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Il Tempo del Creato - settembre 2010 Messaggio/sermone sul Salmo 104 e su Galati 3:26-28 Il salmo 104 appartiene al genere dei salmi della creazione e canta una lode a chi si è inventato tutto questo. E non canta soltanto a ciò che sono le opere più evidenti, ma anche a ciò che respira nel nascosto. Non solo a ciò che è necessario, ma anche a ciò che è semplicemente bello – un prototipo senza valore. Che utilità ha, per esempio, l'amabile fischiettare del merlo? Nessuna. Alla fine poi arriva un versetto fuori dal coro che potrebbe anche stroncare il grande canto dell'Alleluia: i peccatori se ne devono andare a gambe levate. Coloro, che da quando fu scritto il salmo non sono più soltanto due, tre cattivi, ma una buona metà dell'umanità, coloro che cantano la creazione di Dio per la durata di un salmo, ma poi continuano a minacciarla, sono cacciati via. Questo canto di lode, che si basa sull'inno al sole del faraone Akhenaton, riporta l'immagine antico del mondo: il cielo – una tenda sotto la quale abitano i mortali e sopra la quale gira l'eterno nei suoi carri di nuvola; la terra – un disco che si poggia su dei pilastri; le acque del caos – un manto che circonda il tutto e sulla parola di Dio si ritira per liberare la terra ferma. I tempi in cui il salmo è scritto oscillano tra il passato e il presente, perché secondo la convinzione biblica la forza spirituale di Dio non ha creato il mondo nel passato, una volta per tutte, e poi dare a noi le chiavi e lui andarsene in vacanza. La Bibbia, invece, è convinta che la creazione continua e che Dio rinnova il mondo instancabilmente. Ogni cosa vive in ogni attimo da questo suo respiro d'amore. E Dio è intessuto in ogni cosa. Accarezza un cane, lascia che lo sguardo si perda nello spazio del cielo: tutto un officina di Dio! E che officina! Quella di un Archimede, uno con mille e una idea – un genio! 100.000 specie di funghi! 12.000 specie di felci! 140.000 specie di riso! 950.000 specie di insetti… fra i quali chissà quante zanzare pure!.. scarafaggi! E l’Italia è uno dei Paesi più ricchi di biodiversità in Europa, con circa 57.000 specie animali (1/3 di quelle europee) e 5.600 specie floristiche (il 50% di quelle europee), dei quali il 13,5% sono specie endemiche. Questo primato è reso possibile dal lavoro svolto in questi anni dai Parchi, gli unici ed insostituibili custodi del patrimonio nazionale di biodiversità. Se oggi siamo fra i primi in Europa nella conservazione della natura ciò si deve alla crescita del sistema nazionale delle aree protette, alle risorse economiche ed umane e al contributo di tanti soggetti istituzionali ed associazioni ambientaliste. Salvo poi aprire la stagione della caccia prima e per un periodo più lungo di tutti gli altri Stati europei! Pare che ogni anno durante questo periodo (da settembre a gennaio) vengano uccisi 150 milioni di animali e poi, senza polemica ma con senso critico sulle contraddizioni del nostro Paese, il patrono dell’Italia è S. Francesco, il primo ambientalista e animalista della nostra storia! Insomma gli esseri umani, o almeno alcuni, sono rimasti ancorati all’antica concezione secondo la quale l’uomo è il signore del Creato e che può comportarsi come gli piace nei confronti degli altri esseri viventi. E questa mentalità fa diventare l’umanità disumana perché gli altri esseri viventi non sono soltanto gli uccelli da sparare per divertimento o gli alberi da abbattere per trarre profitti da spazi maggiori per allevare o per costruire, ma anche quegli altri esseri umani diversi per sesso o per inclinazione sessuale, per colore della pelle, per cultura e religione, quegli altri esseri umani inferiori e senza diritti. E magari la gerarchia sociale patriarcale dà il diritto all’uomo padrone di sottomettere la donna, moglie, figlia, sorella, e di farne un oggetto; oppure il progresso e la tecnologia dà la possibilità di avere armi sempre più potenti e pericolose, come quelle nucleari, per distruggere l’altro e garantire la superiorità e supremazia degli uni sugli altri. Ma perché esiste la varietà e la diversità tutto? Per un caso? No, dice la Bibbia, né incidente, né caso, ma come espressione della natura e della volontà di Dio. L'Eterno evidentemente preferisce il plurale al singolare. Ogni creatura rappresenta un qualcosa della perfezione del creatore, non esiste una creatura rifiutata. Non una! E siccome ogni elemento vivente condivide lo stesso respiro creativo, nessun essere vive da solo, ma tutti sono collegati in una solidarietà inscindibile. Una solidarietà, sorelle e fratelli, che ci ricorda la responsabilità per la vita davanti a casa nostra, ma poi porta lo sguardo anche sulle connessioni del piccolo con il mondo globale (e a questo proposito è stato coniato il termine “glocal”). Creazione che non è solo sole, luna e stelle, ma sono anche i poveri maiali allevati in linea di produzione come oggetti industriali o i gamberetti imbottiti di antibiotici perché allevati in condizioni non igieniche (con chissà quali conseguenze per la nostra salute!). Una solidarietà che ci rende rappresentanti del cielo, dalle cui azioni si può riconoscere il rapporto di Dio con il mondo. Una solidarietà che solidifica la nostra speranza che Dio è all'opera, e che ci dà la certezza che Lui sostiene la fatica dell'operare nostro, anche se chissà quante volte pensiamo “Tanto è inutile!... Cosa posso fare io?!” Pericolosissima tentazione che ci fa dimenticare che tutti quanti siamo idee uniche tratte dal sacco dei tesori dell'energia divina. Dio, quindi, comunica il suo amore alle creature attraverso il creato, benedicendo la varietà, e per mezzo di suo figlio Gesù, rendendoci suoi figli e figlie differenti ma uguali nel suo amore. E a questo proposito mi/ci vengono in mente le parole che l’apostolo Paolo scrive ai Galati (leggere Galati 3: 26-28). Non solo ogni formazione stellare, agglomerato animale o ammasso di arbusti, ma anche ognuno/a di noi, ogni faccia umana è un miracolo che rispecchia la varietà benedetta. Su ognuno/a si trova lo splendore divino e in Gesù Cristo siamo tutti/e figli/e di Dio. Perciò il ringraziamento per l'abbondanza della vita non gioisce soltanto della propria vita, ma sente anche la gratitudine per l'esistenza dell'altro, dell'altra. Il ringraziamento non include solo la curiosità per il paese esotico, ma anche per il vicino di casa straniero. Non solo la preoccupazione per l'animale minacciato, ma anche, e innanzitutto, per l'essere umano oppresso, la donna violentata o condannata alla lapidazione, il povero, il prigioniero torturato, il ferito o il malato, il bambino che va a lavorare anziché a scuola… Sorelle e fratelli, è’ assolutamente necessario, come diceva il pastore teologo e medico A. Schweitzer, teorico del “Rispetto per la vita”, che ogni essere umano si svegli e riprenda a pensare, a maggior ragione in questo tempo in cui il sapere e il progresso hanno fatto così tante conquiste che è assurdo che spiritualmente siamo scesi così in basso nell’indifferenza e nell’egoismo. E’ assolutamente urgente che ogni popolo prenda coscienza delle menzogne nelle quali vive, nelle quali chi lo governa lo fa vivere grazie all’informazione distorta, o addirittura assente, e alla propaganda e dica no al nucleare, no agli inquinamenti, no ai conflitti, no alla violazione dei Diritti Umani. Il bene più grande che ci viene dal nostro Creatore è quello di essere consapevoli della realtà e di preservare e salvare la vita, affinché non soltanto i giardini fioriscano, ma anche le comunità vadano in fiore; non solo le acque, ma anche la pace e la giustizia possano sgorgare e nessun alleluia debba essere stroncato. Amen! Virginia Mariani Riferimenti bibliografici Materiali sulla biodiversità per il Tempo del Creato, GLAM (FCEI), 2010 “Rispetto per la vita”, A. Schweitzer, Claudiana, 1994 “Il vangelo secondo Paolo”, E. Green, Claudiana, 2009