9° Eurorapporto 2005 - Europamondo

Transcript

9° Eurorapporto 2005 - Europamondo
NONOEURORAPPORTO
nonoEURORAPPORTO
SULLE ATTIVITÀ DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
IN ATTUAZIONE
DELLE POLITICHE COMUNITARIE (2005)
DIREZIONE GENERALE PROGRAMMI E INTESE, RELAZIONI EUROPEE
E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
SERVIZIO POLITICHE EUROPEE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
nonoEURORAPPORTO
SULLE ATTIVITÀ DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
IN ATTUAZIONE
DELLE POLITICHE COMUNITARIE (2005)
PRESENTATO NELLA SEDUTA DELLA GIUNTA REGIONALE
DEL 30 OTTOBRE 2006
Il rapporto è stato realizzato con il coordinamento di Michele Migliori, Giuliana Ventura e la collaborazione dell’Agenzia Informazione e Ufficio Stampa della Giunta regionale, Piera Raimondi Cominesi.
Hanno inoltre contribuito:
cap. 1
cap. 2
cap. 3
cap. 4
cap. 5
cap. 6
cap. 7
cap. 8
cap. 9
grafici e tabelle
Michele Migliori (1.1), Lucia Cannellini (1.2), Giuliana Ventura (1.3.1) Lorenza Badiello e Maria Cristina Cremaschi (1.3.2)
Michele Migliori (2.1- 2.2), Anna Fava e Teresa Maria Schipani (2.3.1), Giulia La Torre e Luisa Rossi (2.3.2), Gilda Berti, Carla Gregori, Enrica Morandi e Giuliana Ventura
(2.3.3), Giuliana Ventura (2.3.4)
Silvia Tolomelli e Giuliana Ventura (3.1), Giuliana Ventura (3.2), Stefania Leoni e Franca Reggiani (3.2.1), Germana De Carli (3.2.4), Anna Fava e Teresa Schipani (3.3),
Silvano Bertini, Stefania Leoni e Sandra Lotti (3.4)
Francesco Besio, Lucia Contri, Tiziano Draghetti, Roberto Montanari, Ciro Pirone, Lucia Ramponi e Giuliana Venturi (4.1), Michele Migliori (4.2), Stefano Corazza, Carla Rita
Ferrari, Irene Montanari e Vanna Polacchini, (4.2.1), Pier Paolo Alberoni, Carlo Cacciamani, Marco Deserti, Roberto Gavaruzzi, Sandra Lotti, Andrea Montani, Tiziana
Paccagnella, Federico L. Montanari, Barbara Ramponi, Margherita Spinazzola, Franco Zinoni (4.3.2 ), Massimo Fustini e Sandra Lotti (4.3 - 4.4),
Gianguido Nobili (cap. 5), Franca Gasperoni (5.1), Maurizio Ricciardelli e Laura Saccenti (5.2), Gianguido Nobili (5.3), Sergio Andreis e Marina Mingozzi (5.4), Loredana
Fossati, Cinzia Ioppi (5.5), Gloria Baroncini (5.6), Federica Bocchini, Clarissa Dondi (5.7), Maria Pia Guermandi, Margherita Sani e Margherita Spinazzola (5.8), Serenella
Sandri (5.9)
Stefania Fenati, Cecilia Odone, Adriana Dasculto (6.1), Samanta Arsani, Nicola Catellani, Delia Cunto, Silvia Grassi, Sandra Lotti, Claudio Tolomelli e Giuliana Ventura, (6.2),
Claudia Canè e Antonietta La Ruina (6.3), Michele Migliori (6.4)
Maurizio Ricciardelli (7.1), Carmen Iuvone (7.2), Michele Migliori (7.3), Giuliana Ventura (7.3 - 7.4)
Stefania Fenati (8.1), Carla Cavallini e Monica Visentin (8.2.1), Giuliana Ventura (8.2.2)
Anna Castellari
Giuliana Ventura
NONOEURORAPPORTO
3
Presentazione del Rapporto
7
1.
9
Quadro generale
1.1 L’Unione Europea nel 2005
1.2 La Strategia di Lisbona rinnovata
1.2.1 L’attuazione della strategia comunitaria
1.2.2 Il Programma italiano: PICO
1.2.3 La valutazione del Piano italiano di riforma ad opera della Commissione europea
1.2.4 Il processo di attuazione della strategia di crescita e occupazione in Emilia-Romagna
1.2.5 Il contributo delle regioni europee alla elaborazione dei Piani nazionali
1.3 L’Amministrazione regionale nei rapporti con l’Unione Europea
1.3.1 Strutture operative
1.3.2 Servizio regionale di collegamento presso l’Unione europea
11
12
12
12
13
14
14
15
15
17
2.
21
Le politiche comuni strutturali
2.1 Le politiche comuni strutturali
2.1.1 Lo scenario 2007-2013
2.1.2 La nuova politica di coesione dell’Unione Europea
2.1.3 La nuova politica di sviluppo rurale
2.1.4 La nuova politica strutturale per la pesca
2.2 La cooperazione territoriale europea 2007/2013
2.2.1 Quadro generale
2.2.2 La cooperazione interna
2.2.3 La cooperazione esterna
2.2.4 La cooperazione 2007/2013 in Emilia-Romagna
2.3 Attuazione della programmazione dei fondi strutturali 2000-2006
2.3.1 Sviluppo Rurale
2.3.2 Obiettivo 2
2.3.2.1. Lo stato di attuazione del DOCUP Emilia-Romagna Obiettivo 2 (2000-2006)
2.3.3 Obiettivo 3
2.3.3.1. Il Programma Operativo Emilia-Romagna 2000-2006
2.3.3.2. La programmazione 2005
2.3.3.3 Lo stato di attuazione del programma operativo regionale
23
23
23
26
27
28
28
28
30
30
31
31
46
46
61
61
62
65
NONOEURORAPPORTO
4
2.3.4 Programma Pesca
2.3.4.1. L’attuazione in Emilia-Romagna
3.
I Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC) e le azioni innovative
66
67
69
3.1 Equal
3.1.1. Attuazione di Equal in Emilia-Romagna
3.2 Interreg III
3.2.1. Sezione A: cooperazione transfrontaliera
3.2.2. Sezione B: cooperazione transnazionale
3.2.3. Sezione C: cooperazione interregionale
3.2.4. Il programma INTERACT
3.3 Leader+
3.3.1. Attuazione del Programma Operativo Regionale Leader + 2000-2006 in Emilia-Romagna
3.3.2. Stato di attuazione finanziaria
3.4 Le Azioni Innovative FESR
3.4.1. Programma Regionale di Azioni Innovative Emilia-Romagna “Salute, scienze della vita
ed innovazione tecnologica regionale”
3.4.2 I network
71
71
77
77
79
82
84
84
85
86
87
4.
91
Attuazione e partecipazione della Regione alle politiche comuni
4.1 La politica ambientale e di sviluppo sostenibile
4.1.1 Scenario comunitario
4.1.2 Azioni intraprese al livello regionale
4.2. LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente
4.2.1. Partecipazione della Regione a progetti LIFE
4.3 La Politica di ricerca e sviluppo tecnologico
4.3.1 Scenario comunitario
4.3.2 Partecipazione della Regione a programmi di ricerca
4.4 Società dell’informazione
4.4.1 Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie
87
88
93
93
94
105
106
110
110
110
118
118
NONOEURORAPPORTO
5.
Partecipazione della Regione ad altri programmi comunitari
5
121
5.1 Programma Asia-Urbs
123
5.2 Programma cooperazione giudiziaria civile
124
5.3 Programma Daphne II
125
5.4 Programma Gioventù
126
5.4.1 La nuova generazione dei programmi giovanili dell’Unione Europea
127
5.4.2. Il Progetto Giovani della Regione Emilia-Romagna
127
5.5 Programma Lotta contro l’emarginazione sociale
129
5.6 Programma Parità tra donne e uomini (V Programma Quadro)
130
5.7 Programma a favore della protezione civile
131
5.8 Programma Socrate
132
5.9 Progetti pilota e linee speciali di bilancio
135
6.
137
Altre attività della Regione
6.1 Iniziative dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
139
6.1.1. Il Progetto “L’Europa da scuola a scuola”
139
6.1.2. Il progetto “Pace e diritti umani”
139
6.1.3. Il Servizio Legislativo e Qualità della Legislazione e l’Europa
140
6.2 Partecipazione ad associazioni ed organismi internazionali di carattere interregionale
141
6.3 Collaborazione istituzionale con altre Regioni
144
6.4 Partecipazioni alle Azioni a sostegno dell’allargamento (Twinning)
145
6.4.1. Partecipazione della Regione a programmi Twinning
145
NONOEURORAPPORTO
6
7.
Attuazione normativa comunitaria e disciplina comunitaria in materia di concorrenza
(aiuti di Stato)
147
7.1
7.2
7.3
7.4
Il contesto di riferimento delle leggi regionali attuative della normativa comunitaria
Breve quadro riepilogativo delle leggi regionali attuative della normativa comunitaria approvate nel 2005
Aiuti di Stato/Aiuti a finalità regionale
Le notifiche effettuate dalla Regione Emilia-Romagna nel 2005
149
150
151
153
8.
Servizi di informazione europea sul territorio regionale
155
8.1 L’informazione europea della Regione Emilia-Romagna
8.1.1. Il “Centro Documentazione Europa” della Biblioteca dell’Assemblea Legislativa
della Regione Emilia-Romagna
8.2 Servizi informativi dell’Unione Europea presenti in Emilia-Romagna
8.2.1 Altri centri europei d’informazione
8.3 Servizi informativi dell’Unione Europea
158
159
161
164
9.
167
La partecipazione degli Enti locali emiliano-romagnoli ai programmi comunitari
Risorse fondi strutturali in Emilia-Romagna - Programmazione 2000-2006
157
191
NONOEURORAPPORTO
7
PRESENTAZIONE
Il Rapporto sulle attività svolte nella nostra Regione in attuazione dei programmi comunitari con il presente volume giunge alla sua
nona edizione.
Descrive l’insieme delle attività svolte nel 2005, in sostanza l’ultimo periodo di programmazione dei fondi a finalità strutturale. A partire dal 2007 entrerà, infatti, in vigore la nuova normativa comunitaria per il periodo 2007/2013.
Il lavoro intenso di questi mesi è diretto alla definizione di un nuovo quadro regionale, in sintonia con quello comunitario e quello
nazionale, che ci consenta di affrontare i prossimi sette anni di programmazione in coerenza con quanto fatto finora e il modo da
assicurare una continuità degli interventi.
Non ci nascondiamo la delicatezza della situazione che attraversa la finanza pubblica del paese: sappiamo di poter contribuire allo
sforzo di risanamento dei conti. Ma il nostro impegno, in presenza di meno risorse nazionali ed anche comunitarie, dovuto anche
all’ingresso di 10 nuovi paesi con redditi medi più deboli del nostro, è comunque rivolto a rafforzare l’efficienza e la produttività delle
azioni.
L’Emilia-Romagna vuole essere protagonista nell’azione di risanamento interno, nel necessario innalzamento della forza competitiva
dell’Italia, nell’azione di integrazione e riequilibrio fra i paesi dell’Unione Europea. Pensiamo che questo sia un obiettivo prioritario
per dare un futuro di qualità al disegno europeo.
Per fare questo l’Emilia-Romagna non solo non deve fermarsi , ma anzi deve procedere più speditamente: incrementando la progettualità, promuovendo l’efficacia amministrativa, sviluppando un quadro di opportunità per le imprese, per l’innovazione, per la formazione, per il lavoro.
È un obiettivo ambizioso, che richiede una forte unità di intenti. La Regione intende esserci e fare la propria parte. Ma occorre di più:
occorre che anche le forze economiche e sociali si concentrino in un’opera di coraggiosa innovazione e ricollocazione.
Sono questioni che investono direttamente il dibattito sullo sviluppo possibile e sul ruolo dell’Europa nel mondo di oggi e di domani,
e l’Unione europea sta investendo molto in questa direzione. Così noi, in questa regione dalle performance di grande rilievo a livello
continentale, sappiamo di dover valorizzare al massimo la nostra identità di terra dell’innovazione, delle università, dell’imprenditorialità, della capacità di dare spazio alle risorse umane. Su questo versante intendiamo premere l’acceleratore.
Il valore aggiunto rappresentato dalla concertazione tra una pluralità di soggetti, tra pubblico e privato, e la nostra capacità di agire
come “sistema” regionale, potranno essere gli strumenti vincenti di questo lavoro comune.
VASCO ERRANI
Presidente Regione Emilia-Romagna
Bologna, 30 ottobre 2006
QUADRO GENERALE
1
NONOEURORAPPORTO
1.1.
L’UNIONE
EUROPEA
NEL 2005
L’anno 2005 è stato il primo anno
completo di funzionamento dell’Unione
europea a 25 Stati membri. Sia il
Parlamento europeo, rinnovato nel giugno 2004, sia la Commissione europea, nominata nel novembre precedente, hanno consolidato l’inizio del mandato quinquennale.
Sotto il profilo istituzionale, i risultati
negativi delle consultazioni referendarie
in Francia e Paesi Bassi hanno segnato
un forte rallentamento del processo di
ratifica del trattato per la Costituzione
europea. Si è avviato quindi un periodo
di riflessione in merito al futuro del
“cantiere istituzionale” che ha permesso comunque il prosieguo delle attività
comunitarie.
Fra le iniziative che meritano di essere
sottolineate c’è il tema del rilancio
della strategia di Lisbona nelle sue tre
dimensioni - economica, sociale e
ambientale. Nel corso dell’anno, a
seguito della valutazione intermedia
effettuata dopo cinque anni dal varo
della iniziativa, i Capi di Stato e di
Governo hanno ritenuto indispensabile
rilanciare l’impegno ridefinendo le priorità in materia di crescita e occupazione; tale decisione si è basata sul documento preparato dalla Commissione
per il Consiglio del marzo 2005
“Lavorare insieme per la crescita e l’occupazione - il rilancio della strategia di
Lisbona”.
Nel quadro delle relazione esterne si
segnalano l’apertura dei negoziati di
adesione con la Croazia e la Turchia ed
il proseguimento della politica di vicinato nei confronti dei Balcani occidentali
e della politica di prossimità verso i
paesi terzi del mediterraneo e
dell’Europa centrale.
Per rilanciare ed approfondire le relazioni tra l’Unione ed i cittadini europei,
la Commissione europea ha dato vita
ad un piano denominato “D come
democrazia, dialogo e dibattito” ciò al
fine di attivare su larga scala un nuovo
approccio in materia di iniziative europee di informazione e comunicazione.
Sul piano delle singole politiche comuni, nel corso dell’anno è stato condotto
un intenso negoziato per la definizione
del quadro finanziario pluriennale per il
quinquennio 2007/2013 conclusosi a
dicembre con un Accordo fra gli Stati
membri e nell’aprile 2006 con il definitivo accordo interistituzionale con il
Parlamento europeo.
I Vertici europei organizzati nel corso
del primo semestre 2005 dalla presidenza lussemburghese e, successivamente, dalla presidenza britannica si
sono pronunciati su specifici argomenti:
• Il Consiglio europeo di Bruxelles del
22-23 marzo si è espresso sul rilancio
della strategia di Lisbona a metà per-
11
corso, sul patto di stabilità e crescita,
sul rilancio dei negoziati internazionali
per la realizzazione della Convenzione
quadro sui cambiamenti climatici (protocollo di Kyoto);
Confronto pagamenti effettuati nel 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004
2000
2001
2002
2003
2004
1. Politica agricola comune
2. Azioni strutturali
3. Politiche interne
4. Azioni esterne
5. Spese amministrative
6. Riserve
7. Aiuto di preadesione
40.505,9 41.533,9 43.520,6 44.379,20
27.590,8 22.455,8 23.499,0 28.527,60
5.360,8 5.303,1 6.566,7 5.671,80
3.841,0 4.230,6 4.423,7 4.285,80
4.643,0 4.855,1 5.211,6 5.305,20
186,3
207,2
170,5 147,90
1.203,4 1.401,7 1.752,4 2.239,80
43.579
34.198
7.255
4.606
5.856
182
3.053
Totale
83.331,2 79.987,4 85.144,5 90.557,30
98.729
50.000
䡵 2000
䡵 2001
䡵 2002
䡵 2003
䡵 2004
45.000
40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
1.
2.
Politica agricola Azioni
comune
strutturali
3.
Politiche
interne
4.
Azioni
esterne
5.
Spese
amministrative
6.
Riserve
7.
Aiuto di
preadesione
12
NONOEURORAPPORTO
ed indicatori di Lisbona sono di competenza regionale.
• Il Consiglio europeo di Bruxelles del
16, 17 giugno ha registrato il fallimento del accordo sulle prospettive finanziarie 2007/2013, si è espresso sul
proseguimento del processo di ratifica
del Trattato costituzionale e su un insieme di decisioni relative alle relazioni
esterne;
• Il Consiglio europeo di Bruxelles del
15, 16 dicembre ha raggiunto l’accordo sulle prospettive finanziarie
2007/2013.
In temini finanziari, l’analisi dei pagamenti effettuati dal bilancio comunitario condotta dalla Corte dei Conti sull’esercizio finanziario 2004 (GUCE C.301
del 30 novembre 2005) comparata
all’analisi effettuata negli anni precedenti segnala un consistente aumento
dei pagamenti delle spese relative alle
azioni strutturali e delle politiche interne: ciò può essere messo in relazione
all’entrata a regime dei programmi
della politica di coesione e dei principali programmi a valenza pluriennale
(Programma quadro Ricerca e Sviluppo,
Programma di Azione ambientale, Reti
TEN ecc). Un consistente aumento, con
analoghe motivazioni, si registra nelle
spese relative agli aiuti di preadesione.
La spesa di politica agricola comune
registra invece una flessione negativa.
1.2.
LA STRATEGIA
DI LISBONA
RINNOVATA
1.2.1. L’attuazione
della strategia
comunitaria
La Strategia lanciata nel Consiglio europeo di Lisbona del 2000 è divenuta un
riferimento di grande attenzione per
l’economia dello spazio comunitario.
Come già inizialmente previsto, il
Consiglio europeo del marzo 2005 ha
rilanciato la Strategia di Lisbona prevedendo una nuova forma di attuazione
basata su una responsabilità condivisa
tra livello comunitario e Stati membri.
La Strategia, che ora è chiamata “crescita e occupazione” si basa sostanzialmente sugli obiettivi iniziali ma supera
le carenze evidenziate dal “metodo di
coordinamento aperto” delle politiche
fra gli Stati membri.
La sua attuazione coinvolge formalmente due livelli di governo:
Europeo con il Programma comunitario di riforma
Nazionale con i 25 Programmi nazionali di riforma (uno
per ogni Stato membro)
Nel rispetto delle costituzioni nazionali
e quindi degli ordinamenti interni, che
sempre l’Ue pone a base delle sue politiche, spetta ai diversi Stati membri il
coinvolgimento dei livelli di governo
regionale e locale. La Commissione
europea resta tuttavia aperta al dialogo
con i vari livelli di governo.
Il Consiglio europeo ha previsto tale
coinvolgimento, in particolare dei livelli
di governo sub-nazionale:
«gli Stati membri definiranno sotto la
loro responsabilità “programmi di riforma nazionale tenendo conto delle loro
esigenze e della loro situazione specifica. Tali programmi saranno oggetto di
consultazione con tutte le parti interessate a livello regionale e nazionale
secondo le procedure proprie di ciascuno Stato membro.»
Il cosidetto partenariato europeo per
l’attuazione della strategia, in realtà, è
chiamato ad essere attivo in tutte le
fasi. Non solo quindi nella redazione
dei Programmi, ma anche nelle attività
di monitoraggio e verifica.
I livelli di governo sub-nazionali (nel
caso italiano si tratta in particolare
delle Regioni) sono chiamati quindi,
dalle decisioni prese a livello comunitario, ad essere soggetti attivi nell’attuazione della strategia in considerazione
del fatto che buona parte degli obiettivi
I loro coinvolgimento, fino ad oggi, è
stato in larga parte solo formale.
1.2.2. Il Programma
italiano: PICO
Il nuovo processo di attuazione ha
quindi preso avvio nell’estate del 2005
con la definizione del Consiglio europeo
di linee integrate per l’attuazione.
Seguendo tali orientamenti generali, la
Commissione europea ha elaborato il
Programma comunitario e, nell’autunno, gli Stati nazionali hanno presentato
i loro Programmi nazionali (l’Italia lo
ha denominato PICO = Piano per l’innovazione, la crescita e l’occupazione).
Per la elaborazione del documento
nazionale, in Italia, è stato costituito
un tavolo di lavoro, presieduto dal
Capo di gabinetto del Dipartimento per
le politiche comunitarie e al quale sono
stati chiamati i dirigenti responsabili di
molti ministeri, nonché l’Assessore
della Regione coordinatrice dell’area,
presso la Conferenza dei Presidenti
delle regioni (la Regione Piemonte).
Le Regioni, si sono trovate quindi ad
avere un rappresentante politico ad un
tavolo tecnico: una situazione anomala.
Alla conclusione dei lavori del tavolo, il
documento italiano è risultato redatto
NONOEURORAPPORTO
con la regia dal Dipartimento per le
politiche comunitarie della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, di concerto
con altri Ministeri, i cui contributi insieme a quello delle Regioni figurano
come allegati al PICO, ma non ne costituiscono elemento di strategia.
Il documento elaborato dalle Regioni è
stato unitario, e costituisce la sintesi
delle priorità segnalate da ciascuna
regione, a loro volta elaborato sulla
base dei rispettivi documenti di programmazione. Un lavoro elaborato e
difficile se si considera la diversità dello
sviluppo economico regionale in Italia.
Il PICO è, quindi, un documento solo
governativo. In esso vengono identificati cinque obiettivi, allineati con i 24
orientamenti del Consiglio europeo:
1. l’ampliamento dell’area di libera
scelta dei cittadini e delle imprese;
2. l’incentivazione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica;
3. il rafforzamento dell’istruzione e
della formazione del capitale umano;
4. l’adeguamento delle infrastrutture
materiali e immateriali;
5. la tutela dell’ambiente.
Per ognuno di questi cinque obiettivi
vengono indicati provvedimenti legislativi (molti dei quali già adottati) e progetti (in larga parte già in essere o già
realizzati al momento di redazione del
Piano).
Le Regioni, attraverso la Conferenza
dei Presidenti, hanno espresso, al
Governo, una loro valutazione non
positiva, non condividendo punti
sostanziali del PICO.
Rispetto ai contenuti del PICO, le
Regioni pongono riserve, oltre che sulla
natura strategica del documento, anche
sui provvedimenti legislativi indicati nel
programma quali strumenti per innescare processi di crescita economica e di
qualificazione dell’occupazione. La ricaduta sui territori di tali provvedimenti
non apparirebbe positiva e, comunque,
si auspica un monitoraggio di tali
impatti.
Altro punto di disaccordo è il fattore
“risorse finanziarie”. Il Governo prevede un finanziamento di questa strategia in larga parte con risorse una tantum, non esattamente quantificabili,
poiché sono previste come entrate da
dismissioni di beni patrimoniali dello
Stato. Inoltre, nel riparto di tali risorse
fra i cinque obiettivi identificati dal
Governo, il 77% (26 miliardi di Euro)
viene attribuito alla realizzazione di
infrastrutture.
Osservazioni e riserve analoghe sono
state espresse anche da molte altre
parti sociali, in particolare sindacati e
associazioni di categoria.
1.2.3. La valutazione
del Piano italiano
di riforma ad opera
della Commissione
europea
Nell’attuazione della strategia, la
Commissione europea rappresenta il
soggetto che, oltre ad elaborare ed
attuare il Programma comunitario, dà
indicazioni, raccoglie e sostiene il lavoro degli Stati membri. La valutazione
dei Programmi ha quindi il senso di sottolineare le coerenze, ma anche gli
scollamenti dei Programmi dagli orientamenti integrati indicati dal Consiglio
europeo. In questa fase, quindi, la
Commissione indirizza e guida il lavoro
degli Stati cercando di armonizzare
l’attuazione nel complesso dello spazio
comunitario.
La Commissione europea ha avanzato i
seguenti rilievi sul PICO:
䡵 mancanza di obiettivi fissati (in
particolare sulle spese per R&S);
mancanza di un esame sulle condizioni di sostenibilità della finanza pubblica;
䡵
䡵 insufficiente attenzione alle politiche attive del lavoro;
䡵 assenza di una strategia sui trasporti;
13
䡵 mancanza di una pianificazione
temporale delle azioni e delle procedure di monitoraggio e valutazione;
䡵 focalizzazione preponderante su
linee di azione microeconomiche e
minor attenzione alle azioni di ordine
macroeconomico ed alle politiche sull’occupazione presenti maggiormente
presenti negli allegati al Programma;
䡵 eccessiva allocazione delle risorse
per infrastrutture (70%);
䡵 il documento dà grande enfasi alle
necessità di un aumento del tasso di
occupazione e alla riduzione delle disparità regionali (nord – sud), presentando la competizione e la questione
regionale come le sfide principali per
l’Italia, al contempo però le misure
mirate alla risoluzione delle disparità
hanno solo un limitato risalto nel PICO;
䡵 non chiarezza nella distribuzione
delle responsabilità e competenze
all’interno del Governo nazionale (tra i
vari Ministeri coinvolti) e tra Governo
Regioni e enti locali;
La Commissione chiede all’Italia di
porre maggiore attenzione a:
sostenibilità fiscale, sostegno alla
competizione, offerta di impiego e tassi
di occupazione.
NONOEURORAPPORTO
14
1.2.4. Il processo
di attuazione
della strategia
di crescita e occupazione
in Emilia-Romagna
Dal 2004, con la firma del Patto per la
qualità dello sviluppo, la Regione ha
elaborato uno strumento per la condivisione e l’attuazione di una strategia
per la crescita, in grado di affrontare le
sfide imposte da una sempre più ampia
apertura dell’economia ai mercati e
dalla fase di stagnazione che ha coinvolto anche il nostro territorio.
La sfida è importante e l’obiettivo è
complesso, soprattutto perché l’EmiliaRomagna, in sintonia con la visione
comunitaria, ha posto alla base di tale
attuazione la tutela del modello sociale
e di solidarietà.
Data la complessità, i soggetti coinvolti
nell’attuazione sono molti. In primis, i
soggetti che hanno firmato il Patto e
che quindi sono impegnati a sviluppare
le azioni previste e, accanto a questi,
coloro impegnati nel monitoraggio,
nella valutazione dell’impatto delle
azioni.
Con il rilancio della strategia comunitaria e con il conseguente ruolo che le
Regioni sono chiamate a svolgere (par-
Una visione d’insieme della Strategia di Lisbona
Istruzione superiore
e Formazione
dei lavoratori
Ricerca e sviluppo
tecnologico
Governance
del territorio
Politica indusriale
e politica
per l’occupazione
Politica europea
di coesione
tenariato europeo - Consiglio europeo
marzo 2005), il lavoro regionale sulla
strategia di Lisbona si arricchisce. Da
un lato, come previsto dal Consiglio
europeo, è necessario un confronto tra
le politiche e gli strumenti di programmazione nazionali e comunitari, dall’altro è conseguente la necessità di un
raccordo con le politiche regionali. La
strategia è trasversale a molti settori,
industriale, formazione, innovazione,
telematica, e-government….., in conseguenza, una visione di insieme fornisce un valore aggiunto anche in termini
di risorse.
È inoltre oramai chiaro l’orientamento
della Commissione ad operare una
stretta interconnessione tra la strategia
e le politiche dell’Unione (Coesione,
Ricerca, Occupazione, Ambiente,
Sociale, Trasporti) creando raccordi con
i diversi strumenti programmatici (es.
programmi della Coesione).
A livello regionale quindi è opportuna
una sinergia nel raccordo del lavoro
degli attori che già operano per l’attuazione. Raccordo che può avvenire tramite uno strumento di stretto collegamento e contatto ed anche di più
ampia diffusione delle azioni (dalla elaborazione di documenti di strategia alle
azioni e risultati del monitoraggio delle
azioni del Patto e degli indicatori di
Lisbona ….).
Il processo è effettivamente articolato
ed estremamente sfaccettato, ma questa complessità, se opportunamente
gestita, può rappresentare una grande
ricchezza.
1.2.5. Il contributo
delle regioni europee
alla elaborazione
dei Piani nazionali
La struttura di studio e ricerca del
Comitato delle Regioni (Organo rappresentativo dei poteri regionali e locali in
ambito comunitario) ha attivato una
analisi articolata sul coinvolgimento
delle regioni e dei governi locali nella
definizioni dei primi Piani nazionali di
attuazione della strategia di Lisbona
rinnovata.
Una prima analisi ha indagato il grado
di soddisfazione degli enti regionali e
locali circa le modalità di coinvolgimento
alla preparazione dei Piani nazionali di
riforma. Le risposte ad un questionario,
hanno evidenziato una scarsa soddisfazione dei governi sub nazionali - in
quasi tutti i 25 Stati dell’Unione - circa il
loro coinvolgimento nella redazione dei
Piani. Allo stesso tempo la ricerca ha
messo in luce come il livello governativo
dei paesi sia lontano da questa percezione, e resta nella convinzione di avere
attivato un soddisfacente partenariato.
NONOEURORAPPORTO
In particolare. L’informazione circa la
strategia comunitaria è stata piuttosto
efficace ed anche la risposta, in termini di partecipazione, dei governi regionali e locali è stata sostenuta. Sono
invece state dichiarate totalmente inattese le aspettative di positivo coinvolgimento nella redazione dei Piani e la
scelta delle priorità e dei relativi finanziamenti.
L’ostacolo alla positiva partecipazione
degli enti regionali e locali è stato identificato dagli stessi nella mancata consultazione. Al contrario i coordinatori
nazionali dei Piani hanno imputato la
difficoltà di consultazione, alla mancanza di tempo.
In realtà, diversi paesi hanno avviato
tavoli di lavoro e consultazioni pubbliche, ma i contributi degli enti sub
nazionali, in termini di osservazioni e
proposte, non sono stati inseriti in un
contesto di elaborazione comune. Al
contrario i governi nazionali hanno,
prevalentemente, chiesto un contributo
su un progetto di Piano già definito,
per cui il lavoro delle regioni è stato in
larga parte disperso.
Le regioni europee si considerano attori
della strategia di Lisbona. Il processo di
decentramento e devolution attuato
negli ultimi anni in Europa, ha portato
gli attori sub nazionali ad assumere
responsabilità amministrative e politiche su larga parte dei temi affrontati
nella strategia comunitaria sulla cresci-
ta e l’occupazione. I loro contributi ai
Piani nazionali di riforma si sono concentrati su proposte e contributi in
merito alla politica per l’occupazione
(adeguamento dei sistemi di istruzione
e di formazione; miglioramento dell’incontro da domanda e offerta; piena
occupazione e coesione sociale) e a
misure di politica industriale, in particolare per le PMI (attrarre investimenti
produttivi; cultura d’impresa; ricerca e
sviluppo).
In ogni caso queste proposte, e contributi in larga parte scritti in forma di
documenti, non sono stati parte dell’elaborazione dei Piani nazionali. Ne
discende un forte distacco delle realtà
locali i cui governi giudicano che i Piani
redatti in questo primo anno di attuazione della strategia, non offrano alcun
valore aggiunto per lo sviluppo regionale e locale.
Il lavoro di analisi e studio del
Comitato delle Regioni è continuo. Altri
studi sul coinvolgimento dei governi
regionali e locali nell’attuazione della
strategia mostrano uno distacco analogo e la necessità di una migliore definizione della stessa strategia a livello territoriale.
Nel 2006 è prevista il primo rapporto
di valutazione sui risultati raggiunti con
i Piani nazionali al quale segue una
eventuale ri-definizione degli stessi.
Il processo di attuazione della nuova
strategia è solo al primo atto. Ora c’è
ancora tempo e spazio per un migliore
partenariato europeo che consenta di
portare al successo la più importante
strategia comunitaria.
15
1.3.
L’AMMINISTRAZIONE
REGIONALE NEI
RAPPORTI CON
L’UNIONE
EUROPEA
1.3.1. Strutture Operative
Nell’ambito dell’Amministrazione regionale l’attività dedicata all’attuazione di
programmi europei, in considerazione
dell’articolazione e complessità degli
interventi si innesta nell’attività delle
Direzioni generali settoriali competenti.
La Direzione Generale Programmi e
Intese, Relazioni europee e
Cooperazione internazionale comprende funzioni collegate al coordinamento dell’attuazione di programmi
europei, di collegamento e rappresentanza nei confronti delle istituzioni
comunitarie oltre che funzioni di supporto nell’azione della Regione in
materia di cooperazione con i paesi in
via di sviluppo, di cooperazione internazionale in generale e di predisposizione
e implementazione di Intese
Istituzionali di programma sottoscritte
con il Governo.
A livello regionale, gli interventi relativi
ai Fondi strutturali per il periodo di pro-
NONOEURORAPPORTO
16
Regione Emilia-Romagna: strutture amministrative competenti per lo sviluppo di progetti e l’attuazione di programmi
comunitari a finalità strutturale – Anno 2005
Linea finanziaria UE
Programma UE
Direzione generale competente per l’attuazione
obiettivo 2
azioni innovative
FESR
Interreg III
Attività produttive, Commercio, Turismo
Programmi e Intese, relazioni europee e cooperazione internazionale
tutte le Direzioni, comprese Agenzie e Istituti
FSE
obiettivo 3
Equal
Cultura, Formazione, Lavoro
SFOP
Pesca
Attività produttive, Commercio, Turismo
FEOGA
garanzia
Sviluppo rurale
Agricoltura
FEOGA
orientamento
Leader Plus
grammazione 2000-2006 rappresentano la parte preponderante sia in termini
finanziari che di impegno burocratico ed
amministrativo. Tali programmi sono
attivati tramite programmi territorializzati ed intersettoriali e singole Direzioni
generali (DG) assicurano il coordinamento operativo fra i vari settori coinvolti:
䡵 la DG Agricoltura cura la gestione
ed il coordinamento del programma per
lo sviluppo rurale;
䡵 la DG Attività produttive,
Commercio, Turismo è competente per
la gestione ed il coordinamento del programma per l’obiettivo 2 e del programma per lo SFOP;
䡵 la DG Cultura, Formazione e Lavoro
gestisce gli interventi previsti nell’ambito dell’obiettivo 3;
䡵 l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura eroga gli aiuti, i contributi ed i premi dell’Unione Europea
(FEOGA Garanzia), dello Stato e della
Regione nell’ambito del piano di sviluppo rurale e delle altre misure previste
dalla PAC;
I Programmi di Iniziativa Comunitaria
(Interreg III, Leader plus, Equal) sono
seguiti, nel coordinamento della loro
attuazione e gestione al livello regionale, da diverse Direzioni generali e vedono la partecipazione di vari settori dell’amministrazione regionale in diversi
progetti, in particolare:
䡵
la Direzione generale Programmi e
NONOEURORAPPORTO
Intese, Relazioni europee e
Cooperazione internazionale segue il
coordinamento dell’attuazione dei programmi dell’iniziativa Interreg III ai
quali la regione partecipa
(Transfrontaliero Adriatico, Medocc,
Cadses, Interreg III C); ha inoltre in
gestione un progetto finanziato nell’ambito di Interact, programma di
sostegno a Interreg III;
䡵 la DG Agricoltura cura la gestione
ed il coordinamento del programma
Leader plus;
䡵 la DG Cultura, Formazione e Lavoro
gestisce gli interventi di competenza
regionale del programma Equal;
la DG Attività produttive, Commercio,
Turismo gestisce due progetti riferiti ad
Azioni Innovative FESR.
Altre Direzioni Generali operative sono
coinvolte direttamente nella gestione
ed attuazione di progetti non finanziati
dai Fondi strutturali, ma da altre risorse
del bilancio dell’Unione Europea. Questi
ultimi fanno riferimento ad un insieme
di programmi o azioni che l’Unione
Europea attua e gestisce, per la maggior parte in maniera diretta, attraverso
bandi ed inviti per la presentazione di
progetti. Come si può evincere anche
dal rapporto, queste “azioni dirette” si
inseriscono nell’ambito di specifici programmi che hanno l’obiettivo di consolidare politiche comuni già avviate
(agricoltura, ricerca, trasporti, tutela
dell’ambiente), o di creare le basi per
l’attivazione di nuove politiche comuni
(sociale, cultura, reti transeuropee, turismo ecc.).
Sul piano istituzionale, il
VicePresidente della Giunta regionale è
membro supplente del Comitato delle
Regioni, organismo consultivo
dell’Unione Europea istituito nel 1993
a seguito dell’entrata in vigore del
Trattato di Maastricht.
1.3.2 Il Servizio regionale
di collegamento presso
l’Unione Europea
La presenza delle Regioni a Bruxelles è
un elemento di grande rilevanza nel
contesto comunitario: oltre 270 regioni
appartenenti ai 25 Stati Membri (ad
esclusione di Portogallo, Lussemburgo,
Slovacchia, Slovenia, Malta e Cipro)
hanno istituito uffici di rappresentanza
e di collegamento con l’Ue.
La crescente importanza è da ricondursi
al processo di rafforzamento delle competenze regionali negli Stati membri. A
fianco di paesi tradizionalmente federali, come Germania e Austria, altri Stati
stanno delegando poteri ai livelli subnazionali (Belgio, Spagna, Regno Unito e,
con la riforma del Titolo V, anche
l’Italia); nei paesi nuovi membri, la
creazione di forme di governo regionale
e locale è anche una forma di salvaguardia della democrazia e una strategia per creare livelli istituzionali che permettano la corretta gestione dei fondi
comunitari. Come conseguenza diretta,
le regioni si vedono riconosciute una
crescente potestà legislativa, che comporta la necessità di essere presenti a
Bruxelles, là dove le Istituzioni comunitarie prendono decisioni riguardanti da
vicino l’attività legislativa regionale.
Negli ultimi anni, la Regione EmiliaRomagna e l’intero sistema territoriale
si sono inseriti a pieno titolo in tale
contesto, valorizzando i propri rapporti
con Bruxelles nell’applicazione del diritto comunitario, nell’esecuzione di politiche e nell’utilizzo di programmi di
cofinanziamento.
Struttura del Servizio
Il Servizio è parte integrante della Direzione Generale Programmi e Intese, Relazioni Europee e Cooperazione Internazionale e, a supporto dell’operatività,
sono in essere specifici protocolli di collaborazione con l’agenzia territoriale
ERVET e con la Fondazione Collegio
Europeo di Parma.
La sede regionale è condivisa con altre
tre regioni europee, coi quali la
Regione ha concluso protocolli d’intesa:
tali regioni sono Assia (D), Aquitania
17
(F) e Wielkopolska (PL).
Attività del Servizio nel corso
del 2005
Le attività fanno riferimento a:
䡵 rappresentanza istituzionale e
monitoraggio delle politiche Ue d’interesse regionale;
䡵 informazione – formazione – assistenza tecnica - organizzazione di
incontri;
䡵 networking e cooperazione interregionale;
䡵 promozione dell’Emilia-Romagna in
ambito comunitario.
a) rappresentanza istituzionale
e monitoraggio delle politiche
Ue d’interesse regionale
Tale attività, definita lobbying, permette di rappresentare gli interessi
dell’Emilia-Romagna in ambito comunitario e nazionale, attraverso il supporto
alle strategie regionali. I principali interlocutori sono: la Commissione europea,
il Parlamento europeo, il Comitato delle
Regioni e la Rappresentanza
Permanente d’Italia presso l’Ue.
Le attività realizzate in questo ambito
d’azione sono state:
NONOEURORAPPORTO
18
nitarie, in primis con le strutture competenti della Commissione europea.
䡵 supporto alle strutture
dell’Amministrazione regionale nell’interazione con EFSA (Europass);
Scuole
3%
contributo al monitoraggio promosso dal CdR in tema di Giustizia, Libertà
e Sicurezza presentato nell’ambito
della rete ERLAI (novembre);
䡵
䡵 preparazione e presentazione di
dossier e position papers alle Istituzioni
Ue nelle diverse aree d’interesse regionale (si citano, per esempio, i contributi nell’ambito dei settori immigrazione,
ricerca e innovazione)
Fondamentale è il monitoraggio costante dell’evoluzione delle politiche comunitarie d’interesse per l’EmiliaRomagna. Di seguito, un breve aggiornamento relativo agli sviluppi di alcune
politiche d’interesse regionale nel corso
del 2005:
Politica di coesione regionale
Il 2005 è stato un anno d’intensa attività per la preparazione della nuova
generazione di fondi strutturali 200713: sono stati discusse le basi di regolamenti, in particolar modo la dotazione finanziaria. È stato garantito un
costante monitoraggio del dibattito
comunitario in questo ambito e nelle
varie fasi del negoziato sulle prospettive finanziarie a cui si è affiancato un
dialogo diretto con le Istituzioni comu-
Università e centri
di ricerca
7%
Agenzie regionali
12%
ONG
5%
Regione E.-R.
34%
Associazioni di
rappresentanza
9%
Banche e
imprese
4%
Centri di
formazione
1%
EFSA
1%
Enti Locali
20%
Ordini professionali
1%
Politica agricola comune
(PAC)/Sviluppo rurale
Interlocutori regionali con cui collabora il servizio
(Percentuale di attività realizzate)
Centri studi 1%
Consiglio 2%
Università 2%
Sistema camerale europeo 3%
Commissione 28%
Reti europee 14%
Il Servizio ha monitorato le fasi che
hanno portato all’adozione del regolamento del Consiglio n. 1698/2005
sullo sviluppo rurale da parte del Fondo
europeo agricolo per lo sviluppo rurale
(FEASR), nonché tutti i passaggi tecnico/amministrativi inerenti all’adozione
degli orientamenti strategici comunitari
per lo sviluppo rurale. Il Servizio ha
consolidato i rapporti con le Istituzioni
comunitarie per la raccolta d’informazioni utili per la redazione del nuovo
Piano di Sviluppo Rurale della Regione
previsto per il prossimo periodo di programmazione (2007-2013) Il Servizio
ha inoltre garantito la partecipazione di
rappresentanti regionali nella rete di
regioni europee in materia di difesa
della qualità dei prodotti alimentari e
della regolamentazione degli OGM
negli alimenti.
Ricerca e Sviluppo tecnologico
Regioni e comuni
d’Europa 21%
Centri di ricerca 2%
Ambasciata, consolato e Istituto di Cultura 2%
Rapp. d’Italia 6%
CESE 1%
CDR 4%
Interlocutori in ambito comunitario – 2005
Parlamento 13%
Nel 2005 si è consolidata la presenza
della regione Emilia-Romagna in ambito
europeo nel campo della ricerca, in particolare con la partecipazione al Sesto
Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico (VI PQ). In tal senso
è stato garantito un supporto alle strutture dell’Amministrazione, ad Enti Loca-
NONOEURORAPPORTO
li, a Università e ai Centri di Trasferimento Tecnologico, per promuovere la
partecipazione del sistema regionale ai
bandi del VI PQ. Una particolare attenzione è stata posta ai negoziati sulla
futura politica di Ricerca e Sviluppo e
sull’Innovazione Tecnologica. In particolare, con riferimento ai prossimi programmi Settimo Programma Quadro di
Ricerca (VII PQ) e del Programma di
Innovazione e Competitività (CIP).
Salute e Tutela dei Consumatori
A seguito dell’insediamento a Parma
dell’Agenzia Europea per la Sicurezza
Alimentare (EFSA), la Regione in collaborazione con la Provincia di Parma, ha
creato l’ufficio Europass1.
L’Ufficio si propone di creare una rete
di rapporti fra l’Agenzia, gli Enti locali,
le Università e le rappresentanze economiche del territorio emiliano-romagnolo. Il Servizio ha fornito supporto
per accrescere il ruolo di Europass e la
sua vocazione comunitaria assicurando
il monitoraggio della politica europea
per la salute e la tutela dei consumatori, in particolare consolidando i rapporti
con le Istituzioni comunitarie e con le
reti di regioni che lavorano in questo
ambito.
Immigrazione e Asilo
Le priorità comunitarie in materia di
immigrazione e asilo, definite dalla
comunicazione “Un’agenda comune
per l’integrazione dei cittadini di paesi
terzi nell’Unione Europea”, hanno rappresentato una guida per monitorare le
politiche comunitarie in questo ambito.
Concorrenza
La revisione degli orientamenti in
materia di Aiuti di Stato che la
Commissione europea sta effettuando
per il periodo successivo al primo gennaio 2007, unitamente alle attività di
notifiche di aiuti effettuate dalla
Regione, ha richiesto un’attenzione
particolare nel reperimento delle informazioni e nei contatti con la
Rappresentanza Permanente d’Italia
presso l’Ue ed i Servizi competenti
della Commissione europea. Si sono
inoltre seguite alcune pratiche relative
agli aiuti di Stato in materia di agricoltura a favore delle PMI, in particolare
nel settore ovino. Si è infine facilitato
– quando richiesto - il rapporto con la
Commissione europea per assicurare il
rispetto degli obblighi comunitari inerenti alla normativa regionale in materia di concorrenza.
Cooperazione allo sviluppo
Per ottimizzare gli interventi
dell’Emilia-Romagna in materia di
cooperazione allo sviluppo, si è attivato uno specifico monitoraggio della
politica comunitaria in materia per lo
sviluppo e la stabilità a politica internazionale e degli strumenti di co-finanziamento Ue per tutte le aree geografiche di interesse regionale, anche attraverso una stabilizzazione dei rapporti
con le Delegazioni della Commissione
nei paesi terzi. Al fine di informazione
sono stati anche organizzati workshops tematici (sulle relazioni EU –
America Latina; EU-Asia e sugli strumenti comunitari a sostegno di progetti con i paesi terzi) e redatte SchedePaese costantemente aggiornate e disponibili.
Allargamento e Politica di Prossimità
La cooperazione della Ue promossa
all’interno della cornice fornita dalla
politica di prossimità si muove in tre
direzioni: una prima a carattere politico, civile e culturale; una seconda relativa alla sicurezza interna ed esterna e
un’ultima dedicata allo sviluppo economico e sociale sostenibile. In questo
ambito è stata monitorata l’evoluzione
di questa nuova politica e dei nuovi
strumenti di cooperazione esterna resi
disponibili dalla Commissione per il
periodo programmatico 2007-13. Si
sono favorite nuove relazioni con le
Delegazioni della Commissione europea nei paesi della Politica di
Prossimità, organizzando incontri
tematici, preparando Schede-Paese e
19
contribuendo ad aumentare le attività
regionali in aree considerate strategiche come i Balcani e il Mediterraneo.
b) Informazione –
formazione –
assistenza tecnica
L’attività d’informazione è finalizzata a
rispondere a richieste provenienti dai
diversi settori dell’Amministrazione e
dal territorio su politiche, legislazione e
programmi dell’Ue. Le pratiche del
2005 sono state circa 2300.
L’attività di formazione consiste
nell’ideazione ed organizzazione di
seminari e visite studio. Durante l’anno
2005 sono stati organizzati incontri
formativi per scuole secondarie e
Università, mondo associativo e camerale, centri servizi e per rappresentanti
dell’Amministrazione regionale e locale
(si citano, in particolare, le delegazioni
della provincia di Parma, di Reggio
Emilia, le delegazioni ANCI e UPI,
le delegazioni dell’ufficio di Presidenza
dell’ Assemblea legislativa con
rappresentanti del sistema scolastico
regionale).
L’ attività di assistenza tecnica ha con-
1
Delibera della Giunta regionale n. 391 del
16 febbraio 2005
20
NONOEURORAPPORTO
Business (Bologna - febbraio/marzo);
tribuito ad accrescere la partecipazione
della RER e del territorio a programmi
comunitari nelle diverse aree di cofinanziamento diretto.
tema d’immigrazione, ambiente, ricerca, Strategia di Lisbona, risultati delle
attività realizzate dalle presidenze lussemburghese e britannica;
Le principali attività in questo ambito
d’azione sono state:
䡵 partecipazione a seminari e conferenze su tematiche comunitarie in
numerosi settori di interesse regionale.
䡵 sostegno alle strutture regionali e
alle agenzie regionali per la preparazione di proposte progettuali in diversi settori (in particolare nei settori della
Ricerca e Sviluppo, della sicurezza alimentare, delle imprese, della inclusione
sociale ed integrazione, dell’ambiente,
delle relazioni con i paesi terzi, della
protezione civile);
䡵 redazione di una proposta progettuale per il network ERLAI (European
Regional and Local Association on
Asylum and Integration) nell’ambito
del programma INTI;
䡵 assistenza nell’esecuzione di progetti di cooperazione internazionale
(Progetto Ambiente a Pancevo con la
Provincia di Ravenna);
c) Networking e cooperazione
interregionale
I recenti sviluppi dell’integrazione europea, hanno permesso alla Regione di
rafforzare le relazioni con le regioni
d’Europa, e in particolare l’ultimo allargamento ha aperto nuove opportunità
di collaborazione coi nuovi Stati membri. Tale attività offre ulteriori possibilità di partecipazione a reti europee e
consente di dialogare con le istituzioni
comunitarie con strategie coerenti e
condivise tra più soggetti europei.
䡵 assistenza a oltre 50 delegazioni
regionali nell’organizzazione e svolgimento di missioni a Bruxelles;
Il Servizio ha svolto un ruolo di supporto operativo e di iniziativa per la nascita di reti regionali (citiamo in particolare RES - European region for education
to susteinability) e per il consolidamento della partecipazione della Regione
alle reti di cooperazione regionale2. Si
tratta di una attività di grande rilevanza a Bruxelles che va dalla gestione
alla animazione di networks regionali.
organizzazione di eventi e seminari
informativi su: politiche comunitarie in
A seguito della revisione e del rilancio
della Strategia di Lisbona, che vede un
monitoraggio delle opportunità progettuali nei vari settori d’interesse
regionale;
䡵
䡵
forte coinvolgimento dei livelli di governo nazionale, regionale, locale e della
società civile, il Servizio ha partecipato
attivamente al rafforzamento della rete
di regioni – Lisbon Regions – per evidenziare e promuovere la dimensione
regionale della Strategia. Il Network ha
organizzato nel corso dell’anno 2005
diversi seminari ed incontri con la
Commissione Europea e altri attori del
sistema comunitario per aprire un dibattito ed un confronto tra regioni europee
su temi prioritari come la stesura dei
Piani di Riforma Nazionali, la loro futura attuazione e lo sviluppo d’indicatori
regionali.
Particolare attenzione è stata posta al
rafforzamento della rete ERLAI
(European Regional and Local
Authorities on Asylum and
Immigration).
d) Promozione della Regione in
ambito comunitario;
Si tratta di attività di “marketing” finalizzate a sostenere la promozione del
sistema territoriale in ambito comunitario.
䡵 organizzazione di una Conferenza
sulle future politiche di coesione che ha
visto la partecipazione di Danuta
Hübner, Commissaria alla Politica
Regionale (Bruxelles - 10 marzo presso
la sede della Regione Emilia-Romagna);
䡵 partecipazione all’evento “Open
Days 2005” all’interno del consorzio
“Metrex – Lisbon Regions”, attraverso
l’organizzazione di seminari sul monitoraggio dello sviluppo regionale e sulla
governance per una migliore applicazione della Strategia di Lisbona (Bruxelles
- 12 ottobre presso la sede della RER e
presso la sede del Baden Wurttenberg);
䡵 presentazione del Sistema regionale presso le sedi di regioni europee, reti
transnazionali e in occasione di conferenze internazionali (sede regionale
della Comunidad Valenciana, sedi delle
rappresentanze del West Midlands,
Galles e Scozia nell’ambito della
Presidenza del Regno Unito, presso la
Rappresentanza permanente di Francia
presso l’Ue, a Parigi, a Gorizia, a
Barcellona e a Istanbul nell’ambito di
incontri organizzati da reti europee.
Le principali attività in questo ambito
d’azione sono state:
seminario sull’interazione fra ricerca e imprese e sostegno all’organizzazione dell’iniziativa Research to
䡵
2
Vedi Cap. 6 elenco delle associazioni e reti
a cui partecipa, a vario titolo, la Regione
Emilia-Romagna
LE POLITICHE COMUNI
STRUTTURALI
2
NONOEURORAPPORTO
2.1. LE
POLITICHE
COMUNI
STRUTTURALI
2.1.1. Lo scenario
2007/2013
Nel corso del 2005 si è consolidato il
dibattito al livello europeo e negli Stati
membri in riferimento alle proposte che
la Commissione europea aveva avanzato nel corso del 2004, riferite alle prospettive finanziarie per il 2007/2013,
al ridisegno del bilancio comunitario ed
alle proposte di ridefinizione di alcune
importanti politiche comuni (coesione,
sviluppo rurale, pesca).
Un negoziato particolarmente intenso
ha riguardato il quadro complessivo
finanziario; la proposta iniziale della
Commissione europea proponeva di stabilizzare all’1,24% del reddito nazionale lordo, il massimale delle risorse da
determinare a livello comunitario con
un aumento delle risorse (1025 miliardi di euro) da impiegare in ragione
delle crescenti responsabilità
dell’Unione (nuove politiche da attivare) e del costo dell’allargamento ridefinendo su quattro grandi nuove rubriche del bilancio comunitario:
Rubrica 1. Crescita sostenibile:
1A Competitività per la crescita e l’occupazione
1B Coesione per la crescita
e l’occupazione
Rubrica 2. Preservazione e gestione
delle risorse naturali
Rubrica 3. Cittadinanza
Rubrica 4. Europa come partner
globale
Il negoziato ha visto schierarsi i paesi
dell’Unione attorno a due grossi blocchi: i cosiddetti “rigoristi” favorevoli ad
un deciso ridimensionamento del bilancio comunitario con un forte contenimento delle spese per le politiche di
coesione ed un blocco (Italia compresa) favorevole al mantenimento di
livelli adeguati di spesa ed alla salvaguardia delle politiche di coesione.
La situazione è stata sbloccata al
Vertice europeo del dicembre 2005
dove si è raggiunto un accordo sulle
prospettive finanziarie 2007/2013.
Gli stanziamenti di impegno
2007/2013 sono stati individuati in
862,363 miliardi di euro pari a
1,045% del reddito nazionale lordo
dell’UE a 27 paesi.
L’accordo ha permesso di ristabilire il
livello delle risorse per alcune grosse
politiche, fra le quali quella di coesione, a livelli inferiori a quelli proposti
dalla Commissione ma comunque
accettabili da parte dell’insieme degli
stati membri.
Un successivo passaggio, prima dell’adozione definitiva, prevedeva l’accordo
fra Consiglio, Parlamento europeo e
Commissione. A fronte della richiesta di
aumento delle risorse proposta dal
Parlamento europeo, è stato avviato il
dialogo interistituzionale che ha portato
ad un nuovo compromesso ratificato
nel definitivo accordo interistituzionale del maggio 2006. Il nuovo quadro così definito ha elevato l’importo
massimo delle spese a 864,363 miliardi di euro di stanziamenti di impegno
con un ritocco in particolare delle risorse dedicate ai programmi ed alle politiche comuni della rubrica 1 (Crescita
sostenibile).
Il risultato del dialogo trilaterale prevede quindi un quadro finanziario per
il periodo 2007/2013 definito in
Tabella 1.
L’accordo sulle prospettive finanziarie
ha poi permesso di accelerare i nego-
23
ziati sulle singole proposte che costituiranno la base normativa della riforma
delle principali politiche comuni.
2.1.2. La nuova politica
regionale e di coesione
dell’ Unione europea
L’accordo sulle prospettive finanziarie
ha fissato in circa 308 miliardi di euro
le risorse di Fondi strutturali che l’UE
dispiegherà sul territorio europeo per
finanziare i programmi di interventi da
attivare nelle diverse regioni europee
per il periodo 2007/2013.
I Fondi concentreranno la loro azione
sui tre grandi obiettivi proposti dalla
Commissione secondo le percentuali
indicate in Tabella 2.
L’obiettivo “Convergenza” è inteso
come supporto alla crescita delle regioni con un PIL < 75% della media
Tabella 1
Rubrica
1. Crescita sostenibile
1A
1B
2. Preservazione e gestione risorse naturali
3. Cittadinanza
4. Europa come partner globale
totale 2007/2013 (miliardi di euro)
382, 140
74,098
308,042
371,344
10,770
49,464
NONOEURORAPPORTO
24
Tabella 2
Convergenza
Competitività regionale/Occupazione
Cooperazione territoriale
81,5 % pari a
16% pari a
2,5 % pari a
comunitaria (UE25); è previsto comunque un sostegno transitorio (phasing
out) per le regioni il cui PIL supera di
poco la soglia a causa dell’effetto statistico dell’UE allargata.
251,1 miliardi di euro
49,1 miliardi di euro
7,75 miliardi di euro
L’obiettivo “Competitività e
Occupazione” è finalizzato al supporto
delle regioni fuori dall’obiettivo
Convergenza per avviare, mantenere o
rafforzare la competitività, l’attrattività
e l’occupazione. Sono previsti stanziamenti finanziari speciali per le regioni
considerate in phasing in in virtù del
precedente status di regioni ob.1.
L’obiettivo “Cooperazione territoriale
europea” rafforza e sostiene programmi di cooperazione transfrontaliera,
transnazionale ed interregionale.
Alla concentrazione sui tre grandi obiettivi, l’Unione europea aggiunge un’ulteriore concentrazione, da effettuarsi sul-
Tabella 3 – Le basi normative europee della politica di coesione
GUCE L 210 del 31 luglio 2006
Regolamento (CE)
Disposizioni generali
1083/20061
FESR
1080/2006
FSE
1081/2006
GECT
1082/2006
GUCE L 243 del 6 settembre 2006
Decisione CE C(2006) 3472
Decisione CE C(2006) 3474
GUCE L 247 del 9 settembre 2006
Decisione CE C(2006) 3473
GUCE L 243 del 6 settembre 2006
Decisione CE (2006) 3475
Decisione CE (2006) 3480
Decisione CE (2006) 3479
titolo
recante disposizioni generali sul FESR, sul FSE e sul Fondo di
coesione e che abroga il Reg. (CE) n.1260/1999
relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e recante
abrogazione del Reg.(CE) n.1783/1999
relativo al Fondo sociale europeo (FSE) e recante abrogazione del
Reg.(CE) n.1784/1999
relativo ad un Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)
Ripartizioni indicative per Stato degli stanziamenti per il periodo 2007/2013
a titolo dell’obiettivo”Competitività regionale e occupazione”
a titolo dell’obiettivo “Convergenza”
a titolo dell’obiettivo “Cooperazione territoriale europea”
Elenco delle regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi per il periodo 2007/2013
nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza”
a titolo transitorio e specifico nell’ambito dell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione”
che fissa l’elenco degli stati membri ammessi a beneficiare del finanziamento del Fondo di coesione
le tipologie di spesa che i Fondi finanzieranno e dovranno essere utilizzati
per la maggior parte (60% per le regioni Convergenza e 75% per le Regioni
Competitività/Occupazione) per azioni
collegate alla rinnovata strategia per la
crescita e l’occupazione (Strategia di
Lisbona) e che fa riferimento in particolare alla ricerca ed allo sviluppo tecnologico, all’innovazione e imprenditorialità, alla società dell’informazione, ai
trasporti, alle fonti di energia rinnovabile, alla protezione dell’ambiente, alle
politiche del mercato del lavoro e delle
risorse umane.
Gli interventi sul territorio comunitario
verranno realizzati nell’ambito di programmi pluriennali definiti secondo il
principio della gestione condivisa introdotto dalla Commissione europea nel
1988. Il periodo 2007/2013 rappresenta il quarto ciclo di programmazione
e le Regioni europee sono chiamate a
definire, secondo un metodo ormai consolidato, proposte di programmi di utilizzo dei fondi europei che la
Commissione europea dovrà esaminare
ed approvare.
Nel corso del mese di luglio 2006 sono
stati approvati i regolamenti che definiscono le regole e gli ambiti d’azione dei
1
GUCE L. 291 del 21 ottobre 2006.
Decisione del Consiglio 2006/02/CE, del 6 ottobre 2006 sugli Orientamenti strategici comunitari
in materia di coesione
Vedi anche Rettifica del regolamento (CE)
n. 1083/2006 pubblicata sulla GUCE L 239
del 1° settembre 2006.
NONOEURORAPPORTO
tre strumenti di sostegno finanziario
(Fondo europeo di sviluppo regionale,
Fondo sociale europeo, Fondo di coesione) e, successivamente, alcune decisioni
relative alla partecipazione delle diverse
regioni europee agli obiettivi della riforma e alla distribuzione delle risorse
comunitarie ai diversi Stati membri.
Inoltre, la Commissione europea ha
presentato la proposta rivista sugli
“Orientamenti strategici comunitari”
che il Consiglio dovrà approvare entro
l’autunno del 2006.
Un ulteriore regolamento introduce e
definisce il Gruppo europeo di cooperazione territoriale quale strumento giuridico per agevolare la gestione dei programmi di cooperazione fra autorità
regionali e locali.
Per quanto riguarda le Regioni italiane
la normativa prevede che:
䡵 le Regioni Campania, Puglia,
Calabria e Sicilia sono ammesse a
beneficiare dei finanziamenti dei Fondi
nell’ambito dell’obiettivo
“Convergenza”;
䡵 la Regione Basilicata è ammessa a
beneficiare del finanziamento dei Fondi
a titolo transitotio e specifico nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza”;
la Regione Sardegna è ammessa a
beneficiare dei finanziamenti a titolo
transitorio e specifico nell’ambito dell’obiettivo “Competitività regionale e
occupazione”;
䡵
䡵 le restanti Regioni sono ammesse a
beneficiare dei finanziamenti nell’ambito dell’obiettivo “competitività regionale ed occupazione.
Sotto il profilo finanziario all’Italia sono
state assegnate le risorse elencate in
Tabella 4.
Al momento in cui si scrive, è in atto il
negoziato fra le Regioni e fra
l’Amministrazione centrale e le Regioni
25
per la definizione delle risorse destinate a ciascuna regione italiana.
䡵 Definizione, in ogni singolo Stato
membro di un “Quadro di riferimento
strategico nazionale”,
L’iter di programmazione
Comunitario/Nazionale/Regionale
䡵 Elaborazione ai diversi livelli delle
proposte di Programmi operativi
“Convergenza”, “Competitività regionale”, “Occupazione”;
I regolamenti prevedono le seguenti
tappe (Figura 1):
Approvazione degli Orientamenti
strategici comunitari,
䡵
䡵 Esame ed approvazione dei programmi operativi da parte della
Commissione;
Tabella 4 – Politica di coesione: risorse assegnate all’Italia
Stanziamento
Finanziamento
complementare
Totale
17.993.716.405
276.189.653
18.269.906.058
825.930.000
110.722.500
936.652.500
18.819.646.405
386.912.153
19.206.558.558
4.539.667.937
626.325.208
5.165.993.145
23.435.899.203
209.475.000
250.372.500
459.847.500
1.396.500.000
4.749.142.937
876.697.708
5.625.840.645
24.832.399.203
interno
trasferimento ENPI
trasferimento IPA
Totale
397.945.802
54.402.000
103.486.000
397.945.802
54.402.000
103.486.000
555.833.802
186.182.745
8.414.488
750.431.035
OBIETTIVO 1 CONVERGENZA
Regime transitorio
Totale
OBIETTIVO 2 COMPETITIVITÀ REGIONALE E OCCUPAZIONE
Regime transitorio
Totale
Totale obiettivo 1 e 2
OBIETTIVO 3 COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA
Transfontaliera
Transnazionale
Finanziamento complementare
Totale obiettivo 3
Totale obiettivi 1,2 e 3
25.582.830.238
NONOEURORAPPORTO
26
Consiglio
dell’Unione
Europea
approva
Orientamenti strategici comunitari
presentano
Quadro di riferimento strategico
nazionale QSN
Stati membri
delle proposte di Programma Operativo
che per l’Emilia-Romagna prevederà
una parte dedicata alla Competitività e
che sarà cofinanziata dal FESR ed una
parte dedicata all’Occupazione finanziata dal FSE.
2.1.3. La nuova politica
di sviluppo rurale
approv
a
Commissione
europea
Programma operativo Convergenza
Amministrazioni
centrali e Regioni
elaborano
a
approv
Programma operativo Competitività
Programma operativo Occupazione
Figura 1
䡵 Implementazione al livello nazionale e regionale dei Programmi operativi.
In Italia, nel momento in cui si scrive,
è in atto la discussione fra l’Amministrazione centrale competente (Ministero per lo Sviluppo economico) e le
Regioni per la definitiva stesura della
proposta di “Quadro strategico nazionale (QSN)” da trasmettere alla competente autorità comunitaria.
La proposta, presentata nel corso del
mese di aprile 2006, si basa su una
bozza tecnico-amministrativa messa a
punto, attraverso un complesso ed arti-
colato lavoro condotto in gruppi di lavoro settoriali e tematici, coordinati dal
Dipartimento Politiche per la coesione e
formati da rappresentanti delle
Amministrazioni centrali e delle
Regioni.
Le Regioni italiane poi, sulla base di
una Intesa sancita in Conferenza
Unificata Stato/Regioni/EELL nella
seduta del 3 febbraio 2005 hanno
avviato la predisposizione di singoli
“Quadri strategici regionali” per concorrere alla definizione del QSN.
La Giunta della Regione Emilia-Roma-
gna nel corso della seduta del 28 novembre 2005 ha approvato il “Documento preliminare al Documento
strategico regionale per la programmazione degli interventi strutturali
dell’Unione europea (2007/2013)”
e ha stabilito che dovrà essere presentata all’Assemblea regionale una proposta specifica di “Quadro strategico
regionale”.
Nel frattempo ed in attesa di conoscere
il livello di risorse che la Regione avrà
a disposizione per i prossimi sette anni,
si sono avviate le fasi di definizione
Nel corso del mese di ottobre 2005 il
Consiglio dell’ UE ha approvato definitivamente la normativa sulla politica
europea per lo sviluppo rurale e nel
corso del mese di febbraio 2006 ha
approvato gli orientamenti strategici
comunitari (Tabella 5).
Sotto il profilo finanziario all’Italia sono
state assegnate2 8.292.009.883 euro
di cui almeno 3.341.091.825 euro
debbono essere destinati alle regioni
dell’obiettivo di convergenza.
L’iter di programmazione
Comunitario/Nazionale/Regionale
Come nel caso della politica di coesione anche per lo sviluppo rurale sono
analoghe tappe:
2
Decisione della Commissione C(2006)
4024 del 12 settembre 2006.
NONOEURORAPPORTO
27
䡵 Approvazione degli Orientamenti
strategici comunitari;
Definizione, in ogni singolo Stato
membro di un Piano strategico nazionale (PSN);
䡵
Elaborazione ai diversi livelli delle
proposte di Programmi di sviluppo
rurale;
䡵
䡵 Esame ed approvazione dei programmi da parte della Commissione
europea;
Implementazione dei programmi al
livello nazionale e regionale.
䡵
In Italia, un’intesa del 3/2/2005 tra
il Ministero delle politiche agricole e
forestali, le Regioni e le Province autonome ha sancito il processo di costruzione del PSN sulla base del documento “Orientamenti nazionali per la redazione di un Piano Strategico nazionale
nel settore dello Sviluppo rurale”. A
marzo 2005 un Decreto del Ministro
delle politiche agricole (DM 960 del
24/3 /2005) ha istituito il “Tavolo di
Concertazione nazionale per l’imposta-
zione della fase di programmazione
2007/2013 relativa agli strumenti per
lo sviluppo rurale”. Nel corso del mese
di aprile 2006 il Governo italiano ha
trasmesso alla Commissione europea la
proposta di “Piano strategico nazionale
per lo sviluppo rurale.
La Regione Emilia-Romagna, nel corso
del mese di luglio 2006, ha presentato
alla consultazione una proposta di
“Quadro strategico regionale per le
politiche di sviluppo rurale e prime indicazioni programmatiche”. Nella proposta si esamina la situazione del settore
agroalimentare emiliano-romagnolo, di
quello internazionale, e in base alle
nuove indicazioni della PAC e alle esperienze maturate nella precedente programmazione, viene stabilita una piattaforma comune per la definizione
delle nuove linee di intervento del
nuovo Programma di sviluppo rurale.
2.1.4. La nuova politica
strutturale per la pesca
La componente strutturale e di sviluppo
sostenibile della politica comune della
pesca è stata inclusa fin dal 1993
nelle norme che disciplinano i Fondi
strutturali e la sua attuazione prosegue
mediante l’utilizzo di un nuovo Fondo
europeo per la pesca.
La base normativa è rappresentata dal
Reg.(CE) 1198/20063 che istituisce il
Fondo europeo per la Pesca (FEP) e
definisce il quadro degli interventi di
sostegno della Comunità a favore dello
sviluppo sostenibile nel settore della
pesca, delle zone di pesca e della
pesca nelle acque interne.
iter di programmazione che prevede:
䡵 Definizione, in ogni singolo Stato
membro di un Piano strategico nazionale (PSN);
䡵 Elaborazione ai diversi livelli delle
proposte di Programmi operativi;
䡵 Esame ed approvazione dei programmi da parte della Commissione
europea;
䡵 Implementazione dei programmi al
livello nazionale e regionale.
Le misure previste si applicano nell’intero territorio comunitario ed è previsto
un ammontare di risorse pari a 3849
milioni di euro per il periodo
2007/2013.
Anche per tale politica è previsto un
Tabella 5 – Le basi normative europee per lo sviluppo rurale
Reg.(CE) n.1698/2005
Decisione del Consiglio
2006/144/CE
Reg. (CE) n. 1320/2006
Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo
per lo sviluppo rurale (FEASR)
orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale 2007/2013
Regolamento recante disposizioni per la transizione al regime di sostegno allo
sviluppo rurale istituito dal regola mento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio
GUCE L 277 del 21
ottobre 2005
GUCE L 55 del 25
febbraio 2006
GUCE L 243 del
6 settembre 2006
3
Pubblicato sulla GUCE L 223 del 15 agosto
2006.
28
NONOEURORAPPORTO
2.2.2 La cooperazione
interna
2.2. LA
COOPERAZIONE
TERRITORIALE
EUROPEA
2007/2013
2.2.1 Quadro generale
Nel luglio 2006, sono state definite le
linee di intervento che, a partire dal
2007, la Commissione europea attiverà sul versante della cooperazione europea interna e verso la cooperazione
cosiddetta esterna. Quest’ultima
riguarda i paesi attualmente candidati
all’adesione (Bulgaria, Romania,
Croazia, Turchia) ed i paesi cosiddetti
di prossimità (paesi terzi del bacino
Mediterraneo, dell’area Balcanica occidentale e del centro Europa).
Dopo i lunghi negoziati sulle prospettive finanziarie pluriennali ed il quadro
giuridico complessivo, sono stati approvati e pubblicati i principali regolamenti
che guideranno la nuova fase di cooperazione transeuropea dopo il 2006
(Tabella 6).
Ad essi fanno riferimento un insieme di
strumenti, a disposizione degli Stati
membri e di alcuni paesi terzi, che permetteranno l’avvio di specifici programmi dedicati all’attivazione di azioni
congiunte. Ad essi potranno accedere le
Istituzioni pubbliche, regionali e locali,
nonché altri attori privati, con lo scopo
di consolidare le esperienze già fatte
nell’ambito dell’iniziativa INTERREG III
o per avviare nuovi progetti.
Il quadro finanziario complessivo è delineato, per la maggior parte, nella
Decisione della Commissione C(2006)
3473 del 4 agosto 20064. In essa
sono fissate le ripartizioni indicative per
Stato membro degli stanziamenti FESR
a titolo dell’obiettivo “Cooperazione
territoriale europea” per il periodo
2007/2013 (Tabella 7).
A tali risorse, corrispondenti complessivamente a circa 6.777.602.000 euro,
si devono aggiungere:
䡵 le dotazioni finanziarie specifiche
per la cooperazione interregionale, non
ripartite per Stato membro (pari a circa
392.000.000 euro;
le dotazioni degli strumenti di assistenza preadesione e di vicinato e partenariato;
䡵
䡵 le risorse, pari allo 0,25% del totale disponibile, che la Commissione si
riserva per azioni di assistenza tecnica.
Tabella 6
Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell’11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul
Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999
Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale
e recante abrogazione del regolamento (CE) n. 1783/1999
Regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo a un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)
Regolamento (CE) n. 1085/2006 del Consiglio, del 17 luglio 2006, che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA)
Reg.(CE) n.1698/2005
L’obiettivo “Cooperazione territoriale
europea” sarà attivato sul territorio
comunitario attraverso una serie di programmi in aree territoriali sovranazionali ed infraregionali che la
Commissione europea ha definito con
decisioni specifiche.
I Regolamenti (CE) nn.1083/2006
(Disposizioni generali), 1080/2006
(Disposizioni relative al FESR) e
1082/2006 (GECT) definiscono i margini di azione del nuovo obiettivo. In
particolare:
nel Reg.(CE) n.1083/2006:
l’art. 3 definisce l’ambito di missione dell’obiettivo che è “inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera
mediante iniziative congiunte locali e
regionali, a rafforzare la cooperazione
transnazionale mediante azioni volte
allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie e a rafforzare la cooperazione interregionale
e lo scambio di esperienze al livello
regionale adeguato”.
䡵
l’art. 7 definisce gli ambiti di
ammissibilità geografica;
䡵
4
Pubblicato sulla GUCE L 247 del 9 settembre 2006.
NONOEURORAPPORTO
䡵 l’art. 21 definisce le risorse destinate all’obiettivo che ammontano a
7.750.081.461 euro pari al 2,52%
delle risorse complessive per la politica
di coesione di cui:
– 73,86% destinato alla cooperazione
transfrontaliera;
– 20,95 % alla cooperazione transnazionale;
– 5,19% alla cooperazione interregionale.
toriale europea” in particolare su programmi operativi, sull’ammissibilità
delle spese, sulla gestione, sorveglianza e controllo, sulle singole operazioni.
nel Reg. (CE) n. 1082/2006:
䡵
䡵 vengono definite le finalità e le
condizioni operative per i “Gruppi europei di cooperazione territoriale” quali
strumenti facoltativi per l’attuazione di
programmi o progetti di cooperazione
territoriale.
il capo III composto dagli artt. da
12 a 21 detta “Disposizioni specifiche
relative all’obiettivo Cooperazione terri-
I programmi di cooperazione transfrontaliera faranno riferimento (vedi art. 7
del Reg.1083/2006) ad un insieme di
aree NUTS III (Province per l’Italia)
situate “…lungo le frontiere terrestri
interne lungo talune frontiere terrestri
esterne e tutte le regioni di livello
nel Reg. (CE) n. 1080/2006:
l’art. 6 definisce le priorità sulle
quali devono concentrarsi le azioni dei
programmi con indicazioni specifiche
per la parte transfrontaliera, transnazionale, interregionale;
䡵
29
NUTS III situate lungo le frontiere
marittime separate, in via di principio,
da un massimo di 150 chilometri…”.
per i nuovi obiettivi “Convergenza”
e “Competitività regionale ed occupazione”.
I programmi transnazionali faranno riferimento ad ampi spazi geografici di
cooperazione individuati, in linea di
principio, da raggruppamenti di aree
NUTS II (per l’Italia si tratta delle
regioni).
La cooperazione interregionale verterà
su un unico programma per l’intero territorio comunitario. Verranno, inoltre,
rifinanziate le reti europee maturate
nell’ambito dei programmi INTERACT,
Urbact, Espon.
Per i programmi dell’obiettivo
“Cooperazione territoriale europea”,
così come per gli altri obiettivi della
nuova politica di coesione
(Convergenza e Competitività regionale/Occupazione), i regolamenti e gli
orientamenti strategici comunitari insistono per il finanziamento di progetti
che consentano una cooperazione più
stretta e rafforzata fra i diversi territori
e siano collegate alla realizzazione
della strategia di Lisbona-Goteborg.
In quest’ambito saranno ammissibili
azioni direttamente collegate o previste ai programmi operativi previsti
La connessione con la strategia europea di Lisbona è particolarmente importante e fa riferimento all’innovazione
Tabella 7 – Decisione della Commissione europea C(2006) 3473 del 4 agosto 2006 (estratto)
TABELLA 1 – Importo degli stanziamenti (in euro, prezzi 2004)
Regioni ammesse a titolo dell’obiettivo “Cooperazione territoriale europea”
Stato membro
Totale Stati membri
di cui Italia
Transfrontaliera
Trasferimento
IPA
Interno
Trasferimento
ENPI
4.124.266.247
397.945.802
451.485.000
54.402.000
228.214.000
103.486.000
Finanziamento complementare
di cui all’allegato II del regolamento
(CE) n. 1083/2006 del Consiglio,
paragrafi
Totale
Transnazionale
§21
§22
4.803.965.247
555.833.802
1.481.137.272
186.182.7445
293.000.329
8.414.488
199.500.000
NONOEURORAPPORTO
30
ed all’economia della conoscenza, allo
sviluppo dell’imprenditorialità ed al
sostegno delle PMI, all’ambiente ed
alla prevenzione dei rischi, all’accessibilità ed ai collegamenti materiali ed
immateriali fra territori.
2.2.3 La cooperazione
esterna
Con la politica di relazioni esterne, la
Commissione europea ha rafforzato il
suo impegno verso i paesi terzi confinanti, in relazione alle nuove frontiere,
terrestri e marittime dell’Unione europea allargata.
A partire dal 2004, diversi Consigli
europei si sono pronunciati sull’avvio
ed il consolidamento di tale politica e
la Commissione europea ha presentato, nel settembre 2004, un pacchetto
di specifiche proposte finalizzato a
sostituire gli attuali strumenti di
aiuto esterno con singoli strumenti
dedicati a:
preadesione per paesi candidati
e/o potenziali candidati (IPA);
䡵
䡵 prossimità per paesi terzi partecipanti alla cosiddetta politica di vicinato
(ENPI);
䡵 cooperazione allo sviluppo e cooperazione economica per tutti gli altri
paesi non in preadesione e di prossimità;
䡵 l’art. 5 fornisce indicazioni sulle
dotazioni finanziarie;
stabilità per paesi terzi con situazioni di crisi ed instabilità
l’art. 9 disciplina le azioni di cooperazione transfrontaliera, definendo le
norme di finanziamento (paragrafo 3)
e le aree di intervento (paragrafo 4.);
䡵
䡵 aiuto umanitario ed assistenza
macrofinanziaria.
In particolare, gli strumenti di preadesione e prossimità finanzieranno programmi specifici per singolo paese, stabiliti su base bilaterale con la Commissione europea, con componenti specifiche dedicate alla cooperazione transfrontaliera e transnazionale o di bacino.
Il quadro giuridico è costituito da due
Regolamenti che istituiscono tali strumenti e ne definiscono l’ambito di
applicazione ed attuazione: il Reg.(CE)
n.1085 (Istituzione dello strumento di
assistenza preadesione - IPA) ed il
Regolamento di istituzione dello strumento europeo di prossimità - ENPI
(nel momento in cui si scrive in corso
di approvazione).
Nel Reg.(CE) n.1085:
l’art. 2 stabilisce fra gli ambiti di
applicazione la cooperazione transfrontaliera;
䡵
䡵 l’art. 3 prevede che l’ assistenza
sia programmata ed attuata in funzione di diverse componenti fra le quali la
cooperazione transfrontaliera;
䡵
2.2.4 La cooperazione
2007/2013
in Emilia-Romagna
Il territorio dell’ Emilia-Romagna sarà
interessato, a partire dal 2007 da
diversi programmi afferenti sia alla
cooperazione interna che esterna.
l’art. 13, paragrafo 2 stabilisce le
forme di gestione dell’assistenza.
Per quanto riguarda la cooperazione
interna, il quadro programmatico farà
riferimento:
Il Reg. ENPI prevede la realizzazione di
programmi di cooperazione transfrontaliera lungo le frontiere terrestri e marittime e di programmi cosiddetti multilaterali di bacino; in quest’ultimo caso
per l’Italia si fa riferimento all’area
mediterranea con il coinvolgimento di
diversi territori regionali.
䡵 cooperazione transfrontaliera che
comprende il nuovo programma di
cooperazione Italia-Slovenia che, per
l’Italia, interesserà territori di Friuli
Venezia Giulia e Veneto e, per la prima
volta territori emiliano-romagnoli,
(Province di Ferrara e Ravenna);
䡵
I programmi di cooperazione esterna
saranno finanziati in parte da risorse
dei Fondi strutturali della nuova politica
di coesione (FESR) ed in parte da risorse comunitarie della politica esterna
che la Commissione definirà attraverso
un quadro finanziario pluriannuale che
comprenderà la “ripartizione dei fondi
per componente, paese e per azioni
riguardanti più paesi.” (vedi art. 5, par
2 del Reg. 1085).
䡵 cooperazione transnazionale che
comprende tre nuovi programmi con
eleggibilità per l’intero territorio regionale: “Mediterraneo”, “Europa sud
orientale”, “Europa centro orientale”;
䡵 cooperazione interregionale nelle
diverse tematiche individuate dal programma operativo.
Per quanto riguarda la politica di cooperazione esterna, la partecipazione
dell’Emilia-Romagna (con le province di
Ravenna, Ferrara, Forlì Cesena e
Rimini) è prevista nell’ambito di un
programma transfrontaliero di preadesione – IPA fra i territori adriatici
dell’Unione europea e quelli dei Paesi
NONOEURORAPPORTO
adriatico-orientali di Croazia, BosniaHerzegovina, Repubblica di Montenegro
e Albania. Il programma rappresenta la
prosecuzione dell’attuale programma
transfrontaliero adriatico
L’insieme dei programmi sopraindicati
rappresenteranno per il territorio regionale un importante punto di riferimento
e guida per l’elaborazione di proposte
progettuali in diversi settori dell’economia regionale.
2.3
ATTUAZIONE
DELLA
PROGRAMMAZIONE
DEI FONDI
STRUTTURALI
2000-2006
2.3.1.
SVILUPPO RURALE
Il Piano regionale di sviluppo rurale5
(PRSR) 2000-2006 della Regione
Emilia-Romagna elenca gli interventi
strutturali e di sviluppo rurale finanziati nel settore agricolo dall’Unione
europea, ha l’obiettivo globale di
“accrescere la competitività delle
imprese, mantenendo la coesione e
l’integrazione dei sistemi socio-economici territoriali e favorendo la salvaguardia delle risorse ambientali”,
accompagnando l’evoluzione differenziata delle diverse realtà agricole presenti in regione, grazie alla valorizzazione dei punti di forza specifici di ciascuna e ad un’integrazione virtuosa
fra tutela dell’ambiente e sviluppo
socio-economico.
Il Piano si articola in tre Assi principali,
che rispondono alle seguenti priorità:
䡵 Asse 1 - sostegno all’ammodernamento e alla diversificazione della
struttura produttiva, di rilevanza strategica per l’agricoltura intensiva;
䡵 Asse 2 - promozione di attività agricole eco-compatibili, rafforzando la
valenza ambientale dell’agricoltura;
䡵 Asse 3 - supporto allo sviluppo locale tramite interventi integrati, finalizzato ad incentivare l’agricoltura tipica di
pregio e lo sviluppo organico delle aree
rurali.
Nel periodo di programmazione 20002006 la dotazione finanziaria complessiva del PRSR è di 836.688.076 euro
in termini di spesa pubblica di cui
386.700.000 euro di fonte comunitaria. L’impegno finanziario previsto a
carico dei soggetti privati è di
430.741.560 euro che porta ad una
spesa complessiva prevista di euro
1.267.429.636 (Tabella 8).
L’attuazione del programma è ormai
arrivata a conclusione, considerata la
velocità di esecuzione raggiunta nel
corso degli anni precedenti, il 2005 ha
visto la Regione impegnata soprattutto
nelle fasi di verifica finale e pagamento
degli impegni assunti per la maggior
parte delle misure con l’eccezione dell’attivazione delle procedure di overbooking che hanno consentito di assumere impegni oltre la disponibilità iniziale del PRSR.
Nel corso del 2005 si è assunta la
31
decisione di adottare una tabella di pianificazione finanziaria di livello nazionale approvata con Decisione
C(2005)2981 del 28/07/2005,
finalizzata ad ottimizzare l’utilizzo
delle risorse e a favorire la solidarietà
finanziaria fra le Regioni.
Dal 2005 pertanto non esiste più una
tabella di pianificazione finanziaria
regionale (abrogate con la Decisione n.
C(2005)2978 del 28/07/2005). Per
consentire la valutazione dei livelli di
attuazione del programma si continua
a fare riferimento all’ultima tabella di
pianificazione finanziaria approvata con
decisione della Commissione Europea
n. C(2004)401 del 5 febbraio 2004.
I pagamenti per l’anno 2005
A chiusura dell’esercizio finanziario
2005 sono stati erogati 160,12 milioni di euro di spesa pubblica a cui corrispondono 69,48 milioni di euro di
quota Feoga. Questo importo supera di
11,79 Meuro il massimale stabilito dal
cosiddetto profilo di Berlino. I paga-
5
Decisione della Commissione Europea del
20 luglio 2000 n. C(2000) 2153 modificata con decisioni C(2001) 2442 del
2.8.2001, C(2002) 3489 dell’8.10.2002,
C(2003) 2697 del 17.7.2003 e C(2004)
401 del 5.2.2004.
NONOEURORAPPORTO
32
Tabella 8 – Programma regionale di sviluppo rurale – piano finanziario 2000-2006 (in milioni di Euro)
Asse 1 “Sostegno competitività imprese”
Asse 2 “Ambiente”
Asse 2 “Sviluppo locale integrato”
Valutazione
Totale
Misure in corso
Totale
Contributo UE
Cofinanziamento pubblico
totale
Quota privata
Totale
130,52
217,23
36,02
1,92
385,69
1,01
386,70
308,81
434,66
85,52
3,85
832,84
3,85
836,69
358,72
5,63
66,38
0,00
430,72
0,00
430,73
667,53
440,29
151,9
3,85
1.263,57
3,85
1.267,42
Tabella 9 – Pagamenti del Piano di Sviluppo Rurale per l’anno 2005 – Anno finanziario
Misura Settore
A
B
C
E
F
G
H
I
M
O
P
Q
R
T
VL
X
78
79
80
Finanziamento
Unione Europea
Finanziamento
Nazionale
Finanziamento
Regionale
Totale
Investimenti nelle aziende agricole
18.797.220,72
Insediamento giovani agricoltori
4.648.445,56
Formazione
453.196,03
Indennità compensativa (zone svantaggiate)
1.666.922.45
Misure agroambientali (nuovo regime)
19.232.441,30
Miglioramento trasformazione e commercializz.
8.563.511,46
Rimboschimento superfici agricole
623.182,62
Altre misure forestali (silvicoltura nuovo reg. altro)
3.830.232,09
Commercializzazione prodotti agricoli di qualità
685.642,14
Rinnovamento e migl. villaggi e tutela patr. rur.
1.083.922,85
Diversificazione attività settore agricolo
3.225.521,66
Gestione risorse idriche in agricoltura
137.700,00
Sviluppo e miglioramento infrastrutture rurali
3.339.335,77
Tutela ambientale e benessere degli animali
19.099,85
Valutazione
178.527,90
Misure transitorie
Vecchio regime pre ’92
13.029,32
Regolamento 2078/92 (misure agroamb. Vecchio regime) 1.827.163,60
Regolamento 2079/92 (prepensionamento)
16.589,83
Regolamento 2080/92 (silvicoltura vecchio regime)
1.152.925,88
Interessi riscossi
–6.664,32
Totale
69.487.946,71
21.434.105,77
3.253.911,90
317.237,17
1.666.922.48
19.232.441,89
9.990.763,74
623.182,67
2.681,162,34
799.915,84
927.356,22
3.767.108,54
117.810,00
2.856.987,24
13.369,90
124.969,53
9.186.045,91
1.394.533,61
135.958,70
49.417.382,40
9.296.891,07
906.391,90
3.333.844,93
38.464.883,19
22.836.030,56
1.246.365,29
7.660.463,61
1.828.379,10
2.408.717,60
8.601.391,37
306.000,00
7.420.746,89
38.190,70
357.055,80
39.087,96
1.827.163,82
16.589,82
1.152.925,97
–7.317,62
70.831.694,80
4.281.755,74
1.149.069,18
342.821,12
397.438,53
1.612.761,17
50.490,00
1.224.423,88
5.729,95
53.558,37
52.117,28
3.654.327,42
33.179,65
2.305.851,85
–2.127,45
–16.109,39
19.832.458,71 160.152.100,22
menti erogati dall’inizio della programmazione al 2005 superano il 90%
della spesa complessivamente programmata in termini sia di quota pubblica
sia comunitaria (Tabella 9).
L’iniziativa di overbooking
All’inizio dell’anno è stata attivata una
iniziativa di overbooking nazionale e
con un accordo siglato il 3 febbraio
2005 la Conferenza Stato-Regioni ha
approvato un riparto indicativo tra le
Regioni in base al quale all’EmiliaRomagna sono stati assegnati 50,57
milioni di euro in quota Feoga.
Con la deliberazione della giunta regionale del 28 luglio 2005, n. 1299,
sono state attivate le procedure per l’utilizzazione di tali risorse, definendo gli
interventi da finanziare, le procedure e
i tempi. In particolare, le risorse finanziarie delle diverse misure sono state
incrementate di una quota comunitaria
indicata nella Tabella 10.
L’applicazione di questi fondi è stata
modulata sulla base delle singole esigenze ed opportunità: più precisamente, per le misure che riguardano interventi di tipo strutturale (1.a, 1.g, 2.i e
asse 3), si è deciso di accogliere le
domande in attesa di finanziamento
senza riaprire i termini di presentazione, evitando così le criticità dovute ai
tempi lunghi di realizzazione delle
opere rispetto alla tempistica prevista
per la procedura di overbooking; per le
NONOEURORAPPORTO
misure a carattere non strutturale, 1.b
e 2.f, la scelta è stata di dare continuità alla programmazione, riaprendo la
presentazione delle domande.
I fondi overbooking sono già stati parzialmente utilizzati e sono compresi
nelle risorse pagate ai beneficiari nel
corso del 2005.
Stato di attuazione 2005
(domande ammesse)
Nel corso del 2005 sono state ammesse a finanziamento 9.011 domande
per 153,3 milioni di euro di contributi,
con 64,7 milioni di quota FEOGA
(Tabella 11).
In particolare, le principali novità in termini procedurali e di applicazione dei
diversi interventi sono relativi a:
Tabella 11 – Attuazione 2005 - numero di domande, ettari e importi ammessi nel 2005
Misure
n.
beneficiari
Investimenti nelle aziende agricole
Insediamento giovani
Formazione
Miglioramento trasformazione commercializzazione
Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali
Misure agroambientali
Imboschimento superfici agricole6
Altre Misure forestali
Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla silvicoltura…
Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità
Rinnovamento e miglioramento dei villaggi rurale
Diversificazione delle attività del settore agricolo
Gestione delle risorse idriche in agricoltura
Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali
Valutazione
Totale
Misure
Investimenti nelle aziende agricole
Insediamento giovani
Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione
Misure agroambientali
Altre misure forestali
Commercializzazione prodotti agricoli di qualità
Rinn. e svil. villaggi e prot. cons. del patr. rurale
Diversificazione delle attività agricole
Gestione risorse idriche
Svil. migl. infrastrutture rurali
Totale
739
389
485
79
1.374
5.786
134
58
0
1
27
66
0
99
2
9.011
ettari o
capi di
bestiame
37.500
115.857
153.357
䡵 attivazione della procedura di overbooking per le misure interessate;
Tabella 10 – Overbooking – Risorse comunitarie programmate
(Del. 1299/2005)
1.a
1.b
1.g
2.f
2.i
3.m
3.o
3.p
3.q
3.r
33
Importo UE
14,43
9,1
13,66
7,93
0,9
0,03
0,85
0,82
0,09
2,76
50,54
䡵 misura 1.g (Miglioramento condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli), in cui
sono state ammesse le domande del
secondo e ultimo bando, finanziate con
le risorse ordinarie già previste nel
P.O.M. e con i primi fondi overbooking
impegnati sulla misura;
misura 1.c (Formazione) con le prime ammissioni delle domande di formazione individuale del secondo bando.
䡵
Spesa
pubblica
Quota
FEOGA
35.902.536
7.193.326
1.288.390
58.551.960
3.187.415
33.598.341
524.548
2.360.048
—
86.320
1.843.715
3.002.220
0
6.354.194
238.734
153.313.501
14.057.217
3.596.663
644.195
21.956.985
1.593.708
16.799.171
262.274
1.180.024
0
32.370
829.672
1.133.786
0
2.859.387
119.367
64.704.359
Per le altre misure è continuata la
gestione ordinaria, senza importanti
cambiamenti procedurali.
Vista la concomitanza delle ammissioni
del secondo bando e della disponibilità
6
Il numero di beneficiari riportato per la
misura 2.h (Imboschimento delle superfici
agricole) è relativo a 1 domanda iniziale
ammessa nel corso del 2005 e a 133
domande di conferma, presentate in seguito
a precedenti ammissioni delle rispettive
domande iniziali.
NONOEURORAPPORTO
34
aggiuntiva relativa alle risorse overbooking, è la misura 1.g ad assorbire la
maggiore quota dei finanziamenti
rispetto al totale dell’anno in corso: il
contributo è risultato di 58,5 milioni di
euro (38% sul totale del 2005) in 79
domande. La misura 1.a (Investimenti
nelle aziende agricole) ha impegnato
quasi 36 milioni di euro (23%) e 739
domande, mentre la 2.f (Misure
agroambientali) ha riguardato le sole
domande di conferma dei bandi precedenti con un importo di 33,6 milioni di
euro (22%) in 5.786 domande.
Da segnalare anche l’elevato numero di
ammissioni della misura 1.c dovuto ai
voucher di formazione individuale, pari
a 485 domande per 1,3 milioni di
euro: rispetto ai contributi complessivamente impegnati fino al 2005 si tratta
del 20%.
Tutte le altre misure presentano un
volume di ammissioni ridotto rispetto
agli anni precedenti in quanto si trovano tutte in avanzato stato di applicazione: per molti interventi le nuove
domande sono state finanziate in virtù
di economie o dei fondi overbooking.
Stato di attuazione dal 2000 al 2005
(domande ammesse)
Fino al 31.12.2005, escludendo i trascinamenti del precedente periodo di
programmazione, sono state approvate
20.958 domande, per una spesa pubblica di 655,7 milioni di euro.
PRSR (598,2 milioni al netto dei trasci-
Gli impegni assunti superano le disponibilità originarie del Piano in virtù dell’iniziativa di overbooking. Rispetto alla
disponibilità programmata nell’ultima
tabella finanziaria approvata per il
gni raggiunge il 109%.
namenti), il livello attuale degli impe-
Di seguito sono riportate sinteticamente
le percentuali di risorse impegnate per
asse:
䡵 Asse 1 – è stato impegnato il
125% delle risorse totali, con il 145%
per la misura 1.g, 121% per la misura
1.a, 115% per la misura 1.b. La misura 1.c, non beneficiaria di fondi overbooking, si trova al 97% della disponibilità prevista.
䡵 Asse 2 – è stato impegnato l’88%
delle risorse. Considerando gli importi
Tabella 12 – PRSR: Numero di domande, contributi impegnati dal 2000 al 2005
Misure
Investimenti nelle aziende agricole
Insediamento giovani
Formazione
Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzaz.
Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali
Misure agroambientali
Imboschimento superfici agricole
Altre Misure forestali
Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla silvicoltura…
Commercializz.prod.agricoli qualità
Rinn. e svil. villaggi e prot. cons. del patr.rurale
Diversif. delle attività agricole
Gestione risorse idriche
Svil.migl.infrastrutture rurali
Valutazione
Totale
n.
domande
Spesa pubblica
impegnata
fino al 2005
Quota
FEOGA
3.721
6.096
1.436
155
1.374
5.786
204
514
30
87
169
599
14
531
9
20.958
184.035.365
90.724.493
7.016.129
104.018.290
18.503.850
134.900.000
4.138.092
19.034.698
1.235.795
4.313.906
16.402.580
26.430.608
7.090.870
35.355.177
1.887.788
655.668.950
71.606.394
45.362.247
3.508.065
39.006.859
9.324.474
67.450.000
2.069.046
9.517.349
617.898
1.617.715
7.381.161
9.911.478
3.190.891
15.909.830
943.894
287.635.405
Note:
䡵 Formazione: come impegno complessivo è stato considerata la disponibilità totale della misura in quanto nel 2005 sono stati impegnati tutti i fondi programmati
䡵 Zone svantaggiate e Misure agroambientali: il numero domande è relativo alla sola ultima campagna, i contributi sono complessivi
䡵 Imboschimento sup. agr. e Altre misure forestali: il numero domande è relativo alle sole domande iniziali, i contributi sono comprensivi delle manutenzioni e
perdite di reddito
NONOEURORAPPORTO
necessari a pagare gli impegni pluriennali che maturano entro il 2006 in cui
è incluso il terzo bando per la misura
2.f (Agroambiente), finanziato con l’overbooking, le risorse impegnate salgono al 111%. Fra le misure dell’asse,
solo la 2.i (Altre misure forestali) supera l’importo programmato, attestandosi
al 105%.
䡵 Asse 3 – è stato impegnato il
110% delle risorse disponibili complessivamente. Le misure che superano la
disponibilità iniziale sono quelle incluse
nell’iniziativa di overbooking: la 3.r
(Infrastrutture rurali) arriva al 119%,
la 3.p (Diversificazione) al 110% mentre la 3.o (Rinnovamento e sviluppo
villaggi) si attesta al 106%.
Nella Figura 2 si riporta il confronto,
per singola misura, fra i pagamenti
effettuati, la disponibilità già aumentata delle risorse overbooking e gli impegni assunti al 31.12.2005.
Considerando l’intero periodo, il numero di beneficiari che è stato ammesso a
contributo in almeno una misura
ammonta a 14.389. Considerando le
sole aziende agricole, il numero complessivo scende a 13.900, pari al 16%
delle aziende agricole regionali. La SAU
interessata dalle aziende beneficiarie
ammonta complessivamente a
440.000 ha, il 41% della SAU regionale (Tabella 13).
La maggior parte dei beneficiari sono
stati ammessi per una sola misura,
Milioni di euro
200,00
䡵 36,06
180,00
35
15,87
160,00
140,00
䡵
36,41
䡵
120,00
18,21
䡵
100,00
80,00
60,00
40,00
20,00
–
1.a
1.b
䡵
1.c
1,80
䡵
䡵
1.g
2.e
2.f
䡵
2.h
2.i
䡵
2.t
0,09
䡵
3.m
1,89
䡵
3.o
2,198
䡵
3.p
6,13
䡵
0,20
䡵
3.q
䡵
Val
3.r
䡵 Disponibilità originale 䡵 Disponibilità con Overbooking 䡵 Impegni
Figura 2 – Confronto fra gli impegni assunti fino al 31-12-2005, la disponibilità originaria e aumentata delle risorse
overbooking (in termini di contributi pubblici)
Nota: le cifre indicate sul grafico sono relative alle risorse overbooking aggiunte alla disponibilità originaria per le diverse misure interessate.
Tabella 13 – PRSR: Numero di aziende beneficiarie confrontate con il dato regionale
Aziende beneficiarie
PRSR
Regione (*)
% PRSR
su Regione
13.911
440.549
88.691
1.070.068
16%
41%
N. aziende
SAU (ha)
(*) Dati indagine ISTAT struttura e produzioni delle aziende agricole – Anno 2003
mentre il 22% ha ricevuto contributi
per più di un intervento e il 15% per
due interventi.
A conferma di quanto riportato nei rapporti precedenti, le aziende agricole
beneficiarie si concentrano nelle classi
di SAU medio alte, senza variazioni
significative. Il 66% ha una SAU superiore a 10 ettari, mentre dai dati censuari del 2000 emerge che solo il 25%
delle aziende totali regionali supera
NONOEURORAPPORTO
36
tale soglia. Inoltre la classe di SAU da
20 a 50 Ha pesa per il 27% fra i beneficiari del PRSR, mentre a livello regionale la stessa classe incide per il 9%.
L’analisi per orientamento tecnico economico (OTE) delle aziende beneficiarie evidenzia come il PRSR presenti una
maggiore quota di allevamenti specializzati (27%) rispetto alla distribuzione
delle aziende regionali (15%). Al contrario, è meno frequente la specializzazione in coltivazioni permanenti (frutteti e vigneti) con un 21% nel PRSR
rispetto al 30% regionale. Per gli altri
ordinamenti produttivi il livello di attuazione è in linea con la loro consistenza
a livello regionale (Figura 3).
La ripartizione per fascia altimetrica
vede la maggior parte delle aziende
beneficiarie in pianura, con valori che si
attestano attorno al 50%. E’ interessante notare come siano maggiori i
contributi impegnati (51%) rispetto al
numero di aziende (46%): le aziende
di pianura in proporzione ricevono più
fondi rispetto a quelle localizzate nelle
altre fasce altimetriche, in particolare
rispetto alle aziende di montagna in
cui, al contrario, al 22% di numero di
domande corrisponde un 18% di contributi.
L’applicazione in montagna risulta
comunque molto significativa se viene
considerato il confronto con la situazio-
䡵 Aziende beneficiarie PRSR 䡵 Regione (Censimento 2000)
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
Seminativi
Ortofrutticoltura
Coltivazioni
permanenti
Allevamenti –
Bovini e ovini
Allevamenti –
Suini e avicoli
Aziende specializzate
in allevamenti
Aziende specializzate in coltivazioni
Pollicoltura
Polliallevamento
Coltivazioni.
Allevamenti
Aziende miste (non specializzate)
Figura 3 – Aziende beneficiarie per orientamento tecnico economico
ne regionale ricavata dai dati ISTAT
sull’Indagine campionaria del 2003. Il
dato ISTAT stima al 12% il numero di
aziende (10.900) e al 10% la SAU
(114 mila ha), valori molto inferiori
rispetto al 22% riferito alla platea dei
beneficiari del PSR (4.500 aziende).
Dai valori assoluti è ancora più evidente l’importanza del Piano, che ha raggiunto quasi la metà delle aziende
regionali localizzate in montagna
(Figura 4).
60%
䡵 % aziende agricole 䡵 Regione % di contributi
50%
51%
46%
40%
32% 31%
30%
22%
20%
18%
10%
0%
Montagna
Collina
Figura 4 – Aziende beneficiarie per fascia altimetrica
Pianura
NONOEURORAPPORTO
Misura 1.a
Investimenti
nelle aziende agricole
La Misura 1.a ha impegnato complessivamente 3.721 domande dall’inizio
della programmazione al 31-12-2005,
per una spesa ammessa complessiva di
477 milioni di euro ed un corrispondente contributo di 184 milioni di euro (di
cui 71,6 milioni di quota comunitaria).
Il volume totale delle ammissioni risulta superiore alla disponibilità originaria,
pari ad una quota FEOGA di 60,75
milioni, in seguito all’attivazione dell’iniziativa di overbooking.
Rispetto alla situazione del solo anno
2005, le domande ammesse sono
state 739, per quasi 36 milioni di contributi e 14 milioni di quota comunitaria. Il totale del 2005 è vicino alla
media delle ammissioni per anno, pari
a 744, in controtendenza rispetto agli
anni precedenti in cui il numero è diminuito costantemente fino al 2004.
Fra le domande ammesse nel 2005
(Tabella 14), l’utilizzo dei nuovi fondi
overbooking ha portato all’approvazione di 514 domande per oltre 23 milioni di euro di contributi (9,2 milioni in
quota FEOGA) nel corso del solo anno
2005, pari al 13,8% del totale. Questa
ulteriore disponibilità ha consentito di
finanziare tutte le domande inevase,
ammissibili al contributo ma non soddisfatte negli anni precedenti per carenza
di risorse.
37
Altro
0%
Altri
allevamenti
8%
Orticoltura
1%
Seminativi
15%
Viticoltura
7%
Frutticoltura
13%
Allevamento di bovini da latte
36%
Altre aziende
(comprese quelle miste)
20%
Le restanti 225 domande, pari a 12,6
milioni di contributi, sono state finanziate con le ultime risorse ordinarie programmate per la misura.
Figura 5
La dimensione fisica ed economica delle
aziende beneficiarie risulta essere molto
diversa dall’insieme delle aziende agricole regionali. Rispetto alla classe di
SAU, le aziende superiori a 10 ha rappresentano l’80% in termini di numero
di domande (3000 domande) e l’88%
per il costo degli investimenti realizzati
(416 milioni di euro), mentre a livello
regionale ammontano solo al 25%.
La classe con la maggiore numerosità è
quella che va da 20 a 50 ha con un
36% (1361 domande per 176,5 milioni si spesa ammessa), mentre a livello
regionale rappresenta il 9% (9.400
aziende). Le aziende con oltre 100 ha
sono molto rilevanti nel PRSR, assorbendo il 14% della spesa ammessa
Olivicoltura
0%
complessiva pari a 65 milioni di euro.
L’elaborazione per Orientamento tecnico Economico vede le aziende specializzate in allevamenti di bovini da latte
fra le tipologie più rappresentate in termini di ammontare di investimenti
ammessi (36% per 166 milioni di
euro). Le aziende specializzate in semi-
Tabella 14 – Misura 1.a - Numero di domande ammesse e relativi importi fino al 31.12.2005 e nell’anno civile 2005, con
dettaglio delle risorse impegnate sui fondi overbooking
nativi si collocano al 15% (71 milioni)
Periodo di riferimento
Le aziende miste (non specializzate in
n.
domande
Investimenti
ammessi
(in Euro)
Importo
spesa pubblica
(in Euro)
Quota
FEOGA
(in Euro)
3.721
739
514
477.375.960
93.714.783
61.613.551
184.035.365
35.902.536
23.246.434
71.606.394
14.057.217
9.242.033
e quelle frutticole al 13% (63 milioni).
un orientamento produttivo particolare)
sono rappresentate dal 20% con oltre
Domande ammesse totali
Domande ammesse nel 2005
Domande ammesse nel 2005 e finanziate con risorse overbooking
94 milioni di euro di investimenti
ammessi (Figura 5).
NONOEURORAPPORTO
38
Misura 1.b
Insediamento
giovani agricoltori
Le ammissioni dell’anno 2005 sono
state 389 per 7,2 milioni di euro, con
insediamenti effettuati in 381 aziende
agricole: si tratta del 10% rispetto alle
domande ammesse in tutto il periodo,
con un dato significativamente inferiore
rispetto alla media annuale di 630
domande.
Fra le ammissioni 2005, 268 di esse
sono state finanziate con fondi overbooking per 4,9 milioni di euro.
Complessivamente l’insieme delle
ammissioni fino a tutto il 2005 comprende 6.096 domande (corrispondenti
a 5.515 aziende) per 90,7 milioni di
euro, includendo anche le vecchie
domande presentate nella programmazione precedente e reinserite nell’attuale piano a seguito di nuova istruttoria.
La ripartizione dei premi per orientamento tecnico economico aziendale
vede la maggior parte delle aziende
specializzate nel settore dei seminativi
con il 29% dei contributi complessivi
per 1.084 domande e 19 milioni di
euro. Gli allevamenti per bovini da latte
e le aziende miste hanno inciso in
maniera simile per il 21% (attorno alle
800 domande per 14 milioni di euro).
Rispetto alle aziende specializzate in
colture permanenti, quelle frutticole
hanno assorbito il 15% dei contributi
(614 domande per 10 milioni) e le
aziende viticole il 6% (237 per 4
milioni). Le domande ex 950/97 non
sono comprese nell’elaborazione per
mancanza di alcuni dati necessari alla
determinazione dell’OTE.
I conduttori beneficiari del premio di
primo insediamento, confermando la
tendenza degli anni precedenti, sono
per il 23% donne (1410 domande per
23 milioni di euro) e per il 77% uomini (4.686 per oltre 68,6 milioni di
euro).
L’elaborazione per classi di età è stata
effettuata considerando l’intero insieme
delle domande ammesse al 31-122005: la classe più numerosa è quella
da 35 a 40 anni con 2.248 domande
(37%) e 31 milioni di euro di premi.
Le altre classi sono progressivamente
meno numerose fino a quella che comprende i beneficiari più giovani di 25
anni, rappresentati da 1.098 domande
(18%) per 19 milioni di euro.
Misura 1.c
Formazione
Nel corso dell’anno 2005, sono stati
approvati dalla Regione, due programmi operativi di misura per finanziare
interventi formativi attraverso le due
tipologie “Formazione tradizionale” e
“Formazione individuale”.
Le Province hanno aperto i bandi a più
riprese nel periodo compreso tra maggio / dicembre 2005, con alcune
riaperture dei bandi anche nei primi
mesi del 2006, per le sole attività di
“formazione individuale”.
I progetti formativi presentati sono
risultati 76, di questi ne sono stati
approvati 65 in prima priorità, gli altri
11 approvati in seconda priorità, non
sono stati finanziati.
Considerato che l’anno 2005 è l’ultima
annualità di attivazione della misura
1.c è stato consentito alle province di:
aggiungere alle quote loro assegnate per l’anno 2005, le eventuali quote
residue dell’annualità 2004;
䡵
䡵 determinare quali importi da destinare alla tipologia “Formazione tradizionale” e quali alla tipologia
“Formazione individuale”;
䡵 unificare nello stesso bando le risorse dell’annualità 2004 con le risorse
del 2005, solo per la formazione individuale;
䡵 utilizzare le eventuali risorse residue de 2005 a compensazione tra le
due tipologie formative.
Per la formazione individuale, sono
stati messi a bando 854.000 € per
un importo complessivo di 605.000 €
di vouchers assegnati.
A fronte di una richiesta di circa 630
domande presentate, sono stati assegnati 608 vouchers.
Questi dati non sono ancora definitivi
in quanto le attività sono in corso, con
la possibilità di nuove assegnazioni di
vouchers per scorrimento graduatorie,
comunicazioni di rinunce, richieste di
nuove domande.
Misura 1.g
Miglioramento delle condizioni
di trasformazione
e commercializzazione
dei prodotti agricoli
Nel corso del 2005 sono stati adottati
gli atti di ammissione per la maggior
parte delle domande del secondo e ultimo bando previsto per la misura.
L’attivazione dell’iniziativa di overbooking ha permesso di finanziare una
consistente quota di domande aggiuntive rispetto alle risorse inizialmente
stanziate per la misura.
In totale la misura assorbe la maggior
quota di risorse impegnate nell’anno,
con 58,5 milioni di euro di contributi
per 79 domande (il 33% delle risorse
impegnate sul PSR nel 2005). Di queste, 57 sono finanziate con fondi overbooking per 39,7 milioni di contributi e
22 con fondi ordinari (18,8 milioni).
NONOEURORAPPORTO
Sommando anche le domande del
primo bando, in totale la misura assorbe 104,6 milioni di euro di contributi,
corrispondenti a 285 milioni di euro di
investimenti ammessi, per 155 domande (Figura 6).
domande solo una è produttrice di
aceto balsamico, mentre le altre sono
tutte cantine.
Tra i settori l’ortofrutticolo è il più rappresentato con 16 domande, il 23%
della spesa ammessa (38 milioni di
euro) e 14,9 milioni di contributi ripartiti fra il settore del fresco (10 domande per 24 milioni di spesa ammessa) e
del trasformato (6 domande per 14
milioni di spesa ammessa).
Il settore carne assorbe il 20% della
spesa ammessa (31,3 milioni) con 15
domande e 12 milioni di contributi.
Come nel primo bando la maggior
parte dei beneficiari sono salumifici, o
comunque specializzati nella trasformazione della carne suina, tranne una
ditta che opera la macellazione dei
suini.
Il settore vitivinicolo è rappresentato
da 14 domande con il 23% della
spesa ammessa (36 milioni) e 11,6
milioni di contributi. Fra queste
Il settore lattiero caseario comprende
17 domande per il 16% della spesa
ammessa (25 milioni) e quasi 10
milioni di contributi. Le ditte beneficia-
Ortofrutticoli
23%
Vini e alcole
23%
Cereali
6% Uova e pollame
6%
Latte e prodotti
lattiero caseari
16%
rie sono per lo più caseifici per la produzione di Parmigiano reggiano o
Grana Padano e trasformatori di latte
alimentare. Rispetto al primo bando, in
cui il settore assorbiva il 29% in termini di numero di domande e il 22% di
spesa ammessa, la riduzione è stata
evidente.
Negli altri settori si nota un ridimensionamento del peso dei cereali, passati
dal 10% del primo bando al 5% del
secondo, e una distribuzione ampia di
ammissioni fra settori diversi, fra cui
uova e pollame, le sementi, le piante
ornamentali, l’apicoltura, i prodotti
erboristici.
Misura 2.e
Indennità compensativa
in zone sottoposte
a svantaggi naturali
Patate
2%
Altri settori
7%
Carni
20%
Figura 6 – Misura 1.g – Suddivisione dell’importo degli investimenti ammessi
nell’anno 2005 per settore produttivo
Per questa misura, al penultimo anno
di attuazione, non ci sono state novità
rispetto alla gestione degli anni precedenti. L’aiuto a ettaro di superficie
foraggiera è stato pari a 85€, come
nel 2004. Gli ettari di superficie interessati dalla misura sono risultati circa
37.500, mentre le aziende beneficiarie
sono state 1.374.
Gli aiuti erogati dall’inizio della programmazione ad oggi superano i 18
milioni di euro di spesa pubblica, corri-
39
spondente al 92% della disponibilità di
tutto il periodo di programmazione.
Le domande ammesse riguardano per il
68% ditte individuali e il 32% società.
Prendendo in considerazione le ditte
individuali, la elaborazione per classi di
età mostra una maggiore numerosità
nell’intervallo 40-54 anni, con il 56%
delle domande, mentre i conduttori più
giovani, con meno di 35 anni, rappresentano il 19%.
Misura 2.f
Misure agroambientali
Gli elementi che hanno caratterizzato il
2005 sono stati la continuità di attuazione degli impegni pluriennali attivati
nelle precedenti annate agrarie, la possibilità di prorogare di un anno gli
impegni quinquennali in scadenza e l’emanazione di un altro bando per l’adesione a nuovi impegni a decorrere dall’annata agraria 2005-2006.
Le domande di conferma degli impegni
assunti nelle annate precedenti sono
state 5.786 per una spesa pubblica di
36 milioni di euro; tra le conferme,
204 domande a cui corrisponde una
spesa di 2,5 milioni di euro, riguardano
impegni ventennali iniziati durante l’applicazione del Reg (CEE) n° 2078/92
(Tabella 15).
NONOEURORAPPORTO
40
Tabella 15 – Misura 2.f – Distribuzione degli impegni assunti nell’anno 2005
per azione
Azioni
n.
domande
Importo
Azione
Superficie
Azione
€ 8.002.830 39.503,97
€ 14.818.111 59.855.95
€
87.136
490,68
€ 304.146
1.767,96
€ 152.669
1.360,31
€ 147.608
744,29
€
34.414
€ 2.546.528 10.787,09
€ 4.924.850
3.623,98
€ 753.203
1.314,12
€
29.321
27,65
€ 1.713.274
€ 33.514.090 115.857,05
€ 2.579.244
3.922,15
€ 36.093.334
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11V
11Z
Totale
ex 2078
Totale
819
2.568
21
84
218
17
5
1.503
1.334
104
79
614
7.366
204
7.570
Dalla situazione iniziale (campagna
2000/01) ad oggi il numero complessivo delle domande è diminuito
del 6%.
qualità sia per vino comune, raggiunge
infatti il 52% della superficie totale.
L’azione 1, produzione integrata, riguarda oltre 39.000 ettari, di questi il 68%
è rappresentato da seminativi e foraggiere, il 17% da colture fruttifere e vite, seguono bietola 9% e ortive 6%. I seminativi sono composti per un terzo da foraggiere e per un terzo da grano (tenero +
duro). Tra le arboree la coltura principale
è la vite sia per la produzione di vino di
Per quanto attiene all’azione 2, produzione biologica, su circa 60.000 ettari,
54.000 sono investiti a seminativi e
foraggiere (90% della superficie totale
dell’azione) e di questi ultimi solamente 10.000 ettari interessano cereali e
leguminose da granella, gli altri
44.000 sono di colture foraggiere,
principalmente medica (30.000 ettari),
che incidono per il 73% sul totale delle
superfici interessate dall’azione.
Le arboree con una superficie impegnata di soli 4.200 ettari sono in prevalenza vigneti.
Tra le altre azioni la 8, praticoltura
estensiva e regime sodivo, riguarda il
20% degli impegni sottoscritti per la
misura e interessa circa 10.800 ettari
di superficie.
Con l’attivazione dell’iniziativa di overbooking, la 2.f potrà contare su una
assegnazione di 15,86 milioni di euro
che si andranno ad aggiungere alla
dotazione finanziaria originaria di 360
milioni di euro.
E’ stato così possibile emanare un altro
bando per accogliere nuove domande a
partire dall’annata 2005/06 e assicurare al tempo stesso continuità alla programmazione della misura. I nuovi
impegni riguardano unicamente le azioni 2- produzione biologica, 8 – regime
sodivo e praticoltura estensiva, 9 e 10
– paesaggistico-ambientali, 11- biodiversità genetica e dovranno essere adeguati alle condizioni previste nella prossima programmazione 2007-2013.
Agli Enti Territoriali sono state assegnate risorse per un ammontare complessivo di 7 milioni di euro. La presentazione delle domande è terminata a gennaio 2006, ne sono state accolte
2.575; l’azione più richiesta è la 8 –
regime sodivo e praticoltura estensiva
con percentuali del 43% rispetto all’im-
porto totale degli aiuti e del 60% su
21.200 ettari di superficie totale impegnata. Il biologico, azione 2, interessa
il 23% delle risorse e il 33% della
superficie.
Contemporaneamente alla emanazione
del bando è stata data la possibilità ai
beneficiari con impegni quinquennali in
scadenza nel 2005 di prorogare per
uno o due anni la durata dell’impegno.
Anche per queste domande il termine
di presentazione è scaduto a gennaio
2006, pertanto l’analisi per azione
sarà oggetto della prossima relazione.
Misura 2.h
Forestazione agricola
Nella primavera del 2005 sono state
portate a termine le realizzazioni degli
ultimi impianti per la Misura 2 h, esaurendo in tal modo definitivamente le
graduatorie delle domande ammesse.
Dal 2002, anno di apertura dei bandi
provinciali per la presentazione delle
domande, fino ad oggi, per la Misura
2h è stato così concesso complessivamente un contributo totale di 3,36
milioni di euro a favore di n° 204
domande iniziali ritenute ammissibili,
cui si sono aggiunti 0,77 milioni derivanti dalle richieste relative alla manutenzione e la compensazione per la
perdita di reddito negli anni successivi
all’impianto. Gli interventi ammessi
hanno interessato una superficie totale
pari a circa 865 ha.
NONOEURORAPPORTO
Trattandosi di impegni quinquennali o
ventennali è proseguita ovviamente la
presentazione annuale delle domande
di conferma e mantenimento degli
impegni o di eventuali modifiche agli
stessi intercorse negli anni successivi
all’impianto.
Come già evidenziato in passato le specie latifoglie sono assolutamente prevalenti in tutte le tipologie di impianto.
La Misura ha previsto per ciascun
Azione l’ammissibilità differenziata
delle domande secondo la localizzazione degli interventi tra le zone omogenee individuate dal P.T.P.R..
Solo l’Azione 2.1 – Arboricoltura
Specializzata da legno è stata applicata su tutto il territorio regionale.
Ciò premesso si rileva che le superfici
ammesse complessivamente si distribuiscono in modo predominante nell’area
di Pianura con oltre 61% della superficie ed il 56 % degli interventi e con il
35% di superficie in collina ed oltre il
36% di interventi.
In montagna (localizzazione dei comuni sede di intervento con metodo
ISTAT) si rileva poco meno del 7% del
numero di realizzazioni con il 4% di
superficie. Con l’Azione 2.1, questi ultimi dati naturalmente si riequilibrano
ma limitatamente portandosi rispettivamente al 13% e 10%.
Misura 2.i
Altre Misure forestali
Nell’ambito della Misura 2i si distinguono gli interventi di iniziativa pubblica
eseguiti da enti pubblici (in particolare
Comunità Montane) e quelli di iniziativa privata realizzati da aziende agricole e consorzi forestali.
che pari ad € 89.535 ed è proseguita
l’assegnazione delle risorse per le graduatorie dell’Azione 3b, dove sono
state ammesse ulteriori 10 domande
corrispondenti ad un importo di
€ 129.612 di contributo pubblico.
Nell’anno 2005 sono state ammesse
all’aiuto complessivamente n° 36
domande per l’Azione 2 e n°1 domanda per l’Azione 3a corrispondenti ad un
totale di risorse impegnate di 2,14
milioni.
Nel corso del 2005 le attività di iniziativa pubblica, limitatamente alle Azioni
2 e 3a, hanno beneficiato delle risorse
aggiuntive resesi disponibili in occasione dell’operazione di overbooking permettendo quindi di procedere all’esaurimento delle graduatorie di ammissibilità già approvate.
Nello stesso anno sono state ammesse
anche n° 11 domande della Azione 5
– Associazionismo forestale corrispondenti ad un impegno di risorse pubbli-
L’ammontare delle risorse aggiuntive
messe a disposizione per il contributo
pubblico è stato pari a 1,8 milioni di
euro.
41
Delle domande ammesse, n° 31 sono
state soddisfatte con risorse overbooking.
Nell’intero periodo di programmazione
(2000-2005) le domande di adesione
Azione 2 hanno impegnato il 50%
delle disponibilità per Misura mentre il
numero delle domande ha raccolto
poco meno il 29% del totale.
Le domande relative alle Azioni di iniziativa pubblica comprendono il 55%
del totale ed hanno impegnato oltre il
86% delle risorse pubbliche.
Tra gli Interventi di iniziativa privata
l’Azione 3b è quella che ha raccolto il
maggior numero di adesioni con il 29%
del totale ed ha impegnato il 9% di
risorse pubbliche.
Tabella 16 – Misura 2.i - Riepilogo attuazione 2005
Azioni
Domande
n°
Azione 1 Imboschimento dei terreni non agricoli
Azione 2 Interventi di miglioramento eco morfologico
Azione 3a Interventi selvicolturali sosotenibili iniziativa pubblica
Azione 5 Associazionismo forestale
Totale parziale
Azione 3b Interventi selvicolturali sostenibili iniziativa privata
Azione 4 Meccanizzazione forestale
Totale parziale
Totale generale
0
36
1
11
48
10
0
10
58
Progetti
n°
Superficie
dell’intervento
(Ha)
Area di influenza
degli interventi
(Ha)
Contributo
concesso
0
36
1
11
48
0,00
20,83
0,00
0,00
98,96
0,00
9.929,04
10.028,00
0,00
2.076.828,10
64.073,25
89.535,24
2.230.436,59
129.612,91
0,00
129.612,91
2.360.049,50
48
20,83
42,55
0,00
42,55
63,38
10.028,00
NONOEURORAPPORTO
42
Complessivamente sono stati riassegnati 10,5 milioni di euro.
L’elevata differenziazione tipologica
degli interventi, che spazia dai classici
imboschimenti alla creazione e ripristino di manufatti e viabilità forestale agli
interventi di conversione in fustaie, non
facilita il confronto tra le realizzazioni
che possono interessare aree più ampie
rispetto alla mera superficie di occupazione fisica.
In questo caso l’Azione 5 relativa
all’Associazionismo forestale presenta
area di influenza più grande, complessivamente attinge ad un bacino di
poco più di 70 mila ha ma nello specifico gli interventi hanno riguardato
l’assistenza e la promozione di consorzi forestali.
Nel complesso le domande per l’Azione
5 sono state n° 29 che hanno impegnato € 632.270.
Gli interventi relativi all’Azione 3 hanno
interessato rispettivamente Ha 1880 in
ambito dell’iniziativa pubblica e Ha
2700 per l’iniziativa privata ed inoltre
hanno riguardato rispettivamente per i
due settori Km 29 e Km 16 di opere
stradali (Tabella 17).
Misura 2.t
Tutela dell’ambiente in
relazione all’agricoltura,
alla selvicoltura
guire una gestione sostenibile delle
foreste ed una maggiore razionalizzazione delle risorse.
Non sono state ammesse ulteriori
domande durante il 2005, il numero e
l’impegno finanziario permangono con
la stessa entità precedentemente rilevata: N° 30 domande che hanno implicato un’impegno di € 1.235.795,
Le Misure dell’Asse 3
La Misura si inquadra nelle iniziative di
carattere pubblico ed ha per obiettivo
generale di migliorare il livello di conoscenza del sistema forestale per conse-
Per ciò che riguarda l’asse 3 (sviluppo
locale integrato), nell’ambito dell’iniziativa di overbooking, si sono rese disponibili ulteriori risorse che sono andate
ad aggiungersi alle normali economie e
rinunce provenienti dalla fase di collaudo e realizzazione degli interventi.
Tabella 17 – Misura 2.i - Riepilogo attuazione intero periodo fino al 31/12/2005
Azioni
Domande
n°
Azione 1 Imboschimento dei terreni non agricoli
Azione 2 Interventi di miglioramento eco morfologico
Azione 3a Interventi selvicolturali sostenibili iniziativa pubblica
Azione 5 Associazionismo forestale
Totale parziale
Azione 3b Interventi selvicolturali sostenibili iniziativa privata
Azione 4 Meccanizzazione forestale
Totale parziale
Totale generale
65
148
65
29
307
154
53
207
514
Progetti
n°
Superficie
dell’intervento
(Ha)
Area di influenza
degli interventi
(Ha)
Contributo
concesso
86
204
105
29
424
174,05
265,15
1883,8
196,88
1.486,28
139,04
70.305,87
72.128,07
0,00
0,00
0,00
72.128,07
2.607.272,30
9.353.873,75
4.192.531,60
632.270,81
16.785.948,46
1.674.837,49
317.461,15
1.992.298,64
18.778.247,10
0
424
2.323,00
368,53
0
368,53
2.691,53
Per l’intero asse le domande ammesse
del 2005 sono state 193, per un
impegno complessivo di 11,3 milioni di
contributi. Le domande in oggetto
hanno riguardato le misure 3m (commercializzazione di prodotti agricoli di
qualità) con una sola domanda, la
misura 3o (rinnovamento e miglioramento dei villaggi e protezione e tutela
del patrimonio rurale) con 27 domande
per circa 1,8 milioni di contributi, 3p
(diversificazione delle attività del settore agricolo e delle attività affini) con
66 domande per 3 milioni (30% delle
ammissioni), 3r (sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali connesse allo sviluppo dell’agricoltura) con la
quota più rilevante di 99 domande
ammesse per circa 6,3 milioni (60%
delle ammissioni).
In particolare, gli interventi che hanno
caratterizzato maggiormente la misura
3r riguardano quelli relativi all’azione 2
“viabilità rurale” con 63 domande e un
contributo concesso di 4 milioni, che rappresenta il 62% del contributo totale concesso per la misura 3 r e oltre il 35% del
contributo concesso per l’intero Asse 3.
Complessivamente le domande ammesse nel periodo 2000-2005 sono state
1400 ed hanno determinato un contributo complessivo di 89,5 milioni di
euro, con la ripartizione riportata nella
Tabella 18.
NONOEURORAPPORTO
Delle domande totali ben 113 sono
state ammesse beneficiando delle risorse disponibilizzate dall’operazione
“overbooking” equivalenti ad un contributo complessivo di 7,5 milioni. Altre 5
ne hanno usufruito parzialmente perché
già finanziate con la gestione ordinaria
(Figura 7).
Dal punto di vista della distribuzione
territoriale le domande ammesse provengono per il 50% dalle aree comprese in Obiettivo 2. Con la classificazione
delle zone svantaggiate, secondo la Dir
268/75/CEE invece, solamente il
37% delle domande proviene da zone
non svantaggiate. Analogamente anche
la distribuzione delle risorse mantiene
questi caratteri. Con l’esclusione della
Misura 3.p la percentuale del n° di
domande e del contributo si innalzano
rispettivamente al 68% e 62%.
tutela dell’ambiente e sviluppo socioeconomico.
Misura 3.m
6%
Misura 3.r
38%
Misura 3.q
1%
Misura 3.o
12%
L’obiettivo generale dell’Asse 1 di “rafforzamento competitivo del sistema
delle imprese ed evoluzione differenziata della realtà agricola” è stato perseguito su tutto il territorio regionale,
Misura 3.p
43%
Figura 7 – Asse 3 - Distribuzione percentuale del numero di domande fra le
misure
Sintesi del Rapporto di
Valutazione Intermedia al 2005
L’attività valutativa è stata incentrata
sul completamento della Valutazione
Intermedia, terminata al 31 dicembre,
che ha dato fondamentali contributi per
la definizione delle strategie e della
struttura del nuovo piano.
L’elemento chiave che ha caratterizzato
la strategia del Piano Regionale di
Sviluppo Rurale 2000-2006 è stato la
promozione di un’evoluzione differenziata delle diverse realtà agricole presenti in regione, grazie alla valorizzazione dei punti di forza specifici di ciascuna e ad un’integrazione virtuosa fra
Tabella 18 – Misura 3.m - Distribuzione delle domande per classe di investimento nel periodo 2000-2005
Misura
Misura 3 m
Misura 3 o
Misura 3 p
Misura 3 q
Misura 3 r
Totale
43
Domande
ammesse
Spesa
ammissibile
Contributo
pubblico
FEOGA
87
169
599
14
531
1400
11.398.677,37
25.757.574,08
67.420.144,26
10.454.441,40
52.584.408,95
167.615.246,06
4.313.906,09
16.402.579,70
26.430.608,27
7.090.869,85
35.355.176,82
89.593.140,73
1.617.714,78
7.381.160,87
9.911.478,10
3.190.891,43
15.909.829,57
38.011.074,75
Il sostegno complessivamente erogato
dall’Asse 1 ha incentivato l’attivazione di risorse finanziarie private di
importo superiore alle risorse pubbliche erogate (per ogni euro di contributo sono stati attivati investimenti complessivi pari a circa 2,08 euro, con una
partecipazione privata di 1,08 euro).
In particolare, l’attivazione di risorse
private è stata più ingente nel caso del
sostegno attivato dal Piano ai giovani
agricoltori, di cui è emersa una forte
propensione agli investimenti, con conseguente contributo allo sviluppo dell’agricoltura regionale: la stragrande maggioranza (83%) dei giovani beneficiari
neo-insediati ha realizzato, a seguito
dell’acquisizione della titolarità aziendale, investimenti di
adattamento/miglioramento strutturale, attivando risorse finanziarie pari a 3
volte i contributi pubblici ricevuti.
Effetti netti rispetto all’obiettivo di
miglioramento dei redditi agricoli sono
stati complessivamente positivi soprattutto per le misure 1.a (investimenti
44
nelle aziende agricole) e 1.b (insediamento giovani agricoltori) determinando
un impatto positivo sull’economia regionale. A livello regionale, la crescita del
reddito netto totale generato dai beneficiari della misura è stimato nello 0,8%.
L’occupazione nelle aziende beneficiarie
è aumentata del 5,6% e il reddito da
lavoro agricolo del 27%. Il miglioramento dell’efficienza aziendale è legato
strettamente agli investimenti sovvenzionati: a differenza delle imprese beneficiarie per il miglioramento della trasformazione dei prodotti agricoli, non si
è verificato uno stimolo verso l’introduzione dei sistemi volontari di certificazione, poco diffusi nel settore agricolo.
L’impatto positivo sull’economia regionale è inoltre accompagnato da un
aumento (+9%) del numero di unità
lavorative occupate nelle aziende agricole condotte da giovani agricoltori
beneficiari del premio di insediamento.
Un contributo verso il miglioramento
dei redditi agricoli è dato anche dagli
aiuti alla trasformazione, tramite le
ricadute positive sulle aziende agricole
conferenti: i prezzi delle materie prime
sono mediamente aumentati nei settori
carne e cereali, mentre si sono stabilizzati nei settori lattiero caseario, vino e
ortofrutta.
Effetti positivi sono stati verificati
riguardo all’obiettivo di miglioramento
NONOEURORAPPORTO
delle condizioni di lavoro, riscontrato
dal 79% delle aziende agricole beneficiarie nella misura 1.a e dal 64% dei
beneficiari della misura 1.g. Anche le
condizioni di produzione sono migliorate, in particolare considerando l’impatto degli investimenti sul benessere
degli animali negli allevamenti dove,
attraverso l’adozione di norme più
restrittive di quelle cogenti, sono stati
rilevati valori molto positivi per tutte le
specie considerate.
Gli investimenti sovvenzionati in tutte
le misure hanno rispettato, se non
migliorato, la gestione sostenibile delle
risorse naturali, facendo proprie le priorità prettamente ambientali promosse
dalla selezione dei progetti
La Misura 1.b (insediamento dei giovani agricoltori) ha avuto un impatto
positivo rispetto all’obiettivo di favorire
il ricambio generazionale. Gli aiuti
all’insediamento hanno determinato un
aumento consistente (+33%) del
numero di giovani titolari di azienda
agricola neo-iscritti alla sezione agricoltura delle CCIAA, con evidenti effetti di
accelerazione dell’acquisizione della
titolarità aziendale nonché di adeguamento strutturale delle aziende agricole
in cui i giovani si insediano. Le criticità
emerse, d’altro canto, riguardano l’importo del premio troppo esiguo (inferiore a 25.000 euro) per incidere in
maniera decisiva sulle scelte aziendali,
nonché l’alta propensione dei beneficiari ad insediarsi ugualmente, nonostante
l’incentivo concesso (oltre il 90% si
sarebbe insediato anche in assenza di
premio). L’integrazione del sostegno
all’insediamento con gli aiuti agli investimenti aziendali e l’incremento del
premio sono perciò fortemente raccomandati per il prossimo periodo di programmazione, in modo da rafforzare le
sinergie positive tra aiuti all’insediamento e agli investimenti aziendali.
La Misura 1.c (formazione professionale) ha registrato degli impatti positivi
sullo svolgimento dell’attività lavorativa
normalmente svolta dai partecipanti ai
corsi finanziati con l’obiettivo di migliorare le conoscenze e le competenze
professionali, con particolare riguardo
agli effetti percepiti sulla condizione
lavorativa. La formazione finanziata ha
reso possibile l’introduzione e l’applicazione di metodi e pratiche rispettosi
dell’ambiente, miglioramenti gestionali
e la crescita del valore aggiunto delle
attività esistenti, il ri–orientamento e
la riconversione delle attività aziendali.
Rispetto all’obiettivo del Piano di
miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei
prodotti agricoli, è stata rilevata una
spiccata tendenza alla razionalizzazione dei processi di produzione da parte
delle imprese beneficiarie, attraverso
l’implementazione di sistemi volontari
di certificazione. L’efficienza economica
delle imprese agroindustriali sovvenzionate, misurata con l’indice della redditività delle vendite, ha evidenziato risultati differenziati in base al settore produttivo: in crescita per lattiero-caseario
e vitivinicolo, in calo per carne, cereali
e ortofrutta.
L’orientamento regionale verso la qualità emerge chiaramente considerando
l’elevato numero di produzioni tipiche
riconosciute ai sensi della normativa
comunitaria e nazionale. Gran parte
della crescita del fatturato delle imprese sovvenzionate è imputabile a produzioni di qualità, inoltre l’analisi dell’andamento regionale dei fatturati e dei
prezzi mostra un loro sostanziale consolidamento e una crescente diffusione
e riconoscimento di tali produzioni sul
mercato, rafforzato dal PRSR: il 77%
dei beneficiari del piano adotta disciplinari di produzione riconosciuti a livello
comunitario e il 22% sistemi di qualità
(Iso 9000, Iso 14000 – EMAS,
HACCP). In particolare, effetti positivi
sono stati riscontrati per le imprese che
lavorano prodotti biologici, con ricadute
anche sui produttori agricoli.
Le principali raccomandazioni per la
programmazione 2007-2013 riguardano la necessità di adottare strategie per
migliorare la commercializzazione dei
prodotti agricoli. La realizzazione di un
NONOEURORAPPORTO
approccio di filiera può essere effettuata tramite: la chiara individuazione
delle filiere, delle rispettive fasi e quindi
dei prodotti che dovranno essere interessati dal sostegno; il rafforzamento
dell’approccio territoriale adottato nell’attuale periodo di programmazione:
䡵 individuazione delle aree regionali
dove è possibile massimizzare gli effetti positivi dati dal ricambio generazionale e dall’adeguamento/miglioramento delle aziende agricole condotte da
giovani agricoltori (occupazione, equilibrio nella composizione della popolazione rurale);
䡵 la definizione di interventi a scala
locale per la valorizzazione del ruolo
multifunzionale dell’agricoltura e per la
promozione della diversificazione delle
attività economiche nei territori rurali.
Relativamente all’Asse 2 si conferma il
positivo impatto degli interventi
agroambientali e forestali sulla qualità
del suolo, in particolare nella riduzione
dei fenomeni di erosione del suolo derivanti o correlati all’attività agricola.
La valutazione degli effetti dell’Asse
sulla salvaguardia della qualità delle
acque superficiali e profonde, definita
in termini di minor livello di contaminazione chimica di origine agricola, ha
portato a risultati positivi, pur non mancando alcuni elementi di criticità o problematici.
Le misure agroambientali e forestali
hanno determinato dei buoni risultati
anche in relazione all’obiettivo della
salvaguardia della biodiversità.
Sono apparsi evidenti anche gli effetti
complessivamente positivi delle misure
agroambientali e forestali rispetto all’obiettivo di preservare e valorizzare il
paesaggio, giudizio basato sulla valutazione del contributo degli interventi al
mantenimento della coerenza, della differenziazione e della identità culturale
dei terreni agricoli.
vento sulle infrastrutture, il Piano ha
contribuito a significativi effetti di
miglioramento in termini di:
䡵
chilometri di strade rurali ripristina-
te;
䡵 abitazioni interessate dalle operazioni;
䡵
utenze rurali collegate;
䡵 riduzione dei tempi di percorrenza
(nella media del 50%).
Mentre sono riconosciute indispensabili
le funzioni svolte dall’attività agricola e
dagli agricoltori, nelle zone svantaggiate: economica, sociale, culturale ma
soprattutto ambientale (“manutenzione
del territorio”), con benefici per l’intera
collettività e per gli altri settori produttivi, come il turismo, allo stesso tempo il
ruolo svolto dall’Indennità compensativa risulta quantitativamente poco significativo; è scarsa la capacità di compensare i maggiori costi, la minore produttività, quindi il minor reddito derivanti
dai maggiori vincoli di natura ambientale che gravano sulle aziende operanti
nelle zone svantaggiate della regione.
Gli interventi relativi alla promozione
dei prodotti agricoli di qualità hanno
generato effetti molto limitati e nessun
meccanismo virtuoso sull’economia
delle aree rurali, infatti le ricadute
positive sono legate più frequentemente alla capacità imprenditoriale del singolo ed il più delle volte si restringono
ai circuiti agrituristici. A questo riguardo, dobbiamo segnalare che le operazioni si sono concentrate essenzialmente sulla commercializzazione di alcuni
prodotti già “forti”, provenienti dal settore lattiero-caseario (e qui non va
dimenticato il peso del marchio del
Parmigiano-Reggiano) e vitivinicolo.
La politica di sviluppo rurale promossa
dall’Emilia Romagna con l’Asse 3 ha
complessivamente impegnato il 10,2 %
delle risorse programmate per il PRSR
(836,6 milioni), equivalenti a 85,5
milioni di euro e nel settore dell’inter-
Un dato emerso dalle attività di valutazione intermedia è l’aumentata consapevolezza della popolazione
rispetto al valore delle risorse territoriali ed ambientali ed il conseguente accento che viene posto sugli aspetti
45
di attrattività turistica. A fianco di ciò, è
interessante la sottolineatura degli
effetti positivi su ambiente e paesaggio
degli interventi infrastrutturali pubblici,
in special modo sull’edilizia rurale, che,
al di là della loro natura puntuale,
determinano un aumento del valore
d’uso sociale dei territori nella loro
complessità, generando effetti emulativi nei beneficiari privati.
NONOEURORAPPORTO
46
2.3.2.
OBIETTIVO 2
L’obiettivo 2 è finalizzato a sostenere
la riconversione economica e sociale
delle zone con problemi strutturali e si
applica alle zone in fase di cambiamento socioeconomico nei settori dell’industria e dei servizi, nelle zone rurali in
declino, nelle zone urbane in difficoltà
e nelle zone dipendenti dalla pesca in
crisi. Il cofinanziamento comunitario è
assicurato dal Fondo Europeo di
Sviluppo Regionale(FESR).
Il Documento Unico di Programmazione
(DocUP) 2000-2006 relativo all’Obiettivo 2 della Regione Emilia-Romagna è
stato approvato dalla Commissione
Europea7 con un costo complessivo di
oltre 263 milioni di euro per l’intero
periodo 2000-2006 e si articola in tre
assi di intervento: sostegno alle imprese, programmazione negoziata per lo
sviluppo locale, assistenza tecnica.
Aree interessate
L’area della regione Emilia-Romagna
inclusa nella programmazione
dell’Obiettivo 2 per il periodo 20002006 interessa 130 comuni, pari al
38% del totale dei comuni ed una
popolazione di 387.651 persone (corrispondente al 9,8% della popolazione
complessiva regionale), corrisponde
alle zone più decentrate rispetto
alla via Emilia, ovvero l’asse lungo
il quale si è sviluppato il robusto
sistema produttivo a cui viene
generalmente associata l’immagine
della regione. In sintesi le aree
Obiettivo 2 ed a sostegno transitorio
Asse 3
2. la sub area appenninica
3. l’area appenninica a sostegno transitorio
4. l’area della pianura centrale a
sostegno transitorio.
Il 2005 ha visto un’ulteriore conferma
del positivo andamento generale, sia
dal punto di vista dell’esecuzione finanziaria che di rispondenza ai risultati
attesi. Il programma si trova in uno
stadio prossimo alla conclusione e sicuramente per quel che riguarda la strategia ma anche rispetto all’individuazione
dei progetti da finanziare, lo si può
considerare ad una fase piuttosto avanzata.
Figura 8
Totale
Sostegno alle imprese
Programmazione negoziale
per lo sviluppo locale
Assistenza tecnica
Totale
1. la sub area orientale
2.3.2.1. Stato di attuazione
del DocUP Emilia-Romagna
Obiettivo 2 (2000-2006)
Tabella 19 – DocUP Obiettivo 2 Regione Emilia-Romagna – piano finanziario 2000-2006
Asse 1
Asse 2
della regione Emilia-Romagna per il
periodo di programmazione 20002006 si articolano in quattro sub-aree
(Figura 8):
FESR
Stato
Regione
Altri pubblici
Privati
101.954.144 50.977.072 36.683.951 15.293.121
—
—
154.127.864 73.194.871 51.505.590 15.734.180
7.722.858 3.861.429 2.703.000 1.158.429
263.804.866 128.033.372 89.892.541 32.185.730
6.728.192
6.965.031
6.728.192
8.965.031
Nell’annualità 2005 si sono concretizzati gli effetti derivanti dalle modifiche
occorse al piano finanziario, modifiche
riconducibili a:
7
Decisione C (2004) 3962 dell’8 ottobre
2004 che modifica la decisione (2001)
2797 del 14 novembre 2001.
NONOEURORAPPORTO
䡵 inserimento delle risorse derivanti
dalla riserva di premialità e attribuite,
per l’area obiettivo 2 all’asse 1 e
all’asse 2 in base al peso proporzionale tra gli assi; per l’area a Sostegno
Transitorio invece, in considerazione
della loro esiguità, dette risorse sono
state assegnate interamente all’asse 2,
nello specifico alla misura 2.3;
䡵 trasferimento di risorse dall’asse 1
all’asse 2, interamente all’area Obiettivo 2, con l’intento di sostenere attività
di ricerca e di innovazione, nell’ottica di
finanziare progetti volti a favorire i processi di trasferimento tecnologico, in un
più generale contesto di collaborazione
tra Università e mondo delle imprese.
Sul finire del 2005 infine, nell’ambito
dell’asse 1 si è provveduto al trasferi-
mento di ulteriori risorse dalla misura
1.1 alle misure 1.2, 1.3 e 1.4 a causa
della loro maggiore capacità di assorbimento delle risorse e dei tempi di rendicontazione più snelli e veloci.
Di seguito vengono sintetizzati i
momenti più significativi nell’avanzamento delle singole misure
Asse 1
Misura 1.1
“Sviluppo delle attività produttive”
La Misura è gestita dal Ministero delle
Attività Produttive e mira al consolidamento, sviluppo e qualificazione del
sistema produttivo attraverso la conces-
sione di incentivi agli investimenti delle
imprese industriali e artigiane; la sua
attuazione, attraverso l’utilizzo della
Legge 488/92 (bandi 11°, 14°,
17°), è regolata dalla Convenzione tra
la Regione Emilia-Romagna e MAPDGCII del 24/03/2003.
Nel corso del 2005 si sono venute a
determinare diverse revoche di contributo, per cui il numero di progetti
finanziati al 31.12.2005 risulta inferiore a quello dello scorso anno, così
come il totale degli investimenti attivati
che a quella data risulta essere pari a
complessivi 114.345.719,39 euro per
un totale di contributi pari a
13.863.307,18 euro (Tabella 20).
Tabella 20 – Misura 1.1 (Bandi 11°-14°-17°) – Stato di avanzamento finanziario
Bandi
Area
11°
11°
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale
14°
14°
17°
17°
Totale
N° progetti
Investimenti progetti
finanziati
Contributi
13
6
19
33
2
35
8
4
12
54
12
66
33.634.772,01
7.843.947,38
41.478.719,39
43.678.000,00
1.710.000,00
45.388.000,00
23.946.000,00
3.533.000,00
27.479.000,00
101.258.772,01
13.086.947,38
114.345.719,39
3.247.859,00
639.684,18
3.887.543,18
5.418.620,00
161.773,00
5.580.393,00
4.053.460,00
341.911,00
4.395.371,00
12.719.939,00
1.143.368,18
13.863.307,18
47
Misura 1.2
“Innovazione e qualificazione
imprenditoriale della piccola impresa”
La misura è a bando sempre aperto,
con scadenza annuale prevista per la
fine di febbraio di ogni anno. La sua
gestione è delegata alle province che,
come in tutte le misure delegate, si
occupano dell’istruttoria, della compilazione e approvazione delle graduatorie,
nonché della concessione e liquidazione
dei contributi. Al 31.12.2005 risultavano finanziate 549 imprese cui sono
stati concessi più di 22 milioni di euro
di contributi a fronte di un totale di
investimenti pari a circa 73 milioni di
euro.
Gli obiettivi specifici di riferimento
sono: attrarre nuovi investimenti e consolidare il sistema produttivo locale;
promuovere l’innovazione tecnologica;
consolidare e riqualificare le attività esistenti in una più generale tipologia di
intervento di aiuti alle piccole e medie
imprese. Nella Tabella 21 i dettagli
dello stato di avanzamento della misura al 31.12.2005.
Misura 1.3
“Riqualificazione e sviluppo
delle imprese turistiche e commerciali”
La misura è divisa in azione A e azione B, riconducibili a grandi linee rispettivamente alle tipologie di intervento
NONOEURORAPPORTO
48
Tabella 21 – Misura 1.2 – Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Domande
finanziate
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale mis. 1.2
Tabella 22 – Misura 1.3 azione A - Stato di avanzamento finanziario
Investimenti
domande
finanziate
Contributi
concessi
57 4.362.980,72
62 9.582.529,20
53 11.503.083,04
79 9.367.442,11
54 6.155.723,97
86 14.221.025,85
68 8.568.992,34
63 6.882.681,68
27 2.272.502,67
549 72.916.961,58
1.646.059,68
2.904.411,98
2.737.221,81
2.718.637,49
2.078.057,50
5.045.941,55
2.573.917,55
2.031.255,91
876.510,41
22.612.013,88
Provincia
Domande
finanziate
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale 1.3 azione A
䡵 Azione A 䡵 Azione B
80%
64%
76%
75%
62%
60%
50% 50%
40%
36%
20%
20%
0%
39%
medie imprese che realizzano investi35%
25%
24%
717.372,71
976.276,80
1.122.644,83
1.690.302,72
692.923,21
2.754.847,71
1.352.393,96
1.245.945,43
363.941,44
10.916.648,81
cazione ed il sostegno alle piccole e
50% 50%
40%
38%
9 2.315.439,71
18 3.518.871,52
18 3.963.841,25
20 6.454.982,92
11 2.050.343,65
48 8.950.414.64
26 4.336.552,20
19 5.634.375,52
4 1.252.658,24
173 38.477.479,65
L’azione A ha come obiettivo la qualifi-
65%
61%
60%
Contributi
concessi
Azione A
“Qualificazione e sostegno
delle imprese del turismo”
100%
80%
Investimenti
domande
finanziate
menti nel settore del turismo. Nel
2005 non sono stati previsti bandi; si
rileva che, sia per le aree Obiettivo 2
che per quelle a Sostegno Transitorio, il
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale
primo triennio di programmazione può
considerarsi chiuso, dal momento che
Figura 9 – Mis. 1.3 - Ripartizione delle risorse tra azione A e azione B
tutti i progetti finanziati sono conclusi
afferenti il turismo e gli aiuti alle piccole e medie imprese; la sua attuazione è interamente delegata alle provin-
ce che hanno così avuto la facoltà di
definire l’ammontare di risorse tra le
due azioni.
ed i relativi contributi erogati. La situazione su questa azione al 31.12.2005
è delineata nella Tabella 22.
NONOEURORAPPORTO
49
Tabella 23 – Misura 1.3 azione B - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Domande
finanziate
Investimenti
domande
finanziate
Contributi
concessi
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale 1.3 azione B
41 1.611.694,92
84 2.947.769,94
50 2.083.842,50
58 2.330.460,99
53 3.230.298,74
142 6.647.686,65
19 1.856.242,44
28 6.094.807,74
5
866.234,01
480 27.669.037,93
606.432,50
828.833,52
594.380,43
639.003,94
986.605,44
1.930.920,92
497.731,77
721.826,93
207.921,10
7.013.656,55
Azione B
“Valorizzazione delle attività
commerciali in zone sfavorite”
gno delle piccole e medie imprese commerciali e dei pubblici esercizi. Anche
in questo caso la gestione è delegata
alle province. La misura 1.3B è a
L’azione B ha come obiettivo il soste-
bando aperto, con scadenza annuale
prevista per la fine di febbraio per ciascun anno successivo al 2002 fino al
2006. Al pari dell’azione A, anche per
l’azione B il primo triennio di programmazione può considerarsi chiuso dal
momento che tutti i progetti finanziati
risultano conclusi ed il relativo contributo erogato. La situazione dettagliata
per provincia al 31.12.2005 è delineata in Tabella 23.
Per quanto riguarda la ripartizione delle
risorse per provincia, si era già osservato che, in fase di programmazione,
fatta eccezione per Bologna e Rimini le
cui risorse disponibili furono divise
equamente tra le due azioni, tutte le
province hanno mirato ad incentivare
100%
䡵 Azione A 䡵 Azione B
82%
80%
83%
82%
74%
75%
74%
42%
40%
26%
0%
60%
58%
60%
20%
74%
18%
Piacenza
26%
18%
Parma
40%
56%
26%
17%
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Figura 10 – Mis. 1.3 - Percentuale di realizzazione tra azione A e azione B
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Misura 1.4
“Sviluppo dell’autoimprenditorialità
e microimpresa”
Obiettivo della misura è sostenere lo sviluppo di attività economiche che facilitino
la creazione di opportunità di reddito e di
occupazione; si articola in tre azioni:
Azione A
“Sostegno di progetti professionali”
44%
25%
maggiormente le imprese turistiche;
tuttavia, considerando la percentuale di
realizzazione delle due azioni rispetto
alla totalità della misura emerge che,
ad esclusione della provincia di
Ravenna, ad una maggiore dotazione
sull’azione A non corrisponde un pari o
adeguato grado di realizzazione, denotando così una apparente sofferenza
nella misura; a questa situazione concorrono i tempi di chiusura dei progetti,
sicuramente più lunghi rispetto a quelli
di altre misure: se si estende l’analisi
dai progetti conclusi a quelli presentati
sulla misura dunque, il livello di avanzamento può considerarsi nel complesso buono (Figura 10).
Totale
L’azione A ha come obiettivo il sostegno di progetti professionali di attività
specialistiche legate all’economia della
conoscenza, alla società dell’informazione e allo sviluppo sostenibile. E’ una
misura non delegata: competono alla
Regione Emilia-Romagna dunque l’i-
NONOEURORAPPORTO
50
Il dettaglio dell’azione per ogni provincia
è fornito in Tabella 25.
Tabella 24 – Misura 1.4 azione A - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Domande
finanziate
Investimenti
domande
finanziate
Contributi
concessi
10
38
38
45
22
62
12
17
240
188.394,05
539.748,51
524.395,74
603.157,86
288.235,81
881.197,36
181.831,16
246.491,01
3.453.451,50
96.322,57
311.372,46
226.265,57
296.524,00
163.643,20
435.950,39
97.712,49
147.894,59
1.748.815,39
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Totale 1.4 azione A
Tabella 25 – Misura 1.4 azione B - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Domande
finanziate
Investimenti
domande
finanziate
Contributi
concessi
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale 1.4 azione B
13 1.159.520,31
28 1.867.846,66
33 1.818.024,56
34 1.770.967,08
24 2.330.687,54
60 6.329.964,56
29 2.247.271,00
16 1.202.776,83
6
618.976,16
243 19.346.034,70
540.613,13
892.732,23
710.182,46
840.801,12
1.067.631,75
2.468.236,72
1.011.849,90
561.112,12
285.772,62
8.378.932,05
struttoria, la compilazione e l’approvazione delle graduatorie, la concessione
e la liquidazione dei contributi.
Azione B
“Sostegno di nuove microimprese”
Il dettaglio dell’azione per ogni provincia è fornito in Tabella 24.
L’azione B ha come obiettivo il sostegno all’avvio e al primo investimento
di nuove microimprese operanti nel set-
tore manifatturiero. Il bando della
misura, delegata alle province, è sempre aperto, con scadenza annuale prevista per la fine di febbraio di ogni
anno successivo al 2002 fino al 2005
per i destinatari le cui imprese si trovano in aree a Sostegno Transitorio, fino
al 2006 per quelle situate in aree
Obiettivo 2. Anche per questa misura,
per le aree in Obiettivo 2 il primo triennio di programmazione risulta chiuso in
quanto tutti i progetti presentati sono
stati conclusi e finanziati.
Al 31.12.2005 risultavano finanziate
complessivamente 243 domande per un
totale di contributi pari a più di 8 milioni
di euro, a sostegno di un volume di investimenti pari a più di 19 milioni di euro.
Azione C
“Sostegno alle imprese sociali”
L’azione C ha come obiettivo la promozione e lo sviluppo di imprese sociali,
sia produttive che di servizi; al pari dell’azione A è una misura a gestione
regionale. Anche in questo caso inoltre,
nel corso del 2005 c’è stato un nuovo
bando, la cui istruttoria si è conclusa
nei primi mesi del 2006, per cui al
31.12.2005 non ci sono stati cambiamenti rispetto alla fine del 2004: risultano finanziate 40 domande, per un
totale di contributi pari a più di un
milione di euro a fronte di un investimento pari a più di 2 milioni e 500
mila euro. Per l’analisi dettagliata per
provincia si veda Tabella 26.
Tabella 26 – Misura 1.4 azione C - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale
Domande
finanziate
Investimenti
domande
finanziate
Contributi
concessi
5
3
7
11
12
1
1
40
324.004,77
135.218,36
277.843,38
658.094,96
940.629,94
88.132,29
259.289,00
2.683.212,70
137.013,12
54.087,34
122.120,26
319.578,49
434.550,22
35.252,92
100.000,00
1.202.602,35
NONOEURORAPPORTO
Misura 1.5
“Sostegno allo start up
di imprese innovative”
ne privata denominato “INGENIUM”.
La Misura ha l’obiettivo di favorire la
capitalizzazione delle piccole e medie
imprese, tramite la costituzione di un
fondo di capitale di rischio a compartecipazione privata, finalizzato a sostenere l’avvio e lo sviluppo di progetti di
imprese derivanti da spin off accademici e di ricerca o comunque riferibili ad
attività di carattere innovativo o ad alta
tecnologia, attraverso l’acquisizione di
quote di capitale sociale di piccole e
medie imprese.
Il bando volto ad individuare il soggetto gestore è stato emanato nell’Agosto
2003; l’aggiudicazione dell’appalto è
avvenuta in base al criterio dell’offerta
economica più vantaggiosa; tra i sette
progetti risultati ammissibili, è stata
selezionata l’Associazione Temporanea
d’Impresa Zernike Group Holding BV e
Meta Group Srl come gestore del fondo
di capitale di rischio a compartecipazio-
La dotazione finale del fondo è di
13.862.914,11 euro di cui
10.534.129,26 euro di risorse pubbliche e 3.328.784,85 euro di risorse
private. Dal punto di vista dell’esecuzione finanziaria, al 31.12.2005 la
misura risulta chiusa in quanto sono
stati effettuati pagamenti relativi all’intero ammontare delle risorse a disposizione da piano finanziario. Nel corso
del 2005 inoltre, sono state avviate
attività di informazione sulla misura e
sulle sue potenzialità anche grazie
all’attivazione di un sito dove è possibile reperire le informazioni relative allo
stato di attuazione del fondo.
Misura 1.6
“Sviluppo di progetti di innovazione
e ricerca”
zare i rapporti tra la ricerca e le
imprese; consolidare e riqualificare le
attività esistenti; promuovere l’innovazione tecnologica; promuovere l’imprenditorialità nei nuovi servizi. Come
è stato già messo in evidenza, la
misura è stata oggetto della forte
riprogrammazione finanziaria del
DocUP che ha portato ad una riduzione della sua dotazione da piano finanziario; quest’operazione da un lato ha
reso più elevati i livelli di attuazione
finanziaria dall’altro ha portato di
fatto alla chiusura della misura stessa;
al pari delle misure 1.4a e 1.4c, la
misura 1.6 è a gestione regionale ed
anche in questo caso nel corso del
2005 si è avuto un altro bando, la cui
istruttoria è terminata nei primi mesi
del 2006; di conseguenza, lo stato di
51
avanzamento finanziario al
31.12.2005 non ha subito cambiamenti rispetto alla fine del 2004,
quando, essendosi verificata una revoca durante l’anno in corso, i progetti
finanziati risultavano essere 5, con un
ammontare di contributi concessi pari
a 808.365,22 euro a sostegno di un
volume di investimenti pari a
1.676.230,72 euro. Per il dettaglio
della misura per ogni provincia si
vedano Tabella 27 e Figure 11 e 12.
Considerando l’asse 1 nella sua totalità, al 31.12.2005 risultavano finanziati 1.796 progetti, con una percentuale
di contribuzione DocUP pari al 24%: a
fronte di un volume di investimenti pari
a più di 280 milioni di euro infatti,
sono stati concessi più di 66,5 milioni
di euro di contributi (Figura 13).
Gli obiettivi di riferimento sono: raffor66.544.341,43
1.796
Tabella 27 – Misura 1.6 - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Piacenza
Reggio Emilia
Ferrara
Ravenna
Totale mis. 1.6
Domande
finanziate
Investimenti
domande
finanziate
Contributi
concessi
1
2
1
1
5
156.000,00
769.309,27
502.451,02
248.470,43
1.676.230,72
78.000,00
354.905,00
251.225,00
124.235,22
808.365,22
Numero domande finanziate
Cofinanziamento docUP
Figura 13 – Totale Asse 1
280.568.128,17
Totale investimenti attivati
NONOEURORAPPORTO
52
Asse 2
2000
1730
1500
1000
500
410
131
0
PC
235
PR
193
RE
236
171
MO
167
BO
FE
RA
144
FC
RN
Figura 11 – Asse 1 - Numero di domande finanziate per provincia
FC
12
RN
3
PC
6
PR
11
RA
11
RE
13
FE
23
43
MO
12
BO
9
Figura 12 – Asse 1 - Percentuale spese sostenute per provincia
Totale
L’asse 2 “Programmazione negoziata
per lo sviluppo locale” costituisce l’elemento di forte caratterizzazione del
programma, sia come allocazione di
risorse (oltre il 50%) che come modalità di attuazione: sono stati definiti criteri di distribuzione preventiva delle
risorse, basati su elementi territoriali e
demografici, attraverso i quali sono
stati definite le risorse da assegnare
alle province che, dopo aver definito i
Programmi di Sviluppo Locale (PSL),
hanno avviato la fase di concertazione
con gli attori locali finalizzata ad individuare le proposte progettuali da candidare nelle Conferenze di Programma
provinciali; successivamente, si è proceduto alla valutazione dei progetti in
base ad una verifica di ammissibilità, di
fattibilità e di coerenza rispetto alle
strategie del PSL. Parallelamente ai
progetti prioritari, le province hanno
inoltre presentato una graduatoria di
progetti di riserva da attivare con economie che si fossero rese disponibili da
saldi inferiori al contributo concesso in
sede di Conferenza, da ribassi d’asta o
da eventuali rinunce dei soggetti beneficiari.
Per quanto riguarda il primo triennio di
programmazione, 2001/2003, proprio
in virtù del meccanismo delle riserve,
risultano finanziati complessivamente
472 progetti, di cui 95 nell’area orientale, 357 nell’appennino e 20 nell’area a sostegno transitorio della pianura; gli investimenti attivati ammontano
ad oltre 111 milioni di euro, di cui
quasi 100 nell’area Obiettivo 2. Di
seguito lo stato di realizzazione e conclusione dei progetti nel corso del
2005 per ciascuna misura:
Misura 2.1
“Rafforzamento competitivo
dell’area orientale”
Al 31.12.2005 2005 risultavano conclusi 52 progetti, con una percentuale
di realizzazione pari al 55%; a fronte
Tabella 28
Provincia
Numero
progetti
finanziati
Ferrara
Ravenna
Totale
76
20
95
Progetti
saldati
Spese
sostenute
Cofinanziamento
DocUP
41 12.362.732,58
11 3.233.673,82
52 15.596.406,40
7.763.267,64
1.680.765,44
9.444.033,08
NONOEURORAPPORTO
di un totale di spesa pari a più di 15
milioni di euro sono stati concessi quasi
9,5 milioni di euro di contributi
(Tabella 28).
Misura 2.2
“Valorizzazione della risorsa
montagna”
Al 31.12.2005 la misura presentava
uno stato di realizzazione più che
apprezzabile: la provincia di Reggio
Emilia aveva chiuso il primo triennio e
le restanti province presentavano un
discreto stato di avanzamento; nel
complesso, a fine 2005 risultavano
conclusi 254 progetti, con una percentuale di realizzazione pari al 71%, i
contributi concessi ammontano a più di
21 milioni di euro a fronte di un totale
di spesa pari a più di 36 milioni di
Provincia
Piacenza
Parma
Reggio-Emilia
Modena
Bologna
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale
Numero
progetti
finanziati
34
44
68
74
66
13
42
16
357
Progetti
saldati
Spese
sostenute
Cofinanziamento
DocUP
29 4.111.530,79
26 6.452.952,10
68 6.923.801,52
57 6.043.714,17
33 4.015.209,70
8 2.186.367,28
25 5.173.542,45
8 1.221.848,34
254 36.128.966,35
2.924.698,57
4.296.526,42
3.952.525,65
3.288.669,01
2.082.281,64
1.093.183,74
3.473.426,28
623.319,04
21.734.630,35
Reggio Emilia
Modena
Totale
314
䡵 Numero progetti conclusi
䡵 Numero progetti fnanziati
600
400
200
70
29
26
34
PC
44
PR
63
41
33
77
RE
85
MO
66
BO
76
FE
19
25
32
RA
42
FC
8
16
RN
472
Totale
Figura 14 – Asse 2 primo triennio - Progetti approvati e conclusi per provincia
euro. Per il dettaglio per provincia si
veda Tabella 29).
Misura 2.3
“Qualificazione avanzata
del sistema produttivo dell’area
a sostegno della pianura”
Dei 20 progetti finanziati, al
31.12.2005 ne risultavano conclusi 8,
con un totale di contributi concessi pari
a più di un milione di euro a fronte di
una spesa pari a quasi 2,5 milioni di
euro (Tabella 30, Figure 14 e 15).
Considerando l’Asse 2 nella sua totalità, al 31.12.2005 sui 472 progetti
finanziati nel primo triennio, ne risulta-
Tabella 31 – Misura 2.1 Secondo triennio di programmazione 2004/2006:
numero progetti approvati, investimento complessivo e contributo richiesto
Tabella 30
Provincia
800
0
Tabella 29
53
Numero
progetti
finanziati
Progetti
saldati
Spese
sostenute
Cofinanziamento
DocUP
Province
9
11
20
2
6
8
1.422.968,89
1.072.204,88
2.495.173,77
569.187,56
600.325,68
1.169.513,24
Ferrara
Ravenna
Totale
Numero
progetti
Investimento
complessivo
Cofinanziamento
DocUP
38 48.225.871,82
14 10.452.500,00
52 58.678.371,82
27.847.161,51
4.874.809,25
32.721.970,76
NONOEURORAPPORTO
䡵 Spese effettivamente sostenute e certificate
䡵 Cofinanziamento DocUP
60.000.000,00
vano conclusi 314, con una percentuale di realizzazione complessiva pari al
67%; a fronte di una spesa totale pari
a più di 54 milioni di euro sono stati
concessi più di 32 milioni di euro di
contributi (Figura 16).
54.220.546,52
54
32.348.176,67
50.000.000,00
40.000.000,00
0
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
1.221.848,34
Rimini
Figura 15 – Asse due primo triennio - Spese sostenute e confinanziamento DocUP per provincia
Province
32.348.176,67
54.220.546,52
Spese effettivamente sostenute e certificate
Cofinanziamento DocUP
Figura 16 – Asse 2 primo triennio
Totale
Grazie alle risorse aggiuntive derivanti
dalla premialità e dalla riprogrammazione, il numero dei progetti effettivamente finanziati risulta essere maggio-
Tabella 32 – Misura 2.2 Secondo triennio di programmazione 2004/2006:
numero progetti approvati, investimento complessivo e contributo richiesto
314
Numero progetti conclusi
623.319,04
5.173.542,45
3.473.426,28
5.420.041,10
2.773.949,18
12.362.732,58
7.763.267,64
4.015.209,70
2.082.281,64
7.115.919,05
3.888.964,69
8.346.770,41
4,521,713.21
6.452.952,10
4.111.430,79
00.000.000,00
2.924.698,57
20.000.000,00
4.296.526,42
30.000.000,00
Per quanto riguarda il secondo triennio
di programmazione, 2004/2006, si
rileva che anche la provincia di Rimini
ha provveduto nel corso del 2005 a
convocare la seconda Conferenza di
Programma.
Province
Cofinanziamento DocUP
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale
Numero
progetti
Investimento
complessivo
Cofinanziamento
DocUP
Numero progettiInvestimento complessivo
13 6.461.303,68
30 11.688.896,04
32 8.459.396,70
50 9.789.360,03
38 8.277.824,68
7 3.035.952,00
33 9.820.439,10
14 3.035.073,11
217 60.568.275,34
4.360.510,55
7.229.645,19
3.873.418,82
5.188.012,68
4.069.765,54
1.517.976,00
6.217.383,15
1.322.606,59
33.779.318,52
NONOEURORAPPORTO
re di quello approvato nelle Conferenze
di programma: se si considera l’asse 2
nel suo complesso infatti, relativamente al secondo triennio di programmazione, al 31.12.2005 risultavano finanziati 275 progetti di cui 52 nell’area
orientale, 217 nell’appennino e 6 nell’area a sostegno transitorio della pianura, con un totale di cofinanziamento
a valere sul DocUP pari a più di 67,5
milioni di euro a sostegno di un volume
di investimenti pari a più di 121 milioni di euro. La sintesi per misura e pro-
vincia è presentata nelle Tabelle
31,32, 33.
Per quanto riguarda la misura 2.3, si
ricorda che la provincia di Reggio
Emilia aveva impegnato tutte le risorse
assegnatele nell’ambito della prima
Conferenza di Programma. Il progetto
approvato nel corso del 2005 è stato
finanziato con le risorse derivanti dalla
riprogrammazione (Figura 17).
Tabella 33 – Misura 2.3 Secondo triennio di programmazione 2004/2006:
numero progetti approvati, investimento complessivo e contributo richiesto
Province
Numero
progetti
Province
Cofinanziamento DocUP
Reggio Emilia
Modena
Totale
Investimento
complessivo
Cofinanziamento
DocUP
Numero progettiInvestimento complessivo
1
5
6
425.531,91
1.711.881,50
2.137.413,41
200.000,00
916.105,00
1.116.105,00
275
Investimento complessivo
Cofinanziamento DocUP
Figura 17 – Asse 2 secondo triennio
Laboratorio a rete regionale sulle
acque - LARA
Si tratta di un laboratorio dedicato alle
tecnologie e alle attività di ricerca relativamente al bene “acqua” e nasce
dall’esigenza di creare una struttura
67.617.394,28
Numero progetti finanziati
Come ricordato in premessa, nel corso
del 2005 si sono resi evidenti gli effetti della riprogrammazione avvenuta nel
2004, concretizzatisi nell’asse 2 nel
finanziamento di 12 progetti di ricerca,
di cui 6 ubicati nella provincia di
Ferrara, 2 in quella di Ravenna ed 1
rispettivamente per le province di
Modena e Reggio Emilia, Bologna e
Forlì-Cesena; alla fine del 2005 risultavano finanziati 10 progetti, ad eccezione di uno dei progetti della provincia di
Ravenna e di quello della provincia di
Forlì-Cesena, per un totale di contributi
pari a 6,5 milioni di euro a sostegno di
un volume di investimenti pari a più di
10 milioni di euro. Di seguito si forniscono alcuni elementi di dettaglio relativamente ai progetti sopra richiamati.
121.384.060,57
Asse
Titolo
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
55
tecnico-gestionale in grado di interagire
con enti pubblici e privati, oltre che di
produrre ricerche innovative e di interesse in questo settore. Lo scopo è
anche quello di offrire servizi integrati
per la soluzione di problematiche relative alla matrice acqua, realizzare sinergie fra le professionalità operanti nei
vari settori della ricerca applicata all’acqua ed offrire informazione collegata
con l’attività di ricerca.
Attraverso il progetto ci si prefigge
quindi la realizzazione di modelli fisici
a scale differenti per studiare processi
di trasporto conservativi e reattivi in
matrici porose (modellazione e GIS),
l’analisi chimica dei contaminanti emergenti e dei sistemi colloidali di interesse ambientale, lo studio di tecniche di
disinquinamento innovative e la realizzazione di modelli di ottimizzazione
del funzionamento di rete acquedottistiche, utili alla valutazione economica
delle perdite e alla pianificazione degli
interventi di ricerca delle perdite.
2
Misura
2.1
Laboratorio a rete regionale sulle acque - LARA
Università di Ferrara
Università di Ferrara
1.800.000,00
Cofinanziamento 1.260.000,00
Da 01.01.2005
A 31.12.2005
NONOEURORAPPORTO
56
Emilia-Romagna Gen Tech
Il progetto si propone di istituire un
Laboratorio di innovazione in genomica
e biotecnologia che integri le eccellenze scientifiche di gruppi accademici
regionali in un piano di trasferimento
tecnologico di prodotti e metodologie
della ricerca. Il beneficiario ha una consolidata reputazione internazionale su
questi temi e possiede le strumentazioni tecnologicamente più avanzate. Le
potenzialità applicative della ricerca e
le competenze di trasferimento tecnologico del beneficiario e dei suoi partner
progettuali sono attestate dalla collaborazione con l’industria, dalla realizzazione di brevetti e dalle iniziative di
impresa già avviate come spin-off accademiche. Il presente progetto fa parte
dell’Accordo di Programma tra Regione,
Provincia e Università.
e post-genomica, che permettono oggi
di valutare in malattie multifattoriali,
l’espressione ed il ruolo di un ampio
gruppo di geni; II) i meccanismi che
regolano la trascrizione genica, e la
loro rilevanza nello sviluppo di approcci
di terapia genica; III) la modifica molecolare (“ingegnerizzazione”) di proteine umane o eterologhe, per utilizzarle
come strumenti diagnostici (“biosensori”) o farmaci biotecnologici; IV) le cellule staminali somatiche, cellule “riprogrammabili” utilizzabili per terapie
innovative
I riflessi di natura applicativa ed industriale di brevetti sui temi di cui sopra
rappresentano opportunità estremamente rilevanti sia in campo medico che
farmaceutico.
L’attività svolta nell’ambito del progetto si focalizzerà su quattro aree tematiche di grande rilevanza scientifica e
con una ricaduta applicativa immediata: I) le metodiche di analisi genomica
Asse
Titolo
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
2
Università di Ferrara
1.800.000,00
Da 01.01.2005
Laboratorio di acustica e vibrazioni
Il Laboratorio di Acustica e Vibrazioni
(LAV) è uno degli otto laboratori a rete
(Net-Lab) previsti nel Distretto HIMECH: il beneficiario del progetto è
l’Università di Ferrara (ed in particolare
il Dipartimento di Ingegneria e il Dipartimento di Fisica) in collaborazione con
il Dipartimento di Ingegneria Meccanica
e il Dipartimento di Ingegneria Energetica, Nucleare e del Controllo Ambientale dell’Università di Bologna, il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Parma e l’Istituto IMAMOTER del CNR di Ferrara. Le attività del
LAV si snodano pertanto su questi due
linee principali: 1) creare un ambiente
di lavoro che indirizzi la ricerca verso
applicazioni di tipo industriale e orientate al trasferimento tecnologico; 2)
offrire alle imprese un punto di riferimento regionale dove trovare competenze, risorse strumentali e servizi di
ricerca applicata nello specifico settore
dell’acustica e delle vibrazioni.
multidisciplinare dell’acustica e delle
vibrazioni: un settore di rilevante interesse per le imprese del Distretto HIMECH. Il rumore e le vibrazioni rivestono grande rilevanza nel settore meccanico, sia per esigenze di incremento
delle prestazioni conseguibili con il
superamento di limitazioni funzionali
dovute a fenomeni vibratori, sia per
problematiche di resistenza meccanica
e di ottimizzazione strutturale di componenti soggetti a importanti fenomeni
vibratori, sia infine per la necessità di
ridurre le emissioni sonore per esigenze
di comfort e di adeguamento a normative di certificazione sempre più restrittive.
Il LAV, attraverso la sua rete di laboratori, intende diventare il punto di riferimento regionale, al servizio delle
imprese, per prove e certificazioni dei
prodotti nei specifici settori dell’acustica e delle vibrazioni.
La proposta del LAV nasce nel contesto
Misura
Emilia Romagna Gen Tech
Università di Ferrara
2.1
Cofinanziamento 1.260.000,00
A 31.12.2008
Asse
Titolo
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
2
Misura
2.1
Laboratorio di acustica e vibrazioni: LAV
Università di Ferrara
Università di Ferrara
1.800.000,00
Cofinanziamento 1.260.000,00
Da 01.01.2005
A 31.12.2007
NONOEURORAPPORTO
57
Completamento della camera anecoica
La realizzazione della camera anecoica
(priva di eco) è funzionale al lavoro di
ricerca e sperimentazione del LAV.
Questa struttura, fondamentale per la
ricerca nel campo dell’acustica e delle
vibrazioni, è in fase di costruzione pres-
Asse
Titolo
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
so il Dipartimento di ingegneria
dell’Università di Ferrara, e sarà la
prima camera anecoica pubblica, a disposizione dunque del territorio, oltre
che la più grande del Nord-Est.
2
Misura
2.1
Completamento della camera anecoica
Università di Ferrara
Università di Ferrara
900.000,00
Cofinanziamento 630.000,00
Da 28.02.2007
A 31.03.2007
Allestimento del Centro per
l’innovazione e il trasferimento
tecnologico
Con il presente progetto si intende dare
piena operatività al Centro per l’innovazione e trasferimento tecnologico attraverso investimenti, che prevedono la
realizzazione di opere civili, e l’acquisto di attrezzature di diretto supporto
all’attività programmata. Il presente
progetto riguarda infatti l’allestimento,
da un punto di vista strutturale e delle
dotazioni del Centro per l’innovazione
e trasferimento tecnologico.
Asse
2
Misura
2.1
Titolo
Allestimento del Centro per l’innovazione e il trasferimento tecnologico
Beneficiario finale
Università di Ferrara
Attuatore
Università di Ferrara
Costo totale
900.000,00
Cofinanziamento 630.000,00
Durata
Da 28.02.2007
A 31.03.2007
Progetto pilota per favorire i rapporti
tra ricerca ed imprese del Centro per
l’innovazione ed il trasferimento
tecnologico
In linea con gli indirizzi contenuti nella
Misura 3.4 del PRRITT (Programma regionale per la ricerca industriale, l´innovazione e il trasferimento tecnologico), il
progetto nasce con l’intento di favorire
i rapporti tra Università di Ferrara ed
Asse
Titolo
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
imprese locali, nazionali ed internazionali, promuovere le attività di ricerca,
favorendone il trasferimento tecnologico, la tutela dei diritti di proprietà
intellettuali, sostenere la creazione di
impresa da ricerca, ed inoltre assicurare le relazioni con tutte le istituzioni,
associazioni ed agenzie preposte a
sostenere lo sviluppo.
2
Misura
2.1
Progetto pilota per favorire i rapporti tra ricerca e imprese del
Centro per l’innovazione e il trasferimento tecnologico
Università di Ferrara
Università di Ferrara
643.000,00
Cofinanziamento 450.100,00
Da 01.03.2005
A 30.04.2008
Spazio Innovazione Materiali Ceramici
Attraverso il progetto SpIMaC si intende
favorire l’incontro tra domanda di innovazione e di tecnologia delle imprese
del settore ceramico e l’offerta di conoscenza presente nelle strutture di ricerca del territorio regionale, in particolare
quelle maggiormente predisposte alla
valorizzazione dei risultati dal punto di
vista applicativo come l’ISTEC-CNR,
l’ENEA Faenza e, per alcuni aspetti,
l’Università di Bologna con le sedi della
Provincia di Ravenna. L’attenzione è
particolarmente focalizzata sui fabbisogni aziendali e sulla individuazione
delle tecnologie e del know-how già
disponibili presso ISTEC-CNR ed ENEA
Faenza, pronti per il trasferimento tecnologico e/o per la messa a punto di
nuovi prodotti o processi.
L’obiettivo di SpIMaC è di creare le
condizioni per lo sviluppo e/o la costituzione di aziende operanti nella ceramica innovativa consentendo al contempo, a chi già opera nel settore ceramico tradizionale, di qualificare mag-
NONOEURORAPPORTO
58
giormente i propri prodotti e sistemi
produttivi grazie alla possibilità di
instaurare partnership con ISTEC-CNR,
Asse
Titolo
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
ENEA Faenza e Università di Bologna
con le sedi della Provincia di Ravenna.
2
Misura
2.1
Spazio Innovazione Materiali Ceramici
Agenzia Polo Ceramico Soc. Coop. a.r.l.
Provincia di Ferrara
650.000,00
Cofinanziamento 325.000,00
Da 01.01.2005
A 31.12.2007
rizzato dalla finalità di rendere la zona
Obiettivo 2 interessata al progetto, un
punto di riferimento, un vero e proprio
modello nell’adozione di pratiche e tecnologie relative alla sostenibilità
ambientale ed energetica.
Il trasferimento di conoscenze verso le
comunità locali riguarderà, oltre alle
Asse
Titolo
CISA – Centro innovazione e
trasferimento di tecnologia
ambientale per la sostenibilità in una
zona dell’Appennino compresa in
Obiettivo 2
Il progetto CISA nasce con l’obiettivo di
promuovere e sperimentare:
realizzazioni innovative nell’edilizia
valorizzando l’uso di materiali e tecniche della bioedilizia e sostenendo il
risparmio e l’efficienza energetica;
䡵 realizzazioni innovative ambientali
nelle strutture del turismo naturalistico,
culturale, termale e sportivo;
䡵 innovazioni tecnologiche nel settore
energetico, con particolare attenzione
allo sviluppo di fonti rinnovabili e pulite.
䡵 In particolare, si intende elaborare
sistemi integrati che contengano un
valore aggiunto sul piano della ricerca
e che sappiano adattarsi alle caratteristiche geomorfologiche della zona.
䡵
Il Centro ha come area di intervento
quella dei Comuni dell’Appennino compresi nella zona Obiettivo 2. Nasce da
un accordo tra l’Assessorato
all’Ambiente della Provincia di Bologna
e l’Assessorato regionale alle Attività
Produttive, e con la costituzione di un
Consorzio tra la Provincia di Bologna,
la Fondazione Cassa di Risparmio in
Bologna e l’Onlus ISSI (Istituto
Sviluppo Sostenibile Italia).
In particolare si analizzeranno le risorse
naturali presenti nella zona (corsi d’acqua, vento, presenza di boschi, acque
termali, esposizione solare, ecc) suscettibili di essere usate come fonte energetica alternativa ai combustibili fossili,
individuando, in stretto rapporto con i
soggetti interessati possibili specifiche
applicazioni.
Il piano di attività del Centro è caratte-
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
tecnologie, anche le “buone pratiche”.
Proprio la conoscenza di buone pratiche, per esempio nell’uso delle biomasse e nell’uso di tecnologie con rilevanza ambientale, sarà un punto caratterizzante l’attività del Centro, che intende perseguire questa finalità sia attraverso pubblicazioni, seminari e convegni, sia attraverso veri e propri cantieri
dimostrativi.
2
Misura
2.1
CISA – Centro innovazione e trasferimento di tecnologia
ambientale per la sostenibilità in una zona dell’Appennino
compresa in Obiettivo 2
Centro di Innovazione e Trasferimento di Tecnologia Ambientale
Provincia di Bologna
1.600.000,00
Cofinanziamento 700.000,00
Da 01.03.2006
A 01.01.2007
REI-UP Diffusione dell’innovazione sul
territorio reggiano
Reggio Emilia Innovazione s.c.r.l. è una
società mista pubblico-privata, i cui soci
sono la Camera di Commercio,
l’Università di Modena e Reggio Emilia,
il Comune e la Provincia di Reggio
Emilia, e le principali associazioni di
categoria, che nasce nel 2003 su iniziativa dell’Università di Modena e
Reggio Emilia e del sistema imprenditoriale e di servizi reggiano. L’obiettivo
che la società persegue è la realizzazione di una struttura per promuovere
e coadiuvare la ricerca applicata, il tra-
sferimento tecnologico e i servizi di sviluppo e certificazione del prodotto in
collaborazione con aziende private ed
enti pubblici e realizzare attività di
ricerca e sviluppo sui prodotti, inserendosi in una rete di competenze che
consenta di dare risposta alle esigenze
del sistema imprenditoriale nell’ambito
più esteso possibile attingendo da
conoscenze proprie o derivate da collaborazioni con altre strutture.
I servizi che il centro è in grado di fornire comprendono prove di laboratorio,
consulenza per la ricerca, dimostrazione di nuove tecnologie riguardanti gli
NONOEURORAPPORTO
ambiti di specializzazione e utili per
sviluppare l’innovazione, assistenza
tecnica per la progettazione e realizzazione di progetti di ricerca o trasferi-
Asse
Titolo
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
mento tecnologico con relativa ricerca
di finanziamenti.
2
Misura
2.1
REI-UP Diffusione dell’innovazione sul territorio reggiano
Reggio Emilia Innovazione
Provincia di Reggio Emilia
425.531,91
Cofinanziamento 200.000,00
Da 01.02.2005
A 01.08.2007
Asse
Titolo
Beneficiario finale
Attuatore
Costo totale
Durata
2
Misura
2.1
Azioni di sensibilizzazione e di diffusione dell’innovazione
tecnologica e di prodotto nel distretto del tessile
e abbigliamento di Carpi
CITER Soc. Cons. a r.l.
Provincia di Modena
428.571,50
Cofinanziamento 300.000,00
Da 15.01.2005
A 30.07.2006
Asse 3
Azioni di sensibilizzazione e di
diffusione dell’innovazione tecnologica
e di prodotto nel distretto del tessile e
abbigliamento di Carpi
L’obiettivo che il progetto si prefigge è
quello di favorire il processo di innovazione e qualificazione, degli attori del
distretto al fine di migliorare la capacità competitiva a livello nazionale ed
internazionale del sistema moda locale.
Le attività interesseranno le principali
aree strategiche di intervento individuate, e cioè l’area moda/progettuale e
l’area della gestione della produzione.
Relativamente allo stato di attuazione
del secondo triennio dei diversi progetti, da una verifica fatta sulla base delle
rendicontazioni e dei dati di monitoraggio, emerge una situazione nel complesso soddisfacente: per più del 74 %
dei progetti infatti, il monitoraggio evidenzia che i lavori sono stati avviati e
che la spesa già effettuata è pari a
circa il 9% delle risorse disponibili nel
secondo triennio. Tra le province la
situazione risulta abbastanza differenziata: alcune presentano una spesa
superiore al 30% (Ravenna sulla misura 2.2), altre hanno una spesa inferiore al 10% (Ferrara, Piacenza, Reggio
Emilia, Modena e Forlì-Cesena).
Avvicinandosi la chiusura del programma, sarà necessario procedere ad un
confronto più diretto con i dati del
monitoraggio al fine di evidenziare
eventuali criticità e poter dunque intervenire in tempo utile con le sostituzioni, già comunque previste, tra i progetti
di riserva. Nella seconda tornata si è
data priorità a progetti la cui dimensione potesse assicurare un maggiore
impatto sul territorio di riferimento.
59
L’Asse 3 si identifica con la misura 3.1
“Assistenza Tecnica” che ha una funzione trasversale a tutte le altre misure
del DocUP: l’assistenza tecnica, infatti,
ha come obiettivo quello di assicurare e
facilitare la gestione e la realizzazione
degli interventi: trattandosi di una
misura “di assistenza”, essa tiene
conto delle specificità territoriali e del
coinvolgimento delle Province in qualità
di soggetti attuatori.
Si ricorda che il 50% della dotazione
finanziaria della misura è riservato a
spese della Regione Emilia-Romagna in
quanto soggetto attuatore degli interventi che possono essere assimilati alle
attività previste dalla misura, così come
previsto dalla norma 11 del
Regolamento CE n. 1685/2000 che
stabilisce le spese ammissibili: ai sensi
dell’articolo 2.1 della citata norma
sono ammesse le spese riguardanti l’organizzazione dei comitati di sorveglian-
za, l’attività di selezione, valutazione e
controllo dei progetti, l’organizzazione
delle Conferenze di programma da
parte delle province; ai sensi dell’articolo 3 sono ammesse le spese riguardanti le attività di informazione e pubblicità, monitoraggio, controlli e valutazione nonché l’acquisizione e l’installazione di sistemi informatizzati di gestione.
L’attività di coordinamento e di supporto alle province in quanto soggetti
attuatori si è concretizzata nella stipula
di apposite convenzioni che, oltre a
regolare i rapporti tra le stesse e la
Regione, specificano le attività da realizzarsi nonché la modalità di trasferimento delle risorse. La Figura 18 fornisce la percentuale di realizzazione
degli interventi di cui ai succitati articoli
per ogni provincia.
Per il periodo di programmazione
2000-2006, la Regione EmiliaRomagna si è dotata di un sistema
informatico denominato SIIC II, in
NONOEURORAPPORTO
60
grado di coordinare le attività connesse
alla gestione tecnica e finanziaria del
DocUP, quelle relative al monitoraggio
ed al controllo fino a possibili estensioni alle fasi di programmazione di nuovi
interventi.
100%
䡵 Articolo 2.1 A 䡵 Articolo 3
80%
76%
65%
60%
Nel corso del 2005 si è provveduto ad
implementare il sistema dei dati storici
sulla gestione del programma al fine di
avviare la fase di testing del sistema.
Si è inoltre conclusa la fase di analisi
del sistema di raccolta dati e reportistica basata su una procedura di Business
Object.
62%
50% 50%
45%
40%
65%
63%
61%
58%
55%
42%
35%
39%
37%
38%
35%
24%
20%
0%
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Figura 18 – Asse 3 - Percentuale di realizzazione delle attività di cui agli articoli 2.1 e 3 della norma 11 Reg. CE 1685/2000
Tabella 34 – Obiettivo 2 - DocUP Regione Emilia-Romagna 2000-2006 - Situazione al 31 dicembre 2005
Asse 1 - Sostegno alle imprese
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale asse 1
Asse 2 - sviluppo locale
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale asse 2
Asse 3 - Assistenza Tecnica
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale asse 3
Totale Obiettivo 2
Totale Sostegno Transitorio
Totale DocUP
Assegnazioni
2000-2005
A
Impegnato
2000-2005
B
Pagamenti
effettuati
C
B/A
C/B
96.962.290,00
4.991.854,00
101.954.144,00
79.014.168,62
4.539.739,78
83.553.908,40
53.518.715,50
3.273.269,09
56.791.984,59
81,49
90,94
81,95
67,73
72,10
67,97
146.936.710,00
7.191.154,00
154.127.864,00
166.294.532,28
12.391.221,63
178.685.753,91
97.042.457,00
8.053.705,39
105.096.162,39
113,17
172,31
115,93
58,36
65,00
58,82
7.001.144,00
721.714,00
7.722.858,00
250.900.144,00
12.904.722,00
263.804.866,00
7.050.149,84
772.562,48
7.822.712,32
252.358.850,74
17.703.523,89
270.062.374,63
5.605.926,36
658.832,38
6.264.758,74
156.167.098,86
11.985.806,86
168.152.905,72
100,70
107,05
101,29
100,58
137,19
102,37
79,51
85,28
80,08
61,88
67,70
62,26
In attesa della completa operatività del
sistema informatico, è stato mantenuto
in parallelo il sistema di gestione del
programma basato sulla raccolta, verifica ed archiviazione cartacea ed informatica delle schede di monitoraggio, di
rendicontazione e di tutta la documentazione amministrativa e tecnica riguardante lo stato di avanzamento dei progetti, ivi compresi i verbali di controllo
relativi ai controlli fisici effettuati sulle
misure degli assi 1 e 2, secondo quanto previsto dal documento ex art. 5 del
Reg. (CE) 438/01.
Al 31 dicembre 2005 il DocUP
Emilia-Romagna presenta un livello
complessivo di impegni pari al 102%
delle risorse totali programmate nel
periodo 2000-2006 ed un livello di
spesa pari al 62% delle risorse impegnate (Tabella 34).
NONOEURORAPPORTO
61
2.3.3
OBIETTIVO 3
L’obiettivo 3 è volto a favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle
politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Il cofinanziamento comunitario è assicurato dal
Fondo Sociale Europeo.
Per raggiungere queste finalità, la
Commissione europea ha approvato8 il
“Quadro Comunitario di Sostegno
(QCS) per gli interventi strutturali
comunitari previsti dall’obiettivo n. 3 in
Italia” in cui sono definite strategie,
priorità e relativi obiettivi specifici nonché la partecipazione dei fondi strutturali e delle altre risorse finanziarie. Per
l’intero periodo il costo previsto
ammonta a 9.098 milioni di euro.
Il QCS è attuato attraverso sei assi prioritari, quattordici Programmi Operativi
Regionali (POR) e un Programma
Operativo Nazionale (PON) “Azioni di
sistema”. Il cofinanziamento pubblico
nazionale è pari all’80% per i POR e al
100% per il PON. I sei assi prioritari, al
cui interno sono stati individuati uno o
più obiettivi specifici, sono:
䡵 Asse A - Sviluppo e promozione di
politiche attive del mercato del lavoro;
䡵 Asse B - Integrazione nel mercato
del lavoro delle persone più esposte al
rischio di esclusione sociale;
Asse C - Promozione e miglioramento della formazione professionale,
dell’istruzione e dell’orientamento, nell’ambito di una politica di apprendimento nell’intero arco della vita;
䡵
䡵 Asse D - Promozione di una forza
lavoro competente, qualificata ed adattabile, sostegno all’imprenditorialità, sviluppo del potenziale umano nel settore
della ricerca e dello sviluppo tecnologico;
䡵 Asse E - Sostegno alle pari opportunità per le donne sul mercato del
lavoro;
䡵 Asse F - Accompagnamento del
QCS e dei Programmi Operativi.
2.3.3.1. Il Programma
Operativo Emilia-Romagna
2000-2006
La Commissione europea ha
approvato9 il POR Emilia-Romagna
Obiettivo 3 per un costo complessivo
previsto, per l’intero periodo 20002006, di 1.324 milioni di euro, di cui
591,3 - pari al 45% del costo totale a carico del Fondo sociale europeo
(Tabella 35).
Con atti amministrativi distinti sono
state nominate l’Autorità di Gestione e
di Pagamento del POR in linea con
Tabella 35 – Obiettivo 3 - POR Emilia-Romagna - Piano finanziario 2000-2006
Asse
A
B
C
D
E
F
Totale
Costo
totale
totale
pubblico
FSE
Totale
cofinanziamento nazionale
Stato
Regione
Quote
private
475.228.391 475.228.391 213.852.776 261.375.615 209.100.492 52.275.123
115.887.258 115.887.258 52.149.266 63.737.992 50.990.393 12.747.599
356.243.620 356.243.620 160.309.629 195.933.991 156.747.193 39.186.798
212.067.616 201.969.158 90.886.121 111.083.037 88.866.430 22.216.607 10.098.458
127.646.222 127.646.222 57.440.800 70.205.422 56.164.337 14.041.085
37.121.607
37.121.607 16.704.723 20.416.884 16.333.507
4.083.377
1.324.194.714 1.314.096.256 591.343.315 722.752.941 578.202.352 144.550.589 10.098.458
quanto previsto dal regolamento
438/01. In particolare la separazione
delle funzioni di gestione e controllo
richiesta dall’art. 3 del Regolamento in
parola è attuata mediante l’attribuzione di funzioni e responsabilità ad unità
distinte. Tale attribuzione è stata operata con atti formali nell’ambito della
riorganizzazione delle strutture organizzative dell’Ente e della razionalizzazione delle posizioni dirigenziali.
L’attività 2005 si è sviluppata in relazione alle priorità strategiche del
Programma operativo Obiettivo 3 della
Regione Emilia-Romagna 2000-2006,
così come riprogrammato per il periodo
2004-2006 per meglio finalizzare l’utilizzo delle risorse.
Per quanto riguarda la nuova programmazione 2007-2013 è stato avviato il
progetto di supporto
all’Amministrazione regionale nella
prima fase del negoziato e per lo sviluppo di relazioni e scambi con i nuovi
paesi ammessi nell’Unione Europea.
Per quanto riguarda lo sviluppo di relazioni internazionali, il progetto ha
8
Decisione C1120 del 18 luglio 2000.
Decisione C(2004) 1963 del 25 maggio
2004 che modifica la decisione C(2000)
2066 del 21 settembre 2000.
9
NONOEURORAPPORTO
62
avviato una ricognizione presso gli enti
accreditati, per stabilire il quadro delle
relazioni già in essere e per rilevare le
aspettative degli stessi rispetto allo sviluppo di nuovi contatti. Sono stati
avviati contatti con le regioni della
Wielkopolska e della Bassa Slesia, in
Polonia, per la definizione di protocolli
di collaborazione che coinvolgano
anche il sistema regionale degli enti
accreditati.
Nel 2005 la Regione Emilia-Romagna
ha consolidato – in coerenza con le
scelte operate nel quadro del DPEF10 e
con gli specifici orientamenti della SEO
(Strategia Europea per l’Occupazione)
– le politiche mantenendo tra le priorità la qualità e sicurezza del lavoro, il
sistema delle tutele e delle garanzie,
finalizzate a minimizzare il rischio di
marginalità e precarizzazione sul mercato del lavoro.
Nell’ambito dell’Obiettivo 3 sono state
confermate anche le strategie specifiche definite nel POR a proposito dei
campi trasversali di intervento del FSE
(pari opportunità, società dell’informazione, sviluppo locale).
indicatori distinti per ambito di accreditamento e volume di attività svolta.
Alla fine del 2005 gli organismi di formazione professionale precedentemente accreditati hanno presentato le integrazioni riferite ai nuovi requisiti introdotti nella procedura di accreditamento;
secondo le nuove regole sono stati
accreditati 156 enti.
Il processo di accreditamento degli
organismi di formazione professionale,
applicato nel corso del 2004, è stato
integrato con nuovi requisiti11 finalizzati a garantire alla Regione un sistema
formativo di maggiore qualità. In particolare sono state individuate soglie
minime di personale che l’organismo
dovrà possedere, in riferimento alle
figure chiave del sistema; la dotazione
minima è stata definita in ragione di
Con la Legge Regionale 17/2005
“Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro”, la Regione EmiliaRomagna ha inteso contribuire alla promozione dell’occupazione e alla sua
qualità, alla valorizzazione delle competenze e dei saperi delle persone,
all’affermazione dei loro diritti nelle
attività lavorative e nel mercato del
lavoro, all’attuazione del principio delle
Tabella 36 – Obiettivo 3 - POR Emilia-Romagna 2000-2006 – Attività approvate nel 1005 (in milioni di Euro). Dati al
31.12.2005
Asse
A
B
C
D
E
F
Totale
N. attività
approvate
467
180
634
788
166
1
2.336
Totale attività Province e Regione
Costo
Contributo
totale
pubblico
54,671
9,797
42,597
21,665
8,454
0,010
137,194
54,165
9,523
39,514
16,781
8,282
0,010
128,275
Totale attività Regione*
Costo
Contributo
totale
pubblico
Di cui
FSE
N. attività
approvate
24,374
4,285
17,781
7,551
3,727
0,005
57,724
11
2,806
2,806
108
6,050
—
—
0,010
8,866
3,273
—
—
0,010
6,089
1
120
Di cui
FSE
1,262
—
1,473
—
—
0,005
2,740
pari opportunità, quali fondamenti
essenziali per lo sviluppo economico e
sociale del territorio.
2.3.3.2 La programmazione
2005
Nel 2005 alle Amministrazioni provinciali sono stati assegnati 124.436.296
euro, mentre la Regione ha utilizzato
complessivamente 8.866.000 euro.
Nel corso del 2005 le Amministrazioni
provinciali hanno approvato contributi
per aiuti all’occupazione, previsti dagli
articoli 8 e 9 della l.r. 25 novembre
1996, n. 45 “Misure di politica regionale del lavoro”12 a favore delle fasce
deboli, dei disoccupati di lunga durata
e dei lavoratori iscritti alle liste di mobilità, per complessivi 1.252.712,79
euro.
Entrando nel dettaglio dei progetti
approvati dalla Regione EmiliaRomagna, per la programmazione
2005:
Misura A2 – Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell’approccio
preventivo
10
Documento di Politica EconomicoFinanziaria
11
Delibera della Giunta regionale n. 266 del
14 febbraio 2005.
12
La legge regionale 45/96 è stata abrogata dalla legge regionale 17/05.
NONOEURORAPPORTO
È stata finanziata un’attività, per un
costo complessivo di 60.000 Euro
relativamente all’Azione finalizzata
all’outplacement e al reinserimento
lavorativo dei disoccupati e dei lavoratori in CIG straordinaria e contratti di
solidarietà per la cui realizzazione è
prevista la modalità just in time
(Misura A2). L’obiettivo è quello di
realizzare pacchetti personalizzati per
il rientro al lavoro, anche a fronte di
emergenze occupazionali, composti
da: analisi delle competenze, attività
di orientamento, pre-selezione, formazione, stage, supporto alla ricerca
autonoma di lavoro, consulenza per la
costruzione di business plan individuali
e collettivi.
Misura B1 – Inserimento lavorativo e
reinserimento di gruppi svantaggiati
Nel 2005 sono state assegnate risorse
alla Regione, con decreto direttoriale
del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali, per realizzare azioni al
fine dell’attribuzione di un titolo di prelazione per l’ingresso in Italia per motivi di lavoro a favore di cittadini extracomunitari che avessero partecipato a programmi di istruzione e formazione professionale nei propri Paesi d’origine
finalizzati all’inserimento lavorativo
mirato dei medesimi. Le aree indicate
come prioritarie sono relative all’assistenza e cura domiciliare, all’assistenza
sociale-sanitaria, delle figure professionali nei settori della meccanica, all’edilizia, alla zootecnia e trasporti.
Sono stati finanziati 9 progetti integrati
formati da 18 progetti semplici con un
onere finanziario di Euro 489.427, di
cui Euro 416.265 derivanti dall’assegnazione Ministeriale ed Euro 73.162
derivanti dal Programma Operativo
Emilia-Romagna FSE 2000/2006 –
Obiettivo 3 Misura B1.
Misura C1 – Adeguamento del sistema
della Formazione professionale e del
sistema dell’istruzione
In questo asse di intervento sono state
finanziate in particolare le seguenti
attività:
Nell’ambito Misura C1 POR Ob. 3 FSE
sono state finanziate 65 attività, per
un importo di Euro 632.000, a sostegno della mobilità transnazionale
degli studenti delle classi 3, 4 e 5
delle istituzioni scolastiche secondarie
di II grado dell’Emilia-Romagna al fine
di favorire la consapevolezza di appartenenza all’Unione europea e di
ampliare le opportunità occupazionali
dei giovani attraverso la concessione di
finanziamenti alle medesime istituzioni
scolastiche per sviluppare iniziative di
approfondimento della cultura europea,
arricchire l’offerta formativa per gli studenti e valorizzare la professionalità
dei docenti, con specifico riferimento a
esperienze formative da realizzare sia
durante l’anno scolastico sia durante il
periodo estivo presso istituzioni forma-
63
tive, enti o imprese dei Paesi
dell’Unione europea.
vivo di figure artistiche ad alta professionalità”.
Misura C3 – Formazione superiore
Sono presenti nell’Elenco regionale 12
Organismi di formazione e 18 offerte
formative. L’attività è proseguita per
tutto il 2005 con un’assegnazione di
334 assegni formativi per un importo
complessivo di circa Euro 3.000.000.
Si segnalano i seguenti interventi:
䡵 Alimentazione ed ampliamento del
catalogo dell’offerta formativa con relativi servizi di assistenza;
䡵 Aggiornamento del sito web in una
logica di integrazione tra domanda ed
offerta;
䡵 Attività di monitoraggio delle attività formative inserite a catalogo e fruite
tramite assegni formativi;
䡵 Elaborazione di strumenti informativi e di comunicazione;
䡵 Azioni di assistenza;
䡵 Organizzazione di incontri e workshop;
䡵 Erogazione e gestione degli assegni.
A partire dal 2004 viene sperimentato
l’assegno formativo nell’ambito dello
spettacolo dal vivo di figure artistiche
ad alta professionalità. L’assegno formativo consiste in un contributo finanziario del valore massimo di 12.000
Euro che può coprire l’80% del costo
totale del corso prescelto qualora il
beneficiario sia disoccupato, inoccupato
o inattivo e il 70% qualora sia occupato da utilizzare per l’accesso ad uno
dei corsi dell’”Elenco regionale dell’offerta formativa dello spettacolo dal
Sono stati approvati e finanziati 35
percorsi di istruzione formazione tecnica superiore (I.F.T.S) per un costo
complessivo di oltre 4.000.000 di
Euro, in parte a carico del Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca (MIUR) e in parte a carico del
FSE-Misura C3 (oltre Euro
1.440.000). La Regione EmiliaRomagna con la programmazione di
tali percorsi per l’anno 2005/2006 si
è posta l’obiettivo di costruire un
impianto che presenti caratteristiche di
unitarietà e coerenza, sia nella relazione fra le figure IFTS standardizzate a
livello nazionale e le qualifiche di formazione superiore approvate nel Sistema regionale delle qualifiche, sia per
quanto riguarda le modalità attuative.
Per l’attuazione di parte delle Misure
B1 – Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati, Misura
C3 – Formazione superiore, Misura D3
– Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego e D4 – Miglioramento
64
delle risorse umane nel settore della
ricerca e sviluppo tecnologico, la
Regione Emilia-Romagna ha previsto il
rinnovo delle Sovvenzioni globali:
䡵 Consorzio SPINNER (Servizi per la
Promozione dell’Innovazione e della
Ricerca)13 persegue obiettivi strategici
di Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d’impiego e di miglioramento delle
risorse umane nel settore della ricerca e
sviluppo tecnologico, attraverso: l’Azione 1 “Economia della conoscenza”,
che rappresenta il “cuore” dell’intervento: con tale azione si intende “creare e
sostenere un concreto collegamento tra
mondo della conoscenza e sviluppo territoriale in modo da trasformare le competenze tecnico-scientifiche in elemento
trainante di imprenditorialità”; l’Azione
2 “Ricambio generazionale”: con la
quale si intende “avviare un’iniziativa
pilota a supporto del ricambio generazionale per abbassare/eliminare i rischi
della mortalità imprenditoriale derivante
da un’errata gestione del passaggio
generazionale nelle PMI”; l’Azione 3
“Emersione e regolarizzazione delle
forze di lavoro”: mirante a “sperimentare un percorso di emersione dal lavoro
nero individuando le possibili vie di istituzionalizzazione, regolamentazione e
consolidamento di attività a forte caratterizzazione marginale.
NONOEURORAPPORTO
Solo per l’ultima annualità, finanziata
con le economie maturate, è stata
introdotta in via sperimentale una
nuova tipologia progettuale, denominata Innovazione Manageriale ed
Organizzativa (IOM). Tali progetti
hanno l’obiettivo di stimolare l’innovazione organizzativa, con l’intervento
anche delle associazioni di categoria,
nelle piccole imprese.
Il numero complessivo dei proponenti
che hanno redatto una richiesta di
accesso a Spinner al 31 dicembre
2005 è di 2.432. I beneficiari, cioè
persone che usufruiscono delle agevolazioni Spinner, sono 1448 di cui 906
nella Misura D3 (843 per idee di
impresa e 63 aftercare e progetti IOM)
e 542 nella Misura D4 (348 per progetti di trasferimento tecnologico, 36
per progetti di ricerca e sviluppo precompetitivo e 38 comprensivi di premi
di laurea e progetti IOM).
Le risorse finanziarie relative all’anno
2005 per i bandi emanati sono di oltre
3.500.000 Euro di cui 1.779.816 per
la Misura D3 e 1.747.345 per la
Misura D4.
䡵 Consorzio interuniversitario
Symposium14 Organismo Intermediario
per la gestione della Formazione
Superiore - finanzia moduli integrati
all’interno dei percorsi Master e Master
universitari integrati di 1° e 2° livello,
realizzati in convenzione tra Organismi
di formazione e Strutture Universitarie
e attività relative ai servizi collegati per
la gestione, monitoraggio, valutazione
e diffusione delle attività corsuali;
Nell’anno accademico 2004/2005
sono stati erogati oltre 900 assegni a
laureati, per un importo di oltre
2.800.000 euro, per la frequenza a
master universitari integrati realizzati
dagli Atenei di Bologna, Parma,
Ferrara, Modena e Reggio Emilia, in
collaborazione con gli Enti di
Formazione Professionale accreditati
nella formazione superiore.
Consorzio NoiCon15 - Organismo
Intermediario per la Gestione di parte
della Misura B.1- finanzia progetti
aventi l’obiettivo di creare condizioni
per favorire l’inserimento nel mondo
del lavoro delle persone svantaggiate e
prevede tre possibili azioni: il miglioramento di servizi innovativi e integrati
da parte di soggetti no-profit, la creazione d’impresa e l’autoimpiego, misure di accompagnamento che favoriscano l’utilizzo dei servizi da parte dei
soggetti svantaggiati.
approvati sulla Parte A del bando “formazione di soggetti svantaggiati (occupati o disoccupati) in impresa” per un
importo di € 385.777,81 e 52 sulla
Parte B “inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati tramite creazione di
impresa o sviluppo di nuovi rami di attività in imprese esistenti” per un totale
di € 2.119.222,19.
Ati SIN.FORM srl e SFERA Soc.
Cons a rl. – Organismo Intermediario
per la Gestione della Sovvenzione globale per l’implementazione dei cataloghi regionali della formazione ed erogazione degli assegni formativi delle
Misure C1 e C3 – finalizzata alla
messa in rete dei Cataloghi regionali ad
oggi esistenti prevedendo sezioni relati-
䡵
䡵
Nel corso del 2005 si sono realizzate
le attività dei progetti finanziati sul
secondo bando emesso dal Consorzio
Noi Con. Di questi, 19 sono stati
13
Il consorzio SPINNER è costituito da Aster
(Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico dell’Emilia-Romagna), Fondazione Alma Mater
(Fondazione dell’Università degli Studi di Bologna) e Sviluppo Italia (Agenzia governativa
nazionale per lo sviluppo economico ed imprenditoriale)
www.spinner.it
14
Il consorzio Symposium è costituito dalle
Università di Bologna, Ferrara, ModenaReggio Emilia, Parma e dalla Fondazione
Alma Mater
www.consorzio.symposium.it
15
Il consorzio NoiCon è costituito dalla
Fondazione Alma Mater dell’Università di
Bologna, dalla Fondazione Carisbo di
Bologna, dalla Fondazione Cesar e dalla
Cooperativa Oltremare
www.noicon.it
NONOEURORAPPORTO
ve alle diverse tipologie formative: formazione continua e permanente, alta
formazione professionalizzante, alta
formazione continua e permanente
integrata con l’università; inoltre dovrà
realizzate attività inerenti l’assegnazione, la gestione e l’erogazione degli
assegni formativi per l’accesso individuale alla formazione, destinati prioritariamente ai residenti in EmiliaRomagna. Sono inoltre richieste azioni
di assistenza tecnica per il monitoraggio ed il controllo delle iniziative e
misure di accompagnamento, volte alla
promozione, orientamento, tutoraggio
ai destinatari, definizione di garanzie
assicurative/fideiussorie finalizzate al
successo formativo e azioni di diffusione dei risultati.
Il “Catalogo Regionale per l’erogazione
di voucher per l’alta formazione” si
è arricchito nel 2005 di una sezione
con corsi programmati ed approvati dai
Senati Accademici e svolti dalle
Università in integrazione con gli organismi di formazione professionale.
In entrambi i casi i destinatari sono prevalentemente laureati, disoccupati e
non, oppure lavoratori senza laurea,
ma con una esperienza professionale
pluriennale nel settore di riferimento
della formazione prescelta, per l’Alta
formazione professionalizzante.
Il bando – emesso dall’Organismo
intermedio incaricato in Sovvenzione
Globale - ha previsto 6 sessioni di asse-
gnazione dei voucher di cui le prime
quattro fino a dicembre 2005, e le ultime due da chiudere entro febbraio
2006. A fine dicembre sono state
finanziate 475 domande su 514 presentate, per un importo di circa
666.000 euro.
Nel bando inerente l’alta formazione
professionalizzante sono state previste
2 scadenze: settembre 2005 e gennaio 2006; alla prima scadenza sono
state presentate 414 domande, 218
delle quali sono state finanziate per un
importo di circa 780.000 euro.
Per quanto riguarda i progetti di elevata valenza innovativa a carattere interregionale e orientati a sostenere e promuovere la sperimentazione e la diffusione di processi di razionalizzazione,
riconversione e modernizzazione, a cui
è riservato almeno il 3% dei fondi disponibili dei POR delle Regioni centro
nord, la Regione ha formalizzato nei
primi mesi del 2005 i seguenti protocolli d’intesa:
䡵 con le Regioni Abruzzo, Basilicata,
Calabria, Campania, Friuli Venezia
Giulia, Lazio, Lombardia, Molise,
Piemonte, Toscana, Umbria, Valle
d’Aosta e le Province Autonome di
Bolzano e Trento, relativamente al progetto “Descrizione e certificazione per
competenze e famiglie professionali –
standard minimi in una prospettiva di
integrazione tra istruzione, formazione
professionale e lavoro”;
䡵 con le Regioni Toscana, Umbria e
Veneto, nell’ambito del protocollo interregionale “Migliorare la qualità e l’efficacia del sistema dei Voucher formativi
e di servizio” per l’avvio di una procedura di riconoscimento reciproco dei
voucher per l’alta formazione.
2.3.3.3. Lo stato di attuazione
del programma operativo
regionale
I principali dati fisici e finanziari di
attuazione mostrano come al
31.12.2005 il numero di attività presentate, a valere sui bandi regionali e
provinciali, e su quelli degli Organismi
intermediari delle Sovvenzioni Globali,
sia risultato pari a 41.205 (rispetto a
32.052 al 31.12.2004), per un costo
totale che si è attestato ad oltre 2.389
milioni di euro (rispetto a 2.134 milioni di euro al 31.12.2004). A fronte di
tali valori, la Regione, le Province e gli
Organismi Intermediari hanno approvato attività per un numero complessivo
pari a 23.272 (rispetto a 17.517 al
31.12.2004), a cui corrisponde un
costo totale pari a oltre 1.231 milioni
di euro (al 31.12.2004 il costo delle
attività approvate corrispondeva a oltre
1.044 milioni di euro).
65
L’analisi dello stato di avanzamento del
POR della Regione Emilia-Romagna a
fine 2005 (Tabella 47, Figura 19)
mostra che tutte le misure hanno costituito oggetto (tenendo conto della
ripartizione delle competenze e delle
risorse finanziarie tra gli organismi
attuatori) di una pluralità di avvisi pubblici, in parte a carattere multimisura.
In particolare, sia la Regione che le
Province hanno emesso bandi e avvisi
pubblici su tutte le misure di propria
competenza.
Al 31 dicembre 2005 gli avvisi pubblici
e i bandi di gara adottati ammontano a
1.012, di cui 163 emanati dalla
Regione e dalle Ardsu (Aziende
Regionali per il Diritto allo Studio
Universitario), 36 dagli Organismi
Intermediari delle Sovvenzioni Globali e
813 dalle Province.
Al 31 dicembre 2005 il POR EmiliaRomagna presenta un livello complessivo di contributi impegnati pari al
88,18 % delle risorse totali programmate nel periodo 2000-2006 e del
105,14 % rispetto al piano finanziario
relativo al 2000-2005.
NONOEURORAPPORTO
66
2.3.4
PROGRAMMA PESCA
500
Con il regolamento (CE) n. 2972/
1999 sono state stabilite le modalità e
le condizioni delle azioni strutturali relative al settore della pesca, e sulla base
di tali riferimenti l’Italia ha redatto il
proprio Documento Unico di Programmazione (DOCUP) dello Sfop (Strumento Finanziario di Orientamento alla
Pesca) per le regioni fuori obiettivo 1.
䡵 Assegnazioni 2000-2006 䡵 Assegnazioni 2000-2005 䡵 Approvato 2000-2005
400
300
200
100
0
Asse A
Asse B
Asse C
Asse D
Asse E
Asse F
Figura 19 – Attuazione ob. 3 - Situazione al 31 dicembre 2005
Tabella 37 – Obiettivo 3 - POR Emilia-Romagna 2000-2006. Situazione al 31 dicembre 2005 (in milioni di Euro)
Asse
A
B
C
D
E
F
Totale
Assegnazioni
2000-2006
Assegnazioni
2000-2005
A
B
475,228
115,887
356,244
212,068
127,646
37,122
1.324,195
402,173
97,092
300,117
170,076
109,354
31,802
1.110,614
Approvato
2000-2005
420,348
102,128
319,283
239,003
115,810
35,222
1.231,794
Contributo
impegnato
2000-2005
C
Pagamenti
effettuati
414,705
100,022
307,701
196,424
113,646
35,222
1.167,720
320,842
76,157
243,999
145,702
92,055
28,783
907,538
B/A
/A
C/B
D/C
84,63
83,78
84,24
80,20
85,67
85,67
83,87
87,26
86,31
86,37
92,62
89,03
94,88
88,18
103,12
103,02
102,53
115,49
103,92
110,75
105,14
77,37
76,14
79,30
74,18
81,00
81,72
77,72
D
Il Docup Italia prevede, per il periodo
2000-2006, interventi per complessivi
221,6 milioni di euro di cui 104 milioni di euro di contributo comunitario, per
ristrutturare e modernizzare il settore
pesca e renderlo più competitivo sul
mercato internazionale e promuovere
lo sviluppo delle zone costiere o interne che dipendono prevalentemente
dalle risorse ittiche. Sono previsti cinque diversi assi suddivisi in misure per
le quali sono stati definiti obiettivi e
priorità.
Con il Docup si è proceduto alla definizione del peso degli Assi e di ogni singola misura, nonché alla definizione
delle competenze che sono rimaste in
capo allo Stato e di quelle delegate
alle amministrazioni Regionali.
Sulla base di tale programma sono
state assegnate alla Regione EmiliaRomagna risorse comunitarie per Euro
5.150.735,38 corrispondenti a circa il
7% delle risorse a disposizione delle
NONOEURORAPPORTO
Regioni e che hanno generato risorse
statali per 4.731.482,12 euro e risorse proprie regionali per 2.033.179,61
euro per un totale di risorse pubbliche
distribuite nei 6 anni pari a
11.915.397,12 euro che porta il costo
complessivo del programma a
21.598.955,21 euro (Tabella 48).
2.3.4.1 L’attuazione
in Emilia-Romagna
tura nelle acque interne, costiere e
marine, il miglioramento delle attrezzature dei porti di pesca, la qualificazione
delle attività della piccola pesca costiera, la promozione, commercializzazione e trasformazione dei prodotti ittici,
con particolare riguardo alla qualità del
prodotto. Sono inoltre previste iniziative per aprire il settore ad ogni opportunità collegata allo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche. Le Misure delegate alla competenza regionale sono:
Il Complemento di programmazione
Emilia-Romagna relativo alle misure del
Docup delegate alla competenza regionale è stato approvato nel luglio
200116 contestualmente al bando di
gara relativo alle intere annualità
2000-200617.
䡵
Il programma, predisposto dopo una
fase di consultazione con le categorie
professionali e con gli enti locali, prevede il sostegno a iniziative per la promozione della protezione delle risorse
acquatiche e lo sviluppo dell’acquacol-
misura 3.1 - Protezione e sviluppo
delle risorse acquatiche
misura 3.2 - Acquacoltura
misura 3.3 - Attrezzatura dei porti di pesca
misura 3.4 - Trasformazione e commercializzazione
asse n. 3 – protezione e sviluppo
delle risorse acquatiche, acquacoltura
attrezzature dei porti di pesca, trasformazione e commercializzazione
misura 3.5 - Pesca nelle acque interne
asse n. 4 – altre misure
misura 4.1 - Piccola pesca costiera
misura 4.3 - Promozione
misura 4.4 - Azioni realizzate dagli
operatori del settore
misura 4.6 - Misure innovanti
䡵
asse n. 5 – assistenza tecnica
misura 5.1 - Assistenza tecnica
䡵
Con il primo bando, nel periodo 20022004, sono stati ammessi al contributo
comunitario 64 progetti.
A seguito delle modifiche di metà percorso apportate al DocUP dal Comitato
nazionale di Sorveglianza che prendeva
atto delle risorse comunitarie aggiuntive, grazie alla premialità, il piano
finanziario e la riprogrammazione
hanno previsto l’emanazione di nuovi
bandi per le annualità 2005 e 2006.
Tabella 38 – DocUP Pesca Regione Emilia-Romagna - Piano finanziario 2000-2006
Asse
1
2
3
4
5
Totale
Costo
totale
totale
pubblico
FSE
Totale
—
—
18.937.730
2.424.953
236.273
21.598.955
—
—
9.478.355
2.200.769
236.273
11.915.397
—
—
3.950.896
1.081.703
118.136
5.150.735
—
—
5.527.459
1.119.067
118.136
6.764.662
cofinanziamento nazionale
Stato
Regione
—
—
3.869.221
783.347
78.914
4.731.482
—
—
1.658.238
335.720
39.222
2.033.180
Quote
private
_
_
9.459.375
224.183
—
9.683.558
67
Nel 2005 è uscito il secondo bando
che metteva a disposizione risorse per
complessivi 2.115.545 euro, di cui
885.981 euro di quota comunitaria,
860.695 euro di cofinanziamento
nazionale e 368.869 euro di quota
regionale, per le misure 3.2 “acquacoltura”, misura 3.4 “trasformazione e
commercializzazione”, misura 4.3
“promozione e ricerca di nuovi sbocchi” e misura 4.4 “azioni realizzate
dagli operatori del settore”.
Nel primo semestre 2006 sono state
approvati complessivamente 24 progetti, per un totale di 1.360.266 euro di
contributo pubblico, relativi alle sola
misure 3.2, 4.3 e 4.4.
L’assistenza tecnica è gestita direttamente dalla Regione senza ricorrere a
bandi. I fondi sono stati utilizzati in
parte per acquisto di beni strumentali
finalizzati al potenziamento dell’attività
di gestione amministrativa ed in parte
per l’affidamento diretto ad una ditta
esterna per effettuare controlli di secondo livello (ai sensi Reg. 438/2001),
al fine dell’attuazione del DOCUP.
16
Delibera della Giunta Regionale del 31
luglio 2001 n. 1675.
17
Bando pubblicato sul BURER n. 143 del 8
ottobre 2001 e scaduto il 16 gennaio 2002.
I PROGRAMMI DI INIZIATIVA
COMUNITARIA (PIC)
E LE AZIONI INNOVATIVE
3
NONOEURORAPPORTO
71
3.1. EQUAL
Il Programma di Iniziativa Comunitaria
EQUAL si inserisce nella strategia europea per l’Occupazione con l’obiettivo
di innovare gli approcci e le politiche
finalizzate a contrastare il fenomeno
della discriminazione e della disuguaglianza nel mercato del lavoro, attraverso progetti sperimentali su base
transnazionale.
Gli Assi dell’Iniziativa coincidono con i
cosiddetti “pilastri” attraverso i quali si
articola la strategia europea per l’occupazione:
䡵 Occupabilità
䡵 Imprenditorialità
䡵 Adattabilità
䡵 Pari Opportunità
䡵 Azione destinate ai richiedenti
asilo1
Nel quadro delle indicazioni fornite
dalla Commissione, il Piano Nazionale
Equal2 definisce la strategia italiana a
partire dalla individuazione di tre direttrici generali di intervento:
“Integrazione stabile tra politiche del
lavoro e politiche sociali”; “Sviluppo di
una società dell’informazione non discriminatoria”; “Sviluppo locale, sviluppo sociale e sviluppo occupazionale”.
Esse forniscono il quadro di riferimento
trasversale ai temi scelti su cui EQUAL
dovrà dare un contributo innovativo in
termini di strumenti, metodologie, dispositivi e prodotti in grado di incidere
sulle politiche locali, nazionali ed europee.3
I soggetti attuatori di Equal sono partnership strategiche, definite “partnership di sviluppo” (PS), appositamente
costituite da una pluralità di organismi,
con competenze ed esperienze diversificate, per elaborare e realizzare azioni
integrate nell’ambito degli Assi dell’iniziativa.
Le PS sono strutturate formalmente ed
i soggetti che le compongono (partnerariato locale) agiscono in un’ottica di
cooperazione attiva sin dalle fasi iniziali della progettazione, prestando una
particolare attenzione alla definizione
congiunta di obiettivi comuni, ruoli e
responsabilità.
Le PS possono essere create su base
settoriale a livello nazionale
(Partnership di Sviluppo Settoriali), i
cui progetti sono gestiti direttamente
dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali, e su base geografica,
(Partnership di Sviluppo Geografiche) i
cui progetti sono gestiti dalle Regioni
poiché basati sulla collaborazione di
soggetti interessati in un determinato
territorio.
Un elemento prioritario di Equal è dato
dalla dimensione transnazionale: le
partnership di sviluppo che attuano i
progetti Equal, dopo aver sottoscritto
gli accordi di cooperazione transnazionali con uno o più organismi interessati
appartenenti ad altri Stati, si impegnano a collaborare per realizzare attività
congiunte, scambio di know-how, perseguire obiettivi comuni e ottenere con
la cooperazione un reale valore aggiunto.
Nell’ambito del periodo di programmazione 2000/2006, Equal è attuato, in
Italia, con due Avvisi di gara nazionali
usciti nel maggio 2001 e nell’aprile
2004.
3.1.1. L’attuazione
di Equal
in Emilia-Romagna
In ambito regionale il programma Equal
viene attuato attraverso partnership territoriali di sviluppo che, oltre ad intervenire sui fattori di sviluppo locale e
sugli ostacoli dell’integrazione nel mercato del lavoro dei soggetti più deboli
definendo strategie e mezzi necessari
per attuarle, partecipano alla diffusione
e generalizzazione delle buone prassi.
L’obiettivo di Equal è di costituire un
laboratorio innovativo incidendo su particolari aspetti della strategia nazionale
per l’occupazione, ma anche sulla pro-
grammazione ordinaria del FSE.
Debbono emergere esperienze innovative, progetti “pilota” che, in seguito
alla sperimentazione attivata con
Equal, possano garantire la continuità
anche attraverso l’uso di altri canali
finanziari sia in ambito comunitario,
nazionale e regionale (per es. obiettivi
2 e 3 del FSE).
I progetti sono strutturati in varie fasi
comprendenti azioni formative, percorsi
individuali, attività seminariali, ricerche/analisi, azioni transnazionali, ecc.
I progetti approvati nella prima fase
sono stati diciannove con un costo
complessivo di 26.285.171 euro e una
durata che oscillava dai 24 ai 36 mesi;
la maggior parte si sono conclusi nel
corso dell’anno 2004, solo nove sono
terminati nel 2005 (Consorzio Ferrara
Innovazione, Seneca, Efeso, CPF di
1
Per quanto riguarda l’Italia, tale asse è di
esclusiva competenza del Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali.
2
Documento unico di programmazione
approvato dalla Commissione con decisione
C(2001) 43 del 26 marzo 2001.
3
佡 www.equalitalia.it in tale sito si trova
tutta la documentazione relativa alla normativa europea ed ai documenti emanati dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
per l’attuazione del Programma Equal.
NONOEURORAPPORTO
72
Ferrara, Provincia di Parma, Ial,
Centuria, Provincia di Rimini e Progress
Company).
Questi diciannove progetti hanno dato
origine a metodologie e strumenti
nuovi; sono emerse, infatti, delle esperienze innovative fortemente significative in vari ambiti e sulle diverse aree
territoriali. E’ stato estremamente forte
il coinvolgimento delle singole realtà
locali con conseguente risposta immediata ai bisogni dell’utenza nell’ambito
della creazione di nuove politiche del
lavoro e di nuove politiche sociali. Ciò
ha garantito una maggiore ricaduta sui
beneficiari finali con un impatto di
maggior efficienza/efficacia.
Al fine di garantire una buona diffusione delle metodologie e dei risultati
delle attività svolte, nel sito internet
dell’Assessorato regionale “Scuola,
Formazione professionale, Università,
Lavoro, Pari opportunità”4 vi è uno
spazio dedicato all’I.C. Equal in cui,
oltre alle news letters prodotte dalle
PS, vi sono le schede riepilogative relative agli elementi essenziali di ogni
progetto e i “link” per accedere direttamente ai singoli siti delle PS (sia nazionali che transnazionali).
Nel 2004, a seguito del secondo
Avviso ministeriale, la Regione EmiliaRomagna, ha selezionato i progetti
delle PS geografiche di propria compe-
tenza ed ha ammesso al finanziamento
ventisei progetti aventi un costo complessivo pari a 27.824.924,97 euro
così ripartiti:
Asse 1
Asse 2
Asse 3
Asse 4
n. progetti
8
6
8
4
Costo totale
7.661.590,66
7.285.729,56
9.553.829,02
3.323.775,73
Asse 1.1
Occupabilità
ALLUNGO
Percorsi personalizzati di inserimento e
stabilizzazione nel lavoro
Soggetto referente
Centro di solidarietà di Reggio Emilia
ET – Esperienze di transizione
Soggetto referente
PLAN soc. coop.
Beneficiari
Giovani adolescenti in situazione di disagio e a rischio di esclusione sociale e
lavorativa
Sin.Te.Si
Sinergie Territoriali per l’Inclusione
Sociale
Soggetto referente
TUTOR – Orientamento Formazione e
Cultura
Beneficiari
Soggetti a rischio di esclusione Soggetti
svantaggiati: immigrati, lavoratori irregolari, disoccupati
Beneficiari
Persone con competenze deboli,
Persone con anzianità profes-sionale e
scarse competenze, Donne che rientrano nel mondo del lavoro, Persone in
uscita da dipendenze con necessità di
reinserimento assistito, Giovani in
ingresso nel MdL con lauree o diplomi
deboli
INSIEME
INserimento, Socialità e Integrazione
per Evolvere, Migliorare, Emergere
Soggetto referente
Provincia di Parma
Beneficiari
Immigrati
PEGASO
processi plurali di rete per l’inclusione
dei detenuti
Beneficiari
Svantaggiati, lavoratori deboli o a
rischio di esclusione dal MdL, disoccupati
Il lungo cammino dei Sinti e dei
Rom: percorsi verso il lavoro
Soggetto referente
TECHNE – consorzio per la formazione
professionale di Forlì
Soggetto referente
PLAN soc.IAL Emilia Romagna
Beneficiari
Detenuti
MOBILI
Modelli di Orientamento di base per
l’Inserimento Lavorativo dei giovani
Immigrati
Beneficiari
Persone appartenenti alle comunità
Sinti e Rom
Soggetto referente
Consorzio formazione & lavoro
GOAL
Governo e messa in trasparenza degli
Apprendimenti per favorire il Lavoro
Beneficiari
Giovani ed adolescenti occupati ma con
discriminazioni nei ruoli professionali
Soggetto referente
COFIMP Consorzio per la formazione e
lo sviluppo delle PMI
4
www.form-azione.it
NONOEURORAPPORTO
73
Asse 2.2
Imprenditorialità
Trailer: trame di sviluppo territoriale
Soggetto referente
A.E.C.A.
Beneficiari
Persone aventi svantaggio sociale e
lavorativo residenti in aree depresse
SPRING OUT
Soggetto referente
Fondazione ENAIP S. Zavatta – Rimini
Beneficiari
Persone con disturbi psicologici
FUORI ORARIO
La cooperazione sociale per il lavoro
regolare
Soggetto referente
IRECOOP E.R. - Bologna
Beneficiari
Lavoratrici di servizi di cura (badanti),
Lavoratrici/ori del sommerso per assistenza privata
AGAPE
Action of Governance and People
Employment
Soggetto referente
EFESO - Bologna
Beneficiari
Uomini e donne appartenenti fasce
deboli
F.O.R.R.E.S.T.
Forum Reti Risorse per l’Economia
Sociale e il Territorio
Soggetto referente
FUTURA – Società pubblica per la F.P. e
sviluppo del territorio
Beneficiari
Soggetti del Terzo Settore
(Associazionismo, Volontariato,
Cooperazione Sociale)
INCLUDENDO
Soggetto referente
AGEFORM Scarl
Beneficiari
Terzo settore, Attori sociali
Asse 3.1
Adattabilità
E.L.S.A.
Politiche di Empowerment delle lavoratrici straniere addette alla cura
Soggetto referente
ARCO S.a.s
Beneficiari
Lavoratrici addette ai servizi di cura
(badanti)
ADD+: Across the Digital Divide
Soggetto referente
ECIPAR – Bologna
Beneficiari
Sistemi locali, Figure profes-sionali
deboli sul MdL, Lavo-ratori disabili fisico/sensoriali, Lavoratori immigrati,
Lavora-tori a rischio di espulsione dal
MdL, Lavoratori over 45
SKY
Sviluppo delle competenze attraverso
l’apprendimento innovativo
Soggetto referente
MODENA Formazione
Beneficiari
Lavoratori con svantaggio e lavoratori a
rischio di espulsione
VITA
Innalzamento delle skills nell’ottica di
regional life long learning
Soggetto referente
TALETE Scarl – Ferrara
Beneficiari
Disoccupati over 45 o immigra-ti con
bassa scolarizzazione o scarsa professionalità, Occupati stagionali
SCI
sostenere la competitività individuale
Soggetto referente
SENECA - Bologna
Beneficiari
Immigrati lavoratori a rischio di esclusione sociale e lavorativa
C.R.E.S.C.E.R.E.
Soggetto referente
Consorzio FOR.P.IN - PC
Beneficiari
Lavoratori a rischio di espulsione dal
mondo del lavoro
Space Economy: il Modello Emiliano,
i Distretti e le sue competenze
Soggetto referente
CIS – Scuola aziende di formazione
superiore – RE
Beneficiari
Lavoratori occupati in Emilia Romagna
(particolare attenzione agli over45) a
rischio di esclusione
LABORATORIOVALSAMOGGIA
una terra accogliente e socialmente
responsabile
Soggetto referente
Comunità Montana Unione dei Comuni
Valle del Samoggia
Beneficiari
Giovani, lavoratori o meno, nell’ambito
del territorio di riferimento
74
Asse 4.2
Pari opportunità
ALTEREGO
professione co-manager. Laboratorio
per lo sviluppo di nuovi strumenti
Soggetto referente
Nuovo Cescot Emilia-Romagna –
Bologna
Beneficiari
Donne imprenditrici, Donne non occupate, disposte a “sostituire” donne
imprenditrici
TRANSITI
Soggetto referente
Movimenti Identità Transessuale Bologna
Beneficiari
persone transessuali
Technèdonne
donne nelle tecnologie e tecnologie
nelle donne
Soggetto referente
Orlando Associazione Donne – Bologna
Beneficiari
Donne nel mondo della tecnologia
informatica e comunicazione (TIC)
Una questione privata
(non tenere al proprio tempo è un problema di spazio)
NONOEURORAPPORTO
Soggetto referente
CESVIP – Centro sviluppo piccola e
media impresa
Beneficiari
Uomini e donne con problemi di conciliazione
Anche in questa Seconda Fase gli interventi delle PS si sviluppano e si realizzano all’interno delle tre Azioni previste negli orientamenti comunitari sull’attuazione dell’Iniziativa:
䡵 Azione 1: creazione delle partnership di sviluppo e della cooperazione
transnazionale;
䡵 Azione 2: realizzazione dei programmi di lavoro delle partnership di sviluppo;
䡵 Azione 3: networking tematico, diffusione di buone prassi e impatto sulla
politica nazionale.
䡵 formulare il programma di lavoro
dell’Azione 2.
e, a partire dall’inizio del mese di
luglio, tutte le PS sono state formalmente ammesse alla realizzazione
dell’Azione 2.
I ventisei progetti approvati possono
avere una durata che oscilla dai 24 ai
36 mesi (Figura 1)
L’avvio del Programma Equal II Fase
nella Regione Emilia-Romagna ha fatto
emergere approcci e modalità operative
differenti; lo stato di attuazione dei
progetti vede infatti l’attivazione di una
complessa rete di azioni con il coinvol-
L’innovatività e la dinamicità che caratterizza l’Iniziativa Equal II Fase è data
dalla numerosità dei soggetti che compongono ciascuna PS, nonché dalla
fitta e numerosa rete di relazioni
(Province, Comuni, AUSL, Sportelli
informativi e di orientamento, Centri
per l’Impiego, Associazioni di volontariato, Centri di solidarietà sociale, etc.)
che si genera nello svolgimento delle
attività.
In linea con quanto previsto dal programma comunitario e dall’Avviso ministeriale, infatti, i soggetti attuatori dei
progetti EQUAL sono partnership strate-
36 mesi: 5
Entro il mese di aprile 2005, si è conclusa la realizzazione dell’Azione 1 da
parte delle PS che hanno provveduto
a:
24 mesi: 8
䡵 costituire il partenariato di sviluppo
su base locale confermando il programma di lavoro approvato;
䡵 definire il partenariato transnazionale (e concordare il piano di lavoro)
con almeno un partner titolare di analogo intervento ammesso all’Azione 1 in
un altro Stato membro;
gimento non solo di ciascun componente la singola PS, ma anche di altri soggetti, istituzionali e non.
26 mesi: 1
30 mesi: 11
28 mesi: 1
Figura 1 – Durata progetti
NONOEURORAPPORTO
giche, definite partnership di sviluppo,
appositamente costituite da una pluralità di organismi, con competenze ed
esperienze diversificate, per elaborare e
realizzare azioni integrate nell’ambito
degli Assi e delle Misure contemplate
dall’Iniziativa.
I progetti finanziati coinvolgono complessivamente 216 soggetti dei quali 26
aventi il ruolo di soggetti referenti e 190
aventi il ruolo di partner (Figura 2).
Nei primi mesi di avvio dei progetti
approvati nell’ambito dell’ Azione 2,
sono state attivate, in generale, attività
connesse alle progettazioni di dettaglio, alla definizione della strategie e,
comunque, a tutte quelle specifiche
attività necessarie per consentire il vero
“lancio” delle azioni previste dai singoli progetti. Nel dicembre 2005 si sono
svolti i primi seminari e work shop
tematici e le prime attività formative;
sono stati, inoltre, attivati sportelli di
accoglienza e sono state messe in
campo azioni specifiche per utenze specificamente svantaggiate.
Le attività transnazionali delle varie PS
si sono avviate in momenti diversi
anche a seguito delle differenti tempistiche con cui sono stati validati da
parte di tutti i Paesi partners i rispettivi
Accordi Transnazionali, comunque, ben
15 progetti hanno dato avvio alle attività nel mese di luglio.
2,12
11,11
20,11
15,87
1,06
1,06
6,35
7,94
15,87
18,52
Figura 2 – Soggetti coinvolti nei progetti finanziari
䡵 AUSL
䡵 Associazioni di categoria
䡵 Associazioni di volontariato,
terzo settore, servizi sociali
䡵 Comuni e Comunità
Montane
䡵 Enti di formazione professionale
䡵 Università
䡵 Province
䡵 Sindacati
䡵 CCIAA
䡵 Varie
A dicembre 2005, parte dei progetti
aveva realizzato attività preparatorie
allo svolgimento dei successivi meeting
o conferenze transnazionali mentre,
per un’altra parte dei progetti, si è registrato un buon avanzamento delle atti-
Centro Solid. RE
Cons. Formaz. Lavoro
Plan
Tutor
IAL
COFIMP
Provincia di Parma
Techne
AECA
ENAIP
IRECOOP
Efeso
Futura
Ageform
Arco
Ecipar
Modena Formazione
Talete
Seneca
FORPIN
CIS RE
Comunità Montana Val Samoggia
Nuovo Cescot
MIT
Associazione Orlando
CESVIP
Figura 3 – Numero dei partner per PS
75
vità transnazionali in quanto si erano
già svolte, in Italia o all’estero, attività
o incontri di lavoro afferenti l’insediamento del Comitato di gestione o
Comitato di pilotaggio transnazionale,
meeting o prima Conferenza trasnazio-
3
3
2
4
2
1
3
5
3
6
2
1
2
1
4
2
3
1
2
5
2
3
3
5
2
3
NONOEURORAPPORTO
76
nale, organizzazione di gruppi tematici
su ambiti precedentemente individuati
e primo scambio di metodologie e prassi di lavoro adottate.
mediante la partecipazione ad eventi,
conferenze, seminari e gruppi di lavoro
a livello europeo tra cui Gruppi Tematici
Europei, gruppi trasversali, etc.
La dimensione transnazionale
rappresenta un valore aggiunto al
programma di lavoro nazionale in
quanto contribuisce ad innovare le
pratiche, le politiche e i sistemi di
riferimento.
Nella Figura 3 è indicato il numero dei
partners per PS.
Nella realizzazione dell’Iniziativa, la
transnazionalità deve essere caratterizzata da:
䡵 una forte integrazione tra le sperimentazioni realizzate dalle PS in ambito nazionale e le attività di cooperazione transnazionale;
䡵 una tipologia di cooperazione transnazionale che privilegi lo sviluppo progettuale comune ed il massimo coinvolgimento dei partner della PS.
Obiettivo della transnazionalità è promuovere il trasferimento di know-how
tra gli Stati membri, integrando le sperimentazioni realizzate dalla partnership a livello nazionale con le attività di
cooperazione transnazionali.
Nella II Fase il principio della cooperazione transnazionale trova, dunque,
attuazione sia mediante l’implementazione dei rispettivi Accordi di
Cooperazione Transnazionale, sia
di Cooperazione Transnazionali con le
PS geografiche della nostra Regione. A
tali Paesi si devono aggiungere anche i
5 partners nazionali appartenenti ad
altre Regioni che hanno aderito ad
alcuni ACT.
La transnazionalità, in questa Seconda
Fase dell’I.C. Equal, interessa anche i
10 paesi che sono da poco entrati a far
parte dell’Unione europea e, per la
prima volta sono stati accesi contatti
Sono complessivamente 73 i partners
stranieri presenti negli Accordi di
cooperazione transnazionale sottoscritti
dalle 26 PS e sono diciannove i Paesi
Europei che hanno sottoscritto Accordi
Altre PS nazionali
Germania
Austria
Francia
Spagna
Belgio
Portogallo
Grecia
Svezia
Finlandia
Olanda
Gran Bretagna
Lituania
Repubblica Ceca
Slovenia
Slovacchia
Polonia
Estonia
Lettonia
Ungheria
5
5
3
11
14
4
5
2
2
2
4
3
1
2
1
3
3
1
1
1
Figura 4 – Contatti delle PS
con: Lituania, Repubblica Ceca,
Slovenia, Slovacchia, Polonia, Estonia,
Lettonia e Ungheria.
Risultano sempre molto numerosi i contatti delle PS stabiliti con Francia (11
partners) e Spagna (14 partners)
(Figura 4).
NONOEURORAPPORTO
3.2
INTERREG
III
Interreg III5 ha come obiettivo il rafforzamento della coesione economica e
sociale nell’Unione europea e lo sviluppo equilibrato del territorio comunitario
attraverso la promozione di tre forme
di cooperazione:
A. transfrontaliera per zone situate lungo i confini interni ed esterni della U.E.
B. transnazionale per raggruppamenti
predefiniti di regioni e Stati membri
C. interregionale per collaborazioni fra
regioni dell’intero territorio comunitario
Per il periodo 2000-2006, Interreg III
dispone di una dotazione di 4.875
milioni di Euro e la ripartizione indicativa per Stato Membro ha assegnato
all’Italia, per l’intero periodo, 426
milioni di Euro, che con delibera CIPE è
stata articolata come segue:
Sezione A
Sezione B
Sezione C
77
Mio di euro
255,6 (60%)
144,9 (34%)
25,5 (6%)
Per l’Italia il FESR finanzia il 50% del
costo totale degli interventi, la restante
quota è coperta dal Fondo di Rotazione
e, laddove previsto, finanziamenti
aggiuntivi da parte delle regioni con
modalità diverse nei tre volet.
L’iniziativa è attuata attraverso specifici
programmi approvati dalla
Commissione europea e proposti e realizzati congiuntamente dagli Stati
membri attraverso strutture comuni di
cooperazione.
Inoltre dal 2003 è operativo il programma Interact che ha lo scopo di
sostenere gli attori e le istituzioni
responsabili della gestione dei
Programmi Interreg III attraverso la
promozione del trasferimento di knowhow e lo sviluppo di strumenti pratici
per la gestione dei programmi e dei
progetti.
In particolare, si tratta di favorire gli
scambi d’esperienze e di raccogliere
informazioni sui progetti Interreg e le
«prassi migliori», contribuendo, inoltre,
ad armonizzare le procedure e i moduli
e a migliorare i controlli finanziari.
3.2.1. Sezione A:
cooperazione
transfrontaliera
e il piano finanziario prevede per il
periodo 2002-2006 un costo totale di
101.016.000 euro.
I progetti che vedono la partecipazione
della Regione e/o degli enti locali territoriali emiliano-romagnoli sono elencati
nella Tabella 1).
La Regione Emilia-Romagna è coinvolta
nel Programma Transfrontaliero
Adriatico che prevede la partecipazione
delle provincie adriatiche emilianoromagnole di Ferrara, Ravenna, ForlìCesena e Rimini.
Ulteriori informazioni sui progetti sono
disponibili sui siti http://www.regione.
emilia-romagna.it/pda/iiia.htm e
http://www.interregadriatico.it/
index1.html
Le altre aree coinvolte sono le Province
di Trieste, Gorizia, Udine, Venezia,
Bari, Brindisi, Lecce, Rovigo, Ferrara,
Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro,
Ancona, Macerata, Ascoli Piceno,
Teramo, Pescara, Chieti, Campobasso,
Foggia; è inoltre utilizzata la deroga
territoriale per le aree delle Province di
Padova, L’Aquila, Isernia, mentre i
Paesi Terzi interessati alla cooperazione
transfrontaliera adriatica sono: Croazia,
Bosnia-Erzegovina, Albania, SerbiaMontenegro.
Il Programma Operativo INTERREG IIIA
Italia-Paesi Adriatici Orientali (denominato Transfrontaliero Adriatico) approvato dalla Commissione europea6 è
strutturato in quattro Assi d’intervento
prioritari e undici misure di attuazione
5
Orientamenti della Commissione europea
del 28 aprile 2000 (GUCE C 143 del 23.5.
2000)
6
Decisione della Commissione del
24/12/2002 C(2002) 4627.
78
NONOEURORAPPORTO
Tabella 1 – Interreg III A Transfrontaliero Adriatico
Acronimo
Titolo Progetto
ADRI.BLU
gestione sostenibile delle attività di pesca
e delle risorse alieutiche dell'adriatico
ADRIA-LINK cooperazione istituzionale e formativa e
servizi interadriatici per il lavoro
ADRIAMET
sistema integrato di monitoraggio e previsione dei
parametri meteorologici e di stato delle acque dell'adriatico
ADRIA-SAFE Tutela e salvaguardia dell'ecosistema
marino nell'Adriatico
ADRIA-TUR attività a supporto del turismo
per i Comuni adriatici
ANSER
Ruolo ecologico delle zone umide per la sosta e
lo svernamento degli uccelli acquatici dell'Adriatico
settentrionale. Linee guida per la conservazione e
la gestione del patrimonio naturale marino costiero
ARCO A.T.
fondo di controgaranzia a favore delle PMI delle
regioni adriatiche - Assistenza tecnica
ARCO F.
fondo di controgaranzia a favore delle PMI delle regioni
adriatiche - Gestione del fondo
INROSE
progetto pilota per l'attivazione di collegamenti marittimi
tra Emilia-Romagna e Croazia
LODE
creazione di punti per lo Sviluppo Locale nelle aree
transfrontaliere adriatiche
MAHLDE.NET reti per la democrazia locale
MEM
NEW
REQUISITE
SUA
SVILMA
monitoraggio elettromagnetico ambientale
Network Europeo per il Welfare
sistema integrato di sorveglianza sulla qualità delle acque
marine in particolare sui fenomeni eutrofici e mucillaginosi
valorizzazione e gestione del patrimonio artistico culturale
dei siti Unesco
sviluppo del mercato del lavoro nell'area adriatica
Risorse UE Capofila
per RER
Territori interessati
551.104 RER - DG Attività
produttive Servizio ittico
300.000 Prov. Rimini
FVG, Veneto, Croazia, Slovenia
0 ARPA Veneto
447.040 Prov. Forlì-Cesena
700.000 Prov. Rimini
Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia
e Montenegro
Veneto, FVG, Marche, Abruzzo, Croazia,
Montenegro
Marche, Veneto, FVG, Puglia, Croazia, Montenegro,
Slovenia, Albania
Croazia, Bosnia Erzegovina
100.000 Regione Friuli
Venezia-Giulia
FVG, Croazia, Albania
12.500 Regione Veneto
(Direzione industria)
212.450 Regione Veneto
(Veneto Sviluppo Spa)
775.000 Prov. Ravenna
FVG,Veneto,Marche,Abruzzo, Molise, Puglia, Croazia,
Serbia e Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Albania
FVG,Veneto,Marche,Abruzzo, Molise, Puglia, Croazia,
Serbia e Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Albania
Croazia, Serbia Montenegro, Bosnia Erzegovina
43.775 Unioncamere Veneto
100.000 Regione Friuli
Venezia-Giulia
25.000 Regione Abruzzo
454.000 Prov. Forlì-Cesena
250.000 ARPA Emilia-Romagna
965.000 Prov. Ferrara
63.750 Veneto Lavoro
4.999.619
Durata
del Progetto
maggio 2004
ottobre 2006
novembreo 2003
dicembre 2006
giugno 2004
giugno 2008
gennaio 2004
dicembre 2006
gennaio 2004
dicembre 2006
gennaio 2005
dicembre 2008
febbraio 2006
dicembre 2008
dicembre 2004
dicembre 2008
gennaio 2004
dicembre 2007
Abruzzo, Molise, Veneto, Serbia Montenegro, Croazia,
maggio 2004
Bosnia-Erzegovina
maggio 2006
FVG, Veneto, Puglia, Bosnia Erzegovina, Croazia,
aprile 2004
Serbia-Montenegro
ottobre 2006
Abruzzo, Molise, Puglia, Serbia, Albania
giugno 2004-maggio 2007
Albania, Serbia, Bosnia Erzegovina giugno 2004
novembre 2006
Marche, Abruzzo, Croazia
gennaio 2004
dicembre 2006
Bosnia, Croazia
giugno 2003
giugno 2007
tutte le Regioni adriatiche italiane, Croazia, Serbia,
ottobre 2004
Bosnia Erzegovina, Albania
dicembre 2006
NONOEURORAPPORTO
3.2.2. Sezione B:
cooperazione
transnazionale
La Regione Emilia-Romagna è inserita
negli spazi di cooperazione relativi alle
aree CADSES (Central Adriatic Danubian
South-Eastern European Space) e
MEDOCC (Mediterraneo Occidentale).
3.2.2.a. ll programma CADSES
Il Programma Operativo approvato
dalla Commissione europea7 si propone
di soddisfare le esigenze di superamento degli squilibri regionali e promuovere
lo sviluppo socio-economico dei Paesi
membri dell’U.E. e degli Stati membri
dell’Europa centrale, adriatica, danubiana e sud-orientale. Il programma è articolato in cinque assi tematici con specifiche misure di attuazione e prevede un
costo totale, per il periodo 20002006, di 237.485.375 euro.
Nel corso del 2005 la Regione Emilia-
79
Romagna partecipava ai progetti elencati in Tabella 2.
7
Decisione CE C(2001) 4013 del
27/12/2001.
Tabella 2 – Interreg III B Cadses
Acronimo
Titolo Progetto
Risorse UE Capofila
per RER
Territori interessati
ADRI.FISH
promozione della pesca sostenibile nel mare nord adriatico
246.470 Regione Veneto
Servizio Economia ittica regionale (DG Attività produttive,
aprile 2002
Commercio e Turismo)
ottobre 2005
Servizio geologico, sismico e dei suoli (DG Ambiente
gennaio 2004
e Difesa del suolo e del territorio) e Arpa
dicembre 2006
CADSEALAND protezione e gestione della costa
CARE
Città Accessibili delle Regioni Europee
CITY PORTS
rete di città che seguno un approccio condiviso e coordinato
per sviluppare soluzioni di logistica urbana attuabili
e sostenibili
logistica regionale coordinata
CORELOG
ESTIA-SPOSE spazio europeo - indicatori territoriali e azioni per un
osservatorio di pianificazione territoriale nel sud-est europa
315.000 CINFAI - Consorzio
Nazionale di Univer-sità
per la Fisica dell'Atmosfera
e dell'Idrosfera
248.166 RER
Servizio Turismo e qualità aree turistiche (DG Attività
produttive, Commercio e Turismo)
271.300 RER
Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica (DG
Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
150.000 RER
50.000
GILDANET
rete informativa globale per il trasporto integrato e la logistica 291.021
I-LOG
logistica industriale e trasporto intermodale per lo sviluppo
delle pmi
integrazione efficiente dei nodi e delle modalità di trasporto
merci nell'area cadses
Itinerari TERmali
IMONODE
ITER
110.755
170.000
262.880
Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica (DG
Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
University Research Inst. Servizio Programmazione territoriale (DG
of Urban Environment and Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
Human Resources,
(Panteion University) (GR)
RER
Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica
(DG Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
Regione Marche
Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica
(DG Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
Hellenic Institute of
Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica (DG
Transport (GR)
Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
Ibacn E-R
Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali
dell'Emilia-Romagna
Durata
del Progetto
gennaio 2004
dicembre 2005
luglio 2001
luglio 2005
settembre 2005
settembre 2007
ottobre 2003
dicembre 2006
ottobre 2002
ottobre 2005
ottobre 2003
giugno 2006
gennaio 2002
dicembre 2005
gennaio 2003
giugno 2005
NONOEURORAPPORTO
80
segue Tabella 2 – Interreg III B Cadses
Acronimo
Titolo Progetto
Risorse UE Capofila
per RER
Territori interessati
LOTO
Opportunità paesaggistiche per l'organizzazione territoriale
111.500 Regione Lombardia
Servizio Valorizzazione e tutela del paesaggio
(DG Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
Servizio Programmazione territoriale (DG
Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
PLANET CENSE rete di pianificatori per l'europa centrale e sud-orientale
50.000 Austrian Institute for
Regional Studies and
Spatial Planning (AT)
RDA-net CEDA
Rete di agenzie di sviluppo regionale nelle aree dell'Adriatico, 106.303
ottobre 2002
II
del Danubio e del centro Europa
REDCODE
regional disaster common defence
100.000 Regione Basilicata
REDECON
regional development long corridors and nodes
REPUS
strategia per un sistema policentrico urbano regionale
150.000 Unione Camere di
commercio Veneto
213.000 RER
RISK AWARE sistema avanzato di previsioni del tempo per comunicare
e gestire i rischi
ROMIT
Itinerari romani
374.500 ARPA-SIM
S.I.S.M.A
108.900 Regione Umbria
Sistema Integrato per la prevenzione e la tutela del tessuto
edilizio storico dai rischi
TWReference Gestione e sviluppo sostenibile delle acque di transizione
NET
protette
VILLAS
valorizzazione del patrimonio architettonico, usi compatibili
e gestione creativa
WEST
tratta di donne dell'est
100.000 Provincia di Rimini
45.030 Università di Lecce
88.750 Regione Veneto
617.897 RER
Durata
del Progetto
maggio 2002
dicembre 2005
novembre 2003
ottobre 2006
Regione Abruzzo Servizio Intese istituzionali e Programmi speciali d'Area
(DG Programmi e intese, relazioni europee e cooperazione febbraio 2006
internazionale)
Servizio Protezione Civile (DG Ambiente e Difesa
settembre 2005
del suolo e del territorio)
settembre 2007
Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica (DG
settembre 2005
Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
febbraio 2008
Servizio Programmazione territoriale (DG
giugno 2005
Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
maggio 2007
Arpa e Servizio geologico, sismico e dei suoli (DG
gennaio 2004
Ambiente e Difesa del suolo e del territorio)
dicembre 2006
Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali
gennaio 2004
dell'Emilia-Romagna
giugno 2006
Servizio Protezione Civile (DG Ambiente e Difesa del
gennaio 2003
suolo e del territorio)
dicembre 2006
Arpa Struttura operativa Daphne
gennaio 2004
dicembre 2006
Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali
gennaio 2004
dell'Emilia-Romagna
dicembre 2006
Servizio per l'accoglienza e l'integrazione sociale
gennaio 2003
(Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali)
luglio 2005
4.181.472
3.2.2.a Il programma MEDOCC
Il Programma Operativo approvato
dalla Commissione europea8 prevede la
realizzazione di studi, ricerche e azioni
pilota sulla situazione dell’area del
Mediterraneo Occidentale in materia di
sviluppo territoriale sostenibile, con l’obiettivo più generale di contribuire alla
messa in opera dello Schema di sviluppo Spaziale Europeo. Il programma è
articolato in cinque assi tematici con
specifiche misure di attuazione e prevede un costo totale, per il periodo
2000-2006, di 194.340.135 euro.
I progetti a cui, nel corso del 2005,
partecipava la Regione Emilia-Romagna
sono elencati in Tabella 3.
8
Decisione CE C(2001) 4069 del
27/12/2001.
NONOEURORAPPORTO
81
Tabella 3 – Interreg III B Medocc - Progetti in corso nel 2005
Acronimo
Titolo Progetto
Risorse UE Capofila
per RER
Territori interessati
AMPHORE
Applicazione di metodologie di previsione idrometerelogica
orientate al rischio ambientale
valorizzazione turistica del patrimonio culturale e naturale
delle regioni dei fiumi europei
gestione dei bacini fluviali mediterranei
124.400 ARPA Piemonte
Arpa-Sim
125.000 Regione Lombardia
Servizio Turismo e qualità aree turistiche (DG Attività
produttive, Commercio e Turismo)
Servizio geologico, sismico e dei suoli (DG Ambiente
e Difesa del suolo e del territorio)
Arpa-Sim
BLUE
BVM
DESERTNET
80.000 Regione PACA (F)
monitoraggio ed azioni di lotta alla desertificazione
nella regione mediterranea europea
EUROMEDSYS sistemi economici locali di cooperazione transnazionale
II
LA TELA
Rafforzare e accrescere il settore tessile femminile nel
DI ARACNE Mediterraneo
MARIMED
La pesca come fattore di sviluppo del turismo sostenibile
284.890 RER
MATAARI
180.000 RER
MEDISDEC
MIPAIS
miglioramento dell’accessibilità ai servizi di trasporto
e logistici di aree “vaste”, in rapporto ai sistemi di
trasporto transeuropei
ricerca di convergenza e coerenza nella gestione
dello spazio mediterraneo
metodologie e strumenti per la pianificazione e la
gestione sostenibile dell'irrigazione in condizioni di siccità
PAYS.DOC
buone pratiche per il paesaggio
SEDEMED II
Siccità e desertificazione
54.400 università di Sassari
60.000 Regione Toscana
85.000 Regione Toscana
0 Regione Lazio
180.000 CBSM - Consorzio di
Bonifica della Sardegna
Meridionale
50.000 Regione Andalusia (E)
86.500 Arpa Piemonte
1.310.190
Servizio Politiche di sviluppo economico (DG Attività
produttive, Commercio e Turismo)
Servizio Politiche per le pari opportunità (DG Cultura,
Formazione, Lavoro)
Servizio Turismo e qualità aree turistiche (DG Attività
produttive, Commercio e Turismo)
Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica
(DG Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
Servizio Programmazione territoriale (DG
Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
Arpa-Sim
Durata
del Progetto
marzo 2004
giugno 2006
luglio 2005
giugno 2007
luglio 2005
giugno 2007
ottobre 2002
settembre 2005
luglio 2005
giugno 2007
giugno 2004
giugno 2006
maggio 2004
maggio 2006
luglio 2005
giugno 2007
luglio 2005
giugno 2007
luglio 2005
giugno 2007
Servizio Valorizzazione e tutela del paesaggio (DG
luglio 2005
Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
giugno 2007
Arpa-Sim
settembre 2004 giugno 2006
NONOEURORAPPORTO
82
3.2.3. Sezione C:
cooperazione
interregionale
North East South West
INTERREG IIIC
Interreg IIIC9 promuove la cooperazione tra regioni non contigue attraverso
scambi di esperienze, il trasferimento
di best practices e la creazioni di reti.
Per l’attuazione sono stati individuati
quattro “Spazi di cooperazione” con
relativi programmi e strutture comuni
di attuazione e gestione. L’Italia è
parte di due spazi di cooperazione:
Europa meridionale ed Europa orienta-
le, ai quali devono fare riferimento i
capofila italiani anche se, in qualità di
partner, è possibile partecipare a progetti ricadenti in qualsiasi spazio di
cooperazione inclusi quindi anche Europa nord-occidentale ed Europa nordorientale. Il Programma “Interreg III C
– Zona est” in cui rientra la Regione
Emilia-Romagna, prevede un costo
complessivo per l’intero periodo 2000-
2006 di 44.300.000 euro. Nel 2005
la Regione Emilia-Romagna partecipava
ai progetti elencati in Tabella 4.
9
Comunicazione della Commissione Europea
agli Stati membri del 15 maggio. GUCE serie
C n. 141.
Tabella 4 – Interreg III C - Progetti in corso nel 2005
EST
Acronimo
Titolo Progetto
per RER
Risorse UE Capofila
ENHANCE
Sistema di controllo della salute ambientale in aree
115.000 Comune di Forlì
HEALTH
urbane vicine ad inceneritori e stabilimenti industriali
ENERCY' REGIO
favorire lo sviluppo sostenibile in ambito locale, lo scambio 486.203
gennaio 2005
di informazioni e lo sviluppo di buone pratiche
e l’Agricoltura della
Sassonia (DE)
IUWMM
elaborare un manuale di buone pratiche sulle soluzioni
10.000 Waste Association West
ottimali per la gestione dei rifiuti solidi urbani
Saxony (DE)
RESCUE
Sistema di supporto decisionale di risposta e recupero per il 250.000 Region of Central
trasporto e la logistica in situazioni catastrofiche
Macedonia (GR)
S3 - Sharing cooperazione tra regioni europee nella programmazione e
116.352 RER
Solutions on gestione dei programmi di sviluppo locale finanziati dai
Structural
Fondi strutturali
Funds
UNDERSTAND Regioni europee alla ricerca di indicatori standard per il
121.000 RER
benchmarking nella società dell'informazione
Territori interessati
del Progetto
Arpa
Ministero per l’Ambiente
Durata
gennaio 2004
dicembre 2006
Servizio Energia (DG Attività produttive,
Commercio e Turismo)
dicembre 2007
DG ambiente e difesa del suolo e della costa
aprile 2005
settembre 2007
gennaio 2004
aprile 2007
settembre 2004
febbraio 2007
Servizio Protezione Civile (DG Ambiente e difesa
del suolo e della costa)
DG Attività produttive, Commercio e Turismo
DG Organizzazione, Sistemi informativi e Telematica febbraio 2004
ottobre 2006
NONOEURORAPPORTO
83
Segue Tabella 4 – Interreg III C - Progetti in corso nel 2005
Acronimo
NORD
OVEST
SUD
BEACHMED
Titolo Progetto
per RER
gestione strategica della difesa del litorale per uno sviluppo
sostenibile delle zone costiere del mediterraneo
POLIMETREX rete delle regioni e aree metropolitane europee per la
PLUS
realizzazione di un assetto territoriale dell'Europa più
equilibrato e policentrico
REGIOCOM valorizzazione interregionale delle politiche di promozione
della frutta, dei legumi dell'Europa meridionale
Risorse UE Capofila
Territori interessati
del Progetto
911.250 Regione Lazio
DG ambiente e difesa del suolo e della costa
49.115 Generalitat de Catalunya
(E)
Durata
gennaio 2005
aprile 2008
DG Programmazione territoriale e sistemi di mobilità
aprile 2004
novembre 2007
18.000 Assemblée des Régions Servizio Prouzioni vegetali (DG Agricoltura)
gennaio 2004
Euro-péens Fruitières,
giugno 2007
Légumiers et Hor-ticoles (FR)
CENTURIO
migliorare il dialogo sullo sviluppo economico-sociale
20.745 ARE Assemblea delle
Assemblea Legislativa
ottobre 2004
sostenibile e sull'integrazione interregionale
Regioni Europee
dicembre 2006
CITAIR
rete di scambio informazioni comuni sull'aria in Europa
50.000 Leicester City Council (UK) Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica
marzo 2004
(DG Programmazione territoriale e sistemi di mobilità) febbraio 2007
ENLOCC
rete europea di centri di competenza logistica
150.000 Wirtschaftsforderung
Servizio Pianificazione dei trasporti e Logistica (DG gennaio 2004
Region Stuttgart GmbH (DE)Programmazione territoriale e sistemi di mobilità)
marzo 2007
GROW
favorire una crescita economica equilibrata e rispettosa
508.442 South East England
DG Programmi Intese, relazioni europee e
gennaio 2005
dell'ambiente, dei settori economici e della società
Development Agency Cross cooperazione internazionale
dicembre 2007
nel suo complesso
lanes (UK)
INTERMETREX rete delle regioni e aree metropolitane europee per il
17.062 Glasgow and the Clyde
DG Programmazione territoriale e sistemi di mobilità
aprile 2003
miglioramento della pianificazione territoriale
Valley Struc-ture Plan
giugno 2006
Joint Committee (UK)
PORT NET
promozione della cooperazione dei porti e delle strutture di
50.000 City of Hamburg, State
DG Programmazione territoriale e sistemi di mobilità gennaio 2005
trasporto multimodale nell'Unione europea
Ministery for Economic and
dicembre 2007
Labour Affair (DE)
2.758.169
84
NONOEURORAPPORTO
3.3 LEADER+
3.2.4. Il programma
INTERACT
Il programma INTERACT, approvato
dalla Commissione Europea nel
Dicembre 2002, è parte dell´Iniziativa
Interreg III ed ha come obiettivo principale quello di aumentarne l´efficacia e
l´efficienza. Oltre a mettere in collegamento le strutture di cooperazione
comune delle diverse sezioni e dei vari
programmi Interreg, INTERACT è finalizzato ad individuare i punti di forza e
debolezza delle diverse iniziative attraverso lo scambio di informazione, la
creazione di banche dati relative alle
diverse esperienze in corso, a migliorare il collegamento fra i diversi strumenti comunitari di cooperazione interna
ed esterna all´Unione Europea, a fornire supporti a potenziali partners di progetti Interreg dei Paesi di nuova e futura adesione.
La Regione Emilia-Romagna partecipa
come capofila al progetto RE-ACT attraverso la Direzione Generale Programmi
e Intese, relazioni europee e cooperazione internazionale. Altri partners
sono la Regione Lombardia e regioni di
Francia, Grecia, Irlanda, Slovenia,
Spagna e Bosnia-Herzegovina. Il progetto si propone di approfondire il ruolo
attuale delle amministrazioni di livello
NUTS 2 nell’implementazione dei programmi INTERREG, mettere a confronto
diverse situazioni in nazioni diverse,
evidenziare alcuni attuali ostacoli ad
una efficace cooperazione, valutare l’esistenza e la replicabilità di buone pratiche di organizzazione interna e di
cooperazione, diffonderne la conoscenza, studiare e proporre soluzioni da
mettere in pratica nella attuale e nella
futura programmazione.
Attraverso due gruppi di lavoro trasnazionali a cui hanno partecipato referenti degli otto partner sono stati analizzati 18 programmi e 73 progetti Interreg
dei tre strand A, B e C.
I risultati dell’analisi, l’individuazione di
buone prassi e di punti critici, le informazioni e i dati sulle procedure di
gestione dei programmi e dei progetti
Interreg e le considerazioni dei partner
sono stati pubblicati in due report
“INTERREG Programmes analysis” e
“Analysis on INTERREG projects management”, reperibili anche sul sito del
progetto
Successivamente i risultati del lavoro di
analisi dei programmi sono stati utilizzati come base per il “Concept Paper Recommendations drawn from an
analysis of INTERREG Programmes” il
cui obiettivo è quello di fornire alle
Autorità di Gestione e agli operatori
INTERREG uno strumento utile per il
nuovo periodo di programmazione.
Nell’ambito del progetto sono stati
organizzati seminari tematici rivolti a
soggetti Interreg sui temi della comunicazione, della valutazione, della gestione e della nuova programmazione
2007/2013.
Inoltre sono stati organizzati degli
scambi di funzionari fra i paesi partner
per migliorare le competenze tecniche
degli operatori relativamente alla programmazione e alla gestione dei progetti INTERREG.
RE-ACT
Durata: 24 mesi
gennaio 2005-dicembre 2006
Costo totale: 1.121.500 euro
Contributo comunitario:
553.250 euro
Attività RER
Costo totale: 351.500 euro
Contributo comunitario:
175.750 euro
墌 www.reactproject.org
LEADER+ ha l’obiettivo generale di
accompagnare lo sviluppo delle zone
rurali d’Europa attraverso azioni volte a
ridare vitalità a questi territori aggiungendosi agli altri interventi comunitari
rivolti alle aree rurali. I principi di fondo
su cui si basa l’Iniziativa sono quelli di
un approccio dal basso dove la definizione delle esigenze di sviluppo proviene direttamente dagli operatori locali
attraverso progetti ed iniziative di
carattere innovativo e dimostrativo.
I beneficiari di questi interventi sono i
Gruppi di Azione Locale (GAL), un insieme di partner, per almeno il 50% di
natura privata, rappresentativi del
mondo imprenditoriale e creditizio,
delle pubbliche amministrazioni
(Comuni, Comunità Montane, ecc.),
nonché del tessuto sociale e culturale
locale. In questo modo ciascun GAL può
rappresentare le esigenze del proprio
territorio e, partendo da queste, costruire una strategia, da tradurre in un
Piano d’azione locale (PAL), in grado
di tenere vive le energie utili allo sviluppo.
LEADER+ non ha limitazioni territoriali
particolari se non quella di dover essere
applicata ad aree rurali. Secondo la
Commissione europea il criterio fondamentale di ruralità è individuato dalle
caratteristiche insediative del territorio
e, pertanto, ritiene ammissibili zone
con una popolazione compresa tra
NONOEURORAPPORTO
10.000 e 100.000 abitanti e con densità media non superiore ai 120 abitanti/km2.
L’Unione europea per raggiungere una
maggior concentrazione delle risorse
finanziarie dando rilievo a strategie di
sviluppo rurale a carattere innovativo
ha individuato tematiche prioritarie su
cui imperniare i Piani di sviluppo locale,
i cosiddetti “Temi catalizzatori”:
䡵 impiego delle tecnologie dell’informazione nelle zone rurali,
䡵 miglioramento della qualità di vita
nelle zone rurali,
䡵 valorizzazione dei prodotti locali
Appennino Parmense e Piacentino, Altra
Romagna, Delta del PO - Pianura
Orientale, che interessano 167 comuni
ed una popolazione di circa 500.000
abitanti.
Il Piano Operativo Regionale (POR) ed
i PAL indicano e perseguono i diversi
temi catalizzatori indicati dalle linee
direttrici comunitarie per l’iniziativa,
ma, in considerazione delle specificità
di carattere socio economico presenti
nei territori interessati, le diversità e le
propensioni del partenariato locale
emerse durante l’attivazione del
Programma, i PAL selezionati sviluppano prioritariamente uno dei seguenti
temi:
䡵 Valorizzazione dei prodotti locali, in
particolare agevolando mediante un’azione collettiva l’accesso ai mercati per
le piccole strutture produttive;
䡵 Valorizzazione delle risorse naturali
e culturali, compresa la valorizzazione
dei siti di interesse comunitario NATURA
2000.
Il complemento di programmazione,
䡵 valorizzazione del patrimonio naturale e culturale
LEADER+ incentiva anche la cooperazione tra territori, attraverso il cofinanziamento di progetti di sviluppo rurale elaborati congiuntamente tra gruppi LEADER appartenenti allo stesso Stato
membro oppure a più Stati membri.
3.3.1 Attuazione del
Programma Operativo
Regionale Leader+
2000-2006
in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna sono stati selezionati cinque PAL: Appennino Bolognese,
Antico Frignano e Appennino Reggiano,
Confini G.A.L.
Province
Comuni fuori G.A.L.
Comuni totalmente inclusi
Appennino Parmense e Piacentino
Appennino Frignano e Appennino Reggiano
Appennino Bolognese
Altra Romagna
Delta del Po - Pianura orientale
Comuni parzialmente inclusi
Appennino Parmense e Piacentino
Appennino Frignano e Appennino Reggiano
Appennino Bolognese
Altra Romagna
Delta del Po - Pianura orientale
Figura 5 – Programma Leader + aree GAL
85
oltre a stabilire le procedure attuative,
riprende e sviluppa con maggiore dettaglio i contenuti del POR, in particolare
indicando per ogni Sezione le Misure,
le Azioni, le tipologie di intervento
ammissibili, le procedure di selezione
dei progetti, i beneficiati ammissibili,
nonché gli indicatori necessari al sistema di monitoraggio e valutazione.
La struttura organizzativa per la gestione del Programma è completata dal
Comitato di sorveglianza e dal
Comitato LEADER+.
86
NONOEURORAPPORTO
misura
La Tabella 5 riporta il piano finanziario
del POR della Regione Emilia-Romagna
che, a seguito della conclusione della
procedura di indicizzazione dei fondi
destinati all’Iniziativa Leader, ha avuti
assegnati ulteriori 529.493 euro di
quota Feoga, per un totale di
1.149.184 euro in termini di costo
pubblico, che porta la programmazione complessiva a 30,275 milioni di
euro.
3.3.2. Stato di Attuazione
Finanziaria
A fronte di una disponibilità finanziaria
pubblica di 22,38 milioni di euro alla
fine del 2005 ne risultano impegnati
15,19 corrispondente al 68% delle
risorse. La maggiore concentrazione di
progetti interessa la Misura 1.2, volta
alla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale e a favorire la vitalità
del territorio rurale, con 320 progetti
ammessi fino al 2005. Segue la
Misura 1.3, indirizzata all’innovazione
e alla qualificazione del sistema produttivo locale, con 160 progetti, concentrati in particolare nella sottomisura
1.3.1 destinata al finanziamento di
azioni integrate intrasettoriali e intersettoriali.
Particolarmente significativo, inoltre,
risulta il dato relativo alle modalità di
selezione e affidamento dei progetti
che esprime allo stato attuale una
forte prevalenza per la modalità a
regia diretta del GAL, utilizzata nel
47% dei progetti; seguono gli affidamenti tramite bandi (34,0%) e quindi
attraverso la stipula di convenzioni
(19%). Nell’ultimo anno però è
aumentata la tendenza verso le modalità a bando e a convenzione con percentuali rispettivamente del 39% e
24%.
La spesa è stata complessivamente di
9,78 milioni di euro che corrisponde ad
una capacità di utilizzo delle risorse
impegnate pari al 64%, ma con percentuali molto diverse tra le misure: la 1.1
relativa al supporto tecnico al piano di
azione raggiunge il 95%, mentre la
1.3 relativa alla innovazione e qualificazione del sistema produttivo locale è
al 43%. La diversa capacità di utilizzo
è dovuta al fatto che la misura 1.1
riguarda principalmente spese correnti
di funzionamento del GAL e di animazione sul territorio, mentre le spese
afferenti alla misura 1.3 sono subordinate alla realizzazione completa di progetti che implicano tempi di erogazione
delle risorse più lunghi.
I dati relativi ad impegni e pagamenti
effettuati nel 2005 sono i seguenti,
suddivisi per misura:
Tabella 5 – Leader + – P.O.R. Regione Emilia-Romagna – Piano finanziario 2000-2006 (in milioni di euro)
Sezione
1 – Sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale a carattere territoriale
e integrato, fondate su un approccio ascentente e sul partenariato orizzontale
2 – Sostegno a forme di cooperazione interterritoriale e transnazionale
Assistenza tecnica
Totale
Contributo Cofinanziamento
UE
pubblico
8,759
1,150
0,400
10,309
10,316
1,350
0,400
12,066
Quota
privata
Totale
7,050
0,850
0,000
7,900
26,125
3,350
0,800
30,275
1.1
1.2
1.3
1.4
2.1
Assistenza
tecnica
Totale
complessivo
impegni
pagamenti
744.062
2.229.203
1.322.958
385.900
594.493
1.200.591
1.071.307
391.604
293.593
369.361
15.173
30.940
5.291.789
3.357.396
Nel corso dell’anno si è concluso, a
cura del valutatore indipendente, l’aggiornamento della valutazione intermedia del Programma Operativo Regionale
i cui risultati saranno presentati nel
prossimo mese di giugno.
L’attività, finalizzata a rispondere ai
quesiti valutativi definiti dalla
Commissione europea, ha riguardato
una analisi delle tipologie di intervento
realizzate, la loro distribuzione territoriale, le tipologie di beneficiari, il grado
di realizzazioni già conseguite, l’efficienza finanziaria. Inoltre si sono svolti
incontri con le strutture responsabili
dell’attuazione del PAL sull’applicazione del metodo Leader, sulle strategie
pilota e sulla cooperazione tra territori
rurali da cui risulta una buona integrazione con la programmazione locale. Si
sono inoltre svolte interviste ad un
campione di beneficiari per misurare
l’impatto del programma sul territorio e
interviste telefoniche alla popolazione
residente in quattro aree Leader per
verificare il grado di conoscenza del
NONOEURORAPPORTO
Piano di Azione Locale che ha evidenziato una debole diffusione dell’informazione, probabilmente dovuta alle
poche risorse stanziate per la comunicazione e all’ampiezza del territorio
leader.
3.4. AZIONI
INNOVATIVE
FESR
Le Azioni Innovative sono strumenti
finanziari previsti nel quadro dei Fondi
Strutturali per il periodo 2000-2006.
Si tratta di studi o progetti pilota o
dimostrativi finanziati dal FESR (Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale) intesi a
sperimentare nuove vie o nuovi settori
dell’intervento strutturale comunitario.
Lo scopo è quello di definire e attuare
pratiche innovative di sviluppo economico e sociale atte a migliorare la qualità dei programmi prioritari dei Fondi
strutturali nelle regioni in ritardo di sviluppo (obiettivo 1) o in fase di riconversione (obiettivo 2). I programmi
comprendono misure relative ad una o
a più tematiche strategiche fra le tre
seguenti:
䡵 Economia regionale fondata sulla
conoscenza e l’innovazione tecnologica;
䡵 e-Europa: la società dell’informazione al servizio dello sviluppo regionale;
䡵 identità regionale e lo sviluppo
sostenibile.
3.4.1. Programma
Regionale di Azioni
Innovative EmiliaRomagna “Salute, scienze
della vita ed innovazione
tecnologica regionale”
La strategia del Programma punta a
rafforzare i legami tra le imprese che
realizzano prodotti, servizi e tecnologie
per la salute, il sistema della Ricerca e
dell’Innovazione, e il sistema sanitario
87
regionale, nell’ambito della ricerca
industriale e della Società
dell’Informazione. Il Programma ha un
costo totale di 10.974.709 euro, di
cui 2.582.284 euro di contributo
comunitario, 2.582.284 euro di contributo regionale e nazionale mentre il
cofinanziamento privato ammonta a
5.810.141 euro (Tabella 6).
Nello specifico mira a conseguire i
seguenti obiettivi:
䡵 migliorare la conoscenza dell’intero
sistema regionale che ruota intorno al
tema salute, relativamente agli aspetti
quantitativi, qualitativi e strutturali e
puntando sullo studio delle relazioni tra
i diversi attori presenti,
䡵 stimolare la creazione di imprese
innovative e lo sviluppo di innovazioni
tecnologiche valorizzando il parternariato regionale pubblico – privato
Tabella 6 – Azioni innovative FESR – Regione Emilia-Romagna – Piano finanziario (in migliaia di euro)
Titolo azione
Contributo Cofinanziamento
UE
pubblico
Mappatura del sistema regionale dell’industria della salute
77,47
Sviluppo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico nel settore della salute 801,54
Progetti pilota peer nuove forme di promozione dell’innovazione
387,34
Società dell’informazione e servizi sanitari innovativi
1.135,17
Interscambio con altre Region
51,65
Totale
2.582,28
Quota
privata
Totale
77,47
0
154,94
801,54 2.404,62 4.007,70
387,34
0
774,69
1.135,17 3.405,52 5.675,86
51,65
0
103,29
2.582,28 5.180,14 10.974,70
88
䡵 incidere sui flussi informativi tra i
vari soggetti che operano all’interno
del settore in modo da favorire il trasferimento e l’innovazione tecnologica,
il miglioramento dei servizi agli utenti
e l’efficienza complessiva del sistema,
ed è articolato in cinque azioni principali:
䡵 “Mappatura del sistema regionale
dell’innovazione nell’ambito della salute e scienze della vita”,
䡵 “Sviluppo della ricerca applicata e
del trasferimento tecnologico nel settore della salute“,
䡵 “Progetti pilota per nuove forme di
innovazione a livello regionale”,
䡵 “Start up di un laboratorio di ricerca applicata nell’ambito delle scienze
della vita”,
䡵 “Società dell’informazione e servizi
sanitari innovativi”,
䡵 “Interscambio con altre regioni
europee”.
3.4.2 I network
Nell’ambito delle azioni innovative
sono state attivate quattro reti: la
Direzione Generale Attività Produttive,
Commercio Turismo partecipa a Erik
(European regional knowledge net-
NONOEURORAPPORTO
work) e CoorIInna (Coordination of
Italian Innovative Actions), la Direzione
Generale Programmi Intese Relazioni
europee Cooperazione internazionale
ha partecipato alla Rete Regioni europee per lo sviluppo sostenibile e la
Direzione Generale Organizzazione,
Sistemi informativi e Telematica partecipa a Ianis.
Il network ERIK è stato creato con l’intento di sviluppare le relazioni inter-
regionali e supportare le regioni che
stanno implementando un Programma
di Azioni Innovative, con particolare
riferimento a quelle la cui attività è
focalizzata sul tema ‘Economie regionali basate sulla conoscenza e l’innovazione tecnologica’. Alla rete partecipano tredici regioni europee come
Partners e altre ventiquattro come partners associati.
www.eriknetwork.org
CoorIInnA (Coordinamento delle Azioni
Innovative in Italia)
http://www.cooriinna.net/index.php è
stato creato con il fine di incoraggiare
una interazione più efficace ed effettiva
tra le politiche nazionali e regionali sull’innovazione, e di favorire un approccio bottom-up nella formulazione delle
politiche nazionali sull’innovazione e
promuovere sinergie tra raggruppamenti regionali con background economici e
culturali simili. Alla rete partecipano
quindici regioni italiane.
Stimolare l’incontro tra domanda e
offerta di innovazione al livello transregionale.
Stimolare e promuovere modalità di
interazione con le reti esistenti a livello
nazionale ed europeo.
Stimolare e promuovere progettualità
comuni.
L’attività progettuale è articolata in
Azioni quali Conferenze, Thematic
Working Groups e Workshops,
Programma di scambi e visite di studio,
Sviluppo di un sito web e di un database, Elaborazione e raccolta di Studi e
Report, Newsletters e forum di discussione, che si inseriscono e si integrano
con i singoli interventi previsti da ciascuna Regione valorizzandone il contenuto e l’impatto sul territorio di riferimento.
NONOEURORAPPORTO
La “Rete Regioni europee per lo sviluppo sostenibile” è stata finalizzata
alla formazione di un gruppo paneuropeo di amministrazioni regionali, organizzazioni ed esperti operanti in materia di sviluppo sostenibile e innovazione
regionale. Alla rete hanno partecipato
dieci Regioni partner ed altre quattro
come membri associati.
http://www.sustainableeuroregions.net/index.php
IANIS http://www.ianis.net ha l’obiettivo di consolidare una rete di regioni
specializzate nel dominio della Società
dell’Informazione, formalizzando lo
scambio di buone pratiche e la metodologia di analisi delle stesse e fornendo
linee guida utili a tutti i governi regionali; per fare questo verranno organizzati gruppi di lavoro tematici, forum
politici e visite tra regioni, anche queste con focus tematici, nonchè una
summer school per supportare la formazione in questo settore; ulteriore
scopo è quello di creare legami solidi
con i paesi di recente adesione, nonchè
rafforzare gli scambi con la
Commissione, per rendere più vicine e
coerenti le rispettive programmazioni in
ambito SI.
Capofila del progetto, iniziato nel
marzo 2005, è la regione tedesca
della Sassonia; trentanove sono le
regioni europee che aderiscono alla
rete: Wallonie (BE); Viborg (DK); North
Karelia, Kouvola, Tampere (FI);
Aquitaine, Bretagne, Haute Normandie,
Limousin, Nord Pas de Calais, Région
Centre France, Lorraine, Rhône-Alpes,
La Réunion (FR); Saxony, SchleswigHolstein, Bremen (DE); Údará na
Gaeltachta (IE); Abruzzo; Lazio;
Piemonte, Sardegna; prov. Autonoma
di Trento; Friuli-Venezia Guilia (IT);
Madeira (PT); Andalucia, Aragón,
Basque Country, Castilla la Mancha,
Ceuta, Extremadura, Navarra (ES);
Blekinge, Vasternorrland (SE);
Scotland, Wales, Yorkshire & The
Humber, North East England (UK).
Nel 2005 sono stati formati i gruppi di
lavoro e la RER partecipa attivamente a
quello sull’e-goverment e a quello sul
Benchmark della Società dell’informazione. Sono stati svolti vari incontri
tematici tra regioni e con la
Commissione europea.
89
ATTUAZIONE E PARTECIPAZIONE
DELLA REGIONE ALLE
POLITICHE COMUNI
4
NONOEURORAPPORTO
4.1.
LA POLITICA
AMBIENTALE
E DI SVILUPPO
SOSTENIBILE
4.1.1. Scenario
comunitario
Il concetto di sviluppo sostenibile si è
proposto come “principio organizzativo
per le società di ogni parte del mondo1,” per orientare le politiche economiche, ambientali e sociali su scala globale, nazionale e regionale. Un principio che ha originato, oltre che impegni
morali, una nuova stagione di politiche
e di strumenti volontari e normativi.
Nel 2002, già prima che il Vertice
mondiale sullo sviluppo sostenibile di
Johannesburg fissasse gli obiettivi ed
impegni per il decennio, il Parlamento
Europeo e il Consiglio avevano adottato
il Sesto programma comunitario di
azione in materia di ambiente2
(“Ambiente 2010: il nostro futuro, la
nostra scelta”) che rappresenta il riferimento principale dell’azione comunitaria in materia ambientale. Il Programma riprende e conferma i principi
e gli obiettivi di sostenibilità del precedente V° programma quadro, affermando che occorre “rafforzare l’integrazione dei requisiti in materia di protezione ambientale con gli altri campi
politici” spezzando in tal modo “il
nesso esistente tra crescita economica
e impatto negativo sull’ambiente”. Il
programma fissa gli obiettivi della politica ambientale e le principali priorità
ambientali che faranno parte integrante
della strategia della Comunità europea
per lo sviluppo sostenibile per i successivi 5-10 anni, illustra in dettaglio le
azioni da intraprendere e identifica 4
aree di azioni prioritarie:
“Cambiamento climatico”; “Natura e
biodiversità: proteggere una risorsa
unica”; “Ambiente e salute”; “Uso
sostenibile delle risorse naturali e
gestione dei rifiuti”.
vent’anni in materia di inquinamento
atmosferico, ambiente marino, ambiente urbano, uso delle risorse e rifiuti - la
Commissione ha gettato le basi per la
prossima generazione di politiche
ambientali. Sono proseguiti con successo anche i lavori su altre due strategie
(per la protezione del suolo e i pesticidi) che dovrebbero essere adottate
all’inizio del 2006. Infine sono stati
ottenuti importanti risultati in sede di
Consiglio e di Parlamento sul sistema
di registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche
(REACH), che dovrebbe anch’esso essere adottato nel 2006.
Il 2005 è stato un anno di grandi sfide
per la politica ambientale. In sintesi:3
Il riesame4 della strategia dell’UE
La lotta ai cambiamenti climatici
ha fatto importanti passi avanti. Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore e
l’UE ha varato il più grande sistema
esistente al mondo per lo scambio
delle quote di emissione del CO2. La
Conferenza di Montreal sui cambiamenti climatici ha aperto la strada agli
interventi da intraprendere su scala
mondiale dopo il 2012, tra cui soluzioni per coinvolgere paesi che per il
momento non sono vincolati dagli
impegni di Kyoto.
Con l’adozione, al gennaio 2006,
di cinque strategie tematiche – che
inquadrano gli interventi per i prossimi
per lo sviluppo sostenibile ha offerto un
nuovo contesto per trattare le tendenze
a lungo termine in materia economica,
sociale e ambientale e le sinergie tra di
esse. La rinnovata strategia di Lisbona
per la crescita e l’occupazione e la presentazione di programmi nazionali di
riforma da parte degli Stati membri
hanno messo in evidenza il ruolo dell’ambiente rispetto alla crescita, alla
competitività e all’occupazione.
93
componente della identità europea, un
modello di civiltà ecologica e solidale
anche con le future generazioni.
Nonostante le difficoltà e le contraddizioni, in tutti i paesi Europei c’è un
significativo, anche se ancora minoritario, numero di città e regioni che si
sforzano di costruire un futuro sostenibile e lo fanno adottando strumenti di
pianificazione integrati e intersettoriali,
strumenti di gestione e di bilancio innovativi, lavorando in partnership con
imprese e cittadini, spesso con esempi
eccellenti di buone pratiche.
La conferenza europea delle Agende
21 Locali intitolata Inspiring Futures Aalborg +10, tenutosi nel giugno 2004
in Danimarca, ha consentito un bilancio
decennale di queste esperienze. Oltre
mille delegati provenienti da 46 Paesi
in prevalenza europei, hanno discusso
su nuovi traguardi e assunto impegni
più stringenti tesi a fissare target qualitativi e quantitativi per l’implementazione dei principi di sostenibilità a livello locale.
1
Il quadro Europeo della Governance
dello sviluppo sostenibile, pur di fronte
a difficoltà attuative, continua ad essere orientato verso nuovi traguardi. Si
può sostenere, in tal senso, che lo sviluppo sostenibile sia oggi sempre più
K. Annan, State of the World, 2002.
Decisione 1600/2002/CE del 22 luglio
2002 – Gazzetta Ufficiale Comunità europee
L 242 del 10.09.2002.
3
Comunicazione (2006)70 definitivo,
“Riesame della politica ambientale 2005”.
4
COM(2005) 658 definitivo.
2
94
NONOEURORAPPORTO
I governi locali e regionali presenti –
tra questi la Regione Emilia-Romagna
– hanno sottoscritto una nuova Carta
– gli “Aalborg Commitments” – con la
quale si impegnano a:
È dunque fondamentale che la volontà
di cooperare tra reti di città e regioni,
si consolidi e si traduca in un maggiore
peso politico e culturale a livello
Europeo.
produrre una analisi condivisa e
integrata dei problemi e dei processi di
sostenibilità e a definire specifici obiettivi di miglioramento sui temi dei
Commitments;
La sfida e l’opportunità è che i processi
che promuovono lo sviluppo sostenibile
a livello locale possano mettere radici
più solide, i metodi intersettoriali e partecipati affermarsi come standard di
una nuova governance per lo sviluppo
sostenibile.
integrare le Agende 21 Locali esistenti con gli altri strumenti di pianificazione;
dare priorità alle iniziative volte a
promuovere i dieci Commitments sui
temi della governance, gestione urbana
per la sostenibilità, risorse naturali
comuni, consumo responsabile e stili di
vita, pianificazione e progettazione
urbana, migliore mobilità, meno traffico, azione locale per la salute, economia locale sostenibile, equità e giustizia sociale, da locale a globale;
effettuare verifiche periodiche dei
risultati relativamente agli Aalborg commitments e renderle disponibili ai cittadini.
Oggi si registra un deficit di coerenza e
di integrazione, un gap tra buone azioni locali e possibilità di incidere effettivamente sui trend globali, che è necessario colmare.
4.1.2. Azioni intraprese
al livello regionale
Da diversi anni, in armonia con Agenda
21 e coi programmi dell’Unione
Europea, la Regione Emilia-Romagna
ha cominciato a sperimentare nuove
politiche ambientali di tipo preventivo:
sistemi di incentivazione per la riduzione della produzione di rifiuti e la raccolta differenziata; protezione delle aree
protette; promozione dell’EMAS in
imprese pubbliche e private; promozione dell’educazione ambientale e alimentare, ecc. Inoltre si è dotata di
nuovi strumenti di monitoraggio e di
verifica delle azioni per migliorare la
qualità ambientale quali la Relazione
sullo stato dell’Ambiente.
Il primo Piano regionale 2001-2003
di Azione ambientale per un futuro
sostenibile5, nuovo strumento di programmazione integrata e intersettoriale
costruito con il coordinamento della
Direzione Generale Ambiente, ha individuato nell’obiettivo strategico dello sviluppo sostenibile uno degli assi portanti
delle politiche regionali per il medio e
lungo periodo e ha rappresentato il
primo piano strategico volto ad orientare tutte le politiche dell’EmiliaRomagna ad una sostenibilità ambientale, economica, sociale e istituzionale.
Lo ha fatto ai sensi del Dgls 112/98 e
della LR 3/99 ed in sintonia con l’allora costituendo VI Programma quadro
ambiente dell’UE.
Oltre alle singole aree di intervento e
ai relativi investimenti attivati nel triennio 2001/03, l’indirizzo strategico del
primo Piano ha avuto un complessivo
effetto di innovazione sull’intera politica regionale e degli Enti Locali: gli
obiettivi e i metodi dello sviluppo sostenibile sono oggi maggiormente recepiti
in quasi tutti i principali strumenti di
programmazione generale e settoriale.
Tra gli esempi più significativi la
Gestione Integrata delle Zone Costiere
(GIZC), che ha impegnato per due anni
150 dirigenti ed esperti interni ed
esterni l’ente, provenienti da pressoché
tutti i settori, progetto che ha prodotto
le Linee guida della GIZC.
Il secondo Piano di Azione ambientale 2004/20066, definito nel corso del
2004 dalle strutture regionali con il
concorso di Province e portatori di interesse, mantiene e aggiorna gli obiettivi
strategici e il quadro di insieme delle
conseguenti azioni da realizzare, alla
luce dei problemi ambientali persistenti
ed emergenti rispetto al precedente
Piano. Lo fa sulla base della verifica
dell’evoluzione del quadro normativo,
dei processi attivati e dei risultati ottenuti con il primo Piano.
Progetti coordinati
a livello regionale
Si è ritenuto necessario che la Regione
debba coordinare direttamente specifici
ambiti ed azioni di carattere innovativo
e sperimentale al fine di:
ottimizzare l’uso delle risorse organizzative e finanziarie nel campo delle
azioni integrate volte a promuovere lo
sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione, responsabilizzazione e partecipazione dei cittadini;
promuovere esperienze in rete e
fortemente interconnesse tra di loro, al
5
Delibera Consiglio Regionale n. 250 del 26
settembre 2001.
6
Delibera Consiglio Regionale n. 634 del 22
dicembre 2004 (scaricabile dal sito
www.ermesambiente.it – cliccare icona Un
futuro sostenibile).
NONOEURORAPPORTO
fine di garantirne una ricaduta omogenea attraverso il coordinamento e la diffusione delle best practices sul territorio;
raccordare con maggiore efficacia i
programmi nazionali e regionali in atto.
In particolare gli ambiti di intervento
diretto riguardano:
1. l’adeguamento tecnologico, il completamento e la manutenzione straordinaria delle reti di monitoraggio delle
diverse matrici ambientali;
2. la promozione e sostegno alle
gestioni improntate all’efficienza
ambientale delle amministrazioni locali
(Green Public Procurement; Contabilità
Ambientale; sistemi di gestione
ambientale negli enti locali - EMAS 2);
3. l’Informazione ed Educazione
Ambientale (INFEA);
4. la partecipazione a progetti di
cooperazione internazionale;
5. le ricerche e sperimentazioni in
materia di ambiente e di sviluppo
sostenibile;
6. interventi sperimentali per la mobilità sostenibile e per il miglioramento
della qualità dell’aria;
7. azioni sperimentali per l’attuazione
delle linee guida del Progetto Gestione
Integrata delle Zone Costiere anche con
attenzione allo sviluppo delle energie
alternative.
Nel corso del 2005 è stata riproposta
la campagna di informazione “Acqua
risparmio vitale” con l’obiettivo di ridurre gli sprechi di acqua imparando a
consumare solo quella necessaria al
fine di preservare e tutelare una risorsa
sempre più preziosa ed è proseguito
l’impegno della Regione e del sistema
delle autonomie locali anche nel campo
della qualità dell’aria e della mobilità
sostenibile, attivato con la campagna
“Liberiamo l’aria”, per agire sul problema delle polveri sottili che continua a
rappresentare un tema di assoluta rilevanza e priorità regionale.
Agenda 21 locale
Nel 2005 è proseguita l’azione di
implementazione e sviluppo dei processi di Agenda 21 locale che, al 2004,
vedeva 84 enti pubblici impegnati a
promuovere e realizzare processi di
A21L in Emilia-Romagna. Questo impegno si traduce in decine di forum civici
e gruppi di lavoro tematici dedicati a
specifici problemi ambientali, sociali ed
economici, ai quali partecipano migliaia
di persone rappresentative dei vari settori delle comunità locali.
È inoltre proseguita l’opera di coordinamento, networking e promozione sostenuta dal Servizio regionale
Comunicazione, Educazione ambientale, Agenda 21 locale, che nel 2005 ha
visto in particolare la realizzazione di
un Focus Group con i principali stakeholders di livello regionale (Bologna,
19 Maggio 2005) sul tema
“Governance e Sviluppo Sostenibile
locale”.
Il Report del Focus Group (Quaderno di
Documentazione A21L n. 5), così come
il Rapporto di monitoraggio 2004 delle
Agende 21 locali in Emilia-Romagna
(Quaderno di Documentazione A21L n.
4) e il depliant A21L (disponibile
anche in lingua inglese) che documentano lo stato di avanzamento quantitativo e qualitativo dei processi di Agenda
21, sono scaricabili dal sito www.regione.emilia-romagna.it/agende21.
INFEA
Nell’ambito della programmazione nel
campo dell’educazione ambientale prevista dalla Legge regionale n° 15/96,
concluse positivamente le attività previste dal secondo Programma regionale
INFEA 2002/2004 è stato elaborato il
terzo Programma regionale INFEA
2005/2007, approvato
dall’Assemblea Legislativa regionale il
28 settembre 2005,7 finalizzato a sviluppare, anche in attuazione delle
“Linee di indirizzo per una nuova programmazione concertata tra lo Stato e
le Regioni in materia di Informazione
Formazione Educazione Ambientale”
(novembre 2000), una politica di edu-
95
cazione ambientale sempre più integrata con le politiche e i programmi regionali per lo sviluppo sostenibile,
Il nuovo Programma regionale dell’informazione ed educazione ambientale
(INFEA) per il triennio 2005-2007,
risulta articolato in 10 “Aree di azione/obiettivi operativi”:
1. Sviluppo del Sistema
regionale INFEA
Proseguono anche con il Programma
INFEA 2005/07 la costruzione, il mantenimento e lo sviluppo, condivisi con
gli attori istituzionali, gli operatori, le
associazioni, le agenzie sul territorio,
del Sistema a rete INFEA inteso come
organizzazione di una pluralità di soggetti che concorrono in un’ottica di sussidiarietà, ciascuno secondo uno specifico ruolo e competenze, a realizzare un
programma comune di servizi e attività. Un sistema che dialoga e collabora
con altri sistemi volti a promuovere lo
sviluppo sostenibile.
2. Adozione di un sistema
di valutazione di qualità delle strutture
e di monitoraggio dei risultati
7
Deliberazione Assemblea Legislativa della
Regione Emilia-Romagna n. 23 del 28 settembre 2005 (proposta della Giunta regionale n. 1275 del 01 agosto 2005).
96
NONOEURORAPPORTO
favorendo l’avvio di nuovi progetti
interregionali.
a lungo termine delle attività
di educazione ambientale
Nell’ambito e in considerazione dei percorsi sviluppati con le altre Regioni,
verrà definito un sistema di criteri per
la valutazione di strutture e progetti,
da applicare anche in sede di Bandi
regionali e provinciali, accreditamento
strutture, ecc. e verrà realizzata una
ricerca regionale sugli effetti di dieci
anni di educazione ambientale promossa sui territori e nella scuola, sulla sua
incidenza su conoscenza, consapevolezza, competenze, professioni, comportamenti di singoli e organizzazioni, incluse le scelte delle amministrazioni locali.
3. Formazione permanente
La formazione permanente e l’aggiornamento professionale degli operatori
del sistema INFEA sono uno strumento
indispensabile per la qualificazione
delle attività e dei servizi offerti. Nel
prossimo triennio, proseguirà la collaborazione con l’Università per il Master in
EA e verranno attuate specifiche attività
formative per gli operatori in servizio
nei CEA e per gli insegnanti.
4. Potenziamento attività dei CEA
Il potenziamento delle attività dei CEA
e il loro consolidamento, sarà promosso attraverso la indizione di appositi
Bandi annuali finalizzati alla realizzazione di progetti e iniziative correlate
ai tematismi e alle problematiche
ambientali contenute nel “Piano regionale di azione ambientale
2004/2006” e quindi, in generale, in
collegamento con la promozione di
Agenda 21 locale e la sostenibilità
ambientale, economica, sociale. Ai CEA
si chiede di programmare le proprie
azioni educative in modo coerente con
le linee di indirizzo regionale, attivando
la più ampia partecipazione dei soggetti presenti a livello del territorio di riferimento, nonché tutte le possibili sinergie con altri CEA e con agenzie scientifiche. Ai CEA si chiede inoltre di collaborare strettamente con gli Enti locali
per portare a compimento progetti di
educazione ambientale che concretamente si possano inserire nel contesto
territoriale cui fanno riferimento.
5. Potenziamento attività
Scuole laboratorio
La promozione di progetti e di specifici
laboratori di educazione ambientale
nelle scuole verrà attuata attraverso la
indizione di appositi Bandi annuali per
progetti e iniziative correlate ai tematismi e alle problematiche ambientali
contenute nel “Piano regionale di azione ambientale 2004/2006”. Alle
scuole si chiede di inserire in modo stabile i laboratori di educazione ambientale nei rispettivi Piani dell’Offerta
Formativi (POF) e di assumere una
accezione di educazione ambientale
che preveda lo sviluppo sia di cono-
scenze che di azioni concrete per l’ambiente, anche con l’utilizzo di metodologie di Agenda 21 locale, che prevedano il coinvolgimento di tutte le componenti scolastiche.
6. Partnership, progetti e reti europei
Le politiche di sviluppo sostenibile e di
educazione ambientale continuano a
trovare nelle esperienze dei singoli
paesi europei e negli indirizzi
dell’Unione Europea un concreto e fondamentale punto di riferimento. Sulla
base della propedeutica ricerca realizzata sulla EA in Europa, la Regione intende intensificare i contatti e le collaborazioni in sede europea attraverso la partecipazione con altre Regioni italiane
alla costituenda “Rete delle Regioni
Europee per l’Educazione alla
Sostenibilità (RES)”
(www.regionres.eu); partecipare a progetti e Bandi UE; proseguire la realizzazione di progetti internazionali quali la
“vetrina della sostenibilità” rivelatisi
interessanti reti di relazione e per la
sperimentazione di progetti pilota.
7. Partnership, progetti e reti
con altri sistemi INFEA regioni italiane
Si prevede di dar seguito alle relazioni
e collaborazioni attivate nell’ultimo
triennio proseguendo le attività di formazione su management di rete e
sostenibilità, su comunicazione ed editoria, su valutazione dei progetti, e
8. Documentazione
Si prevede la realizzazione di azioni di
sviluppo e gestione del Sistema
Informativo INFEA, di implementazione
dei siti web L’ambiente si laurea e
Scuole sostenibili.
9. Comunicazione
Le attività di comunicazione specifiche
del sistema INFEA devono essere strettamente integrate con il Piano di azione ambientale per un futuro sostenibile
2004/06 e in generale con tutte le
attività di comunicazione per lo sviluppo sostenibile (raccordo con le campagne “Liberiamo l’aria”, “Acqua risparmio vitale”, il progetto “Vetrina della
sostenibilità”), il portale ermesambiente, il “Laboratorio della comunicazione
ambientale” nato nel 2005, ecc.) pervenendo all’ulteriore potenziamento e
qualificazione degli strumenti attivati.
10. Materiali didattici
per insegnanti ed educatori
Nell’ambito della produzione e diffusione di materiali didattici funzionali a
supportare l’autonoma programmazione di attività e percorsi didattici di CEA
e Scuole, saranno selezionati i migliori
prodotti realizzati dai diversi CEA o
Scuole, e messi a disposizione dell’intero sistema.
NONOEURORAPPORTO
97
Rete Natura 2000
In merito all’applicazione delle Direttive
comunitarie 79/409/CEE “Uccelli”
relativa alla “Conservazione degli uccelli selvatici” e 92/43/CEE “Habitat”
relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora
e della fauna selvatiche”, che imponevano agli Stati membri di individuare
aree di pregio ambientale ai fini della
salvaguardia della biodiversità, lo Stato
italiano le ha recepite emanando dapprima il DPR 357/97, successivamente
modificato dal DPR 120/03.
La Regione Emilia-Romagna, nel contempo, ha provveduto all’individuazione delle aree denominate SIC (Siti di
Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone
di Protezione Speciale) ricompresi nel
proprio territorio attraverso appositi
provvedimenti (DGR n. 1242/02, n.
1333/02, n. 1816/03 e n.
2776/03). È proprio attraverso l’ultimazione di questa fase di aggiornamento che la Regione Emilia-Romagna
ha incrementato la superficie complessiva della Rete Natura 2000, che
ammonta a oltre 236.000 ha, pari a
circa il 10% dell’intero territorio regionale, per un totale di 139 siti (SIC e
ZPS); circa la metà di tali siti ricade
all’interno di aree protette quali parchi
nazionali, regionali o riserve naturali.
Il titolo stesso della Direttiva Habitat
chiarisce che oggetto di tutela non
sono solo gli spazi incontaminati,
ormai molto ridotti in regione, ma
anche i territori gestiti attraverso tradizionali pratiche colturali compatibili con
la presenza di specie animali e vegetali
selvatiche, in quanto, a volte, sono proprio i modi con cui l’uomo gestisce da
decenni certe aree che determinano le
condizioni di sopravvivenza ottimali per
talune specie, per cui gli spazi seminaturali, soprattutto quelli soggetti ad
attività di tipo agro-silvo-pastorale,
sono anch’essi oggetto di interesse e di
attenzione da parte di questi strumenti
normativi in quanto, in definitiva, favoriscono l’aumento della biodiversità di
un certo territorio. Ciò spiega il fatto
per cui il 25% delle aree SIC e ZPS
regionali sia soggetto ad attività agricola, mentre il 50% sia costituito da
boschi ed il restante 25% è da classificare come prati, pascoli, aree incolte,
corsi d’acqua, zone umide, aree periurbane, ecc.
Al fine di aggiornare ed approfondire
l’attuale livello conoscitivo di tali aree
sono stati avviati diversi studi ed indagini, in parte conclusisi proprio nel
2005, che porteranno ad una maggiore conoscenza della reale ubicazione
degli habitat all’interno dei siti e delle
più idonee forme di gestione dei siti
stessi, al fine di cercare di coniugare le
esigenze di sviluppo economico di tali
aree con quelle di tutela dell’ambiente
e di salvaguardia della biodiversità.
A tale proposito, la Regione EmiliaRomagna, nel 2005 ha pubblicato il
libro: “Rete Natura 2000 in EmiliaRomagna” - manuale per conoscere e
conservare la biodiversità, edito da
Editrice Compositori-Bologna. Tale pubblicazione è nata come strumento di
conoscenza sugli habitat e sulle specie
tutelate dalle Direttive Habitat ed
Uccelli presenti nel territorio regionale
e come guida utile per chi, a diverso
titolo, è chiamato alla loro gestione. È
rivolta in particolare a coloro che intendono realizzare o autorizzare interventi
all’interno di un sito della rete Natura
2000, perché possano tenere conto
delle peculiarità ambientali di quei luoghi, cercando soluzioni che evitino di
compromettere irreparabilmente gli
habitat e le specie animali e vegetali di
interesse comunitario presenti.
A livello normativo, nel 2005 la
Regione Emilia-Romagna ha iniziato la
stesura del testo della Direttiva, attualmente ancora in corso di definizione, ai
sensi della L.R. 7 del 14.4.04
“Disposizioni in materia ambientale”,
artt. 1-9, in base alla quale verranno
fornite le linee guida agli Enti locali per
l’effettuazione della Valutazione di incidenza e delle misure di conservazione.
Si è avviato, inoltre, l’iter per ampliamento delle Aree dei Siti di Importanza
Comunitaria e delle Zone di Protezione
Speciale, il quale dovrebbe terminare
nel corso del 2006, al fine di incrementare ulteriormente le aree della
rete Natura 2000.
Contestualmente, nel corso delle ultime
due annate, sono state effettuate circa
n. 600 pratiche di Valutazione di incidenza di piani e progetti interessanti
aree SIC e/o ZPS, quale attività svolta
ordinariamente dalla Regione EmiliaRomagna.
Piano Regionale di Sviluppo Rurale
Nel 2005 sono stati adottati diversi
provvedimenti inerenti la Misura 2.i
“Altre Misure Forestali” del PRSR relativamente alle 6 Azioni che trattano i
seguenti temi:
1 - rimboschimenti in aree non
agricole;
2 - sistemazioni eco-morfologiche
del territorio;
3a e 3b - selvicoltura (iniziativa
pubblica e privata);
4 - meccanizzazione forestale;
5 - associazionismo forestale.
Con queste iniziative di fatto si è conclusa la fase relativa ai bandi ed alle
istruttorie per la selezione dei progetti:
nel quadriennio 2002-2005, si sono
così potuti finanziare centinaia di inter-
NONOEURORAPPORTO
98
venti, per oltre 25.000.000,00 euro di
investimento (pubblico e privato); tali
importanti risorse hanno costituito in
questi anni l’asse portante della politica regionale nel settore forestale. Nel
periodo 2006 si prevede di portare a
termine tutti i lavori iniziati in questi
anni in modo da completare le opere
nei tempi prefissati.
Per quanto concerne la Misura 2.t
“Tutela dell’ambiente in relazione alla
selvicoltura” nel 2005 sono stati selezionati oltre 30 progetti, per una spesa
complessiva di 1.236.000,00 euro;
con tali fondi sono state realizzate
soprattutto banche-dati relative al settore forestale (incendi boschivi, sistemazioni idraulico-forestali, interventi selvicolturali e di viabilità forestale, ecc.).
Nel periodo 2006 si prevede di portare
a termine tutti i lavori iniziati in questi
anni in modo da completare le attività
nei tempi prefissati.
Per quanto concerne il nuovo PRSR
2007-2013, nel 2005 si è iniziata la
fase di predisposizione delle ipotesi di
misure inerenti sia il settore della forestazione/selvicoltura, sia l’area delle
misure relative alla rete Natura 2000
(indennità, piani di gestione, agroambiente, ecc.).
Rifiuti
Pianificazione di settore
La Regione Emilia Romagna, nell’ambito della L.R. n. 20/2000 – Disciplina
generale sulla tutela e l’uso del territorio –, ha continuato la partecipazione
nei procedimenti di elaborazione e approvazione degli strumenti di pianificazione in materia di rifiuti secondo il metodo della concertazione istituzionale.
In particolare, nel corso del 2005, ha
contribuito alla procedura di adeguamento della pianificazione provinciale
in materia di rifiuti ai disposti del DLgs
5 febbraio 1997, n. 22 (“Attuazione
delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti,
91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e
94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti
di imballaggio”).
Quasi tutte le Province, infatti, hanno
iniziato e quasi ultimato l’elaborazione
e approvazione del Piano Provinciale
per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) e del
Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale (PTCP) che contiene una
sezione relativa alla materia dei rifiuti
(in attuazione parziale della Direttive
91/156/CEE e 91/689/CEE). Sono
di seguito schematizzati gli strumenti
di pianificazione che, nel corso del
2005, hanno concluso alcune fasi dei
procedimenti di elaborazione/approvazione:
Parma
Espressione delle controdeduzioni del
Consiglio provinciale con propria deliberazione n. 28 del 24/mar/2004 alle
riserve regionali formulate al PPGR.
La Regione Emilia Romagna ha espresso l’intesa al PPGR con DGR n. 523 del
7/mar/2005. Il PPGR della Provincia
di Parma è entrato in vigore il
27/lug/2005;
Rimini
Adozione del Consiglio provinciale, con
deliberazione n. 86 del 14/dic/2004,
del PPGR contenente Variante al Piano
Territoriale di Coordinamento
Provinciale.
La Regione Emilia Romagna ha espresso le proprie valutazioni al PPGR ed
alla Variante PTCP con DGR n. 2191
del 19 dicembre 2005;
Modena
La Provincia, dopo aver sottoscritto con
l’Amministrazione regionale due accordi
preventivi, dopo la chiusura della conferenza di pianificazione, ha provveduto
ad approvare il PPGR ed il PTCP in
materia di rifiuti rispettivamente con
deliberazioni di Consiglio n. 135 del
25/05/2005 e n. 131 del
25/05/2005; tali strumenti sono
entrati in vigore il 20/lug/2005 ed il
6/lug/2005;
Ravenna
Sottoscrizione, da parte del Presidente
della Regione Emilia-Romagna e del
Presidente della Provincia di Ravenna,
in data 18/apr/2005, dell’Accordo di
pianificazione relativo alla elaborazione
del PTCP.
Ravenna
Adozione del Consiglio provinciale, con
deliberazione n 51 del 6/giu/2005,
del PTCP contenente anche una sezione
riguardante la materia dei rifiuti.
La Regione Emilia Romagna ha espresso le proprie valutazioni al PTCP con
DGR n. 1227 del 25/lug/2005;
Forlì-Cesena
Sottoscrizione, da parte del Presidente
della Regione Emilia-Romagna e del
Presidente della Provincia di ForlìCesena, in data 14/giu/2005, dell’accordo di pianificazione relativo all’elaborazione del PTCP;
Forlì-Cesena
Adozione del Consiglio provinciale, con
deliberazione n. 53971/127 del
14/lug/2005, del PTCP contenente
anche una sezione in materia di rifiuti.
La Regione Emilia Romagna ha espresso le proprie valutazioni al PTCP con
DGR 1630 del 17 ottobre 2005.
Attività legislativa finalizzata all’incentivazione della minore produzione dei
rifiuti nonché alla diminuzione del conferimento in discarica degli stessi.
NONOEURORAPPORTO
Con la L.R. 22 dicembre 2005, n. 23 Disposizioni in materia tributaria - sono
state introdotte, tra l’altro, alcune
modifiche riguardanti la L.R. 19 agosto
1996, n. 31 - Disciplina del tributo
speciale per il deposito in discarica dei
rifiuti solidi.
Con tale norma sono state apportate
modifiche che hanno adeguato la denominazione degli impianti di discarica
alla nuova classificazione introdotta
dalle disposizioni del DLgs n.
36/2003 - Attuazione della direttiva
1999/31/CE relativa alle discariche di
rifiuti.
La modifica più significativa, in tema di
effettiva riduzione del conferimento di
rifiuti in discarica, è stata quella che
prevede la possibilità di poter pagare il
tributo speciale in misura ridotta solo
per gli scarti ed i sovvalli di quelle attività di recupero che producono materiali e rifiuti che non necessitano, per il
loro utilizzo, di ulteriori trattamenti. La
norma inoltre stabilisce che la percentuale minima di recupero debba essere
individuata dalla Giunta regionale.
Attività amministrativa regolamentativa
L’attività amministrativa regolamentativa ha riguardato principalmente la
disciplina di applicazione del tributo
speciale. Questa attività è stata sviluppata nella Deliberazione della Giunta
Regionale 29 dicembre 2005, n.
2318: “LR 31/96 – Disciplina del tri-
buto speciale per il deposito in discarica
dei rifiuti solidi – Prime disposizioni”.
di monitoraggio dell’inquinamento
atmosferico.
In particolare con questa deliberazione
è stabilito che, per poter essere soggetti al pagamento del tributo speciale
in misura ridotta per gli scarti ed i sovvalli (provenienti da un’attività di recupero) da destinare in discarica, deve
essere raggiunta la misura minima del
40% dei rifiuti trattati nei processi di
selezione automatica, riciclaggio e
compostaggio.
La proposta di revisione
(COM(2005)446 final) è finalizzata a
rivedere e riunire in un unico atto tutte
le direttive che costituiscono il complesso normativo in materia di qualità dell’aria e ad aggiornare, in funzione delle
nuove conoscenze, le prescrizioni relative al particolato sottile.
Tutela della qualità dell’aria
La Comunità Europea nel corso del
2005 ha iniziato un processo di revisione del quadro normativo sulla qualità
dell’aria, attualmente costituito dalla
Direttiva “Madre” (DIR 96/62/CE),
che detta i principi generali in materia
di gestione e valutazione della qualità
dell’aria, dalle direttive “figlie” (DIR
99/30/CE, DIR 2000/69/CE, DIR
2002/3/CE, DIR 2004/107/CE) che
disciplinano gli aspetti tecnico-operativi
relativi ai singoli inquinanti (biossido di
zolfo, biossido ed ossidi di azoto, particolato sottile, piombo, monossido di
carbonio, benzene, ozono, arsenico,
cadmio, mercurio, nichel idrocarburi
policiclici aromatici) e dalla decisione
97/101/CE, che instaura fra gli Stati
Membri uno scambio reciproco di informazioni e di dati provenienti dalle reti
Sebbene ancora in fase di elaborazione
la nuova direttiva fornisce già chiare
indicazioni sulla strategia e sugli orientamenti che andranno attuati nel prossimo decennio.
La valutazione della situazione attuale
a livello europeo ha portato ad identificare come inquinanti di maggior interesse e problematicità l’ozono troposferico ed il particolato sottile (PM10,
PM2.5), nonché, di conseguenza, gli
inquinanti loro precursori, quali ossidi di
azoto (NOx), composti organici volatili
(VOC), ossidi di zolfo (SOx) e ammoniaca (NH3).
In specifico, per quanto riguarda il particolato, la proposta di direttiva introduce il monitoraggio del PM2.5, ritenuto
più significativo del PM10 per quantificare il contributo delle emissioni antropiche ai livelli di particolato presenti
nell’aria ambiente. Non vengono
comunque ignorati i rischi connessi alla
99
frazione più pesante (PM10) che continuerà ad essere monitorata, con i valori limite entrati in vigore dal 2005; il
valore limite al 2010 viene invece
sostituito con un tetto massimo giuridicamente vincolante per il PM2.5.
Per il PM2.5 viene inoltre proposto un
“indicatore di esposizione media”,
determinato sulla base di misurazioni
in siti di fondo urbano, per il quale
sono indicati target nazionali di riduzione.
La direttiva introduce inoltre la possibilità di detrarre il contributo delle fonti
naturali ai fini della valutazione della
conformità ai valori limite per la qualità
dell’aria, nei casi in cui si possa determinare con sufficiente certezza il contributo di tali fonti al livello di inquinamento.
Per quanto riguarda lo scambio di informazioni, gli Stati Membri sono tenuti a
comunicare annualmente alla Comunità
europea i dati rilevati dalla rete di
monitoraggio della qualità dell’aria, i
superamenti dei valori limite verificatisi
nel proprio territorio e le informazioni
sui Piani e Programmi messi in atto
conseguentemente ai superamenti,
secondo formati prestabiliti (Decisione
97/101/CE, Decisione
2004/461/CE e Decisione
2004/224/CE).
100
La Commissione propone di passare ad
un sistema elettronico di comunicazione basato su un sistema informativo
condiviso (INSPIRE – Infrastructure for
Spatial Information in Europe), allo
scopo di ridurre la documentazione cartacea, snellire il flusso di informazioni,
potenziare al capacità di valutazione ed
agevolare l’accesso al pubblico.
La proposta di direttiva introduce inoltre la possibilità, per aree caratterizzate da fenomeni particolarmente acuti di
inquinamento atmosferico, di richiedere
deroghe (per i limiti già entrati in vigore) e proroghe (per i limiti che entreranno in vigore successivamente) al
rispetto dei valori limite, ma solo nel
caso in cui l’autorità competente dimostri di aver adottato piani di risanamento nei quali siano individuati:
le azioni da intraprendere
i tempi di realizzazione
le autorità responsabili della loro
attuazione
i fondi stanziati
i benefici attesi (una stima della ri-
duzione prevista dei livelli di inquinante)
un sistema di monitoraggio dei
risultati ottenuti.
NONOEURORAPPORTO
Strumenti a supporto della
pianificazione della qualità dell’aria
La necessità di valutare e gestire la
qualità dell’aria così come richiesto
dalla normativa vigente e dagli orientamenti a livello europeo, presuppone di
poter disporre di strumenti conoscitivi
quali:
una rete di monitoraggio adeguata,
che fornisca la conoscenza sullo stato
della qualità dell’aria non solo negli
agglomerati ma in tutte le zone urbanizzate della pianura (zone A) in cui si
possono verificare superamenti dei
valori limite;
un inventario delle emissioni
aggiornato, che renda conto dei contributi emissivi delle varie fonti presenti
sul territorio regionale;
un supporto modellistico, che consenta, attraverso la costruzione di scenari emissivi futuri, una valutazione
dell’entità del miglioramento della qualità dell’aria ottenibile in seguito ad
interventi sulle fonti emissive nel
breve, medio e lungo termine.
Per quanto riguarda la rete di monitoraggio della qualità dell’aria in Emilia
Romagna, i punti di misura attualmente presenti sul territorio sono ridondanti
(87 stazioni) rispetto a quanto richiesto dalla normativa vigente e dalle
linee guida europee. Le stazioni al
momento misurano principalmente i
picchi di inquinamento in prossimità di
strade ed incroci (“stazioni da traffico”) e non consentono quindi di disporre di una valutazione della qualità dell’aria media su area vasta.
Nel corso del 2005 si è avviato quindi
un processo di ristrutturazione della
rete esistente allo scopo di:
ridimensionare il numero dei punti
di misura (63 stazioni totali),
ridistribuire le stazioni in modo da
valutare la qualità dell’aria anche in
zone di fondo urbano, suburbano e
rurale,
disporre di una rete di misura omo-
genea fra tutte le province che consenta la comparazione delle valutazioni
sull’intero territorio regionale,
rivedere la distribuzione ed il
numero dei sensori per il monitoraggio
dei diversi inquinanti, sulla base delle
strategie europee e della criticità degli
inquinanti.
I finanziamenti necessari alla realizzazione del progetto sono di circa
3.000.000 di euro, di cui la Regione
ha finanziato una prima tranche per il
biennio 2005/2006 per il completamento della rete regionale nelle zone A
(zone esterne agli agglomerati) e la
definizione e messa a regime delle sta-
zioni di fondo urbano per la misura del
PM2.5 in tutte le province del territorio
regionale.
Nel contempo la Regione Emilia
Romagna ha commissionato ad ARPA la
realizzazione di un inventario delle
emissioni a scala regionale, progetto
che al 2005 ha prodotto un quadro
emissivo omogeneo sull’intero territorio
regionale, riferito a 11 macrosettori
(metodologia EMEP/CORINAIR), a 6
classi di inquinanti (NOx, PM10, SO2,
CO, NMVOC, NH3) e gas serra (CO2,
CH4, N2O) con aggiornamento delle
stime delle emissioni al 2003 ed
approccio progressivamente bottom-up
(basato su dati emissivi misurati e non
stimati).
L’inventario delle emissioni, oltre a fornire un quadro conoscitivo della distribuzione dell’inquinamento atmosferico
sul territorio regionale, evidenziando gli
inquinanti e le aree a maggior criticità,
costituisce parametro di input fondamentale per il sistema modellistico integrato, NINFA (Network per l’Italia del
Nord per la Fotochimica e l’Aerosol), in
fase di realizzazione da parte di ARPA
a supporto della pianificazione e gestione della qualità dell’aria.
Il sistema modellistico è basato sulla
versione regionale del modello CHIMERE guidato dal modello meteorologico
italiano LAMI, con condizioni al contorno fornite dal modello continentale
Prev’air.
NONOEURORAPPORTO
Il modello NINFA eseguirà, a partire dal
2006, simulazioni quotidiane e verrà
utilizzato per eseguire una valutazione
giornaliera della qualità dell’aria nella
pianura padana, per eseguire analisi di
scenario a sostegno della realizzazione
di piani e programmi di miglioramento
della qualità dell’aria e per fornire le
condizioni iniziali ed al contorno a
modelli a scala locale ed urbana.
Piani di Risanamento
della Qualità dell’aria
La situazione della qualità dell’aria in
Emilia Romagna, ed a livello più ampio
dell’intero bacino padano, risulta in
linea con le problematiche evidenziate
a livello europeo. Infatti in tutti i comuni della pianura si verifica spesso il
superamento dei valori limite per
PM10, O3 e NO2, specialmente negli
agglomerati caratterizzati da alta densità abitativa, ampie zone industriali e
attraversati dalle principali arterie di
collegamento nazionali (autostrada e
via Emilia). Nonostante l’attuazione
negli ultimi anni di un Programma di
interventi nell’ambito degli Accordi di
Programma sulla qualità dell’aria
(2002-2005), inerenti azioni su mobilità sostenibile, edilizia sostenibile, uso
razionale dell’energia e attività produttive, il numero delle zone in cui si è
registrato un superamento dei valori
vigenti di qualità dell’aria è aumentato,
sia a causa della diminuzione progressiva del margine di tolleranza che del-
l’impossibilità a contenere significativamente il contributo delle varie fonti
emissive.
Nel corso del 2005 sono state attivate
le procedure di elaborazione dei Piani
di risanamento della qualità dell’aria in
tutte le province della regione. In quattro di queste è stato attivato l’iter di
approvazione dei documenti preliminari
con conseguente convocazione della
Conferenza di Pianificazione e consultazione degli enti ed associazioni interessati, così come dettato dalla normativa
in materia di pianificazione a valenza
territoriale (LR 20/2000, LR
176/2005).
Vista la complessità e i tempi lunghi
della procedura di concertazione e
approvazione dei piani, e l’interdisciplinarietà della materia, che comporta
necessariamente un coordinamento con
gli altri piani di settore (Piani regolatori, sanitari, energetici, Piano Regionale
Integrato Trasporti, Piani Urbani del
Traffico, Piani della Mobilità Extraurbana), l’adozione definitiva dei Piani
Provinciali di Tutela e Risanamento
della qualità dell’aria è prevista non
prima della la fine del 2006.
Pertanto, nell’attesa dell’adozione dei
piani provinciali, la Regione per venire
incontro all’esigenza di dare continuità
alle iniziative in corso nell’ambito degli
Accordi di Programma ha, anche per la
stagione 2005/2006, sottoscritto un
Accordo con Province, comuni capoluogo e comuni con popolazione superiore
a 50.000 abitanti, sulla qualità dell’aria “per la gestione dell’emergenza da
PM10 e per il progressivo allineamento
ai valori fissati dalla UE al 2005 DM
02-04-2002” (DGR 276/2005).
Piani e programmi a dimensione
inter-regionale
La Pianura Padana è caratterizzata da
condizioni meteorologiche ed orografiche particolarmente sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti, che comportano frequenti periodi di scarso rimescolamento atmosferico e conseguente
raggiungimento di valori di qualità dell’aria molto elevati.
Questo comporta un livello di fondo di
inquinamento difficile da abbattere con
misure ed azioni di dimensione locale.
Gli interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell’aria dovrebbero
quindi tenere conto di considerazioni ed
interventi che travalicano, nel caso del
bacino padano, competenze di ambito
limitato quali quelle regionali.
Sulla base di queste considerazioni, nel
2005 le Regioni e le Province Autonome dell’area padana (Emilia Romagna,
Lombardia, Piemonte, Veneto, Provincia
Autonoma di Trento) hanno sottoscritto
101
un Protocollo d’intesa per rendere
sinergici gli sforzi e coordinare i singoli
piani regionali e provinciali nell’ambito
di una strategia unitaria e finalizzata
all’individuazione di concrete ed efficaci azioni per il miglioramento della qualità dell’aria della pianura. Per dare
attuazione al Protocollo è stato istituito
un Comitato di indirizzo con il compito
di fornire gli indirizzi politico-strategici,
sovrintendere alla loro attuazione e
verificarne i risultati.
Le azioni congiunte alle quali gli enti
firmatari si impegnano a dare attivazione immediata riguardano:
l’omogeneizzazione delle misure
per fronteggiare gli episodi acuti di
inquinamento (traffico, riscaldamento,
attività produttive ed energetiche,
ecc.);
l’utilizzo ed implementazione congiunta dell’inventario regionale delle
emissioni basato sul database INEMAR
(originalmente sviluppato in
Lombardia) per la stima delle emissioni
a livello comunale per diversi inquinanti, categorie di attività e tipologie di
combustibili, nonché armonizzazione
ed adeguamento dei sistemi di rilevamento della qualità dell’aria;
l’incentivazione e accelerazione del
processo di inserimento sul mercato di
veicoli a minore impatto ambientale
102
(metano, GPL, ibridi, elettrici, idrogeno,
ecc.);
l’incentivazione e sviluppo della
rete di distributori di carburante a minore impatto ambientale (metano, GPL,
idrogeno, ecc.);
la promozione e sostegno del trasporto pubblico locale (TPL) con la
sostituzione dei mezzi più obsoleti ed
inquinanti con mezzi a metano, GPL o
elettrici nonché adeguamento dei più
recenti mezzi a gasolio con idonei
sistemi di filtri anti-particolato;
la definizione di misure comuni a
medio-lungo termine per la riduzione
delle emissioni in atmosfera dovute alla
climatizzazione degli ambienti, anche
stimolando il risparmio energetico e le
migliori prestazioni in ambito civile, e
pressione su Governo e UE per l’appostamento di finanziamenti specifici.
Protezione e risanamento delle Acque
La Commissione Europea ha attivato
alla fine del 2001 il processo d’implementazione della Direttiva
2000/60/EC (Common Implementation Strategy – CIS) che istituisce un
quadro per l’azione comunitaria in
materia d’acque. La direttiva, che combina l’utilizzo dei limiti alle emissioni
con l’indicazione degli obiettivi di qualità generali per tutti i corpi idrici, super-
NONOEURORAPPORTO
ficiali e sotterranei, prevede la definizione di un Piano di gestione per bacino che garantisca il raggiungimento
degli obiettivi di qualità ambientale
buona per i corpi idrici entro il 22
dicembre 2015. Il fine è di chiarire e
sviluppare, ove necessario, informazioni tecniche e scientifiche di supporto,
linee guida, consigli per metodi operativi e altri documenti di supporto che
potranno essere sviluppati a tal fine. Le
linee guida sono state testate su alcuni
bacini sperimentali, in Italia il Tevere e
il Cecina.
Sono stati creati dieci gruppi di lavoro,
diretti da un gruppo di coordinamento
strategico, per le diverse attività e progetti. I gruppi di lavoro sono generalmente coordinati da uno Stato membro
o dalla Commissione e i partecipanti
provengono dagli stati membri interessati, dai paesi candidati all’accesso, da
stakeholders e NGO. In una serie di
incontri dei Water Directors degli Stati
Membri sono state approvate le linee
guida per l’analisi delle pressioni e
degli impatti, per la designazione dei
corpi idrici fortemente modificati, per
classificazione dello stato delle acque
interne e l’identificazione delle condizioni di riferimento, per lo sviluppo di
sistemi tipologici e di classificazione
delle acque costiere e di transizione,
per la rete d’intercalibrazione, per l’analisi economica, per il monitoraggio,
la valutazione e la classificazione delle
acque sotterranee, per le migliori pratiche sulla pianificazione di bacino e per
lo sviluppo di un GIS. Per quanto
riguarda la situazione dei progressi
della trasposizione legale della direttiva
quadro negli stati membri e della designazione dei Distretti quasi tutti gli
stati membri hanno comunicato la trasposizione della direttiva e designato i
distretti idrografici.
La Commissione europea ha proseguito
i lavori della CIS e ha definito quattro
temi cui corrispondono quattro gruppi
di lavoro:
A Stato Ecologico (che lavorerà
anche alle linee guida sull’eutrofizzazione previste per la fine del 2005
B Gestione integrata di Bacino
(Integrated River Basin Management,
che lavora anche sul tema della scarsità e sulla siccità)
C Acque sotterranee e
D Reporting.
Che sono stati approvati insieme al loro
mandato per il 2005-2006 all’ultimo
incontro dei Water Directors alla fine
del 2004.
Oltre a questi gruppi di lavoro le attività proseguono anche sul tema dell’integrazione della protezione dell’acqua
nelle altre politiche europee con parti-
colare priorità per il rapporto con l’agricoltura e la CAP ma anche con le
politiche di coesione, dei trasporti e
l’idroelettrico. Sulle politiche di coesione esiste già un gruppo di esperti
sugli aspetti ambientali dei fondi strutturali. In particolare la Regione EmiliaRomagna su invito del Ministero partecipa ai lavori del gruppo informale
sulla scarsità, coordinato dalla Francia
e dall’Italia, in base alle risultanze del
Piano regionale di tutela delle acque.
Peraltro, anche a seguito della forte
siccità del 2005 in Spagna Portogallo
e sud della Francia e in parte in Italia,
l’attività in materia di scarsità idrica e
siccità sta assumendo un rilievo di
carattere politico. Nell’ultimo incontro,
alla fine del 2005, dei Water
Directors a Londra, la Francia ha presentato le ultime risultanze del lavoro
del gruppo Scarsità, che include il
documento di analisi generale che propone modalità di integrare gli aspetti
quantitativi nella WFD (dove si cita
esplicitamente come buone esempio il
Piano di tutela regionale) e un documento di indirizzi.
Per quanto riguarda le acque sotterranee è stata approvata dalla
Commissione, COM (2003) 550 def.
del 19.9.2003 una proposta di direttiva (cosiddetta figlia della Direttiva
Quadro) per la protezione delle acque
sotterranee. L’articolo 17 della direttiva
Quadro prescrive, infatti, che il
Parlamento europeo e il Consiglio adot-
NONOEURORAPPORTO
tino, sulla base di una proposta della
Commissione, misure specifiche per
prevenire e controllare l’inquinamento
delle acque sotterranee, tramite la definizione di criteri comuni concernenti le
tendenze qualitative e il buono stato
chimico. La proposta di direttiva derivata sulle acque sotterranee risponde a
detta esigenza. La direttiva quadro prescrive il raggiungimento di un buono
stato delle acque sotterranee e ne prevede quindi il monitoraggio nonché
misure di protezione e bonifica. La
direttiva quadro assicura una protezione generale e il suo articolo 17 prevede l’adozione di criteri specifici per
definire il buono stato chimico delle
acque sotterranee e per individuare e
invertire le tendenze significative e
durature all’aumento delle concentrazioni degli inquinanti.
Le discussioni precedenti l’accordo
sulla Direttiva Quadro in materia di
acque erano state difficili anche perché
si affrontavano idee profondamente
differenti in tema di protezione delle
acque sotterranee. In mancanza di un
accordo su disposizioni dettagliate di
protezione, fu inserita nella Direttiva
Quadro la disposizione (articolo 17 di
cui sopra) che fa obbligo al
Parlamento europeo e al Consiglio di
adottare, sulla base di una proposta
della Commissione, misure specifiche
dirette a prevenire e controllare l’inquinamento delle acque sotterranee. Tali
misure devono includere criteri per
valutare il buono stato chimico delle
acque sotterranee (articolo 17, paragrafo 2, lettera a)), individuare tendenze significative e durature all’aumento delle concentrazioni degli inquinanti e definire i punti di partenza per
le inversioni di tendenza (articolo 17,
paragrafo 2, lettera b)). La proposta
di direttiva derivata sulle acque sotterranee determina i criteri per valutare il
buono stato chimico delle acque sotterranee. Non è stato ritenuto opportuno
elencare nuove norme di qualità da
applicare in modo uniforme in tutta
l’Unione a tutti i corpi idrici sotterranei, data la naturale variabilità della
composizione chimica delle acque in
questione e l’attuale carenza di conoscenze e dati desunti dal monitoraggio. In questa fase, le uniche norme di
qualità su scala comunitaria direttamente correlate alla protezione delle
acque sotterranee sono quelle concernenti i nitrati (direttiva 91/676/CEE),
i prodotti fitosanitari (direttiva
91/414/CEE) e i biocidi (direttiva
98/8/CE) che sono state quindi incluse nella proposta di direttiva sulle
acque sotterranee.
La proposta stabilisce inoltre criteri per
l’individuazione e l’inversione di tendenze significative e durature all’aumento delle concentrazioni di inquinanti di origine umana, tenendo conto dell’esigenza di dare la priorità a iniziative
correlate alla rilevanza ambientale di
queste tendenze. Propone anche una
metodologia comune per testare la
significatività statistica delle tendenze.
Gli obblighi di monitoraggio sulle acque
sotterranee sono disciplinati dalla direttiva quadro e quindi non sono reiterati
nella proposta direttiva. Nel corso del
2005 sotto la presidenza del
Lussemburgo il test è stato rivisto ed è
stato formalmente adottato con la posizione comune del Consiglio il 25
novembre 2005 che recupera alcuni
emendamenti del Parlamento. La
seconda lettura del Parlamento europeo
potrebbe concludersi nella prima parte
del 2006.
Per quanto riguarda l’attuazione della
direttiva Quadro in Regione EmiliaRomagna e le attività connesse che
discendono dal decreto 152/99 (in
particolare agli articoli Art. 42 e 43)
la Regione ha approvato, sulla base
della L.R. 3/99 e della L.R.
20/2000 con deliberazione della
Giunta regionale n. 2239 del 10
novembre 2003, il Documento preliminare del Piano Regionale di Tutela
delle Acque, costituito dalla relazione
generale, dalle Norme e dalla VALSAT
e dagli allegati tecnici e successivamente sulla base delle conferenze di
pianificazione provinciali il Piano è
stato adottato dal Consiglio con delibera 633 del 22 dicembre 2004 ed è
103
stato definitivamente approvato
dall’Assemblea legislativa il 21
Dicembre 2005 con delibera n. 40,
ed è recuperabile sul sito www.ermesambiente.it/PianoTutelaAcque mentre
ulteriori informazioni possono essere
recuperate e scaricate dal sito
http://serviziambiente.regione.
emilia-romagna.it/PTA/jsp/index.jsp.
Il Piano è uno strumento finalizzato a
raggiungere, secondo gli indirizzi della
Direttiva quadro europea e del Decreto
152/99, che in parte attua la Direttiva
al livello nazionale, mediante un
approccio integrato di tutela quali-quantitativa, entro il 2016, una buona qualità delle acque superficiali, sotterranee
e marine con una verifica intermedia al
2008 ove si richiede di raggiungere
uno stato sufficiente.
La metodologia di lavoro del Piano di
tutela ha utilizzato un’elaborazione
secondo bacini idrografici e la collaborazione delle Province e delle Autorità
di Bacino di riferimento, con il supporto
dell’ARPA, secondo lo schema della programmazione partecipata già utilizzato
in Agenda 21, con il Piano Triennale di
Sviluppo Sostenibile della Regione
Emilia Romagna e, ai sensi della legge
3/99, le modalità di un processo d’informazione pubblica e di concertazione
tramite le conferenze di Pianificazione
Provinciali.
104
Il Piano:
comprende sulla base di un’analisi
di livello regionale svolta in accordo
con le Province (nei gruppi di lavoro)
l’analisi generale dei bacini idrografici,
delle acque costiere e delle acque sotterranee e le pressioni esistenti, tra cui
la disponibilità di risorse idriche per i
vari usi in relazione alle loro caratteristiche qualitative e quantitative e gli
impatti significativi in atto e previsti
anche in base alle linee guida individuate dalla Commissione con la CIS;
definisce sulla base dei dati del
monitoraggio 2001 e 2002 la classificazione dei corpi idrici significativi;
definisce gli obiettivi, sulla base
della legge e degli obiettivi e priorità
delle Autorità di bacino e degli obiettivi
autonomamente posti dalla Regione
con il concorso delle Province (legge
regionale n.3/99), da raggiungere nei
corpi idrici significativi, superficiali interni, costieri e sotterranei al 2008 e al
2016;
individua le misure d’intervento sia
qualitative sia quantitative;
i tempi d’attuazione;
valuta, attraverso una simulazione
modellistica dei bacini dei corpi idrici
significativi, sia dello stato attuale sia
degli stati futuri al 2008 e al 2016 in
NONOEURORAPPORTO
conformità a due scenari previsionali,
se si raggiungono gli obiettivi di qualità
ambientale dei corpi idrici d’interesse
(D.Lgs152 e art. 114 comma 1
L.R.3/99) e obiettivi di qualità funzionale in relazione agli usi programmati
per i corpi idrici o tratti di essi, ancora
di competenza regionale;
definisce il programma di verifica
dei risultati, che prevede un processo di
monitoraggio delle misure, del loro
avanzamento e del graduale raggiungimento degli obiettivi e di valutazione
dei risultati, chiudendo il ciclo della programmazione
Il Piano di Tutela regionale (Art. 114
legge regionale 3/99), definisce infine
obiettivi e livelli di prestazione richiesti
alla pianificazione infraregionale delle
Provincie, da attuarsi con il piano territoriale di coordinamento provinciale o
con il Piano di Tutela delle acque
Provinciale e le deroghe negli obiettivi
e le eventuali misure supplementari la
cui individuazione, anche tramite analisi costi/efficacia, è affidata alle
Province.
Una parte fondamentale delle misure è
già compresa nel Programma stralcio,
approvato dalla Regione con il concerto
delle nove province, di cui all’art. 141
della Finanziaria 2000 che da una
parte rappresenta il passaggio fondamentale per l’attuazione della direttiva
271/91 sulle acque reflue urbane, e
dall’altra rappresenta una misura rilevante ai fini del raggiungimento degli
obiettivi di qualità ambientale del Piano
di Tutela. Il Programma stralcio è stato
peraltro recepito, nel quadro dell’Intesa
Istituzionale di Programma tra il
Governo e la Giunta della Regione
Emilia-Romagna, nell’Accordo di
Programma quadro tra il Ministero
dell’Economia e delle Finanze, il
Ministero dell’Ambiente e della tutela
del Territorio, il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero
delle politiche agricole e forestali e la
Regione Emilia-Romagna siglato il 20
Dicembre 2002, con l’indicazione dei
mezzi finanziari di copertura.
Nel quadro della definizione del Piano
di tutela e dell’attuazione della
Direttiva Quadro s’innesta anche la
revisione delle zone vulnerabili ai nitrati d’origine agricola e la definizione del
Piano d’azione. La determinazione n.
6636 del 6/7/2001 della Direzione
Ambiente e difesa del suolo e della
costa istituisce il gruppo di lavoro per
l’aggiornamento della Carta Regionale
della Vulnerabilità, e affida a questo
gruppo il compito di specificare gli
aspetti metodologici per l’aggiornamento della carta della vulnerabilità e il
compito di definire il programma delle
attività per realizzare la nuova carta. Il
Decreto 152/99 all’allegato 7 desi-
gna, infatti, in fase di prima attuazione
le zone vulnerabili, che per la Regione
Emilia-Romagna sono quelle già individuate con Delibera Consigliare n.
570/97, come specificate nelle successive Delibere Provinciali, nonché la
zona delle conoidi della provincie di
Parma, Reggio Emilia e Modena e l’area a rischio di crisi ambientale del
bacino Burana-Po di Volano della
Provincia di Ferrara. Tali zone vanno
riviste periodicamente nei tempi individuati dal Decreto 152/99. Per quanto
riguarda il Piano d’azione Nitrati nel
2005 sono iniziati i lavori di definizione in collaborazione tra la Direzione
Agricoltura e la Direzione Ambiente,
con la partecipazione attiva delle
Province.
Gestione Integrata Zone Costiere
Il progetto “Gestione Integrata Zone
Costiere - GIZC” (cfr. Settimo e Ottavo
Eurorapporto) rappresenta allo stato
attuale uno dei progetti a più elevata
valenza strategica per le sue caratteristiche di interdisciplinarietà e sostenibilità ambientale.
Con la deliberazione del Consiglio
Regionale n. 645 del 20 gennaio
2005, la Regione Emilia Romagna ha
approvato le Linee Guida per la
Gestione Integrata delle Zone Costiere
– GIZC al fine di consentire la loro adozione da parte delle amministrazioni
locali coinvolte dal progetto ed avviare
NONOEURORAPPORTO
105
e facilitare iniziative di sperimentazione
e di verifica dei temi sviluppati.
A conferma dell’alto valore dell’iniziativa regionale, il progetto “Gestione
Integrata Zone Costiere - GIZC” è stato
inserito nel catalogo delle “buone pratiche” del Premio Sfide 2006, iniziativa
del Dipartimento per lo Sviluppo delle
Economie Territoriali - della Presidenza
del Consiglio dei Ministri. In occasione
del Forum PA 2006, in data 10 maggio 2006, alla Regione è stato consegnato un Diploma di Merito.
In questo quadro la Regione ha intrapreso diverse iniziative di promozione,
formazione e partecipazione finalizzate
a dare corso e a seguire l’attuazione
delle Linee Guida e in particolare di un
vero sistema di gestione integrata della
fascia costiera.
Indagine sull’adesione alle Linee Guida
da parte degli Enti Locali
La Regione Emilia-Romagna, oltre ad
approvare le Linee Guida GIZC, invita le
Province ed i Comuni costieri, che compongono il Comitato Istituzionale GIZC,
a formalizzare la loro adesione alle
Linee Guida GIZC mediante l’adozione
e l’approvazione delle medesime con i
consueti provvedimenti degli organi istituzionali. In tale contesto si inserisce la
ricerca promossa dalla stessa Regione
Emilia-Romagna e che sarà realizzata
dalla Fondazione CerviaAmbiente.
L’indagine è stata avviata nei primi
mesi del 2006.
La partecipazione a progetti europei:
BEACHMED-E e CADSEALAND
Nell’ambito delle azioni strategiche
inerenti la fascia costiera, la Regione
ha aderito al Progetto “BEACHMED-e:
la gestione strategica della difesa dei
litorali per lo sviluppo sostenibile delle
zone costiere del Mediterraneo”,
avviato nel settembre 2005, nell’ambito del Programma INTERREG III C
Zona Sud.
Le Regioni partner e che costituiscono il
Comitato di Pilotaggio del Progetto sono: Regione Lazio (Capofila), EmiliaRomagna, Liguria, Toscana, Département de l’Hérault (FR), Service Maritime et Navigation Languedoc-Roussillon
(FR), Generalitat de Catalunya (ES),
Regione Creta (GR), Regione
Macedonia Orientale e Tracia (GR).
La natura dell’iniziativa ha richiesto
un’impostazione da “Operazione
Quadro Regionale” ovvero di una struttura articolata con un vasto coinvolgimento di soggetti pubblici che verranno
coinvolti nell’ambito dei sottoprogetti
individuati. L’Operazione Beachmed-e
contempla tre precise linee d’azione:
Progettazione e realizzazione di
strumenti tecnici per la caratterizzazione del fenomeno erosivo su scala europea e per l’impiego sostenibile delle
risorse;
Rapporto tra sviluppo del territorio
urbano e delle zone morfologicamente
sensibili in relazione al rischio di
mareggiate ordinarie ed eccezionali;
Individuazione di strumenti norma-
tivi ed organizzativi per la definizione,
la regolamentazione e la gestione della
difesa delle coste da parte di tutti i
soggetti coinvolti (pubblici e privati).
Altro progetto Europeo sulle tematiche
costiere che vede la partecipazione
della Regione Emilia-Romagna è “Landsea interaction: coastal state and evolution in CADSES - CADSEALAND” finanziato nell’ambito del programma
INTERREG III B CADSES
La partecipazione della Regione nell’ambito del progetto è principalmente
incentrata su una linea di attività coordinata da ARPA-SIM, e verte sulle
seguenti attività: Sviluppo del Sistema
Informativo della Costa; Realizzazione
del catalogo informatico delle Opere di
difesa, ed analisi degli impatti sull’evoluzione della costa; Realizzazione di un
modello morfologico digitale della
costa; Ricostruzione GIS dell’evoluzione
negli ultimi 60 anni, degli elementi
morfologici costieri, dell’area emersa e
sommersa; Ricostruzione GIS dell’evoluzione dell’uso del suolo dell’area
costiera negli ultimi 60 anni ed analisi
dell’impatto sulle modifiche del territorio; Analisi dell’impatto delle variazioni
climatiche sull’evoluzione del territorio,
a diverse scale temporali; Analisi del
trasporto solido di un fiume
Appenninico (area studio Fiumi Uniti)
– confronto tra approccio sperimentale
e modellistico; Ricostruzione dell’evoluzione morfologica e sedimentologica
dell’area costiera e dei fondali antistanti il Delta del PO.
I partner del progetto sono: CINFAI
(Consorzio Interuniversitario Nazionale
per la Fisica delle Atmosfere e delle
Idrosfere) - capofila; l’APAT; la Regione
Marche, ARPA-SIM, Regione EmiliaRomagna, NTUA (Università di Atene);
RNIH (Istituto di Idrologia Rumeno). Il
progetto è stato avviato nel 2004 e si
concluderà nel corso del 2006.
4.2.
LIFE
STRUMENTO
FINANZIARIO
EUROPEO PER
L’AMBIENTE
Creato a supporto dell’applicazione,
aggiornamento e sviluppo della politica
comunitaria ambientale, LIFE ha sostenuto dal 1992 e nel corso di tre fasi
pluriennali progetti di interesse comunitario in vari settori, presentati da sog-
106
NONOEURORAPPORTO
importanza comunitaria Bosco della
Mesola”.
getti di varia natura pubblica e
privata.8
Nel 2006 si conclude l’ultima fase di
attuazione; a partire dal 2007 sarà
operativo il nuovo strumento finanziario LIFE+ che la Commissione europea
ha presentato nel settembre del
2004.
Il regolamento di istituzione ed attuazione di LIFE + fa parte di un pacchetto di proposte concernenti il quadro
finanziario 2007/2013 e rappresenta
l’unica proposta specifica per l’ambiente.
Il nuovo strumento intende attivare al
livello comunitario una strategia integrata che, attraverso la sostituzione di
una serie di programmi esistenti ed il
sostegno specifico a misure e progetti,
amplifica le possibilità di cofinanziamento, promuove la realizzazione di
un insieme organico di interventi,
modula i finanziamenti in base ad un
sistema di priorità nazionali e regionali
e assicura il coordinamento con gli altri
strumenti comunitari.
In particolare LIFE + si articolerà in tre
componenti :
Natura e Biodiversità destinata a
sostenere in particolare lo sviluppo
della rete “Natura 2000” ;
Politica e governance ambientale
per contribuire allo sviluppo ed applicazione di strumenti e modelli innovativi
di gestione di azioni ambientali;
Informazione e comunicazione per
potenziare la diffusione delle informazioni e la sensibilizzazione sulle tematiche ambientali.
La nuova normativa prevede il finanziamento di progetti secondo due diverse
tipologie:
dedicato in modo specifico alla rete
“Natura 2000”.
Il PE si è espresso inoltre per affidare
alla Commissione europea il compito di
garantire il coordinamento effettivo tra
programmi LIFE + ed i programmi operativi cofinanziati dai Fondi strutturali,
dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e dal Fondo europeo per la
Pesca.
a) progetti gestiti in modo centralizzato
b) progetti gestiti tramite delega
Per l’attuazione la Commissione prevede di elaborare due successivi programmi strategici pluriennali (2007/2010
e 2011/2013) che specificheranno
l’ammontare delle risorse gestite in
modo centralizzato e la ripartizione per
stato membro delle risorse gestite in
modo decentrato.
La proposta della Commissione prevede
una dotazione finanziaria di risorse
comunitarie di circa 2,098 miliardi di
euro (prezzi correnti) con almeno il
405 destinato a misure di sostegno
alla conservazione della natura e della
biodiversità.
Nel corso dell’iter di approvazione, non
ancora concluso a tutto settembre
2006, il Parlamento europeo si è
espresso per un rafforzamento della
dotazione finanziaria e per un fondo
4.2.1. Partecipazione
della Regione
a progetti LIFE
Nel 2005 la Regione Emilia-Romagna
ha partecipato, attraverso IBACN
Servizio Beni Architettonici e ambientali, a un progetto Life-Natura “Ripristino
ecologico e conservazione degli habitat
nella Salina del SIC Valli di Comacchio”
e sono continuate attività di diffusione
per altri due progetti formalmente conclusisi nel precedente anno: “Azioni di
conservazione del lupo in 10 siti SIC5
di tre Parchi della Regione EmiliaRomagna” e “Conservazione dei chirotteri e loro ambienti di foraggiamento
nella RNO di Onferno nel sito SIC omonimo” inoltre, attraverso Arpa, a due
progetti: “Ripristino di equilibri ecologici per la conservazione di habitat e
specie di interesse comunitario” e
“Conservazione degli habitat del sito di
Con il contributo finanziario di Life
Natura 2000 è attivo il sito nel quale
sono reperibili informazioni sui progetti
Life Natura in corso in Emilia-Romagna.
www.lifenatura.it/emilia-romagna/
Ripristino ecologico e conservazione
degli habitat nell’area della Salina
compresa nel sito SIC Valli di Comacchio è realizzato in collaborazione con
il Parco regionale del Delta del Po. Il
progetto ha come obiettivo il ripristino
della funzionalità idraulica, della produzione esemplificativa del sale, di alcuni
8
Per un approfondimento sull’attuazione in
Italia di LIFE Natura si rimanda alla pubblicazione “Il bilancio di LIFE Natura in Italia.
Indicazioni e prospettive per il futuro” a cura
di Comunità Ambiente per conto della
Direzione per la Protezione della Natura del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio.
Il libro è scaricabile gratuitamente dal sito
www.comunitambiente.eu
9
Per informazioni sui Siti di Importanza
Comunitaria (SIC) e sulle Zone di Protezione
Speciale (ZPS) della Rete Natura 2000 in
Emilia-Romagna per la conservazione degli
habitat e delle specie animali e vegetali vedi
il sito www.regione.emilia-romagna.it/
natura2000/
NONOEURORAPPORTO
dossi e del paesaggio. Rendere fruibile
la Salina e realizzare un centro operativo per il monitoraggio e la gestione. Le
azioni previste sono: ripristino manufatti di regolazione e circolazione dell’acqua, riattivazione piccola porzione
Salina per produzione sale, eliminazione fonti di disturbo della fauna e di
rischio, riqualificazione edilizia fabbricato centro aziendale e sua attrezzatura,
attivazione forme di fruizione compatibile.
Nel corso del 2005, oltre alla gestione
del sito web sono stati effettuati diversi
incontri di Lavoro del Gruppo per la
redazione del Piano di Gestione del sito
SIC Salina di Comacchio e sono stato
elaborati rapporti intermedi contenenti
anche indirizzi operativi di immediata
applicazione.
È stata realizzata una gestione produttiva della nuova “Salinetta” a scopo
ecologico e dimostrativo come da progetto ed è stata realizzata la riqualificazione edilizia e funzionale di un
secondo edificio del Centro Operativo
nel quale è stata allestita una mostra
sul Progetto LIFE ed i suoi risultati, visitabile da Agosto 2005.
Inoltre è stata elaborata la documentazione per la produzione di un CD Rom
ed una pubblicazione sul progetto e i
suoi risultati.
Ripristino
ecologico
e conservazione
degli habitat
nell’area della
salina compresa
nel sito SIC Valli di Comacchio
LIFE2000NAT/IT/7215
Durata: 66 mesi
aprile 2001 - settembre 2006
Costo totale: 1.597.143 euro
Contributo comunitario: 638.857 euro
http://www.lifenatura.it/
emilia-romagna/LifeSALINA/
life230frame.htm
Conservazione dei chirotteri e loro
ambienti di foraggiamento nella
Riserva Naturale Orientata di Onferno è stato realizzato in collaborazione
con il Comune di Gemmano, Ente gestore della RNO. Il progetto aveva l’obiettivo di allargare l’azione di tutela e
salvaguardia dei chirotteri operata dalla
Riserva, conservando e migliorando gli
ambienti di foraggiamento. Sono stati
acquisiti terreni e si è proceduto all’ampliamento della Riserva con il recupero
di siepi e cotico erboso, il recupero e
gestione dei pascoli, il miglioramento
della composizione vegetazionale aree
prative, il recupero della zona umida,
la conservazione delle associazioni
vegetazionali di bosco, campagna di
divulgazione e sensibilizzazione.
Il progetto è terminato nel 2004, ma
nel corso del 2005, è stata mantenuta
una costante iniziativa di stimolo e sollecito degli enti partners per garantire
la conservazione dei risultati del progetto, attraverso comunicazioni e
incontri. È stata fornita assidua assistenza sia al Comune di Gemmano che
alla Provincia di Rimini per intraprendere la riorganizzazione gestionale della
Riserva in rapporto anche ai nuovi compiti connessi con il SIC e gli obblighi
post-life. Sono state realizzate iniziative mirate per ampliare la visibilità del
progetto e diffonderne le opportunità
create a livello locale con operatori economici e istituzionali.Le pagine web del
progetto sono mantenute periodicamente aggiornate in collegamento con il
web master.
107
Conservazione
dei chirotteri e
loro ambienti di
foraggiamento
nella RNO di
Onferno nel
SIC omonimo
LIFE2000NAT/IT/7216
Durata: 36 mesi
giugno 2001 - maggio 2004
Costo totale: 582.500 euro
Contributo comunitario: 262.125 euro
http://www.lifenatura.it/
emilia-romagna/LifeCHIROTTERI/
life210frame.htm
Azioni di conservazione del lupo
(Canis lupus) in 10 siti SIC collocati
in tre Parchi della Regione EmiliaRomagna è stato realizzato in collaborazione con i parchi regionali dell’Alto
Appennino Reggiano, dell’Alto Appennino Modenese e dell’Alta Val Parma e
Cedra. Il progetto ha esteso a due parchi regionali confinanti un’esperienza
già avviata nel solo Parco del Gigante
con il precedente progetto Life/Natura
1996-1998. L’obiettivo principale è il
mantenimento di una popolazione vitale di lupo appenninico nell’intera area
108
di progetto per favorirne la dinamica e
la dispersione verso altre zone idonee.
È stata messa a punto una strategia
unitaria di gestione sui tre Parchi che
hanno permesso di: creare un sistema
informativo territoriale (GIS), sviluppare ipotesi di gestione, verificare sperimentalmente l’efficacia di interventi
gestionali, individuare strategie e
modalità per una sensibilizzazione
volta alla ricerca del consenso delle
categorie sociali locali più interessate,
coordinare il servizio di vigilanza antibracconaggio.
Il progetto è terminato nel 2004 e nel
corso del 2005 è stata mantenuta una
costante iniziativa di stimolo e sollecito
degli enti partners per garantire la conservazione dei risultati del progetto,
attraverso comunicazioni scritte e verbali e incontri. Inoltre è stato presentato un nuovo progetto sulla materia da
realizzare in ambito regionale che ha
preso effettivamente avvio.
Sono state mantenute periodicamente
aggiornate le pagine web, in collegamento con il web master.
NONOEURORAPPORTO
Costo totale: 933.321 euro
Contributo comunitario: 419.994 euro
http://www.lifenatura.it/
emilia-romagna/LifeLUPO/
life220frame.htm
sostenibile dell’area. Il progetto si prefigge di definire criteri certi di gestione
delle attività antropiche al fine di
garantire l’efficienza idraulica dei corsi
d’acqua, delle casse di espansione e,
nel contempo, conservare gli habitat
legati a questi ambienti attraverso la
formulazione di un Piano di gestione
del p.SIC Valle Santa, Valle Campotto,
da usare quale strumento per definire e
coordinare le azioni e i mezzi necessari
per la valorizzazione e la riqualificazione nel tempo che permetta l’aumento
delle varietà di habitat e di biodiversità
e la definizione di forme di gestione
sostenibile.
Ripristino di equilibri ecologici per la
conservazione di habitat e specie di
interesse comunitario, è realizzato in
collaborazione con ARPA EmiliaRomagna, il Consorzio Parco Regionale
Delta del Po, il Comune di Argenta e il
Consorzio della Bonifica Renana. Il progetto prevede azioni di riqualificazione
di Valle Santa attraverso interventi di
dragaggio dei canali sublagunari, azioni
di monitoraggio ambientale comprensive di monitoraggi di acqua, sedimenti,
fauna e flora, ed interventi di miglioramento ambientale del Bosco del
Traversante ed altre aree limitrofe e
interventi volti alla fruizione turistica
Nel corso del 2005 sono terminati gli
interventi di dragaggio dei canali sublagunari e sono state portate avanti azioni di contenimento delle popolazioni di
nutria e altre specie alloctone di pesci e
invertebrati. È proseguita la raccolta di
materiale di propagazione di specie
arboree ed arbustive locali, finalizzata
alla realizzazione del vivaio volante. È
stato approvato il progetto esecutivo
per la costruzione di una torretta-osservatorio e, oltre alla predisposizione di
materiale informativo, sono state avviate visite guidate ed escursioni per divulgare le opere in essere di riqualificazione dell’oasi. Arpa ha svolto la campagna di monitoraggio annuale su acque,
sedimenti e macrovertebrati aquatici;
avifauna ed ittiofauna. Inoltre ha parte-
Azioni di
conservazione
del lupo
(Canis lupus)
LIFE2000NAT/IT/7214
Durata: 39 mesi
marzo 2001- giugno 2004
cipato, con i dati raccolti, alla realizzazione dei materiali informativi e al
workshop finale. Le azioni di monitoraggio ambientale, in capo ad ARPA
Ingegneria Ambientale con la collaborazione della Sezione Provinciale di
Ferrara, sono state condotte direttamente per quanto riguarda acque, sedimenti e macrovertebrati acquatici, mentre le indagini sull’avifauna e sull’ittiofauna sono state condotte attraverso il
supporto scientifico rispettivamente
dell’Istituto Nazionale della Fauna
Selvatica e del Centro di Ricerca
Interdipartimentale sulle tecnologie e
l’igiene degli allevamenti intensivi delle
piccole specie dell’Università di
Bologna.
Ripristino di
equilibri ecologici
per la
conservazione di
habitat e specie
d’interesse
comunitario
LIFE2002NAT/IT/8526
Durata: 42 mesi
luglio 2002 - dicembre 2005
Costo totale: 1.434.821 euro
Contributo comunitario: 573.928 euro
NONOEURORAPPORTO
Interventi di conservazione di habitat naturali nel SIC Bosco della
Mesola vede come capofila il Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali attraverso il Corpo Forestale dello Stato. Arpa
partecipa in qualità di partner insieme al
Parco regionale del Delta del Po. Il progetto ha lo scopo di contribuire al mantenimento di habitat e di specie di interesse comunitario presenti all’interno
della Riserva naturale Bosco della
Mesola, situato tra i bracci terminali del
Po di Goro e del Po di Volano, tra questi: la foresta di Leccio, la Tartaruga di
Hermann e la Testuggine palustre (Emys
orbicularis), il Pelobate fosco. Il contributo di Arpa è relativo al ripristino della
rete di monitoraggio della falda e della
rete idraulica: è stato attuato il monitoraggio della falda freatica attraverso il
periodico rilevamento della profondità e
della conducibilità con lo scopo di tenere
sotto controllo il possibile aumento della
salinità che potrebbe avere conseguenze
negative sulla vegetazione del bosco e
sulla distribuzione delle presenze degli
Anfibi e della Testuggine palustre.
Contemporaneamente sono stati rilevati
i parametri idrometrici e di conducibilità
nella rete idraulica del bosco che svolge
un ruolo chiave nell’alimentazione della
falda. Sono state effettuate prime elaborazioni dei dati raccolti che porteranno
ad implementare un modello di simulazione del sistema falda-rete idraulica,
quale supporto alle decisioni relative alla
gestione complessiva del sito. È stato
effettuato il monitoraggio della popolazione di Emys, in collaborazione con la
facoltà Scienze Ambientali
dell’Università di Bologna.
Interventi di
conservazione di
habitat naturali
nel SIC Bosco
della Mesola
LIFE2000NAT/IT/7174
Durata: 48 mesi
settembre 2001- agosto 2005
Costo totale: 410.000 euro
Contributo comunitario: 205.000 euro
http://www.corpoforestale.it
/wai/serviziattivita/Progetti_Ricerche
/progetti/boscomesola/index.html
Per quanto riguarda Life/Ambiente, la
Regione Emilia-Romagna, nel corso del
2005 ha partecipato, attraverso ARPA
Emilia-Romagna e al Servizio Economia
Ittica, al progetto EMMA.
Environmental Management through
Monitoring and Modelling of Anoxia
(EMMA) è un progetto a cui ARPA
Emilia-Romagna, Struttura
Oceanografica Daphne, e il Servizio
Economia Ittica della Direzione
Generale Attività Produttive partecipano
come partners.
Capofila è il CNR - Istituto Scienze
Marine, Sezione di geologia marina, di
Bologna; altri partners sono gli Istituti di
Scienze Marine di Trieste e Ancona, il
Dipartimento di Veterinaria
dell’Università di Bologna, Aster, il
Comune di Rimini, il Mercato Ittico di
Cesenatico, le Cooperative Casa del
Pescatore e la Bussola, oltre al National
Institute of Biology - Marine Biology
Station della Slovenia.
Obiettivo del progetto è la valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica
relativa alla formazione di fenomeni
anossici (carenza di ossigeno disciolto
nelle acque di fondo) nell’alto Adriatico.
I risultati emersi vengono utilizzati per
sviluppare una strategia concertata a
livello locale al fine di migliorare la qualità ambientale attraverso la riduzione
dell’impatto (ambientale e socio economico) degli eventi ipossici ed anossici
stagionali nelle acque costiere e marine
dell’Adriatico settentrionale.
Nel corso del 2005, in collaborazione
con tutti i partner, è stato implementato, pianificato e si è iniziato a sperimentate un sistema di monitoraggio
integrato focalizzato ai parametri chiave
dei principali processi che portano a
potenziali condizioni ipossiche/anossiche dei fondali e delle acque di fondo.
Analoga procedura è stata svolta alla
messa a punto e sperimentazione di un
109
sistema previsionale di pre-allarme,
basato sull’acquisizione dei parametri
monitorati sia da monitoraggio con
strutture mobili che da stazione fissa.
Sono stati realizzati due manuali
Manual for best monitorin practice e
Design of the monitoring system.
Sono state inoltre sviluppate con tutti
partner le linee per la realizzazione di
un Sistema di Supporto alle Decisioni
(Decision Supporting System - DSS) che
possa coadiuvare le decisioni delle autorità locali nell’ambito delle tematiche di
gestione ambientale e sono proseguite
le attività di disseminazione dei risultati
del progetto.
EMMA
Environmental
Management
through
Monitoring
and Modelling
of Anoxia
LIFE 04ENV/IT/000479
Durata: 36 mesi
ottobre 2004 - settembre 2007
Costo totale: 1.807.418 euro
Contributo comunitario: 903.709 euro
Attività ARPA
Risorse proprie: 85.665.75 euro
risorse comunitarie: 79.665.75 euro
110
NONOEURORAPPORTO
COASTVIEW
4.3. LA
POLITICA DI
RICERCA E
SVILUPPO
TECNOLOGICO
4.3.1. Scenario
comunitario
L’azione comunitaria nel campo della
ricerca è finalizzata a creare un vero e
proprio spazio europeo della ricerca
(SER) ed il nuovo Trattato costituzionale ne consacra l’esistenza e prevede
competenze specifiche per l’Unione
Europea, rafforzando quelle previste
negli artt.163-173 del precedente
Trattato UE.
L’azione dell’Unione europea è anche
finalizzata ad intensificare l’impegno
finanziario a favore della ricerca per
portare gli investimenti in tale settore
al 3% del PIL entro il 2010 ed individuando nel potenziamento di questa
politica uno degli elementi chiave della
strategia di Lisbona.
Accanto al consolidamento delle azioni
previste dal VI Programma quadro (PQ)
2002-2006, la Commissione europea,
nel 2004, ha continuato la fase di preparazione del VII PQ (2006-2010)
identificando, in una specifica comuni-
cazione10 (La scienza e la tecnologia,
chiavi del futuro dell’Europa), sei obiettivi principali per rafforzare la ricerca e
lo sviluppo tecnologico in Europa: la
creazione di poli di eccellenza, rafforzare la ricerca di base, avviare importanti
iniziative tecnologiche, rafforzare il
potenziale di attrazione nei confronti
dei ricercatori, sviluppare infrastrutture
di ricerca di interesse europeo, potenziare i programmi nazionali di ricerca.
4.3.2. Partecipazione
della Regione
a programmi di ricerca
La Regione Emilia-Romagna ha in atto
una convenzione con ASTER per “supportare e preparare l’ente regionale, il
sistema delle Università e dei centri di
ricerca ai bandi del sesto programma
quadro”11, oltre sensibilizzare ed informare i settori della Regione interessati
e quindi raccogliere le loro priorità nel
campo della ricerca, favorire i collegamenti tra RER e le competenze disponibili nel territorio e favorire partnership
europee.
Nell’ambito delle diverse Azioni previste dal Quinto Programma Quadro di
Ricerca e Sviluppo Tecnologico
dell’Unione Europea, la Regione EmiliaRomagna ha partecipato, nel 2005, a
sei progetti: attraverso la Direzione
Generale Ambiente, Difesa del Suolo e
della Costa al progetto COASTVIEW e,
attraverso Arpa Emilia-Romagna ai progetti ACTIF, FRAP, FUMAPEX, MFSTEP e
STARDEX. Nell’ambito del Sesto
Programma Quadro di Ricerca e
Sviluppo Tecnologico dell’Unione
Europea, invece, ha partecipato, con la
Direzione Generale Organizzazione,
Sistemi Informativi e Telematica al progetto MONITOR e, unitamente alla
Direzione Generale Attività produttive,
Commercio e Turismo al progetto MERIPA, attraverso Arpa Emilia-Romagna ai
progetti ENSEMBLES, GEMS, PREVIEW
e, attraverso Ibacn al progetto EPOCH:
COASTVIEW è uno specifico progetto di
ricerca all’interno dell’azione
Ecosistemi marini sostenibili – monitoraggio e gestione di fenomeni costieri,
coordinato dall’Università di Plymouth
(UK). La partecipazione della Regione
Emilia-Romagna si svolge in stretta collaborazione con le Università di
Bologna e Ferrara. Altri partners sono
Environment agency of England and
Wales (UK), Kobenhauns Universitet
(DK, gli olandesi Stiching waterloopkunding laboratorium, Ministry of transport public works and water management, Università di Utrecht, gli spagnoli
International centre for coastal resources research, Autoridad Portuaria di
Santander, Universidad de Cantabria.
Durata: 36 mesi
aprile 2002-marzo 2005
Costo totale: 2.670.279,00 euro
Contributo comunitario:
2.017.150,00 euro
Attività RER
Risorse proprie: 36.983,00 euro
risorse comunitarie: 18.017,00 euro
http://141.163.79.209/
web/index.html
ACTIF è una misura di accompagnamento, cioè un progetto che non sviluppa ricerca al suo interno, ma ha come
obiettivo principale lo scambio e la
divulgazione dei risultati ottenuti nei
progetti di ricerca finanziati all’interno
del Quarto e Quinto Programma
Quadro di ricerca della UE. Il team di
ACTIF è infatti costituito da coordinatori
di altri progetti di ricerca.
Capofila del progetto è HR Wallingford
Ltd. (UK); Arpa-Sim partecipa come
10
Doc. COM (2004) 353 del 16.6.2004.
Delibera di Giunta 28 dicembre 2001, n.
3025.
11
NONOEURORAPPORTO
partner assieme al Consiglio Nazionale
delle Ricerche (CNR.ISAC), Università
degli Studi di Bologna, Norut
Information Technology Ltd. (NW),
University of Salford e The Environment
Agency of England and Wales (UK),
DHI - Institute of Water & Environment
(DK) e Stichting Waterloopkunding
Laboratorium (NL).
Obiettivo di Actif è la realizzazione nel
periodo 2003-2005 di una serie di
seminari e di una conferenza internazionale annuale sulle tematiche relative
alla previsione delle alluvioni. Nel corso
del 2005 ARPA-SIM ha partecipato
all’organizzazione del workshop annuale del progetto, tenutosi dal 17 al 19
ottobre in Norvegia, su “Innovazione
tecniche previsionali finalizzate all’identificazione del rischio alluvioni”.
ACTIF
Achieving
Technological
Innovation in
Flood Forecasting
Durata 36 mesi
Marzo 2003 – gennaio 2006
Costo totale: 269.989 euro
Contributo comunitario complessivo:
269.989 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 21.710 euro
http://www.actif-ec.net/
FRAP Sviluppo di un quadro procedurale per i Piani di Azione per riconciliare i
conflitti tra conservazione dei grandi
vertebrati e l’uso delle risorse biologiche: allevamenti ittici e vertebrati ittiofagi come caso di studio.
Capofila del progetto è UFZ Umwelt
Forschung Zentrum (Centro per le ricerche nell’ambiente) di Leipzig (DE);
Arpa-Ingegneria Ambientale partecipa
come partner assieme a ENEA - Ente
per le nuove tecnologie e l’ambiente e
Delta 2000 - Gruppo di azione locale,
Ostellato (IT), NERC - Natural
Environment Research Council, Centre
for Ecology and Hydrology, Swindon
(UK); ECOMAN Centre – Department
of Environmental Sciences and
Engineering, Faculty of Sciences and
Technology, New University of Lisbon e
Environmental Biology Centre, Science
Faculty, University of Lisbon (PT), SYKE
- Finnish Environment Institute, Helsinki
(FI); IFM - Institute for Fisheries Management and Coastal Community Development e DIFRES - Danish Institute
for Fischeries Research, Kgs. Lyngby
(DK); Gotheburg University, Human
Ecology Section, Gothenburg e Tjaernoe
Marine Biological Laboratory, Tjaernoe
(SE), IWJ - Institut fuer Wilbiologie und
Jagdwirtschaft, BOKU; Wien (AT).
Obiettivo del progetto è quello di sviluppare il quadro di riferimento per
piani di azione per riconciliare i contrasti tra conservazione di grandi vertebrati e l’uso di risorse biologiche da parte
dell’uomo.
Specifici obiettivi sono: esaminare i
conflitti tra conservazione dei grandi
vertebrati (lontra, foche, cormorano) e
le esigenze dell’itticoltura dal punto di
vista ecologico e socio-economico; valutare e sviluppare efficaci strategie di
mitigazione ed un mix di strumenti di
politica; disegnare strategie di decisione partecipata e sviluppare raccomandazioni per una effettiva interazione tra
portatori di interesse; disseminare i
risultati alle categorie interessate ed al
pubblico.
Nel 2005, è stato completato il monitoraggio delle presenze del Cormorano
negli allevamenti ittici della zona di
indagine; è stato effettuato l’esame dei
metodi di dissuasione e valutazione
della loro efficacia; inoltre Arpa ha partecipato alla definizione di linee di
azione nel contesto del territorio interessato dallo studio.
111
FRAP
Framework for
biodiversity
Reconciliation
Action Plans
Durata 29 mesi
Febbraio 2003 – giugno 2006
Costo totale: 3.730.000 euro
Contributo comunitario complessivo:
2.490.000 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 59.499 euro
http://www.frap-project.net
http://www.ufz.de/index.php
?en=2776;
FUMAPEX ha avuto come obiettivo
principale quello di sviluppare, valutare
e diffondere sistemi integrati per la previsione della meteorologia urbana, dell’inquinamento atmosferico e dell’esposizione della popolazione.
Lo scopo del progetto è di migliorare la
capacità di descrivere e prevedere gli
episodi di inquinamento in città delle
diverse regioni europee attraverso il
miglioramento e l’integrazione di
modelli meteorologici, di qualità dell’aria e di valutazione dell’esposizione,
basati sulle più moderne tecnologie di
comunicazione.
112
Capofila del progetto è Danish
Meteorological Institute (DK); ARPASIM partecipa in qualità di partner
assieme a ARPA Piemonte e Arianet
Consulting (IT), German Weather
Service e Hamburg University (DE),
Centro de Estudios Ambientales del
Mediterrano (ES), Ecole Centrale de
Nantes, INSA CNRS Universite – Insa
de Rouen (FR), Finnish Meteorological
Institute, Finnish National Public Health
Institute KTL (FIN), The Norwegian
Meteorological Institute e Norwegian
Institute for Air Research (NW),
University of Hertfordshire (UK),
Environment Institute - Joint Research
Center (EU) e Swiss Federal Institute
of Technology (CH).
Obiettivo di ARPA SIM è stato il miglioramento del proprio modello operativo
per la previsione e la simulazione dell’inquinamento atmosferico in EmiliaRomagna e nella città target di
Bologna.
Nel corso del 2005, per quanto riguarda la “Valutazione della qualità di
diversi modelli meteorologi operativi
per la previsione della qualità dell’aria
nelle aree urbane” si è conclusa la verifica del modello meteorologico ad area
limitata (LAMI - Limited Atmospheric
Model Italy) sia sul lungo periodo
(anno) che su episodi di inquinamento.
Nella verifica sul lungo periodo le previ-
NONOEURORAPPORTO
sioni della versione operativa di LAMI
di varie grandezze legate alla qualità
dell’aria sono state confrontate con i
dati di stazioni meteorologiche sinottiche e urbane. Nella verifica su episodi
il modello LAMI è stato applicato con
risoluzione spaziale crescente (7, 2,8
1.1 km di ris orizzontale) sulle aree
campione di Bologna e Torino. I risultati sono stati valutati mediante confronto con dati di stazioni meteo e campagne di misura.
Per quanto concerne la
“Implementazione e dimostrazione di
sistemi migliorati per la previsione e
informazione sulla qualità dell’aria
urbana” FUMAPEX ha contribuito al
completamento dello sviluppo di un
nuovo sistema regionale di previsione
dell’inquinamento atmosferico per
l’Emilia Romagna, denominato NINFA.
Il sistema è stato dimostrato in varie
sedi europee, nazionali e regionali ed è
stato reso disponibile su WEB. I risultati
di NINFA sono stati utilizzati per la
valutazione della qualità dell’aria a
Bologna ed in altre città dell’emilia
romagna, fornendo la concentrazione
di fondo necessaria alla applicazione
del modello urbano ADMS-Urban.
Infine, per lo “Sviluppo e valutazione
di modelli per la esposizione della
popolazione”, si è applicata la metodologia sviluppata in FUMAPEX per la
valutazione dell’esposizione all’inquinamento di un gruppo di bambini in un
quartiere di Bologna, dimostrando la
applicabilità della metodologia.
FUMAPEX
integrated system
for Forecasting
Urban
Meteorology,
Air Pollution
and Population Exposure
Durata: 36 mesi
novembre 2002-ottobre 2005
Costo totale: 2.916.779euro
Contributo comunitario complessivo:
1.867.393 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 63.275 euro
http://fumapex.dmi.dk/
MFSTEP, sistema di previsione oceanografica per il mediterraneo.
Il progetto si propone di realizzare un
sistema di previsione oceanografica per
il mediterraneo, composto da quattro
elementi: un un sistema di monitoraggio a scala di bacino del mediterraneo;
sistemi di modelli idrodinamici a scala
di di bacino e regionali, completi di
sistemi di assimilazione dei dati; una
interfaccia tra i modelli meteorologici
operativi ed i modelli oceanografici e
modelli biochimici o di ecosistema.
Capofila del progetto è l’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia;
Arpa-Sim partecipa come partner assieme a Università di Bologna, Enea,
National Centre for Marine Research
(GR), Collecte Localisation Satellites SA
(FR), Istituto Nazionale di
Oceanografia e di Geofisica
Sperimentale, Institut fuer Meerskunde
an der Universitaet Kiel (DE),
Universitat Politecnica de Catalunya
(ES), Centre National de la Recherche
Scientifique (FR), National and
Kapodistrian University of Athens (GR),
Institute of Acceleratine Systems and
Applications (GR), Institute of Marine
Biology of Crete (GR), CNR.ISTT,
Institut Français de Recherche pour
l’Exploitation de la Mer (FR), Ministry
of Agricultural and Natural Resources
(Cyprus), Fondazione Eni – Enrico
Mattei, Météo-France (FR),
CNR.ISAC.RM, National Institute of
Biology (SL), Cesky
Hydrometeorologivky Ujtav Praha (CZ),
CNR.IOF Deutschland GmbH (DE),
Israel Oceanographic & Limnological
Research Institute (Israel), University
of Malta (Malta), Università de Liege
(BE), Middle East Technical University
(Turkey), Marine Hydrophisical Institute
– Ukrainian National Academy of
Science (Ukraine), Netherlands
NONOEURORAPPORTO
Institute for Sea Research (NL),
Consorzio Interuniversitario per la
Gestione del Centro di Calcolo
Elettronico dell’Italia Nord Orientale,
International Marine Center (IT),
Tecnomare SpA, CLU srl,Università degli
Studi di Ancona, CNR.IRPM, CNR.IST,
Université Pierre et Marie Curie (FR),
Centre National de la Recherche
Scientifique (FR), NOVELTIS (FR),
Università Paul Sabatier de Tolouse III
(FR), Consejo Superior de
Investigaciones Cientificas (ES), NEC
Foundation for International Studies –
University of Malta (Malta), CNR.ISIA,
Aristoteleio Panepistimio Thessalonikis
(GR), Ambiente Qualità Sicurezza
Mare, Università degli Studi della
Tuscia, University of Cyprus (Cyprus),
University of New South Wales
(Australia).
Nel 2005, Arpa-Sim ha realizzato attività nell’ambito della “Preparazione di
modelli previsionali a scala regionale e
della piattaforma costiera, impatto dei
venti ad altissima risoluzione” e nell’applicazione delle forzanti atmosferiche a studi sull’interazione aria-mare,
con riferimento al mare Adriatico.
Nella attività realizzata, i campi meteorologici prodotti dal modello meteorologico LAMI sono stati utilizzati per calcolare i flussi superficiali all’interfaccia
aria-mare necessari a forzare il modello
oceanografico del mare Adriatico. Il
modello oceanografico AdriaROMS di
Arpa Sim è stato quindi applicato per
simulare il periodo dell’autunno 2002,
oggetto dell’esperimento sull’Adriatico.
I risultati sono stati resi disponibili
all’interno del progetto e comunicati
nel corso degli incontri.
MFSTEP
Mediterranean
Forecasting
System:
Toward
Environmental
Predictions
Durata: 36 mesi
Marzo 2003 - febbraio 2006
Costo totale: 11.971.124 euro
Contributo comunitario complessivo:
7.203.005 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 47.000euro
http://www.bo.ingv.it/
mfstep/index.htm
STARDEX ha l’obiettivo di delineare
scenari di cambiamento climatico per
quanto riguarda l’occorrenza di eventi
meteorologici estremi che hanno un
grande impatto sulla vita e sulle attività umane.
Capofila del progetto è la University of
East Anglia (UK); ARPA-SIM partecipa
in qualità di partner assieme a King’s
College London, Fundación para la
Investigación del Clima (ES), University
of Bern e Eidgenossische Technische
Hochschule (CH), Centre National de la
Recherche Scientifique e Université de
Nice (FR), Atmospheric Dynamics
Group della Facoltà di Fisica dell’
Università di Bologna, Danish
Meteorological Institute (DK),
Fachhochschule fur Tecnik Stuttgart e
Universitaet Stuttgart (DE) Aristoteleio
Panepistimio Thessalonikis (GR).
L’attività di ARPA-SIM si è accentrata
sullo studio dei cambiamenti climatici
degli estremi meteorologici a scala
locale (Emilia-Romagna, Nord Italia)
mediante uso dei prodotti dei Modelli
di Circolazione Generale dell’Atmosfera
e dei modelli regionali, opportunamente regionalizzati alla scala locale.
Dopo l’analisi degli eventi estremi
osservati in Emilia-Romagna negli ultimi 40/50 anni (incluse le cause scatenanti e le conseguenze da essi derivanti), l’identificazione delle variabili più
attendibili predittrici di eventi estremi e
la valutazione delle correlazioni esistenti tra esse, durante l’anno 2005 sono
state applicate ed estese le procedure
di regionalizzazione (downscaling statistico), definite negli anni precedenti,
alle uscite dei modelli numerici di previsione climatica al fine di valutare sce-
113
nari di cambiamento climatico futuri
(periodo 2070-2100) nella regione
Emilia-Romagna. I risultati ottenuto
mostrano un chiaro segnale di cambiamento per le temperature medie e per
gli estremi termici. Per la precipitazione
il segnale di cambiamento è meno
significativo.
STARDEX
Statistical
and Regional
Dynamical
downscaling of
Extremes for
European Regions
Durata: 42 mesi
gennaio 2002-giugno 2005
Costo totale: 2.315.617
Contributo comunitario complessivo:
1.716.624 euro
Attività ARPA
contributo comunitario:
163.200 euro
ENSEMBLES è un progetto che intende
sviluppare un sistema europeo per l’utilizzo della previsione probabilistica del
clima.
Capofila è U.K. Meteorological Office;
Arpa-Sim partecipa assieme all’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
114
Consiglio Nazionale delle Ricerche,
Fondazione Eni Enrico Mattei, Food
and Agriculture Organization of the
United Nations, Università degli studi di
Firenze. Altri partners sono:
International Institute for Applied
Systems Analysis (A), Meteo France
Centre National de Recherches
Meteorologiques, Université Joseph
Fourier Grenoble 1, Centre National de
la Recherche Scientifique, Centre
European pour le Recherche et la
Formation Avancee en Calcul
Scientifique, Climpact, Electricité de
France, Ecole Normale Supérieure,
Société de Mathématiques Appliquées
et de Sciences Humaines (FR), Max
Plance Gesellschaft zur Foerderung der
Wissenschaften E.V., Universitat
Hamburg, Deutscher Wetterdienst,
Fachhochschule Fuer Technik Stuttgart,
Freie Universitaet Berlin, GKSS
Forschungszentrum Geesthacht GmbH,
Institut Fuer Meereskunde an der
Universitaet, Universitat Stuttgart,
Potsdam-Institut fur
Klimafolgenforschung e.V., Universitat
Kassel, Universitat zu Koln (DE),
European Centre for Medium-Range
Weather Forecasts, University of
Bristol, University of Reading,
University of East Anglia, London
School of Economics and Political
Science, London School of Hygiene and
Tropical Medicine, University of
NONOEURORAPPORTO
Liverpool, The Chancellor, Masters and
Scholars of the University of Oxford,
Weather Informatics Ltd (UK),
Danmarks Meteorologiske Institut e
Danmarks Jordbrugsforskning (DK),
Koninklijk Nederlands Meteorologisch
Instituut e Rijksinstituut Voor
Volksgezondheid en Milieu (NL),
National Observatory of Athens e
Aristotle University of Thessaloniki
(GR), Fundacion para la Investigacion
del clima, Instituto Nacional de
Meteorologia, Universidad de
Cantabria, Universidad de Castilla La
Mancha (ES), Suomen
Ymparistokeskus (FIN), Cicero senter
for klimaforskning, Meteorologisk
Institutt, Nansen Environmental and
Remote Sensing Center, Universitetet I
Oslo (NW), Lunds Universitet e
Sveriges Meteorologiska Och
Hidrologiska Institut (SW), Commission
of the European Communities –
Directorate General Joint Research
Centre e università Catholique de
Louvain (B), Research Centre for
Agricultural and Forest Environment,
Polish Academy of Sciences (PL),
Cesky Hydrometeorologicky Ustav,
Univerzita Karlova V Praze, Ilmatieen
Laitos (FLUstav fyziky atmosfery AV CR
(CZ),Università de Fribourg,
Eidgenoessische Technische Hochschule
Zuerich, Institut Universitarie Kurt
Boesch, Meteoschweiz, World Health
Organization (CH), Institutul National
de Hidrologie si Gospodarire a Apelor
Bucuresti e Administratia Nationala de
Meteorologie (RO), The Abdus Salam
International Centre for Theoretical
Physics (IS), Bureau of Meteorology
Research Centre (Australia), The
Trustees of Columbia University in the
City of New York (USA).
Obiettivi del progetto sono finalizzati a:
Migliorare i modelli utilizzati per l’applicazione della previsione climatica,
Sfruttare i risultati previsionali collegandoli alle applicazioni degli utilizzatori,
Valutare l’efficacia delle previsioni
all’interno dei sistemi di assistenza tecnica in agricoltura; il tutto per sviluppare un sistema europeo per l’utilizzo
della previsione probabilistica del clima.
Le attività del progetto si concretizzeranno nell’ Adattamento del SW CRITERIA per l’applicazione delle previsioni
stagionali ai modelli agrometeorologici,
nei Report di valutazione dei risultati
relativi all’applicazione delle previsioni
stagionali ed, infine, nella Divulgazione
dei risultati mediante articoli scientifici
e partecipazione a convegni.
Nel corso del 2005 è iniziato l’adattamento del sistema CRITERIA per la
simulazione territoriale di scenari utilizzando previsioni stagionali realizzate
con la tecnica di ensemble, è stata
definita una strategia per minimizzare
il numero dei calcoli da eseguire senza
perdere la complessità dell’input previsionale e gli algoritmi modellistici sono
stati migliorati con l’introduzione di
uno schema numerico per il bilancio
idrico nel suolo.
ENSEMBLES
Ensemble based
predictions
of climate
changes and
their impacts
Durata: 60 mesi
Settembre 2004 - agosto 2010
Costo totale: 30.000.000
Contributo comunitario complessivo:
15.000.000 euro
Attività ARPA
contributo comunitario:
203.400 euro
GEMS Monitoraggio atmosferico
Globale e Regionale utilizzando dati da
satellite e in situ.
Capofila del progetto è European
Center for Medium-Range Weather
Forecasts (UK); Arpa Sim partecipa
come partner assieme Consiglio
Nazionale delle Ricerche, Met Office
(UK), Centre National de la Recherche
Scientifique (FR), Commissariat à l’energie atomique (FR), Max Planck
NONOEURORAPPORTO
Gesellschaft zur Forderung der
Wissenschaften e. V. (DE), Royal
Netherlands Meteorological Institute
(NL), Institut d’Aeronomie Spatiale de
Belgique (B), Finnish Metorological
Institute (FIN), Danish Meteorological
Institute (DK), Deutscher Wetterdienst
(DE), University of Bremen (DE),
Universite Pierre et Marie Curie (FR),
National and Kapodistrian University of
Athens (GR), Meteo-France, Centre
national de recherche meteorologiques
(FR), National University of Ireland,
Galway (IRL), Koninklijk
Meteorologisch Instituut - Institut Royal
Meteorologique (BE), Meteorologisk
Institutt (N), Rhenish Institute for
Environmental Research at the
University of Cologne (DE), European
Commission, General Directorate Joint
Research Centre ISPRA, Institut
National de l’Environnement Industriel
et Risques (FR), Czech
Hydrometeorological Institute (CZ),
Environmental Protection Agency
Ireland (IRL), Polish Institute of
Environmental Protection (PL), Imperial
College of Science, Technology and
Medicine (UK).
Gems è un progetto integrato articolato
in cinque sottoprogetti. Arpa Sim è coinvolta nel sottoprogetto relativo alla qualità dell’aria regionale i cui obiettivi sono:
valutare i benefici dell’implementazione di informazioni da satellite
nella prognosi della qualità dell’aria
regionale;
fornire e valutare in tempo quasi
reale previsioni di gas e aerosol a scala
continentale e regionale;
fornire e valutare in tempo quasi
reale la valutazione e la climatologia di
gas e aerosol a scala continentale e
regionale, a scopo di formulazione di
politiche;
migliorare i modelli di qualità dell’aria a scala regionale, sviluppare il
post trattamento statistico dei dati e
esplorare l’approccio ad ensamble di
molti modelli;
avviare e supportare la collabora-
zione di routine tra diversi centri nazionali per l’accesso ai dati e la valutazione dei risultati;
migliorare e comprendere gli impatti sulla salute della qualità dell’aria ed
introdurre le informazioni di previsione
nelle valutazioni sanitarie
Nel 2005 Arpa Sim ha contribuito alla
definizione del set di dati di riferimento, all’avvio dello sviluppo di una base
di dati prototipale per l’Italia ed al collegamento con le agenzie nazionali per
l’accesso ai dati di monitoraggio in
tempo quasi reale.
GEMS
Global and
Regional
Earth-System
Monitoring
using Satellite
and In-Situ Data
Durata: 48 mesi
Marzo 2005 - febbraio 2009
Contributo comunitario complessivo:
12.453.901 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 70.000euro
http://www.ecmwf.int/research/
EU_projects/GEMS/
PREVIEW Nuovi servizi geo-informativi
per la gestione dei rischi naturali e
industriali.
Capofila del progetto è Eads Defence
and Security Systems SA (FR); Arpa
Sim partecipa come partner assieme a
Arpa Piemonte, Arpa Liguria, Telespazio
S.p.A., Presidenza del Consiglio dei
Ministri – Dipartimento della
Protezione Civile, Centro di Ricerca
Interuniversitario in Monitoraggio
Ambientale, Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia, Università
degli Studi di Firenze, Advanced
115
Computer Systems ACS S.p.A.,
Consiglio Nazionale delle Ricerche,
Planetek Italia, Regione Lombardia,
United Nations Office for Project
Services (CH), Centre National de la
Recherche Scientifique (FR), Met Office
(UK), Centre National d’Etudes
Spatiales (FR), Bayerisches Landesamt
fuer Wasserwirtschaft (DE), Université
Louis Pasteur (FR), Météo-France (FR),
Ministère de l’Intérieur (FR), Swedish
Rescue Service Agency (S), Swedish
Meteorological and Hydrological
Institute (S), European Centre for
Medium-Range Weather Forecasts
(UK), Commission of the European
Communities – Directorate General
Joint Research Centre, Ingenieria y
Servicios Aerospaciales S.A. (ES),
Infoterra GmbH (DE), Bundesanstalt fur
Gewasserkunde (DE), Stichting
Waterloopkundig Laboratorium (NL),
Deimos Engenharia (PT), Deutscher
Wetterdienst (DE), Finnish
Meteorological Institute (FIN), Geomer
GmbH (DE), Geosciences Consultants
sarl (FR), Universitaet Karlsruhe (TH),
Leibniz-Institut fuer oekologische
Raumentwicklung e V. (DE),
Universitaet Stuttgart (DE), Université
Joseph Fourier Grenoble 1 (FR),
Meteoschweiz (CH), Lantmateriet (S),
Meteorologisk Institutt (N), Noveltis
(FR), Universidad de Valladolid (ES),
GMV S.A. (ES), Tecnosylva, SL (ES),
116
Universidad de Alcala de Henares
(ESCritical Software S.A. (PT),
Geoapikonisis Ltd (GR), National
Observatory of Athens (GR), Swedish
Geotechnical Institute (S), EuropeanMediterranean Seismological Centre
(FR), Universidad Complutense de
Madrid (ES), Bogazici University (TR),
Vituki Environmental Protection and
Water Management Research Institute
(HU).
Scopo del progetto è quello di sviluppare, a livello europeo, nuovi servizi geoinformativi per la gestione dei rischi
naturali ed industriali. Un gruppo di 58
partner provenienti da 15 diversi paesi
europei è stato formato per sviluppare
questi servizi entro 45 mesi.
La comunità scientifica, gli operatori e
l’industria stanno lavorando insieme
alle principali istituzioni di end-user
(Protezioni Civili) per mettere in funzione servizi operativi.
Gli obiettivi di PREVIEW possono essere
sintetizzati nel seguente modo: prevenire il rischio, monitorare la situazione,
quantificare l’impatto su popolazione
e/o strutture, capitalizzare sull’esperienza.
Nell’ambito del progetto, Arpa Sim è
coinvolta in due Work-packages:
“Windstorms” e “Medium-range Plain
Flood”. Nel 2005 Arpa Sim ha messo
NONOEURORAPPORTO
a disposizione una lista di siti sul territorio nazionale, per i quali saranno fornite previsioni di vento (intensità, direzione) da un sistema di previsioni di
insieme generato dai diversi contributi
dei partner coinvolti nel WP
Windstorms. Inoltre, ha sviluppato un
nuovo sistema di previsioni di insieme
ad area limitata per l’Europa nord-occidentale. Le risorse di calcolo per questo
sistema revisionale sono state reperite
attraverso l’attivazione di uno “Special
Project” con l’ Ufficio Meteorologico
Britannico, presso il Centro Europeo per
le Previsioni Meteorologiche a Medio
Termine.
Nel WP “Medium-range Plain Flood”
Arpa Sim ha sviluppato una particolare
configurazione del sistema operativo
COSMO-LEPS per migliorare la predicibilità a medio termine degli eventi alluvionali occorsi nell’Europa Centrale fra
il 20 luglio e il 20 agosto 2002.
Questo nuovo sistema fornirà i campi
meteorologici necessari ad integrare i
modelli idrologici ed idrodinamici nel
bacino del fiume Danubio.
PREVIEW
Durata: 45 mesi
aprile 2005 - dicembre 2009
costo complessivo: 22.911.554 euro
Contributo comunitario complessivo:
14.334.259 euro
Attività Arpa
contributo comunitario: 93.846 euro
http://www.preview-risk.com
EPOCH è una rete di circa un centinaio
di istituzioni culturali europee che mettono insieme i propri sforzi per migliorare la qualità e l’efficacia della tecnologia dell’informazione e della comunicazione per il patrimonio culturale.
L’obiettivo complessivo della rete è
quello di fornire una struttura organizzativa e disciplinare tale da accrescere
l’efficacia del lavoro all’interfaccia tra
la tecnologia e il patrimonio culturale
dell’esperienza umana rappresentato
da monumenti, siti e musei. Questa
struttura comprende tutti i vari processi
di lavoro e i flussi di informazioni dalla
scoperta archeologica fino all’educazione e alla divulgazione.
Capofila del progetto è University of
Brighton; IBACN partecipa come partner
assieme a dipartimenti universitari, centri di ricerca, istituzioni culturali come
musei o agenzie culturali nazionali e
imprese commerciali di tredici diversi
paesi; tra essi citiamo: Università di
Firenze, Politecnico di Milano, ISME
Centro Interuniversitario dei Sistemi
Integrati per l’Ambiente Marino,
University of Kent at Canterbury e The
European Association of Historic Towns
and Regions (UK), National Research
Initiative in Digital Libraries (DE),
Teknisk Museet Stockolm (SW), Center
for Public Archaeology and Heritage
Presentation (BE), Accademia
Ungherese delle Scienze (HU).
L’attività di IBACN si inserisce nell’area
mirata alla di realizzazione dell’inventario delle tecnologie IT che già sono
utilizzate nel patrimonio culturale o che
si stanno sviluppando nell’ambito del
patrimonio culturale. Attraverso la
determinazione dei fattori che influenzano il successo o il fallimento di una
tecnologia e delle sue applicazioni e
attraverso la programmazione delle
sovrapposizioni, delle sinergie e delle
opportunità.
Nel 2005 IBACN ha partecipato alla
definizione degli standard di valutazione e usabilità dei siti web culturali.
NONOEURORAPPORTO
EPOCH
European
research
network on
Excellence in
Processiong
Open Cultural Heritage
Durata: 48 mesi
marzo 2004 - agosto 2008
Contributo comunitario complessivo:
7.880.000 euro
Attività IBACN
contributo comunitario: 12.000 euro
http://.epoch-net.org
MERIPA Methodology for European
Regional Innovation Policy
Assessment Sviluppo di metodologie
per la valutazione di impatto delle politiche regionali per l’innovazione.
Capofila è il Comune di Aalborg (DK).
Le Direzioni Generali “Organizzazione,
Sistemi Informativi e Telematica” e
“Attività produttive, Commercio e
Turismo” partecipano come partner
assieme a Aster, Aalborg University e
North Jutland County (DK), Region
Blekinge e Blekinge Institute of
Technology (SE), Lappeenranta
University of Technology e Kouvola
Region Federation of Municipalities
(FI), Vilnius Municipality (LT) e
Technology Center Kareltek, Region of
South Karelia (RUS).
Obiettivo del progetto è l’individuazione e sperimentazione di una
Metodologia per la valutazione dell’impatto delle politiche di innovazione
regionali e benchmarking con le altre
regioni e altri modelli sviluppati con
finanziamento comunitario.
MERIPA
Methodology
for European
Regional
Innovation Policy
Assessment
Durata: 48 mesi
novembre 2004 - agosto 2008
Costo complessivo: 1.980.700 euro
Contributo comunitario complessivo:
1.026.000 euro
Attività RER
contributo comunitario: 106.123 euro
http://meripa.odeum.com
MONITOR Land Surveying and Civil
Engineering MONITIRing è un progetto commissionato da Galileo Joint
Undertaking attraverso il secondo
bando per la realizzazione del Sistema
di navigazione satellitare europeo
denominato Galileo, iniziativa comune
della Commissione europea e
dell’Agenzia spaziale europea (ESA). È
finanziato sull’Area 1A GNSS12 for
Special User Community.
Capofila è GEONETLAB Università di
Trieste; il Servizio regionale Sistemi
informativi geografici partecipa come
partner assieme a Provincia di Bologna,
Università di Bologna I DISTART,
Università di Bologna II Forlì, Alcatel
Alenia Space, Elsacom, Paganelli Risk
Solutions, Sepa, Sogei, Value partners,
Ids Italia, Edisoft (PT), University of
Thessaloniki (GR), NSL Nottigham
Scientific Ltd. (UK), Optoelettronica
(RO).
Il progetto è focalizzato nel progettare,
eseguire e analizzare alcune dimostrazioni sul campo relative all’uso dei
nuovi sistemi di navigazione satellitare
già messi a punto (EGNOSS) o in fase
di realizzazione (GALILEO) da parte
dell’Unione europea. L’attività riguarda
l’uso di tali sistemi GNSS europei tanto
in aree applicative già esistenti quanto
in aree innovative, quali il Land
Monitoring and Civil Engineering.
117
Compiti di MONITOR sono anche la
descrizione e la promozione dei valori
aggiunti introdotti dai sistemi EGNOSS
e GALILEO e individuare il modo di
introdurre e far accettare queste nuove
tecnologie e nuovi strumenti nelle
Pubbliche amministrazioni, nell’industra
e nella intera comunità degli utenti dei
sistemi GNSS.
MONITOR
Land Surveying
and Civil
Engineering
MONITIRing
Durata: 18 mesi
novembre 2005 - maggio 2007
costo complessivo: 1.964.857 euro
contributo comunitario complessivo:
1.248.000 euro
Attività RER
contributo comunitario: 24.398 euro
http://www.monitorproject.com/
12
Global Navigation Satellite System.
118
NONOEURORAPPORTO
Indagine per Analisi Clima;
4.4. SOCIETÀ
DELL’INFORMAZIONE
L’attenzione dell’Unione Europea alla
cosiddetta Società dell’informazione è
crescente ed animata da un dibattito
politico continuo finalizzato ad individuare, in sintonia con gli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona, le azioni al
livello comunitario per una diffusione
più capillare delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
A queste tematiche la Regione EmiliaRomagna pone grande attenzione: con
la redazione del Piano Telematico
Regionale 2002-200513 si sono definite con gli enti locali le strategie regionali nei settori di e-government e società dell’informazione, rifacendosi alle
linee guida di eEurope 2005. Il Piano
viene aggiornato annualmente, con uno
stato dell’arte sui progetti in corso e
nuove iniziative che si rendessero
necessarie, anche in risposta a bandi
nazionali o europei.
L’obiettivo del Piano è duplice: da una
parte trasformare l’Emilia-Romagna in
un territorio digitale, con un’infrastruttura telematica in grado di raggiungere
ogni Comune e fornire servizi ai cittadini ed alle imprese. Il secondo obiettivo
è favorire, grazie a questo volano pubblico, la crescita del mercato dei servizi
telematici, aumentando così la competi-
tività dei territori e del sistema delle
PMI.
Dotato complessivamente, per il quadriennio 2002-2005, di risorse per
circa 120 milioni di euro, il piano è
articolato in 30 progetti di durata almeno triennale e rappresenta uno degli
interventi strategici del programma di
legislatura della Regione.
Inoltre, nel 2004, è stata approvata la
LR11/2004 sullo Sviluppo regionale
della Società dell’Informazione, che
definisce obiettivi, attori e strumenti
per queste attività negli anni a venire.
4.4.1. Partecipazione
della Regione
ad azioni comunitarie
La Regione Emilia-Romagna, attraverso
la Direzione generale Organizzazione,
Sistemi informativi e Telematica, ha partecipato al programma e-Ten14 con il
progetto Eurovoxbox. Questo programma sostiene le reti nel settore delle
infrastrutture di telecomunicazione, la
costituzione e lo sviluppo di servizi e
applicazioni interoperabili e l’accesso
alle stesse con l’ obiettivo di facilitare
la transizione verso la società dell’informazione per tutti (tenendo conto delle
esigenze di anziani e disabili e promuovendo l’inclusione sociale); rafforzare la
coesione economica, sociale e territoriale, tenendo conto dell’esigenza di collegare le regioni periferiche e insulari alle
regioni centrali; migliorare la competitività delle imprese europee (in particolare le PMI) e rafforzare il mercato interno; stimolare lo sviluppo di nuove attività generatrici di occupazione.
EUROVOXBOX - Services for Improving
Citizens’ Participation in Democratic,
sperimenta un sistema che può gestire
ogni tipo di questionario, con nuove
funzionalità multimediali che permettono l’utilizzo anche di immagini e
audio. I questionari sono somministrati
attraverso Internet, ma è possibile utilizzare anche altri canali, quali l’UMTS
e la TV digitale.
Capofila è Jack Blutharsky Group (IT),
il Servizio Applicazioni telematiche 2
partecipa come partner unitamente a
Janus srl (IT), QeD, Municipality of Nea
Makri e Municipality of Piraeus (GR),
EKG e Municipality of Kolding (DE),
Indra sistemas e Autonomus community of Castilla y Leon (ES).
Nel 2005 è proseguita la attività di
dimostrazione (utilizzo) del prodotto
con più di 20 questionari on-line gestiti, tra cui ricordiamo i principali:
Valutazione portale ERMES, e portali verticali Turismo e Autonomie;
Raccolta dati per la distribuzione
degli abbonamenti ATC;
Indagine su i Coordinatori
Pedagogici della regione.
Oltre alla realizzazione di un workshop
per gli EELL del territorio regionale per
la presentazione dell’iniziativa
WebBarometer, vi è stata la partecipazione a ForumPa 2005 e EuroPa
2005. È stato dato un supporto al partner tecnologico del progetto per l’analisi e la soluzione delle problematiche
relative alla Accessibilità del sistema,
anche attraverso specifici test condotti
con l’ausilio delle attività della associazione ASPHI.
13
Il documento “Piano Telematico Regionale
– Programma operativo 2002” è stato adottato dalla Giunta regionale nel giugno 2002;
il Piano per lo sviluppo telematico dell’EmiliaRomagna è stato definito con delibera di
Giunta n. 157 dell’8 febbraio 2000 mentre
la delibera di Giunta n. 219 del 16 febbraio
2000 ha indicato i criteri e le procedure di
concessione dei contributi per la promozione
e il sostegno ai programmi di sviluppo telematico delle Amministrazioni locali.
14
Decisione N. 1376/2002/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio del 12
luglio 2002 che modifica la decisione n.
1336/97/CE (GUCE L 200/1 del
30.07.2002).
NONOEURORAPPORTO
EUROVOXBOX
Durata: 18 mesi
maggio 2004- ottobre 2005
Costo totale: 1.658.601 euro
Contributo comunitario: 829.293 euro
Attività RER
contributo comunitarie: 71.800 euro
risorse proprie: 143.600 euro
Nel 2005 la Regione EmiliaRomagna ha partecipato
all’“eEurope awards per e-government 2005 - Trasformare i servizi pubblici” – presentando Lepida, la rete privata a banda larga per la PA della
regione.
L’iniziativa della Commissione europea
era orientata a selezionare e divulgare
esempi di buone pratiche relativi a servizi di e-government che promuovano
la trasformazione dei servizi pubblici. A
tale iniziativa erano invitate a partecipare le pubbliche amministrazioni a
tutti i livelli (locale, nazionale, internazionale) dei paesi UE, EFTA e dei paesi
candidati.
I finalisti avevano l’occasione di presen-
tare le proprie buone pratiche nell’ambito della Conferenza Ministeriale sull’e-Government a Manchester il 25
Novembre 2005.
Duecentotrentaquattro erano i progetti
presentati e Lepida è stata selezionata
tra i finalisti nell’area “L’ambiente
favorevole”, dove venivano richiesti
servizi volti a creare il miglior ambiente
possibile per rendere possibile ed efficace l’e-government.
119
PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE
AD ALTRI PROGRAMMI COMUNITARI
5
NONOEURORAPPORTO
La partecipazione ai programmi europei
avviene generalmente con tre modalità
e con responsabilità diverse secondo il
tipo di impegno scelto: è prevista la
figura del capofila, del partecipante o
dell’associato. Il capofila presenta formalmente il progetto e, in caso di
approvazione, stipula il contratto con la
Commissione assumendo, quindi, anche
la responsabilità finanziaria del progetto. Collabora, insieme ai partecipanti,
alla ideazione e realizzazione del progetto, riceve i pagamenti e si occupa di
distribuire le risorse ricevute agli altri
partners. Il partecipante collabora sia
nella fase di preparazione che di realizzazione del progetto complessivo mettendo a disposizione anche proprie
risorse finanziarie. L’associato solitamente si occupa della realizzazione di
una parte del progetto e non ha l’obbligo di impegnare proprie risorse finanziarie.
Per quanto riguarda la partecipazione,
essa avviene, generalmente, attraverso
la risposta a bandi e inviti periodici predisposti dalla Commissione europea e
pubblicati sulla Gazzetta ufficiale delle
Comunità europee, serie C. Questi
bandi si riferiscono a uno specifico programma d’azione adottato con decisione del Consiglio e definiscono l’ambito
di intervento, le azioni finanziabili, i
beneficiari, l’entità del contributo, le
modalità e le procedure di accesso, la
scadenza ed il formulario per la presentazione dei progetti.
5.1
PROGRAMMA
ASIA URBS
Asia Urbs è uno dei programmi regionali
attivo all’interno del Programma ALA1;
è un programma di Cooperazione
decentrata che promuove la costituzione
di reti di cooperazione tra città finalizzate alla creazione ed al rafforzamento
di legami tra comunità locali dell’UE e
dell’Asia. L’obiettivo è di contribuire allo
sviluppo socio-economico dei Paesi asiatici, migliorando le condizioni di vita nei
centri urbani e sostenendo la lotta contro la povertà, attraverso iniziative di
cooperazione tra le città, le regioni e le
Amministrazioni locali e territoriali
dell’UE e quelle del Sud-Est asiatico. I
settori prioritari sono: gestione urbana,
sviluppo socioeconomico urbano,
ambiente urbano e infrastruttura sociale
urbana. Le azioni previste sono:
䡵 Progetti di sviluppo che si prefiggono di migliorare le condizioni della vita
e dell’ambiente per gli abitanti delle
città;
䡵 Studi volti alla preparazione di proposte di progetti;
䡵 Progetti di scambio di informazioni
per consentire la diffusione di buone
prassi e di informazioni tecniche in
materia di sviluppo urbano.
Dopo una prima fase, 1998-2003, e
una seconda fase, 1° gennaio-31
dicembre 2004, nel 2005 Asia Urbs si
è fuso con Asia Pro Eco2 dando vita a
un nuovo Programma Asia Pro Eco II.
La partecipazione della
Regione Emilia-Romagna
al Programma Asia Urbs
Nell’ambito del programma Asia Urbs,
la Regione Emilia-Romagna partecipa al
progetto “Riqualificazione urbana dell’area delle ex concessioni europee a
Tianjin”.
Riqualificazione urbana dell’area delle ex concessioni europee a Tianjin ha
l’obiettivo di sviluppare un programma
di riqualificazione urbana per un quartiere di Tanjin, all’interno dell’ex concessioni europee, confrontando le esperienze italiane e cinesi nel campo della
programmazione urbanistica inclusi gli
aspetti di sviluppo socio-economico e di
sostenibilità ambientale.
Capofila del progetto è il Servizio
Programmazione e Sviluppo
dell’Attività Edilizia della Direzione
Generale Programmazione Territoriale e
Sistemi di Mobilità; oltre al Tianjin
Bureau of Urban Planning and Land
Resources partecipa, come partner,
Institut Català de Energia - ICAEN di
Barcellona (ES).
123
Il progetto si propone di predisporre un
piano di riqualificazione urbana su
un’area di circa 10 ettari, definendo gli
edifici storici da tutelare, restaurare o
rifunzionalizzare e fornire indicazioni di
massima sulla futura evoluzione urbanistica.
Il primo anno del progetto è stato dedicato principalmente ad attività di formazione e pianificazione; infatti sono
stati realizzati tre moduli formativi in
Cina ed uno in Europa ed è stato aperto, in Tianjin, l’ufficio dedicato al progetto con la costituzione di una unità
tecnica di collegamento fra i Partners.
Gli obiettivi del secondo anno sono
stati lo sviluppo del Masterplan o piano
generale sull’intera area prescelta nella
ex concessione francese (11 isolati) a
Tianjin e la predisposizione di un bando
di gara internazionale in grado di
richiamare investitori privati interni e
1
ALA Programma di aiuto finanziario e tecnico, nonché di cooperazione economica, per i
paesi in via di sviluppo dell’America Latina e
dell’Asia.
2
Asia Pro Eco è uno dei programmi regionali
attivi all’interno del Programma ALA, è una
Iniziativa per la promozione delle prestazioni
ambientali e del partenariato tecnologico in
settori economici, per il rafforzamento del
dialogo UE-Asia sulle tematiche ambientali.
124
internazionali sull’area oggetto del progetto.
Negli incontri di lavoro a Tianjin, a
marzo del 2005, è stato presentato e
discusso, insieme al partner cinese e al
partner spagnolo, la prima bozza del
Master plan che definisce uno schema
metodologico di riqualificazione e
sostenibilità ambientale dell’area
oggetto di sperimentazione.
Durante il workshop del 16 marzo, al
quale hanno partecipato esperti giuridici di parte cinese, sono stati prodotti
una serie di documenti, tra i quali il più
importante è stato lo “Studio di supporto al Call for tender internazionale”
che ha costituito la parte fondamentale
della discussione con gli esperti cinesi
di Diritto amministrativo.
Nel 2005 è stato pubblicato il volume
“Urban Revitalisation in the Former
European concessions Areas in Tianjin
China” (in tre lingue - inglese, cinese e
italiano - con circa 60 fotografie e 90
pagine di testo) nel quale è descritta
questa esperienza di cooperazione tra
due amministrazioni locali europee - la
Regione Emilia-Romagna e la Catalogna
- e il Dipartimento di Pianificazione
Urbana della città cinese di Tianjin. Il
volume è stato distribuito parte in Cina
e parte in Europa.
A dicembre 2005 si è svolta a Tianjin
NONOEURORAPPORTO
la Conferenza finale durante la quale,
alla presenza di tecnici, esperti di urbanistica e diritto, decisori politici e
imprenditori interessati, sono stati presentati i risultati del Progetto, il Master
plan e il Pilot Call ed è stata allestita
una mostra fotografica.
Urban
Revitalisation
in the Former
European
Concessions
Areas in Tianjin
Durata: 24 mesi
Gennaio 2004 - dicembre 2005
Costo totale: 751.034 euro
Contributo comunitario: 486.6700 euro
5.2 PROGRAMMA
COOPERAZIONE
GIUDIZIARIA
CIVILE
Il regolamento (CE) 743/20023 istituisce un quadro generale comunitario
di attività per agevolare la cooperazione giudiziaria nel campo del diritto civile ed è attivo per il periodo 20022006. Annualmente viene definito e
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle
Comunità Europee, un programma di
lavoro che definisce le azioni finanziabili, le priorità tematiche e la scadenza
per la presentazione dei progetti.
Il programma prevede tre tipi di Azioni:
azioni specifiche della Commissione
europea; sostegno a Ong europee; progetti specifici di interesse europeo che
coinvolgano beneficiari provenienti da
almeno tre Stati ammissibili al programma
La partecipazione della
Regione Emilia-Romagna
al Programma Cooperazione
giudiziaria civile
Nell’ambito del programma
Cooperazione giudiziaria civile, la
Regione Emilia-Romagna, attraverso il
Servizio Affari legislativi e Qualita’ dei
processi normativi, partecipa al progetto “ADR: promoting a wider culture on
Alternative Dispute Resolution in civil
and commercial matters”.
ADR: promoting a wider culture on
Alternative Dispute Resolution in civil
and commercial matters ha l’obiettivo
di creare una cultura diffusa tra i cittadini e le imprese sulla possibilità di
accedere a forme alternative di giustizia civile per la risoluzione delle liti di
lieve entità, superando le barriere giudi-
ziarie date dagli ordinamenti statuali,
consentendo anche risoluzioni di controversie commerciali fra soggetti di
paesi diversi.
Capofila del progetto è la Regione
Toscana; oltre al Servizio Affari legislativi e Qualita’ dei processi normativi
partecipano, come partner, Fundacion
Comunidad Valenciana (ES), Regione
Europea Bruxelles (BE) e Association
Infodroit (FR).
Obiettivi specifici del progetto sono
quelli di migliorare l’accesso alla giustizia minore, fornire strumenti di facilitazione per le transazioni commerciali fra
le imprese di diverse regioni europee,
promuovere la creazione di una rete
integrata e coordinata a livello europeo
sui sistemi ADR (“Alternative dispute
resolution”), promuovere l’attuazione
degli strumenti comunitari nel settore
della cooperazione giudiziaria in materia civile.
L’importanza, per una Regione come
l’Emilia-Romagna, di attivarsi in un
campo come quello oggetto dell’iniziativa, deriva dalla considerazione del
grande rilievo che un sistema di giustizia rapido ed effettivamente funzionate
ha per il migliore sviluppo delle attività,
in particolare economiche, che si svol-
3
Regolamento del Consiglio del 25 aprile
2002 pubblicato sulla GUCE L 115 del 1
maggio 2002.
NONOEURORAPPORTO
gono sul territorio regionale. Il tema
dello sviluppo della conciliazione si
inserisce non direttamente nell’ambito
della materia della tutela giurisdizionale – nella quale le Regioni non hanno
competenza, fatta salva la possibile
futura attivazione dell’art. 116,
comma terzo, cost, in materia di giustizia di pace –, ma riguarda uno strumento, la conciliazione, che ha la funzione di prevenire il ricorso alla sede
giudiziale (e quindi di deflazionare il
contenzioso). Per la prima volta, quindi, alcune Regioni si pongono il problema – di fronte ai tempi lunghissimi
della giustizia ed ai relativi costi (economici e sociali) per le imprese e per i
cittadini – di approfondire strumenti
che possono rendere più agevole il
“servizio giustizia” (seppure con una
azione preventiva).
Nei primi mesi del 2005, la Regione
Emilia-Romagna ha aderito alla proposta della Regione Toscana di presentare, sul bando 2005, un progetto di
grande rilievo ed interesse che riguarda
lo sviluppo dell’ADR; il progetto ha
preso l’avvio nel gennaio 2006.
ADR
Promoting a
wider culture
on Alternative
Dispute
Resolution in
civil and commercial matters
Durata: 16 mesi
Gennaio 2006 - aprile 2007
Contributo comunitario totale:
84.000 euro
Progetto RER
Costo totale: 52.713 euro
Contributo comunitario: 32.713 euro
5.3 PROGRAMMA
DAPHNE II
Con la Decisione n. 803/2004/CE del
21 aprile 2004, si dà seguito al programma Daphne istituito per prevenire
e combattere la violenza contro i bambini, i giovani e le donne e per proteggere le vittime e i gruppi a rischio e
che terminava nel 2003. Daphne II ha
validità per il periodo 2004-2008 ed
ha a disposizione 50.000.000 euro.
L’Obiettivo è quello di garantire l’effettiva tutela della salute fisica e psichica
di bambini, giovani e donne, proteggendoli contro ogni forma di violenza,
sia nella vita pubblica che privata,
attraverso la prevenzione dalla stessa e
l’assistenza a chi ne sia stato vittima e
di sostenere e incoraggiare le ONG e le
altre organizzazioni attive in questo
settore.
Sono previste diverse tipologie di azioni transnazionali: Individuazione e
scambi di migliori pratiche ed esperienze operative; Indagini analitiche per
categoria, studi e ricerche; Attività settoriali con la partecipazione dei beneficiari; Costituzione di reti multidisciplinari durature; Azioni di formazione e sviluppo di strumenti didattici; Elaborazione ed attuazione di programmi di
trattamento; Attività di sensibilizzazione destinate a un pubblico specifico.
Sono previste, inoltre, attività complementari, attuate su iniziativa della
Commissione, finalizzate ad accrescere
o migliorare le conoscenze e a divulgare informazioni e risultati relativi al programma. Tali attività possono consistere in: elaborazione di indicatori, raccolte di dati, seminari, riunioni di esperti,
divulgazione di buone prassi scaturite
da progetti finanziati.
125
La partecipazione della
Regione al Programma
“Daphne II”
Nell’ambito di Daphne II, il Servizio
Promozione e sviluppo delle politiche
per la sicurezza e la Polizia Locale, dipendente direttamente dal Gabinetto del
Presidente della Giunta, partecipa al progetto “La violenza tra giovani nei luoghi
“di divertimento”: stato dell’arte e misure adottate dagli attori istituzionali”
LA VIOLENZA TRA GIOVANI NEI LUOGHI “DI DIVERTIMENTO”: stato dell’arte e misure adottate dagli attori
istituzionali ha come obiettivo la realizzazione di uno studio comparativo in
alcuni paesi europei sulle dimensioni
della violenza tra i giovani nei luoghi
“di divertimento” e sull’efficacia delle
misure preventive prese dai diversi
attori istituzionali.
Capofila è Escola de Policia de
Catalunya (ES), partners, oltre al
Servizio Promozione e sviluppo delle
politiche per la sicurezza e la Polizia
Locale, sono Università di Oporto,
Dipartimento di Criminologia (PT),
Università di Gent, Dipartimento di
Criminologia (BE) e Centre de recherches sociologiques sur le droit et les
institutions pénales (FR).
Sono previste diverse attività di ricerca
e di disseminazione: la prima attività di
NONOEURORAPPORTO
126
ricerca si fonda inizialmente su di uno
studio sullo stato dell’arte riguardo le
conoscenze sul tema; successivamente
è programmata una ricerca sul campo
che prevede delle interviste con i giovani e gli attori istituzionali presenti nei
luoghi “di divertimento”. Per il coordinamento delle attività, sono previste
delle riunioni transnazionali con i coordinatori ed i ricercatori partner del progetto. Per la diffusione dei risultati
dello studio, sarà organizzato un seminario al quale potranno partecipare i
soggetti (polizia, sicurezza privata,
ecc.) interessati nei differenti paesi dall’attività di ricerca. È inoltre prevista la
pubblicazione dei risultati della ricerca
sia on-line che su supporto cartaceo in
italiano, francese e spagnolo.
Nel mese di settembre 2005 a
Barcellona si è tenuto il kick-off meeting che ha di fatto avviato il progetto.
Sono state analizzate le forme di
devianza connesse alle modalità di uso
negli spazi urbani nei paesi partner. È
stato redatto e formalmente approvato
un protocollo di collaborazione tra la
Scuola di polizia della Catalogna e la
Regione Emilia-Romagna. È stato perfezionato un rapporto preliminare, che ha
questi obiettivi:
identificare i caratteri salienti della
“questione giovanile” in Italia, tra criminalità, devianza e comportamenti
䡵
collettivi considerati di trasgressione”,
nella sua evoluzione storica (gli ultimi
decenni);
5.4 PROGRAMMA
GIOVENTÙ
analizzare lo stato della ricerca
sociologica e criminologica sui giovani;
Il programma Gioventù è uno specifico
programma di cooperazione nel settore
della politica della gioventù ed ha l’obiettivo di promuovere un contributo
attivo dei giovani alla costruzione europea, sviluppare la comprensione interculturale, rafforzare i valori fondamentali come il rispetto dei diritti umani e
la lotta contro il razzismo e la xenofobia, sviluppare il senso della solidarietà, incoraggiare l’imprenditorialità, lo
spirito di iniziativa e la creatività, stimolare il riconoscimento dell’istruzione
non formale, rafforzare la cooperazione
di tutti coloro che sono attivi nel campo
della gioventù.
䡵
䡵 ricostruire le trasformazioni nella
considerazione e nell’atteggiamento
pubblico verso la condizione giovanile
attraverso l’analisi di quali fenomeni
sono venuti emergendo come problematici;
䡵 offrire un primo, sintetico quadro
dei progetti e degli interventi rivolti
specificamente alla questione del divertimento giovanile.
LA VIOLENCE
ENTRE JEUNES
DANS LES
LIEUX DE FÊTE:
etat des lieux
et mesures
prises par les acteurs institu-tionnels
Durata: 24 mesi
Maggio 2005- aprile 2007
Costo totale: 116.141,64 euro
Contributo comunitario: 92.041,64 euro
La Commissione Europea ha lanciato
nel 1989 le prime azioni prioritarie
per il sostegno di progetti giovanili di
educazione informale. Dopo l’avvio
nel 1992 di Gioventù per l’Europa,
che ha permesso il co-finanziamento
di scambi giovanili internazionali ed
attività di formazione nel settore dell’educazione interculturale, il 1996 ha
visto l’inizio della fase pilota del
Servizio Volontario Europeo, un programma interamente dedicato ad
organizzazioni di volontariato socialmente utile e senza fini di lucro ed a
giovani volontari interessati a trascorrere da un minimo di sei ad un massi-
mo di dodici mesi in servizio di volontariato in un paese diverso dal proprio. Nel 2000 l’Unione Europea ha
approvato Gioventù uno specifico programma per l’educazione informale
dei giovani dell’Unione e di quelli dei
paesi terzi con i quali esistono rapporti di cooperazione. Accanto a
Leonardo-formazione professionale e a
Socrate-educazione formale,
Gioventù4 riunisce ed amplia i singoli
programmi e linee di finanziamento
destinate a progetti per l’educazione
informale dei giovani dai 15 ai 25
anni di età. Approvato per il periodo
gennaio 2000-dicembre 20065 ha
una dotazione finanziaria complessiva
di 520 milioni di euro è attuato attraverso cinque distinte azioni:
䡵
Scambi Gioventù per l’Europa;
䡵
Servizio volontario europeo;
䡵 Iniziative per i giovani, di gruppo e
capitale futuro;
䡵 Azioni congiunte con i programmi
Socrate e Leonardo da Vinci;
䡵 Misure di accompagnamento che
prevedono formazione e cooperazione
degli attori della politica della gioventù,
informazione per i giovani e studi sulla
4
www.gioventu.it
Istituito con decisione 1031/2000/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 13
aprile 2000.
5
NONOEURORAPPORTO
gioventù, informazione e visibilità delle
azioni e misure di sostegno (in cui rientrano i contributi per le Agenzie nazionali e l’assistenza tecnica e supporto
operativo).
Il programma è aperto, oltre che ai 25
Stati membri, anche a Norvegia,
Islanda e Liechtenstein6 e, a determinate condizioni, anche con paesi terzi
dell’area mediterranea, dell’Europa
sud-orientale, della Comunità degli
Stati Indipendenti e dell’America
Latina.
5.4.1 La nuova
generazione
dei programmi giovanili
dell’Unione Europea
Nel marzo 2004 la Commissione europea ha adottato due Comunicazioni con
le quali delineava gli orientamenti
generali dei futuri programmi comunitari a sostegno dei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù, della cultura e
dell’audiovisivo, destinati a sostituire
gli attuali programmi “Socrates”,
“Leonardo da Vinci”, “Gioventù”,
“Cultura 2000” e “Media Plus”, che
rimangono operativi fino alla fine del
2006.
Nel luglio 2004 è stata avviata la procedura legislativa che, dopo le discussioni al Parlamento e al Consiglio, con-
durrà all’adozione dei nuovi programmi. Di seguito i contenuti di maggior
rilievo delle proposte legislative, come
comunicati dalla Commissione.
Per il periodo 2007-2013 verranno istituiti 4 nuovi programmi, dotati globalmente di circa 16 miliardi di euro; rispetto ai programmi attualmente in vigore, si riscontra un notevole incremento
dello stanziamento che si prevede di
mettere a disposizione e che risulta essere tre volte superiore a quello stabilito
per l’insieme dei programmi attuali.
I nuovi programmi avranno le seguenti
caratteristiche:
1. Programma d’azione integrato
relativo all’apprendimento lungo
tutto l’arco della vita.
Viene istituito un nuovo programma di
azione nel settore dell’istruzione e
della formazione, che sarà composto
dalle seguenti azioni/programmi settoriali: “Comenius” (insegnamento scolastico), “Erasmus” (insegnamento superiore), “Leonardo da Vinci” (formazione professionale), “Grundtvig” (insegnamento per gli adulti). Lo stanziamento previsto per il programma
ammonta a 13,6 miliardi di euro e
vengono fissati i seguenti obiettivi:
䡵 partecipazione a “Comenius” di
almeno un alunno su 20 nell’Unione
europea;
䡵 3 milioni di studenti “Erasmus”
dalla creazione del programma al
2011;
䡵 150 000 tirocini presso aziende
ogni anno nell’ambito di “Leonardo da
Vinci” entro il 2013;
䡵 formazioni o mobilità per 25 000
adulti all’anno nel contesto di
“Grundtvig” entro il 2013.
2. Gioventù in azione
Il futuro programma a sostegno della
gioventù risulta, rispetto all’attuale,
semplificato nel funzionamento e notevolmente decentralizzato. Sarà dotato
di uno stanziamento pari a 915 milioni
di euro e raggrupperà azioni diverse,
quali gli “Scambi di giovani” (obiettivo: 35 000 progetti entro il 2013), il
“Servizio volontario europeo” (obiettivo: 10 000 volontari/volontarie) e
“Gioventù nel mondo”, destinata all’elaborazione di progetti con i Paesi
Terzi.
3. Media 2007
Con uno stanziamento proposto di oltre
un miliardo di euro, MEDIA 2007 riunirà gli attuali programmi “Media Plus –
Sviluppo, distribuzione e promozione”
e “Media Plus -Formazione”.
Il nuovo programma ribadisce il forte
impegno dell’Unione nel settore audiovisivo e si propone di:
䡵
promuovere la diversità culturale e
127
preservare il patrimonio cinematografico/audiovisivo europeo e favorirne
l’accesso al pubblico;
䡵 accrescere la circolazione di film e
produzioni audiovisive europee, sia
all’interno che all’esterno dell’UE;
䡵 rafforzare la competitività del settore audiovisivo europeo.
4. Cultura 2007
Cultura 2007 verrà a sostituire l’attuale programma a sostegno della cooperazione nel settore culturale “Cultura
2000”. Con un budget proposto di
poco superiore a 400 milioni di euro, il
nuovo programma si concentrerà su tre
priorità: promuovere la mobilità transnazionale degli artisti e dei professionisti del settore culturale, promuovere la
circolazione transnazionale delle opere
e dei prodotti artistici/culturali e promuovere il dialogo interculturale.
5.4.2. Il Progetto Giovani
della Regione EmiliaRomagna
La Giunta Regionale, attraverso il proprio Progetto Giovani, la cui delega
nell’ambito della presente legislatura è
6
Paesi AELS-SEE.
NONOEURORAPPORTO
128
stata collocata nell’Assessorato Cultura,
Sport e Progetto giovani, ha proseguito
il lavoro attivato alla fine del 2000 per
aumentare la partecipazione degli enti
locali e delle organizzazioni giovanili
della regione ai microfinanziamenti disponibili attraverso Gioventù. È continuata l’attività di consulenza per enti
locali ed organizzazioni di tutte le province per illustrare nei dettagli le progettualità finanziabili attraverso le cinque azioni del programma:
Azione 1. Scambi internazionali;
Azione 2. Servizio Volontario Europeo;
Azione 3. Iniziative giovani/Progetti di
gruppi giovanili spontanei;
Azione 4. Progetti congiunti con
Leonardo e Socrate;
Azione 5. Formazione ed attività di
sostegno agli scambi giovanili ed alle
attività di volontariato internazionale.
È stato anche avviato il monitoraggio
sull’attuazione di tutti i progetti, sia
in conto corrente che in conto capitale, sostenuti attraverso la legge regionale 21/1996 “Promozione e coordinamento delle politiche rivolte ai giovani”.
Il Libro bianco sulle politiche giovanili,
pubblicato dalla Commissione europea
nel novembre 2001 con il titolo Un
nuovo impulso per la gioventù europea7, così come la Comunicazione
della Commissione al Consiglio, del
30.5.2005 - COM(2005) 206 def. -
sulle politiche europee concernenti la
gioventù Rispondere alle preoccupazioni dei giovani in Europa - attuare
il patto europeo per la gioventù e
promuovere la cittadinanza attiva8,
hanno rappresentato il principale filo
conduttore per la dimensione internazionale delle politiche giovanili regionali anche nel 2005.
Gioventù resta la principale fonte di
co-finanziamento per i programmi giovanili europei organizzati da enti dell’Emilia-Romagna. I dati riassuntivi disponibili dei finanziamenti attivati per
l’Emilia-Romagna per il 2005 con
Gioventù sono:
Totale
691.132,96
Azione 1
Scambi giovanili
internazionali
153.182,00
Azione 2
Servizio volontario europeo
498.536,36
Azione 3
Iniziative giovani
20.000,00
Azione 5
Formazione e sostegno
alle Azioni 1 e 2
19.414,00
Il totale dei finanziamenti ottenuti per
il 2005 in Emilia-Romagna è quindi di
691.132,96 euro, contro gli
810.763,04 dell’anno precedente.
Per completare il quadro delle risorse
attivate sui programmi giovanili euro-
pei sono da menzionare quelle specificamente dedicate all’informazione,
attraverso i 107 sportelli
Informagiovani diffusi su tutto il territorio regionale e le sette strutture
Eurodesk - a Pianoro (BO),
Modigliana (FC), Ferrara, Parma,
Ravenna, Reggio Emilia e Riccione
(RN) - specializzate nel fornire informazioni sui programmi comunitari.
tematiche di rilievo internazionale, concordato, su iniziativa dell’EmiliaRomagna con Assia, Aquitania, Paesi
della Loira, Galles, Aragona, Generalitat
Valenciana, Wielkopolska, Bassa
Slesia, Västra Götaland. Un piano di
lavoro comune, fino al dicembre 2008,
è stato concordato durante un seminario in programma fra tutte le regioni
aderenti, svoltosi a Pinarella di Cervia
nell’estate 2006.
Va, infine, segnalato il Protocollo d’intesa fra regioni europee per progetti
sulle politiche rivolte ai giovani su
7
http://europa.eu.int/comm/education/ youth/whitepaper/download/whitepaper_it.pdf
Le conclusioni della Comunicazione recitano: “Con l’adozione del patto europeo per la gioventù si è contribuito allo sviluppo della cittadinanza attiva dei giovani mediante l’OMC in
campo giovani- le, tenendo conto delle loro preoccupazioni nel quadro delle politiche a sostegno
del partenariato di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Per la prima volta l’Unione europea
dispone di una strategia politica veramente integrata per i giovani. Per tradurre in pratica questo
indirizzo di razionalizzazione:
– A livello nazionale gli Stati membri, consultandosi con i giovani, devono mettere a punto
provvedimenti per il patto nel quadro dei programmi nazionali di riforme di Lisbona.
– A livello europeo la Commissione, conformemente al futuro programma comunitario di
Lisbona, intende intraprendere azioni nei campi definiti nella presente comunicazione.
– La Commissione ritiene che le priorità dell’OMC in materia di gioventù debbano essere confermate e rafforzate.
– La Commissione intende continuare ad includere la dimensione giovanile in altre politiche
pertinenti.
– Nei limiti delle prospettive finanziarie la Commissione sottolinea l’importanza dei programmi
che favoriscono l’apprendimento permanente, la mobilità, l’imprenditorialità e la cittadinanza
dei giovani.
– La consultazione e la partecipazione dei giovani e delle loro organizzazioni sono fondamentali per attuare tutte le misure contenute nella presente comunicazione.”
8
NONOEURORAPPORTO
5.5 PROGRAMMA
LOTTA CONTRO
L’EMARGINAZIONE
SOCIALE
La decisione n. 50/2002/CE, del 7
dicembre 2001, ha istituito il programma d’azione comunitaria volto ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati
membri al fine di combattere l’emarginazione sociale. L’obiettivo di rafforzare l’efficacia delle politiche nazionali e
comunitarie, volte a combattere l’emarginazione sociale, viene perseguito
favorendo:
una migliore comprensione dei fenomeni dell’emarginazione sociale;
lo scambio d’informazioni relative alle
politiche seguite negli Stati membri, in
attuazione dei piani d’azione nazionali
in materia di emarginazione sociale;
il miglioramento delle capacità di soggetti chiave per affrontare i problemi
dell’emarginazione sociale e della
povertà, in particolare tramite l’istituzione di reti a livello comunitario e la
promozione del dialogo tra i vari soggetti interessati.
Il programma è attivo per il periodo
2002-2006 ed è attuato attraverso il
lancio di bandi che, a secondo della
tipologia di azione, possono essere
inviti a presentare proposte di progetto
o gare d’appalto di servizi. La dotazione finanziaria è di 75.000.000 di euro
e il contributo comunitario per le azioni
da realizzare a seguito di inviti è pari
all’80%, mentre per la costituzione di
reti è previsto un sostegno pari al 90%
delle spese ammissibili.
La partecipazione della
Regione al Programma
“Lotta all’emarginazione
sociale”
Nell’ambito di Lotta all’emarginazione
sociale, la Direzione Generale Sanità e
Politiche Sociali ha partecipato, nel
2005, ai progetti Citizenship and New
Inclusion Fase II, Social Exclusion,
L’In.Fa e Social Inclusion.
CITIZENSHIP AND NEW INCLUSION
FASE II ha l’obiettivo di migliorare la
comprensione del concetto di cittadinanza sociale a livello locale, nazionale
ed europeo come effettivo strumento di
prevenzione del pericolo e dell’esclusione sociale.
Capofila è il Comune di Forlì, partners,
oltre alla DG Sanità e Politiche sociali,
sono il Consorzio Servizi Sociali di
Imola, le Provincie di Forlì-Cesena e
Ravenna – Assessorati Lavoro e
Politiche Sociali, Associazione Trame di
Terra (Imola), Almamater (Torino),
Donne del Mondo (Forlì), ONG
Terranova (Roma), DOKPI Organizzazione comunale per interven-
to sociale e salute - Nea Ionia
Magnesias (GR), Interkulturelles
Frauenzentrum SUSI - Centro per
donne e famiglie immigrate sostenute
dal Comune di Berlino - (DE), CGEL Coalition for gender equality in Latvia di Riga (LA), Southall Black Sisters Organizzazione leader delle donne africane e asiatiche di Londra - (UK).
Nel corso del 2005 si sono svolti tre
seminari tematici transnazionali che
hanno portato alla definizione di tre
Carte Programmatiche per i diritti di cittadinanza delle donne migranti sui
temi della salute, del diritto al lavoro e
sulla violenza contro le donne migranti
in Europa. I seminari che sono stati
preceduti dalla raccolta di materiale
informativo sul tema specifico e dalla
identificazione di esperienze e pratiche
positive, si sono svolti rispettivamente
a Roma, 19-21 maggio, Berlino, 9-11
settembre e Londra, 28-30 ottobre.
La conferenza finale si è tenuta a Forlì
dal 20 al 22 gennaio 2006.
SOCIAL EXCLUSION: towards inclusion through communication.
Esclusione sociale: verso l’inclusione
attraverso la comunicazione.
Capofila è il Comune di Bologna; la DG
Sanità e Politiche sociali partecipa
come partner assieme a Lega Coop,
129
CITIZENSHIP
AND NEW
INCLUSION
FASE II
Durata: 25 mesi
gennaio 2004-gennaio 2006
Costo totale: 143.330,51 euro
Contributo comunitario:
114.664,51 euro
墌 www.comune.forli.fo.it/
contenuti/citizenship/
CGIL di Bologna, Consulta Cittadina
contro l’esclusione sociale, Forum
Metropolitano delle Associazioni dei cittadini non europei, Università di
Bologna (DAMS), Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria,
Centro di Servizio sociale adulti del
Ministero di Grazia e Giustizia e
l’A.USL di Bologna.
Il progetto, conclusosi con il convegno
finale il 30 gennaio 2006, si è posto
l’obiettivo di sensibilizzare sia il pubblico in generale sia gli attori privilegiati
che svolgono informazione e attività
nell’ambito dell’esclusione sociale; al
processo di inclusione sociale
NONOEURORAPPORTO
130
dell’Unione europea e agli strumenti
individuati dal Consiglio europeo per
lottare contro l’esclusione e la povertà,
attraverso il coinvolgimento attivo
aumentando la partecipazione ai Piani
di Zona e ai Piani Nazionali di Azione
(PAN) da parte dei diversi attori ed
individuando proposte e raccomandazioni utili alla elaborazione del PAN
Inclusione 2006-2008.
SOCIAL
EXCLUSION
Durata: 12 mesi
dicembre 2004- dicembre 2005
Costo totale: 98.460 euro
Contributo comunitario: 78.461 euro
L’IN.FA - L’INformazione del FAre
vuol far conoscere la Strategia europea
per l’Inclusione Sociale avviata a
Lisbona nel 2000.
Capofila è CILAP EAPN (Centro Italiano
di Lotta Alla Povertà, sezione
dell’European Anti Poverty Network); la
DG Sanità e Politiche sociali partecipa
come partner assieme ad altri 18 enti
pubblici e del privato sociale di nove
regioni italiane (Basilicata, Calabria,
Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte,
Puglia, Toscana Umbria e Veneto).
Il progetto prevede la realizzazione di
eventi pubblici, a carattere seminariale,
nelle nove regioni interessate, per far
conoscere la Strategia di Lisbona e i
contenuti del processo per l’inclusione
sociale.
Nel corso del 2005 si sono svolti quattro dei nove seminari tematici previsti.
Il quinto seminario, di competenza
della nostra Regione, si è tenuto il 31
gennaio 2006 ed ha trattato il tema
“L’agenda di Lisbona e il processo di
integrazione delle Politiche Sociali in
Emilia-Romagna”. L’incontro è stato
l’occasione per approfondire ed implementare buone prassi messe in atto
dalla Regione e dagli Enti territoriali
istituzionali e non ed ha confermato
come lavorare nell’ottica della sussidiarietà, implementare e consolidare le
reti di relazione e di collaborazione tra
soggetti con compiti e specificità diverse, consente di realizzare un sistema
territoriale di servizi in grado di perseguire obiettivi comuni di benessere dell’individuo, della famiglia e della comunità locale.
L’IN.FA
Durata: 18 mesi
dicembre 2004- giugno 2006
Costo totale: 74.989 euro
Contributo comunitario: 59.989 euro
SOCIAL INCLUSION for out-of-familychildren and young people in public
childcare.
Capofila è AI.BI Amici dei bambini di
Milano; la DG Sanità e Politiche sociali
partecipa come partner assieme a
Università di Bucarest ((RO), Università
di Sofia (BG) e Latvian Save the children (LA).
Obiettivo del progetto è favorire lo sviluppo di politiche sociali europee mirate
a prevenire le crisi familiari che possono condurre a situazioni di esclusione
sociale, a sostenere la solidarietà familiare in tutte le sue forme, a favorire
l’inclusione sociale dei bambini e dei
ragazzi temporaneamente collocati in
affido familiare o in strutture di accoglienza, a sostenere l’integrazione dei
bambini e dei ragazzi adottati e l’autonomia dei giovani che raggiungono la
maggiore età.
SOCIAL
INCLUSION
for out-offamilychildren
and young
people in
public childcare
Durata: 24 mesi
Agosto 2005 - agosto 2007
Costo totale: 232.759 euro
Contributo comunitario: 180.699 euro
5.6 PROGRAMMA
PARITÀ TRA
DONNE E
UOMINI
(V PROGRAMMA
QUADRO)
Il programma comunitario in materia di
parità tra donne e uomini ha come
obiettivo quello di promuovere e diffondere i valori e le pratiche alla base
della parità tra i sessi; migliorare la
comprensione dei temi connessi alla
discriminazione tra i sessi, compresa la
discriminazione basata sul sesso e la
discriminazione plurima nei confronti
delle donne, e valutare l’efficacia delle
politiche e delle pratiche adottate per
combatterla; migliorare la capacità di
soggetti chiave di promuovere efficacemente la parità tra i sessi, in particola-
NONOEURORAPPORTO
re attraverso lo scambio di informazioni
e buone prassi e l’istituzione di reti a
livello comunitario.
Il programma, inizialmente previsto per
il periodo 2001-2005, è stato esteso
fino alla fine del 2006. Le risorse
finanziarie disponibili sono pari a 61,5
milioni.
La partecipazione
della Regione al Programma
Parità tra donne e uomini
Nell’ambito del Programma Parità tra
donne e uomini, la Direzione Generale
Cultura, Formazione e Lavoro partecipa
al progetto Gradus.
Gradus – Gender and Decision
Making, Steps and Stairs in Civic
Society è finalizzato a valorizzare l’equilibrata partecipazione delle donne ai
processi decisionali, alla rimozione
delle discriminazioni nel sistema delle
imprese, delle parti sociali e nel sistema dell’associazionismo, in particolare
attraverso la produzione di linee guida
di buone pratiche, una banca dati dei
curricula femminili idonei ad essere promossi a livello istituzionale e non, campagne informative e promozionali.
Capofila è l’Associazione Orlando, altri
partners sono: One North East,
Engender, Women into the network and
Oxfam (UK); Centre regional de formation et de documentation des femmes
de Bourgogne (F); Greek League of
women’s rights (GR); Red Ciudadanas
de Eueopa (E), Centro Documentazione
Donna di Modena, Comitato Donna
Impresa–Emilia-Romagna.
Il progetto ha come fuoco specifico il
superamento di quegli ostacoli oggettivi
e soggettivi che impediscono alle donne
di raggiungere i livelli decisionali anche
in quei settori e luoghi nei quali è forte
la presenza femminile. Infatti, la difficoltà delle donne ad accedere ai livelli
decisionali non è limitata alla sfera politica ma si riscontra in ogni segmento
della vita sociale ed economica. Il focus
del progetto ha riguardato le molte articolazioni della società civile e i loro
legami con la sfera politica; è questo un
terreno in cui le azioni delle donne sono
state rare in tutta Europa. Sono stati
individuati cinque snodi principali delle
relazioni che collegano i processi decisionali della sfera politico-istituzionale,
nella sfera economica e nella società
civile: 1) le imprese; 2) le associazioni
imprenditoriali, le associazioni professionali sia come rappresentanti che come
decisori politici e organizzatori di consenso; 3) le ong come imprese sociali e
le loro organizzazioni ombrello; 4) le
istituzioni di secondo livello come corpi
intermedi che interfacciano la società
politica e la società civile; 5) le istituzioni amministrative e politiche. Le
azioni previste hanno affrontato la questione del bilanciamento di genere in
questi enti da due prospettive: rendendo da un lato visibili e disponibili le
competenze femminili per gli attori e
decisori istituzionali, dall’altro sono
state azioni volte ad identificare e possibilmente rimuovere specifici meccanismi
di esclusione. Le azioni sono state indirizzate ad organizzazioni selezionate
come campione; ne saranno destinatari
uomini e donne e le relazioni di genere.
A conclusione delle attività del progetto
è stata organizzata una conferenza
internazionale che si è svolta a Bologna
il 25 e 26 febbraio 2005.
La banca dati dei curricula femminili è
consultabile sul sito:
http://www.women.it/blogs/
gradus/archives/cat_banca_dati_
curriculum.html
Gradus
Gender and
Decision Making,
Steps and
Stairs in
Civic Society
Durata: 15 mesi
dicembre 2003 - febbraio 2005
Costo totale: 351.897,90 euro
Contributo comunitario:
275.897,90 euro
墌 http://www.women.it
/blogs/gradus/
131
5.7 PROGRAMMA
A FAVORE
DELLA
PROTEZIONE
CIVILE
La decisione n. 847/1999/CE del 9
dicembre 1999 ha istituito il programma d’azione comunitario a favore della
Protezione Civile che ha l’obiettivo di
sostenere ed integrare le attività condotte dagli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale ai fini della
protezione delle persone, dei beni e
dell’ambiente in caso di calamità naturale o catastrofe tecnologica. Con la
decisione 12/2005/CE del 20 dicembre 2004 il programma è stato prorogato fino al 2006 con una dotazione
finanziaria di 4 milioni di euro per il
periodo 2005-2006, che si aggiungono
ai 7,5 milioni di euro previste per il
periodo 2000-2004.
La partecipazione della
Regione al Programma
per la Protezione Civile
Nell’ambito del programma a favore
della Protezione Civile, la Direzione
Generale Ambiente, Difesa del Suolo e
della Costa e della Protezione Civile, ha
partecipato al progetto Po 2005 Flood
Emergency.
132
PO 2005 FLOOD EMERGENCY ha l’obiettivo di preparare una rete europea
di volontari della Protezione Civile,
coinvolgendoli in una esercitazione ad
alto livello di rischio idrogeologico.
Capofila del progetto è il Servizio
Protezione Civile della Regione EmiliaRomagna, partner associati sono
Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara
e l’Associazione di volontariato
“Vigilanza Antincendi Boschivi” di
Ferrara.
Il progetto vuole assicurare una migliore protezione per la cittadinanza, per
l’ambiente e per il territorio dai rischi e
dai danni che possono derivare da calamità naturali; Verificare gli equipaggiamenti e i materiali disponibili, le risorse
umane e la cooperazione internazionale durante gli interventi di assistenza.
All’esercitazione è prevista la partecipazione di otto organizzazioni straniere di
volontari di protezione civile e saranno
coinvolti 18 volontari per paese.
Nell’aprile 2005 si è tenuta la presentazione ufficiale del progetto a
Bruxelles alla presenza dei funzionari
della Commissione europea e delle
organizzazioni straniere che hanno
manifestato il loro interesse e la loro
adesione alla partecipazione nel mese
di ottobre 2005, all’esercitazione
europea.
NONOEURORAPPORTO
L’esercitazione europea di protezione
civile si è svolta dal 2 al 9 ottobre
2005. Il campo di azione ha interessato la cella idraulica che comprende la
zona di Casaglia, Ravalle, Salvatonica,
Porporana e dintorni(FE); la zona ad
alto rischio idrogeologico era stata individuata già da febbraio, in accordo con
le istituzioni locali, Provincia e Comune
di Ferrara.
Precedentemente all’esercitazione, si
sono svolti vari incontri con i coordinamenti provinciali di protezione civile,
l’associazione VAB Vigilanza Anticendi
Boschivi di Ferrara e con funzionari
della Prefettura di Ferrara. A Ferrara,
dal 25 al 29 aprile 2005 e dal 27 giugno al 3 luglio 2005 si sono tenuti
due meeting preparatori con la partecipazione delle organizzazioni straniere e
le organizzazioni di volontariato di protezione civile locali e regionali.
L’esercitazione ha coinvolto tutte le istituzioni e le forze di protezione civili:
Prefettura, Vigili del Fuoco, Regione,
Provincia, Comune, Volontariato locale
e regionale. Tra gli eventi più significativi l’evacuazione di una cinquantina di
abitanti i quali volontariamente, si sono
resi disponibili a farsi prelevare dai
volontari e portati nel campo accoglienza ed il monitoraggio degli argini del
fiume, e azioni simulate di contenimento degli stessi. Le condizioni atmosferi-
che particolarmente critiche incontrate
durante l’intera settimana di ottobre
hanno creato inoltre, uno scenario di
emergenza reale al quale far fronte.
All’esercitazione hanno partecipato le
seguenti organizzazioni: “Miskolc
Tersegi Katasztrofa Es Polgari Veldemi
Szovetseg” di Miskolc (HU);
Associazione no profit di volontari per
la difesa Civile di Leeida ed una di
Barcellona (ES), “Deutsche LebensRettungs Gesellshaft” di Eberbach
(DE), Kosicky Samospravny Kraj di
Kosice (SK), Service Departmental
D’Incendie et De Secours de l’Aude e
l’Alpes Maritimes de Service
Departmental D’Incendie et de Secours
(FR), Osterreichisches Rotes Kreuz Tirol (AT). Come osservatori un rappresentante per la Grecia della Prefettura
di Iraklion ed un rappresentante del
Service pubblic federaux SPF per il
Belgio. Il Portogallo che pure aveva
aderito e partecipato ai meeting preparatori, a causa delle emergenze sul proprio territorio, ha rinunciato a partecipare all’esercitazione.
Un Meeting finale si è tenuto a Kosice
(SK) dal 29 novembre al 1° dicembre
per le valutazioni sull’esperienza relativa all’esercitazione e sugli obiettivi raggiunti dal progetto.
PO 2005
FLOOD
EMERGENCY
Durata: 18 mesi
dicembre 2004- maggio 2006
Costo totale: 374.175 euro
Contributo comunitario: 280.631 euro
墌 www.civilprotection.net
5.8 PROGRAMMA
SOCRATE
Socrate9 è un programma di cooperazione nel campo dell’istruzione ed ha
l’obiettivo di rafforzare la dimensione
europea dell’istruzione di qualità a tutti
i livelli promuovendo l’apprendimento
lungo tutto l’arco della vita, basato
sulla formazione e sull’istruzione sia
formale che informale e lo sviluppo
delle conoscenze, attitudini e competenze atte a favorire la cittadinanza
attiva e l’ingresso nel mondo del lavoro, obiettivi realizzati tramite diverse
azioni:
9
Istituito con decisione 95/819/CE e con
decisione n. 253/2000/CE del 24 gennaio
2000 è stata attivata la seconda fase del
programma per il periodo 2000-2006.
NONOEURORAPPORTO
133
䡵 Azione 1
insegnamento scolastico (Comenius),
䡵 Azione 2
insegnamento superiore (Erasmus),
䡵 Azione 3
educazione degli adulti e altri percorsi
educativi (Grundtvig),
䡵 Azione 4
insegnamento e apprendimento delle
lingue (Lingua),
Azione 5
insegnamento aperto e a distanza; tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel settore dell’istruzione
(Minerva),
䡵
Azione 6
osservazione e innovazione,
䡵
䡵 Azione 7
azioni congiunte con altri programmi
ed azioni comunitarie per la promozione di un’Europa della conoscenza, in
particolare Leonardo e Gioventù,
䡵 Azione 8
misure di accompagnamento.
Il programma è aperto alla partecipazione dei paesi AELS-SEE10 nel contesto dell’accordo sullo Spazio economico
europeo e della Turchia; con esso la
Comunità interviene in tutti i livelli dell’insegnamento scolastico, comprese le
scuole materne ed elementari, sviluppando lo scambio di informazioni, stimolando scambi tra istituti di istruzione
e la mobilità di studenti ed insegnanti,
incoraggiando l’insegnamento aperto e
a distanza, promuovendo un migliore
riconoscimento dei diplomi e dei periodi
di studio.
Ha una durata settennale (1° gennaio
2000-31 dicembre 2006) e una dotazione finanziaria complessiva di 1.850
milioni di euro di cui almeno il 27% è
riservato a Comenius, il 51% a
Erasmus e il 7% a Grundtvig.
La partecipazione della
Regione al programma Socrate
Nell’ambito di Socrate, la Regione
Emilia Romagna partecipa ai progetti
“IRENE”, approvato nella linea di finanziamento Comenius, “Lifelong Museum
learning”, “Museums as places places
for lifelong learning”, “Collect and
Share” e “Museums tell many stories”,
approvati nella linea di finanziamento
Grundtvig
IRENE è un progetto che coinvolge la
Direzione Generale Cultura, Formazione
e Lavoro e l’Istituto regionale di ricerca
educativa (IRRE-ER) e si svolge in collaborazione con Hessiches Landesinstitut
fur Padagogik di Francoforte nel Land
Hessen (DE) che è capofila. Gli altri
partners sono: Osrodek Deskonalenia
Nauczycieli Poznaniu - regione
Wielkopolska (PL) e l’ Universitat
Helsinki Suomi (FI).
Il progetto, rivolto ai docenti delle scuole medie superiori, ha l’obiettivo di
accrescere l’interesse dei giovani nei
confronti dell’Europa, migliorando l’aggiornamento degli insegnanti e del personale della scuola sviluppando strategie per l’innalzamento della qualità
professionale
dell’insegnamento/apprendimento e
favorire una formazione di identità
europea anche attraverso l’ attivazione
di partenariati scolastici europei.
Attraverso il progetto sono stati elaborati moduli di formazione per i docenti.
L’incontro finale si è svolto a
Francoforte dal 28 settembre al 2 ottobre 2005.
IRENE
Durata: 36 mesi
ottobre 2002-settembre 2005
costo totale:757.500,50 euro
contributo comunitario:
墌 http://irene.odn.poznan.pl/
MUSEUMS AS PLACES FOR LIFELONG
LEARNING “Musei come luoghi di
apprendimento continuo” ha come
obiettivo la creazione di un gruppo di
lavoro internazionale, della durata di
due anni, composto da persone che si
occupano di didattica e servizi educativi
all’interno dei musei.
Capofila del progetto è Kulturkuratorin
(DE); IBACN partecipa come partner
assieme a Reinwardt Akademie (NL) e
Università di Pécs (HU). I partecipanti
sono professionisti provenienti dai quattro paesi coinvolti. Il progetto prevede
lo svolgimento di un workshop, in
ognuno dei paesi partecipanti, dedicato
al tema del museo come luogo di apprendimento, con particolare attenzione
alle attività educative rivolte agli adulti
o alle categorie di utenti svantaggiati.
Nel corso del 2005 si sono tenuti
incontri-seminari a Bologna e Parma
dall’ 8 al 13 marzo e a Amsterdam,
Rotterdam e L’Aja dal 30 maggio al 5
giugno.
Il rapporto finale a cura di tutti i partecipanti è consultabile sul web, nel sito
www.ibc.regione.emilia-romagna alla
voce “Musei e Beni Culturali”, sezione
“Progetti europei”.
10
Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
NONOEURORAPPORTO
134
Museums
as places
for lifelong
learning
Socrates
Grundtvig
Durata: 24 mesi
agosto 2003-luglio 2005
Costo totale:10.784 euro
Contributo comunitario:10.784 euro
COLLECT & SHARE è finalizzato a raccogliere studi di caso e buone prassi
riguardanti l’educazione e l’apprendimento permanente.
Capofila del progetto è Engage - National
association for gallery education (UK);
IBACN partecipa come partner assieme a
APOREM - Associazione dei Musei d’impresa (PT), European Museums Forum e
NIACE – National Institute of Continuing
Education Adults (UK), Swedish National
Council for Cultural Affairs (SE), Lousiana
Museum of Art (DK), Musee du Louvre
(FR), Museo d’Arte Moderna di Lubiana
(SI). Partecipano, come associati,
ECCOM - Centro europeo per l’organizzazione e la gestione culturale – e Servizi
Musei Città di Torino (IT), Netherlands
Museums Association (NL) e
Volkshochschule di Monaco di Baviera
(DE).
Il progetto mira, da un lato, a raccogliere (Collect) esempi innovativi e
buone pratiche nel campo della educazione permanente offerta dai musei, in
particolare per quanto riguarda gli utenti svantaggiati per motivi sociali, economici, di discriminazione, disabilità, ecc.,
dall’altro ad evidenziare esigenze formative e modelli di sviluppo professionale per gli operatori impegnati in questo settore di attività. Quanto raccolto
viene condiviso (Share) diffondendo le
informazioni tramite una rete a livello
europeo, un sito web in tre lingue, conferenze, seminari che si tengono nei
paesi partner, rapporti scritti.
Nel corso dell’anno 2005 si sono tenuti seminari di studio e diffusione del
progetto in Finlandia, Germania, Italia,
Portogallo, Regno Unito e Slovenia.
Sono stati prodotti i rapporti scritti
“Training needs” sulle esigenze formative degli educatori nei musei e “Action
points”, entrambi disponibili sul sito.
La conferenza conclusiva del progetto
si è tenuta a Stoccolma dal 14 al 18
giugno, mentre l’incontro conclusivo
dei partners si è svolto a Londra nell’ottobre 2005.
Collect & Share
Socrates
Grundtvig
Durata: 36 mesi
ottobre 2002-aprile 2005
Costo totale: 386.797 euro
Contributo comunitario: 386.797 euro
墌 www.collectandshare.eu.com
LIFELONG MUSEUM LEARNING ha lo
scopo di progettare e fornire formazione e materiali didattici utili agli educatori.
Capofila del progetto è IBACN; gli altri
partners sono European Museums
Forum, Engage - National association
for gallery education e NIACE –
National Institute of Continuing
Education Adults (UK), Amitié e ECCOM
- Centro europeo per l’organizzazione e
la gestione culturale (IT), APOREM Associazione dei Musei d’impresa (PT)
e Netherlands Museums Association
(NL).
Il progetto si rivolge a educatori museali/mediatori culturali che si occupano di
educazione degli adulti nei musei.
Obiettivo del progetto è quello di pro-
gettare e fornire formazione e materiali
didattici che siano utili agli educatori
che si trovino a dover affrontare una
nuova sfida nel loro lavoro.
Dopo il primo incontro, svoltosi a
Bologna nel gennaio 2005, è stata
effettuata l’analisi dei bisogni formativi
a livello europeo. È stato progettato e
realizzato il primo dei tre corsi di formazione previsti che si è svolto, a cura
di IBACN, in ottobre a Bologna e
Bertinoro.
IBACN, inoltre ha partecipato all’incontro dei partners tenutosi a dicembre in
Portogallo.
LIFELONG
MUSEUM
LEARNING
Socrates
Grundtvig
Durata: 24 mesi
ottobre 2004-settembre 2006
Costo totale: 285.785 euro
Contributo comunitario: 199.335 euro
墌 http://www.amitie.it/llml
NONOEURORAPPORTO
MUSEUM TELL MANY STORIES ha lo
scopo di sviluppare le competenze del
personale di istituzioni culturali che si
occupa di educazione al patrimonio.
Capofila del progetto è IBACN; gli altri
partners sono: Città di Torino (IT),
Engage - National association for gallery education (UK), Imagine IC (NL),
Chester Beatty Library di Dublino (IE).
Obiettivo del progetto è quello di promuovere l’accesso ai luoghi della cultura e alle attività culturali ad un numero
crescente di pubblici appartenenti a
diversi gruppi etnici o con background
culturali diversi. Il progetto infatti si
prefigge di sviluppare le competenze
del personale di istituzioni culturali che
si occupa di educazione al patrimonio
e di mediazione culturale per sostenere l’apprendimento interculturale tramite l’elaborazione e lo sviluppo di metodologie con cui si possano interpretare
e rendere accessibili al pubblico le collezioni e gli oggetti appartenenti ad
altre culture (narrazione, story-telling,
ecc.).
Nel corso del 2005 è stato costituito
un gruppo di lavoro formato dai rappresentanti delle istituzioni partner e da
operatori dei servizi educativi presenti
presso i musei per avviare un processo
di apprendimento, di scambio e di crescita professionale, che si svilupperà
nel corso dei due anni di durata del
progetto. L’incontro dei partners si è
svolto in dicembre a Bologna.
Ulteriori informazioni sono disponibili
nel sito www.ibc.regione.emilia-romagna alla voce “Musei e Beni Culturali”,
sezione “Progetti europei”.
MUSEUM TELL
MANY STORIES
Socrates
Grundtvig
Durata: 24 mesi
agosto 2005-settembre 2007
Costo totale: 13.569,93 euro
Contributo comunitario: 13.569,93 euro
5.9 PROGETTI
PILOTA E
LINEE
SPECIALI DI
BILANCIO
Oltre ai programmi comunitari, le
diverse Direzioni Generali della
Commissione europea utilizzano linee
finanziarie specifiche del bilancio
comunitario per sostenere attività pilota in settori considerati prioritari. Tra le
linee di bilancio più significative si
segnalano quelle gestite dalla DG
“Occupazione e Affari Sociali” per il
sostegno a progetti relativi all’assistenza agli anziani, alla promozione delle
pari opportunità per i disabili, alla lotta
contro il razzismo e la xenofobia, ad
azioni a favore degli immigrati, della
famiglia e dell’infanzia.
THE IMPLEMENTION OF EES GUIDELINE ON GENDER EQUALITY IN EMILIAROMAGNA REGION è un progetto promosso dai Servizi regionali
“Programmazione e Valutazione
Progetti” e “Politiche di Pari
Opportunità” della DG Cultura,
Formazione e Lavoro, finanziato sul
bando “Progetti che contribuiscano alla
valutazione della strategia europea per
l’occupazione (SEO)”.
Obiettivo del progetto era contribuire,
attraverso la valutazione delle azioni
promosse nel territorio regionale a
sostegno della parità di genere, a fornire all’Unione Europea elementi per la
definizione delle linee direttrici a sostegno dell’occupazione per il periodo
2007-2013.
Oggetto della valutazione sono state
politiche, programmi, leggi, progetti a
titolarità di diversi soggetti territoriali
(europei, nazionali, regionali, provinciali) e di diversi ambiti settoriali
(occupazione, sociali, imprenditorialità), che hanno richiesto l’utilizzo di
135
differenti chiavi di lettura valutativa e
interpretativa. In particolare sono stati
analizzati i Fondi strutturali (POR Ob.
3, Docup Ob. 2, Piano di Sviluppo
rurale, Leader +), alcuni Programmi
Comunitari (La Strategia Quadro
Comunitaria per la parità tra uomo e
donna, Equal), Disposizioni nazionali
(Decreto legislativo 196/2000
Disciplina dell’attività delle consigliere,
Legge 125/91 “Azioni positive”, L.
236/93 Voucher, L. 53/00, la Legge
215/92, Legge quadro 328/2000) e
regionali (LR 45/96, L.R. 20/94, LR
41/97, Programmi Regionali per
l’Imprenditoria Femminile, la legge
regionale 2/2003.
Sono stati analizzati i progressi nella
diffusione del mainstreaming di genere
in tutte le politiche non direttamente
rivolte alle donne ed è stata fatta un
analisi della programmazione realizzata
attraverso una verifica dei fabbisogni e
le ragioni delle differenze tra i potenziali utenti in base a genere, cultura e
nazionalità. L’insieme di questi materiali, estremamente vasti e raccolti nel
periodo del progetto, è stato messo a
confronto con gli indicatori SEO, le
dinamiche del mercato del lavoro regionale e le politiche regionali.
Il progetto è stato attuato in partenariato con CRAS Onlus di Roma, società
di consulenza specializzata nella gestio-
NONOEURORAPPORTO
136
ne di progetti comunitari e attività di
valutazione ed assistenza tecnica.
The
implemention
of EES
Guideline
on Gender
equality in
Emilia-Romagna
region
bando n°. VP/2004/014
Durata: 16 mesi
dicembre 2004- aprile 2006
Costo totale: 85.500 euro
Contributo comunitario: 63.750 euro
墌 http://www.eesgend-er.it/
ALTRE ATTIVITÀ DELLA REGIONE
6
NONOEURORAPPORTO
6.1
INIZIATIVE
DELL’ASSEMBLE
A LEGISLATIVA
DELLA REGIONE
EMILIAROMAGNA
6.1.1. Il Progetto
“L’Europa da scuola a
scuola”
L’Europa da scuola a scuola passa dalla
Festa dell’Europa
Continua l’attività dell’Assemblea legislativa, in collaborazione con la Giunta
regionale, l’Ufficio scolastico regionale,
l’Istituto di Ricerca Educativa Emilia
Romagna ed il Movimento Federalista
europeo per il consolidarsi di una cultura europeista e del sentimento di cittadinanza europea fra i giovani. Si sono
realizzate nel 2005 la terza edizione
del concorso per scuole superiori
“L’Europa non cade dal cielo” sui
temi dell’integrazione europea e nel
2006 la quarta edizione dal titolo “La
pace e i diritti in Europa per la pace
e i diritti nel mondo”.
Il percorso di attività denominato
“L’Europa da scuola a scuola”, iniziato nell’anno scolastico 2002/2003 e
proseguito nel 2004/2005, ha portato
nel 2005/2006 ad uscire dalla nostra
regione per allacciare rapporti con realtà scolastiche degli altri paesi europei.
Si è così svolta, con la collaborazione
della Sede in Italia della Commissione
europea la Prima Festa dell’Europa a
Rimini con delegazioni di studenti delle
scuole medie superiori di 22 paesi
europei.
La Seconda Festa dell’Europa ha consentito a delegazioni di 21 paesi europei e 5 extraeuropei (Coazia-Bosnia,
Norvegia, Bulgaria, Turchia, Romania)
di lavorare nei mesi precedenti alla settimana del 9 maggio 2006 con altrettante scuole superiori della nostra
regione, essere ospitati dalla scuole
gemellate per alcuni giorni e confrontarsi per 4 giorni a Riccione. La Sede in
Italia della Commissione europea ha
coorganizzato l’evento ed ha diretto le
attività delle “Antenne Europe Direct”
della regione Emilia Romagna che
hanno svolto un ruolo di coordinamento
delle molteplici attività svolte nelle
Province emiliano romagnole, insieme
ad alcuni “Punto Europa”.
Legislativa e dalla conseguente constatazione della ricchezza della realtà
associativa ed istituzionale regionale e
delle richieste da essa avanzate nel
corso degli anni all’ente regione.
L´Assemblea legislativa e la Giunta
della Regione Emilia Romagna sono i
principali partner del progetto “Pace e
diritti umani”. L’Assemblea legislativa
svolge funzioni di capofila del progetto.
Questo progetto si ispira alla Legge
Regionale 24 giugno 2002 n.12
“Interventi Regionali per la
Cooperazione con i Paesi in Via di
Sviluppo e i Paesi in Via di Transizione,
la Solidarietà Internazionale e la
Promozione di una Cultura di Pace” e
intende sostenere le attività in essa
descritte, compreso l’istituendo
Osservatorio regionale sulle politiche di
cooperazione. Hanno lavorato al progetto diverse associazioni, enti, fondazioni che operano in regione.
6.1.2. Il progetto
“Pace e diritti umani”
Sono divenuti partner in questo progetto l´Associazione Nazionale Comuni
Italiani (ANCI) dell´Emilia Romagna e
l´Istituto di Ricerca Educativa (IRRE)
dell´Emilia Romagna. E´ stato avviato
inoltre un rapporto di collaborazione
con il Congresso dei Poteri Locali e
Regionali del Consiglio d´Europa.
Il progetto “Pace & Diritti umani”
nasce da una esperienza più che decennale di iniziative dell’Assemblea
Tramite il progetto si è costruito e messo on line il portale “Pace & Diritti
umani” (www.paceediritti), il quale
139
ha funzionato in maniera sperimentale
fino alla sua presentazione pubblica il
14 settembre 2005, nel corso del Convegno internazionale tenutosi a Bologna, “Le città per i diritti dei popoli”.
Lo sviluppo del progetto “Pace & diritti
umani” prevede:
䡵 Lavoro complessivo indirizzato ad
un aumento del numero di enti istituzionali e non aderenti alla rete con un
incremento degli attori presenti nelle
banche dati;
䡵 Costruzione di una nuova banca
dati sulle attività delle istituzioni scolastiche;
䡵
nuove pubblicazioni;
䡵 Primo Rapporto regionale sull’attività di enti e associazioni attive in materia di cooperazione, cultura di pace,
integrazione multietnica, promozione
dei diritti umani e della solidarietà fra i
popoli;
䡵 pubblicazione della 2° edizione del
cd-rom “Tutti i bambini del mondo
hanno diritto all’infanzia” sul lavoro
minorile;
䡵 creazione di una modalità di dialogo costante e partecipata fra istituzione
regionale e società civile organizzata
con un aumento della capacità di ascolto dell’ente regione e della capacità
operativa degli attori coinvolti;
NONOEURORAPPORTO
140
䡵 più visibilità della vitalità del territorio regionale in ambito nazionale ed
europeo.
po di interventi per l’integrazione e la
comunicazione interculturale (applicazione L.R. n.12/2002, L.R n.
5/2004);
Il portale
“Pace & diritti umani”
䡵 Bandi, inviti a presentare proposte,
concorsi dell’Unione europea, del
Consiglio d´Europa, del Governo italiano, della Regione Emilia Romagna,
delle fondazioni bancarie, ecc. nelle
materie proprie di questo portale e
dove i nostri interlocutori compaiono
fra i possibili beneficiari
Sul portale sono disponibili diverse banche dove è possibile reperire informazioni su enti locali, associazioni della
regione Emilia Romagna e Università di
tutto il territorio nazionale che hanno
risposto alle nostre schede di rilevazione. Per ogni soggetto è presente una
scheda dettagliata relativa alle attività
ed ai progetti in corso. Sono presenti le
banche dati delle Associazioni, ONG
ecc., degli Enti locali emiliano romagnoli e delle occasioni formative delle
Università italiane (220 schede su corsi
e master dei principali Atenei italiani).
È presente un’area riservata agli attori
della rete affinché possano, attraverso
una form on line, auto-aggiornare i dati
relativi alla propria attività.
Attraverso la Sezione “Primo Piano” e
la Newsletter del portale “PaceNews”
sono reperibili Notizie su eventi, iniziative, campagne in corso ecc., Informazioni su:
progetti e bandi del Programma
annuale di educazione alla pace ed
informazione sul territorio e del programma per la promozione e lo svilup䡵
Ampio spazio è dedicato alla documentazione:
䡵
Bibliografie tematiche;
䡵
materiale grigio (non edito);
䡵 Pubblicazioni della Regione Emilia
Romagna o segnalate da Associazioni,
Enti, Università …;
䡵 Repertori di risorse in rete suddiviso
per categorie;
䡵 Regioni europee partner dell´EmiliaRomagna;
䡵 Associazioni di Enti locali che lavorano per la promozione di una cultura
di pace e dei diritti umani;
䡵 meeting internazionali degli ultimi
anni.
䡵
Collegamenti:
䡵
Il Forum di Pace & Diritti;
䡵 le scuole di pace del territorio regionale;
䡵 percorsi didattici sulla pace in
Emilia Romagna e in Italia Opportunità
formative e informative sulla pace;
䡵 Progetti di educazione ai diritti proposte da istituzioni e associazioni e
realizzate nelle scuole ed esperienze di
scambi culturali fra giovani di diverse
nazionalità;
䡵 La rete del commercio equo e solidale in Italia e nel mondo.
6.1.3. Il Servizio
Legislativo e Qualità della
Legislazione e l’Europa
Il Servizio legislativo e qualità della
legislazione, già a partire dal 2002, a
seguito della riforma costituzionale del
titolo V, ha rafforzato l’attività posta in
essere nei confronti dei consiglieri, in
ordine alla conoscenza della normativa
comunitaria rispetto all’esercizio della
funzione legislativa regionale.
L’attività svolta dal Servizio in questo
settore specialistico, consiste nell’elaborazione di pareri giuridici sui progetti di
legge o in riferimento a questioni specifiche relative all’attività regionale,
anche in considerazione dell’entrata in
vigore del nuovo Statuto regionale e
del nuovo ruolo assegnato
all’Assemblea nel procedimento decisionale (per gli aspetti comunitari, artt.
11 e 12 dello Statuto); nel monitoraggio di leggi, regolamenti e delibere di
Giunta e Assemblea legislativa nell’ambito dell’Osservatorio sull’incidenza del
diritto comunitario, i cui risultati sono
oggetto del Quarto rapporto annuale
sulla legislazione; la collaborazione in
sede OLI (Osservatorio legislativo interregionale), in occasione della riunione
dell’8 e 9 giugno 2005 per l’approfondimento del ruolo del legislatore regionale nell’ambito del procedimento
legislativo comunitario (Legge
11/2005, cd. Legge Buttiglione) e, in
occasione della riunione del 29 e 30
settembre 2005, degli aspetti organizzativi interni ai Consigli nonché del rapporto Giunte - Consigli regionali in riferimento alle questioni comunitarie.
Entrambe le riunioni hanno visto la presentazione di due relazioni monografiche da parte dell’esperta di diritto
comunitario che collabora con il
Servizio legislativo dell’Assemblea e
sono state oggetto di una pubblicazione curata dall’OLI.
Degna di nota, inoltre, l’attività svolta
dal Servizio Legislativo per la partecipazione dell’Assemblea legislativa regionale - insieme ad altri legislativi ed esecutivi regionali europei, ed unica in
Italia - ad un progetto pilota del
Comitato delle Regioni, per l’esecuzione del Test Sussidiarietà, in riferi-
NONOEURORAPPORTO
mento ad una proposta legislativa e ad
un atto di programmazione politica
della Commissione europea in materia
di qualità dell’aria. Il test consente,
nella cd. fase ascendente degli atti
comunitari, di verificare il rispetto dei
principi di sussidiarietà e proporzionalità così come sanciti dall’art. 5 del
Trattato CE e dal Protocollo sulla
Sussidiarietà allegato al Trattato, per
verificare il corretto esercizio dell’iniziativa legislativa comunitaria. Questa
importante sperimentazione si inserisce
nell’ambito di un disegno di rafforzamento dell’esercizio della funzione consultiva del Comitato delle Regioni e aspetto molto interessante - prefigura
un’ipotesi di coinvolgimento dei parlamenti regionali europei nel controllo
della sussidiarietà che, seppure nel
diverso ambito di una ipotesi di cooperazione tra Parlamenti regionali e
Parlamenti nazionali, compare tra gli
elementi di novità del Trattato costituzionale europeo. Il Test Sussidiarietà è
stato approvato con delibera dell’Ufficio
di Presidenza dell’Assemblea legislativa
n. 152/2005.
6.2
PARTECIPAZIONE
AD
ASSOCIAZIONI
E ORGANISMI
DI CARATTERE
INTERREGIONALE
La Regione Emilia-Romagna aderisce
formalmente a diverse Associazioni e
partecipa attivamente a Reti interregionali attraverso l’organizzazione di conferenze e seminari, scambi d’informazione, partecipazione a gruppi di lavoro
e a progetti, redazione di documenti
comuni. Un ruolo importante, nell’azione di supporto operativo e nella nascita
di alcune di queste reti, è svolto dal
Servizio regionale di collegamento
presso l’Unione europea di Bruxelles
(Tabella 1).
Di seguito un aggiornamento, per alcune associazioni e/o reti, delle attività
svolte nel corso del 2005:
䡵 Forum Europeo Per La Sicurezza
Urbana (FESU), al quale la Regione
Emilia-Romagna aderisce dal 1996 e di
cui è costituita una sezione italiana
denominata Forum italiano per la
sicurezza urbana (FISU). Si tratta di
un ente non governativo che si propone
come luogo di dialogo, di riflessione e
di cooperazione sulle politiche e prati-
141
che di sicurezza urbana e che, attraverso la messa in opera di programmi di
collaborazione tra le città, ha contribuito a stimolare ed orientare le politiche
locali nazionali e comunitarie in materia di sicurezza urbana.
sviluppo delle politiche integrate di
sicurezza, l’iniziativa del Forum
Italiano per la sicurezza urbana ha portato nel 2005 alla realizzazione di
alcune iniziative pubbliche di particolare rilievo, contenutistico e politico:
L’attività del Forum Italiano per la sicurezza urbana si è concentrata anche
per il 2005 nel portare avanti il proprio
ruolo di interlocutore nazionale sui temi
della sicurezza urbana, attraverso il
complesso della sua attività e attraverso alcune significative iniziative pubbliche. Come già da alcuni anni, nel
2005 si conferma la forte crescita dell’associazione, in particolare in termini
numerici: nel corso dell’anno, infatti, il
Forum italiano per la sicurezza urbana
raggiunge il risultato di oltre novanta
amministrazioni iscritte, con una
benaugurante nuova tendenza all’adesione anche da parte di regioni e province. Tra i nuovi iscritti più rilevanti
vanno sottolineati la Regione
Lombardia, la Regione Lazio, la
Regione Umbria, oltre ad alcuni comuni
del Mezzogiorno, tra cui Bari e
Lamezia Terme. L’apertura e la promozione di un’attività più diretta e coordinata rispetto al sud rappresenta infatti
una delle direttrici guida per il 2005 e
gli anni a venire.
– nel mese di giugno a Piacenza l’assemblea generale dell’associazione è
stata accompagnata dall’omologa
assemblea del Forum europeo per la
sicurezza urbana e seguita da un convegno sul tema “Il futuro dei rapporti
tra Regioni, Città e Province nella promozione di nuove politiche di sicurezza”, cui hanno partecipato il Presidente
della Conferenza dei Presidenti di
Regione Vasco Errani, oltre a rappresentanti di Anci e di Upi; le giornate dell’assemblea si sono concluse con l’approvazione del nuovo documento politico-programmatico del FISU per il prossimo triennio;
Guidata dai principi di partecipazione
democratica, ruolo centrale delle città e
– nel mese di dicembre a Trento si è
tenuta una giornata seminariale dedicata al tema delle droghe, in occasione
della presentazione della ricerca promossa dal FISU su “Le città e il governo della «scena aperta della droga»”,
realizzata da Monica Brandoli e
Susanna Ronconi. In quella sede è
stata affrontata la prima discussione tra
i partecipanti che getta le basi per un
futuro documento politico dell’associazione sul tema;
NONOEURORAPPORTO
142
tive che segneranno le scelte comunicative dell’associazione per il 2006.
Tabella 1
Nome Associazione o Network
Adesione formale
Conferenza delle Regioni periferiche Marittime d’Europa CRPM
Forum Europeo per la Sicurezza Urbana
FESU
Rete delle Regioni e Aree Metropolitane Europee
METREX
Associazione donne del Mediterraneo, rete del sud est europeo
WOMEN
European Regional Information Society Association
ERIS@
Iniziative locali di Sviluppo economico, di Occupazione
e di Solidarietà
EURO*IDEES
European Regional knowledge network
ERIK
Regioni Sviluppo Sostenibile
SER
Innovative Actions Network for the Information Society IANIS +
European Regions and Local Authorities on Asylum
and Immigration
ERLAI
L.R. n. 25 del 26.07.1997 http://www.crpm.org/
L.R. n. 48 del 5.12.1996 http://www.fesu.org/fesu/home.aspx
L.R. n. 25 del 26.07.1997 http://www.eurometrex.org/
http://www.comune.forli.fo.it/contenuti/
L.R. n. 15 del 28.07.2004 women/
Delibera Consiglio regionale
n. 341 del 26.03.2002
Delibera Consiglio regionale
n. 342 del 26.03.2002
http://www.euroidees.org/
azione innovativa FESR
http://www.eriknetwork.net/
azione innovativa FESR
http://www.sustainable-euregions.net/
azione innovativa FESR
http://www.ianis.net/
http://www.emiliaromagnasociale.it/wcm/
emiliaromagnasociale/home/
immigrazione/erlai.htm
Associazione delle regioni europee frutticole, orticole e floricole
AREFLH
Regioni europee per l’educazione alla sostenibilità
RES
LISBON Regions Network
GOVERNANCE
Associazione delle Regioni Europee per i Prodotti di Origine
AREPO
Assemblea delle Regioni Europee Viticole
AREV
Regioni europee OGM-free
– durante tutto il corso del 2005 è
stata significativa l’attività dei gruppi di
approfondimento dell’associazione, in
particolare per quanto riguarda i gruppi
relativi a “comunicazione e sicurezza”
ed a “urbanistica e sicurezza”. In
entrambi i casi, infatti, all’ordinaria
attività di riflessione dei gruppi si è
associato un lavoro più specifico, diretto ad incarichi particolari assegnati al
gruppo dall’insieme dell’associazione.
Per quanto riguarda il gruppo “comunicazione e sicurezza” l’attività che ha
preso avvio nel 2005 è stata quella di
Indirizzo sito Internet
http://areflh.com/
http://www.regionres.eu/
http://www.arev.org/Italiano/
http://www.gmo-free-regions.org/
rielaborare le strategie comunicative
della stessa associazione, sulla base
del convincimento della reciprocità del
messaggio comunicativo tra associazione ed amministrazioni aderenti.
Nell’ambito del gruppo sono quindi
state avanzate alcune proposte innova-
Compito specifico del gruppo “urbanistica e sicurezza” è invece stato quello di
rappresentare l’associazione come
gruppo di interfaccia per gli esperti italiani che partecipano all’elaborazione di
una normativa tecnica europea in tema
di prevenzione del crimine e dell’insicurezza attraverso la progettazione urbanistica. Il ruolo del gruppo in questo
contesto è stato quindi quello di rappresentare le esigenze degli enti locali
nella definizione di linee guida efficaci
per un tema di stringente attualità.
Nel 2005 il FISU ha investito nella realizzazione di un nuovo sito web, con
indirizzo dedicato e ospitato presso il
server della Regione Emilia-Romagna,
sito che vuole rappresentare il biglietto
da visita immediato dell’associazione,
attraverso un puntuale aggiornamento
e soprattutto attraverso i nuovi strumenti del forum di discussione e della
newsletter.
A completare il quadro di riferimento
del Forum italiano per la sicurezza
urbana contribuisce infine in maniera
sostanziale l’attività del Forum Europeo
per la sicurezza urbana, di cui è sezione nazionale, che nel 2005 ha operato
per il rinnovamento della sua missione
di interlocutore presso le istituzioni
dell’Unione Europea, anche attraverso
la sua sede politico – organizzativa di
Bruxelles.
NONOEURORAPPORTO
Per informazioni consultare il sito internet www.fisu.it oppure rivolgersi a:
Segreteria FISU, c/o Servizio promozione e sviluppo delle politiche per la
sicurezza e della Polizia locale,
Regione Emilia Romagna, tel.
051/283568, fax. 051/283087, email: [email protected]
䡵 Metrex, Rete delle Regioni e
Aree metropolitane europee, è stata
costituita a Glasgow nel 1996 nel
corso della Conferenza delle Regioni
metropolitane e, allo stato attuale,
associa 50 regioni e aree metropolitane. La Regione Emilia-Romagna vi ha
aderito nel 1997 (L.R. 26 luglio
1997, n. 25) e partecipa attivamente
alle attività e agli incontri periodici.
Gli obiettivi principali della rete sono lo
scambio di know-how sui temi della
pianificazione territoriale a livello
metropolitano e il contributo della
dimensione metropolitana alla programmazione europea. Questi obiettivi vengono perseguiti agevolando lo scambio
di informazioni scientifiche, di competenze e di esperienze nella pianificazione e nello sviluppo del territorio a livello metropolitano in Europa, organizzando incontri periodici volti ad approfondire specifiche tematiche della pianificazione territoriale di interesse comune e
partecipando con propri progetti a programmi europei.
Nel 2005 si è conclusa la prima fase
del progetto PolyMetrexPlus che ha
come tema centrale il perseguimento di
un assetto territoriale più equilibrato e
policentrico attraverso lo sviluppo di
migliori relazioni tra le metropoli europee. I primi due anni di attività hanno
consentito di mettere in luce l’opportunità di una maggiore integrazione fra
politiche infrastrutturali e pianificazione
a scala metropolitana e l’importanza di
promuovere i corridoi europei non solo
come fasci infrastrutturali, ma quali
direttrici di sviluppo al fine di migliorare
l’accessibilità delle metropoli periferiche. È stata inoltre evidenziato l’importante ruolo che può essere svolto dalle
aree “ponte”, fra cui l’Emilia-Romagna,
al fine di migliorare l’integrazione fra
le zone periferiche del Mediterraneo,
dell’Egeo e del Balcani ed il cuore politico ed economico dell’Europa.
Dal 15 al 18 giugno 2005 la Regione
ha partecipato al XIX Meeting di
Metrex che si è tenuto a Norimberga.
L’incontro è stato incentrato sul contributo che le metropoli europee possono
portare all’attuazione della Strategia di
Lisbona. L’incontro è stato l’occasione
per un confronto con i rappresentanti
della Commissione, del Comitato economico e sociale, del Comitato delle
Regioni. È stato, inoltre, approfondito il
significato che viene ad assumere la
strategia di Lisbona in seguito all’allargamento a 25 membri dell’Unione
Europea e in considerazione della situa-
zione economica e sociale in cui si trovano i Paesi di nuova adesione.
L’incontro si è concluso con l’approvazione di un dettagliato documento che
rappresenta il punto di vista delle
Regioni e aree metropolitane europee
sul processo di attuazione della
Strategia di Lisbona.
Dal 26 al 29 ottobre 2005, la Regione
ha partecipato al XX Meeting di Metrex
che si è tenuto a Granada sul tema del
rapporto fra gli effetti del cambiamento
climatico e le trasformazioni in ambito
urbano (“Climate change/urban change”). Sono stati portati importanti contributi da parte della Commissione
europea e dall’Agenzia europea per
l’ambiente, di qualificati esperti delle
Università di Helsinki, Londra e Roma.
L’incontro ha consentito di mettere a
fuoco la rilevanza delle ripercussioni
del cambiamento climatico sulle condizioni atmosferiche e di inquinamento
delle aree urbane, nonché di identificare e discutere le azioni e le politiche
più opportune per contrastare questi
effetti.
ERIS@ (European Regional
Information Society Association)
Associazione europea per la società dell’informazione regionale, con sede in
Bruxelles, è nata per favorire lo scambio di esperienze, lo sviluppo e la condivisione di buone pratiche e la collabo-
䡵
143
razione nello sviluppo d’applicazioni e
servizi telematici fra Regioni e nella
divulgazione delle migliori pratiche nel
campo dello sviluppo regionale della
società dell’informazione. La RER è
entrata a far parte di questa rete nel
2002. La rete ha una cinquantina di
regioni partner ed opera nel settore
della società dell’informazione da metà
anni novanta, quando la Commissione
europea iniziò a supportare tramite i
RIS iniziative di questo tipo.
La partecipazione alla rete ha permesso alla Regione di avere maggiore visibilità su quanto si sta muovendo in
Europa sui temi di e-government e ICT
e di creare partnership che hanno portato all’attivazione di alcuni progetti,
tra cui Understand.
Nel 2005 la rete si è aggiudicata il cofinanziamento per un progetto presentato alle Azioni Innovative nel campo
della Società dell’Informazione, IANIS
+ cui partecipa anche la Regione
Emilia-Romagna.
䡵 ERLAI (European Regional and
Local Authorities on Asylum and
Immigration) è il primo network europeo di regioni ed enti locali sull´immigrazione e l´asilo, promosso e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna,
attraverso il Servizio di collegamento
con l’Ue a Bruxelles. Ne fanno parte
una ventina di istituzioni provenienti da
144
6 Stati membri (Italia, Germania, Regno Unito, Spagna, Grecia e Svezia).
L’obiettivo della rete è agevolare lo
scambio di esperienze e buone prassi,
promuovere la circolazione delle informazioni sulle politiche ed i finanziamenti comunitari, favorire lo sviluppo e
la partecipazione a progetti europei.
Nel corso del 2005 ha promosso molteplici iniziative tese ad accrescere lo
scambio di informazioni e buone pratiche, ampliando la propria partnership e
presentando una proposta di finanziamento alla Commissione Europea all’interno del programma INTI.
Per informazioni consultare il sito
http://www.emiliaromagnasociale.it/
wcm/emiliaromagnasociale/home/im
migrazione/erlai.htm
oppure rivolgersi al Servizio di collegamento con l´Unione Europea - Regione
Emilia-Romagna - Chiara Rossetti - Tel.
+32 (0)2 7323090 - E-mail:
[email protected]
Gli enti locali dell’Emilia-Romagna aderiscono a varie associazioni e network;
tra queste segnaliamo:
䡵 Sweden Emilia Romagna Network
SERN, creato nel gennaio 2005, é una
rete di cooperazione che mira a sviluppare in modo organico le relazioni tra
regioni ed enti locali della Svezia ed
enti locali emiliano romagnoli. Tra i
NONOEURORAPPORTO
suoi membri italiani, AICCRE EmiliaRomagna, le Associazioni intercomunali
“Bassa Romagna”, Il Tricolore” e
“Terre Verdiane”, la Provincia di
Parma, la Comunità Montana Valli del
Taro e del Ceno, i Comuni di Bertinoro,
Borgo Val di Taro, Brisighella, Canossa,
Cervia, Felino, Forlì, Imola, Montecchio
Emilia, Montechiarugolo, Parma,
Ravenna, Rimini, San Polo d’Enza,
Scandiano e Traversetolo; all’associazione aderisce anche Unioncamere
Emilia-Romagna e Intur FIPE Rimini. La
rete è basata su cinque Gruppi di lavoro: Politica di welfare, educazione e
cultura, ambiente, imprenditoria, turismo, attraverso i quali si condividono
progettualità affini ai rispettivi territori
e si possono sviluppare iniziative di
eccellenza già attive nei paesi partner.
Diversi sono stati i progetti emersi dai
gruppi di lavoro che hanno ricevuto
finanziamenti comunitari.
6.3
COLLABORAZIONE
ISTITUZIONALE
CON ALTRE
REGIONI
Nel corso degli anni la Regione EmiliaRomagna ha consolidato, sul piano istituzionale, rapporti con Regioni euro-
pee. Questo tipo di collaborazione si
inserisce in un quadro di impegno crescente delle Regioni per sostenere il
processo di integrazione europea e le
azioni avviate dall’Unione Europea,
contribuendo ad avviare ed alimentare
la rete di rapporti tra realtà analoghe,
nonché potenziare le attività, gli scambi ed i partenariati interregionali.
Con l’adozione della legge regionale
27 giugno 1997, n. 18 “Iniziative per
la promozione dell’integrazione europea e la collaborazione tra i popoli di
tutti i continenti” ed il successivo regolamento 4 dicembre 2001, n. 451 la
Regione Emilia-Romagna ha inteso
valorizzare le numerose attività svolte
da enti locali dell’Emilia-Romagna in
ambito europeo ed internazionale, promuovendo e sostenendo le attività e la
realizzazione di nuovi gemellaggi e il
consolidamento di rapporti di gemellaggio già esistenti.
In ambito europeo, la Regione ha stipulato, da molti anni, protocolli di collaborazione con i Pays de la Loire (FR),
il Land Hessen (DE), la Generalitat
Valenciana (ES) e la Bassa Slesia (PL)
per la realizzazione di iniziative congiunte.
Con il Land dell’Assia si sono sviluppati
progetti europei e progetti bilaterali in
numerosi settori di competenza delle
due Regioni. Tra le tematiche di interes-
se comune si sottolineano quelle della
cultura, delle politiche sociali e giovanili, degli anziani, della ricerca e sviluppo, della tecnologia, dell’economia, del
commercio, dell’industria, dell’ambiente, dell’educazione e dell’educazione
alla pace. Le due Regioni si sono inoltre impegnate a favorire scambi e contatti diretti tra gli Enti Locali, le organizzazioni, le Istituzioni e le imprese.
Con i Paesi della Loira si sono sviluppati progetti europei e progetti bilaterali soprattutto nei settori della scuola,
formazione e comunicazione. Molti
sono i settori su cui si è lavorato e si
lavora insieme: agroalimentare, salute,
educazione, formazione, politiche giovanili, della ricerca e sviluppo, della
tecnologia, dell’economia, del commercio, dell’e-government, dell’industria,
dell’ambiente, dell’educazione e dell’educazione alla pace. Le due Regioni
si sono inoltre impegnate a favorire
scambi e contatti diretti tra gli Enti
Locali, le organizzazioni, le Istituzioni
e le imprese.
Con la Generalitat Valenciana si sono
sviluppati progetti che hanno coinvolto
e coinvolgono le due Regioni sulle
tematiche della scuola, della formazione e dei servizi sociali.
1
Regolamento relativo all’attuazione dell’art. 6, comma 2, della legge regionale
18/97.
NONOEURORAPPORTO
Con la Bassa Slesia si sono sviluppati
scambi di informazioni e sono previste
tra le varie tematiche la collaborazione
istituzionale, il governo del territorio e
valorizzazione beni ambientali, la prevenzione e cura della salute pubblica,
la formazione professionale, scuola e
cultura.
La Regione ha anche avviato significative collaborazioni con altre regioni europee quali l’Aragona (ES), il Galles
(UK), la Wielkopolska (PL) e
l’Aquitania (FR).
Con Wielkopolska si sono sviluppati
progetti sulle tematiche della Scuola,
della Sanità, dell’Economia, della
Ricerca e Sviluppo, dell’educazione alla
Pace, dei giovani e delle politiche
sociali, dello Sport.
Con l’Aquitania si sono sviluppati progetti europei che hanno coinvolto più
regioni e progetti bilaterali in alcuni
settori di competenza delle due
Regioni. In particolare sono state maggiormente interessate le tematiche
della cultura, delle nuove tecnologie,
dell’economia, dell’educazione e dei
giovani, dell’agricoltura, dello sport.
Con il Galles si sono sviluppati scambi
bilaterali e istituzionali e si sono avviate proposte di collaborazione nell’ambito del settore giovanile, delle nuove
tecnologie, dell’economia e dell’ambiente. Inoltre il Galles è stato coinvolto in progetti europei.
Con l’Aragona si sono sviluppati
progetti bilaterali, scambi di informazioni e istituzionali con particolare
interesse nel settore ambiente e
nuove tecnologie.
La Regione, inoltre, pone particolare
attenzione alla attivazione e partecipazione a reti di collaborazione internazionale. In questo ambito, è in via di
formalizzazione una rete di dieci regioni europee (Emilia Romagna, Assia,
Aquitania, Paesi della Loira, Galles,
Aragona, Generalitat Valenciana,
Wielkopolska, Bassa Slesia, Västra
Götaland) e uno Stato (Cipro) che,
sulla base di un protocollo d’intesa,
avvierà tra le regioni europee la sperimentazione di concorsi e progetti che
riguardano i giovani ed il mondo dell’associazionismo giovanile.
145
6.4
PARTECIPAZIONE
ALLE AZIONI A
SOSTEGNO
DELL’ALLARGAMENTO
(TWINNING)
Amministrazione dei Paesi membri
presso le pubbliche amministrazione
dei Paesi Candidati per assisterli nel
recepimento dell’acquis in specifici settori normativi, precedentemente individuati.
L’allargamento dell’Unione Europea ha
portato la Commissione europea ad elaborare una strategia di preadesione che
consiste in un sostegno al potenziamento della capacità istituzionale e
amministrativa dei paesi candidati al
fine di applicare l’acquis comunitario
nonché il rispetto delle norme comunitarie da parte delle loro imprese.
6.4.1. Partecipazione
della Regione
a programmi Twinning
A supporto di tale strategia, la
Commissione ha messo a punto specifici strumenti (twinning “gemellaggi
amministrativi”) quale innovativo strumento di cooperazione e di accompagnamento all’adesione.
Il twinning rappresenta una forma di
assistenza per i Paesi candidati, in particolar modo per quanto riguarda l’adeguamento normativo ed istituzionale
(institution building) delle loro pubbliche amministrazioni agli standard europei (acquis comunitario). I gemellaggi
amministrativi si articolano in progetti
che prevedono il trasferimento e la missione per brevi periodi di pubblici funzionari ed esperti esterni alla Pubblica
La Regione Emilia-Romagna si è posta
fra i suoi obiettivi la partecipazione ad
azioni di sostegno mettendo a disposizione il proprio know how maturato
nella gestione di programmi comunitari; d’altra parte considera queste azioni
un’opportunità per attivare forme di
cooperazione non solo sul piano istituzionale ed amministrativo.
La Regione Emilia-Romagna partecipa a
twinning con diversi paesi (Tabella 2).
Per ottenere informazioni sulle opportunità di partecipazione a progetti twinning è consultabile una sezione specifica, www.europafacile.net/twinning,
attivata nell’ambito del sito web europafacile, dedicata ai bandi ed alla normativa con i principali link di riferimento comunitari e nazionali.
NONOEURORAPPORTO
146
Tabella 2
Paese
Codice
Titolo progetto
Tema trattato
Partenariato coinvolgo
(PL = project leader)
Strutture della Regione
Emilia-Romagna coinvolte
Polonia
PL 03 IB OT 03
Implementation of the integrated regional
Operational Programme
on central and regional level
programmazione ed utilizzo
Fondi strutturali
DG Attività produttive,
DG Lavoro Formazione , Ervet spa
Bulgaria
BG 03 IB SPP 02
Preparing MRDPW's central and regional
programmazione e utilizzo
structures for managing ERDF-type Program fondi strutturali
and project
Turchia
TR 03-SPP-01
Dipartimento Politiche per lo sviluppo
(PL), Regioni Emilia-Romagna,
Basilicata, Friuli Venezia Giulia,
Francia (DATAR)
Formez (PL), Regioni
Emilia-Romagna, Friuli Venezia
Giulia, Basilicata, Lazio, Gran
Bretagna (Office of Deputy
prime Minister)
Ministero Sviluppo economico (PL),
Regioni Emilia-Romagna, Puglia
Polonia
Romania
Serbia
Bulgaria
Lettonia
Support to the State planning organization Sviluppo politiche regionali
general directorate regional Development
for strenghthening institutional and
administrative capacity
PL 2004/IB/AG/04 Rafforzamento delle strutture coinvolte
Programmazione azioni
nelle misure di sviluppo rurale
di sviluppo rurale
RO 2004/IB/AG/12 Rafforzamento della capacità istituzionale
dell'Agenzia SAPRD a livello centrale
e regionale
SR 2005/IB/AG/02 Sostegno alle attività della Direzione
fitosanitaria del Ministero serbo
dell'Agricoltura e Foreste
BG 2004/IB/AG/01 Assistenza al Ministero Agricoltura e Foreste
per l'attuazione dei programmi
di sviluppo rurale
LV 2004/AG/03-TL Twinning light Valutazione misure di
riforma della PAC e preparazione
all'attuazione
Controllo utilizzo
fondi di sviluppo rurale
Normativa UE settore fitosanitario
Programmazione ed utilizzo
Fondi europei
per lo sviluppo rurale
Politica agricola comune
Ministero Politiche Agricole e
Forestali (MIPAF) (PL), Regioni
Emilia-Romagna, Umbria
MIPAF (PL), Regione EmiliaRomagna, Umbria, Paesi Bassi
(Ministero Agricoltura)
MIPAF (PL), Regione EmiliaRomagna, Lombardia, Istituto
Agronomico del Mediterraneo
Austria (Ministero Agricoltura LP),
MIPAF, Regione Emilia-Romagna,
Umbria
MIPAF (LP) Regione Emilia-Romagna
DG Programmi Intese Relazioni
europee, Dg Attività produttive
Commercio Turismo, DG
Organizzazione Telematica,
DG Agricoltura, Ervet spa
DG Programmi Intese Relazioni
europee, Dg Agricoltura, Ervet spa
DG Agricoltura
DG Agricoltura
DG Agricoltura
DG Agricoltura
DG Agricoltura
ATTUAZIONE NORMATIVA COMUNITARIA
E DISCIPLINA COMUNITARIA IN MATERIA
DI CONCORRENZA (AIUTI DI STATO)
7
NONOEURORAPPORTO
7.1. IL
CONTESTO DI
RIFERIMENTO
DELLE LEGGI
REGIONALI
ATTUATIVE
DELLA
NORMATIVA
COMUNITARIA
Le Regioni, a seguito della riforma
costituzionale del 2001, hanno assunto un nuovo ruolo in campo europeo ed
internazionale. La legge costituzionale
n. 3 del 2001 recante modifiche al
titolo V parte seconda della
Costituzione, infatti, ha introdotto nel
testo costituzionale norme relative alle
relazioni con l’Unione Europea e ai rapporti tra diritto comunitario e diritto
interno. È questo un elemento di assoluta novità in quanto il fenomeno dell’integrazione europea era sconosciuto
al costituente, né si era successivamente ritenuto di procedere a una revisione
costituzionale ad hoc, a differenza di
quanto avvenuto in altri ordinamenti.
Il quinto comma dell’articolo 117 stabilisce che, nelle materie di competenza
regionale, le Regioni partecipano alle
decisioni dirette alla formazione degli
atti normativi e provvedono all’attuazione e all’esecuzione degli atti
dell’Unione europea nel rispetto delle
norme di procedura stabilite dalle leggi
dello Stato che disciplina le modalità di
esercizio del potere sostitutivo in caso
di inadempienza.
Con riferimento alle richiamate importantissime innovazioni introdotte dalla
riforma del titolo V, e come già in parte
illustrato nell’Eurorapporto del 2005,
la legge regionale n. 6 del 2004
“Riforma del sistema regionale e locale. Unione Europea e relazioni internazionali. Innovazione e semplificazione.
Rapporti con l’Università” ha delineato,
sia pure in via transitoria, le sedi, i
modelli e le procedure da seguire al
fine della partecipazione della Regione
alla fase ascendente e discendente di
formazione degli atti comunitari disciplinando, altresì, le modalità di esercizio dei rapporti internazionali della
Regione e le attività di rilievo internazionale.
In particolare, con riferimento alla fase
ascendente delle norme europee, si
attribuisce la responsabilità istituzionale
della partecipazione della Regione nelle
sedi decisionali comunitarie al
Presidente della Giunta, assicurando
che tale ruolo venga svolto in collaborazione istituzionale con il Consiglio
regionale e, per quanto di competenza,
con la Conferenza Regione- Autonomie
locali. Per quanto attiene, invece, alla
fase discendente del diritto e dei programmi comunitari, attraverso la previsione della legge comunitaria regionale
annuale si intende garantire il periodico
e costante adeguamento dell’ordinamento regionale alle norme ed alle
decisioni giurisdizionali dell’Unione
europea nei settori di competenza
regionale disciplinandone termini,
oggetti e procedure.
Si prevede, altresì, la partecipazione
della Regione ai programmi e ai progetti promossi e finanziati dall’Unione
europea prevedendo che la Regione
medesima si faccia carico di diffondere
la conoscenza dell’attività dell’Unione
Europea presso gli enti locali e i soggetti della società civile del territorio
regionale .
Analogamente a quanto disciplinato per
le relazioni con l’Unione Europea, la
legge regionale n. 6 del 2004 detta
norme per l’esercizio delle attività di
rilievo internazionale della Regione nel
rispetto della competenza statale in
materia di politica estera e dei principi
fondamentali stabiliti con legge dello
Stato. L’articolo 4 individua la Giunta
regionale quale organo competente in
materia internazionale elencando le iniziative, le politiche e le attività ritenute
maggiormente qualificanti. Si dispone,
inoltre, che il Consiglio regionale, su
proposta della Giunta, approva un
documento pluriennale di indirizzi in
materia di cooperazione internazionale
ed attività internazionale della Regione
149
contenente principi e modalità per il
coordinamento fra le attività di rilievo
internazionale della Regione per la programmazione regionale e le priorità,
anche territoriali, nell’attuazione delle
stesse (art. 5).
Ma il definitivo recepimento nell’ordinamento regionale, delle grandi novità introdotte dalla riforma del titolo V della
parte IIa della costituzione, si attua con
l’entrata in vigore del nuovo Statuto,
approvato con la legge regionale 31
marzo 2005, n. 13. Per la prima volta
lo Statuto regionale dedica molte
norme, di grande rilievo, al tema dei
poteri regionali in materia di attività
internazionale e diritto comunitario
La normativa statuaria si apre con alcune disposizioni di principio (art. 11)
che sanciscono innanzitutto l’obbligo
della Regione di conformare la propria
azione ai principi e agli obblighi derivanti dall’ordinamento internazionale e
comunitario; la Regione inoltre partecipa al processo di costruzione ed integrazione europea e opera per estendere i rapporti di reciproca collaborazione
con le altre regioni dell’UE. Con l’articolo 12 vengono introdotte, a livello
statutario, le norme fondamentali inerenti la partecipazione alla formazione
e all’attuazione del diritto comunitario,
nell’ambito e nelle materie di propria
competenza, da parte della Regione
150
Emilia-Romagna. In particolare alcune
norme riguardano la c.d. “fase ascendente” e sanciscono che la Regione partecipa alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari
(sempre nel rispetto delle linee procedurali previste dalla legge statale) e determina con legge “le modalità di informazione, preventiva e successiva, e le
forme di espressione di indirizzo
dell’Assemblea legislativa” sulla fase
ascendente.Riguardo alla fase “discendente” la Regione Emilia-Romagna
provvede direttamente all’attuazione e
all’esecuzione degli atti dell’Unione
Europea (osservando le disposizioni procedurali dettate dalla legge dello
Stato), per mezzo di norme legislative
o con regolamento della Giunta, ma
anche con fonti normative di rango
secondario (dell’Assemblea o della
Giunta) nei casi in cui non è richiesta
una preventiva regolazione della materia. Questa disposizione è molto importante, perché consente l’uso di strumenti normativi ed attuativi agili e chiarisce
ogni eventuale dubbio in materia.
Questa norma si lega anche alla disposizione, di carattere generale,
secondo cui la Regione partecipa a
programmi e progetti dell’UE e –
elemento di forte significato istituzionale per il “sistema” amministrativo del territorio emiliano-romagnolo – promuove la partecipazione
NONOEURORAPPORTO
all’attività comunitaria degli enti
locali e della società civile.
Con significativa innovazione statutaria,
viene inoltre prevista l’adozione di
“leggi comunitarie regionali”. L’articolo
12 dispone, infatti, (comma 1, lett. d)
che la legge regionale attui il periodico
recepimento delle direttive e degli altri
atti normativi comunitari che richiedono
un intervento legislativo.
In proposito si rileva che è stato costituito un apposito gruppo di lavoro fra
la strutture della Giunta regionale che
ha lo scopo di compiere uno screening
dello stato di attuazione del diritto
comunitario e di elaborare le proposte
normative occorrenti, da sottoporre
all’Assemblea legislativa. In questo
ambito si inquadra anche la tematica
della legge comunitaria regionale.
Si rileva infatti che il ruolo dell’Assemblea legislativa risulta, in generale,
molto enfatizzato nel nuovo Statuto
rispetto alle tematiche europee; l’art.
28 lett. g), attribuisce all’organo assembleare l’elaborazione dei documenti
di indirizzo in materia di rapporti internazionali e la ratifica degli accordi ed
intese. Questa disposizione si lega all’art. 13 dello Statuto che disciplina
l’attività di rilievo internazionale dell’Emilia-Romagna nelle materie di sua
competenza; in particolare esso dispone che la Regione attua direttamente
gli accordi internazionali stipulati dallo
Stato, che l’Assemblea legislativa su
proposta della Giunta ratifica gli accordi
con Stati esteri e le intese con Enti territoriali interni ad altro Stato, deliberati
dalla Giunta e sottoscritti dal Presidente. Anche per gli accordi internazionali
e per i rapporti interregionali internazionali, la legge regionale determina le
modalità d’informazione preventiva e
successiva e di partecipazione dell’Assemblea alla formazione delle intese.
Si rileva, infine, che a livello nazionale
è intervenuta la legge 4 febbraio
2005, n. 11 recante “Norme generali
sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione Europea e
sulle procedure di esecuzione degli
obblighi comunitari”, con cui è stata
adeguata la disciplina dettata dalla
legge n. 86 del 1989 alle modifiche
istituzionali introdotte con il nuovo
Titolo V della Parte II della Costituzione
per quanto attiene alle modalità di partecipazione delle regioni ai processi
normativi comunitari sia nella cosiddetta fase ascendente che in quella discendente di adeguamento del nostro ordinamento con quello dell’Unione europea. In particolare, relativamente a tale
ultimo aspetto, l’articolo 8 dispone che
lo Stato, le regioni e le province autonome diano tempestiva attuazione alle
direttive comunitarie. Il comma 5 del
medesimo articolo 8 alla lettera e 9
stabilisce, inoltre, che la Conferenza
dei Presidenti delle Regioni predisponga
un elenco “….degli atti normativi con
i quali nelle singole regioni e province
autonome si è provveduto a dare attuazione alle direttive nelle materie di loro
competenza, anche con riferimento a
leggi annuali di recepimento eventualmente approvate dalle regioni e dalle
province autonome”. Detto elenco
viene inserito nella relazione al disegno
di legge comunitaria.
7.2.
BREVE QUADRO
RIEPILOGATIVO
DELLE LEGGI
REGIONALI
ATTUATIVE
DELLA
NORMATIVA
COMUNITARIA
APPROVATE
NEL 2005
Nell’anno 2005 non sono state approvate leggi regionali di diretta attuazione delle direttive comunitarie.
Peraltro, in un quadro normativo della
Regione Emilia Romagna sicuramente
coerente con il diritto comunitario sono
state, invece, emanate varie leggi che
pur non essendo di recepimento richiamano espressamente o presuppongono
NONOEURORAPPORTO
151
i principi della normativa comunitaria
tra queste si ricordano:
la legge regionale 17 febbraio 2005
n. 5 Norme a tutela del benessere
animale
Con tale legge la regione è intervenuta
a disciplinare le modalità di corretta
convivenza tra le persone e gli animali,
nel rispetto delle esigenze sanitarie,
ambientali e di benessere degli animali.. In particolare nel definire gli animali
da compagnia vengono richiamate la
convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali selvatiche minacciate di estinzione, sottoscritta a Washington il 3 marzo 1973
e successive modifiche, ratificata ai
sensi della legge 19 dicembre 1975,
n. 874 e dal regolamente (CE) n.
338/97 del consiglio del 9 dicembre
1996 relativo alla protezione di specie
della flora e della fauna selvatiche.
la legge regionale 17 febbraio 2005,
n. 6 Disciplina della formazione e
della gestione del sistema regionale
delle aree naturali protette e dei siti
della rete natura 2000
Il provvedimento legislativo tiene conto
degli obiettivi per l’ambiente e la diversità biologica fissati dalla Convenzione
relativa alla biodiversità, firmata a Rio
De Janeiro il 5 giugno 1992, ratificata
ai sensi della legge 14 febbraio 1994
n. 124, dei programmi comunitari di
azione in materia ambientale, delle
direttive comunitarie 79/409/CEE del
consiglio, del 2 aprile 1979, relativa
alla conservazione degli uccelli selvatici
e 92/43/CEE del consiglio, del 21
maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche e
loro recepimento nazionale.
la legge regionale 17 febbraio 2005,
n. 9 Istituzione del garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza.
Viene istituito il Garante per l’infanzia
e l’adolescenza al fine di assicurare la
piena attuazione di tutti i diritti riconosciuti ai bambini e alle bambine, ai
ragazzi e alle ragazze presenti sul territorio regionale. Il garante deve anche
vigilare sull’applicazione nel territorio
regionale della convenzione sui diritti
del fanciullo del 20 novembre 1989,
resa esecutiva con legge 27 maggio
1991 n. 176 ( ratifica ed esecuzione
della convenzione sui diritti del fanciullo fatta a New York il 20 novembre
1989 e delle altre convenzioni internazionali ed europee.
la legge regionale 21 febbraio 2005,
n. 10 Istituzione del Parco regionale
della Vena del Gesso Romagnola.
Le finalità istitutive del parco sono la
conservazione, la riqualificazione e la
valorizzazione dell’ambiente naturale e
del paesaggio, delle specie floristiche e
faunistiche con particolare riferimento
agli elementi tutelati dalle direttive
comunitarie 79/409/CEE del consiglio, del 2 aprile 1979 relativa alla
conservazione degli uccelli selvatici e
92/43/CEE del consiglio del 21 maggio 1992, relativi alla conservazione
degli habitat naturali e seminaturali.
la legge regionale 31 marzo 2005,
n. 13 Statuto della Regione Emilia
Romagna
che è stata in precedenza esaminata
con riferimento alle innovazioni introdotte sotto il profilo del diritto comunitario.
La legge regionale 29 settembre
2005, n. 18 Partecipazione della
Regione Emilia Romagna alla costituzione dell’Associazione Collegio di
Cina – Centro per la cooperazione
con la Cina sulla ricerca, formazione,
cultura e sviluppo d’impresa.
Il provvedimento in esame si inserisce
nel contesto del consolidamento di una
strategia di internazionalizzazione delle
attività produttive.
7.3 AIUTI DI
STATO/AIUTI A
FINALITÀ
REGIONALE1
L’articolo 87, paragrafo 1, del Trattato
dell’Unione Europea stabilisce che
“salvo deroghe contemplate dal
Trattato sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano
sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti
concessi dagli Stati, ovvero mediante
risorse statali, sotto qualsiasi forma
che, favorendo talune imprese o talune
produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza”.
Ogni aiuto di Stato, nazionale e/o
regionale, che risponda ai criteri sopra
indicati è, in linea di principio, incompatibile con il mercato comune.
Tuttavia i paragrafi 2 e 3 dello stesso
articolo 87 specificano le ipotesi in cui,
in deroga al principio generale, gli aiuti
di Stato possono essere considerati
ammissibili. Al riguardo sono individuabili tre principali categorie di deroghe,
per le quali occorre ottenere l’esito
positivo dell’esame di compatibilità:
1
Per approfondimenti si richiama il fascicolo
allegato al Sesto Eurorapporto “La Regione e
l’Unione europea: gli aiuti di Stato –
Vademecum per gli operatori pubblici”.
152
aiuti a finalità regionale, norme orizzontali, norme settoriali.
Gli aiuti di Stato a finalità regionale
hanno come obiettivo lo sviluppo di
regioni sfavorite e si distinguono dalle
altre categorie di aiuti pubblici perché:
– destinati a favorire lo sviluppo di
regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una
grave forma di sottoccupazione
(art.87.3.a)
o
– destinati ad agevolare lo sviluppo di
talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le
condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse (art.87.3.c).
Con decisione C(2000) 2752 del 20
settembre 2000 la Commissione ha
approvato la Carta degli aiuti a finalità regionale per il periodo 20002006 che prevede, per l’Italia, di
attuare la deroga 87.3.a alle regioni
meridionali italiane (Calabria, Puglia,
Campania, Basilicata, Sardegna;
Sicilia) e di attuare la deroga 87.3.c a
una parte di territori delle regioni del
centro-nord.
Per la regione Emilia-Romagna le aree
oggetto di deroga, ai sensi dell’art.
87.3.c e fino al 31 dicembre 2006,
fanno riferimento ai seguenti Comuni:
NONOEURORAPPORTO
tutto il territorio comunale di:
Formignana (FE); Migliarino (FE),
Migliaro (FE), Ostellato (FE), Tresigallo
(FE);
parte del territorio comunale di:
Comacchio (FE), Copparo (FE),
Ferrara, Ro (FE), Ravenna.
Tutte le aree emiliano-romagnole individuate sono anche aree eligibili ai sensi
dell’obiettivo 2 dei Fondi strutturali.
2
Nel marzo 2006 sono stati pubblicati
nuovi Orientamenti in materia di aiuti
di Stato a finalità regionale validi per il
periodo 2007-2013.
Secondo i nuovi orientamenti, la percentuale totale dei beneficiari di aiuti di
Stato a finalità regionale è stabilita al
43,1% della popolazione dell’Ue-25
(nessun Stato membro perderà più del
50% di quanto gli è concesso nell’attuale periodo).
Sono previste disposizioni di transizione fino al 2010 per le regioni che subiranno le massime riduzioni dei tassi di
aiuto e fino al 2008 per le regioni che
non saranno più ammissibili in base ai
nuovi orientamenti.
deroga, una nuova formula di aiuti,
intesi a promuovere la costituzione di
imprese e si applicherà alle fasi di
avvio e di espansione di piccole imprese per i primi cinque anni di attività.
La revisione della politica
comunitaria in materia
di aiuti di Stato
Nel 2005 la Commissione europea ha
proposto il “Piano di azione nel settore
degli aiuti di Stato - Aiuti di Stato meno
numerosi e più mirati: itinerario di riforma degli aiuti di Stato 2005-2009” al
fine di avviare le consultazioni con gli
Stati membri e giungere a una riforma
complessiva della politica degli aiuti di
Stato. L’obiettivo è garantire agli Stati
membri un quadro chiaro e prevedibile,
che consenta loro di concedere aiuti di
Stato volti al conseguimento degli obiettivi della strategia di Lisbona.
Il piano d’azione ne illustra gli orientamenti che saranno applicati ai diversi
strumenti di attuazione:
Nelle zone in deroga, i tassi degli aiuti
potranno essere aumentati del 20% se
concessi a piccole imprese e del 10%
se concessi a medie imprese.
䡵 Aiuti di Stato meno numerosi e
più mirati: per orientare gli aiuti di
Stato verso le attività che i mercati non
sono disposti a finanziare o verso attività che contribuiscono alla crescita,
alla competitività o alla creazione di
posti di lavoro a lungo termine.
Sarà inoltre consentita, nelle aree in
䡵
Un approccio economico più pre-
ciso: per valutare più attentamente gli
aiuti a chiarire le ragioni per le quali,
senza l’intervento pubblico, il mercato
non riesca a giungere a risultati ottimali o genera disuguaglianze sociali o
regionali che occorre correggere
䡵 Procedure più efficaci, una migliore attuazione, una maggiore prevedibilità e un’accresciuta trasparenza: con l’estensione del campo d’applicazione delle esenzioni per categoria,
la riduzione del numero degli aiuti soggetti a notificazione, l’accelerazione
delle decisioni, norme procedurali adeguate ad un’Unione europea allargata.
䡵 La ripartizione delle responsabilità tra Commissione e Stati membri:
che dovranno impegnarsi a notificare
tutti gli aiuti previsti e a rispettare la
normativa prevista.
Il Piano di azione chiede agli Stati
membri di concentrare gli aiuti pubblici
sul raggiungimento degli obiettivi della
strategia di Lisbona. Otto sono i settori
prioritari evidenziati:
䡵 innovazione e attività di ricerca e
sviluppo (R&S);
䡵 stimolare lo spirito imprenditoriale e creare un contesto migliore
per le imprese, creazione di imprese,
investimenti in capitale di rischio;
2
Orientamenti 2006/C54/08 della
Commissione europea del 4 marzo 2006.
NONOEURORAPPORTO
䡵
153
investimenti nel capitale umano;
䡵 servizi di interesse economico
generale (SIEG): gli aiuti dovranno
consentire lo svolgimento della missione di servizio pubblico, contribuendo in
tal modo ad accrescere l’efficienza e la
qualità dei servizi di interesse economico generale;
䡵 semplificazione e codificazione
normativa;
䡵 politica mirata degli aiuti regionali
incoraggiare un futuro ecologicamente sostenibile;
䡵
䡵 creazione di infrastrutture
moderne nel settore dei trasporti,
dell’energia, dell’informazione e
della comunicazione: le norme sugli
aiuti di Stato dovranno tenere conto
dell’importanza crescente del partenariato pubblico-privato.
Oltre alla pubblicazione degli
Orientamenti in materia di aiuti di
Stato a finalità regionale 2007-2013,
dal 2005 ad oggi, sono usciti diversi
documenti di consultazioni e successive
bozze di regolamenti relativi agli aiuti
di Stato all’innovazione, al “de minimis”, all’esenzione per gli aiuti a finalità regionale a favore degli investimenti
e al settore agricolo.
7.4. LE
NOTIFICHE
EFFETTUATE
DALLA REGIONE
EMILIAROMAGNA NEL
2005
La legge regionale 6 settembre 1993,
n.32 “Norme per la disciplina del procedimento amministrativo e del diritto
di accesso” disciplina in modo puntuale, all’articolo 28, la comunicazione
all’autorità comunitaria ed utilizza la
cosiddetta “clausola di sospensione dell’efficacia” prevedendo che l’efficacia
delle misure di aiuto sia subordinata
alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale della decisione favorevole
della Commissione.
Operativamente la notifica formale è
effettuata a cura del Servizio Politiche
Europee e Relazioni Internazionali della
Direzione Generale Programmi e Intese,
Relazioni europee e Cooperazione internazionale su segnalazione della
Direzione Generale competente del
provvedimento oggetto di notifica. Nel
dicembre 2005 sono stati inoltrati due
provvedimenti, registrati però dalla
Commissione nel 2006, elencati nella
tabella unitamente alla data di notifica,
il numero di codice comunitario e l’esito dell’esame di compatibilità.
Titolo del provvedimento
Modifica della l.r. 12 dicembre 1997
n. 43 sugli interventi a favore delle
forme collettive di garanzia nel settore
agricolo. Abrogazione della l.r. 37/95
(deliberazione 316/2003)*
Progetto di legge “Pubblicità e
Promozione delle produzioni
agroalimentari di qualità
(BURER n. 315 del 01.10.2004)
Piano operativo regionale per
l’attuazione di interventi finalizzati alla
prevenzioneed al sostegno del settore
ovino colpito da encefalopatie
spongiformitrasmissibili TSE Scrapie ovina
(deliberazione 1786/2005)
L.R. 20/2001 concernente
provvedimenti in favore aziende colpite
da BSE. Definizione criteri e modalità
di calcoloindennizzo per fermo di impresa
e procedure di concessione per il settore
bovino da carne
(deliberazione 1785/2005)
codice
comun
data di
notifica
esito
N 222/A/2003
22/05/2003
esito positivo
C(2006) 3067
del 28.06.2006
N 577/2004
07/12/2004
ritirata**
N 71/2006
18/01/2006
esame in corso
N 101/2006
07/02/2006
esito positivo
C(2006) 4239
del 18.09.2006
* la notifica è stata sdoppiata in due fascicoli: A “garanzie che comportano un elemento
di aiuto di Stato” e B “garanzie che non comportano elementi di aiuto di Stato”
** la notifica è stata ritirata con lettera prot. APG/PGR/06/2862 del 3 febbraio 2006
SERVIZI DI INFORMAZIONE EUROPEA
SUL TERRITORIO REGIONALE
8
NONOEURORAPPORTO
8.1
L’INFORMAZIONE
EUROPEA DELLA
REGIONE
EMILIAROMAGNA
www.spazioeuropa.it
Spazio Europa, è il portale della
Regione Emilia-Romagna, che rende
visibile tutto ciò che parla di Europa
nella amministrazione regionale e cosa
è l’Europa: non solo i finanziamenti
comunitari, ma anche l’informazione
sulla politica comunitaria in primo
luogo, con news quotidiane a cura
delle redazioni di Bologna, Bruxelles e
Roma dell’agenzia giornalistica Ansa.
L’agenda dà conto di tutti gli appuntamenti in Emilia-Romagna e in Europa,
legati alle tematiche europee e di stretto interesse per il territorio regionale.
http://www.regione.
emilia-romagna.it/infoagenda2000/
InfoAgenda2000 - Fondi strutturali
UE in Emilia-Romagna, è la pagina
predisposta dal Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali per orientare le informazioni su come si stanno
attuando i diversi programmi previsti
da Agenda 2000 con i link ai siti creati
dalle singole direzioni regionali competenti per la loro gestione ed attuazione.
Ampio spazio è dedicato alla Iniziativa
Interreg III, suddiviso nei diversi programmi a cui partecipa la Regione
Emilia-Romagna: III A TransfrontalieroAdriatico, III B area Cadses, III B area
Medocc, III C e Interact.
Sono reperibili, inoltre, informazione e
documenti relativi agli Aiuti di Stato e
alla politica di coesione 2007/2013.
www.form-azione.it/form_azione.htm
www.ermesimprese.it/finanziamenti/
obiettivo2/index.htm
Form-Azione e Obiettivo 2 sono i siti
gestiti rispettivamente dalla Direzione
Generale “Formazione, Cultura e
Lavoro” e “Attività produttive,
Commercio e Turismo” che forniscono
le informazioni specifiche relative ai
bandi e alla gestione del Programma
Operativo Regionale obiettivo 3 e al
Docup obiettivo 2.
157
http://sitovecchio.europafacile.net/
Cooperazione/menu.asp
Cooperazione internazionale, costituisce una sezione di Europafacile, ma
possiede sistemi di ricerca autonomi
consentendo di recuperare informazioni
sulle opportunità di finanziamento
comunitarie relative all’internazionalizzazione. le opportunità di finanziamento con le principali modalità di accesso,
oltre alle strutture comunitarie di riferimento.
http://www.europafacile.net/
twinning/index-in.asp
http://www.europafacile.net
Europafacile – Sito Internet sulle politiche e sui finanziamenti dell’Unione
Europea consente di ottenere informazioni sulle politiche e i programmi
dell’Unione Europea attraverso sistemi
di ricerca guidati o in base a parole
chiave. Il Glossario, raccolta degli acronimi più utilizzati all’interno dei programmi e delle politiche comunitarie, è
finalizzato a facilitare la lettura e la
comprensione di tutte le altre sezioni.
Spazio twinning è una sezione specifica di europafacile sulle politiche ed i
finanziamenti comunitari dedicata ai
gemellaggi amministrativi, viene
aggiornato quotidianamente a cura del
Servizio Politiche Europee e Relazioni
Internazionali. Oltre alla normativa
twinning è possibile avere informazioni
relative ai bandi e alle aree caratteristiche specifiche dei gemellaggi amministrativi di ciascuna area (PHARE,
CARDS E TACIS).
NONOEURORAPPORTO
158
Infomail - Strumento informativo personalizzato per l’aggiornamento
costante sullo stato di elaborazione e
attuazione delle politiche dell’Unione
europea. Il servizio viene erogato settimanalmente tramite posta elettronica
ai vari settori dell’Amministrazione.
Grazie ad un collegamento tra parolechiave consente di inviare informazioni
mirate, relative a documenti ufficiali
pubblicati sulla Gazzetta delle
Comunità europee, documenti preparatori, calendari di eventi (convegni,
seminari, incontri, fiere, etc.).
ma anche per offrire un punto di riferimento per i cittadini che sempre più
spesso si rivolgono all’istituzione regionale per problematiche che richiedono
una specifica professionalità nella ricerca di documentazione di fonte europea.
L’intera struttura, comprendente la
Biblioteca, Il Centro documentazione
Europa e la Videoteca regionale, ha
ottenuto nel luglio 2004 la certificazione del sistema di gestione per la qualità basato sulle norme UNI EN ISO
9001:2000.
Il CDE, dispone di un catalogo multimediale, consultabile anche attraverso
Internet. Il catalogo monografico è consultabile anche sull’indice SBN
(Servizio Bibliotecario Nazionale),
mentre il catalogo periodici è consultabile anche su ACNP (Catalogo italiano
dei periodici).
8.1.1 Il “Centro
Documentazione Europa”
della Biblioteca
dell’Assemblea Legislativa
della Regione
Emilia-Romagna
Il CDE è aperto al pubblico dal lunedì al
Il Centro Documentazione Europa
(CDE) dell’Assemblea Legislativa della
Regione Emilia-Romagna è stato inaugurato nel gennaio del 1999 come
sezione specializzata della Biblioteca
del Consiglio.
Questo Centro è nato per rispondere
alle nuove esigenze di documentazione
e informazione sulle tematiche relative
all’Unione europea dei Consiglieri regionali, e dei frequentatori della Biblioteca
venerdì compreso ed offre i seguenti
servizi di base:
europeo; Statistiche dell’Eurostat; circa
200 monografie edite dall’Unione europea e su tematiche europee, oltre 100
periodici editi dall’Unione europea e su
tematiche europee
䡵 Messa a disposizione di tre postazioni internet a libero accesso di cui
una con posta elettronica;
䡵 Servizio di ricerca su banche dati
(Cd-rom, Banche dati on line e
Internet) autonomamente o guidati dall’assistenza di personale qualificato;
䡵 Servizio di ricerca sulle banche dati
su richiesta per ricerche di particolare
complessità (anche a distanza);
䡵 Disponibilità di materiale divulgativo dell’Unione europea in distribuzione
gratuita;
䡵 Attività di segnalazione di provvedimenti di particolare interesse presso un
indirizzario mirato e realizzazione di
Dossier di documentazione.
䡵
Il CDE cura le seguenti pubblicazioni
periodiche:
䡵 Servizio di diffusione e conoscenza
dell’attività e delle iniziative
dell’Unione europea attraverso la consultazione delle Gazzette Ufficiali
dell’UE serie L, C, CA e S; Documenti
preparatori; Relazioni del Parlamento
1. “I diari dell’Europa”, periodico
sulle principali politiche dell’Unione
europea, che raccoglie al suo interno
una cospicua rassegna dei principali
documenti prodotti dalle istituzioni
dell’UE. Questa pubblicazione dal
2002 è accessibile anche in rete in formato elettronico.
Servizio di quick reference sull’informazione ufficiale dell’Unione europea;
2. “Monitor Europa” , newsletter online che offre un approfondito monitoraggio sulle principali attività delle istituzioni europee con particolare attenzione alle attività del Parlamento e
della Commissione europea, del
Comitato delle Regioni e ad argomenti
di interesse locale e regionale. Monitor
Europa è in linea dal giugno 2002.
3. “Pacenews”, newsletter del portale “Pace & diritti umani”<www.paceediritti.it>
Il sito web della biblioteca e del CDE
sono stati completamente rinnovati nel
corso del 2004. Il Cde è raggiungibile
alla URL http://consiglio.regione.emilia-romagna.it/biblioteca/cde.htm,
dove, oltre alle informazioni sulla sede,
i contatti e le collezioni disponibili, è
possibile trovare collegamenti ai servizi
offerti dal Centro e richiedere direttamente informazioni e ricerche specialistiche.
Il Cde collabora al progetto poliennale
“L’Europa da scuola a scuola “, progetto di promozione della cultura europeista fra i giovani e costruzione di un
canale di ascolto per raccogliere la partecipazione e l’espressione dei giovani
sul futuro dell’Europa.
Il CDE inoltre svolge un ruolo di coordinamento nella realizzazione del progetto “Pace e diritti umani”, percorso
interistituzionale di raccordo con le istituzioni locali e il mondo associativo per
la costruzione di una rete in materia di
NONOEURORAPPORTO
cooperazione, cultura di pace, integrazione multietnica, promozione dei diritti umani e della solidarietà fra i popoli
attraverso il quale si è dato vita nel
2005 al portale “Pace & diritti umani”
Entrambi i progetti sono realizzati in
partenariato con la Giunta regionale e
altri soggetti istituzionali della regione
e l’Assemblea Legislativa della Regione
Emilia Romagna svolge funzioni di
capofila.
8.2 SERVIZI
INFORMATIVI
DELL’UNIONE
EUROPEA
PRESENTI IN
EMILIA-ROMAGNA
Rete d’informazione EUROPE DIRECT
Ai servizi del Centro si può accedere:
Visitando il Centro Documentazione
Europa dell’Assemblea Legislativa della
Regione Emilia Romagna - Viale Aldo
Moro, 36 - 40127 Bologna
䡵
䡵 Telefonando al numero telefonico:
051. 6395122 - Fax 051. 6395123
䡵 Tramite INTERNET: http://consiglio.regione.emilia-romagna.it/biblioteca/cde.htm
䡵 Inviando un messaggio al seguente
indirizzo E-mail: cdecons@regione.
emilia-romagna.it
Dal 1° maggio 2005 chiunque cerchi
informazioni sull’Unione europea può
avvalersi di una nuova Rete d’informazione chiamata EUROPE DIRECT, con
oltre 400 Antenne disseminate per le
città e le zone rurali dell’Unione europea allargata; essa raccoglie il testimone degli Info-Point Europa e dei
Carrefours europei che per anni hanno
fornito ai cittadini fatti e cifre delle politiche europee.
Complessivamente sono 39 le Antenne
individuate in Italia e, per quanto
riguarda l’Emilia-Romagna, sono stati
selezionati il Carrefour europeo Emilia,
il Carrefour europeo Romagna e l’Info
Point di Modena.
Con “EUROPE DIRECT” vengono semplificati i circuiti d’informazione della
Commissione europea, infatti le
Antenne offrono un servizio adatto alle
esigenze locali, grazie al quale i cittadini possono ottenere informazioni, con-
sulenza, assistenza e risposte a domande sulla legislazione, le politiche, i programmi, i regimi e le possibilità di
finanziamento dell’Unione europea. In
pratica sono i punti di contatto della
Commissione europea a livello locale.
Antenna EUROPE DIRECT - Carrefour
europeo Emilia 1
Attività principale dell’Antenna EUROPE
DIRECT - Carrefour europeo Emilia è
lo sportello pubblico a disposizione di
utenti, intesi come singoli cittadini, ma
anche imprese, associazioni, cooperative, enti pubblici, scuole, mondo del
volontariato e della ricerca, professionisti, centri di formazione, associazioni di
categoria, agricoltori, studenti e insegnanti, che possono accedere al centro
per cercare informazioni sulle principali
tematiche di pertinenza dell’Unione
europea. A disposizione del pubblico è
il centro di documentazione allestito
presso la sede di EUROPE DIRECT Carrefour europeo Emilia, ove è possibile reperire tutta la normativa comunitaria dal 1957 in poi, nonché opuscoli
informativi, riviste, periodici, monografie pubblicate dalle Istituzioni comunitarie. L’attività informativa è completata
dalla pubblicazione e diffusione del
quindicinale d’informazione europea IN
DIRETTA DALL’UNIONE EUROPEA, dalla collaborazione con la rivista Agricoltura
dell’Assessorato regionale Agricoltura
159
(attraverso la rubrica “Qui Europa”),
nonché dall’aggiornamento delle pagine del sito Internet di EUROPE DIRECT Carrefour europeo Emilia, il cui indirizzo è http://carrefouremilia.crpa.it.
Segnaliamo in particolare le news quotidiane di L’EUROPA IN DIRETTA … CON I
GIOVANI e L’EUROPA IN DIRETTA … CON GLI
AGRICOLTORI.
Oltre all’informazione sulle tematiche
europee, EUROPE DIRECT - Carrefour
europeo Emilia offre servizi di orientamento, consulenza e assistenza tecnica
in risposta ai bisogni specifici del singolo utente e, in alcuni casi, convenzioni
mirate per la prestazione di servizi continuativi. Vengono abitualmente svolte
attività di assistenza nell’individuazione
di linee di finanziamento comunitarie,
consulenza nella presentazione di progetti europei, ricerca di partners per iniziative comuni, organizzazione e realizzazione di seminari, eventi, viaggi di
studio e lavoro, nonché moduli formativi per varie tipologie d’utenti.
Notevole importanza ha rivestito,
anche per il 2005, l’attività del
Laboratorio Europa, attuato in collaborazione con Comune e Centro Servizi
Amministrativi (ex-Provveditorato agli
1
A cura di Carla Cavallini - Europe Direct
Carrefour europeo Emilia
NONOEURORAPPORTO
160
Studi) di Reggio Emilia, struttura unica
nel suo genere in Europa dedicata al
mondo della scuola, con la quale si
cerca di diffondere quotidianamente fra
alunni e studenti (2.993 nell’anno scolastico 2004/2005) lo spirito di comune appartenenza all’Unione europea.
Confermata la partecipazione di EUROPE DIRECT - Carrefour europeo Emilia
alla Rete europea Eurodesk, network
cofinanziato dalla Commissione europea, Direzione Generale Istruzione e
cultura, specializzato nei programmi
dell’Unione europea e del Consiglio
d’Europa dedicati ai giovani e agli operatori del settore giovanile.
A partire dal 2004 EUROPE DIRECT Carrefour europeo Emilia è membro di
EPICOR, Rete di corrispondenti d’informazione del Parlamento europeo e
inoltre fa parte della rete RE.E.Vol. Reggio Europa Volontariato, costituita
su iniziativa del Centro di Servizio per
il Volontariato Dar Voce in collaborazione con altri enti no-profit, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione di
giovani e organizzazioni del territorio
della provincia di Reggio Emilia, al
Servizio Volontario Europeo (SVE). In
particolare l’attività della rete RE.E.Vol.
è centrata sull’invio di volontari presso
enti di altri paesi.
L’Antenna EUROPE DIRECT - Carrefour
europeo Emilia è inoltre membro della
Rete SOLVIT e della Comunità degli
informatori comunitari istituita a livello
nazionale dal FORMEZ.
Riportiamo un breve quadro delle attività, attuate nel 2005:
L’attività di informazione di EUROPE
DIRECT - Carrefour europeo Emilia nel
corso del 2005 si è caratterizzata
attraverso i seguenti dati, relativi al
servizio di sportello pubblico:
䡵
3.715 visitatori al centro
䡵
8.350 richieste telefoniche
䡵
680 richieste scritte
Il centro distribuisce quindicinalmente
news a 4.150 utenti e una volta al
mese a 90.000, oltre ai vari altri contributi alla stampa, specializzata e non,
alla radio e alla TV non quantificabili in
termini di pubblico raggiunto. Il sito
internet dell’Antenna EUROPE DIRECT Carrefour europeo Emilia è stato visitato da 61.875 utenti nel corso del
2005.
Sono stati organizzati direttamente
e/o animato, sui diversi aspetti dell’integrazione europea, 39 eventi (tra
seminari, convegni e tavole rotonde)
cui hanno partecipato 3.059 persone,
145 giornate informative e formative
per un totale di 3.492 partecipanti.
Ha partecipato a 3 manifestazioni fieri-
stiche, mentre un altro centinaio di
utenti sono stati coinvolti in attività
sempre a carattere informativo, in particolare attraverso l’organizzazione di
viaggi di studio e di lavoro nell’UE e
l’ospitalità di delegazioni da altri paesi
UE e candidati.
L’attività con i media nel corso dell’anno 2005 di EUROPE DIRECT - Carrefour
europeo Emilia si è tradotta nella pubblicazione di 14 articoli sulla stampa
locale e regionale, 4 sulla stampa
nazionale, 20 interventi radiofonici e
televisivi su emittenti locali e regionali
e 1 su emittenti a livello internazionale
(BBC 4) in forma di intervista o attraverso servizi dedicati al Centro nello
specifico; in particolare in occasione
delle principali iniziative organizzate
dall’Antenna.
Antenna EUROPE DIRECT - Carrefour
europeo Romagna 2
Storicamente è il centro di informazione per i cittadini più vecchio della
nostra regione se non d’Italia. Da sempre al passo con l’evoluzione
dell’Unione Europea oggi il Carrefour
Europeo Romagna è membro della rete
Europe Direct che dal 2005 raggruppa i
centri di informazione riconosciuti dalla
Commissione Europea per i cittadini.
Sorto nel 1989 a Villa San Martino di
Lugo, da allora opera sul territorio regio-
nale a favore dei cittadini dei territori
rurali siano essi privati o soggetti socioeconomici: imprese, cooperative, associazioni, enti pubblici, scuole, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori, studenti e insegnanti. Presso la
sede è disponibile un centro di documentazione ove reperire normativa comunitaria e materiale documentario - opuscoli
informativi, riviste, periodici, monografie
pubblicate dalle Istituzioni comunitarie su
formato cartaceo VHS, CD-Rom e DVD.
Le principali aree di intervento sono
riconducibili a due: una di informazione
in senso stretto e una funzione di “animazione”. La prima si concretizza nella
produzione di informazioni su temi e
argomenti comunitari che interessano il
territorio e in risposta a quesiti diretti
degli utenti. La divulgazione avviene
principalmente attraverso pubblicazioni
– la newsletter quindicinale “Europa e
Dintorni”, la rubrica “Politiche
Comunitarie” all’interno della rivista
Agricoltura dell’Assessorato regionale
Agricoltura - e la gestione di un sito
internet - www.carrefour-romagna.it costantemente aggiornato, all’interno
del quale è possibile reperire e scaricare – tutte le notizie e i documenti pubblicati su carta, ma anche tutto ciò che
per questioni di tempo non riesce ad
andare in stampa.
2
A cura di Monica Visentin - Europe Direct
Carrefour europeo Romagna
NONOEURORAPPORTO
La seconda è la cosiddetta ’“animazione” ovvero l’insieme dei servizi di consulenza e assistenza tecnica erogati
agli utenti in risposta ad esigenze specifiche. Si tratta insomma di un insieme di servizi di supporto tesi a favorire
la conoscenza dell’Unione Europea
delle sue politiche e delle opportunità
che mette in campo; a titolo esemplificativo si va dalla ricerca finanziamenti
in relazione a progetti, all’assistenza
tecnica per la partecipazione e la progettazione alle ricerche partners in
Italia e all’estero ma anche alla progettazione e realizzazione di iniziative e
organizzazione di giornate informative,
seminari e convegni su temi comunitari. Infine il Carrefour Romagna collabora inoltre con la propria struttura ospite
e i centri di formazione del territorio
per la progettazione di attività formative nonché moduli formativi per varie
tipologie d’utenti.
Particolarmente efficace l’attività di
rete del Centro ossia l’intensa attività
di relazione e collaborazione con le
Istituzioni europee di riferimento Commissione Europea, Parlamento
Europeo, Comitato Economico e Sociale
e relative Rappresentanze in Italia – e
con le reti ufficiali dell’Unione Europea
– la rete nazionali ed Europei
Carrefours, con altre reti ufficiali
dell’Unione Europea - Eurosportelli
(EIC), Team Europe propria dei centri
riconosciuti dalla Commissione Europea.
Nel corso del 2005 sono state realizza-
te diverse visite di studio in altri Paesi
europei grazie alla collaborazione dei
centri della rete Europe Direct; inoltre
particolarmente significativa è stata la
collaborazione con la Provincia di
Ravenna per l’organizzazione del convegno internazionale dal titolo “La
nuova politica di coesione cooperazione
e competitività fra territori europei” sui
nuovi obiettivi dell’Unione Europea per
il prossimo periodo di programmazione
2007-2013.
8.2.1 Altri centri europei
d’informazione
Il Carrefour ha inoltre partecipato ad
alcune manifestazioni fieristiche di rilevanza nazionale (fra cui la Fieragricola
di Verona e il Compa di Bologna) e agli
incontri di rete promossi dalla
Rappresentanza in Italia della
Commissione Europea e dalla
Commissione stessa a Bruxelles.
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel.051 659 89 22
Fax 051 659 84 32
e-mail
[email protected]
I numeri dell’attività continuano ad
essere positivi ed in crescita come testimoniano i rilevamenti delle richieste
dirette e degli accessi al sito internet.
La mailing list di “Europa e Dintorni”
comprende oltre 700 destinatari oltre
ad essere scaricabile dal sito internet
del Carrefour Romagna.
La rivista Agricoltura ha una tiratura di
oltre 70.000 copie ed è distribuita su
tutto il territorio regionale.
Oltre alle tre Antenne Europe Direct, sul
territorio regionale sono numerosi i
punti di informazione, qui elencati per
provincia, attivati nell’ambito di specifiche azioni e/o programmi europei o su
iniziativa diretta di alcune Direzioni
Generali della Commissione europea
BOLOGNA
EUROSPORTELLO Euro Info Centre IT
355
Associazione industriali
Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna
Tel. 051 52 96 48
fax 051 29 13 448
e-mail: [email protected]
http://www.assibo.it/assibo/circolar
nsf/siteweb/5.4
EUROSPORTELLO Euro Info Centre IT
369
Comitato Impresa Donna
Viale Aldo Moro, 22 - 40127 Bologna
Tel 051 609 94 73
fax 051 609 94 74
e-mail: [email protected]
http://www.cid.er.cna.it
161
CDE Centro di documentazione europea
Università di Bologna
Dipartimento Scienze giuridiche “A.
Cicu” – Via Zamboni, 27-29
40126 Bologna
Tel. 051 20 99 627
fax 051 20 99 624
e-mail: [email protected]
http://www.jus.unibo.it/cde
Eurodesk IT 011
Comune di Pianoro - Centro civico
Via Andrea Costa, 66
40067 Rastignano
Tel. 051 65 29 184
Fax 051 65 29 156
e-mail: [email protected]
EURES: EURopean Public
Employment Services
Provincia di Bologna – Servizio Lavoro
Via del Borgo di S. Pietro, 90 G 40126 Bologna
Tel. 051 65 98 976
Fax 051 65 98 593
e-mail:
[email protected]
Organizzazioni per la Promozione
delle Tecnologie Energetiche OPET
SEED
c/o ASTER
Via Gobetti, 101 - 40129 Bologna
Tel 051 63 98 099
fax 051 63 98 131
e-mail: [email protected]
http://www.aster.it/opet/
162
NONOEURORAPPORTO
tel. Numero verde 800375515
fax 051 68 43309
e-mail:
[email protected]
http://www.comune.cento.fe.it/
puntoeuropa/
tel. 0532 21 04 08
fax. 0532 20 24 88
e-mail: [email protected]
http://www.eurodesk.it/rete.htm
www.comune.fe.it/giovani/index.htm
Agenzia per la Promozione della
Ricerca Europea
Sportello APRE Emilia-Romagna
c/o Aster
Via Gobetti, 101 - 40129 BO
Tel 051 63 98 099
e-mail: [email protected]
http://first.aster.it/sportello.apre.htm
CDE Centro di documentazione europea
Università di Ferrara
Corso Ercole I d’Este, 44
44100 Ferrara
Tel. 0532 29 19 60
fax 0532 20 21 02
e-mail: [email protected]
http://cde.economia.unife.it
Obiettivo 2 –Referente provinciale
Tel. 0543 71 43 54
Fax 0543 21 465
e-mail
[email protected]
Punto Europa
Via Mazzini, 14 - 40026 Imola (BO)
Tel. 0542 60 21 41
Fax 0542 60 23 10
e-mail:
[email protected]
http://www.comune.imola.bo.it/
vivere/puntoeuropa
EUROSPORTELLO Relay dell’EIC.IT 369
CCIAA Ufficio Estero
Via Darsena, 79 – 44100 Ferrara
Tel. 0532 78 38 06-12
fax 0532 78 38 14
e-mail: [email protected]
http://www.fe.camcom.it
Innovation Relay Centre IRC IRENE
c/o ENEA
Via don Fiammelli, 2 - 40129 Bologna
Tel 051 60 98 321
fax 051 60 98 084
e-mail: [email protected]
http://www.irc-irene.org/
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel. 0532 29 92 37-74
Fax 0532 29 92 84
e-mail [email protected]
e-mial [email protected]
EURES
Centro per l’Impiego di Ferrara
via Cairoli, 30 - 44100 Ferrara
Tel 0532 29 98 17 - 31
Fax 0532 29 98 22
referenti [email protected]
[email protected]
Punto Europa di Cento
c/o URP Comune
Corso Guercino, 41
44042 Cento (FE)
EURODESK IT 028
Comune di Ferrara Informagiovani
via Alberto Lollio, 15
44100 FERRARA
FERRARA
FORLì-CESENA
Antenna Europa Appennino Forlivese
c/o Castello di Civitella di Romagna (FC)
Tel. 0543 983168
Fax 0543 984182
e-mail: [email protected]
Bureau de Rapprochement des
Entreprises
Cise - Centro per l’innovazione e lo sviluppo economico - Azienda speciale
CCIAA
Corso della Repubblica, 5 – 47100 Forlì
Tel. 0543 38 211 fax 0543 38 219
e-mail: [email protected]
http://www.ciseonweb.it/index.jsp
Punto Europa di Forli
Palazzo Orsi Mangelli
Corso A. Diaz, 45 – 47100 Forli
Tel. 0543 37 48 07
Fax 0543 37 48 08
e-mail. [email protected]
http:// www.puntoeuropa.it
EURES
Provincia di Forlì-Cesena
servizio politiche del lavoro
Piazza Morgagni, 9 - 47100 Forli
tel . 0543 71 44 41
Fax 0543 21 969
Referente: annalisa.valmori@
provincia.forli-cesena.it
EURODESK IT 029
Coop. Kara Bobowski – Informagiovani
comunale
Via Fanelli, 2 - 47015 Modigliana
Tel. 0546 940259 Fax 0546 948668
e-mail: [email protected]
MODENA
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel. 059 209 811 - 812 - 817
Fax 059 209 80
e-mail [email protected]
[email protected]
[email protected]
Europe Direct - Info Point Europa
Piazza Grande, 17 - 41100 Modena
Tel. 059 20 32 602
fax 059 20 32 595
e-mail: [email protected]
http://ipeuropa/comune.modena.it
Punto Europa di Carpi
Via Berengario, 2/4
41012 Carpi (MO)
Tel. 059 64 92 57 fax 059 64 92 40
e-mail: [email protected]
http://www.carpidiem.it/html/
default/Il_Comune/Carpi_in_Europa/
Punto_Europa/
NONOEURORAPPORTO
Punto Europa di Finale Emilia
c/o Informacittà
Piazza Verdi, 1/c
41043 Finale Emilia (MO)
Tel. 0535 788333
fax 0535 788130
e-mail:
[email protected]
Punto Europa di Formigine
c/o Villa Gandini
Via S. Antonio, 4
41043 Formigine (MO)
Tel. 059 41 63 55
e-mail: informagiovani@comune.
formigine.mo.it
Punto Europa di Maranello
C/o Informagiovani
Piazza Libertà, 33
41053 Maranello (MO)
Tel. 0536 24 00 10
fax 0536 94 22 63
e-mail: informagiovani@comune.
maranello.mo.it
EURES
Servizio Politiche del Lavoro Provincia
di Modena
Via delle Costellazioni, 180
41100 Modena
tel. 059 20 90 65 fax 059 20 90 70
email: [email protected]
Punto Europa di Vignola
c/o Informagiovani
Via Selmi 5 – 41058 Vignola (MO)
Tel. 059 76 43 65
e-mail: [email protected]
CDE Centro di documentazione europea
Università di Modena
Centro documentazione e ricerche sulle
CE
Via Università, 4 - 41100 Modena
Tel. 059 20 56 633 fax 059 230443
e-mail: [email protected]
http://www.giurisprudenza.unimo.it/
biblioteca/europe.htm
EUROSPORTELLO Relay dell’EIC IT
369
Promec Promozione Modena economica
Azienda speciale CCIAA
Via Ganaceto, 113 – 41100 Modena
Tel. 059 20 83 46 fax 059 20 85 20
e-mail: [email protected]
http://www.mo.camcom.it/promec
163
PARMA
PIACENZA
Obiettivo 2 –Referente provinciale
Tel.0521 354117
[email protected]
Obiettivo 2 –Referente provinciale
Tel.0523 79 53 46 - 79 54 44
Fax 0523 79 54 03
e-mail [email protected]
CDE Centro di documentazione europea
Collegio europeo di Parma
Borgo Lalatta, 14 – 43100 Parma
Tel. 0521 20 75 25
fax 0521 20 75 54
e-mail: [email protected]
EURES
Centro per l’impiego di Parma
Via Galvani 4/A - 43100 Parma
tel. 0521 95 17 16
fax 0521 95 17 16
referente:
[email protected]
EURODESK IT 082
Comune di Concordia - Ass.to Cultura, P.I.
Piazza della Repubblica 19
41033 Concordia Sulla Secchia
Tel. 0535 41 29 34
Fax 0535 41 29 12
e-mail: [email protected]
EUROSPORTELLO Relay dell’EIC IT
369
CCIAA
Via Verdi, 2/A – 43100 Parma
Tel. 0521 21024
fax 0521 233507
e-mail: [email protected]
SAVE Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile
Via Razzaboni, 80 - 41100 Modena
Tel. 059 407115 - fax 059 407118
e-mail:
[email protected]
http://www.aess-modena.it/
EURODESK IT 022
Consorzio IN&CO - Informagiovani
comunale
Via Melloni 1/B - 43100 Parma
Tel. 0521 21 87 49
Fax 0521 21 87 48
e-mail: [email protected]
Bureau de Rapprochement des
Entreprises
Asip - Camera di Commercio di
Piacenza
Ufficio commercio estero
Piazza Cavalli, 35 - 29100 Piacenza
Tel. 0523 386240
fax 0523 334367
e-mail: [email protected]
RAVENNA
Obiettivo2 – Referente provinciale
Tel. 0544 258 001 - 002
Fax 0544 258 013
e-mail [email protected]
Europe Direct - Carrefour Europeo
Romagna
c/o C.P.F.P.
Via M. Monti, 32 - 48100 Ravenna
Tel. 0544 450388
fax 0544 451788
e-mail: [email protected]
http://www.carrefour-romagna.eu
EURES
Servizi per l’impiego provincia di
Ravenna
Via della Lirica 21 - 48100 Ravenna
Tel. 0544 54 11 82
NONOEURORAPPORTO
164
Fax 0544 54 11 27
referente: [email protected]
e-mail: [email protected]
http://carrefouremilia.crpa.it
Eurosportello EIC IT 369
Azienda speciale SIDI Camera di
Commercio
Viale L.C. Farini, 14
48100 Ravenna
EUROSPORTELLO
CCIAA - IDD
Piazza della Vittoria, 1
42100 Reggio Emilia
Tel. 0522 796244
fax 0522 796300
e-mail: [email protected]
http://www.re.camcom.it/camcom/
camcom2.nsf
Tel. 0544 48 14 43
fax 0544 21 87 31
e-mail: [email protected]
http://www.ra.camcom.it/eurosportello
REGGIO EMILIA
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel. 0522 44 47 22
Fax 0522 44 47 40
e-mail [email protected]
Europe Direct - Carrefour Europeo
Emilia
Via Bolognesi, 2
42100 Reggio Emilia
Tel. 0522 278019
fax 0522 518956
e-mail: [email protected]
http://carrefouremilia.crpa.it
EURODESK IT 031
Europe Direct - Carrefour Europeo
Emilia
Via Bolognesi 2
42100 Regggio Emilia
Tel. 0522 278019
fax 0522 518956
RIMINI
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel.0541 71 62 75 - 71 63 24
Fax 0541 71 62 41
e-mail [email protected]
Punto Europa di Rimini
c/o Palazzo comunale
P.zza Cavour, 27 - 47027 Rimini
Tel. 0541 704156
fax 0541 704157
e-mail: [email protected]
EURES
Centro per l’Impiego di Bellaria
Piazzale Gramsci 4
Bellaria 47814 (RN)
Fax 0541 34 01 44
referente: [email protected]
EURODESK IT 030
Coop. Tana Libera Tutti - Informagiovani
comunale
Via Bergamo 2 - 47838 RICCIONE
Tel. 0541 64 49 20
0541 64 52 62
e-mail: [email protected]
EURES
Centro per l’impiego prov. di Rimini
Via Sacramora 196 - 47900 Rimini
Tel. 0541 35 86 11/19
Fax 0541 35 86 34/49
referenti
[email protected]
[email protected]
EUROSPORTELLO Relay dell’EIC IT
369
CCIAA
Via Sigismondo, 28 – 47027 Rimini
Tel. 0541 363733
fax 0541 363747
e-mail: [email protected]
EURES
Centro per l’impiego di Riccione
Viale Torino 19 - 47837 Riccione
Tel 0541 47 31 35
referente
[email protected]
8.3 SERVIZI
INFORMATIVI
DELL’UNIONE
EUROPEA
Diversi sono i servizi diretti dell’Unione
Europea per informare e comunicare
con i cittadini:
europa.eu.int è il portale dell’Unione
Europea, nato nel 1995 consente di
seguire l’attualità dell’Unione europea
e di ottenere informazioni di base sull’integrazione europea. L’utente può
inoltre accedere all’insieme dei testi
legislativi in vigore o in discussione, ai
siti di ciascuna istituzione nonché all’insieme delle politiche realizzate
dall’Unione europea in base alle competenze assegnatele dai trattati.
Europe by Satellite (EBS) è lo strumento televisivo delle istituzioni
dell’UE, diffonde nuovi notiziari quattro
volte al giorno a orari fissi (20% delle
trasmissioni) mentre il 40% di tutte le
tramissioni è dedicata ad una informazione completa dal vivo delle attività
delle istituzione, il resto del tempo è
occupato da documentari concernenti
questioni di attualità (15%) e da programmi preparati da canali partner.
Eurobarometro (EB) fornisce regolari
istantanee dell’opinione pubblica che
vengono utilizzate per preparare e
valutare le azioni di informazione
necessarie per il pubblico. Rassegne
stampa e Dispacci di agenzia.
NONOEURORAPPORTO
Esistono, inoltre, network e punti di
informazioni coordinati direttamente
dalla Commissione europea attraverso
la Direzione Generale Stampa e
Comunicazione:
CDE Centri di documentazione europea Attivi dal 1963, sono stati creati
con lo scopo di aiutare coloro che si
interessano al processo di integrazione
europea ad accedere alle pubblicazioni
della Comunità. Sono biblioteche e centri di documentazione, solitamente
insediati presso le Università, che raccolgono, catalogano e permettono la
consultazione al pubblico delle pubblicazioni dell’Ufficio delle pubblicazioni
ufficiali dell’Unione Europea.
http://www.tecis.be/edc.asp
http://europa.eu.int/comm/relays/
edc/index_en.htm
Team Europe Creato nel 1989 é il
gruppo di conferenzieri indipendenti
della Commissione europea e consta di
630 membri nei 25 Stati dell’Unione;
tale gruppo cui appartengono avvocati
esperti professori universitari ecc.
abbraccia tutti i settori di attività contemplati dalle politiche dell’Unione ed
opera in tutte le lingue di lavoro. Sono
incaricate dei contatti le
Rappresentanze della Commissione
negli Stati membri.
È possibile ottenere gli elenchi dei conferenzieri per ogni paese presso il coordinatore nazionale della Rappresentanza della Commissione europea dei vari
Stati membri. Per l’Italia: Rappresentanza di Roma - Via IV Novembre 149
- Tel. 06 69 999 201 [email protected]
Europe Direct Service (00 800 67 89
10 11) servizio telefonico gratuito,
aiuta i cittadini a conoscere ed esercitare i propri diritti e individuare tutte le
opportunità offerte dall’UE, ad esempio
i vari programmi comunitari che possono contribuire alla realizzazione dei
progetti. Il call centre Europe Direct è
in grado di rispondere al telefono in 11
lingue ed è disponibile attraverso un
numero gratuito, per posta elettronica,
lettera o fax.
http://europa.eu.int/europedirect/ind
ex_it.htm
Eurojus fornisce consulenza e assistenza gratuita in merito a problemi giuridici derivanti dall’interpretazione o dall’applicazione di diritto comunitario. I
consulenti legali sono accessibili attraverso le Rappresentanze: in Italia il
Consulente Euro-Jus è presente tutti i
martedì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle
14.30 alle 18 presso gli uffici di Roma
e le richieste possono essere fatte per
telefono Tel. 06/699991 o per iscritto
(posta o telefax) Via IV Novembre 149
- 00187 Roma.; fax 06/6791658,
oppure tramite email:
[email protected]
http://europa.eu.int/italia
Tra i servizi informativi coordinati da
altre Direzioni generali della
Commissione, ricordiamo:
SOLVIT opera dal luglio 2002, è una
rete per la risoluzione di problemi on
line, in cui gli Stati membri collaborano
per risolvere concretamente i problemi
derivanti dall’applicazione scorretta delle
norme sul mercato interno da parte
delle amministrazioni pubbliche ed è
coordinata dalla Direzione Generale Mercato interno. I centri SOLVIT, ne esiste
uno in ogni Stato membro, fanno parte
dell’amministrazione nazionale e s’impegnano a fornire soluzioni concrete a
problemi concreti entro dieci settimane
da quando viene presentato il caso.
In Italia è presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri, Dipartimento
Politiche comunitarie, Piazza Nicosia
20 - 00186 Roma, Fax. 06 677 95
064, e-mail [email protected]
http://europa.eu.int/solvit/site/
about/index_it.htm
FIN-NET è un network per i reclami dei
consumatori di Servizi Finanziari, nato
nel 2001 con l’intento di agevolare
l’accesso alle procedure extragiudiziali
nei casi internazionali, è coordinata
dalla Direzione Generale Mercato interno.
http://finnet.jrc.it/it/page.gx?_
app.page=home-top.html
165
EURES (EURopean Employment
Services) collega la Commissione europea e i servizi pubblici per l’impiego
dei paesi appartenenti allo Spazio economico europeo e della Svizzera, operatori regionali e nazionali impegnati
nelle problematiche dell’occupazione, i
sindacati, le organizzazioni dei datori
di lavoro e gli enti locali e regionali. I
servizi prestati sono di tre tipi: informazione, consulenza e assunzione/collocamento (incontro domanda/offerta).
EURES, coordinata dalla Direzione
generale Occupazione e Affari sociali, è
anche una rete costituita da oltre 500
consiglieri EURES con il compito di fornire, attraverso contatti personali, le
informazioni richieste da chi cerca e
offre lavoro.
http://europa.eu.int/eures/index.jsp
BICs Business and Innovation Centres
forniscono assistenza alle PMI per stimolare lo sviluppo industriale a livello
locale e regionale. I Centri europei di
impresa e innovazione hanno lo scopo
principale di creare nuove imprese o
sviluppare imprese già esistenti che
siano innovative nei diversi settori dell’industria e dei servizi connessi. I BICs,
coordinati dalla Direzione generale
Ricerca, sono collegati tramite l’
European BIC Network (EBN).
http://www.ebn.be
166
IRCs Innovation Relay Centres, i
Centri di collegamento per l’innovazione, coordinati dalla Direzione generale
Ricerca, sono incaricati della diffusione
di informazioni sui programmi di ricerca e dell’organizzazione di incontri e
seminari mirati al trasferimento di tecnologie innovative.
http://irc.cordis.lu/
EICs Euro Info Centres, o
Eurosportelli, informano, assistono e
consigliano le aziende su tutte le
materie comunitarie e di interesse per
le imprese.
Gli EICs collaborano anche con la
Commissione europea nella fase di
consultazione del mondo economico e
produttivo per la definizione delle
linee guida delle politiche comunitaire.
La rete comprende anche uffici di
minori dimensioni (Relay) che dipendono da un EIC ufficiale. Gli EICs sono
coordinati dalla Direzione generale
Imprese.
http://www.europa.eu.int/comm/
enterprise/networks/eic/eic.html
http://www.euroinfocentre.it/
Antenna Culturale Europea è lo sportello informativo del programma
Cultura, coordinato dalla Direzione
generale Istruzione e Cultura. L’ obiettivo è quello di informare e promuovere
a livello nazionale, presso gli enti e gli
NONOEURORAPPORTO
operatori del settore, le opportunità di
cooperazione culturale presentate dal
programma Cultura 2000.
http://europa.eu.int/comm/culture/
eac/culture2000/contacts/national_
pts_en.html
http://www.antennaculturale.it/
LA PARTECIPAZIONE DEGLI ENTI LOCALI
DELL’EMILIA-ROMAGNA AI PROGRAMMI
DI FINANZIAMENTO COMUNITARI
9
Ricerca realizzata dalle Commissioni “Politiche Europee, Relazioni Internazionali e Cooperazione Decentrata”
di ANCI e UPI Emilia-Romagna
La ricerca è stata condotta da Anna Castellari di UPI Emilia-Romagna.
Un sentito ringraziamento per la collaborazione prestata nella raccolta dei dati va agli Uffici Europa e alla rete dei Ragionieri Capo degli Enti interpellati. Un particolare ringraziamento ad Irene Calzolari della Provincia di Modena per la collaborazione data.
NONOEURORAPPORTO
L’indagine sulla partecipazione degli
Enti Locali dell’Emilia Romagna ai
Programmi di finanziamento Comunitari
prosegue e anche quest’anno ha interessato oltre alle 9 Province del territorio anche i 44 Comuni con popolazione a partire da 15.000 abitanti.
La finalità della presente indagine,
come nella precedente edizione è quella di censire i progetti europei presentati e/o gestiti dagli enti locali emiliano
romagnoli, utilizzando i finanziamenti
comunitari diretti erogati dalla
Commissione europea nel corso del
2005.
Come di consueto i dati sono stati raccolti attraverso la collaborazione degli
Uffici Europa, laddove presenti, e delle
Ragionerie negli altri casi, che hanno
provveduto alla compilazione delle
apposite schede per la raccolta dati.
Per ulteriori approfondimenti circa i singoli progetti, le schede dettagliate sono
disponibili presso gli uffici di ANCI e
UPI Emilia Romagna.
Di seguito vengono riportate delle
tabelle riepilogative dei progetti, con
l’obiettivo di offrire una fotografia d’insieme. I dati riportati in tali tabelle
mettono in evidenza gli aspetti salienti
dei progetti evidenziando alcune tendenze.
A livello di progetti sono stati censiti
111 progetti, di cui 32 presentati o
gestiti da Province e 53 da Comuni.
Volendo procedere con un’analisi dei
dati, notiamo che, relativamente alla
partecipazione degli Enti locali, si conferma il trend registrato nel 2004, ovvero i
Comuni al di sotto dei 50.000 abitanti
generalmente non partecipano a
Programmi comunitari (ad eccezione di
Bagnacavallo). La causa rimane probabilmente nella mancanza di specifiche
risorse dedicate a tale attività e di conseguenza l’estraneità dai circuiti di informazioni e network specializzati in cui
transitano le opportunità comunitarie.
Diversa è l’attività dei Comuni capoluogo e delle Province, la cui esperienza
nel settore va via via consolidandosi
attraverso la presentazione diretta di
progetti in qualità di capofila o aderendo ad iniziative proposte da altri soggetti, in qualità di partner.
Tra i programmi maggiormente utilizzati risultano i Programmi di Iniziativa
Comunitaria (PIC) ed in particolare il
programma Interreg III (A,B, o C) e
l’Iniziativa Equal.
Per quanto riguarda il programma
Interreg III, notiamo un’attività particolarmente vivace tra i Comuni e le
Province della Costa Adriatica, con una
punta di 10 progetti per ente
(Provincia di Parma), alcuni dei quali
presentati in qualità di leader. Tra le
sezioni più utilizzate risulta la sezione
C relativa alla cooperazione interregio-
nale, seguita dalla sezione A relativa
alla cooperazione transfrontaliera ed
infine alla sezione B relativa alla
cooperazione transnazionala.
La preferenza registrata a livello locale
per il programma Interreg ricalca in
dimensione ridotta la tendenza a livello
europeo, dove tale programma risulta
tra i principali strumenti comunitari a
finanziamento diretto.
Nonostante la complessità di questo
strumento, dovuta in particolare alle
rigide regole di amministrazione del
budget e di rendicontazione dei costi,
rimane comunque molto interessante
sia per gli aspetti finanziari che per le
numerose tematiche che permette di
trattare. Osservando i temi affrontati
dai progetti censiti, notiamo che riguardano svariati settori di interesse per
l’ente locale, dalla cooperazione per lo
scambio di buone prassi nel settore
agricolo, alla cooperazione per la diffusione delle nuove tecnologie della
comunicazione nelle pratiche amministrative, fino alla promozione turistica
dei territori. Quest’ultimo aspetto è
interessante, in quanto in mancanza di
un programma comunitario dedicato al
turismo, molti enti hanno trovato nello
strumento di cooperazione transeuropea un’opportunità per la promozione
e valorizzazione delle proprie zone turistiche.
169
Proseguendo la nostra analisi, notiamo
che oltre ai PIC, vengono molto utilizzati anche programmi di carattere
socio-cultuale, quali in particolare il programma Gioventù e il programma
Gemellaggi, che sono per la maggior
parte utilizzati dai Comuni.
Restando sul tema, lo stesso vale per il
programma Socrates, azione Comenius,
utilizzato esclusivamente dai Comuni
data la loro specifica competenza in
materia di istruzione, tema a cui è
dedicato il programma, mentre il programma Leonardo è stato molto utilizzato dalle Province.
Interessante risulta anche l’attività svolta nell’ambito sociale, attraverso il prevalente utilizzo del programma sulla
lotta all’esclusione sociale che vede in
alcuni casi gli enti impegnati in qualità
di leader.
Spostando l’attenzione su altre tematiche notiamo che è stato fatto un discreto utilizzo anche del programma
relativo all’Energia Intelligente, programma EIE, evidenziando una crescente attenzione da parte del territorio per
lo sviluppo sostenibile ed in particolare
per le Fonti Energetiche Rinnovabili.
Sempre in tema di sostenibilità ambientale, un secondo programma utilizzato
si conferma il programma Life per la
promozione e lo sviluppo delle Politiche
170
Ambientali a livello comunitario.
Relativamente a questo programma si
registra una contro tendenza rispetto
agli anni scorsi, con la prevalente partecipazione al programma da parte dei
Comuni e non più delle Province.
La lista dei programmi utilizzati prosegue con ulteriori strumenti quali il
Programma e-Ten per lo sviluppo delle
nuove tecnologie finalizzate al sostegno delle reti nel settore delle infrastrutture di telecomunicazione, il
Programma Cultura 2000, per la valorizzazione e promozione culturale, il VI
Programma Quadro di ricerca e sviluppo tecnologico e, una serie di altri programmi e linee di finanziamento specifiche.
In conclusione di questa breve analisi
possiamo affermare che il quadro emerso è ricco di esperienze maturate attraverso la partecipazione da parte degli
Enti Locali emiliano romagnoli ai principali programmi di interesse per le pubbliche amministrazioni, tra cui come
abbiamo evidenziato il primato spetta
al programma Interreg e al programma
Equal.
L’esperienza maturata attraverso queste iniziative è particolarmente importante soprattutto in vista del nuovo
periodo di programmazione dei Fondi
Strutturali che prevede un obiettivo
specifico dedicato alla “Cooperazione
NONOEURORAPPORTO
territoriale europea”, come strumento
per favorire lo sviluppo equilibrato,
armonico e sostenibile del territorio
europeo.
Potenziare le competenze sviluppate
fino ad oggi e alimentare la rete di
contatti comunitari maturata attraverso
la partecipazione a progetti europei,
sono gli obiettivi strategici che gli operatoti delle politiche comunitarie
dovranno darsi per sfruttare al meglio
queste opportunità, unitamente alla
capacità di fare rete tra le varie amministrazioni regionali.
Il rapporto presentato lo scorso anno
annunciava l’impegno da parte di UPI
ed ANCI di avviare una Rete sulle
tematiche comunitarie che metta in
relazione persone e strumenti afferenti
al sistema degli enti pubblici emilianoromagnoli.
Questa Rete, denominata ANTENNE
D’EUROPA, ha trovato una propria concretizzazione nel corso di questo anno,
mediante la sottoscrizione di un accordo per la costituzione di un tavolo
regionale di coordinamento sulle politiche comunitarie fra le amministrazioni
provinciali di Modena, Bologna,
Ferrara, Forlì-Cesena, Parma, Piacenza,
Ravenna, Reggio Emilia, Rimini.
Tale Rete si va oggi ad aggiungere ad
altri importanti strumenti di lavoro atti-
vati all’interno della nostra Regione,
quali il Progetto Direzione Europa, laboratorio integrato per la costruzione di
euroreti tra dirigenti di enti ed istituzioni emiliano romagnole, promosso da
UPI, ANCI Emilia Romagna e dalla
Regione Emilia Romagna.
L’attuale periodo di programmazione
2000-2006 ha visto impegnati i nostri
territori nell’attivazione di Uffici Europa
e creazione di reti al fine di cogliere
fino in fondo le opportunità comunitarie. L’innovazione metodologica e contenutistica dovrà essere lo strumento
strategico con cui il sistema emiliano
romagnolo nel periodo 2007-2013
potrà raggiungere nuovi e ulteriori
obiettivi.
NONOEURORAPPORTO
Partecipazione degli Enti Locali suddivisi per programmi comunitari
Programma comunitario
Ente
Titolo progetto
ASIA PRO ECO II
ASIA URBS
Provincia di Modena
Provincia Reggio Emilia
Re building sustainability …
Sustainable Urban Organic Solid
Waste Management and Disposal
AWARDS
Progetto Classe
Progetto Classe
Didart II
BELIEF
Agenzia per Energia per P.A.
BELIEF
START
Renewable Energy Sustainable Planning
Palms
Integrarsi
Fuori Orario
Sintesi
Il lungo cammino dei Sinti e dei Rom
Spring out
A Lungo
E.L.S.A.
Equal insieme
Una questione privata
E T Esperienze di transizione
M.O.B.I.L.I.
Star
Certiserv
Hands
Liber Imms
Memo:platform for the european turist
industry
Optiark
L’Europa per il Territorio
Corso aggiornamento “EduMusei”
Azioni innovative FSE
Cultura 2000
Provincia di Piacenza
Provincia di Ravenna
Comune di Ravenna
Comune di Reggio Emilia
Energia Intelligente Europa Comune di Modena
Comune di Parma
Comune di Rimini
Comune di Ravenna
Provincia di Modena
Equal II
Comune di Bologna
Comune di Modena
Provincia di Piacenza
Provincia di Rimini
Provincia Reggio Emilia
Comune di Forlì
Provincia di Parma
E-Ten
Fondo Sociale Europeo
Provincia di Bologna
Comune di Imola
Provincia di Piacenza
Comune di Bologna
Provincia Reggio Emilia
Comune Reggio Emilia
171
NONOEURORAPPORTO
172
Programma comunitario
Ente
Titolo progetto
Gemellaggi di città
Comune di Reggio Emilia
Comune di Forlì
Comune di Ravenna
Comune di Bagnacavallo
Comune di Modena
Provincia di Rimini
Comune di Modena
Io … mi cerco e mi trovo
Io … mi cerco e mi trovo
Io … mi cerco e mi trovo
Young Europe
town twinning sviluppo sostenibile
Servizio Volontario Europeo
Working for youth in Erciyes University
Youth centre
With you,with troops
La mer
& Wot about U?
Building Bridges to the other Nations
Rural and Youth development
I colori dell’infanzia
Action
Nautilus2
Adria Safe
NEW
Adria tur
Adria Link
Adria Safe
INROSE
NEW
SUA
NEW
Adria Link
Adriatur
Adria Safe
Inrose
SUA
INROSE
Sua
NEW
Gioventù
Interreg III A
Comune di Reggio Emilia
Comune di Parma
Comune di Ravenna
Provincia Forlì - Cesena
Provincia di Rimini
Provincia di Ravenna
Comune di Ferrara
Comune di Ravenna
Comune di Forlì
NONOEURORAPPORTO
Programma comunitario
Ente
Titolo progetto
Interreg III B
Provincia di Rimini
SAWTAACA
MAVITRA
RED CODE
ACCRETe
Cityports
ROMIT
CARE
SAWTAACA
CARE
TAQI
CARE
Rescue
Wine Plan
Rescue
SUVOT
Rescue
Wine Plan
Rescue
Hidrosource
International Communal Network
Rescue
NEAC (Network of European
Automotive Competence)
AMICA
Urbe Viva
Capture the knowledge network
City Parking in Europe
eCitisen
Eprodat
Tele Medicine
Knowledge Network
Enhance Health
Comics
Conservazione e …beni Culturali
Creative Learning Method
Municipality
Eurodesk Rimini School Network
Provincia di Parma
Comune di Ravenna
Comune di Rimini
Comune di Forlì
Interreg III C
Comune di Ferrara
Provincia Forlì-Cesena
Provincia di Rimini
Provincia di Ravenna
Provincia di Piacenza
Provincia di Reggio Emilia
Provincia di Ferrara
Comune di Modena
Comune di Reggio Emilia
Comune di Bologna
INTI
Leonardo
Comune di Rimini
Comune di Forlì
Comune di Modena
Provincia di Ravenna
Provincia di Reggio Emilia
Provincia di Modena
Provincia di Rimini
173
NONOEURORAPPORTO
174
Programma comunitario
Ente
LIFE
Provincia di Parma
Comune di Ferrara
Comune di Ravenna
Comune di Rimini
Lotta all’Esclusione Sociale Comune di Bologna
Comune di Forlì
linea bilancio DG Ambiente Comune di Bologna
Medio Ambiente en los
Provincia di Modena
paises en desarrollo
Pari opportunità
Comune di Modena
Comune di Bologna
Phare EuropeAid
Phare Twinning light
Rete Europe Direct
Socrates
Socrates - Comenius
VI PQ RST Trasport
Provincia di Bologna
Provincia di Ferrara
Comune di Ferrara
Provincia di Bologna
Comune Reggio Emilia
Comune di Modena
Comune Reggio Emilia
Comune di Forlì
Comune di Ravenna
Provincia di Bologna
Titolo progetto
Seq-Cure
IDEMS
IDEMS
EMMA
Social ExclusionToward inclusion
through comunication
Citizenship and new inclusion
project.Phase
PILOT
Il Rio della Speranza
CARE
New Faces/New Fatherhood
Concept in European cities
NET-INK
NET-INK
NET-INK
Assistence for … of Romania
Laboratorio Europa
Europe Direct
Erasmus
Co-nai-sens
Le Jardin monument vivent
MISS
NONOEURORAPPORTO
175
Partecipazione ai progrmmi comunitari suddivisi per Ente
Comune di Bologna
Programma
Titolo progetto
DG Ambiente
Tema trattato
Ruolo
Altri Partner
PILOT-Pianificazione Predisposizione dei piano locali del traffico 1.189.357,05
del trasporto locale a basso impatto ambientale. Trasporto
integrato
motorizzato urbano a favore
del trasporto pubblico
Partner
Comune di Evora (PT), Lancaster e di Bristol, Contea di Hampshire (UK),
Comune di Tallin (EE), Comune di Traila, URTP (RO), Langzaam Verkeer
(BE), Transport &Travel research Ltd.(HK), Comune di Colonia (DE),
Comune dell’Aia (NL), Comune di Lille (FR)
Equal II
Integrarsi
Percorsi e interventi per l’integrazione
sociale e professionale dei rifugiati
e richiedenti asilo
7.000.000
Partner
ANCI, Censis, UNHCR, Comuni di Ancona, Bergamo, Bitonto, Catania, Forlì,
Genova, Roma, Gate - Amburgo (DE), Forum Réfugiés - Lione, Cimade Paris (FR), Lasar - Liverpool (UK)
Equal II
Palms
Accompagnamento al lavoro per minori
stranieri non accompagnati
2.500.000
Partner
Comuni di Roma, Ancona, Milano, Torino, Gruppo Abele Torino, Legacoop
Roma, Associazione Progetto Diritti Roma, Save the Children Italia,
Promidea Cosenza, Speha Fresia Roma, Associazione Virtus Roma,
Federazione SCS/CNOS Roma, Caritas
eTEN
Certiserv
Promuove l’interazione e lo scambio
elettronico di dati tra le P.A. Europee
1.078.162
Partner
EDS Busines Solution GmbH KG Brema, Comune di Brema, Detecom
Internazional (DE); Comune di Sheffild (UK); Studio notarile Genuini Milano
eTEN
HANDS
Il sistema di routing automatico per i
Supporto ai servizi messaggi e-mail e il gestore di FAQ,
di risposta
sviluppate nel precedente progetto EDEN,
vengono “fusi” e posti alla valida-zione del
mercato nei diversi siti pilota delle PA
e in una Public Utilità
1.807.000
Leader
Regulus Bologna, ENIA, Getronics Italia Pisa; Napier University
Edemburgo, comune di Edimburgo (UK), Eurocities (BE), Comune di
Saarbrùcken (DE)
eTEN
Liber Imms
1.384.109
Partner
Uniteam Spa Milano, Biblioteca Ginzburg (Comune di Bologna), F2 srl,
Regione Sardegna; Biblioteca di Cluj Napoca (RO), Biblioteca di Vigo (ES)
eTEN
Memo: platform for Nuovi servizi nel settore Turistico per
the European
renderlo più competitivo
Tourist Industry
2.472.000
Partner
Camera di Commercio di Nizza, Cybele Production SA, La Muraz, Media
Welcom Annecy, Comune di Arles, Vox Inzebox Marsiglia (FR); Moltomedia
GmbH Saarbru cken (DE), Comune di Toledo(ES), comune di Pécs (HU),
Comune di Olomouc (CZ), Kydonia Travel Ltd (GR), MobileGov Newcastle
(UK)
eTEN
Optiark
2.759.889
Partner
SICE(ES), AllmobileZurigo, Università di Zurigo (CH); ECORYS–Amsterdam
(NL), Polis Bruxelles, Interparking (BE), SUSISIEKIMO PASLAUGOS,
Vilnius (LT)
Introduzione della tecnolo-gia RFID nelle
Biblioteche per facilitare la gestione
e i servizi alla utenza
Ottimizzare la mobilità urbana con
l’introduzione di un software per la
gestione dei parcheggi
Costo totale
NONOEURORAPPORTO
176
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIC Zona Ovest
Tele Medicine
Applicazioni informatiche per l’assistenza
medica domiciliare Rete di città per la
telemedicina
1.285.000
Partner
Comuni di Eindhoven e dell’Aia (NL), Fondazione città di Viladecans,
Servizio Sanitario Regionale delle Baleari (ES), Southampton City Care Trust
(UK), GAL Appennino Genovese
Interreg IIIC Zona Est
City Parking in
Europe
Definire un catalogo di buone prassi in
Europa sul tema della sosta
1.282.252
Partner
Comune di Bari, Universus-Csei Bari, Comune di Atene (GR), Comune di
Smolyan (BG), Agenzia per lo sviluppo della città di Santa Cruz di Tenerife
(ES), Ente Parcheggi di Anversa, Università di Ghent (BE)
Interreg IIIC Zona Nord
eCitizen
Capitalizzare esperienze di soluzioni
informatiche per favorire i cittadini
nei rapporti con le PA
1.314.000
Partner
Comuni di Tempere, Vaasa e di Turku (FI),Comune di Trento, Comune di
Sheffild (UK), Comune di Tartu (EE), Comuni di Vilnius e di Kaunas (LT),
Comune di San Pietroburgo (RUS), IS Fyn (DK)
Interreg IIIC Zona Sud
eProdat
Osservatorio internazionale per individuare
le migliori pratiche per la Protezione di Dati
sensibili da parte delle PA e vigilare sul
rispetto delle norme comunitarie
1.300.000
Partner
Regione Abruzzo, Università Rey Juan Carlos, Comune di Santa Cruz di
Tenerife (ES); Assoc. autorità locali di Kavala, Università di Patrasso,
Regione della Grecia Occidentale (GR); Ispettorato della Protezione dei dati
dell’Estonia (EE)
Lotta all’
esclusione
sociale
2002-2006
Social Exclusion:
Toward inclusion
through
comunication
Sensibilizzazione cittadini e società civile
rispetto ai temi dell’inclusione sociale
(5 cantieri tematici)
98.461
Leader
Regione Emilia Romagna, LegaCoop, Dipartimento Arti Visive Unibo, Ausl
Bologna, Forum metropolitano delle associazioni dei cittadini non comunitari
di Bologna e Provincia, CGIL, Consulta permanente per la lotta contro
l’esclusione sociale Comune di Bologna, Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria Provveditorato reg.le
Pari Opportunità New Faces-New
Promozione delle pari opportunità attraverso 468.713,96
Fatherhood Concepts sostegni alle famiglie
in European cities
Partner
Eurocities (BE), Concil of European minicipalities and Regions Budapest
(HU), Comune di Aarhus (DK), Comune di Gijon (ES), Cultura Animi Sofia
(BG), ISAI Joensuu (FI), Strategy Transnazional, Cemnitz (DE), Uttrecht
(NL), Comuni di Roma e di Trento, Università di Trento
Ruolo
Altri Partner
Leader
Neresheim (DE), Aix-en-Othe (FR), Stone (UK), Stryzow (PL)
Comune di Bagnacavallo (Ra)
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Town Twinning
Young Europe
Esperienze giovanili tra il Comune e le
città partners (convegno)
Costo totale
19.206
NONOEURORAPPORTO
177
Comune di Ferrara
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIA
S.U.A – Siti
Unesco della
Euroregione
Adriatica
Valorizzazione del patrimonio
artistico-culturale dei siti UNESCO.
Per Ravenna: creazione di una nuova
sezione del Museo d’Arte per la
gestione del nuovo centro per il mosaico
1.730.000
Partner
Provincia di Ferrara (Leader), Comune di Ravenna, Provincia di Ravenna,
Museo dell’arte della città di Ravenna, Facoltà di Conservazione dei Beni
Culturali e Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, Capitolo
della Cattedrale di Ferrara. Ministero Cultura, Gioventù e sport – Progetto
città di Berat di Tirana (Albania); Comune di Sarajevo, Università di
Sarajevo, Accademia dell’Arte di Sarajevo (Bosnia-Erzegovina); Ufficio
Monumenti della Croazia, Comune di Porec, Città di Dubrovnik e Comune di
Pola (Croazia); Regional Institute for the Protection of Cultural HeritageKotor; Cultural Heritage Republican Sate Organization of Montenegro di
Cetinje (Montenegro); Serbian Unity Congress for Heritage Protection di
Belgrado (Serbia).
Interreg IIIB Cadses
CARE
Interventi per rendere l’ambiente urbano
più accessibile per turisti e residenti con
bisogni speciali, incrementando la vivibilità
e la promozione turistica dei luoghi cittadini
2.008.360
Partner
Regione Emilia Romagna, Comuni di Forlì, Venezia, Bologna, Rimini,
Regioni Lombardia, Umbria, Province di Pesaro Urbino e Ancona, Aias,
Associazione si può, Venice card (IT); Regione Vogtlandkreis, Comune di
Gera (DE); Comune di Graz, Associazione Atempo (AT), Prefettura di
Thessaloniki (GR), Pentru Dezvoltare Regionale Nord Est – Piatra Neamt
(RO)
LIFE ambiente
IDEMS
Integration and
development of
Enviromental
Management
Systems
Proposta di integrazione dei sistemi di
gestione, di bilancio, e di responsabilità
di governo in materia ambientale
815.000,00
Partner
Comuni di Ravenna e Mantova; Coordinamento agenda 21 Locali italiane,
Modena; Comune di Växjö (SE); Comuni di Dresda e Heidelberg;
Ufficio per la protezione ambientale, l’energia e la promozione della salute
(DE); Comune di Amaroussion (GR)
PHARE
NET INK
Rafforzamento delle capacità delle ong
rumene e bulgare per i minori
con svantaggi sociali o abbandoni
299.985
Partner
GVC Italia (capofila), TED (DK), Child and Space association bulgara, ISS
Bulgaria, State Agency for chil protection (BG); Sfanta Maria Foundation,
Rom pentru Roma, Il Quadrifoglio, Contea di Giurgiu, Municipalità di Giurgiu,
Municipalità di Sighetu (RO); IBO Italia, IAL, Educaid onlus, ISCOS onlus,
Regione Emilia-Romagna, Province di Bologna e Ferrara, Comune di
Mirandola, Università di Bologna, Croce Blu Mirandola
NONOEURORAPPORTO
178
Comune di Forlì
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Iniziativa
Comunitaria
Equal
E.L.S.A.
Politiche di Empowerment delle
lavoratrici straniere addette alla cura
1.418.700
Partner
Arco (Cesena), Provincia di Forlì-Cesena, Comuni di Cesena e Savignano sul
Rubicone, ANOLF-CISL (FC), ENGiM (Cesena), Carers UK (GB), Tartu
Chamber of DisabledPeople (EE), The Society of the Children’s palliative
Care of Latvia (LT), Qidos (NL)
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
908.000
Partner
Provincia Forlì Cesena, Province di Ferrara, Ravenna, Rimini; Comune di
Elbasan, Scutari, Centro Donna di Scutari e di Elbasan, Ministero Lavoro e
Affari Sociali (Albania); Comuni di Kragujevac e Novi Sad, Ministero Lavoro
e Politiche Sociali (Serbia); Comune di Tuzla, Associazione Tuzlanska Amica,
Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia)
Interreg IIIB Cadses
TAQI
Strumenti per il rilevamento della
qualità dell’aria
1.525.375
Partner
Austrian Environmental Expert Group, State Govern-ment of Lower Austria
(AT); Institute of Environmental Management (HU), Czech
Hydrometerological Institute (CZ); State Government of BurgerLand
Interreg IIIB Cadses
CARE
Interventi per rendere l’ambiente urbano più
accessibile per turisti e residenti con bisogni
speciali, incrementando la vivibilità e la
promozione turistica dei luoghi cittadini
2.008.360
Partner
Regione Emilia Romagna, Comuni di Ferrara, Venezia, Bologna, Regioni
Lombardia, Umbria, Province di Pesaro Urbino e Ancona, Aias, Associazione
si può, Venice card (IT); Regione Vogtlandkreis, Comune di Gera (DE);
Comune di Graz, Associazione Atempo (AT), Prefettura di Thessaloniki (GR),
Pentru Dezvoltare Regionale Nord Est – Piatra Neamt (RO)
Interreg IIIC Zona Est
Enhance Health
Sistema di sorveglianza sulla salute
ambientale nelle aree urbana vicine agli
inceneritori e agli insediamenti industriali
1.405.500
Leader
Asl Forlì, ARPA Emilia Romagna, Computer Technology Institute Telematic
Center Westgate (GR), Lower Austrian Government (AT), Advanced
Production Technologies Institute University (ES), National Institute of
Environmental Hhgiene (PL)
Lotta
all’esclusione
sociale
Citizenship and
Sensibilizzazione sul concetto di
new inclusion
cittadinanza sociale
project. Phase two
199.535
Leader
Regione Emilia Romagna, Province di Forlì Cesena e Ravenna, Consorzio
Servizi Sociali di Imola, Comune di Imola, Associazione Almaterra (Torino),
Terra Nuova Onlus (Roma), Cooperativa Sociale Sesamo Forlì, Associazione
Donne nel Mondo Forlì, Associazione Trama di Terre (Imola), Municipal
Organisation for Social Intervention and Health (GR), Southall Black Sisters
(UK), Interkulturelles Frauenzentrum (DE), Coalition for Gender Equality in
Latvia (LT)
Socrates Comenius
Co-nai-sens
17.688
Partner
Inforef (BE), Association Europèenne des Enseignants – Einsegnement
Libre, IF-Belgique, Ecole Comunale fondamentale Arc en Ciel,Ecole Notre
Dame de Mehagne (BE); Gimnázum Jana Nerudy (CZ), Lycèe Saint Thomas
d’Aquin, Istitut International de Gestion Mentale (FR); Facultatea de
Matematică ˛si Informatică – Universitatea “Ovidius” Costan˛ta (RO)
La gestione mentale: una pedagogia dei
mezzi dell’apprendimento.
NONOEURORAPPORTO
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Town Twinning
“Io…mi cerco e
mi trovo. Verso la
costruzione di un
approccio comune
contro la violenza
sulle donne
Un confronto fra Italia e Svezia per un
approccio comune alla violenza
contro le donne
Costo totale
36.571
Ruolo
179
Altri Partner
Leader
Comune di Imola
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Equal
M.O.B.I.L.I.
Modello di orientamento per l’inserimento
lavorativo dei giovani
Costo totale
761.000
Ruolo
Altri Partner
Partner
Consorzio Formazione&Lavoro (soggetto referente), Comuni di Ravenna,
Savignano sul Rubicone, Officine Multimediali Scarl, Trama di Terre (Imola),
Città Meticcia (Ravenna)
Comune di Modena
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Energia Intelligente Europa
BELIEF
2.539.009
Partner
Energie-Cités (BE); Energie Centre Bratislava (SK); Gemeente Zoetermeer,
Gemeente Delft, Energy Agency Zoetermeer (NL); Stadt Frankfurt, Stadt
Heidelberg, Landeshauptstadt München (DE); Agência Municipal de Energia
de Gaia, Agência Municipal de Energia de Almada (PT); Communauté
Urbaine de Dunkerque, City of Rennes, Grenoble Alpes Métropole (FR);
Bistrita City Hall (PL); Municipality of Nikea (GR); Občina Beltinci (SI);
Ayuntamiento de Sevilla (ES); Sofia Energy Agency (BG); Leicester City
Council, London Borough of Southwark (UK); Comune di Padova, Comune
di Rimini, Agenzia Napoletana Energia ed Ambiente
Equal
Interventi di regolamentazione
del lavoro domiciliare
1.500.000
Partner
Irecoop Bologna, CESVIP Piacenza, Cooperativa Sociale Gulliver, Federazione diocesana servizi per gli anziani Reggio Emilia, Unione Provinciale delle
Cooperative Reggio Emilia, Lega delle Cooperative Reggio Emilia, Provincia di
Reggio Emilia, Domus Assistenza, Confcoo-perative Modena, Centro Analisi delle
Politiche Pubbliche Unimore, Followup Srl Modena, Lega coop Modena
Fuori Orario
NONOEURORAPPORTO
180
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Gemellaggi di
città
Town
Twinning
Organizzazione di una conferenza in tema
di sviluppo sostenibile
43.019
Leader
Comune di Linz (AT)
Gioventù–SVE
With you,
with troops
Partecipazione alle attività
dell’organizzazione di accoglienza
1.284
Agenzia
di Invio
Association of Hungarian Girls Guide (HU)
(Agenzia di accoglienza)
Gioventù–SVE
Youth centre
Organizzazione di eventi e concerti
1.230
Agenzia di Invio Nätvert Lidköping (SE) (Agenzia di accoglienza)
Gioventù–SVE
Working for youth Partecipazione alle attività promosse
in Erciyes University dall’associazione universitaria della Erciyes
1.502
Agenzia
di Invio
(Agenzia di accoglienza)
Gioventù–SVE
La mer: transmettre Partecipazione alle attività del centro vela
se passion, partager Les Glenans
ses expériences,
enseigner le voile
1.626
Agenzia
di Invio
Les Glenans (FR) (Agenzia di accoglienza)
Gioventù–SVE
& Wot about U?
Partecipazione alle attività di un centro
di animazione per bambini
1.471
Agenzia
di Invio
Voluntary Labour Corps Association (Agenzia di accoglienza) (PL)
Gioventù–SVE
Buildings Bridges
to other Nations
Partecipazione e organizza-zione a eventi
nell’ambito dell’interculturalità
1528
Agenzia di
Invio
Aulandsgellschaft NRW e V. (DE)
(Agenzia di accoglienza)
Gioventù–SVE
Rural and Youth
development
Partecipazione alle attività del centro di
1.224
informazione giovanile Coordinaciò rural de Catalunya
Agenzia
di Invio
Coordinaciò rural de Catalunya, Olius (ES)
(Agenzia di accoglienza)
Interreg IIIC Zona Est
Urbe Viva
Nuovi modelli per la rigenerazione economica
dei centri urbani
998.829
Partner
Comune di Padova, Comune di Bologna, Comune di Patrasso (GR), Agenzia
per lo sviluppo di Santa Cruz di Tenerife (ES), Comune di Coimbra (PT),
Associazione Italiana dei Comuni e delle Regioni Europee (IT)
INTI
(Integrazione
Migranti)
Comics
Interventi volti a favorire la partecipazione alla
vita pubblica dei cittadini extracomunitari di
seconda generazione
354.810
Leader
ARSIS – Association for the social support of youth – Salonicco (GR), ADICE
– Association pour le Développement des Initiatives Citoyennes et
Européenes – Roubaix (FR), ALBEDA College – Rotterdam (NL), RAA/NRW
– Regional Office for Support of Migrant Children and Youngster – Essen
(DE)
Pari opportunità CARE
Promozione delle pari opportunità di genere
sul tema della riconciliazione tra tempi
della vita familiare e della vita lavorativa
417.720
Partner
Rete Reves, Provincia di Piacenza, Comune di Badalona, CEPS Projectes
Socials (ES); Comune di Pireo (GR) Iscos - Istituto sindacale per la
cooperazione allo sviluppo (CISL), Creafi - Centro di formazione - Lille (FR)
Rete Europe DirectEurope Direct
Attivazione di una antenna Europe Direct
presso il Comune di Modena
134.854
Sovvenzione
individuale
NONOEURORAPPORTO
181
Comune di Parma
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Gioventù
Action
Sviluppo di metodi di educazione e
formazione al volontariato giovanile
per soggetti svantaggiati
Energia
Intelligente
Europa
Agenzia per
Energia per P.A.
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
171.589
Leader
Center for Education Programs and social initiatives (BG), European youth
co-operation center (PL), Youngster without borders (RO), Pro Vobis
national Volounteer center (RO); Estonian mentally disabled people support
organisation (EE); Coordinadora Infantile y Juvenile de tempo libre de
Vallecas Madrid (ES); Politecnico del mare Catania
Creazione di un’agenzia per l’energia
a supporto delle Pubbliche Amministrazioni
1.657.166
Partner
Ademe Lorraine (FR), Infomobility/Enia, Università di Cassino (IT),
Citizen’s Councellig Bureau Cristuru Secuiesc (RO)
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Partner
associato
Ravenna Antica-Fondazione Parco archeologico di Classe (leader);
Università di Bologna; Provincia di Ravenna; Università di Leicester (UK);
Università di Barcellona (ES); Central European University (HU)
Partner
Cooperativa sociale Libra (Leader);
Beratungszentrum fur Judendliche di Ulm (DE)
Comune di Ravenna
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Cultura 2000
Progetto Classe:
archeologia di una
città abbandonata
Realizzazione di un centro europeo di studi
sulla esperienza di scavo archeologico
del periodo Tardo Romano e Alto Medioevo
presso la località di Classe
Gioventù per
Nautilus2
Discussione dei ragazzi italiani e tedeschi
l’Europa-Azione 1 Incontro
sui temi del razzismo, xenofobia e
internazionale e
l’esclusione giovanile
lavoro di ricostruzione
biografica con
i giovani
Interreg IIIC Zona Est
Adriatic Action
Plan 2020
Buone prassi sul bilancio ambientale e
preparazione di indici da rispettare per la
tutela del mare adriatico
239.600,00
2.503,00
N.B. Nautilus2 si è concluso nel 2004 e, per mero errore,
non era stato inserito nell’Eurorapporto 2004
801.836,00
Partner
Comune di Ancona (Leader), Comuni di Alessano, Brindisi, Casarano,
Molfetta, Pesaro, Pescara, San Benedetto del Tronto, Senigallia, Tricase,
Venezia; Province di Bari, Ravenna; Regione Marche; Shkoder (Albania);
Rijeka, Split (Croazia); Patrasso (GR); Bar (Serbia-Montenegro); Koper
(SI); Partner tecnici: Bristol (UK); Xativa, Lloret de Mar, Istituto tecnologico
delle Isole Canarie (ES); Regione della Bassa Austria (AT); Unione delle
Città baltiche.
NONOEURORAPPORTO
182
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Interreg IIIB Cadses
City Ports –
Soluzioni di
logistica urbana
Esame delle problematiche relative alle
4.774,334
zone urbane dell’area Cadses, in particolare
congestione del traffico e inquinamento atmosferico.
Sviluppo di nuove modalità di trasporto
Interreg IIIA
S.U.A – Siti
Valorizzazione del patrimonio
Unesco della
artistico-culturale dei siti UNESCO.
Euroregione Adriatica Per Ravenna: creazione di una nuova
sezione del Museo d’Arte per la
gestione del nuovo centro per il mosaico
Interreg IIIA
IN.RO.SE
Gemellaggi
di città
:“Io …mi cerco e Tre giornate di studio e incontri sul tema
mi trovo. Verso la della lotta alla violenza contro le donne.
costruzione di un Confronto di esperienze tra Italia e Svezia
approccio comune
contro la violenza
alle donne”
LIFE ambiente
IDEMS
Integration and
development of
Enviromental
Management
Systems
Proposta di integrazione dei sistemi
di gestione, di bilancio, e di responsabilità
di governo in materia ambientale
Socrates
Comenius
Le Jardin
monument vivent
Costruzione di una didattica
multidisciplinare sui parchi e giardini
storici d’europa
Studio di fattibilità per i collegamenti
marittimi per passeggeri e merci tra i
porti dell’Emilia-Romagna e la Croazia
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Partner
Regione Emilia-Romagna (leader); SCS Azioninnova Spa; Comuni di Udine,
Ancona, Taranto, Parma, Vicenza; Brescia Mobilità; Infomobility S.p.A., IT.
CITY S.p.A; The Agency for Regional Development of Ljubljana Urban Region
(SI); State Government of Vienna; IC Consulenten Ziviltechniker; City
Courier Service Speditions; L.O.B Logistik und Organisationsberatung;
Forschungsgesellschaft Mobilitat –Austrian Mobility research di Graz (AT);
Transeuropean consulting Unit of Thessaloniki S.A. (TRUTH); Hellenic
Institute for Transport; Prefecture of Kavala; Region of Attika (GR)
1.730.000
Partner
Provincia di Ferrara (Leader), Comune di Ferrara, Provincia di Ravenna,
Museo dell’arte della città di Ravenna, Facoltà di Conservazione dei Beni
Culturali e Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, Capitolo
della Cattedrale di Ferrara. Ministero Cultura, Gioventù e sport-Progetto città
di Berat di Tirana (Albania); Comune di Sarajevo, Università di Sarajevo, Accademia dell’Arte di Sarajevo (Bosnia-Erzegovina); Ufficio Monumenti della
Croazia, Comune di Porec, Città di Dubrovnik e Comune di Pola (Croazia);
Regional Institute for the Protection of Cultural Heritage-Kotor; Cultural
Heritage Republican Sate Organization of Montenegro di Cetinje (Montenegro); Serbian Unity Congress for Heritage Protection di Belgrado (Serbia)
1.550,00
Partner
Provincia di Ravenna (leader), Autorità Portuale di Ravenna, CCIAA di
Ravenna, Provincia di Rimini, Comune di Cesenatico; Ministero del turismo e
dei trasporti; Comune di Pola (Croazia)
30.000,00
Partner
Comune di Forlì (leader); Comuni di Imola, Reggio Emilia, Rimini, Russi;
Provincia di Parma; Regione Emilia-Romagna; Comuni di: Falköping,
Norrköping, Piteå, Stoccolma, Trollhättan, Vänersborg (SE)
815.000,00
Leader
Comuni di Ferrara e Mantova; Coordinamento agenda 21 Locali italiane,
Modena; Comuni di Dresda e Heidelberg; Ufficio per la protezione
ambientale, l’energia e la promozione della salute (DE); Comune di
Amaroussion (GR); Comune di Växjö (SE)
187.508
Partner
Academique del Yvelines (FR)
NONOEURORAPPORTO
183
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
STEER Energia
intelligente
europea
START
Short term
actions to
reorganize transport
of goods
Riduzione dell’utilizzo di energia attraverso
l’ottimizzazione del traffico leggero nelle
città e utilizzo di veicoli ad energia
più efficiente
1.789,209
Partner
Città di Göteborg, autorità per il traffico e il trasporto pubblico (leader);
CON.S.A.R; Istituto sui trasporti e la logistica; ISIS; Comuni di Bristol e
Exel (UK); Comune di Riga (LA); Prometni Institut (SI); Akarservice Väst
AB (SE)
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
ART’E’ Spa, Gam Bologna, Accademia di Belle Arti di Bologna, Cooperativa
Culturale Giannino Stoppani, Museo MART di Trento, Museo delle Esposizioni
di Roma; Louisiana Musuem of Modern Art di Copenhagen (DK), Universitat
de Barcelona (ES), Museo di Helsinki (SV), Museo di Vilnius (LT), Museo
di Colonia (DE)
Comune di Reggio Emilia
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Cultura 2000
Didart II
Realizzazione di una mostra didattica
298.550,00
itinerante costituita da “armadi multimediali”
costruiti da giovani artisti europei per la
didattica dell’arte contemporanea
Partner
Fondo
Corso di
Sociale Europeo aggiornamento
“EduMusei”
Riqualificazione del personale dei Musei
Civici per una migliore progettazione e
gestione dei servizi rivolti al pubblico scuola
13.000,00
Leader
Gemellaggi
di città
“Io… mi cerco e
mi trovo. Verso la
costruzione di un
approccio comune
contro la violenza
sulle donne”
Convegno - Promozione della cittadinanza
europea attiva sostegno alle azioni di
gemellaggio fra città
18.285,50
Partner
Comune di Forlì, Rete SERN (Svezia – Emilia-Romagna Network); Comuni
di Ravenna, Imola, Russi, Provincia di Parma; Svezia: Comune di Falköping,
Comune di Trollhättan, Comune di Piteå, Comune di Stoccolma,
Comune di Vänesborg
Gioventù SVE
I colori dell’infanzia Accoglimento di 1 giovane volontario
europeo a sostegno dell’attività scolastica
dei bambini nella fascia 0-6
6.470,00
Leader
Cooperativa solidarietà 90 Reggio Emilia, Everything’s possibile (UK)
Interreg IIIC Zona Ovest
Capture the
Scambio di esperienze sull’economia della
knowledge network conoscenza per lo sviluppo economico
della città
647.800,00
Partner
Brighton and Hove City Council, Telford and Wrekin Council, West Lothian
Economic Development Service (UK), Girona City Council, Jerez de la
Frontiera, Vigo Town Council, Manresa Council (ES), Mikkeli, City of
Jyvaskyla (FI), City of Sundswall, City of Eskilstuna (SE), Municipalità of
Leeuwarden (NL), Town of Trinec (CZ), Association of Local Authorities of
the Prefecture of Kavala, Heraklion, Western Achaia (GR), Klaipeda Regional
Development Agency (LT), Erd, Gyongyos (HU) Hasselt (BE)
NONOEURORAPPORTO
184
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Rete Europe
Direct
Laboratorio Europa Informazione e sensibilizza-zione per
studenti sulle Istituzioni e sulle politiche
comunitarie
Socrates
Erasmus
Scambio di studenti per l’Istituto Musicale
pareggiato A. Peri Reggio Emilia
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
53.000,00
Partner
Europe Direct – Carrefour Emilia - Reggio Emilia
4.000,00
Leader
Accademia Superiore di Musica di Bydgoszcz (PL)
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Comune di Rimini
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Interreg IIIB Cadses
ROMIT
Costruzione di una cultural route
che colleghi gli itinerari romani
905.000
Partner
Provincia di Rimini, Istituto Beni artistici e culturali Bologna, Europa Inform
Consultino, Università Erlangen (DE), Comune di Patrasso (GR),
Comune di Sofia (BG)
Interreg IIICWest Zone
Capture the
Knowledge
Network
Creazione di un network per selezionare
1.559.100
strumenti e metodi per la raccolta informazioni
sulle pratiche dei cittadini
Partner
Budapest Disttric II, Centre Interdiciplinaire de Recherche (CIR) City of E’RD,
City of Vantaa, Communauté d’Aglomeration de Cergy-Pontoise, ENTP
European New Towns Platform, Granollers City Council, Harlow District
Council, Institute of Urban Development, Marne la Vallee Val Maubueé,
Municipality of Almere, Gyoguos, Nuoro, Marbella, Tatabanya, Region of
Western Greece, Sénart City Councel, Sociedad de Desarollo de Santa Cruz
de Tenerife, The Community of Capelle aan den Ijssel, The interdisciplinarity
centre for comparative Research
Interreg III B
Cadses
C.A.R.E.
Ristrutturazione percorsi ciclo-pedonali alle
esigenze di ipo e non vedenti
71.814,23
Partner
Regione Emilia Romagna (Capofila), Comuni di Bologna, Ferrara, Forlì,
Regioni Lombardia e Umbria, AIAS Milano Onlus, Province di Ancona e
Pesaro-Urbino, Associazione si può, Venice card, Città di Gera, Associazione
Atempo Amministrazione della Prefettura di Salonicco (GR), Nprth-East
regional development agency (RO), Bilduugsinstitut Pescherer (DE),
InterregIIIB
Cadses
SAWWATACA
Perfezionamento e omogeneizzazione delle
politiche e delle modalità di reti fognarie
e acque di scolo nell’Adriatico
908.850
Leader
Joanneum Research (AT), Municipalyty of Preveza (GR), Provincia di Rimini,
Croatian waters, City of Rijeka (Croatia), University of Ljubljana (SI)
LIFE
EMMA
Gestione ambientale attraverso il monitoraggio 1.807.418
delle diverse tipologie di ipossia ed anossia
nell’Adriatico Settentrionale
Partner
CNR ISMAR di Bologna, di Trieste, di Ancona, Università Politecnica della
Marche, ARPA Emilia Romagna, Regione Emilia Romagna, ASTER, Gesturist
Cesenatico, Cooperativa Casa del Pescatore, Cooperativa La Bussola,
National Institute of Biology Slovenia (SI)
NONOEURORAPPORTO
185
Provincia di Bologna
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Equal
E.T Esperienze
di Transizione
Informazione e sensibilizzazione su
inclusione di giovani ed adolescenti a rischio
EuropeAid
121535
/C/G/multi
(Phare)
NET-INK
Networking for
Inclution
Azione-ricerca partecipata per formazione
degli operatori delle politiche
di inclusione sociale
TWINNING
LIGHT RO
04 TL 02
(Phare)
Assistance for
Rafforzamento delle capacità operative del
monitoring the
personale del Ministero Rumeno del Lavoro
implementation of e della Solidarietà Sociale, nonchè di tutti
Romanian Joint
gli attori chiave che operano nel campo
Inclusion
dell’inclusione sociale
Memorandum by
the Ministry of
Labour, Social
Solidarity and Family
VI PQ RST
Transport
MISS Monitor
Integrated System
Ricerca su viabilità
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
60.000
Partner
Soggetti pubblici regionali e nazionali
299.985
Partner
TED (Formazione Educazione & Sviluppo)- ONG- (DK); Associazione “Child
and Space” – ONG, International Social Service - ONG (BG); Fondazione
“SANTA MARIA” – GIURGIU- ONG, Il Quadri Foglio -ONG, Rom Pentru
Rom-ONG (RO); IBO Italia- ONG, EducAid Onlus- ONLUS, Comitato ISCOS
Emilia Romagna Onlus, IAL Emilia-Romagna - ONG- Italia
250.000
Partner
Regione Veneto, Veneto Lavoro, VinE
2.898.046
Leader
Soggetti pubblici e privati del territorio nazionale ed extra (Grecia, Cipro,
Germania, Polonia)
Ruolo
Altri Partner
Attualmente la provincia di Bologna ha presentato altri 7 Progetti di cui 3 Respinti e 4 in valutazione.
Provincia di Ferrara
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Interreg IIIC
Zone West
AMICA
Analisi degli impatti e conseguenze
riguardo le strategie ambientali e
pianificazione del territorio
827,561
Partner
Clima Bundis/alianza del Clima, City of Dresden, Citta di Stuttgard (DE);
HESPUL (FR); Upper Austrian Academy for Environment and Nature (AT);
Climate Alliance Netherlands (NL); Alleanza per il Clima Italia, Comune di Venezia
PHARE
NET INK
Rafforzamento delle capacità delle ong rumene 299.985
e bulgare per i minori con svantaggi sociali
o abbandoni
Partner
GVC Italia (capofila), TED (DK), Child and Space association bulgara, ISS
Bulgaria, State Agency for chil protection (BG); Sfanta Maria Foundation,
Rom pentru Roma, Il Quadrifoglio, Contea di Giurgiu, Municipalità di Giurgiu,
Municipalità di Sighetu (RO); IBO Italia, IAL, Educaid onlus, ISCOS onlus,
Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Ferrara, Comune
di Mirandola, Università di Bologna, Croce Blu Mirandola
NONOEURORAPPORTO
186
Provincia di Forlì-Cesena
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Interreg IIIA
Adria Safe
Tutela e salvaguardia dell’ecosistema
marino nell’Adriatico
894.080
Ruolo
Altri Partner
Partner
Province di Ravenna e Rimini
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
908.000
Partner
Province di: Rimini, Ravenna, Ferrara, Comune di Forlì
Interreg IIIC Zona Est
RESCUE
Sistema di supporto decisio-nale per
1.172.000
affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Province di Piacenza, Rimini, Ravenna e Reggio Emilia
Interreg IIIC Zona Est
Wine Plan
Qualificazione e valorizza-zione delle strade del vino in Europa 1.000.000
Partner
Ruolo
Altri Partner
800.000
Leader
Kalmunai Municipal Council, Overseas Onlus, Istituto per la Certificazione
Etica e Ambientale – ICEA
1.000.000
Partner
Province di Genova e Parma, Coordinamento Agende21 Locali Italiane;
Landkries Neuburg-Schrobenhausen (DE), Municipality of Neuburgan der
Donau, Lake Balaton Development Coordinazion Agency - LBDCA (HU);
Diputacio de Barcelona (ES)
Rafforzare le competenze degli esperti di Non disponibile
orientamento e formazione attraverso
esperienze di studio e di confronto con
altri paesi europei. In particolare promuovere
l’opportunità
Partner
Comune di Carpi, ASTER, Académie de Créteil Parigi
Formazione della popolazione indios per
1.790.000
uno sviluppo sostenibile della foresta amazzonica
nella regione fra il basso Rio Negro e il Rio
Cujeras in Amazzonia.
Partner
Amazzonia 90 soc.coop, Università dell’ Aquila, Regione Abruzzo, Union of
Local Athorities of Kilkis Prefecture (GR), Academy of Humanities and
Economics in Lodz, Regional Tourism Organization of Swietokrzyskie Region
(PL), Arin Association, University Efitimie Murgu Resita, Chamber of
Commerce Industry Agricolture of Bistrita Nasaud County (RO)
Provincia di Ravenna
Provincia Modena
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
EU – ASIA
PRO ECO II
Post-Tsunami
Programme
Rebuilding
sustainability
Iniziative di cooperazione decentrata per
interventi di ricostruzione in Sri Lanka
nel Comune di Kalmunai
EIE (anno
2005)
Renewable Energy Creare sinergia a livello locale tra i decisori
Sustainable Planning politici, i cittadini e gli attori economici,
and Use within
relativamente alle metodologie di
public Bodies in
sostenibilità ambientale di Agenda 21
Liaison with Involved
Community Actors
Leonardo
da Vinci
Municipality
Medio ambiente Il Rio della
en los paìses
Speranza
en desarrollo
Costo totale
NONOEURORAPPORTO
187
Provincia di Parma
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Equal II
Equal Insieme
Creazione di servizi Formazione
Equal II
Una Questione
Creazione di servizi Formazione
privata: non tenere
al proprio tempo è
un problema di spazio
Interreg III B
Cadses
ACCRETe Agriculture Scambio di esperienze sulle ripercussioni in
and Climate
agricoltura dei cambiamenti climatici
Changes: how to
Reduce human Effects
and Threats
LIFEEnvironement
SEQ-CURE,
Inte-grated Systems
to enhance
sequestration of carbon,
producing energy crops
by using organic residues
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
650.000
Leader
Soggetti pubblici e privati del territorio provinciale e partner extranazionali
(Spagna, Slovacchia, Grecia)
1.020.000
Partner
Soggetti pubblici e privati di Spagna, Francia, Svezia
750.000
Leader
Regione Basilicata, Istituto Agrario di San Michele all’Adige, University of
Rostock (DE), Municipality of Chrissoupolis, University of Thessaly,
Municipality of Egion (GR); Czech Hydrometeorological Institute (CZ),
Agricoltural Institute of Slovenia (SI); National Meteorological Administration
(RO)
2.006.196
Partner
C.R.P.A. – Centro Ricerche Produzioni Animali -Altri
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Provincia di Piacenza
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Equal II
Sintesi
Accesso al mercato del lavoro di immigrati,
disabili e svantaggiati
700.000
Partner
Equal II
Il lungo cammino
dei sinti e dei rom
Accesso la mercato del lavoro delle popolazioni
sinti e rom
700.521
Partner
ETen
STAR
Realizzazione di un prototipo di agenzia
di marketing virtuale
1.281.481
Partner
Interreg IIIC Zona Est
RESCUE
Sistema di supporto decisionale per
1.172.000
affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Interreg IIIC Zona Sud
Hidrosource
Gestione delle risorse idriche pluviali
nell’Europa meridionale
Partner
1.433.999
Provincie di Forlì Cesena, Rimini, Ravenna e Reggio Emilia
NONOEURORAPPORTO
188
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
azioni innovative
FSE Art. 6 reg.
(CE) n.
1784/1999,
AWARDS
Progetto rivolto a donne anziane per un
Ageing Workers
rinnovato impegno nella vita lavorativa
Aimed at Renewing
Development
towards a
Sustainable life
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
925.883,80
Leader
Fundacion Ferrol Metropoli, FUERM Fundacion Universidad Empresa of
Murcia (ES), Provincia di Arezzo, Studio Ricerche Sociali, Consigliera di
Parità - Associazioni Industriali - CNA - Unione Commercianti - CISL - UIL di
Piacenza, Partner di supporto esterno: Regione Wilekopolska (PL) e
Legacoop Piacenza
Provincia di Ravenna
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Cultura 2000
Progetto Classe:
archeologia di una
città abbandonata
Realizzazione di un centro europeo di studi
sulla esperienza di scavo archeologico
del periodo Tardo Romano e Alto Medioevo
presso la località di Classe
239.600,0
Partner
Ravenna Antica-Fondazione Parco archeologico di Classe (leader);
Università di Bologna; Comune di Ravenna (partner associato); Università di
Leicester (UK); Università di Barcellona (ES); Central European University
(HU)
Interreg IIIC Zona Est
RESCUE
Sistema di supporto decisionale per
1.172.000
affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Provincie di Forlì Cesena, Piacenza, Rimini, e Reggio Emilia
Interreg IIIC Zona Est
Wine Plan
Qualificazione e valorizzazione delle strade
del vino in Europa
1.000.000
Partner
Provincia Forlì Cesena
Interreg IIIA
SUA
Creazione di una nuova sezione del Museo
d’Arte di Ravenna per la gestione del nuovo
centro per il mosaico
2.200.000
Leader
Comune di Ravenna
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
1.300.000
Partner
Province di Forlì Cesena e Rimini, Comune di Forlì
Interreg IIIA
Adria Link
Collaborazione e scambio di buone prassi
nel settore del turismo
680.000
Partner
Provincia di Rimini
Interreg IIIA
Adriatur
Attività a supporto del turismo
per i Comuni adriatici
1.600.000
Partner
Provincia di Rimini
Interreg IIIA
Adria Safe
Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino
nell’Adriatico
1.000.000
Partner
Province di Rimini Forlì/Cesena
Interreg IIIA
Inrose
Sviluppo nuovi collegamenti marittimi
tra Emilia-Romagna e Croazia
1.782.500,00
Leader
Provincia di Rimini, Comune di Ravenna
Leonardo
da Vinci
Conservazione e
valorizzazione
beni culturali e
ambientali
Tirocini europei di formazione per la
conservazione e la valorizzazione dei
beni culturali e dell’ambiente per lo
sviluppo durevole in Europa
113.800,30
Leader
NONOEURORAPPORTO
189
Provincia di Reggio Emilia
Programma
Titolo progetto
Asia Urbs
Sustainable Urban Gestione sostenibile dei rifiuti organici solidi
Organic Solid Waste in Thailandia
Manage-ment and
Disposal
Equal II
A Lungo
FSE –Obiettivo3 L’Europa per il
Misura D
territorio
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
651.434
Leader
1.400.070
Partner
25.000
Partner
2.198.675
Partner
Sistema di supporto decisionale per
1.172.000
affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Provincie di Forlì Cesena, Rimini, Ravenna e Piacenza
1.725.000
Partner
Birmingham Chamber of Commerce - Leader, Welsh Automotive Forum
(UK), Faculty of Mechanical Engineering University of Ljubljana (SI),
Economic Region of Chemnitz-Zwickau (DE), Wroclaw Regional
Development Agency (PL), Institute de la Mediana y Pequena Industria
(ES), Ministry of Science and Research, Regional Council of Lorraine
Ministry for Economy and Labour (FR), Ministry of Economic Development,
Investment and Trade of Samara Oblast (RUS)
520.322
Partner
Percorsi personalizzati di inserimento
e stabilizzazione di disabili nel lavoro
Programmi di seminari per un approccio
alle opportunità comunitari
Interreg IIIC Zona Est
ICNW International Rafforzare le strutture comunali e industriali
Communal Network nelle aree rurali
Interreg IIIC Zona Est
RESCUE
Interreg IIIC Zone West
NEAC
Rete di comunicazione e scambio delle
Network of
competenze per i cluster della meccatronica
European Automotive
Competence
Leonardo
Creative Learning
Method
Validazione di una nuova metodologia
formativa rivolta agli insegnanti
della scuola primaria
Centro Studio e Lavoro “La Cremeria” di Cavriago (RE)
NONOEURORAPPORTO
190
Provincia di Rimini
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Equal
Fase 2
Spring Out
Inserimento lavorativo di persone con disagi
1.184.717
Partner
Gioventù SVE
Servizio Volontario Invio Volontari
Europeo
3.055
Leader
Interreg IIIB Cadses
RED CODE
Azioni transnazionali per il monitoraggio
e la preven-zione delle calamità
1.310.000
Partner
Interreg IIIB Medocc
MAVITRA
Azioni sul mercato del lavoro nel bacino
del Mediterraneo
1.020.047
Partner
Interreg IIIC Zona Est
RESCUE
Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000
i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Province di Forlì Cesena, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia
Interreg IIIA
Adriatur
Attività a supporto del turismo
per i Comuni adriatici
1.600.000
Leader
Provincia di Ravenna,
680.000
Leader
Provincia di Ravenna,
Interreg IIIA
Adria Link
Collaborazione e scambio di buone prassi
nel settore del turismo
Interreg IIIA
Adria Safe
Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino
nell’Adriatico
1.000.000
Partner
Province di Ravenna e Forlì/Cesena
Interreg IIIA
Inrose
Studio di fattibilità per i collegamenti marittimi 1.555.000
tra porti dell’Emilia-Romagna e Croazia
Partner
Provincia di Ravenna, Comuni di Ravenna e Cesenatico
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
908.000
Partner
Province di Ravenna e Forlì - Cesena
Interreg IIIB Cadses
SAWWATACA
Miglioramento e armonizzazione degli
interventi di aggiornamento della rete fognaria
e del trattamento delle acque reflue
908.850
Partner
Comune di Rimini
Interreg IIIC Zona Est
SUVOT
Turismo sostenibile e vocazionale
998.716
Leader
Leonardo
Da Vinci
Eurodesk Rimini
School Network
Tirocini formativi all’estero
125.000
Leader
RISORSE FONDI STRUTTURALI
IN EMILIA-ROMAGNA
PROGRAMMAZIONE 2000-2006
NONOEURORAPPORTO
193
Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006 (in milioni di Euro)
obiettivo 2
phasing-out ob. 2
obiettivo 3
sviluppo rurale
docup pesca
azioni innovative
Totale
Costo
totale
Totale
pubblico
U.E.
totale
Stato
Regione
quote
privati
250,900
12,904
1.324,194
1.267,431
21,599
10,974
2.888,002
244,267
12,572
1.314,096
836,690
11,915
5,164
2.424,704
121,766
6,267
591,343
386,700
5,151
2,582
1.113,809
122,501
6,305
722,753
449,990
6,764
2,582
1.310,895
85,751
4,414
578,202
375,970
4,731
1,807
1.050,875
36,750
1,891
144,551
74,020
2,033
0,775
260,020
6,633
0,332
10,098
430,741
9,684
5,810
463,298
30,275
54,108
29,506
113,889
22,375
54,108
29,506
105,989
10,309
27,054
14,698
52,061
12,066
27,054
14,808
53,928
7,217
18,939
12,409
38,565
4,849
8,115
2,399
15,363
7,900
3.001,891
2.530,693
1.165,870
1.364,823
1.089,440
275,383
471,198
Leader plus
Equal **
Interreg ***
Totale
Totale generale
Finanziamento pubblico
nazionale
** l'iniziativa è attuata tramite un programma nazionale, la cifra riportata è indicativa per la nostra Regione
*** progetti approvati a dicembre 2005, Interreg IIIA, IIIB Cadses IIIB Medoc e IIIC
privati
16%
Stato
36%
Altro
45%
UE
39%
Regione
9%
7900
NONOEURORAPPORTO
194
Agenda 2000 – Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006
(in milioni di Euro)
obiettivo 2
phasing-out ob. 2
obiettivo 3
sviluppo rurale
docup pesca
azioni innovative
Totale
Leader plus
Equal **
Interreg ***
Totale
Totale generale
Totale
complessivo
FESR
250,900
12,904
1.324,194
1.267,431
21,599
10,974
2.888,002
121,766
6,267
FSE
FEOGA-or
FEOGA-G
SFOP cofinanziamento
nazionale
private
5,151
122,501
6,305
722,753
449,990
6,764
2,582
1.310,90
6,633
0,332
10,098
430,741
9,684
5,810
463,298
7,900
471,198
591,343
386,700
5,151
2,582
130,615
591,343
0,000
386,700
30,275
54,108
29,506
113,889
10,309
14,698
14,698
27,054
10,309
0,000
0,000
12,066
27,054
14,808
53,928
3.001,891
145,313
618,397
10,309
386,700
5,151
1.364,82
27,054
** l'iniziativa è attuata tramite un programma nazionale, la cifra riportata è indicativa per la nostra Regione
*** progetti approvati a dicembre 2005, Interreg IIIA, IIIB Cadses IIIB Medoc e IIIC
SFOP
0,4%
FESR
12,5%
FEOGA-G
33,2%
FSE
53,0%
Incidenza singoli fondi sul totale
generale
FEOGA-or
0,9%
7,900