pagina 15 - Montclair State University
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america Sabato 8 ottobre 2011 cultura Oggi 15 NEW JERSEY/IN SCENA THE HORDE TRATTO DAL LIBRO DI GIAN ANTONIO STELLA Gli immigrati che eravamo di Francesca Berardi MONTCLAIR (New Jersey). Alla Montclair State University è andata in scena The Horde, quando gli immigrati eravamo noi “Io partu pe’ l’America luntana, nun sacciu adduje me porta la fortuna”. Con questi versi di un canto popolare si è aperto “The Horde” (L’Orda), lo spettacolo teatrale che venerdì 30 Settembre ha portato in scena “Storie, canti e immagini degli immigrati italiani” alla Montclair State University del New Jersey. Coordinato dalla Prof.ssa Teresa Fiore, docente di Studi Italiani e italoamericani presso la cattedra intitolata a Theresa and Lawrence Inserra, l’evento rientrava nel NY-NJ Italian Culture Bridge Program ed è stato realizzato con il supporto dell’Istituto Italiano Teresa Fiore di Cultura a New York, dei docente di studi Consolati italiani di New italiani York e Newark e del Coccia Institute for the Itale italoamericani ian Experience in America. ha coordinato I canti e il talento de La l’evento Compagnia delle Acque, uniti dalla regia di Gualtialla Montclair ero Bertelli ai racconti e al University carisma di Gian Antonio a cui ha Stella, hanno accompagnato i quasi 150 spettatori partecipato in un viaggio della memoanche l’autore ria attraverso i dolori e i successi di oltre un secoFisarmonica lo di immigrazione italiana. e voce: A riempire il Jed Leshowitz Recital Hall Gualtiero della Cali School of Music c’erano di Bertelli. studenti, professori, rappresentanti di Voce associazioni italoamericane (tra cui UNInarrante: CO), diplomatici, musicisti e italoameriGian cani in pensione. Stella, nota firma del Antonio Corriere della Sera e prolifico autore di Stella. libri, tra cui “L’Orda” (Rizzoli, 2002), dal Piano e quale è tratto lo spettacolo, ha fatto rivoce: emergere dall’oblio eventi e personaggi Paolo che hanno segnato la storia degli immiFavorido. grati, sottolineando come questa stessa Voce: storia sia intrinseca alla storia italiana, Giuseppina così come a quella americana. “L’Orda e`un modo ideale per rifletCasarin. Voce, tere sulla formazione della nazione italchitarra e iana attraverso la lente complessa e impercussioni: prescindibile della sua diaspora, in ocRachele casione del 150mo anniversario Colombo. dell’unificazione”, ha precisato in aper(Foto di tura dello spettacolo la Prof.ssa Fiore. Rosella Diviene dunque anche un modo per porPennacchio) tare in scena e dare il giusto spazio a quella parte d’Italia che ha trovato fortuna lontano, e che in molti casi è riuscita a fare grandi cose. A una parte d’Italia che, pur essendo stata costretta ad abbandonare la propria terra per inseguire una vita dignitosa, non esita a dichiararsi ancora orgogliosa delle proprie origini. “Throughout the whole program, I was touched, emotional, wishing my parents and family attended and most importantly, proud to be an Italian,” ha commentato via mail uno degli spettatori. E in effetti, come ha ricordato Stella attraverso un’impressionante carrellata di nomi, gli italoamericani hanno ottime ragioni d’orgoglio, accanto all’ottima cucina che possono vantare di aver esportato. Partendo da Filippo Mazzei, che ha ispirato il principio fondamentale della Dichiarazione di Indipendenza statu- nitense “tutti gli uomini sono stati creati per loro natura uguali”, passando per l’intraprendenza di Amedeo Giannini, fondatore a Francisco della Bank of Italy, oggi Bank of America, Stella ha ricordato la genialità di Enrico Fermi, padre dell’energia nucleare, fino ad arrivare al successo nella musica e nel cinema di personalità come Frank Sinatra (nato nel New Jersey) e Robert De Niro. Il pubblico ha poi sussultato nel ricordare che anche dietro a “Mr Peanut” ci fosse inaspettatamente un italiano: Amedeo Obici, fondatore della Planters PeanutCompany. La lista di nomi che hanno dato un memorabile contributo alla storia, alla scienza e alla cultura americana è poi sfociata nel verso di un canto popolare “Urtò il Sirio un orribile scoglio, di tanta gente la misera fin.” E così dal successo si è passati alla tragedia, all’orrore di una nave che naufraga, oggi nel Mediterraneo come ieri. Era il 4 agosto 1906 quando il piroscafo “Sirio” si schiantò sulle coste spagnole di Cartagena, interrompendo la vita di quasi 500 persone (secondo alcune fonti), per la maggioranza Italiani in rotta per il Brasile. Di eventi del genere se ne sono verificati molti, ma non abbastanza da scoraggiare le partenze. In centinaia continuavano a cercare un’alternativa alla fame di un’Italia poverissima, per poi doverla conquistare con fatiche e sacrifici che forse neppure avevano immaginato. La vita era durissima, “che se avessi potuto non mi sarei fermato in America neppure un’ora”. “The Horde” ha inoltre ricordato al pubblico del New Jersey che la difficoltà non stava solo nel sopravvivere al viaggio e alla fatica del lavoro. Bisognava superare anche un’altra fase inevitabile in ogni storia di immigrazione: il processo di integrazione, che per forza di cose passa per un’ altra vicenda, più dolorosa, chiamata discriminazione o peggio ancora, più propriamente, razzismo. Al- cuni “scienziati” tentarono di dimostrare l’associazione tra la razza nera e quella italiana (la linea rossa che avrebbe diviso gli “ariani” dai “neri” passava all’altezza di Milano e avrebbe fatto rabbrividire anche Bossi) e tra gli Italiani immigrati centinaia furono le vittime di discriminazioni e linciaggi. Basti ricordare la tragedia del 25 marzo 1911, quando il fuoco divampò alla Triangle Shirtwaist, una camiceria situata al decimo piano di un palazzo di New York, in cui le operaie erano rimaste intrappolate, chiuse dentro dal proprietario timoroso che uscissero a fumare. Si buttarono dalla finestra e i teli non bastarono ad attutire la caduta. Durante questa “macabra grandinata”, per usare le parole del Daily Telegraph, persero la vita quasi 150 donne, incluse tante italiane. Esemplare è poi stata la vicenda di Nicola Vanzetti e Bartolomeo Sacco, i due anarchici arrestati ingiustamente con l’accusa di omicidio e condannati alla sedia elettrica nel 1927. La loro esecuzione ha scosso le coscienze di migliaia di Americani ed è sulla scia del riconoscimento di questo “martirio” che gli Italiani cominciarono ad acquisire una nuova considerazione: negli anni Trenta Fiorello La Guardia venne eletto sindaco di New York. Lo spettacolo si è concluso con un tuffo nel presente, sulle coste del Bel Paese: un viaggio nel tempo che ha accostato i primi immigrati italiani in America ai nuovi immigrati in Italia. È così che l’Italiano vestito da uomoorchestra con un cappello da giullare, la ghironda in mano e un tamburo sulle spalle, somiglia incredibilmente al ragazzo nordafricano che si sfianca sulle spiagge bollenti carico di mercanzia. A degli occhi superficiali, così addobbato, potrebbe ricordare un albero di Natale fuori stagione. E invece dovrebbe ricordarci noi. Cinema/Woody: “Dopo Carla vorrei Michelle Obama” NEW YORK. Dopo aver arruolato la Premiere Dame Carla Bruni, Woody Allen punta alla First Lady Michelle Obama. Il veterano attore-regista newyorkese ha rivelato la sua idea durante un’intervista allo show televisivo inglese ‘Daybreak’, come riportano i media americani. Allen, insomma, vuole Michelle come nuova musa. “Se mi trovassi in una stanza con lei non esiterei a chiederle di recitare in un mio film”, ha affermato, precisando che dovrebbe prima esser certo di avere la parte giusta per lei. La moglie del presidente americano Barack Obama non è nuova alle telecamere, e non solo sotto i riflettori della politica nel suo ruolo di First Lady. Negli ultimi anni ha infatti partecipato ad alcu- ne trasmissioni televisive di successo, come la serie ‘Sesame Street’. In una delle puntate del famosissimo programma ‘educativo’ per i bambini, la Obama ha presentato i suoi prodotti biologici a tre ragazzini e ai due pupazzi protagonisti, Elmo e Big Bird, come parte della sua campagna contro l’obesità e i cibi-spazzatura. Michelle ha poi partecipato ad un’al- tra serie televisiva, dove ha recitato una piccola parte accanto a Jill Biden, moglie del vicepresidente Joe. Si tratta di ‘iCarly’, programma di sucesso rivolto a bambini ed adolescenti. Se il prossimo passo sia il grande schermo si vedrà. Certo, se il tre volte premio Oscar saprà trovare una parte a cui la First Lady non riuscirà a dire di no. Se così sarà seguirà le orme di Carla Bruni. La consorte del presidente francese Nicolas Sarkozy, infatti, ha partecipato al film ‘Midnight in Paris’, con Owen Wilson, Rachel McAdams e Marion Cotillard. La Bruni, che proprio in queste ore si prepara a rendere il marito padre per la quarta volta, ha interpretato una piccolissima parte nella pellicola, nel ruolo di una guida turistica di un museo. Lo stesso Allen ha raccontato che ha convinto Carla ad accettare la parte durante una cena con la prima coppia di Francia. Probabilmente ora il regista newyorkese spera di avere lo stesso successo con la First Lady americana. Ma prima dovrà ricevere l’invito di Michelle alla Casa Bianca.