a cura di Anna Deplano - Acquario Civico Milano

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a cura di Anna Deplano - Acquario Civico Milano
C’ARTE
a cura di Anna Deplano
Moda, Architettura, arte e design, oggi evolvono di pari passo, e la carta influisce molto
sull’universo creativo. Significativa la recente mostra al MoMA di New York con l’esposizione
della cellulosa pressata, piegata e colorata da grandi maestri dagli anni ’60 ad oggi. Negli anni
’50 sono state numerose le ricerche e le sperimentazioni materiche e concettuali dove la carta
è stata utilizzata da artisti di tendenze molto diverse, dall’Arte Povera alla Pop Art.
La Triennale di Milano nel settembre 2009 ha ospitato la personale di Frank Gehry, il più importante architetto al mondo attualmente in vita, che utilizza la carta stropicciata in maniera creativa per la realizzazione di modelli di grattacieli realizzati con tecnologie innovative. Nello stesso
periodo la Triennale ha ospitato l’originale mostra “Gioielli di Carta” documentata in un libro
edito da Electa. Il libro racconta che fin dall’antichità la carta ha accompagnato la civiltà come
mezzo di comunicazione: gli antichi egizi vi disegnavano oggetti e divinità, nel Medioevo e
Gotico, troviamo i codici miniati decorati con foglia d’oro e gemme. La carta è stata ritenuta
tanto prestigiosa da farne omaggio al Papa, e persino come regalo prezioso ai Sovrani di vasti
imperi.
Qui all’Acquario Civico di Milano l’idea è quella di una mostra dove design e arte si incontrano
nelle interpretazioni dei vari autori: venticinque progettisti, tra artisti,designer e architetti.
Masaio Ave, Sarah Kate Burgess, Luisa Canovi, Sergio Calatroni, Anna Deplano, Marco Ferreri, Roberto Giacomucci, Giovanna Irdi Giannakoulas, Johan Peter Hol, Misato Inaba,
Mariko Isozaki, Luciana Massironi, Molodesign, Burcu Oz ,Daniele Papuli, Lucio Passerini,
Prospero Rasulo, Luca Rendina, Angela Mensi di Ricrea, Rosa Maria Rinaldi, Patrizia Scarzella, Arianna Subri, Gianni Veneziano con Luciana di Virgilio, Yusuke Tonami.
La mostra vuole mettere in evidenza che il futuro è proiettato nell’arte, nella moda e nel design
da qui l’abbinamento tra queste discipline.
Dal bianco al nero: Washi. Si tratta di una vera e propria arte che nasce in Giappone con
l’invenzione della carta giapponese Washi. Una interpretazione artistica in tal senso dell’artista
Lucio Passerini che realizza la carta e vi imprime segni e caratteri tipografici.
Luisa Canovi con l’origami incentra il suo lavoro sul taglio e sulla piegatura della carta, la creatività e l’esecuzione danno al prodotto una vitale energia.
Giovanna Irdi sviluppa sculture all’infinito con l’assemblaggio di moduli in carta piegata e tagliata. Nell’opera di Luciana Di Virgilio e Gianni Veneziano i fogli di una risma di carta A4 formano una sagoma di un volto riproposta da un segno grafico sulla superficie.
Tre giovani designer giapponesi Masaio Ave, Misato Inaba,Yusuke Tonami, utilizzano la tecnica
di piegatura di un foglio di carta per ottenere, senza forbici o colla, modelli di piante, animali,
fiori per creare oggetti di design. Prendono spunto dall’Origami per realizzare, con carte colorate, confezioni per dolci. Nascono così oggetti e complementi con strisce di carta intrecciate e poi
trasferite su altri supporti. E’ l’esempio di Angela Mensi di Ricrea dove, nei suoi complementi,
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a cura di Anna Deplano
il materiale viene sovrapposto in vari strati affiancati per creare la composizione dell’oggetto.
Patrizia Scarzella espone inviti a mostre di sfilate del mondo del design e della moda. Sergio
Calatroni valorizza in maniera creativa il materiale povero imprimendogli una decorazione con
la tecnica dell’assorbimento data dalle cartucce riciclate.
Johan Peter Hol, artista olandese, utilizza la carta bagnata nella porcellana liquida per realizzare
oggetti che poi vengono cotti.
Mariko Isozaki, scultrice giapponese, prende spunto dalla carta per realizzare, in ceramica, assemblaggi di spirali o esili forme ottenute da elementi ritagliati.
Roberto Giacomucci, propone, con lo sgabello in cartone pieghevole e solidissimo, un aspetto
del prodotto realizzato in serie. Arianna Subri nella seduta pouf ottiene una forma e solidità che
sono dovuti a un’armatura interna di fogli incastrati.
Un altro esempio di produzione in serie è quello della azienda canadese Molodesign, che impronta una parte della sua produzione in articoli alveolari che formano, aprendosi, solide volumetrie.
Oggi la carta diventa essa stessa simbolo di modernità come elemento stimolante per la ricerca
artistica. Il materiale vi riesce quando è carta da recupero, come nella seduta di Marco Ferreri,
o nell’opera di Prospero Rasulo, e rientra nella riflessione legata alla sostenibilità ambientale.
Nascono così le borsette di Anna Deplano, Burcu Oz, realizzate con l’uso di un quotidiano, o le
opere di Daniele Papuli dove individua in questo materiale, nelle sue infinite varietà, il suo
mezzo per esprimersi in quanto la carta si presta a essere modellata, plasmata, lavorata. Rosa
Maria Rinaldi nella sua opera tridimensionale inserisce piccoli disegni diversi tagliati casualmente che si ricompongono in modo da formare un unico universo disegnato.
Sarah Kate Burgess, designer americana, espone i suoi raffinati anelli di carta, dove la forza del
progetto è il concetto del - fai da te -, in un foglio con le istruzioni per ritagliare e costruire
l’oggetto.
Luciana Massironi designer di gioielli, trasferisce questi concetti nella realizzazione di un oggetto di design, mentre Luca Rendina nei suoi tappeti, manipola, assembla materiali “stanchi”
per una nuova vita e una nuova forma.
L’eterogeneità delle realizzazioni e il taglio moderno della mostra sono gli elementi caratterizzanti e vogliono mettere in evidenza, come già detto, che il futuro è proiettato nell’arte e nel
design.
Anna Deplano