Geografia - LE TERRE POLARI

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Geografia - LE TERRE POLARI
Con il nome di "terre polari" si intendono le zone comprese tra i poli e i circoli polari: esse sono l’Artide o Polo
Nord e l’Antartide o Polo Sud.
L’Artide è costituito da acque sempre ghiacciate, in cui sono disseminati arcipelaghi collocati di fronte alle coste
settentrionali dell’Asia, dell’America e dell’Europa. È difficile, però, stabilire esattamente i confini della regione artica
poiché non esistono né monti, né fiumi, né vicende storiche che la separino nettamente dagli altri continenti; anzi,
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l’oceano che la costituisce comunica con gli altri oceani attraverso lo Stretto di Bering , il Mar di Norvegia, lo Stretto
di Devis. Soltanto ragioni climatiche hanno fatto scegliere convenzionalmente il Circolo polare artico come confine
meridionale. Questo confine non è un limite fisso; la stessa linea dei ghiacci fluttua a seconda delle stagioni, essendo nel periodo estivo a una latitudine più alta che in quello invernale: nei mesi più caldi, infatti, il ghiaccio si
scioglie parzialmente formando degli acquitrini lungo le coste delle isole.
L’Antartide, invece, è un continente nel vero senso della parola perché è costituito da una vasta superficie di terraferma quasi interamente ricoperta da un’enorme calotta di ghiaccio e caratterizzata da un vasto altopiano, da catene montuose (la vetta più alta è il Monte Vinson, m 5140) e da numerosi vulcani (tra i quali è ancora attivo l’Erebus,
m 3794).
La bianca distesa dei ghiacci può far sembrare simili le due calotte del nostro pianeta, ma questa somiglianza è solo apparente perché la natura dei due ambienti è abbastanza diversa e diverse, di conseguenza, sono le condizioni
ambientali e le forme di vita in esse possibili.
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI
PERMAFROST (termine derivato dall’espressione inglese permanent frost = gelo permanente) - È il terreno che si
conserva permanentemente gelato al di sotto di una certa profondità, sia di giorno sia d’estate, impedendo così alle
radici delle piante di crescere. Tale fenomeno è dovuto alle temperature medie annue inferiori allo zero.
MOLLISOL - Pantano
molle e acquitrinoso dovuto allo scioglimento superficiale del permafrost.
INLANDSIS - Estesa e spessa coltre di ghiaccio che ricopre le terre emerse dell’Artide e dell’Antartide. Si tratta di una
calotta spessa centinaia e a volte migliaia di metri: lo spessore medio di questa calotta in Antartide è di 2000 metri,
ma in alcuni punti può superare anche i 4000.
ICESHELF (iceshelf in inglese = ripiano, sporgenza di ghiaccio) - È un fenomeno tipico della regione antartica. Si tratta di enormi lingue ghiacciate che dall’inlandsis si protendono nel mare e dalle quali si staccano gli iceberg, le caratteristiche montagne di ghiaccio galleggiante che caratterizzano i paesaggi polari.
ICEBERG (iceberg in inglese = montagna di ghiaccio) - Gli iceberg sono di due tipi: tabulari e non tabulari. I primi
prevalgono nella regione antartica, i secondi in quella artica. In prossimità delle coste l’erosione del mare agisce
sugli ultimi lembi dell’inlandsis o dell’iceshelf che si frantuma in enormi blocchi: sono gli iceberg che galleggiano alla deriva, spinti dalle onde, dalle correnti o dal vento, dirigendosi verso sud (nel caso degli iceberg artici) o verso
nord (nel caso degli iceberg antartici). Gli iceberg hanno una durata massima di 10 mesi, dopodiché si sciolgono (gli
iceberg dalla mole più imponente, però, in genere quelli antartici, possono durare, magari spezzati in grossi blocchi,
anche qualche anno); poiché il ghiaccio è meno denso dell’acqua, riescono a galleggiare, ma emergono dalla superficie del mare solo per 1/7 del loro spessore: perciò prima che potessero essere avvistati dai radar essi costituivano un serio pericolo per la navigazione (vedi tragedia del Titanic,1912). Gli iceberg tabulari hanno una cima piatta
e pareti verticali (somigliano a gigantesche tavole); le loro dimensioni sono molto rilevanti: l’altezza è in media di 20/
30 metri sul livello del mare, ma in alcuni casi sono stati raggiunti anche i 60; quanto alla superficie, poi, non sono
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rari i casi di iceberg di qualche migliaio di km (nel 2000 un iceberg antartico raggiunse la superficie record di ben
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11.000 km !). Gli iceberg non tabulari hanno le seguenti forme: a cupola (l’iceberg ha la sommità arrotondata), a
pinnacolo (l’iceberg presenta una o più cuspidi), a zeppa (l’iceberg ha un fianco ripido e uno inclinato dal lato opposto), a bacino di carenaggio (l’iceberg ha subito un’erosione che ha formato, in prossimità o a livello del mare, una
fessura a forma di U oppure un canale), a blocco (l’iceberg ha fianchi ripidi e superficie piatta, ma si differenzia
dall’iceberg tabulare perché la sua forma è più simile a un blocco che a una tavola).
BANCHISA - È lo strato di ghiaccio che ricopre il mare. Esso può raggiungere anche i 3 o i 4 metri di spessore.
PACK - Quando la banchisa con il disgelo si spezza forma lastroni di ghiaccio, chiamati pack, che vanno alla deriva
frantumandosi o ricomponendosi fino al completo scioglimento. Il pack è pericoloso perché quando i diversi frammenti si saldano tra loro possono imprigionare le navi se non sono quelle del tipo rompighiaccio. Se i frammenti
del pack si uniscono, si ha l’icefield (icefield in inglese = campo di ghiaccio), un enorme banco galleggiante di parecchie migliaia di chilometri quadrati.
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a - Nel punto in cui ora si trova lo Stretto di Bering (largo 92 km) migliaia di anni fa esisteva una lingua di terra che
collegava l’Asia e l’America. I ghiacciai, infatti, avevano raggiunto un enorme sviluppo e il mare si era abbassato fino a trasformare lo stretto in un ponte naturale. Attraverso la Beringia, come viene chiamata dai geologi questa terra oggi sommersa, iniziò una grande migrazione di animali (bisonti, alci, renne, cervi, caribù, wapiti, mammuth, buoi
muschiati, ecc.) e, circa 15000 anni fa, di uomini (cosicchè ondate di nomadi provenienti dalla tundra siberiana scesero in America conquistando progressivamente l’intero continente fino all’estremo sud, a Capo Horn).
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CLIMA - Nelle terre polari il clima è molto secco per la scarsità dell’evaporazione che non genera precipitazioni e
ventoso, soprattutto nell’Antartide, dove soffia il terribile blizzard (il blizzard soffia, “normalmente”, a 100-200 km
l’ora, ma raggiunge anche i 350!). L’aspetto più originale del clima polare è la presenza di due sole stagioni, quella
invernale e quella estiva, a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre. In corrispondenza dei Poli l’inverno e l’estate
durano 6 mesi: durante i 6 mesi estivi il Sole non scende mai sotto la linea dell’orizzonte generando così il suggestivo fenomeno del sole di mezzanotte; durante il periodo invernale, invece, non sorge mai. L’inverno artico inizia il
22/12, quello antartico il 21/06, l’estate artica inizia il 21/06, quella antartica il 22/12.
Le terre polari sono caratterizzate dalle basse temperature dovute non solo all’estrema obliquità dei raggi solari, ma
anche alla presenza dei ghiacci che rimandano nell’atmosfera circa il 90% dei raggi che ricevono. Le regioni polari
sarebbero, perciò, destinate a raffreddarsi se la continua perdita di calore non fosse compensata daIl’afflusso delle
correnti marine calde provenienti dalle zone equatoriali. Il primato del freddo è detenuto dall’Antartide per la presenza delle montagne e per la continentalità; le temperature "più miti" dell’Artide sono invece dovute agli effetti mitigatori esercitati dal mare, anche se gelato, e all’influenza, seppur minima, delle estreme propaggini della Corrente
del Golfo. Le temperature invernali ed estive nelle due regioni polari sono le seguenti:
- inverno artico: da -20°C / -30°C a -70°C (la temperatura di -70°C è stata registrata nella Siberia nord-orientale);
- estate artica: da 10°C a 0°C / -10°C;
- inverno antartico: da -50°C / -60°C a -90°C (la temperatura di -90°C è stata registrata nelle zone più interne);
- estate antartica: da una temperatura inferiore agli 0°C a -20°C / -29°C.
FORME DI VITA - Vegetazione - È limitata alla stagione estiva e a luoghi non perennemente ghiacciati della sola regione artica. Il paesaggio tipico è la tundra (in lappone = pianura senza alberi), formata da arbusti ed erbe basse,
da alcune specie di piante con fiori, da muschi e da licheni (i licheni sono associazioni di un fungo e di un’alga che
vivono in simbiosi).
Fauna - La fauna artica è costituita da renne, lepri, volpi artiche e lemming nelle zone occupate dalla tundra e da
foche, trichechi, elefanti marini e orsi bianchi nelle zone interessate dai ghiacci. La fauna antartica è esclusivamente quella marina: balene, foche, pinguini e grandi quantità di krill (il krill è un gamberetto che vive in aggregazioni di
densità elevatissima e che costituisce la principale fonte di cibo per gli animali marini).
Popolazione umana - Nell’Artide l’uomo abita le isole e le coste gelate dei continenti: i Lapponi in Europa, i Saa
moiedi e i Ciukci in Asia, gli Eschimesi in Groenlandia e nel Nord America. Nell’Antartide le popolazioni indigene
sono assenti: si trovano qui solo basi scientifiche (per lo più sotterranee, data l’estrema inclemenza del clima), appartenenti a varie nazioni (Stati Uniti, Russia, Australia, Cile, Argentina, Regno Unito, Norvegia, Italia), che hanno lo
scopo di studiare il territorio e le sue risorse.
L’abitazione tradizionale delle popolazioni artiche (in modo particolare degli Innuit) è l’iglù (in inglese igloo, dalla
voce eschimese iglu = casa), un rifugio costruito con blocchi di neve pressata, per lo più a forma di cupola. Essendo in genere un ambiente abbastanza ristretto, due persone al suo interno e l’accensione di un piccolo fuoco sono
sufficienti ad innalzare la temperatura interna fino a 17°C mentre fuori si registrano i -40°C o i -50°C. L’aria interna
si riscalda rapidamente, ma i blocchi di ghiaccio che costituiscono le pareti non fondono grazie alla capacità termica
del ghiaccio e alla rigida temperatura esterna. Per conservare la temperatura durante la notte, basta mantenere vive le braci del fuoco. Gli iglù erano utilizzati come rifugio temporaneo durante le battute di caccia o di pesca o come
dimora invernale fissa (nel qual caso potevano raggiungere dimensioni veramente ragguardevoli: per es. 4 m di altezza e 5 m di diametro!). Oggi, poiché la maggior parte della popolazione originaria da nomade è diventata stanziale, questo tipo di abitazione è stato quasi del tutto sostituito da moderne e confortevoli case all’uso dei bianchi,
ma edificate secondo determinate tecniche costruttive (illustrate nel disegno seguente) che ne garantiscono la stabilità su un terreno così particolare come quello artico.
Se gli edifici fossero direttamente appoggiati sul terreno, lo scioglimento dello strato più superficiale del
permafrost (mollisol) provocherebbe l'inclinazione delle
strutture e il loro collasso. La soluzione edilizia, quindi,
è quella di sostenere le abitazioni con strati sottostanti
di ghiaia e di ancorarle, mediante speciali strutture, al
permafrost più profondo. Particolari accorgimenti sono
dedicati anche alla rete delle tubature: i tubi interrati
sono sorretti da strati sottostanti di ghiaia, che ne evitano il progressivo affossamento nel mollisol; inoltre
sono protetti da un isolante termico, che, impedendo la
dispersione di calore e il congelamento dell'acqua al
loro interno, ne garantisce la perfetta tenuta.
isolante
mollisol
permafrost
strato di ghiaia
RISORSE - Le risorse minerarie sono ingenti: carbone, criolite, piombo, zinco, grafite, petrolio, oro, minerali radioattivi
e ferro nella regione artica; carbone, petrolio, rame nell’Antartide (queste risorse, però, sono nascoste a grande
profondità sotto i ghiacci e pertanto sono ancora troppo difficili da raggiungere).
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a - Furono i bianchi a chiamare i popoli dell’Artide Eschimesi che nella lingua locale significa mangiatori di carne cruda. Gli Eschimesi, però, per definire il loro popolo non usano il vocabolo adottato dai bianchi, ma Innuit che nella loro lingua significa
uomini.
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