Dai frutteti cippato “competitivo” rispetto ai valori di
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Dai frutteti cippato “competitivo” rispetto ai valori di
46 Terra e Vita [ TECNICA E TECNOLOGIA ] n. 4/2014 [ MECCANIZZAZIONE ] I risultati di uno studio del CnrIvalsa su un cantiere di peschi a fine ciclo Dai frutteti cippato “competitivo” rispetto ai valori di mercato [ DI GIANNI PICCHI, GIOVANNI AMINTI, RAFFAELE SPINELLI ] Il costo finale di espianto I n tutti i paesi europei si stanno intensificando gli sforzi per incrementare l’in dipendenza energetica del con tinente. Le soluzioni individua te sono il risparmio energetico e la diffusione delle energie rinno vabili, e tra queste in particolare la bioenergia. Secondo uno stu dio dell’Enea, in Italia il poten ziale di residui non sfruttati am monta a 2,5 Mt/anno per il set tore forestale, contro ben 5 Mt/anno nel settore agricolo. Anche volendo considerare in maniera prudente queste cifre è indubbio che la coltivazione di specie legnose come frutteti, vi gneti e oliveti comporta la pro duzione di un importante quan titativo di scarto legnoso: solo nel nostro paese le colture agri cole arboree si estendono su ol tre 2,4 milioni di ettari (tabella 1). Allo stato attuale, però, que sti residui sono più un onere per l’agricoltore che non una risorsa per il territorio. Entrando nel dettaglio si possono distinguere le opera zioni di potatura dall’espianto a fine ciclo produttivo in cui ven gono rimosse le intere piante, in cluse le radici. La prima attività produce annualmente un quan titativo relativamente modesto di materiale che può essere tritu rato e interrato in loco oppure asportato dal campo. Invece la rimozione completa della coltu ra, che è già un’operazione co stosa di per sé, genera una gran de massa di residuo (fino a 100 t/ha) di difficile gestione per l’agricoltore. La soluzione più semplice per smaltire questa massa legnosa è formare delle cataste a bordo campo e bruciar le, ma tale pratica è proibita in tutto il territorio nazionale poi ché si configura come smalti mento illegale di rifiuti speciali non pericolosi ai sensi del Dlgs. 152/2006. Per di più la “combu stione incontrollata” è una delle principali cause dell’inquina mento dell’aria nelle zone rurali e costituisce un rischio di incen dio per colture e boschi. Tuttavia l’unica alternativa prevista dalla legge è il conferimento in disca rica dei residui, considerati quindi rifiuti, con un costo chia ramente insostenibile per gli e trasformazione è inferiore a € 35/t, un’opportunità di reddito per l’agricoltore e il contoterzista agricoltori. Eppure la biomassa residua le ha un potenziale valore, am bientale ed economico, come combustibile per la produzione di energia rinnovabile. Perché questo sia vero è necessario che venga bruciata in impianti di combustione equipaggiati con tecnologie moderne, efficienti e [ L’abbattimento viene effettuato in maniera rapida e sicura con un apposito cuneo oleodinamico. pulite, e progettati per utilizzare anche questo tipo di combusti bile. Ma è anche indispensabile definire dei sistemi di lavoro ef ficienti, che con il valore della biomassa riescano a coprire tutti i costi di raccolta, trasformazio ne e trasporto. Questo punto non è scontato perché i residui legnosi sono dispersi nel territo rio in appezzamenti piccoli e con quantitativi di biomassa per ettaro relativamente ridotta. Inoltre le piante piccole e ramifi cate dei frutteti complicano tutte le operazioni di movimentazio ne e cippatura, rischiando di renderle inefficienti ed eccessi vamente costose. [ IL SISTEMA DI LAVORO La sfida del recupero energetico degli espianti è stata colta dalla ditta Pezzolato, specializzata in attrezzature per la trasformazio ne del legno (cippatori, centrali per la lavorazione della legna da ardere e segherie). Questa ha sviluppato un sistema di lavoro specifico per espiantare i frutteti e ricavarne biomassa combusti bile di alta qualità, il tutto ri spondendo a un’esigenza del territorio stesso in cui si trova l’industria, EnvieSaluzzo (Cn) particolarmente ricco di frutteti. Il risultato è la Pezzolato PTH 900/820 “allestimento frutteto”, una cippatrice a tamburo mon tata su di un rimorchio agricolo due assi con delle particolari so [ TECNICA E TECNOLOGIA ] n. 4/2014 Terra e Vita 47 [ Le piante vengono allineate perpendicolarmente alla fila pronte per la cippatura. luzioni, pensate per ottimizzare il lavoro in espianti di frutteti. In particolare il tamburo e la bocca di alimentazione sono montati molto vicino al suolo per facili tare l’inserimento di piante sdraiate sul terreno. Per effet tuare questa operazione sul ri morchio è montata una piccola gru forestale, molto leggera per limitare il peso dell’insieme pe rò sufficiente per sollevare i rela tivamente piccoli alberi da frut to. Nella parte posteriore del ri morchio è alloggiato infine un cassone a ribaltamento da 10 m3. Grazie al sistema di elevazione a pantografo questo può trasferire il cippato anche in rimorchi agri coli di grande capacità volume trica (con sponde alte). Il collo d’oca di scarico del cippato può essere orientato anche lateral mente, per scaricare la biomassa direttamente in un rimorchio che proceda affiancato. In alter nativa, sopratutto sotto le reti antigrandine che limitano l’uso della gru integrata, la cippatrice può essere alimentata da una macchina separata, come un piccolo escavatore. Consideran do la limitata capacità della gru in confronto alle potenzialità della cippatrice (può macinare tronchi fino a 56 cm di diametro) l’alimentazione separata è da preferirsi anche nel caso di uso stazionario, in piazzale o con cu muli di residui. Per l’abbattimento delle piante è stato realizzato un cu neo idraulico applicato frontal mente a un piccolo trattore, for mando un’unità particolarmen te agile ed efficace. Il taglio viene effettuato accostando la cesoia alla pianta e azionando il cuneo. Questo è disegnato in modo tale da forzare la caduta perpendico larmente alla fila, abbattendo tutte le piante in modo omoge neo. Terminato il taglio il cuneo torna in sede e tutto il supporto viene alzato per avanzare sino alla pianta successiva. Il sistema a ghigliottina consente di effet tuare il taglio rasoterra senza dover controllare che non vi sia no sassi o terra, elementi che in vece danneggiano i denti della motosega costringendo a fare un taglio più alto. [ LO STUDIO Il CnrIvalsa, nell’ambito della linea di ricerca sulla produzio ne di biomasse agricole, ha stu diato questo sistema di lavoro sia in configurazione indipen dente (autoalimentata) che sot to tendone antigrandine con ali mentazione esterna (da escava tore). In questo articolo si [ TAB. 1 SUPERFICI A FRUTTETO IN ITALIA COLTURA ETTARI Mandorla 75.453 Mela 56.860 Albicocca 19.595 Vite 725.353 Nocciola 70.492 Limone 27.706 Olivo 1.144.422 Arancio 101.903 Pesca 88.580 Pera 39.428 Prugna 14.200 Mandarino 38.568 TOTALE Fonte: dati Faostat riferiti all’anno 2011 2.402.560 riportano i risultati del primo tipo di cantiere, considerato il più originale e interessante. Du rante i rilievi la macchina era azionata da un trattore da 121 kW (165 cv) e ha raccolto e tra sformato un totale di 83 tonnel late di biomassa fresca da tre campi di pesco, con età e carat teristiche diverse (tabella 2). Lo schema di lavoro è estre mamente semplice: il cippatore si muove lungo le file, racco gliendo e sminuzzando le pian te. Questo è possibile grazie alla cabina del trattore a guida rever sibile, da cui l’operatore riesce agevolmente a controllare l’avanzamento del trattore e ali mentare la cippatrice. In genere il cippato viene soffiato nel cas sone integrato e, una volta pie no, un rimorchio si affianca per il travaso. Il carico diretto nel ri morchio che procede affiancato è stato effettuato soltanto per completare i carichi. Due trattori con rimorchio sono sufficienti per trasportare il cippato in cen trale senza causare ritardi im portanti alla cippatrice: con una distanza media di 15 km il ciclo di trasporto richiede circa 1 ora e 20 minuti. Nei trasferimenti tra i campi l’intero cantiere si muove velo cemente, senza richiedere gran di preparazioni. Una volta chiu sa con la pinza la bocca della cippatrice l’operatore scende a 48 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] Terra e Vita n. 4/2014 [ Seppur ingombrante il complesso trattore e cippatrice su rimorchio si muove agevolmente lungo le file del frutteto. [ TAB. 2 CARATTERISTICHE DEI FRUTTETI ESPIANTATI SESTO DI ETÀ PIANTE PER DIAMETRO PERIODO UMIDITÀ DELLA FRUTTETO IMPIANTO (ANNI) ETTARO MEDIO (CM) ESSICCAZIONE (GG) BIOMASSA (%) SUPERFICIE MASSA (HA) (T/HA) 1 4 x 1,8 19 1.389 11,9 14 34,5 0,31 77,1 2 4,3 x 2,4 13 969 16,1 5 39,6 0,56 39,6 3 4,2 x 2 19 1.190 14,7 20 35,1 0,46 80,4 chiudere la sicurezza e pulire il grosso dei residui legnosi che potrebbero cadere durante la circolazione in strada. Que st’operazione richiede poco più di più 2 minuti, poi il trasferi mento avviene alle velocità con sentite su strada ai normali trat tori con rimorchio, ad esempio i 3,5 km tra i primi due campi sono stati coperti in meno di 6 minuti. Il risultato operativo è stato molto soddisfacente dato che il tempo effettivo di lavoro (pro duttivo) rappresenta più del l’86% del tempo totale. La mag gior parte dei tempi morti sono legati ai rimorchi, che in varie occasioni sono rimasti impanta nati (nei giorni precedenti allo studio ci sono state abbondanti precipitazioni), o che non torna vano in tempo dalla centrale, co stringendo il cippatore a inter rompere il lavoro una volta riempito il proprio cassone. Va comunque considerato che per definire il reale peso dei tempi morti sono necessari studi di lungo periodo. Del totale tempo operativo più del 70% è dedicato a cippare (quello che una cippatrice deve fare!), il 10% alle difficili svolte in capezzagna e appena il 6% a scaricare il cassone nei rimorchi a dimostrazione dell’efficienza di questa operazione. Considerando un costo ora rio della cippatrice e trattore di 145 €/ora il costo finale della so la operazione di raccolta e smi nuzzatura si attesta sui 18,4 €/t. Includendo i due trattori con ri morchio il cantiere ha un costo complessivo di 236 €/ora. La biomassa consegnata in centrale ha quindi un costo di 30 €/t se la distanza media tra campi e l’im pianto si mantiene entro i 1520 km. A questo va sommato il co sto di abbattimento, che ricon dotto in termini di biomassa prodotta varia tra 2,54,5 €/t. Il costo finale del servizio di espianto e trasformazione, esclusa la rimozione delle cep pe, è inferiore ai 35 €/t e perfet tamente competitivo con il valo re di mercato della biomassa. Inoltre, grazie all’indipendenza delle operazioni di abbattimen to e cippatura è possibile lascia re le piante con foglie ad asciu [ La bocca di alimentazione della cippatrice è ampia e molto vicina a terra per facilitare l’alimentazione. n. 4/2014 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] Terra e Vita 49 [ Il cassone scarica rapidamente anche in rimorchi a sponde alte di grande capacità. gare in campo. In questo modo la biomassa riduce rapidamente la sua umidità al di sotto del 35%, incrementando il valore commerciale/energetico di que sto prodotto. [ I RESIDUI DI AGROFARMACI Questi risultati confermano il fatto che il sistema di lavoro è economicamente sostenibile pur producendo soltanto bio massa combustibile. Come ri sultato l’intero territorio benefi cia dell’innovazione: ai proprie tari di frutteti viene offerto un servizio di rimozione rapido e gratuito, il contoterzista amplia la sua attività lavorativa e il ge store della centrale può disporre di importanti quantitativi di combustibile prodotto local mente. Rimane però un ultimo aspetto cruciale: il dubbio che la combustione di residui agricoli possa causare emissioni inqui nanti nei fumi. La questione non è da poco, considerando che ogni anno i frutteti sono ir rorati con numerosi prodotti chimici. Da studi precedente mente condotti dal CnrIvalsa e Fondazione Edmund Mach sui sarmenti di vite è risultato che la biomassa agricola può essere bruciata senza particolari pro blemi. Resta il fatto che al cam biare specie legnosa potrebbero variare alcuni parametri, per 50 Terra e Vita [ TECNICA E TECNOLOGIA ] [ RIPARTIZIONE DEL TEMPO DI LAVORO PRODUTTIVO NELLE DIVERSE OPERAZIONI [ TAB. 3 CARATTERISTICHE FISICOCHIMICHE DI BIOMASSA RESIDUALE AGROFORESTALE PESCO ABETE ROSSO SARMENTI DI VITE Ceneri (% sul secco) 1,9 3,6 3,8 Potere calorifico inferiore (Mj/kg) 18,5 18,6 17,8 Azoto (N) (% sul secco) 0,7 0,5 0,7 Zolfo (S) (% sul secco) 0,018 0,04 0,034 Cloro (Cl) (% sul secco) 0,013 0,01 0,064 Zinco (Zn) (mg/kg) 23,1 62,5 24,1 Manganese (Mn) (mg/kg) 42,5 31,9 30,6 PARAMETRO cui i campioni di biomassa di pesco prodotta sono stati ana lizzati, e i valori risultanti con frontati con l’abete rosso, il tipi co combustibile della maggior parte delle centrali europee e i residui di vite (tabella 3). La presenza di inquinanti è stata monitorata attraverso la concentrazione di metalli pe santi, presenti nella composizio ne dei principali principi attivi utilizzati nei trattamenti. I risul tati indicano che la maggior par te dei 9 metalli testati non è pre sente e che tutti i parametri rile vabili si allineano alle concentrazioni riscontrate in materiale boschivo. Anche per il pesco si confer n. 4/2014 ma quindi l’idoneità alla com bustione, con un potere calorifi co elevato, ridotto contenuto in ceneri e nessun elemento perico loso presente in quantità rile vanti. Sciolto quest’ultimo aspetto, si può concludere di cendo che la filiera della biomas sa da espianto di fruttiferi è ora mai sostenibile dal punto di vi sta tecnico, economico e ambientale. I tempi sono quindi maturi perché il comparto delle colture agricole legnose possa valorizzare il suo grande poten ziale di energia rinnovabile, a beneficio di tutti. n Gli autori sono del CnrIvalsa Se sto Fiorentino (Fi)