannello indicatore: colori, testi, logogrammi, simboli;
• utilizzo di QR code per
diffondere facilmente le
informazioni e del corretto
Simbolo di Mobius.
Si prevede che la standardizzazione porterà in
breve tempo ad un incremento della raccolta
differenziata grazie al facile ed immediato riconoscimento dei materiali. Altresì la progressiva formazione continua ed omogenea delle
persone - a partire dagli studenti - porterà ad
una abitudine ecologica nel medio periodo.
Sono ovvie, inoltre, le motivazioni di carattere economico/commerciale che derivano da
una riduzione di scorte ed da una produzione più standard. Il beneficio ricadrà in modo
diffuso sia sui gestori del servizio di raccolta
che sui comuni e quindi sui cittadini.
La raccolta differenziata di successo è basata su conoscenze diffuse ed omogenee e
può, anche grazie alle norme tecniche, diventare dovunque un’azione normale!
Giovanni Bragadina
ID&A srl
Membro del GL8 Attrezzature e macchine
per la raccolta dei rifiuti della Commissione
Tecnica Ambiente UNI e delegato italiano
presso il CEN/TC 183
EI SERVIZI DI IGIENE URBANA. IL CONTRIBUTO DI HERA SPA
Area metropolitana
'6/7-'7/7
'6/7-'7/7
'3/7-6/7
Area urbana
'3/7-6/7
'3/7-6/7
'2/7-3/7
Area extra-urbana
'2/7-3/7
'2/7-3/7
'1/7-2/7
AREA OMOGENEA
FILIERA: Indifferenziato
SISTEMA DI RACCOLTA
% RD: 30-35 %
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
Raccolta di prossimità con piccoli
FREQUENZA [g/g] elevata volumetria (> 2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3) contenitori (< 30 l.) e sacchi
Area metropolitana
3/7-6/7
3/7-6/7
2/7-3/7
dossier
AREA OMOGENEA
FILIERA: Indifferenziato
SISTEMA DI RACCOLTA
% RD: 0 %
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
Raccolta di prossimità con piccoli
FREQUENZA [g/g] elevata volumetria (> 2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3) contenitori (< 30 l.) e sacchi
Area urbana
2/7-3/7
3/7-6/7
2/7-3/7
Area extra-urbana
1/7-2/7
1/7-2/7
1/7-2/7
Gestione dei rifiuti
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bientale dei modelli e sistemi implementati.
Il processo è quindi molto complesso e risente di
una molteplicità di variabili esogene ed endogene,
spesso rilevanti e addirittura vincolanti, che si inseriscono ed agiscono al suo interno come al contorno.
Considerato quanto sopra esposto, è chiaro come,
anche i parametri e gli indicatori relativi ai livelli di
servizio ed agli standard di qualità, risentano di tali
variabili, modelli, strategie di sistema.
Per dare evidenza di ciò, si vedano i grafici qui riportati, che solo a livello qualitativo evidenziano
come, ad esempio, alcuni indicatori relativi ai livelli
di servizio ed agli standard di qualità, e di conseguenza i parametri di costo relativo (in questo caso, €/t), siano dipendenti:
1. dalla frazione merceologica del rifiuto considerato;
2. dagli obiettivi di raccolta separata che si vogliono perseguire.
I grafici stessi evidenziano anche come alcuni indicatori del livello di servizio e standard di qualità, in
funzione degli obiettivi di raccolta separata che ci si
prefigge, vadano correttamente seguiti e progettati/ri-programmati pena la mancata sostenibilità economica e sociale nell’implementazione di un servizio. Una scarsa attenzione nella gestione di tali processi porterebbe infatti ad un aumento non sostenibile degli oneri economici e sociali se i livelli di servizio ed alcuni standard di qualità non venissero
adeguatamente rivisitati verso “il basso” o verso
“l’alto” all’aumentare della % di raccolta separata.
E’ quindi chiaro che i valori presenti nel testo (del
progetto di norma allo studio, ndr) possano fornire
AREA OMOGENEA
FILIERA: Indifferenziato
SISTEMA DI RACCOLTA
% RD: 60-65 %
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
Raccolta di prossimità con piccoli
FREQUENZA [g/g] elevata volumetria (> 2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3) contenitori (< 30 l.) e sacchi
Area metropolitana
2/7-3/7
2/7-3/7
1/7-2/7
Area urbana
1/7-2/7
1/7-2/7
1/7-2/7
1/7
1/7
1/7
Area extra-urbana
AREA OMOGENEA
FILIERA: Organico
% RD: 30-35 %
FREQUENZA [g/g]
media volumetria (1-2 m3)
Raccolta di prossimità con piccoli
carrellati media volumetria (< 2 m3) contenitori (< 30 l.) e sacchi
Area metropolitana
2/7-3/7
2/7-3/7
2/7-3/7
Area urbana
1/7-2/7
1/7-2/7
1/7-2/7
Area extra-urbana
1/7-2/7
1/7-2/7
1/7-2/7
FILIERA: Organico
% RD: 60-65 %
FREQUENZA [g/g]
AREA OMOGENEA
SISTEMA DI RACCOLTA
Raccolta stradale con contenitori Raccolta stradale con contenitori
SISTEMA DI RACCOLTA
Raccolta stradale con contenitori Raccolta stradale con contenitori
media volumetria (1-2 m3)
Raccolta di prossimità con piccoli
carrellati media volumetria (< 2 m3) contenitori (< 30 l.) e sacchi
Area metropolitana
2/7-3/7
2/7-3/7
2/7-3/7
Area urbana
1/7-2/7
1/7-2/7
1/7-2/7
Area extra-urbana
1/7-2/7
1/7-2/7
1/7-2/7
AREA OMOGENEA
FILIERA: Riciclabili (Carta, Plastica, Vetro)
SISTEMA DI RACCOLTA
% RD: 30-35 %
Raccolta stradale con contenitori Raccolta stradale con contenitori
Raccolta di prossimità con piccoli
FREQUENZA [g/g] media volumetria (1-2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3) contenitori (< 30 l.) e sacchi
Area metropolitana
1/7-2/7
1/7-3/7
1/7
Area urbana
1/7-2/7
1/7-2/7
1/14-1/7
Area extra-urbana
1/14-1/7
1/14-1/7
1/14-1/7
AREA OMOGENEA
a
FILIERA: Riciclabili (Carta, Plastica, Vetro)
SISTEMA DI RACCOLTA
% RD: 60-65 %
Raccolta stradale con contenitori Raccolta stradale con contenitori
Raccolta di prossimità con piccoli
FREQUENZA [g/g] media volumetria (1-2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3) contenitori (< 30 l.) e sacchi
Area metropolitana
1/7-3/7
1/7-3/7
1/7-2/7
Area urbana
1/7-2/7
1/7-2/7
1/14-1/7
Area extra-urbana
1/14-1/7
1/14-1/7
1/14-1/7
solo indicazioni e valori di primo riferimento, i quali
debbano poi essere “tradotti” ed eventualmente rimodulati in relazione al contesto territoriale, alle variabili collegate, ai modelli ed alle strategie di siste-
ma implementabili o implementate.
Per questo, al fine di:
• indicare a livello europeo dei valori normati e
collegati ai livelli di servizio ed agli standard di
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
35
AREA OMOGENEA
FILIERA: Indifferenziato
% RD: 0 %
SISTEMA DI RACCOLTA
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
Bacino d’utenza [ab./cont] elevata volumetria (> 2 m3)
Area metropolitana
carrellati media volumetria (< 2 m3)
50-80
30-50
Area urbana
35-50
25-40
Area extra-urbana
25-40
20-35
FILIERA: Indifferenziato PRODUTTIVITA' [kg/ora_addetto]
SISTEMA DI RACCOLTA
Raccolta con contenitori
statici elevata
volumetria (> 2 m3)
Raccolta stradale
con contenitori carrellati
media volumetria (< 2 m3)
Raccolta di prossimità
con piccoli contenitori
(< 30 l.) e sacchi
1700-2000
600-800
250-400
FILIERA: Organico
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
carrellati media volumetria (< 2 m3)
Area metropolitana
65-100
40-65
Area urbana
45-65
30-50
Raccolta con contenitori
carrellati media
volumetria (1-2 m3)
Raccolta stradale con
contenitori carrellati bassa
volumetria (120-1.000 l.)
Raccolta di prossimità
con piccoli contenitori
(< 30 l.) e sacchi
900-1.200
300-500
150-300
Area extra-urbana
30-50
25-45
FILIERA: Riciclabili (Carta, Plastica, Vetro)
Produttività [kg/ora_addetto]
SISTEMA DI RACCOLTA
SISTEMA DI RACCOLTA
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
Bacino d’utenza [ab./cont] elevata volumetria (> 2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3)
Area metropolitana
80-120
50-80
Area urbana
55-80
40-65
Area extra-urbana
40-65
30-55
carta
plastica
vetro
Raccolta con contenitori
statici elevata
volumetria (> 2 m3)
Raccolta stradale
con contenitori carrellati
media volumetria (< 2 m3)
Raccolta di prossimità
con piccoli contenitori
(< 30 l.) e sacchi
800-1.200
500-700
250-400
300-500
200-300
100-150
1500-2000
800-1300
300-500
a
AREA OMOGENEA
AREA OMOGENEA
AREA OMOGENEA
AREA OMOGENEA
qualità, a supporto di
una analisi e progetFILIERA: Organico
SISTEMA DI RACCOLTA
tazione di massima
% RD: 30-35 %
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
dei modelli di raccolBacino d’utenza [ab./cont] elevata volumetria (> 2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3)
ta territoriale e che
Area metropolitana
150-200
100-150
possano essere “traArea urbana
120-150
80-120
dotti”/rimodulati in
Area extra-urbana
n.d.
n.d.
relazione al contesto
territoriale ed alle variabili collegate alla
FILIERA: Organico
SISTEMA DI RACCOLTA
gestione dei rifiuti;
% RD: 60-65 %
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
• rendere possibile l’iBacino d’utenza [ab./cont] elevata volumetria (> 2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3)
dentificazione, per
Area metropolitana
120-150
80-120
ogni soggetto interesArea urbana
100-120
60-100
sato, del proprio posiArea extra-urbana
n.d.
n.d.
zionamento rispetto a
tali valori di riferimento ed attivare una auFILIERA: Riciclabili (Carta, Plastica, Vetro)
SISTEMA DI RACCOLTA
toregolamentazione a
% RD: 30-35 %
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
livello europeo;
Bacino d’utenza [ab./cont] elevata volumetria (> 2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3)
• identificare dei liArea metropolitana
200-300
150-250
velli di servizio e
Area urbana
150-250
100-200
standard di qualità
Area extra-urbana
80-150
60-120
che siano in prima
battuta “giustificabili” in termini di effiFILIERA: Riciclabili (Carta, Plastica, Vetro)
SISTEMA DI RACCOLTA
cacia/efficienza/e% RD: 60-65 %
Raccolta con contenitori statici Raccolta stradale con contenitori
conomicità o meglio
Bacino d’utenza [ab./cont] elevata volumetria (> 2 m3)
carrellati media volumetria (< 2 m3)
sposabili ad obiettivi
Area metropolitana
100-150
80-120
di sistema sostenibili
Area urbana
80-120
50-100
(dal punto di vista
Area extra-urbana
40-80
30-60
sociale, ambientale,
economico);
•
indirizzare
gli
Stati
Membri
verso modelli e paraLEGENDA:
Area metropolitana (grandi centri urbani e metropometri collegati ai sistemi di raccolta che siano
li ad elevata densità abitativa)
sostenibili dal punto di vista sociale/ambienArea urbana
(centri urbani media densità abitale/economico;
tativa)
Area extra-urbana (zone periferiche a densità abi• garantire comunque servizi che salvaguardino
tativa medio/bassa o bassa)
36
PRODUTTIVITA' [kg/ora_addetto]
SISTEMA DI RACCOLTA
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AREA OMOGENEA
SISTEMA DI RACCOLTA
Bacino d’utenza [ab./cont] elevata volumetria (> 2 m3)
FILIERA: Indifferenziato
% RD: 60-65 %
AREA OMOGENEA
Gestione dei rifiuti
dossier
FILIERA: Indifferenziato
% RD: 30-35 %
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
l’igiene, la salubrità e la sicurezza dei cittadini;
qui di seguito si allegano una serie di griglie valoriali costruite per (dati di “input”):
1. tipologia di rifiuto/frazione merceologica;
2. obiettivo % di raccolta separata;
e che contemplino una ripartizione per aree omogenee di diversa densità abitativa quali:
1. Area metropolitana (grandi centri urbani e metropoli ad elevata densità abitativa);
2. Area urbana (centri urbani media densità abitativa);
3. Area extra-urbana (zone periferiche a densità
abitativa medio/bassa o bassa);
e per tipologia di sistema adottato o prescelto:
1. Raccolta con contenitori statici elevata volumetria (> 2 m3);
2. Raccolta stradale con contenitori carrellati media volumetria (< 2 m3);
3. Raccolta di prossimità con piccoli contenitori
(< 30 l.) e sacchi..
Tali griglie sono costruite per alcuni indicatori del
livello di servizio e standard di qualità, ed i livelli
valoriali in esse contenute sono da interpretare
secondo le seguenti modalità:
• Il range di riferimento indicato in ogni cella identifica, nel valore più basso, un livello di bassa intensità/standard e, nel valore più alto, di alta intensità/standard;
• Il valore mediano compreso al loro interno può
essere considerato come il valore normalizzato
e di riferimento.
In relazione ai livelli di servizio e nello specifico
anche sull’indicatore correlato alla produttività di
sistema, è chiaramente opportuno evidenziare, in
congruenza con quanto sopra descritto, livelli valoriali costruiti per (dati di “input”):
1. tipologia di rifiuto/frazione merceologica;
2. tipologia di sistema adottato o prescelto.
Revisione della norma UNI
10802 alla luce dei nuovi
rapporti tecnici prodotti
dal CEN
a
L’UNI con il gruppo di lavoro GL5 “Suolo e
rifiuti” della Commissione Ambiente ha voluto recepire le elaborazioni innovative contenute nei rapporti tecnici prodotti nel 2006
dal CEN, rinnovando completamente la norma UNI 10802.
I rifiuti sono generalmente di natura eterogenea e, per poter prendere decisioni informate sul loro trattamento, recupero o smaltimento è necessario condurre una caratterizzazione di base dei rifiuti e fare un programma di prova in cui stabilire la quantità
di materiale da prelevare su cui definire le
caratteristiche di interesse.
In appoggio alla Direttiva sulle discariche, il
CEN mediante il Comitato Tecnico TC 292,
ha suddiviso in tre categorie le prove per la
caratterizzazione dei rifiuti solidi al fine di
standardizzarne la metodologia. Le tre categorie individuate sono:
1. Prove di "caratterizzazione di base" dei rifiuti che danno informazioni sul comportamento alla lisciviazione a lungo termine
e sulle proprietà tipiche dei rifiuti stessi.
In questo tipo di prove vengono valutati
principalmente parametri chimico-fisici .
2. Prove di "conformità" caratterizzate da
una facile e veloce esecuzione tecnica e
destinate a determinare se il rifiuto è conforme allo specifico comportamento previsto dalla caratterizzazione di base o a
valori di riferimento quali quelli normativi.
3. Prove di "verifica sul campo", ovvero prove veloci per confermare la congruenza
del rifiuto con il campione sottoposto a
prove di conformità.
Generalmente per poter eseguire prove di
caratterizzazione dei rifiuti è richiesto precedentemente un campionamento dei rifiuti
da analizzare. Per poter consentire un campionamento significativo e armonizzarlo a livello europeo, il CEN ha definito la norma
UNI EN 14899:2005 “Caratterizzazione dei rifiuti. Campionamento dei rifiuti. Schema
quadro di riferimento per la preparazione e
l'applicazione di un piano di campionamento”. In Italia, a partire dal 1999 e poi attraverso successive revisioni fino all’attuale versione del 2004, era stata già prodotta la norma UNI 10802 “Rifiuti. Rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi. Campionamento manuale e preparazione ed analisi degli eluati”.
Questa norma è citata per il campionamento e l’analisi dei rifiuti nei Decreti del Ministero dell’Ambiente: DM 5 febbraio 1998
“Recupero rifiuti non pericolosi”, DM 12
giugno 2002, n. 161 “Norme tecniche per il
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Gestione dei rifiuti
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recupero agevolato dei rifiuti pericolosi ex
Dlgs 22/1997” DM 3 agosto 2005 “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in
discarica”.
In particolare, la norma UNI EN 14899:2005,
definisce come requisito obbligatorio, quello di redigere un piano di campionamento
per soddisfare l'obiettivo del programma di
prova. Tale norma specifica i passi procedurali da intraprendere nella preparazione e
applicazione di un piano di campionamento
che descriva il metodo di raccolta del campione. La norma UNI 10802: 2004, che è stata redatta in Italia, definisce le istruzioni
tecniche necessarie per condurre a termine
un piano di campionamento.
La norma UNI EN 14899 può essere utilizzata per:
• produrre piani di campionamento da utilizzare in circostanze regolari o sistematiche
(ovvero elaborazione di norme secondarie/derivate dedicate a scenari di campionamento ben definiti);
• incorporare i requisiti di campionamento
specifici nella legislazione nazionale;
• progettare e sviluppare un piano di campionamento da utilizzare caso per caso.
Lo sviluppo di un piano di campionamento
nell'ambito di questo quadro di riferimento
richiede di procedere attraverso tre fasi o
attività:
1. definizione del piano di campionamento;
2. prelievo di un campione in campo in conformità al piano di campionamento;
3. trasporto del campione in laboratorio.
Nel processo di definizione del piano di
campionamento l'obiettivo del programma
di prova è tradotto in istruzioni tecniche
specifiche e concrete per il tecnico che deve eseguire il campionamento stesso. Utilizzando queste istruzioni, il tecnico preleva il
tipo e il numero di campioni adeguato a
soddisfare l'obiettivo del programma di prova, potendo fornire così, al responsabile decisionale, tutte le informazioni richieste sulla caratterizzazione dei rifiuti oggetto di indagine. Il processo di definizione del piano
di campionamento costituisce pertanto una
fase fondamentale nel campionamento dei
rifiuti.
Il gruppo di lavoro WG 1 del CEN/TC292 sulla caratterizzazione dei rifiuti, ha prodotto,
nel 2006, cinque nuovi Rapporti Tecnici
(CEN/TR15310-1/5) che hanno aggiornato e,
in alcuni casi, modificato radicalmente l’impostazione delle precedenti tecniche di
campionamento.
I rapporti tecnici sono i seguenti:
• TR15310-1 Characterization of waste Sampling of waste materials - Part 1: Guidance on selection and application of criteria for sampling under various conditions;
37
UNI 10802
UNI EN 12506
UNI EN 13370
UNI EN 13137
UNI EN 13656
UNI EN 13657
UNI EN 14039
UNI CEN/TS 14405
UNI EN 14346
UNI EN 12920
UNI EN 14345
UNI EN 14735
UNI EN 14899
UNI EN 15002
UNI CEN/TS 14429
UNI CEN/TS 15364
UNI CEN/TS 15862
CEN/TR 15310-1
CEN/TR 15310-2
CEN/TR 15310-3
CEN/TR 15310-4
CEN/TR 15310-5
FprCEN/TR 16110
prEN 15875
FprCEN/TS 15862
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FprCEN/TS 15863
FprCEN/TS 15864
FprCEN/TR 16176
FprCEN/TR 16130
prEN 16123
FprCEN/TS 16229
prEN 16023
FprCEN/TR 16184
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Gestione dei rifiuti
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UNI EN 12457
Le norme citate dal D.M. 3 agosto 2005
Rifiuti - Rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi - Campionamento manuale e preparazione ed analisi degli eluati
Caratterizzazione dei rifiuti - Analisi degli eluati - Determinazione di pH, As, Ba, Cd, Cl-, Co, Cr, Cr(VI), Cu, Mo, Ni, NO2- , Pb, S totale, SO4--,
V e Zn
Caratterizzazione dei rifiuti - Analisi degli eluati – Determinazione di ammonio, AOX, conducibilità, Hg, indice fenolo, TOC, CN- facilmente
liberabile, FCaratterizzazione dei rifiuti - Lisciviazione - Prova di conformità per la lisciviazione di rifiuti granulari e di fanghi.
Parte 1: Prova a singolo stadio, con un rapporto liquido/solido di 2 l/kg, per materiali con elevato contenuto di solidi e con particelle di
dimensioni minori di 4 mm (con o senza riduzione delle dimensioni).
Parte 2: Prova a singolo stadio, con un rapporto liquido/solido di 10 l/kg, per materiali con particelle di dimensioni minori di 4 mm (con o
senza riduzione delle dimensioni).
Parte 3: Prova a doppio stadio, con rapporti liquido/solido di 2 l/kg e 8 l/kg, per materiali con elevato contenuto di solidi e con particelle di
dimensioni minori di 4 mm (con o senza riduzione delle dimensioni).
Parte 4: Prova a singolo stadio, con un rapporto liquido/solido di 10 l/kg, per materiali con particelle di dimensioni minori di 10 mm (con o
senza riduzione delle dimensioni).
Altre norme citate dalla decisione del Consiglio 19 dicembre 2002, n. 2003/33/CE
Caratterizzazione dei rifiuti - Determinazione del carbonio organico totale (TOC) in rifiuti, fanghi e sedimenti
Caratterizzazione dei rifiuti - Digestione assistita a microonde con una miscela di acido fluoridrico (HF), acido nitrico (HNO3) e acido cloridrico (HCl) per la successiva determinazione degli elementi contenuti nei rifiuti
Caratterizzazione dei rifiuti - Digestione per la successiva determinazione della porzione solubile in acqua regia degli elementi contenuti
nei rifiuti
Caratterizzazione dei rifiuti - Determinazione del contenuto di idrocarburi nell'intervallo compreso tra C10 e C40 mediante gascromatografia
Caratterizzazione dei rifiuti - Prove di comportamento alla lisciviazione - Prova di percolazione a flusso ascendente (nelle condizioni specificate)
Caratterizzazione dei rifiuti - Calcolo della sostanza secca mediante determinazione del residuo secco o del contenuto di umidità
Ulteriori norme elaborate dal Comitato Tecnico CEN/TC 292
Caratterizzazione dei rifiuti - Metodologia per la determinazione del comportamento alla lisciviazione dei rifiuti in condizioni specificate
Caratterizzazione dei rifiuti - Determinazione del contenuto di idrocarburi mediante gravimetria
Caratterizzazione dei rifiuti - Preparazione di campioni di rifiuti per prove ecotossicologiche
Caratterizzazione dei rifiuti - Campionamento di rifiuti - Indicazioni per la preparazione e applicazione di un piano di campionamento
Caratterizzazione dei rifiuti - Preparazione di porzioni di prova dal campione di laboratorio
Caratterizzazione dei rifiuti - Prove di comportamento alla lisciviazione - Influenza del PH sulla lisciviazione con aggiunta iniziale di
acido/base
Caratterizzazione dei rifiuti - Prove di comportamento alla lisciviazione – Prova di capacità di neutralizzazione acida e basica
(in via di recepimento)
Characterization of waste - Compliance leaching test – One stage batch leaching test for monoliths at fixed
liquid to surface area ratio (L/A) for test portions with fixed minimum dimensions
Characterization of waste - Sampling of waste materials - Part 1: Guidance on selection and application of criteria for sampling under
various conditions
Characterization of waste - Sampling of waste materials - Part 2: Guidance on sampling techniques
Characterization of waste - Sampling of waste materials - Part 3: Guidance on procedures for sub-sampling in the field
Characterization of waste - Sampling of waste materials - Part 4: Guidance on procedures for sample packaging, storage, preservation,
transport and delivery
Characterization of waste - Sampling of waste materials - Part 5: Guidance on the process of defining the sampling plan
Altri progetti allo studio presso il Comitato Tecnico CEN/TC 292
Characterization of waste - Guidance on the use of ecotoxicity tests applied to waste
Characterization of waste - Static test for determination of acid potential of sulfidic waste
Characterization of waste - Compliance leaching test - One stage batch leaching test for monoliths at fixed liquid to surface area ratio
(L/A) for test portions with fixed minimum dimensions
Characterisation of waste - Leaching behaviour test for basic characterisation - Dynamic Monolithic Leaching Test with periodic leachant
renewal, under fixed test conditions
Characterisation of waste - Leaching behaviour test for basic characterisation - Dynamic Monolithic Leaching Test with continuous leachant renewal under conditions relevant for specified scenario(s)
Characterization of waste - Screening methods for elemental composition by X-ray fluorescence spectrometry for on-site verification
Characterization of waste - On-site verification
Characterization of waste - Guidance on selection and application of screening methods
Characterization of waste - Sampling and Analysis of weak acid dissociable cyanide discharged into tailings ponds
Characterization of waste - Determination of calorific value
Characterization of waste - State-of-the-art document - Analysis of eluates
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LE NORME UNI PER LA CARATTERIZZAZIONE DEI RIFIUTI
chiature elettriche ed elettroniche.
Limitandoci ad esempi: le apparecchiature
possono essere riparate; spesso chi ripara
decide, di fatto, il passaggio a rifiuto e può
separare dei componenti (che non diventano rifiuti); molte apparecchiature vanno
messe in sicurezza (allontanamento dei materiali pericolosi) prima di essere ulteriormente trattate. Persino la distinzione tra rifiuti pericolosi, e non, ha delle forti peculiarità.
La policy comunitaria affronta la questione a
360 gradi. Non solo si prevede una gestione
ambientalmente compatibile del rifiuto e una
minore presenza di sostanze pericolose. Si
persegue anche l’obiettivo ambizioso di influenzare le logiche di progettazione dei
nuovi veicoli in modo che gli stessi siano costruiti con più materiali riciclati, parti e materiali meno pericolosi e che i veicoli risultino più efficienti ed efficaci. Non si dimentichi, anche, che molti dei mezzi di trasporto
hanno particolari obblighi burocratici (sono
iscritti al PRA). Per farla breve, queste scelte, mettono pressione e incidono in modo
particolare sulle plastiche. I pezzi in plastica
saranno riconoscibili, più semplici nella formulazione pur senza limitarne la presenza
nel veicolo.
Andando al cuore della normativa, si sono
fissati obiettivi cogenti di riciclaggio del veicolo, si sono poste limitazioni nell’uso di sostanze pericolose nella produzione di nuovi
componenti. Si è incentivato il riutilizzo di
materiali riciclati fissando obiettivi minimi
nell’omologazione di veicoli nuovi. Non si è
trascurato di ridurre l’impatto delle imprese
partecipanti alla filiera del trattamento (autodemolitori, frantumatori, fonderie di seconda fusione ed altro).
dossier
decrescente d’importanza:
• riduzione dei rifiuti prodotti (in termini qualitativi e quantitativi),
• riutilizzo replicato dei materiali, componenti, macchinari ed altro,
• riciclo ovvero l’utilizzo di vecchi materiali
per fare nuovi prodotti,
• recupero almeno dell’energia contenuta
nel rifiuti
• e, solo come estrema istanza, la posa,
inertizzato e in condizioni di sicurezza, del
rifiuto residuo in discarica.
Con giusto zelo, si sono posti degli obiettivi
da raggiungere ad un tempo determinato. I
traguardi quantitativi attuali sono da raggiungere entro il 2020.
A questo livello sommario, la normativa europea si può considerare recepita (anche se
non sempre attuata) dal nostro Paese1.
I rifiuti prodotti debbono essere registrati,
inviati mediante vettori autorizzati a impianti
autorizzati al trattamento. Le operazioni registrate sono soggette ad una rendicontazione annuale (MUD). Ora, poi, siamo nella
fase di trasferimento delle registrazioni a un
sistema automatizzato (SISTRI2). Tutto è organizzato perché il rifiuto possa essere gestito in modo trasparente, tracciabile e il cittadino possa sapere dove finiscono i rifiuti
pericolosi e come siamo in grado di recuperare i materiali di rifiuto.
Non solo di materiali si tratta ma anche di
componenti, apparecchiature, macchine ed
altro.
I veicoli fuori uso costituiscono una categoria di rifiuti da trattare con un capitolo a parte per varie ragioni. Le macchine e i veicoli
hanno delle logiche diverse rispetto ai materiali di rifiuti; logiche spesso simili a quelle
che si ritrovano nelle filiere delle apparec-
Stefania Balzamo
ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione
e Ricerca Ambientale
Coordinatrice del GL5 Suolo e rifiuti della
Commissione Tecnica Ambiente UNI
a
Una norma nazionale
per la gestione dei veicoli
fuori uso
Da anni la Comunità Europea è alle prese
con la gestione dei rifiuti prodotti nei nostri
Paesi. Dopo lunga esperienza e diverse revisioni si è arrivati a una definizione chiara del
percorso. Queste sono le priorità, in ordine
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• TR15310-2 Characterization of waste Sampling of waste materials - Part 2: Guidance on sampling techniques;
• TR15310-3 Characterization of waste Sampling of waste materials - Part 3: Guidance on procedures for sub-sampling in
the field;
• TR15310-4 Characterization of waste Sampling of waste materials - Part 4: Guidance on procedures for sample packaging, storage, preservation, transport and
delivery;
• TR15310-5 Characterization of waste Sampling of waste materials - Part 5: Guidance on the process of defining the sampling plan.
Il gruppo di lavoro 5 “Suolo e rifiuti” della
Commissione Ambiente dell’UNI ha voluto
recepire le elaborazioni innovative contenute in questi rapporti tecnici, rinnovando
completamente la norma UNI 10802. E’ iniziato quindi un lavoro di revisione della norma tramite il lavoro di un gruppo ristretto
che ha studiato approfonditamente i Rapporti Tecnici sopracitati e producendo una
proposta di inglobamento di questi all’interno della norma.
E’ stato deciso di inserire nella norma alcune delle informazioni contenute nei rapporti
TR15310 dalla Parte 3 alla 5, lasciando come
rapporto tecnico a parte solo il primo, tradotto in italiano, dove sono sviluppati tutti i
più attuali metodi statistici per il calcolo del
numero dei campioni da prelevare e le tipologie di campionamento da seguire. Il Rapporto TR15310-2 è stato inserito solo marginalmente in quanto nella norma UNI 10802
le tecniche utilizzate per il campionamento
erano già state esaurientemente trattate e
corredate da illustrazioni e da schede particolarmente chiarificatrici.
La revisione della nuova UNI 10802 è giunta
alla fine della procedura di approvazione
nell’ambito del GL5 e dovrebbe essere pubblicata al più presto dopo l’inchiesta pubblica.
COMMISSIONE AMBIENTE UNI
Nel corso degli ultimi 10 anni la legislazione sui rifiuti ha subito notevoli cambiamenti ognuno dei quali ha comportato necessariamente
la disponibilità di norme in grado di valutare il rispetto o meno delle
leggi. Sia a livello comunitario attraverso i vari comitati tecnici CEN
quali i TC 292 , TC 308, TC 183, PC 366 che a livello nazionale attraverso il GL5, GL8, GL13, GL14 della Commissione UNI “Ambiente”, l’attività di normazione svolta negli ultimi anni è stata notevole permettendo a tutti gli operatori del settore di disporre di strumenti utili per
la valutazione dei processi coinvolti nella gestione dei rifiuti. E’ infatti noto a tutti che senza delle
norme precise che ci indicano come eseguire i controlli chimici e biologici atti a classificare i
rifiuti o delle norme che stabiliscano come raccogliere e trattare i rifiuti per poter essere avviati
allo smaltimento finale, ci troveremmo in una situazione di completa anarchia. Un grosso lavoro
è stato fatto ma molto resta da fare. L’aggiornamento dei metodi di controllo dei rifiuti in funzione
dell’evoluzione tecnica delle apparecchiature, la necessità di disporre di nuovi test che possano
definire meglio la pericolosità e quindi il destino dei rifiuti sono solo alcune delle nuove sfide con
cui dovremo confrontarci nei prossimi anni.
Luigino Maggi - Presidente Commissione Tecnica Ambiente UNI
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dovrebbe essere effettuata considerando che:
• la lista indicata nella presente norma non è limitativa; a partire dalle basi di valutazione costituite
dai dati relativi, ogni impresa può elaborare i propri indicatori adattandoli ai bisogni individuati;
• gli indici possono essere complementari ed in
questo caso non possono essere considerati
singolarmente;
• i valori degli indici, comparati tra diverse unità
operative, possono assumere significato molto
diverso secondo il livello o la modalità di analisi.
Per esempio, in presenza di indici globali identici si possono avere indici analitici diversi;
• un indice è significativo e comparabile se i dati
utilizzati nel rapporto corrispondono alla definizione precisa dei termini del rapporto ed il loro
valore è ricavato su basi omogenee tra di loro;
• gli indici sono relativi al contesto utilizzato; il
modo di calcolo ne influenza il significato.
Provvedimenti fiscali, tra l’altro, possono alterare nel tempo i dati di base: questo fatto dovrebbe essere considerato nel confrontare serie storiche a valori attuali.
L’uso degli indici può essere sistematico o secondo necessità per gli obiettivi da perseguire.
È compito della direzione aziendale individuare la
funzione responsabile della raccolta e dell’elaborazione degli indici.
La presente norma consente la costruzione di
banche dati di settore.
Alcuni indici possono essere espressi in unità di
misura anche diverse da quelle indicate nel testo
(per esempio: ore/km, ore/persona, ore/n° cicli)
più aderenti alla specifica realtà da gestire.
Il principale parametro di riferimento per la valutazione degli indicatori di manutenzione è l’ora
motore, ove applicabile, salvo tenere in considerazione l’incidenza su tale parametro delle ore di
lavoro dell’attrezzatura (ore PTO) e dei chilometri
eventualmente percorsi.
Tale incidenza varia a seconda del tipo di servizio
svolto, dalla gravosità dello stesso, e dalle specificità del territorio interessato.
Classificazione degli asset per l’igiene ambientale ai fini della manutenzione
Raccolta, trattamento, trasporto e conferimento
Autocompattatori
Laterali
Leggero (mtt ≤ 7,5 t)
Medio (7,5 t < mtt < 18 t)
Pesante (18 t ≤ mtt ≤ 26 t)
Ultrapesante (mtt > 26 t)
Posteriori
Mini (mtt ≤ 3,5 t)
limite fra patente B e patente C
Leggero (3,5 t < mtt ≤ 7,5 t)
Medio (7,5 t < mtt < 18 t)
Pesante (18 t ≤ mtt ≤ 26 t)
Ultrapesante (mtt > 26 t)
Frontale
Leggero (mtt ≤ 7,5 t)
Medio (7,5 t < mtt < 18 t)
Pesante (18 t ≤ mtt ≤ 26 t)
Ultrapesante (mtt > 26 t)
Veicoli Trasporto/conferimento
Vasche
Leggero (mtt ≤ 2,2 t)
Medio (mtt > 2,2 t)
Pianali con sponda idraulica
Autocarri liftcar (multilift)
Mini (mtt ≤ 3,5 t)
limite fra patente B e patente C
Leggero (3,5 t < mtt ≤ 7,5 t)
Medio (7,5 t < mtt < 18 t)
Pesante (18 t ≤ mtt ≤ 26 t)
Ultrapesante (mtt > 26 t)
Autocarro con gru
Autocarro/autoarticolato trasporto
Autocarro
Pesante (mtt ≤ 26 t)
Ultrapesante (mtt > 26 t)
Rimorchio (compattante e non)
Trattore stradale
Semirimorchio (compattante e non)
Attrezzature scarrabili
Cassoni compattanti
Cassoni non compattanti
Cassone con gru
Contenitori stradali (anche interrati)
Igiene del suolo e spazzamento ed attrezzature e
veicoli speciali
Veicoli
Veicoli ausiliari per nettezza urbana (mtt < 3,5 t cicli, motocicli, quadricicli)
Spazzatrici aspiranti
Piccola (capacità ≤ 2 m3)
Media (2 m3 < capacità ≤ 4 m3)
Grande (capacità > 4 m3)
Spazzatrici meccaniche
Lavastrade
Piccola (capacità ≤ 2 m3)
Media (2 m3 < capacità ≤ 5 m3)
Grande (capacità > 5 m3)
Lavacassonetti
Spurgo
Vari
Aspirafoglie
Spazzaneve
Spargisale
Attrezzature (scarrabili)
Aspirafoglie
Spazzaneve
Spargisale
Lavastrade
Veicoli speciali
Macchine operatrici di vario tipo (carrelli elevatori, pale, costipatori, ecc.)
Autocarri cava
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Qui di seguito pubblichiamo, a beneficio dei lettori
del presente dossier, esclusivamente a titolo informativo, lo stato di avanzamento di un nuovo progetto di norma nazionale allo studio nel gruppo di
lavoro GL8 “Attrezzature e macchine per la raccolta dei rifiuti” della Commissione UNI Ambiente.
Si tratta della prima concretizzazione di una proposta pervenuta all’UNI grazie alle istanze delle
aziende di igiene ambientale, a cui sta lavorando
alacremente un gruppo di tecnici di tali aziende,
con grande interesse e grande partecipazione per
i soggetti del settore.
Tale contributo è attualmente in discussione presso il GL8 e pertanto deve essere letto esclusivamente come una informativa sul lavoro in corso. Si
ringraziano il relatore del progetto e tutti i partecipanti per la cortese disponibilità.
Sintesi del progetto di norma allo studio – provvisorio in attesa di definizione
Titolo - Indici di manutenzione per il settore della
raccolta e spazzamento dei rifiuti urbani.
Scopo e campo di applicazione
La norma intende guidare il settore dell'Igiene
Ambientale nell'utilizzo di una serie di indicatori
che permettano la valutazione delle attività svolte
dal servizio di manutenzione e dei costi sostenuti,
elaborando indici utili ad una comparazione fra i
servizi aziendali interni e per un confronto fra le
aziende dello stesso settore, nonché per la definizione di indicatori nei confronti di fornitori di veicoli/attrezzature e fornitori di manutenzione interni
(officine di manutenzione) ed esterni (forniture in
full e global service).
Introduzione
Un indice è un rapporto di due dati destinato a:
• rappresentare un evento determinato in modo
obiettivo e preciso;
• controllare il grado di raggiungimento degli
obiettivi;
• essere comparato tra unità distinte della stessa
impresa o tra imprese diverse.
L’analisi e la valutazione degli indici possono essere applicate a:
• un settore di attività;
• un’impresa nell’ambito del proprio settore di attività;
• l’evoluzione storica di un’impresa al suo interno;
• la funzione manutenzione nell’ambito di un’impresa;
• la definizione dei rapporti fra le funzioni manutenzione ed utilizzo, comunque definite;
• l’evoluzione storica della funzione manutenzione
al suo interno.
Nota: gli indici ricavati costituiscono interessanti
indicazioni di "benchmarking" ma non consentono
da soli una valutazione delle imprese che sono
diverse le une dalle altre per storia, cultura, organizzazione, territorio.
La scelta di un appropriato numero di indici
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Gestione dei rifiuti
dossier
UNA NUOVA PROPOSTA DI ATTIVITÀ NORMATIVA PER L’IGIENE URBANA - LA MANUTENZIONE DEI MEZZI E I RELATIVI INDICI
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
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Gestione dei rifiuti
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Attualmente, tale filiera è impercettibilmente
coordinata e in modo duttile attraverso un
Accordo di programma quadro per la gestione dei veicoli fuori uso (una scelta non così
rigida come un’Agenzia o un consorzio pubblico o privato)
Il legislatore, per i veicoli fuori uso, ha previsto un ampio programma, per quanto corredato da norme tecniche, talvolta particolareggiate, che meritava un momento d’incontro, un tavolo tecnico neutro dove mettere
insieme le diverse conoscenze tecniche,
competenze e visioni del problema. UNI, in
questa prospettiva, ha garantito la possibilità di un pacato confronto tra produttori, importatori di veicoli, frantumatori, Enti pubblici con contenuti tecnici, consumatori.
Il lavoro in UNI è particolarmente interessante ma non cogente per le parti, si tratta
di fissare le caratteristiche di un insieme di
componenti o materiali in modo tale che siano compatibili fra loro.
Le organizzazioni contribuiscono a titolo volontario all’attività di normazione spinte dalla
possibilità di influire sulla definizione dei
contenuti delle norme e non subire requisiti
stabiliti dai concorrenti, essere informati sui
futuri sviluppi normativi, con tempi e costi di
adattamento ridotti e, quindi, con vantaggi
competitivi sulla concorrenza, essere aggiornati sullo "stato dell'arte" dei prodotti/servizi/processi relativi alla propria attività.
Questo è il percorso di normazione tecnica
scelto spesso in Europa. UNI, in Italia è la
porta (unica) per accedere e avere peso su
tali iniziative.
Queste sono state le spinte anche per il nostro gruppo di lavoro. Il risultato è una norma che potrebbe, per ora, essere considerata unica nel quadro continentale.
L’esito che si voleva ottenere differisce un poco da prodotti tipici di UNI. Non si inserisce
automaticamente nei capitoli norma tecnica o
linea guida. Non si è trattato, in questo caso,
di costruire un’interfaccia condivisa o un protocollo analitico. Tornando alla radice del lavoro di normazione, si può definire, senza
dubbio, il nostro, un documento che dice “come fare bene le cose”, garantendo sicurezza,
rispetto per l’ambiente e prestazioni certe.
Il contenuto ambientale non è evidente, a
prima vista. Si tratta, infatti, di porre le premesse per raggiungere l’obiettivo specifico
di reimpiego, riciclo e recupero3. Per raggiungerlo, gli insediamenti della filiera debbono arrivare ai standard operativi e ambientali di qualità. Questa norma questo ha
prodotto; sollecitando la capacità di comunicare tra tecnici di campi attigui e indicando un minimo di informazioni da essere condiviso (es. condizioni per la messa in sicurezza e lo smontaggio).
Tra le condizioni al contorno vi era la necessità che lo strumento fosse duttile lasciando
libera la filiera di smontare i materiali nel
punto più conveniente.
Questa norma tecnica, anche, non doveva
interferire con la modalità organizzativa che
la filiera autonomamente ha prescelto (si ricordi che in Europa esistono dei consorzi
come l’olandese ARN4). Per ora, nel nostro
Paese, si è scelta la forma del sopra citato
Accordo di Programma.
Si è sentita, inoltre, la necessità ambiziosa
di ricucire scelte e interpretazioni di vario livello gerarchico in un insieme di informazioni coerenti per il lettore (pur evitando di produrre un manuale) e lo si è fatto usando lo
spazio destinato agli allegati.
Non tutto è stato realizzato. Se vi sarà consenso, resta aperta la possibilità di migliorare il prodotto UNI, almeno, sul versante delle
materie prime in uscita dalla frantumazione,
della standardizzazione delle plastiche secondarie ottenute dal mercato automotive e
dei prodotti post shredding. Un altro capitolo, poco praticato, riguarda il riuso. Nel campo autoveicoli questo significa la rigenerazione di componenti usati (es. motorini d’avviamento ma anche centraline elettroniche
ed altri componenti).
Sono pronte nuove frontiere come lo smon-
Note
1
Per approfondire: rifiuti in generale - http://ec.europa.
eu/environment/waste/legislation/index.htm
sui veicoli - http://ec.europa.eu/environment/waste/
elv_index.htm
norme nazionali - http://www.reteambiente.it/normativa
/4991/
2
il più recente intervento normativo: Dm Ambiente 28
settembre 2010 - http://www.reteambiente.it/normativa
/13957/
3
Secondo quanto previsto all’art. 7 “Reimpiego e recupero” del D.lg. 209/2003 e successive modifiche e
integrazioni; gli obiettivi fissati debbono essere garantiti da tutti gli operatori economici della filiera
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www.arn.nl
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Claudio Dozio
Arpa Lombardia
Coordinatore del GL13 Gestione dei veicoli
fuori uso (secondo la Direttiva 2000/53/CE)
della Commissione Tecnica Ambiente UNI
Dal waste management
alle norme tecniche
per il recupero
Nel luglio 2002, Parlamento e Consiglio Europeo deliberavano il VI Piano d’Azione, definendo la strategia destinata a caratterizzare
le Direttive Europee e la legislazione di ogni
Paese della Comunità a protezione dell’Ambiente per i dieci anni a venire. E’ ormai quasi tempo di formulare bilanci.
In particolare riguardo la produzione e gestione dei rifiuti, se nel decennio precedente
obiettivo prioritario era garantire la legalità
delle operazioni di smaltimento in discarica,
in questo nuovo ciclo temporale esso è divenuto quello di contenerne al massimo la produzione ed il fabbisogno crescente di discariche, pena un impatto ambientale insostenibile. Di qui la strategia orientata a sostituire lo
smaltimento con il recupero, meglio se attraverso attività di riciclo.
È una strategia complessa, per sviluppare la
quale alcuni Stati (tra cui il nostro) non hanno
certo brillato. Implica una sostanziale integrazione tra politiche di protezione ambientale e strategie di sviluppo economico, la ricerca finalizzata a tecnologie dedicate e nuovi
materiali, la pratica del green public procurement, il diffondersi di una cultura orientata al
consumo “sostenibile”. Nonostante i risultati
raggiunti si è diffusa un’idea abbastanza “burocratica” dell’impatto sull’economia reale
della normativa ambientale europea, di cui
viene più percepito l’insieme oneroso di “lacci o laccioli” che non l’utilità di linee guida
inerenti lo sviluppo ordinato dell’attività economica connessa con effetti positivi sulla
qualità della vita quotidiana.
Così, seppure le buone ragioni della strategia europea appaiano ben chiare osservando in TV i guasti di una rivolta popolare contro la realizzazione dell’ennesima discarica,
è incontestabile che nella realtà quotidiana
troppo spesso si dimentica che l’enorme at-
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Gestione dei rifiuti
dossier
taggio dei veicoli ibridi e la lavorazione di
componenti al litio.
Questa norma può essere un punto di partenza in questo senso ma è già solida realtà.
Nel mondo odierno la concorrenza sul mercato si esercita tra stati o grandi agglomerati sulle tecnologie. Procedure come questa
possono rappresentare un vantaggio tecnologico.
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tività economica e di servizi orientati alla
raccolta, preparazione e gestione logistica
dei rifiuti è fondamentale per favorire la legalità e rendere possibile la differenziazione
dei successivi trattamenti; ma anche che
tutto ciò ha senso pratico solo nella prospettiva - ogni anno che passa, sempre più
inevitabile - che se ne renda possibile il
massimo grado di recupero, sia in termini di
materia prima che – eventualmente – quale
fonte energetica sostitutiva.
Sebbene i successi di tale impostazione siano noti (la raccolta differenziata è possibile,
si riduce il volume di rifiuti mandati in discarica, il mercato ha introitato l’idea che il loro
smaltimento abbia un costo; ecc.) e su questa base si siano sviluppati un grande numero di sistemi per la raccolta e la distruzione,
in sede di bilanci è bene provare a chiedersi
se le statistiche non nascondano in realtà
dei problemi irrisolti che è necessario affrontare.
Sarebbe interessante promuovere un’indagine tra tutti coloro che hanno qualche responsabilità in materia: nel settore o nelle situazioni che conosciamo la strategia europea è
adeguatamente perseguita? I comportamenti del mercato corrispondono a rendere credibile la prospettiva indicata? Le imprese, i
protagonisti cioè dell’attività economica –
ciascun gruppo nello specifico settore di riferimento – perseguono interessi “di filiera” tesi a supportare una simile prospettiva, utilizzando appieno gli strumenti disponibili ?
Per rispondere è forse opportuno riflettere su
cosa si debba intendere per “ciclo di Recupero”. Per la Direttiva Europea e anche la
Legge italiana “la disciplina in materia di gestione dei rifiuti si applica fino al completamento delle operazioni di recupero – che uti-
Corrado Scapino - Presidente FISE Unire
a
lizzano rifiuti per generare materie prime secondarie, combustibili o prodotti, attraverso
trattamenti meccanici, termici, chimici o biologici, - che si realizza quando non sono necessari ulteriori trattamenti perché le sostanze, i materiali e gli oggetti ottenuti possono
essere usati in un processo industriale o
commercializzati come materia prima secondaria, combustibile o come prodotto da collocare, a condizione che il detentore non se ne
disfi o non abbia deciso, o non abbia l'obbligo, di disfarsene.”
Se l’espressione s’interrompesse prima della
sottolineatura i risultati disponibili sarebbero
soddisfacenti. Eppure una definizione così
netta vista dal lato del mercato non sembra
lasciare spazio a interpretazioni: non basta
che un impianto sia concepito tecnicamente
in grado di produrre una materia prima da un
rifiuto; perché si possa parlare di recupero
compiuto chi lo gestisce dev’essere anche in
grado di commercializzare e vendere il prodotto in tal modo realizzato. Altrimenti dovrà
giocoforza liberarsene come un rifiuto. Ed è
questa sottolineatura che giustamente c’interroga circa il percorso talvolta ancora da
fare.
Il ciclo virtuoso concepito con il VI piano d’Azione si è dimostrato efficace con quei rifiuti
riconducibili al materiale originario attraverso operazioni relativamente semplici: lattine
d’alluminio, bottiglie di vetro, materiali di arredo, manufatti termoplastici monopolimero:
perché una volta separati, dilavati e – più o
meno finemente – triturati possono essere
reimmessi nel mercato attraverso i cicli originali di produzione degli stessi prodotti a fine
vita.
La stessa cosa non può dirsi nel caso di rifiuti
più complessi - di struttura non omogenea o
non facilmente stampabili - per diverse ragioni, tra cui la difficoltà di far pagare il giusto
prezzo per materiali ottenuti attraverso attività onerose di riciclo in un mercato che deve
accettare con essi nuove materie prime o
prodotti necessariamente in competizione
con tutti gli altri per funzionalità, qualità, prezzo di vendita.
Se infatti oggi si può dire che in molteplici situazioni è ormai acquisita l’idea che un prodotto finito sia realizzato a partire da un rifiuto, solo in alcuni casi - frutto del contesto
aziendale e della sagacia con cui esso è progettato e proposto (la carta riciclata, il pile, il
pannello ecologico, ecc) - si può parlare di
un corretto posizionamento commerciale. In
generale, invece, permane l’idea che un rifiuto possa essere anche accettato come materia prima, ma solo a condizione che costi poco o niente trattandosi in fondo di un rifiuto.
Consolidare il mercato di riferimento dei prodotti del Riciclo significa in definitiva sviluppare un settore della Green Economy con
conseguenze fondamentali sia per le strategie di politica ambientale che per l’economia
di intere filiere produttive.
E poiché molte strade fin qui seguite (mercati
protetti, prodotti di modesta qualità a basso
prezzo) hanno dimostrato i loro limiti, forse è
il caso di non sottovalutare anche un approccio di altro tipo: convincere quote crescenti
del mercato globale ad accettare prodotti di
buona qualità che utilizzano materiale riciclato nonostante il costo, ampiamente giustificato dalla motivazione ambientale, non possa
risultare inferiore a quello dei prodotti da materia prima vergine.
In realtà serve un approccio nuovo da parte
del mercato, interessato a completare il ciclo
del recupero: l’indirizzo di risorse economiche e finanziarie oggi finalizzate perlopiù alla
raccolta ed allo smaltimento; attività di ricerca e sviluppo orientate ad un settore produttivo che – diversamente da altri – non sarà
delocalizzato; competenze ed organizzazione
aziendale; capacità di marketing ed alleanze
commerciali. Si potrebbe aggiungere, anche
un diverso impegno da parte della P.A. e della
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Gestione dei rifiuti
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FISE Unire, l’Associazione che rappresenta, a livello nazionale, le
aziende di recupero dei rifiuti appartenenti alle diverse filiere merceologiche (carta, vetro, plastica, RAEE, acciaio, gomma, veicoli
fuori uso, abiti usati, inerti) considera di fondamentale importanza
l’attività di standardizzazione UNI e CEN con riferimento alle caratteristiche e requisiti dei processi e dei materiali recuperati dai rifiuti al
fine della promozione e dello sviluppo degli sbocchi di mercato degli
stessi. Ciò risulta essenziale anche per la diffusione nel nostro
Paese degli “acquisti verdi” e più in generale del Green Public Procurement. L’Associazione ritiene infatti che solo attraverso l’adeguata qualificazione dei materiali e beni riciclati sarà possibile opporsi a pratiche lesive della concorrenza nel mercato di riferimento, come dimostrano le
esperienze nel settore del granulo di gomma e degli aggregati riciclati.
grande impresa; o di intere filiere produttive
destinate a coinvolgere non solo i produttori
del rifiuto od i riciclatori ma anche i settori
produttivi potenzialmente in grado di utilizzare la materia prima riciclata ed il sistema del
consumo sostenibile.
Ma è noto che il mercato favorisce il determinarsi di queste condizioni quanto più risultano utili a regolare la competizione e gli interessi correlati. Ed è su questo piano che
emerge – esplicito – il ruolo della normazione.
Qualsiasi sia l’articolo realizzato, qualunque
ne sia l’impiego, un utilizzatore di materie prime le seleziona ed acquista sulla base di due
fattori: prezzo e caratteristiche. E, di solito,
può essere interessato a sostituire il fornitore
solo a condizione che il prezzo diminuisca o
le caratteristiche del suo materiale siano migliorative.
Come determinare tali caratteristiche? Secondo quali tecniche e metodologie? Con
quali livelli di raffinatezza? Sotto quali denominazioni riconoscerle? Quali norme imposte
dalla Legge osservare? La commercializzazione di un prodotto implica sempre l’accordo tra due interessi, eventualmente contrapposti: le norme tecniche del CEN, dell’ISO e
degli Enti di normazione nazionale, come noto, servono ad introdurre punti di riferimento
accettati da tutti i soggetti normalmente in
competizione in ogni settore produttivo nell’area di mercato di riferimento.
Ora, se le materie prime riciclate debbono
entrare normalmente in competizione con le
risorse vergini nella produzione di manufatti o
in utilizzi comuni, come non pensare che
questo processo non debba riguardare anch’esse, pur non sottovalutando il diverso
punto di partenza? E non solo perché il sussistere di una norma tecnica relativa all’impiego di un rifiuto quale materia prima viene
richiesto dalla legislazione ambientale. Ma
soprattutto perché il mercato pretenderà comunque il verificarsi di un simile presupposto!
Non è un processo semplice, né tantomeno
breve. Le filiere aziendali interessate ad un
ciclo di recupero raccolgono imprese spesso
molto diverse sotto il profilo della dimensione, delle risorse, delle priorità: produttori, riciclatori, altri produttori, clienti finali. Debbono anzitutto riconoscersi, quindi condividere
gli interessi comuni, infine rispettarsi al punto
da collaborare sul piano tecnico e normativo.
Senza sottovalutare il fatto che il mercato dei
rifiuti è spesso locale e regolato da legislazioni nazionali mentre il mercato dei prodotti
è perlopiù internazionale, o comunque quantomeno europeo. Se ci si pensa appena è un
grande impegno – anche culturale – richiesto
a soggetti che fino a qualche decina d’anni fa
dossier
FISE UNIRE
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di quest’anno - la prima norma tecnica del
settore a livello europeo riguardo i materiali
prodotti da pneumatici fuori uso (caratterizza i materiali prodotti dal ciclo di recycling,
sulla base di dimensioni ed impurezze, stabilisce e normalizza i metodi di campionatura
e di prova in tutte le fasi del processo).
Con la Specifica Tecnica non sono risolti tutti
i problemi relativi alla commercializzazione di
questi materiali; ma è una base indispensabile perché – attraverso ulteriori
attività tese ad auspicabili integrazioni – il Legislatore ed il
Mercato possano considerare
questi materiali quali materie
prime seconde a tutti gli effetti,
anziché rifiuti; sempre che sia
possibile svilupparne adeguatamente il mercato degli impieghi.
E questo è il tema di riflessione che, citando
infine un caso reale, abbiamo voluto qui proporre.
Elio A. Savi
IMF srl
Chairman del CEN/PC 366 Tyres recycling
e membro del GL14 Materiali da recupero
di pneumatici fuori uso della Commissione
Tecnica Ambiente UNI
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Gestione dei rifiuti
ignoravano reciprocamente l’esistenza; o
nemmeno esistevano.
Per testimoniare tale complessità cito un
esempio, fra gli altri, che conosco da vicino: il
comparto dei pneumatici fuori uso (o a fine
vita). Stando alle associazioni dei Produttori
(ETRMA) e dei Riciclatori (ETRA) - a livello
Comunitario riguarda il Recupero di 3,5 Milioni di T/anno. La peculiarità che complica il recupero dei granulati ottenuti dal riciclo dei
PFU è nella loro vulcanizzazione. Non possono quindi essere riciclati per produrre nuovi
pneumatici bensì utilizzati o tal quali o nella
produzione di manufatti di altra natura impiegando leganti di varia natura (polimeri, bitumi, cemento). Il che significa : nuovi materiali
e nuovi prodotti per mercati da sviluppare. Di
riciclo si cominciò a parlare una ventina
d’anni or sono.
Nel 1999 la Commissione Europea convocò
un “Forum del recycling” per discutere i risultati raggiunti ed esplorare gli ostacoli esistenti nell’U.E. Il rapporto finale del Forum,
tutti d’accordo, raccomandava lo sviluppo di
standards per i materiali e le applicazioni del
riciclo.
Nel 2000 un lavoro preliminare fu iniziato grazie ai riciclatori di ETRA. La redazione di un
CWA consentì primi elementi d’indirizzo che
nel 2002 si conclusero con la pubblicazione di
un documento preliminare del CEN:
CWA14243.
Nel 2003 il CEN creò un gruppo di lavoro
(con Segreteria svedese) per trasformare
questo documento in uno standard europeo.
Nel 2005 la bozza di documento non raggiunse la maggioranza qualificata necessaria causa il diverso grado d’interesse tra
Paesi e contrasti emersi anche in Italia tra
Produttori e Riciclatori. Due anni dopo l’UNI,
sostenuto dai riciclatori in ARGO, assumeva
l’iniziativa riproponendo il processo normativo. Nel gennaio 2007 il CEN affidò all’UNI la
Segreteria perché la filiera interessata giungesse a definire una prima norma tecnica
europea. I tempi erano finalmente maturi. Il
grande spirito di collaborazione indotto dalla
Segreteria e l’intelligenza delle parti rappresentanti la filiera - con i Produttori riuniti in
Ecopneus impegnati insieme ai Riciclatori
ed ai rappresentanti dei settori di principale
impiego - consentirono alla Delegazione italiana di condividere al 100% un progetto di
Business Plan poi presentato nel novembre
dello stesso anno alla trentina di esperti della Task Force europea. Fu l’inizio di un percorso ad ostacoli (proposte, redazioni, contrasti, mediazioni) che attraverso oltre una
ventina di risoluzioni approvate all’unanimità, hanno portato il gruppo di lavoro che ho
avuto l’onore di coordinare (CEN/PC 366) a
redigere - ed il CEN a pubblicare nell’aprile
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Ci aiutano le norme a mantenere
sani denti e gengive
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Lavarsi i denti dopo ogni pasto, scegliere l’adeguato spazzolino e sostituirlo spesso, utilizzare il filo interdentale, scegliere un buon dentifricio sono tutte azioni che aiutano a prevenire le malattie di denti e gengive.
Per la scelta di questi prodotti ci vengono in
aiuto anche le norme tecniche, che garantiscono al consumatore sicurezza, qualità, rispetto dell’ambiente e prestazioni.
“Odontoiatria – Dentifrici - Requisiti, metodi di
prova e marcatura” è il titolo della norma UNI
EN ISO 11609, che specifica i requisiti delle
proprietà fisiche e chimiche dei dentifrici e
fornisce, oltre a una guida per gli appropriati
metodi di prova, i requisiti per la loro marcatura, etichettatura e imballaggio.
La norma, che si applica ai dentifrici destinati
ad essere utilizzati quotidianamente dai consumatori al fine di promuovere la loro igiene
orale, riporta requisiti relativi a: fluoro totale
contenuto, metalli pesanti, pH, microbiologia,
abrasività. Tra i metodi di prova troviamo quello per la determinazione del pH, dell’abrasività
(dello smalto e dentina), della stabilità.
La norma sostituisce la UNI EN ISO 11609 del
2001.
Passiamo agli spazzolini da denti, classificati
nella norma in tre tipologie. La UNI EN ISO
16409 “Odontoiatria - Prodotti per l’igiene orale - Spazzolini interdentali manuali” (che sostituisce l’edizione 2007) specifica i requisiti e i
metodi di prova per i criteri di prestazione degli spazzolini interdentali manuali con la testa
della spazzola a sezione circolare. La norma
riporta anche le indicazioni del fabbricante re-
46
lative alle istruzioni per l’uso e alla marcatura
dell’imballaggio.
L’uso dello spazzolino dovrebbe essere affiancato dall’uso del filo interdentale: si applica al
porta filo e al filo interdentale integrato per
uso manuale la nuova norma UNI EN ISO
28158 “Odontoiatria - Porta filo e filo interdentale integrato”, elaborata allo scopo di presentare i requisiti e i metodi di prova per questi
prodotti utilizzati per la cura professionale o
domestica dell’igiene orale o come parte di un
trattamento dentale. I requisiti si riferiscono ai
materiali, alla forma e alla resistenza.
Queste norme tecniche devono essere utilizzate dal fabbricante per poter fornire sul mercato prodotti per l’igiene orale adeguati e soprattutto con caratteristiche di sicurezza in linea con lo stato dell’arte, oltre a garantire un
livello di prestazione volto a far durare nel
tempo i prodotti: per gli spazzolini, per esempio, la parola prestazione significa avere le setole che durano nel tempo e con una tenuta
adeguata (la norma propone dei test specifici
per verificare la tenuta delle setole e la loro
resistenza al piegamento, che rende lo spazzolino inutilizzabile). L'utilizzare prodotti conformi a tale norma si traduce anche in meno
costi (perché se comprano meno) e minori
quantità di rifiuti prodotti.
A livello nazionale i lavori normativi in campo
odontoiatrico sono seguiti dalla Commissione
“Tecnologie biomediche e diagnostiche”.
formazioni comunicabili al conducente per
mezzo di simboli studiati appositamente per
l’utilizzo nelle autovetture, autocarri e autobus,
indipendentemente da marca e modello.
Espressione di un consenso internazionale
raggiunto tra i principali produttori automobilistici, i simboli riportati nella norma limitano il
rischio di confusione che potrebbe risultare
dall’esistenza di simboli multipli e contraddittori visibili sul cruscotto.
La versione aggiornata della ISO 2575 offre
per la prima volta agli utilizzatori anche un CDROM contenente tutti i simboli grafici in tre differenti formati - Adobe Illustrator (ai), Encapsulated Postscript (eps) e Drawing Interchange Format (dxf) – allo scopo di soddisfare le
esigenze di qualsiasi progettista grafico del
veicolo.
"Oltre a fornire la grafica vettoriale, gli utenti
riceveranno un elenco completo dei significati
di ogni simbolo" riporta Gary Rupp, project leader della nuova norma. "I costruttori di veicoli
ed i loro fornitori apprezzeranno di sicuro il
CD-ROM: le informazioni contenute potranno
garantire che ogni simbolo visualizzato all'interno del proprio veicolo sia disegnato correttamente e che comunichi in modo esatto il suo
significato”.
La ISO 2575 raggruppa più di 350 simboli (segni convenzionali) per l'utilizzo sui comandi,
indicatori e spie. Fornisce inoltre indicazioni
sui colori appropriati delle spie ottiche, che informano il conducente sia della corretta operazione sia del malfunzionamento del di spositivo associato. Per fare un esempio, il colore rosso rappresenta il pericolo sia nei confronti delle persone che dell’equipaggiamento
(comunicando gravi danni immediati o imminenti). Alcuni colori sono utilizzati per spie
specifiche, come il colore blu per le luci abbaglianti.
Giunta alla sua ottava edizione, la nuova ISO
2575:2010 – che annulla e sostituisce la versione del 2004 – è stata aggiornata con nuovi
simboli per funzioni aggiuntive, in considerazione della continua evoluzione tecnologica
del settore.
La norma è stata elaborata dal comitato tecnico ISO/TC 22 “Road vehicles” SC 13 “Ergonomics applicable to road vehicles”.
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a cura della Comunicazione UNI
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Vita quotidiana
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Simboli per comandi,
indicatori e spie: quando
il cruscotto è a norma
C’è un linguaggio universale dei simboli d’informazione che segnalano al conducente di
un veicolo un problema al
motore, la necessità di
gonfiaggio degli pneumatici o quella di aggiungere
carburante nel serbatoio.
Questo linguaggio è contenuto nella nuova edizione
della norma internazionale
ISO 2575:2010 “Road vehicles – Symbols for controls, indicators and tell-tales”, che raggruppa le in-
Collana Costruzioni:
in CD-Rom le raccolte
di norme UNI per l’edilizia
a
Nel campo dell’edilizia la conformità dei processi, dei prodotti e dei servizi alle norme tecniche è un fattore di fondamentale importanza. Lo è sempre stato, ma ancor più lo è adesso che si vanno affacciando nel complesso
panorama delle costruzioni nuove sfide che
aprono scenari particolarmente interessanti
per chi opera nel settore, come ad esempio:
la sostenibilità edilizia (pubblicata a catalogo
in queste settimane la UNI EN 15643-1 “Sostenibilità delle costruzioni - Valutazione della
sostenibilità degli edifici – Parte 1: Quadro di
riferimento generale”), il rendimento energetico (si pensi alla norma UNI CEI EN 16001 sui
sistemi di gestione dell’energia), la classificazione acustica delle unità immobiliari (recente
la pubblicazione della norma UNI 11367 “Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Procedura di valutazione
e verifica in opera”), l’accessibilità (un tema,
quest’ultimo, indicato come una delle priorità
dagli organismi di normazione internazionale).
La collana Costruzioni, pubblicata in queste
settimane in una nuova edizione, raccoglie le
norme UNI del settore, aggiornate al 31 ottobre 2010.
Secondo uno schema già collaudato, la collana si compone di sei differenti serie, appositamente ideate per venire incontro alle esigenze pratiche di chi opera nel settore, a diversi
livelli della filiera: committenti, progettisti, imprese, installatori, produttori e laboratori.
Un quadro estremamente esauriente che si
sviluppa in 60 CD-Rom, che contengono il cor-
pus normativo di settore, in italiano e – laddove non presente la traduzione – in inglese.
Le raccolte contengono anche eventuali errata corrige successivamente pubblicati, così
da fornire un quadro perfettamente aggiornato sullo stato dell’arte della normativa tecnica.
Di poco precedente si segnala anche la pubblicazione del CD-Rom “Eurocodici”, appartenente alla medesima collana. Gli Eurocodici
sono norme tecniche europee - elaborate dal
CEN su specifico mandato della Commissione
Europea - che forniscono le regole di calcolo
per la progettazione delle strutture - edifici e
opere di ingegneria civile - e dei relativi elementi strutturali, nonché le regole per la verifica di conformità dei prodotti strutturali ai Requisiti Essenziali numero 1 e numero 2 (resistenza meccanica e stabilità; sicurezza in caso di incendio) stabiliti dalla direttiva 89/106
sui prodotti da costruzione.
Il CD-Rom si rivolge in particolare agli ingegneri civili ed edili i quali possono trovare in
esso uno strumento di grande utilità pratica
per lo svolgimento del loro lavoro.
Nuova edizione della Guida
tecnica CEI 82-25: novità
per il settore fotovoltaico
Il CEI annuncia la pubblicazione della nuova
edizione della guida CEI 82-25 “guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e
Bassa Tensione”.
La guida tecnica fornisce ai progettisti, agli
installatori e, in genere, agli operatori di impianti fotovoltaici i criteri per la progettazione,
l’installazione e la verifica dei sistemi di generazione, destinati ad operare in parallelo alla
rete di distribuzione di Media e di Bassa Tensione.
La guida è stata aggiornata principalmente
per:
• apportare le modifiche rese necessarie dall’evoluzione normativa e legislativa;
• tenere in considerazione quanto sviluppato
dal CT82 in collaborazione con altri comitati
in materia di cavi, contatori, interruttori in
BT e con organizzazioni esterne al CEI, tra
cui il corpo nazionale dei vigili del fuoco;
• aggiornare aspetti legati al dimensionamento meccanico e ai sistemi fotovoltaici a concentrazione;
• revisionare la parte relativa all’interfacciamento alla rete elettrica;
• aggiornare e ampliare l’articolo riguardante
la misura dell’irraggiamento solare e i relativi strumenti di misura.
La nuova edizione della guida tecnica contiene 4 allegati. L’allegato A riporta il riepilogo
della normativa, i documenti e le leggi di riferimento in vigore da rispettare per la progettazione e la verifica elettrica di un impianto
fotovoltaico, mentre l’allegato B definisce i
criteri per la progettazione e la verifica meccanica di un impianto fotovoltaico. L’allegato
C fornisce cenni sulla risorsa energetica solare fotovoltaica, nonché sulla potenzialità degli
impianti fotovoltaici. L’allegato D, che rappresenta la principale novità della presente edizione della guida tecnica, fa riferimento alle
prove essenziali da effettuare su moduli e assiemi fotovoltaici a concentrazione solare per
verificare il soddisfacimento dei requisiti minimi di sicurezza e qualità, oggetto delle norme
CEI EN applicabili, ed ottenere una valutazione preliminare della sicurezza e qualità dei
componenti esaminati.
Questo volume recepisce gli aggiornamenti
legislativi del nuovo Conto Energia.
La guida CEI 82-25 (ed.2010) è disponibile
presso tutti i punti vendita CEI e il CEI WebStore al prezzo di € 60,00 (prezzo Soci €
48,00).
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010
a cura della Comunicazione UNI e CEI
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rubriche
Recensioni
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FOCUSnorma
NORMA
TITOLO
negli edifici, il legno strutturale e le prese interbloccate con dispositivo a corrente differenziale.
UNI EN 15643-1
Sostenibilità delle costruzioni - Valutazione della sostenibilità degli edifici - Parte1: Quadro di riferimento
generale
14/10/2010
Commissione Tecnica Prodotti, processi e sistemi per
l'organismo edilizio
Fornisce i principi generali ed i requisiti, espressi attraverso una serie di norme, per la valutazione degli edifici
in termini di prestazione ambientale, sociale ed economica, tenendo in considerazione le caratteristiche tecniche e la funzionalità dell'edificio.
Progettisti, costruttori.
Fa parte di una serie di norme che forniscono un sistema per la valutazione di sostenibilità degli edifici utilizzando un approccio basato sul ciclo di vita. La serie di
norme permette la valutazione di sostenibilità, simultaneamente e con gli stessi presupposti, sulla base delle
caratteristiche tecniche e della funzionalità dell’oggetto
di valutazione.
prEN 15643 parti 2, 3 e 4; ISO 15392; ISO 15686 parti 1,
2, 7 e 8.
Futuro CPR (Regolamento del Parlamento europeo e del
Consiglio che abrogherà la direttiva del Consiglio
89/106/CEE)
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NORMA
TITOLO
PUBBLICAZIONE
OT COMPETENTE
SOMMARIO
A CHI SI RIVOLGE
IL VALORE
AGGIUNTO
ALTRE NORME
CORRELATE
IL QUADRO
LEGISLATIVO
NORMA
TITOLO
PUBBLICAZIONE
OT COMPETENTE
SOMMARIO
A CHI SI RIVOLGE
IL VALORE
UNI CEI 11222
Luce e illuminazione - Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici - Procedure per la verifica periodica,
la manutenzione, la revisione e il collaudo
09/09/2010
Luce e illuminazione
Specifica le procedure per effettuare le verifiche periodiche, la manutenzione, la revisione ed il collaudo degli
impianti per l'illuminazione di sicurezza negli edifici, costituiti da apparecchi per illuminazione di emergenza, al
fine di garantirne l'efficienza operativa.
Si rivolge alle persone preposte all’espletamento del
servizio di manutenzione.
Elenca una serie di verifiche periodiche necessarie per
controllare lo stato di funzionamento dell’impianto, nel
corso delle quali si deve rendere disponibile la documentazione tecnica relativa all’impianto, compresa l’eventuale documentazione di progetto. Uno specifico
punto della norma è dedicato alla manutenzione periodica, che consiste in una serie di operazioni programmate.
UNI EN 1838 - CEI EN 50171:2002 - CEI EN 50172:2006 CEI EN 60598-2-22:1999
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PUBBLICAZIONE
OT COMPETENTE
SOMMARIO
A CHI SI RIVOLGE
IL VALORE
AGGIUNTO
ALTRE NORME
CORRELATE
IL QUADRO
LEGISLATIVO
NORMA
TITOLO
PUBBLICAZIONE
OT COMPETENTE
SOMMARIO
a
AGGIUNTO
ALTRE NORME
CORRELATE
IL QUADRO
LEGISLATIVO
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UNI 11035-3:2010
Legno strutturale- Classificazione a vista dei legnami
secondo la resistenza meccanica - Parte 3: Travi Uso
Fiume e Uso Trieste
27/10/2010
Commissione Legno
Completa il pacchetto relativo alla classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica. Tratta il legname, destinato all’uso in strutture portanti, riconducibile alle definizioni di Uso Fiume e Uso Trieste.
Architetti, ingegneri, strutturisti, professionisti del
settore.
Definisce le modalità della classificazione a vista che
deve essere condotta con: scelta della regola in funzione del tipo di legname; esame a vista di tutte le facce e
delle testate di ciascun elemento ligneo; applicazione a
tutte le sezioni dell'elemento ligneo di tutti i criteri di
classificazione previsti da un prospetto che indica la
combinazione specie/provenienza, la sigla di identificazione del materiale, la regola di classificazione appropriata, la categoria a cui ciascun elemento ligneo può
essere assegnato e la classe di resistenza cui ciascun
elemento può essere assegnato; assegnazione dell'elemento ligneo alla categoria peggiore fra quelle ottenute
in c); se l’elemento ligneo non rientra nella categoria
minima, deve essere scartato in quanto non classificabile per uso strutturale.
UNI 11035-1; UNI 11035-2; UNI 11119; UNI EN 338; UNI
EN 384; UNI EN 1310; UNI EN 13183-1; UNI EN 13183-2;
UNI EN 14081-1.
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a cura delle Aree Tecniche UNI e CEI
rubriche
In questo numero di U&C presentiamo
come principali novità dell’attività normativa la sostenibilità delle costruzioni,
gli impianti di illuminazione di sicurezza
U&C n.10 novembre/dicembre 2010
A CHI SI RIVOLGE
IL VALORE
AGGIUNTO
ALTRE NORME
CEI 23-96
Prese interbloccate con dispositivo a corrente differenziale con sganciatori di sovracorrente per installazione
fissa per uso domestico e similare (PID)
01/09/2010
CT 23 - Apparecchiatura a bassa tensione
si applica alle prese interbloccate con dispositivo a corrente differenziale (PID) con funzionamento dipendente
dalla tensione di rete, per installazione fissa per uso domestico e similare, con sganciatori di sovracorrente
progettisti, installatori, costruttori, verificatori
aggiorna i riferimenti normativi e modifica e aggiunge
alcune prescrizioni e condizioni di prova
CEI 23-42, CEI 23-44
CORRELATE
IL QUADRO
LEGISLATIVO
DM 37/08, D.lgs 81/08, D.Lgs 106/09
■
NORME
Ve
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CEI, UNI
calizzata
La presente sezione è fo
sulla pubblicazione
delle norme UNI e CEI.
e ISO e IEC
Relativamente alle norm
k che rimandano
segnaliamo i seguenti lin
ioni:
alle più recenti pubblicaz
norme ISO:
www.iso.org/iso/search.htm
norme IEC:
http://webstore.iec.ch
a
TUTTENORME
le
NOVEMBRE
DICEMBRE
2010
NORME CEI
DATA
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
EN/IT
11,00
EI
83,00
EI
0,00
Ve
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oc
i
ORGANO TECNICO: CT 8/28 - ASPETTI DI SISTEMA PER LA FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA
CEI EN 60059/A1
2010-09
Correnti nominali IEC.
CEI 8-7;V1
8 pagine (Variante) Fasc. 10684 E
ORGANO TECNICO: CT 11/7 - LINEE ELETTRICHE AEREE E MATERIALI CONDUTTORI
CEI EN 50540
2010-09
Conduttori per linee aeree - Conduttori di alluminio con
CEI 11-80
rivestimento in acciaio (ACSS). 62 pagine Fasc. 10670
ORGANO TECNICO: CT 15/112 - MATERIALI ISOLANTI - SISTEMI DI ISOLAMENTO
CEI 15-195;V1
2010-09
Materiali isolanti elettrici - Proprietà di resistenza alla
sollecitazione termica. Parte 3: Istruzione per il calcolo delle
caratteristiche di resistenza alla sollecitazione termica.
8 pagine (Variante) Fasc. 10672
ORGANO TECNICO: CT 17 - GROSSA APPARECCHIATURA
CEI EN 62271-100
2010-09
Apparecchiatura ad alta tensione. Parte 100: Interruttori a
CEI 17-1
corrente alternata. 344 pagine (Settima edizione) Fasc. 10682 E
CEI EN 60947-2/A1
2010-10
Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2: Interruttori
CEI 17-5;V1
automatici. 62 pagine (Variante) Fasc. 10787
CEI EN 62271-110
2010-09
Apparecchiatura ad alta tensione. Parte 110: Manovra di
CEI 17-95
carichi induttivi. 32 pagine Fasc. 10683 E
CEI EN 62271-110
2010-10
Apparecchiatura ad alta tensione. Parte 110: Manovra di
CEI 17-95
carichi induttivi. 52 pagine Fasc. 10788
ORGANO TECNICO: CT 20 - CAVI PER ENERGIA
CEI EN 60332-3-22
2010-09
Prove sui cavi elettrici e a fibre ottiche in condizioni di
CEI 20-22/3-2
incendio. Parte 3-22: Prova per la propagazione verticale
della fiamma su fili o cavi montati verticalmente a fascio
- Categoria A. 30 pagine Fasc. 10659
CEI EN 60332-3-23
2010-09
Prove sui cavi elettrici e a fibre ottiche in condizioni di
CEI 20-22/3-3
incendio. Parte 3-23: Prova per la propagazione verticale
della fiamma su fili o cavi montati verticalmente a fascio
- Categoria B. 28 pagine Fasc. 10660
CEI EN 60332-3-24
2010-09
Prove sui cavi elettrici e a fibre ottiche in condizioni di
CEI 20-22/3-4
incendio. Parte 3-24: Prova per la propagazione verticale
della fiamma su fili o cavi montati verticalmente a fascio
- Categoria C. 28 pagine Fasc. 10661
CEI EN 60332-3-25
2010-09
Prove sui cavi elettrici e a fibre ottiche in condizioni di
CEI 20-22/3-5
incendio. Parte 3-25: Prova per la propagazione verticale
della fiamma su fili o cavi montati verticalmente a fascio
- Categoria D. 28 pagine Fasc. 10662
CEI 20-56
2010-09
Cavi da distribuzione con isolamento estruso per tensioni
nominali da 3,6/6 (7,2) kV a 20,8/36 (42) kV inclusi.
120 pagine Fasc. 10658
CEI 20-91;V1
2010-10
Cavi elettrici con isolamento e guaina elastomerici senza
alogeni non propaganti la fiamma per applicazioni in impianti
fotovoltaici . 6 pagine (Variante) Fasc. 10779
ORGANO TECNICO: CT 22 - ELETTRONICA DI POTENZA
CEI EN 62040-3/A11
2010-09
Sistemi statici di continuità (UPS). Parte 3: Metodi di specifica
CEI 22-24;V1
delle prestazioni e prescrizioni di prova.
14 pagine (Variante) Fasc. 10677
ORGANO TECNICO: CT 23 - APPARECCHIATURA A BASSA TENSIONE
CEI EN 60669-2-1/A12
2010-10
Apparecchi di comando non automatici per installazione
CEI 23-60;V2
elettrica fissa per uso domestico e similare. Parte 2-1:
Prescrizioni particolari - Interruttori elettronici.
8 pagine (Variante) Fasc. 10789
CEI 23-95
2010-09
Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente
destinati ad essere incorporati o associabili a prese fisse
(SRCBO). 128 pagine
(Seconda edizione) Fasc. 10665
a
tutte le norme
NUMERO
I Soci CEI hanno diritto ad uno sconto sul prezzo di listino dei prodotti e servizi CEI
Legenda: EN = inglese - IT = italiano - EI = inglese e italiano - EN/IT = recepita in inglese, sarà tradotta in italiano
50 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
EN/IT
203,00
EI
91,00
EN/IT
67,00
EI
67,00
EI
44,00
EI
41,00
EI
40,00
EI
44,00
IT
136,00
IT
11,00
EI
13,00
EI
8,00
IT
137,00
DATA
CEI 23-96
2010-09
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
a
Ve
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i
Prese interbloccate con dispositivo a corrente differenziale
IT
150,00
con sganciatori di sovracorrente per installazione fissa per
uso domestico e similare (PID).
140 pagine (Seconda edizione) Fasc. 10666
CEI 23-97
2010-09
Prese interbloccate con interruttori automatici magnetotermici IT
118,00
per installazione fissa per uso domestico e similare (PIA).
112 pagine (Seconda edizione) Fasc. 10667
ORGANO TECNICO: CT 27 - ELETTROTERMIA
CEI EN 60703
2010-10
Metodi di prova per impianti elettrotermici con cannoni
CEI 27-12
elettronici. 30 pagine Fasc. 10796
EI
36,00
CEI EN 60519-7
2010-10
Sicurezza degli impianti elettrotermici. Parte 7: Norme
CEI 27-29
particolari per gli impianti con cannoni elettronici.
30 pagine Fasc. 10795
EI
34,00
ORGANO TECNICO: CT 29/87 - ELETTROACUSTICA/ULTRASUONI
CEI EN 61094-2
2010-09
Elettroacustica - Microfoni di misura. Parte 2: Metodo primario EN/IT
125,00
CEI 29-18
per la taratura in pressione di microfoni campione di
laboratorio con la tecnica di reciprocità.
50 pagine Fasc. 10690 E
CEI EN 60318-6
2010-09
Elettroacustica - Simulatori del cranio e orecchio umano.
EN/IT
47,00
CEI 29-52
Parte 6: Accoppiatore acustico per la misura delle vibrazioni
dell'osso. 22 pagine Fasc. 10689 E
ORGANO TECNICO: CT 31 - MATERIALI ANTIDEFLAGRANTI
CEI EN 60079-20-1
2010-09
Atmosfere esplosive. Parte 20-1: Classificazione dei gas e dei
EN
140,00
CEI 31-90
vapori - Metodi di prova e dati. 84 pagine Fasc. 10681 E
ORGANO TECNICO: CT 34 - LAMPADE E RELATIVE APPARECCHIATURE
CEI EN 60809/A4
2010-10
Lampade per veicoli stradali - Prescrizioni dimensionali,
EN
59,00
CEI 34-42;V2
elettriche e fotometriche. 48 pagine (Variante) Fasc. 10745 E
CEI EN 62493
2010-09
Valutazione delle apparecchiature di illuminazione
EI
117,00
CEI 34-130
relativamente all'esposizione umana ai campi elettromagnetici.
84 pagine Fasc. 10676
CEI UNI 11222
2010-09
Luce e illuminazione. Impianti di illuminazione di sicurezza
IT
41,50
CEI 34-132
negli edifici. Procedure
per la verifica periodica, la
manutenzione, la revisione e il collaudo. 16 pagine Fasc. 10655
ORGANO TECNICO: CT 46 - CAVI SIMMETRICI E COASSIALI, CORDONI, FILI, GUIDE D'ONDA, CONNETTORI PER RADIOFREQUENZA
CEI-UNEL 36762
2010-10
Identificazioni e prove da utilizzare per cavi per sistemi di
IT
9,00
CEI 46
categoria 0 in relazione alla coesistenza in condutture
contenenti cavi per sistemi di I categoria. 6 pagine Fasc. 10784
CEI EN 60966-2-1
2010-10
Cordoni di cavo coassiale e per radiofrequenza. Parte 2-1:
EN
50,00
CEI 46-38
Specifica settoriale per
cordoni di cavo coassiale flessibile.
26 pagine Fasc. 10721 E
CEI EN 60966-2-5
2010-10
Cordoni di cavo coassiale e per radiofrequenza. Parte 2-5:
EN
20,00
CEI 46-77
Specifica di dettaglio per cordoni per ricevitori radio e TV
- Gamma di frequenza da 0 a 1000 MHz, connettori
IEC 61169-2. 14 pagine Fasc. 10724 E
CEI EN 60966-2-6
2010-10
Cordoni di cavo coassiale e per radiofrequenza. Parte 2-6:
EN
20,00
CEI 46-78
Specifica di dettaglio per cordoni per ricevitori radio e TV
- Gamma di frequenza da 0 a 3000 MHz, connettori
IEC 61169-24. 14 pagine Fasc. 10725 E
CEI EN 60966-2-3
2010-10
Cordoni di cavo coassiale e per radiofrequenza. Parte 2-3:
EN
17,00
CEI 46-81
Specifica di dettaglio per cordoni di cavo coassiale flessibile
- Gamma di frequenza
da 0 a 1000 MHz, connettore
IEC 61169-8. 14 pagine Fasc. 10722 E
CEI EN 60966-2-4
2010-10
Cordoni di cavo coassiale e per radiofrequenza. Parte 2-4:
EN
20,00
CEI 46-137
Specifica di dettaglio per cordoni per ricevitori radio e TV
- Gamma di frequenza da 0 a 3000 MHz,
connettori IEC 61169-2. 14 pagine Fasc. 10723 E
tutte le norme
NUMERO
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 51
DATA
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
67,00
50,00
Ve
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oc
i
ORGANO TECNICO: CT 48 - COMPONENTI ELETTROMECCANICI PER APPARECCHIATURE ELETTRONICHE
CEI EN 61076-3-114
2010-10
Connettori per apparecchiature elettroniche - Prescrizioni di
EN
CEI 48-180
prodotto. Parte 3-114: Connettori rettangolari - Specifica di
dettaglio per custodie di protezione da impiegare con
connettori ad 8 vie schermati e non schermati per frequenze
fino a 600 MHz, per ambienti industriali, che incorporano
l'interfaccia della serie IEC 60603-7 - Variante 11 relativa alla
IEC 61076-3-106 - Tipo di accoppiamento a baionetta.
30 pagine Fasc. 10726 E
CEI EN 61076-3-117
2010-10
Connettori per apparecchiature elettroniche - Prescrizioni di
EN
CEI 48-181
prodotto. Parte 3-117: Connettori rettangolari - Specifica di
dettaglio per custodie di protezione da impiegare con
connettori ad 8 vie schermati e non schermati per ambienti
industriali, che incorporano l'interfaccia della serie IEC 60603-7
- Variante 14 relativa alla IEC 61076-3-106 - Accoppiamento
di tipo push-pull. 26 pagine Fasc. 10727 E
CEI EN 61076-3-001
2010-10
Connettori per apparecchiature elettroniche - Prescrizioni di
EI
CEI 48-182
prodotto. Parte 3-001: Connettori rettangolari - Specifica di
prodotto in bianco. 156 pagine Fasc. 10786
CEI EN 60512-9-1
2010-10
Connettori per apparecchiature elettroniche - Prove e misure.
EI
CEI 48-183
Parte 9-1: Prove di durata - Prova 9a: Funzionamento
meccanico. 16 pagine Fasc. 10785
ORGANO TECNICO: CT 57 - SCAMBIO INFORMATIVO ASSOCIATO ALLA GESTIONE DEI SISTEMI ELETTRICI DI POTENZA
CEI EN 61850-7-420
2010-10
Reti e sistemi di comunicazione per l'automazione nell'ambito
EN
CEI 57-76
dei sistemi elettrici. Parte 7-420: Strutture di comunicazione
di base - Nodi logici relativi alle risorse energetiche distribuite.
106 pagine Fasc. 10728 E
ORGANO TECNICO: CT 59/61 - APPARECCHI UTILIZZATORI ELETTRICI PER USO DOMESTICO E SIMILARE
CEI EN 50523-1
2010-10
Collegamento in rete di apparecchi elettrici di uso domestico.
EN
CEI 59-36
Parte 1: Specifiche funzionali. 82 pagine Fasc. 10747 E
CEI EN 50523-2
2010-10
Collegamento in rete di apparecchi elettrici di uso domestico.
EN
CEI 59-37
Parte 2: Struttura dati. 20 pagine Fasc. 10748 E
CEI EN 60335-1/EC
2010-09
Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare EI
CEI 61-150;V3
– Sicurezza. Parte 1: Norme generali.
8 pagine (Variante) Fasc. 10679
CEI 107-53;V1
2010-10
Ventilatori aeratori d’uso domestico e similare - Verifica delle
IT
prestazioni. 6 pagine (Variante) Fasc. 10797
ORGANO TECNICO: CT 62 - APPARECCHIATURE ELETTRICHE PER USO MEDICO
CEI EN 60613
2010-09
Caratteristiche elettriche e di carico dei complessi
EI
CEI 62-37
tubo-guaina per diagnostica medica. 46 pagine Fasc. 10673
CEI EN 60601-2-29
2010-09
Apparecchi elettromedicali. Parte 2: Prescrizioni particolari
EN/IT
CEI 62-79
relative alla sicurezza fondamentale e alle prestazioni
essenziali di simulatori per radioterapia. 34 pagine Fasc. 10691 E
CEI EN 61676/A1
2010-09
Apparecchi elettromedicali - Strumenti dosimetrici usati per
EN/IT
CEI 62-132;V1
la misura non-invasiva della tensione del tubo radiogeno in
radiologia diagnostica. 10 pagine (Variante) Fasc. 10692 E
CEI EN 62353
2010-10
Apparecchi elettromedicali - Verifiche periodiche e prove da
EI
CEI 62-148
effettuare dopo interventi di riparazione degli apparecchi
elettromedicali. 110 pagine (Prima edizione) Fasc. 10793
CEI UNI EN 1041
2010-09
Informazioni fornite dal fabbricante di dispositivi medici.
EI
CEI 62-151
48 pagine Fasc. 10657
CEI EN 62494-1
2010-09
Apparecchi elettromedicali - Caratteristiche dei sistemi digitali EI
CEI 62-156
per la produzione di immagini mediante raggi X. Parte 1:
Definizione e prescrizioni per radiografia generale.
44 pagine Fasc. 10675
CEI EN 62220-1-3
2010-09
Apparecchi elettromedicali - Caratteristiche dei dispositivi
EI
CEI 62-157
digitali per la produzione di immagini mediante raggi X. Parte 1:
Determinazione dell'efficienza quantica di rivelazione
- Rivelatori usati per immagini dinamiche. 74 pagine Fasc. 10674
a
tutte le norme
NUMERO
52 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
170,00
17,00
143,00
120,00
38,00
0,00
10,00
71,00
81,00
14,00
139,00
57,00
50,00
84,00
DATA
CEI EN 62563-1
CEI 62-162
2010-10
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
a
Ve
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us le
iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
Apparecchi elettromedicali - Sistemi di visualizzazione delle
EI
145,00
immagini mediche . Parte 1: Metodi di valutazione.
120 pagine Fasc. 10794
ORGANO TECNICO: CT 65 - MISURA, CONTROLLO E AUTOMAZIONE NEI PROCESSI INDUSTRIALI
CEI EN 62453-2
2010-10
Specifica dell'interfaccia dello strumento di descrizione dei
EN
151,00
CEI 65-209
dispositivi di campo. Parte 2: Principi e descrizione dettagliata.
162 pagine Fasc. 10744 E
ORGANO TECNICO: CT 78 - LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE
CEI EN 61111
2010-09
Lavori sotto tensione - Tappeti di materiale isolante per scopi
EN/IT
101,00
CEI 78-10
elettrici. 40 pagine Fasc. 10685 E
CEI EN 61112
2010-09
Lavori sotto tensione - Teli di materiale isolante per scopi
EN/IT
125,00
CEI 78-11
elettrici. 48 pagine Fasc. 10686 E
CEI EN 62192
2010-09
Lavori sotto tensione - Corde isolanti.
EN/IT
71,00
CEI 78-12
28 pagine Fasc. 10688 E
CEI EN 61477
2010-09
Lavori sotto tensione - Prescrizioni minime per l'uso di attrezzi, EN/IT
44,00
CEI 78-13
di dispositivi e di equipaggiamenti. 22 pagine Fasc. 10687 E
ORGANO TECNICO: CT 79 - SISTEMI DI RILEVAMENTO E SEGNALAZIONE PER INCENDIO, INTRUSIONE, FURTO, SABOTAGGIO E AGGRESSIONE
CEI 79-5/1;V1
2010-10
Protocollo di comunicazione per il trasferimento di informazioni IT
0,00
di sicurezza (allarmi). Parte 1: Livelli di trasporto.
6 pagine (Variante) Fasc. 10780
CEI 79-5/2;V1
2010-10
Protocollo di comunicazione per il trasferimento di informazioni IT
0,00
di sicurezza (allarmi). Parte 2: Livello applicativo.
4 pagine (Variante) Fasc. 10781
ORGANO TECNICO: CT 82 - SISTEMI DI CONVERSIONE FOTOVOLTAICA DELL'ENERGIA SOLARE
CEI 82-25
2010-09
Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica
collegati alle reti elettriche di Media e Bassa Tensione.
164 pagine Fasc. 10668 C
IT
60,00
ORGANO TECNICO: CT 86 - FIBRE OTTICHE
CEI EN 61300-2-34
2010-10
Dispositivi di interconnessione e componenti passivi per fibre
EN
25,00
CEI 86-39
ottiche - Procedure di prova e di misura fondamentali.
Parte 2-34: Prove - Resistenza di componenti di
interconnessione e muffole a solventi e fluidi contaminanti .
16 pagine Fasc. 10734 E
CEI EN 61314-1
2010-10
Dispositivi di interconnessione e componenti passivi per fibre
EN
50,00
CEI 86-70
ottiche - Fan-out per fibre ottiche. Parte 1: Specifica generica.
26 pagine Fasc. 10737 E
CEI EN 61202-1
2010-10
Dispositivi di interconnessione e componenti passivi per fibre
EN
76,00
CEI 86-128
ottiche - Isolatori per fibra ottica. Parte 1: Specifica generica.
34 pagine Fasc. 10730 E
CEI EN 61754-15
2010-10
Dispositivi di interconnessione e componenti passivi in fibra
EN
36,00
CEI 86-164
ottica - Interfacce di connettori per fibre ottiche. Parte 15:
Famiglia di connettori tipo LSH. 22 pagine Fasc. 10739 E
CEI EN 60793-1-47
2010-10
Fibre ottiche. Parte 1-47: Metodi di misura e procedure di
EN
39,00
CEI 86-225
prova - Perdite per macrocurvatura. 24 pagine Fasc. 10729 E
CEI EN 61280-2-3
2010-10
Procedure di prova per sottosistemi di telecomunicazioni in
EN
104,00
CEI 86-287
fibra ottica. Parte 2-3: Sistemi numerici - Misure di jitter e
wander. 48 pagine Fasc. 10731 E
CEI EN 61280-2-9
2010-10
Procedure di prova per sottosistemi di telecomunicazioni in
EN
59,00
CEI 86-288
fibra ottica. Parte 2-9: Sistemi numerici - Misura del rapporto
segnale-rumore ottico per i sistemi a multiplazione stretta di
lunghezza d'onda. 28 pagine Fasc. 10732 E
CEI EN 61290-10-1
2010-10
Amplificatori ottici - Metodi di prova. Parte 10-1: Parametri del
EN
67,00
CEI 86-289
funzionamento in multicanale - Metodo impulsivo mediante
l'uso di un deviatore ottico ed un analizzatore di spettro ottico.
32 pagine Fasc. 10733 E
CEI EN 61300-2-48
2010-10
Dispositivi di interconnessione e componenti passivi per fibre
EN
28,00
CEI 86-290
ottiche - Procedure di prova e di misura fondamentali.
Parte 2-48: Prove - Cicli di temperatura-umidità.
18 pagine Fasc. 10735 E
tutte le norme
NUMERO
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 53
DATA
CEI EN 61300-3-43
CEI 86-291
2010-10
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
EN
50,00
EN
45,00
EN
31,00
Ve
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oc
i
Dispositivi di interconnessione e componenti passivi per fibre
ottiche - Procedure di prova e di misura fondamentali. Parte
3-43: Esami e misure - Misura di funzione di trasferimento di
modo per sorgenti di fibre ottiche. 26 pagine Fasc. 10736 E
CEI EN 61753-031-3
2010-10
Norma di prestazione di dispositivi di interconnessione e
CEI 86-292
componenti passivi per fibre ottiche . Parte 031-3: Dispositivi
di diramazione 1XN e 2XN monomodo, non connettorizzati e
non selettivi in lunghezza d'onda, per Categoria U - Ambiente
non controllato. 24 pagine Fasc. 10738 E
CEI EN 61754-24-11
2010-10
Dispositivi di interconnessione e componenti passivi in fibra
CEI 86-293
ottica - Interfacce di connettori in fibre ottiche. Parte 24 -11:
Connettori tipo SC-RJ con involucro di protezione basato sulla
IEC 61076-3-117. 18 pagine Fasc. 10740 E
CEI EN 61754-24-21
2010-10
Dispositivi di interconnessione e componenti passivi per fibre
CEI 86-294
ottiche - Interfacce di connettori in fibre ottiche. Parte 24 -21:
Interfaccia standard per connettori tipo SC-RJ con involucro
di protezione basato sulla IEC 61076-3-106, Variante 06.
18 pagine Fasc. 10741 E
CEI EN 62149-2
2010-10
Componenti e dispositivi attivi a fibra ottica - Norme
CEI 86-295
prestazionali. Parte 2: Dispositivo laser con superficie a
cavità verticale e con emissione a 850 nm.
26 pagine Fasc. 10742 E
CEI EN 62343-5-1
2010-10
Moduli dinamici - Metodi di prova. Parte 5-1: Equalizzatore
CEI 86-296
dinamico del gain tilt - Misura del tempo di risposta.
24 pagine Fasc. 10743 E
ORGANO TECNICO: CT 100 - SISTEMI E APPARECCHIATURE AUDIO, VIDEO E MULTIMEDIALI
CEI EN 60728-7-3
2010-09
Impianti di distribuzione via cavo per segnali televisivi, sonori
CEI 100-125
e servizi interattivi. Parte 7-3: Monitoraggio dello stato di un
impianto esterno ibrido fibra-coassiale - Specifica del Bus
(PSTIB) di interfaccia tra i transponder e l'alimentazione
elettrica. 74 pagine Fasc. 10663
CEI EN 60728-1-1
2010-10
Impianti di distribuzione via cavo per segnali televisivi, sonori
CEI 100-161
e servizi interattivi. Parte 1-1: Cablaggio a RF per reti
domestiche a due vie. 118 pagine Fasc. 10782
CEI EN 60728-13
2010-10
Impianti di distribuzione via cavo per segnali televisivi, sonori
CEI 100-162
e servizi interattivi. Parte 13: Impianti in fibra ottica per la
trasmissione di segnali di radiodiffusione televisiva.
140 pagine Fasc. 10783
ORGANO TECNICO: CT 101 - ELETTROSTATICA
CEI 101-4;V1
2010-09
Elettrostatica. Parte 5-2: Protezione di dispositivi elettronici
dai fenomeni elettrostatici - Guida d'uso.
8 pagine (Variante) Fasc. 10680
ORGANO TECNICO: CT 205 - SISTEMI BUS PER EDIFICI
CEI EN 50491-2
2010-09
Requisiti generali per i Sistemi elettronici per la casa e
CEI 205-17
l'edificio (HBES) ed i Sistemi di automazione e controllo di
edifici (BACS). Parte 2: Condizioni ambientali.
34 pagine Fasc. 10664
ORGANO TECNICO: CT 210 - COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA
CEI EN 55014-1/A1
2010-10
Compatibilità elettromagnetica - Prescrizioni per gli
CEI 110-1;V1
elettrodomestici, gli utensili elettrici e gli apparecchi similari.
Parte 1: Emissione.
36 pagine (Variante) Fasc. 10790
CEI EN 61000-4-4/A1
2010-09
Compatibilità elettromagnetica (EMC). Parte 4-4: Tecniche
CEI 210-35;V2
di prova e di misura - Prova di immunità a transitori/treni
elettrici veloci.
10 pagine (Variante) Fasc. 10669
CEI EN 61000-4-14/A2
2010-10
Compatibilità elettromagnetica (EMC). Parte 4-14: Tecniche
CEI 210-56;V2
di prova e di misura - Prova d'immunità a fluttuazioni di
tensione. 16 pagine (Variante) Fasc. 10791
a
tutte le norme
NUMERO
54 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
EN
28,00
EN
50,00
EN
50,00
EI
111,00
EI
145,00
EI
162,00
EI
0,00
EI
51,00
EI
55,00
EI
12,00
EI
17,00
DATA
CEI EN 61000-4-34/A1
CEI 210-95;V1
2010-10
TITOLO
EI
38,00
EI
169,00
IT
0,00
Ve
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es e
cl e
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iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
Compatibilità elettromagnetica (EMC). Parte 4-34: Tecniche
di prova e di misura - Prove di immunità ai buchi di tensione
e alle variazioni di tensione per le apparecchiature con
corrente di ingresso superiore a 16 A per fase.
22 pagine (Variante) Fasc. 10792
ORGANO TECNICO: CT 309 - COMPONENTISTICA ELETTRONICA
CEI EN 60384-1
2010-09
Condensatori fissi per uso in apparecchiature elettroniche.
CEI 309-16
Parte 1: Specifica generale. 156 pagine Fasc. 10656
ORGANO TECNICO: CT 311 - GENERAZIONE, MICROGENERAZIONE ED EFFICIENZA ENERGETICA
CEI 11-20;V3
2010-09
Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di
continuità collegati a reti di I e II categoria.
4 pagine (Variante) Fasc. 10671
CEI UNI EN 15900
2010-10
Efficienza energetica dei servizi. Definizioni e requisiti.
CEI 311-5
12 pagine Fasc. 10746 E
ORGANO TECNICO: CT 501 - VALUTAZIONE, ATTESTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLA CONFORMITÀ
CEI UNI EN ISO/IEC 17050-1
2010-09
Valutazione della conformità - Dichiarazione di conformità
CEI 501-12
rilasciata dal fornitore. Parte 1: Requisiti generali.
20 pagine Fasc. 10678
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
tutte le norme
NUMERO
NORME UNI
NUMERO
DATA
EN
22,50
EI
32,00
I soci effettivi hanno diritto allo sconto del 50% sul prezzo di listino.
Norme pubblicate dal 4 settembre al 28 ottobre 2010
TITOLO
LINGUA DI
PUBBLICAZIONE
a
ORGANO TECNICO: ACUSTICA E VIBRAZIONI
UNI EN 15927:2010
7-10-2010
Servizi offerti dagli audioprotesisti
EN
UNI EN ISO 10052:2010
19-10-2010 Acustica - Misurazioni in opera dell’isolamento acustico per IT
via aerea, del rumore da calpestio e della rumorosità degli
impianti - Metodo di controllo
UNI EN ISO 7779:2010
7-10-2010
Acustica - Misurazione del rumore aereo emesso dalle
EN
apparecchiature informatiche e di telecomunicazione
UNI/TS 11387:2010
14-10-2010 Acustica - Linee guida alla mappatura acustica e mappatura IT
acustica strategica - Modalità di stesura delle mappe
ORGANO TECNICO: ACUSTICA E VIBRAZIONI; PRODOTTI, PROCESSI E SISTEMI PER L’ORGANISMO EDILIZIO
UNI EN ISO 10140-1:2010
21-10-2010 Acustica - Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico EN
di edifici e di elementi di edificio - Parte 1: Regole di
applicazione per prodotti particolari
UNI EN ISO 10140-2:2010
21-10-2010 Acustica - Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico EN
di edifici e di elementi di edificio - Part 2: Misurazione
dell’isolamento acustico per via aerea
UNI EN ISO 10140-3:2010
21-10-2010 Acustica - Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico EN
di edifici e di elementi di edificio - Part 3: Misurazione
dell’isolamento del rumore da calpestio
UNI EN ISO 10140-4:2010
21-10-2010 Acustica - Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico EN
di edifici e di elementi di edificio
- Parte 4: Procedure e
requisiti di misurazione
UNI EN ISO 10140-5:2010
21-10-2010 Acustica - Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico EN
di edifici e di elementi di edificio - Parte 5: Requisiti per le
apparecchiature e le strutture di prova
UNI EN ISO 10848-4:2010
7-10-2010
Acustica - Misurazione in laboratorio della trasmissione
EN
laterale, tra ambienti adiacenti, del rumore emesso per via
aerea e del rumore di calpestio
- Parte 4: Applicazione a un
giunto con almeno un elemento pesante
UNI EN ISO 15186-2:2010
21-10-2010 Acustica - Misurazione mediante intensità sonora
EN
dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio
- Parte 2: Misurazioni in opera
PREZZO DI
LISTINO (€)
46,50
64,00
73,50
91,00
54,50
36,00
32,00
32,00
57,00
27,00
51,50
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 55
DATA
TITOLO
UNI EN ISO 15186-3:2010
21-10-2010
36,00
UNI EN ISO 3822-3:2010
12-10-2010
Acustica - Misurazione mediante intensità sonora
EN
dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio
- Parte 3: Misurazioni in laboratorio alle basse frequenze
Acustica - Misurazione in laboratorio del rumore emesso dai IT
rubinetti e dalle apparecchiature idrauliche utilizzate negli
impianti per la distribuzione dell’acqua - Parte 3: Condizioni
di montaggio e di funzionamento delle apparecchiature e
delle valvole sull’impianto
Miele di melata o miele di bosco - Definizione, requisiti e
metodi analisi
Miele di castagno (Castanea sativa Miller) - Definizione,
requisiti e metodi analisi
Ambienti delle industrie alimentari - Sistemi di monitoraggio
degli insetti
Miele di acacia (Robinia pseudacacia L.) - Definizione,
requisiti e metodi analisi
Miele di eucalipto - Definizione, requisiti e metodi di analisi
Miele di agrumi (Citrus spp.) - Definizione, requisiti
e metodi analisi
Macchine per l’industria alimentare - Spezzatrici
automatiche - Requisiti di sicurezza e di igiene
Macchine per l’industria alimentare - Celle di lievitazione
intermedia - Requisiti di sicurezza e di igiene
Macchine per l’industria alimentare - Macchine tritacarne
- Requisiti di sicurezza e di igiene
Macchine per l’industria alimentare - Macchine taglia
cotolette - Requisiti di sicurezza e di igiene
Macchine per l’industria alimentare - Macchine cubettatrici
- Requisiti di sicurezza e di igiene
Macchine per l’industria alimentare - Macchine clippatrici
- Requisiti di sicurezza e di igiene
Macchine per l’industria alimentare - Impastatrici per
prodotti alimentari - Requisiti di sicurezza e di igiene
Macchine per l’industria alimentare - Mescolatrici planetarie
- Requisiti di sicurezza e di igiene
Carne e prodotti a base di carne
- Conta di Pseudomonas spp. presunto
Microbiologia di alimenti e mangimi per animali
- Preparazione dei campioni di prova, della sospensione
iniziale e delle diluizioni decimali per l’analisi microbiologica
- Parte 5: Regole specifiche per la preparazione
di latte e prodotti derivati
IT
41,50
IT
41,50
IT
32,00
IT
36,00
IT
IT
36,00
41,50
EN
64,00
EN
64,00
EN
60,00
EN
57,00
EN
66,00
EN
60,00
IT
66,00
IT
66,00
EN
27,00
EN
36,00
EN
60,00
EN
54,50
EN
57,00
EN
60,00
EN
46,50
EN
102,50
ORGANO TECNICO: AGROALIMENTARE
UNI 11375:2010
23-09-2010
UNI 11376:2010
23-09-2010
UNI 11381:2010
23-09-2010
UNI 11382:2010
23-09-2010
UNI 11383:2010
UNI 11384:2010
23-09-2010
23-09-2010
UNI EN 12042:2010
21-10-2010
UNI EN 12043:2010
21-10-2010
UNI EN 12331:2010
9-09-2010
UNI EN 13870:2010
9-09-2010
UNI EN 13871:2010
9-09-2010
UNI EN 13885:2010
9-09-2010
UNI EN 453:2010
7-09-2010
UNI EN 454:2010
7-09-2010
UNI EN ISO 13720:2010
7-10-2010
UNI EN ISO 6887-5:2010
7-10-2010
LINGUA DI
PUBBLICAZIONE
PREZZO DI
LISTINO (€)
41,50
Ve
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es e
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iv ttro
o
n
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iS a
oc
i
tutte le norme
NUMERO
ORGANO TECNICO: AMBIENTE
UNI EN 15852:2010
7-10-2010
7-10-2010
UNI EN 15859:2010
14-10-2010
a
UNI EN 15853:2010
UNI EN 1911:2010
7-10-2010
UNI EN ISO 14015:2010
9-09-2010
UNI EN ISO 14050:2010
16-09-2010
56 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
Qualità dell’aria ambiente - Metodo normalizzato per la
determinazione di mercurio gassoso totale
Qualità dell’aria ambiente - Metodo normalizzato per la
determinazione di deposizione di mercurio
Qualità dell’aria - Certificazione degli analizzatori automatici
di polveri negli impianti di filtrazione per l’utilizzo
su sorgenti fisse - Criteri
di prestazione e procedure di prova
Emissioni da sorgente fissa
- Determinazione della
concentrazione in massa di cloruri gassosi espressi
come HCI - Metodo di riferimento normalizzato
Gestione ambientale - Valutazione ambientale di siti
e organizzazioni (EASO)
Gestione ambientale - Vocabolario
DATA
UNI EN ISO 21258:2010
7-10-2010
TITOLO
PREZZO DI
LISTINO (€)
EN
54,50
EN
54,50
IT
57,00
EN
66,00
EN
70,00
EN
60,00
EN
27,00
EN
22,50
EN
27,00
EN
46,50
EN
36,00
EN
27,00
EN
27,00
EN
32,00
EN
27,00
EN
22,50
EN
27,00
EN
22,50
EN
22,50
EN
64,00
EN
73,50
a
Ve
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es e
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us le
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o
n
de ic
iS a
oc
i
Emissioni da sorgente fissa - Determinazione della
concentrazione in massa di monossido di diazoto (N2O)
- Metodo di riferimento: metodo a infrarosso non dispersivo
UNI EN ISO 25140:2010
7-10-2010
Emissioni da sorgente fissa - Metodo automatico per la
determinazione della concentrazione di metano utilizzando
un rilevatore a ionizzazione di fiamma (FID)
ORGANO TECNICO: APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO E RELATIVI ACCESSORI
UNI EN 13135-1:2010
26-10-2010 Apparecchi di sollevamento - Attrezzatura - Parte 1:
Apparecchiatura elettrotecnica
UNI EN 13135-2:2010
7-10-2010
Apparecchi di sollevamento - Attrezzatura - Parte 1:
Attrezzatura non elettrotecnica
UNI EN 1493:2010
7-10-2010
Sollevatori per veicoli
ORGANO TECNICO: CALZATURE
UNI CEN ISO/TR 16178:2010
21-10-2010 Calzature - Sostanze critiche potenzialmente presenti nelle
calzature e nei componenti delle calzature
UNI EN ISO 10765:2010
9-09-2010
Calzature - Metodo di prova per la caratterizzazione dei
materiali elastici - Caratteristiche di trazione
UNI EN ISO 10768:2010
9-09-2010
Calzature - Metodo di prova per la determinazione della
resistenza dei materiali elastici per le calzature
all’estensione ripetuta - Resistenza alla fatica
ORGANO TECNICO: CCT
UNI CEN/TS 843-9:2010
14-10-2010 Ceramiche tecniche avanzate - Proprietà meccaniche delle
ceramiche monolitiche a temperatura ambiente - Parte 9:
Metodo di prova per la resistenza alla slabbratura
UNI EN 1007-7:2010
9-09-2010
Ceramiche tecniche avanzate - Compositi ceramici - Metodi
di prova per i rinforzi - Parte 7: Determinazione della
distribuzione della resistenza alla trazione e della
deformazione alla rottura di filamenti in un cavo
multifilamento ad alta temperatura
UNI EN 15365:2010
7-10-2010
Ceramiche tecniche avanzate - Proprietà meccaniche delle
fibre ceramiche ad alta temperatura in ambiente inerte
- Determinazione del comportamento allo scorrimento a
caldo (creep) mediante il metodo delle estremità
e degli afferraggi freddi
UNI EN 843-7:2010
9-09-2010
Ceramiche tecniche avanzate - Proprietà meccaniche
delle ceramiche monolitiche a temperatura ambiente
- Parte 7: Prove su anelli a C (C-ring)
UNI EN 843-8:2010
9-09-2010
Ceramiche tecniche avanzate - Proprietà meccaniche delle
ceramiche monolitiche a temperatura ambiente - Parte 8:
Linee guida per l’esecuzione delle prove di accettazione
UNI EN ISO 11990-2:2010
9-09-2010
Laser e sistemi laser - Determinazione della resistenza al
laser di tubi tracheali - Parte 2: Palloncino dei tubi tracheali
ORGANO TECNICO: CEMENTO, MALTE, CALCESTRUZZI E CEMENTO ARMATO
UNI EN 12350-10:2010
9-09-2010
Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 10: Calcestruzzo
autocompattante - Prova di scorrimento
confinato mediante scatola ad L
UNI EN 12350-11:2010
9-09-2010
Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 11: Calcestruzzo
autocompattante - Prova di segregazione mediante setaccio
UNI EN 12350-12:2010
9-09-2010
Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 12: Calcestruzzo
autocompattante - Prova di scorrimento
confinato mediante anello a J
UNI EN 12350-8:2010
9-09-2010
Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 8: Calcestruzzo
autocompattante - Prova di spandimento
e del tempo di spandimento
UNI EN 12350-9:2010
9-09-2010
Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 9: Calcestruzzo
autocompattante - Prova del tempo di efflusso
UNI EN 459-1:2010
7-10-2010
Calci da costruzione - Parte 1: Definizioni, specifiche
e criteri di conformità
UNI EN 459-2:2010
7-10-2010
Calci da costruzione - Parte 2: Metodi di prova
LINGUA DI
PUBBLICAZIONE
tutte le norme
NUMERO
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 57
DATA
TITOLO
UNI EN 998-1:2010
7-10-2010
UNI EN 998-2:2010
7-10-2010
Specifiche per malte per opere murarie
- Parte 1: Malte per intonaci interni ed esterni
Specifiche per malte per opere murarie
- Parte 2: Malte da muratura
ORGANO TECNICO: CIG
UNI 10682:2010
21-10-2010
PREZZO DI
LISTINO (€)
EN
46,50
EN
51,50
IT
60,00
EN
54,50
Ve
us rs
o ion
es e
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iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
Piccole centrali di GPL per reti di distribuzione
- Progettazione, costruzione, installazione,
collaudo ed esercizio
UNI EN 13203-3:2010
7-10-2010
Apparecchi domestici alimentati a gas per la produzione
di acqua calda sanitaria abbinati a un collettore solare
- Apparecchi di portata termica nominale non maggiore
di 70 kW e capacità di accumulo di acqua di 500 litri
- Parte 3: Valutazione del consumo di energia
UNI EN 257:2010
9-09-2010
Termostati meccanici per apparecchi utilizzatori a gas
UNI EN 30-1-1:2010
16-09-2010 Apparecchi di cottura a gas per uso domestico
- Parte 1-1: Sicurezza - Generalità
UNI/TS 11291-6:2010
9-09-2010
Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misurazione
del gas su base oraria - Parte 6: Requisiti per gruppi di
misura con portata minore di 10 m3/h (contatore MINOREG10)
ORGANO TECNICO: COMPORTAMENTO ALL’INCENDIO
UNI EN 13823:2010
16-09-2010 Prove di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione
- Prodotti da costruzione esclusi i pavimenti esposti ad un
attacco termico prodotto
da un singolo oggetto in combustione
ORGANO TECNICO: COSTRUZIONI STRADALI ED OPERE CIVILI DELLE INFRASTRUTTURE
UNI CEN/TS 15901-6:2010
5-10-2010
Caratteristiche superficiali delle pavimentazioni stradali
ed aeroportuali - Parte 6: Procedura per determinare
l’aderenza della pavimentazione mediante misurazione
del coefficiente di aderenza trasversale (SFCS): SCRIM©
UNI CEN/TS 15901-7:2010
5-10-2010
Caratteristiche superficiali delle pavimentazioni stradali ed
aeroportuali - Parte 7: Procedura per determinare l’aderenza
della pavimentazione utilizzando un dispositivo con
scorrimento longitudinale fisso (LFCG): il GripTester©
UNI EN 12697-44:2010
27-10-2010 Miscele bituminose - Metodi di prova per conglomerati
bituminosi a caldo
- Parte 44: Propagazione della fessura
mediante prova di flessione su provino semi-circolare
UNI EN 12697-47:2010
9-09-2010
Miscele bituminose - Metodi di prova per conglomerati
bituminosi a caldo - Parte 47: Determinazione del contenuto
di ceneri degli asfalti naturali
UNI EN 13285:2010
14-10-2010 Miscele non legate - Specifiche
UNI EN 13286-2:2010
14-10-2010 Miscele non legate e legate con leganti idraulici - Parte 2:
Metodi di prova per la determinazione della massa volumica
e del contenuto di acqua di riferimento di laboratorio
- Costipamento Proctor
ORGANO TECNICO: CTI
UNI CEI EN 15900:2010
7-10-2010
Efficienza energetica dei servizi - Definizioni e requisiti
UNI CEN/TR 15404:2010
21-10-2010 Combustibili solidi secondari - Metodi per la determinazione
del comportamento termico delle ceneri a temperature
caratteristiche
UNI CEN/TR 15985:2010
9-09-2010
Isolanti termici - Prodotti di polistirene espanso (EPS)
ottenuti in fabbrica - Certificazione volontaria
delle materie prime
UNI CEN/TS 15405:2010
21-10-2010 Combustibili solidi secondari - Determinazione
della massa volumica di pellet e brichette
UNI CEN/TS 15406:2010
21-10-2010 Combustibili solidi secondari - Determinazione delle
proprietà ponte di materiale alla rinfusa
UNI CEN/TS 15639:2010
21-10-2010 Combustibili solidi secondari - Determinazione della
durabilità meccanica dei pellet
LINGUA DI
PUBBLICAZIONE
EN
EN
54,50
96,00
IT
57,00
EN
84,50
EI
41,50
EI
41,50
EN
32,00
EN
22,50
EN
EN
41,50
51,50
EN
EN
22,50
36,00
EN
22,50
EN
32,00
EN
32,00
EN
22,50
a
tutte le norme
NUMERO
58 U&C n.10
n.7 luglio/agosto
novembre/dicembre
2010
2010
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
UNI EN 13141-2:2010
9-09-2010
EN
46,50
UNI EN 15599-1:2010
16-09-2010
EN
46,50
UNI EN 15599-2:2010
16-09-2010
EN
22,50
UNI EN 15600-1:2010
16-09-2010
EN
46,50
UNI EN 15600-2:2010
16-09-2010
EN
22,50
UNI EN 15805:2010
7-10-2010
EN
22,50
UNI EN ISO 9229:2008
UNI/TS 11325-3:2010
21-09-2010
14-10-2010
Ventilazione degli edifici - Verifica della prestazione di
componenti/ prodotti per la ventilazione degli alloggi
- Parte 2: Bocchette per l’estrazione e l’immissione dell’aria
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e le installazioni
industriali - Isolamento termico realizzato in sito con prodotti
di perlite espansa (EP) - Parte 1: Specifiche per i prodotti
legati e sfusi prima della messa in opera
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e le installazioni
industriali - Isolamento termico realizzato in sito con prodotti
di perlite espansa (EP) - Parte 2: Specifiche per i
prodotti messi in opera
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e le installazioni
industriali - Isolamento termico realizzato in sito con prodotti
di vermiculite espansa (EV) - Parte 1: Specifiche per i prodotti
legati e sfusi prima della messa in opera
Isolanti termici per gli impianti degli edifici e le installazioni
industriali - Isolamento termico realizzato in sito con prodotti
di vermiculite espansa (EV) - Parte 2: Specifiche per i prodotti
messi in opera
Filtri per la rimozione di particelle in aria di ventilazione
- Dimensioni normalizzate
Isolamento termico - Terminologia
Attrezzature a pressione - Messa in servizio ed utilizzazione
delle attrezzature e degli insiemi a pressione - Parte 3:
Sorveglianza dei generatori di vapore e/o acqua surriscaldata
IT
IT
66,00
41,50
ORGANO TECNICO: CUNA
UNI 11324:2010
16-09-2010
IT
54,50
EN
46,50
EN
64,00
EN
57,00
EN
41,50
IT
36,00
EN
80,50
IT
66,00
IT
46,50
IT
36,00
IT
51,50
EI
60,00
EN
41,50
tutte le norme
DATA
Ve
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oc
i
NUMERO
a
Macchine agricole e forestali - Fasciatrici portate,
semiportate e trainate per balle di foraggio - Sicurezza
UNI EN 1374:2010
9-09-2010
Macchine agricole - Scaricatori di insilato fissi per sili
cilindrici - Sicurezza
UNI EN 14910:2010
9-09-2010
Macchine da giardinaggio - Tagliaerba a motore con
conducente a piedi - Sicurezza
UNI EN ISO 4254-10:2010
9-09-2010
Macchine agricole - Sicurezza - Parte 10: Spandivoltafieno
e ranghiatori rotativi
UNI EN ISO 9261:2010
9-09-2010
Macchine agricole per l’irrigazione - Irrigatori e tubi irrigatori
- Specifiche e metodi di prova
ORGANO TECNICO: CUOIO, PELLI E PELLETTERIA
UNI 11380:2010
23-09-2010 Cuoio e pelli - Linee guida per la misurazione della superficie
di cuoi e pelli mediante misuratrici elettroniche
ORGANO TECNICO: DISEGNI TECNICI/DOC.TECNICA DI PRODOTTO
UNI EN ISO 26909:2010
27-10-2010 Molle - Vocabolario
ORGANO TECNICO: DOCUMENTAZIONE, INFORMAZIONE AUTOMATICA
UNI 11386:2010
14-10-2010 Supporto all’Interoperabilità nella Conservazione e nel
Recupero degli Oggetti digitali (SInCRO)
UNI ISO 3297:2010
27-10-2010 Informazione e documentazione - Sistema internazionale
unificato per la numerazione
delle pubblicazioni in serie (ISSN)
ORGANO TECNICO: ERGONOMIA
UNI 11377-1:2010
23-09-2010 Usabilità dei prodotti industriali
- Parte 1: Principi generali, termini e definizioni
UNI 11377-2:2010
23-09-2010 Usabilità dei prodotti industriali
- Parte 2: Metodi e strumenti di intervento
UNI EN ISO 9241-400:2007
21-09-2010 Ergonomia dell’interazione uomo-sistema
- Parte 400: Principi e requisiti
per i dispositivi fisici di ingresso
ORGANO TECNICO: IMBALLAGGI
UNI EN ISO 4180:2010
14-10-2010 Imballaggi - Imballaggi di trasporto completi
e pieni - Regole generali per la definizione
dei programmi di prova di prestazione
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 59
DATA
TITOLO
LINGUA DI
PUBBLICAZIONE
PREZZO DI
LISTINO (€)
EN
51,50
EN
73,50
EN
57,00
EI
51,50
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i
ORGANO TECNICO: IMPIANTI DI ASCENSORI, MONTACARICHI, SCALE MOBILI E APPARECCHI SIMILARI
UNI EN 115-2:2010
9-09-2010
Sicurezza delle scale mobili e dei marciapiedi mobili
- Parte 2: Regole per il miglioramento della sicurezza scale
mobili e dei marciapiedi mobili esistenti
UNI EN 12158-1:2010
9-09-2010
Montacarichi da cantiere per materiali - Parte 1:
Montacarichi con piattaforma accessibile
UNI EN 12158-2:2010
9-09-2010
Montacarichi da cantiere per materiali - Parte 2:
Montacarichi inclinati con dispositivi
di trasporto non accessibili
ORGANO TECNICO: IMPIANTI ED ATTREZZI SPORTIVI E RICREATIVI
UNI CEN/TR 15913:2009
5-10-2010
Installazioni per gli spettatori - Criteri di disposizione degli
spazi di osservazione per spettatori con esigenze speciali
UNI CEN/TR 16041:2010
21-10-2010 Biciclette - Risposte alle richieste di interpretazione
della norma EN 14764
UNI CEN/TR 16042:2010
21-10-2010 Biciclette - Risposte alle richieste di interpretazione
della norma EN 14765
UNI CEN/TR 16043:2010
21-10-2010 Biciclette - Risposte alle richieste di interpretazione
della norma EN 14766
UNI CEN/TR 16044:2010
21-10-2010 Biciclette - Risposte alle richieste di interpretazione
della norma EN 14781
UNI EN 1069-1:2010
7-10-2010
Acquascivoli - Parte 1: Requisiti di sicurezza e metodi di prova
UNI EN 1069-2:2010
7-10-2010
Acquascivoli - Parte 2: Istruzioni
UNI EN 14974:2010
9-09-2010
Installazioni per gli utilizzatori di attrezzature per sport su
rotelle - Requisiti di sicurezza e metodi di prova
UNI EN 15288-1:2010
27-10-2010 Piscine - Parte 1: Requisiti di sicurezza per la progettazione
UNI EN 15312:2010
7-10-2010
Attrezzature sportive di libero accesso - Requisiti, inclusa
la sicurezza, e metodi di prova
ORGANO TECNICO: INGEGNERIA STRUTTURALE
UNI CEN ISO/TS 17892-10:2005 14-09-2010 Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 10: Prove di taglio diretto
UNI CEN ISO/TS 17892-11:2005 14-09-2010 Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 11: Determinazione della permeabilità con
prove a carico costante o a carico variabile
UNI CEN ISO/TS 17892-12:2005 14-09-2010 Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 12: Determinazione dei limiti di Atterberg
UNI CEN ISO/TS 17892-1:2005 7-09-2010
Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 1: Determinazione del contenuto in acqua
UNI CEN ISO/TS 17892-2:2005 7-09-2010
Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 2: Determinazione della massa volumica
dei terreni a grana fine
UNI CEN ISO/TS 17892-3:2005 7-09-2010
Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 3: Determinazione della massa volumica
dei granuli solidi - Metodo del picnometro
UNI CEN ISO/TS 17892-5:2005 7-09-2010
Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 5: Prova edometrica ad incrementi di carico
UNI CEN ISO/TS 17892-6:2005 7-09-2010
Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 6: Prova con la punta conica
UNI CEN ISO/TS 17892-7:2005 7-09-2010
Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 7: Prova di compressione non confinata su
terreni a grana fine
UNI CEN ISO/TS 17892-8:2005 7-09-2010
Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 8: Prova triassiale non consolidata non drenata
UNI CEN ISO/TS 17892-9:2005 7-09-2010
Indagini e prove geotecniche - Prove di laboratorio sui
terreni - Parte 9: Prove di compressione triassiale,
consolidate, su terreni saturi
UNI EN 15258:2009
5-10-2010
Prodotti prefabbricati di calcestruzzo
- Elementi per muri di sostegno
UNI EN 1536:2010
7-10-2010
Esecuzione di lavori geotecnici speciali - Pali trivellati
UNI EN 1538:2010
7-10-2010
Esecuzione di lavori geotecnici speciali - Diaframmi
a
tutte le norme
NUMERO
60 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
EN
27,00
EN
22,50
EN
27,00
EN
27,00
EN
EN
66,00
57,00
EN
EN
51,50
46,50
EN
66,00
EI
46,50
EI
51,50
EI
41,50
EI
36,00
EI
41,50
EI
36,00
EI
57,00
EI
36,00
EI
36,00
EI
41,50
EI
54,50
EI
54,50
EN
EN
76,50
64,00
DATA
UNI EN 15878:2010
UNI EN 1991-4:2006
16-09-2010
23-09-2010
TITOLO
LINGUA DI
PUBBLICAZIONE
80,50
108,50
73,50
32,00
46,50
a
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Sistemi di stoccaggio statici di acciaio - Termini e definizioni EN
Eurocodice 1 - Azioni sulle strutture
EI
- Parte 4: Azioni su silos e serbatoi
UNI/TS 11379:2010
23-09-2010 Scaffalature metalliche - Progettazione sotto carichi sismici IT
delle scaffalature per lo stoccaggio statico di pallet
ORGANO TECNICO: INGEGNERIA STRUTTURALE;PRODOTTI, PROCESSI E SISTEMI PER L’ORGANISMO EDILIZIO
UNI 11385:2010
14-10-2010 Pozzetti e camere d’ispezione di calcestruzzo non armato,
IT
rinforzato con fibre di acciaio e con armature tradizionali
- Requisiti e metodi di prova complementari alla UNI EN 1917
ORGANO TECNICO: LEGNO
UNI 11035-3:2010
27-10-2010 Legno strutturale - Classificazione a vista dei legnami
IT
secondo la resistenza meccanica
- Parte 3: Travi Uso Fiume e Uso Trieste
UNI CEN/TS 14464:2010
16-09-2010 Segati di legno - Metodo per la misurazione
EN
della formazione di crosta
UNI EN 12490:2010
9-09-2010
Durabilità del legno e dei prodotti a base di legno
EN
- Legno massiccio trattato con i preservanti
- Determinazione della penetrazione e ritenzione del
creosoto nel legno trattato
UNI EN 1533:2010
7-10-2010
Pavimentazioni di legno - Determinazione della resistenza
EN
a flessione sotto carico statico - Metodi di prova
UNI EN 312:2010
7-10-2010
Pannelli di particelle di legno - Specifiche
EN
UNI EN 408:2010
7-10-2010
Strutture di legno - Legno massiccio e legno lamellare
EN
incollato - Determinazione di alcune
proprietà fisiche e meccaniche
ORGANO TECNICO: LUCE E ILLUMINAZIONE
UNI CEI 11222:2010
9-09-2010
Luce e illuminazione - Impianti di illuminazione di sicurezza
IT
negli edifici - Procedure per la verifica periodica, la
manutenzione, la revisione e il collaudo
ORGANO TECNICO: MANUTENZIONE
UNI EN 13306:2010
27-10-2010 Manutenzione - Terminologia di manutenzione
EN
ORGANO TECNICO: METALLI NON FERROSI
UNI 9956:2010
21-10-2010 Titanio - Spugna di titanio - Definizioni, caratteristiche e prove IT
UNI EN 12735-1:2010
16-09-2010 Rame e leghe di rame - Tubi di rame tondi senza saldatura
EN
per condizionamento e refrigerazione
- Parte 1: Tubi per sistemi di tubazioni
UNI EN 12735-2:2010
16-09-2010 Rame e leghe di rame - Tubi di rame tondi senza saldatura
EN
per condizionamento e refrigerazione
- Parte 2: Tubi per apparecchiature
UNI EN 13148:2010
27-10-2010 Rame e leghe di rame - Nastri stagnati a caldo
EN
UNI EN 14938-2:2010
16-09-2010 Rame e leghe di rame - Determinazione del contenuto di
EN
bismuto - Parte 2: Metodo spettrometrico per assorbimento
atomico in fiamma (FAAS)
UNI EN 15023-3:2010
16-09-2010 Rame e leghe di rame - Determinazione del contenuto
EN
di nichel - Parte 3: Metodo spettrometrico per assorbimento
atomico in fiamma (FAAS)
UNI EN 15025:2010
16-09-2010 Rame e leghe di rame - Determinazione del contenuto di
EN
magnesio - Metodo spettrometrico per assorbimento
atomico in fiamma (FAAS)
UNI EN 15605:2010
16-09-2010 Rame e leghe di rame
EN
- Spettrometria a emissione ottica
accoppiata a plasma induttivo
UNI EN 15915:2010
16-09-2010 Rame e leghe di rame - Determinazione del contenuto di
EN
argento - Metodo spettrometrico per assorbimento
atomico in fiamma (FAAS)
UNI EN 15916-2:2010
16-09-2010 Rame e leghe di rame - Determinazione del contenuto
EN
di tellurio - Parte 2: Contenuto medio di tellurio - Metodo
spettrometrico per assorbimento
atomico in fiamma (FAAS)
PREZZO DI
LISTINO (€)
tutte le norme
NUMERO
22,50
32,00
32,00
36,00
54,50
41,50
51,50
27,00
41,50
46,50
60,00
27,00
32,00
27,00
64,00
36,00
27,00
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 61
DATA
UNI EN ISO 10215:2010
7-10-2010
TITOLO
EN
27,00
EN
22,50
EN
17,50
EN
17,50
Ve
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i
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Determinazione
visiva della chiarezza d’immagine degli strati di ossido
anodico - Metodo della scala grafica
UNI EN ISO 11876:2010
7-10-2010
Metalli duri - Determinazione del calcio, rame, ferro,
potassio, magnesio, manganese, sodio, nichel e zinco nelle
polveri metalliche di cobalto - Metodo per spettrometria di
assorbimento atomico in fiamma
UNI EN ISO 2085:2010
7-10-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Controllo della
continuità degli strati di ossido anodico sottili
- Prova al solfato di rame
UNI EN ISO 2128:2010
7-10-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Determinazione
dello spessore degli strati di ossido anodico - Metodo non
distruttivo mediante microscopio a sezione ottica
UNI EN ISO 2143:2010
9-09-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Valutazione della
perdita di potere assorbente dello strato di ossido anodico
fissato - Prova alla goccia di colorante con preattacco acido
UNI EN ISO 2376:2010
7-10-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Determinazione
della tensione elettrica di perforazione
UNI EN ISO 2931:2010
9-09-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Valutazione della
qualità del fissaggio dello strato di ossido anodico mediante
misurazione di ammettenza
UNI EN ISO 3210:2010
9-09-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Valutazione della
qualità del fissaggio degli strati di ossido anodico mediante
misurazione di perdita di massa dopo immersione in
soluzioni fosfo-cromiche acide
UNI EN ISO 3211:2010
7-10-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Valutazione della
resistenza degli strati di ossido anodico
alla criccatura per deformazione
UNI EN ISO 6581:2010
9-09-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Determinazione
della solidità comparativa alla luce ultravioletta e al calore
degli strati di ossido anodico colorati
UNI EN ISO 7599:2010
9-09-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Specifiche
generali per rivestimenti per ossidazione
anodica sull’alluminio
UNI EN ISO 7759:2010
7-10-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Misurazione
delle caratteristiche di riflettanza delle superfici di alluminio
mediante fotogoniometro o fotogoniometro ridotto
UNI EN ISO 8993:2010
7-10-2010
Anodizzazione dell’alluminio e sue leghe - Sistema di
valutazione della corrosione puntiforme
- Metodo delle immagini tipo
ORGANO TECNICO: METROLOGIA DELLA PORTATA, PRESSIONE, TEMPERATURA
UNI EN 13798:2010
7-10-2010
Idrometria - Specifiche di un pozzetto pluviometrico
di riferimento
ORGANO TECNICO: MOBILI
UNI EN 12227:2010
7-10-2010
Box per uso domestico - Requisiti di sicurezza
e metodi di prova
ORGANO TECNICO: NANOTECNOLOGIE
UNI CEN ISO/TS 27687:2010
7-09-2010
Nanotecnologie - Terminologia e definizioni relative
a nano-oggetti - Nanoparticelle, nanofibre e nanolastre
UNI EN ISO 29701:2010
21-10-2010 Nanotecnologie - Prove di rilevazione di endotossine su
campioni di nanomateriali per sistemi in vitro
- Prova Limulus amebocyte lysate (LAL)
ORGANO TECNICO: NAVALE; SICUREZZA
UNI EN ISO 12402-2:2010
9-09-2010
Dispositivi individuali di galleggiamento - Parte 2: Giubbotti
di salvataggio, livello prestazionale 275
- Requisiti di sicurezza
UNI EN ISO 12402-3:2010
9-09-2010
Dispositivi individuali di galleggiamento - Parte 3: Giubbotti
di salvataggio, livello prestazionale 150
- Requisiti di sicurezza
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
EN
22,50
EN
17,50
EN
22,50
EN
22,50
EN
22,50
EN
17,50
EN
46,50
EN
27,00
EN
32,00
EN
27,00
EN
60,00
EI
32,00
EN
46,50
EN
46,50
EN
46,50
a
tutte le norme
NUMERO
62 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
DATA
UNI EN ISO 12402-4:2010
9-09-2010
TITOLO
EN
46,50
EN
46,50
EN
46,50
IT
41,50
IT
76,50
Ve
us rs
o ion
es e
cl e
us le
iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
Dispositivi individuali di galleggiamento - Parte 4: Giubbotti di
salvataggio, livello prestazionale 100 - Requisiti di sicurezza
UNI EN ISO 12402-5:2010
9-09-2010
Dispositivi individuali di galleggiamento - Parte 5: Aiuti al
galleggiamento (livello 50) - Requisiti di sicurezza
UNI EN ISO 12402-6:2010
9-09-2010
Dispositivi individuali di galleggiamento - Parte 6: Giubbotti
di salvataggio e aiuti al galleggiamento per scopi speciali
- Requisiti di sicurezza e metodi di prova supplementari
ORGANO TECNICO: PRODOTTI, PROCESSI E SISTEMI PER L’ORGANISMO EDILIZIO
UNI 11371:2010
23-09-2010 Massetti per parquet e pavimentazioni di legno - Proprietà e
caratteristiche prestazionali
UNI 9182:2010
9-09-2010
Impianti di alimentazione e distribuzione d’acqua fredda e
calda - Criteri di progettazione, collaudo e gestione
UNI EN 12311-2:2010
9-09-2010
Membrane flessibili per impermeabilizzazione
- Determinazione delle proprietà a trazione - Parte 2:
Membrane di gomma e di materiale plastico per
l’impermeabilizzazione di coperture
UNI EN 12317-2:2010
9-09-2010
Membrane flessibili per impermeabilizzazione
- Determinazione della resistenza al taglio delle giunzioni
- Parte 2: Membrane di materiale plastico e gomma per
l’impermeabilizzazione di coperture
UNI EN 14516:2010
16-09-2010 Vasche da bagno per impieghi domestici
UNI EN 14527:2010
16-09-2010 Piatti doccia per impieghi domestici
UNI EN 14695:2010
5-10-2010
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane
bituminose armate per l’impermeabilizzazione di impalcati
di ponte di calcestruzzo e altre superfici di calcestruzzo
soggette a traffico - Definizioni e caratteristiche
UNI EN 15643-1:2010
14-10-2010 Sostenibilità delle costruzioni - Valutazione della sostenibilità
degli edifici - Parte1: Quadro di riferimento generale
UNI EN 806-4:2010
9-09-2010
Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il
convogliamento di acque destinate al consumo umano
- Parte 4: Installazione
UNI EN ISO 8394-1:2010
27-10-2010 Edilizia - Sigillanti - Parte 1: Determinazione
dell’estrudibilità dei sigillanti
UNI EN ISO 8394-2:2010
27-10-2010 Edilizia - Sigillanti - Parte 2: Determinazione dell’estrudibilità
dei sigillanti impiegando un’apparechiatura normalizzata
ORGANO TECNICO: PROTEZIONE ATTIVA CONTRO GLI INCENDI
UNI EN 15767-3:2010
7-10-2010
Attrezzature portatili alimentate da pompe antincendio per il
getto di agenti estinguenti - Monitori portatili
- Parte 3: Dispositivi per schiuma
UNI ISO/TS 13075:2010
14-10-2010 Sistemi di estinzione a estinguenti gassosi - Sistemi di
estinzione ingegnerizzati - Metodo per l’implementazione,
la prova e la verifica del calcolo delle portate
ai fini dell’approvazione
ORGANO TECNICO: RECIPIENTI PER IL TRASPORTO DI GAS COMPRESSI, DISCIOLTI O LIQUEFATTI
UNI EN 13081:2009
19-10-2010 Cisterne per il trasporto di merci pericolose
- Equipaggiamenti di servizio per cisterne - Adattatori ad
accoppiatore per il recupero dei vapori
UNI EN 13082:2009
19-10-2010 Cisterne per il trasporto di merci pericolose
- Equipaggiamenti di servizio per cisterne - Valvola
per il recupero dei vapori
UNI EN 13083:2009
19-10-2010 Cisterne per il trasporto di merci pericolose
- Equipaggiamenti di servizio per cisterne - Adattatore
per il carico e lo scarico dal fondo
UNI EN 13648-1:2009
26-10-2010 Recipienti criogenici - Dispositivi di sicurezza per la
protezione contro la sovrappressione - Parte 1: Valvole
di sicurezza per il servizio criogenico
UNI EN ISO 10156:2010
27-10-2010 Gas e miscele di gas - Determinazione del potenziale di
infiammabilità e della capacità ossidante per la scelta
delle connessioni di uscita delle valvole per bombole
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
tutte le norme
NUMERO
27,00
EN
22,50
EN
EN
EI
46,50
46,50
51,50
EN
46,50
EN
66,00
EN
22,50
EN
27,00
EN
41,50
EN
17,50
EI
41,50
EI
36,00
EI
41,50
EI
36,00
EN
51,50
a
EN
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 63
NUMERO
DATA
19-10-2010
UNI EN ISO 15614-5:2005
19-10-2010
LINGUA DI
PUBBLICAZIONE
PREZZO DI
LISTINO (€)
Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura
per materiali metallici - Specificazione della procedura di
saldatura - Parte 1: Saldatura ad arco
Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura
per materiali metallici - Prove di qualificazione della
procedura di saldatura - Parte 4: Saldatura di finitura
di getti di alluminio
Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura
per materiali metallici - Prove di qualificazione della
procedura di saldatura - Parte 5: Saldatura ad arco di
titanio, zirconio e loro leghe
EI
32,00
IT
46,50
EI
51,50
Macchine per materie plastiche e gomma - Mescolatori
interni - Requisiti di sicurezza
Sicurezza del macchinario - Valutazione e riduzione dei
rischi generati dalle radiazioni emesse dal macchinario
- Parte 2: Procedura di misurazione
dell’emissione di radiazione
Schermi per posti di lavoro in presenza di laser
- Requisiti di sicurezza e prove
Protettori del piede e della gamba - Requisiti e metodi
di prova per puntali e solette antiperforazione
Dispositivi di protezione delle vie respiratorie
- Elettrorespiratori a filtro completi di elmetto o cappuccio
- Requisiti, prove, marcatura
Dispositivi di protezione delle vie respiratorie
- Elettrorespiratori a filtro completi di maschere intere,
semimaschere o quarti di maschere
- Requisiti, prove, marcatura
Scale - Parte 2: Requisiti, prove, marcatura
Macchine per costruzioni - Compatibilità elettromagnetica
delle macchine con alimentazione interna elettrica
Scale per sottotetto - Requisiti, marcatura e prove
Sicurezza del macchinario - Requisiti di sicurezza di
laminatoi a caldo di prodotti piani
Sicurezza del macchinario - Requisiti di sicurezza di
laminatoi a freddo di prodotti piani
Sicurezza delle macchine per la lavorazione del legno
- Seghe circolari - Parte 5: Seghe circolari da
banco/ troncatrici con taglio dal basso
Sicurezza delle macchine per la lavorazione del legno
- Seghe circolari - Parte 6: Seghe circolari per legna da
ardere e combinate seghe circolari per legna da
ardere/seghe circolari da banco, con carico
e/o scarico manuale
Sicurezza delle macchine per la lavorazione del legno
- Seghe circolari - Parte 7: Seghe per tronchi monolama
con tavola di avanzamento integrata e carico
e/o scarico manuale
Sicurezza delle macchine per la lavorazione del legno
- Seghe circolari - Parte 9: Troncatrici
a doppia lama con
avanzamento integrato e con carico e/o scarico manuale
Protezione personale degli occhi - Occhiali a visiera per
utilizzatori di motocicli e ciclomotori
Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute
- Cordini
Guanti di protezione - Requisiti generali e metodi di prova
IT
60,00
IT
36,00
EN
41,50
EN
51,50
IT
76,50
IT
73,50
EN
EN
57,00
60,00
EN
EI
36,00
73,50
EI
73,50
IT
73,50
IT
76,50
IT
70,00
IT
60,00
EN
54,50
EN
36,00
IT
51,50
Ve
us rs
o ion
es e
cl e
us le
iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
UNI EN ISO 15614-4:2006
ORGANO TECNICO: SICUREZZA
UNI EN 12013:2008
19-10-2010
UNI EN 12198-2:2009
7-09-2010
UNI EN 12254:2010
9-09-2010
UNI EN 12568:2010
9-09-2010
UNI EN 12941:2009
26-10-2010
UNI EN 12942:2009
26-10-2010
UNI EN 131-2:2010
UNI EN 13309:2010
9-09-2010
16-09-2010
UNI EN 14975:2010
UNI EN 15093:2009
9-09-2010
5-10-2010
UNI EN 15094:2009
5-10-2010
UNI EN 1870-5:2010
12-10-2010
UNI EN 1870-6:2010
5-10-2010
UNI EN 1870-7:2010
12-10-2010
UNI EN 1870-9:2010
5-10-2010
a
tutte le norme
ORGANO TECNICO: SALDATURE
UNI EN ISO 15609-1:2006
12-10-2010
TITOLO
UNI EN 1938:2010
7-10-2010
UNI EN 354:2010
7-10-2010
UNI EN 420:2010
5-10-2010
64 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
DATA
UNI EN 421:2010
9-09-2010
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
46,50
41,50
57,00
32,00
32,00
Ve
us rs
o ion
es e
cl e
us le
iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
Guanti di protezione contro le radiazioni ionizzanti e la
EN
contaminazione radioattiva
UNI EN ISO 13287:2008
19-10-2010 Dispositivi di protezione individuale - Calzature - Metodo di
EI
prova per la resistenza allo scivolamento
UNI EN ISO 14122-4:2010
9-09-2010
Sicurezza del macchinario - Mezzi di accesso permanenti al EN
macchinario - Parte 4: Scale fisse
UNI EN ISO 17491-3:2008
21-09-2010 Indumenti di protezione - Metodi di prova per indumenti che EI
forniscono protezione contro prodotti chimici - Parte 3:
Determinazione della resistenza alla penetrazione mediante
un getto di liquido (prova al getto)
UNI EN ISO 17491-4:2008
21-09-2010 Indumenti di protezione - Metodi di prova per indumenti che EI
forniscono protezione contro prodotti chimici - Parte 4:
Determinazione della resistenza alla penetrazione mediante
spruzzo di liquido (prova allo spruzzo)
ORGANO TECNICO: SPECIFICHE E VERIFICHE DIMENSIONALI E GEOMETRICHE DEI PRODOTTI
UNI EN ISO 10360-5:2010
7-10-2010
Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Prove di
EN
accettazione e prove di verifica periodica per macchine
di misura a coordinate (CMM) - Parte 5: CMM dotate di
sistemi tastatori a contatto a stilo singolo e multiplo
UNI EN ISO 25178-601:2010
16-09-2010 Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Tessitura/stato
EN
della superficie: metodo areale - Parte 601: Caratteristiche
nominali degli strumenti a contatto (stilo)
UNI EN ISO 25178-602:2010
16-09-2010 Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Tessitura/stato
EN
della superficie: metodo areale - Parte 602: Caratteristiche
nominali degli strumenti senza contatto
(tastatori cromatici confocali)
UNI EN ISO 25178-701:2010
16-09-2010 Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Tessitura/stato
EN
della superficie: metodo areale - Parte 701: Campioni di
taratura e di misura per strumenti a contatto (stilo)
ORGANO TECNICO: STANIMUC
UNI EN 13128:2009
12-10-2010 Sicurezza delle macchine utensili
- Fresatrici (incluse alesatrici)
UNI EN 13218:2008
14-09-2010 Macchine utensili - Sicurezza - Rettificatrici fisse
IT
ORGANO TECNICO: TECNOLOGIE BIOMEDICHE E DIAGNOSTICHE
UNI CEI EN 1041:2009
7-09-2010
Informazioni fornite dal fabbricante di dispositivi medici
EI
UNI EN 1865-1:2010
7-10-2010
Attrezzature per il trasporto dei pazienti utilizzate nelle
autoambulanze - Parte 1: Sistemi generali di barelle e
attrezzature per il trasporto dei pazienti
EN
UNI EN 1865-2:2010
7-10-2010
Attrezzature per il trasporto dei pazienti utilizzate nelle
autoambulanze - Parte 2: Barelle a propulsione assistita
EN
UNI EN ISO 10873:2010
21-10-2010 Odontoiatria - Adesivi per protesi dentali
EN
UNI EN ISO 10993-10:2010
7-10-2010
Valutazione biologica dei dispositivi medici - Parte 10:
Prove di irritazione e sensibilizzazione cutanea
EN
UNI EN ISO 11609:2010
7-10-2010
Odontoiatria - Dentifrici
- Requisiti, metodi di prova e marcatura
EN
UNI EN ISO 11737-2:2010
19-10-2010 Sterilizzazione dei dispositivi medici - Metodi microbiologici EI
- Parte 2: Prove di sterilità eseguite nel corso della definizione,
della convalida e del mantenimento
di un processo di sterilizzazione
UNI EN ISO 28158:2010
9-09-2010
Odontoiatria - Porta filo e filo interdentale integrato
EN
UNI EN ISO 8362-2:2010
7-10-2010
Contenitori per iniettabili e accessori - Parte 2: Chiusure per EN
flaconi per iniettabili
ORGANO TECNICO: TESSILE E ABBIGLIAMENTO
UNI EN 15930:2010
27-10-2010 Fibre - Elasticità delle fibre - Metodi di prova
EN
UNI EN ISO 105-D01:2010
9-09-2010
Tessili - Prove di solidità del colore - Parte D01: Solidità del EN
colore al lavaggio a secco utilizzando solvente percloroetilene
UNI EN ISO 105-E05:2010
7-10-2010
Tessili - Prove di solidità del colore
EN
- Parte E05: Solidità
del colore agli acidi
tutte le norme
NUMERO
54,50
41,50
54,50
51,50
91,00
57,00
51,50
27,00
36,00
73,50
46,50
54,50
a
27,00
22,50
32,00
22,50
17,50
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 65
DATA
UNI EN ISO 2061:2010
14-10-2010
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
EN
32,00
EN
41,50
EN
46,50
IT
51,50
IT
51,50
Ve
us rs
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es e
cl e
us le
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o
n
de ic
iS a
oc
i
Tessili - Determinazione della torsione dei filati - Metodo
di conteggio diretto
UNI EN ISO 2307:2010
14-10-2010 Corde di fibra - Determinazione di alcune proprietà fisiche
e meccaniche
UNI EN ISO 9554:2010
14-10-2010 Corde di fibra - Specifiche generali
ORGANO TECNICO: TRASMISSIONI OLEOIDRAULICHE E PNEUMATICHE; SICUREZZA
UNI EN 982:2009
5-10-2010
Sicurezza del macchinario - Requisiti di sicurezza relativi a
sistemi e loro componenti per trasmissioni oleoidrauliche
e pneumatiche - Oleoidraulica
UNI EN 983:2009
5-10-2010
Sicurezza del macchinario - Requisiti di sicurezza relativi
a sistemi e loro componenti per trasmissioni oleoidrauliche
e pneumatiche - Pneumatica
ORGANO TECNICO: TRASPORTI INTERNI
UNI EN 1526:2008
26-10-2010 Sicurezza dei carrelli industriali - Requisiti aggiuntivi per
funzioni automatiche sui carrelli
ORGANO TECNICO: TRASPORTO GUIDATO SU FERRO
UNI 11378:2010
23-09-2010 Metropolitane - Materiale rotabile per metropolitane
- Caratteristiche generali e prestazioni
UNI 7360:2010
23-09-2010 Metropolitane - Sagoma cinematica e sagoma limite del
materiale rotabile - Profilo minimo degli ostacoli e
distanziamento fra i binari
UNI 7361:2010
23-09-2010 Metropolitane - Scostamenti laterali massimi
dei rotabili in moto
UNI EN 12663-1:2010
7-10-2010
Applicazioni ferroviarie - Requisiti strutturali delle casse
dei rotabili ferroviari - Parte 1: Locomotive e materiale
rotabile per passeggeri
(e metodo alternativo per i carri merci)
UNI EN 12663-2:2010
7-10-2010
Applicazioni ferroviarie - Requisiti strutturali delle
casse dei rotabili ferroviari - Parte 2: Carri merci
UNI EN 13674-2:2010
23-09-2010 Applicazioni ferroviarie - Binario - Rotaia - Parte 2: Rotaie
per scambi e incroci utilizzate in accoppiamento con
rotaie Vignole da 46 kg/m e oltre
UNI EN 13674-3:2010
23-09-2010 Applicazioni ferroviarie - Binario - Rotaia
- Parte 3: Controrotaie
UNI EN 13803-1:2010
7-10-2010
Applicazioni ferroviarie - Binario - Parametri di
progettazione dei tracciati del binario - Scartamento
del binario da 1 435 mm e maggiore - Parte 1: Piena linea
UNI EN 14730-1:2010
9-09-2010
Applicazioni ferroviarie - Binario - Saldatura
alluminotermica delle rotaie - Parte 1: Approvazione
dei processi di saldatura
ORGANO TECNICO: UNI-CEI VALUTAZIONE DELLA CONFORMITÀ
UNI CEI EN ISO/IEC 17050-1:2010 9-09-2010
Valutazione della conformità - Dichiarazione di conformità
rilasciata dal fornitore - Parte 1: Requisiti generali
ORGANO TECNICO: UNICEMENTO
UNI CEN/TS 12390-11:2010
12-10-2010 Prove sul calcestruzzo indurito - Parte 11: Determinazione
della resistenza ai cloruri del calcestruzzo,
diffusione unidirezionale
UNI EN 12390-2:2009
12-10-2010 Prove sul calcestruzzo indurito - Parte 2: Confezione e
stagionatura dei provini per prove di resistenza
UNI EN 12390-3:2009
26-10-2010 Prove sul calcestruzzo indurito - Parte 3: Resistenza alla
compressione dei provini
UNI EN 12390-5:2009
12-10-2010 Prove sul calcestruzzo indurito - Parte 5: Resistenza a
flessione dei provini
UNI EN 12390-6:2010
21-09-2010 Prove sul calcestruzzo indurito - Parte 6: Resistenza a
trazione indiretta dei provini
UNI EN 12390-7:2009
26-10-2010 Prove sul calcestruzzo indurito - Parte 7: Massa volumica
del calcestruzzo indurito
UNI EN 12390-8:2009
26-10-2010 Prove sul calcestruzzo indurito - Parte 8: Profondità di
penetrazione dell’acqua sotto pressione
a
tutte le norme
NUMERO
66 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
IT
36,00
IT
51,50
IT
46,50
IT
27,00
EN
57,00
EN
64,00
EN
91,00
EN
46,50
EN
73,50
EN
64,00
EI
32,00
EI
57,00
EI
36,00
EI
54,50
EI
41,50
EI
41,50
EI
41,50
EI
36,00
TITOLO
UNI EN 1367-2:2010
5-10-2010
UNI EN 15743:2010
5-10-2010
UNI EN 1744-1:2010
5-10-2010
UNI EN 196-7:2008
26-10-2010
UNI EN 196-8:2010
26-10-2010
UNI EN 480-10:2009
21-09-2010
Prove per determinare le proprietà termiche e la degradabilità
degli aggregati - Parte 2: Prova al solfato di magnesio
Cemento sovrasolfatato - Composizione, specifiche e criteri
di conformità
Prove per determinare le proprietà chimiche degli aggregati
- Parte 1: Analisi chimica
Metodi di prova dei cementi - Parte 7: Metodi di prelievo
e di campionatura del cemento
Metodi di prova dei cementi - Parte 8: Calore d’idratazione
- Metodo per soluzione
Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione
- Metodi di prova - Parte 10: Determinazione del tenore
di cloruri solubili in acqua
Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione
- Metodi di prova - Parte 13: Malta da muratura di riferimento
per le prove sugli additivi per malta
Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione
- Parte 2: Additivi per calcestruzzo - Definizioni, requisiti,
conformità, marcatura ed etichettatura
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
EI
46,50
EI
57,00
EI
EI
80,50
51,50
EI
46,50
EI
36,00
tutte le norme
DATA
Ve
us rs
o ion
es e
cl e
us le
iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
NUMERO
UNI EN 480-13:2009
5-10-2010
UNI EN 934-2:2009
26-10-2010
ORGANO TECNICO: UNICHIM
UNI CEN/TS 15968:2010
7-10-2010
9-09-2010
UNI EN 13623:2010
7-10-2010
UNI EN 14733:2010
27-10-2010
UNI EN 15928:2010
7-10-2010
UNI EN 15947-1:2010
27-10-2010
UNI EN 15947-2:2010
27-10-2010
UNI EN 15947-3:2010
27-10-2010
UNI EN 15947-4:2010
27-10-2010
UNI EN 15947-5:2010
27-10-2010
UNI EN 15950:2010
27-10-2010
UNI EN ISO 2871-1:2010
9-09-2010
a
UNI EN 13398:2010
UNI EN ISO 2871-2:2010
9-09-2010
UNI EN ISO 4787:2010
7-10-2010
UNI EN ISO 8510-2:2010
21-10-2010
Determinazione del perfluoro ottano sulfonato (PFOS)
estraibile in articoli solidi, rivestiti e impregnati, nei liquidi
e nelle schiume antincendio - Metodo per il campionamento,
l’estrazione e l’analisi per mezzo di LC-qMS o LC-MS
Bitumi e leganti bituminosi - Determinazione del ritorno
elastico di un bitume modificato
Disinfettanti chimici ed antisettici - Prova in sospensione
quantitativa per la valutazione dell’attività battericida rispetto
alla Legionella di disinfettanti chimici per sistemi acquosi
- Metodo di prova e requisiti (Fase 2, stadio 1)
Bitumi e leganti bituminosi - Controllo della produzione in
fabbrica di bitumi in emulsioni, di bitumi flussati e fluidificati
Concimi - Determinazione della finezza di macinazione
(procedura a secco)
Articoli pirotecnici - Fuochi artificiali, Categorie 1, 2 e 3
- Parte 1: Terminologia
Articoli pirotecnici - Fuochi artificiali, Categorie 1, 2 e 3
- Parte 2: Categorie e tipologie di fuoco artificiale
Articoli pirotecnici - Fuochi artificiali, Categorie 1, 2 e 3
- Parte 3: Requisiti minimi di etichettatura
Articoli pirotecnici - Fuochi artificiali, Categorie 1, 2 e 3
- Parte 4: Metodi di prova
Articoli pirotecnici - Fuochi artificiali, Categorie 1, 2 e 3
- Parte 5: Requisiti per la costruzione e prestazione
Concimi - Determinazione dell’acido
N- (1,2-dicarbossietil)-D,L-aspartico (acido iminodisuccinico,
IDHA) mediante cromatografia
liquida ad alta risoluzione (HPLC)
Agenti tensioattivi - Detergenti - Determinazione del
contenuto di sostanza attiva cationica - Parte 1: Sostanza
attiva cationica ad alta massa molecolare
Agenti tensioattivi - Detergenti - Determinazione del
contenuto di sostanza attiva cationica - Parte 2: Sostanza
attiva cationica a bassa massa molecolare (tra 200 e 500)
Vetreria da laboratorio - Strumentazioni volumetriche
- Metodi per la verifica della capacità e per l’utilizzo
Adesivi - Prova di distacco per un assemblaggio ottenuto
per incollaggio di un materiale flessibile su rigido
- Parte 2: Distacco a 180°
EI
36,00
EI
57,00
EN
51,50
EN
22,50
EN
54,50
EN
41,50
EN
EN
17,50
41,50
EN
32,00
EN
46,50
EN
57,00
EN
51,50
EN
32,00
EN
22,50
EN
22,50
EN
46,50
EN
22,50
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 67
NUMERO
DATA
ORGANO TECNICO: UNINFO
UNI CEN ISO/TS 14907-1:2010 7-10-2010
UNI CEN ISO/TS 17575-1:2010 7-10-2010
Riscossione elettronica dei pagamenti - Procedure di prova
per gli apparati utente e gli apparati fissi - Parte 1:
Descrizione delle procedure di prova
Riscossione elettronica dei pagamenti - Definizione
dell’interfaccia applicativa per sistemi autonomi
- Parte 1: Addebito
Riscossione elettronica dei pagamenti - Definizione
dell’interfaccia applicativa per sistemi autonomi
- Parte 2: Comunicazione e connessione ai livelli inferiori
Sistemi di tubazioni multistrato per le installazioni di acqua
calda e fredda all’interno degli edifici
- Parte 7: Guida alla valutazione di conformità
Sistemi di tubazioni di materia plastica - Materie plastiche
termoindurenti rinforzate con fibre di vetro (PRFV) a base di
resina poliestere insatura (UP) - Rapporto sulla
determinazione della abrasione media dopo un numero
definito di cicli di prova
Materie plastiche - Profilati di policloruro di vinile non
plastificato (PVC-U) per applicazioni edilizie - Parte 1:
Designazione dei profilati di PVC-U
Materie plastiche - Profilati di policloruro di vinile non
plastificato (PVC-U) per applicazioni edilizie - Parte 3:
Designazione dei profilati di PVC-UE
Sistemi di tubazioni e di canalizzazioni di materia plastica
- Elementi di rialzo di materiale termoplastico per camere
di ispezione e passi d’uomo - Determinazione
della rigidezza anulare
Materie plastiche - Membrane di policloruro di vinile
plastificato (PVC- P) per piscine interrate - Parte 1:
Membrane omogenee di spessore nominale maggiore
o uguale a 0,75 mm
Materie plastiche - Membrane di policloruro di vinile
plastificato (PVC- P) per piscine interrate - Parte 2:
Membrane rinforzate di spessore nominale maggiore
o uguale a 1,5 mm
Materie plastiche - Prodotti semi- finiti termoplastici
per lavorazioni a macchina - Requisiti e metodi di prova
Laminati decorativi ad alta pressione (HPL) - Fogli a base
di resine termoindurenti
(generalmente chiamati laminati)
- Parte 8: Classificazione e specifiche per laminati
con effetti estetici particolari
Laminati decorativi ad alta pressione (HPL) - Fogli a base
di resine termoindurenti (comunemente chiamati laminati)
- Parte 9: Classificazione e specifiche per laminati
con strato interno alternativo
Materie plastiche - Determinazione delle caratteristiche
all’urto Charpy - Parte 1: Prova d’urto non strumentato
Materiali polimerici cellulari flessibili - Determinazione
delle caratteristiche sforzo-deformazione in compressione
- Parte 1: Materiali a bassa massa volumica
Materiali polimerici cellulari flessibili - Determinazione
delle caratteristiche sforzo-deformazione in compressione
- Parte 2: Materiali ad alta massa volumica
Materiali polimerici cellulari flessibili - Determinazione del
valore del flusso d’aria
ad una caduta di pressione costante
LINGUA DI
PUBBLICAZIONE
PREZZO DI
LISTINO (€)
EN
EN
84,50
46,50
EN
51,50
EN
41,50
EN
27,00
EN
46,50
EN
46,50
EN
27,00
EN
36,00
EN
41,50
EN
60,00
EI
41,50
EN
32,00
EN
46,50
EN
22,50
EN
27,00
EN
32,00
Ve
us rs
o ion
es e
cl e
us le
iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
ORGANO TECNICO: UNIPLAST
UNI CEN ISO/TS 21003-7:2010 7-10-2010
UNI CEN/TR 15729:2010
7-10-2010
UNI EN 13245-1:2010
9-09-2010
UNI EN 13245-3:2010
9-09-2010
UNI EN 14982:2010
7-10-2010
UNI EN 15836-1:2010
9-09-2010
UNI EN 15836-2:2010
9-09-2010
UNI EN 15860:2010
9-09-2010
UNI EN 438-8:2009
12-10-2010
UNI EN 438-9:2010
7-10-2010
UNI EN ISO 179-1:2010
9-09-2010
UNI EN ISO 3386-1:2010
16-09-2010
a
tutte le norme
UNI CEN ISO/TS 17575-2:2010 7-10-2010
TITOLO
UNI EN ISO 3386-2:2010
16-09-2010
UNI EN ISO 7231:2010
9-09-2010
68 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
DATA
TITOLO
LINGUA DI
PREZZO DI
PUBBLICAZIONE LISTINO (€)
EN
46,50
IT
36,00
EN
57,00
Ve
us rs
o ion
es e
cl e
us le
iv ttro
o
n
de ic
iS a
oc
i
ORGANO TECNICO: UNIPLAST; TESSILE E ABBIGLIAMENTO
UNI EN 15619:2010
9-09-2010
Supporti tessili rivestiti di gomma o materie plastiche
- Sicurezza delle strutture temporanee (tendoni)
- Specifiche per supporti tessili rivestiti destinati
a tendoni e strutture analoghe
ORGANO TECNICO: UNSIDER
UNI 9163:2010
21-10-2010 Tubi, raccordi e pezzi accessori di ghisa a grafite sferoidale
per condotte in pressione - Giunto elastico automatico
- Dimensioni di accoppiamento ed accessori di giunto
UNI EN 1247:2010
21-10-2010 Macchine per fonderia - Requisiti di sicurezza per siviere,
materiali di colata, macchine per colata centrifuga,
macchine per colata continua o semicontinua
UNI EN 13480-3:2010
23-09-2010 Tubazioni industriali metalliche
- Parte 3: Progettazione e calcolo
UNI EN 545:2010
14-10-2010 Tubi, raccordi e accessori di ghisa sferoidale e loro
assemblaggi per condotte d’acqua
- Requisiti e metodi di prova
UNI EN ISO 18286:2010
9-09-2010
Lamiere laminate a caldo di acciaio inossidabile
- Tolleranze sulle dimensioni e sulla forma
UNI EN ISO 9444-2:2010
9-09-2010
Acciaio inossidabile laminato a caldo in continuo - Tolleranze
sulle dimensioni e sulla forma
- Parte 2: Nastri larghi e fogli/lamiere
ORGANO TECNICO: VALVOLE INDUSTRIALI
UNI EN ISO 10497:2010
7-10-2010
Prove su valvole - Requisiti per la prova di resistenza al fuoco
tutte le norme
NUMERO
EN
161,00
EN
80,50
EN
27,00
EN
27,00
EN
41,50
NORME RITIRATE CON SOSTITUZIONE
Dal 4 settembre al 28 ottobre 2010
IN DATA SOSTITUITA DA
NORMA RITIRATA
IN DATA SOSTITUITA DA
21/10/2010
09/09/2010
09/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
21/10/2010
09/09/2010
UNI 9956:1992
UNI CEI EN ISO/IEC 17050-1:2005
UNI CEI EN ISO/IEC 17050-1:2005
UNI CEN ISO/TS 21003-7:2009
UNI CEN/TS 1007-7:2007
UNI CEN/TS 14938-2:2007
UNI CEN/TS 15023-3:2007
UNI CEN/TS 15025:2007
UNI CEN/TS 15365:2006
UNI CEN/TS 15404:2007
UNI CEN/TS 15405:2007
UNI CEN/TS 15406:2007
UNI CEN/TS 15605:2008
UNI CEN/TS 15639:2008
UNI EN 1069-1:2002
21/10/2010
09/09/2010
09/09/2010
07/10/2010
09/09/2010
16/09/2010
16/09/2010
16/09/2010
07/10/2010
21/10/2010
21/10/2010
21/10/2010
16/09/2010
21/10/2010
07/10/2010
UNI EN 1069-2:2000
UNI EN 12042:2006
UNI EN 12042:2006
UNI EN 12043:2002
UNI EN 12158-1:2005
UNI EN 12158-2:2005
UNI EN 12227-1:2001
UNI EN 12227-2:2001
UNI EN 12254:2008
UNI EN 12254:2008
UNI EN 12311-2:2002
UNI EN 12312-10:2006
UNI EN 12312-12:2003
UNI EN 12312-13:2003
UNI EN 12312-14:2008
UNI EN 12312-15:2006
UNI EN 12312-16:2006
UNI EN 12312-17:2005
UNI EN 12312-18:2005
UNI EN 12312-19:2006
UNI EN 12312-1:2001
UNI EN 12312-20:2006
UNI EN 12312-2:2003
UNI EN 12312-3:2004
UNI EN 12312-4:2004
UNI EN 12312-5:2005
UNI EN 12312-6:2005
UNI EN 12312-7:2006
07/10/2010
21/10/2010
21/10/2010
21/10/2010
09/09/2010
09/09/2010
07/10/2010
07/10/2010
09/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
16/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
16/09/2010
23/09/2010
16/09/2010
16/09/2010
16/09/2010
16/09/2010
16/09/2010
16/09/2010
a
NORMA RITIRATA
UNI 10682:1997
UNI 10759:1998
UNI 11222:2006
UNI 7247:1973
UNI 7248:1973
UNI 7360:1974 + A1:1997
UNI 7361:1974
UNI 7491:1975
UNI 8378:1982
UNI 8882:1998
UNI 9163:1987
UNI 9182:2008
UNI 10682:2010
UNI EN ISO 4254-10:2010
UNI CEI 11222:2010
UNI 11378:2010
UNI 11378:2010
UNI 7360:2010
UNI 7361:2010
UNI 11378:2010
UNI 11378:2010
UNI 11378:2010
UNI 9163:2010
UNI 9182:2010;
UNI EN 806-4:2010
UNI 9956:2010
UNI CEI EN ISO/IEC 17050-1:2010
UNI CEI EN ISO/IEC 17050-1:2010
UNI CEN ISO/TS 21003-7:2010
UNI EN 1007-7:2010
UNI EN 14938-2:2010
UNI EN 15023-3:2010
UNI EN 15025:2010
UNI EN 15365:2010
UNI CEN/TR 15404:2010
UNI CEN/TS 15405:2010
UNI CEN/TS 15406:2010
UNI EN 15605:2010
UNI CEN/TS 15639:2010
UNI EN 1069-1:2010
UNI EN 1069-2:2010
UNI EN 12042:2010
UNI EN 12042:2010
UNI EN 12043:2010
UNI EN 12158-1:2010
UNI EN 12158-2:2010
UNI EN 12227:2010
UNI EN 12227:2010
UNI EN 12254:2010
UNI EN 12254:2010
UNI EN 12311-2:2010
UNI EN 12312-10:2010
UNI EN 12312-12:2010
UNI EN 12312-13:2010
UNI EN 12312-14:2010
UNI EN 12312-15:2010
UNI EN 12312-16:2010
UNI EN 12312-17:2010
UNI EN 12312-18:2010
UNI EN 12312-19:2010
UNI EN 12312-1:2010
UNI EN 12312-20:2010
UNI EN 12312-2:2010
UNI EN 12312-3:2010
UNI EN 12312-4:2010
UNI EN 12312-5:2010
UNI EN 12312-6:2010
UNI EN 12312-7:2010
U&C n.10 novembre/dicembre 2010 69
IN DATA SOSTITUITA DA
NORMA RITIRATA
IN DATA SOSTITUITA DA
16/09/2010
16/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
07/10/2010
07/10/2010
07/10/2010
07/10/2010
07/10/2010
07/10/2010
09/09/2010
07/10/2010
09/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
21/10/2010
09/09/2010
09/09/2010
07/10/2010
UNI EN 14035-17:2004
UNI EN 12735-1:2008
UNI EN 12735-2:2008
UNI EN 131-2:1994
UNI EN 13135-2:2005
UNI EN 13135-2:2005
UNI EN 13141-2:2004
UNI EN 13148:2002
UNI EN 13245-1:2006
UNI EN 13285:2004
UNI EN 13286-2:2005
UNI EN 13306:2003
UNI EN 13309:2002
UNI EN 13398:2004
UNI EN 13480-3:2009
UNI EN 13674-2:2006
UNI EN 13674-3:2006
UNI EN 1374:2002
UNI EN 13798:2003
UNI EN 13823:2005
UNI EN 13870:2005
UNI EN 13870:2005
UNI EN 13871:2005
UNI EN 13871:2005
UNI EN 13885:2006
UNI EN 13885:2006
UNI EN 14035-10:2004
16/09/2010
16/09/2010
09/09/2010
07/10/2010
07/10/2010
09/09/2010
27/10/2010
09/09/2010
14/10/2010
14/10/2010
27/10/2010
16/09/2010
09/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
23/09/2010
09/09/2010
07/10/2010
16/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
27/10/2010
UNI EN 14035-12:2005
27/10/2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-1:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-2:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
27/10/2010 UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
UNI EN 12312-8:2010
UNI EN 12312-9:2010
UNI EN 12317-2:2010
UNI EN 12331:2010
UNI EN ISO 7759:2010
UNI EN ISO 10215:2010
UNI EN ISO 3211:2010
UNI EN ISO 2085:2010
UNI EN ISO 2376:2010
UNI EN ISO 8993:2010
UNI EN ISO 7599:2010
UNI EN ISO 2128:2010
UNI EN ISO 2143:2010
UNI EN ISO 2931:2010
UNI EN ISO 3210:2010
UNI EN ISO 3210:2010
UNI EN ISO 6581:2010
UNI EN 1247:2010
UNI EN 12490:2010
UNI EN 12568:2010
UNI EN 12663-1:2010;
UNI EN 12663-2:2010
UNI EN 12735-1:2010
UNI EN 12735-2:2010
UNI EN 131-2:2010
UNI EN 13135-2:2010
UNI EN 13135-2:2010
UNI EN 13141-2:2010
UNI EN 13148:2010
UNI EN 13245-1:2010
UNI EN 13285:2010
UNI EN 13286-2:2010
UNI EN 13306:2010
UNI EN 13309:2010
UNI EN 13398:2010
UNI EN 13480-3:2010
UNI EN 13674-2:2010
UNI EN 13674-3:2010
UNI EN 1374:2010
UNI EN 13798:2010
UNI EN 13823:2010
UNI EN 13870:2010
UNI EN 13870:2010
UNI EN 13871:2010
UNI EN 13871:2010
UNI EN 13885:2010
UNI EN 13885:2010
UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
UNI EN 15947-3:2010;
UNI EN 15947-4:2010;
UNI EN 15947-5:2010
UNI EN 15947-3:2010;
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09/09/2010
09/09/2010
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tutte le norme
NORMA RITIRATA
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U&C n.10 novembre/dicembre 2010 71
IN DATA SOSTITUITA DA
NORMA RITIRATA
IN DATA SOSTITUITA DA
09/09/2010
14/10/2010
27/10/2010
14/10/2010
09/09/2010
09/09/2010
16/09/2010
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16/09/2010
09/09/2010
07/10/2010
07/10/2010
14/10/2010
07/10/2010
16/09/2010
16/09/2010
UNI EN ISO 179-1:2010
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NORME RITIRATE SENZA SOSTITUZIONE
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de ic
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i
Dal 4 settembre al 28 ottobre 2010
NORMA RITIRATA
IN DATA
UNI CEN/TS 14271:2004
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UNI EN 724:1996
UNI ENV 13734:2001
UNI ENV 13735:2001
09/09/2010
09/09/2010
23/09/2010
09/09/2010
09/09/2010
Decolla
UNIstore:
non restate
a terra!
a
tutte le norme
NORMA RITIRATA
UNI EN ISO 179-1:2007
UNI EN ISO 2061:1998
UNI EN ISO 2162-3:1998
UNI EN ISO 2307:2005
UNI EN ISO 2871-1:1996
UNI EN ISO 2871-2:1996
UNI EN ISO 3386-1:2000
www.uni.com
72 U&C n.10 novembre/dicembre 2010
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de ic
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U&C_CoverNovDic_progetto 27/12/10 17:29 Pagina AC
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U&C_CoverNovDic_progetto 27/12/10 17:29 Pagina IV