La seconda conferenza del ciclo di incontri “L`Università
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La seconda conferenza del ciclo di incontri “L`Università
La seconda conferenza del ciclo di incontri “L’Università incontra le Aziende”, organizzato dalla Funzione “Dal Diritto allo studio al mondo del Lavoro (Dir.S.eL.)” si è tenuta il giorno 29 maggio 2003 alle ore 10, presso l’Infopoint, Via Po, 29 con l’intervento del sig. Marco Boglione, presidente della BasicNet (marchi Kappa, Robe di Kappa, Jesus e Jesus Jeans), che ha illustrato la sua esperienza imprenditoriale. La BasicNet è, infatti, l’ultima impresa creata dal sig. Marco Boglione, che ha iniziato la sua conferenza con degli aneddoti sulle sue doti imprenditoriali in gioventù. Quando andava a scuola, aveva proposto ai “Padri” del collegio presso cui studiava di cedergli l’aula di fisica per allestire una camera oscura, in cui poteva dedicarsi alla sua passione per la fotografia. In cambio dell’aula offrì di impartire delle lezioni di fotografia, per le quali il collegio incassava una retta supplementare. Finita la scuola pensò di dedicarsi ad un piccolo allevamento di cani, utilizzando i due pastori tedeschi che già possedeva. Per vendere meglio i cuccioli si finse di origini tedesche, e mise a punto degli astuti accorgimenti, come mettere dei fiocchi sugli esemplari meno belli. La sua carriera lavorativa, come ha raccontato il sig. Marco Boglione, iniziò nell’agenzia pubblicitaria “Viva”, successivamente lavorò come pubblicitario presso il Maglificio Calzificio Torinese, dove strinse amicizia con Maurizio Vitale, allora presidente della società. A 25 anni era già dirigente del gruppo, ed aveva capito le dinamiche del mercato dell’abbigliamento, che in quell’epoca ( anni 70) era influenzato dalle ideologie libertarie portate dal ’68, per cui i giovani volevano esprimere se stessi tramite l’abbigliamento, che non era più formale come precedentemente. Propose quindi di convertire la produzione da biancheria ad abbigliamento casual, ed in particolare jeans. Questa scelta fu giusta perché in quegli anni ci fu il boom dei jeans e nacquero in Italia le prime jeanserie. I prodotti erano uguali, ciò che contava per competere sul mercato era la comunicazione, ovvero la pubblicità. La riconversione salvò il MCT dalla crisi del settore: fu uno dei pochi gruppi tessili che non ebbero gestione statale in quegli anni. Fino a pochi anni fa gli Stati Uniti portavano le innovazioni nella moda. Il salutismo prese il posto del radicalismo rivoluzionario. Marco Boglione propose di fare abbigliamento sportivo per maschi e femmine, e non più capi unisex. Il MCT offrì alla Juventus di fornire gratis le uniformi, sulle quali in cambio ci sarebbe stato il logo della Robe di Kappa. La lega calcio fece delle obiezioni ma dopo due anni accettò le sponsorizzazioni per le squadre di calcio. Il MCT sponsorizzò la Lega di Atletica Americana per un milione di dollari prima delle olimpiadi di Atlanta. Nel 1984 Maurizio Vitale gli confidò di essere affetto da un male incurabile e gli consigliò di trovarsi un altro lavoro. Marco Boglione ricevette parecchie offerte, ma decise di fare l’imprenditore fondando due compagnie. La prima fu la Moto taxi, che svolgeva un servizio di consegne plichi che era già diffuso negli Stati Uniti ma che non esisteva ancora sul mercato italiano. Fu un impresa difficile poiché era necessaria l’autorizzazione per il ponte radio e l’autorizzazione dell’INPS per rapporti di lavoro saltuario. La società fu pubblicizzata con una campagna a rischio di Pubblitalia che ha fornito i manifesti gratis in cambio del 10% degli utili del primo anno. Negli anni successivi la Mototaxi si è sviluppata in 26 città. La seconda società era Football Sport Merchandise, che è poi diventata BasicNet. L’iniziativa della società era di affittare i marchi delle società calcistiche e vendere l’abbigliamento ai tifosi. L’idea era di produrre delle repliche esatte delle uniformi delle squadre. L’attività è iniziata distribuendo volantini davanti agli stadi e per anni hanno venduto per corrispondenza. Tutto ciò fu possibile grazie all’informatica (allora poco diffusa): con uno scanner allora pagato 160.000.000 di lire riuscirono ad abbattere le spese di fotocomposizione del catalogo. Senza questo accorgimento le spese di stampa avrebbero superato gli utili delle vendite. Nel 1993 la società stava per fallire, perché con la globalizzazione le grandi multinazionali di abbigliamento sportivo, come la Nike e l’Adidas offrivano alle società calcistiche sponsorizzazioni e merchandising a cifre molto più elevate di quelle pagate dalla FSM. Nello stesso periodo è fallito il Maglificio Calzificio Torinese, Marco Boglione, anziché perdersi d’animo per il fallimento del progetto FSM ha pensato di iniziare un’altra impresa e comprare il MCT per acquisire la proprietà dei marchi (Kappa, Robe di Kappa, Jesus e Jesus Jeans). Nel frattempo aveva anche pensato che tipo di struttura dare all’azienda: una società capace di crescere e competere sul mercato globale con le maggiori ditte del settore dell’abbigliamento sportivo. In Giappone c’era un licenziatario dei marchi del MCT che fatturava circa cento milioni di dollari all’anno. Marco Boglione gli propose di acquistare il marchio Robe di Kappa per il Giappone in cambio di 15.000.000 di dollari. Con il ricavato di questa operazione ha comprato il MCT per 21.000.000.000 di lire. Con la vendita dei fondi di magazzino ha avuto liquidità per la cassa sufficiente per tre anni di attività. Attualmente la BasicNet vende in 85 nazioni attraverso 10.000 punti vendita circa, ed è attualmente una delle prime dieci aziende al mondo del settore. La competizione sul mercato avviene quando il cliente va in un negozio e sceglie un capo BasicNet. Per incentivare questa scelta la BasicNet ha puntato su un grande assortimento, non disponendo delle risorse finanziarie per massicce campagne pubblicitarie come quelle di aziende sue concorrenti. L’assetto aziendale è “asset leverage”: una struttura a rete con tanti operatori indipendenti che operano su licenza. Il fatturato complessivo di tutti i licenziatari è di 300.000.000 di euro. Marco Boglione pensa di aver avuto successo perché è riuscito a realizzare il tipo di impresa che aveva in mente. Egli ritiene anche che un buon imprenditore è qualcuno che pensa qualcosa che nessuno aveva pensato prima, o che riesce ad intuire i bisogni futuri del mercato. Al termine della conferenza c’è stato il dialogo con il pubblico, interessato sia a conoscere le possibilità occupazionali presso la BasicNet sia a conoscere la mentalità imprenditoriale. Un partecipante, piccolo imprenditore, ha domandato come si trova la forza di andare avanti nei momenti bui. Marco Boglione ha affermato che è importante non perdere la speranza che il giorno dopo possa cambiare qualcosa, come successe a lui quando stava per fallire la FSM, ma che è anche importante, per un imprenditore, allenarsi psicologicamente all’ipotesi di insuccesso. Ad un membro del pubblico che voleva sapere se era più facile tentare l’attività imprenditoriale nel periodo in cui lui ha iniziato oppure oggi, Marco Boglione ha risposto che un tempo era più facile avere idee innovative, ma l’aspirante imprenditore era malvisto. Ora i nuovi imprenditori godono di numerose agevolazioni, ma è più difficile avere idee imprenditoriali innovative ed il coraggio di rischiare. Riguardo alle possibilità di impiego presso la BasicNet, questa azienda recluta dei giovani laureati, di norma provenienti da Economia o dalla Scuola di Amministrazione Aziendale che svolgono inizialmente uno stage; se gli stagisti sono considerati idonei vengono successivamente assunti con contratto di formazione lavoro e quindi a tempo indeterminato. Rita Sorisio