IL NUOVO TORINO F.D.

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IL NUOVO TORINO F.D.
Q
uesta è la storia di un
ennesimo paradosso
italiano, almeno a
noi pare tale.
Nella penisola il Cip (Comitato
italiano paralimpico) negli ultimi
anni ha dato un notevole impulso
alla pratica e alla conseguente larga diffusione di svariate discipline sportive, giungendo al ripa-
onorevole carriera calcistica in
cui è giunto a calcare i terreni di
gioco della seconda categoria.
Nel 2009 un invito di Daniele
Braglia che cambia le prospettive
e rivoluziona il suo futuro.
Da una trasferta a Reggio Emilia,
città dove già esisteva il Gss Castelli, squadra di calcio per disabili, e dal conseguente viaggio in
serie A ne possedeva una. Dal
Chelsea al Monaco, dall’Everton
al Liverpool sino al Barcellona:
un elenco lunghissimo che ha
dato via a un sogno».
Il primo a condividerlo con Claudio fu Marco Bertola di Cavallermaggiore che, sul volo di rientro
dalla Svezia, si sentì dire: «Il prossimo anno torniamo qui con la
Claudio Girardi (nella foto
a destra, ritratto accanto a Urbano
Cairo, presidente della società
granata, per ora l’unica
della serie A ad aver aderito
al progetto relativo al calcio
per disabili), è presidente
e giocatore di una realtà sportiva
che in Italia non ha precedenti.
Oggi il Torino F.D. (“for disable”)
è una compagine di football
per ragazzi disabili riconosciuta
ufficialmente dal Torino Fc
mondo proprio quel nome e quei
colori: un sogno!».
Nell’estate del 2010, a Borlänge,
non solo il Torino F.D. disputa il
primo torneo internazionale, ma
centra anche la prima vittoria
sconfiggendo in finale il Chelsea.
«Ma noi avevamo già vinto!».
La Granda in Svezia poteva contare su una nutrita rappresentativa: Claudio Girardi, presidentegiocatore da Cervere; Marco Bertola, portiere di Cavallermaggiore, e Alessandro Genta, capitano
di Bra, il tutto amalgamato dal
mister Emilio Mottura di Racconigi e dal direttore sportivo, il torinese Mauro Tarasco.
Il resto della squadra era costruito grazie alla presenza di giocatori in arrivo dal nord Italia: Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna le regioni interessate.
be riconoscere il campionato italiano “for disable”.
È già partito, invece, il lavoro
della nazionale italiana F.D., in
vista del campionato europeo
2014, dei mondiali 2015 e... dei
Giochi paralimpici di Rio 2016.
Un pezzo di Cervere e della Granda farà parte del progetto, visto
che Claudio è tra i convocati del
primo raduno di Montevarchi,
voluto dal commissario tecnico
Marcello Mancini: «Ci sono Paesi, tra cui Russia e Ucraina, dove i
disabili possono giocare a calcio a
livello professionistico, con strutture e mezzi tali da garantire loro
non solo una preparazione atletica di alto livello, ma anche uno
stipendio. Qui in Italia la situazione è molto diversa». Il presente
parla di numerose società interessate alla creazione di un proprio
Il gruppo si ritrova per gli allenamenti collettivi due volte al mese
e svolge separatamente la fase di
preparazione fisica.
«Questa organizzazione ci permette di ridurre al minimo le
spese di trasferta. Con lo stesso
principio, lo scorso anno abbiamo partecipato a un torneo Uisp
effettuando il solo girone di andata. Un’esperienza positiva che ha
unito il gruppo ed evidenziato le
nostre buone prospettive».
Il lavoro e la passione dei dirigenti del Torino F.D., uniti ad altri
fattori, ha portato il tema del calcio per disabili nei palazzi del
Coni che, entro gennaio, dovreb-
progetto F.D.: «A fine ottobre
(data ancora da definire, ndr) saremo a Torino, in piazza San Carlo, per una dimostrazione pubblica con testimonial d’eccezione.
Ci auguriamo che l’evento allarghi i nostri confini. Noi, come
detto, abbiamo già vinto, ma vogliamo andare oltre, spinti anche
dall'inossidabile passione trasmessa dai tifosi granata: a loro e
a tutti gli sponsor va un grande
ringraziamento».
In campo undici leoni animati
dallo spirito agonistico, al fischio
finale scroscianti applausi e un
“terzo tempo”... lungo un’esistenza intera.
Claudio Girardi, grazie
alla sensibilità di Urbano
Cairo, ha avviato il primo
progetto per la serie A
gante numero di ventotto medaglie conquistate alle Paralimpiadi
londinesi dell’estate 2012.
In Italia, Paese che per quattro
volte è stato in grado di sollevare
al cielo la coppa del mondo (di
cui due coppe “Rimet”), il calcio a
7 “for disable” stenta a decollare,
nonostante sia disciplina paralimpica dal 1984. È una strana
anomalia: perché lo sport più seguito a livello nazionale non ha
un’adeguata vetrina anche nel
mondo delle disabilità?
Cercando di dare risposta a questa domanda, e con la volontà di
inseguire un sogno, parte il cammino di Claudio Girardi, originario di Cervere.
La sua storia si avvia da lontano,
da un’infanzia costellata da interventi per combattere la diparesi
spastica, sino alla chiusura di una
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Paolo Cornero
IL NUOVO TORINO F.D.
(CIOÈ “FOR DISABLE”)
HA L’ANIMA A CERVERE
Svezia per seguire il torneo internazionale “Dalecarlia cup”, ecco
nascere l’idea: «Ho aperto gli occhi! Vidi con grande stupore», racconta Claudio, «che all’estero numerose società di calcio avevano
una squadra F.D. (“for disable”,
ndr). In Italia nessuna società di
maglia del Toro!».
Detto, fatto. Nel mezzo, una lunga trafila burocratica e una dura
lotta per la conquista di sponsor
in grado di sostenere le ingenti
spese di trasferta. «Abbiamo trovato», spiega Girardi, presidente
del Torino F.D., «una decisa colla-
á 12 settembre 2013 á il calcio paralimpico inizia a radicarsi anche in Italia
borazione da parte della dirigenza
del Torino Fc e grande disponibilità da parte del presidente Urbano Cairo. Un progetto pilota,
l’unica società di serie A italiana
ad avviarlo. Da tifoso granata a
presidente di una società di calcio
per disabili che porta in giro per il